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INDICE RASSEGNA STAMPA

Indice Rassegna Stampa

Centro Studi C.N.I. - 18 settembre 2015

Pagina I

CODICE APPALTI

Cantone: un codice appalti snelloSole 24 Ore 18/09/15 P. 15 Giorgio Santilli 1

OPERE INCOMPIUTE

Da Catanzaro alla Vallée, le incompiute sono 868Sole 24 Ore 18/09/15 P. 15 Gianni Trovati 2

OPERE PUBBLICHE

Anas, briciole a Veneto e MarcheItalia Oggi 18/09/15 P. 13 Raffaele Porrisini 3

DDL CONCORRENZA

Aperture festive, farmaci, benzina: ancorabattaglia sulla concorrenzaCorriere Della Sera 18/09/15 P. 41 Rita Querzé 4

EDILIZIA ANTISISMICA

Così il Cile sopravvive ai terremoti, tra allerte e edilizia antisismicaSole 24 Ore 18/09/15 P. 26 Roberto Da Rin 5

ANAC

Cantone riforma l'Anac e taglia le spese di 16 mlnItalia Oggi 18/09/15 P. 41 6

DEMOLIZIONI E RICOSTRUZIONE

Cassazione: i residui da demolizione non sono sottoprodottiItalia Oggi 18/09/15 P. 31 Giorgio Ambrosoli 7

CATASTO

Particelle nulle, ok alla visuraItalia Oggi 18/09/15 P. 31 Marco Ottaviano 8

ARBITRATI

Riforma per l'arbitrato UeItalia Oggi 18/09/15 P. 31 Angelo Di Mambro 9

SMART CITY

La città (intelligente) è mobileStampa 18/09/15 P. 29 11

Il futuro è l'auto senza conducente e i semafori scomparirannoStampa 18/09/15 P. 29 Paolo Baroni 13

INCIDENTI STRADALI

Incidenti stradali, giù le maniItalia Oggi 18/09/15 P. 33 14

VALORE LEGALE TITOLO DI STUDIO

Abolire il valore del titolo di studio è sicuramente una scelta di sinistraItalia Oggi 18/09/15 P. 8 Michele Magno 15

FORMAZIONE

Chi sogna un futuro da manager studi le scienze umaneStampa 18/09/15 P. 25 Massimo Egidio 16

UNIVERSITÀ

Quei costosi atenei Usa dai risultati scarsiCorriere Della Sera 18/09/15 P. 53 Massima Gaggi 17

PREVIDENZA PROFESSIONISTI

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INDICE RASSEGNA STAMPA

Indice Rassegna Stampa

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Pagina II

Per le Casse di previdenza l'autonomia parte dal 2007Italia Oggi 18/09/15 P. 32 Carla De Lellis 18

COMMERCIALISTI

Compensi congrui in base alla nota dei colleghi uscentiSole 24 Ore 18/09/15 P. 43 19

Oggi a Napoli convegno sul jobs actSole 24 Ore 18/09/15 P. 45 20

AGRONOMI

Agronomi mondiali, Sisti leaderSole 24 Ore 18/09/15 P. 45 21

GIORNALISTI

Inpgi, elezioni fissate a fine febbraioSole 24 Ore 18/09/15 P. 45 22

PERITI INDUSTRIALI

Nasce il Centro studi 2.0Italia Oggi 18/09/15 P. 33 23

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A Varenna il convegno del Consiglio di Stato sulla riforma che recepisce le direttive Ue

Cantone: un codice appalti snello«Abolizione regolamento e soft law» - L'ipotesi di sdoppiare la delega

Giorgio SantiniVARENNA(LC). Dal nostro inviato

Chi pensava che perla legge de-lega sugli appalti fosse tutto risolto,sbagliava. A rivelare le tensioniprofonde che ancora restano sulpercorso del nuovo codice è stataieri la giornata introduttiva del61°Convegno di studi amministrativiorganizzato dal Consiglio di Stato aVarenna. Almeno due le questioniche appassionano e dividono giuri-sti e protagonisti del mondo degliappalti: la prima è quella posta dalministro delle Infrastrutture, Gra-ziano Delrio, di abolire il regola-mento generale per dare ampiospazio all asoftlawdell'Autoritàna-zionale anticorruzione (Anac) gui-data daRaffaele Cantone; la secon-da, chefmora era stata discussanel-la c ommissione di studio presiedu-ta dal capo del Dagl (l'ufficiolegislativo di Palazzo Chigi), Anto-nella Manzione, ma non era ancoravenuta allo s coperto pubbli camen-te, è se ladoppia operazione di rec e-pimento delle direttive Ue e di rior-dino del vecchio codice debba av-venire in una sola puntata o in duetempi. In altre parole se si debbaprocedere a uno "spacchettamen-to" del decreto legislativo della de-

lega in due provvedimenti: il pri-mo, da emanare entro Il termine deli8 aprile, per recepire le direttive; ilsecondo, con un orizzonte tempo-rale di fine 2016, per riordinare ilvecchio codice partendo dal «cuo-re» giàindividuatorecependole di-rettive. Questaipotesièemersaconle parole di Alessandro Pajno, pre-sidente di sezione del Consiglio di

SPACC " _.wlLa «commissione Manzione»ha preso in considerazionel'ipotesi «tecnica » di scriverepiù decreti, nettamentecontrario il presidente Anac.............................................................................

Stato e coordinatore scientificodelle giornate di Varenna, e di Ma-rio Pilade Chiti, ordinario di dirittoamministrativo a Firenze e mem-bro dell a commissione Manzione.Fuoco e fulmini, invece, daRaffaeleCantone, presidente dell'Anac:perché si creerebbero tre diversiregimi temporali (uno con il vec-chio codice e regolamento, uno conIl recepimento delle direttive e l'al-tro per attuare larestante parte del-

ladelegacioèilriordino delvecchiocodice), ma anche per motivi di so-stanza. Come ha spiegato Chiti, lepriorità definite dalle direttive so-no molto diverse da quelle indivi-duate dai 53 criteri di delega appro-vati dal Senato. E tutti i poteri di re-golazione affidati all'Anac, peresempio,non stannonelle direttivema nella delega "nazionale" e do-vrebberoforseaspettare Ilsecondotempo. Una novità che risultereb-be clamorosa considerando che iltrasferimento di poteri regolatori aCantone è Il «cuore» della riformavoluta dal Senato e questi poteri sa-rebbero ulteriormente rafforzatidallacancellazione delregolamen-to,ipotesisucui per altro,leposizio-ni emerse anche ieri sono più con-vergenti. A Varenna anche Anto-nella Manzione, che come coordi-natrice della commissione chedovrà scrivere il testo attuativo del-la delega, ha un ruolo centrale nelpercorso. «La commissione hava-lutato questa opzione in sede tecni-ca - dice Manzione - e ritiene che sipossa attuare la delega con più de-creti legislativi. Per certiversiil per-corsosarebbepiùhneareeconsen-tirebbe di introdurre nell'ordina-mento al meglio le innovazioni

contenute nelle direttive. Il secon-do decreto seguirebbe abreve, noncomportando grandi problemitemporali. La decisione spetta ov-viamente alla Camera, ma si dovràtener conto della posizione del go-verno. Abbiamo anche considera-to positivamente l'ipotesi dellasoppressione del regolamento».

Cantone ha rimarcato che «lavera svolta, per evitare di ritrovar-ci fra due anni ad affrontare le stes-se questioni, sarebbe data da unsolo provvedimento che tenesseinsieme recepimento delle diret-tive e riordino del codice, elimi-nando al tempo stesso il regola-mento e lasciando spazio a unasoft regulation che avrebbe ilgrande vantaggio di avvicinare leregole agli operatori». Le deliberedi soft regulation di Anac sono in-fatti sottoposte aprocedimento diconsultazione che non c'è nel re-golamento «lontano dalle esigen-ze degli operatori». Sulla necessi-tà di semplificare e stabilizzare an-che il presidente del Consiglio diStato, Giorgio Giovannini, che haricordato come solo il 42% dellenorme dell'attuale codice del2006 sia rimasto stabile.

