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Alberto Bertini

Geologia del territorio di Ostuni

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Aracne editrice

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I edizione: settembre

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Indice

Capitolo IPiattaforme periadriatiche: la Puglia

.. Calcare di Altamura (Santoniano–Campaniano inferiore), – .. Cal-care di Ostuni (Campaniano superiore–Maastrichtiano), – ... In-terazioni tra il Calcare di Altamura e il Calcare di Ostuni, – .. Cal-care di Caranna (Campaniano superiore–Maastrichtiano), – .. Lerudiste, .

Capitolo IICenni sull’era terziaria in Puglia

Capitolo IIIIl Quaternario

.. Il Pleistocene e la Calcarenite di Gravina, .

Capitolo IVI fossili delle calcareniti

.. Lamellibranchi, – ... Pecten, – ... Chlamys, – ... Ostrea, – ... Mythilus, – ... Cardium, – ... Arctica islandica, –... Scafopodi, – ... Crostacei, – ... Echinodermi, – ... Bra-chiopodi, – .. Altre formazioni quaternarie pugliesi, – ... Depositimarini terrazzati, .

Capitolo VGeomorfologia

.. L’Olocene, – ... Le dune costiere (eolianiti), – ... Relazioni tratettonica e eolianiti (santuario di San Biagio), – ... Terrazzi marini, –... Le lame, .

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Indice

Capitolo VILe grotte e i fenomeni carsici

.. Sorgenti, – .. Le terre rosse, – .. Carsismo, – .. Le co-ste, – .. Fenomeni di erosione marina, – ... Solchi di battente, – ... Grotte marine, – ... Archi naturali, – ... Faraglioni, – ... Scogli, – ... Marmitte e vaschette, – ... Pinnacoli, –.. Tsunami e tempeste, .

Conclusioni

Bibliografia

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Capitolo I

Piattaforme periadriatiche: la Puglia

Con il termine “regione periadriatica” si intendono le aree che cir-condano l’attuale Mar Adriatico ed in particolare la quasi totalità delterritorio italiano della Slovenia e della Croazia. Per arrivare alla de-scrizione geologica di questa estesa area bisogna partire dalla finedel Triassico, quando esisteva un’unica grande piattaforma di ma-re poco profondo in cui prevalevano le facies di tipo peritidale. Inparticolare durante il Norico ed il Retico esisteva un ampia zona asedimentazione carbonatica, oggi corrispondente ai depositi della Do-lomia Principale, in cui erano ubicati piccoli bacini più profondi nellazona delle attuali Marche, Lombardia, Mar Ligure, Calabria e Basili-cata. Durante il periodo geologico compreso tra il Lias ed il Dogger(Giurassico) ed il Cretaceo inferiore inizia il collasso della piattafor-ma carbonatica: si apre un bacino sotto il Mar Adriatico, nella zonaabruzzese–marchigiana che continua verso nord fino a comprendereil Bellunese, il Friuli, la Slovenia e la Croazia e parte della Lombardia(Bacino Lombardo). Lo smembramento della piattaforma ad opera diquesti bacini porta alla formazione di piattaforme isolate di dimensioniminori: si delineano così la Piattaforma Adriatica–Dinarica (Veneto,Friuli, Slovenia e Croazia), la Piattaforma Appenninica (Lazio, Abruz-zo e Campania) e la Piattaforma Apula (Puglia e Basilicata) su cui sidepositano i calcari cretacei che affiorano nella zona di Ostuni. Que-st’ultima è stata spesso considerata come sinonimo di Placca Adriaticao Adria, con il risultato di aver creato confusione nella definizione deidomini delle due entità strutturali: Bosellini () ne fornisce unadettagliata descrizione, considerando Adria una porzione di litosfera(crosta e mantello superiore), un vero e proprio promontorio saldatoalla placca africana, con vari domini paleogeografici comprendentiaree di terraferma, lagune, piattaforme, piane tidali, mare più profon-

. Peritidale: fascia batimetrica legata alle variazioni dell’alta e della bassa marea.

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Geologia del territorio di Ostuni

do, ecc. Con il termine Apulia viene considerata invece la piattaformacarbonatica di età giurassico–cretacica depostasi in acque poco profon-de ed appartenente ad Adria: a differenza del Gargano e della Maiella,dove il contatto tra facies di piattaforma e di bacino è osservabile sullaterraferma, nella zona pugliese i bordi della piattaforma sono sepolti enon sono osservabili in affioramento. In particolare la scarpata orien-tale di Apulia si trova tra circa e chilometri al largo delle coste(Bosellini et al., ): nella zona al largo di Brindisi, in corrispondenzadella zona ostunese, il pendio sottomarino presenta una netta rien-tranza interpretata come un piccolo bacino tettonico a cui è stato datoil nome di Rosaria Mare, sviluppatosi a partire dal Cretaceo superioreed attivo, probabilmente, fino all’Eocene.

