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«Buonanotte!» sussurrò Harry, andando verso la porta.

«Notte, pa’» rispose allegramente James, girandosi sul fianco sotto il piumone.

Chiuse la porta lentamente dietro di sé e si diresse al pianoterra scendendo le scale di casa Potter. Percorse lo stretto corridoio pieno di quadri dei suoi avi che russavano beatamente: chi appoggiato alle cornici, chi con la testa reclinata all’indietro e chi con la faccia nascosta tra le braccia incrociate. Arrivò nella piccola cucina e si chiuse delicatamente la porta alle spalle. Ron, Hermione e Ginny lo stavano aspettando seduti al tavolo ancora apparecchiato con quello

BUON NATALE 2012 da Harry Potter 8

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che rimaneva della sontuosa cena. Le candele rosse e bianche rischiaravano un mezzo tacchino farcito, un quarto di torta alla melassa e un cesto pieno di frutta secca e dolci. Qui e lì, tra piatti e posate, spuntavano delle cartine di dolciumi; una cioccorana saltellava attorno alla caraffa dell’acqua scappando alle grinfie di uno gnomo vestito da angelo che continuava a inciampare nel suo vestitino candido. Il gatto bianco dei Potter seguiva attento tutta la scena dalla panca.

«Albus?» chiese Ginny«Dorme» rassicurò Harry.«James?»«Mmm»«Ha fatto storie?» domandò Ron, sogghignando.«Non esageratamente!» rispose Harry,

prendendo posto affianco alla moglie. «Non voleva prendere lo sciroppo Chips per il mal di gola... ma l’ho convinto!»

«Te lo puoi scordare se pensi di portarlo a fare un giro sulla scopa, Harry!» disse fermamente Ginny, guardandolo con sospetto.

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«Ma... solo per poco! Prometto che lo vesto bene!» supplicò il marito, togliendosi gli occhiali e appoggiandoli sul tavolo.

«Sei un incosciente se pensi di portarlo in volo con questo freddo!» intervenne scandalizzata Hermione.

«Dovrà pur prendere dimestichezza» interruppe Ron. «Che diamine... è un Potter!»

«E per metà Weasley...» rincarò la dose Harry.«Basta!» fece Ginny chiudendo la discussione

tra brontolii e bronci da parte degli altri tre.Nella piccola cucina scese il silenzio, scandito

dal ticchettio della piccola pendola affianco alla porta. Le lancette segnavano la mezzanotte meno due minuti. Harry rimase a fissare l’immagine sfuocata del quadrante per qualche tempo. S’inforcò gli occhiali giusto in tempo per vedere la lancetta dei minuti scattare in avanti e porsi sopra quella delle ore.

Mezzanotte. La pendola fece sentire i suoi rintocchi e contemporaneamente un concerto di campane risuonò nella piazza di Godric’s Hallow, dove sorgeva la piccola chiesa.

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«Buon Natale a tutti!» esclamò Ron, agguantando la moglie e baciandola appassionatamente. Harry pensò d’imitarlo, ma Ginny lo precedette.

«Buon natale» gli sussurrò dolcemente, quando si staccò da lui.

«Bene, eccoci qui!» disse Ron, appoggiandosi allo schienale della sedia. «Un altro Natale assieme, e quante ne abbiamo passate...»

«Già, già» convenne Hermione, sistemandosi i capelli ancora sconvolti dall’agguato del marito

«E io sono sempre convinto che si potrebbe scrivere la storia di noi quattro» continuò Ron, guardando l’amico per registrare la sua reazione.

«Oh, Ron, per l’amor del cielo! Non ancora!» sospirò Ginny, alzando gli occhi verso il soffitto.

Da qualche settimana a questa parte l’amico aveva tirato fuori quest’argomento e lo sponsorizzava in tutte le occasioni che gli capitava. Naturalmente i figli dei Potter erano i più entusiasti nel starlo ad ascoltare.

«Dico sul serio!»«Non venderesti una copia!» rise Harry,

divertito.

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«Non scherzare, Harry» minacciò Ron, chiudendo la mano a pugno e mostrandola davanti al volto. «Io ho l’asso nella mano!»

«Manica!» precisò Hermione, distrattamente.«Quello che è...» proseguì Ron. «Ho già in

mente i titoli dei libri!»«Sentiamo...»Ron s’alzò in piedi e prese posto al centro della

cucina come un attore prende posto al centro del palco. «Dunque, si parte con un ragazzo piccolo, brutto e sfigato che viveva con gli zii cattivi babbani...»

