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ReadersStuff Paradiso verde Paradiso verde Soft Secrets viene pubblicato 6 volte all’anno dalla Discover Publisher BV Olanda - Numero 1 - 2004 GRATIS Creare lo Creare lo spazio ideale spazio ideale La pagina La pagina del Canapaio del Canapaio Big Bud Filippine Filippine No a insetti No a insetti e parassiti e parassiti Recensioni prodotti Recensioni prodotti Lettere dai lettori Lettere dai lettori News News Fumetti Fumetti Musica e molto altro Musica e molto altro sistemi di coltura sistemi di coltura ad acqua ad acqua Idroponica Idroponica al Rototom al Rototom Sunsplash Sunsplash Capleton Capleton Vinci i semi! Vinci i semi! Foto dei lettori Foto dei lettori

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  • Readers Stuff

    Paradiso verdeParadiso verde

    Soft Secrets viene pubblicato 6 volte all’anno dalla Discover Publisher BV Olanda - Numero 1 - 2004

    GRATIS

    Creare loCreare lo spazio idealespazio ideale

    La paginaLa pagina del Canapaiodel Canapaio

    Big Bud

    FilippineFilippine

    No a insettiNo a insetti e parassitie parassiti

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    sistemi di colturasistemi di coltura ad acquaad acqua

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  • Sono in molti a preoccuparsi per noi e per la nostra sacra salute. Uomini di potere, padri padroni, falchi del proibizionismo, beati costruttori di galere (e loro affiliati in affari), cattedratici della morale, tutti quanti dediti alla pulizia degli animi e della società degli uomini. Signori delle guerre sociali e non solo, che ci guidano, con mano ferma e passo deciso, attraverso le tortuose e pericolose strade della vita. Menti flaccide, in realtà, poco attente e poco colte, quasi mai specializzate, accompagnate invariabilmente da portafogli gonfi e privilegi infiniti. Parassiti, ebbri di malaffare, vomitanti arroganza, cinismo ed ignoranza. Sopra ogni cosa anelanti il potere, il comando, l’autorità. Eccoli, con rinnovato spirito moralistico si propongono di dare un bel giro di vite, di punire e sanzionare chi non si adegua, sono i nuovi dinosauri del proibizionismo. Fingono di sapere, di conoscere la ricetta giusta; fingono di non conoscere la storia. Esseri intelligenti, ma sporchi, pericolosi e famelici. Mai sufficientemente informati, ma certi di se stessi, proprio come lo sono i pazzi. A loro noi vogliamo dire, serenamente, ma con il coraggio di chi la storia delle proibizioni conosce a sufficienza: signori, così, come le tante babilonie del proibizionismo caddero, (tabacco, cacao, caffè, alcol, per citarne alcune) ed altre stanno tuttora, certo lentamente, ma inesorabilmente cadendo, (segregazione razziale, libertà sessuale, libertà di espressione) anche la vostra, forse la più stupida, nociva e nervina delle attuali babilonie, crollerà. E se nostro malgrado incerta è la data, matematicamente certa è la vostra fine, e l’entropia delle vostre pericolose teorie, medicine e manganelli. Voi, signori proibizionisti, siete gli ultimi fra i dinosauri e noi, o i nostri pronipoti, avremo compassione per i resti delle vostre idee, trasportati dalla corrente del fiume della storia.

    Nasce oggi Soft Secrets Italia, una delle tante voci europee che si propongono di aiutare gli ultimi dinosauri ad incontrare la propria inderogabile fine nella maniera più rapida possibile.Soft Secrets è una rivista a distribuzione gratuita, già presente, nelle rispettive lingue, in Olanda, Inghilterra, Francia e Spagna. Soft Secrets si regge sugli introiti derivanti dalla vendita di spazi pubblicitari agli operatori del settore o di settori attinenti. Soft Secrets collabora con chi si sostiene e fa commercio con prodotti attinenti la canapa, sia essa ludica, che industriale, che tessile o terapeutica. Parte dei contenuti di Soft

    Secrets Italia proviene, tradotto, dalle altre testate europee, mentre la rimanenza viene “generata” in loco, con la collaborazione di giornalisti free lance e redattori interni. Soft Secrets Italia si rivolge a chi la canapa coltiva ed utilizza, a chi la canapa ama o semplicemente rispetta, e più generalmente a chi con la canapa simpatizza. Si stima siano in Italia fra i 4 ed i 5 milioni, gli utilizzatori di questa generosa pianta, la cui storia si intreccia con quella degli esseri umani sin dall’alba dei tempi. L’intento di Soft Secrets Italia è quello di unirsi, con energia e determinazione, al già nutrito gruppo di voci antiproibizioniste che sempre più, e con sempre maggior coraggio, contribuiscono ogni giorno alla inarrestabile costruzione di una consapevolezza “di massa” del diritto ludico alla canapa. Soft Secrets Italia vuole aiutare a far sapere, a quante più persone possibile, che siamo in molti, in moltissimi, e che votiamo e produciamo, che non offendiamo, non distruggiamo, e che i nostri diritti vanno rispettati. Vogliamo esistere, siamo sempre esistiti ed esisteremo sempre. Noi, o i nostri eredi, saremo testimoni dell’estinzione degli ultimi dinosauri. Dinosauri dalle sembianze umane... dinosauri dentro.

    Andrea Sommariva

    La Shiva Shanti I è un ibrido di terzo livello composto prevalentemente di una varietà di Afgano che chiamiamo Garlic Bud (Bocciolo d’Aglio) per il suo caratteristico aroma. Lo Shiva Santi II contiene una minor quantità di questo Garlic Bud ed è addizionato con Skunk e un’altra qualità di Afgano. E’ un ibrido di quarto livello meno stabile ma di qualità molto gradevole.

    Fioritura: 45-55 giorniAltezza: 120-150 cmRaccolto: fino a 100 gr

    Foto: www.sensiseeds.com

    La bimba dipagina 3

    Soft Secrets 3

    INDICEEditoriale 3

    Flash Prodotti 4

    Giurisprudenza 7

    Lettere-foto dai lettori 9

    Prove su strada 11

    Il mondo del crimine 14

    Le meraviglie di Weckels 17

    Documentari 18

    La pagina del Canapaio 21

    Storie Locali 22

    Ethnoworld 23

    Fumetti 26

    Nel Mondo: Filippine 27

    Poster 30

    Le meraviglie di Weckels 31

    Censimento Negozi 33

    Recensioni musicali 34

    Fumetti 35

    Festival e Conferenze 36

    Notizie Italia 38

    Indice pubblicità 46

    Dinosauri Dentro

    Editoriale

    SHIVA SHANTI II

  • LeafCoat della BioBizzIl termine “Organico” porta con se una grande responsabilità oggi giorno, sia che si tratti di un prodotto da vivaio che in un supermercato. La prima cosa che ti viene detta riguardo un prodotto organico è che è stato coltivato senza l’uso di pesticidi dannosi. Sebbene i parassiti saranno sempre presenti nelle piante in crescita, molti coltivatori non desiderano più utilizzare pesticidi chimici, soprattutto quelli della BioBizz; per questo motivo hanno ideato il LeafCoat, un pesticida, e qualcosa di più, organico al 100%. Il LeafCoat è disponibile sotto forma di spray pronto per l’uso.

    Si applica sulle foglie coprendole, in questo modo, di uno sottile ed elastico strato di lattice naturale, spesso 1.5 micron. Questa protezione per le foglie è stata sviluppata col fine di limitare l’evaporazione ma non ostacola la crescita della pianta. Infatti questo strato di lattice non isola la foglia ma è permeabile, ossia permette all’aria ed alla luce di penetrare ugualmente senza nessun ostacolo. Il LeafCoat è biodegradabile, infatti si dissolve sotto l’effetto della luce dopo una o due settimane. BioBuzz afferma che il

    prodotto funziona in due modi ed ha un doppio scopo. Innanzitutto, questo sottile strato fornisce elementi nutritivi alla pianta che se ne nutre per il periodo durante il quale ne è ricoperta. In secondo luogo il lattice crea, intorno alla pianta, uno scudo protettivo che allontana gli insetti nocivi e i funghi fogliari, diventando quindi un’alternativa ecologicaai pesticidi. In effetti il LeafCoat ha un terzo utilizzo meno conosciuto, può essere anche usato per intrappolare i parassiti esattamente dove sono. Se si utilizza il LeafCoat prima di tutto per intrappolare i parassiti, in seguito si potranno neutralizzare molto efficacemente usando un altro pesticida, ad esempio il BuzzOff (ovviamente anche questo organico), come una seconda ondata di assalto.BioBuzz garantisce che il prodotto non ha alcun effetto repressivo sulla pianta, ritiene inoltre che possieda un buon odore (a differenza di altri prodotti simili sintetici o tossici) e che non dia irritazione. Essendo quel particolare periodo dell’anno, il LeafCoat è particolarmente indirizzato ai coltivatori all’aperto che hanno poco o nessun controllo sui parassiti che invadono i loro giardini. Con il LeafCoat potrai avere sia un giardino organico che un giardino libero dai pesticidi!www.biobizz.com

    Nelle coltivazioni indoor la pianta viene cresciuta intensivamente grazie alle condizioni ideali fornitegli,uno dei parametri pero’ non sempre sufficentemente adeguato e’ la quantita’ di CO2 di cui possono disporre. La soluzione solitamente addottata dai coltivatori d’interno e’ il supplemento di CO2 tramite dispersione nel’ambiente,ma pochi hanno voglia di arrischiarsi utilizzando pericolose bombole e costosi regolatori di pressione per la propria coltivazione indoor. No Mercy Supply offre una soluzione sicura ed

    economica,basata sulla sua concezione di distribuzione di CO2 direttamente nella soluzione di irrigazione tramitepastiglie di CO2 e regolatori di ph. Le normali tavolette di CO2 discioglibili in acqua da sole infatti provocano spesso problemi di ph della soluzione di irrigazione a causa del loro potere acidificante,con Carbotronic la CO2 viene rilasciata in combinazione al controllo automatico e continuo da parte della macchina del ph evitando cosi’ problemi quali blocchi dei nutrienti e creando un ambiente favolrevole alla crescita. Utilizza le CO2 tabs messe in commercio da No Mercy Supply e non necessita’ quindi di costi esagerati per il mantenimento. Un giusto apporto di CO2 puo’ significare durante la crescita della pianta una resa migliorata anche del 25%,grazie a questo semplice e funzionale prodotto tutti potranno addizionare CO2 alla priopria coltivazione senza i tradizionali problemi legati a questa pratica.Disponibile su www.nomercy.nl

    4 Soft SecretsFlash prodotti

    Spring Glass Art BongsI ragazzi di Spring Glass hanno fumato bongs per molti anni e, nel frattempo, ne hanno visti andare e venire di ogni tipo e li hanno fumati tutti. Man mano che aumenta l’apprezzamento nei confronti dell’erba, diventa evidente il bisogno di una varietà di fumo più raffinata e, per tale ragione, hanno sviluppato questa serie di magnifiche pipe di vetro. Questi bongs sono adatti al fumatore stanco dei bongs fatti in casa o di quelli acrilici e desiderano qualcosa di un po’ più, potremmo dire, sofisticato ma non vogliono spendere eccessivamente. Un altro punto a loro favore è che questo tipo di pipe non ha bisogno di essere nascosta ogniqualvolta spunta fuori la tua tata infatti, grazie alla sua linea elegante, basta mettervi dei fiori sulla sommità per farlo sembrare un adorabile vaso. Secondo alcune statistiche esistono dei non fumatori che comprano i bongs apposta per questo scopo. I corpi sono realizzati in vetro breve o alcalino e sono lavorati manualmente da abili artigiani cinesi, dai quali vengono soffiati a mano mediante antiche tecniche artigiane, per ottenere colori e disegni vivaci. La gamma è molto vasta e include numerose forme, colori e disegni, a partire dalla serie Life ispirata alla natura (caratterizzata da vignette animali) fino alla serie Magic Lamp, decisamente bizarra . Tutti i bongs sono disponibili in diverse misure per adattarsi a qualsiasi capacità polmonare, a partire dalla taglia più piccola di 6 pollici (15,24cm), fino alla più grande di 22 pollici (55,88cm).; è inoltre disponibile una collezione di vasi portaoggetti e portacenere negli stessi diversi stili. Tutti i vasi sono realizzati in boro-silicato resistente e rappresentano, di per se stessi, piccoli e unici pezzi da collezione. Forse la cosa migliore di queste pipe è semplicemente il loro sguardo d’insieme. Raramente i bongs sono così esteticamente piacevoli sia nella forma che nel colore. La gamma è talmente vasta da permetterti di scegliere il design che vuoi nel colore che vuoi e quando ne acquisti uno sai che è un pezzo unico perché non ce ne saranno mai due identici. Alcuni bongs devono solo essere messi in mostra e goduti sia che tu li usi o no.