Secondo studi recenti (Felici et al., ) Adria e Apulia sarebberodue placche separate tra loro da un margine trasforme individuatogià a livello della litosfera: il limite corrisponderebbe alla fascia inten-samente deformata ubicata nella zona del Gargano. Il promontoriopugliese è infatti attraversato da una linea tettonica che in terraferma

Figura .. Da Funiciello et al., (modificato).

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prende il nome di faglia di Mattinata (Fig. .) e prosegue sotto il MarAdriatico con la cosiddetta Lina di Gondola: in questa fascia potrebbeessere avvenuto “svincolo” tra la placca Apula e quella Adriatica, evi-tando la sovrapposizione tra quest’ultima ed il continente euroasiaticose le due placche fossero state unite in un’unica unità strutturale.

Lo spessore totale dei depositi di acque poco profonde della Piatta-forma Apula raggiunge circa i – chilometri e comprende sedimentiche hanno un’età variabile dal Triassico al Miocene, poggianti suun Basamento Cristallino precambriano dello spessore di circa chilometri giacente sotto l’area adriatica (Fig. .). Nel Permiano su-periore e all’inizio del Triassico è stata evidenziata in perforazioniche hanno interessato le Murge una serie terrigena, spessa circa unchilometro, corrispondente al Verrucano, con clasti che derivano dalleprime fasi tettoniche legate all’apertura iniziale della Tetide. I caro-taggi “onshore” e “offshore” effettuati in questi ultimi decenni hannopermesso di ricostruire una grande piattaforma in cui si depositava laDolomia Principale del Norico e le Anidriti di Burano, formazioni diacque basse con frequenti episodi evaporitici. Nel Giurassico inferiore(Hettangiano) inizia la sedimentazione carbonatica che porterà allaformazione della grande piattaforma pugliese, con episodi tettonicitestimoniati dalla presenza di faglie estensionali. Durante il Cenoma-niano–Turoniano si assiste ad un’interruzione della sedimentazionecarbonatica come dimostrano i livelli di bauxite legati ad emersionedi intere porzioni della piattaforma e la presenza di megabrecce. Conil Cretaceo medio–superiore iniziano i movimenti della placca con-tinentale africana che, nel suo moto verso nord est, si scontra conEurasia: dalla convergenza delle due grandi placche inizia una nuovastoria per il territorio italiano, con la nascita degli Appennini e delle

Figura .. Sezione geologica attraverso la Puglia con la Piattaforma Apula inevidenza. Da Pieri et al., .

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Alpi. A partire dal Campaniano fino al Paleocene inferiore ripartela sedimentazione carbonatica, anche se la microplacca Apula nonpresenta più quei caratteri di uniformità che l’avevano caratterizzataprecedentemente; la frammentazione di Apulia porta infatti alla for-mazione di domini diversi, con frequenti episodi di emersione seguitida erosione: su queste terre emerse si muovevano i dinosauri le cuiimpronte rappresentano una testimonianza paleoambientale di note-vole importanza. Grazie alla scoperta di numerosi siti con improntedi dinosauri (Dolomiti, Friuli, Slovenia, Croazia, Appennino centralee meridionale, Puglia) avvenuta nel corso degli ultimi decenni, oggisi tende infatti a modificare l’idea che l’ambiente delle piattaformeperiadriatiche corrispondesse a zone francamente marine, simili al-le attuali Bahamas. Le numerose piste di animali vertebrati terrestrifanno infatti propendere per un zona simile all’attuale Messico conla penisola dello Yucatan o la Florida, con piattaforme collegate stabil-mente a zone continentali con frequenti episodi di emersione: moltosignificativo a questo proposito è il deposito di Cava Pontrelli, neipressi di Altamura, dove le impronte sono conservate nel Calcare diAltamura.

Figura .. Da Pieri et al., .

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Figura .. Schema stratigrafico del Cretaceo.

