Bud Spencer: i miei 80 anni S di sorrìsi e fedebiamo trasformato lo spaghetti we-stern italiano in...

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ì spettacoli 2009 II film su Jackson in un solo giorno ha già incassato venti milioni di dollari NEW YORK. Il film «This Is It», sulle ultime prove di Michael Jackson, ha incassato venti milioni di dollari al box office internazionale nel primo giorno di apertura. Lo ha annunciato la Columbia Pictures. Nei soli Stati Uniti sono stati venduti biglietti per 7,4 milioni di dollari, mentre in Gran Bretagna gli incassi sono stati di 2 milioni di dollari. Attori scordano battute a teatro Polemica negli Usa NEW YORK. Il pubblicodi New York ha protestato dopo essersi accorto che l'attore Matthew Broderick non si ricordava le sue battute nella commedia «Starry Messenger» e doveva ricorrere in continuazione al suggeritore. I produttori hanno dovuto rinviaredi almeno una settimana l'apertura ufficiale della commedia. Il problema degli attori che non ricordanole battute è emerso dopo che l'attore Matt Mulhern è stato licenziato per essere stato sorpreso a sbirciare all'interno di un cappello dove aveva infilato dei bigliettini. Martina Franca festeggia i 90 anni di Paolo Grassi MILANO. Novanta anni fa (30 ottobre 1919) nasceva a Milano (da una famiglia pugliese) Paolo Grassi, uno dei protagonisti della cultura del dopoguerra: fondatore del Piccolo Teatro di Milano insieme a Giorgio Strehler (nel 1947), che diresse fino al 1972, per diventare poi sovrintendente della Scala, quindi presidente della Rai fino alla morte precoce nel 1981. Alla sua figura è dedicata la serata omaggio, che si svolgerà stasera al Teatro Verdi di Martina Franca, nella natia Puglia con Franco Graziosi, Giuseppe Pambieri, Pamela Villoresi, Michele Placido. Mina gioca col rock ma convince a metà Q uattro-cinque spunti, il resto è voce. Ed anche se parliamo di ^J p Mina, il bilancio non è granché. Ma il suo nuovo disco, «Facile», è in linea con tutti i dischi da lei dedicati, dagli anni '80 ad oggi, ad autori sconosciuti. Col risultato che si acuisce una volta di più loscarto fra quanto la sua classe ancora promette e i dischi più non mantengono. In «Facile» escono dall'ovvio solo «Con o senza te» del nipote Axel e, di Mingardi, «Ma tumi ami ancora?» ed «Eccitanti conflitti confusi». Più le spiazzanti incursioni della Signora nel rock di oggi per «Adesso è facile» di (e con) Manuel Agnelli degli Afterhours e«Non ti voglio più» di Boosta dei Subsonica. Il resto non ha filo conduttore, eppure la voce di Mina come sempre incanta. Perché dunque, stante la penuria di inediti, dopo vent'anni di questo tran- tran discografico Mina non si.assume onori ed oneri del suo esserela Signora della canzone per dedicarsi solo a progetti organici, come da lei peraltro fatto più volte in dischi su Jannacci, Beatles, Sinatra? In fondo avrebbe potuto evitare che "Facile" sembrasse l'ennesima occasione sprecata anche solo osandone gli spunti fino in fondo, affidando tutto il progetto al giovane rock nostrano invece di limitarsi a cantarne due canzoni. Per chi e perché, dunque, l'ennesimo Cd facile... inogni senso? Lo vuole la gente? Necessita all'«industria-Mina»? L'abbiamo chiesto a Massimiliano Pani, figlio- produttore della Signora. «Le indagini di mercato dicono che a comprare Mina sono venti-trentenni che vogliono musica leggera di oggi non banale. Ma non cercano la Mina degli esordi: non la conoscono. E poi Mina ha inciso da poco un Cd di arie da melodramma, e nel suo dna c'è sempre