ORI PRODDZION E RISERVATA

Codice appalti Pagina 1

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Infrastrutture . Il censimento ministeriale conta 176 progetti più dell'anno scorso

Da Catanzaro alla Vallée,le incompiute sono 868Gianni Trovati

MILANO

«Lo giuro, nel 2015 saràpronta». Sette anni fa, in un'in-tervista a Roberto Galullo suquesto giornale, il presidentedel consorzio di bonifica IonioCatanzarese Graziano Mannosi sbilanciava per superarequello che già allora sembravaun stallo eterno: quello dellaDiga del Melito, a Gimigliano,un progetto approvato dallaCassa del Mezzogiorno nel1982 per convogliare io8 milio-ni di metri cubi d'acqua e por-tarla in 5o Comuni dove vivemezzo milione di calabresi eoperano centinaia di impreseagricole. Niente da fare.

Il censimento delle opere in-compiute appena pubblicatodal ministero delle Infrastrut-ture propone sul tema tre nu-meri impietosi: il tasso di com-pletamento è del 13,o8%, il co-sto complessivo è di 259,7 mi-lioni ma per arrivare altraguardo ne mancano 189 (e neservono altri 8oo per le operecollaterali). Nella storia infini-ta della diga incompiuta unanuova speranza si è affacciata

nei mesi scorsi, quando il Go-vernatore Mario Oliverio hascritto al ministro Delrio perinserirla nell'elenco delle ope-reprioritarie: anche questavol-ta Manno è stato esuberante, eha fatto appendere davanti allasede della Giunta uno striscio-ne: «Grazie presidente».

I I TI

La Sicilia da sola ospitaun quarto dei cantieri bloccatiRecord di costoalla Città dello Sportavviata a Roma ne12005...........................................................................

Se nell'elenco delle opere in-compiute la Diga del Melitoprimeggia per anzianità, nonconosce rivali in fatto di costi laVela Di Calatrava, cioè la Cittàdello sport di Tor Vergata av-viatanel2oo5 dallaprima Giun-ta Veltroni, bloccata dallaman-canza di fondi e riportata alla ri-balta a ogni candidatura olim-pica della Capitale: vale 6o8milioni, e la parte realizzata siferma per ora al 16,25 per cento.

Nelle tabelle ministeriali, lestorie di progetti avviati di slan-cio e impantanati poco dopo, oaddirittura inciampati un sof-fio prima del taglio del nastro,sono un'infinità: il censimentoappena pubblicato conta infatti868 incompiute, il 25% in più diquelle messe in fila l'anno scor-so. Ovviamente l'impennatanon nasce da un fiorire di nuo-ve opere, ma dal fatto che lostesso censimento, compilatocon l'aiuto delle Regioni, è ri-masto fino a oggi incompiuto:quest'anno è arrivato con quasitre mesi di ritardo rispetto allascadenza ufficiale, per aspetta-re i dati siciliani che danno unagrossa mano ad allungare la li-sta: nell'Isola le incompiutecensite sono 215, un record chepolverizza le 93 elencate dallaCalabria e le 81 della Puglia. Al-l'altro capo della graduatoria siincontra la Valle d'Aosta, chedopo il completamento delnuovo aeroporto attende solola fine dei lavori al museo di Gi-gnod: un'altra attesa biblica,iniziata negli anni'8o.

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Opere incompiute Pagina 2

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Le due regíoni fanalino di coda con lo 0,9% per le strade. Proteste venete di Fi

Anas, briciole a Veneto e MarcheLa Toscana di Renzì si prende la quota maggiore. 24,8%

DI RAFFAELE PORRISINI

coppia la polemica inVeneto per i pochi soldi°iservati alla Regionedall'Anas nell'ambito

del Contratto di programma2015. La società di gestione del-le strade italiane controllata dalMinistero dell'Economia, distri-buendo le risorse in tutta Ita-lia, ha lasciato ai veneti solo lo0,91% del miliardo e 115 milionidi euro investiti per quest'anno.Si parla di appena 9,97 milionidi giuro, qualche briciola di fondistatali che le province di Rovi-go, Venezia, Vicenza, Padova,Treviso e Belluno si dovrannodividere per sistemare le arteriestradali. Alle Marche è andataancora peggio, dato che lì arri-veranno poco più di 9 milioni,pari allo 0,91%.

Ma è a Venezia dove si re-gistrano le proteste più vibran-ti. A tuonare contro l'ente sta-tale e il governo, che riservanola maggior parte dei soldi allaToscana del premier MatteoRenzi (271,57 milioni di euro,ossia il 24,88% del totale) è ilcapogruppo regionale di ForzaItalia, Massimiliano Barison,che con il suo intervento a gam-ba tesa ruba la scena ai leghisti,meno presi da questa polemica.«E evidente che in certe sceltepesino molto più i natali diRenzi che l'imparzialità nella

distribuzione delle risorse»tuona Barison, convinto che«per capire lo sgarbo non ser-ve pensare alle solite Regionidel Sud, a cui comunque toccaquasi il 39% delle risorse».

Per il Veneto l'esponenteazzurro parla di un quadro«desolante, umiliante e offen-sivo», soprattutto se raffrontatocon quello di altre regioni delNord. Il paragone con la Lom-bardia è a tratti imbarazzante:l'altra regione leghista, guidatada Roberto Maroni , è secon-da nella classifica delle risorsesborsate dall'Anas, con 138,30milioni di euro (12,67%), men-tre - sempre guardando alcentro-nord - al quarto posto sipiazza l'Emilia-Romagna con102,70 milioni (9,41%). Nonmancano però i profondi diva-ri con il Mezzogiorno che, pro-testa il forzista, quando c'è daincassare soldi da Roma arrivasempre prima del Veneto: e quibasta citare i 124,49 milionialla Sicilia (11,68%) oppure i105,70 alla Calabria (9,68%).Per carità, sono regioni conun grosso gap infrastrutturalerispetto a quelle più avanzatecome il Veneto, ma ciò che Ba-rison non riesce a mandare giùè l'abissale sproporzione dellecifre.

Dal canto suo, l'Anas ainizio agosto in occasione delvia libera del Cipe al nuovo

Contratto di programma ave-va parlato di «una discontinu-ità rispetto al passato», datoche ora il documento «pone alcentro dell'attività la manu-tenzione straordinaria dellarete stradale ed autostradale epersegue l'obiettivo strategicodi valorizzare e conservare gliasset esistenti».

La maggior parte delle risor-se investite, pari al 47,9% del to-tale, riguarda il completamentodi itinerari già esistenti, quindiopere ancora incompiute da por-tare al traguardo. L'altra gros-sa fetta è invece rappresentatadalla manutenzione straordina-ria (46,7%); chiudono il cerchio icosti aggiuntivi di opere in corso(4%) e i fondi per la progettazio-ne, ridotti ad appena 16 milionidi euro (1,4%).

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Opere pubbliche Pagina 3

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di Rita Querzé

Aperture festive,farmaci, benzina:ancora battagliasulla concorrenza

L ! introduzionedell'obbligo diabbassare la

saracinesca in dodici giornifestivi l'anno non è l'unicoterreno di scontro tragrande e piccoladistribuzione in materia diconcorrenza. La partita si stagiocando anche su altrifronti. Prendiamo didisegno di leggeconcorrenza. La grandedistribuzione non nascondedelusione e disagio.Prendiamo i distributori dicarburante. Nella primastesura i centri commercialiavrebbero potuto aprirepompe di benzina senzaintrodurre per forza anche ilterzo carburante (gasmetano o gpl). Poi il testo èstato corretto e l'opportunitàtolta. Per quanto riguarda lavendita dei libri la grandedistribuzione auspica, perora senza successo, chevenga tolto l'attuale limiteallo sconto (15%). Poi c'è larichiesta - inascoltata anchenel ddl concorrenza - dipoter vendere i farmaci difascia C. A fare più male asuper, iper e centricommerciali, però, restacomunque la questionedelle chiusure festiveobbligate. «Le città d'artecome Firenze avrannol'obbligo di chiudere seifestività l'anno, che sensoha?», si chiede GiovanniCobolli Gigli, a capo diFederdistribuzione.Ma il problema per il settoresarà anche un altro:«Amazon ha già iniziato a,vendere online prodottialimentari confezionati.Questa normativaavvantaggia questo tipo dicommercio».

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DDL Concorrenza Pagina 4

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! :_ Dieci vittime

Così il Cile sopravviveai terremoti, tra allertee edilizia antisismica

di Roberto Da Rin

erché i cileni non cor-rono quando c'è il ter-remoto?

