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Block Notes n.5 /1 Block Notes SICUREZZA: INTERVENTI POST-ALLUVIONI PER IL RIPRISTINO DI STRADE E INFRASTRUTTURE Sergio Barosso 5 Federazione Regionale degli Ordini degli Ingegneri della Liguria

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Block Notes n.5 /1

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sicurezza: interventipost-alluvioniper il ripristinodi strade e infrastrutture

Sergio Barosso

5

Federazione Regionale

degli Ordini degli Ingegneri

della Liguria

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Atti & Bollettino di informazione degli Ordini degli Ingegneri della Liguria

sicurezza: interventi

post-alluvioni

per il ripristino

di strade e infrastrutture

Sergio Barosso

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Premessa

Negli ultimi anni si sono manifestati, con una frequenza crescente, fenomeni alluvionali che hanno determinato seri fenomeni di instabilità a carico delle infrastrutture viarie e delle re-lative pertinenze.

In particolare, nell’autunno degli anni 2013-2014 la Liguria è stata una delle regioni più colpite da fenomeni alluvionali che hanno causato ingenti danni.Le risorse necessarie per il completo ripristino della situazione precedente sono notevoli e le ammi-nistrazioni regionali e statali, complice una sfavorevole congiuntura economica, non hanno avuto la possibilità di far fronte alle reali necessità.Le amministrazioni che gestiscono le infrastrutture viarie come i Comuni, le Città Metropolitane, le Regioni e lo Stato, devono affrontare difficoltà economiche rilevanti e sfruttare al meglio le scarse risorse economiche a disposizione.Il presente documento illustra gli interventi strutturali e di regimazione idraulica ottimali per affron-tare le più comuni tipologie di dissesto, evidenzia le caratteristiche tecniche salienti tra cui i costi standardizzati e riporta un accenno alle fonti di finanziamento sostenibili.Inoltre descrive anche i criteri di prevenzione dei dissesti che, se adeguatamente programmati sulla base di uno studio approfondito delle criticità, che include considerazioni di natura idrologica, geo-logia, geotecnica e strutturale, consentono di ottenere risparmi notevoli, nell’ordine del 90–95% dei costi da sostenere qualora le amministrazioni dovessero affrontare interventi di ripristino.Questa pubblicazione è indirizzata principalmente ai tecnici degli enti pubblici, ma può costituire un riferimento anche per i liberi professionisti e uno strumento per indirizzare le scelte degli ammini-stratori pubblici.

Le cause più ricorrenti dei fenomeni di instabilità delle infrastrutture viarieNegli ultimi decenni, soprattutto durante la stagione autunnale, si è verificato un significativo in-cremento dei danni a carico delle infrastrutture stradali, conseguenza di una importante variazione della risposta idrologica dei bacini idrografici. Variazione dovuta non solo ad un aumento della piovo-sità, ma anche all’uso del suolo, che ha visto diminuire drasticamente la manutenzione dei territori montani e collinari, un tempo interessati da attività agricole, e di conseguenza degli alvei e degli impluvi naturali.Nel corso degli ultimi 50 anni, in particolare, la percentuale di suolo impermeabile è triplicata, pas-sando da circa il 2% a circa il 6%.Si è quindi determinato un notevole incremento del coefficiente di deflusso, il quale a sua volta causa pericolose variazioni della risposta idrologica dei bacini di ogni dimensione.Bisogna inoltre considerare che le infrastrutture, soprattutto quelle di non recente realizzazione, risultano interessate da difetti costruttivi, ovvero da modalità esecutive non ottimali che, pur non es-sendosi evidenziate in periodi passati poco piovosi, le rendono comunque vulnerabili all’aumentare delle piovosità, come si è potuto osservare recentemente.Di conseguenza, le patologie più frequenti che colpiscono le viabilità e le relative pertinenze, a se-guito di precipitazioni intense o persistenti, si possono sommariamente riassumere come segue:- scoscendimenti e frane localizzate nei pendii ubicati a monte della sede stradale (vedi figura 1);- fenomeni di corrivazione ed erosione nel pendio a monte della strada (vedi figura 2);- franamento del ciglio di valle della carreggiata stradale (vedi figura 3);- colate detritiche torrentizie, che determinano ostruzioni degli attraversamenti idraulici (vedi figura 4);La notevole massa d’acqua circolante in concomitanza con i fenomeni alluvionali, genera un aumen-to delle pressioni neutre nella coltre superficiale (la quale nel territorio ligure ha spesso una matrice limo–argillosa) e un contemporaneo decadimento delle proprietà meccaniche di quest’ultima. Ne derivano pertanto dei fenomeni di cinematismo e movimentazione di una parte significativa di coltre, che può estendersi anche all’infrastruttura stradale, minacciandola sia da monte che da valle (con potenziali di frane di scivolamento, crollo o colamento che potrebbero costituire una seria mi-naccia per la sicurezza della circolazione).