stato alternare ricerca musicale a lavori, appunto, facili. Potrebbe fare duetti, o reincidere le sue hit ma fa solo quello incui crede. EEssere se stessa alternando inediti e ricerca è l'unico modo che conosce per rispettare sé e la gente». Andrea Pedrinelli DA SPORTIVO AD ATTORE (Ho girato 120 film ma il nuoto mi ha dato tanto Sapete perché ho scelto questo nome d'arte?» Bud Spencer: i miei 80 anni di sorrìsi e fede «Per me credere è un bisogno vitale Spero di lavorare ancora con Hill DITIZIANALUPI on sono vecchio, sono antico» dice Bud Spencer commentan- do con un sorriso l'imminente com- pleanno. Domani, infatti, il «gigante buono» compie 80 anni. Un evento per il quale non sono previsti festeg- giamenti particolari ma solo «una bel- la cena» con la sua numerosa fami- glia, formata dalla moglie Maria («Tra pochi mesi saranno 50 anni di matri- monio») , dai trefiglie dai cinque («per ora») nipoti. Un pranzo che suggella anche la fine delle riprese de I delitti del cuoco, la serie tv che lo vede pro- tagonista e che Canale 5 trasmetterà nella prossima primavera. «Interpre- to un cuoco, diventato tale dopo es- sere stato un commissario di polizia» racconta, puntualizzando che «que- sto personaggio non ha niente a che fare né con Maigret né con Nero Wol- fe. Abbiamo voluto fare una comme- dia giallo-comica perché pensiamo che, in questo periodo, la gente abbia voglia di ridere. È un po' quello che è accaduto, tanti anni fa, nel cinema quando Terence (Hill, ndr) ed io ab- biamo trasformato lospaghetti we- stern italiano in western comico». Sedici film che hanno avuto succes- so in tutto il mondo e un titolo per tutti: «Lo chiamavano Trinità»: quel- lo con Terence Hill è stato davvero un sodalizio importante. È vero che a- vete intenzione di tornare a fare qual- cosa insieme? Quel connubio non è più ripetibile, anche fisicamente alla nostra età non avrebbe più senso. Piuttosto, po- » tremino fare qualcosa di diverso. Un paio di progetti li ho anche già scrit- ti: Don Chisciotte e Sancho Panza e Dr. Jekyll e Mr. Hyde, naturalmente en- trambi rivisti alla nostra maniera. Ne abbiamo parlato ma quello che ab- biamo fatto insieme nel cinema mon- diale è stato talmente importante che pensare di tornare insieme oggi non e facile. Che cosa ha significato il successo nella sua vita? Io distinguo due tipi di successo: quel- lo che ho avuto nello sport stato campione di nuoto, ndr) e quello nel cinema. Il primo è mio e non me lo le- va nessuno. Il secondo è quello che il pubblico ha deciso di darmi e che mi ha permesso di fare 120 film (ha reci- tato anche in Cantando dietro ai pa- raventi di Ermannq Olmi, ndr), qua- si tutti da protagonista. Dopo quarantadue anni di carriera, non ha voglia diriposarsiun po'? Per carità, guai a riposarsi. Se ti fermi, sei fregato! Da un po' di tempo sto scrivendo la mia autobiografia, si in- titola Lasciatemi passare, un titolo che la dice lunga sul mio modo di affron- tare la vita e sull'ottimismo che, per grazia di Dio, mi ha sempre accom- pagnato. Ha citato Dio. Lei è credente? Io credo perché ho bisogno di crede- re in Dio e nel «dopo» che c'è oltre la vita. La fede, per me, è un dogma. Un valore assoluto. Che fa parte della vi- ta di chiunque, anche di quelli che di- cono di non credere. Prima di avere successo nel cinema, lei ha fatto diversi lavori. Sì, ho fatto l'operaio, il bibliotecario e il segretario di ambasciata. Sono sta- to campione di nuoto e persino autore di canzoni per artisti come Omelia Vanoni e Nico Fidenco. Si ritiene soddisfatto