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La rete: le librerie anarchiche nel mondo Attività libertarie: il programma1993 dell’Institute for Social Ecology Appuntamenti: esposizione internazionale sull’anarchismo a Barcelona Anniversari: a cinquant’anni dalla misteriosa morte di Carlo Memoria storica: le grandi opere del geografo anarchico Elisée Reclus Bibliografie: la stampa anarchica in Francia e Spagna bollettino ARCHIVIO G. PINELLI 2

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La rete:le librerie anarchiche nelmondo

Attività libertarie:il programma1993dell’Institute for SocialEcology

Appuntamenti:esposizione internazionalesull’anarchismo a Barcelona

Anniversari:a cinquant’anni dallamisteriosa morte di Carlo

Memoria storica:le grandi opere delgeografo anarchico EliséeReclus

Bibliografie:la stampa anarchica inFrancia e Spagna

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Cose nostreFondo VanzettiLabadie Collection,Dalle schede al computer,Seminari e laboratori

Varie ed eventualiMutuo Soccorso,Curiosità

Tesi e ricerche• L’individuo, la libertà e la famiglianell’anarchismo americano dell’Ot-tocento di P. Adamo;• La sociologia urbana di MurrayBookchin tra comunità e utopiadi D. Padovan;• Scienza, diritto e politica nell’ope-ra di Lysander Spoonerdi A. Manni

Memoria StoricaDocumenti rari:La Nouvelle Geographie Universellee L’Homme et la Terrea cura di F. Eva;Documenti inediti:V. Baldi, U. Del Papa e T. Eschinia cura di I. Rossi;Anarchivi/schede:CIRA,Circolo Carlo Vanza;Anarchivi/informazioni:Ricordo di Angelo Conti-Rossinia cura del Circolo C. Vanza;Anniversari:Carlo Trescaa cura di Maurizio Antonioli

Album di famiglia

Informazioni bibliograficheUn secolo di stampa anarchica dilingua francese nel mondodi R. Bianco;La stampa anarchica eanarcosindacalista in Spagna dallaPrima Internazionale alla fine dellaguerra civiledi P. Madrid Santos;Murray Bookchin a cura di S. Apis;Lysander Spoonera cura di A. Manni

Informazioni editorialiArchipiélago,Trafik,The Raven,Editrice A coop.

La reteLe librerie anarchiche

Attività libertarieInstitute for Social Ecology;Arti e Mestieri Libertari

AppuntamentiExposició Internacional diBarcelona (Spagna)

Storia per immaginiFilm:Sacco e Vanzetti:fatti, finzione,cinema a cura di R. D’Attilio;La Cecilia a cura di I. FeliciMostre:La guerra e la pace

Varie ed eventualiEfferatezze

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ccoci al secondo numero del bolletti-no che, dopo il prototipo un po’ spartanodella volta precedente, si presenta ora conuna veste grafica decisamente migliorata incui non mancheranno illustrazioni di carat-tere storico, artistico o semplicemente… in-consueto. Abbiamo aumentato il numero dipagine complessive con l’intenzione di pro-porre in questo secondo bollettino il mag-gior numero possibile di sezioni. Ne abbia-mo in serbo ancora qualcun’altra, in parti-colare per quanto riguarda la storia per im-magini che prevede di toccare ambiti comel’arte e la grafica anarchica, nonché di pre-sentare i maggiori archivi iconografici. Ab-biamo brevemente spiegato, all’inizio diogni sezione, quali sono gli ambiti di com-petenza per ognuna di queste ed è superfluoaggiungere che la vostra collaborazione e ivostri suggerimenti sono ben accetti. Comegià preannunciato, il bollettino viene invia-to gratuitamente ai soci dell’ArchivioPinelli (quota d’associazione annua 30.000;quota sostenitrice 60.000). Vi ricordiamoinfine che abbiamo in vendita a £ 29.900(spese di spedizione comprese) il videoSacco e Vanzetti di Giuliano Montaldo, checi può essere richiesto previo pagamentodell’importo sul nostro conto corrente po-stale (tutti i nostri dati sono riportati sul re-tro di copertina).

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streFondo

VanzettiQuesto fondo è stato dona-to all’archivio Pinelli dal-l’Istituto storico della Resi-stenza di Cuneo e provin-cia su espressa richiesta diVincenzina Vanzetti, sorel-la di Bartolomeo Vanzetti.Il fondo è composto inmassima parte da lettere,ma vi sono anche numerosiarticoli di giornale e mate-riale vario. Le lettere sonoelencate secondo il mitten-te o il destinatario e sonoordinate alfabeticamente ecronologicamente. I docu-menti sono ordinati solocronologicamente. Tutto ilmateriale è in fotocopia;gli originali sono depositatipresso l’Istituto storicodella Resistenza di Cuneoe Provincia.Le lettere contenute nelFondo Vanzetti e ancorainedite non potranno esserepubblicate senza l’autoriz-zazione degli eredi viventi.Per comodità di consulta-zione del presente inventa-rio si avverte che sono sta-te usate le seguenti abbre-viazioni:adesp. = adespotoall. = allegatoanep. = anepigrafoautogr. = autografobigl. = biglietto

In questa sezione intendia-mo dare informazioni sul

patrimonio librario edocumentaristico dell’Ar-chivio Pinelli, presentandodi volta in volta i Fondi di

maggiore interesse e levarie attività connesse sia

alla conservazione ecatalogazione del materia-

le, sia alle iniziativeculturali promosse dall’Ar-

chivio o dal Centro studilibertari.

c. = cartacorrez. = correzionedatt. = dattiloscrittods. = destroesempl. = esemplaref. = fogliofirm. = firmatofot. = foto o fotocopiaincompl. = incompletointest. = intestatol. = latolett. = letteramarg. = marginems. = manoscritto

LabadieCollection

La Labadie Collection, cheraccoglie anche migliaia dilibri, opuscoli, documenti ealtro materiale sui vari mo-vimenti della sinistra“radical” americana, costi-tuisce la più importanteraccolta di opere anarchi-che e sull’anarchismo oggiesistente negli U.S.A. Ilnucleo originario dellaCollection, operativa giàdagli anni ’30, è rappresen-tato dalla donazione cheJoseph Labadie (1848 [?] -1933), fa all’università delMichigan nel 1911-12.Labadie, conosciuto come“the gentle anarchist ofDetroit” (l’anarchico mitedi Detroit), dopo una mili-tanza nei sindacati operai enelle file socialiste, appro-da all’anarchismo e racco-glie nel corso del tempo unnotevole fondo internazio-nale che va dagli anni ’30del secolo scorso fino al-l’inizio di questo. I settoripiù consistenti dell’attualecollezione, che si è moltoarricchita nel corso deglianni e che spaziatemporalmente e geografi-camente, riguardano inparticolare l’immigrazioneurbana da Germania, Rus-sia e Italia, l’emancipazio-

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ne delle donne, la Comunedi Parigi, l’ateismo e ilconfronto fra anarchismo esocialismo statalista. Con-siderevoli anche le sezionidedicate alle attività anar-chiche durante la guerra ci-vile spagnola eall’anarchismo messicano.Presso l’Archivio Pinellic’è in consultazione unelenco, con riferimenti ininglese, delle opere posse-dute dalla LabadieCollection aggiornato al1988.

Dalle schedeal computer

L’Archivio Pinelli si pro-pone di contribuire alla co-noscenza ed allo studiodella storia e del pensierodel movimento anarchico elibertario nazionale e inter-nazionale. Il suo scopo èquello di raccogliere tutti idocumenti concernenti ilmovimento anarchico, dallibro alla cassetta video,con una attenzione partico-lare al movimento anarchi-co di lingua italiana. L’Archivio possiede at-tualmente più di 5.000 vo-lumi, 1.000 periodici piùalcune sezioni documenta-rie di notevole interesse

storico. Fino ad oggi il ma-teriale bibliografico posse-duto era stato classificatosommariamente per autoresenza prevedere la compi-lazione di cataloghi chesono strumenti di lavoronecessari per risponderealle richieste di informa-zione ma anche per gestirela biblioteca ed i suoi fon-di. Per permettere, dunque,agli utenti ed ai bibliotecaridi accedere facilmente ailibri desiderati e di dispor-re di una migliore cono-scenza dei fondi librariposseduti, abbiamo iniziatola catalogazione del mate-riale bibliografico attenen-doci alle Regole italiane dicatalogazione per autori(RICA) con alcune modifi-che rispetto allo standard. Uniformandoci allamaggioranza delle bibliote-che italiane stiamo ordi-nando il materiale secondotre cataloghi: per autori eper titoli, per soggetti, to-pografico. Il catalogo perautori e titoli permette distabilire se la bibliotecapossiede una determinataopera; il catalogo per sog-getti permette di stabilirese la biblioteca possiedeopere su un determinatosoggetto specifico; il cata-logo topografico è basatosulla collocazione che i vo-lumi hanno ricevuto sugli

scaffali e sulla successionenumerica delle collocazio-ni; questo catalogo, solita-mente non consultato dal-l’utenza, riproduce fedel-mente ed integralmente ilquadro della disposizionemateriale dei libri. La bi-blioteca è inoltre ordinatasecondo il sistema di Clas-sificazione decimaleDewey (CDD), schema diclassificazione elaboratonel 1876 dal bibliotecarioamericano Melvil Deweyed adottato su scala inter-nazionale. L’adozione delsistema di classificazionedecimale Dewey è soprat-tutto finalizzata ad una si-stemazione più razionaledei libri sugli scaffali. Quanto al soggettario,abbiamo deciso di adottareil soggettario nazionale cu-rato dalla Biblioteca nazio-nale di Firenze, riservando-ci naturalmente di inserirequelle voci che riteniamoutili per le nostre esigenze. Per la catalogazioneusiamo il programma FileMaker Pro che gira su Per-sonal computer MacintoshLC.

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Seminari elaboratori

Nel corso del prossimoautunno, in data ancora da

definire, il Centro studilibertari ha in programma

un seminario ed unlaboratorio teorico-praticosu temi molto diversi che

qui presentiamosommariamente. Nelprossimo numero del

bollettino daremoinformazioni più precise suentrambi e pubblicheremo

un sunto delle tesipresentate dai partecipanti

al seminario, nonché lastruttura operativa del

laboratorio. Per maggioriinformazioni telefonare alCentro studi libertari (02/

28 46 923).

Anarchismo: radici orto-dosse e non

con Pietro Adamo, NicoBerti e Furio Biagini

Nel seminario verrannomesse a confonto alcuneinterpretazioni anomalesulle origini storiche del-l’anarchismo. Se la versio-ne più accreditata vede nel-l’anarchismo un figlio le-gittimo dell’illuminismo,altre interpretazioni menoconosciute trovano questeradici in tradizioni culturaliquali il cristianesimo ereti-cale, o trovano affinità eassonanze con specificheculture quali l’ebraismolaico. Viene così postulatauna pluralità di derivazionistoriche che consente dicapire meglio la pluralitàdi tradizioni anarchiche.Basti un esempio: l’anar-

chismo nord-americano‘indigeno’- dei Tucker edei Spooner prima, deiGoodman e dei Bookchinpoi - e l’anarchismo nord-americano d’importazione,arrivato sull’onda dellegrandi migrazioni europee.

“La nostra stampa”: la-boratorio teorico-praticodi comunicazione visiva e

scrittacon Luciano Lanza e

Ferro Piludu

Da sempre la stampa haavuto un ruolo propulsivoe aggregante nella storiadel movimento anarchicointernazionale. Nonostantequesta importante funzio-ne, le conoscenze e le tec-niche che consentono diconseguire una comunica-zione efficace, e quindiuna ottimizzazione delmezzo utilizzato, sonospesso ignorate o trascura-te. In questo laboratorio te-orico-pratico (nel sensoche si produrrà effettiva-mente una pagina di gior-nale) verranno identificatee discusse queste cono-scenze e queste tecniche,valide tanto per un giorna-le a grande tiratura che perun foglio militante, sia dalpunto di vista della comu-nicazione visiva che diquella scritta.

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dall’indirizzo delrichiedente cui le personeinteressate si rivolgeranno

direttamente.Cominciamo con una ri-chiesta un po’ anomala ri-spetto all’impostazionegenerale appena data. Sitratta infatti della richiestad’aiuto pervenutaci daparte di un gruppo anar-chico di Budapest che stacostituendo una propriabiblioteca partendo, comeè facile immaginare, dazero e senza la possibilitàfinanziaria di comprare al-l’estero i testi di cui hannobisogno. Chiedono quindidi essere aiutati a costitui-re una biblioteca di base

ricevendo libri e opuscolianche in fotocopia. Le lin-gue estere che possonoleggere sono (nell’ordinedi preferenza): inglese,francese, spagnolo, tede-sco, italiano, portoghese,russo. Gli argomenti chepiù interessano, al di là ditutto il materiale possibilesulla storia del movimentoanarchico internazionale,sono i seguenti:• movimenti proletari al-l’Est durante lo stalinismo- storia delle lotte socialiin Germania, soprattuttotra il 1848 e il 1933• storia dei movimenti ri-voluzionari in Russia, so-prattutto tra il 1905 e il

1923• storia dei movi-menti rivoluzionariin Italia,soprattuttotra il 1918 e il1922• il conflitto diclasse in Spagna,soprattutto tra il1910 e il 1920• i movimenti dilotta nel mondo trail 1965 e il 1973Chi è disposto aconcorrere alla co-stituzione di questapiccola bibliotecalibertaria può met-tersi in contattocon l’ArchivioPinelli.

Mutuosoccorso

Mutuo soccorso, ovverouno spazio a disposizione

di quanti, nell’ambito delleattività proprie agli

archivi, stanno cercando(per fotocopiare,

scambiare...) libri onumeri di giornali

mancanti alle propriecollezioni, informazioni

editoriali o bibliografichedifficili da reperire equant’altro mai possaservire per completarericerche in corso. Larichiesta deve essere

accompagnata

CuriositàSpagna 1937.Quando la guerraè di popolo i mez-zi bellici sonolontani dalla sofi-sticata tecnologiadi morte dellaguerra tra Stati.Lo prova la sod-disfazione di que-sti miliziani anar-chici che si fannofotografare insie-me al loro trattore“blindato”(Archivio Federi-co Arcos).