Parrebbe una domandaantropologica. Invece è unaquestione daporre sultavo-lo della Protezione civiledei Paesi a elevato rischiosismico. Tutti gli abitantidel Cile sono cresciuti ededucati all'autocontrollo,quanto meno a quello daterremoto. Con un ministe-ro degli Interni che dà indi-cazioni chiare.

È andata così anche ierinotte dopo una scossa vio-lentissima, magnitudo 8,3. Lesirene di Santiago, dislocatenei punti nevralgici della cit-tà, hanno iniziato a suonare,ritmate da un avviso vocale:«Prepararsi! Prepararsi! Stasuonando l'allerta tsunami».

Il forte sisma con epicen-tro nella regione centrale delCile, nella provincia di Cho-apa, 50o chilometri a norddella capitale, ha provocatouna decina di morti e dannimodesti, se rapportati all'in-tensità delle scosse. Un mi-lione di cileni è stato evacua-to, ma dopo una notte di an-goscia l'allarme è rientrato.

Lapauraè stata amplifica-ta dal timore di tsunami,quell'onda anomala con ele-vato potenziale distruttivo,rientrata in serata di ieri. IlCile è affacciato sull'Ocea-no Pacifico, con una costalunga più di 5mila chilome-tri. Le onde continueranno afarsi sentire lungo le costecilene, e potrebbero durarecomplessivamente per 24ore, ma «sono più che di-mezzate, forse anche ridot-te aun quarto rispetto alpic-co massimo di 4-5 metri re-gistrato ieri», spiegano i si-smologi cileni.

Avivere sullafagliaci si abi-tua, ma è anche un'arte secon-do molta letteratura cilena.

I cileni non corrono, dice-vamo. Proprio così, un

gruppo di giornalisti ingle-si, in Cile nel 2010, l'anno diun terremoto devastante,dedicò un programma allaBbc per capire le radici diquesto aplomb.

Ecco i punti chiave:1) Tut-ti i cileni sanno, fin dapiccoli,che i terremoti saranno unacostante della loro vita. 2)Nelle scuole e negli ufficivengono regolarmente si-mulate le evacuazioni, ordi-nate e sicure. 3) Gran partedegli edifici sono costruiticon norme antisismiche. Se-bastian Gray, architetto cile-no, spiega che è impossibilecostruire un edificio nei cen-tri urbani senza osservare irigorosi criteri antisismici.

Infine potrebbe esserciun'altra motivazione chespiega l'atteggiamento deicileni: quando la Terra iniziaa tremare gli uomini sannoche non c'è un luogo dovefuggire. Sì, perché il suololungo cui correremmo si stamuovendo.

I cileni sanno anche chei terremoti assumono mo-vimenti diversi: ondula-torio, verticale oppureorizzontale.

Il ministero degli Internidel Cile prevede un sistemadi allerta davvero molto effi-ciente, capace di fronteggia-re anche lavariante terremo-to con tsunami. Nei monitordel ministero, compaionodecine di città, daArica (nel-l'estremo nord del Paese) aPunta Arenas, (nell'estremosud) con l'ora esatta in cui ar-riverà l'onda anomala. Lastessa schermata, simile aquella degli "arrivi" suglischermi degli aeroporti, vie-

Ad alto rischio

OceanoAtlantico

OceanoPacifico

ne trasmessa in televisione.Sia chiaro , la paura c'è.

Ma i cileni sanno dominar-la. Per esempio, se le scossearrivano di notte, hannoimparato a resistere a quel-le più lievi, magari restan-do a letto. C ' è persino chidice che, se le scosse sonolievi , vi sia un che di ecci-tante nel pensare che laTerra liberi energia.

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Edilizia antisismica Pagina 5

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Alla vigilia dell'aumento dei compiti dell'organismo anticorruzione

Cantone riforma l 'Anace taglia le spese di 16 min

Autorità nazionale anticorruzione ri-durrà le spese di funzionamento da 63L a 47 milioni di euro, con un risparmiodel 25% (16 milioni), realizzato anche

con tagli delle posizioni dirigenziali e di partedegli stipendi; risolti problemi di duplicazionidi funzioni e di disomogeneità dei carichi frai diversi uffici, l'Autorità di Raffaele Cantonepotrà così adempiere in maniera più efficaceai compiti di regolazione e vigilanza.

PE quanto prevede il piano di riordino dell'Au-torità anticorruzione, disponibile sul sito webwww.anticorruzione.it, che in quasi sessantapagine traccia le linee di riforma dell'organi-smo di vigilanza sui contratti pubblici e sullacorruzione, sempre più impegnato a fronteg-giare compiti impegnativi e numerosi.

La riforma prefigurata costituisce unobiettivo fondamentale da realizzare allavigilia della «rivoluzione» prevista nella dele-ga appalti che dovrebbe finire per devolvereall'Authority anche i compiti di regolazionemolto penetranti al punto che, attraversogli atti di «soft law» si potrà abrogare il dpr207/2010, il regolamento attuativo del codicedegli appalti pubblici.

Il documento, che è previsto dal decreto90/2014 ed era stato inviato in bozza alla pre-sidenza del consiglio a fine 2014, è stato oggettodi una accurata consultazione che ha portato adiversi aggiustamenti fino al varo definitivo ametà giugno da parte di palazzo Chigi e all'in-vio alle commissioni parlamentari che devonorendere i pareri consultivi.

Nelle premesse si ha modo di comprenderela finalità generale dell'intervento: «La nuovaAnac si vuole dotare di poche regole ma chiare,calate sulla propria realtà e volte a migliora-

re le relazioni con gli interlocutori esterni ea favorire le proprie fondamentali funzioni diregolazione e vigilanza».

La riorganizzazione dell 'Autorità, i cuiinterventi di razionalizzazione in partesono stati già avviati e in altri casi sono in pro-gress, è passata attraverso un primo lavoro dianalisi delle funzioni attribuite alla soppressaAutorità per la vigilanza sui contratti pubblicie all'Autorità nazionale anticorruzione. Da taleanalisi nel piano si può leggere che sono staterilevate duplicazioni di funzioni fra uffici, un«eccessivo numero di posizioni dirigenziali» chehanno portato a sovraccarichi di alcuni settorie una non ottimale utilizzazione di altri.

Molto dettagliate sono le stime concernentii costi e risparmi, fra di essi si segnalano, adesempio, quelli derivanti dall'unificazione degliuffici che facevano capo a tre sedi nell'unicasede di via Minghetti: si è passati da una spe-sa annuale di 7,2 milioni a 4,8 milioni con unrisparmio del 33% già realizzato dall'inizio del2015.

Per gli acquisiti di beni e servizi la ra-zionalizzazione avviata prevede una riduzio-ne da 14 milioni circa a 10 milioni (- 32%). Peril complesso delle spese per il funzionamentodell'Autorità il piano di riordino contiene unariduzione da 65 milioni a 47 milioni: nel det-taglio, contro i 62.965.600 di euro del 2014,dovuti per 57,9 milioni all'ex Avcp e per 4,9milioni all'Anac. Il risparmio sarà del 25%,cioè di 15.759.002 euro. A breve sarannoemessi i pareri da parte delle commissioniparlamentari e lo schema di decreto dellapresidenza del consiglio diverrà operativo al100 per cento.

anac Pagina 6

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Cassazione: i residui da demolizione non sono sottoprodottiDI GIORGIO AMBROSOLI

La demolizione non è mainalizzata alla produzione dialcunché, ma all 'eliminazionedell 'edificio medesimo, quindi iresidui che ne derivano non sonosottoprodotti. Questo il principioaffermato dalla Corte di cassa-zione (n. 33028 del 1 ° luglio 2015)secondo cui i materiali derivantidalla demolizione di un palazzosono rifiuti e non un sottoprodot-to.

E ciò neanche se la demolizio-ne, come nel caso di specie, siafinalizzata alla costruzione di unnuovo edificio.

Infatti una delle quatto condi-zioni per aversi un sottoprodot-to è che «la sostanza o l'oggettodevono trarre origine da un pro-cesso di produzione, di cui costi-tuiscono parte integrante, e ilcui scopo primario non è la loroproduzione» (art. 184 bis dlgs n.15212006). Insom-ma si ritorna sulla«vexata quaestio»della definizionedi «processo di pro-

duzione» alla cui definizione lagiurisprudenza amministrativaaveva dato un notevole contribu-to. Infatti, già con la sentenza n.4978 del 6 ottobre 2014 20141, ilConsiglio di stato, a distanza dipoco più di un anno dalla suaprecedente e innovativa pronun-cia n. 4151120132 si era affermatola possibile qualificazione comesottoprodotto del fresato d'asfal-to che ha problematiche del tuttosimili a residui di demolizione.