    Ora o mai più. Spring Glass offre un bong Lizard della fascia Life ad un fortunato lettore. Per tentare la fortuna, devi solo rispondere a questa semplice domanda: Quanto è profonda Ibiza?

    Manda la tua risposta su una cartolina divertente indirizzata a:Spring Glass Art, 13 Lowthian Street, Preston, Lancashire, PR1 2EP, England, UkSpring Glass sceglierà la risposta più divertente e potrebbe spedire a TE questo magnifico Lizard bong!

    Per maggiori informazioni sui Spring Glass Art Bongs chiama il numero +44 1772 204010, visita il sito internetwww.springglass.com, oppure incontra i ragazzi di persona alla fiera Highlife di Barcellona il prossimo ottobre

    Riflettori Adjust-A-WingSono questi i migliori riflettori al mondo? Il loro inventore australiano ne è convinto e ne ha tutte le ragioni. Essendo logica e semplicità i principi di progettazione dei riflettori Adjust-A-Wing , essi utilizzano la minore quantità possibile di materiali e parti mobili. Il che significa minore possibilità di guasti e minor numero di zone in cui il calore potrebbe accumularsi. Le ali stesse sono realizzate in materiale riflettente e, quindi, non hanno bisogno di un alloggio. Con un metodo di costruzione simile ad un arciere che tende un arco, i riflettori rimangono particolarmente rigidi e resistenti, senza estremità solide, permettendo in questo modo al calore di disperdersi liberamente dal bulbo. Regolando le ali, la luce può essere diretta verso il basso per ottenere una luce più intensa su un’area più ridotta, oppure può essere estesa ad una zona più ampia e condotta più vicino alle piante; in entrambi i casi i riflettori Adjust-A-Wing non perderanno mai la loro forma perfettamente parabolica, come invece fanno altri riflettori che non tornano mai alla loro forma originale se vengono allungati. Questi riflettori sono disponibili in due varianti: lo Steel Defender, realizzato in acciaio bianco legato, per i coltivatori che devono badare alle spese oppure abbiamo la crème de la crème, il Silver Avenger.Questo è il primo riflettore ad essere realizzato con una nuova generazione di materiali di alluminio flessibile ricoperti di vetro, inoltre vanta un’incredibile rifrazione del 95% ed una garanzia di 25 anni contro la corrosione. Come simpatico tocco in più, insieme ad entrambi I modelli di riflettori viene fornito un porta lampada regolabile in altezza, in modo da poter ospitare lampade di varie forme, misure e watt e focalizzare il fascio luminoso. Semplice, logico e molto efficace; le tue piante non potevano scegliere un riflettore migliore.

    Per ulteriori informazioni visita il sito www.hydroponic-shop.com

    Contenitore/vaso AC 13.5LLa capacità di drenaggio di questo nuovo vaso di Atami è molto rilevante. Atami è riuscito a creare un vaso dal fondo perfetto. Alle radici è garantito un apporto ottimale di ossigeno grazie ai buchi proporzionati di drenaggio orizzontale e verticale, che inoltre azzerano la perdita di substrato. Questo vaso è estremamente indicato per terra, cocco, e Mapito. Il vaso AC 13.5L è molto capiente, ed è destinato a diventare subito un oggetto ricercato nel mondo della coltivazione!Per info: Atami, +31 (0)73 522 3256 oppure fax +31 (0)73 521 3259 oppure visitate www.atami.com E-mail: [email protected]

    Carbotronic

  • Space Case - grinder crystal catcher

    Da qualche anno a questa parte tra l’oggettistica per fumatori di ganja spiccano i cosiddetti grinder, piccoli macinini utilizzati per triturare le cime e preparare la mista. In quest’ ambito lo Space Case è un oggetto unico nel suo genere e definirlo grinder è sicuramente riduttivo. Oltre a sminuzzare le cime come tutti gli altri, consente difatti di produrre in modo molto semplice dell’ottimo Kif, raccogliendo tutta quella resina che per effetto dello stress meccanico si stacca dalla pianta, e andrebbe altrimenti persa.L’aspetto esteriore è certamente gradevole, il primo impatto è positivo: lo Space Case è fatto di una lega inossidabile di alluminio lucido che trasmette una sensazione di robustezza e solidità unitamente ad un’estrema leggerezza. Alcuni particolari come l’uso di una calamita per tenere chiuso il coperchio, le zigrinature che ne facilitano la presa nonché la forma “a fiore”dello scompartimento dove viene triturata l’erba, lasciano intuire che dietro questo lussuoso grinder c’è un attento lavoro di progettazione e realizzazione che in qualche modo ne giustifica l’alto prezzo. E’ difatti un gadget piuttosto costoso, soprattutto se confrontato con altri grinder. Secondo la versione i prezzi variano da 59 a 89 Euro.Lo Space case si compone di tre scompartimenti cilindrici (più un quarto pezzo che costituisce il coperchio) impilabili e avvitabili l’uno sull’altro tramite una filettatura.Quello posto superiormente agli altri è usato per triturare le cime e per aspetto non differisce molto da un grinder ‘normale’. Dei denti protrudono all’interno sia dalla base sia dal coperchio e, tramite rotazione di quest’ultimo, consentono di sminuzzare la cima precedentemente inseritavi. E’ da notare che tanto la forma romboidale dei denti quanto quella dello stesso scompartimento, il cui perimetro esterno ricorda un

    fiore fanno in modo che l’erba mentre viene triturata si incanali con estrema efficienza dentro una serie di fori presenti sulla base, cadendo nello scompartimento sottostante.E’ qui che andremo a recuperare la mista pronta per l’uso ed è qui che lo Space Case smette di essere un grinder e diventa qualcosa di più. La base di questo secondo scomparto è infatti costituita da una rete di acciaio a maglie fittissime, una specie di passino da tè la cui funzione è quella di lasciare passare solamente i minuscoli cristalli di THC che, durante lo stress meccanico dovuto allo sminuzzamento e alla caduta tra il primo e il secondo scompartimento, si staccano dalla cima. Nello Space Case quindi, grazie al filtro che ho menzionato precedentemente, la resina viene raccolta in un ultimo scompartimento e può agevolmente essere recuperata con l’ausilio di una spatolina di plexiglas che trovate in dotazione.Come potete vedere è possibile produrre in modo ‘indolore’ e praticamente senza accorgersene del Kif di eccellente qualità che può essere consumato all’istante oppure pressato e conservato.

    E’ necessario di tanto in tanto pulire a fondo lo Space Case. E’ una pratica che si rende necessaria soprattutto a seguito di un uso massiccio e prolungato del grinder visto che i pori del filtro tendono ad otturarsi.

    Distributore per l’Europa: ROORAm Rosengarten 3D-67227 FrankenthalGermaniawww.roor.de E-mail: [email protected]

    6 Soft SecretsFlash prodotti

    Hydra LightDefinirla lampada e’ riduttivo: Hydra Light introduce infatti nuovi importanti concetti nel campo dell’illuminazione artificiale delle piante.Dotata di un design accattivante e futuristico colpisce pero’ l’attenzione soprattutto per le sue caratteristiche tecniche e di impiego: nove braccia regolabili contenenti fibre ottiche, ballast digitale, lampada HID (a scarica) 150 watt full spectrum, una speciale camera di riflessione per il bulbo.L’emissione di calore e’ limitata alla parte superiore dove sono montati il sistema di accensione e il bulbo e non sara’ necessaria quindi una ventilazione eccessiva, bastera’ fornire il giusto ricambio d’aria alla growroom (serra indoor) e una leggera ventilazione alla pianta per ottenere risultati ottimali.La resa dichiarata dai costruttori in termini di PAR (Photosintetic Active Radiation), cioe’ di luce utile per la fotosintesi della pianta, dovrebbe essere pari a quella di una lampada HID (a scarica) da 1000 watt.Vista in azione dimostra di poter rendere piu’ di quanto potrebbe una 150 watt ad alta pressione di sodio HPS, ma certo non quanto vantato nelle dichiarazioni dei produttori: con Hydra Light potrete illuminare una pianta da seme in fioritura nei punti che contano, ma non aspettatevi una luce sufficente per un ampia superfice. E’ infatti proggettata per dare il meglio in piccoli spazi, grazie alle fibre ottiche che trasportano la luce e al posizionamento nella parte superiore della lampada assieme al sistema di accensione si puo’ isolare nella parte superiore o addirittura all’esterno della growroom (serra) il calore e ottimizzare quindi l’ambiente di coltivazione. La completa snodabilita’ delle braccia permette di direzionare la luce nei punti in cui la pianta puo’ meglio sfruttarla evitando sprechi solitamente inevitabili con le con normali lampade HID (a scarica). Il prezzo di 1300 dollari americani non rappresenta certo un incentivo per i coltivatori domestici con a disposizione piccoli spazi, target a cui è rivolta, ma potrebbe ripagarsi da sola dopo pochi cicli di utilizzo anche considerando che i prezzi sono, negli ultimi mesi a questa parte, in costante calo.Certo Hydra light rappresenta una porta sul futuro nel campo del’illuminazione indoor, un settore in cui si incominciano a intravedere ora i primi seri progressi dopo decenni di fossilizzazione su lampade a scarica e tubi fluorescenti. La tecnologia e’ ancora migliorabile ma è incoraggiante vedere finalmente qualche novità realmente interessante apparire sul mercato in questo settore; acquistare un prodotto di questo tipo, sopratutto con le poche informazioni tecniche concesse dai produttori puo’ rappresentare un azzardo ma le potenzialità che lascia intravedere la rendono un prodotto assai appetibile.

    Disponibile su http://mindonly.net

    Il Piranha arriva in EuropaFinalmente arrivano in Europa e in Inghilterra i prodotti della Advanced Nutrients, dei quali i due più attesi sono il Pirahna e il Voodoo Juice del dott. Hornby. Questi due prodotti sono l’uno il compagno ideale dell’altro. Il Voodoo Juice, infatti, colonizza le radici della pianta con batteri benefici, mentre il Pirahna le colonizza con 24 specie di funghi benefici. Questi funghi sono costituiti da 8 specie di trichoderma e 16 specie di endo ed ecto micorrizici. I funghi della specie tricoderma sono colonizzatori molto aggressivi che aumentano il volume delle radici e forniscono un eccellente contenimento del marciume radicale da Pythium e da Phytophtora. Le micorrize emettono potenti prodotti chimici in grado di disciogliere nutrienti minerali, di assorbire acqua, di ritardare la formazione dei fitopatogeni e di unire insieme le particelle del terreno in una struttura porosa. Il fungo micorrizico può espandere il volume della radice del 700%.

    Sia la pianta che il fungo beneficiano della loro relazione simbiotica. Una ricerca ha dimostrato un miglioramento della nutrizione minerale della pianta, un aumento dell’acqua e la resistenza ad una vasta serie di malattie del terreno e a condizioni ambientali estreme. Inoltre i fiori prodotti dalle piante sono più abbondanti e richiedono minori cure. La rete dei funghi micorizzici è l’originale rete globale. (Nessun Piranha è stato ferito durante la preparazione di questo prodotto ).

    Disponibile presso i migliori vivai.

    Per ulteriori informazioni invia una e-mail a [email protected] oppure visita il sito www.advancednutrients.nl

  • Soft Secrets 7Giurisprudenza

    LA NASCITA DEL PROIBIZIONISMO IN ITALIA

    L’iter parlamentare della nuova legge sulla droga, approvata dal Consiglio dei Ministri in via definitiva pochi mesi fa, sta per cominciare. Ad oggi non si sa ancora quando verrà posta in discussione nelle commissioni parlamentari competenti né tantomeno se questo progetto di legge troverà realizzazione entro la fine della legislatura. Quel che sappiamo con certezza è che da parecchi mesi si è attivato un complesso sistema politico-mediatico volto a “preparare il terreno” alla nuova involuzione liberticida e repressiva rappresentata dalla legge Fini in via di discussione. Credo possa essere utile analizzare le dinamiche, perchè comuni in tutti i tempi, con cui il proibizionismo è stato introdotto per la prima volta nel nostro Paese: prima come allarme sociale e morale, poi come fenomeno giuridico e poliziesco. Dalla prima legge del 1923, “provvedimenti per la repressione dell’abusivo commercio di sostanze velenose aventi azione stupefacente”, alla legge Jervolino-Vassalli del ‘90 passando dalla legge 685/75 si nota una costante comune a tutti i momenti in cui si assiste ad una recrudescenza del proibizionismo penale. L’utilizzo dei media e la manipolazione della notizia è da sempre considerato lo strumento più efficace per preparare la massa all’accettazione del successivo dispositivo repressivo. Campagne allarmistiche che con “geometrico tempismo” vengono date in pasto ai lettori, la cronica carenza di dati scientifici a base dei successivi provvedimenti, la nascita dal nulla di sedicenti esperti, l’evidenza mediatica riservata a pochi casi umani trasformati a paradigma dell’intero fenomeno, la creazione, spesso a tavolino, di gruppi di pressione imbevuti di ideologia “moralizzatrice” sono gli ingredienti costanti per creare la nuova “emergenza nazionale” a cui rispondere, senza indugi

    nè tentennamenti, con severa rapidità e definitiva efficienza. Se in questa rubrica rivolgiamo il nostro sguardo al passato, il nostro pensiero rimane ben ancorato ai tempi presenti e le nostre energie sono dedicate ad affrontare i foschi tempi futuri.

    I PRIMI PASSI A LIVELLO INTERNAZIONALE

    La vera campagna proibizionistica internazionale sulla produzione, commercio e uso delle droghe, prende avvio all’inizio del ‘900. E’ principalmente mossa da interessi economici. La Gran Bretagna, monopolista nelle esportazioni dell’oppio indiano verso la Cina grazie agli accordi delle guerre dell’oppio (1840 e 1862), comincia a preoccuparsi per il consistente calo delle stesse. Inoltre, pressati dalle campagne moralizzatrici dei movimenti di temperanza, i paesi europei decidono di convocare una conferenza a Shanghai per analizzare, per la prima volta nella sua globalità, il problema dell’oppio. Su invito del presidente americano Roosvelt si riuniscono i rappresentanti delle tredici nazioni maggiormente interessate al traffico, tra cui l’Italia. La principale preoccupazione del governo americano è quella di veder aumentato il consumo di oppio nel proprio paese. I lavori della commissione non andranno al di là di dichiarazioni di principio; viene comunque sottolineata la necessità di adoperarsi per sopprimere gradualmente l’uso di fumare oppio in ciascuno dei paesi interessati e l’impegno dei singoli governi perchè operino per la chiusura delle fumerie impedendo che le droghe giungano nei paesi dove queste sono proibite. Viene inoltre sollecitato un esame più approfondito del sistema di regolamentazione dell’oppio e dei suoi derivati quanto alla fabbricazione, vendita e distribuzione. Si rileva infine l’utilità di una inchiesta scientifica sulle

    diverse sostanze e sul loro uso. Nel testo del protocollo finale alla convenzione i delegati esprimono, su pressione del rappresentante statunitense, il desiderio che sarebbe stato consigliabile uno studio scientifico e statistico sulla questione della Canapa Indiana allo scopo di regolarne l’abuso, se necessario attraverso una legislazione nazionale od un accordo internazionale. Quasi in punta di piedi, la canapa finisce sotto osservazione, parificata, senza alcuno studio scientifico giustificativo, alle droghe dell’epoca.Il diritto nazionale sovrasta qualsiasi accordo o disposizione internazionale per cui si può unicamente sperare nella buona volontà dei singoli governi. I vari rappresentanti ben presto si accorgono che con questo sistema ben pochi risultati possono essere ottenuti. Inoltre le dichiarazioni poco allarmistiche di alcuni governi, coinvolti nel commercio di oppio come Cina e Gran Bretagna, frenano di gran lunga la realizzazione di alcun risultato concreto. Basti pensare che il numero di commercianti d’oppio autorizzati era salito dagli 87 di prima dell’accordo a 663 del 1914 e che l’entità delle importazioni era più che triplicata.La maggioranza dei paesi coinvolti non dimostra alcuna sollecitudine nell’adeguare le proprie legislazioni interne agli impegni assunti a livello internazionale. L’Italia, sottoscrivendo gli impegni nel 1919, adeguerà la propria legislazione solo nel 1922.Le raccomandazioni della Società delle Nazioni rimasero lettera morta perchè troppi erano gli interessi economici in gioco per poter sperare che si sarebbero ottenuti risultati efficaci in poco tempo. La Gran Bretagna, paese enormemente coinvolto sotto l’aspetto economico in quanto potenza che controlla la produzione di oppio in India, è tra le prime a “sabotare” i lavori della Commissione. Stesso discorso vale per la Svizzera, dove è fiorente l’industria farmaceutica la cui produzione si basava quasi esclusivamente sulla lavorazione e trasformazione degli oppiacei. (Fine prima parte)

    INTERNAZIONALE

    Usa. Oregon. Probabile referendum per aumentare le dosi di marijuana terapeuticaIl quesito referendario proporrà che la legge in vigore sia cambiata, permettendo ai pazienti un accesso piu’ semplice alla sostanza. Il comitato organizzatore ha raccolto le firme necessarie che, se convalidate, inseriranno il referendum nella tornata elettorale presidenziale del 2 novembre. L’attuale legge qualifica e autorizza alcuni pazienti a coltivare e consumare piccole quantità di marijuana e i dottori a prescriverla, senza timore di essere perseguiti dalle leggi federali. Il nuovo quesito intende:- aumentare la quantità da tre once ( 84 grammi) a 1 pound ( 450 grammi),- creare un dispensario nazionale registrando determinati pazienti, cui

    fornire 6 pound (2700 grammi) extra di marijuana l’anno;- aumentare le categorie sanitarie autorizzate a prescrivere la sostanza. Agli attuali medici e osteologi, si aggiungerebbero i medici naturisti e gli infermieri.Al momento sono 8.975 i pazienti complessivamente autorizzati al consumo e alla coltivazione della marijuana.

    Sri Lanka. In Sri Lanka presto verrà liberalizzata la coltivazione di marijuana sotto il controllo dello stato. Non è escluso si arrivi addirittura ad un monopolio statale sulla produzione. La cannabis è sempre stato considerato uno degli elementi abituali nella medicina tradizionale.

    Russia. E’ stata depenalizzata la detenzione di piccole quantità di sostanze stupefacenti. Finora la legislazione russa puniva con la reclusione la detenzione, anche per consumo personale, di qualunque quantità di sostanza. Secondo dati ufficiali, fino ad oggi in Russia ci sono dai 200.000 ai 300.000 incarcerati per reati di semplice detenzione. Il cronico sovraffollamento delle carceri russe è stato il motivo principale di questo cambio di rotta. Con la nuova legge verrà consentita la detenzione fino a dieci volte la dose abituale (per esempio, 20 grammi di marijuana, 1,5 grammi di cocaina, ecc). La decisione è stata fortemente contestata dai settori più reazionari e proibizionisti, definita come “pericolosa” e, dato curioso, “europeista”.

    Germania. Berlino. E’ stata di recente approvata dal Parlamento Regionale di Berlino la liberalizzazione della detenzione di cannabis per consumo personale di modo che una persona può arrivare a detenerne fino a 30 grammi. La proposta approvata è stata presentata dal Partito Liberale tedesco e sostenuta dai gruppi socialisti, socialdemocratico e verde, che insieme hanno la maggioranza al parlamento regionale. Il consigliere Martin Lindner ha così difeso la proposta : “l’attuale proibizione è basata su una politica sulle droghe che si è dimostrata fallimentare. Dobbiamo sperimentare un approccio più realista alle politiche sulla cannabis”.

    CITAZIONE

    “Dovremo tentare una tattica completamente diversa, Howard.L’accion popular è stata negata. Potremo appellarci,naturalmente.[..]Ma nessuno riesce a capire come abbia fatto il tribunale a pronunciarsi a nostro sfavore.[..] L’Audiencia Nacional ha rifiutato di permettere al professor Lynch di intervenire all’udienza di estradizione; e non permettono che Bernie Simons testimoni che tu hai già scontato una condanna per una delle imputazioni. Ha perfino rifiutato la mia richiesta assolutamente innocua e ragionevole della presenza di uno stenografo per la trascrizione degli atti a nostre spese. Ci appelliamo ma la situazione è abbastanza scandalosa. Non ti vien data la protezione della legge di questo paese sull’estradizione.” (tratto da Mr.Nice di Howard Marks, ed. Socrates)

    Questa pagina sarà dedicata all’analisi e al commento dello stupefacente mondo della giurisprudenza legata, direttamente od indirettamente, agli aspetti di essa che toccano i nostri comuni interessi. La nostra attenzione, quindi, non sarà focalizzata solo sullo studio della lettera della legge (in principal modo il DPR 309/90 - Testo Unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti) ma anche, ed in misura predominante, sulla interpretazione di questa compiuta dai principali attori del diritto : Corte di Cassazione e Tribunali in genere. Nel Testo Unico sono inseriti i reati più comuni riguardanti gli argomenti caratterizzanti questo giornale e proprio loro, partendo dai più comuni, saranno presi in considerazione su questa pagina : dalla coltivazione per uso personale al consumo di gruppo, dalle sanzioni amministrative a quelle per i minorenni, dal proselitismo alle aggravanti ed attenuanti. Dal concetto del “pericolo concreto” a come si prepara e su cosa si basa un ricorso.Conoscere la legge in fin dei conti, significa avere la capacità di prendere la misura che intercorre tra le nostre libertà e quelle altrui; significa apprendere gli strumenti che ognuno di noi, in quanto cittadino, ha a disposizione per difendere i propri e, tra persone civili, gli altrui diritti.Le sentenze, invece, ci portano a conoscere quale è l’interpretazione autentica della legge. Quelli che sono gli indirizzi ormai consolidati ed i precedenti. Proveremo ad addentrarci nelle singole sentenze, principalmente quelle passate in giudicato, per analizzare il caso specifico e, quel che può maggiormente servire, gli elementi generali.Il vivere in modo consapevole i rapporti sociali ossia il conoscere i nostri diritti garantiti in una società che si definisce garantista, può fare di noi protagonisti attivi del miglioramento della società.

