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Anno 30, n° 6, Dicembre 2016 1 Trapianto del microbiota fecale (FMT) in 16 cani affetti da IBD idiopatica Il trapianto del microbiota fecale (FMT) è un trattamento medico non far- macologico in fase sperimentale, finalizzato a ripristinare una diversità fi- logenetica nel microbiota. In medicina umana è ormai consolidato l’impie- go del FMT per trattare infezioni ricorrenti da Clostridium difficile (RCDI). In medicina veterinaria il FMT è stato recentemente impiegato per trattare una serie di patologie gastrointestinali, non responsive alle comuni terapie me- diche, quali IBD idiopatica ( inflammatory bowel disease, malattia infiammatoria intestinale), enteropatie croniche, colite cronica e infezioni gastrointestina- li da Clostridium perfringes. L’obiettivo del nostro studio è stato quello di eseguire il trapianto fecale del microbiota in 16 cani affetti da IBD idiopati- ca non responsiva alle comuni terapie, valutando la risposta clinica, trami- te indice di classificazione CCECAI, con un follow-up a 1 mese e 3 mesi. In questo lavoro sono inseriti 16 cani affetti da IBD idiopatica non respon- siva alle comuni terapie; 9 soggetti sono stati sottoposti a trapianto con emul- sione fresca eseguito per via endoscopica, di questi il 55,5% ha ricevuto anche il trapianto per via orale. Per 7 pazienti è stato eseguito solamente il trapianto per via orale mediante l’uso di capsule congelate. I dati evidenziano miglioramento clinico nella maggior parte dei pazienti sia dopo il trapianto eseguito per via orale che per via endoscopica. La mancanza di una com- pleta valutazione del microbiota tramite tecnica di pirosequenziamento e l’as- senza di un gruppo di controllo rappresentano i due principali limiti di que- sto lavoro. Ciò nonostante il trapianto fecale appare una concreta e pro- mettente possibilità di trattamento palliativo delle IBD idiopatiche, non re- sponsive alle comuni terapie, meritevole di ulteriori studi ed approfondimenti. Enrico Bottero 1 Med Vet Elena Benvenuti 2* Med Vet Pietro Ruggiero 2 Med Vet 1 Poliambulatorio Veterinario Argentina, via Levà 58, Taggia (IM) 2 Centro Veterinario Specialistico, via Sandro Giovannini 51, Roma * Corresponding Author ([email protected]) Ricevuto: 06/02/2016 - Accettato: 02/11/2016 INTRODUZIONE In medicina umana è ormai consolidato il ruolo fon- damentale che riveste il microbiota intestinale nella re- golazione del metabolismo, nel funzionamento del sistema immunitario e nel mantenimento dell’omeo- stasi intestinale 1,2,3 . Riconoscere che il microbiota ga- strointestinale (GI) è strettamente coinvolto nel benessere dell’ospite, ha portato all’idea di manipolare i microorganismi intestinali per migliorare la salute. Il trapianto del microbiota fecale (FMT) o batteriotera- pia fecale, è un trattamento medico non farmacologico in fase sperimentale finalizzato a questo scopo. In que- sta procedura il materiale fecale, contenente il micro- biota dell’intestino distale, viene trasferito da un dona- tore sano a un paziente malato 1,2,4 . Uno dei principali obiettivi del trapianto fecale è ripristinare una diversità filogenetica nel microbiota, la cui alterazione è fattore causativo o con-causativo di patologia enterica. In me- dicina umana è consolidato l’impiego del FMT per trat- tare infezioni ricorrenti da Clostridium difficile (RCDI) Il FMT in medicina umana è ormai una pratica consolidata per ripristinare la diversità filogene- tica del microbiota intestinale.

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Trapianto del microbiotafecale (FMT) in 16 cani affetti da IBD idiopatica

Il trapianto del microbiota fecale (FMT) è un trattamento medico non far-macologico in fase sperimentale, finalizzato a ripristinare una diversità fi-logenetica nel microbiota. In medicina umana è ormai consolidato l’impie-go del FMT per trattare infezioni ricorrenti da Clostridium difficile (RCDI). Inmedicina veterinaria il FMT è stato recentemente impiegato per trattare unaserie di patologie gastrointestinali, non responsive alle comuni terapie me-diche, quali IBD idiopatica (inflammatory bowel disease, malattia infiammatoriaintestinale), enteropatie croniche, colite cronica e infezioni gastrointestina-li da Clostridium perfringes. L’obiettivo del nostro studio è stato quello dieseguire il trapianto fecale del microbiota in 16 cani affetti da IBD idiopati-ca non responsiva alle comuni terapie, valutando la risposta clinica, trami-te indice di classificazione CCECAI, con un follow-up a 1 mese e 3 mesi.In questo lavoro sono inseriti 16 cani affetti da IBD idiopatica non respon-siva alle comuni terapie; 9 soggetti sono stati sottoposti a trapianto con emul-sione fresca eseguito per via endoscopica, di questi il 55,5% ha ricevutoanche il trapianto per via orale. Per 7 pazienti è stato eseguito solamenteil trapianto per via orale mediante l’uso di capsule congelate. I dati evidenzianomiglioramento clinico nella maggior parte dei pazienti sia dopo il trapiantoeseguito per via orale che per via endoscopica. La mancanza di una com-pleta valutazione del microbiota tramite tecnica di pirosequenziamento e l’as-senza di un gruppo di controllo rappresentano i due principali limiti di que-sto lavoro. Ciò nonostante il trapianto fecale appare una concreta e pro-mettente possibilità di trattamento palliativo delle IBD idiopatiche, non re-sponsive alle comuni terapie, meritevole di ulteriori studi ed approfondimenti.

Enrico Bottero1

Med Vet

Elena Benvenuti2*

Med Vet

Pietro Ruggiero 2

Med Vet

1Poliambulatorio Veterinario Argentina, via Levà 58, Taggia (IM)2Centro Veterinario Specialistico, via Sandro Giovannini 51, Roma* Corresponding Author ([email protected]) Ricevuto: 06/02/2016 - Accettato: 02/11/2016

INTRODUZIONEIn medicina umana è ormai consolidato il ruolo fon-damentale che riveste il microbiota intestinale nella re-golazione del metabolismo, nel funzionamento delsistema immunitario e nel mantenimento dell’omeo-stasi intestinale1,2,3. Riconoscere che il microbiota ga-strointestinale (GI) è strettamente coinvolto nelbenessere dell’ospite, ha portato all’idea di manipolarei microorganismi intestinali per migliorare la salute. Iltrapianto del microbiota fecale (FMT) o batteriotera-pia fecale, è un trattamento medico non farmacologicoin fase sperimentale finalizzato a questo scopo. In que-sta procedura il materiale fecale, contenente il micro-

biota dell’intestino distale, viene trasferito da un dona-tore sano a un paziente malato1,2,4. Uno dei principaliobiettivi del trapianto fecale è ripristinare una diversitàfilogenetica nel microbiota, la cui alterazione è fattorecausativo o con-causativo di patologia enterica. In me-dicina umana è consolidato l’impiego del FMT per trat-tare infezioni ricorrenti da Clostridium difficile (RCDI)

Il FMT in medicina umana è ormai una praticaconsolidata per ripristinare la diversità filogene-tica del microbiota intestinale.