«Una storia apassionante!» sibilò Ginny in direzione dell’amica.

«Finchè un gigante buono non gli ha rivelato la sua vera identità, riportandolo nel mondo della Comunità magica verso il suo primo anno a Hogwarts... con tutti gli avvenimenti che sappiamo!»

«Un riassunto molto lacunoso» commentò la moglie, sarcastica.

«E si intitolerà...» continuò Ron, ignorandola. «Harry Potter e il cane a tre teste!»

«Povero Fuffi!» rise Harry.

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«Come fai a mettere il cane a tre teste come personaggio principale del primo anno a Hogwarts?» intervenne Hermione. «Raptor mi sembra molto più importante, visto che ospitava Voldemort nel suo corpo»

«Si ma tutte le vicende ruotavano intorno ad Hogwarts. Poi era il nostro primo anno... io darei più importanza al castello!» propose Harry, lasciandosi prendere, suo malgrado, dalla discussione.

«No!» negò Ginny. «Tutto girava intorno a quello che Voldemort voleva rubare! Io lo chiamerei: Harry Potter e la Pietra Filosofale!»

La cucina venne percorsa da un mormorio d’approvazione.

«Ottimo! E questo è solo l’inizio...» riprese Ron, presentando il prossimo volume della serie. «Nel secondo libro Harry e i suoi inseparabili, immancabili, fedeli, indispensabili amici dovranno affrontare la minaccia di Lord Voldemort, sottoforma di fantasma di se stesso a 17 anni, tornato a perseguitare e infestare il castello. Solo attraverso la subdola arte del serpentese i nostri eroi riusciranno a sconfiggere il malvagio. Che

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poi, vorrei precisare il fatto che Ginny era stata rapita, Hermione pietrificata, quindi la parte da leone come spalla l’ho fatta io e...»

«Già, ma senza le mie ricerche dubito che ne sareste venuti a capo!» s’inviperì Hermione. «Poi non pensare che ad essere pietrificati ci si diverta...»

«Neanche a farsi succhiare l’anima da Voldemort ci si diverte!» esclamò Ginny, accalorandosi a sua volta.

«Sì, sorella, ma tu la tua parte ce l’hai: la damigella in pericolo, l’amore perduto che spinge l’eroe a fare un sacco di stupidaggini...»

«Se non sbaglio tu sei rimasto a fare da balia ad Allock, bloccato dalla frana che...» cominciò a puntualizzare Harry.

«Non è necessario essere così precisi!» sibilò Ron, con le orecchie arrossate. «Comunque io lo chiamerei: Harry Potter e l’Erede di Serpeverde!»

«Sì bravo!» convenne Harry.«Mmm» fece Ginny dubbiosa.«Certo che no!» intervenne Hermione, decisa.

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«E adesso che diavolo c’è?» s’indispetti il marito, fissandola con astio. «Non vanno mai bene i titoli miei?»

«Certo che no! Ti volevo solo far notare che il titolo è troppo vago così com’è!» spiegò Hermione. «Sappiamo tutti che Voldemort non è stato l’unico erede di Serpeverde, anzi ce ne sono molti altri. Nessuno ci dice che non ce ne siano ancora in giro!»

«E allora?»«E allora io darei un nome più al fatto che ha

caratterizzato quell’anno a Hogwarts: Harry Potter e la Camera dei Segreti!»

«Va bene.. come dici tu!» s’arrese Ron. «Proseguiamo... che abbiamo fatto l’anno dopo?»

«L’anno in cui Harry Potter è stato tradito dal suo migliore amico per aver portato in camera sua l’uomo che vendette la sua famiglia a Lord Voldemort, decretandone la morte» riassunse Harry con noncuranza.

«Sudicio troll!»«RON!»

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«Scusa, tesoro. Dicevamo? Ah già... il titolo! Proposte?» chiese Ron, guardando speranzoso la moglie.

«Beh, tutto l’anno non si è parlato d’altro che di Sirius... alla fine l’abbiamo salvato grazie alla giratempo per il rotto della cuffia. Mi viene soltanto: Harry Potter e Sirius Black!» disse Hermione.

«Bleah!» fece Ginny. «Almeno mettiamo: Harry Potter e Felpato»

«Harry Potter tra lupi mannari e grami!» esclamò Harry raggiante, guardando le facce perplesse dei suoi amici. «No?»

