SPECIALE ANARCHICI ED EBREI - Centro studi libertari

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15 Informazioni editoriali La stampa anarchica yiddish in Israele Documenti inediti Il movimento dei kibbutz tra marxismo e anarchismo Album di famiglia Storia di un incontro Storia per immagini “Freie Arbeiter Stimme” un’avventura lunga 87 anni Testimonianze orali Da Leningrado a Gerusalemme fascismo e antisemitismo Memoria storica Come tanti altri… dalla Polonia a Buenos Aires SPECIALE ANARCHICI ED EBREI

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15Informazioni editorialiLa stampa anarchica yiddishin IsraeleDocumenti ineditiIl movimento dei kibbutz tra marxismo e anarc h i s m o

Album di famigliaStoria di un incontro

Storia per immagini“ F reie Arbeiter Stimme”un’avventura lunga 87 anni

Testimonianze oraliDa Leningrado a Geru s a l e m m efascismo e antisemitismoMemoria storica Come tanti altri…dalla Polonia a Buenos Aire s

SPECIALE ANARCHICI ED EBREI

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Cose nostre• Anarchici ed ebrei• Nota biografica dei relatori• Grazie!• Storia del movimento operaio internazionale• Ricordo di Arthur Lehning• Nuova pagina web

Memoria storicaT E S T I M O N I A N Z E O R A L I

• Come tanti altri…di Gregorio Rawin• Da Leningrado a Gerusalemmedi Moshe Goncharo k• Breve nota autobiografica di DavidS t e t n e ra cura di Dino Ta d d e i• Milly Witkop Rockerdi Rudolf Rocker• Ida Pilat Iscadi Valerio IscaD O C U M E N T I I N E D I T I

• Il movimento dei kibbutz tra marxismo e anarchismodi Giora Manor• L’anarchismo in Russia oggi: contro il fascismo e l’antisemitismodi Moshe Goncharo k

Album di famigliaStoria di un incontro• Bernard Lazare• David Edelstat• Vo l i n• Avraham Koralnik• Carl Einstein• Samuel Schwartzbard• Jacques Doubinsky• Nikola Tc h o r b a d i e ff• Jack Frager• Ahrne T h o r n eRitratti femminili• Hedwig Lachmann-Landauer• Kreszentia Elfinger Mühsam• Rose Wi t c o pA ffinità elettive• Rudolf Rocker, il rabbino goy• Pierre Quillard• Pa chin e gli ebreia cura di Paul Avrich, Sylvain Boulouque, Jean-Marc Izrine, CharlesJacquier, Hans Müller-Sewing, Ed Stamm, Nicolas Walter

Informazioni editorialiLa stampa anarchica yiddish in Israeledi Moshe Goncharo k

Informazioni bibliograficheUna storia raccontata attraverso lacarta stampata

Storia peri m m a g i n iV I D E O

“Free Voice of Labor”

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Hanno collaborato a questo numero, oltre agli autori delle varie schede informative, Amedeo Bertolo, Ornella Buti, Rossella Di Leo, Lorenzo Pezzica,

Dino Taddei per la redazione testi e François Innocenti per la redazione grafica. Le traduzioni pubblicate in questo numero, se non altrimenti indicato, sono di Amedeo Bertolo.

In copertina: Gustav Landauer (1870-1919)Quarta di copertina: Rose Pesotta (1896-1965), anarchica ebrea nata in Ucraina

e poi emigrata nel 1913 negli USA, è stata una delle attiviste sindacali più importanti delLadies’Garment Workers’Union.

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“L’immagine di copertina di questo bollettino – tutto dedicatoalla tematica del convegno internazionale di studi anarchici edebrei, storia di un incontro – è di Gustav Landauer, ovvero di unpersonaggio ben noto dell’anarchismo internazionale. Una sceltadunque inconsueta per la copertina dei nostri bollettini che di normaospita volti poco o nient’affatto noti. Si tratta in effetti di un omag-gio a questa figura di intellettuale e militante anarchico (la cui operain Italia è peraltro pochissimo tradotta), di un riconoscimento dovu-to per la centralità delle sue riflessioni nella particolare tematica quiaffrontata. Ma di lui poi in realtà non si parlerà in questo bollettinospeciale, come non si parlerà di altri personaggi altrettanto significa-tivi come Erich Mühsam o Emma Goldman.Infatti, com’è nello stile e nei proponimenti del nostro bollettino, cioccuperemo di ‘storia minore’, cioè di storie, di personaggi ed even-ti ‘minori’o di aspetti ‘minori’di personaggi o eventi di rilievo o,ancora, di brevi sintesi, di piccole letture di grandi fatti e persone.Cercheremo, anche questa volta, non tanto di riempire (opera imma-ne ed enciclopedica) tutto il tessuto che c’è stato e c’è nella vita delmovimento anarchico e dei movimenti libertari all’interno delle ‘lar-ghe maglie’(per lo più note o conoscibili altrove), quanto di dareun’idea di quella fitta trama di ‘piccole cose’poco note o pressochéignote. E di suggerire ulteriori ricerche e letture, con materiale disupporto scarso e modesto ma rigoroso per quanto ci riesce.Non parleremo nemmeno di quella ‘seconda generazione’di anar-chici d’origine ebraica che ha così profondamente influenzato l’a-narchismo contemporaneo. Ci riferiamo a nomi come quelli notissi-mi di Noam Chomsky, Murray Bookchin, Paul Goodman, JulianBeck, Judith Malina o meno noti al di fuori del movimento anarchi-co come quelli di Paul Avrich o Sam Dolgoff, personaggi influentila cui ascendenza ebraica è invece poco nota. Eppure sono tuttiesemplari di una tipologia peculiare d’anarchico ebreo: in maggio-ranza figli di emigranti yiddish negli USA, spesso con scarse o nullefrequentazioni con l’originario ambiente yiddish, ma culturalmenteamericanizzati e divenuti intellettuali di fama internazionale. Unariflessione su questa generazione e sulla sua influenza andrà prima opoi affrontata per capire i percorsi intrapresi dall’anarchismo inter-nazionale. Al momento ci basta ricordarla per dire che la storia del-l’incontro tra anarchismo ed ebraismo non è solo un evento del pas-sato, ma è una storia che continua”.

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Anarchici ed

ebreiStoria di un incontr o

CONVEGNO INTERNAZIONALEDI STUDI

VENEZIA , 5-6-7 MAGGIO 2000ORGANIZZATO DAL CENTRO STUDI

LIBER TARI DI MILANO E DAL CENTREINTERNATIONAL DES RECHERCHESSUR L’ ANARCHISME DI LOSANNA

CON IL PA TROCINIO DELDIPARTIMENTO DI STUDI STORICI

DELL ’ UNIVERSITÀ DI VENEZIA

P rogramma del convegnoAuditorium di CampoSanta Margherita

VENERDÌ 5 MAGGIO

ORE 14,30 - 19,00 APERTURA CONVEGNO

• Giovanni Levi (Diparti-mento di Studi Storici,Università di Venezia)• Amedeo Bertolo (Cen-tro studi libertari)

I SESSIONE COORDINATORE

AMEDEO BERTOLO (CSL)

• Chaim Seeligmann(Yad Tabenkin Center, TelAviv)Utopismo, messianesimoe messianesimo laico• Furio Biagini (Univer-sità di Lecce)

Utopia sociale e spiritualità ebraica• Eric Jacobson (FreieUniversität, Berlino)L’ a n a rchismo di tradizioneebraica: Scholem, Benjamine la teologia politica• Jacob Gore n ( Ya dTabenkin Center, Tel Av i v )Elementi anarchici nelprimo giudaismo• Enrico Ferri (Univer-sità di Roma Tre)La questione ebraica inMax Stirner e nella prospettiva libertaria

SABATO 6 MAGGIO

ORE 9,30- 13,00II SESSIONE COORDINATORE

PIERO BRUNELLO (DIP.STUDI STORICI)

• Daniel Grinberg (Uni-versità di Bialystok)Il radicalismo ebraico inPolonia: sfide e risposte• Michael Löwy (CNRS,Parigi)Anarchismo ed ebraismonella Mitteleuropa:il caso di Kafka• Rudolf De Jong ( I n s t i-

tuut voor Sociale Geschie-denis, A m s t e r d a m )Anarchismo, sionismo eun caso di antisemitismoin Olanda• Sylvain Boulouque(Università di Reims)L’ebraismo libertario traassimilazione e rottura• Gregorio Rawin(Biblioteca José Ingenie-ros, Buenos Aires)La Liga Racionalista ebraicae l’anarchismo in A rg e n t i n a

SABATO 6 MAGGIO

ORE 15,00-19,00III S E S S I O N E C O O R D I N ATO R E

M A R I A N N E E N C K E L L (C I R A)

• Siegbert Wolf (Univer-sità di Frankfurt a/M)“La vera realizzazione ènella comunità”.La relazione intellettualetra Landauer e Buber• Mina Graur ( U n i v e r s i t àEbraica di Gerusalemme)Anarchismo e sionismo: ildibattito sul nazionalismoebraico• Yaacov Oved (Univer-sità di Tel Aviv e Yad

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Tabenkin Center)Il movimento dei Kibbutze l’anarchismo• Birgit Seemann (Uni-versità di Frankfurt a/M)Anarco-femminismo egiudaismo• Francis Shor (WayneState University, Detroit)Anarchismo ebraico ecomunitarismo negli USA:da Stelton a Sunrise

DOMENICA 7 MAGGIO

ORE 10,00 - 13,00I V S E S S I O N E C O O R D I N ATO R E

P I E T R OA D A M O (C S L)

TAVOLA ROTONDA:LA DOPPIA IDENTITÀ

con Judith Malina (NewYork), Hanon Reznikov(New York), Jean-MarcI z r i n e ( Toulouse), A u d re yGoodfriend (San Franci-sco), Arturo Schwarz(Milano)

TRADUZIONE SIMULTANEA

I TA L I A N O/I N G L E S E/F R A N C E S E

Incontro convivialeIstituto Universitario diArchitettura (Santa Croce191 - To l e n t i n i )O rganizzata in collaborazio-ne con il Senato degli Stu-denti, la parte convivialeavrà luogo nel Chiostro enell’Aula Magna di A r c h i-tettura e prevede rappresen-tazioni e letture a cura delLiving Theatre e del gruppo

teatrale I’vulesse fa’’mmore co’Dioniso, cabaretsu testi di Erich Mühsam, emusica con i Tri Muzike, iDavies, la Banda degli Otto-ni a Scoppio, il Coro diMicene… e inoltre un per-corso fotografico e la proie-zione di due filmati origina-li: “ F reie Arbeiter Stimme”the Jewish A n a rc h i s t s c o nJoel Sucher, Steven Fischlere Mark W.Kiel del PacificStreet Production, il gruppoamericano che ha realizzatoquesto documentario sulmovimento anarchico yiddi-sh nord-americano, e R u d o l fRocker: relieur eta n a rc h i s t e, traduzione fran-cese di un film originaria-mente in tedesco sulla vitadi Rocker che verrà intro-dotto da Rudolf de Jong.

Nota biografica

dei relatoriFurio Biagini insegna Sto-ria dell’Ebraismo e Storiadella Filosofia Ebraicapresso la Facoltà di Linguee Letterature Straniere del-l’Università di Lecce. Hapubblicato, tra l’altro, N a t ia l t rove. Il movimento a n a rchico ebraico traMosca e New Yo r k ( P i s a ,1998) e Mussolini e il s i o n i s m o (Milano, 1998);

Sylvain Boulouque l a v o r aall’università di Reims.Autore di vari libri e saggi,ha scritto tra l’altro, B e r n a rd Lazare, anarc h i s t eet nationaliste juif ( P a r i s ,1999) e Les A n a rchistes, lesionisme et la création del’état d’Israel ( “ G a v r o-che”, 1998);

Rudolf De Jong è stato perdecenni il direttore dellasezione anarchica dell’Insti-tuut voor Sociale Geschie-denis di Amsterdam (I I S H) ,occupandosi in specialmodo del settore dedicatoalla guerra civile spagnola;

Enrico Ferri insegna Filo-sofia del diritto alla Facoltàdi giurisprudenza dell’Uni-versità Roma Tre. Si è occu-pato in particolare della filo-sofia di Max Stirner e del-l’anarchismo, e delle rela-zioni giuridico-politiche frale tre religioni monoteistichedell’area mediterranea.

Daniel Grinberg è statodirettore dal 1990 al 1995del Jewish Historical Insti-tute di Varsavia. Autore didiversi volumi sulla storiadell’anarchismo, attual-mente insegna Storia delledottrine politiche all’Uni-versità di Bialystok.

Jacob Goren, ricercatoreisraeliano, lavora allo YadTabenkin Center di TelAviv, il Centro di Docu-

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mentazione dello UnitedKibbutz Movement;

Mina Graur insegna alloBen-Zion Institute dell’U-niversità Ebraica di Geru-salemme e allo JabotinskyInstitute di Tel Aviv. Hascritto la biografia Ananarchist Rabbi: The Lifeand Teaching of RudolfRocker (London, 1997) esta attualmente lavorandoad un volume sul movi-mento anarchico d’origineebraica negli USA;

Eric Jacobson l a v o r apresso l’Hans Jonas Zen-trum della Freie Univer-sität di Berlino dove dirigeil gruppo di ricerca sulla«tradizione ebraica».Attualmente è Vi s i t i n gProfessor alla Hebrew Uni-versity di Gerusalemme;

Michael Löwy, nato inBrasile da genitori ebreiviennesi, vive a Parigi dal1969. Direttore di ricercaal Centre National de laRecherche Scientifique(CNRS), insegna all’Eco-le des Hautes Etudes enSciences Sociales. Autoredi oltre sedici volumi, hascritto in particolareRédemption et Utopie. LeJudaïsme Libertaire enEurope Centrale

Yaacov Oved l a v o r aall’Università di Tel Aviv eallo Yad Tabenkin Center.

Membro del kibbutz Pal-machin, ha scritto diversilibri sul movimento comu-nitario e in particolaresulle comunità libertarieamericane e sulle colletti-vità anarchiche spagnole;

G regorio Rawin, polaccodi nascita, si è trasferitonel 1936 in A rg e n t i n adove ha militato dagli anni’40 presso La Liga Racio-nalista Judía, su cui stascrivendo una monografia,e dagli anni ’50 anchepresso la Biblioteca JoséIngenieros, centro studistorico del movimentoanarchico arg e n t i n o ;

Chaim Seeligmann,tedesco di nascita, è emi-grato in Palestina nel1936 e da allora è mem-bro del kibbutz GivatBrenner. Ha insegnatonelle università di Geru-salemme e Tel Aviv, dovesi è occupato, oltre che dinazionalsocialismo e olo-causto, anche di anarchi-smo. Attualmente lavoraallo Yad Tabenkin Center;

Birgit Seemann i n s e g n aScienza politiche all’Uni-versità di Francoforte ed èautrice, tra l’altro, del volu-me Feminist State Theory edella monografia H e d w i gL a n d a u e r- L a c h m a n n. ;

Francis Shor insegna allaWayne State University di

Detroit nei Programmi diRicerca Interdisciplinari.Ha scritto diversi saggisul movimento comunita-rio e sull’anarcosindacali-smo americano, applican-do in particolare l’analisidi genere alla storia delmovimento operaio;

S i e g b e rt Wo l f ( 1 9 5 4 )lavora all’Archive Biblio-graphia Judaica dell’Uni-versità di Frankfurt ed èautore di numerosi saggi,in particolare su GustavLandauer (1988), HannahArendt (1991), MartinBuber (1992), Jean A m é r y(1995) e sulla comunitàebraica di Francoforte dal1914 al 1933 (1996).

TAVOLA ROTONDA

P i e t ro A d a m o, membro delCentro studi libertari, lavoraall’Università degli Studi diMilano con la cattedra diStoria delle dottrine politi-che; ha curato per Elèutheraun’antologia di Paul Good-man, uno dei più noti anar-chici d’origine ebraica;

A u d rey Goodfriend, cre-sciuta a New York negli anni’20 nel progetto comunitarioSholem Aleichim, finalizza-to alla preservazione dellacultura yiddish secolare,negli anni ’40 è stata, conPaul Goodman, tra i fonda-tori, della rivista “Why”, poi

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divenuta “Resistance”; tra-sferitasi in California vi hafondato con altri, negli anni’50, la scuola autogestita“ Walden”, tuttora attiva;

J e a n - M a rc Izrine, idrau-lico, educatore e ricercato-re, ha condotto un’ampiaindagine sulla presenzalibertaria nella cultura yid-dish sfociata nel libro L e sl i b e rt a i res du Yi d d i s h l a n d;

Judith Malina, attrice eregista teatrale, ha fonda-to nel 1949 insieme aJulian Beck il LivingTheatre, di cui ha firmatole principali regie;

Hanon Reznikov, attore, èmembro del Living T h e a-tre dai primi anni ’70 efirma oggi insieme allaMalina le recenti produzio-ne artistiche del gruppo;

A rt u ro Schwarz, criticod’arte e in particolare stu-dioso di surrealismo edadaismo, è autore fral’altro di B reton, Trotskij el ’ a n a rc h i a (Milano, 1980)e di Cabbalà e alchimia,(Firenze, 2000).