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con un’efficacia clinica del 90%2,5,6. Inoltre esistono nu-merosi studi sull’efficacia del FMT per trattare patolo-gie legate a disbiosi quali l’IBD (inflammatory boweldisease) idiopatica e la sindrome metabolica1,7,8,9, il dia-bete2,7,9 e l’autismo2,8,9. In medicina veterinaria il FMT èstato recentemente impiegato per trattare una serie dipatologie gastrointestinali, non responsive alle comuniterapie mediche, quali IBD idiopatica, enteropatie cro-niche, colite cronica e infezioni gastrointestinali da Clo-stridium perfringes9,10,11,12,13. Si tratta principalmente di casereport, tratti da abstract di congressi e non da articoliscientifici, in cui a piccoli gruppi di pazienti è stato ese-guito il trapianto mediante clisma nel colon discendentesenza l’ausilio dell’endoscopia. A oggi non esistono in-fatti studi randomizzati riguardo l’impiego del FMT inun numero elevato di pazienti. L’obiettivo del nostrostudio è valutare la risposta e l’efficacia clinica del tra-pianto fecale in corso di IBD idiopatica non respon-siva alle comuni terapie mediche in 16 cani.

MATERIALI E METODIIn questo lavoro sono inseriti 16 cani affetti da IBD idio-patica non responsiva alle comuni terapie. 9 soggetti sonostati sottoposti prima a trapianto per via endoscopica epoi per via orale, mentre nei restanti 7 cani è stato uti-

lizzato unicamente il trapianto per via orale.

Scelta del riceventeIl paziente ricevente il trapianto deve avere un’età su-periore ai 2 anni, manifestare sintomi gastroenterici cro-nici e deve essere stato sottoposto ad esame endosco-pico e istologico del tratto gastroenterico da almeno 1anno. Per ogni paziente inserito nello studio, sono sta-ti valutati i seguenti criteri d’inclusione: Anamnesi clinica remota: definita tramite l’indice di classi-ficazione CCECAI (Canine Chronic Enteropathy Cli-nical Activity Index)15 che è stato valutato al momentodell’esame endoscopico. Analisi di laboratorio: emocromocitometrico, profilo bio-chimico, urine e analisi specifiche per l’apparato ga-stroenterico: TLI (immunoreattività tripsino-simile),folati e cobalamina. Le analisi devono risalire anon più di un mese dall’esecuzione del trapian-to; vengono escluse enteropatie infettive, endo-crinopatie e patologie neoplastiche. Analisi delle feci: viene esclusa la presenza di un’en-teropatia parassitaria eseguendo esame coprolo-

gico su campioni prelevati in 3 gg successivi oppure ese-guendo un trattamento con fenbendazolo a 50 mg/kgSID per 5 gg nei 15 giorni antecedenti al trapianto (Pa-nacur® compresse 250 mg, MSD Animal Health S.r.l. Mi-lano).Anamnesi dietetica: il paziente deve essere stato sottopo-sto ad adeguato trial dietetico (dieta casalinga o com-merciale monoproteica o idrolizzata) per almeno tre set-timane e ne deve essere nota la risposta clinica; sono sta-ti esclusi pazienti affetti da Enteropatia Dieta Respon-siva.Anamnesi farmacologica: il soggetto deve essere stato sot-toposto a trial antibiotico con metronidazolo al dosag-gio di 10 mg/kg/BID (Stomorgyl® compresse, Merial Ita-lia Spa, Padova) e/o tilosina tartrato al dosaggio di 15mg /kg/ BID (Tylan® solubile, Elanco, Firenze) per al-meno 3 settimane e ne deve essere nota la risposta cli-nica. Vengono esclusi i pazienti affetti da Enteropatia An-tibiotico Responsiva. Per i pazienti affetti da IBD idio-patica inseriti nello studio deve essere nota la terapia me-dica immunosoppressiva somministrata (principio atti-vo, dosaggio del farmaco, via di somministrazione e du-rata della terapia) e la conseguente risposta clinica.I soggetti che hanno seguito questo iter clinico e che nonhanno risposto alla terapia rientrano nel novero delle IBDidiopatiche non responsive e rappresentano il campio-ne sottoposto alla prova. I proprietari sono stati infor-mati e hanno dato il consenso all’impiego di questa te-rapia palliativa. I cani riceventi sono stati suddivisi in 4 categorie in baseal peso:A: cani di peso < 10 kg B: cani di peso tra 10 e 20 kgC: cani di peso tra 20 e i 40 kg D: cani di peso > ai 40 kg

Scelta del donatoreIl cane donatore deve avere almeno 6 mesi di età, esse-re in buone condizioni generali, avere un body condi-tion score (BCS) normale ed un normale fecal score. Ognicane donatore è sottoposto a valutazione dell’anamne-si remota e recente. Nell’anamnesi i seguenti segni cli-nici: nausea, disoressia, vomito, diarrea, dimagramento,colica addominale e costipazione non devono supera-re i 5 episodi annui. Nella valutazione soggettiva del pro-prietario tali manifestazioni devono essere considerateinusuali e non devono interessare gli ultimi sei mesi. Sono stati esclusi i soggetti affetti da malattie croniche

I pazienti candidati per il FMT sono cani di almenodue anni di età affetti da IBD idiopatica non re-sponsiva alle comuni terapie, sottoposti a esameendoscopico e istologico da almeno un anno.

I cani donatori sono stati selezionati dopo accu-rata visita clinica, attenta valutazione anamnesticarecente e remota, e approfonditi esami emato-logici e fecali.

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metaboliche, endocrine e oncologiche (sindrome me-tabolica, diabete, Cushing etc...) e i soggetti con malat-tie autoimmuni (atopia, anemia, lupus etc...) e/o aller-giche. I donatori non devono avere legami di parente-la con il ricevente e non devono essere stati sottopostia nessun tipo di terapia medica, antibiotica o integrati-va negli ultimi 3 mesi. Inoltre devono presentare nor-mali analisi di laboratorio di base (emocromo, profilo bio-chimico, elettroforesi, esame urine) e di funzionalità ga-stro-enterica (TLI, folati, cobalamina, lipasi pancreati-ca specifica). Tutti i cani donatori sono stati svermina-ti con fenbendazolo 50 mg/kg SID per 5 giorni (Pana-cur® compresse 250 mg, MSD Animal Health S.r.l. Mi-lano) almeno 1 volta negli ultimi 3 mesi e sono risulta-ti negativi all’esame parassitologico delle feci (eseguitosulle feci di tre giorni consecutivi e da meno di 15 gg dal-l’esecuzione del trapianto) ed al test Elisa per Giardia spp.Il donatore è sottoposto a esame colturale fecale nel meseprecedente al trapianto e deve risultare negativo per Sal-monella, Campylobacter spp, Clostridium difficile e Clostridiumperfringens. Il donatore deve essere alimentato con la stes-sa dieta da almeno 3 mesi e vengono esclusi i pazientialimentati con diete crude. I cani donatori sono stati suddivisi in 4 categorie in baseal peso (A: cani < 10 kg, B: cani tra 10 e 20 kg, C: canidi peso tra 20 e i 40 kg, D: cani di peso > ai 40 kg). Ognicane è stato utilizzato come donatore solo per i cani ri-ceventi appartenenti alla stessa categoria di peso.Sono state ulteriormente individuate delle categorie pre-ferenziali, ma non discriminanti per scegliere i donato-ri. Il soggetto donatore dovrebbe provenire dalla stes-sa regione geografica del ricevente, dovrebbe apparte-nere alla stessa razza del ricevente, dovrebbe essere ali-mentato con medesima tipologia alimentare del ricevente,dovrebbe avere proprietari affidabili e attendibili e do-vrebbe abitare in una zona comoda per la consegna edeventuale stoccaggio del materiale fecale da parte del ve-terinario.