Il Consiglio di stato aveva ilmerito di aver inequivocabilmen-te confermato la possibile naturadi sottoprodotti di tali materiali,che residuano dalla demolizionedella pavimentazione stradale eche vengono reimpiegati per ri-fare la pavimentazione stradalein quanto si tratta di un 'attivi-tà che configura un «processo diproduzione».

Introducendo, certo, qualchecriticabile paletto non previsto

dalla normativa vi-gente. E cioè che ilfresato deve essereutilizzato in loco ecioè nel luogo di pro-

duzione e non deve essere sottopo-sto a fasi di stoccaggio e deposito.Ma la Corte di cassazione è anco-ra più recisa: nega a prescinderela natura di processo di produ-zione all 'attività di demolizionesia pure legata alla costruzionedi un nuovo edificio.

Insomma in via giurispruden-ziale vengono aggiunte condizio-ni e limitazioni non rinvenibilinelle norme di legge.

Una sorte di «sottospecie di sot-toprodotto». Va ricordato che lanozione di «sottoprodotto» vieneintrodotta dalla Corte europea digiustizia che, in ripetute senten-ze, ne dà un quadro definitorioad iniziare proprio dalle moda-lità produttive.

All'evoluzione della giurispru-denza della Corte di giustiziaeuropea segue la Comunicazio-ne interpretativa in materia dirifiuti e di sottoprodotti (datata21 febbraio 2007 COM 2009159)che, benché antecedente alla Di-rettiva del 2008, è ancora attualee offre spunti di confronto e diriflessione.

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Demolizioni e ricostruzione Pagina 7

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CATASTO TERRENI

Particellenulle, ok

alla visusDI MARCO OTTAVIANO

Dal 1 ° giugno è possibi-le ottenere l'estratto dimappa digitale per atto diaggiornamento anche perle particelle che risulta-no avere superficie nullanell 'archivio censuariodel catasto terreni. Almomento della richiestadell'estratto di mappaper atto di aggiornamen-to nel campo «particelle»deve essere digitato il nu-mero della particella consuperficie censuaria nul-la (manufatti interrati,grotte , impianti fotovol-taici , particelle gravatedi diritto di superficieecc.) comprensivo di pa-rentesi tonde e anche ilnumero della particella adestinazione ordinaria. Ècon la comunicazione del3 settembre 2015 prot.n. 113303 che l'Agenziadelle entrate , direzionecentrale catasto e carto-grafia - area servizi car-tografici, ha chiarito leprocedure telematicheper l'invio degli atti tec-nici di aggiornamento ca-tastale (Docfa e Pregeo)trasmessi con il modellounico informatico cata-stale (Muic). Le entratehanno comunicato di ave-

re integrato dall'1 giu-gno 2015 la proceduradel rilascio dell'estrat-to di mappa digitale peratto di aggiornamentocon la possibilità di ri-chiederlo anche per leparticelle che risultanoavere superficie nullanell'archivio censuariodel catasto dei terreni.In caso di irregolare fun-zionamento del serviziotelematico, l'atto di ag-giornamento, sottoscrit-to con firma digitale, èpresentato presso l'uf-ficio territorialmentecompetente su supportoinformatico. A decorreredal primo giugno 2015,i professionisti iscrit-ti agli ordini e collegiprofessionali, abilitatialla predisposizione ealla presentazione degliatti di aggiornamentocatastale, utilizzano leprocedure telemati-che per l'accertamentodelle unità immobiliariurbane di nuova costru-zione, le dichiarazioni divariazione dello stato,la consistenza e la de-stinazione delle unità

obiliari già censite.

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La proposta per sbloccare il negoziato Ttip. Nw'nerosi i ricorsi pendenti

Riforma per l'arbitrato UeLa Commissione punta a cambiare l'Isds

da BruxellesANGELO Di MAmBRo

a Commissione euro-pea vuole riformarel'Isds, il meccanismod.i arbitrato che rego-

la le controversie tra inve-stitori e Stati negli accordicommerciali internazionali.Così Bruxelles vuole supe-rare uno degli elementi piùcontroversi emersi nel di-battito sul trattato di liberoscambio tra Ue e Usa, notocome Ttip. Il commissarioUe al commercio CeciliaMalmstrom propone una«Corte per gli investimenti»,con 15 «giudici qualificati»al posto degli arbitri, un or-ganismo di appello simile aquello che già funziona perdirimere le controversie trapaesi nell'Omc (organizza-zione mondiale del commer-cio), limiti precisi sui casiin cui gli investitori privatipossono chiamare in causai governi.

Gli atti saranno traspa-renti, le udienze apertee online, e le parti con uninteresse nella controver-sia avranno diritto di in-tervento. La Commissioneinizierà un dibattito sullaproposta con il Consiglio e ilParlamento europeo, quindiproporrà l'idea nei negoziatiUe-Usa e in altre trattativecommerciali in corso e fu-ture. L'Esecutivo dell'Unio-ne cerca di mediare tra chiminimizza i rischi dell'Isdsricordando che è prassi con-solidata negli accordi com-merciali dalla fine degli

anni cinquanta, e chi inve-ce lo considera il «cavallo diTroia» delle multinazionaliper attaccare il modello so-ciale europeo. Il risultato diuna consultazione pubblicamonopolizzata dai questio-nari precompilati delle ongha affossato l'Isds, ma ilmandato negoziale che gliStati Ue hanno consegnatoalla Commissione prevedeche il meccanismo sia pre-sente nel Ttip.

A far discutere è l'evolu-zione recente degli arbitra-ti internazionali, con storieche si sono guadagnate ititoli della stampa estera.Proprio attraverso l'arbi-trato le multinazionali deltabacco hanno sfidato lelegislazioni restrittive didiversi Stati. Il governo te-desco si è visto chiedere unrisarcimento miliardario daun'utility svedese in seguitoalla sua decisione di dismet-tere le centrali nucleari nel2011. E anche l'Italia, dal2014, ha i suoi contenzio-si aperti in tema di ener-gia. Sono legati all'EnergyCharter Treaty, un trattatocui il nostro paese ha aderi-to nel 1994 per uscirne allafine del 2014.

Alcune informazioni dibase sono reperibili propriosul sito web dell'EnergyCharter Treaty. C'è la pro-

cedura avviata dalla societàbelga Blusun S.A. e da dueinvestitori privati nel feb-braio 2014; un caso apertodalla Greentech EnergySystems (Danimarca) e delfondo Novenergia il 7 luglio2015 e un terzo, della socie-tà Silver Ridge Power BV,con sede in Olanda, lo scor-so agosto. Tutte per «Rifor-me della legislazione sullerinnovabili», formula dietrola quale - probabilmente,perché i dettagli non sonopubblici - c'è il rivalersiper il taglio degli incentivial fotovoltaico deciso dal go-verno italiano nel 2011. Nelrapporto annuale 2014 dellaGreentech Energy System,per esempio, si fa esplicitoriferimento ai danni agli in-vestimenti causati dall'eli-minazione del prezzo mini-mo garantito per impiantidi capacità inferiore a 1 Me-gaWatt e all'intenzione diavviare contro Roma le pro-cedure di arbitrato previstadall'Energy Charter Treaty.A volte, la nazionalità delleimprese ricorrenti potrebbeessere indicativa.

La Silver Ridge Power èinfatti una grande aziendaamericana del settore ener-gia, con sedi anche in diver-se paesi europei.

-© Riproduzione riservata--

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Reclamante NazionalitàData registrazione

del caso

Blusun S.A. - Jean-Pierre Lecorcier - Belgio, Francia,21 febbraio 2014Michael Stein Germania

Greentech Energy Systems -

Novenergia Danimarca, 7 luglio 2015Lussemburgo

Silver Ridge Power BV Paesi Bassi 11 agosto 2015(fonte www.energycharteeorg e www icsid.woridbank.org )

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La città (intelligente) è mobiletecnologia "sharing", ormai usata da un italiano su 100, sta rivoluzionando i trasporti urbani

ROMA

Inpazza la «moda» dellasharing mobility, più cheuna moda una vera e pro-pria rivoluzione culturalevisti i numeri. Car sharing,car pooling, bus sharing.park sharing, scoo-ter pooling, bike sha-ring: la mobilità sicondivide ormai intutte le sue possibili decli-nazioni. Non solo il cittadino/utente risparmia ma anche sulfronte dell'inquinamento siiniziano ad intravedere impor-tanti risultati.

