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Corriere del Veneto Sabato 18 Aprile 2020 PD 7 Virus, tre decessi e pochi ricoveri «Maria Bambina» in emergenza la Curia: trovare infermieri e oss Lettera-appello ai parroci per il pensionato femminile. Il numero dei guariti sale a quota 1075 sl Fp e Uil Fpl - la gestione del- l’emergenza, se affrontata con professionalità, può dare otti- mi risultati». Nella residenza a metà marzo erano risultati po- sitivi 62 ospiti e 32 dipendenti e, nonostante l’assenza di tan- ti lavoratori, la direzione è riu- scita a creare un reparto Co- vid. Alcuni oss dei centri diur- ni in cassa integrazione hanno volontariamente risposto alla richiesta d’aiuto. «Gli sforzi in collaborazione col distretto e il Comune di Padova hanno condotto a un risultato soddi- sfacente: dei lavoratori conta- giati la maggior parte non ha sviluppato sintomi ed è in at- tesa degli ultimi accertamenti post quarantena per tornare in servizio. Tra chi si è amma- lato, nessuno è stato ricovera- to in terapia intensiva. Una cinquantina di ospiti sono ne- gativi al tampone di fine qua- rantena, mentre una decina risultano in via di guarigio- ne». Tornando ai morti di ieri, in ospedale a Cittadella è manca- to Luciano Scapolo, residente a San Giorgio delle Pertiche nella frazione di Arsego. L’uo- mo, di 76 anni, soffriva di di- verse patologie. Era tifosissi- mo del Milan e seguiva sem- pre le sorti dell’Ardisci e Spe- ra, la locale formazione di calcio. A Dolo è deceduta Rina Manfrin (87 anni) di Piove di Sacco e ieri si sono celebrate anche le esequie di Maria Ber- nardi (88 anni) che viveva a Campo San Martino. Piange il suo primo ospite anche la casa di riposo Galvan di Pontelon- go: «Giovedì notte ci ha lascia- to Giovanni Daniele che a fine maggio avrebbe compiuto 102 anni ed era risultato positivo - spiega il sindaco Roberto Franco - Gli altri 10 ospiti con- tagiati sono stabili, restano in osservazione e non presenta- no criticità sanitarie». Andrea Pistore © RIPRODUZIONE RISERVATA PADOVA Superata quota mille: è il dato, felice, dei «negativiz- zati» padovani. Continua len- to ma costante il migliora- mento in tutto il territorio eu- ganeo del contagio da corona- virus. Nonostante la Regione da ieri fornisca solo il bolletti- no della mattina, già alle 8 era lampante un dato: i casi di persone non più positive sono saliti a 1075, a cui si devono aggiungere i 75 del cluster di Vo’. Nelle terapie intensive i numeri permangono confor- tanti: quella di Cittadella si è praticamente svuotata (2 de- genti), restano ricoverate 17 persone in Azienda Ospeda- liera e 7 a Schiavonia. I pazien- ti non in area critica si attesta- no sui 200. Sul fronte dei decessi, sono mancati un ospite alla casa di riposo di Pontelongo e 2 per- sone negli ospedali. Le resi- denze per anziani rimangono sotto la lente d’ingrandimen- to, in primis la difficile situa- zione alla Suore di Maria Bam- bina in via San Massimo. Le morti riconducibili a Covid-19 nella struttura non sono mai state ufficializzate, anche se almeno 7 lutti sono attribuibi- li a donne che erano risultate positive. I timori sono stati av- valorati anche dal nipote di una degente: «Per diversi giorni non ho avuto notizie di mia zia. C’è stato un ritardo nei tamponi e nelle comuni- cazioni». E a confermare il quadro c’è anche una lettera firmata da monsignor Giulia- no Zatti, vicario della diocesi, che lo scorso 10 aprile aveva invitato le parrocchie a lancia- re il messaggio che servivano oss e infermieri data la «pre- occupante» situazione: «Il personale si è trovato dram- maticamente ridotto di nume- ro creando disagio alla gestio- PADOVA E sono mille. A distan- za di 35 anni dal primo tra- pianto di cuore in Italia, ese- guito a Padova dal professor Vincenzo Gallucci il 14 no- vembre 1985, giovedì l’Azien- da ospedaliera ha festeggiato il millesimo intervento: il pa- ziente era un uomo over 50 dotato di un supporto mecca- nico che gli ha consentito di sopravvivere fino alla sala operatoria, le mani che lo hanno salvato sono quelle del capo-équipe Gino Gerosa e dei colleghi Giuseppe Tosca- no, Antonio Gambino, Enzo Tarzia, Roberto Bianco e Gior- gio Pittarello. «È stato un in- tervento complesso, che ha ri- chiesto alcune ore di lavoro - commenta Gerosa, direttore del centro di cardiochirurgia “Gallucci” -. Ora seguiremo il decorso post-operatorio per valutare l’adattamento del cuore trapiantato». Gerosa ammette che «ren- dersi conto dell’eredità rac- colta in tanti anni di lavoro è stato emozionante» e raccon- ta che «dal punto di vista della tecnica chirurgica è cambiato poco. In passato il numero dei donatori era più alto, perché c’erano più morti cerebrali le- gate al mancato uso di caschi e cinture di sicurezza: all’epo- ca di Gallucci l’età media dei donatori era inferiore ai 17 an- ni, oggi è superiore ai 55. Nel 1995 poi ci fu l’effetto Green, dal nome della famiglia ame- ricana che donò gli organi del Padova [email protected] NUMERI UTILI Comune 0498205111 Provincia 0498201111 Polizia 0498205100 Ospedali 0498211111 Guardia