di ciò che ha a- vuto nei suoi primi ottant'anni? Io non sono mai soddisfatto, guardo sempre avanti. Però posso dire che, tornando indietro, rifarei esattamen- te tutto quello che ho fatto. Tranne, forse, fumare perché il fumo ha limi- tato il mio successo nello sport. Perché Carlo Pedersoli è diventato Bud Spencer? Se vuole sapere perché ho fatto l'at- tore, devo dirle che tutto è iniziato as- solutamente per caso, grazie al mio aspetto fisico. Se, invece, vuole sape- re perché ho scelto questo nome, è fa- cile: Spencer perche adoravo Spencer Tracy e Bud perché bevevo la birra Budweiser. Gli auguri di Terence: «Amico,tivoglio bene» *> I diciotto film che hanno girato insieme, sono ancor oggi amatissimi dalpubblico. Anche se Terence Hill nel frattempo ha conquistato nuovi fan grazie alle avventure di «Don Matteo» e Bud Spencer sta per debuttare su canale 5 con «I delitti del cuoco». Per questo Terence Hill non ha voluto mancare gli auguri all'amico. Eccoli: «Al mio compagno della vita professionale, tanti tanti auguri con profondo affetto.Ti voglio bene, Terence Hill». il debutto a Roma «Cats» all'italiana vola grazie a Ezralow S arà il lascito di Garinei e Giovannini con le loro indimenticate commedie musicali, sarà il bisogno di un teatro leggero di alta qualità, ma certo negli ultimi mesi ha avuto ottime accoglienze l'arrivo di grandi musical , targati Usa, o addirittura indiani. Un importazione di lusso. Nel travaso però ha preso corpo un piccolo miracolo: gli spettacoli vengono serviti in veste italiana, senza sostanzialmente perdere dello spirito originale. Come per certi bei doppiaggi cinematografici. Ed è il caso dell ultimo arrivato al Sistina di Roma, Cats, ennesima splendida creazione dì un asso del musical, Andrew Lloyd Webber. Per nulla intimorito, il nostro maggior specialista^ commedie musicali, Saverio Marconi, ha mobilitato la sua Compagnia della Rancia. Ed ha associato all'impresa, ciliegina sulla torta, un coreografo di punta come Daniel Ezralow. Per chi ancora non lo sapesse dopo tanto battage, Caftha un ascendenza culturale importante, deriva dai versi che Eliot nel 1939 dedicò, per i suoi nipoti, ai gatti, ai loro moti umani" ma anche alla separatezza e al mistero. Webber oltre vent'anni fa nella sua fantasia li immaginò come una tribù di gatti Jellicle, riuniti per partecipare alla festa in cui il leader Deuteronomio sceglie chi è degno fra loro di trapassare in una nuova vita, il «dolce Aldilà». Nell'incontro conosciamo fisionomie varie che rivelano un microcosmo di ' bene e male, fino allo scioglimento, in pura marca webberiana, sentimentale e .festoso, con una apoteosi che accompagna la prescelta, Grisabella, malandata e triste nella sua solitudine. Ammirevoli costumi e maschere di Enrico Coveri e Zaira De Vincentiis nel ricreare una umanità gattesca fortemente caratterizzata. Ma è la musica la componente che domina, e da modo al nutrito stuolo dei cantanti- attori-ballerini di esibire ottima classe nei virtuosismi corali dettati dalla coreografia di Ezralow. Dal Sistina, dove resterà fino al 27 novembre, lo spettacolo decollerà per una lunga tournée fra sud e nord della penisola. A Milano il 27 gennaio. Toni Colotta «WASHINGTON POST» «NEL FILM DI MOORE UN OMAGGIO ALLA SOLIDARIETÀ CATTOLICA» «Michael Moore dovrebbe essere nominato cattolico dell'anno». Lo sostiene il «Washington Post». Secondo il quotidiano americano, infatti, l'ultimo film di Moore sul capitalismo, «contiene un omaggio al mondo ealla cultura cattolica». E ancora: «In un momento.in cui