CitytechSecondo le stime dell'Osserva-torio nazionale sulla sharingpresentati martedì a Milanoben mezzo milione di italiani,ovvero quasi un abitante su100, utlizza il car sharing, siaquello di Enjoy sia quello diCar2go e delle tante altre ini-ziative che stanno fiorendo nel-le nostre città. «L'introduzionedel car sharing ha avuto un ef-fetto detonante nell'economiaitaliana - spiega Gianni Martinoamministratore delegato diCar2go Italia - e Milano è diven-tato un caso di studio». Vistoche si concentra qui ben l'80per cento del mercato italianodel settore, con oltre 6.700 mez-zi a disposizione e 350 mila ab-bonati. Un vero record che in 4anni, anche grazie all'ingressoa pagamento in centro, ha per-messo al capoluogo meneghino

di ridurre del 38 per cento lepolveri sottili. Così come sonostorie interessanti le esperien-ze che si sono presentate ieri aRoma nell'ambito delle duegiorni di Citytech: da Jojob, carpooling che conta già 50 grandiaziende tra i suoi clienti, a Bla-blacar, servizio di ride sharingper condividere viaggi su lun-ghe distanze, ai bus condivisi di

Gogobus sino ai parcheggimessi in comune dai proprie-tari che partecipano a

«Park sharing».

II ministro«Il car sharing ha avu-to più successo diquanto anche i più otti-misti potevano pensa-re e ci è sfuggito di ma-no - ha ammesso ieri ilministro dell'ambienteGian Luca Galletti -.Credo che valga la pe-na fare una riflessionedel punto di vista giuri-dico e che vada meglio

regolamentato». L'obiet-tivo è quello superare il fai

da te dei vari comuni, conregole che cambiano da cittàa città. Ma si pensa anche a

nuovi investimenti a favoredel trasporto sostenibile

per centrare gli obiet-tivi previsti per il

2030, ovvero ri-durre le emissio-ni di Co2 alme-

no del 40 percento. [P.BAR.]

Waynaut, tutti i mezzi in un solo clickAndare ovunque nel mondo, da casa propria alposto più impensabile, utilizzando ogni mezzopossibile, dal car sharing al treno, a bus, taxi eaerei. In un solo click tutte le soluzioni migliori

Moovit alla prova del GiubileoMoovit, app leader del trasporto nel mondo,

allarga il ventaglio dei servizi e in occasione delGiubileo informerà gli utenti romani e non su

condizioni del traffico, trasporti pubblici e code

Arriva la app di «Bike to School»Da movimento di mamme a nuova applicazione

per organizzare in tutta Italia i «bicibus» perportare i figli a scuola utilizzando in sicurezza le

due ruote. La nuova app pronta entro un mese

Capitaine train anche in ItaliaCon le offerte di Italo e Trenitalia, CapitaineTrain (piattaforma per l'acquisto dei biglietti

ferroviari inventata da 3 francesi) integra ben 13compagnie europee e promette forti risparmi

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Il futuro è l'auto senza conducentee i semafori scompariranno

I ricercatori di Cnr e Mit: si passera dal possesso all'accesso

AnalisiPAOLO BARONI

ROMA

I1 futuro sta già comincian-do», spiega Paolo Santi, ri-cercatore del Cnr che al

«Senseable City Lab» del Mitdi Boston coordina i progettisulla mobilità incrociandotecnologie digitali, big data esistemi di trasporto. «La cittàdavvero all'avanguardia nelcampo del trasporto pubblicoè senz'altro Singapore - rac-conta -. Dove dal 2016 partiràun nuovo progetto a cui colla-bora anche il Mit per intro-durre auto senza conducentein ambiente urbano aperto».Sarà un processo graduale:serviranno 5 anni per affinarele tecnologie e poi passare allaproduzione di massa. «Si par-tirà con un decina di auto, al-l'inizio ci saranno dei condu-centi/tutor che affiancheran-no i passeggeri per superarela diffidenza iniziale di un'au-to che si guida da sola. Nasce-ranno Ztl dedicate e si realiz-zeranno i primi semafori in-telligenti». Un campo questodove la ricerca dell'Mit è par-ticolarmente avanti.

Addio a semafori e codeIl progetto si chiama «Wave» (ildemo video su sensea-ble.mit.edu/wave) e facendo le-va sulle auto senza conducentepunta a sviluppare di qui a po-chi mesi i primi prodotti com-merciali in grado di assegnaredi fatto una sorta di «slot» adogni vettura, abolire così i se-mafori, causa spesso di lunghecode e forte inquinamento, econsentire il raddoppio dei flus-si di traffico rispetto al vecchiosistema riducendo del 30% leemissioni inquinanti.

L'altra chiave di volta dellamobilità futura passa attraver-so la sharing mobility che portasempre più persone nel mondo,Italia compresa, a condividereauto, autobus e pullman. Nellegrandi metropoli, ma non solo,la «nuova frontiera» ora è peròrappresentata dalla possibilitàdi condividere fra più utenti lostesso viaggio in taxi. A NewYork, dove il 40% del traffico èprodotto dagli spostamenti deifamosi yellow cab, si contano inmedia 500 mila corse al giorno.

Al Mit hanno analizzato ben 110milioni di queste corse arrivan-do alla conclusione che quasitutti questi spostamenti può es-sere condiviso, con un taglio deiviaggi in taxi dell 40% servendole stesse persone e soprattuttocon una riduzione del trafficoche oscilla tra il 16 ed il 20%. Unrisultato davvero notevole che,secondo gli studi del Mit, puònon vale solo per l'area superin-tasata di New York ma può es-sere replicato anche in città co-me San Francisco, Singapore o

CarloRatti

«Ci sarà minor impattoambientale e granderisparmio di denaro,tempo ed energie»

Vienna. «L'unico problemasemmai - aggiunge Santi - èl'effettiva volontà di condivide-re con uno sconosciuto il sedileposteriore della vettura. Abbia-mo tanti dati a disposizione manon sappiano quale possa esse-re la reazione sociologica e psi-cologica dell'utente. E questoper noi rappresenta un campoancora tutto da investigare».

Negli Usa Uberfa «pool))Anche in questo però non par-liamo del futuro. Uber, il servi-

zio alternativo ai taxi nato nel2009 negli Usa e che in Italiadopo il debutto è stato subitovietato, ha infatti lanciato in trecittà (New York, Boston e di re-cente anche a San Francisco)Uberpool, che consente agliutenti di condividere la stessacorsa e quindi di risparmiare.

E la «sindrome» del compa-gno di viaggio come si risolve?«ll trust, la fiducia, è la piùgrande sfida che si trova ad af-frontare chi fa car-pooling»,spiega Gianluca Cecchetti diBlablaCar Italia. «Noi l'abbia-mo risolto introducendo un si-stema di feedback». Negli Usainvece c'è una start-up che stastudiando il modo di incrociarei sistemi di prenotazione condi-visa coi profili social dei possi-bili compagni di viaggio. Un po'come farà a breve, in Italia, Go-gobus col suo «social bus sha-ring».

«L'amplificazione delle dina-miche di condivisione, la "sha-ring economy", è certo uno de-gli aspetti più promettenti traquelli destinati a cambiare nei

«La reazionesociologica epsicologica è ancoratutta da investigare»

prossimi anni dinamiche urba-ne e sistema dei trasporti pub-blici», spiega Carlo Ratti, archi-tetto/ingegnere, fondatore delSenseable City Lab del Mit.

Dal possesso all'accesso«Stiamo passando dal possessoall'accesso, in molti ambiti. E ledinamiche di sharing economyapplicate ai trasporti, quelloche accade con BlablaCar eUber, stanno già cambiando lecarte in tavola. Questo perchéle auto non sono un oggettoperfetto, in quanto sottoutiliz-zate. L'impatto e la possibilitàdi questo processo saranno evi-denti con l'avvento delle «dri-verless car», le auto autonome.I principali istituti di ricerca -Google e Mit - hanno già lavo-rato ai primi prototipi, non sitratta dunque di una profezia».