SICUREZZA: INTERVENTI POST-ALLUVIONI PER IL RIPRISTINO DI STRADE E INFRASTRUTTURE

AutoreIng. Sergio [email protected]

Block Notes n. 5Supplemento al n. 3 marzo 2015del mensile A&B – Atti e Bollettino di informazione degli Ordini degli Ingegneri della Liguriadella Federazione degli Ordini degli Ingegneri della Liguria

Presidente Maurizio MicheliniEditore: Nuova Grafica LPProgetto Editoriale: Agenzia ABA NewsReg. Tribunale di Genova n. 64 del 25 marzo 1949 – Anno LXVIin attesa di variazione periodicitàDirettore responsabile Gianfranco SansalonePubblicato in edizione Pdf su www.federazioneingegneri.liguria.itProvider http://sites.google.com

Laureato in ingegneria civile geotecnica a Genova nel 1993, l’ing. Sergio Barosso ha svolto dapprima attività professionale di progettazione e direzione lavori di opere di ingegneria civile e geotecniche. Successivamente, si è occupato della gestione di appalti di opere pubbliche, nel cui ambito ha ricoperto, nell’arco di 18 anni, ruoli sia tecnici di carattere gestionale sia operativi, per conto di diverse pubbliche amministrazioni. È stato anche consulente dell’autorità giudiziaria per accertamenti di natura tecnico-specialistica. Negli ultimi anni ha pubblicato diversi articoli sulla rivista ordinistica “Atti e Bollettino”, oltre a un altro Block Notes (il n. 2/2014 “Appalti pubblici e opere strategiche: l’applicazione della nuova normativa antimafia”) e ha tenuto alcuni seminari di natura tecnica. Attualmente è membro del Consiglio di disciplina dell’Ordine provinciale di Genova.

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Alcune soluzioni tipologiche per i più comuni esempi di dissesto