tanti usano qualsiasi pretesto per criticare la Chiesa, Moore da voce ad una serie di preti e vescovi molto lontani dagli stereotipi generati inquesti anni dai media americani». Continua Stevens-Aroyo. «Moore nel suo film, anche quando usa l'ironia, da sempre un volto umano alla sofferenza causata, senza rimpianti comunisti ma sottolineando il valore della solidarietà cattolica». TraMoore e Haneke spunta lafiabadi Jonze La star di «Fahrenheit 9/11» ora indaga la crisi del capitalismo Usa II regista austriaco firma un duro film sulla nascita del nazismo, ma la sorpresa potrebbe essere «Nel paese delle creature selvagge» DI ALESSANDRA D E LUCA I on ha vinto l'ultimo festival di Venezia, I come qualcuno pro- nosticava, ma di certo al li- do ha lasciato il segno: Capi- talism: A Love Story di Mi- chael Moore esplora le ra- gioni dell'attuale crisi eco- nomica mondiale che ha messo in ginocchio milioni di persone togliendo loro ca- sa, lavoro e risparmi. Mesco- lando umorismo e indigna- zione, una miscela che ha re- so celebri i suoi documenta- li, Moore mette sotto accusa governi e banche auspican- do un ritorno non tanto all'i- dea di una più equa distri- buzione della ricchezza di stampo "comunista", ma - udite, udite - «a quei valori cristiani di giustizia e ugua- glianza radicati nel mondo occidente». Ha invece trion- fato all'ultimo Festival di Cannes II nastro bianco del- l'austriaco Michael Haneke, rigorosissimo film in bianco e nero ambientato negli an- ni 1913 e 1914 in un villaggio protestante a nord della Ger- mania dove una serie di mi- steriosi incidenti si susse- guono sotto lo sguardo at- tento del bambini del villag- gio. Haneke sa come co- struire tensione e inquietu- dine riflettendo su una so- cietà che coltiva i semi del nazismo e sui comporta- menti umani che sono alla base di qualunque intolle- ranza. La solita, sperimentata for- muletta costruita a tavolino sta poi alla base di Amore 14 di Federico Moccia, storia della giovanissima Caro e delle sua amiche già disin- voltamente alle prese con la loro «prima volta». Ma i per- sonaggi parlano con le frasi dei cioccolatini e si muovo- no come privi di vita propria, burattini nella mani di chi pensa di avere in mano le chiavi per comprendere una generazione. Più che ai bambini è rivolto agli adulti che non hanno di- menticato le inquietudini della propria infanzia l'ulti- mo film di Spike Jonze, Nel paese delle creature selvag- ge, tratto dal libro illustrato di Maurice Sendak. Il protago- nista è Max, un ragazzino ri- belle che una sera fugge di casa e intraprende un viaggio diretto su un'isola immagi- naria popolata da strani e gi- ganteschi animali alla ricer- ca di un re. Max diventerà il loro sovrano, ma scoprirà presto che i rappo.ru' tra le persone sono molto più complicati del previsto e che regnare non è un gioco da ra- gazzi. Per i piccoli c'è invece il cartoon finlandese Niko - Una renna per amico di Karl Juusonen e Michael Hegner su un cucciolo desideroso di ritrovare il padre che non ha mai conosciuto, membro delle leggendarie Forze Vo- lanti che tirano la slitta di Babbo Natale. Con il padre adottivo Julius, uno scoiatto- lo volante, e inseguito da un feroce branco di lupi, il pic- colo parte alla ricerca del ge- nitore, scoprendo di se stes- so ciò che non sapeva. Ma se il film esalta il valore degli af- fetti familiari, suggerisce an- che che i genitori biologici non sono necessariamente i migliori possibili, lasciando aperta la porta a formazioni familiari diverse da quelle più tradizionali. ,