Preparazione del materiale per il trapiantoLe feci del donatore vengono prelevate entro trenta mi-nuti dalla defecazione, riposte in un recipiente ermeti-co e refrigerate a 3 °C se la temperatura esterna è mag-giore di 25 gradi. Per il trapianto per via endoscopical’emulsione fecale deve essere preparata entro sei ore dal-la raccolta ed entro 12 ore deve avvenire il trapianto.Per ogni categoria di peso sono impiegati:Categoria A e B: da 60 a 80 g di feci fresche;Categoria C e D: 100-150 g di feci fresche.Per ogni paziente le feci sono state amalgamate con 75-100 ml (categoria A e B) o 150-200 ml (categoria C e D)di soluzione fisiologica (Sodio cloruro 0,9%®, Eurospital,Trieste) e 50-75 ml di soluzione di arricchimento (yo-gurt magro)10. Dopo aver frullato il tutto a minima ve-

locità (Innoliving - Innofit, 250 W), l’emulsione è statafiltrata con un passino a trama sottile (Figura 1) ottenendouna soluzione in volume variabile da 100 a 250 ml che

Figura 1 - Preparazione dell’emulsione fecale. Dopo aver frullato l’emulsionedel materiale fecale si esegue il processo di filtrazione tramite un passino atrama sottile.

Figura 2 - Preparazione del trapianto per via orale. Dopo aver frullato e fil-trato l’emulsione fecale, mediante siringa viene inserita la soluzione in un sac-chetto di plastica per formare cubetti di ghiaccio.

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corrispondono a circa 10 ml/kg di soluzione fecale perpaziente.

Preparazione dell’emulsione fecale da sottoporre acongelamento per il trapianto per via oralePer i soggetti riceventi, appartenenti alla categoria A eB, 100 g di feci sono emulsionate entro sei ore dalla rac-colta, con 200 ml di soluzione fisiologica tiepida, men-

tre per i soggetti appartenenti alla categoria C e D 100g di feci vengono emulsionati con 100 ml di soluzionefisiologica; i due componenti vengono amalga-mati manualmente mediante un cucchiaio di le-gno. Poi il materiale è stato frullato a minima ve-locità mediante frullatore elettrico (Innoliving -Innofit, 250 W) per 2-3 minuti. Il contenuto delfrullatore viene passato attraverso colino a trama

fine e raccolto in un contenitore. Da questo contenito-re, mediante siringa a becco largo, è stato aspirato il ma-teriale emulsionato di consistenza semiliquida che vie-ne inserito in un sacchettino per cubetti di ghiaccio (Fi-gura 2). In ogni porzione sono contenuti circa 1,5 g dimateriale fecale per i soggetti della categoria A e B e cir-ca 3 g di feci per le categorie C e D.

Esecuzione del trapianto per via endoscopicaIl paziente, prima del trapianto, è stato sottoposto a di-giuno di 24 ore da cibo e di 6 ore da liquidi.L’esame endoscopico è stato eseguito con paziente inanestesia generale inalatoria, posto in decubito lateralesinistro; dopo una valutazione macroscopica della mu-cosa, viene eseguito un lavaggio con soluzione fisiolo-gica tiepida prima nel duodeno e, nei pazienti oppor-tunamente preparati, anche nell’ileo e nel colon.

Sono stati utilizzati rispettivamente: da 40 a 100 ml peril duodeno, da 30 a 60 ml per l’ileo e da 60 ml a 120 mlper il colon in base al peso del soggetto ricevente10,11. Illavaggio viene eseguito, nell’arco di 10-15 minuti, a pres-sione, tramite sacca per infusione (spremisacca a pres-sione, sacche da 1 l, Alcyon, Marene, CN) collegata me-diante deflussore al canale di lavoro dell’endoscopio. Afine lavaggio del colon è stato eseguito il trapianto a li-vello duodenale. L’emulsione fecale contenuta in sirin-ga da 60 ml è stata inserita sul canale di lavoro e il ma-teriale distribuito in maniera omogenea, partendo dal-le porzioni duodenali più distali raggiungibili (Figura 3).Dopo il trapianto duodenale, quando possibile, è statoeseguito il trapianto anche a livello dell’ileo e del colon(Figura 4). A fine trapianto il paziente viene mantenuto in aneste-sia ancora per 15 minuti con concentrazioni di aneste-tico inalatorio minime (MAC per isoflurano 0,8-0,6) manmano decrescenti, non essendo a questo punto più pre-senti stimolazioni.Dopo il risveglio il paziente viene mantenuto sotto con-trollo medico, in ricovero per 2-4 ore, prima di esserericonsegnato ai proprietari. Nelle 48 ore successive al tra-pianto viene richiesto al proprietario di valutare lo sta-to generale ed il comportamento del paziente. Questainiziale valutazione di follow up è stata categorizzata in3 classi di andamento:1: Soggetto in buone condizioni (normale per com-portamento e attitudine). La defecazione si presenta comeprima del trapianto o miglioramento nella consistenza

Figura 3 - Paziente sottoposto (caso n° 2) a trapianto fecale per via endo-scopica. Inserimento attraverso il canale operativo dell’endoscopio della so-luzione fecale.

La soluzione per il trapianto è prodotta con fecifresche che sono emulsionate e poi filtrate; peril trapianto orale sono utilizzate capsule conge-late.

Il trapianto eseguito per via endoscopica con-sente di instillare la soluzione contenente il mi-crobiota fecale direttamente nel duodeno e/o nel-l’ileo e nel colon del paziente.

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delle feci. Non si segnalano: vomito, disoressia, colicao altri sintomi gastro-enterici.2: Soggetto non in buone condizioni. Il paziente presentapeggioramento rispetto a prima del trapianto (escludendola ripresa post anestesia): diminuzione della consisten-za delle feci, presenza di sintomi gastro-enterici o di al-tra natura, non riscontrati in precedenza.3: Soggetto in gravi condizioni. Il paziente può presentare:abbattimento, anoressia, grave diarrea e/o disidratazionecon necessità di ricovero e terapia intensiva.Dopo 48-72 ore dall’esecuzione del trapianto i sogget-ti sono stati sottoposti a esame emocromocitometricoe biochimico di base.Dopo 7 giorni dall’esecuzione del trapianto (quando pos-sibile) viene ripetuto l’esame colturale delle feci per esclu-dere la presenza di infezioni batteriche. Dopo una set-timana in 5 pazienti dei 9 sottoposti a trapianto per viaendoscopica, secondo la disponibilità del proprietario,è stato eseguito anche il trapianto per via orale sommi-nistrando materiale fecale congelato proveniente dal me-desimo donatore (Figura 5). Tale materiale viene som-ministrato a giorni alterni nel primo mese e poi ogni 72ore nel secondo e terzo mese.Nei 7 soggetti sottoposti unicamente a trapianto per viaorale la somministrazione avviene ogni 48 ore nel pri-mo mese e poi ogni 72 ore nel secondo e terzo mese.Anche in questi soggetti viene eseguito: follow-up cli-nico ed analisi di laboratorio dopo 48-72 ore dall’iniziodella somministrazione e, quando possibile, l’esame col-turale fecale dopo 7 giorni dalla prima somministrazio-ne per via orale per escludere la presenza d’infezioni bat-teriche. Per la maggior parte dei pazienti inseriti nello stu-dio, si è cercato di non eseguire modifiche della terapiae della dieta in atto ma, nei soggetti in cui sia stato op-portuno eseguire delle variazioni, sono state descritte sin-golarmente. Il follow-up è stato eseguito, per tutti i cani,valutando a distanza di un mese e tre mesi l’indice CCE-