Medica 0498216860 Pronto Soccorso 0498212861 Croce Rossa 0498077640 Croce Verde 0498033333 Croce Bianca 0499003224 FARMACIE Guadalupi 049680554 Com. S. Bellino 049614044 ne. L’invito ai parroci, soste- nuto dal vescovo Claudio, è quello di farsi portavoce di questo problema con operato- ri socio sanitari o infermieri in pensione che volessero ren- dersi disponibili a dare una mano». Nella struttura per si- gnore sono risultate positive L’altro fronte in città Buone notizie dall’Ira Il sindacato: migliorano dipendenti e ospiti contagiati Tra le vittime Luciano Scapolo Luciano, 76 di Arsego, e Maria Bernardi (88 anni) che viveva a Campo San Martino, morta nei giorni scorsi Mille trapianti di cuore, da Gallucci a Gerosa Cardiochirurgia festeggia uno storico traguardo. Il direttore: «Dopo 35 anni, è emozionante» figlio ucciso in Calabria: quel- l’anno a Padova ci fu un re- cord di 55 trapianti, poi scesi a una media di 20-25 all’anno dal 2000 e risaliti a 40 dal 2016». Donatori meno giovani vuol dire anche cuori più de- teriorati: «Per quanto riguar- da il profilo clinico le dona- zioni sono peggiorate, ma per fortuna la tecnologia ci per- mette di prelevare anche or- gani che in passato non avremmo usato. Un’altra dif- ferenza - dice Gerosa - è che una volta il cuore veniva mes- so in un freezer dove poteva resistere al massimo per 6 ore, mentre oggi c’è una mac- china che protegge il cuore espiantato per più di 6 ore. Nel triennio 2017-19 abbiamo eseguito cento trapianti, al- ternandoci al Niguarda come primo centro italiano. Inoltre, il nostro centro ha impiantato 177 cuori artificiali contro i 129 del San Raffaele e i 126 del Niguarda, ricevendo molti pa- zienti da fuori regione». I cuori trapiantati possono battere ancora a lungo: Gero- sa assicura che «a dieci anni dall’intervento, il 50% dei pa- zienti sono ancora vivi e il 90% torna ad avere una vita eccel- lente, per poi subire le com- plicanze legate alle terapie immunosoppressive». Il coronavirus ha rallentato le attività, ma non le ha fer- mate: «Abbiamo dovuto so- spendere gli interventi chi- rurgici programmati per libe- rare posti letto, e quindi ora eseguiamo solo quelli di emergenza - conclude Gerosa -. Nel caso dell’ultimo tra- pianto donatore e ricevente erano entrambi negativi, quindi abbiamo potuto inter- venire senza le protezioni che si rendono necessarie quando questa informazione è scono- sciuta». Alessandro Macciò © RIPRODUZIONE RISERVATA 37 ospiti e anche l’unica dotto- ressa che lavora all’interno è finita in quarantena. Sembra invece drastica- mente migliorata la situazio- ne all’AltaVita Ira di Padova come spiegano i sindacati: «Dopo settimane di paura cala la tensione - dicono Fp Cigl Ci- Luminari A sinistra Gino Gerosa, sopra l’equipe di Vincenzo Gallucci in una foto dell’epoca Le cifre «In Azienda ospedaliera 59 casi, otto sono i medici» PADOVA «Dal 21 febbraio abbiamo eseguito 94.170 tamponi dei quali 4.522 sono risultati positivi. Di 7.500 dipendenti 137 sono stati contagiati». I numeri sono quelli dell’Azienda Ospedaliera di Padova forniti dal direttore sanitario Daniele Donato: «I casi confermati sono 59 tra cui otto medici, otto specializzandi, 18 infermieri, 16 Oss. Altri 16, asintomatici, sono stati intercettati grazie allo screening e messi in quarantena a casa: non sapevano di essere stati contagiati. Continueremo la sorveglianza sugli operatori che lavorano in area Covid ogni 10 giorni e sugli altri ogni 20». Il direttore generale Luciano Fiori ha poi spiegato: «Abbiamo ricevuto 4 milioni di euro in donazioni, 30mila mascherine chirurgiche, guanti, calzari, camici, 2500 chili di frutta per i reparti, focacce, colombe, orchidee per il centro trasfusionale e uova di Pasqua tra cui uno di 10 chili dato alla terapia intensiva. La situazione generale migliorerà ancora». (a.pist.) © RIPRODUZIONE RISERVATA Il primato Il centro di cardiochirurgia dell’ospedale di Padova ha raggiunto i mille trapianti di cuore dal primo intervento, che fu il primo in assoluto in Italia Lo eseguì nel novembre dell’85 il professore Vincenzo Gallucci a favore di Ilario Lazzari, falegname di Vigonovo Mascherine e alcol dai massoni padovani La Gran Loggia d’Italia PADOVA Mascherine, alcol, gel igienizzante e tute sterili. Anche i massoni danno il contributo alla lotta contro il coronavirus donando materiale per la protezione individuale a medici, operatori e pazienti dello Iov. L’iniziativa è della Gran Loggia d’Italia ed è stata resa pubblica in una nota: caso, se non inedito, almeno raro. La somma per acquistare il materiale è stata raccolta tra le logge della provincia padovana che hanno risposto all’appello lanciato dal Grande Ispettore provinciale Massimiliano Sigolo. «La solidarietà e la fratellanza universale sono innate nei massoni - afferma - e noi, non solo come appartenenti alla Gran Loggia d’Italia ma anche come cittadini, abbiamo deciso di rivolgerci ai pazienti oncologici che oggi rischiano più di altri». (r.pol.) © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Corriere del Veneto Sabato 18 Aprile 2020PD7