«Il futuro prossimo? Potreb-be accadere che la «mia» autopossa darmi un passaggio al la-voro e poi, invece di restare fer-ma in un parcheggio, portare ascuola i miei figli o quelli del vi-cino o chiunque altro presentenella mia rete sociale - concludeRatti -. Il risultato sarà una cit-tà in cui tutti possono viaggiareon demand con un quinto delleauto in meno rispetto a oggi,minore impatto ambientale egran risparmio di denaro, tem-po ed energie. E pure la possibi-lità di liberare lo spazio della re-te stradale che potrebbe esserericonvertito in aree verdi».

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COMPETENZE

.Incidentistradali,

giù le mani

La ricostruzione di-namica degli incidentistradali è un'attività dicompetenza dei profes-sionisti iscritti agli albidei periti industriali eingegneri.Sarà un emendamen-to al disegno di leggesull'omicidio stradale,appena approdato incommissione giustiziadella camera, a sanci-re dal punto di vistalegislativo quello chegià la giurisprudenzaattribuisce come com-petenza specifica alledue professioni di areatecnica.La promessa, a seguitodi una precisa richiestadi ingegneri e peritiindustriali, è arrivatadal sottosegretario lagiustizia Cosimo MariaFerri durante il suo in-tervento al convegno aRoma del 10 settembrescorso (palazzo Giu-stiniani) «Ricostrutto-ri dinamica incidentistradali» organizzatodal Consiglio naziona-le dei periti industrialie periti industriali lau-reati e dal Consiglionazionale degli inge-gneri con il contributoscientifico della Ceegis.Obiettivo dell'incontro,fare chiarezza su una

materia dove i confinidi competenza, spessopoco chiari, rischianodi rappresentare undanno per i cittadini.«L'attività ricostrutti-va», ha spiegato il sot-tosegretario alla giusti-zia, «per le complessitàtecniche e scientifiche eper la rilevanza che haper la sicurezza dellepersone, compete perlegge esclusivamenteagli iscritti ai relativialbi professionali diqueste due categorieprofessionali». In que-sto senso Ferri ha ri-badito che il principiotroverà spazio nel ddlin discussione nel qua-le le categorie chiedonoil riferimento testualedella loro competenzariservata in materia.Soddisfatto dell'aper-tura del governo Giam-piero Giovannetti, pre-sidente del Cupi, checonsidera fondamentaleun testuale riferimentoai professionisti compe-tenti in materia. «Nonper una difesa corpora-tiva, ma semplicementeper evitare che a pagaresiano i cittadini e ven-gano meno i diritti allasicurezza e alla salutegarantiti dalla cartacostituzionale».

Incidenti stradali Pagina 14

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Abolire il valore del titolo di studioè sicuramen te una scelta di sin istra

DI MICHELE MAGNO

Jn un articolo su il Foglio di ieri che meritadi essere letto, Antonio Gurrado spiegaperché abolire il valore legale del titolo distudio è di sinistra. Purtroppo, è una bat-

taglia contro nemici forti e agguerriti: gruppistudenteschi, lobby dei docenti universitari, for-ze politiche di entrambi gli schieramenti. Non acaso l'emendamento alla riforma della pubblicaamministrazione presentato dal senatore Pd,Marco Meloni , che apriva al principio di dif-ferenziazione degli atenei, è stato sommerso daun coro di critiche pretestuose.

Eppure, la condizione del nostro sistemauniversitario richiederebbe un confronto a tuttocampo, non viziato da veti corporativi e pregiu-diziali ideologiche. Salvatore Rossi , attualedirettore generale di Bankitalia, ha definito inostri laureati lunghi «animali domestici alle-vati per essere cooptati nelle baronie accademi-che», e quindi inservibili in un'azienda. Inoltre,in un documentato pamphlet aveva spiegatocome la società americana debba il suo dina-mismo a un sistema universitario che funziona(«La regina e il cavallo», Laterza, 2006). E chefunziona non perché è privato, come alcuni so-stengono superficialmente.

Università prestigiose, come quella diBerkeley, sono infatti di proprietà pubblica. Ilsistema funziona in quanto si fonda su regole dimercato: le università si disputano i professorimigliori con totale libertà retributiva. L'equili-brio finanziario è assicurato da alte rette e daun esteso meccanismo di donazioni, fiscalmente

incentivato. Una quota cospicua delle risorsepubbliche destinate all'istruzione superiore,per altro verso, finanzia direttamente gli stu-denti sotto forma di borse di studio e prestiti,e non gli atenei (da noi avviene il contrario).Tutte cose note, si dirà. Meno noto, forse, è chenegli Usa la spesa pubblica che va all'istruzio-ne postsecondaria è, in rapporto al Pil, quasidoppia di quella italiana.

Beninteso, questo modello esclude siail valore legale del titolo di studio sia il ruolounico pubblico dei cattedratici. Il primo pre-suppone e determina l'altro. Il valore legaledel titolo di studio, infatti, implica la naturadi impiegati pubblici di coloro che devono rila-sciarlo. Come osservava Rossi, essi difendonouna uguaglianza fittizia, in cui tutti i diplo-mi sono uguali per legge, tutti i docenti sonouguali, tutti gli studenti ugualmente liberi diparcheggiarsi nelle aule universitarie a tempoindeterminato e a prezzi politici (ma non per ipiù svantaggiati).

Già settant'anni fa Luigi Einaudi avevaproposto di abolire con un semplice tratto dipenna il valore legale dei titoli di studio, fattasalva la necessità di una certificazione pubblicaper l'esercizio di professioni legate alla salutee alla sicurezza dei cittadini. Per lo statistapiemontese era una di quelle riforme a costozero, coerenti con la migliore tradizione del ri-formismo liberaldemocratico. Ma che volete: ilParlamento italiano adesso non ha tempo dioccuparsi di queste bagatella. È impegnato inben più epici scontri, come quello sull'elettivitàdel nuovo Senato. Formiche.net

Valore legale titolo di studio Pagina 15

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CHI SOGNA L FUTURO DA MANAGER STUDI LE SCIENZE UMANEI MASSIMO EGIDI*

n una recente intervista alI«Corriere della Sera»,Andrea Sironi lancia un

importante suggerimento:che gli insegnanti delle scuo-le superiori facciano innamo-rare gli studenti della culturascientifica, base necessariaper formare giovani econo-misti e manager. Condivido.Galileo sosteneva che la na-tura è scritta con il linguag-gio della matematica, ma ne-gli ultimi 500 anni i progressinel comprendere la naturasono stati maggiori di quelliper capire economia e socie-tà. Forse sono più complesse,in quanto prodotto sia del-l'intelligenza che della irra-

zionalità umana: due elementichiave che non siamo riusciti adecodificare pienamente. For-se sarà necessario un linguag-gio matematico più avanzatodi quello che gli economistiusano oggi nei loro modelli, ene abbiamo alcuni sintomi nel-lo sviluppo delle teorie dellacomplessità. Ma in ogni casoabbiamo molte prove dei limitinel comprendere i fenomenisociali che l'eccessiva fiducianei modelli matematici tradi-zionali ha generato.

Un esempio divertente ri-guarda il credit crunch del2008. In occasione della sua vi-sita alla London School of Eco-nomics, la Regina Elisabettadomandò come mai così pochieconomisti avevano compresol'incombere della crisi finan-

ziaria e quei pochi erano rima-sti inascoltati.

A seguito di un forum dallaBritish Academy su questo te-ma, Tini Besley, un membrodel Comitato per la politicamonetaria della Bank of En-gland e lo storico Peter Hen-nessy, riassumono in una lette-ra alla Regina i punti centralidella discussione.

La più importante causadella mancata previsione dellacrisi era a loro parere da im-putare al «fallimento dell'im-maginazione collettiva di mol-ti brillanti economisti nelcomprendere la portata glo-bale dei rischi finanziari»; ac-corgersi dell'arrivo del creditcrunch avrebbe richiesto lacapacità di «scrutare l'oriz-zonte» (horizon scanning),

una capacità che è del tuttodifferente da quella di fareprevisioni con modelli formali,che ha componenti culturalied istituzionali. La sfida, se-condo i due studiosi, riguardala capacità di comprendere lediscontinuità, sviluppandouna cultura in cui nessuna as-sunzione venga accettata sen-za discussione critica.

Un esempio altrettanto si-gnificativo viene dallo studiodei processi di innovazione. Conla consueta profondità intellet-tuale, Schumpeter descrive l'at-tività innovativa osservandoche «dal punto di vista dell'os-servatore che è in pieno posses-so di tutti i fatti rilevanti, questaattività viene pienamente com-presa ex-post, ma praticamen-te non può mai essere compre-

sa ex-ante, cioè non può essereprevista applicando le regolenormali di inferenza dai fattipreesistenti».