    Leggi, istruzioni per l’uso di Luca Marola

  • Ganja’s Tribute Un giorno d’inverno, guardando il balcone, chiudendomi gli occhi mi venne un magone, da sotto la sedia posato e in silenzio, giaceva il tuo vaso, provato dal tempo. Lontano è il momento nel quale ti misi, nel vaso di terra tra 1000 sorrisi, guardando con gioia ogni giorno sbocciare, il nuovo gruppetto di amato fogliame. Ragnetti e insettini di tanti colori, provaron a piegare col tempo i tuoi ardori, ma tutta impettita e senza pudore, crescevi veloce e piena d’ardore. Difesa con foga, curata e viziata, tu dolce piantina non fosti mai ingrata, e verso settembre con gran dignità, le cime gustose iniziasti a gonfiar. Un forte profumo iniziasti a emanare, e tutti i pistilli veloce ad ambrare, lasciando capire

    a chi di dovere, che giunta era l’ora di nuove frontiere. La concia ben fatta e, un armadio affettuoso, ti resero dolce, l’eterno riposo. Passati dei giorni impaziente ad annusare, il grande momento non tardò ad arrivare, e come una gatta che netta i gattini, pulii con passione i tuoi ramettini. L’inverno è finito ma come scordare, in quante serate m’hai fatto sognare, con quanta passione m’hai sempre aspettata, per farti rollare orgogliosa e beata. Ed ora che il sole è tornato imponente, un dolce pensiero attraversa la mente, è l’ora di aprire di nuovo il balcone, e metter la terra nel vuoto vasone. E mentre contenta interro i semini, mi viene uno sbocco pensando al vil Fini, che vuole arrogante con legge sedare, il sano principio di chi vuol fumare. E senza più indugio la mano decisa, deposita il seme white rhino, precisa. Mi chiudano pure nelle patrie galere, ma con una zappa, dei semi ed un braciere.Tippi

    A te Marihuana io levo il mio canto, ti tributo l’ardore, la speme e anche il pianto; viviamo un’epoca buia fatta da quelli che non sanno capire, sanno solo proibire, e niente di più. Non solo una pianta ma uno stile di vita, non certo una droga, medicina proibita; baluardo di pace in mondo di odio, una verde compagna, dei sensi tripudio. Simbolo d’amore che unisce, ideali e persone altrimenti disgiunte, un’immagine sola: una foglia con sette punte.Supertoto

    Nulla più di te, mi consola e conforta. Il mondo senza te, mi annoia e mi spaventa.Valley 75

    Per uno strano motivo, nessuno più posta, sia sdegno, timore o soltanto tensione, tra molti imperversa l’errata impressione, che sia già stata detta la parola giusta. Ma non c’è motivo, l’impressione è sbagliata, lo spliff piace a noi tutti in maniera uguale, e lei, che è magnifica

    ma, aimè, maltrattata, nonostante ciò, rimarrà sempre tale a farci compagnia, in una bella giornata, e se c’è bisogno, ad allontanare il male.Oldblues

    C’è chi la usa, c’è chi si cura, c’è chi consuma e la fuma e non serve nessuna scusa, non siamo gente immatura! Ma c’è chi accusa, c’è gente ottusa, scusa.. C’hai mai pensato che è una pianta che nasce in natura?! e fa paura perché questa cultura, ci tiene dentro alle mura e ci propina per vera una realtà spazzatura; ci ottura menti, ci vuole spenti ma senti, profumi di ganja che salgono nei venti. SirOne

    Un augurio speciale a Soft Secrets Italia. Vi inviamo questa foto sperando che porti fortuna e successo.Pace, amore, legalizzazione. ENjOINTeam 2004

    Ciao a tutta la redazione di Soft Secrets, ed un calorosissimo benvenuto da tutti noi appassionati di cannabis ed affini qui in Italia. Che dire...finalmente qualcuno ha pensato a noi qui nel Bel Paese! Siamo in tanti e ovunque, ed il mio più gran augurio per la vostra pubblicazione è quello di entrare nelle case di tutti gli stimatori della marijuana, senza paura e senza riserva. Noi ti sapremo accogliere con braccia aperte e speranza nel cuore, per fare si che questo viaggio appena iniziato sia lungo lunghissimo, e bello per tutti.Personalmente fumo da ormai ben 28 anni, e da un pò ho preso a coltivare...ci sono tanti motivi per questa decisione. Prima di tutto una vera e propria passione, che è cresciuta man mano che imparavo, e continua a crescere. Poi a parte la bellezza di piantare un seme e vederlo diventare una stupenda pianta, con tutti i benefici della pianta in questione, c’è

    anche, almeno per me, una questione etica. D’ora in poi, io e tante altra gente, con l’aiuto della vostra pubblicazione, potremo allargare la nostra cultura in materia. Conoscenza ed informazione sono le basi su cui costruire la cultura, e Soft Secrets, per di più gratis (grande!!! proprio per tutti!!!!) sarà un enorme contributo in questo senso. A questo punto non mi rimane altro da dire se non....GRAZIE!!!!!!!...ed un grandissimo in bocca al lupo.Allego una foto di cime della mia mitica sativona Caraibica, con sullo sfondo la Basilica di S. Petronio, a Bologna. Ciao a tutti e auguri di cuore!Andréa

    Ciao Andréa, grazie degli auguri, abbiamo tutta l’intenzione di essere arrivati in Italia per restare, quindi il tuo appoggio e quello di tutti non solo ci fa piacere ma fa si che questo possa avverarsi. La foto è molto suggestiva, le cime ancora di più; tienici aggiornati su cosa succede nella tua Grow.

    Soft Secrets 9

    Le vostre lettereSoft Secrets Italia, via Varenna 39, 16255 - Genova E-mail: [email protected]

    Lettere-foto dai lettori

    Attenzione Coltivatori!Ti piacerebbe ricevere gratis una confezione di semi High Quality Seeds? Sogni di far crescere Master Kush, Holland’s Hope, White Widow, Okè 47, BlueBerries, Sensi Star, Jack Herer o Neville’s Haze? Allora mandaci una fotografia del tuo giardino e noi ti spediremo i semi. Se la fotografia conterrà una copia ben visibile di Soft Secrets Italia noi ti spediremo due confezioni di semi High Quality Seeds a scelta. Ma non è tutto! Se nel tuo giardino sarà ritratta in topless la tua fidanzata, o tua moglie, potrai avere 3 confezioni di Black Label di prima scelta. (I soggetti delle foto non sono obbligati a mostrare il volto).Inviate le vostre lettere e foto a Soft Secrets Italia, via Varenna 39, 16155 – Genova o in email a [email protected]: Naturalmente, le foto devono essere allegate ad una descrizione. Nomi, lettere e indirizzi saranno cancellati appena i semi saranno spediti.

    Una foto... guardandola si può pensare all’armonia che c’è tra una bimba di marj e la natura che la circonda, è una foto come tante, un pezzo di natura come tanti.. e tutti pieni di quell’armonia che spesso cerchiamo e non troviamo, lei non fa fatica ad armonizzare con ciò che la circonda, a quale titolo l’uomo la può demonizzare? Avessimo noi le sue capacità di vivere così in simbiosi con i suoi simili, abbiamo veramente tanto da imparare. OB

    Ciao OB, grazie del tuo inno alla natura e alla marijuana. Aspettiamo altre foto e altre lettere, per poter esplorare e conoscere meglio il mondo della cannabis e affini, quindi continua a scriverci.

    Ciao Soft Secrets. Vi invio questa foto che ho intitolato “val Parma in fiore”. Spero la pubblichiate.Vostro amico

    Materiale raccolto tramite www.ENjOINT.com

  • 10 Soft SecretsLettere-foto dai lettor

    i

    Dopo 21 anni di onesta attività agronomico-botamica, grazie alla simpatia che mi ispira la vostra iniziativa, trovo il coraggio di esibire questo fulgido esempio di disobbedienza civile non violenta. Con simpatia, Comandante Narcos - Ribelle del Ciappasù

    Ciao “Comandante”. Che dire? Grazie per la simpatia e per la foto. Complimenti per le piante! Tienici aggiornati.

    Quella in foto è la Val di Magra (Toscana) luogo attraversato secoli fa dai pellegrini, nel loro tragitto verso Roma. Portavano piccoli doni e regali.. uno di questi, forse, l’hanno dimenticato qui. Tanti auguri Soft Secrets Italia.Barbarella

    Ciao Barbarella. Originale e poetica la foto che ci hai mandato. Grazie per gli auguri.

    Finalmente! Quando abbiamo letto la notizia in internet non ci sembrava vero: una rivista italiana, gratuita, sulla cannabis! Siamo impazienti di averla in mano e sfogliarla. Avete tutto il nostro appoggio. Legalize it!

    Cadore bad boys

    Abbiamo deciso di pubblicare una serie di immagini provenienti dalle edizioni straniere di Soft Secrets. Oltre ad essere secondo noi, materiale sempre interessante,ciò permetterà di confrontarsi con gli altri stati europei. Buona visione!

    The Widow maker, Essex

    Big Al, London

    Kev, Lloret de Mar, Espagna

    Al, Wales

  • di William Texier

    Nocetta Kehdi e William Texier hanno fondato la General Hydrophonics Europe nel 1995; dopo essere stati per dieci anni i responsabili del dipartimento di Ricerca e Sviluppo della General Hydrophonics in California. Dal 1987 si occupano di serre idroponiche, prima negli Stati Uniti, poi in Francia, nel sud-ovest, dove hanno fondato il ramo europeo della GH US. La ventennale esperienza nella coltura idroponica ha permesso loro di padroneggiare questa tecnologia oltre a conferirgli una incontestabile autorità nella materia.

    L’avete sicuramente letto più volte, il significato della parola “idroponico” è basato sulle parole greche “hydro” e “ponos” ossia “acqua” e “lavoro”, un concetto vecchio come il mondo, riadattato ai tempi a più riprese, fino ad oggi. L’idroponica è quindi l’arte di coltivare le piante in acqua, con un minimo sostrato o senza alcun sostrato.

    Le piante possono quindi svilupparsi in acqua, ma a precise condizioni: è necessario che l’acqua sia “viva”. Ciò che si deve sapere è che qualsiasi sia l’ambiente dove le piante crescono, terra, aria o acqua, esse assorbono il nutrimento sotto forma di ioni che si dissolvono in presenza di ossigeno. Nell’acqua man mano che il nutrimento e l’ossigeno si consumano, è necessario sostituirli. Questo è il compito dell’idroponica, sistema di coltura fuori dalla terra, che stimola la crescita della pianta attraverso il controllo dell’acqua, dei minerali e soprattutto dell’ossigeno dissolto nella soluzione nutritiva.