«Sentite!» fece improvvisamente Ron. «C’erano anche i dissennatori quell’anno e chiaramente non si parlava altro che di Sirius. Tenendo conto delle due cose si potrebbe mettere: Harry Potter e il prigioniero di Azkaban!»

«Geniale!» convenne Harry.«Sì, sì!» fece Ginny.«È per questo che l’ho sposato!» sussurrò

Hermione all’indirizzo degli altri due.Scoppiarono tutti a ridere.

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«Bene» disse Ron, quando si furono ripresi. «Per il prossimo non ci sono dubbi: Harry Potter e il Torneo Tremaghi!»

«Vero!» convenne Ginny.«Mmm» fece Harry, pensieroso.«È chiaro che è il punto principale, l’evento

più importante... ma non vi sempre troppo banale?» chiese Hermione, assecondando i dubbi dell’amico.

«Dal geniale al banale nel giro di due minuti!» brontolò Ron, incrociando le braccia e mettendo il broncio.

«Non vedo cos’altro si possa mettere... Harry Potter e Il labirinto?»

«No, quella è solo una parte del torneo e la parte finale; non prende dentro tutto» disse Hermione, scuotendo il capo.

«E allora cosa?»«Harry Potter e il falso Moody?»«No!»«Harry Potter e il ritorno di Voldemort!»«Naaa!»«Che ne dite di...» incominciò Harry. «... di...

beh, per me la cosa che m’ha messo nei pasticci

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subito è stato quando il Calice di Fuoco ha sputato fuori il mio nome; sempre il Calice la prima cosa che abbiamo visto e che ci ha introdotti all’avvento del Torneo all’inizio dell’anno. Secondo me: Harry Potter e il maledettissimo Calice di Fuoco!»

«Okay, ci sta!» esclamò Ron, giulivo. «Chi meglio di te lo può sapere?»

«Senza l’aggettivo però!» rise Ginny, mettendo un braccio sulle spalle al marito.

«Ottimo! Dunque siamo al quinto anno: l’anno dei Gufo, della guerra con il Ministero della Magia per il predominio su Hogwarts e la raccolta delle truppe d’ambo le parti... mmm... che dite?»

«Harry Potte e l’Ordine della Fenice!» esclamò Ginny convinta. «Tiene conto dell’arrivo al quartier generale all’inizio dell’anno, ci coinvolse tutti; ne facevano parte anche Sirius e Piton»

«Direi che va bene» acconsentì Harry.«Sì sì!» assentì Hermione.«Che ne dici di Harry Potter e Cho Chang?»

sibilò Ron in direzione dell’amico in un sussurro piuttosto udibile.

«RON!»

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«Calma calma! Stavo solo scherzando!» precisò l’amico, visto che la sorella aveva estratto la bacchetta. «Ehm ehm... dunque: sesto anno! L’anno in cui la guerra vera e propria è cominciata, l’anno in cui hai cominciato a studiare la vita del tuo nemico mortale, l’anno in cui ti sei messo assieme e vigliaccamente mollato con mia sorella... EHI, NOO DAI, I CAPELLI NO!»

«Vedi di piantarla!» raspò Ginny, rinfoderando la bacchetta.

«Stavo solo scherzando!» mugolò il fratello, controllando che i capelli fossero tornati della normale lunghezza.

«Non li perderai, per il momento!» rassicurò l’amico, trattenendosi dal ridere.

«Andiamo avanti: Harry Potter e l’inizio della guerra?» propose Hermione, tentando di sviale l’attenzione dall’impertinente marito.

«Mmm, troppo vago. Come fai a definire quando finisce l’inizio della guerra e il suo infuriare?» chiese Harry. «No, quell’anno, rimanendo al castello, ho messo posto la mia attenzione su quello che combinava Malfoy... ehi, era anche l’anno delle feste di Lumacorno!»

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«Harry Potter e i festini dei Lumaclub» rise Ron. «Bei tempi quelli!» sospirò allungando distrattamente la mano verso il tacchino freddo. Incrociò lo sguardo di Hermione che lo fulminò e decise di rinunciare alla tentazione della memoria.

«Harry Potter e il ricordo di Lumacorno!» propose Harry. «Sono stato metà anno a lavorarci sopra! Per fortuna c’era la Felix Felicitas che m’ha salvato sennò andava a finire che...»

«Che ne dite di: Harry Potter e il Principe Mezzosangue?» domando Hemione. «Io sono stata tutto l’anno a far ricerche sulla madre di Piton e sul tuo libro di pozioni...»