Virus, tre decessi e pochi ricoveri«Maria Bambina» in emergenzala Curia: trovare infermieri e ossLettera-appelloaiparrociper il pensionato femminile. Il numerodeiguariti saleaquota 1075

sl Fp e Uil Fpl - la gestione del-l’emergenza, se affrontata conprofessionalità, può dare otti-mi risultati». Nella residenza ametàmarzo erano risultati po-sitivi 62 ospiti e 32 dipendentie, nonostante l’assenza di tan-ti lavoratori, la direzione è riu-scita a creare un reparto Co-vid. Alcuni oss dei centri diur-ni in cassa integrazione hannovolontariamente risposto allarichiesta d’aiuto. «Gli sforzi incollaborazione col distretto eil Comune di Padova hannocondotto a un risultato soddi-sfacente: dei lavoratori conta-giati la maggior parte non hasviluppato sintomi ed è in at-tesa degli ultimi accertamentipost quarantena per tornarein servizio. Tra chi si è amma-lato, nessuno è stato ricovera-to in terapia intensiva. Unacinquantina di ospiti sono ne-gativi al tampone di fine qua-rantena, mentre una decinarisultano in via di guarigio-ne».Tornando ai morti di ieri, in

ospedale a Cittadella èmanca-to Luciano Scapolo, residentea San Giorgio delle Pertichenella frazione di Arsego. L’uo-mo, di 76 anni, soffriva di di-verse patologie. Era tifosissi-mo del Milan e seguiva sem-pre le sorti dell’Ardisci e Spe-ra, la locale formazione dicalcio. A Dolo è deceduta RinaManfrin (87 anni) di Piove diSacco e ieri si sono celebrateanche le esequie di Maria Ber-nardi (88 anni) che viveva aCampo San Martino. Piange ilsuo primo ospite anche la casadi riposo Galvan di Pontelon-go: «Giovedì notte ci ha lascia-to Giovanni Daniele che a finemaggio avrebbe compiuto 102anni ed era risultato positivo -spiega il sindaco RobertoFranco - Gli altri 10 ospiti con-tagiati sono stabili, restano inosservazione e non presenta-no criticità sanitarie».