    Il concetto di base è piuttosto semplice: quando le radici della pianta sono sospese nell’acqua in movimento, esse assorbono ossigeno e nutrimento rapidamente. Se la quantità di ossigeno è insufficiente, la crescita della pianta sarà lenta. Ma se la soluzione ne è satura, la crescità verrà accelerata. Il compito del colivatore è di coordinare al meglio l’apporto d’acqua, nutrimento e ossigeno a seconda dei bisogni della pianta, in modo da ottenere un rendimento eccellente e la migliore qualità dei prodotti.

    Per fare ciò dovrà tenere conto di un certo numero di altri fattori come la temperatura, il tasso di umidità, l’intensità della luce, il livello di anidride carbonica, la ventilazione, la genetica della pianta, ecc., essenzialmente come farebbe qualsiasi giardiniere scrupoloso.

    L’idroponica o l’arte della coltivazione indoor (di William Texier)

    Negli ultimi vent’anni, sono stati

    compiuti straordinari passi avanti nell’arte della coltivazione indoor. Alla fine degli anni ’70, negli Stati Uniti, i produttori hanno progettato e creato dei sistemi idroponici di piccola grandezza, utilizzando le stesse tecnologie dell’industria delle serre. Queste ultime sono rivolte ad un vasto pubblico e possono essere situate sul balcone o in cortile. Possono anche essere all’interno della casa, di fronte ad una finestra ben esposta o in uno spazio chiuso, sotto la luce artificiale. Si va dalla singola pianta a veri e propri giardini interni.

    Tra i vari benefici dell’utilizzo dell’idroponica a domicilio, eccone alcuni:• Un evidente incremento della quantità ottenuta.• Un fantastico profumo (a patto che si scelgano le varietà giuste).• Una notevole riduzione del ciclo produttivo.• Un miglior controllo del nutrimento della pianta. In effetti, è solo in seguito all’avvento dell’ idroponica che una significativa ricerca sul nutrimento delle piante è potuta essere realizzata.• E ultima cosa ma non meno importante, una coltura sicura, al sicuro da interessi contrari.

    Visto che questi sistemi prevedono un’ampia riserva d’acqua, si potrebbe pensare all’idroponica come mezzo per non occuparsi delle proprie piante per un lungo periodo di tempo. Sbagliato: il loro metabolismo accelerato richiederà una grande attenzione da parte vostra. Non si tratta di un metodo per risparmiare tempo da dedicare alla cura del vostro giardino. Ma di un metodo per migliorare i risultati.

    Inoltre, non confondete queste tecnologie con quelle chiamate “idro-coltivazione”. Questo termine solitamente descrive sistemi passivi, che adoperano dei lucignoli. essi sono piuttosto dei marchingegni che vere e proprie tecniche di coltivazione. Nell’idroponica, la soluzione nutriente circola grazie a una pompa, in modo dinamico, rigenerando continuamente il livello di ossigeno della soluzione.

    In questo articolo cercherò di descrivere i sistemi più comuni. Grossomodo si possono classificare in quattro categorie a seconda della tecnologia utilizzata:

    Sistemi a stillicidio:

    Dalla matrice principale, dei tubicini di plastica secondari (simili a spaghetti) trasportano la soluzione nutriente uno a uno ad ogni pianta. La circolazione è fissata su un timer. Tale sistema è costituito da bacinelle lunghe e rettangolari nelle quali sono posti strati di lana di pietra o altro materiale

    SIMILE (lana di vetro, fibra di cocco). Su questo strato viene posizionato un cubo nel quale è stata interrata la pianta. Ogni tubicino porta la soluzione fino al cubo. Un serbatoio, situato al di sotto, raccoglie le fuoriuscite della soluzione nutriente, che può così essere riciclata. In molti casi, invece, le fuoriuscite vengono semplicemente eliminate. Un tale sistema può raggiungere la ridotta misura di 30 X 50 cm.I sistemi a stillicidio sono affidabili e facili da usare. Sono adatti ai principianti. Fino a un certo punto, il materiale di sostrato protegge le radici da improvvisi sbalzi di temperatura e umidità e, più in generale, dagli errori del coltivatore. In questo tipo di sistemi, il ciclo di irrigazione è cruciale: troppa acqua e le radici marciranno per mancanza di ossigeno, troppo poca e i sali si cristallizzeranno nel cubo rendendo difficoltoso per le radici assorbirli.

    Vi è inoltre un problema ecologico: si deve cambiare il materiale di sostrato per ogni raccolto, generando scorie che non possono essere riciclate. È uno dei molti problemi affrontati dall’industria agricola olandese dove la ROCK WOOL è usata su larga scala per la produzione di fiori e frutti.

    Flusso e riflusso

    In questo sistema la soluzione nutriente viene portata dall’alto, in cima alla bacinella, in modo da riempirla. Ad intervalli regolari, la soluzione viene pompata dalla cisterna alle radici fino a riempire la bacinella. Per l’effetto di gravità il liquido ritorna poi nella cisterna, attraverso uno o più canali di scolo allineati alla base del bacinella.

    Le unità sono solitamente quadrate e posizionate a terra a formare una cornice. Il serbatoio è posizionato sotto in modo da risparmiare spazio. Per tenere ferme le piante, si può riempire la bacinella con diversi materiali

    come la lana di pietra o sassolini di argilla. Lo si può anche lasciare vuoto: sulla bacinella viene allora posta una copertura forata all’interno della quale inserire le piante. Non amo la lana di pietra per questi sistemi. Preferisco i sassolini di argilla, più ecologici e meno inclini a infestazioni di alghe. Per quanto riguarda il metodo della copertura forata, questa non offre protezione alle radici e lo sconsiglierei ad un coltivatore inesperto.Alzando e abbassando lentamente il livello dell’acqua il metodo “flusso e riflusso” fornisce un’ottima ossigenazione, una condizione indispensabile ai fini di un buon sistema idroponico.

    Ancora una volta il ciclo delle acque è cruciale per evitare di danneggiare le radici a causa di eccessiva idratazione o, al contrario, disidratazione. È un buon sistema ma ci vuole tempo per abituarvisi. Non è raro provare frustrazione ai primi tentativi.

    N.F.T:

    Le iniziali stanno per Tecnica del Film Nutritivo. Sviluppata in Inghilterra da A. Cooper negli anni Sessanta, è il primo dei sistemi di coltura ad acqua.È tra i più semplici da mettere insieme grazie a strumenti reperibili nei negozi di ferramenta locali.Come suggerisce il nome, la soluzione nutriente viene fatta circolare con un flusso superficiale e costante. Sopra una cornice metallica leggermente inclinata viene posizionato una tavola, ricoperta da un foglio di plastica. Le pianticelle vengono allineate sulla plastica, piantate in un cubo di lana di pietra o altro materiale simile. La plastica viene imbottita e modellata in modo da formare un incavo nel quale circolerà la soluzione nutriente. Una cunetta, all’estremità inferiore della cornice, riceve la soluzione per ricondurla nuovamente nel serbatoio.

    Per quanto riguarda l’ossigenazione, questo sistema è buono, Ciononostante, il raccolto non sopravvivrà ad un black out di ingenti proporzioni. Se il black out si verifica nel momento sbagliato, per esempio in un giorno particolarmente caldo, le piante resisteranno soltanto poche ore. Inoltre, quando le piante diventano troppo grandi, la massa delle radice tende ad venire compressa.

    E-mail: [email protected](continua…)

    Soft Secrets 11Prove su strada

    Idroponica

  • di Fabio Troya

    La coltivazione indoor della canapa gode oggigiorno dell’attenzione di molte aziende produttrici in Europa e nell’America settentrionale, infatti, all’alba del 21 secolo il mercato dei sistemi d’illuminazione, di fertilizzanti e di sistemi idroponici deve molto la sua crescita al proliferare di “coltivatori in erba”.Non fa eccezione a questa tendenza la QuantumHydro Co. Ltd, una compagnia nata nel 2001 dalle intuizioni di Garry e Nick, coltivatori con anni d’esperienza alle spalle.L’idea, come tutte quelle di successo, trae forza dalla semplicità e dalla novità; creare un sistema idroponico affidabile, semplice da gestire e capace di dare grandi risultati smovendo un mercato oramai stagnante da qualche tempo.

    Il sistema testato è un’unità molto adatta alla riproduzione per talea o alla coltivazione di piccole piante molto vicine fra loro. Nell’unità trovano dimora 10 piantine in uno spazio di circa 37cm di larghezza per 82 cm di lunghezza, la profondità della vasca è di circa 22 cm e la capienza della tanica è fissata tra i 30-35 litri.

    Il sistema idroponico NFT - DWC Quantum Hydro

    Come possiamo vedere dalla foto, il design è pulito e semplice, comunicando la sensazione d’estrema robustezza costruttiva. Vedremo nel corso della prova se i risultati saranno all’altezza delle aspettative.

    Cominciamo con l’assemblaggio del sistema: tutto il necessario si trova dentro il vascone dalla pompa dell’acqua, i tubi di plastica per il ricircolo, i supporti per le radici, che sono anche l’ossatura del sistema, dove trovano posto gli alimentatori da cui uscirà il flusso d’acqua, il coperchio forato in PVC bianco per coprire il tutto.

    Montare il tutto sarà più facile che giocare con i Duplo di vostro cugino, infatti, il sistema è progettato ad incastro fatta eccezione per i tubi di gomma che andranno appositamente tagliati di misura per collegare l’impianto d’alimentazione ai raccordi a gomito da cui esce l’acqua. I supporti per le radici che chiamerò d’ora in avanti, montanti sono leggermente diversi fra loro. Infatti, il montante centrale in questo modello ha il compito di tenere salda la struttura, tramite due tappi a ghiera che avvitati dall’esterno permetteranno al vascone di non deformarsi con il volume dell’acqua permettendo cosi a tutti i pezzi del puzzle di stare al loro posto. Infine dei panni che a prima vista classificherete come feltri per il parabrezza della macchina ma che in realtà sono l’innovativo medium di supporto proposto dalla QuantumHydro: HydroSox

    L’innovativo medium Hydro Sox

    Questo innovativo medium merita due paroline spese per capirne i punti di forza ed eventualmente le pecche. A prima vista si ha già la sensazione che questo medium sia ben diverso dal tradizionale rockwool cui può

    somigliare. Infatti la disposizione delle fibre e il suo spessore lo rendono un prodotto unico nel suo genere. Se lo osserviamo controluce ci renderemo conto quanto ossigeno riesca a filtrare in questa fibra disomogenea e porosa. Grazie al suo spessore poi si potrà modellare a piacimento per adattarlo alla forma e dimensioni del germoglio

    o talea che ospita. Usato quindi con un sistema misto NFT – aeroponico qual è l’unita in prova questo medium risulta la soluzione perfetta per ridurre al minimo le contaminazioni di materiali inquinanti quale il rockwool riducendone cosi l’azione di ph-buffering verso valori alti. Il Ph va regolato quindi su valori compresi fra 6,2 e 6,5 , l’ideale per le radici immerse in acqua che potranno cosi beneficiare di tutti gli elementi resi disponibili con questi valori di ph, soprattutto calcio e magnesio importantissimi in fioritura.