«Libro che ti ha aiutato, amico mio, a batterla in tutte le prove di Pozioni durante l’anno e... OKAY, LA SMETTO!»

«Sei impossibile, lo sai Ron?» fece Hermione, accigliata.

«Sei tu che incredibilmente m’hai sposato!» ammiccò Ron, avvicinandosi per baciarla.

Hermione respinse il tentativo e rimbeccò: «Mi pare che sia stato proprio tu a chiedermi la mano dopo avermi rifilato mezza bottiglia di Whisky Incendiario e...»

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«Non eri ubriaca!! Hai fatto finta di berlo!» si difese Ron.

«Possiamo andare avanti?» chiesero Harry e Ginny all’unisono.

«Harry Potter e il Principe Mezzosangue!» confermò Hermione.

Ci fu una specie di squittio improvviso. Harry scattò in piedi e diresse verso il ripiano affianco alla pendola. Mise due dita dentro il marsupio di un piccolo soprammobile a forma di canguro e ne estrasse un pezzo di pergamena. L’aprì e l’allontanò per trovare la giusta luce per leggere.

Contatto riuscito. Sappiamo da dove vengono tutti quei calderoni stregati e chi li ha venduti. Sta tutto nel rapporto che mi stanno redigendo. Direi che per questo merito una promozione, capo! Anzi no, facciamo che mi fai sostituire nel turno di mercoledì... sa, c’è la Coppa de Mon-do! Tanti auguri, capo e ossequi alla signora!

A. Merlin

«Chi ti scrive?» domandò Ron, incuriosito.

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«Rogne, amico! Solo rogne per l’Ufficio Auror. Devo trovare un sostituto di Merlin per mercoledì» borbottò Harry, bruciando il pezzo di pergamena.

«Perché?»«Perché Merlin diserterà!» disse il capo Auror,

tornando a sedersi.«Ma come è possibile? Mercoledì c’è la

coppa e... io non lo sostituisco!! NOO, NON CI PENSARE NEMMENO, HARRY!»

«Non pensavo a te, ma qualcuno dovrò trovare...» rassicurò Harry.

«Bene!» disse Ron. «E arriviamo al settimo anno, qui mi pare che siamo tutti d’accordo nel mettere come titolo: Harry Potter e il duello finale!»

«Cosa? Non mi pare che sia un evento che comprenda tutto l’anno!» squittì Hermione.

«Harry Potter e la ricerca degli Horcrux?» propose Ginny, stiracchiandosi e sbadigliando vistosamente.

«Quella è cominciata l’anno prima!» precisò Harry. «Con Silente! Io intitolerei: Harry Potter e I doni della morte!»

«Ottimo!» esclamò Hermione.

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«Vero! Questo è interessante! Io lo comprerei...» fece Ginny, appoggiando la testa alla spalla del marito.

«E poi?» chiese Ron.«Vuoi fare un libro per ogni anno della mia

vita?» chiese sbalordito Harry. «Mi pare si faccia tardi...»

«Capito l’antifona!» disse Ron. Prese per mano sua moglie e si avviarono verso l’entrata.

Misero il cappotti e le sciarpe. Si scambiarono ancora gli auguri di Natale e uscirono nel giardino innevato.Non appena aprirono la porta sgusciò fuori lo gnomo col vestitino, stringendo la ciocciorana tra le braccia, seguito a ruota dal gatto. Ginny riuscì ad agguantare il felino e lo portò in casa, mentre Harry li accompagnò fino al cancello, richiudendolo alle loro spalle. Lo gnomo scomparve tra le fronde innevate della siepe che circondava la proprietà. Harry pensò che con la primavera avrebbe dovuto occuparsi degli gnomi, sempre più numerosi negli ultimi tempi, per scongiurare una vera e propria infestazione del suo giardino.

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Ron si voltò verso di lui e sbottò: «Comunque un ottavo volume ci starebbe! E’ vero che non abbiamo finito l’ultimo anno a Hogwarts, però con la Setta alle calcagna, gli americani, il cilindro... un altro libro si potrebbe proprio scriverlo! Solo non mi viene in mente come chiamarlo.. l’ottavo libro della saga... ci vuole un buon titolo per l’Harry Potter otto e... mmm»

«Sai cosa ti dico?» fece Harry all’amico.«Cosa?»«Buon Natale, da HarryPotter8!»