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ì spettacoli 2009

II film su Jackson in un solo giornoha già incassato venti milioni di dollari

NEW YORK. Il film «This Is It», sulle ultime prove diMichael Jackson, ha incassato venti milioni di dollari al boxoffice internazionale nel primo giorno di apertura. Lo haannunciato la Columbia Pictures. Nei soli Stati Uniti sonostati venduti biglietti per 7,4 milioni di dollari, mentre inGran Bretagna gli incassi sono stati di 2 milioni di dollari.

Attori scordanobattute a teatroPolemica negli Usa

NEW YORK. Il pubblico diNew York ha protestatodopo essersi accorto chel'attore Matthew Brodericknon si ricordava le suebattute nella commedia«Starry Messenger» edoveva ricorrere incontinuazione alsuggeritore. I produttorihanno dovuto rinviare dialmeno una settimanal'apertura ufficiale dellacommedia. Il problema degliattori che non ricordano lebattute è emerso dopo chel'attore Matt Mulhern èstato licenziato per esserestato sorpreso a sbirciareall'interno di un cappellodove aveva infilato deibigliettini.

Martina Francafesteggia i 90 annidi Paolo Grassi

MILANO. Novanta anni fa(30 ottobre 1919) nascevaa Milano (da una famigliapugliese) Paolo Grassi, unodei protagonisti dellacultura del dopoguerra:fondatore del PiccoloTeatro di Milano insieme aGiorgio Strehler (nel 1947),che diresse fino al 1972,per diventare poisovrintendente della Scala,quindi presidente della Raifino alla morte precoce nel1981. Alla sua figura èdedicata la serata omaggio,che si svolgerà stasera alTeatro Verdi di MartinaFranca, nella natia Pugliacon Franco Graziosi,Giuseppe Pambieri, PamelaVilloresi, Michele Placido.

Mina gioca col rock ma convince a metàQuattro-cinque spunti, il resto è

voce. Ed anche se parliamo di^J pMina, il bilancio non è granché. Ma ilsuo nuovo disco, «Facile», è in lineacon tutti i dischi da lei dedicati, daglianni '80 ad oggi, ad autori sconosciuti.Col risultato che si acuisce una voltadi più lo scarto fra quanto la suaclasse ancora promette e i dischi piùnon mantengono. In «Facile» esconodall'ovvio solo «Con o senza te» delnipote Axel e, di Mingardi, «Ma tu miami ancora?» ed «Eccitanti conflitticonfusi». Più le spiazzanti incursionidella Signora nel rock di oggi per«Adesso è facile» di (e con) ManuelAgnelli degli Afterhours e «Non tivoglio più» di Boosta dei Subsonica. Ilresto non ha filo conduttore, eppurela voce di Mina come sempre incanta.Perché dunque, stante la penuria diinediti, dopo vent'anni di questo tran-

tran discografico Mina non si.assumeonori ed oneri del suo essere laSignora della canzone per dedicarsisolo a progetti organici, come da leiperaltro fatto più volte in dischi suJannacci, Beatles, Sinatra? In fondoavrebbe potuto evitare che "Facile"sembrasse l'ennesima occasionesprecata anche solo osandone glispunti fino in fondo, affidando tutto ilprogetto al giovane rock nostrano

invece di limitarsi a cantarne duecanzoni. Per chi e perché, dunque,l'ennesimo Cd facile... in ogni senso?Lo vuole la gente? Necessitaall'«industria-Mina»? L'abbiamochiesto a Massimiliano Pani, figlio-produttore della Signora. «Le indaginidi mercato dicono che a comprareMina sono venti-trentenni chevogliono musica leggera di oggi nonbanale. Ma non cercano la Mina degliesordi: non la conoscono. E poi Minaha inciso da poco un Cd di arie damelodramma, e nel suo dna c'èsempre stato alternare ricercamusicale a lavori, appunto, facili.Potrebbe fare duetti, o reincidere lesue hit ma fa solo quello in cui crede.EEssere se stessa alternando inediti ericerca è l'unico modo che conosceper rispettare sé e la gente».

Andrea Pedrinelli

DA SPORTIVOAD ATTORE

(Ho girato 120 film mail nuoto mi ha dato tantoSapete perché ho sceltoquesto nome d'arte?»

Bud Spencer:i miei 80 annidi sorrìsi e fede«Per me credere è un bisogno vitaleSpero di lavorare ancora con HillDITIZIANALUPI

on sono vecchio, sonoantico» dice BudSpencer commentan-

do con un sorriso l'imminente com-pleanno. Domani, infatti, il «gigantebuono» compie 80 anni. Un eventoper il quale non sono previsti festeg-giamenti particolari ma solo «una bel-la cena» con la sua numerosa fami-glia, formata dalla moglie Maria («Trapochi mesi saranno 50 anni di matri-monio») , dai tre figli e dai cinque («perora») nipoti. Un pranzo che suggellaanche la fine delle riprese de I delittidel cuoco, la serie tv che lo vede pro-tagonista e che Canale 5 trasmetterànella prossima primavera. «Interpre-to un cuoco, diventato tale dopo es-sere stato un commissario di polizia»racconta, puntualizzando che «que-sto personaggio non ha niente a chefare né con Maigret né con Nero Wol-fe. Abbiamo voluto fare una comme-dia giallo-comica perché pensiamoche, in questo periodo, la gente abbiavoglia di ridere. È un po' quello che èaccaduto, tanti anni fa, nel cinemaquando Terence (Hill, ndr) ed io ab-biamo trasformato lo spaghetti we-stern italiano in western comico».Sedici film che hanno avuto succes-so in tutto il mondo e un titolo pertutti: «Lo chiamavano Trinità»: quel-lo con Terence Hill è stato davvero unsodalizio importante. È vero che a-vete intenzione di tornare a fare qual-cosa insieme?

Quel connubio non è più ripetibile,anche fisicamente alla nostra età nonavrebbe più senso. Piuttosto, po-

»

tremino fare qualcosa di diverso. Unpaio di progetti li ho anche già scrit-ti: Don Chisciotte e Sancho Panza e Dr.Jekyll e Mr. Hyde, naturalmente en-trambi rivisti alla nostra maniera. Neabbiamo parlato ma quello che ab-biamo fatto insieme nel cinema mon-diale è stato talmente importante chepensare di tornare insieme oggi none facile.Che cosa ha significato il successonella sua vita?Io distinguo due tipi di successo: quel-lo che ho avuto nello sport (è statocampione di nuoto, ndr) e quello nelcinema. Il primo è mio e non me lo le-va nessuno. Il secondo è quello che ilpubblico ha deciso di darmi e che miha permesso di fare 120 film (ha reci-tato anche in Cantando dietro ai pa-raventi di Ermannq Olmi, ndr), qua-si tutti da protagonista.Dopo quarantadue anni di carriera,non ha voglia di riposarsi un po'?Per carità, guai a riposarsi. Se ti fermi,sei fregato! Da un po' di tempo stoscrivendo la mia autobiografia, si in-titola Lasciatemi passare, un titolo chela dice lunga sul mio modo di affron-tare la vita e sull'ottimismo che, pergrazia di Dio, mi ha sempre accom-pagnato.Ha citato Dio. Lei è credente?Io credo perché ho bisogno di crede-re in Dio e nel «dopo» che c'è oltre lavita. La fede, per me, è un dogma. Unvalore assoluto. Che fa parte della vi-ta di chiunque, anche di quelli che di-cono di non credere.Prima di avere successo nel cinema,lei ha fatto diversi lavori.Sì, ho fatto l'operaio, il bibliotecario e