    La germinazione è un procedimento che a volte può risultare ostico e imprevedibile per chi è abituato ad usare i vecchi vasi di terra, infatti il soffocamento dei germogli per mancanza d’ossigeno è un errore molto comune dei principianti. Con l’idroponica tutto risulta più semplice, infatti il costante flusso d’acqua ossigenata farà godere i germogli d’ottima salute fin dall’inizio evitando tra l’altro la snervante attesa della loro fuoriuscita dal terreno. Basterà appoggiare i semi schiusi in precedenza in un bicchiere d’acqua distillata quindi controllarne l’evoluzione durante i primi giorni semplicemente aprendo gli hydro sox .

    Dopo circa 3 giorni i semi hanno mostrato le prime foglie e le prime radici ramificate dopo circa una settimana.

    La germinazione è semplice e rapida

    Col passare dei giorni , non appena le radici sono arrivate alla grossa riserva d’acqua nel vascone, la crescita è stata portentosa e costante; dopo aver lasciato le piccole piantine con 2 paia di foglie sotto una lampada Mg Light Red da 125 Watt per 4 giorni al mio ritorno le piccole erano già adolescenti, infatti in soli quattro giorni avevano messo su ben 3 internodi extra, il tutto senza aver prestato particolare attenzione al ricircolo d’aria o alla sorgente luminosa, più adatta alla fioritura che alla crescita , i valori di Ec vanno tenuti sempre bassi , nell’ordine di 1.0 – 1.5 mS/sec con acqua di partenza dal valore di 0,4 mS/sec. Le istruzioni ci danno la possibilità di usare questo sistema senza controllarne il Ph o l’ Ec , con poche semplici procedure, spiegate dettagliatamente nelle istruzioni, riusciremo a portare a termine un ciclo senza preoccuparci troppo dei parametri, grazie all’ equilibrio del sistema che forte di un buon ricircolo d’acqua e ossigeno unito all’uso di un medium non contaminante riesce a mantenere inalterati i valori di acidità e conduttività iniziali per molto tempo.

    Considerazioni finali ed anticipazioni

    Nel modello in prova , il tappo di destra trafilava acqua dalla guarnizione , un gocciolamento costante che riempiva un misurino da 100 ml in una giornata. Nonostante i pezzi non mostrassero segni di un errato assemblaggio o difetto di costruzione questo gocciolamento, s’interrompeva per qualche giorno per poi riprendere successivamente. Interpellati i responsabili tecnici della Quantum hydro, mi hanno assicurato che a volte per la presenza di calcio nell’acqua si possono avere questo tipo di problemi. Mi è stato prontamente spedito il ricambio, ma il sistema è oramai funzionante da qualche settimana e le piantine hanno abbondantemente radicato, cosi ho deciso, per non disturbarle di lasciare tutto cosi come è.D’altra parte , e questa è un anticipazione ufficiale, Quantum hydro ha deciso di modificare il design e qualche particolare costruttivo da quest’autunno, e una di queste modifiche sarà proprio l’eliminazione di questi tappi a vite e dei buchi che li ospitavano nella vasca, inoltre i montanti saranno più larghi (75mm invece dei 40mm odierni) e il sistema di alimentazione sarà leggermente diverso e garantirà una manutenzione più semplice e rapida. Per dovere di cronaca bisogna ricordare che le modifiche riguarderanno tutto il range di prodotti QuantumHydro e in particolare cambierà il numero di piante alloggiabili nei vecchi sistemi da 6 e 8 piante in rispettivamente 22 e 30 piante.

    Tirando le somme, si può certamente affermare che i sistemi Quantum Hydro rappresentano una evoluzione nel campo dei sistemi idroponica per hobbysti. Le premesse, quali la semplicità d’uso e l’efficienza, ci sono tutte, infatti lo sviluppo delle piante avviene senza particolari accorgimenti, se non quelli dettati da una minima conoscenza delle tecniche usate.

    La velocità di crescita radicale è notevole soprattutto quando le radici raggiungono la riserva d’acqua, possiamo usare quindi con estrema soddisfazione quest’ unità come partenza per selezionare le piante madri e naturalmente per la radicazione di cloni; inoltre la facilità con cui possiamo rimuovere le piantine ci permette di inserirle e toglierle senza nessuno sforzo, essendo cosi molto comodo stabilirne il sesso senza preoccuparci di eliminare le radici che nei sistemi ad argilla espansa formavano una matassa inestricabile. In piccoli setup quest’ unità può essere usata insieme a tecniche di crescita particolari quali il Sea of Green (Mare di Verde).

    12 Soft SecretsProve su st

    rada

    Quantum Hydro

  • Circa quindici anni fa, Willem, 50 anni, era un piccolo imprenditore da qualche parte nel nord dell’Olanda. Stava anche divorziando. La sua ex moglie decise che non voleva che lui mantenesse alcun contatto con i suoi figli e Willem volle provare a fare qualcosa per questo. Non avendo soldi per pagare le spese di un avvocato, decise di contrabbandare cinque chili di droga dal Marocco, paese che gli era molto familiare per le frequenti vacanze trascorsevi. Tradito ed arrestato, ha girato numerose prigioni del Marocco: un vero inferno in terra. “Midnight Express” sembra un villaggio turistico in confronto. Willem rende partecipe Soft Secrets della sua esperienza.

    Willem, raccontaci come è stato che hai deciso di contrabbandare il fumo?

    Sono stato in Marocco alcune volte come turista e ho fumato per la maggior parte della mia vita, così sapevo come comprarne laggiu’. Sono un forte fumatore, così avevo preso l’abitudine di restare in Marocco per settimane o anche mesi.

    Cosa facevi per vivere?

    Avevo la mia piccola attività. Vendevo pezzi d’antiquariato e cose del genere. Non veri pezzi d’antiquariato, piu’ cianfrusaglie e cose del genere, quello che i francesi chiamano Bric a brac, bella parola. Poi ho iniziato ad avere problemi con la schiena e poco dopo ho avuto un brutto incidente con la macchina. Il risultato è stato che sono stato dichiarato inidoneo al lavoro e ho cominciato a ricevere la pensione sociale al minimo livello assoluto.

    Come hai scoperto il Marocco ?

    Ero stato invitato a raggiungere un conoscente per una vacanza in Marocco. Me ne sono davvero innamorato così l’anno successivo tornai per fare un lungo viaggio attraverso tutto il paese. Mi ero reso conto ben presto che i soldi che ricevevo come pensione in Olanda, appena sufficienti per sopravvivere in patria, erano sufficienti per farmi vivere in modo confortevole in Marocco. In effetti quella somma laggiu’ è sufficiente per vivere come un re. Non che buttassi via i soldi. Facevo un sacco di autostop o prendevo gli autobus locali. Potevo andare in Marocco e tornare per trecento “guilders” se ne avevo bisogno.

    Quanti anni avevi?

    Oh, circa trenta, penso. Era l’inverno del 1984, se ricordo bene.

    14 Soft SecretsIl mondo del crimine

    Una serie di interviste che indagano sul business della cannabis alla luce del crimine semi-organizzato in Olanda. Lo scopo è disegnare un realistico profilo della gente del network illegale che rende sicuro il mercato sempre ben fornito di hashish e erba. Dai “big boys” agli spacciatori adolescenti, l’inviato speciale di Soft Secrets, Charlie Stone, svela il mondo del crimine in tutti i suoi molteplici aspetti.

    Conoscevi già abbastanza del commercio di erba allora?

    Certo. Fumo da quando avevo diciassette anni. Mi ha sempre attratto molto ed ancora oggi è così.

    Dove hai comprato la roba che volevi contrabbandare?

    Avevo un indirizzo per questo. Non ho comprato la droga ma i semi, le piante stesse. Volevo tirare fuori le piante migliori così da raggiungere una qualità selezionata. Quello che volevo portare con me al ritorno doveva essere una cos’ superba qualità che anche il piu’ scafato conoscitore rimanesse impressionato.

    Come hai pianificato il contrabbando?

    Quella volta avevo deliberatamente comprato un biglietto per Agadir. In primo luogo questo mi faceva apparire come un turista, inoltre mi portava in una parte “innocente” del Marocco. Tutti i commerci di droga hanno luogo in una piccola parte della piu’ remota regione del nord. Nel resto del paese è un taboo come tutti sanno nel mondo. Ma Ok, tutto sarebbe stato perfetto se non fossi stato tradito, semplicemente sono stato scaricato.

    Da chi?

    Dal tipo che mi ha venduto la roba. Mi ha venduto la droga e poi mi ha venduto alla polizia. C’è una taglia per questo. E’ stato anche colpa mia in qualche misura, perchè mi sono lasciato fregare da lui. Ma non ero certo un contrabbandiere professionista, era la mia prima volta ed è diventata anche la mia ultima volta. Avevo comprato le piante da quell’uomo e mi ero accordato con lui per trasformarle in droga secondo le mie indicazioni. L’intero processo ha richiesto tre o quattro giorni. Io stesso ho pressato e impacchettato tutto nascondendolo nella mia valigia. Avevo pressato tutto in grandi stecche che avevo nascosto nella falsa fodera della valigia. Cinque chili in totale.

    Cosa è successo all’aeroporto?

    I funzionari doganali erano frustrati perchè non erano riusciti a trovare niente pur avendo ricevuto una segnalazione che io stavo trasportando qualcosa. Era davvero ben nascosto. Ma poi loro si innervosirono e cominciarono a tagliare col coltello ogni cosa.

    Cosa pensavi mentre tutto questo stava accadendo?

    Mi sono reso conto che qualche cosa era andata storta. In certe situazioni, uno tende semplicemente ad irrigidirsi. E’ come essere in condizione di shock. Tu guardi cosa accade, registri tutto ma non puoi rispondere. Non c’è neppure stato il tempo per essere sopraffatto dall’emozione: dopo cinque minuti avevano trovato quello che cercavano.

    Cosa è successo dopo?

    Sono stato messo in una piccola cella, in cui sono rimasto per alcuni giorni mentre il magistrato locale decideva cosa fare di me.

    Come eri trattato?

    In realtà, l’atteggiamento della maggior parte dei poliziotti era “Che deficiente, farsi prendere in questo modo” e “ti sei sbattuto per comprare della robaccia di scarto, anche”. Dopo sono stato caricato su una piccola macchina e portato in tribunale. Lì fu deciso che dovevo essere tenuto in custodia preventiva. Ogni cosa veniva detta in arabo e io non ho potuto capire una sola parola. Da là sono stato mandato nella prima prigione, un posto chiamato Inezgane, vicino ad Agadir. Sono restato là per sei mesi prima di essere trasferito alla prigione di Salè, una cittadina uguale a Rabat.

    Quando è stata la prima volta che sei comparso davanti ad una corte?

    E’ stato sei o otto settimane dopo. Sono stato condannato a cinque anni di prigione. Il processo d’appello c’è stato circa sei settimane dopo. Ed è quando la sentenza diventa definitiva. In totale io ero stato in possesso di cinque chili ma nel processo continuavano a parlare di 4.600 grammi, così ho pensato che non era poi roba così scadente dopo tutto, ha ha!

    Avevi un avvocato?

    No, naturalmente no. Me ne è stato semplicemente procurato uno durante l’udienza. Il giudice ha domandato ai presenti se c’era in aula un avvocato che è stato rapidamente incaricato. Questo è il odo in cui i casi vengono divisi tra gli avvocati. E naturalmente tutto avveniva in arabo. Non avevo idea di cosa stesse accadendo, nè questo mi veniva spiegato. Non ho mai nemmeno visto i capi d’imputazione.