Andrea Pistore© RIPRODUZIONE RISERVATA

PADOVA Superata quota mille:è il dato, felice, dei «negativiz-zati» padovani. Continua len-to ma costante il migliora-mento in tutto il territorio eu-ganeo del contagio da corona-virus. Nonostante la Regioneda ieri fornisca solo il bolletti-no della mattina, già alle 8 eralampante un dato: i casi dipersone non più positive sonosaliti a 1075, a cui si devonoaggiungere i 75 del cluster diVo’. Nelle terapie intensive inumeri permangono confor-tanti: quella di Cittadella si èpraticamente svuotata (2 de-genti), restano ricoverate 17persone in Azienda Ospeda-liera e 7 a Schiavonia. I pazien-ti non in area critica si attesta-no sui 200.Sul fronte dei decessi, sono

mancati un ospite alla casa diriposo di Pontelongo e 2 per-sone negli ospedali. Le resi-denze per anziani rimangonosotto la lente d’ingrandimen-to, in primis la difficile situa-zione alla Suore diMaria Bam-bina in via San Massimo. Lemorti riconducibili a Covid-19nella struttura non sono maistate ufficializzate, anche sealmeno 7 lutti sono attribuibi-li a donne che erano risultatepositive. I timori sono stati av-valorati anche dal nipote diuna degente: «Per diversigiorni non ho avuto notizie dimia zia. C’è stato un ritardonei tamponi e nelle comuni-cazioni». E a confermare ilquadro c’è anche una letterafirmata da monsignor Giulia-no Zatti, vicario della diocesi,che lo scorso 10 aprile avevainvitato le parrocchie a lancia-re il messaggio che servivanooss e infermieri data la «pre-occupante» situazione: «Ilpersonale si è trovato dram-maticamente ridotto di nume-ro creando disagio alla gestio-

PADOVAE sonomille. A distan-za di 35 anni dal primo tra-pianto di cuore in Italia, ese-guito a Padova dal professorVincenzo Gallucci il 14 no-vembre 1985, giovedì l’Azien-da ospedaliera ha festeggiatoil millesimo intervento: il pa-ziente era un uomo over 50dotato di un supporto mecca-nico che gli ha consentito disopravvivere fino alla salaoperatoria, le mani che lohanno salvato sono quelle delcapo-équipe Gino Gerosa edei colleghi Giuseppe Tosca-no, Antonio Gambino, EnzoTarzia, Roberto Bianco e Gior-gio Pittarello. «È stato un in-tervento complesso, che ha ri-chiesto alcune ore di lavoro -commenta Gerosa, direttoredel centro di cardiochirurgia“Gallucci” -. Ora seguiremo ildecorso post-operatorio pervalutare l’adattamento del

cuore trapiantato».Gerosa ammette che «ren-

dersi conto dell’eredità rac-colta in tanti anni di lavoro èstato emozionante» e raccon-ta che «dal punto di vista dellatecnica chirurgica è cambiatopoco. In passato il numero deidonatori era più alto, perché

c’erano più morti cerebrali le-gate al mancato uso di caschie cinture di sicurezza: all’epo-ca di Gallucci l’età media deidonatori era inferiore ai 17 an-ni, oggi è superiore ai 55. Nel1995 poi ci fu l’effetto Green,dal nome della famiglia ame-ricana che donò gli organi del

[email protected]

NUMERI UTILI Comune 0498205111Provincia 0498201111Polizia 0498205100Ospedali 0498211111

GuardiaMedica 0498216860ProntoSoccorso 0498212861CroceRossa 0498077640CroceVerde 0498033333

CroceBianca 0499003224 FARMACIEGuadalupi 049680554Com.S.Bellino 049614044

ne. L’invito ai parroci, soste-nuto dal vescovo Claudio, èquello di farsi portavoce diquesto problema con operato-ri socio sanitari o infermieri inpensione che volessero ren-dersi disponibili a dare unamano». Nella struttura per si-gnore sono risultate positive

L’altro fronte in cittàBuone notizie dall’IraIl sindacato: miglioranodipendenti e ospiticontagiati

Tra le vittimeLucianoScapoloLuciano, 76 diArsego, e MariaBernardi (88anni) cheviveva aCampo SanMartino, mortanei giorni scorsi