il segretario di ambasciata. Sono sta-to campione di nuoto e persino autoredi canzoni per artisti come OmeliaVanoni e Nico Fidenco.Si ritiene soddisfatto di ciò che ha a-vuto nei suoi primi ottant'anni?Io non sono mai soddisfatto, guardosempre avanti. Però posso dire che,tornando indietro, rifarei esattamen-te tutto quello che ho fatto. Tranne,forse, fumare perché il fumo ha limi-tato il mio successo nello sport.Perché Carlo Pedersoli è diventatoBud Spencer?Se vuole sapere perché ho fatto l'at-tore, devo dirle che tutto è iniziato as-solutamente per caso, grazie al mioaspetto fisico. Se, invece, vuole sape-re perché ho scelto questo nome, è fa-cile: Spencer perche adoravo SpencerTracy e Bud perché bevevo la birraBudweiser.

Gli auguri di Terence:«Amico, ti voglio bene»

*> I diciotto film chehanno girato insieme,sono ancor oggiamatissimi dalpubblico.Anche se Terence Hillnel frattempo haconquistato nuovi fangrazie alle avventure di«Don Matteo» e BudSpencer sta per

debuttare su canale 5 con «I delitti delcuoco». Per questo Terence Hill non ha volutomancare gli auguri all'amico. Eccoli: «Al miocompagno della vita professionale, tanti tantiauguri con profondo affetto.Ti voglio bene,Terence Hill».

il debutto a Roma«Cats» all'italianavola grazie a Ezralow

Sarà il lascito di Garinei e Giovanninicon le loro indimenticatecommedie musicali, sarà il bisogno

di un teatro leggero di alta qualità, macerto negli ultimi mesi ha avuto ottimeaccoglienze l'arrivo di grandi musical ,targati Usa, o addirittura indiani.Un importazione di lusso. Nel travasoperò ha preso corpo un piccolo miracolo:gli spettacoli vengono serviti in vesteitaliana, senza sostanzialmente perderedello spirito originale. Come per certi beidoppiaggi cinematografici. Ed è il casodell ultimo arrivato al Sistina di Roma,

Cats, ennesimasplendida creazionedì un asso delmusical, AndrewLloyd Webber. Pernulla intimorito, ilnostro maggiorspecialista^commediemusicali, SaverioMarconi, hamobilitato la suaCompagnia dellaRancia. Ed ha

associato all'impresa, ciliegina sullatorta, un coreografo di punta comeDaniel Ezralow. Per chi ancora non losapesse dopo tanto battage, Cafthaun ascendenza culturale importante,deriva dai versi che Eliot nel 1939 dedicò,per i suoi nipoti, ai gatti, ai loro motiumani" ma anche alla separatezza e al

mistero. Webber oltre vent'anni fa nellasua fantasia li immaginò come una tribùdi gatti Jellicle, riuniti per partecipare allafesta in cui il leader Deuteronomiosceglie chi è degno fra loro di trapassarein una nuova vita, il «dolce Aldilà».Nell'incontro conosciamo fisionomievarie che rivelano un microcosmo di 'bene e male, fino allo scioglimento, inpura marca webberiana, sentimentale e

.festoso, con una apoteosi cheaccompagna la prescelta, Grisabella,malandata e triste nella sua solitudine.Ammirevoli costumi e maschere diEnrico Coveri e Zaira De Vincentiis nelricreare una umanità gattescafortemente caratterizzata. Ma è lamusica la componente che domina, e damodo al nutrito stuolo dei cantanti-attori-ballerini di esibire ottima classenei virtuosismi corali dettati dallacoreografia di Ezralow. Dal Sistina, doveresterà fino al 27 novembre, lo spettacolodecollerà per una lunga tournée fra sud enord della penisola. A Milano il 27gennaio.