    Com’è stata la prima prigione, a Inezgane?

    Era piuttosto vicina all’inferno dantesco. Un vero inferno. Eravamo 96 in una cella di 42 metri quadri. E la nostra non era la cella piu’ sovraffollata. Ce n’erano alcune in cui venivano tenute piu’ di cento persone. Nella mia cella non avevo nemmeno mezzo metro quadro per me. Non c’erano letti, nè sedie o tavoli. Era completamente spoglia, eccetto per due buchi in un angolo dove potevi andare di corpo. Non siamo mai stati fatti uscire nè abbiamo avuto ore d’aria: eravamo semplicemente chiusi 24 ore al giorno. I prigionieri piu’ influenti erano riusciti a guadagnare un po’ di spazio in piu’ e così avevano un’area di due metri per loro. Ma la loro vittoria era una sconfitta per gli altri.

    C’erano molti stranieri insieme?

    E’ appositamente organizzato perchè non ci siano mai due stranieri insieme in una cella. Salvo, naturalmente, che non ci siano piu’ stranieri che celle disponibili. Fa parte della pena che tu non debba mai rilassarti neanche solo per il fatto di poter contattare un altro straniero. Questa è la loro motivazione.

    I tuoi compagni di cella erano in situazioni simili alla tua?

    No, assolutamente! Eravamo semplicemente ammucchiati insieme. Assassini, tassisti, stupratori, contrabbandieri, alcuni ergastolani e alcuni con pochi anni. C’erano anche pochi ragazzi giovanissimi tra noi. Questi ragazzi subivano abusi sessuali nei modi piu’ orribili. Erano messi in vendita tra i prigionieri. Tredici o quattordici anni, non potevano essere piu’ vecchi. A volte ne arrivava uno nuovo, non un ragazzo di strada ma un giovane sano e pulito. Ma già la prima notte veniva preso dal “capo camera”, quello da piu’ tempo in cella. Le guardie consideravano questi uomini come capi della cella. In seguito il ragazzo veniva venduto al secondo e dopo pochi giorni nuovamente venduto ad altri. Ma dopo qualche tempo, il ragazzo diventava davvero sporco. Malato di scabbia e pieno di pulci. Il suo ano si infettava. Allora non serviva piu’ a niente e a nessuno e veniva abbandonato al suo destino con il resto della gabbia.

    L’inferno in terra delle prigioni del Marocco

  • Soft Secrets 15

    Cosa accade agli stranieri in quei posti?

    Hanno provato a fottere anche me, ma senza successo. Non ti trattano allo stesso modo in cui trattano i loro connazionali. Sospettano sempre che tu possa avere qualche riserva di soldi da qualche parte o altro e sperano di poterne beneficiare. Così sono riuscito a rimanere vergine,,,,,

    Potevi solo sdraiarti sul nudo pavimento?

    Esattamente, la sola cosa che avevo era una sporca coperta di crine di cavallo ricoperta di sangue, pus e vomito. A questo proposito le regole sono molto severe sul divieto di ricevere o spedire posta. Niente giochi, libri, radio o televisione. Niente!

    Eri l’unico straniero in quella cella?

    No, appena arrivato c’era un sovraccarico di stranieri. C’era un tedesco nella mia cella. Stava per compiere cinquant’anni, si chiamava Wolfgang. Era in cella perchè cercavano suo figlio: questo è il modo in cui le cose funzionano là. Se vogliono tuo figlio e non riescono a prenderlo loro semplicemente arrestano te fino a quando anche tuo figlio non si costituisce. E se lui non si consegna, beh, tu semplicemente resti lì. Davvero, è così che funziona. E’ ufficiale. Chi si oppone, non solo deve badare a se stesso ma anche a tutta la famiglia. Dopo tre settimane Wolfgang ha cominciato a stare davvero male e io ho picchiato sulla porta della cella per avere attenzione dalle guardie. “Tutta una messa in scena,” è stata la loro risposta, “ non ha niente”. Dieci minuti dopo moriva tra le mie braccia.

    Deve essere stato un vero shock per te...

    E’ stato un episodio significativo. In quel momento mi è diventato chiaro in modo cristallino che il mondo non sembra solo duro, è davvero molto duro. La mia fede non era meglio o peggio di quella di qualunque degli altri detenuti. Dovevo tenermi in piedi da solo se volevo sopravvivere. A volte mi dicevo “anche se sarò un rottame quando uscirò non darò loro il piacere di distruggermi, non gli farò questo favore”.Dopo soli due mesi ero già seriamente denutrito. Non hai niente che contenga vitamine, così i tuoi capelli iniziano a cadere e ti viene la scabbia come conseguenza dei morsi delle pulci che si infettano. Laggiu’ è chiamato “zerpa”. Diventa profondo e pieno di pus e tende a peggiorare. E’ una cosa così barbara... Non potevo piu’ stendermi perchè il mio corpo era ricoperto di queste profonde piaghe aperte. Succedeva a tutti. A un certo punto la situazione divenne così brutta che fu deciso che tutti gli stranieri venissero trasferiti in una prigione vicino a Rabat, chiamata Salè. Là le cose vengono gestite con precisione militaresca. Sempre con un regime severo. Una volta l’, comunque, ho potuto fare la prima doccia dopo sei mesi.

    Il console olandese o qualcuno dell’ambasciata ti ha mai visitato?

    A Inezgane andava meglio. Il console poteva visitarmi spesso o mandare suoi collaboratori. A Rabat c’era un altro ed era un vero mascalzone. Una persona che spero di non incontrare piu’ in vita mia. Di fatto, l’ambasciata olandese fa molto poco per aiutarti. Abbastanza stranamente, detenuti di paesi che non pensi che se ne curino ricevevano un miglior sostegno. Brasiliani e polacchi erano addirittura quasi viziati dalle loro ambasciate: ricevevano addirittura regali di natale e vestiti. Incredibile! Io non ho ricevuto nulla di tutto questo.

    Non ci sono stati tentativi di riportarti in Olanda per scontare la pena qui invece che laggiu’?

    No. Al contrario, quando cercavo di affrontare questo argomento la risposta era “Spiacente, ma non possiamo interferire nelle questioni giudiziarie”. Successivamente divenne invece, “L’opinione pubblica è contro di te e non possiamo fare nulla”. Neppure quando mi ammalai davvero fecero nulla. Ero riuscito a far arrivare una lettera al mio medico in Olanda, descrivendogli i sintomi nella speranza che potesse fare una diagnosi via posta. Il medico mandò i medicinali necessari alla mia famiglia che li fece avere all’ambasciata olandese. Pensa cosa hanno fatto. Li hanno semplicemente lasciati allo sportello della prigione. Ogni cosa venne saccheggiata e tutto quello che rimase furono pochi barattoli di cui le guardie non sapevano cosa farsene. Il resto era stato semplicemente rubato.

    Pensi che sia successo piu’ di una volta?

    Di questo puoi essere sicuro. A Inezgane ho scritto delle lettere in francese elementare indirizzandole in Olanda ma non sono mai arrivate perchè le guardie rubavano i francobolli. D’altra parte c’è un detto laggiu’: “se un marocchino ti stringe la mano farai meglio a contare le dita dopo”.

    Così, cosa facevi tutto il giorno?

    Assolutamente niente. Sdraiato o in piedi. La gente comincia ad impazzire naturalmente e sviluppa ogni sorta di problema psicologico. C’erano molti con un carattere instabile tra loro. Davvero, sapevi quando c’era la luna piena dal comportamento di alcuni detenuti. Diventavano davvero aggressivi. di impara a notare questo genere di cose.

    C’erano molte risse?

    Regolarmente. Io stesso mi sono dovuto battere molte volte. Una volta quasi mi rompevo una mano picchiando uno. Devi farti una reputazione di forza. Mai lasciare che qualcuno to calpesti. Se mostri il minimo segno di debolezza devi ricominciare da capo. Per mantenere la tua posizione a volte devi picchiare qualcuno. E’ una regola là dentro. Io sono riuscito a picchiare alcuni tipi ben piu’ grosso di me. Dopo mi sono chiesto “Come ho fatto?”.

    Come erano le condizioni a Rabat?

    A Rabat ci diedero dei letti a castello per dormire e divido uno spazio di 30 metri con altri 24 detenuti. Dopo qualche settimana venivi spostato in un’altra

    cella. Non volevano che potessi sentirti a casa in una particolare cella. Ogni due o tre settimane le celle venivano perquisite e ogni cosa veniva gettata sottosopra. Anche questo faceva parte della pena. Anche di notte potevi essere svegliato e trasferito in un’altra cella. A volte venivi tenuto impegnato notte e giorno in modo da assicurarsi che che tu non avessi un minuto di riposo. Questo non poteva essere permesso. Se eri rilassato ovviamente voleva dire che non eri punito abbastanza. Solo proprio alla fine della tua pena la situazione si ammorbidiva e diventava possibile organizzarsi.

    A Rabat ha trovato molti olandesi detenuti?

    Una cinquantina circa, penso. La maggior parte era dentro per contrabbando, sebbene ci fossero anche dei pedofili. O gente che aveva ucciso qualcuno in un incidente. In un paese del genere, se hai la sfortuna di uccidere qualcuno in un incidente stradale finisci in prigione prima che la tua colpevolezza sia dimostrata. Dopo si prendono il tempo per vedere cosa si può fare in proposito. Ma per lo piu’ , cercano solo di vedere se c’è il modo di fare un po’ di soldi.

    Avete formato un gruppo chiuso di olandesi?

    Assolutamente no! Li ho evitati accuratamente. La maggior parte di loro non erano fumatori di roba. Molti di loro erano camionisti poco raccomandabili. Uno di loro era stato ferito per aver rubato al suo capo, un’altro aveva causato troppi incidenti. C’era sempre qualcosa che finiva male attorno a quella gente. Il tipo di personaggi che interessano le organizzazioni criminali perchè possono ottenere il loro interesse e la loro attenzione dietro la promessa di soldi facili, ad esempio 10.000 € e nessun rischio. E la promessa che se qualcosa accade l’organizzazione se ne prenderà cura. Balle, ovviamente. Appena vengono presi sono abbandonati al loro destino. E li trovavi lì, che camminavano in tondo, sporchi, non rasati, abbrutiti. Mi era impossibile avere una normale conversazione con gente del genere. I loro argomenti erano tre: camion, calcio e tette. Non avevo molto a che fare con questo. C’era altra gente con cui potevo stare meglio: generalmente mi trovavo meglio con gli spagnoli che con i miei connazionali.

    Supponi che il tuo traffico fosse andato bene. Sarebbe stato l’unico o pensi che avresti continuato?

    Devo ammettere che me lo sono chiesto anch’io. Ma è qualcosa che non saprò mai, non credi?

    Così il Marocco è ormai sepolto nel passato per te?

    Assolutamente no. Non ho niente contro i marocchini, quel che è successo non ha a che vedere con la gente di laggiu’. Ho passato in totale due anni della mia vita in Marocco. Non escludo la possibilità di tornarci di nuovo. Non porto rancore, non mi guardo dietro con rabbia. L’intera esperienza mi ha reso piu’ saggio e forte.