Mille trapianti di cuore, da Gallucci a GerosaCardiochirurgia festeggiaunostoricotraguardo. Ildirettore:«Dopo35anni,èemozionante»

figlio ucciso in Calabria: quel-l’anno a Padova ci fu un re-cord di 55 trapianti, poi scesia una media di 20-25 all’annodal 2000 e risaliti a 40 dal2016». Donatori meno giovanivuol dire anche cuori più de-teriorati: «Per quanto riguar-da il profilo clinico le dona-zioni sono peggiorate, ma perfortuna la tecnologia ci per-mette di prelevare anche or-gani che in passato nonavremmo usato. Un’altra dif-ferenza - dice Gerosa - è cheuna volta il cuore veniva mes-so in un freezer dove potevaresistere al massimo per 6ore, mentre oggi c’è una mac-china che protegge il cuoreespiantato per più di 6 ore.Nel triennio 2017-19 abbiamoeseguito cento trapianti, al-ternandoci al Niguarda comeprimo centro italiano. Inoltre,il nostro centro ha impiantato

177 cuori artificiali contro i129 del San Raffaele e i 126 delNiguarda, ricevendomolti pa-zienti da fuori regione».I cuori trapiantati possono

battere ancora a lungo: Gero-sa assicura che «a dieci annidall’intervento, il 50% dei pa-zienti sono ancora vivi e il 90%torna ad avere una vita eccel-lente, per poi subire le com-plicanze legate alle terapieimmunosoppressive».Il coronavirus ha rallentato

le attività, ma non le ha fer-mate: «Abbiamo dovuto so-spendere gli interventi chi-rurgici programmati per libe-rare posti letto, e quindi oraeseguiamo solo quelli diemergenza - conclude Gerosa-. Nel caso dell’ultimo tra-pianto donatore e riceventeerano entrambi negativi,quindi abbiamo potuto inter-venire senza le protezioni chesi rendono necessarie quandoquesta informazione è scono-sciuta».

Alessandro Macciò© RIPRODUZIONE RISERVATA

37 ospiti e anche l’unica dotto-ressa che lavora all’interno èfinita in quarantena.Sembra invece drastica-

mente migliorata la situazio-ne all’AltaVita Ira di Padovacome spiegano i sindacati:«Dopo settimane di paura calala tensione - dicono Fp Cigl Ci-

LuminariA sinistra GinoGerosa, sopral’equipe diVincenzoGallucci in unafoto dell’epoca

Le cifre

«In Aziendaospedaliera59 casi, ottosono i medici»

PADOVA«Dal 21 febbraioabbiamo eseguito 94.170tamponi dei quali 4.522sono risultati positivi. Di7.500 dipendenti 137 sonostati contagiati». I numerisono quelli dell’AziendaOspedaliera di Padovaforniti dal direttoresanitario Daniele Donato:«I casi confermati sono 59tra cui otto medici, ottospecializzandi, 18infermieri, 16 Oss. Altri 16,asintomatici, sono statiintercettati grazie alloscreening e messi inquarantena a casa: nonsapevano di essere staticontagiati. Continueremola sorveglianza suglioperatori che lavorano inarea Covid ogni 10 giorni esugli altri ogni 20». Ildirettore generale LucianoFiori ha poi spiegato:«Abbiamo ricevuto 4milioni di euro indonazioni, 30milamascherine chirurgiche,guanti, calzari, camici,2500 chili di frutta per ireparti, focacce, colombe,orchidee per il centrotrasfusionale e uova diPasqua tra cui uno di 10chili dato alla terapiaintensiva. La situazionegenerale miglioreràancora». (a.pist.)

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Il primato

● Il centro dicardiochirurgiadell’ospedale diPadova haraggiunto imille trapiantidi cuore dalprimointervento, chefu il primo inassoluto inItalia

● Lo eseguìnel novembredell’85 ilprofessoreVincenzoGallucci afavore di IlarioLazzari,falegname diVigonovo

Mascherine e alcol dai massoni padovani●La Gran Loggia d’Italia

PADOVA Mascherine, alcol, gel igienizzantee tute sterili. Anche i massoni danno ilcontributo alla lotta contro il coronavirusdonandomateriale per la protezioneindividuale a medici, operatori e pazientidello Iov. L’iniziativa è della Gran Loggiad’Italia ed è stata resa pubblica in una nota:caso, se non inedito, almeno raro. Lasomma per acquistare il materiale è stataraccolta tra le logge della provincia

padovana che hanno risposto all’appellolanciato dal Grande Ispettore provincialeMassimiliano Sigolo. «La solidarietà e lafratellanza universale sono innate neimassoni - afferma - e noi, non solo comeappartenenti alla Gran Loggia d’Italia maanche come cittadini, abbiamo deciso dirivolgerci ai pazienti oncologici che oggirischiano più di altri». (r.pol.)

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