Rilevato stabilizzante al piede - La soluzione è inerente ad una stabilizzazione con creazione di un ri-levato al piede e conseguente tombinatura dell’eventuale rivo presente, che consente di ricavare un’area di pertinenza della sede stradale utilizzabile, ad esempio, come parcheggio. Nel caso in cui l’edificazione non insista su un corso d’acqua, la fattibilità dell’opera dal punto di vista costruttivo ed autorizzativo si semplifica decisamente.La tombinatura può essere realizzata con una tubazione circolare a piastre multiple in lamiera di acciaio ondulato e zincato, di diametro opportuno, assemblata a pie’ d’opera, con un tratto interrato ed uno, successivo, a cielo aperto. Questa soluzione diventa quasi obbligata per zone difficilmente accessibili con mezzi pesanti. La struttura dell’attraversamento della sede stradale può essere re-alizzata anche con elementi prefabbricati in calcestruzzo armato, oppure con calcestruzzo armato gettato in opera.La scarpata del rilevato può essere ottenuta, per un migliore inserimento paesaggistico, mediante una sistemazione del terreno di riporto con terre rinforzate, tramite la realizzazione di una sezione rettan-golare con fondo in materassi tipo Reno e argini in gabbioni. In questo tratto, è bene prevedere diversi salti di fondo per raccordare la quota alla quale viene a giorno il tombino circolare, con quella naturale del rio a valle dell’intervento, dove è opportuna la realizzazione di una scogliera in massi ciclopici.La soluzione consente di limitare la copertura del Rio fino al superamento della sede stradale e la-sciare a cielo aperto la restante parte dell’opera idraulica di raccordo con il rivo esistente.Sotto l’aspetto della funzionalità idraulica, l’inserimento del tombino circolare di diametro opportu-no, può consentire di manutenere con estrema facilità l’attraversamento, intervenendo agevolmen-te all’interno di quest’ultimo con mezzi meccanici. Viene quindi scongiurata l’eventualità di dover rimuovere accumuli di materiale all’interno dei gradoni, che costituirebbe un costoso intervento di manutenzione per garantire l’efficienza dell’opera. Il rilevato di sostegno della sede stradale, stabilizzato a valle con la formazione di gradoni rea-lizzati in terra rinforzata con geosintetici, permette di riprendere eventuali terrazzamenti esistenti nell’area d’intervento, migliorando l’inserimento ambientale dell’opera e garantendo la salvaguardia dell’aspetto paesaggistico del luogo.Il costo standardizzato di infrastrutturazione può essere indicativamente assunto in circa € 45,00–55,00 al metro cubo, escluse le spese tecniche e gli oneri IVA. Il costo elevato può trovare giustifica-zione qualora l’amministrazione abbia in programma altri interventi che comportino la produzione di ingenti quantità di materiale di scavo, che potrebbe essere riutilizzato nei limiti previsti dalla nor-mativa vigente in materia di riutilizzo di terre e rocce da scavo (DL 9/2013, convertito con Legge n. 98 del 9 agosto 2013. Deliberazione della Giunta Regionale della Liguria n. 1423 del 15 novembre 2013).Figura 3. Franamento del ciglio di valle dell’infrastruttura stradale

Figura 1. Scoscendimenti e frane localizzate nel pendio a monte della di una infrastruttura viaria

Figura 2. Fenomeni di corrivazione ed erosione nel pendio a monte dell’infrastruttura viaria

Figura 4. Colata detritica di un rivo che ha determinato l’ostruzione del tratto tombato e il conseguente straripamento del corso d’acqua ai danni della sede stradale

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In Liguria, dal punto di vista autorizzativo, questa tipologia di opere è disciplinata dal regolamento regio-nale n. 3/2011, secondo il quale le inalveazioni e le deviazioni dell’alveo non sono in genere consentite, a meno che:- siano previsti come misura necessaria in un progetto complessivo ed organico, finalizzato alla messa in sicurezza del corso d’acqua;- insistano su corsi d’acqua di origine naturale, classificati come “reticolo minuto” ai sensi del suddetto regolamento;- si tratti di corsi d’acqua di origine artificiale, quali canali di bonifica, ma solo a determinate condizioni;- si tratti di abbancamenti di materiale litoide sciolto superiori a 300.000 mc e di discariche di rifiuti, sempre sotto determinate condizioni meglio viste nel citato regolamento;- le opere costituiscano ampliamento di abbancamenti esistenti, il cui volume complessivo risulti su-periore a 300.000 mc o di discariche di rifiuti in esercizio, sempre sotto determinate condizioni meglio viste nel citato regolamento.Inoltre, il regolamento regionale disciplina le dimensioni minime della sezione di deflusso in relazione all’ampiezza del bacino sotteso dal corso d’acqua.Sebbene non in contrasto con il regolamento regionale n. 3 del 2011, questa tipologia di interven-to necessita attente valutazioni. La procedura autorizzativa potrebbe essere complessa, in relazione all’estensione del bacino ed alle problematiche idrauliche specifiche.In più, il peso che si andrebbe ad aggiungere su un pendio non deve compromettere la stabilità del pendio interessato dall’intervento.