CAI. (Tabella 1 e Tabella 2)

RISULTATI In questo lavoro sono stati inclusi 16 cani, 9 sono sot-toposti a trapianto per via endoscopica e 7 a trapiantoper via orale. I pazienti sottoposti al trapianto endoscopicosono: 4 Pastori tedeschi, 2 Meticci di taglia media, 1 Cor-so, 1 Cocker e 1 Dogo argentino. Tra i cani inseriti ci sono6 maschi, di cui uno castrato e 3 femmine sterilizzate;

l’età media è di 5,4 anni (da 2,5 – 11 anni). In tutti i pa-zienti era presente diarrea (100%) mentre il dimagramentonel 90% dei soggetti, disoressia nel 33,3% e vomito nel22% dei casi. La diagnosi clinica e istologica dei pazientiè stata di IBD idiopatica; l’infiltrato infiammatorio mi-croscopico intestinale riscontrato all’esame istologico eradi tipo linfoplasmocitario in 7 cani, eosinofilico in un casoe linfoplasmocitario e neutrofilico in un soggetto. Il 66%dei cani presentava ipoalbuminemia, in tre casi di gra-do lieve (2,1 g/dl, intervallo di riferimento 2,3-3,9 g/dl).In nessuno dei pazienti inseriti nello studio, era presenteil sospetto di patologie concomitanti come la pancrea-tite. Al momento del trapianto il 55% dei cani era ali-mentato con dieta idrolizzata, il 33% con dieta casalin-ga e il 12% con dieta monoproteica commerciale. Nell’anamnesi farmacologica di tutti i pazienti erano se-gnalati trattamenti con prednisolone (VetSolone® com-presse, Bayer, Milano), nel 55,5% dei casi anche tratta-menti con ciclosporina (Atoplus® capsule, Novartis Ani-

Figura 5 - Trapianto per via orale. Il proprietario può somministrare la capsulacongelata direttamente al paziente oppure associarla al cibo.

Figura 4 - Immagine endoscopica del trapianto fecale. Dopo la-vaggio con soluzione fisiologica instillata tramite il canale opera-tivo dell’endoscopico, si applica a livello dell’ileo l’emulsionefecale.

L’indice di classificazione clinica CCECAI con-sente di caratterizzare i segni clinici digestivi pre-senti e monitorare l’andamento clinico del pa-ziente nel medio e lungo periodo.

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mal Health, Origgio, Va), e nel 12% dei casi budesoni-de (Rafton® capsule, Falk Pharma GmbH, Germania);la terapia con metronidazolo era stata impiegata nel 88%dei soggetti e tutti i pazienti avevano ricevuto anche ti-losina. Al momento dell’esecuzione del trapianto tuttii soggetti erano sottoposti a terapia medica con immu-nosoppressore, con antibiotico (metronidazolo o tilo-sina) o con entrambi.L’indice di classificazione clinica CCECAI valu-tato prima del trapianto, ha mostrato una mediadi punteggio pari a 11,4 che corrisponde a unapatologia di grado severo. I donatori che sono stati impiegati per il trapiantofecale in endoscopia sono rispettivamente: Me-ticcio (in 2 casi), Golden retriver (in 1 caso), Cane da pa-store fonnese (in 4 casi), Cocker (in 1 caso), Setter ir-landese (in 1 caso). Per tutti i pazienti è stata sommini-strata la soluzione fecale per via endoscopica nel duo-deno; nel 44% dei pazienti è stata somministrata solo nelduodeno, nel 44 % dei pazienti nel duodeno, ileo e co-lon e nel 12% nel duodeno e nel colon. La quota di so-luzione fecale è stata suddivisa tra i vari distretti come

descritto in precedenza. Nel primo follow-up post trapianto in un paziente vie-ne riscontrata diarrea. Le analisi eseguite dopo 48-72 ore non hanno eviden-ziato alterazioni; l’esame colturale delle feci, eseguitonell’80% dei cani, non ha evidenziato presenza diagenti patogeni.

La media dei punteggi clinici evidenziati dopo il trapiantosono rispettivamente: CCECAI 7,4 (a 1 mese) e CCE-CAI 7,8 (a tre mesi) (Tabella 1).Il trapianto per via orale, mediante somministrazione dicapsule congelate (Figura 5), è stato eseguito in 7 cani:1 Pastore tedesco, 1 Maremmano, 1 Pinscher, 1 Bassotto,1 Bulldog inglese, 1 Pastore belga e 1 Bolognese. L’etàmedia dei pazienti inseriti è di 6 anni (da 3 -11 anni) e

Tabella 1 (prima parte) - TRAPIANTO ENDOSCOPICONella tabella sono inclusi tutti i pazienti in cui è stato eseguito il trapianto endoscopico

Razza Sesso Età Sintomi G.E. Diagnosi Ipoalbuminemia Terapie Dieta CCECAI(anni) principali eseguite

Pastore m 3 Feci malformate, IBD severa No Dieta idrolizzata, Idrolizzato 12tedesco deficit d’incremento eosinofilica metronidazolo, tilosina,

ponderale prednisolone, azatioprina, ciclosporina

Pastore fs 2,5 Feci diarroiche IBD moderata Si lieve Dieta idrolizzata, Monoproteico 13tedesco dimagramento con metronidazolo, tilosina, commerciale

linfangectasia prednisolone, azatioprina, ciclosporina

Corso m 6 Feci malformate, IBD linfoplasmocitaria No Dieta casalinga, Monoproteico 10dimagramento, e neutrofilica metronidazolo, tilosina, casalinga

disoressia, prurito severa prednisolone, azatioprina, ciclosporina

Pastore fs 6 Diarrea recidivante, IBD Si Metronidazolo, tilosina, Idrolisato 11tedesco dimagramento, prednisolone, ranitidina

disoressia

Pastore mc 11 Diarrea, dimagramento IBD Si Metronidazolo, tilosina, Monoproteica 14tedesco prednisolone, azatioprina, casalinga

ciclosporina, ranitidina

Meticcio m 5 Coliche addominali, IBD Si lieve Metronidazolo, Idrolisato 9media vomito e diarrea budesonide, tilosinataglia recidivanti

Meticcio fs 11 Diarrea, IBD No Tilosina, prednisolone, Monoproteica 12media dimagramento, nausea omeprazolo, probiotico casalingataglia

Cocker m 1,5 Diarrea, IBD Si Metronidazolo, tilosina, Idrolisato, 12dimagramento, coliche prednisolone, ciclosporina, iperdigeribile

ranitidina low fat

Dogo m 3 Diarrea, deficit IBD Si lieve Metronidazolo, tilosina, Idrolisato 10Argentino incremento ponderale, prednisolone, ranitidina

vomito

Il trapianto del microbiota fecale ha l’obiettivo diinserire una nuova popolazione microbica chepossa completare o arricchire il microbiota na-tivo che si presenta alterato o distrutto.