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Geologia del territorio di Ostuni

I calcari cretacei pugliesi, che costituiscono l’ossatura principaledelle Murge ostunesi, sono stati suddivisi in più unità: il Calcare di Al-tamura, il Calcare di Ostuni ed il Calcare di Caranna. Nell’area di Ostuninon affiora il Calcare di Bari, una formazione databile al Giurassicosuperiore — Turoniano che possiede uno spessore di circa . metried affiora più a nord dell’area in esame. Il passaggio ai soprastanticalcari di Altamura è segnato da una notevole lacuna stratigrafica inter-pretata come una probabile fase erosiva legata ad emersione: l’ultimaparte del Calcare di Bari è rappresentata da un livello, chiamato Sanni-candro, di età varabile dal Cenomaniano al Turoniano, costituito dacalcari ricchi in rudiste (Sauvagesia e caprinidi).

.. Calcare di Altamura (Santoniano–Campaniano inferiore)

Affiora in aree molto estese dell’altipiano murgiano dove frequente-mente ne forma la sommità. Si tratta di calcari biancastri o marroncinicon tessitura variabile da wackestone a packstone (Luperto Sinni &Borgomano, ): la parte inferiore del Calcare di Altamura è costi-tuita anche da microbrecce e calcari arrossati con strutture a “occhiod’uccello” (birdeyes) e mud—crack (In letteratura questa facies è statadenominata membro a loferiti). Sono frequenti rudiste appartenentiai seguenti generi: Biradiolites, Medeella, Radiolites e Hippurites. Nelterritorio ostunese affiora la parte alta della formazione cretacica,in particolare un membro a stromatoliti e laminiti criptoalgali ed ilMembro a Gorjanovicia, un genere di rudiste attribuibili al Campa-niano superiore: sono presenti anche rudiste dei generi Hippurites eBournonia (Luperto Sinni & Borgomano, ). L’ambiente di sedi-mentazione riferibile alla prima facies era costituito dalla parte internadella piattaforma carbonatica cretacica, poco favorevole per la crescita

. Wackestone: roccia carbonatica in cui i grani occupano più del % del volume esono immersi in un fango calcitico (matrice)

. Packstone: roccia carbonatica in cui i grani, sostenuti da matrice calcitica, sono acontatto tra loro.

. Loferiti: descritte per la prima volta nel , queste strutture devono il loro nomealla località di Lofer (Austria) e comprendono rocce con lamine algali e strutture dadisseccamento

. Stromatoliti: strutture sedimentarie derivate dalla interazione tra organismi (batteried alghe cianoficee) e particelle depositate sul fondo marino.

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dei banchi di rudiste. Il secondo membro, costituito da alternanze dilivelli a rudiste, foraminiferi bentonici, laminiti criptoalgali e livelli bio-turbati, rappresenta invece un ambiente caratterizzato da condizioniidrodinamiche più favorevoli per la crescita di banchi a rudiste, tipicosempre della zona interna di una grande piattaforma interessata damaree e solo raramente raggiunta da eventi particolarmente violenti.

Nella zona di Ostuni affioramenti significativi si hanno nella cava diSanta Fara, lungo la s.s. che porta a Fasano, lungo la Strada dei Colli,nei pressi dei Santuari di Sant’Oronzo e San Biagio ed in numerosealtre località in corrispondenza di trincee stradali: Angela Laviano() segnala il ritrovamento di una nuova specie di rudiste per laPuglia, Gorjanovicia campobassoi, avvenuto in una trincea ferroviarianei pressi della stazione ferroviaria di Ostuni. Nel l’autrice de-scrive affioramenti del Calcare di Altamura nei pressi della ferrovia diOstuni e Masseria Airoldi (Biradiolarites, Gorjanovicia), lungo la Stradadei Colli (Hippurites, Gorjanovicia, Sauvagesia) e in località MasseriaGorgognolo dove affiora la parte alta del Calcare di Altamura. Si devealla ricercatrice italiana anche il ritrovamento, avvenuto nel , diuna nuova specie di rudista appartenente al gruppo radiolitidi: inonore della città bianca in quanto rinvenuta nei pressi della MasseriaPizzicucco, è stata chiamata Paronella ostunensis.

L’analisi sedimentologica ed il ritrovamento di rudiste indica unafase tettonica distensiva avvenuta nel Campaniano inferiore durante laquale la piattaforma carbonatica di acque basse si disarticola e subisceuno sprofondamento anche se non vengono esclusi movimenti eusta-tici del mare. Si vennero a creare zone di alto strutturale, i cosiddettiHorst, con orientazione nord ovest–sud est, sui margini dei quali sicrearono le condizioni ambientali idonee per la crescita di scogliere arudiste che potevano accrescersi anche verso le zone di scarpata.