Grazie!Il convegno internazionaledi Venezia su anarchismoed ebraismo è stato resopossibile dalla collabora-

zione di tante persone chehanno contribuito in varimodi: mettendo a disposi-zione il loro tempo e leloro competenze, dando illoro aiuto finanziario.Troppo lungo sarebbe farnela lista, ma a tutti un rin-graziamento affettuoso eun arrivederci alla prossi-ma impresa.

Storia delm o v i m e n t o

o p e r a i or i v o l u z i o n a r i oÈ questo il titolo di un con-vegno internazionale distudi che si terrà a Parigi il28 e 29 aprile 2000, org a-nizzato all’interno della set-timana di incontri e mobili-tazione intitolata Un autref u t u r e promossa dalla C N Tparigina dal 25 aprile al 1°maggio, quando è previstauna grande manifestazioneconclusiva. Il convegno distudi, che prevede la tradu-zione simultaneai n g l e s e / f r a n c e s e / s p a g n o l o ,intende ripercorrere la sto-ria del movimento operaiorivoluzionario dalle originiall’attualità, passando per imaggiori episodi e movi-menti che ne hanno segnatoil cammino. Oltre all’inter-vento di Eduardo Colombo,

che è stato il promotoredell’iniziativa, sulla F O R A

a rgentina, sono previsti gliinterventi di MarianneEnckell sulla Prima Inter-nazionale, di Paco Madridsulla C N T spagnola, di LarryPortis sull’I W W a m e r i c a n a ,di Maurizio A n t o n i o l is u l l ’U S I italiana, di ClaudioVenza sul biennio rosso inItalia, di Rudolf de Jongs u l l ’A I T, di Daniel Colsonsulla crisi del sindacalismorivoluzionario, di PhilippePelletier sul Giappone, diFrank Mintz sulla conce-zione del comunismo liber-tario e infine una tavolarotonda sull’attualità.

Ricordo di ArthurLehning

A rthur Lehning è morto aPessis (Francia) il 1° gennaio 2000, a cento annidi età. Era infatti nato aU t recht (Olanda) il 23 o t t o b re 1899. Quello chesegue è un articolo pubbli -cato sul «Times» il 14marzo scorso e scritto dallostorico anarchico NicolasWa l t e r, un paio di settimaneprima di morire lui stesso,il 7 marzo. Su Nicolas Walter pubblicheremo unanota biografica sul p rossimo Bollettino.

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Arthur Lehning era un intel-lettuale europeo cosmopolitache si è dedicato per quasitutta la sua vita dapprimaall’anarchismo e all’anarco-sindacalismo e poi alla lorostoria. La sua opera piùimpegnativa è stata forse lacura dell’edizione completadegli scritti di Michail Baku-n i n .Arthur Müller Lehning eranato in Olanda da famigliatedesca protestante. Dopoaver passato l’infanzia inGermania, ritornò in Olan-da, dove si laureò in Econo-mia. [...] Ben presto si col-locò politicamente a sinistra,non tanto nella sinistrasocialista quanto in quelladei movimenti antimilitaristie libertari ed ebbe ruoli dirilievo in varie org a n i z z a z i o-ni rivoluzionarie.Nel 1922 cominciò a viag-giare nell’Europa occidenta-le e mediterranea. Nel 1923partecipò al congresso difondazione dell’A I T, la con-federazione internazionaleanarcosindacalista, di cuisarà segretario tra il 1932 edil 1935. Negli anni ’20 siidentificò più spiccatamentecon l’antimilitarismo e l’a-

narco-sindacalismo tedesco,ma con l’avvento di Hitlerl’uno e l’altro si dissolsero eLehning dovette lasciare laGermania per l’Olandadove, a partire dal ’36,dovette cessare ogni attivitàpolitica come condizioneper il suo asilo.Egli iniziò allora l’acquisi-zione e la conservazione dialcune delle più importanticollezioni di pubblicazioni edocumenti di sinistra, sparsequa e là in Europa, ed ebbeun ruolo fondamentale nellaformazione e nello sviluppodell’Istituto Internazionale diStoria Sociale di A m s t e r d a m(I I S G), di cui divenne curato-re per il settore anarchico.All’inizio della secondaguerra mondiale ebbe laresponsabilità di traslocare ilmateriale dell’Istituto inInghilterra, dapprima adHarrogate e poi ad Oxford.Perfino in Inghilterra venneinternato per qualche tempocome «alieno ostile», poicominciò a lavorare per laBBC e per il Foreign Off i c e ,ottenendo nel 1947 la citta-dinanza britannica. Quellostesso anno tornò all’IstitutoInternazionale di StudiSociali, dove svolse granparte della sua carriera distorico e archivista.Lehning era persona cheattirava più stima che simpa-tia. Spesso faceva uso delpotere e dell’influenza con-nessi con il suo ruolo istitu-zionale e poteva essere

meschino in piccole cose,come ad esempio chiederefavori senza prendersi labriga di ricambiarli, secondouna norma di reciprocitàcentrale all’ideologia liberta-ria. [...] Apartire dalla finedegli anni ’60 lavorò sempremeno all’Istituto, pur conti-nuando a percepirne il lautostipendio. Quando gli vennechiesto, a 83 anni, di dare ledimissioni, si rifiutò ed anzicitò in tribunale l’Istituto;perse però la causa e fulegalmente costretto adimettersi nel 1985.E tuttavia Lehning era piùgrande dei suoi difetti.

Nuovapagina web

Cambio di indirizzo per ilsito, aggiornato e ampliato,del centro studi libertari.Eccolo: <http://www. a n a r-ca-bolo.ch/csl>. Un graziead Alex Steiner ed EdyZarro per la collaborazione.

A pag. 4: l’immagine sceltaper il convegno internazio-nale di studi Anarchici edebrei è un ritratto di ErichMühsam eseguito nel 1904.A f i a n c o : Amedeo Bertolocon Arthur Lehning a Ve n e z i anel 1976 durante il convegnodi studi bakuniniani org a n i z-zato dal nostro centro studi.

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Come tanti altri anarchici ebrei d’Argen-tina, sono nato nella parte orientale del-l’ex impero russo. Per la precisione,sono nato nel villaggio di Berezne, cheera allora in Polonia (oggi è Ucraina)sulle rive del fiume Slutch, nella provin-cia di Volinia. Da quanto risulta dallericerche fatte da un mio fratello maggio-re, la mia famiglia materna (Berezinsky)risiedeva in quel villaggio da più di 600anni. La famiglia di mia madre più cheuna famiglia era un clan, con rami resi-denti anche nelle città di Rovno e Odes-sa.La famiglia di mio padre (Rawin) eranoparenti alla lontana di quella dimia madre ed avevano radici intre altri shtetl (villaggi) dellazona: Bereznitz, Grois Selistche Klein Selistch.A parte due cugine stabilitesi inPalestina (sotto mandato britan-nico) prima della seconda guer-ra mondiale, tramite i movimen-ti giovanili sionisti (“ShomerHatzair” e “Gordonia”), e unasorella di mia madre emigratanegli USA poco dopo la guerradel ’14 e tranne noi sei – i mieigenitori con i loro quattro figli –tutti gli altri miei parenti, sia daparte materna sia da parte pater-na, sono stati assassinati nelle

fossi comuni, nei ghetti, nei crematorinazisti.Mio padre lasciò la Polonia per l’Ameri-ca latina nel 1929-30 e si stabilì dappri-ma nel Chaco, dove lavorò come vendi-tore ambulante nelle aree rurali. Poi sitrasferì a Buenos Aires, dove lavoròcome materassaio. Noi nel frattempoeravamo rimasti in Polonia. La Poloniaera allora una paradossale democraziaparlamentare e fascista. Migliaia di gio-vani ebrei e non ebrei, socialisti, comu-nisti e anarchici conobbero le durezzedelle carceri polacche. Era un’epoca diantisemitismo virulento. Tagliavano labarba agli ebrei sui treni o gliela tirava-no per strada. Boicottavano il “commer-cio” ebraico (se si può chiamare com-mercio quello di chioschi di caramelle e

bancarelle d’aringhe) e c’era ilnumero chiuso per gli studentiebrei nelle università. Cionono-stante c’era una vita comunita-ria ebraica di una ricchezzaincredibile: giornali, scuole,sinagoghe, teatri, biblioteche intutti gli angoli del Paese e iltutto senza un soldo di sovven-zioni statali. C’era anche unaricchezza di opinioni politicheinverosimile. La lingua correnteera lo yiddish. Mio padre parla-va anche il russo e l’ucraino,

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TESTIMONIANZE ORALIGregorio Rawin presenterà una relazione al convegno internazionale

di studi “Anarchici ed ebrei”. Ci ha inviato una lunga esemplare biografia di ebreo-anarchico. Data la natura del nostro Bollettino,

ne possiamo pubblicare solo brevi stralci.

Come tanti altri...nota autobiografica di Gregorio Rawin

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noi figli solo lo yiddish.Arrivai a Buenos Aires, con mia madre ei miei fratelli, il 25 febbraio del 1936 suuna nave francese, la Groix, naturalmen-te in terza classe. Già all’inizio di marzocominciai a studiare nella scuola ele-mentare pubblica pur non parlando unasola parola di spagnolo e contempora-neamente nella “Talmud Toire” (checuriosamente si trovava dietro l’angolodi dove ora c’è la Biblioteca anarchica“José Ingenieros”). Studiai sette anni inentrambe le scuole, quella pubblica equella religiosa ebraica. La mia famigliaè sempre stata religiosa, ma più in sensospirituale che rituale, grazie soprattuttoall’approccio modernista di mia madre.Eravamo molto poveri, abitavamo in seiin una stanza. I miei due fratelli, di 14 e18 anni, cominciarono subito a lavorarecome operai. In casa si leggeva molto,soprattutto in yiddish ed eravamo appas-sionati di teatro e musica.A quindici anni cominciai a lavorareanch’io, dapprima come commesso in unbazar che serviva da fornitore all’ingros-so per venditori ambulanti a rate (unmondo affascinante), dove rimasi dueanni, poi come pellettiere, calzolaio,falegname e infine in un laboratorio diabbigliamento e in un’industria tessile.Nel contempo ho frequentato una scuolasecondaria serale e, per tre anni, unseminario religioso per maestri ebreidella Congregación Israelita de Libertad.

In questo seminario, che aveva anche uninternato, ho conosciuto figli e nipoti dei“gauchos ebrei”, tutti con cognomi chefinivano in “...sky”, ma con le gambearcuate a forza di andare a cavallo e conaccenti di Cordoba, Corrientes, Santia-go... un collegio senza vigilanti, dove ipiù grandi badavano ai più piccini.Nella scuola serale secondaria – che fre-quentavo con passione, non saprei direse più per brama di imparare o per il pia-cere di incontrare degli amici – mi misiin contatto con un gruppo di compagnisocialisti e per loro tramite conobbi laCasa del Popolo con la sua immensabiblioteca.Ho militato nella Gioventù Comunistanell’epoca peggiore della repressioneperonista e sono stato segretario giovani-le della Commissione Cultura. Ho cono-sciuto e condiviso la fratellanza di quellagioventù meravigliosa e coraggiosa. Chearcobaleno di origini: ebrei d’immigra-zione ed ebrei argentini, bonaerensi d’o-gni genere e poi medio-orientali edimmigrati da Tucuman o da Santiago...Alla fine della guerra, nel maggio del1945 feci parte del Sottocomitato deilavoratori pellettieri a sostegno alle vitti-me ebree della guerra.Quasi per caso (ma anche per questionidi “gonnella”) nel 1948-49 mi avvicinaialla Liga Racionalista Judía (Lega razio-nalista ebraica), che ho frequentato finoalla sua chiusura, quando inviammo in

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Israele tutta la biblioteca. Alla Racionali-sta gli anarchici erano molto presenti eattivi, direi prevalenti, e coprivano ruolidi responsabilità. Lì incontrai personaggicome Noé Burseck, Jorge Solomonoff,Munie Niezmi, Lazaro Milstein... e lì miaccostai al movimento libertario.Nel settembre del 1955 arrivai allabiblioteca anarchica “José Ingenieros” ene divenni bibliotecario e addetto allevendite dei libri, ereditando le funzionidell’indimenticabile Vicente Francoma-no. In quel periodo partecipai alle cam-pagne di solidarietà con i sindacati degliidraulici, dei cantieristi navali e dei pia-strellisti della FORA (organizzazioneoperaia anarchica). Ho anche fatto partedella Editorial Proyección (gruppo edito-riale anarchico) fin dall’inizio. Quantolavoro, ma anche quanta soddisfazione!Sono stato per anni anche bibliotecario

dell’IWO (istituto internazionale culturaleyiddish) e, per più di quindici anni, del-l’emeroteca dell’AMIA (AsociaciónMutual Israelitica Argentina) e di quelladella DAIA (Delegación de las Asociació-nes Israeliticas Argentinas). Per diecianni ho partecipato al teatro yiddishdell’IWO e al teatro nazionale ebraico(NIFT). Ho collaborato al periodico liber-tario yiddish “Dos Fraie Vort” (La parolalibera) ed ho fatto molte traduzioni dalloyiddish allo spagnolo e viceversa (inparticolare per i periodici anarchici “LaProtesta” e Reconstruir”).Per finire, voglio dire che se dovessiricominciare a vivere, vivrei come hovissuto, perché ho avuto la grazia (il zjuscome si dice in yiddish) d’avere condivi-so l’avventura di libertà del razionalismoebraico e dell’anarchismo. Hasta siem-pre!

Sono nato a Leningrado (ora San Pietro-b u rgo) nel 1962. La mia famiglia, ebraica,era completamente assimilata nel circostan-te ambiente russo.Sono sempre stato appassionato di storia, etuttavia non sapevo nulla di Israele, di cuiparadossalmente sono ora cittadino (quelche a scuola si doveva soprattutto studiareerano gli scritti di Lenin e degli altri“padri” del comunismo). Com’è ormainoto, i nostri libri di testo erano menzogne-ri: a casa mi si raccontava ben altra storiapatria. Acasa appresi che i comunisti ave-vano ucciso entrambi i miei nonni, nel

1937, senza alcuna ragione e nonostante ilfatto che entrambi fossero membri del Par-tito comunista.Quando avevo quattordici anni trovaicasualmente un vecchio libro di Kropotkinstampato prima della rivoluzione. Quellibro mi aprì la mente e lo feci leggere adalcuni compagni di scuola. Bisogna sapereche libri non ufficiali di dottrina e storiapolitica erano introvabili. Dopo di che io ei miei amici ci mettemmo alla ricerca dialtri libri d’antiquariato sull’anarchismo ene trovammo al mercato nero, provenientida collezioni private.

11 Memoria storica

Da Leningrado a Gerusalemmeframmento autobiografico

di Moshe Goncharok

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Nel 1979 decidemmo di costituirci in grup-po e di studiare più seriamente l’anarchi-smo. Fui io a trovare il nome – ChernyiPeredeldva – e a redigere il documento pro-grammatico del gruppo, nel quale il regimesovietico veniva definito fascista. Era ungruppetto di pochi membri, all’origine; poi,quando entrammo in varie università, siunirono a noi diversi studenti. Per quantone sapevamo allora, non esistevano altrigruppi anarchici né a Leningrado né in altrecittà (solo col passare degli anni risultò chenon eravamo l’unico gruppo anarchico inRussia). Avevamo qualche contatto con ilsolo movimento giovanile informale diLeningrado, gli hippies (mia moglie, siadetto per inciso, era una di loro).Le nostre attività si limitavano quasi esclu-sivamente nel riunirci “illegalmente” a casadi qualcuno di noi per studiare e discutere iclassici dell’anarchismo. Non farò i nomidei partecipanti a quelle riunioni perché,tranne due, vivono ancora in Russia e, se ilregime cambiasse di nuovo, potrebberoessere perseguitati dai servizi segreti.Nel 1981, mentre studiavo nella Facoltà dipedagogia, il K G B ci “importunò” per laprima volta. Nel mio Dipartimento univer-sitario c’erano parecchi studenti che si defi-nivano Nazi (“nazional-stalinisti”) ed io fre-quentemente litigavo con loro, così cifacemmo notare dal K G B, loro e noi. A l l ’ i-nizio del 1984 uno dei nostri membri scris-se di sua iniziativa un proclama che diede ilvia al K G B. In quel proclama, di cui noi altrinon sapevamo nulla, chiamava gli studentialla lotta contro i comunisti e i lorop rotegés, i Nazi. Oltretutto in quel proclamasi citava il nostro gruppo. Due giorni dopol’autore venne arrestato. Era una personalitàfragile ed accettò la proposta del K G B d ilavorare per loro, sotto la minaccia di essereespulso dall’università. Disse tutto quelloche sapeva su di noi, in particolare su dime, che ero il leader del gruppo. E tuttavia,

poiché gli restava un po’di coscienza,venne da me e mi raccontò la faccenda.Bruciai lettere, incartamenti, lo statuto delgruppo e nascosi presso parenti i libri anar-chici. Il 30 aprile fui arrestato. Adire il veronon si dovrebbe parlare di arresto vero eproprio: per usare la terminologia del K G B“ebbero con me un colloquio”. Non aveva-no nessuna prova materiale contro di me,però sapevano che stavo studiando ebraicoe che ero in contatto con i militanti delmovimento ebraico clandestino di Lenin-grado. E cercarono di fare di me una “fonted’informazione” nei movimenti ebraici.Naturalmente rifiutai, per quanto non fossefacile: il K G B sapeva che ero stato arruolatonell’esercito e che sarei dovuto partire per ilservizio militare in autunno. Mi minaccia-rono dicendomi che c’era molta gentedisposta ad ammazzarmi. Io risposi che ilnostro gruppo non faceva nulla di illegale,che si limitava a studiare vecchi testi anar-chici... Alla fine mi lasciarono andare. Tu t-tavia, fino al 1986 (l’anno della mia smobi-litazione) ebbi veramente paura che mivolessero ammazzare. Più tardi si seppe cheun altro membro del nostro gruppo (unebreo che ora vive in Israele) era stato alloro servizio.Dopo i fatti del 1984 cominciai a darmi dafare (come molti altri ebrei sovietici diquell’epoca) per emigrare in Israele. Tra il1986 e il 1989 feci parte di varie org a n i z z a-zioni ebraiche dell’era della perestroika.Proprio prima di partire per Israele ho sapu-to che era nato un movimento anarchicovero e proprio nell’Unione Sovietica, concui però non ho avuto alcun contatto. Mauno dei miei compagni d’università, PëtrRaush è diventato un leader di questonuovo movimento. Nel 1990 sono venuto in Israele, dove lavoro presso gli Archivi centrali sionisticome ricercatore del movimento anarchicoy i d d i s h .

12Memoria storica

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La mia famiglia è originaria della Bukovina,un piccolo paese collocato ai piedi dei Car-pazi. Prima della guerra del 1914 ci si vivevabene... ma io sono nato nel 1914 e sfortuna-tamente non ho fatto in tempo a conoscere ladolcezza del vivere bukoviniano. Oltretutto,mio nonno dovette subire un’operazione chi-r u rgica che veniva eseguita solo in Ungheria,così tutta la famiglia si trasferì a Budapest,dove io nacqui. Mio padre trovò lì un impie-go al Monte di pietà e così ci trasferimmod e f i n i t i v a m e n t e .Eravamo ebrei ma molto assimilati, e questa“condizione” non aveva alcuna importanzaper noi. Certo, nei giorni di festa mio padreandava in sinagoga, anche se senza particola-re entusiasmo, ma mia madre preferiva divo-rare la letteratura tedesca. D’altronde l’Un-gheria di quegli anni era molto tollerante enoi ci vivevamo bene.Le cose iniziarono a cambiare nel 1920quando fummo espulsi a causa della nostranazionalità: infatti mio padre aveva la cittadi-nanza austro-ungarica, ma finita la guerra la

nostra città d’origine, Czernovitz, venneannessa alla Romania e noi diventammo cit-tadini rumeni.La situazione in Romania non era però tragi-ca: infatti i rumeni non avevano abolito leleggi sociali e sul lavoro emanate dall’impe-ro austriaco, che per l’epoca erano moltoa v a n z a t e .Così a quattordici anni iniziai a lavorare inuna fabbrica tessile e lì incominciai a sentirediscutere gli operai, a parlare, a prendereposizione, tanto che in me crebbe il desideriodi sapere di più, d’istruirmi. Così lessi gliscritti di Marx, Bakunin, Engels, Proudhon,Tolstoj, Babeuf e molti altri; tutti in linguatedesca che conoscevo bene.Bisogna anche considerare che a Czernovitzsi respirava ancora il vento della Rivoluzioned’ottobre, e la forte comunità ebraica eraorientata a sinistra grazie anche a una grossacomponente operaia: su 120.000 abitanti c’e-rano 80.000 ebrei e di questi almeno 15.000lavoravano nelle fabbriche della città.Nel 1931, a diciassette anni, conobbi un cin-

13 Memoria storica

Esiste un lungo racconto autobiografico di David Stetner, in francese,curato da Jean-Marc Izrine di Toulouse che ce lo ha fornito. Qui ci limitiamo,

per ovvi motivi di spazio, a pubblicarne un ridottissimo sunto.

Breve nota autobiografica di David Stetner

a cura di Dino Taddei

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quantenne straordinario che possedeva unsapere universale: egli mi parlava della Kab-bala, di Cartesio, di Nietzche e del Ta l m u d .Fu attraverso il suo insegnamento che iniziaia conoscere l’anarchismo e non attraverso lasua storia di barricate, di moti, di rivoluzionisanguinose, o attraverso l’enunciazione diteorie astratte. No, egli mi raccontava di unasocietà senza classi, dove ogni uomo sarebbestato responsabile e dove nessuno avrebbeavuto alcun potere sui suoi simili: avevofinalmente trovato la concezione libertariaalla quale inconsciamente aspiravo da moltot e m p o .Il 1933 fu l’anno cruciale dell’avvento diHitler e noi giovani fummo traumatizzati daquello che stava succedendo in Germania:per noi la Germania era il più importanteriferimento culturale e l’antisemitismo tede-sco creò una rottura tra molti dei miei com-pagni – costretti a riscoprire le proprie originiebraiche, cosa che li avvicinerà a posizionisioniste – e chi come me restò imperturbabi-le perché la nozione di patria rimaneva estra-nea alla mia visione anarchica internazionali-sta. Mi volevo sentire cittadino del mondo.Quando fu dichiarata la repubblica in Spa-gna, nel 1934, io ero già deciso a partire, manon mi dettero il passaporto essendo statochiamato alle armi. Così decisi di espatriareclandestinamente in Polonia, ma fui indivi-duato e rimandato in Romania dove il Tr i b u-nale militare mi condannò per diserzione.Nel gennaio del 1937 fui scarcerato e reinte-grato nel mio reparto di fucilieri di marina aGalatz, ma nel giugno dello stesso annodisertai nuovamente, e attraversando perquattro mesi e mezzo l’Europa arrivai a Pari-gi, dove seppi che le cose in Spagna si stava-no mettendo male: gli anarchici stavano per-dendo terreno a favore degli stalinisti e laC N T-FA I non reclutava più volontari.Così rimasi uno spettatore lontano della tra-gedia spagnola. Ma nel 1939, quando laFrancia fu aggredita dai tedeschi, entrai subi-

to nel primo reggimento volontario di stra-nieri. Tuttavia, l’anno seguente fui smobilita-to e le cose per me e la mia compagna Goldasi misero male essendo entrambi militantipolitici ed ebrei.Rimanemmo in Francia vivendo nascosti,senza documenti. Quando nel 1941 la poliziacominciò ad arrestare tutti gli ebrei dell’undi-cesimo a rrondissement diventò lampante cheera giunto il momento di fuggire, ma Goldafu arrestata a un controllo perché la sua cartad’identità risultò evidentemente contraff a t t a .Fu condannata a dieci mesi di prigione aCaen e così io rimasi clandestino a Parigi.Nel dopoguerra, ripresi i contatti con ilmovimento anarchico, decidemmo insiemead altri militanti di pubblicare un giornale inyiddish per comunicare con i nuovi immi-grati ebrei che arrivavano dall’Europa del-l’Est e che non conoscevano ancora il fran-cese. Così nel 1949 nacque “Der FreierGedank” (Il libero pensiero). Per me fu unproblema non da poco perché non conosce-vo bene questa lingua, ma fummo molto aiu-tati da Rudolf Rocker e dai redattori dell’a-mericano “Freie Arbeiter Stimme”. Fu un’e-sperienza esaltante che durò fino al 1966,quando decidemmo di chiudere perchéormai i figli di quegli immigrati preferivanoleggere in francese o in inglese e di conse-guenza il nostro giornale non aveva piùragione d’essere.

14Memoria storica

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[...] Quando conobbi Milly, sessant’annifa a Londra, apparteneva già al gruppo“Arbeter Fraint” e lavorava a favore dellacausa là dove poteva. Acausa delle sueorigini Milly era un carattere profonda-mente religioso, ma il nuovo ambienteche trovò in Inghilterra era assai diversodalla vita ebraica nella piccola città ucrai-na in cui era vissuta. Nei celebri s w e a t i n gs h o p s del grande ghetto londinese, dovedoveva guadagnarsi il pane, quando eranecessario lavorava anche il sabato e face-va tante cose che non collimavano con iprincipi della religione ebraica. Proprioper cercare di attenervisi perse il suoimpiego, rimanendo di conseguenza ingravi ristrettezze. [...] Fu allora che in leicominciarono a sorgere i primi dubbi, edato il suo carattere era inevitabile che ciòaccadesse. Tutte le cose fatte a metà leripugnavano; qualunque cosa fosse, dove-va esserlo interamente. Il caso volle chenella piccola officina dove lavorava venis-se assunto anche un attivo militante delmovimento libertario dell’East End londi-nese. Nelle conversazioni che questi tene-va con altri, Milly ascoltò per la primavolta cose che le erano completamentesconosciute e ne fu fortemente impressio-n a t a .Milly era una di quelle rare persone chepossono pensare oltre che col cervelloanche col cuore. Divorò tutto quello chedella letteratura libertaria cadde nelle sue

mani e trovò così un nuovo ambito per ilsuo impulso interiore che non l’ha maia b b a n d o n a t a .Siamo stati insieme più di cinquant’ottoanni. Nella vita abbiamo conosciuto più diun’amarezza, abbiamo attraversatomomenti difficili e fatto fronte al destino;ma nessuna traversia ha mai potutodistruggere la nostra felicità. Nella nostravita c’è stato un qualcosa che diff i c i l m e n-te può descriversi. Abbiamo dovuto sop-portare più di una sventura e più di unaperfidia dal destino, ma abbiamo cono-sciuto anche ore belle che pochi hannoconosciuto e che non si possono acquista-re con nessuna moneta. Non ci siamo maiannoiati; abbiamo sempre cercato ciò checi elevava verso una vita più bella e riccadi contenuto.Se Milly fosse sempre stata d’accordo conquanto io esprimevo, non si sarebbe potu-to parlare di armonia. Ma la sua innataintelligenza la portava a formarsi una pro-pria opinione su tutto e sapeva sostenerlacon molta abilità. Quando in queste occa-sioni la nostra conversazione si svolgevaappassionata, lei subitamente cominciavaa ridere, mi abbracciava e piena d’allegriadiceva: “Non siamo una coppia davverosingolare?”. Subito ridevamo entrambi ditutto cuore e ci rallegravamo della nostrav i t a .Sulla molteplice e lunga attività di Millynel movimento libertario qui si può accen-

15 Memoria storica

Questo ricordo della moglie Milly, Rudolf Rocker lo scrisse alla morte di lei nel1955. Dalla traduzione italiana apparsa sulla rivista “Volontà” (n.10-11, a. 1956),

allora diretta da Giovanna Berneri, ne riprendiamo alcuni stralci.

Milly Witkop Rocker (1877-1955)di Rudolf Rocker

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nare appena qualcosa, perché per farlosarebbe necessario un lavoro speciale.Basti dire che ha preso parte a tutte lelotte e a tutti i tentativi costruttivi del pro-letariato ebraico in Inghilterra: si trovavaovunque e svolgeva un lavoro utile enecessario. Prese anche parte a tutte le riu-nioni internazionali che allora ebberoluogo a Londra. La sua notevole attivitàall’epoca del grande sciopero dei portualilondinesi, durante il quale, assieme adaltre donne, alloggiò presso famiglie dioperai ebrei alcune centinaia di bambinifigli dei portuali in lotta, si può citarecome una delle dimostrazioni più vigorosedella solidarietà internazionale. In Germa-nia trovò un vasto campo di attività nellefile della Freien Arbeiter Union. Fu lei chediede il primo impulso alla fondazionedella Syndikalistichen Frauen-Bundes, cheebbe rappresentanze in tutti i congressidella FA U D e rese grandi servizi al movi-mento anarcosindacalista in Germania. Milly era una donna valorosa che non rin-negò le sue concezioni nemmeno quandoc’era da pagare di persona, come nelperiodo della prima guerra mondiale, ma

anche in molte altre occasioni. Quandodurante la guerra il governo inglese emiseun decreto secondo il quale gli immigrantirussi in Inghilterra erano messi davanti aldilemma di entrare nell’esercito inglese oessere deportati in Russia, essa partecipòimmediatamente al movimento di protestae poco dopo fu incarcerata e condannata adue anni e mezzo di detenzione.[...] Quando due esseri che la vita ha cosìfelicemente unito stanno insieme tantianni, a poco a poco si fondono tra loro.Questo è stato anche il nostro caso. Ovun-que risuonasse il nome di uno là si sentivaanche il nome dell’altra. Eravamo la “cop-pia romantica”, come spesso soleva chia-marci scherzosamente il nostro amico spa-gnolo Tarrida del Mármol.Era inevitabile che dovesse arrivare l’orain cui o l’uno o l’altra, per primo, dovessemorire. È morta il 23 novembre 1955 e il27 è stata cremata. Essere cremata è statosempre il suo desiderio, ogni volta che neabbiamo parlato. [...] E come abbiamovissuto insieme per quasi sei decenni divita, così, quando verrà la mia ora, le mieceneri si riuniranno alle sue. [...]

16Memoria storica

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Ci siamo incontrati per caso durante l’agita-zione per Sacco e Vanzetti, in un comizionel locale del Centro culturale dei compagnispagnoli a New York. Lei era già da parec-chi anni attiva nella campagna per la libera-zione dei due martiri. Era stata arrestata duevolte a Boston con altri compagni, in dimo-strazioni davanti la dimora del governatoreF u l l e r.Conversando con lei, quella sera, mi resiconto che la donna seduta al mio fianco eradotata di un’intelligenza viva e di una cultu-ra eccezionale, mentre io non avevo ideechiare e mi era difficoltoso farmi compren-dere in una lingua che non era la mia. Ma cisiamo fatti amici e col tempo appresi chi leiera e da dove proveniva. Tutto un mondodiverso dal mio.Ida Pilat era nata a Odessa, sul Mar Nero, il28 aprile 1896. Di famiglia agiata e di reli-gione ebraica, ogni mattina veniva a casasua la bambinaia tedesca che istruiva lei e ledue sorelline in quella lingua, nel pomerig-gio veniva la tutrice che le parlava e l’istrui-va in francese. Giocando con gli altri bambi-ni del vicinato parlava il russo. Lei nonaveva alcun ricordo di quando parlava menodi tre lingue. Io invece, italiano del sud,rimasto orfano di padre quando avevo solodieci anni d’età e poverissimo, dovetti

lasciare la scuola e andare a lavorare in unmulino, lavoro brutale: continuamenterischiavo d’essere stritolato dagli ingranaggidel macchinario.Nel 1905, a causa del pogrom provocato dalgoverno zarista dopo la sconfitta subita nellaguerra contro il Giappone – durante il qualela folla ubriaca di violenza aveva due voltedistrutto il suo negozio – il padre di Ida deci-se di emigrare in America con tutta la fami-glia, stabilendosi a Brooklyn. Lì Ida, ancoragiovinetta, frequentò le scuole pubbliche;poi si impiegò come segretaria e traduttrice.Appassionata allo studio per tutta la sua vita,frequentò i corsi serali di latino e greco alloHunter College per due anni, che dovetteinterrompere perché, gracile di costituzionee abitando molto lontano dal College, la fati-ca risultò superiore alle sue forze. Il medicole consigliò, per irrobustirsi, di fare del motofisico ed essa divenne una camminatriceinstancabile. Lei trovò in me il compagno amante dellavita all’aperto, e così, quando avevamo ungiorno libero “zaino in spalla” e via per iparchi e i boschi per tutta la giornata. A l f i n e ,quando ne avemmo i mezzi, comprammouna casetta al lago vicino alla MoheganC o l o n y, dove vivevano Milly e RudolfRocker e molti altri compagni adesso quasi

Quando le edizioni Antistato pubblicarono, nel 1982, la traduzione italiana del libro di Rudolf Rocker Pionieri della libertà, Valerio Isca, che finanziò il libro

in memoria della sua compagna, scrisse questo ricordo che qui riprendiamo. Valerio Isca e Ida Pilat sono state due persone molto importanti nel panorama

nord-americano perché grazie alla loro lunga unione e alla loro attiva militanzasono stati capaci di costruire un ponte culturale e umano tra il movimento

anarchico d’origine ebraica e quello italo-americano.

Ida Pilat Isca (1896-1980)di Valerio Isca

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tutti scomparsi. Fu due anni dopo il primo incontro, nell’a-prile del 1929, che decidemmo di unirci inlibera unione, un’unione che è durata più dimezzo secolo, per 51 anni, fino alla suamorte. E furono anni di gioia, di amore, dilotte e di speranze.Fu una sua compagna di scuola che l’iniziòal Partito socialista, in cui fu molto attiva perparecchi anni, e alle battaglie del lavoro. Efu la compagna Rose Pesotta, anche leirussa e di famiglia ebraica, che la mise aconoscenza del movimento libertario, duran-te la campagna per Sacco e Vanzetti perl ’ a p p u n t o .In quanto studiosa, indagò bene sulle ideedel Partito socialista e poi su quelle liberta-rie, ma i suoi studi preferiti furono sempre lafilologia e la storia dell’arte. Amava leggerei classici nelle lingue originali. Fu questa suaconoscenza delle lingue che la distinse e chelei mise al servizio del movimento libertario.Per i compagni spagnoli, quando questi pub-blicavano il settimanale “Cultura Proletaria”qui a New York, Ida traduceva dall’inglesegli articoli che a loro servivano. Più tardifece lo stesso per il bollettino a favore dellevittime politiche della Spagna. Dal francesetraduceva, per i compagni ebrei, gli articoliper il giornale “Freie Arbeiter Stimme” e lelettere in lingua straniera che il LibertarianBook Club riceveva. Tradusse pure molti

capitoli dell’antologia degli scritti di Baku-nin curata da Sam Dolgoff [traduzione italia-na: L i b e rtà, uguaglianza rivoluzione, A n t i-stato, Milano, 1976].Il suo ultimo lavoro di traduzione fu il libro di Max Nettlau B reve storia dell’anarchismo, a partire dall’edizionespagnola e da quella italiana [L’Antista-to, Cesena, 1964], perché il manoscrittooriginale tedesco era andato perso duran-te la guerra civile in Spagna.Parlare del suo contributo al movimentolibertario come traduttrice soltanto non èesatto. Ida fu pure attiva nell’Associazionedella Scuola Moderna “Francisco Ferrer” diStelton e per parecchi anni fu la segretariadel comitato ausiliare di New York. Fu tra ipionieri della Lega di Mutuo Soccorso, isti-tuzione fondata da Harry Kelly per aiutare levittime delle lotte sindacali. Faceva parte delgruppo iniziatore del Libertarian Book Clube dopo la morte del tesoriere, Joseph A r o-stan, ne assunse l’incarico, fino a quando lavista le si indebolì.Dopo la morte e il funerale religioso delpadre, nel 1955, lei scrisse e firmò un docu-mento dichiarando: “Alla mia morte nonvoglio alcun rito religioso o di altra forma”.Morì il 5 novembre 1980. Al funerale, sem-plicissimo, fu il compagno Abe Bluestein,che l’aveva conosciuta sin da quando eraadolescente, a dire le parole di commiato.

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Spiegare la vita d’un kibbutz a chi nonl’ha vissuta è già una cosa difficile, maparlarne a ospiti occasionali o addiritturaa immigranti dai Paesi dell’Est dell’areaex-socialista è quasi impossibile. Non èfacile chiarire che l’unica connessionetra kibbutz e kolchoz è la kappa dientrambi i nomi.L’idea errata che il kibbutz sia un feno-meno socialista o comunista (nel corren-te significato dei termini) è largamentediffusa. L’errore deriva dalla definizionedi kibbutz come collettività, cosa cheeffettivamente è. Ma lì finisce la connes-sione con marxismo, socialismo e comu-nismo. Se si esaminano i principi fonda-mentali che reggono la vita del kibbutz,non si può non giungere alle conclusioniche le regole basilari e, cosa ancor piùimportante, la realtà kibbutziana sonobasate sul pensiero anarchico e non sulmarxismo. [...]Per dimostrare questo mio assunto dovròrimandare al gran dibattito tra Marx,Engels e i loro seguaci da un lato eBakunin, Proudhon e gli anarchici dal-l’altro. Più di un secolo fa. La controver-sia verteva su alcune questioni centrali.1. Gli anarchici insistevano su una futurasocietà volontaria, cui ognuno può aderi-re a propria scelta ma che è sempre libe-ro, a scelta, di lasciare. I socialisti preve-devano uno Stato cui è affidato il compi-to, per così dire, di migliorare coerciti-vamente la vita dei suoi cittadini, di farlieguali, e perciò forse più felici, anchecontro la loro volontà.

Da quando è stato concepito, quasi centoanni fa, fino ad oggi il kibbutz è semprestata una libera società che ogni membropuò lasciare – come molti hanno fatto efanno – se non condivide le sue decisio-ni. Nella realtà della vita kibbutziana, èprevalso il principio anarchico dellalibera volontà degli individui. Devoforse chiarire, a questo punto, un altromalinteso. Naturalmente i kibbutz hannoregole e ci si aspetta che i membri vi siattengano. Non vi è cioè “anarchia” inte-sa come totale assenza di norme [recteanomia – N.d.T.]. Ma la corretta defini-zione anarchica dell’anarchia non èquella di una società senza norme eregole, ma di una società basata sull’ac-cettazione volontaria delle decisioni edei regolamenti sociali da parte di ogniindividuo. Consenso senza coercizione esanzioni istituzionalizzate. Ciò è esatta-mente quanto avviene nella vita del kib-butz.2. I marxisti insistevano sul fatto che loStato dovesse essere proprietario di tuttii mezzi di produzione. Gli anarchici siopponevano a quest’idea ritenendo che imezzi di produzione dovessero essere inpossesso dei lavoratori che li usano.Di fatto, l’azienda agricola o industrialedel kibbutz è proprietà collettiva dei suoimembri, non dello Stato. Anche se c’èuna formula statutaria della Legge pergli insediamenti collettivi che attribuisceil 50 per cento della proprietà ad unquasi mitico ente pubblico chiamato NirShitufit (allo scopo di impedire a un kib-

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DOCUMENTI INEDITI

La natura anarchica del kibbutzdi Giora Manor*

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butz di autoliquidarsi e svendere tutti ipropri beni), ogni singolo kibbutz e ognimembro del kibbutz sente d’essere ilvero possessore dei suoi mezzi di produ-zione e agisce di conseguenza. [...]Questo ci conduce ad un altro aspettoanarchico riscontrabile nella prassi delkibbutz e in particolare all’organizzazio-ne federale contrapposta all’organizza-zione centralizzata.3. La formula marxista “centralismodemocratico” (un eufemismo per dittatu-ra), usato e abusato negli Stati ex-socia-listi, è sempre statacompletamenteirrealistica per defi-nire la strutturadelle varie organiz-zazioni del movi-mento kibbutziano,anche se, storica-mente parlando, èstata talora auspi-cata. [...]Proprio come teo-rizzavano gli anar-chici, i movimentikibbutziani sonofederazioni di kib-butz e il segretaria-to che ha sede a TelAviv non ha alcunpotere reale su diessi. A meno cheuna decisione nonsia accettata e rati-ficata da ogni kib-butz, l’autorità centrale ha ben pocopotere d’imporla.La discrepanza tra la fede marxista nel“centralismo democratico” e la realtàanarchica del potere reale della periferiaè una delle ragioni della profonda crisiche stanno affrontando i kibbutz. Ma diquesto diremo più oltre. [...]

Storicamente parlando, i fondatori ed iprimi teorici del movimento kibbutzianofurono influenzati – e consapevolmente– dall’anarchismo. Ma ben presto siebbe un forte emergere di tendenzemarxiste, fin dal primo stadio di svilup-po dei kibbutz negli anni ’20, e il conse-guente gergo quasi-comunista prese ilposto delle idee anarchiche. Il che, tutta-via, non cambiò la realtà della vita nelkibbutz. Ne risultò un crescente baratrotra la realtà e l’ideologia espressa neglislogan e nei proclami.

Penso che i primiad avvertire acuta-mente questadiscrepanza traideologia e vita delkibbutz siano statigli educatori e leeducatrici, cuispettava il compitodi spiegare ai lorogiovani allievi ladottrina della col-lettività in cuierano nati. [...] Piùtardi durante laseconda guerramondiale, conl ’U R S S che com-batteva controH i t l e r, la lineau fficiale fu certa-mente più facile daaccettare e spiega-re. A questo si

aggiunga che il peso dell’UnioneSovietica fu determinante, nel 1948,nella decisione dell’ONU di votare afavore della creazione dello Stato d’I-sraele.Fino agli anni ’50 quasi nessuno siaccorse dell’assurdità di esaltare ilmarxismo mentre si viveva secondo i

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principi dell’anarchismo. A dire il vero,non riesco a ricordarmi un singoloesempio di qualcuno che s’occupasse diquesta questione sulle pubblicazionikibbutziane. Come dicevo, gli educatoricontinuavano a praticare un’adesionepuramente formale al marxismo, senzacercare però di connetterlo con la teoriakibbutziana. Il risultato finale fu undivorzio quasi completo tra la vita e ladottrina del kibbutz. Diventò fuorimoda formulare una qualunque teoriasui principi basilari del kibbutz in unpiù ampio quadro ideologico.L’attuale crisi del kibbutz travaglia ilsingolo kibbutznik [membro del kib-butz – N.d.T.], trovandolo così cometrovò i primi leader del movimento,cioè privo d’ogni genere di sostegnoteoretico, perché i vecchi, scartati, prin-cipi socialisti non hanno funzionato e le

vere fondamenta del kibbutz – l’anar-chismo – non sono mai state menziona-te oppure sono state considerate comeobsolete e irrilevanti. [...]E pertanto, la crisi del kibbutz che citroviamo oggi di fronte è resa ancor piùgrave e pericolosa proprio dall’assenzadi puntelli teorici di base: un vuotocreato dal disprezzo per i principi anar-chici, che vengono applicati nella vitadel kibbutz ma non menzionati. È dun-que importante, ora più che mai, rive-dere la teoria anarchica in riferimentoal kibbutz.

* Giora Manor è membro del kibbutz Mishmar Ha-Emek e critico teatrale. Q u e s t ’ a rticolo è (in forma ridotta) ripre s oda “Kibbutz Trends” (n. 10, summer 1993),una pubblicazione dello “Yad Ta b e n k i n ” ,c e n t ro studi del United Kibbutz Movement.

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L’ a n a r chismo in Russia oggi:contro il fascismo e l’antisemitismo

di Moshe Goncharok

Diversi gruppi anarchici hanno presoattivamente parte alla lotta contro leo rganizzazioni nazionalistiche e diestrema destra che ha avuto luogo inRussia nel “dopo-perestroika”. Dopo che le organizzazioni anarchi-che erano state disperse ad opera deibolscevichi agli inizi degli anni ’20,il movimento anarchico era statocostretto a sospendere la sua attivitàper più di quarant’anni. Nel 1960 cifu qualche tentativo di riorganizzare igruppi anarchici in Unione Sovietica,ma solo negli anni 1979-1980 rinac-

que stabilmente il primo circolo anar-chico, e nel 1982 si formarono gruppianaloghi nell’Università di Mosca. Gli anarchici cominciarono a svolgereattività semi-legali già nei primitempi della perestroika , in particolarenei cosiddetti Politklubs di Irkutsk,così come in “Chance” a Charkov enella Associazione dei Massimalisti aLeningrado. L’idea di fondo che acco-munava tutti questi gruppi e circoliera l’attribuire al governo comunistadell’Unione Sovietica la definizionedi fascista.

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Il 1° e il 2 maggio del 1989 ebbeluogo a Mosca una conferenza delleo rganizzazioni anarcosindacaliste pro-venienti da 15 città sovietiche. I parte-cipanti alla conferenza fondarono laConfederazione degli anarco-sindaca-listi (K A S). L’ideologia della K A S s irifaceva a Bakunin e, tra i padri del-l’anarco-sindacalismo, a Proudhon,oltre che a Tolstoj, Gandhi, Orwell ea l t r i .Con l’approssimarsi della caduta del-l’Unione Sovietica e della dittaturacomunista, nella seconda metà deglianni ’80 si rafforzarono anche i gruppie i movimenti dell’estrema destra, tral’altro inevitabilmente antisemiti. Laprima forza organizzata si chiamavaPamyat e cominciò la sua attivitànelle strade e nelle piazze delle cittàrusse nel 1987. Per gli anarchici russila necessità di una posizione forte sul-l’inammissibilità ideologica di similimovimenti ebbe il sopravvento suquella della lotta contro il totalitari-smo statalista dell’Unione Sovietica. Igiornali anarchici appartenenti allaK A S – 16 pubblicazioni, fino a 30.000copie vendute – operarono una propa-ganda incessante contro lo sciovini-smo e la xenofobia. Nei programmidei gruppi anarchici non sindacalisti

ebbero un ruolo rilevante anche nume-rose istanze antifasciste.Tra le principali organizzazioni anar-chiche attive in quell’epoca c’eranol’Associazione rivoluzionaria anarco-comunista di Mosca, l’Unione deiliberi gruppi anarchici di Leningrado,la Lega degli anarchici di Kazan e gliAnarcho-Klub di Nischny Novogorode di altre città russe.Il cosiddetto “Battaglione dei combat-tenti anarchici”, nato nell’estate del1990 e operante nelle città di Samara,Saratov e Perm, assunse un’attivaposizione antifascista contro org a n i z-zazioni come il Pamyat, proponendosii seguenti scopi:la preparazione all’autodifesa contro ifascisti e l’azione diretta contro i rag-gruppamenti fascisti e nazisti.Alla fine del 1990-inizio 1991 si svol-se una “mostra itinerante” nelle piùgrosse città russe all’insegna del“Chiarimento dei rapporti con fascistie nazisti”, cui presero parte circa 50membri del Battaglione. Ma in eff e t t iil primo scontro con gli estremisti didestra dell’Unione Sovietica avvennenegli anni 1980-1981, quando aLeningrado sorsero i primi gruppettigiovanili (studenti medi e universitari)che si facevano chiamare “nazisti”,

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facendosi notare soprattutto per il lorocomportamento inadeguato e il parti-colare abbigliamento.Tra i gruppi spontanei di quel periodoc’erano anche gli hippies, che diven-nero le vittime sia delle persecuzionipoliziesche che delle aggressioni adopera dei nazisti. Il gruppo anarchicolocale decise di farsi carico della dife-sa degli hippies contro i nazisti e aquesto scopo si mobilitarono anche igruppi punk. Nella primavera del 1982ci fu un grosso scontro tra i punk e inazionalisti vicino alla stazione metro-politana di Primorskaya. Entrambe leparti fecero uso di armi “fredde”, esecondo i racconti di chi prese parteall’avvenimento nello scontro vennerocoinvolte circa 300 persone.Il programma del gruppo anarchicoleningradese comprendeva in specificotra i suoi punti la necessità della lottaarmata contro le organizzazioni e leassociazioni fasciste e naziste. (Il regi-me comunista, da parte sua, rimasepassivo o ebbe addirittura un atteggia-mento positivo nei confronti delleprese di posizione del nazionalismor u s s o ) .La funzione di difesa dei gruppidemocratici contro i fascisti se laassunsero gli anarchici proprio perchéil regime non attuò alcun genere dilotta contro gli esponenti del naziona-lismo estremo. Nei documenti delleo rganizzazioni anarchiche alcuni annipiù tardi (quando in Russia i “nazi”operavano ormai apertamente) si leggeinfatti: “Cominciare a formare gruppidi autodifesa… cercare di creare unaguardia nazionale”1. Oppure, nel pro-gramma dell’Unione dei liberi gruppianarchici (A S S A) di Leningrado, silegge quanto segue: “Il rapporto con ilnazionalismo. Se ci si basasse sul

diritto di ogni nazione e di ogni popo-lo all’autodeterminazione, si dovreb-bero appoggiare tutti i movimentinazional-democratici. Ma anarchismoe sciovinismo sono in contrapposizio-ne tra di loro. E tutti i movimenti chepromuovono la propaganda dell’odionazionalista e razzista devono essereritenuti movimenti fascisti”2.Il rapporto amichevole del regimecomunista con i fascisti russi provocòuna reazione della stampa anarchica:“Il comportamento del regime nei con-fronti dei movimenti alternativi nonpuò esser definito altro che senile.L’arresto di Konstantin Ostaschvili inbase al paragrafo 74 avviene contem-poraneamente alla registrazione uff i-ciale da parte del governo del giornale’ P a m y a t ’ di Dimitri Va s i l y e v, il qualeha parlato in modo folle alla presenta-zione del giornale”3 [K. Ostaschviliera il leader di un gruppo russo ultra-nazionalista che aveva org a n i z z a t ol’attacco al Centro degli ScrittoriMoscoviti nel 1990; D. Vasilyev era illeader dell’organizzazione dei nazio-nalisti di tutta la Russia all’interno delPamyat]. E ancora: “Tre fronti dell’a-narchismo… il secondo fronte, comesi vede, antifascista. Antifascista econtro il dominio”4.Già dall’inizio del 1990 alcune org a-nizzazioni naziste svolgevano la loroattività pubblicamente. Gli anarchicidi Leningrado e Mosca proclamaronoallora la nascita delle “Guardie Nere”,gruppi organizzati contro gli esponentidell’estrema destra5.All’inizio del 1991, quando a Moscasi tenne il primo congresso russo delleo rganizzazioni e delle comunità ebrai-che, gli anarchici ritennero necessarioproteggere l’edificio dove si svolgevail congresso contro i tentativi da parte

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dei fascisti di ostacolarlo. E bisognasottolineare, a questo punto, che moltidei giovani anarchici russi di quell’e-poca, specialmente a Mosca e Lenin-grado, erano di origini ebraiche.Infine, nell’agosto 1991, durante iltentativo di sovversione fascista aMosca, gli anarchici lottarono a fian-co dei democratici sulle barricatecontro le truppe golpiste.In seguito i gruppi e le org a n i z z a z i o-ni anarchiche russe continuarono aportare avanti la propaganda di lottacontro le consistenti org a n i z z a z i o n inazionaliste e naziste russe, che rap-presentavano una reale minaccia per lasocietà. E purtroppo, almeno una dellecose previste della stampa anarchicadella fine degli anni ’80 si è ormaiavverata: in Russia l’unione dei comu-nisti e dei nazionalisti è ormai un datodi fatto.

N o t e

1. Risoluzione dell’incontro anarchiconella città di Saratov sui gruppi di autodi-fesa (“Solidarietà, organo dell’Unionedegli anarchici”, luglio 1990).2. “Novy Svet” (Nuovo Mondo), pubblica-zione dell’A S S A-K A S, Leningrado, n. 1,agosto 1989.3. “La voce anarchica, notizie dell’Unionedegli anarchici moscoviti”, n. 7, luglio1 9 9 1 .4. “Novy Svet”, n. 1, gennaio 1992; artico-lo di P. Alexandrovitsch, I tre fronti d e l l ’ a n a rc h i a5. Dichiarazione del Comitato esecutivodella “Guardia Nera”, su “Novy Svet”,maggio 1990.

(traduzione di Annalisa Bert o l o)

A pag. 10: (foto di sinistra) A rg e n t i n a ,settembre 1970, da sinistra verso destra:Humberto Correale, Vicente Francomano,J o rge Solomonoff; (foto di destra) OscarMilstein (1924-1992), figlio di Lazaro, èstato per decenni uno dei maggioriresponsabili della Biblioteca José Ingenie-ros di Buenos Aires (foto di EduardoC o l o m b o ) .A pag. 14: Jean-Marc Izrine con DavidStetner nel 1998. Molte delle illustrazionidi questo numero ci sono state fornite daIzrine o sono state riprese dal suo libroLes libert a i res du Yi d d i s h l a n d .A pag 16: Stati Uniti, 1953, da sinistraverso destra: Abe Vi n a k o u r, Eva Kaiser,Elvira Vattuone, Anna Schwartz, RudolfR o c k e r, Milly Witkop Rocker, Lotte Col-sman. Vi n a k o u r, Kaiser e Schwartz furonoparticolarmente attivi nella ModernSchool di Stelton.A pag. 18: 1955, da sinistra verso destra:Ida Pilat Isca, Milly Witkop Rocker e l’ar-gentina Regina Lankman

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B e rn a r dL a z a r e

( 1 8 6 5 - 1 9 0 3 )Il primo difensore diDreyfus è stato unebreo anarchico: Ber-nard Lazare. Nato aNîmes nel 1865, studiaa Parigi e diventa gior-nalista. Frequental’ambiente intellettuale

parigino ma anche ilmovimento anarchico.Pur restando indipen-dente si richiamaesplicitamente all’a-narchismo, cui resteràfedele per tutta la vita.

Collabora a rivistelibertarie come “LesTemps nouveaux”,tiene conferenze e fre-quenta amicalmente igrandi nomi del movi-mento anarchico, comeElisée Reclus. Nonesita a testimoniare afavore di Jean Gravequando viene processa-to nel 1894 e prendenettamente parte pergli imputati anarchicidel cosiddetto “proces-so dei trenta” (in cuiviene anche implicatoK r o p o t k i n ) .Ma Lazare ha unsecondo cavallo di bat-taglia che gli sta acuore: lottare control’antisemitismo. A r r i-verà a battersi a duellocon il leader antisemi-ta Drumont. Grazie a

Quelli che seguono sono i brevi profili di alcuni anarchici di origine ebraica chenella loro vita hanno incarnato questa particolare confluenza tra la

propria cultura d’origine e l’anarchismo. Dieci storie particolari che sono però rappresentative di un mondo enormemente più vasto che ha lasciato un segno

profondo nella storia del movimento anarchico internazionale.Ampia la collaborazione a questa sezione. E precisamente, le schede di Doubinsky e

Tchorbadieff sono di Sylvain Boulouque, quelle di Edelstat, Einstein, Koralnik eLazare sono di Jean-Marc Izrine, quelle di Elfinger, Quillard, Rocker, Schwartbard e

Volin sono di Charles Jacquier, e infine quella di Frager è di Ed Stamm, quella diLachmann è di Hans Müller-Sewing quella di Thorne è di Paul Avrich e quella di

Witcop è di Nicolas Walter. A tutti il nostro ringraziamento per la valida collaborazione a comporre questo inedito “album di famiglia”.

Storia di un incontr o

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questa fama la fami-glia Dreyfus si mettein contatto con luisubito dopo la messain stato d’accusa peralto tradimento delcapitano Dreyfus.Lazare si convincedell’innocenza diDreyfus e intraprendeun lavoro minuto etenace, bussando atutte le porte del movi-mento rivoluzionario(intellettuali, sociali-sti, anarchici). I primipassi non sono facili eall’inizio neppure glianarchici si mostranopiù entusiasti deglialtri. È doloroso doverammettere che alcunepubblicazioni liberta-rie (non tutte, certo)arriveranno al punto ditrattare Dreyfus da“giudeo gallonato eb o rghese”. BernardLazare parte perciò da“franco tiratore” escrive un pamphlet bendocumentato, U ne rreur judiciaire: laverité sur l’AffaireD re y f u s, alla fine del1896 (due anni primadel famoso J’accuse d iZola). Questo pamph-let viene stampato inuna tipografia gestitada un simpatizzantel i b e r t a r i o .La personalità di Laza-re è estremamentea ffascinante: ha forti

convinzioni e le difen-de con ardore, corag-gio e tenacia. È statoun precursore in varicampi, tra l’altro è unodei primi a scriveresaggi documentati con-tro l’antisemitismo, incui trasforma la conce-zione di casta dell’e-braismo in concezionedi classe. E così indi-vidua una delle causefondamentali dell’anti-semitismo, visto comeconflitto interclassista,individuandovi un con-flitto tra due blocchicapitalisti: la borg h e-sia cattolica che aggre-disce la borg h e s i aebraica. Nella situa-zione di crisi economi-ca che attraversa quel-l’epoca, la grande bor-ghesia cattolica, infet-tata d’antisemitismo,si allea con la piccolab o rghesia, che subiscei contraccolpi dellacrisi, e la distoglie dauna possibile alleanzarivoluzionaria con ilproletariato. Qui Laza-re segnala uno dei fon-damenti economicidell’antisemitismo alui contemporaneo.Lazare, inoltre, faconoscere i proletariebraici immigrati dal-l’Europa orientale egli ebrei d’Algeria, maanche la grande mise-ria degli ebrei rumeni.

E traccia il legame trala storia dell’ebraismoe il suo ruolo poten-ziale di forza di pro-gresso sociale in quel-la fine di secolo, col-locandosi di fatto nellacorrente di pensierodel messianismo rivo-luzionario ebraico.D’altronde, il suoamico Charles Peguy(cristiano e socialista)lo considera un profe-t a .La sua inquietudine difronte al pericolo di unaccentuarsi dell’antise-mitismo nei Paesid’accoglienza verso gliimmigrati lo spinge adifendere il dirittodegli ebrei ad avereuna terra propria inPalestina, ma il suosionismo è socialista erompe ben presto conHerzl, perché quest’ul-timo mira ad uno Statob o rghese sostenutodalle potenze occiden-t a l i .Tornando all’Aff a i r eDreyfus, è Lazare cheriesce a convincereuna parte consistentedi quella che si potreb-be chiamare societàcivile e in particolared e l l ’ i n t e l l i g h e n z i ascientifica ad unirsialla causa dreyfusarda.Ha anche una certainfluenza sui politici,come Jean Jaurès,

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Léon Blum, Georg e sC l é m e n c e a u .Per l’estrema destrafrancese, BernardLazare sarà l’incarna-zione dell’anarchiaebraica. Barrès, Dru-mont e Maurras con-centrano su di lui illoro odio: il che tornatutto a suo onore,naturalmente. A l c u n iautori antisemiti“rivoltano” in modoperfido gli scritti diLazare facendo unavera e propria parodiadel loro spirito. Questadestra estrema s’acca-nirà contro di luianche dopo la suamorte. I monarchicimutileranno la statuache gli viene eretta aNîmes, statua che saràd e f i n i t i v a m e n t edistrutta nel 1940.Lazare è un “elettronelibero”, geloso dellasua autonomia, anchein seno al movimentolibertario. Alla lucedegli scritti e delletestimonianze che ciha lasciato, qualcunosi è posto la domanda:era più ebreo che anar-chico o più anarchicoche ebreo? Quel che ècerto è che anarchismoed ebraismo sono i duecardini su cui s’è rettatutta la sua vita.

David E d e l s t a t

( 1 8 6 6 - 1 8 9 2 )

Edelstat nasce il 9 mag-gio 1866 a Kaluga, inRussia. La sua infanziaviene segnata dall’assen-za del padre, arruolato aforza nell’esercito dellozar per venticinque anni(una pratica, questa, cheera moneta corrente pergli ebrei russi dell’epo-ca). Nonostante la sualingua materna sia ilrusso, fa dello yiddish lasua lingua di comunica-zione e propaganda, chepratica soprattutto dopol’emigrazione negli StatiUniti, nel 1882. Lìdiventa caporedattore delsettimanale anarchico“Freie Arbeiter Stimme”(La voce del libero lavo-ratore) che comincia in

quegli anni la sua lungaavventura editoriale(vedi scheda su “FreieArbeiter Stimme” inquesto stesso Bollettino).Verso la fine della suabreve vita si mette ascrivere poesie in yiddi-sh. La sua prima poesia,che s’intitola Alla verità,viene pubblicata nel1885. In questo suobreve periodo artistica-mente creativo i testi dalui scritti sono impre-gnati di un lirismo socia-le che esalta con accentipatetici, su ritmi sempli-ci e vibranti, la lotta perla dignità e l’emancipa-zione del lavoratore.Muore a Denver il 17ottobre 1892. Molto piùtardi il suo ricordo riaf-fiora all’altra estremitàdell’America, in A rg e n t i-na, e precisamente aBuenos Aires, dove gliebrei libertari decidonodi dare il suo nome alloro circolo culturale.

Volin ( 1 8 8 2 - 1 9 4 5 )

Volin, pseudonimo diVsevolod MikhailovicEichenbaum, nasce l’11agosto 1882 a Ti c v i n(Russia) in una famigliaebrea benestante dimedici. Segue studi di

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diritto a San Pietroburg oma, simpatizzante delleidee rivoluzionarie,rompe con la famiglia einterrompe gli studi.Membro del Partitosocialista rivoluzionario,partecipa agli eventi del1905-1906 (“settimanarossa” a San Pietrobur-go, creazione del primosoviet della città, insur-rezione dei marinai diKronstadt). A r r e s t a t o ,incarcerato, deportato inSiberia, riesce a fuggiree ad arrivare in Francia,dove frequenta gliambienti libertari ediventa anarchico.Minacciato d’arresto perla sua attività antimilita-rista, s’imbarca clande-stinamente per gli StatiUniti, da dove vienerimpatriato in Russial’anno successivo.A Pietrogrado (come orasi chiama San Pietrobur-go) si occupa di “GolosTruda” (La voce dellavoro), organo dappri-ma settimanale e poiquotidiano dell’Unione

per la propaganda anar-cosindacalista. Feroce-mente contrario al tratta-to di Brest-Litovsk,parte per combatterel’armata bianca diDenikin e poi, passato inUcraina, si unisce almovimento partigiano diNestor Machno. Duranteuna puntata a Mosca afine dicembre del 1920,viene arrestato daicomunisti. Inizia unosciopero della fame coni suoi compagni didetenzione, ma è all’in-tervento di una delega-zione internazionale disindacalisti che deve lasua liberazione. Vi e n ebandito dall’UnioneSovietica ed espulsoverso la Germania, doveredige, con altri, ilpamphlet La re p re s s i o n edegli anarchici nellaRussia sovietica ( 1 9 2 2 ) ,che traduce anche inf r a n c e s e .Nel 1925 si trasferisce inFrancia ed è ben prestouno dei principali prota-gonisti del dibattito allo-

ra in corso in seno almovimento libertario,quello sul testo propostoda Pëtr A rsinov: Piattaforma org a n i z z a t i v adi alcuni anarchici ru s s iin esilio. Volin si aff e r m acome partigiano dellafederazione di “sintesi”tra le varie tendenze delmovimento anarchico(individualista, comunistalibertaria e sindacalista).Tra le due guerre colla-bora alle principali rivi-ste del movimento anar-chico francese e all’En-ciclopedia anarchicadiretta da SébastienFaure. A partire dal 1935s’avvicina alle posizionidi André Proudhom-meaux e della Federazio-ne anarchica di linguafrancese, che denuncia-no, in particolare, lapolitica di collaborazio-ne di classe della C N T-FA I in Spagna.Durante la seconda guer-ra mondiale Volin vive aMarsiglia, in condizionimateriali assai difficili esotto la minaccia di

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essere internato sia comeanarchico, sia comeebreo, sia come masso-ne. Ciononostante conti-nua a militare, conAndré Arru, in un grup-po anarchico clandestinocomposto da spagnoli,italiani, francesi e uncecoslovacco. Ricovera-to in ospedale nel marzo1945, viene poi ospitatoda compagni spagnoli aLa Treille, nei sobborg h idi Marsiglia. In agostotorna a Parigi, doveviene di nuovo ricovera-to in ospedale e dovemuore poche settimanepiù tardi, lasciando ilmanoscritto dell’aff a s c i-nante La rivoluziones c o n o s c i u t a, che JacquesDoubinsky [vedi scheda]ed un gruppo di suoiamici pubblicherannoqualche anno dopo [laprima edizione italiana èdel 1950].

A v r a h a mK o r a l n i k

( 1 8 8 3 - 1 9 3 7 )Koralnik è uno dei piùprolifici scrittori yiddi-sh. Nasce in Ucraina, adUman, in una famigliaebraica tradizionale.Studia nel “ginnasio”(scuole secondarie

ebraiche) di Brod e Chi-tamir e poi nelle univer-sità di Kiev, Firenze,Berlino, Bonn e Vi e n n a .Nel 1908 ottiene il dot-torato in Filosofia conuna tesi sulla filosofiascettica. Già nel 1903debutta come redattoredella rivista sionista“Die Welt”, ma vi lavo-ra per pochi mesi. Nel1915 emigra negli StatiUniti, dove collabora avarie pubblicazioni yid-dish. È su queste rivi-ste, come “Dos yiddishVort”, l’anarchica“Freie Arbeiter Stim-me”, “Teabt”, “Feder”ecc., così come superiodici tedeschi erussi, che si trovanomolti dei suoi scritti.La straordinariaampiezza delle sueconoscenze e la padro-nanza di varie lingue gliconsentono di trattarecon serietà e competen-za numerosi arg o m e n t idi filosofia, di storia, difilologia, di economia.Di fatto si può dire chedurante la sua lungaattività letteraria (più ditrent’anni) si è occupatodi tutti gli eventi politi-ci, culturali e sociali piùo meno importanti dellasua epoca. Nella suaopera vasta e multifor-me si trova infatti ungran numero di mono-grafie, articoli e saggi

letterari, biografie discrittori... scritti sia inyiddish ed ebraico chein tedesco, russo, fran-cese, spagnolo, italianoe perfino qualcosa inlingue scandinave! Hainoltre tradotto in yiddi-sh molte delle principaliopere di Kropotkin e diProudhon. Muore aNew York nel 1937.

Carl Einstein

( 1 8 8 5 - 1 9 4 0 )Einstein nasce aNeuwid, in Renania, esegue studi di storia, distoria dell’arte e di filo-sofia all’università diBerlino, pur essendo alcontempo tirocinantepresso una banca.Diventa ben presto uncritico d’arte. Durante laprima guerra mondialecombatte in Alsazia, poiè trasferito a Bruxellesdove frequenta gli intel-lettuali belgi e tedeschidella città. Non dimenti-ca tuttavia la questionesociale: si unisce infattiagli “spartachisti” neiconsigli di operai e sol-dati costituiti nel 1917.Così, quando rientra aBerlino è ormai scheda-to dalla polizia per atti-

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vità sovversive. A s s i s t eai funerali di RosaL u x e m b o u rg e subisceuna breve detenzione aM o n a c o .Nel 1928 si stabilisce aParigi e l’anno seguentefonda con Georg eBataille la rivista“Document”, su cuipubblica alcuni articolisu pittori all’epocaancora poco conosciuticome Picasso, Braque,L é g e r, André Masson.Nello stesso tempo siinteressa anche all’arteafricana e scrive diversiarticoli su quest’arg o-mento. All’inizio deglianni ’30 prende ledistanze dalle avanguar-die artistiche di quelperiodo, considerandole“vendute alle ideologiedominanti, vuote diforza creatrice, schiavedel profitto”.Nel 1936, quando scop-pia la rivoluzione spa-gnola, Carl Einstein siarruola nella ColonnaDurruti ed in particolarenella centuria “ErichMühsam”, che raggrup-pa i volontari anarchicidi lingua tedesca. Ein-stein capisce benissimoqual è la posta in gioco,con la guerra di Spagna,per la lotta antifascista.E infatti scrive: “se riu-sciremo a vedere lacaduta di Hitler, saràgrazie alla Spagna...”.

Alla morte di Durrutitiene un discorso divibrante omaggio al lea-der libertario di fronteall’enorme folla accorsaai suoi funerali.Di ritorno in Francia,dopo la sconfitta repub-blicana, viene internatonel campo di Gurs.Rimesso in libertà dopola débacle francese del1940, non potendo tor-nare in Spagna e paven-tando l’arrivo dei nazi-sti, decide di darsi lamorte per sfuggire allaGestapo gettandosi neltorrente Pau. Daniel-Henri Kahnweile, suoamico già dagli anni’20-’30 e all’epoca tito-lare di una galleria d’ar-te a Parigi dove veniva-no esposte pitture cubi-ste e sculture africane,a ffigge nella galleriauna targa alla memoriasu cui fa incidere:“Combattente dellal i b e r t à ” .

S a m u e lS c h w a rt z b a r d( 1 8 8 6 - 1 9 3 8 )

Schwartzbard nasce il18 agosto 1886 in Bes-sarabia (che era alloraprovincia russa). Moltoattivo nel movimento

rivoluzionario del1905, partecipa allaformazione di milizieebraiche di autodifesaper resistere ai pogrom.Nel 1906 lascia la Rus-sia e, dopo varie pere-grinazioni, si stabiliscea Parigi. A l l ’ i n i z i odella prima guerramondiale s’arruolacome volontario nellalegione straniera. Ilprimo marzo 1916viene ferito gravementee decorato con la Crocedi ferro. Riformato nel1917, Schwartzbardtorna in Russia nelnovembre di quell’annoe partecipa alla guerracivile come comandan-te di un corpo partigia-no, il battaglioneRachale, che combattecontro i Bianchi nellaregione di Odessa.Molti membri della suafamiglia muoionodurante i pogrom cheinsanguinano l’Ucrainanell’inverno 1919-

30Album di famiglia

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1 9 2 0 .Nel 1920 Schwartzbardsi stabilisce nuovamen-te a Parigi, dove apreuna bottega d’orolo-giaio. Molto influenza-to dal pensiero di Kro-potkin, milita essenzial-mente nell’ambientedegli immigrati ebraici.Partecipa ai tentativi diricostruzione di unmovimento anarchicoebraico attorno al grup-po Fraye sotsialisth(Socialisti liberi), fon-dato nel 1924. Av e n d osaputo della presenza aParigi dell’hetmanSimon Petliura, ex capodel governo ucraino nel’19-’20, che ritenevaresponsabile deipogrom avvenuti inquel periodo, decide digiustiziarlo. Amico diNestor Machno, gliconfida le sue intenzio-ni. Machno cerca inutil-mente di dissuaderlo. Il

25 maggio 1926Schwartzbard spararipetutamente a Petliu-ra, che muore all’arrivoall’ospedale della Cha-rité. Schwartzbard siconsegna immediata-mente alla polizia eviene imprigionato allaS a n t é .Quest’episodio produceuna considerevole emo-zione nell’opinionepubblica mondiale,riportando sulla scenala questione delleresponsabilità per ipogrom avvenuti inRussia durante la guer-ra civile. Il processo aSchwartzbard cominciail 18 ottobre 1927davanti alla Corted’Assise della Senna.Un giornalista giudizia-rio così lo descrive:“Magro e fulvo, coicapelli lunghi, ondulatie gettati all’indietro(...), chiaro di pelle e

con occhi blu acciaiopiù da uomo di fortevolontà che da sognato-re”. Nel corso deldibattito, richiestodelle sue opinioni poli-tiche, si dichiara fer-mamente anarchico. Il26 ottobre viene ina-spettatamente prosciol-to, fra gli applausi delfolto pubblico.In seguito Schwartz-bard si dedica in parti-colare alla propagandacontro l’antisemitismoe muore a Capetown, inSud Africa, il 3 marzo1938 nel corso di untour di conferenze. Va lla pena ricordare chel ’ a ffaire Schwartzbard-Petliura è stato all’ori-gine della costituzione,nel 1927, della Legainternazionale contro ipogrom, diventata l’an-no successivo Legainternazionale control ’ a n t i s e m i t i s m o .

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J a c q u e sD o u b i n s k y( 1 8 8 9 - 1 9 5 9 )

Nato in Ucraina il 26marzo 1889 da unafamiglia di artigianiebrei, Doubinsky nel1924 – ricercato dallaCeka – si rifugia inBulgaria dove partecipaa un tentativo d’insur-rezione per rovesciareil regime fascista che siva instaurando. Dopoessere stato imprigiona-to e torturato, fuggedalla Bulgaria e riescea raggiungere la Fran-cia dove fa diversimestieri: lavora allacatena di montaggio,cuce scarpe, confezionaabiti, disegna tessuti.Con la moglie Rosa faparte del comitatod’aiuto agli esuli e sioccupa inoltre dellaBiblioteca l’Autodidat-ta gestita dal gruppoanarchico ebraico diParigi, di cui è segreta-rio. Riparato negli U S A,dopo la guerra org a n i z-za con Boris Ye l e n s k yla distribuzione degliaiuti inviati dal movi-mento americano aglianarchici ebrei france-si. Membro attivo del-l’Associazione A m i c idi Volin, alla quale si

deve la stampa de L aRivoluzione sconosciu -t a, milita con David eGolda Stetner [vedischeda] nel gruppo Illibero pensiero. Con-temporaneamente faparte del comitatod’aiuto agli antifascistibulgari e stampa unopuscolo intitolato Bul-garia, la nuova Spagna,giocando un ruolo atti-vo nell’accoglienza airifugiati bulgari fuggitidopo l’avvento delregime comunista. To r-nato in Europa, duranteun viaggio negli StatiUniti nel 1955 incontranuovamente RudolfR o c k e r, di cui riportal’ultimo messaggio.Muore il 18 febbraio1959.

(traduzione di Ornella Buti)

N i k o l aTc h o r b a d i e f f ( 1 9 0 0 - 1 9 9 4 )

Tc h o r b a d i e ff nasce il 1°marzo 1900 a Plovdiv,in Bulgaria, secondol’identità ufficiale concui muore a Parigi nel1994. Il suo vero nomeera Jossif Sintov ed ènato il 23 ottobre 1900.Comincia la sua attività

politica quando è alliceo, verso la fine del1916, nelle file dellaGioventù Libertaria.Nel 1918 partecipa allacreazione della Federa-zione anarchica bulgarae poi a quella di varieassociazioni di caratte-re libertario. Nel giu-gno del 1923, con ilcolpo di Stato, passa inclandestinità e parteci-pa al tentativo di insur-rezione del 20 settem-bre 1923, dopo il falli-mento del quale si rifu-gia in Francia, dappri-ma a Saint-Étienne epoi a Parigi, dove lavo-ra come trecciaio edove fonda il gruppobulgaro in esilio, di cuiè tesoriere. Il gruppopubblica un “Bolletti-no”, che dura però solodue numeri.Anche la sua compa-gna, Lea Kramener(1899-1982) fa partedel gruppo anarchicoe b r a i c o .Tc h o r b a d i e ff partecipa,con Sébastien Faure,alla creazione dellaLibrairie Internationalee collabora alla “Revueinternationale anarchi-ste” su cui si occupa diquestioni bulgare.Divenuto tipografo,aderente al sindacatoC G T, viene assunto alla“Brochure mensuelle”,dove organizza uno

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sciopero perché sianoapplicate le tariffe sin-d a c a l i .Durante la guerra diSpagna Tc h o r b a d i e ffpartecipa alla redazionee alla produzione mate-riale del bollettino“Fraternité” (di cuisolo il titolo è in fran-cese), che si prefiggelo scopo di riunire tuttii bulgari in esilio inFrancia a sostegnodella Repubblica spa-gnola. È anche il rap-presentante dei bulgariin esilio nel Comitépour l’Espagne, d’o-rientamento libertario.Quando c’è la mobilita-zione per la secondaguerra mondiale, nono-stante si offra volonta-rio, viene internato nelcampo di Vernet (inquanto straniero ostile),dove si trova nella stes-sa baracca dello scritto-re ungherese A r t h u rK o e s t l e r, che lo cita nelsuo Schiuma dellaTe rr a. Viene poi libera-to e aggregato a unr e g g i m e n t o .L’armistizio lo trovanella zona “non occu-pata” (Repubblica diVichy), dove è attivonella Resistenza. A l l afine della guerra restain Francia e partecipaalle riunioni dei gruppibulgari in esilio. Faparte della redazione

della rivista “NotreRoute”, mensile diinformazione sulla Bul-garia, e redige alcuniopuscoli sulla storia delmovimento libertariobulgaro. Nel 1979 è trai fondatori della rivistasui Paesi dell’Est“Iztok”, dapprima pub-blicata in bulgaro e poiin francese. Nel 1993,un anno prima di mori-re, pubblica ancora unopuscolo: Les causesqui ont créées le socialisme. L’anarchismed ’ a u j o u rd’hui et ded e m a i n, rivolto alla gio-ventù bulgara.

J a c k( Ya n k e l )F r a g e r

( 1 9 0 3 - 1 9 9 8 )Anarchico ed attivistasindacale, Frager muoreil 7 marzo del 1998all’età di 95 anni. Natoin Ucraina, nel villag-gio di Ismeryuka, cre-sciuto a Mongelier-Podolske, partecipa gio-vanissimo alla Rivolu-zione russa del ’17. Persfuggire, però, l’arruo-lamento sia nell’Armatarossa sia negli esercitibianchi, fugge in Roma-

nia, poi si spinge fino aDanzica da dove siimbarca per l’Arg e n t i-na. Lì vive 18 mesi, ementre sta a BuenosAires pubblica di suainiziativa, in yiddish,gli scritti di Landauer,per le cui idee conser-verà sempre il suo entu-siasmo. Nel 1923 siimbarca per New York. Jack è un anarchico atutto tondo. Fa parte delComitato di difesa perSacco e Vanzetti; org a-nizza l’ultimo tour diconferenze di EmmaGoldman negli StatiUniti e fa lui stesso touroratorii negli U S Adurante gli anni ’30;aiuta a fondare il Liber-tarian Book Club diNew York alla finedegli anni ’30; fa partedel comitato redaziona-le di “Freie A r b e i t e rStimme”; è molto attivonel sindacato degliimbianchini (il cheimplica anche una stre-nua lotta per evitare difinire dapprima sotto ilcontrollo dei comunistie, anni dopo, sotto quel-lo dei sindacalisti cor-rotti); insegna storia delmovimento operaio alBookwood Labor Colle-ge. Per tutta la vita siinteressa alla lingua ealla cultura yiddish, einfatti pubblica lettera-tura yiddish ed è attivo

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nella League for Yi d d i-sh. Ardente pacifista,partecipa alle marcecontro la guerra in Vi e t-nam e contro gli arma-menti nucleari, durantele quali viene più voltearrestato. Ed è arrestatoper l’ultima volta a 88anni, durante una prote-sta per l’HiroshimaD a y, per avere dipintole sagome delle vittimedella bomba atomica suimarciapiedi di NewYork. La pioggia can-cella le prove e cosìviene assolto.Jack ha avuto una com-pagna, Myra (MayFrankt), sposata nel1939 e tre figli. A n d a t oin pensione in Florida,non smette per questola sua attività. Comeracconta sua figlia Che-shire: “Papà era infati-cabile, quando ha vistoche non c’erano piùgruppi antimilitaristi négruppi yiddish in Flori-da, si è dato da fare permetterli in piedi lui.Non ha mai perso unabriciola delle sue idee,della sua energia e delsuo impegno”.

(dal “Bulletin of theKate Sharpley Library ” ,n. 21, 2000)

A h r ne Thor n e( 1 9 0 4 - 1 9 8 5 )

Thorne (in origine T h o r e n b e rg) nasce il 26 dicembre1904 in una famiglia chassidica della città di Lodz, inPolonia. Adolescente rompe con la tradizione e si tra-sferisce a Parigi, dove diventa anarchico durante lacampagna per Sacco e Vanzetti. Emigrato a To r o n t onel 1930, lavora come operaio e milita nel LibertarianGroup, diventando amico di Emma Goldman e ini-ziando a scrivere per il “Freie Arbeiter Stimme”, unacollaborazione che continuerà per quasi mezzo secolo.Dal 1940 – trasferitosi a New York, dove sarà tra ifondatori del Libertarian Book Club – lavora comecompositore per diverse pubblicazioni yiddish. Ti p o-grafo di mestiere e giornalista per passatempo, saràvicedirettore del “Freie Arbeiter Stimme” dal 1952 al1957 e direttore dal 1957 al 1977. Con la sua direzio-ne il settimanale occupa nuovamente un posto di pre-stigio, seppure “di nicchia”, nel mondo intellettuale eculturale yiddish. Nel dicembre del 1977 “Freie A r b e i-ter Stimme” cessa le pubblicazioni dopo 87 anni: aparte “Freedom” di Londra, fondato nel 1886, è il piùlongevo giornale anarchico che sia esistito. Ed è anchel’ultimo giornale anarchico in lingua straniera degliU S A, dal momento che “L’Adunata dei Refrattari”, ilsuo equivalente italiano, ha chiuso i battenti nel 1971.Thorne ha sempre diffuso una concezione positiva del-l’anarchia, visto come una comunità fraterna fatta dicooperative, sindacati, organizzazioni educative e cultu-rali, libere dal dominio della religione, del capitale edello Stato. L’ho incontrato per la prima volta a unafesta del “Freie Arbeiter Stimme” e per vent’anni hogoduto della sua amicizia. Aveva una mente aperta euna curiosità senza limiti. Amava citare in particolareun passo della Bibbia, dal L i b ro dei Giudici, perché par-lava del tempo in cui gli ebrei erano governati solo dauna semplice confederazione, e che testualmente dice-va: “In quei giorni non c’era re in Israele; ognuno face-va quello che era giusto ai suoi occhi”. Ahrne è morto aNew York il 13 dicembre 1985, a ottantun anni.

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HedwigLachmann-Landauer

(1865-1918)Hedwig, prima di seifigli di Wi l h e l m i n e(ebrea tedesca) e IsaakLachmann (ebreo ucrai-no), insegnante di reli-gione e salmista in unacomunità ebraica in Stolp(Pomerania), nasce nel1865. La famiglia si tra-sferisce nel 1873 a Hür-ben, presso Ulma, nellaGermania meridionale,dove Isaak Lachmannaccetta un posto comeinsegnante di religione.Tra il 1882 e il 1889Hedwig vive rispettiva-mente due anni a Londrae due anni a Budapest.Nel 1889 si stabilisce aBerlino, dove lavora

come insegnante privataed educatrice. Alla sera sioccupa di due anzianiparenti malati. Nel suolimitato tempo libero fre-quenta la scena letterariaberlinese, soprattutto ilcircolo culturale d’avan-guardia della coppia dipoeti Paula e RichardDehmel. Nella poesia I ng i ro Hedwig esprime ilsuo disagio nella grandec i t t à :

[...] La nebbia stilla. Noitutti camminiamo, camminiamo. / Nessunlampo illumina il pro f o n d otra te e me. / E se noi gridassimo la parola, /m o r i rebbe nel vento e nessuno sa dell’altro .

Tutte le sue poesie giranointorno a temi come lapovertà, il destino deiprofughi, la perdita delleradici, i motivi dei vian-danti, la solitudine della

grande città, l’estranea-mento sociale, il patriar-cato e l’antimilitarismo.Negli anni ’90 cominciaa lavorare come traduttri-ce dall’inglese, dal fran-cese e dall’ungherese.Tra l’altro traduce operedi Edgar Allan Poe,Oscar Wilde, Honoré deBalzac, Joseph Conrad,Benjamin Franklin,Rabindranath Tagore, e lesue traduzioni vengonostimate ancora oggi.Dal 1892 al 1895 vive

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La presenza femminile nei movimenti libertari di origine ebraica fu sempreparticolarmente consistente, tanto nell’attività sociale come in quella sindacale. Non a caso quindi alcune delle maggiori attiviste anarco-femministe sono uscite

proprio da questo ambiente culturale (Emma Goldman tanto per citare la più famosa). Come ci raccontava Valerio Isca – che tra gli anni ’20 e gli anni ’80 ha

frequentato negli Stati Uniti sia il movimento italo-americano che quello yiddish – laproporzione delle donne attive nei due movimenti ’etnici’vedeva una schiaccianteprevalenza in quello yiddish. Qui di seguito – e in altre sezioni – vogliamo coglierequesta presenza, che ha ovviamente assunto forme diverse nel tempo e nello spazio.

Ritratti femminili

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con Richard Dehmel. Nel1899 incontra GustavLandauer (1870-1919),ma soltanto due anni piùtardi iniziano la loro vitain comune. Gustav èsotto la minaccia di unacondanna al carcere, èancora sposato con laprima moglie e per di piùil padre di Hedwig avreb-be verosimilmente osteg-giato la convivenza dellafiglia con un critico dellafede. Dopo la morte delpadre si stabiliscono nelKent, in Inghilterra, maquando Hedwig rimaneincinta tornano a Berlino.Nel 1902 nasce la figliaGundula; nel 1903Gustav si divide dallaprima moglie e così di lìa poco si sposano. Nel1906 nasce la figlia Bri-g i t t e .Entrambi, Hedwig eG u s t a v, ritengono chel’unione libera di unadonna e di un uomo,come individui indipen-denti ma legati l’unoall’altro molto intima-mente, sia la cellula ger-minale fondante di ognivera società umana.Hedwig così difende unsuo mondo privato e svi-luppa il suo potenzialecreativo poetico ma in unlegame armonioso con ilsuo compagno di senti-mento e di intelletto.Questa unione felicedurerà fino alla sua

m o r t e .Tuttavia, in relazioneall’agire pubblico si evi-denzia un contrasto con-siderevole tra i due. Men-tre Gustav compare sem-pre in pubblico, comegiornalista, oratore emilitante, Hedwig rimaneuna poetessa relativa-mente sconosciuta eadempie prevalentementeai suoi impegni materni.Con le sue poesie, i saggie le traduzioni cerca dirisvegliare negli esseriumani lo spirito socialeperduto che, secondo ilsuo punto di vista, unasocietà libera dalla vio-lenza avrebbe reso possi-bile. E la sua stanza dilavoro le dà la protezioneche una società competi-tiva non offre a bambini,donne ed emarg i n a t i .La prima guerra mondia-le e il forte diff o n d e r s idell’antisemitismo va inparallelo con un crescen-te antimilitarismo e unapiù spiccata coscienzaebraica. Mentre altre poe-tesse e poeti nel 1914ammutoliscono o esalta-no la guerra, Hedwigammonisce, in Con iv i n t i:

Lodate il corteo vittoriosodegli eroi, / ornateli con lac o rona della fama, deliziatevene! / Io, invece, p rostrata nella polvere, /voglio soffrire l’umiliazione

con i vinti. / Popolo pocostimato! Disdegnato,d i s p rezzato, devastato, / ec o s t retto in ginocchio, finoa l l ’ a s s e rvimento, / tu haiper me più valore di ogniuomo orgoglioso, / come sep rovenissi con te dalla stessa tribù. [...]

Nel febbraio del 1918Hedwig Lachmann, datempo debilitata dallafame sofferta durante laguerra, muore per un’in-fezione polmonare.

(traduzione di Patrizia Grassiccia)

KreszentiaElfingerMühsam

(1884-1962)Piuttosto noto è l’anar-chico ebreo tedescoErich Mühsam (1878-1934), che in Germaniaè stato cabarettista,poeta, drammaturg o ,saggista di un certo suc-cesso ai suoi tempi eancor oggi costantemen-te ripubblicato in tede-sco. In Italia sono statitradotti Per ragioni diS t a t o (Salerno 1980), L apsicologia della zia

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r i c c a (Sugarco 1982) el’antologico Dal cabare talle barr i c a t e ( E l è u t h e r a1999). Mühsam è statoanche un noto rivoluzio-nario anarchico (ora piùora meno “ortodosso”)per tutta la sua brevevita, stroncata dai nazistinel lager di Oranienburg .Assai meno nota è lacompagna di Mühsam,Kreszentia Elfinger dettaZenzl, da lui sposata nel1915 (sposata in sensoburocratico, perché laloro vita sentimental-sessuale specie quella diMühsam, prima e dopoil “matrimonio” è stata,per dirla con un eufemi-smo, complessa).Dopo l’uccisione diMühsam, nel 1934,Zenzl si rifugia a Praga,poi, invitata da HelenaStassova del SoccorsoRosso internazionale,con la promessa di farlepubblicare l’opera com-pleta di Erich Mühsam,si trasferisce a Mosca.Come molti altri tede-schi, rifugiati antifasci-sti, comunisti e non,viene arrestata all’iniziodelle “grandi purg h e ”staliniane. In Europa lastampa libertaria se ne faeco. Ad esempio inFrancia “Le Libertaire”(25 giugno 1936) fa unparallelo tra i persecuto-ri di Erich e quelli diZenzl: “Stalin e Hitler

hanno mostrato più diuna volta di essere capa-ci di crimini orribili;quelli che hanno assassi-nato Erich Mühsam dueanni fa e quelli chehanno incarcerato ZenzlMühsam qualche setti-mana fa hanno lo stessoscopo: schiacciare ilpensiero rivoluzionario”.M a rgaret Buber- N e u-mann è sua compagna dicella, per qualche tempo,a Butyrki, la prigionecentrale del N K V D aMosca, dove sono incar-cerati gli esuli del Reichdestinati ad essere ricon-segnati alla Germaniasecondo gli accordi delpatto nazi-sovietico.Diversamente dalla suacompagna di cella, Zenzlnon viene consegnata ainazisti, ma resta in car-cere nell’U R S S. Alla finedella seconda guerramondiale viene liberatae trasferita nella Germa-nia dell’Est, ma è grave-mente malata ed intellet-tualmente debilitata. Ilregime tedesco-orientalele concede una pensioneed usa il suo nome piùvolte a scopi propagan-distici. A l l ’ a n n u n c i odella sua morte a Berli-no Est, il 10 marzo1962, la stampa liberta-ria internazionale lerende omaggio, sottoli-neando come sia stata“vittima delle persecu-

zioni di Hitler, Stalin eU l b r i c h t ” .

Rose W itcop

(1890-1932)Rose Liliam Wi t c o p ,anarchica e femmini-sta, nasce il 9 apriledel 1890 vicino aK i e v, in Ucraina. Ilsuo nome originale èRachel Vitkospski ed èla figlia più giovaned’una famiglia ebreache lascia la Russianel 1899 e si stabiliscein Inghilterra. Tutti imembri della sua fami-glia si guadagnano ilpane lavorando in con-dizioni di supersfrutta-mento nel settore del-l’abbigliamento nel-l’East End di Londra.Lei è modista. Rose edue delle sue sorellerompono con le conce-zioni tradizionali reli-giose e politiche dellafamiglia e vengonocoinvolte nel movi-mento anarco-sindaca-lista che è allora assaiattivo nell’ambito delproletariato ebraico.Sua sorella Milly [vedischeda] diventa lacompagna di una dellefigure più importanti

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di quel movimento,Rudolf Rocker, edanche lei diventa lacompagna di un giova-ne anarchico inglese,Guy A. Aldred, nono-stante l’opposizione dientrambe le famiglie.Rifiutano di sposarsi emettono su casa inShepherds Bush quan-do lei ha appena 17anni. Con una involon-taria ma significativascelta dei tempi, entranelle doglie del partodurante la manifesta-zione del Primo Mag-gio del 1909 ed il lorofiglio, Guy A m n e s l e y,nasce il giorno dopo.La Witcop comincia lasua carriera politica a16 anni, in opposizio-ne alla campagna peril suffragio femminilecon motivazioni fem-ministe che espone inuna lettera al foglioa n a r c o s i n d a c a l i s t a“ Voice of Labour” (2marzo 1907). È redat-trice dei giornali anar-chici pubblicati daAldred – “Herald ofRevolt” (1910-1914) e“The Spur” (1914-1921) – ed è direttricedi fatto di quest’ultimoquando Aldred vieneincarcerato per obie-zione di coscienzadurante la prima guer-ra mondiale (1916-1918). Contempora-

neamente conducecampagne contro l’op-pressione delle donnee contro lo “sforzob e l l i c o ” .A partire dal 1921 laWitcop centra la suaattenzione sul control-lo delle nascite. È giàin amicizia e collabo-razione con Marg a r e tS a n g e r, leader ameri-cana del controllodelle nascite, sin dal1914, ospitandola ripe-tutamente durante isuoi viaggi in GranBretagna e pubblican-done i libri in varieedizioni britanniche.La sua azione porta aduno degli ultimi tenta-tivi delle autorità disopprimere per vialegale la pubblicazionedi materiale contrac-cettivo. Nel dicembre1922 viene perquisitala sua casa, vengonosequestrate copie diun’edizione illustratadi Family Limitation eviene emessa un’ordi-nanza di “distruzione”.La Witcop e A l d r e dperdono, anche inappello, il successivoprocesso del gennaio efebbraio 1923. L’ o p i-nione pubblica reagi-sce complessivamentea sfavore delle autoritàe la Witcop ben prestopubblica impunementeuna nuova edizione,

questa volta senza illu-strazioni. Contempora-neamente si unisce allepropagandiste delLabour Party per ilcontrollo delle nascitee collabora con variefigure determinanti nelmovimento laburistaed in quello femmini-s t a .Rose Witcop ha sem-pre praticato, oltre chepredicato, la teoria dellibero amore: durantela sua convivenza conAldred ha, infatti,diversi amanti in modopalese. Dal 1921 i duevivono separatamente(lui passa la maggiorparte del suo tempo aGlasgow), anche se,reagendo a una minac-cia ufficiale di depor-tarla come straniera, sisposano uff i c i a l m e n t eil 2 febbraio 1926.La Witcop mette anchein opera la sua propa-ganda per il controllodelle nascite: nel mag-gio 1925 apre una Cli-nica popolare per ilcontrollo delle nascitee il benessere sociale ela tiene aperta, dappri-ma a Fulham e poi aShepherds Bush, finoalla sua morte. RoseWitcop muore inaspet-tatamente di peritoniteil 4 luglio 1932 eviene cremata dopouna cerimonia laica.

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R u d o l fR o c k e r , il

rabbino goyRocker nasce il 23 marzo1873 a Magonza (Germa-nia). Atredici anni, orfano,impara il mestiere di rilega-tore. Diventa socialdemo-cratico, affine alla comunitàdetta “dei giovani” (D i ej u g e n) che contesta il parla-mentarismo e spinge versometodi di lotta violenta.Escluso dal partito dopo ilcongresso di Halle del1891, si trasferisce per unp o ’ di tempo a Bruxelles,dove fa la conoscenza dimolti anarchici tedeschi inoccasione d’un congressointernazionale. Ritornato aMagonza cerca di org a n i z-zarvi i disoccupati, madeve esiliarsi a Parigi persfuggire all’arresto. Nel1895 si trasferisce a Lon-dra, dove incontra altriesuli della corrente degliJugen e, soprattutto, MillyWitkop, la sua futura com-

pagna. Grazie a lei, di fami-glia ebraica, militerà preva-lentemente, per quasi unventennio, nell’ambienteanarchico dell’emigrazioneyiddish di Londra, tanto dameritarsi il soprannome di“rabbi goy”. Lavora a gior-nali yiddish come “DosFraye Vort” (La parola libe-ra), l’“Arbeiter Freund”( L’amico dei lavoratori) e“Germinal!”; partecipa allafondazione della Federazio-ne dei gruppi anarchici dilingua yiddish di Gran Bre-tagna e Parigi (25-26dicembre 1902) e all’org a-nizzazione dei sindacatiebraici dell’East End londi-nese in lotta instancabilecontro il supersfruttamentodello sweating system. Ilformidabile sviluppo diquest’ultimo movimento fubloccato dallo scoppio dellaprima guerra mondiale.Sempre a Londra Rockerconosce i principali espo-nenti anarchici europei del-l’epoca: Errico Malatesta,Jean Grave, Pëtr Kro-potkin... Di quest’ultimocontesta vivamente le posi-zioni favorevoli agli alleati

in una serie di articolisull’“Arbeiter Freund” chegli valgono l’arresto il 2dicembre 1914 e l’interna-mento “come alieno nemi-co” fino al 1918, dopo diche viene estradato inO l a n d a .Tornato in Germania, redi-ge il programma e ladichiarazione di principid e l l ’ o rganizzazione anar-cosindacalista FA U D ( F r e i eArbeiterunion Deutsch-lands), costituita neldicembre 1919 e partecipaalla redazione del suoperiodico “Der Syndikali-st” e alla sua casa editrice.In opposizione alle tenden-ze autoritarie dei bolscevi-chi, si sforza di combatterela seduzione esercitata dallaTerza Internazionale suglianarcosindacalisti che i

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Quello che segue è un breve spaccato della particolare sintonia che alcuni anarchici non di origine ebraica ebbero verso questa tradizione culturale

libertaria, sviluppando una peculiare affinità che nel caso più noto, quello di Rocker, portò addirittura all’inconsueto appellativo di “rabbi goy”,

ovvero rabbino non ebreo.

Affinità elettive

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comunisti cercavano di fareaderire all’Internazionalesindacale russa (Profintern).È uno dei più forti sosteni-tori, per questo motivo,della Associazione Interna-zionale dei Lavoratori(A I T), fondata nel 1923, cheriunisce le org a n i z z a z i o n isindacaliste rivoluzionariecontrarie a Mosca (in parti-colare la C N T spagnola el ’U S I italiana), di cuiRocker è uno dei tre segre-tari, con A. Schapiro eAugustin Souchy.Rocker denuncia prestissi-mo i pericoli del nazismo elascia la Germania dopol’incendio del Reichstag,passando per Francia eInghilterra prima di trasfe-rirsi negli Stati Uniti. Lìscrive varie opere tra cui,notevoli, le sue Memorie i ntre volumi e Nazionalismo ec u l t u r a in due volumi.Curiosamente la suainfluenza culturale-libertariain questo periodo della suavita si esercita soprattuttosul movimento libertario inAmerica Latina. Nel 1937si stabilisce nella colonialibertaria (prevalentementeebraica) di Mohegan dovefinirà i suoi giorni insiemealla compagna Milly.Durante la seconda guerramondiale si dichiara favore-vole all’entrata in guerradegli Stati Uniti, sia per sen-sibilità verso la questioneebraica sia perché ormai dàpriorità alla democrazia

sulla rivoluzione. Dopo laguerra è uno degli ispiratoridel risorto movimento anar-chico tedesco, che pubblicail periodico “Die FreieGesellschaft” (La comunitàlibera). Muore a Crom-pound l’11 settembre 1958.

Pier reQuillar d

(1864-1912)Quillard nasce il 14 luglio1864 a Parigi. Studia alliceo Fontanes, poi si iscri-ve alla Facoltà di Lettere,dove si laurea. Successiva-mente frequenta l’Ecole deHautes Etudes e l’Ecole desChartes. Nel 1893 parte perCostantinopoli dove restafino al 1896 come professo-re nel Liceo armeno cattoli-co e nel Liceo armeno gala-ta. Nel 1897 segue la guerragreco-turca come corrispon-dente de “L’Illustration”. Diritorno in Francia, org a n i z z auna serie di meeting sullasituazione in Armenia e

fonda la rivista “Pro A r m e-nia”, in difesa del popoloarmeno perseguitato dal-l’Impero ottomano.Pubblicista e poeta simboli-sta, Quillard collabora al“Mercure de France” dal1891 alla sua morte. Faparte anche del primo grup-po redazionale della rivista“Entretiens politiques et lit-teraires”, fondata nel 1892,su cui esprime con chiarez-za e convinzione la sua con-cezione dei rapporti traanarchia e letteratura. Perlui le opere letterarie sareb-bero “una forma rilevante dipropaganda del fatto” (25aprile 1892). Allo stessotempo collabora con l’“Endehors” di Zo d’Axa (1891-1893) e poi a “Les Te m p snouveaux” di Jean Grave.Amico di Bernard Lazare[vedi scheda], s’impegna dasubito nella campagna afavore di Dreyfus e collabo-ra al “Journal du Peuple”(1895). Ancora nel 1911, su“La Bataille syndicaliste”,alza la sua voce sdegnatacontro le “leggi scellerate”votate nel 1893-94 con lascusa di una serie di attenta-ti anarchici. Aderisce allaLega per i Diritti dell’Uomofin dalla sua fondazione nel1898 e ne diventa vice-pre-sidente nel 1907 e segreta-rio generale nel 1911 .Pierre Quillard non eraebreo, ma apparteneva aduna generazione profonda-mente segnata dall’impegno

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dreyfusardo, dalla lottaall’antisemitismo e, più ingenerale, dalla scelta attivaa favore di tutte le naziona-lità oppresse, a partire daconvinzioni libertarie mairinnegate. Può essere pensa-to come un ebreo ad h o n o re m. Personaggioingiustamente dimenticato,merita pienamente l’omag-gio che Pierre Monatte glirende il 20 febbraio 1912(due settimane dopo la suamorte) su “La Vie Ouvriè-re”: “La classe operaiaperde uno dei pochi intellet-tuali che, senza nulla chie-dere per sé ai potenti, fannoquello che possono e resta-no dritti a testa alta”.

Apag. 28: Marsiglia, fineanni Trenta, Volin (terzo dadestra) con un gruppo dianarchici francesi.Apag. 30: il disegno illustral’attentato a Petliura, l’ultra-nazionalista antisemita ucrai-no, giustiziato da Schwartz-bard nel 1926.Apag. 31: festa per il sessante-simo anniversario di “FreieArbeiter Stimme” org a n i z z a t adal Gruppo L’Autodidatta dellaFederazione anarchica francese.Apag. 34: New York, 1980,da sinistra verso destra:Ahrne Thorne, Abe Bluestein,Federico A r c o s .Apag. 39: Rudolf Rocker sor-preso in una curiosa espressione.Apag. 40: la prima edizionede L’ a f f a i re Dre y f u s di Ber-nard Lazare.

41 Album di famiglia

Pa-chin e gli ebreiPa-chin (1904) è uno degli scrittori cinesi piùimportanti di questo secolo. Anarchico, scelse il suonom de plume con la sillaba iniziale (cinesizzata) diBakunin (Pa) e quella finale di Kropotkin (chin). Fuperseguitato e ignobilmente umiliato dalle GuardieRosse durante la sedicente Grande Rivoluzione Culturale. Il breve brano che qui pubblichiamo ètratto dallla rivista spagnola “Historia Libertaria”.

Un aspetto curioso dell’opera di Pa-chin mi è statoriferito da un amico che visitò la Cina nel 1948. Unoscrittore cinese gli disse che una delle principali dif-ficoltà nel tradurre opere dal russo e dal polaccoconsisteva nel fatto che erano piene di personaggiebrei caricaturati e denigrati. Il che appariva loroincredibile, data l’immagine positiva che Pa-chinaveva dato degli ebrei nei suoi romanzi. Pa-chinaveva sempre rappresentato gli ebrei come eroicimilitanti e non come borghesi. Non che quella del-l’ebreo fosse in Pa-chin una figura archetipa, il fattoè che gli ebrei che aveva conosciuto erano quelli deicircoli anarchici di Parigi e non ne aveva conosciutidi religiosi o borghesi. Emma Goldman ricorre spes-so nei suoi romanzi e, in vari passaggi, ancheAlexander Berkman. Il suo grande eroe in Sogni sulmare è Schwartzbard [vedi scheda], un anarchicoebreo che uccise a Pari-gi l’Ataman nazionali-sta ucraino Petliura pervendicare i pogrom diebrei del 1919-1920.Pa-chin inventò perfinouna nuova parola cine-se: Hsia-t’zu-pa-te(Barba nera, cioèSchwartzbard) per indi-care “gli ebrei che nonerano mai stati schia-vi”. [...]

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La stampaa n a rc h i c ayiddish in

I s r a e l edi Moshe Goncharo k

L’ideologia anarchicaarrivò in Palestina all’i-nizio del X X secolo, por-tata da un’ondata di emi-granti dell’Europa orien-tale (Russia, Lituania,Ucraina, Polonia). Leidee di Pëtr Kropotkin eLev Tolstoj ebbero unanotevole influenza sunoti esponenti del sioni-smo di sinistra, come Itz-chak Tabenkin, Berl Kat-zenelson, Mark Ya r b l u m .A sua volta, l’org a n i z z a-tore del movimentoebraico di autodifesa,Joseph Tr u m p e l d o r, eradi idee assai prossimea l l ’ a n a r c o s i n d a c a l i s m o .L’anarchismo ha avutoanche una qualcheinfluenza sulla costitu-zione di movimentisocio-politici come Poa-lei-Zion, Zeirei-Zion,He-Halutz e Gdud ha-Av o d a .Gli anarchici nella Pale-stina di inizio secolo nonavevano collegamenticon il movimento anar-chico yiddish e avevano

adottato la lingua ebraicapur venendo quasi tuttidall’Europa orientale.Negli anni ’20 e ’30vivevano tutti nei kib-butz: per esempio, ilnoto anarchico A h a r o nShidlovsky fu uno deifondatori del kibbutz“Kvutzat Kinneret”.Durante la rivoluzionespagnola molti anarchicidi Palestina accorsero inSpagna per combatterecontro Franco e il fasci-smo nelle file delle mili-zie libertarie della C N T-FA I.Fino agli anni ’40 non cifurono in Palestina org a-

nizzazioni anarchiche.Poco prima e immediata-mente dopo la costituzio-ne dello Stato di Israele,nel 1948, ci fu un aff l u s-so di anarchici est-euro-pei sopravvissuti al nazi-smo, di formazione yid-dish, e con essi si ebbeuna presenza specifica evisibile dell’anarchismo.Tra la fine degli anni ’40e l’inizio degli anni ’50ci fu un gruppo anarchi-co a Tel Av i v, costituitoda immigranti polacchi,il cui principale esponen-te era Eliezer Hirshaua-ge, autore di un librosulla storia del movimen-to anarchico polaccopubblicato nel 1953.A partire dagli anni ’50l’anarchismo israelianofa riferimento ad A b b aGordin (1887-1964),scrittore e filosofo, unodei più noti rappresen-tanti del movimentoanarchico yiddish. Gor-din era stato l’ispiratoredel movimento anarchicopan-russo e uno deglio rganizzatori della Fede-razione anarchica diMosca (1918). Dal 1925visse a New York, dov’e-ra emigrato e dove pub-blicò una rivista filosofi-co-letteraria, “Yi d d i s h eShriften” (1936-1957),oltre ad essere un colla-boratore abituale del piùlongevo periodico anar-chico in lingua yiddish:

42Informazioni editoriali

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“Freie Arbeiter Stimme”( 1 8 9 0 - 1 9 7 7 ) .Nel 1958 Abba Gordin sitrasferì in Israele e a Te lAviv aprì un circoloanarchico yiddish: “Agu-dath Schochrei Chofesh”(A S H U A C H), con unabiblioteca di opere anar-chiche classiche in yiddi-sh, ebraico e polacco, econ una grande sala perincontri e conferenze.Iniziò anche la pubblica-zione di una rivista men-sile bilingue (in yiddished ebraico), “Proble-men/Problemot” chediresse dal 1959 al 1964.All’epoca l’A S H U A C Haveva circa 150 soci ealle conferenze sulla filo-sofia dell’anarchismoassistevano centinaia dipersone. Tra i temi piùdibattuti: le radici spiri-tuali dell’anarchismo e leconnessioni fra l’anarchi-smo, il Libro dei Profeti(N e v i i m) e la Qabbalah.Su “Problemen” veniva-no pubblicati saggi edarticoli sulla storia del-

l’anarchismo, sulle leg-gende chassidiche, sullaletteratura ebraica medie-vale e sui problemi attua-li della letteratura yiddi-s h .Dopo la morte di A b b aGordin, dal 1964 al 1971la rivista fu diretta daShmuel Abarbanel. Nel1971, Joseph Luden(nato nel 1908 a Va r s a-via) ne prese il posto ea ffiancò alla rivista unacasa editrice che pub-blicò una quindicina dilibri e opuscoli di narra-tiva e poesia, tutti in yid-dish. Così come tutto inyiddish divenne “Proble-men”, che perse la metàebraica del titolo. Lepagine passarono da 24 a3 6 .L’A S H U A C H e “Proble-men” erano in permanen-te contatto con il movi-mento anarchico yiddished in particolare con“Freie Arbeiter Stimme”di New York e “DosFreie Wort” di BuenosAires. Nel frattempo

“Problemen” era andatadiventando meno filoso-fica e più letteraria. I let-tori della rivista apparte-nevano ad ogni settoredella società israeliana.Lo scrittore LeonidPodrydchik definì “Pro-blemen” la migliore pub-blicazione israeliana inlingua yiddish.A S H U A C H chiuse neglianni ’80. I vecchi anar-chici morivano uno dopol’altro e non c’erano piùgiovani che conoscesserolo yiddish. L’ u l t i m onumero di “Problemen”fu pubblicato nel dicem-bre 1989 (era il centoses-santacinquesimo nume-ro!). SuccessivamenteJoseph Luden tentò diripartire con una nuovarivista, “Freie Stimme”,per continuare la tradi-zione di “Problemen”,ma ne uscì un solonumero, nel settembredel 1991. Fu questa l’ul-tima pubblicazione anar-chica yiddish al mondo.

43 Informazioni editoriali

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Una storiaraccontataattraverso

la cartastampata

Da sempre gli anarchici, intutto il mondo, hannoinstaurato un rapporto par-ticolare con l’editoria stam-pando un numero elevatis-simo di periodici, libri eopuscoli. Da sempre lacarta stampata è stato unodei mezzi più utilizzati percomunicare, lottare, org a-nizzare, ricordare e raccon-tarsi. Se questo è vero pertutti, lo è in particolare peril movimento anarchico diorigine ebraica.La più completa bibliogra-fia in materia è quellacompilata da un archivioanarchico londinese, laKate Sharpley Library, incollaborazione con unarchivio americano, l’A-narchist Archives Project(di cui segnaliamo la pagi-na web http://www. a n a r-chyarchives.org). Questapreziosa bibliografia, cura-ta da John Patten, ricostrui-sce attraverso testi e perio-dici l’anima libertaria diquell’ondata migratoria cheha portato milioni di perso-ne dagli shtetl della Russia

zarista agli sweatshops d iWhitechapel, nell’East Endlondinese, di New York edi molti altri posti (unacuriosità: in W h i t e c h a p e l ,arteria proletaria per eccel-

lenza della storia londine-se, ha ancora sede la libre-ria e la casa editrice anar-chica Freedom). Questomondo libertario, comedicevamo, si è espressocon una notevole quantitàdi testi e periodici, chevengono citati nella biblio-grafia sia nella dizione ori-ginale yiddish sia nella tra-duzione e translitterazioneinglese. Ma al di là di unlungo e dettagliato elencociò che esce da questabibliografia è un aff r e s c ocomplessivo che delinea levite di migliaia di militanti,talvolta noti talvolta anoni-mi, e della loro lotta comu-ne per un mondo migliore.

Yiddish Anarchist Bibliography(1998, ISBN 1-873605-27-7,p rezzo: 7,50 sterline)per richieste: Kate SharpleyLibrary, BM Hurricane,London, WC1 N 3XX, UK

In alto: la tipografia del“Freie Arbeiter Stimme”.

44Informazioni bibliografiche

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“ F ree Voice of Labor”: The JewishA n a rc h i s t s (“La voce libera del lavo-ratore”: gli anarchici ebrei) è unfilm-documentario che presenta vitee ideali di un movimento quasi can-cellato dalla storia.Che cosa erano esattamente gli anar-chici ebrei? Erano anarc h i c i. Vale adire che credevano, per dirla con leparole di Emma Goldman, che ogniforma di governo e gerarchia “poggiasulla violenza ed è perciò sbagliato edannoso”. Essi auspicavano l’aboli-zione dello Stato e la sua sostituzio-ne con “una società regolata dall’ac-cordo volontario [...] basata su unalibertà non limitata da leggi stabilitedalle classi dominanti”, unasocietà che avrebbe con-sentito il libero accessoalla terra e ai mezzi di pro-duzione ed il pieno soddi-sfacimento dei bisognivitali per tutti, a secondadei desideri, gusti e incli-nazioni personali. Essidavano il massimo valorealla libertà e all’autonomiaindividuale, e si scagliava-no contro la tirannia inqualunque forma e ovunquesi presentasse: sia nel capi-talismo selvaggio delLower East Side di NewYork sia nel regime bolsce-vico della Russia sovietica.Erano ebre i. Non ebrei in

senso religioso (al contrario, inquanto anarchici rifiutavano ognireligione come forma di autoritari-smo intollerabile). Erano ebrei nelsenso che si identificavano come ungruppo nazionale (e come tale eranotrattati) che condivideva una culturae una lingua comune: lo yiddish.C’erano degli anarchici ebrei cosìcome c’erano degli anarchici spagno-li e degli anarchici italiani.Erano classe lavoratrice . Molti diloro lavoravano negli s w e a t s h o p s(aziende ad alto livello di sfrutta-mento, con lavoro precario e spesso“in nero”) nel settore dell’abbiglia-mento e la maggior parte di loro

erano emigrati dai villaggie dalle città dell’Europaorientale. Per quanto ci siano statianarchici ebrei ovunque cifosse un’immigrazioneebraica, questo film trattadi quelli che si sono stabi-liti negli Stati Uniti d’A-merica (soprattutto a NewYork) e si occupa preva-lentemente degli anni chevanno dal 1880 alla primaguerra mondiale. È in que-sto periodo, d’altronde,che il movimento anarchi-co ebraico ha raggiunto ilsuo zenit, rivaleggiandoper influenza nella comu-nità ebraica politicamente

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Free Voice of LaborVHS, colore, 60 minuti

VIDEO

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consapevole con la concorrente filo-sofia socialista .Gli anarchici ebrei sono stati org a-nizzatori di fondamentale importanzanella nascita e nello sviluppo dei sin-dacati dei lavoratori dell’abbiglia-mento, come la Ladies’ G a r m e n tWorkers Union e l’AmalgamatedClothing Workers Union. Lottaronoinstancabilmente perché questi sinda-cati restassero nelle mani dei lavora-tori: contro l’istituzione di stabiliburocrazie sindacali e contro i tenta-tivi di organizzazioni politiche ester-ne di prenderne il controllo. Essispinsero anche alla costituzione diimprese cooperative, come le coope-rative edilizie degli A m a l g a m a t e dHousing Projects (dove ancor oggivivono molti di loro).

Gli anarchici ebrei diffusero le loroidee in molti modi, compresa lastampa e l’editoria. Pubblicarono ungran numero di libri, opuscoli e gior-nali. Il più importante di questiperiodici fu il settimanale “FreieArbeiter Stimme” – che dà il titolo alfilm – fondato il 4 luglio 1890.Il “Freie Arbeiter Stimme”, oltre aservire come tribuna per il pensieroanarchico, diede anche un importantecontributo alla cultura ebraica. Inquesto senso, il suo contributo piùimportante fu forse il ruolo giocatonell’incoraggiare lo sviluppo dellaletteratura yiddish, che era alloranella sua infanzia. In ogni numero, ilsettimanale pubblicava quello che, agiudizio della redazione, era ilmeglio della scrittura creativa, dandospazio non solo agli autori noti maanche a quelli ancora sconosciuti,diversamente dagli altri periodiciyiddish che tendevano a pubblicaresolo autori ben noti e popolari. Cosìnon c’è da stupirsi se i primi scrittidi quasi tutti i più importanti scrittoriyiddish-americani di quell’epocasono usciti sulle pagine di “FreieArbeiter Stimme”.Gli anarchici ebrei crearono anche unloro proprio mondo, una specie dicontro-cultura libertaria (in modo, incerto senso, simile a quella “societàalternativa” che hanno cercato di tes-sere i giovani ribelli degli anni ’60).Non solo avevano le loro pubblica-zioni, ma avevano delle loro scuole,o rganizzavano conferenze ma ancheballi e associazioni di mutuo soccor-so. Organizzazioni come la A n a r c h i s tRed Cross (Croce Rossa A n a r c h i c a )raccolsero migliaia di dollari (dell’e-poca) per aiutare le vittime politicheun po’ in tutto il mondo.

46Storia per i m m a g i n i

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Questo film è fatto essenzialmente diinterviste con anarchici ebrei, uominie donne, settantenni ed ottantenni,con i figli e nipoti di questi militantie con loro simpatizzanti. Vi sonoanche i commenti di uno storico,Paul Avrich, che studiando la storiadegli anarchici ebrei ne è rimastotalmente affascinato da rimanerneamico e “cronista”: “Sono rimastoassolutamente incantato da questepersone”, afferma nel filmato, “edopo 15 anni la mia opinione non ècambiata. Neanche di una virg o l a ” .Le persone intervistate raccontano dicome sono diventati anarchici (unadice: “era per lo meno una piccolatrama d’umanità – e non fatta perobbedienza a un dettato divino...”) edi cosa significava vivere per unideale (“Légati a una stella e volacon lei...”). Ricordano i giorni dellelotte, gli scioperi, i picchettaggi e gliarresti; ricordano di quando eranoperseguitati e vessati durante l’infa-me repressione del “Red Scare” (lapaura dei “rossi”) contro i r a d i c a l s ,alla fine della prima guerra mondia-le; ricordano l’effetto debilitante sulloro movimento causato dalla costi-tuzione del Partito comunista. Il film documenta anche il giornodolce-amaro della morte di “FreieArbeiter Stimme”, a 87 anni e mezzo(quando era ormai di gran lunga il

più vecchio periodico anarchico edinsieme la più vecchia pubblicazioneyiddish al mondo), ed una vivaceriunione di ex studenti ed ex inse-gnanti della Ferrer Modern School,un’avventura pedagogica anarchicadurata 36 anni.Intrecciato con queste interviste c’èmateriale fotografico e grafico, pezzidi cinegiornali e di lungometraggi(comprese alcune scene di un filmrarissimo del 1932 in lingua yiddish,Uncle Moses ) che documentano lavita ai tempi del movimento anarchi-co ebreo. La colonna sonora, inoltre,riporta sia “canti di lotta” sia canzo-ni popolari yiddish, non casualmente,ma come parte integrale dell’ambien-te culturale tratteggiato nel film.

Questo film è stato realizzato dalPacific Street Productions (PSP), uncollettivo l i b e rtario nato nel ’69 [vediBollettino n. 7], che ha re a l i z z a t on u m e rose pellicole, oltre a quella quip re s e n t a t a, tra cui segnaliamo A n a r-chism in A m e r i c a, sull’anarc h i s m oamericano contemporaneo.

A pag. 46: marzo 1955, Sol Linder, penul-timo redattore del “Freie Arbeiter Stimme”parla ad una festa di compleanno in onoredi Rudolf Rocker.

47 Storia per i m m a g i n i

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