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L’individuo, la libertà e la famiglianell’anarchismo americano

dell’OttocentoSeminario condotto da Pietro Adamo per il corso di Filosofia della Scienza I,

Università degli studi di Milano

Le peculiarità dell’esperienza anarchicaamericana rispetto alle tradizioni europeesono in genere sottolineate in tutti gli stu-di sull’argomento. Nella seconda metàdell’Ottocento l’anarchismo è divenutouna delle principali matrici dell’azionepolitica dei movimenti operai e contadiniin Francia, in Italia, in Germania e piùtardi anche in Spagna; i suoi principali te-orici hanno combinato le tematiche “clas-siche” del paradigma anarchico - conte-stazione del principio d’autorità nei rap-porti sociali ed economici, ricusa delleforme organizzative dello stato-nazionecentralizzato, rifiuto di ogni obbligazionepolitica, preminenza dell’etica sulla poli-tica e le norme sociali consolidate, auto-nomia dell’individuo come criterio guidadi ogni valutazione e giudizio - con l’insi-stenza sulla solidarietà come principiod’organizzazione della società, sul

ciato dall’invadenza delle burocrazie edelle pubbliche opinioni, dallo strapoteredegli organismi statali e dalla coercizioneintellettuale e sociale esercitata sui singolidalla “democrazia in America”. Gli am-bienti in cui questa riflessione dei libertarisi è sviluppata sono stati molto diversi daquelli europei: le comunità religiose estre-miste, le associazioni abolizioniste, gliesperimenti comunitari, i primi gruppi disuffragette, i salotti bohemiens, insommaspazi che noi oggi definiremmo quasiunderground. Le stesse esperienze comu-nitarie americane sono state intese più checome alternativa al sistema di produzionecapitalistico, come tentativo di superarebarriere e tabù sociali, sessuali, familiari.

comunitarismo (operaio e con-tadino) come alternativa al ca-pitalismo, sulla progettualitàrivoluzionaria in chiave di lot-ta di classe.Diverso il panorama america-no. Qui, sin dai primi decennidell’Ottocento, la riflessionedei libertari si è incanalata so-prattutto lungo i binari delladifesa dell’individuo minac-

Mi sembra di poter indicare (siapure con una schematizzazionesemplicistica) tre elementi chia-ve per poter comprendere la dif-ferenza americana: innanzi tuttola presenza di una forte tradizio-ne individualistica, risalente aquell’ ethos protestante radicaleche tanta parte ha avuto nellaformazione dell’immaginariostatunitense; in secondo luogo,una strutturazione sociale menorigida di quella europea, con uncoefficiente di mobilità moltosuperiore; infine, lo sviluppoTe

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Tesi e ricerche

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piuttosto tardo del movimento operaiocome soggetto politico determinato. Mol-to spesso questi elementi hanno prodottoelaborazioni in cui la preoccupazionemaggiore è la liberazione dell’individuodal peso delle obbligazioni politiche e so-ciali consuete, basate che fossero su unpreteso “contratto sociale” o su norme dicomportamento civico e morale che inva-devano la sfera dicompetenza del singo-lo. Le questioni atti-nenti all’organizzazio-ne economica dellaproduzione e della di-stribuzione sonofunzionali a questoobiettivo, e moltospesso si configuranocome perfezionamentodel sistema capitalisti-co, piuttosto che comesua abolizione. In de-finitiva, i libertari e glianarchici americanihanno in genere conte-stato gli usuali rapporti tra autorità e indi-viduo ponendo un’enfasi maggiore, ri-spetto ai pensatori europei, su quelletematiche che sopra ho definito “classi-che”, prediligendo in sostanza leargomentazioni più strettamente etiche suquelle storico-economiche. In un certosenso, se l’anarchismo ha un suo fonda-mento metastorico nelle aspirazionilibertarie che hanno attraversato con ef-fetti dirompenti la modernità occidentale,allora gli americani sono tra i suoiespositori più “puri”.In questo seminario mi sono occupato es-senzialmente di tre personaggi, tra i piùnoti esponenti dell’anarchismo

ottocentesco statunitense. Stephen P.Andrews (1812-1886), di professione av-vocato, combinò con grande efficaciatematiche libertarie e utopismo bohemien.Noto abolizionista, tra la fine degli anniQuaranta e l’inizio degli anni Cinquantacominciò a diffondere le idee di Fourier,Swedenborg e Josiah Warren, dedicando-si con eguale vigore a progetti comunitari,

all’apologia dello spiritismo (inteso cometeosofia rivoluzionaria), alla propagandafemminista e alla difesa del “libero amo-re”. Lungo questa strada si ritrovò a pole-mizzare persino con Karl Marx, che nel1872 ne ottenne l’espulsione dall’Interna-zionale. La sua opera più importante fuThe Science of Society (1851); nella pri-ma parte del testo sono esposti i temiclassici dell’anarchismo americano, conuna ricostruzione storica dello sviluppodella libertà dell’individuo attraverso ilprotestantesimo, la democrazia e infine ilsocialismo (inteso da Andrews in sensolibertario). Altre sue notevoli opere sonogli scritti in difesa dei diritti delle donne,

Tesi e ricerche

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abilmente collegati alla struttura socialein generale e a quella della famiglia inparticolare.Lysander Spooner (1808-1887) provenivada una famiglia di ascendenze puritane.Anch’egli avvocato, si fece notare sin dagiovane per il suo convintoanticlericalismo. In seguito scrisse sugliargomenti più svariati, condannando imonopoli statali e quelli bancari, rivendi-cando il diritto della giurie popolari diformulare la legge (e non solo di appli-carla), giustificando la ribellione armatacontro gli schiavisti ma anche il diritto disecessione dall’Unione dei singoli stati.Nelle opere della maturità (quelle scrittedopo la Guerra Civile) Spooner si scagliòcon estrema violenza contro i principifondanti della stato americano,enucleando le storture logiche e storichedell’autoritarismo democratico, della rap-presentanza, della tassazione, del sistemagiudiziario, contrapponendo alla macchi-na statale i diritti dell’individuo, intesocome ente moralmente autonomo. Il suoNo Treason n.VI. The Constitution of NoAuthority (1870) è un’impressionante di-mostrazione della mancanza di giustifica-zioni e fondamenti razionali di tutte lepretese dello stato moderno, mentre VicesAre not Crimes (1875) è probabilmente lapiù radicale apologia della libertà perso-nale composta nell’Ottocento. Seguace diWarren, e nemico di ogni forma dicoercizione socialistica, difese i diritti diproprietà dei più deboli, postulando unasocietà liberistica di piccoli produttoririuniti in libere associazioni politiche eeconomiche.Alcuni hanno visto in Spooner uno deiprecursori dell’anarcocapitalismo. Altret-tanto si potrebbe dire per Benjamin

Tucker (1854-1939), nella cui opera si fu-sero le tipiche istanze individualiste dellatradizione indigena americana e il piùmarcato “egoismo” filosofico di MaxStirner, che Tucker pubblicò per primo ininglese (insieme a Proudhon, Bakuninecc.). Giornalista, fondatore, editore e di-rettore di “Liberty”, il suo è unanarchismo ormai pienamente consapevo-le; al contrario degli altri due autori consi-derati, si autodefiniva anarchico e facevaaperta apologia delle idee filosofichedell’anarchismo. Le sue idee sulla neces-sità dell’estinzione dello stato o sulla rap-presentanza, le sue teorie sul libero scam-bio, sull’abolizione dei monopoli ecc.,non sono molto diverse da quelle deipensatori anarchici suoi contemporanei;la sua originalità consiste nell’analisi del-le forme di oppressione esercitate sul sin-golo dallo stato, dalla società, dalle tradi-zioni, che prestano alla sua opera giorna-listica un’enfasi culturale e pedagogicainusitata.Tucker abbandonò gli Stati Uniti nel1908. Alla fine dell’Ottocento negli am-bienti operai e sindacali aveva fatto brec-cia l’anarchismo più legato ai modelli eu-ropei; per assistere a una rinascita dellatradizione più marcatamente americanabisognerà attendere gli anni Cinquanta eSessanta, con i beats, il nuovocomunitarismo, il libertarismo hippy e,infine il successo di autori come PaulGoodman e Murray Bookchin.

Tesi e ricerche

Foto p.9: Rudolf e Milly Rocker, USA , 1955.L’unico testo reperibile in italiano chepresenti in modo ampio Andrews, Spooner eTucker - ed altri libertari nord-americani danoi poco conosciuti come Warren o Greene -è Pionieri della libertà, scritto proprio daRocker nel 1949 e pubblicato in italiano nel1982 dalle Edizioni Antistato.

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La sociologia urbana di Murray Bookchintra comunità e utopia

di Dario PadovanTesi in Storia del Pensiero Sociologico

Università degli studi di Padova, Facoltà di Scienze Politiche

La tesi che qui presentiamo, ripercorre lagenesi politica e filosofica del pensiero diun autore ormai noto al pubblico liberta-rio ed anarchico: Murray Bookchin.Bookchin si forma da un punto di vistaculturale e politico in coincidenza con lacrisi economica del ’29, con la guerra diSpagna del ’36 e nel crogiuolo delle lotteoperaie che si sviluppano durante il NewDeal statunitense prima della secondaguerra mondiale. La sua formazione intel-lettuale, politica e sindacale è in questoperiodo profondamente influenzata dalmarxismo militante di quegli anni.Solo dopo la guerra, in corrispondenzacon l’avvio della più grande fase diespansione economica capitalistica dellastoria, Bookchin assume decisamente deipunti di vista libertari, anarchici ed eco-logici. Di fronte all’incapacità della sini-stra marxista, dei socialisti e dei comuni-sti - che durante gli anni Trenta avevanoconosciuto una vasta popolarità ed in-fluenza sui settori di classe più colpiti dal-la crisi, influenza testimoniata dai quasidue milioni di voti che complessivamenteraccolgono alle elezioni del ’32 - di orga-nizzarsi in opposizione politica e socialeradicale in un periodo segnato, tra l’altro,dalla famosa caccia alle streghe diMcCarthy, il nostro autore tenta dirifondare una valida teoria critica del ca-pitalismo che stava penetrando in maniera

sempre più invadente e distruttiva in tuttigli ambiti della vita sociale.Due sono i terreni di riflessione cheBookchin individua a dimostrazione delleevidenti potenzialità distruttive dello svi-luppo capitalistico: la crisi della città e ladegradazione dell’ambiente naturale.La potente trasformazione della città av-viatasi agli inzi del ‘900, dalla quale han-no origine, come sostiene ancheMumford, le prime metropoli - ambientiurbani che si strutturano attorno ai ghettie che si riproducono sulla base diseparatezze, antagonismi e campanilismi- è il primo evidente processo di dissolu-zione di un’antica solidarietà che era pro-fondamente radicata tra le classi popolari,tra gli operai ed i proletari dei quartieristorici cittadini, solidarietà basata essen-zialmente su un agire e su rapporti essen-zialmente comunitari.I continui riferimenti di Bookchin ad unaetà dell’oro che era saldata all’immagina-rio sociale prodotto dalle città elleniche edalle città libere medioevali, non ha il si-gnificato di una indistinta tensione versoun indifferenziato ritorno al passato. Egli,al contrario, nel suo libro I limiti della cit-tà, buona parte del quale viene scritto du-rante gli anni Cinquanta, attraverso il ri-chiamo alla genesi storico/politica dellacittà, critica il crescente utilitarismo pre-sente nei moderni rapporti di

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consociazione sociale, aspetto tra l’altrogià criticato agli inizi del secolo dasociologi come Durkeim, Toennies eSimmel.L’utilitarismo ottocentesco, al quale si ri-fanno in sostanza le dottrine neo-classi-che dell’economia di mercato,sostenevache la società si fondava sulla messa incomune di scopi di utilità economica,come il guadagno ed il profitto, che a lorovolta fondavano un sistema di rapporticontrattuali nei quali il principio del van-taggio reciproco diveniva implicito.Bookchin, invece, sostiene con forza chela coesione dei rapporti sociali si è fonda-ta per lungo tempo sulla solidarietà, sulminimo irriducibile e sull’ usufrutto, con-cetti che potrebbero sostituire ancor oggiil nostro sacro concetto di possesso e diutilità. La fenomenologia della città benrappresenta la regressione della comunitàumana da consociazione liberamente scel-ta e fondata sul senso dellasocializzazione dell’agire politico, ad as-sociazione sociale basata sull’interesse,sull’utilità e sulla delega allo stato delladefinizione della normatività sociale.Parallelamente all’analisi della città,Bookchin avvia la sua prima riflessionesulla questione ecologica, che già neglianni Cinquanta stava diventando elemen-to di discussione e di preoccupazione perl’opinione pubblica soprattutto attraversoil libro di Raquel Carson Silent Spring. Inquesti anni Cinquanta Bookchin avvia lasua lunga ricerca sui rapporti che inter-corrono tra la crisi ecologica e la crisi deirapporti sociali.Per primo egli intuisce che la crisi ecolo-gica è generata dai rapporti di produzionecapitalistici; in definitiva è lo sfruttamen-to dell’uomo sull’uomo che giustifica ed

organizza lo sfruttamento della natura. E’a partire da questo presupposto generaleche Bookchin inizia a studiare l’originedelle epistemologie del dominio - è ap-punto questo il contenuto del suo libroL’Ecologia della Libertà, attraverso ap-procci disciplinari mutevoli che egli deri-va dall’antropologia, dalla sociologia edalla filosofia. Punti di vista che poi indefinitiva convergono in una profondacritica politica ed epistemologica dellosviluppo capitalistico, inteso qui come uncancro che sta divorando la società e lanatura.Una società gerarchica, sostieneBookchin, ha una visione gerarchica an-che della natura; ma allo stesso tempol’idea di una natura organizzata in modoautoritario, gerarchico e competitivo raf-forza gli istituti dominanti della stessa so-

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cietà. Per questo, a suo avviso, occorreche si ritorni ad una visione diversa dellanatura, ad una filosofia della natura og-gettiva che ne riporti i preponderanti ca-ratteri di solidarietà, ricchezza,mutualismo ed abbondanza. La societànon può continuare a vedere la naturacome una nemica dell’uomo.Le società organiche esprimevano questaidea di natura; le successive società basa-te sul dominio ne capovolgono l’origina-ria percezione. Da questa inversioneepistemologica dell’idea di società e natu-ra, che trova la sua genesi nella fase didecadenza della polis ellenica, successivaalla grande stagione della democrazia, haorigine la storia della società gerarchicaed il processo di introiezione del dominiofin ai livelli più inconsci dell’individuo.La storia di Bookchin non è, tuttavia, solouna storia intellettuale. Egli, durante glianni Sessanta, milita all’interno del movi-mento controculturale statunitense, con-tribuendo alla formazione di alcune im-portanti esperienze comunitarie - come laCold Mountain Farm - e partecipando di-rettamente alla creazione degliU.A.W.Motherfucker.In questi anni la sua attività politica loporta spesso a polemizzare con la sinistramarxista del movimento e conl’estremismo etnico del movimento nero.La sua lucida critica degli errori sostan-zialmente ideologici della sinistra studen-tesca ispirata dal marxismo lo porta suposizioni sempre più libertarie, ecologi-che e non dogmatiche di critica allosviluppismo e al soggettivismo estremistadel movimento.Per Bookchin diventa assolutamente ne-cessario, per superare le secche in cui sidibatte il movimento, mutare il luogo

Tesi e ricerche

stesso del conflitto sociale, trasferendolodalla fabbrica alla società, cioè dal luogodella produzione, spazio che in realtà nonè mai stato momento di liberazione, alluogo della socializzazione politica pereccellenza, la comunità cittadina.In questo passaggio Bookchin si avvicinamolto al pensiero politico di H. Arendt.Esso infatti ritiene la politica forma ne-cessaria della consociazione umana, inquanto fondata su un bios politikosinestirpabile. Gli uomini, per superare gliangusti limiti di socializzazione impostidallo stato da una parte e dall’ economiadell’oikos dall’altra, devono trovare nellapolitica la spontanea attività delcomunizzare. E’ per questo motivo che lacittà, intesa in quanto luogo del mutamen-to, è più importante della fabbrica. Se nonsi riuscirà ad evitare la crisi della città inquanto luogo della politica, veramente ciavvicineremo alla possibilità che ogniipotesi di cambiamento venga rimossa de-finitivamente.Questa tesi, in sostanza, ripercorre le tap-pe principali dell’evoluzione del pensierodi Bookchin, contestualizzandole nella re-altà storica dalla quale esse prendono si-gnificato e forma. Gli anni Cinquanta,con la definitiva sparizione della vecchiasinistra di classe, gli anni Sessanta, con illoro carico di utopie sociali, gli anni Set-tanta ed Ottanta, con la rimozione di queidiffusi messaggi di cambiamento radicale,costituiscono lo sfondo sul quale si muo-ve la riflessione del nostro autote. Le suescelte attuali, in merito al municipalismolibertario ed all’ecologia sociale, sembra-no essere le più coerenti con la complessi-tà del suo pensiero.

Foto p.12: Murray Bookchin, fondatoredell’Institute for Social Ecology.

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fanno di Spooner un tipico esempiodell’anarchismo anglo-americano.Il pensiero di questo singolare agricoltoredivenuto avvocato, infatti, pur attraversole fasi specifiche della sua evoluzione enel rapporto con ambiti conoscitivi oggirigorosamente distinti (religione, econo-mia, diritto, scienza, economia), appareunificato dalla persistenza di quel nucleoteorico, dal quale derivano in ultima ana-lisi anche la sua concezione dell’indivi-duo e dell’organizzazione sociale.La nostra analisi del pensiero di Spoonersarà quindi centrata sulle diverse strate-gie argomentative che gli hanno permes-so di applicare quel nucleo di nozioni dibase a questioni storiche di rilevante im-portanza; e il suo peculiare percorso co-noscitivo (il suo “programma di ricerca”,potremmo dire) verrà descritto di conse-guenza come un esempio particolarmentesignificativo della definizione di un “qua-dro concettuale” nella storia delle idee.Le fasi attraverso le quali si svolge la ri-flessione spooneriana sono quasi sempredeterminate da avvenimenti storici di fa-cile identificazione: ciò conferisce allanostra analisi una scansione cronologicache, lungi dall’essere frutto di una rico-struzione a posteriori, artefatta e priva digiustificazioni,caratterizza invece il pen-siero di Spooner come un interessanteesempio di filosofia “pratica”, ed è segno

Scienza, diritto e politicanell’opera di Lysander Spooner

di Agostino ManniTesi in Filosofia della Scienza, Università degli studi di Milano

Facoltà di Lettere e Filosofia

L’opera di Lysander Spooner (1808-1887), elaborata in stretta connessionecon le vicende della sua vita e con il pa-norama degli avvenimenti della storiaamericana dei quali egli fu osservatore at-tento e costante e, spesso, protagonistaoriginale, viene proposta in questa sedequale esempio della “storicità”dell’anarchismo. Si assume, sulla scia distudi recenti, che il nucleo “problemati-co” della dottrina anarchica sia costituitodalla riflessione sullo stato e il potere, unameditazione attraverso la qualel’anarchismo “è andato gradualmente or-ganizzando la sua concezione della realtàe conseguentemente costruendo la sua fi-sionomia peculiare” . Secondo questoorientamento interpretativo, la dottrinaanarchica si configura, in generale, come“una riflessione a più voci su un processostorico d’ampia portata, che è in sostanzaquello del farsi e del trasformarsi dellostato moderno e del vario articolarsi delsuo rapporto con la società civile” .Nel caso specifico di Spooner, questa ri-flessione prende le mosse da un nucleoprofondo di princìpi, un “gruppo inviolatodi ipotesi” al cuore della speculazionecomplessiva, che ci è parso sensato indi-care nella sua teoria dei diritti naturali,alla cui luce acquistano senso sia la pro-duzione filosofica dell’autore che le sueposizioni pubbliche, entrambe le quali

Tesi e ricerche

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di una riflessione costantemente e stretta-mente connessa alle trasformazioni in attonella società americana nel corso deldiciannovesimo secolo.Più in particolare, la riflessione diSpooner si concentra sulla ridefinizionedel rapporto tra la sfera dei diritti e dellelibertà dell’individuo e l’ambito dei fon-damenti e delle giustificazioni del poterestatale. Questa problematica è presente intutte le opere, le quali vengono qui analiz-zate secondo il seguente schema: nel pri-mo capitolo sono presi in considerazionegli scritti deisti del giovane Spooner e lasua battaglia contro le leggi dello Statodel Massachusetts che limitavano l’eser-cizio della professione legale. Il secondocapitolo della tesi descrive le teorie eco-nomiche di Spooner (con particolare rife-rimento all’organizzazione del credito,della circolazione monetaria e del sistemabancario);teorie a fondamento delle qualiè esplicitamente collocato quel

giusnaturalismo che abbiamo definitol’hard core della speculazionespooneriana.La stessa concezione dei diritti naturalichiarisce il ruolo assunto da Spooner nelvariegato movimento per l’abolizione del-la schiavitù, e giustifica l’evoluzione del-le sue posizioni in stretto rapporto con gliavvenimenti che precedettero la guerra ci-vile americana (capitolo terzo ). Nellostesso capitolo sono presi in considerazio-ne i fondamenti di un sistema di giustizia“volontaria” che, abbozzati negli anniCinquanta in uno studio storico sul dirittoconsuetudinario inglese, saranno poi ulte-riormente definiti da Spooner negli scrittianarchici successivi.Nel quarto capitolo, gli stessi presuppostiteorici (e, in particolare, una giustificazio-ne del diritto di proprietà di chiara im-pronta lockiana) getteranno luce sullaconcezione spooneriana dell’impresascientifica, la quale, seppur marginale nelcontesto generale dell’opera, ci sembraparticolarmente significativa ai fini dellacomprensione del formarsi di una consa-pevolezza scientifico-tecnologica nel-l’ambito del pensiero americano.Infine, nel capitolo quinto saranno presiin considerazione gli scritti di Spoonersuccessivi alla guerra civile e sarà resoevidente, attraverso l’analisi del loro con-tenuto, come il suo pensiero si sia andatodefinendo (grazie soprattutto alla rifles-sione sugli avvenimenti cruciali della sto-ria americana di quegli anni) nella formadi un anarchismo compiuto e coerente.Brevi conclusioni al termine dell’analisiindividueranno l’interesse delle dottrinedi Spooner alla luce della riflessione poli-tica e filosofica contemporanea.

Tesi e ricerche

A fianco: Lysander Spooner (1808-1887).

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DOCUMENTI RARI

Presso l’Archivio Pinelli sono consultabili le due opere più importanti del geografoanarchico Elisée Reclus - La Nouvelle Geographie Universelle (donata all’Archivioda Galileo Tobia) e L’Homme et la Terre (donata all’Archivio dal CIRA di Losanna)

- che ci vengono qui presentate da Fabrizio Eva

La Nouvelle Geographie Universelle

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gione vengono trattatel’orografia, l’idrografia, la flo-ra, la fauna, le caratteristichedella popolazione, cui vienefatta precedere una visione diinsieme con riferimenti storicie cui seguono statistiche eco-nomiche e osservazioni sul go-verno e l’amministrazione.Reclus non era per nulla inte-ressato a citare longitudine elatitudine ed a enumerare città,villaggi e confini politici edamministrativi. Ancor menol’autore aveva interesse per il

Opera in 19 volumi più uno di appen-dici statistiche è stata scritta daElisée Reclus tra il 1876 ed il1894 ed è un’opera di divulga-zione destinata, nelle intenzionidello stesso autore, nonsolo agli specialisti.L’impianto del-l’opera è apparen-temente convenzio-nale nella ripartizione per aree geografi-che dei vari volumi (Europa 5 voll.; Asia4 voll.; Africa 4 voll.; Oceania 1 vol.;America 5 voll.) e la descrizione vienesviluppata seguendo quelle che Reclus in-dividuava come “regioni naturali” (adesempio la Corsica viene trattata conl’Italia e non con la Francia). Di ogni re-

“pittoresco” che invece era mol-to apprezzato nelle opere di di-vulgazione del tempo. Il suo

scopo principale era lo studio dicome i vari gruppi umani adatta-

vano e/o modificavano leproprie relazioni tradi loro e con l’am-biente circostante.

Studiando gli uominida un punto di vista storico, biologico esociologico, Reclus identifica le tracce delformarsi delle istituzioni così come le ori-gini delle lingue e dei gruppi etnici.Dall’abbinamento della concezione gene-ricamente positivista di Reclus con il suoimpegno nella lotta sociale risultava ne-cessario stendere un’opera di carattere“universale” per rendere conto del pro-gresso della conquista scientifica dellaTerra. Nuove regioni erano continuamen-

te scoperte e dovevano esserequindi esaminate le leggi “cuitutto ciò che è terrestre obbedi-sce”. Per la stesura dell’operavennero coinvolti oltre a scritto-ri, studiosi e società geografiche,anche militanti anarchici, asso-ciazioni operaie e tutti coloroche potevano fornire informazio-ni e statistiche diverse da quelleufficiali.

Memoria storica

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Ultima dellegrandi opere diReclus, trattanei suoi sei vo-lumi i seguentiargomenti: An-tenati, Storiaantica, Storiamoderna, Sto-ria contempo-ranea, ed è sta-ta pubblicatatra il 1905 e il1908. Di parti-colare interes-se il primo e ilquarto librodove si trattadei problemidella patria,delle naziona-lità, dei confinie delle città.L’iconografiaè ricca e parti-colarmente ap-prezzabile per-ché affidata aFranz Kupka.Reclus, prima della morte, vide pubblica-to solo il primo volume; il resto dellastampa venne curato dal nipote PaulReclus che “aggiustò” il testo con alcunisuoi interventi, per cui il lavoro risente diqualche caduta di tono e di imprecisioni.Poiché è l’opera più esplicitamente politi-ca, è quella che ha avuto minor successosoprattutto se confrontato con quello dellaNouvelle Geographie Universelle.

L'Homme et la TerreIn questa ulti-ma opera si fapiù forte l’at-tenzione peruno studio in-tegrato tra ilcomportamen-to umano e lageografia fisi-ca; si tratta divera e propriageografia so-ciale, termineche allora co-minciava adessere utilizza-to spesso comesinonimo digeografia uma-na, intendendocon ciò unageografia piùattenta agliaspetti com-plessivi dellaorganizzazionesociale. E’ in-teressante l’in-

troduzione del concetto di genre de vieche per Reclus comprendeva “terra, cli-ma, organizzazione del lavoro, tipo di ali-mentazione, razza, parentela, modi di rag-gruppamento sociale”. Una definizioneche mostra chiaramente i propri legamicon l’antropologia e la sociologia e che ri-sulta valida anche per le società contem-poranee e per le moderne conurbazioni.

Memoria storica

In questa pagina: Il geografo anarchicoElisée Reclus (1830-1905).

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DOCUMENTI INEDITI

Nel 1981 l’Archivio Pinelli lanciava l’ambizioso progetto di compilare un Dizionariobiografico dell’anarchismo. Malauguratamente il progetto veniva sospeso poco dopoper la morte di due dei principali responsabili: Leonardo Bettini e Gino Cerrito. Nelfrattempo erano già state raccolte alcune biografie che pubblicheremo in vari numeri

del bollettino. Quelle presentate in questo numero sono a cura di Italino Rossi.

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Nacque a Seravezza (Lucca) il 12 ottobre1888. Di professione marmista, si avvici-nò fin da giovane alle idee anarco-sinda-caliste ed influenzato dall’attività instan-cabile degli anarchici della vicinaCarrara, in particolare di Alberto Meschi,fu uno dei promotori, nel 1913, dellaLega marmisti della Versilia che operavain stretto contatto con la Camera del La-voro di Carrara. Fu anche corrispondentein quegli anni del giornale “ Il Cavatore”di Carrara.Nel 1916 fu eletto segretario del CircoloStudi Sociali di Ripa (Seravezza) e perquesta sua attività fu spesso oggetto dipersecuzioni, insieme ad altri suoi compa-

Vittorio Baldi

gni. Fu richiamato alle armi nelmarzo 1916 e nel 1918, con lasmobilitazione, rientrò al suopaese dove trovò una situazio-ne peggiore di quella che ave-va lasciato. I moti per il carovi-ta del 1920 scoppiarono anchein Verilia e gli anarchici furo-no sempre in prima fila. Ma imoti fallirono e furono spiccatimandati di cattura nei confrontidi molti anarchici versiliesi, fracui Baldi, che per sottrarsi al-l’arresto si diede alla latitanza.Venne rintracciato, catturato edopo tre mesi amnistiato.

Nel 1920 partecipò alla costituzione delGruppo Comunista-Anarchico dellaVersilia aderente all’Unione AnarchicaItaliana. Intanto il fascismo aumentavaprogressivamente le sue azioniintimidatorie ed i primi ad essere presi dimira furono ovviamente gli anarchici.Baldi subì persecuzioni, fu bastonato eminacciato cosicché nell’ottobre 1922 in-sieme ad un altro anarchico decise diespatriare. I due non riuscirono nel lorointento, ma furono arrestati alla frontieradi Ventimiglia e dopo 15 giorni di carcerericondotti a Seravezza. Baldi ripeté il ten-tativo l’anno successivo, questa volta consuccesso grazie all’aiuto di alcuni con-trabbandieri.Fra il 1926 e il 1934 lavorò come scultorea Nizza e a Monaco frequentando sempre

gli ambienti antifascisti italianidella Costa Azzurra. Il 1° genna-io 1931 partecipò alla dimostra-zione di fronte al Consolato Ita-liano di Nizza e successivamen-te in diverse riunioni di emigratiavrebbe, secondo un rapportodella polizia politica, prospettatola necessità di creare un comita-to di assistenza in favore dei re-nitenti alla leva e dei disertoriitaliani. Per questa sua attività fuespulso dalla Francia il 30 mar-

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zo 1934 e costretto a rendersi irreperibile.Solo in seguito, grazie all’intervento dellaLIDU, il governo francese revocò il prov-vedimento e concesse a Baldi un permes-so di soggiorno rinnovabile di tre mesi intre mesi.In seguito all’occupazione di Nizza daparte dei fasciti, fu arrestato il 28 novem-bre 1942 ed il 30 internato nel campo diconcentramento di Vernet; quindi il 22 di-cembre fu consegnato alle autorità italia-ne al confine di Mentone. Con ordinanzadel 9 febbraio 1943 fu assegnato al confi-no di Tremiti per cinque anni. Liberato il5 settembre, rientrò al suo paese dove ri-mase solo due mesi poiché la sua famigliaera rimasta in Francia. L’11 novembre

rientrò clandestinamente a Nizza nonavendo ottenuto il regolare visto di espa-trio. Ritornò dopo qualche anno nella suaVersilia ove contribuì a ricostituire ilgruppo anarchico aderente alla Federazio-ne Anarchica Italiana. Morì a Seravezza il30 ottobre 1973.

Fonti: ACS , CPC, ad nomen; HugoRolland, Il sindacalismo anarchico di Al-berto Meschi, Firenze, 1972; “ IlCavatore” Carrara, anno III n. 8 del 6 giu-gno 1913 e n. 10 del 5 luglio 1913.Bibliografia: Scritto di V.B., AlbertoMeschi nel ricordo epistolare di alcunicompagni, in “Il Cavatore” Carrara n.u.del 16 maggio 1965.

Memoria storica

Padre di Romualdo, nacque a Carrara il18 settembre 1875. Di professionemarmista. Benché avesse frequentato lescuole solo per poco tempo, acquistò unacerta cultura leggendo giornali e opuscolisoprattutto anarchici e fu valido propa-gandista delle idee libertarie fin da giova-ne. Nel clima seguito allo stato d’assedioper i noti fatti della Lunigiana nel gennaio1894, Del Papa il 22 agosto dello stessoanno fu condannato dal tribunale di Mas-sa a cinque mesi di detenzione e aduecentocinquanta lire di multa per gridasediziose. Fu scarcerato il 21 ottobre1895, ma non si lasciò intimorire dalla re-pressione poliziesca, infatti il 26 novem-bre 1901 fu uno dei fondatori della Tipo-grafia Cooperativa Sociale di Carrara ovesi stampava il settimanale anarchico“Combattiamo”. Per questa sua attività

editoriale fu condannato dal Tribunale diMassa il 14 Luglio a sette mesi di carcereper associazione di malfattori (il famosoart. 247 c.p.) e per lo stesso reato, in qua-lità di gerente del giornale “La Sentinel-la”, a tre mesi il 23 dicembre. In appellola prima sentenza venne annullata, ma perla seconda fu condannato a due mesi. Persottrarsi alla cattura si recò dapprima aMarsiglia e quindi a New York dove arri-vò nel maggio 1904.Durante la sua permanenza negli USA,che si protrasse fino al novembre 1911,lavorò come scalpellino e frequentò i cir-coli anarchici degli emigrati italiani. Frat-tanto la regia procura di Massa il 9 agostospiccava un mandato di cattura contro DelPapa dovendo egli scontare una pena didue mesi di reclusione inflittagli dal Tri-bunale di Massa il 12 dicembre 1903 per

Ugo Del Papa○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○

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incitamento all’odio di classe. Per questacondanna non entrerà in carcere perchéusufruirà dell’amnistia del 16 settembre1905. Invece al suo rientro in Italia nel1911 fu arrestato perchè condannato aotto mesi di carcere per bancarotta sem-plice, quale presidente della TipografiaSociale, pena inflittagli dal Tribunale diMassa il 17 febbraio 1906. Ridottagli lapena in appello, fu scarcerato il 16 marzo1912.Fece poi parte del gruppo “Luce e Verità”di Carrara e fu ancora arrestato per averfatto propaganda contro la guerra in Li-bia. Fu anche promotore, insieme ad Al-berto Meschi, della costituzione del Fa-scio anarchico di Carrara, al quale eranoaffigliati tutti i circoli anarchici dellazona.Di notevole importanza fu anche la suaattività di sindacalista. Nell’agosto 1912tenne viva l’agitazione in favore dellapensioni operaie e nel 1913 fu dirigentedella Camera del Lavoro di Carrara. Du-rante la serrata degli industriali del mar-mo, iniziata nel novembre 1913 per op-porsi alle richieste dei lavoratori, DelPapa fu un instancabile animatore dellalotta e della solidarietà in favore dei“serristi”. Fu arrestato l’11 gennaio 1914

con Alberto Meschi e Riccardi Sacconi inseguito allo scoppio di una bomba nelcortile della caserma dei Carabinieri,mentre la lotta fra operai e industriali sifaceva più aspra. Ma i lavoratori ben sa-pendo che quella bomba era “addomesti-cata”, al momento della soluzione dellavertenza, mentre i tre anarchici erano an-cora in prigione, pretesero che a firmarel’accordo fossero proprio Meschi,Sacconi e Del Papa come loro rappresen-tanti. Liberazione e firma avvennero il 31gennaio 1914. Malgrado la sua malfermasalute Del Papa fu presente il 27 gennaio1915 a Pisa al convegno anarchico controla guerra, ma la malattia da cui era affettonon gli diede scampo e il 1 giugno 1916moriva a Carrara a soli 41 anni.

Fonti:ACS,CPC, ad nomen; APS Massa,Cat. A8, Sovversivi deceduti, ad nomen.Bibliografia su U.D.P.: Antonio Berneri,Cento anni di storia sociale a Carrara(1815-1921), Milano 1961; LorenzoGestri, Capitalismo e classe operaia inprovincia di Massa Carrara, Firen-ze,1976; Hugo Rolland, Il sindacalismoanarchico di Alberto Meschi, Firenze,1972.

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Nacque a Pistoia il 12 febbraio 1904. De-stinato dalla famiglia alla carriera eccle-siastica, fuggì dal seminario a sedici anniper recarsi a Bologna, ma fu presto rin-tracciato e ricondotto in famiglia. Per lasua attività sovversiva venne spesso fer-mato e ammonito. Il 30 gennaio 1906 fu

denunciato per violenza e resistenza allaforza pubblica; per evitare l’arresto riparòin Svizzera, ma poco tempo dopo rientròclandestinamente a Milano e quindi aPistoia, rimanendo nascosto incampagna.Con sentenza del 20 luglio1906 fu condannato a ventidue mesi e

Tito Eschini○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○

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dieci giorni di reclusione. Scoperto il suonascondiglio, fu arrestato e condotto nelcarcere dell’Aquila. Ridotta in appello lapena a quindici mesi e quindici giorni,rientrò a Pistoia il 30 settembre 1907. Funuovamente arrestato l’8 marzo 1909 peraffissione di manifesti sovversivi, per in-citamento all’odio di classe e disubbidien-za alla legge. Il successivo 18 marzo fucondannato a 9 mesi (ridotti in appello a8) per apologia di reato per gli articolipubblicati dal giornale “La Rivolta” di cuiEschini era redattore. Nel 1913 entrò a farparte del gruppo “Germinal” di Pistoia.Antifascista fin dal 1919, si adoperò co-stantemente nell’attività clandestina, ve-nendo aggredito e ferito diverse volte. Ar-restato più volte per misure precauzionalipolitiche, privato della sua piccola impre-sa (segheria e fabbrica di imballaggi perpomodori e piante), fu colpito nel 1927 daammonizione di P.S. per motivi politici.Successivamente, per poter vivere, fece ilviaggiatore di commmercio e grazie alsuo lavoro ebbe frequenti contatti, pressoil confine svizzero e francese, con fuoru-sciti dai quali ricevere la stampa clande-stina da distribuire in Italia.Partecipò alla Resistenza cooperando al-l’organizzazione di bande partigiane, as-sumendo l’incarico di ispettore militaredella XII zona e tenendo i collegamenticon la formazione di Pippo (ManricoDucceschi) che operava in Garfagnana.Morì a Pistoia il 28 dicembre 1971.

Fonti: ACS, CPC, ad nomen; memoriadel figlio Mario Eschini presso l’ Archi-vio Berneri di Pistoia.

CENTRE INTERNATIONAL DERECHERCHESSUR L’ANARCHISME(C.I.R.A.)Lausanne, Svizzera

Notizie generaliAnno di istituzione:1957Indirizzo:Avenue de Beaumont 24CH 1012 Lausanne, Svizzeratel. 0041-21-65 24 819 / 65 23 543Orario:Tutti i giorni feriali dalle 16:00 alle 19:00o su appuntamentoQuota associativa:40 franchi svizzeri (circa 40.000 lire )Responsabili:Marianne Enckell e Christine MikhailoPatrimonioVolumi:La biblioteca possiede 12.000 tra libri eopuscoli in più di 25 lingue. I fondi prin-cipali sono in francese, spagnolo, italia-no, inglese e tedesco.Periodici in corso di pubblicazione:oltre 200 testatePeriodici non in corso di pubblicazione:1500 circaDocumenti:comprendono tesi, ricerche universitarie,fotocopie di articoli, manoscritti, articolipubblicati in periodici non anarchici, vo-lantini, archivi di movimenti (MLE,CRIA, ecc.)Archivio iconografico:foto originali o riprodotte, riproduzioni diopere d’arte e disegni, manifesti, diaposi-tive ecc.

Memoria storica

ANARCHIVI

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Videoteca:cassette video e audio, dischi, films ecc.Pubblicazioni:Michel Bakounine, La Commune deParis et la notion de l’Etat, 1971;Carlos da Fonseca, Introduction àl’histoire du mouvement anarchiste auPortugal, 1973;Arthur Lehning, Michel Bakounine et leshistoriens, 1979;Servizio al pubblicoLe opere possono essere prese in prestitopresso il CIRA o richieste e spedite perposta. Sono esclusi dal prestito le opereantiche, rare o in cattivo stato, i periodicied i documenti; servizio di fotocopiaturaIniziativeIl CIRA ha contribuito all’organizzazionedi convegni internazionali e ha realizzatodiverse mostre (Storia e geografia del-l’anarchismo; Educazione libertaria; Ledonne nel movimento anarchico). Ha rea-lizzato inoltre dei dossiers di ricerca, par-ticolarmente sul femminismo, sul cinema,sull’anarchismo nei diversi paesi; questadocumentazione è a disposizione dellepersone interessate

CIRCOLO CARLO VANZAMinusio, Canton Ticino, Svizzera

Notizie generaliAnno di istituzione:1986Ragione sociale:Associazione “Circolo Carlo Vanza”Indirizzo:Via dell’ Aratro 4,6648 Minusio, Canton Ticino, Svizzeratel. del responsabile 004193 / 338752Orario:

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Mercoledì 17-19 e su appuntamentoPatrimonioPeriodici:stampa anarchica prevalentemente italia-na, alcune testate in corso di pubblicazio-neLibri e opuscoli:circa 2500 titoli (italiano, tedesco, fran-cese)Archivi:archivio del periodico “Azione Diretta”Specializzazione:movimento anarchico in Svizzera e nellaSvizzera Italiana; tendenze dell’anarchi-smo contemporaneo; antimilitarismo;autogestioneCatalogazionePer libri e opuscoli: alfabetico per auto-re (computerizzata: DBASE IV in MS-DOS)Servizio al pubblicoPrestito a domicilio e/o servizio di foto-copiatura

Segnaliamo che la Biblioteca Serantini(presentata sullo scorso numero del bol-lettino) si è trasferita in Largo ConcettoMarchesi, 50124 Pisa. Segnaliamo inoltreche il numero di casella postale della Bi-blioteca Serantini è 247.

Riceviamo dall’Archivio Vanza diMinusio e volentieri pubblichiamo questoricordo di ANGELO CONTI-ROSSINI

Domenica 21 marzo 1993 muore a PortoValtravaglia, sulla sponda lombarda delVerbano, Angelo Conti-Rossini, forse ilpiù celebre cuoco che il Ticino abbia maiavuto. Cavaliere al merito della Repub-

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blica francese, “Chiave d’oro” GaultMillaut, “Due stelle”Michelin...e un cuo-re anarchico. Nato il 31 luglio 1923, ilpadre panettiere e oste, la madre cuoca,segue il tirocinio del mestiere a Zurigo.Successivamente rileva dai suoi il risto-rante Giardino a Brissago, trasformando-lo in vero e proprio tempio delle arti culi-narie gestito in proprio fino a pochi annidalla morte, quando decide di tornare allasemplicità di un tempo cambiando ilmenù e il nome del locale che divental’Osteria Agorà.Politicamente, Angelo Conti-Rossini èdapprima membro di una cellula di im-piegati d’albergo dell’allora clandestinoPartito del lavoro di orientamento filo so-vietico, per poi avvicinarsi sempre più,soprattutto in seguito ai fatti d’Ungheria,al Partito socialista. Nel contempo, però,coltiva cordiali rapporti con libertari este-ri e locali, fra cui Leon Hirsch, editore diopere di Muehsam, Tolstoi e di scrittiantimilitaristi. A questo proposito, Ange-lo Conti-Rossini stesso scrisse: “(...) Miavvicinai a persone che manifestavanouna certa linea libertaria e, adagio adagioricominciai a leggere, accorgendomi cheil raggiungere la giustizia sociale era lameta comune di alcuni uomini spesso vi-cini alla cultura umanistica. (...) Attraver-so questa strada ho acquisito una speciedi pensiero radicalsocialista-anarchico(...) . In definitiva, oggi più che di lottasociale bisognerebbe parlare di solidarie-tà verso i popoli che stanno peggio dinoi, e aiutarli non solo finanziariamente,ma anche politicamente. Bisognerebbecercare di abbattere il vecchio concettopatriottico di nazione, per rendersi contoche è il mondo intero e le sue risorse chebisogna difendere dal saccheggio”.Vagheggiando talvolta soluzioni influen-zate dal retaggio ideologico delle primeesperienze politiche e fors’anche di unambiente in cui più d’una volta si sarà

sentito un po’ Don Chisciotte, ha tuttaviasempre preferito la discussione alla tesse-ra, il dialogo alle linee programmatiche.Quando, a un certo punto, ha voluto defi-nirsi “antidemocratico” lo ha fatto perchénon credeva che la somma matematicadei voti necessariamente desse maggiorelegittimità a una scelta, giusta o sbagliatache sia. Alle regole parlamentari amavacontrapporre un continuo confronto diidee. E chi può scordare quei momenti difranca discussione quando, libero da im-pegni di cucina, Angelo si sedeva al tavo-lo con gli avventori per parlare di politi-ca? Nel 1976, scrive una delle sue piùbelle poesie “per la mort del CarletoVanza, anarchic Biasches”. Carlo Vanza,una delle più limpide e conosciute figuredel movimento anarchico in Ticino, atti-vo dagli anni venti fino alla morte, è sta-to esempio e maestro anche per le nuoveleve post-sessantotto. In questi anni, An-gelo Conti-Rossini sostiene attivamentegli sforzi di alcuni allora ancor giovanicompagni ticinesi per la rinascita del mo-vimento libertario in questa regione. Il 5giugno 1992, dedica “Ai compagni delCircolo Carlo Vanza” una copia della suaautobiografia, augurando “un proficuo la-voro sempre carico d’amore per il nobileideale da lui [Carlo Vanza] vissuto e pro-pagandato. Fraternamente, Angelo”.Grazie alla sua donazione delle placcheoriginali delle litografie di ErichMuehsam alla fondazione Leon Hirsch,nel 1984, è stata possibile una riedizionedella rarissima cartella di Muehsam inti-tolata Handzeichnungen und Gedichte.Inoltre, con il ricco materiale d’archivioin suo possesso potè dare un preziosocontributo al catalogo della grande espo-sizione dedicata all’esperienza comunita-ria del Monte Verità, tutt’oggi di grandeinteresse per il nostro movimento.

Memoria storica

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In questa sezione progettiamo di presentare brevi biografie dei personaggi menoconosciuti dell’anarchismo o la ricostruzione di episodi non sempre noti della storia

del movimento. Iniziamo con la biografia di Carlo Tresca, morto 50 anni fa, curata daMaurizio Antonioli.

Carlo TrescaNacque a Sulmona (l’Aquila) il 9 marzo1879 da Filippo e da Filomena Fasciano.A causa del dissesto economico della fa-miglia dovette accontentarsi di frequenta-re l’Istituto tecnico senza proseguire oltregli studi. Il trasferimento per punizione aSulmona, a cavallo tra i due secoli, di al-cuni dirigenti del personale di macchinadelle ferrovie, che proprio nel centroabruzzese costituivano un sindacato con-duttori locomotive, offrì al giovane Tre-sca l’occasione di entrare in contatto di-retto con le idee socialiste e di dare unaveste politica al suo istintivo ribellismo.Coinvolto nell’attività del citato sindacatoe nell’organizzazione del proletariatoagricolo locale, collaborò al periodico so-cialista “Il Germe”, sorto nell’ottobre1901, distinguendosi soprattutto per iltono acre della polemica nei confronti de-gli ambienti clericali di Sulmona. Nel1904 subì la sua prima condanna ad unanno di carcere e 6 mesi di domicilio co-atto, per sfuggire alla quale emigrò primain Svizzera e poi negli Stati Uniti.Stabilitosi a Filadelfia assunse, nel set-tembre, la direzione de “Il Proletario”,l’organo della Federazione Socialista Ita-liana fondata nel 1902 da G. M. Serrati edilaniata in quel momento dalle polemi-che sul problema dell’eventualeaffiliazione ad uno dei partiti socialistiamericani. Grazie a Tresca, che invece

ANNIVERSARI

con la nascita degli Industrial Workers ofthe World iniziò la propaganda dei princi-pi del sindacalismo industriale, la FSI nonvenne travolta dalle scissioni. Ormai spo-statosi su posizioni anarchiche e semprepiù convinto delle potenzialità dell’azionediretta, Tresca rassegnava nel giugno1906 le dimissioni da direttore de “Il Pro-letario” passando dapprima a “La vocedel popolo”, diretta a Filadelfia da Gio-vanni Di Silvestro, poi dando vita aPittsburgh nel 1908 ad un proprio setti-manale: “La Plebe”.Il suo impegno contro i mediatori di manod’opera, i padroni, le autorità consolari,contro tutto ciò che si configurava comesfruttamento degli immigrati, e le suedure polemiche anticlericali gli procura-rono due condanne per diffamazione. Nel1909, dopo la soppressione de “La Ple-be”, si trasferì a New Kensington inPennsylvania dove diresse “L’Avvenire”.La sua collaborazione con gli IWW loportò nel maggio 1912 a Lawrence, dovegli Industrial Workers, che alcuni mesiprima avevano guidato un grande sciope-ro dei tessili, sostenevano una intensacampagna per la liberazione di Ettor eGiovannitti, accusati di complicità moralenell’omicidio di una dimostrante per averincitato al picchettaggio. In quella circo-stanza incontrò Elisabeth Gurley Flynn,“the rebel girl”, che gli fu compagna fino

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al 1925. Come ebbe a scrivere la stessaGurley Flynn nella propria autobiografia:“Carlo Tresca trasferì il suo giornale aNew York nel 1913. A quel tempo, era unuomo alto, snello, di bell’aspetto, tra itrenta e i quarant’anni (...)Una barba gli nascondeva una brutta cica-trice sulla guancia, conseguenza di un’ag-gressione subita a Pittsburgh da parte diuno dei suoi innumerevoli nemici”.Pur non entrando mai a far parte ufficial-mente degli IWW Tresca continuò la suaopera di collaborazione propagandistica,in occasione di altri grandi scioperi, comequello di Paterson nel 1913, incorrendospesso in arresti e processi, come nel1916 durante lo sciopero dei minatori delferro di Misabi Range, quando venne ac-cusato, con il rischio dell’ergastolo, dicomplicità in omicidio per aver dato escaalla violenza con i propri discorsi. Le po-lemiche con Big Bill Haywood, successi-ve alla sua assoluzione, portano Tresca atroncare i rapporti con gli IWW.Nel settembre del 1917, nel quadro di unagrossa operazione contro gli IWW aChicago, con l’incriminazione di 168 per-sone, Tresca e Gurly Flynn vennero arre-stati, e con loro anche Ettor e Giovannitti.Dopo aver ottenuto il rilascio su cauzione,i quattro riuscirono ad ottenere la separa-zione delle cause e non vennero mai pro-cessati. Nel frattempo, tuttavia, il giornaledi Tresca, “L’Avvenire” venne soppresso.Alla fine del 1917 Tresca, acquistava unanuova testata, “Il Martello”, “giornale po-litico letterario artistico”, che con il 1° di-cembre doveva diventare rivista quindici-nale per l’”educazione e l’elevamento in-tellettuale fra i lavoratori italiani”.Nel primo dopoguerra l’attività giornali-stica di Tresca si muove in diverse dire-

zioni: dall’attiva campagna a favore diSacco e Vanzetti alle polemiche interne almovimento anarchico italo-americano,dall’opposizione alla penetrazione fasci-sta negli organismi degli emigrati all’ap-poggio ai tentativi autonomi di organizza-zione sindacale dei lavoratori italiani.Tresca fu tra i più attivi promotori dell’Alleanza antifascista del 1923 ed i suoiviolenti attacchi al fascismo sulle colonnede “Il Martello” indussero le autoritàamericane, su pressione dell’ambasciataitaliana, a trovare un pretesto per metterlofuori gioco. Nell’agosto 1923 infatti Tre-sca venne arrestato in base alla FederalObscenity Law per aver pubblicato sulgiornale pubblicità favorevole al controllodelle nascite. Condannato ad un anno e ungiorno da scontare nel penitenziario diAtlanta, Tresca ebbe ridotta la pena aquattro mesi dallo stesso presidenteCoolidge, sotto la spinta di una intensamobilitazione e dell’intervento dello stes-so Fiorello La Guardia.Contemporaneamente, dopo una primafase di entusiasmo per la rivoluzione rus-sa, nel 1921 Tresca iniziò a muovere criti-che al governo sovietico, che sfociaronosuccessivamente in una netta presa di di-stanza dal leninismo prima ed in apertacondanna dello stalinismo poi. Se le vi-cende iniziali della guerra civile spagnolaspinsero Tresca ad appoggiare il fronteunico ed anche la partecipazione deglianarchici al governo, la situazione prodot-tasi in seguito non fece che acuire il dissi-dio con i comunisti. Durissimi furono gliattacchi di Tresca ai comunisti sia per iprocessi staliniani sia per la repressioneesercitata in Spagna nei confronti deglianarchici e degli aderenti al POUM.Durante la seconda guerra mondiale, Tre-

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sca collaborò con l’Office of WarInformation per l’organizzazionedell’Italian-American Victory Council, unorganismo sorto per stabilire la politicadegli USA verso l’Italia liberata, e fumembro dell’organizzazione antifascistaMazzini Society. Decisamente intransi-gente sia nei confronti dei comunisti chedegli antifascisti dell’”ultima ora”, degliex fascisti cioè che l’intervento americanoin guerra aveva ridotto a più miti consigli,

Memoria storica

Tresca accrebbe in modo considerevole ilnumero dei suoi nemici. Venne assassina-to a colpi di pistola a New York l’11gennaio 1943. Nonostante le diverse ipo-tesi formulate - chi sostenne la responsa-bilità dei comunisti, chi dei fascisti, chidella malavita - e dieci anni di indagini diun’ apposita commissione d’inchiesta,l’uccisione di Tresca è ancora avvolta nelmistero.

Album di famigliaIn questa foto scattata aSenigallia nel 1957 (archi-vio di Luciano Farinelli) sivedono i congressisti anar-chici pronti a discutere du-rante la quattro-giorni pre-vista dal VII congresso...VII?Ma secondo quanto riportaUgo Fedeli nel suo Conve-gni e Congressi, il VII con-gresso è quello diRosignano Solvay dell’1-4giugno 1961, mentre quellodell’1-4 novembre 1957 aSenigallia è il VI congres-so! Ahi, ahi, ahi... chi sba-glia? Fedeli o gli anonimicompagni che hanno gene-rosamente ma un po’affrettatamente realizzatolo striscione del congressosuccessivo?

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Oltre ai due volumi dell’insostituibile Bibliografia dell’anarchismo di Leonardo Bettini,esistono per la stampa anarchica in Francia e Spagna due lavori affini a cura,

rispettivamente, di René Bianco (CIRA/Marseille) e di Paco Madrid Santos (La LletraA, Radio Klara/Valencia), che ci presentano qui di seguito i criteri della loro ricerca.

Un secolo di stampa anarchica di linguafrancese nel mondo (1880 - 1983)

a cura di René Bianco

Si tratta di una tesi di dottorato, soste-nuta nell’aprile 1988 all’universitàd’Aix-en-Provence (Francia), che ha ri-chiesto oltre un decennio di ricerchenei principali fondi pubblici europei ein alcuni archivi privati. Si tratta di unlavoro enorme che si presenta in settevolumi di complessive 3.503pagine e che è stato concepitoper essere uno strumento di la-voro.La tesi, che occupa i primi duevolumi, sottolinea l’importan-za della stampa come mezzoper conoscere la storia del mo-vimento anarchico; comprendeun’analisi quantitativa del nu-mero di testate e dei numeriusciti per testata in oltre 17Paesi; analizza inoltre comenasce un giornale anarchico,come si finanzi, come sia re-datto, amministrato e diffusocercando altresì di capire qualesia stato l’impatto sui lettori.Un analisi dei contenuti (cosaviene pubblicato sui giornalianarchici? quali sono i granditemi toccati, ecc.) completaquesto studio d’insieme, che

tocca naturalmente i grandi giornali - ipiù famosi - ma anche i periodici mino-ri, alcuni dei quali ciclostilati o comun-que pubblicati in modo molto saltuario.Seguono poi i tre volumi che costitui-

scono il REPERTORIO pro-priamente detto (2.216 pagi-ne), nei quali sono recensitipiù di 2.000 periodici (moltidei quali bilingui o trilingui)schedati seguendo un model-lo discusso con vari amicicompetenti e concepito inmodo da poter essere facil-mente informatizzato e costi-tuire in futuro una buonabanca dati.Ogni scheda comprende cin-que settori. Il primo serve al-l’identificazione del periodi-co (titolo, sottotitolo, luogodi pubblicazione, anno di na-scita). Il secondo dà una de-scrizione del giornale (for-mato, numero di pagine e dicolonne, prezzo, periodicità,ecc.) e riporta nomi e indi-rizzi dei responsabili (ammi-nistrazione, redazione, tipo-grafia). Il terzo elenca, in or-

Informazioni bibliografiche

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dine alfabetico, i nomi dei collaborato-ri. Il quarto è riservato alle varie osser-vazioni (notizie sulla distribuzione,segnalazioni sulla presenza ed origina-lità di disegni e fotografie, ecc.). L’ul-timo infine riporta la localizzazionedelle collezioni esistenti (nome dellabiblioteca, stato della collezione, ecc.).Inoltre un sistema di rimandi permettedi ritrovare la testata nel caso, ad esem-pio, che il giornale abbia cambiato tito-lo o sia riapparso dopo alcuni anni disospensione.Naturalmente, questo Repertorio ècompletato da un volume di 378 pagineche consente di trovare facilmentequalsiasi periodico essendo qui elencatinon solo in ordine alfabetico, ma ancheper paesi, regioni, province e per ordi-ne cronologico e per periodi così che èpossibile reperire all’istante tutti i gior-nali pubblicati in un dato luogo ed inuna data epoca.Un ultimo volume raggruppa infine inomi propri recensiti, compresi glipseudonimi identificati o no che siano.In questo Index si trovano circa 10.000nomi e ben 35.000 rimandi (questo vo-lume ha richiesto, da solo, più di tremesi di lavoro quotidiano ininterrotto!).Il risultato finale è, come si diceva, al-quanto impressionante e il lavoro, allaprova del tempo, si è dimostrato affida-bile. Non solamente completa i lavoriprecedenti (Nettlau, Hem Day, Zisly,Fedeli e Maitron), ma copre un periodopiuttosto lungo. Sinora non sono staterilevate se non imprecisioni marginali,inevitabili in ricerche a così ampioraggio.Questo lavoro monumentale puòquindi costituire una sorta di ‘modello’metodologico, pur se va tenuto sempre

ben presente che nessuna opera di que-sto tipo può pretendere all’esaustività eche ogni bibliografo sa che il suo lavo-ro un giorno dovrà essere completato.E’ già quindi in programma un piccolovolume supplementare che metterà in-sieme ‘addenda’, ‘errata’ e ogni ulte-riore ‘corrigenda’ che lettori e fruitoridella bibliografia segnaleranno. L’ope-ra comunque costituisce già oggi unostrumento prezioso che faciliterà enor-memente le ricerche sul movimentoanarchico di lingua francese, che finorasi scontravano costantemente con ilproblema del reperimento delle fonti.La stampa è invece uno strumento d’in-vestigazione fondamentale: essa costi-tuisce la migliore testimonianza a no-stra disposizione e ci permette di com-prendere anche le emozioni, le reazio-ni, le aspirazioni dei militanti, riman-dandoci, nella sua diversità, il riflessopiù ampio e meno ingannevole delleloro attività. Insomma uno strumentoindispensabile per ogni seria documen-tazione.

Informazioni bibliografiche

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* Per maggiori informazioni sulla suaBibliografia contattare direttamenteRené Bianco, B.P. 40, 13382 MarseilleCedex 4, Francia

Questo lavoro intende dimostrare chela propaganda - e dunque soprattutto lastampa nel senso più ampio del termine(periodici, riviste ecc.) - è stata uno deipunti di forza del movimento anarchicospagnolo, anche qui nel senso più ampiodel termine (gruppi, organizzazioni speci-fiche, movimento operaio di tendenzaanarchica, anarcosindacalismo,sindacalismo rivoluzionario ecc.).Partendo da questo presupposto, si vuoldimostrare che la stampa è stata la mani-festazione più evidente della sua forzatanto da mantenere nelle diverse congiun-ture un rapporto direttamente proporzio-nale. Come corollario, la repressione hasempre colpito in primo luogo gli organidi stampa, nella convinzione che smantel-lando i mezzi di comunicazione ne sareb-be inevitabilmente conseguita unadisorganizzazione generale.Da un altro punto di vista, la stampa anar-chica è una delle fonti principali - forse lasola - che ci consente di addentrarci nellaconoscenza di un settore del movimentopoco studiato e tuttavia fondamentale peril suo sviluppo: i gruppi anarchici. Sareb-be stata impossibile una influenza e diffu-sione così straordinaria della propagandasenza il loro concorso e costantemente iperiodici e le riviste anarchiche riportanola costituzione di questo o quel gruppo,dando informazioni sulle sue caratteristi-che e sulle sue finalità.

La stampa anarchica e anarcosindacalistain Spagna dalla Prima Internazionale alla

fine della guerra civile (1869-1939)di Paco Madrid Santos

Per raggiungere il mio obiettivo ho suddi-viso il lavoro in blocchi chiaramente dif-ferenziati. Il primo analizza l’evoluzionestorica della stampa anarchica spagnoladalla sua comparsa con la Prima Interna-zionale (1869) sino alla dittatura di Primode Rivera (1930). Naturalmente, ogni li-mite cronologico risulta in fin dei contiarbitrario e questo ha oltretutto il graveinconveniente di coprire un periodo ditempo considerevole, eccessivo per poterfare un’analisi in profondità come la natu-ra del lavoro richiederebbe.Il secondo blocco è composto da un cata-logo (ipoteticamente!) completo dellastampa anarchica pubblicata dalla PrimaInternazionale sino alla fine della guerracivile. Questo catalogo è strutturato in or-dine cronologico ed ogni testata ha unasua scheda tecnica che ci dà alcune infor-mazioni generali sul periodico. Il catalogosi conclude con due indici alfabetici, unogenerale ed uno per provincia.La maggiore difficoltà che ho incontratoin questo lavoro è connaturata allecratteristiche proprie al materiale che in-tendevo catalogare, ovvero la suaframmentazione e dispersione. Di conse-guenza, non volendomi oltretutto limitareallo studio della sola stampa conservata inbiblioteche, emeroteche, centri e archivispecializzati, per poter dare un panoramaquanto più ampio possibile sono dovutoricorrere costantemente a fonti indirette.

Informazioni bibliografiche

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Innanzi tutto ho attinto alle informazioniriportate dalla stampa anarchica conserva-ta in archivi, che è piena di riferimenti atestate che oggi possiamo sicuramentedare per disperse. Sono poi ricorso anchealla stampa quotidiana incontrando peròben pochi riferimenti e quindi con risulta-ti globalmente poco fruttuosi.Viceversa, memorie e autobiografie sisono rivelate più utili anche se meno diquanto si poteva sperare. Più che altrosono state fondamentali per confermare oprecisare qualche dettaglio, pur se di unacerta rilevanza.Devo segnalare che alcune fonti non sonostate utilizzate, come ad esempio il cosid-detto “Timbre de Periodicos” grazie al

quale è possibile “conoscere la distribu-zione esterna della stampa pubblicata inuna data località, ovvero la sua distribu-zione tramite le poste”. Questa ricercaavrebbe implicato un lavoro improbo, mala sua utilità restava alquanto dubbia.Per finire, l’analisi della stampa anarchical’ho fatta attraverso l’ottica molto genera-le della propaganda. Non era mia inten-zione fare uno studio dei suoi contenuti,né fare un elenco tematico degli articolipubblicati, lavori che andavano molto aldi là dei limiti che mi ero proposto.

* La Bibliografia di Paco Madrid Santos èconsultabile presso l’Archivio Pinelli.

• Potere di distruggere, potere di creare,Centro Documentazione Anarchica(CDA), bollettino 14, Torino, 1976• Sociobiologia o ecologia sociale?,Volontà, Milano, n. 1, 1981• Reagan: la rabbia del ceto medio,Volontà, Milano, n. 2, 1981• Utopismo e Futurismo,Volontà, Milano, n. 3, 1981• Il futuro del movimento antinucleare,Volontà, Milano, n. 1, 1982• Sociobiologia o ecologia sociale,Volontà, Milano, n. 3, 1982• Che cos’è l’ecologia, una parola perqualsiasi bocca? Lo scontro traecologismo profondo e sociale,

Murray Bookchina cura di Sandro Apis

Questa bibliografia riguarda solo gli articoli e i libri tradotti in italiano di Bookchin.Chi fosse interessato ad una bibliografia completa dei testi originali in inglese e delle

traduzioni in altre lingue di questi scritti può richiederne fotocopia all’Archivio Pinelli(costo £ 10.000).

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A Rivista Anarchica, Milano, 1982• L’ecologia della libertà,Antistato, Milano, 1984, Elèuthera, Mila-no, 1986, 1989• Anarchismo: 1984 ed oltre,Volontà, Milano, n. 3, 1984• L’armonia perduta,A Rivista Anarchica, Milano, n. 121,1984• Una conferenza. La crisi ecologica: lesue radici nella società. Problemi e solu-zioni,Circolo Culturale Anarchico, Carrara,1984• Tesi sul municipalismo libertario,Volontà, Milano, n. 4, 1985

Informazioni bibliografiche

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• Agricoltura, mercato, morale,A Rivista Anarchica, Milano,n. 132,1985• La guerra civile spagnola cinquant’an-ni dopo,Volontà, Milano, n. 4, 1986• Noi verdi, noi anarchici,A Rivista Anarchica, Milano, n. 141,1986• Libertà e necessità nel mondo naturale,Volontà, Milano, n. 2-3, 1987• Non sottovalutiamo la specie umana,Volontà, Milano, n. 2-3, 1987• Ecologia sociale e pacifismo,A Rivista Anarchica, Milano, n.144,1987• Sociale non profonda,A Rivista Anarchica, Milano, n. 153,1988• The modern crisis/La crisi della mo-

dernità,Edizioni Agalev, Bologna, 1988• Per una società ecologica,Elèuthera, Milano, 1989• Società, politica, stato,Volontà, Milano, n. 4, 1989• La proposta federativa,Volontà, Milano, n. 2-3, 1991• Occhio al bioregionalismo, lettera,A Rivista Anarchica, Milano, n. 184,1991• Una politica municipalista,Volontà, Milano, n. 4, 1991• La mia proposta,A Rivista Anarchica, Milano, 1992• Filosofia dell’ecologia sociale,Ilapalma, Palermo, 1993• Democrazia diretta, idee per unmunicipalismo libertario,Elèuthera, Milano, 1993

Lysander Spoonera cura di Agostino Manni

Questa bibliografia è ripresa dalla tesi su Lysander Spooner scritta da Agostino Manni,che presentiamo nella sezione Tesi e ricerche. I vari scritti di Spooner sono stati

raccolti, a cura di Charles Shively, in sei volumi dal titolo The Collected Works ofLysander Spooner (M & S Press, Weston, Mass., 1971), disponibili presso l’Archivio

Pinelli. Nella bibliografia viene segnalata anche la collocazione dei testi di Spooner inquesti volumi, indicati con la sigla CWLS.

• The Deist’s Immortality, and An Essayon Man’s Accountability for His Belief,s.e., Boston, 1934; CWLS, vol. I, ristam-pa anastatica• To the Members of the Legislature ofMassachusetts,in Worcester Repubblican-Extra,Worcester, 26 agosto 1835; CWLS, vol.II, ristampa anastatica• The Deist’s Reply to the AllegedSupernatural Evidences of Christianity,

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s.e., Boston, 1836; CWLS, vol. I, ristam-pa anastatica• Constitutional Law Relative to Credit,Currency, and Banking, Jos B. Ripley,Worcester, Massachusetts, 1843; CWLS,vol. V, ristampa anastatica• The Unconstitutionality of Slavery,Bela Marsh, Boston, 1845, 1850, 1860;CWLS, vol. IV, ristampa anastatica• Poverty, Its Illegal Cause and LegalCure,

Informazioni bibliografiche

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Bela Marsh, Boston, 1846; CWLS, vol.V, ristampa anastatica• Illegality of the Trial of John W.Webster,Bela Marsh, Boston, 1850; CWLS, vol.II, ristampa anastatica• A Defence for Fugitive Slaves, Againstthe Acts of Congress of February 12,1793, and September 18, 1850,Bela Marsh, Boston, 1850; CWLS, vol.IV, ristampa anastatica• An Essay on the Trial by Jury,Jewett & C., Boston, 1852; CWLS, vol.II, ristampa anastatica• The Law of Intellectual Property; or AnEssay on the Right of Authors andInventors to a Perpetual Property inTheir Ideas, Bela Marsh, Boston, 1855; CWLS, vol.III, ristampa anastatica• A New System of Paper Currency,Stacy & Richardson, Boston, 1861;CWLS, vol. V, ristampa anastatica• A Plan for the Abolition of Slavery (and)To the Non-Slave-Holders of the South,CWLS, vol. IV, ristampa anastatica• Address of the Free Constitutionalists tothe People of the United States,Thayer & Elridge, Boston, 1860; CWLS,vol. IV, ristampa anastatica• Letter to Charles Summer,1864; CWLS, vol. IV, ristampa anastatica• No Treason, No. 1,s.e., Boston, 1867; CWLS, vol. I, ristam-pa anastatica• No Treason, No. II. The Constitution,s.e., Boston, 1867; CWLS, vol. I, ristam-pa anastatica• No Treason, No. IV. The Constitution ofNo Authority,s.e. Boston, 1870; CWLS, vol. I, ristampaanastatica

• Vices Are not Crimes, in Dio Lewis,Prohibition: A Failure,1875; ora in L. Spooner, Vices Are NotCrimes: A Vindication of Moral Liberty,Tanstaafl, Cupertino, 1977; una versioneridotta è stata pubblicata con il titolo I vizinon sono crimini, Volontà, Milano, n. 1,1991• Revolution: The Only Remedy for theOppressed Classes of Ireland, England,and Other Parts of the British Empire,No1,s.e., Boston 1880; CWLS, vol. I, ristampaanastatica• A Letter to Thomas F. Bayard:Challenging His Right - And that of Allthe Other So - Called Senators andRepresentatives in Congress - ToExercise Any Legislative Power WhateverOver the People of The United States,s.e.,Boston, 1882; CWLS, vol. I, ristampaanastatica• Natural Law; or the Science of theJustice: A Treatise on Natural LawNatural Justice, Natural Rights, NaturalLiberty, and Natural Society; Showingthat All Legislation Whatsoever Is anAbsurdity, an Usurpation, and a Crime.Part First,Williams & Co., Boston, 1882; ora inCWLS, vol. I, ristampa anastatica• A Letter to Grover Cleveland, on HisFalse Inaugural Address, the Usurpationsand Crimes of Lawmakers and Judges,and the Consequent Poverty, Ignorance,and Servitude of the People,Boston, 1886; ora in CWLS, vol. I, ri-stampa anastatica

Informazioni bibliografiche

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33 Informazioni editoriali

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la culturaEditorial Archipiélago

Apartado de correos 174 E - 08860 Castelldefels(Barcelona) - Spagna

Pensar el tiempo, pensar atiempo

n. 10-11/1992Forse siamo ancora in tem-po. Per proteggerci daltempo (meteorologico), ab-biamo costruito un tempo(cronologico) che si è tra-sformato nella nostra di-mora, dimora illusoria.Non è il nostro un tempoqualitativo, tempo - tempi -di vita, tempi propri dellecose, genti ed occasioni,ma quantitativo, astratto,separato, alienato dallecose, dalla gente. Non tem-po di questo o dell’altro,ma tempo nel quale succe-de questo o l’altro. Nontempo che può essere buo-no o cattivo, ma tempo chesi misura e passa,frazionato in unità omoge-nee che si interscambianocon il corrispondente in la-voro, denaro o spazio per-corso. Non tempo di vitama tempo necessario, nontempo proprio ma alienato.Tempo di morte.La ricerca del tempo per-duto che oggi proponiamonon pretende alcun nostal-gico - e impossibile -

recupero di unità di tempoche misurano giorni giàpassati per sempre, maesplorare questo nostrotempo che rimane nel fon-do non ancora misurato,sondare la sua densità, ad-dentrarci in tempi smisura-ti. Epimeteo, il titano mu-tevole, era - come il tempoclimatico - imprevedibile.La minima variazione dellecondizioni iniziali - comela dinamica dei sistemilontani dall’equilibrio - al-terava strepitosamente lesue reazioni. E non perde-va occasione per lasciarsisedurre da lei, si chiamasseo no Pandora. Il suo tempoè la naturalezza: appassio-nato, caotico, denso, inter-no, intenso. Il suo corag-gioso fratello Prometeo, losi vede arrivare. Il suo tem-po è quello della pre-medi-tazione e del progetto, tem-po del passato reiterato edel futuro prefabbricato.Un non tempo che, dal-l’esterno, si impone allamoltitudine dei tempi chepalpitano nel vivo. Il suotempo è quello della pre-visione e della ostinazione,della idea incarnata, dellascienza e della tecnica: im-perturbabile, lineare,superficiale,esterno, esteso.Il suo destino non potevaessere altro che la mortepermanente: tempo incate-

In questa sezionesegnaleremo,traducendonele presentazioni, i numeri

più recenti di alcune rivisteanarchiche di riflessioneteorica pubblicate in vari

Paesi e alcuni libri diparticolare interesse

sempre pubblicatiall’estero. Ci

ripromettiamo inoltre didare informazioni sulle

varie case editricianarchiche esistenti ed

iniziamo con la cooperativaEditrice A, cui il Centrostudi libertari / Archivio

Pinelli è collegato

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34Informazioni editoriali

nato, tempo di condanna.Ilya Prigogyne (Elredescubrimiento delTiempo/1) si dedica a pen-sare queste due concezionidel tempo, ed è senza dub-bio uno dei più suggestiviarticoli. La fisica classicaoptò per il secondo di loro:meccanico, reversibile in-differente, sostegno di pre-visioni, determinista, misu-ra di un ordine tanto perfet-to quanto poteva esisteresolo come imposizione edistorsione dei fenomeni:un tempo che è non-tempo.Le scienze umane, tantomancanti di immaginazionequanto avide di servirel’ordine dominante, nondubitarono nell’adottarlocome modello. Come per-donarle oggi? Come spie-garle che la stessa fisicarecupera il tempo narrativo,non già quello della storiama quello delle storie, que-sto tempo che nasce dalfatto invece di sorvolarloimperterrito? La storia è fi-glia del tempo, però ancheil tempo ha la sua storia.Così J. T. Fraser (El murode cristal. Ideasrepresentativas sobre eltiempo en el pensiamentooccidental ) articola il suoscritto attraverso distinteformulazioni temporali:Zenone, Platone, i teoricidel Medio Evo e i

neoplatonici, che configu-reranno le correnti umane,contrapporranno due mo-delli di tempo, ogni voltapiù individualizzato (Kant,Hegel) dentro una civiltàoccidentale che si è con-vertita nell’emblema deldivenire e della fugacità.Enrique Ocaña (Del relojde arena al reloj del“trabajador”: ErnstJünger y la vivencia deltiempo ) la segue, basando-si su E. Junger, attraversol’evoluzione degli orologi.Nei primi, il pulsare deltempo si sentiva vibrarenel cuore della materia concui si costruivano: orologidi sabbia, di acqua, di sole,di fuoco. Con gli orologimeccanici il tempo si fran-tuma nelle sue frazioni:mulini di tempo. I nuoviorologi (al quarzo, elettrici,atomici) annunciano ungermogliare del battito ma-teriale del tempo?Il tempo dei moderni comeosserva Paz Moreno (Deltiempo como actividad), ècome un isolotto fra i tem-pi delle restanti culture,che mai separano il tempodalle attività vitali e socia-li. Così come annotaEmmanuel Lizcano (Eltiempo en el imaginariosocial chino) nella anticaCina il tempo non si lanciaverso alcun futuro benché

si congiunga e siricongiunga - come la pro-pria serie numerica neisuoi quadri magici - intor-no a se stesso, allo spazio eall’osservatore prestandolespessore e singolarità almomento. Nell’introdurrele moltissime figure deltempo che in questo modosi vanno delineando,Umberto Galimberti (Lasmetamorfosis de Crono )ricerca il significato cheoggi può avere per noiquello che chiamiamo tem-po. Luis Castro Nogueira(Contra el tiempo, espacio.Del frenesì virilico a losterritorios de E. W. Soja )affronta il tempo della mo-dernità. La descrizione ciha lasciato “senza luogo”,letteralmente sradicati, in-troducendoci nella frenesiadel tempo: una frenesia chetiene in P. Virilio un esa-sperante compimento. Per-ché questa imperiosa po-tenza del tempo lo ha por-tato ad intromettersi, se-condo Agustin Garcia Cal-vo (El tiempo del calculoen el calculo ), fino nel re-gno della matematica, doveil tempo della realtà vienecosì ad interferire con iltempo che le è proprio: iltempo interno del calcolo.Forse siamo giunti al mo-mento di reclamare, comefa José Angel.

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35 Informazioni editoriali

Gonzales Sainz (Una mo-desta reclamacion detiempo muerto ) ad imita-zione di ciò che accadenello sport, un tempo mor-to: la morte del tempo.Niente appare più urgente.Forse siamo ancora a tem-po.

TRAFIKInternationales Journalzur Libertaeren Kultur

und PolitikVerlag libertaerer Medien

Peter Peterson, Eduardstr. 40

D - 4330 Muelheim,Germania

Kulturschock, LibertaereLiteratur

n. 35/1992Al giorno d’oggi la lettera-tura politica pare quasicompletamente scomparsa.Il weltschmerz cede visi-bilmente posto allabauchnabel di molte scrit-trici e scrittori, anche sefino a vent’anni fa si trova-vano, nella cosiddettastampa alternativa, personeinteressate tanto in lettera-tura quanto in politica a di-scutere una nuova arte divivere. Soprattutto i liber-tari partecipavano a questediscussioni sociali e lette-rarie che secondo loro con-fermavano la pretesa cultu-rale e rivoluzionaria del-

l’anarchismo.“Trafik” segue lo sviluppodella letteratura politica al-ternativa illustrandone lospettro e le tendenze, dairomanzi utopici dell’eradella rivoluzione industria-le, attraverso la liricatendenziale della lotta diclasse nella repubblica diWeimar, fino alla prosa so-cialmente impegnata dellagenerazione del ’68.Walter Fähnders, docentedi letteratura diOsnabucker, cerca una de-finizione della letteraturaanarchica e segue i varie-gati rapporti tra letteraturae anarchismo nel corso delsecolo passato. GregorHause, compositore e chi-tarrista di Magdeburger,parla del suo lavoro, attra-verso testi e canti di ErichMuhsam, ai tempi dellaDdr come anche dopo lariunificazione della Ger-mania. U. E. G. Schrock diHamelmer descrive le sueesperienze di scrittoreanarchico nell’ambienteculturale della borghesia edei mass media. HelmutSeethaler, viennese, parladei fogli che produce de-scrivendo come li diffondeattaccandoli sugli alberi esulle colonne della sua cit-tà. Josef Wintjes, libraio diBottroper, traccia la sua at-tività nel centro di forma-

zione letteraria e analizzalo sviluppo della stampaalternativa nel ’68. EgonGunther racconta dellacollaborazione di FranzKafka con gli anarchici diPraga tra il 1909 e il 1912e rintraccia le tendenzeantiautoritarie nella suaopera letteraria.

THE RAVENAnarchist Quarterly

Freedom Press84 b Whitechapel High

Street (Angel Alley) London E1 - UKKropotkin 150’s

Anniversary n. 20, ott.-dic. 1992

Non pensiamo cheFreedom Press possa esse-re accusata di aver dedica-to troppo tempo a scavarein un passato da tempo di-menticato o a commemo-rare centenari di propagan-disti e attivisti del movi-mento anarchico ormai di-menticati.Il nostro obiettivo in occa-sione delcentocinquantesimo anni-versario della nascita diKropotkin non è tanto difar rivivere questopensatore anarchico e lesue opere, quanto di rile-vare come gli scritti diKropotkin siano disponibi-li oggi più che in qualsiasi

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36Informazioni editoriali

altro momento degli ultimicinquant’anni. Il che dimo-stra come sia ormai gene-rale convinzione cheKropotkin abbia dato unimportante contributo peraffrontare i problemi eco-nomici e sociali del nostrotempo.Freedom Press potrebbecomunque essere scusataper aver fatto una eccezio-ne nel caso di Kropotkinvisto che è stato, dopotutto,uno dei fondatori (nel1896) del nostro giornale,“Freedom”. E dobbiamoanche confessare che per ilsuo centenario, nel 1942,Freedom Press pubblicò unvolume di 150 pagine inti-tolato Selections from HisWritings, a cura e con unaintroduzione di HerbertRead. Questo libro vennepresto esaurito e mai piùristampato (era il tempodella guerra e la carta dastampa era strettamente ra-zionata). In questo numerocommemorativo la vastaintroduzione biografica diHerbert Read è ora ristam-pata per la prima voltadopo cinquant’anni.Con l’ovvia eccezione deicontributi di Max Nettlau edi Malatesta, tutti gli altriarticoli sono originali. Ci èsembrato essenzialeripubblicare Recollection’sdi Malatesta ed i due arti-

coli che egli scrisse per“Freedom” nel 1914-1916(sebbene questo materialesia disponibile in libreria)allo scopo di presentareuna valutazione più com-plessiva dell’uomoKropotkin e del suo contri-buto alle lotte sociali.Con le stesse finalità, in-tendiamo pubblicare gli attidi una conferenza interna-zionale che si è tenuta aMosca (dove Kropotkin ènato) ed a St. Pietroburgo(dove andò a scuola e vissefino al suo arresto nel1874) sempre per comme-morare ilcentocinquantesimo anni-versario della sua nascita.La conferenza è stata orga-nizzata dalla KropotkinCommission of the RussianAcademy of Science esono previste più di sessan-ta relazioni. Il nostro augu-rio è che nell’attuale diffi-cile situazione politica del-la Russia, un po’ dell’entu-siasmo e delle speranze diKropotkin si diffondano trai suoi concittadini.

EDITRICE A Coop.Via Rovetta 27I - 20127 Milano

L’Editrice A, costituita aMilano nel 1977, riuniscealcune iniziative editoria-li tra loro collegate purmantenendo la propriaautonomia redazionale eamministrativa. Nel cor-so degli anni alcune dellesezioni originarie hannocessato le pubblicazioni -come la sezioneInterrogations e la sezio-ne Edizioni Antistato -mentre altre si sono ag-giunte. Attualmente lacooperativa riunisce tresezioni: A rivista anar-chica, Volontà edEleuthera. Tutto il lavororedazionale e ammini-strativo è attualmentesvolto a titolo gratuito dauna quindicina di perso-ne, alcune delle qualipresenti in più di una ini-ziativa. I periodici ed i li-bri pubblicati dalla coo-perativa sono distribuitisia commercialmente siaattraverso il circuito mi-litante.

• A rivista anarchica èuna pubblicazione mensi-le illustrata di 44 pagine,fondata nel 1971. Conuna tiratura di 8500 co-pie è il periodico anar-chico più diffuso in Ita-lia. Si occupa prevalente-mente di tematiche d’at-tualità sociale e politica,

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ma pubblica anche brevisaggi storici e teorici.L’abbonamento annuo èdi £ 35.000.

• Volontà è un trimestraledi studi e ricerche apertoprogrammaticamente aduna dimensione culturaleinternazionale. Ha circa140 pagine, con una tira-tura di 2000 copie. Fon-data da Giovanna Bernerinel 1946 come mensile, èdiventata trimestrale dal1980 entrando a far partedella cooperativa. Dal1987 ha carattere mono-grafico.L’abbonamento annuo èdi £ 40.000.

• Elèuthera è la più re-cente iniziativa che haaderito alla cooperativa.Costituita alla fine del1986, pubblica circa ottotitoli all’anno su argo-menti che spaziano dal-l’ecologia all’arte, dal-l’antropologia alla peda-gogia, toccando tutti icampi in cui si esprime lacultura libertaria interna-zionale. E’ possibile ri-chiedere il catalogo ag-giornato delle sue pubbli-cazioni che comprendeanche i numeri monogra-fici di ‘Volontà uscitidopo il 1987.• Edizioni Antistato, fon-

date nel 1950 da PioTurroni e passate alla re-dazione milanese nel1975, hanno sospeso lepubblicazioni nel 1985.Nell’ultimo decennio diattività sono stati stampa-ti 22 titoli che compren-devano sia testi anarchiciclassici, sia testi storici,sia contributi culturali disegno libertario. Nel1989 si è costituita a To-rino, con una nuova ge-stione, l’AssociazioneAntistato cui si può ri-chiedere il catalogo deititoli ancora disponibilidelle Edizioni Antistato.

• Interrogations, rivistatrimestrale internazionaledi riflessione teorica,edita in quattro lingue(inglese / francese / spa-gnolo / italiano), è statafondata a Parigi da LouisMercier Vega nel 1974.Dopo la sua morte, la ri-vista è passata alla reda-zione milanese che ne hacurato la pubblicazionefino alla chiusura, avve-nuta nel 1979 con il nu-mero doppio 17/18. Pres-so l’Archivio Pinelli sipuò consultare la colle-zione completa di‘Interrogations’.

A rivista anarchica,C.P. 17120, 20170 Mila-no, tel. e fax (02) 289 6627conto corrente postale in-testato Editrice A, n.12552204

Volontà, C.P. 10667,20110 Milano, tel. e fax(02) 284 69 23,conto corrente postale in-testato Edizioni Volontà,n. 17783200

Elèuthera, C.P. 17025,20170 Milano, tel. (02)26 14 39 50,fax (02) 284 69 23, contocorrente postale intestatoElèuthera, n. 49313208

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38La rete

La

rete

La

rete

Qui di seguitopubblichiamo l’elenco(certo parziale!) delle

librerie anarchiche, o conconsistenti settori

sull’anarchismo, attive invari Paesi. Seguono le

schede di presentazionedelle due principalilibrerie anarchiche

operanti in Italia: l’Utopiadi Milano e l’Anomalia diRoma (presentata insieme

al Centro diDocumentazione

Anarchica cui è collegata).

ARGENTINAEl Aleph1134, Corrientes1043, Buenos Aires

AUSTRALIAEmma’s BookshopVulture Street4101 West EndQueenslandJura Books10, Crystal StreetPetershamN S W

BELGIOLibrairie La BorgneAgasse17, Rue de la Tulipe1050 Bruxelles

CANADALibrairie AlternativeBookstore2033 Boul. St. LaurentMontreal, Quebec, H2X2T3

FRANCIALa Gryffe5, Rue S. Griphe69007 LyonLibrairie L’Endehors6, Rue Saint François33000 BordeauxLa Plume Noir15, Rue Rivet69001 LyonLibrairie Publico145, Rue Amelot75012 Paris

INGHILTERRAFreedom Bookshop84b Whitechapel HighStreetAngel AlleyLondon E 1Housmans5, Caledonian RoadKings CrossLondon N 1 9DX

IRLANDA DEL NORDJust Books7, Winetavern StreetSmithfield, Belfast BTI1JQ

NORVEGIAJaap van HuysmansMindeHjelmsg. 3Oslo

PORTOGALLOUtopiaRua da Regeneração, 224000, Porto

SPAGNAEls TrobadorsPasseig del mar, 217130 L’Escala (Gerona)El Lokalc/ La Cera 1 bis08001 Barcelona

SVIZZERAParanoia CityBuchhandlungAnwandstrasse 288004 ZurichLibrairie Espace NoirFrancillon 292610 Saint-ImierComenius/AnarresRathausgasse3000 Berne

U S ALaissez Faire Books942 Howard St, 2nd FloorNew York, N.Y. 10012Left Bank Book96 Pike StreetSeattle, WA. 98101Bound TogetherBookshop1369 Haight StreetSan Francisco, CA. 94117

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39 La rete

ITALIA

Libreria Utopiavia Moscova 52,20121Milano,tel.e fax (02) 29 00 33 24Anno di fondazione: 1977Responsabili:Fausta Bizzozzero eMauro De CortesDati tecnici:spazio espositivo mq 64,8000 titoli, sala conferen-ze, impianto audio, faxOrario d’apertura:dalle 9:30 alle 12:30 e dal-le 15:30 alle 19:30 dal lu-nedì al sabatoServizi offerti:fornisce, a richiesta,bibliografieSpecializzazioni:anarchismo, antropologia,cinema, donne, fiabe, miti,narrativa, psicologia,sociologia, teatro, viaggiAttività culturali:cicli di conferenze a tema e

non, cicli di conferenzesulla musica classica (conascolto di brani musicali)

Libreria Anomaliavia dei Campani 73,00185 RomaC.D.A. (Centro di Docu-mentazione Anarchica)via dei Campani 69,00185 Romatel. (06) 491335Anno di fondazione libre-ria 1986, C.D.A. 1982Responsabili libreria:L. Pais e N. MicozziC.D.A: C. De Filippo e F.ArdolinoDati tecnici:circa 12.000 volumi, 33mq di esposizione, compu-ter, fotocopiatrice,diaproiettori, tv, videoregi-stratori, ciclostile,serigrafiaI locali in cui ha sede la li-breria sono di proprietà de-gli stessi gestori; i locali

in cui ha sede il C.D.A.sono in usufrutto a titologratuito per 30 anni e ap-partengono oltre che a Paise Micozzi, a S. DiTommaso e ad A.FanciullottiServizi offerti:biblioteca del C.D.A. concirca 3000 volumicatalogati per autore e persoggetto; periodici, docu-menti, manifesti di movi-mento (in parte riprodottisu diapositive); videoteca;cataloghi semestrali di testiselezionati per soggetto (7°anno); vendita per corri-spondenza.Orario d’apertura:La libreria è aperta dalle10:00 alle 13:00 e dalle16:00 alle 20:30 dei giorniferiali.Il C.D.A. dalle 16:30 alle19:30.La quota associativa è di£.25.000 l’anno.Specializzazioni:movimento anarchico, sini-stra rivoluzionaria,classicidel marxismo, movimentooperaio, critica radicale,ambiente, rapporti interna-zionaliAttività culturali:servizio biblioteca, rasse-gne video, mostre fotogra-fiche, seminari e concertiin collaborazione con l’ass.“Cervello a Sonagli” pres-so un cinema occupato.

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Intendiamo presentare in questa sezione alcune iniziative libertarie operanti in contestidiversi e con i più vari metodi e criteri. Iniziamo in questo numero con una lungapresentazione del programma 1993 dell’Institute for Social Ecology ( Istituto di

Ecologia sociale) del Vermont, USA, fondato e diretto da Murray Bookchin, e con unabreve scheda del gruppo Arti e Mestieri Libertari di Milano.

Institute for Social Ecologylosofia per arrivare ad una critica coeren-te delle generali tendenze anti-ecologichee ad un approccio integrato di tipo comu-nitario ed etico alla vita sociale. Utiliz-zando il Vermont come un laboratorio,l’Istituto esplora soluzioni bioregionaliper i problemi globali.

Semestre estivo di ecologia socialeLa crisi ecologica nella quale ci troviamoè generale. Le risposte delle istituzionidominanti - politiche, economiche e so-ciali - che governano noi e il destino dellabiosfera sono chiaramente inadeguate. Ladiffusione della sottoalimentazione nono-stante le nostre conoscenze tecnologiche;

l’epidemia dell’AIDS; le ingiu-stizie economiche fra Nord eSud e il risorgere di attriti etnicie movimenti fascisti nel mondo,sono tutte manifestazioni del-l’incapacità delle strutture socia-li esistenti di trovare soluzioniadeguate per risolvere le crisinelle quali ci troviamo invi-schiati. Dobbiamo abbandonarele supposizioni a priori per svi-luppare un approccio critico checi conduca a ripensare il rappor-to cruciale tra ecologia e socie-tà. I problemi con i quali ci con-frontiamo sono così giganteschiche richiedono un riesame com-

L’ISE è stato istituito nel 1974 presso ilGoddard College e dal 1981 è un’istitu-zione indipendente di livello universitariospecializzata nell’ecologia sociale. I corsidell’Istituto hanno finora coinvolto più di1700 studenti provenienti da tutte le partidel mondo. L’Istituto pubblica inoltre bol-lettini, monografie, libri e giornali tra cui“Società e natura”, giornale internaziona-le di ecologia politica. Si possono ottene-re informazioni riguardanti le attività del-l’Istituto, scrivendo a The Institute forSocial Ecology, P.O. Box 89, Plainfield,Vermont 05667, USA, tel. 001- 802-454-8493.

PRINCIPI DI ECOLOGIA SOCIALEL’ecologia sociale integra lo studio degliecosistemi, umano e naturale, partendo dauna maggiore comprensionedelle correlazioni fra cultura enatura. Essa propone una visio-ne olistica del mondo e sugge-risce che l’attività creativaumana possa costruire un futu-ro diverso che riarmonizzi ilrapporto fra umanità e naturaattraverso il miglioramentodelle relazioni interpersonali.Questo approccio interdiscipli-nare comprende studi in ambitidiversi quali scienze naturali,femminismo, antropologia e fi-

Attività libertarie

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pleto delle dinamiche che hanno prodottoqueste crisi ecologiche. A tal scopo, l’ISEmette a disposizione le sue conoscenze alivello internazionale per il programmaestivo 1993, continuando un’esperienzaeducativa che dura ormai da 19 anni. Iprogrammi di studio saranno condotti inuna ristretta comunità di studenti localiz-zata tra le colline del Vermont. L’approc-cio dell’ecologia sociale all’educazione èantiautoritario e la vita comunitaria è par-te integrante del programma di studi.

ECOLOGIA E COMUNITA'(18 giugno - 18 luglio)Questo programma spazia in 5 aree prin-cipali - teoria sociale, agricoltura ecologi-ca, architettura e progettazione, salute,femminismo ed ecologia - e si articola indiversi corsi qui di seguito elencati:• Ecologia e società. Una nuova com-prensione della relazione tra ecologia esocietà all’interno di una pratica politicacreativa e liberatoria.• Comunità e sviluppo. Il corso esploreràlo sviluppo antropologico della comunità.• Terra cibo e comunità. In questo corsosi esaminerà l’impatto ecologico, socialeed economico dei comportamenti indivi-duali sul sistema locale, regionale e na-zionale di produzione alimentare. Pro-spettive teoriche ed esperienze pratiche dicoltivazione degli alimenti saranno com-binate in modo da fornire agli studenti glistrumenti per sistemi di produzione ap-propriati.• Salute e comunità. Come definiamo lasalute in quanto individui e società?Come influenzano la nostra salute i fattorisociali, politici, ambientali ed ecologici?Sono differenti i criteri di salute per ledonne, per gli uomini e per i bambini?

Con prospettiva storica verranno indagatele comuni credenze in fatto di salute com-prese quelle sulle terapie alternative e sul-la medicina orientale.• Azione diretta ecofemminista. Si studie-ranno le idee e i principi dell’ ecofemmi-nismo e i correlati movimenti nati nelmondo industrializzato e in quello in viadi sviluppo. Verrà analizzato un numerocospicuo di azioni dirette valutandonesuccessi ed insuccessi.• Tecnologie ecologiche: architettura esocietà. Verranno studiati esempi tecnolo-gici di progettazione e sviluppo comunita-rio partendo dalla seguente domanda:come possiamo creare un’architettura re-gionale adatta a sostenere e arricchire ilnostro ecosistema danneggiato?• Le radici coloniali e neocoloniali dellacrisi ecologica . Questo corso metterà afuoco le origini storiche della crisi ecolo-gica nel Terzo Mondo e studierà gli effettidel colonialismo e neocolonialismo sul-l’ambiente del Terzo Mondo.• I corsi sono inoltre integrati dai seguentiseminari: Il razzismo intorno a noi; Svi-luppo ecologico e comunitario; Prospetti-ve dei nativi americani; Rinnovamentoecologico e spirituale; Ecologia radicale;Ecologia, scienza e politica; Lezioni dalpassato; Teoria sociale postmoderna edecologica.

La quota d'iscrizione al programma Eco-logia e comunità è di 1.795 dollari (com-prensiva di vitto e alloggio).

L’ISE offre inoltre i seguenti corsi:

Le comunità sostenibili(dal 4 al 18 giugno)Come possiamo creare delle comunità che

Attività libertarie

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sostengano ed arricchiscano sia i lorocomponenti che l’umanità? Come possia-mo partecipare meglio al nostro sviluppofuturo? Come contribuire e dare senso al-l’interazione bioregionale, allo sviluppocomunitario e alla realizzazione indivi-duale? Scopo di queste due settimane in-tensive di studio è di dare le basi per unapartecipazione effettiva al processo diprogettazione, spesso considerato domi-nio degli “esperti”. Gli studenti partecipe-ranno all’analisi e alla progettazione distrutture residenziali urbane e agricole peruna piccola comunità.La quota d'iscrizione a questo programmaè di 900 dollari.

DONNE ED ECOLOGIASEMINARIO SULL’ECOFEMMINI-SMO SOCIALE(dal 24 al 29 luglio)Nel 1978 l’ISE ha offerto il primo corsosull’ecofemminismo nel Nord Americainnescando un dialogo tra le diverse pro-spettive presenti nell’ecofemminismo. Ilcorso si articolerà nelle seguenti sezioni:L’ecologia della salute nelle donne; Ilruolo della spiritualità nell’ecofemmini-smo; Prospettive per le native americanerispetto a femminismo ed ecologia; Raz-za, classe, etnia; Riproduzione e biotec-nologia; Anarchismo, femminismo edecologia.La quota d'iscrizione è di 475 dollari.

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Recapito:via Giambellino 64, 20146 Milano

Anno di istituzione:1990

Finalità:Intervento politico-educativo di quartiere.

Attività gratuite aperte al quartiere:scuola comunitaria (corso di preparazio-ne agli esami di terza media aperto a tuttele età); extrascuola (italiano perextracomunitari con particolare attenzio-ne per quelli senza permesso di soggior-no); mangiafuoco (animazione per bam-bini dai 7 ai 14 anni); ginnastica dolce

Associazione (Centro) Arti e MestieriLibertari

per donne; gruppo adolescenti (attivitàcon adolescenti difficili). Nel centro con-vivono correnti di pensiero di varie matri-ci (cristiana, comunista, anarchica) con-fluenti in un’area definibile come sinistralibertaria.

Attività interne:Cicloni (laboratorio di riparazione bici-clette); gruppo comunicazione (rassegnastampa, archiviazione libri e periodici);gruppo teatro.

Attrezzature:officina, fotocopiatrice.

Attività libertarie

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43 Appuntamenti

Esposizioneinternazionalesull’anarchismo

Centre civic de SantsBarcelona, Spagna

27 settembre - 10 ottobre1993

L’Exposició Internacionalè stata promossa e organiz-zata da seguenti centri:Fundació D’EstudisLlibertaris iAnarcosindicalistes (CNTCatalunya)Fundacion Anselmo Lo-renzo (CNT, Madrid)Ateneu EnciclopedicPopular (Barcelona)Ateneu Llibertari “PobleSec” (Barcelona)in collaborazione con:Centro studi libertari(Milano)Centre international derecherches surl’anarchisme (Lausanne)Centre international derecherches surl’anarchisme (Marseille)L’inaugurazionedell’Exposició avrà luogonella sala dell’Auditoriumdel Centre civic de Santsalle ore 19 del 27 settem-bre; nella mattinata saran-no inaugurate, alle ore10:00, le seguenti mostre:• Presenza internazionale

(Barcelona), FrankHarrison (Canada), Lucia-no Lanza (Milano, coordi-natore)(ore 18:00):• Individuo, Comunidad,SociedadAgustin Garcia Calvo (Ma-drid), Eduardo Colombo(Paris), Silvia Ribeiro(Montevideo, coordinatri-ce)Sabato 2 ottobre(ore 12:00):• Mas alla de lademocraciaTomás Ibañez (Barcelona),José Luis Garcia Rua(Granada), AmedeoBertolo (Milano, coordina-tore)(ore 18:00):• Norte-Sur y loscondenados de la TierraJuan Martinez Alier(Barcelona), AlbertoVillareal (Montevideo),Marianne Enckell(Lausanne, coordinatrice)Domenica 3 ottobre(ore 12:00):• Una utopia para el sigloXXILuce Fabbri (Montevideo),Isabel Escudero (Madrid),René Lourau (Paris),Gerard Jacas (Barcelona,coordinatore)

Dibattiti aperti(27 settembre - 9 ottobre)Salon de Actos, ore 19:00

dell’anarchismo• Francisco Ferrer I Guar-dia e la Scuola Moderna• Arte e anarchia• L’ anarchismo spagnolo

Dibattiti internazionali(1 - 3 ottobre)sala dell’Auditoriumtraduzione simultanea spa-gnolo / francese / ingleseVenerdì 1 ottobre(ore 12:00):• Etnia, Nación, EstadoJavier Sádaba (Madrid),Josep Alemany

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44Appuntamenti

traduzione consecutiva28 settembre:• Ecologia: la ciudad e ilcampo29 settembre:• Medios de comunicación30 settembre:• Ciencia y anarquismo4 ottobre:• Trabajo alternativo5 ottobre:• Militarismo6 ottobre:• Recital de poesia social7 ottobre:• Feminismo/Postfeminismo8 ottobre:• Marginaciòn social9 ottobre (ore 11:00):• Enseñar o aprender9 ottobre (ore 18:00):• Anarcosindicalismo

Durante l’Exposició sonoinoltre in programma varispettacoli musicali e arti-stici ed una ‘settimana dicinema libertario’ a curadella Filmoteca deCatalunya. Chi è interessa-to a ricevere il programmacompleto può richiederloal Centro studi libertari,C.P. 17005, 20170 Milano,tel. (02) 28 46 923 oall’ExposicióInternacional, Ronda SantAntoni, 13 pral, 08011Barcelona, Spagna, tel.0034/3/3297556

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FILM

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Questo film, realizzato in Italia nel 1971con la regia di Giuliano Montaldo, è laprima grande opera cinematografica cheracconta la storia dei due anarchici italianicondannati e uccisi a Boston nel 1927.Nei molti anni passati dalla loro esecuzio-ne, nonostante le loro figure siano statesempre molto presenti nella cultura ame-ricana attraverso libri, commedie, poesie,saggi, dipinti e fotografie (esiste persinoun’opera lirica incompiuta), Hollywoodnon ha mai prodotto un filmimperniato sulla storia di Saccoe Vanzetti (due film, The MaleAnimal eWinterset hanno rac-contato più le ripercussioni delcaso che il caso stesso). A tut-t’oggi l’unico intervento diHollywood sul caso Sacco eVanzetti è un episodio poco co-nosciuto ma molto significati-vo: Hollywood venne incontroai desideri del governo ameri-cano - che voleva contrastare lagrande reazione anti-americanaesplosa nel mondo dopo l’ese-cuzione - e bruciò nel 1927 lagran parte dei documentari edei notiziari riguardanti il caso

(azione che a quel tempo non era ancoradivenuta pratica comune, come lo sarà intempi successivi). Il risultato è che inAmerica è rimasto solo qualche rarospezzone di pellicola sul caso.Montaldo, che era stato l’assistente diGillo Pontecorvo nel magistrale film-do-cumentario La battaglia di Algeri, inten-deva mantenere lo stesso tipo di approccioanche per il caso Sacco e Vanzetti: un ap-proccio partecipato ma che puntava nelcontempo a far parlare i fatti; una rico-

struzione fedele degli eventi chenon si risolvesse in una tardivariabilitazione o, più semplice-mente, in un film anti-americanocome era molto in voga all’epo-ca. Montaldo sostenne oltretuttoche nessuno meglio di un altroitaliano avrebbe potuto compren-dere ed esprimere i sentimentiche i due immigrati certamenteprovavano in una città stranieracome Boston.La parte più forte e significativadel film di Montaldo sono le se-quenze iniziali, che spiegano an-che perché il film sia stato realiz-zato in Italia. Bisogna infatti te-

Proponiamo in questa sezione due film a soggetto degli anni ’70 su noti avvenimentistorici dell’anarchismo: Sacco e Vanzetti di Giuliano Montaldo e La Cecilia di Jean-

Louis Comolli. Ce ne parlano criticamente Robert D’Attilio, storico anarchico diBoston che sta lavorando ad un libro sul caso Sacco e Vanzetti, e Isabelle Felici,

parigina, che sta scrivendo una tesi di dottorato sul movimento anarchico in Brasile.Nei prossimi numeri pubblicheremo schede e recensioni sia di film a soggetto sia di

documentari su avvenimenti o personaggi dell’anarchismo internazionale.

Sacco e Vanzetti: fatti, finzione, cinemaa cura di Robert D’Attilio

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ner presente che siamo nel 1971, pocodopo quindi la strage di Piazza Fontana.Le sequenze iniziali del film, che mostra-no un anarchico che cade nel vuoto, nonlasciano dubbi ad un pubblico italiano: ilriferimento a Giuseppe Pinelli è del tuttoevidente. Come lo stesso Montaldo mi hadetto in una conversazione personale, ilfilm che in realtà avrebbe voluto fare erail “caso Pinelli”, ma dovendo chiedere deifinanziamenti pubblici per la realizzazio-ne del film, nel clima politico dell’epocaquesta richiesta era del tutto improponibi-le. Montaldo decise allora di fare un filmsu Sacco e Vanzetti e inserisce all’inizioquelle sequenze che rispecchiano gli av-venimenti del caso Pinelli. Due uominivengono accusati di aver fatto esplodereuna bomba con finalità politiche e dopoil loro arresto uno dei due muore: suicidioper la polizia, omicidio per i suoi compa-gni.Dopo un promettente inizio, il seguito èun classico esempio di come sia facilescivolare in un pasticcio confuso quando iregisti che affrontano un soggetto storiconon ne hanno una visione coerente dalpunto di vista concettuale e cinematogra-fico. Non è chiaro se Montaldo stia adat-tando, condensando, commentando o in-ventando la storia che racconta; non èchiaro se il punto di vista del film sia “og-gettivo”, “politico”, “storico” o “finzioneartistica”; non è chiaro se Sacco eVanzetti sono due simboli politici o dueesseri umani.Sconfitto dal compito di dover condensa-re sette anni di una storia complicata indue ore di film, Montaldo s’inventa episo-di pur continuando a pretendere di atte-nersi ai fatti storici. La scena in cui alcuniimportanti personaggi di Boston s’incon-

trano ad una cena e parlano del caso è to-talmente implausibile, così come l’incon-tro tra il governatore Fuller e Vanzetti. Lescene del processo sono da operetta e to-talmente incredibili. Gli avversari di Sac-co e Vanzetti sono eccessivamente carica-turali mentre basterebbe descrivere lecose che hanno detto e fatto per giudicar-li.Quanto allo stile scenografico, vediamoattraverso gli occhi di Montaldo una“Boston” assolutamente fasulla, molto piùsimile per ambientazione, accenti e perso-naggi ad una citta inglese o a Dublino chealla vera Boston dell’epoca (cosa decisa-mente irritante per un bostoniano). Lamaggior parte dei dialoghi si rifanno poial linguaggio del radicalismo europeo, ri-sultando palesemente “fuori contesto”.Per non dire infine dell’insulsa ballatascritta dall’altrimenti bravo EnnioMorricone e banalmente cantata da JoanBaez... Insomma la ricostruzione del-l’ambiente e del periodo in cui si sonosvolti i fatti è talmente falsata, talmentepriva di ogni autenticità, che Montaldoinevitabilmente perde ogni credibilità.Ciò che invece è positivo nel film è lapresenza visiva dei due personaggi: ilSacco di Cucciolla, mite, modesto, talvol-ta prostrato e talvolta di grandissima di-gnità, e il Vanzetti di Volonté, forte, com-battivo, lucido. Sono due ritratti se nonstoricamente accurati quantomeno plausi-bili. E se la presenza di queste forti figurenon può salvare il film nel suo complesso,serviranno però a mantenere la memoriadel caso Sacco e Vanzetti, soprattutto inun’epoca in cui, ahimé, la lettura è neglet-ta.Per concludere, gli spettatori di questofilm devono tener conto delle sue notevoli

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carenze storiche. Se è vero che richiamal’attenzione su una terribile ingiustizia, èanche vero che per essere effettivamentecompresa ogni ingiustizia deve essere so-lidamente basata sui propri, specifici

eventi. Se questo non viene fatto (comenel film di Montaldo), essa può risultarenon convincente. E, purtroppo, Montaldoha preso un soggetto vasto ed intricato ene ha fatto un film confuso ed incoerente.

Il film, girato da Jean-Louis Comolli nel1976, racconta l’esperienza di vita comu-nitaria tentata da un gruppo di anarchiciitaliani nel Brasile meridionale alla finedel secolo scorso. L’ideatore del proget-to, Giovanni Rossi, anarchico pisano,aveva già tentato un simile esperimentoin Italia, ma senza grande successo e rice-vendo uno scarso appoggio da parte deisuoi compagni del tempo. L’interesse delfilm non risiede unicamente nella rico-struzione di questa esperienza anarchica,ma illustra in modo eloquente il percorsocomune agli emigranti del secolo scorsoche nel Brasile meridionale, in questocaso nel Paranà, costruivano, partendo dazero, un nuovo ambiente di vita.Come tanti emigranti, i pionieri dellaCecilia partirono con la nave da Genovalasciando l’Italia nel febbraio 1890. Ladestinazione originaria era Porto Alegre,ma il mal di mare li faceva talmente sof-frire che decisero di fermarsi prima, nelParanà. Dopo essere stati ospitati in variasili per emigranti, l’ufficio dicolonizzazione affidò loro un pezzo diterra, da pagare ratealmente, nei pressidel comune di Palmeira, a cento chilome-tri da Curitiba.Questo per la storia. Per il film, e per nu-merose altre fonti cui si è attinto per rea-

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La Ceciliaa cura di Isabelle Felici

lizzarlo, le cose vanno diversamente: sa-rebbe stato l’imperatore del Brasile, DomPedro II, ad offrire le terre del Paranà al-l’anarchico Rossi. Così il film si apre conuna scena tutta in rosso e nero alla Scaladi Milano, dove Giovanni Rossi s’incon-tra con Pedro II. Per coerenzacronologica, si è dovuto spostare l’iniziodella colonia di qualche anno. Infatti,l’imperatore del Brasile è statodetronizzato nel 1889 e un nuovo regimerepubblicano è stato instaurato il 15 no-vembre dello stesso anno.Ma per il resto, il film è molto fedele allarealtà e mostra bene come si è impiantatala colonia, sia a livello pratico sia a livel-lo ideologico. I coloni si sono ritrovaticon un ingente lavoro da compiere e conenormi difficoltà da sormontare, dovutealla mancanza di mezzi, alle condizioniparticolari del Brasile dell’epoca, all’arri-vo massiccio di persone che la colonianon poteva né ospitare né nutrire in con-dizioni decenti. I conflitti scoppiano nu-merosi ed è a questi che si può addebitareper buona parte il fallimento dell’esperi-mento. Questi conflitti sono provocati davari motivi: la messa in pratica del liberoamore, le gelosie tra le famiglie contadi-ne e i membri della colonia di origineoperaia...

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Nel film, Rossi non si lascia mai coinvol-gere in questi scontri: rimane impermea-bile e si tiene in disparte. Se il regista èarrivato a questa interpretazione dellapsicologia di Rossi, è perché pensava chela colonia fosse nata grazie all’interventodell’imperatore (meravigliandosi peraltrodi non trovare nessun riferimento a PedroII nei testi di Rossi) e dunque vedeva unRossi che si riteneva estraneo alle lotteintestine. In realtà, è più che certo cheRossi si è impegnato al massimo permantenere in vita quella colonia che gliera costata così tanti sforzi fin dalla gio-ventù.Per il suo progetto Rossi aveva cercato,senza molto successo, l’appoggio dei so-cialisti, tra cui Turati e Costa, e deglianarchici. Solo Leonida Bissolati gli ave-va fornito un piccolo aiuto, raccogliendo

libri e utensili da lavoro. Le critiche diMalatesta - di cui, nel film, i coloni ven-gono a conoscenza tramite il giornale“Critica Sociale”, ma che in realtà eranostate pubblicate nel giornale anarchico diForlì “La Rivendicazione” - sono dure:“Vada pure il Rossi in Brasile a ripeteretardivamente, quando già il problema so-ciale è fatto gigante e reclama urgente egenerale soluzione, gli esperimenti da di-lettante, con cui i precursori del sociali-smo riempirono la prima metà di questosecolo. I rivoluzionari restino al loro po-sto di battaglia. Quando la fame pigliaalla gola il proletario, e la rivoluzione sipresenta come dilemma di vita o di morteinnanzi all’umanità, ritirare la sua postadal giuoco è cosa da pusillanime. A mepare che oggi chi parte, diserta innanzi alnemico al momento della mischia”. Que-st’accusa di diserzione da parte diMalatesta, che non fu l’unico a formular-la, tocca profondamente Rossi che se nedifende a varie riprese.Canzoni libertarie tradizionali accompa-gnano tutto il film che, del resto, è natonella mente del regista dopo la letturadella copertina di un disco che contenevaappunto la canzone della colonia Cecilia:“Ti lascio Italia, terra di ladri, coi mieicompagni vado in esilio, e tutti uniti a la-vorare, formeremo la colonia sociale”.Chissà se i compagni della Cecilia sonoarrivati a conoscere questa canzone? Essaè comunque la prova che la colonia ha la-sciato tracce profonde, che continuanotuttora a farsi sentire, visto il numero distudi ad essa dedicati e l’interesse semprevivo per la sua storia. I lavori più attendi-bili sono purtroppo difficili da consulta-re, fra essi le opere dello stesso Rossi.Bisognerebbe comunque che chi oggi vo-lesse vedere il film, lo facesse ricono-scendo la realtà dalla leggenda.

Storia per immagini

In questa pagina: il libro di Giovanni Rossipubblicato da BSF edizioni, C.P. 247, 56125Pisa.

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MOSTRE

LA GUERRA E LA PACESoggetto: realizzazione su rassegna stam-pa di ritagli di giornali (dal 1945 al 1991)con informazioni storiche e statistichecorredate da immagini grafiche e fotogra-fiche. La mostra è articolata sulle seguentitematiche: guerre, invasioni, repressioni,rivolte, rivoluzioni; impatto ambientaledella guerra; commercio, produzione, ri-cerca bellica; militarizzazione del territo-rio; problematica del militare, reati, disa-gio, morti; le pratiche dell’obiezione; lacultura antimilitarista; pacifismo; momen-ti fotografici.Curatore: Interrogations Ricerche Visi-ve, viale Monza 255, 20126 Milano.Dimensioni: 24 pannelli in Plexiglass 70x 100, comprende anche 8 isole triangola-ri con supporto espositivo.Noleggio: prezzo da concordare (esclusotrasporto e supporti espositivi).

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EFFERATEZZE

Ecco due brandelli di cultura politica cat-tolica che ci arrivano dagli immacolatianni ’50, anni d’oro per la DemocraziaCristiana che per quattro lunghissimi de-cenni potrà contare su uno “zoccolo

duro” ligio alle direttive ecclesiastiche edunque implacabilmente fedele agliAndreotti, ai Gava, ai Rumor, aiTambroni... questi “veri cristiani”, votatiper ispirazione divina, che hanno gover-nato l’Italia. Con i noti risultati.

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EFFERATEZZE

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Centro Studi Libertari / Archivio Pinelli,via Rovetta 27, 20127 Milano

(corrispondenza: C.P. 17005, 20170 Milano),tel. e fax 02/28 46 923,

orario 15,30-19,30 dei giorni feriali,c/c postale n.14039200 intestato a Centro studi libertari, Milano.

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