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tra questi 6 sono maschi, di cui uno castrato, e una fem-mina sterilizzata. Tutti i pazienti presentavano diarrea, il 42% dei cani di-soressia, il 42% vomito e il 28% perdita di peso; la dia-gnosi clinica e istologica era stata di IBD idiopatica. L’in-filtrato infiammatorio microscopico riscontrato all’esa-me istologico era di tipo linfoplasmocitario in 4 cani elinfoplasmocitario ed eosinofilico in 3 pazienti; nessunpaziente presentava ipoalbuminemia. In nessuno dei pa-zienti inseriti nello studio, era presente il sospetto di pa-tologie concomitanti come la pancreatite. Per il 42% deicani era impiegata al momento del trapianto una dietaidrolizzata, per il 42% una dieta monoproteica e nel 16%dei casi rispettivamente una dieta iperdigeribile. In tut-ti i pazienti era stata eseguita terapia con metronidazo-lo al quale era stato associato anche prednisolone. Prima del trapianto il CCECAI medio era 8,57.I donatori impiegati per il trapianto per via orale sono:Golden retriever (3 casi), Cane da pastore fonnese (2 casi)e Cocker (2 casi). Dopo 48 ore dall’inizio del trapiantoal primo follow-up nessun paziente ha manifestato ef-fetti collaterali o alterazioni emato-chimiche.A un mese dal trapianto è stata sospesa la terapia far-macologica in 4 pazienti e in due casi è stato continua-to l’antibiotico. Per un paziente (caso numero 3, Tabel-la 2, prima parte) dopo due settimane è stato imple-

mentato il dosaggio della terapia steroidea e sospeso iltrapianto fecale per bocca. Suddetto paziente è stato quin-di escluso dalla valutazione clinica del CCECAI a un mesee tre mesi.

DISCUSSIONEIl trapianto del microbiota fecale, anche conosciuto comebatterioterapia fecale o infusione fecale, è una proceduramedica non farmacologica in fase sperimentale, utiliz-zata come cura compassionevole nei pazienti affetti daenteropatie croniche non responsivi alle comuni terapiefarmacologiche. Questa procedura è stata utilizzata perla prima volta in medicina umana per il trattamento del-la colite pseudomembranosa nel 1958 in 4 pazienti16; men-tre nel 1983 tale procedura fu utilizzata per il trattamentodel Clostridium difficile17. A oggi l’interesse per tale pro-cedura è aumentato, in medicina umana è ormai una pra-tica consolidata per il trattamento del Clostridium diffici-le e in medicina veterinaria se ne sta indagando l’effica-cia in corso di patologie gastrointestinali che non tro-vano risoluzione con le comuni terapie mediche13. A differenza del probiotico il cui principale obiettivo èdi adiuvare il ripristino dell’attività metabolica o immu-nologica del microbiota nativo del soggetto, l’obiettivodel trapianto fecale è quello di introdurre una comuni-tà di microrganismi completa e nuova che bilanci fino

Tabella 1 (seconda parte) - TRAPIANTO ENDOSCOPICO

Donatore Sede Primo Somministrazione Terapia CCECAI CCECAI Variazioni del follow-up per via orale post 1 mese 3 mesi terapeutiche

trapianto post trapianto post trapianto trapianto a un mese48-72 ore

Met, m, 4aa, Duodeno- 1 No Dieta 7 12 No20 kg ileo-colon idrolizzata, tilosina

Met, m, 4aa, Duodeno- 1 No Dieta 5 8 No20 kg ileo-colon casalinga, tilosina

Golden retr, Duodeno- 1 No Dieta 4 8 Cambio dieta fs, 3 aa ileo-colon casalinga, tilosina con idrolizzato

Pastore Duodeno- 1 Si Dieta 7 6 Sterodi a dosaggi sardo, colon casalinga, minimo utile e m, 6 aa tilosina, prednisolone tilosina a gg alteni

Pastore Duodeno 1 Si Prednsiolone, 8 6 Diminuzione sardo, ciclosporina, graduale steroidi m, 6 aa tilosina e ciclosporina

Setter Duodeno 1 Si tilosina, 6 5 Prednisone irlandese prednisolone, probiotici a gg alterni

Pastore Duodeno 1 No tilosina, 12 10 Aggiunta di azatioptina sardo, metronidazolo e probioticom, 6 aa prednisolone

Cocker, Duodeno 2 Si tilosina, 10 10 Ciclosporinaf, 6 mesi omeprazolo

prednisolone

Pastore Duodeno- 1 Si Tilosina e 8 6 Nosardo, ileo-colon Prednisolonem, 6 aa a scalare

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alla sostituzione del microbiota nativo distrutto o alte-rato18. Il meccanismo che sta alla base di questo cam-biamento e che si accompagna anche alla risoluzione deisegni clinici rimane però non del tutto chiarito. Il nostrolavoro si è posto come obiettivo primario la valutazio-ne dell’efficacia clinica del trapianto fecale in corso di IBDidiopatica non responsiva alle comuni terapie nel cane. Nel nostro lavoro sono stati inseriti 16 pazienti affettida IBD non responsiva alla terapia medica; 7 casi sonostati sottoposti a trapianto unicamente per via orale e 9per via endoscopica.Nei pazienti inseriti nello studio la diagnosi era stata ef-fettuata per via endoscopica e istopatologica da alme-no 1 anno; la scelta di un periodo anamnestico così lun-go, pur escludendo i pazienti non responsivi alle comuniterapie anche da meno tempo, consente di includere sog-getti che abbiano fatto un adeguato iter terapeutico. Inol-tre, l’andamento clinico poco soddisfacente di questi pa-zienti ha facilitato e stimolato l’accettazione della pro-cedura di trapianto da parte dei proprietari. Purtropponon è stato possibile includere pazienti sottoposti al me-desimo protocollo terapeutico vista la notevole variabilitànell’uso dei farmaci e d’integratori in corso di IBD; que-sto rappresenta uno dei limiti del nostro studio.Seppur il CCECAI sia un indice di classificazione clinicarelativo al complesso delle enteropatie croniche, gli au-tori hanno preferito la sua valutazione a quella del CIB-DAI (Canine Inflammatory Bowel Disease Activity In-dex)14, indice creato da Jergens nel 2003 per classiffica-re l’IBD. Secondo gli autori il CCECAI risulta più com-