Ripristino con terra rinforzata con creazione di un modesto ampliamento della sede stradale - L’intervento, descritto nelle figure seguenti, è analogo a quello del precedente paragrafo e si differenzia da quest’ultimo solo per la minore invasività, in quanto realizza solo un modesto ampliamento delle sede stradale.Di seguito si riporta, a titolo indicativo, un esempio di pla-nimetria e di sezioni tipologiche d’intervento. Dal punto di vista economico, i costi sono paragonabili a quelli della soluzione precedente e si riducono notevolmente qualora non vi sia la presenza del corso d’acqua.Analogamente al caso precedente, anche questa tipologia di intervento potrebbe necessitare di una procedura au-torizzativa complessa e di opere di stabilizzazione lungo il versante a causa della eventuale acclività del pendio e delle caratteristiche meccaniche del suolo.

Figura 8. Rilevato stabilizzante al piede. Tecnologia costruttiva

Figura 5. Rilevato stabilizzante al piede. Foto aerea opera finita.

Figura 6. Rilevato stabilizzante al piede. Planimetria

Figura 7. Rilevato stabilizzante al piede. Sezione in asse rivoFigura 9. Ripristino con terra rinforzata creando un modesto ampliamento della sede stradale

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Ripristino con terra rinforzata senza ampliamento della sede stradale - La soluzione è molto simile alla precedente, ma non si realizza un ampliamento nella sede stradale. La terra rinforzata viene utilizzata al solo fine di ricostituire, in maniera più fedele possibile, il profilo del pendio.I costi sono inferiori a quelli dell’intervento del rilevato stabilizzante al piede. Quindi si suggerisce di adottarla con cautela e solo a seguito di una attenta analisi di stabilità dei versanti, supportata da una adeguata campagna di indagine geologica e geognostica.Qualora i coefficienti di sicurezza scaturiti dall’analisi di stabilità del pendio non risultino soddi-sfacenti, il piede dell’opera potrebbe richiedere un’azione di stabilizzazione, come ad esempio una platea in calcestruzzo armato fondata su pali e rinforzata con ancoraggi.In questo caso, i costi sarebbero destinati ad un incremento non trascurabile, che potrebbe anche portare all’adozione di una soluzione differente e più economica.Nella figura 12 si riporta un esempio di intervento.

Figura 12. Ripristino con terra rinforzata senza ampliamento della sede stradale. Planimetria

Come alternativa alle opere di stabilizzazione dei versanti o in sinergia con esse, per ovviare ad even-tuali problematiche di stabilità dei rilevati impostati sui versanti, si potrebbe ricorrere, in casi di parti-colare complessità tali da giustificare l’incremento dei costi che ne derivano, alla tecnica del “rilevato alleggerito”, facendo uso, in alternativa, di:- inerti leggeri quali argilla espansa;- elementi di alleggerimento in polistirene espanso sinterizzato- elementi di alleggerimento costituiti da tubi me-tallici a piastre multiple in lamiera ondulata.

Figura 13. Ripristino con terra rinforzata senza ampliamento della sede stradale. Sezione

Stabilizzazione mediante cordolo impostato su fondazioni indirette - L’intervento costituisce una tipologia ricorrente soprattutto sulle strade frazio-nali, che sono spesso gestite da amministrazioni comunali. Nel corso degli anni ha quasi del tutto sostituito quello che un tempo era considerato un intervento di elezione, nei casi di instabilità del ci-glio di valle della strada: il muro di sostegno.La realizzazione di un nuovo muro di sostegno stra-

dale o di sottoscarpa, a seguito del franamento del ciglio stradale, necessita quasi sempre della realizzazione di una pista di accesso alla quota di imposta della fondazione. