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Roma Paesaggi Metropolitani bluPRINT #1 officina edizioni PRINT blu annuario del DiAR

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  • Roma Paesaggi Metropolitani

    bluPRINT #1

    officina edizioni

    PRINTblu annuario del DiAR

  • Editoriali 11

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    l nuovo Piano Regolatore e la città a bolle e crepeAntonino Terranova

    Roma capitale senza centroVieri Quilici

    Centro e nuove centralità?Renato Nicolini

    Argomenti26

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    Stranieri in città

    Wrapped buildingsAlessandra Capuano

    Architetture di qualità e qualità delle periferieDomizia Mandolesi

    Quattro domande a Diener & Diener a cura di Alessandra Capuanoe Domizia Mandolesi

    Quattro domande a Hermann Herztberger a cura di Alessandra Capuanoe Domizia Mandolesi

    Il paesaggio delle infrastrutture

    Il paradosso del Grande Raccordo AnulareRoberto Secchi

    Roma 1946. Due modelli a confronto:le arterie di scorrimentoe il Grande Raccordo AnularePiero Ostilio Rossi

    Un progetto per la tangenzialeLucio Altarelli

    La via OlimpicaGaia Remiddi

    Municipi, metropolitana e identitàLivio Quaroni

    Metropolitana e forma urbisAlessandra De Cesaris

    Il fiume come rivelatore di realtà urbaneLivia Toccafondi e Raffaele Gatti

    Indice

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    Una nuova idea di città storica

    L’architettura del Novecento nel nuovo PRG: la Carta per la QualitàFrancesca Romana Castelli

    Roma: nuove architetture lungo l’asse di via FlaminiaMaria Grazia Corsini

    Lo shopping mall di via del Corso: trasformazioni urbane senza trasformazioni edilizie Giorgio Di Giorgio

    La riconversione dell’esistente: il sistema dei forti militari a Roma Andrea Bruschi

    Lontano dal centro: tessuti periurbani e nuove centralità

    Da periferia a città: nuove 167 a RomaMarta Calzolaretti

    Abitare a Tor de’ CenciGiancarlo Rosa

    Dal mutismo alla mutazione: architettureverticali per le testate cieche romaneOrazio Carpenzano

    Paesaggi di periferia. Le trasformazionidel nuovo tessuto edilizio a RomaEnrico Genovesi

    Pietralata: il progetto della nuova sededella Sapienza Raffaele Panella

    Shopping center alla romana.Il centro Leonardo nel parco Leonardo Alessandra Criconia

    Interni urbani. Le vie dello shopping come Centri Commerciali NaturaliPaola Veronica Dell’Aira

    Confini nomadi: progetti sostenibili perspazi e popoli ai margini delle grandi cittàRosalba Belibani

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    Immagine di Roma

    CorvialeLucio Valerio Barbera

    Le 4 lezioni su Roma di Ludovico QuaroniAntonino Terranova

    L’estetica della rovina e l’architetturamoderna e contemporaneaGiuseppe Cappelli

    Il grazioso, il futile, l’artistico Roma e glianni Cinquanta: temi, problemi, figureAntonella Greco

    Città e informazioneAntonino Saggio

    Recensioni228

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    A. Terranova, A. Capuano, A. Criconia, A. Feo, F. ToppettiRoma città mediterraneaRoberta Amirante

    V. QuiliciRoma capitale senza centroRoberto Secchi

    G. Ciucci, F. Ghio, P.O. Rossi Roma. La nuova architetturaCarmen Andriani

    A. CapuanoTemi e figure nell’architettura romana1944-2004Susanna Ferrini

    G. Remiddi, A. BonavitaIl Velodromo e RomaGiovanni Caudo

    P. AngelettiI colori del biancoPaola Gregory

    L. Altarelli e M. CasavolaIl Mostro di San Lorenzo. Progetti per la Tangenziale Est di RomaRomolo Ottaviani

    Laboratori 238

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    HOUSINGLAB - Rigenerazione Urbana, Innovazione Tipologica, Sostenibilità ambientale

    AIASE - Laboratorio Architettura degliInterni, degli allestimenti, degli spaziespositivi

    LaGraTe - Laboratorio Grandi Temi

    LaMA - Laboratorio Multimediale di Architettura

    LAPEX - Laboratorio di Progettazione per i paesi Extraeuropei

    GROMA - Laboratorio di ProgettazioneRoma

    ArPa - Laboratorio per l’Architettura e ilPaesaggio

    LTCAC - Laboratorio di Teorie e Critica dell’Architettura Contemporanea

    QART - Laboratorio per lo studio di Roma contemporanea

    Osmar - Osservatorio sul moderno a Roma

    ORES - Osservatorio permanente sul Recupero dell’Edilizia e degli Spazi pubblici nei centri storici

    Laboratorio CAAD e MASTER

  • una nuova idea di città storica

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  • vecento curata dal QART, il Laborato-rio per lo studio di Roma contempo-ranea del nostro Dipartimento2 equella sulle preesistenze archeologi-co-monumentali, documentata dalCentro di Studi Territoriali dell’Uni-versità di Tor Vergata di Andreina Ric-ci. Questi due studi – i primi ad esserestati affrontati in maniera sistematica– hanno costituito un sistema di rife-rimento e di relazioni che è stato poiintegrato nell’elaborato finale con leindagini relative agli impianti urbani,gli spazi aperti, l’edilizia speciale, ildeposito archeologico e i locali di in-teresse storico.Nella mappa mentale dei cittadini ro-mani le opere di architettura moder-na e le emergenze archeologiche rap-presentano gli elementi strutturantidell’identità della periferia. È un datoche emerge dalle guide locali e dalledescrizioni dei quartieri, che semprepiù spesso sono oggetto di analisi e distudi. È molto significativo in questosenso un opuscolo distribuito nel1993, in occasione dell’evento “Mas-senzio a Cinecittà”, sul quale, attra-verso una mappa e delle brevi schedeillustrate sui più interessanti interven-ti moderni e le preesistenze archeolo-giche, si ricostruiva l’identità storicadel Tuscolano, una periferia consoli-

    data che ripropone al suo interno “lastratificazione architettonica della cit-tà, rivelando al tempo stesso la suaautonomia formale, ma anche il lega-me reciproco e imprescindibile con es-sa”. Oggi c’è un’ampia letteraturasulle diverse “città di Roma”, che si èarricchita recentemente di contributinon strettamente disciplinari, come lacollana di storia contemporanea suiquartieri della prima periferia, direttada Lidia Piccioni per Franco Angeli,3

    l’inchiesta “La città fuori le Mura”pubblicata da Repubblica o ancora larubrica “Isole” curata sullo stessogiornale da Marco Lodoli. Appareevidente da questi racconti che la cit-tà è abitata e vissuta come un arcipe-lago, come un sistema discreto, che lastruttura dei parchi e delle aree noncostruite rende sempre più riconosci-bile, man mano che ci allontana dalnucleo centrale percorrendo le con-solari.Quando abbiamo iniziato ad impo-stare la nostra ricerca sulla città con-temporanea siamo partiti propriodalle periferie, che rappresentavanouno degli obiettivi strategici dell’Uffi-cio del Piano. Per operare una selezio-ne di opere in contesti così eteroge-nei era necessario innanzi tutto cono-scere il territorio nella sua continua

    2 La “Carta per la Qualità”della città contemporanea èstata realizzata da un gruppocostituito da Piero Ostilio Rossi(responsabile scientifico),Francesca Romana Castelli (dal1999 al 2006); Andrea Bruschie Laura Iermano (dal 1999 al2004), Alessandro FranchettiPardo e Luca Scalvedi (dal1999 al 2001), AlessandraCapanna (dal 2002 al 2006).L’elaborazione dei dati e lagrafica sono state curate daDomenico Franco.3 Nella collana “Un laboratoriodi storia urbana: le molteidentità di Roma nelNovecento” sino ad ora sonostati pubblicati: Pietralata. Dacampagna a isola di periferia;Storia di Borgata Gordiani. Dalfascismo agli anni del “boom”;Tor Pignattara. Fascismo eresistenza di un quartiereromano; La Garbatella aRoma: 1920-1940; Il quartieredelle Valli. Costruire Roma nelsecondo dopoguerra ed è incorso di stampa: PiazzaBologna. Le origini di unquartiere “borghese” a Roma.

    L’architettura del Novecento nel nuovo PRG:la Carta per la Qualità

    La Carta per la Qualità è uno stru-mento informatizzato, compreso ne-gli Elaborati Gestionali del nuovo Pia-no Regolatore di Roma, che consentedi individuare una molteplicità di ele-menti fisici del territorio e di associa-re ad essi informazioni e dati utili allaloro conoscenza e valorizzazione.Non si tratta quindi di una tradiziona-le mappa di piano, ma il prodotto diun GIS – un sistema informativo geo-

    grafico – in continuo aggiornamento,che attualmente comprende circa25.000 oggetti documentati.1

    Le informazioni presenti nella Cartaper la Qualità sono il risultato delle ri-cerche svolte dalla STA Piani per Ro-ma e della collaborazione degli ufficidel Piano con Soprintendenze e Uni-versità. A queste ultime sono state af-fidate due specifiche indagini di set-tore: quella sull’architettura del No-

    From 1999 to 2007 QART – The Laboratory for the study of Contemporary Rome carried out theInvestigation on the contemporary city as part of the new Town Development Plan of Rome. The selection and documentation of data and images collected for more than 1,300 works hasbecome part of the Quality Card, a new management tool of the Plan that allows the identificationof physical elements of the territory and the association of useful information for theirenhancement. In the mental map of Roman citizens the modern architectural works andarchaeological emergencies represent the structuring element of the identity of the periphery. Thiselement emerges from local guide books and from the descriptions of the city areas that areincreasingly more analyzed and studied. As we move away from the core area travelling along theConsular roads the city is inhabited and lived in as an archipelago, a discrete system, and this is mademore apparent by the structure of parks and non-built-up areas.The article illustrates the method followed for the attribution of quality criteria, from the scientificliterature to research on the field, to identity recognition of architectural works and open spaces.The emphasis is placed on the importance of the conceptual shift from Historical center to Historicalcity operated by the plan, also thanks to the identification of quality interventions in the fabricsoutside the first peripheral belt, that is, those sections of the city in which the collective memory hasalready started to put down roots.

    Francesca Romana Castelli

    1 vedi nel sito del VIDipartimento:

    www.urbanistica.comune.roma.it/urbaroma/pages/it/citta_ nuova/regole_generali/nuovo_ piano_regolatore/elaborati/elaborati_

    gestionali/carta_qualita/

    2. Una delle mappe dilavoro, elaborate nel1999, che hannocostituito la basedell’indagine per la Cartaper la Qualità

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    1. Il complessoresidenziale di Belsito alla

    Balduina realizzato tra il1952 e il 1956 suprogetto di Ugo

    Luccichenti

  • trasformazione e passare da una co-noscenza cartografica e documentaleall’osservazione diretta dei fenomeni:percorrere le strade, attraversare lepiazze, entrare nei parchi, osservarecome la città viene vissuta e percepitadai suoi abitanti. In effetti alla basedel concetto di qualità che ha guida-to questo lavoro c’è l’individuazionedi un contesto di riferimento relativoe non assoluto, cioè geograficamentecircoscritto e non riferito all’intera cit-tà di Roma, in modo da costruire unagerarchia che metta in rilievo gli ele-menti strutturanti di una parte defini-ta di città, con particolare riguardo aquelli che le conferiscono identità.4

    A partire da questa considerazione dimetodo, lo strumento operativo uti-lizzato è stato quello delle più di 200Microcittà individuate dal Cresme, alquale il Comune di Roma aveva affi-dato l’incarico di svolgere uno studiorelativo alla definizione delle micro-zone territoriali, ovvero quei sottoin-siemi che presentano omogeneità neicaratteri urbanistici, storico-ambien-tali, socio-economici, nonché nelladotazione dei servizi e delle infra-strutture urbane.Questo sistema di riferimento ha co-stituito una base utile per operare leprime analisi e la premessa necessariaper individuare, gerarchizzare e sele-zionare gli interventi di qualità neitessuti esterni alla corona della cittàconsolidata. Parallelamente è stata avviata una ca-pillare ricognizione sulla letteraturascientifica di base, allo scopo di indivi-duare e di segnalare, su tutto il tessu-to urbano di Roma, gli edifici, i manu-fatti, i complessi e i quartieri realizza-ti dall’inizio e riconosciuti significativielementi di qualità architettonica eurbana.

    Come punto di partenza dell’indagi-ne sono stati selezionati sette testi5

    che nel corso del tempo si sono occu-pati di documentare sistematicamen-te l’architettura di Roma contempo-ranea. Si tratta di contributi tra lorodiversi per anno di pubblicazione, perimpostazione culturale, per arco ditempo esaminato e per ampiezza diinformazioni. Va ricordato che la rico-gnizione si è svolta negli ultimi mesidel 1999 e che, quindi, la selezionedei testi va riferita a quelli pubblicatifino a quella data. Oggi le scelte sa-rebbero, almeno in parte, diverse.Ciascuno di essi ha comunque offertoun particolare punto di vista al lavorod’indagine e, nel loro complesso, han-no permesso di tracciare un attendibi-le panorama delle architetture più si-gnificative realizzate a Roma a parti-re dagli anni che precedono la primaguerra mondiale e di costruire unaprima mappa con circa 850 opere. Attraverso questa analisi abbiamo co-struito una griglia critica basata sugiudizi condivisi e successivamenteabbiamo verificato sul campo questigiudizi per confermarli, negarli o in-tegrarli sulla base di criteri maturatidall’esperienza diretta del tessutodella città.Una volta definita questa griglia di ri-ferimento, abbiamo iniziato ad am-pliare progressivamente la base bi-bliografica, includendo guide e reper-tori tematici, monografie e regesti su-gli autori, periodici e testi desunti aloro volta da queste fonti. Tutto ciòha comportato la necessità di periodi-ci aggiornamenti per seguire le nuovepubblicazioni che, a loro volta, hannosegnalato alla nostra attenzione ulte-riori interventi, più recenti o poco co-nosciuti, che hanno richiesto nuoveverifiche sul campo, nuovi confronti e

    4 Un articolo de “La Stampa”del 12 marzo 2003 sulla Cartaper la Qualità riportava neltitolo ”I mille edifici diperiferia, non sono tutti bellima fanno identità”.5 Seguendo l’ordinecronologico di pubblicazione, itesti utilizzati sono: 1. Iquattro Itinerari architettonicipubblicati da “Domus” tra il1933 e il 1984; 2. La Guidadell’architetturacontemporanea in Romadell’ANIAI, l’AssociazioneNazionale Ingegneri eArchitetti Italiani pubblicatanel 1965; 3. La Guida di Romamoderna dal 1870 ad oggi diIrene de Guttry, pubblicata nel1978 e aggiornata nel 1989; 4.Le tre edizioni di Roma.Guida all’architettura modernadi Piero Ostilio Rossi (1984,1991 e 2000); 5. Gli Itinerariper Roma, curati da GiorgioCiucci e Vittorio De Feo nel1985 per le Guide de“L’Espresso”; 6. I tre volumi(1870-1911, 1911-1945 e 1945-1991) di Mario Sanfilippo Lacostruzione di una capitale,pubblicati tra il 1992 e il 1994;7. L’Atlante di Architetturamoderna a Roma e nel Lazio1920-1945, curato da GiuseppeStrappa e Gianni Mercurio perla Regione Lazio nel 1996.

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    3. La tavola evidenzia gliedifici speciali e le operedi architettura modernanella Carta per la Qualitàdel PRG nell’area centraledella città 4. Il nucleo storico delQuartiere della Garbatellanegli anni Venti

  • no al 1861, a Roma, per le sue vicen-de storiche, nel 1870. Quei dati crono-logici definivano i margini temporalidel “centro storico” da salvaguardaree tutelare; tutto ciò che è stato co-struito dopo era considerato generi-camente “moderno” e quindi esclusodall’attenzione riservata ai manufattiche rivestono un valore di testimo-nianza. Oggi l’atteggiamento è moltocambiato e si basa su valutazioni criti-che più articolate che rifiutano que-sto genere di pre-giudizio e introdu-cono il principio di storicizzare i feno-meni urbani sino agli anni più recen-ti, sino ad oggi, se necessario.6

    Le conseguenze di questo differenteapproccio sono note: la Città storicadel nuovo Piano si estende su di unasuperficie di circa 7000 ettari, a fron-te dei 1200 che erano compresi nellaZona A – cioè nel Centro storico – delPiano del 1962; meno conosciute so-no invece le diverse parti di città chela compongono e quali criteri sianostati utilizzati per individuarle. Si tratta in sostanza di quattro tipi ditessuti: la città entro le Mura; la cittàdella prima espansione “moderna”,realizzata in base alle previsioni delpiano del Sanjust del 1909 e in parte aquelle del piano del 1931; le aree in-cluse nelle zone A, B1 e B2 del PRG del1962 e tutte quelle sottoposte a vinco-lo archeologico e paesistico dallo stes-so Piano; il sistema diffuso di elementidi qualità composta di manufatti isola-ti, di complessi edilizi, di impianti ur-bani, di spazi aperti che costituisconol’armatura significativa e identitariadelle periferie della città. A quest’ulti-ma componente le ricerche che sonoconfluite nella Carta per la Qualità e,in particolare, la nostra indagine sullacittà contemporanea, hanno offertoun supporto significativo.

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    sono inoltre inserite le indicazioni bi-bliografiche suddivise per categorie(guide, repertori, testi monografici,articoli su riviste, ecc.) per un totale di9686 voci.Il contributo più significativo della ri-cerca è stato l’individuazione degli in-terventi in quei municipi consideratiperiferici alla città: più della metà del-le opere infatti ricadono al di fuoridei Municipi 1, 2, 3 e 17 che costitui-scono il settore centrale della città.Più in generale, il passaggio concet-tuale dalla nozione di centro storico aquella di città storica rappresenta,senza dubbio, uno degli elementiqualificanti del nuovo modo di legge-re e dare struttura al sistema insedia-tivo della città e, nello stesso tempo,uno dei contributi metodologici dimaggior rilievo del nuovo Piano perla diversa impostazione culturale delproblema.Com’è noto infatti, esso abbandonala tradizionale articolazione in zoneterritoriali omogenee a favore di unalettura per tessuti, che comprende siaquelli esistenti che quelli futuri. I pri-mi sono distinti nelle tre categoriedella Città storica, la Città consolidatae la Città da ristrutturare, mentre i se-condi fanno parte della Città dellatrasformazione che include gli ambitidi trasformazione vera e propria (lecostruzioni ordinarie e gli interventistrategici per realizzare le nuove Cen-tralità) e quelli a pianificazione parti-colareggiata pregressa, cioè i residuidel Piano regolatore del 1962. Quel PRG fu redatto nel clima cultura-le che due anni prima aveva prodottola Carta di Gubbio, una dichiarazionebasata sul principio che la storicizza-zione dell’architettura (e della città)dovesse arrestarsi alle soglie della Ri-voluzione Industriale – in Italia intor-

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    6 Storicizzare il presente, è iltitolo del saggio che GiorgioCiucci ha scritto per Roma. Lanuova architettura, il volumeper l’Electa che abbiamoprodotto nel 2006 all’internodel QART.

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    nuove selezioni. L’ultimo di questi ag-giornamenti porta la data del dicem-bre 2006 ed è quello che, con l’appro-vazione definitiva del nuovo Pianodel 12 febbraio 2008, è entrato a farparte della Carta per la Qualità.In sintesi, sono stati definiti cinquecriteri per operare la selezione che èalla base del nostro studio: la qualitàarchitettonica o urbana di un’opera,sostenuta dal giudizio condiviso dellacultura architettonica; la capacità diun’opera di conferire identità ad unambito urbano; il rilievo e la persona-lità del progettista nel panorama del-l’architettura romana e nazionale; lacontestualizzazione e il ruolo dell’o-pera all’interno di una porzione ditessuto; infine l’analogia, recuperan-do, attraverso l’analisi urbana, le ope-re confrontabili per qualità architet-tonica, ambientale o d’impianto conquelle già presenti all’interno dellaselezione. Ad oggi sono state segnalate nelledifferenti categorie 1303 opere corre-date da 5200 immagini, comprensivedi disegni e fotografie dello stato at-tuale e, ove possibile, dello stato all’e-poca di costruzione. Nella scheda,consultabile per ogni singola opera,

    5. Alcune delleinformazioni ottenibili

    dal database cheriguardano

    l’identificazionedell’opera, le fonti

    bibliografiche, i disegni,le foto d’epoca e attuali

    6. I quartieri, i complessi,gli edifici e gli spaziaperti selezionatinell’Analisi della cittàcontemporanea 7. In viola l’estensionedella Città Storicaprevista dal nuovo Piano

  • na della città (quartieri INCIS alla Pisa-na e a Decima).In realtà, avevamo proposto di inseri-re nella Città storica anche i grandiquartieri d’iniziativa pubblica deglianni Ottanta: Vigne Nuove, Casilino,Tor Sapienza e Corviale, per ribadire ilruolo di capisaldi che questi interven-ti – di natura e carattere diversi – han-no assunto nella forma della città enella memoria dei suoi abitanti. Noncerto per sottolineare la loro intangi-bilità, ma un livello di attenzione se-lettiva necessario in un Piano che po-ne al centro delle sue strategie pro-prio il recupero alla complessità urba-na dei tessuti periferici – verso quar-tieri che sono il risultato della speri-mentazione di specifiche e differentiidee di espansione della città contem-poranea, ai quali hanno lavoratoesponenti di spicco della cultura ar-chitettonica romana.8

    Contro questa ipotesi, in sede di pri-ma approvazione del PRG in Consi-glio Comunale (marzo 2006), l’oppo-sizione di centro destra pose una ve-ra e propria pregiudiziale; GianniAlemanno, allora candidato Sindacocontro Veltroni, dichiarò che la suaparte politica era disposta a dare un

    contributo fattivo all’approvazionedel Piano a patto che si rinunciasse aclassificare come “Città storica” alcu-ni quartieri della periferia (Corviale,Tor Sapienza, Vigne Nuove e Casilino23) “dove sorgono quattro obbrobridell’edilizia modernista che vannoabbattuti”.9 Inevitabilmente si giunsead un compromesso poco convincen-te – e i quattro interventi in questio-ne furono sottratti alla Città storica einseriti nella Città consolidata con unprogramma unitario di riqualificazio-ne.Ma il pregiudizio ideologico contro il“modernismo” non sembra avere co-lore politico, se è vero che per darevalore simbolico e mediatico al pro-cesso di qualificazione dell’altrogrande quartiere d’iniziativa pubbli-ca di quegli anni, il Laurentino di Pie-tro Barucci, l’Amministrazione comu-nale e l’ATER hanno di recente prov-veduto a demolire i ponti delle ulti-me due insule, prendendo spuntodallo stato di degrado in cui versava-no, dopo essere stati occupati abusi-vamente per anni: la demolizione diun manufatto come soluzione allasua cattiva gestione: una festa control’architettura.10

    8 Tra i progettisti di quegliinterventi figurano MarioFiorentino, Alberto Gatti ,Alfredo Lambertucci, loStudio Passarelli e LudovicoQuaroni.9 “La Repubblica”, 4 marzo2006, Cronaca di Roma, pag.V e 16 marzo 2006, Cronacadi Roma, pag. V.10 Anche la demolizione delprimo ponte è avvenuta nelpieno della campagnaelettorale del 2006, il 10maggio. Va segnalato illavoro di documentazione edi cronaca svolto daglistudenti della Facoltà“Ludovico Quaroni”pubblicato sulla loro rivista“Quota 0”,n. 0.03, maggio 2006. Intotale saranno demoliti treponti (quelli delle insule IX, Xe XI) e loro posto verrannocostruiti, dai privati, 50.000metri cubi di nuove attivitàprevalentemente commercialie per uffici. Tutto questomentre i primi due ponti delquartiere sono statiristrutturati per accogliere laSede del XII Municipio.

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    Se si osserva una mappa della Cittàstorica,7 si nota immediatamente chela sua configurazione non ha un peri-metro definito, ma appare come il ri-sultato di una esplosione che da unnucleo centrale compatto si proiettaper punti, per elementi discreti, sinnelle periferie più recenti della città. Siattesta sul Foro Italico, sulla Città-giar-dino di Montesacro, sul complesso del-le Capannelle, sul sistema Garbatella-EUR, sino a raggiungere il nucleo anti-co di Ostia; e poi si dilata ancora acomprendere complessi e tessuti di di-mensioni più contenute ed anche sin-goli edifici di particolare rilevanza ur-bana, la gran parte dei quali realizzatinel corso del Novecento.Le ricerche e gli studi che abbiamosvolto all’interno del QART hannocontribuito, per la loro parte, a for-mare questa nuova idea di città; laCittà storica comprende infatti più diun centinaio di manufatti individuatidalla nostra indagine. Si tratta di edi-fici e di complessi di edifici di notevo-

    le e riconosciuta qualità urbana (adesempio il Mausoleo delle Fosse Ar-deatine o la Chiesa di Dio Padre Mise-ricordioso a Tor Tre Teste); di edifici ecomplessi di edifici di rilevante valoresimbolico che contribuiscono a defini-re il carattere e l’identità dei luoghi(come il complesso del Belsito a piaz-za delle Medaglie d’Oro o molte chie-se della cintura periferica); di attrez-zature urbane di alta qualità architet-tonica e di valore d’uso (come il com-plesso del Santa Maria della Pietà ol’Ippodromo delle Capannelle); di tes-suti urbani di elevata ed omogeneaqualità architettonica o ambientale(al Casaletto, in via Piccolomini, aPoggio Ameno).In particolare abbiamo cercato di in-dividuare i nuclei costituitivi della pri-ma cintura periferica, quelle parti dicittà nelle quali la memoria collettivaha già cominciato a radicarsi: in uncerto senso i piccoli “centri storici” in-torno ai quali si sono andati svilup-pando le periferie più esterne: sono icomplessi più significativi realizzatidall’Istituto Case Popolari (Ostia Ma-re, Ostia Antica, Farnesina, Pontelun-go, Villa Certosa), dalle amministra-zioni pubbliche (Complesso per i di-pendenti delle Ferrovie a Casal Berto-ne) o dal movimento cooperativo (laCittà-giardino della Coperativa Termi-ni al Pigneto), le borgate costruitedall’ICP degli anni Trenta (Primavalle,Quarticciolo, Trullo, Villaggio Breda),i quartieri INA Casa o d’iniziativa pub-blica degli Cinquanta (Tiburtino,UNRRA-Casas, Ponte Mammolo, VillaGordiani, Borgo Lancellotti, TorreSpaccata, Tuscolano II e III, Valco SanPaolo, Acilia, Villaggio San Francesco,Stella Polare), sino agli interventi diedilizia residenziale pubblica deglianni Sessanta nella corona più ester-

    7 www.urbanistica.comune. roma.it/urbaroma/pages/it/citta_nuova/

    regole_generali/nuovo_piano_regolatore/elaborati/elaborati_descrittivi/centro_

    storico_citta_storica/

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    7. Una veduta aerea dellaborgata del Trullo

    iniziata nel 1939 suprogetto di Giuseppe

    Nicolosi e RobertoNicolini

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    8. La demolizione di unodei ponti del Laurentinoavvenuta nel maggio 20069. L’unità d’abitazioneorizzontale di AdalbertoLibera al Tuscolano inun’immagine recente