pleto e idoneo per caratterizzare i segni clinici ed il fol-low-up sia a medio che a lungo termine.Tutti i parametri valutati hanno rilevato un miglioramentocomplessivo della condizione clinica nei soggetti sot-toposti a trapianto sia endoscopico che per via orale. Nel gruppo del trapianto endoscopico, dopo 3 mesi, soloun paziente (caso 1, Tabella 1, prima parte) manifesta unacondizione insoddisfacente con un punteggio CCECAIsovrapponibile a quello iniziale mentre in un altro caso (caso7, Tabella 1, prima parte) si è evidenziato miglioramen-to clinico solo dopo 40 giorni dal trapianto. Questo dato è spiegabile sia come fatto casuale, sia comefisiologico andamento altalenante delle malattie in-fiammatorie croniche, ma potrebbe anche essere correlatoa una risposta solo parziale al trapianto eseguito per viaendoscopica. A favore di questa ipotesi va sottolineatoche entrambi i soggetti non sono stati sottoposti a suc-cessivo trapianto per via orale. Un’ulteriore ipotesi è chei casi di IBD idiopatica più gravi rispondano peggio altrapianto fecale. Anche in medicina umana, in alcuni la-vori19,20, la risposta al trapianto nei pazienti con IBD idio-patica di grado moderato è migliore rispetto ai casi di IBDidiopatica grave e in una serie di 5 casi19 solo un paziente,con condizione di partenza meno grave degli altri, ma-nifesta una buona risposta al trapianto per almeno 3 mesi.È interessante notare che, anche nel gruppo di cani sot-toposti unicamente a trapianto per via orale, due soggetti(caso 1 e caso 4, Tabella 2, prima parte), partiti con in-dice CCECAI maggiore, abbiano a tre mesi una diffe-rente risposta clinica: ottima nel primo caso, moderata

Tabella 2 (prima parte) - TRAPIANTO PER VIA ORALESono inclusi nella tabella i pazienti che sono stati sottoposti esclusivamente al trapianto per via orale

Razza Sesso Età Sintomi G.E. Diagnosi Ipoalbuminemia Terapie Dieta CCECAI(anni) principali eseguite

Maremmano fs 7 Feci malformate, IBD lpc e No Dieta monoproteica, Monoproteico 11perdita di peso, esosinofilica metronidazolo, commerciale

disoressia, vomito severa tilosina, prednisolone, metilprendisolone,

azatioprina, ciclosporina

Bolognese m 4 Disoressia, vomito, IBD No Dieta idrolizzata Monoproteico 8feci malformate, moderata/ e monoproteica, commerciale

prurito severa metronidazolo, tilosina, prednisolone, azatioprina

Pastore m 7 Disoressia, feci IBD No Dieta iperdigeribile, Iperdigeribile 8tedesco malformate, metronidazolo, tilosina, commerciale

dimagramento amox ac. Clav, prednisolone,

Pinscher mc 6 Coliche addominali, IBD No Prednisolone, metronidazolo, Idrolisato, 12diarrea ciclosporina casalinga

Bassotto m 3 diarrea IBD No Tilosina, metronidazolo, Monoproteica 8prednisolone commerciale

Bulldog m 4 Diarrea e borborigmi IBD No Tilosina, metronidazolo, Idrolisato 8Inglese prednisolone

Pastore m 11 Diarrea, vomito IBD esosinofilica No Tilosina, metronidazolo, Idrolisato 5belga buscopan

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nel secondo; ciò dimostra ulteriormente la complessi-tà sia della gestione terapeutica dell’IBD idiopatica chedella comprensione del FMT.Una variabile che andrebbe approfondita riguarda il sitodi esecuzione del trapianto. Nella nostra casistica in al-cuni cani il trapianto è stato eseguito solo nel duodenomentre in altri anche nel colon e nell’ileo, pur mantenendosempre il medesimo quantitativo di feci trapiantate; que-sta scelta è stata influenzata primariamente da difficol-tà operative nel raggiungere l’ileo o nell’inadeguata pre-parazione del colon. Nell’opinione degli autori la pro-cedura ideale sarebbe eseguire il trapianto in tutti i di-stretti raggiungibili, ma in ragione del numero limitatodi casi di questo studio non è possibile supportare taleconsiderazione con dati statisticamente significativi. Alcuni lavori in medicina umana20 evidenziano come siarilevante la qualità e la composizione del microbiota deldonatore e come sia variabile tra soggetto e soggetto lacomposizione del microbiota successivamente al tra-pianto. Il lavoro in precedenza citato evidenzia una va-riazione dinamica della flora con picchi di presenza d’al-cune famiglie, facendo ipotizzare che la colonizzazioneda parte del microbiota del donatore sia un processo gra-duale. Queste considerazioni confermano la comples-sità della comprensione delle diverse variabili in corsodi trapianto fecale e lasciano ipotizzare che il trapiantocontinuativo possa essere più efficace del trapianto ese-guito una sola volta.Attualmente non esiste in medicina veterinaria un lavoroche indaghi in maniera sistematica queste variabili e so-prattutto il trapianto fecale con diversi donatori nello stes-

so soggetto. Nel nostro studio nessun soggetto è statosottoposto a trapianto con donatori diversi, poiché tut-ti i cani hanno subito un solo trapianto per via endo-scopica e, quando sottoposti a integrazione continuati-va per via orale, le feci provenivano sempre dal mede-simo donatore. La scelta di non cambiare donatore è sta-ta fatta per ridurre il numero di variabili da inserire nel-la valutazione dei risultati; ma certamente nei soggettiche non manifestano un’adeguata o una incompleta ri-sposta clinica la possibilità di cambiare donatore andrebbeulteriormente indagata. Inoltre è stato scelto di impie-gare donatori che abbiano un peso corporeo simile ai pa-zienti riceventi, seppur non sia descritta in letteratura,un’associazione tra peso corporeo e composizione delmicrobiota, secondo gli autori questa scelta può ridur-re eventuali variabili non ancora identificate.

Un dato interessante riguarda la diversa risposta clini-ca tra i soggetti che dopo il trapianto endoscopico ef-fettuano anche il trapianto per via orale rispetto a quel-li in cui non è stato eseguito. Tra i 5 cani sottoposti a trapianto orale dopo quello en-doscopico 4 (90% dei pazienti) manifestano andamen-to soddisfacente e solamente uno insoddisfacente.Questi dati fanno supporre che la somministrazione per

Tabella 2 (seconda parte) - TRAPIANTO PER VIA ORALE

Donatore Primo Terapia Esame CCECAI CCECAI Variazioni follow-up post colturale 1 mese 3 mesi terapeutiche

post trapianto dopo 7 gg post trapianto trapianto a un mese48-72 ore

Golden retr, 1 Dieta monoproteica 0 2 3 Sospende metronidazolo, fs, 3 aa tilosina,metronidazolo continua dieta e tilosina

Golden retr, 1 Dieta monoproteica, 4 6 Sospensione di tuttofs, 3 aa tilosina

Golden retr, 1 Dieta iperdigeribile, 0 Non valutato Non valutato Dopo due settimane fs, 3 aa prednisolone è stata implementata

la terapia steroidea e sospese capsule

Cocker, 1 Budesonide a scalare 0 11 8 Cambi dieta varif, 6 mesi

Cocker, 1 tilosina. metronidazolo 6 5 Sospensione di tuttof, 6 mesi

Pastore 1 tilosina, prednisolone 0 7 5 Sospensione steroidisardo, m, 6 aa

Pastore 1 Sospensione di tutto 0 7 6 Sospensione di tuttosardo, m, 6 aa

Il trapianto endoscopico, se associato al trapiantoorale, sembra avere maggiori possibilità di suc-cesso.

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via orale abbia un ruolo positivo e determinante per ilmantenimento di un buon andamento clinico. Anche inmedicina umana1,2,19 viene ipotizzato che nei casi di IBDpiù grave il trapianto continuativo sia più efficace che iltrapianto singolo. Queste considerazioni nascono sia dal-la valutazione clinica che dalla valutazione del microbiotanei pazienti trapiantati mediante diverse tecniche e prin-cipalmente il pirosequenziamento.Nel nostro lavoro la principale lacuna risiede proprio nel-l’impossibilità di valutare la variazione del microbiota conmetodi analitici specifici e avanzati. L’unico parametro dicontrollo nel nostro lavoro è di tipo clinico e l’esame col-turale, eseguito pre e post trapianto, non è finalizzato allaconoscenza del microbiota, ma piuttosto alla necessità diescludere la presenza e l’insorgenza d’infezioni batterichepericolose per il paziente e/o potenzialmente per l’uomo.Nell’uomo esistono parametri analitici specifici che sonocorrelabili alla risposta clinica; ad esempio è stato dimo-strato come l’abbondanza relativa di Enterobacteriaceaee Lachnospiraceae nelle feci di pazienti con colite ulce-rativa fosse associata ad un peggioramento dei segni cli-nici e quindi ad una ridotta efficacia del trapianto19. In cor-so di clostridiosi recidivante nell’uomo trattata con trapiantofecale il microbiota del ricevente, valutato tramite piro-sequenziamento, si è dimostrato molto simile a quello deldonatore dopo 45 giorni dal trapianto20; il meccanismoche sta alla base di questo cambiamento che si accompagnaanche alla risoluzione dei segni clinici rimane però non deltutto chiaro.

Nei pazienti in cui il miglioramento non avviene o durapoco tempo, non è noto che cosa accada realmente. Idati disponibili evidenziano un microbiota diverso daquello del donatore nei soggetti che non migliorano. Ladifficoltà nel mantenere un microbiota stabile è più pro-babile nei pazienti con patologia più grave e questo datoè presumibile anche nel nostro lavoro. Nell’uomo questoaccade principalmente in corso di colite ulcerativa oChron rispetto al trattamento del Clostridium difficile in cuiil miglioramento clinico persiste per tempi lunghi e avolte per sempre20,21. Il monitoraggio dei pazienti tramitepirosequenziamento fecale eseguito a intervalli costanti(2-4 settimane) sarebbe finalizzato a comprendere mag-giormente l’efficacia del trapianto e a prevenire la recidivadella patologia; ma nel nostro studio questa valutazionenon è stata eseguita in ragione dei costi troppo elevati10,11.Inoltre, la suddivisione non randomizzata dei pazientisuddivisi nei due gruppi terapeutici (trapianto per via en-

doscopica vs trapianto per via orale) potrebbe aver fal-sato lo studio comparativo tra le due metodiche.Nel nostro studio, nel gruppo di pazienti sottoposti uni-camente a trapianto per via orale sono stati inseriti i sog-getti meno gravi dal punto di vista clinico. La scelta diinserire in questo gruppo pazienti con sintomatologiameno grave è finalizzata a capire se il trapianto può es-sere un’opzione anche nei pazienti con un’accettabile ri-sposta alla terapia, con l’obiettivo quindi di ridurre finoa sospendere l’utilizzo di farmaci. In 6 pazienti a 1 meseè stata sospesa la terapia steroidea ed eseguito il mante-nimento con dieta e/o antibiotici. Solo in un caso, in ra-gione del peggioramento dei segni clinici, è statonecessario sospendere il trapianto e implementare la te-rapia steroidea dopo due settimane. Vista l’impossibilitàdi eseguire il pirosequenziamento, non è stato possibiledefinire se tale peggioramento sia relazionabile al tra-pianto o al fisiologico andamento altalenante dell’IBDidiopatica. In 4 pazienti, dopo un mese, è stato sospesoogni trattamento e proseguita la somministrazione deltrapianto per via orale a giorni alterni. Secondo gli autorila somministrazione del trapianto per via orale potrebbeessere una buona opzione terapeutica per limitare anchel’impiego di terapie antimicrobiche. Inoltre, nel cane lacomponente di rifiuto psicologico nell’assumere per viaorale il materiale fecale è ridotta rispetto all’essereumano e quindi è ipotizzabile tale procedura anche perlunghi periodi. Il trapianto per via orale conduce inoltread alcune considerazioni dal punto di vista metodolo-gico. Per prima cosa è, ad oggi, sconosciuto se e comesi modifichi il microbiota fuori dal corpo del donatoredopo essere stato esposto all’ossigeno24. Nonostantenon vi siano delle modalità di raccolta e stoccaggio stan-dardizzate, la tecnica dovrebbe essere finalizzata a ri-durre le manipolazioni del materiale al minimo edeseguire il trapianto nel minor tempo possibile dalla rac-colta. In medicina umana Ianiro G. (2014) descrivecome il mantenimento dell’anaerobiosi sarebbe indicatoper permettere la trasmissione dei ceppi batterici anae-robi e che anche le modalità di inoculazione del micro-biota (capsule, endoscopia, clisma) possano influenzarela sopravvivenza batterica. In un recente lavoro di MarksS. (2014) il materiale fecale è stato prelevato entro 8 oree congelato, successivamente è stato scongelato e som-ministrato per via endoscopica in pazienti affetti da in-fezioni ricorrenti da Clostridium difficile (RCDI) conpercentuali di successo simili a quelle nei pazienti trat-tati con materiale fecale fresco. In quest’ottica, nel nostro lavoro la preparazione del ma-teriale fecale fresco, sia per via orale che per via endo-scopica, avviene entro 6 ore dalla raccolta. In un lavorodi medicina umana relativo alla Clostridiosi22 gli autori uti-lizzano microbiota umano filtrato e mischiato a sostanzacrioprotettiva e poi congelato per lo stoccaggio a -80°

Per avere una stima più precisa del numero di mi-croorganismi trapiantati e della composizionetassonomica dei phylum batterici, andrebbero ese-guiti test molecolari come il pirosequenziamento.

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fino all’utilizzo. Questo procedimento elimina l’odore fe-cale e riduce il volume; tale materiale in corso di Clostri-diosi risulta efficace come il materiale fecale fresco; gli au-tori inoltre sequenziano il microbiota dimostrando chel’impianto del microbiota è stabile ed il microbiota del ri-cevente varia nella direzione della composizione del do-natore. Il trapianto di materiale fecale fresco non è sem-pre facile da eseguire perché prevede un’attentacollaborazione e coordinazione tra proprietario e veteri-nario. La possibilità di utilizzare materiale fecale conge-lato anche per il trapianto endoscopico andrebbe ulte-riormente indagata anche in medicina veterinaria.Nell’uomo, inoltre, le modalità di esecuzione del tra-pianto sono svariate, può essere eseguito tramite duode-noscopia, ileo-colonscopia, attraverso clistere o per viaorale1,23,25. Seppur le metodiche in medicina veterinarianon siano ancora state standardizzate, secondo l’opi-nione degli autori, l’associazione di diverse modalità ditrapianto potrebbe essere una scelta corretta; infatti nelnostro studio i pazienti sottoposti prima al trapianto pervia endoscopica e poi per via orale sono quelli con la ri-sposta clinica migliore. Ad oggi non c’è un’evidenza inletteratura veterinaria che una tecnica sia più efficace diun’altra. Anche in medicina umana non c’è differenzastatistica nei risultati terapeutici tra il trattamento ese-guito per via endoscopica nel duodeno o quello eseguitoattraverso clisma nel colon discendente. Secondo alcuni lavori1,24 è importante avere una stimapiù precisa possibile del quantitativo numerico dei mi-croorganismi trapiantati in ogni procedura endoscopicapiuttosto che l’esatta composizione tassonomica deiphyla batterici. Questa considerazione andrebbe appli-cata anche al quantitativo contenuto in ogni capsula in-trodotta per via orale per capire se esiste un quantitativominimo efficace o “terapeutico”. A differenza delle in-fezioni ricorrenti da Clostridium difficile (RCDI) in cui ilmicrobiota nativo è stato fortemente danneggiato dallemolteplici cure antibiotiche e quindi il Clostridium ente-rotossigeno è facilitato nella sua proliferazione dalla di-struzione della flora microbica commensale, in corso diIBD, questa distruzione non si verifica. Però in presenzadi malattia infiammatoria cronica i pazienti sono fre-quentemente sottoposti a terapia antibiotica e la disbiosiè una causa e/o conseguenza rilevante del processo pa-tologico in atto1,2,10. Questa considerazione rappresentail razionale dell’utilizzo del trapianto fecale in corsod’IBD, primariamente nei pazienti che sono sottoposti aterapia antibiotica. In alcuni lavori di medicina umana gliautori sottopongono i pazienti a trattamento antibioticoprima del trapianto17; nella nostra casistica non abbiamoeffettuato questa procedura in maniera standardizzata,ma circa il 90% dei nostri pazienti al momento del tra-pianto era sottoposto a terapia antibiotica con uno o piùdei seguenti principi attivi: metronidazolo/spiramicina

e/o tilosina tartrato. Anche questo potenziale aspettoprocedurale necessita di ulteriori approfondimenti e diuna standardizzazione. Inoltre, nella maggior parte deilavori2,5,17,19 sul trapianto fecale in medicina umana vieneconsigliata sospensione del trattamento antibioticodopo il trapianto; nella nostra casistica l’antibiotico èstato sospeso solo in 4 su 16 pazienti, tutti appartenential gruppo sottoposto a trapianto per via orale e quinditutti pazienti non considerati gravi. La mancata so-spensione del trattamento antibiotico dopo il trapiantofecale merita ulteriori approfondimenti e non aver uni-formato questa procedura rappresenta un limite del no-stro studio. Infatti, non avendo eseguito ilpirosequenziamento fecale, non è possibile affermarese e come il microbiota trapiantato venga modificatodalla terapia antibiotica, inoltre non è possibile esclu-dere che il miglioramento clinico sia correlato all’anti-biotico piuttosto che al trapianto. Quest’ultima ipotesiperò non è probabile visto che tutti i pazienti erano giàstati precedentemente sottoposti alla medesima terapiaantibiotica senza risposta clinica. Mentre nelle infezioniricorrenti da Clostridium difficile (RCDI) è possibile mi-surare le tossine clostridiche come marker di successoterapeutico, nel nostro studio la valutazione clinica èstata l’unico parametro di follow-up. Questo dato e l’as-senza di un gruppo di controllo sottoposto a trapiantocon placebo rappresentano i principali limiti al nostrolavoro. Purtroppo è stato impossibile per gli autori in-dividuare un numero adeguato di proprietari disponibilia sottoporre a trapianto endoscopico, potenzialmentecon placebo, i propri animali. Per ovviare, in parte, aquesto difetto è stato scelto di inserire solo soggetti conun’anamnesi remota non inferiore a un anno, per avereun parametro esaustivo della risposta alla terapia primadel trapianto da confrontate con l’andamento (fino atre mesi) post trapianto. Questo lavoro rappresenta, in-fatti, una fase preliminare di uno studio più ampio; aoggi è in atto la valutazione del follow-up post trapiantoa lungo termine sia continuando la somministrazioneper via orale, sia sospendendola. In conclusione, in me-dicina veterinaria il trapianto fecale in corso di IBDidiopatica non responsiva alle comuni terapie è una pro-cedura palliativa che richiede ulteriori approfondimentie maggiore standardizzazione. Sulla base dei risultatipreliminari ottenuti, il FMT appare promettente e me-ritorio di altri studi finalizzati all’individuazione dellecategorie di pazienti che possano maggiormente bene-ficiare di questa procedura e diretti a migliorare le mo-dalità operative nella sua esecuzione.

RINGRAZIAMENTIUn ringraziamento ai nostri colleghi Clara Sasso eAn-drea Di Francesco, per il loro prezioso contributo nel-la realizzazione di questo studio.

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PUNTI CHIAVE

• Il trapianto del microbiota fecale (FMT) o batterioterapia fecale, è una procedura medica nonfarmacologica in fase sperimentale il cui obiettivo è ripristinare la diversità filogenetica del mi-crobiota.

• In medicina umana il trapianto del microbiota fecale è una pratica consolidata per il tratta-mento del Clostridium difficile e si sta indagando l’efficacia anche per patologie gastrointe-stinali non responsive alle comuni terapie mediche.

• In corso di patologia intestinale cronica è stata dimostrata la presenza di un’alterazione delnumero e della composizione del microbiota (disbiosi); questa condizione viene spesso ag-gravata da terapie antimicrobiche e/o immunomodulatrici.

• La caratterizzazione qualitativa e quantitativa del microbiota fecale dei riceventi e dei dona-tori può essere eseguita attraverso tecnica di estrazione molecolare come il pirosequenzia-mento.

• In medicina veterinaria, in questo momento, sono presenti solo comunicazioni aneddotichesull’impiego del trapianto del microbiota fecale per il trattamento delle enteropatie cronichenon responsive alle comuni terapie mediche.

Fecal microbiota transplantion (FMT) in 16 dogs with idiopatic IBDSummaryFecal Microbiota Transplantation (FMT) is a non-pharmacological medical treatment in the preliminary stage, which is being usedto restorea phylogenetic diversity in the microbiota. In human medicine has been shown to be an effective treatment for recurrent Clostrid-ium difficile infections (RCDI). Therefore, in veterinary medicine FMT has recently been tested as a treatment for multiple gas-trointestinal disease, unresponsive to common medical therapies, such as idiopathic IBD (inflammatory bowel disease), chronicenteropaty, chronic colitis and gastrointestinal infections caused by Clostridium perfringes. The aim of our study was to performthe fecal microbiota transplantation in 16 dogs with idiopathic IBD unresponsive to common therapies and evaluate clinical response,with CCECAI classification index, with a follow-up to 1 month and 3 months. 16 dogs affected by idiopathic IBD were included in this study; 9 animals underwent transplantation with fresh emulsion via endo-scopic procedure and 5 of them had also received the transplant orally. 7 patients were only administrered the oral transplantationby use of frozen capsules. The data show clinical improvement in the most of patients after transplantation performed orally and en-doscopically.The lack of a complete assessment of the microbiota by pyrosequencing technique and the absence of a control group represent thetwo main limitations of this work. Nevertheless, the fecal transplant might be effective in treating appears a concrete and promisingpossibility for the palliative treatment of idiopathic IBD unresponsive to common therapies, worthy of further study and investiga-tion.

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BOTTERO imp.:ok 30-11-2016 9:27 Pagina 13