  • 16 Soft Secrets

    Shopreview

    Derry, un irlandese, ha comprato il cof-feshop quattordici anni fa mentre il cafèsi è aggiunto da un paio d’anni. LaughingBuddha, Sweet Tooth, Morning Glory )o uno dei derivati dal Soma come il NYDiesel, o il nepalese temple ball hashsono da provare. L’haschisch HelterSkelter Ice ha raggiunto il rango di vin-citore della Cannabis Cup sul menu diquest’anno, e una nuova varietà chia-mata Barney Rubble Ice sarà in garaquest’anno, così assicuratevi di assaggi-arli prima che la festa cominci (ricorde-rete meglio quell’esperienza). IlCoffeshop stesso è stato votato al se-condo posto tra i Miglior Coffeshopsnel 2003, e in totale Barney vanta settevittorie nella Cannabis Cup. Il vendito-re, Paul, è molto amichevole e servizie-vole , due cose che possono decretare ilsuccesso dell’esperienza di un turista adAmsterdam. Ci tiene a sottolineare chela qualità dell’erba proposta è costante-mente in crescita, come evidenziatodalla continuità dei piazzamenti nellaCoppa. E non impongono neppure undeposito cauzionale per usare un bong!Ci sono poi due vaporizzatori Volcanoin funzione nel coffeshop e uno nelcafè. Attenzione però al binomio alcol/vaporizzatore, la combinazione dei duepuò rovinarvi la serata molto presto.C’è anche un micro-scopio, poster e vol-antini per ogni cosa,dagli spettacoli hiphop ai workshop suicristalli New Age.Pima colazione e pran-zo sono serviti tutto ilgiorno, con una pro-posta di breakfastamericano o irlandese,per amanti dellabistecca, continentalee vegetariano. Ai vege-tariani è anche pro-posta una bella sele-

    zione di zuppe, chili, hamburger di soiae insalate. Il menu base è molto riccoper un coffeshop, e comprende omelet-tes, dolci, sandwiches vari e anche ilmilkshake. Le bevande calde e freddesono offerte, e se non v’importa di at-tendere iun po’ per fare l’ordinazione(servizio al tavolo) il vostro caffè arri-verà in un minuto.Se siete interessati ad un pasto complet,provate uno dei loro fantastici desserts,tutti per soli tre euro: Boston cheeseca-ke, Morte di Cioccolata o torta calda dimele. La Morte di cioccolata è tantobella quanto buona, ma molto dolce;potreste apprezzare di più la Cheesecakeai ribes rossi, davvero FANTASTICA!La ricca presentazione dei desserts gi-ustifica l’attesa. Molti shops con un ser-vizio molto più frenetico sono impostatiper essere poco confortevoli e spingerei clienti ad entrare e uscire più veloce-mente. Da Barney’s, l’atmosfera rilas-sata è enfatizzata dalla musica, suonataad un volume ragionevole.Non ci sono comportamenti davveroestremi, nessuno diventa molesto. Tuttii clienti sembrano condividere le stessebuone vibrazioni. Ovviamente, visto iltempo che passa tra l’ordinazione e ilmomento del conto, chi viaggia con unprogramma molto rigido deve pianifi-

    carlo per tempo. Barney’s è il posto ide-ale per chi cerca un lungo pomeriggiodi chiacchericcio con una buona cannae qualche caffè caldo e forte. Fermati,vola e goditi il Barney’s Breakfast Bar.

    Una chiaccherata con Derry

    Ss: Sei proprietario del coffeeshop daquattordici anni. Come mai hai decisodi aprire un caffè? Dipende dalle rigi-de normative che regolano il rilasciodelle licenze alcoliche ai coffeeshops?

    D: No, avevamo semplicemente bisog-no di più spazio. Ormai straripavamodal Barney’s. Non ho mai dato molto ri-lievo al lato alcolico del business…Nonso’ quanta gente lo sappia, ma i negoziche vendono solo erba sono definiti“coffeeshops” e quelli che vendonoanche alcolici sono chiamati “Hash cafès”

    Ss: Sono diverse le cose adesso rispet-to a quandfo avete aperto? Com’ècambiata l’industria o quest’area?

    D: Quattordici asnni fa’ questa era unastrada davvero pericolosa. Non avrestivoluto nemmeno fare un giro in bici-cletta da queste parti. Per questo ilcoffeeshop deve chiudere alle otto disera, ma le cose potrebbero cambiarepresto. Sono sempre stato molto impeg-nato nella trasformazione di questoquartiere… Attorno al ’94 un piano set-tennale era stato lanciato per ripulire lazona ed effettivamente ha avuto unbuon impatto. Ora ci sono molti investi-tori, affari e negozi che hanno reso ac-cogliente la zona.

    Ss: E a proposito delle attuali leggisulla cannabis, hanno portato molticambiamenti?

    D: Le leggi sui coffeeshops sonosostanzialmente le stesse dal 1996. Iosono membro del direttivo del BCD,una sorta di Associazione dei coffee-shops, così sono bene informato suicambiamenti. La differenza oggi è chele leggi sono apllicate più rigorosamen-

    te e la gente si avvicina all’industriacon un approccio più maturo e profes-sionale. Personalmente, ho lavoratosulla qualità del nostro menu, e pensosia realmente importante offrire solovarietà coltivate a terra.

    Ss: Ho notato che turisti e fumatorigeneralmente mettono molta enfasisul modo con cui sono coltivati i pro-dotti; e fa piacere che vendi solo pro-dotti biologici. Così, quale futuro vediper i coffeeshops nei prossimi cinque/dieci anni?

    D: Si deve essere molto professionaliper gestire un posto come questo. Leleggi non sono molto cambiate negli ul-timi anni; adesso vengogo solo fatteosservare più rigorosamente. Non puoisopravvivere come proprietario di uncoffeeshop se non sei consapevole delletue responsabilità verso la società. Tuvendi droga alla gente, e da questo pri-vilegio deriva la consapevolezza chedevi prenderti cura dei tuoi clienti. Se icoffeeshops sopravvivono è perché di-ventano più onesti in quello che fanno evendono.

    Ss: Cosa pensi distingua il tuo nego-zio dagli altri?

    D: Cerchiamo di mantenere un ambien-te rilassante. Non vogliamo mettere infuga le persone “normali”. Tutti sono ibenvenuti qui, e facciamo del nostromeglio per evitare gli aspetti commerci-ali dell’industria della canapa. DaBarney’s offriamo del fumo di grandequalità, un servizio amichevole e unambiente accogliente. Vogliamo che lagente che lavora duramente ogni giornosi senta a casa.

    Barney’s Breakfast Bar AmsterdamHaarlemmerstraat 98 and 102 1013 EW Amsterdam, NLTelefono: +31(0)20-625 9761Apertura giornaliera: 7.00/24.00 (Café) 7.00/20 (Coffeeshop)

    Barney’s Breakfast Bar AmsterdamDi Kristie Szalanski

    Ah, cibo e erba. Un binomio divino! Se hai un piccolo problema in proposito forsedovresti mangiare un po’ di più, e Barney’s è la risposta. Tra i pochi coffeeshop cheservono cibo, il proprietario ospita due attività nella stessa strada. Se vi sietesempre chiesti quale fosse la differenza tra i due, sappiate che il cafè e il coffeeshoppropongono lo stesso cibo menu mentre gli alcolici devono essere acquistati al bar ela roba da fumare al coffeshop. I menu di erba e haschisch sono davverofornitissimi e tutte le varietà provengono da fonti affidabili e vicine.

  • Soft Secrets 17weckelsworld of

    wonders

    In questo articolo vedremo quale parte della vostra casa o appartamento si presta meglio per una coltivazione. Lasciatevi Guidare da Weckels attraverso i pro e i contro dello spazio di cui disponete per coltivare. Per alcuni non c’è scelta perchè hanno un solo spazio disponibile per coltivare il numero desiderato di piante. Nel loro caso, l’unica alternativa è trarne il meglio possibile. Se invece è possibile scegliere, ad esempio tra una cantina, un primo o un secondo piano o un attico, è senza dubbio piu’ conveniente soppesare i fattori da considerare prima di gettarsi a capofitto.

    Isolamento

    Per iniziare dalla cantina come spazio per coltivare, va detto che il grande vantaggio è che spesso si tratta di uno spazio ben messo in termini di potenziale isolamento per la crescita. Nei mesi estivi non diventa troppo caldo e durante l’inverno la temperatura rimane tra soddisfacente e buona. Inoltre, un buon isolamento è importante anche perchè riduce il rumore di aspirapolvere, ventilatore e cose simili. Ma ci sono anche aspetti negativi utilizzando una cantina. Ad esempio, se accade l’impensabile e la cantina si allaga in seguito ad un improvviso grosso temporale che causerebbe un completo disastro e la perdita di tutto il raccolto. Questo tipo di problema solitamente capita solo ai fanatici che ingrandiscono l’intercapedine sotto la casa per metterci delle piante. Spesso può sembrare un’alternativa economica se non c’è una camera disponibile, ma rimane un modo molto da cialtroni di fare le cose. Anche se vivi in una parte alta della costruzione e la possibilità che l’acqua salga dal suolo è minima rimane una pratica a rischio. Oltre alle inondazioni, i pericoli derivanti dal fare casino tra i diversi cavi e le condutture del gas rendono l’uso di questo spazio una pericolosa avventura. Accantoa questi, rimangono poi i rischi di un cedimento, dato che dovresti ingrandire lo spazio prima di usarlo come spazio per coltivare.

    Problemi “olfattivi”

    Tornando all’uso di una cantina, la ventilazione non è così facile come, ad esempio, in un solaio. Oltre al fatto che l’impianto di ventilazione lavora molto piu’ faticosamente verso l’esterno, l’aria tende a girare vicino al pavimento, facendo così crescere le probabilità di un fastidioso cattivo odore (e di essere scoperti). In cima a tutto questo c’è il fastidio di un buco nel muro della

    cantina con cui bisogna fare i conti – un lavoro del diavolo, dato che dobbiamo fare anche un buco nel terreno per collegare il tubo di scarico.

    Ventilazione

    Riguardo alla ventilazione, la cantina ha lo svantaggio che c’è normalmente aria stantia che le piante non amano molto, e resta poi il fatto che che ventilare una superfice sotterranea non è così facile come in altri locali. Poichè la ventilazione sotterranea spesso lascia a desiderare, molte cantine hanno problemi di umidità. Questo può essere un problema maggiore nella cotivazione della marijuana dato che i locali umidi costituiscono la fonte ideale di muffa

    e cose simili. La lampada durente i periodi di luce aggiunge ulteriore umdità, che crea condizioni piu’ gradite alle piante, ma il rischio di eccessiva umidità notturna resta significativo.

    Solaio

    Coltivare in un solai ha il grande vantaggio che l’aria smossa dal ventilatore si mischia immediatamente con quella esterna. In questo modo le possibilità di creare problemi di cattivo odore è minore rispetto alla cantina. Purtroppo, anche coltivare in solaio presenta degli inconvenienti. Il primo è che il tetto è imvariabilmente spiovente questo spesso impedisce di mettere le lampade all’altezza che si

    vorrebbe. Il tetto spiovente presenta anche il problema che il peso delle lampade appoggiate insieme costituisce un tal carico (ovviamente quando si usano molte lampade) che le travi si piegano pericolosamente. Oltre a non essere molto bello per il tetto, può creare situazioni pericolose.Questo problema può essere risolto usando lampade che hanno solo il bulbo e riflettore. Il peso eccessivo di queste lampade può essere staccato e appoggiato al pavimento, in modo che l’irrilevante peso di bulbo e riflettore consente di farli pend