Sembra una contraddizionein termini ma non lo è. L'osser-vatore è come un giocatore discacchi mediocre che sfida ungrande maestro: non riesce aprevedere le strategie del suoavversario, che gli appaiono deltutto inattese, anche se le capi-sce bene dopo che sono state at-tuate... e che ha perso la partita.

Tra noi - modesti giocatoridi scacchi - e la società e l'eco-nomia in cui operiamo c'è ungap di competenze. Per ridur-lo, e formare buoni economistie manager, occorrono creativi-tà, autonomia intellettuale,spirito innovativo. Sono capa-cità che si alimentano con lo

studio della psicologia, dellastoria, della politica e che dan-no apertura mentale e visione.

Nella mia esperienza di que-sti anni alla Luiss ho visto uncambiamento radicale nellamentalità degli studenti: oggicercano una elevata qualifica-zione che consenta di inserirsiin contesti internazionali, con laconsapevolezza che le profes-sioni evolvono notevolmente edanche le posizioni di lavoro pos-sono non essere permanenti.

Sono le scienze umane chepermettono ai giovani di svilup-pare sempre di più la loro auto-nomia intellettuale, con l'essen-ziale aiuto della matematica.Solo così potranno diventarebuoni giocatori di scacchi.

*Rettore dell'università Luiss,Roma

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$ Visti da Iontuiio

di Massimo Gaggi

Quei costosi atenei Usadai risultati scarsi

ra i tanti guai elettorali che affliggonoHillary Clinton, spunta anche unaspecie di universitygate: da un'indagine

sul reale valore del sistema accademico Usaordinata da Obama, emerge che le universitàamericane, molte delle quali sono tra lemigliori del mondo, costano troppo rispettoalle possibilità offerte ai loro studenti diaccedere a posti di lavoro ben retribuiti. Unproblema acuto soprattutto per le accademieprivate «for profit» che si sono moltiplicatenegli ultimi anni: istituzioni dal marketingaggressivo che promettono una secondachance a chi non è riuscito a laurearsi intempo negli atenei pubblici. O a chi fa unlavoro modesto avendo solo il diplomaliceale, e vorrebbe migliorare. Chi ascoltaqueste sirene viene da una fascia della,popolazione mediamente più vulnerabile e areddito più basso. Spesso si accolla un debitoscolastico insostenibile mentre questi istitutidanno titoli di scarso valore. A volte, poi,svaniscono addirittura nel nulla. Irepubblicani hanno scoperto che uno diquesti gruppi, Laureate InternationalUniversities, di Baltimora, ha dato negliultimi cinque anni ben 16,6 milioni di dollaria Bill Clinton per il suo servizio come«cancelliere onorario» (più alcuni milioni didonazioni alla Clinton Foundation). LaLaureate non è uno degli istituti al centro discandali, ma i suoi costi sono assai elevati e irisultati accademici modesti: meno dellametà dei sui allievi riesce a rimborsare iprestiti di studio e in alcuni college delgruppo meno di un terzo degli iscritti arrivaalla laurea. Non che la conquista del sospiratopezzo di carta risolva i problemi: solo il 58 percento di chi ha conseguito un titolo, dopo ioanni guadagna più della media dei diplomatidelle scuole medie superiori. Questo, però, èun problema di tutto il sistema accademico.Negli Usa le università, abilissime a investire aWall Street, spremere gli ex alunni,raccogliere donazioni, faticano a trovare datisul valore dei loro titoli studio sul mercato dellavoro.

Così ci ha pensato il governo che,abbandonato il tentativo di fare classifichebasate sulla qualità dell'insegnamento, si èmesso a studiare cosa accade ai laureati diecianni dopo. Chi esce dalle migliori accademie,da Stanford ad Harvard, certamente ha unvantaggio, ma basta scendere appena di ungradino per trovare atenei che costano quantoquelli al top (anche 7o mila dollari l'anno) macon metà dei laureati che dopo dieci anni nonriescono a guadagnare più dei 25 mila dollaril'anno incassati, in media, dal diplomato diun liceo.

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Università Pagina 17

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Per le Casse di previdenzal'autonomia parte dal 2007Casse autonome dal 1° gennaio 2007 . È da tale data,infatti, che le riforme previdenziali hanno efficacia insenso peggiorativo nel calcolo della pensione dei pro-fessionisti. P~ no, perché i professionisti godono diuna tutela pensionistica massima grazie all'obbligo delpieno rispetto del principio del pro rata. A ribadirlo èla sentenza n. 18136 dalle sezioni unite della Corte dicassazione, depositata il 16 settembre. Affrontando laquestione di un ragioniere in pensione dal 2008 , la pro-nuncia afferma i seguenti due principi in riferimentoall'epoca di maturazione della pensione.

Fino al 31 dicembre 2006 . Nel regime dettato dalla leggen. 33511995 , prima delle modifiche apportate dalla leggen. 296 del 2006 (legge finanziaria del 2007), quindi conriferimento alle pensioni maturate prima del 1° gennaio2007, la garanzia costituita dal principio cosiddetto delpro rata ha carattere generale e trova applicazione anchein riferimento alle modifiche in peins dei criteri di calco-lo della quota retributiva della pensione e non già unica-mente con riguardo alla salvaguardia, ratione temporis,del criterio retributivo rispetto al criterio contributivointrodotto dalla normativa regolamentare delle casse diprevidenza (nel caso specifico la cassa dei ragionieri, mail principio vale per tutti gli enti previdenziali).

Dal 1° gennaio 2007. Diversamente, per le pensioni ma-turate da partire dal 1° gennaio 2007 trova applicazionelo stesso regime dettato dalla legge n . 33511995 ma conle modifiche introdotte dalla legge n. 29612006 (leggefinanziaria del 2007 ). Modifiche che prevedono che glienti previdenziali (le casse professionali) emettano iprovvedimenti necessari alla salvaguardia dell'equilibriofinanziario di lungo termine, «avendo presente» (e nonpiù rispettando in modo assoluto ) il principio del prorata in relazione alle anzianità già maturate rispettoall'introduzione delle modifiche derivanti dagli stessiprovvedimenti; e comunque tenendo conto dei criteri digradualità e di equità fra le generazioni , con espressasalvezza degli atti e delle deliberazioni in materia pre-videnziale già adottati dagli stessi enti e approvati daiministeri vigilanti prima del 1° gennaio 2007 (data dientrata in vigore della legge n . 29612006).

Carla De Lellis

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Il - . I criteri dopo l'abolizione della tariffa

Compensi congruiin base alla notadei colleghi uscentiw il presidente del collegiocontinua a essere il motore del-l'organo; a lui spetta la convoca-zione e normalmente la conser-vazione del libro. Le riunioni sidevono svolgere almeno ogni 9ogiorni, ma si tratta di un termineindicativo non essendo soggettoad alcuna sanzione.

Con la scomparsa le tariffeprofessionali si è inoltre reso ne-cessario anche un aggiornamen-to della norma n. 1.5 in materia diretribuzione , prevedendo che ilsindaco candidato all'incaricovaluti l'adeguatezza del com-penso proposto dall'assembleainbase all'ampiezza e complessi-tà dell'incarico, considerandoanche il documento riassuntivodelle attività espletate redattodal collegio uscente.

A tal fine è prevista la predi-sposizione di una "nota informa-tiva" da trasmettere alla societàprima della scadenza dell'incari-co per consentire ainuovisonda-ci di valutare l'impegno che saràrichiesto per l'attività di vigilan-za e la partecipazione alle riunio-ni degli organi sociali, sulla basedella entità e della natura del la-voro svolto dal collegio uscentee tenendo conto delle dimensio-ni, della complessità e delle altrecaratteristiche dell a società. Par-ticolare attenzione anche dapar-te del sindaco unico, cui è richie-sta un'attenta valutazione dellamisura del compenso rispetto al-la professionalità, esperienza eimpegno richiesto.

Per il funzionamento del col-legio sindacale vi è piena auto-nomia organizzativa. Il collegiosindacale può prevedere una ri-partizione delle attività all'in-terno dell'organo, ad esempioaffidando, anche in considera-zione delle esperienze profes-sionali e competenze possedu-te, a un componente lo svolgi-

mento di specifiche attività, chesono successivamente oggettodi esame collegiale.

La norma i.6 in tema di cessa-zione precisa che nell e Srl, laddo-ve venga modificata la composi-zione dell'organ o di controllo (dacollegiale a monocratico), Il col-legio restain caricafino alla natu-rale scadenza del mandato. Inol-tre, nel caso in cui venga menol'obbligo di nomina del collegiocollegato all'ammontare del ca-pitale sociale, le norme confer-mano che la delibera che prendeatto della decadenza del sindacoex lege, debba essere approvata

Nel passaggio di consegnele indicazionidi eventuali criticitàPer le Srl confermatoil ruolo del Tribunale..........................................................................

dal Tribunale affinché il giudicepossa verificare anche l'assenzadelle altre circostanze che im-pongono la presenza dell'organodi controllo exarticoio2477, com-ma3. Viene meno lanecessità delvaglio dell'organo giudicanteladdove il sindaco decaduto pre-senti spontanee dimissioni.

Con la norma i.7 trova la sua di-sciplinaancheilpassaggio dicon-segne tra professionisti chiamatiaricoprire l'incarico: H dovere deineo nominati divigilare sulla pre-gressa gestione non sussiste perogni fatto accaduto antecedente-mente alla nomina, bensì solo acondizione che le gravi irregola-rità possano essere rilevate a po-steriori nel corso della program-mata attività di vigilanza.

N.C.V.Mar.

0 RIPRODD ZIO NE RISERVATA

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i USTI

Oggi a Napoliconvegno sul jobs actPer fare il punto dellasituazione sull'applicazione egli effetti per le imprese dellariforma del lavoro, oggiNapoli ospita il primo dei treconvegni nazionaliorganizzato dal consiglionazionale dei Dottoricommercialisti e degli Esperticontabili, presso il GrandHotel V esuvio, dalle 14 alle 19.I prossimi appuntamentiavranno luogo nel corso del2016 al Centro e al Nord Italia.

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I . Eletto il nuovo presidente della «World agronomists association»

Agronomi mondiali, Sisti leaderAndrea Sisti è stato eletto ie-

ri presidente dell'associazionemondiale degli agronomi,l'Amia-Waa. L'elezione all'una-nimità è avvenuta ieri durante ilVI Congresso mondiale dellaWord agronomists association(Waa) che si conclude oggi e chesi è svolto ad Expo. Sisti suben-tra alla spagnola Maria CruzDiaz Alvarez eletta nel 2008 e ri-confermata nel 2012.

Andrea Sisti, alla guida delConsiglio dell'ordine dei dot-tori agronomi e dei dottori fo-restali dal 2008, ha già chiaroun obiettivo da raggiungere:«Lavoreremo per portare unasede dell'associazione mon-diale a Roma all'interno dellaFao». Ma non è tutto. Il nuovodirettivo della Waa- tra cui an-che il neo eletto segretario ge-nerale Mattia Busti- vuole pun-tare sulla formazione profes-sionale intutti Paesi del mondoe sulla comunicazione e per ot-

Presidente Waa. Andrea Sisti

tenere risultati concreti intempi "brevi" saranno caden-zati incontri più frequenti de-gli organismi direttivi e assem-bleari dell'associazione. Per-ché, spiega Sisti «dobbiamo di-ventare interlocutori sui temidi nostro interesse nell'agenda

politica dei singoli Governi».La Waacontaoltreunmilione

di professionisti nel mondo, hafra gli associati anche due mem-bri continentali: l'Associazionepanamericana degli ingegneriagronomi cil Cedia- Confedera-zione europea degli agronomi.

Nata nel 1996 l'Associazioneha l'obiettivo di unificare le basidella professione a livello mon-diale condividendo competen-ze, conoscenze e metodologied'intervento; risponde a questoscopo la carta mondiale degliagronomi consegnata ieri al mi-nistro e condivisa da tutti imembri della Waa. Ogni quat-tro anni gli associatisi ritrovanoa un congresso mondiale, que-st'anno eccezionalmente l'in-contro è stato anticipato di unanno per farlo coincidere conExpo. Nel 2019 l'appuntamentoè a Paranà, in Argentina.

Fe. Mi.RI PRO D DZIO NE RISE RVATA

Agronomi Pagina 21

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Inpgi, elezionifissate a fine febbraioLe elezioniper il rinnovo degliOrgani Collegiali dell'lnpgi -gestione principale e gestioneseparata- si terrannonell'ultima settimana difebbraio 2016.

Giornalisti Pagina 22

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Il nuovo progetto del Cupi realizzato con la fondazione Opifi,cium

Nasce il Centro studi 2 .0Sviluppo di ricerche ad hoc per la categoria

asce il Centro Studi 2.0dei periti industriali.Un nuovo organismorealizzato dal Consi-

glio nazionale con lo strumentotecnico della Fondazione Opifi-cium, a sua volta braccio opera-tivo del Cnpi nato, tra le altrecose, proprio «per promuovere,coordinare e sviluppare ricerched'interesse della professione diperito industriale e istituire eorganizzare centri studi, grup-pi di lavoro». Efficienza, qualitàe semplificazione sono le parolechiave del nuovo soggetto cheaspira a essere uno strumen-to snello e flessibile capace diportare avanti i diversi temid'interesse della professionedi perito industriale puntandoa un principale obiettivo: unnuovo riconoscimento socialedel professionista.

Proprio per questo la sceltadella sua guida ha impegnatoper alcuni mesi i vertici delCnpi, che con il supporto di unasocietà di reclutamento, hannodeciso per Ester Dini, espertadi mercato del lavoro e profes-sioni, che per anni ha seguitoil qualità di responsabile delsettore lavoro e rappresentan-za al Censis. Il nuovo Centrostudi, che nasce da un'idea a

lungo coltivata dalla categoriae ulteriormente sollecitata dalcongresso straordinario di no-vembre 2015, avrà finalità diricerca, analisi e confronto ditutte le tematiche inerenti laprofessione, senza dimenticar-ne gli aspetti giuridici, sociali,economici e culturali. L'attivitàdovrà quindi essere finalizzataad approfondire le capacità diconoscenza, interpretazione eprevisione dei fenomeni gene-rali di sviluppo della profes-sione a medio e lungo termine,senza perdere di vista gli obiet-tivi immediati della categoria.Il Centro studi fungerà inoltrecome organo di consulenzatecnica del Consiglio e dei suoiorgani e contestualmente do-vrà curare l'acquisizione delladocumentazione (testi, atti ealtro) utili all'esercizio della

professione.Il materiale raccolto sarà il

fondamento della bibliotecadei periti industriali accessi-bile online a tutti gli iscritti.Ma non solo, perché l'azionedel Centro studi si attuerà neiconfronti dell'intera categoria,con l'obiettivo di essere unsupporto progettuale e opera-tivo all'avviamento di iniziati-ve destinate non solo al Cnpi,ma anche ai collegi provincialie alle federazioni di collegiterritoriali. «L'impegno», haspiegato Ester Dini, «è di ac-compagnare i periti nella sfidache hanno davanti per gli annia venire, supportandone la cre-scita e il rinnovamento, tramiteun'attività di ricerca e analisiflessibile e operativa, che a par-tire dagli scenari normativi e dimercato, possa contribuire in

modo fattivo all'elaborazionedelle strategie e delle politichedi valorizzazione della profes-sione». «Con la costituzionedel Centro studi», ha aggiuntopoi Andrea Prampolini presi-dente della Fondazione Opi-ficium, «rispondiamo a unasollecitazione precisa che ci èarrivata dai delegati al Con-gresso e che abbiamo raccoltoimmediatamente con favoreed entusiasmo. Il mondo delleprofessioni e i periti industria-li, in particolare, sono in unadelicata fase di evoluzione esono convinto che questo Cen-tro studi, insieme a tutte leiniziative che abbiamo messoin campo, servirà a indirizzareil cambiamento a nostro favo-re. Abbiamo gettato le basi peruna nuova fase di sviluppodella categoria».

Piazza Barberini a Roma , dove ha luogo la sede del Cnpi

Pagina a curaDELL'UFFICIO STAMPA

DEL CONSIGLIO NAZIONALE

E DELL'ENTE DI PREVIDENZA

DEI PERITI INDUSTRIALI

E DEI PERITI INDUSTRIALI LAUREATI

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Periti industriali Pagina 23