Toni Colotta

«WASHINGTON POST»

«NEL FILM DI MOOREUN OMAGGIO ALLASOLIDARIETÀ CATTOLICA»«Michael Moore dovrebbe esserenominato cattolico dell'anno». Losostiene il «Washington Post».Secondo il quotidiano americano,infatti, l'ultimo film di Moore sulcapitalismo, «contiene un omaggio almondo e alla cultura cattolica». Eancora: «In un momento.in cui tantiusano qualsiasi pretesto per criticarela Chiesa, Moore da voce ad unaserie di preti e vescovi molto lontanidagli stereotipi generati in questianni dai media americani». ContinuaStevens-Aroyo. «Moore nel suo film,anche quando usa l'ironia, da sempreun volto umano alla sofferenzacausata, senza rimpianti comunistima sottolineando il valore dellasolidarietà cattolica».

Tra Moore e Haneke spunta la fiaba di Jonze

La star di «Fahrenheit 9/11» oraindaga la crisi del capitalismo UsaII regista austriaco firma un durofilm sulla nascita del nazismo, mala sorpresa potrebbe essere «Nelpaese delle creature selvagge»

DI ALESSANDRA DE LUCA

I on ha vinto l'ultimofestival di Venezia,

I come qualcuno pro-nosticava, ma di certo al li-do ha lasciato il segno: Capi-talism: A Love Story di Mi-chael Moore esplora le ra-gioni dell'attuale crisi eco-nomica mondiale che hamesso in ginocchio milionidi persone togliendo loro ca-sa, lavoro e risparmi. Mesco-lando umorismo e indigna-zione, una miscela che ha re-so celebri i suoi documenta-li, Moore mette sotto accusagoverni e banche auspican-do un ritorno non tanto all'i-dea di una più equa distri-

buzione della ricchezza distampo "comunista", ma -udite, udite - «a quei valoricristiani di giustizia e ugua-glianza radicati nel mondooccidente». Ha invece trion-fato all'ultimo Festival diCannes II nastro bianco del-l'austriaco Michael Haneke,rigorosissimo film in biancoe nero ambientato negli an-ni 1913 e 1914 in un villaggioprotestante a nord della Ger-mania dove una serie di mi-steriosi incidenti si susse-guono sotto lo sguardo at-tento del bambini del villag-gio. Haneke sa come co-struire tensione e inquietu-dine riflettendo su una so-cietà che coltiva i semi del

nazismo e sui comporta-menti umani che sono allabase di qualunque intolle-ranza.La solita, sperimentata for-muletta costruita a tavolinosta poi alla base di Amore 14di Federico Moccia, storiadella giovanissima Caro edelle sua amiche già disin-voltamente alle prese con laloro «prima volta». Ma i per-sonaggi parlano con le frasidei cioccolatini e si muovo-no come privi di vita propria,burattini nella mani di chipensa di avere in mano lechiavi per comprendere unagenerazione.Più che ai bambini è rivoltoagli adulti che non hanno di-

menticato le inquietudinidella propria infanzia l'ulti-mo film di Spike Jonze, Nelpaese delle creature selvag-ge, tratto dal libro illustrato diMaurice Sendak. Il protago-nista è Max, un ragazzino ri-belle che una sera fugge dicasa e intraprende un viaggiodiretto su un'isola immagi-naria popolata da strani e gi-ganteschi animali alla ricer-ca di un re. Max diventerà illoro sovrano, ma scopriràpresto che i rappo.ru' tra lepersone sono molto piùcomplicati del previsto e cheregnare non è un gioco da ra-gazzi. Per i piccoli c'è inveceil cartoon finlandese Niko -Una renna per amico di Karl

Juusonen e Michael Hegnersu un cucciolo desideroso diritrovare il padre che non hamai conosciuto, membrodelle leggendarie Forze Vo-lanti che tirano la slitta diBabbo Natale. Con il padreadottivo Julius, uno scoiatto-lo volante, e inseguito da unferoce branco di lupi, il pic-colo parte alla ricerca del ge-nitore, scoprendo di se stes-so ciò che non sapeva. Ma seil film esalta il valore degli af-fetti familiari, suggerisce an-che che i genitori biologicinon sono necessariamente imigliori possibili, lasciandoaperta la porta a formazionifamiliari diverse da quellepiù tradizionali. ,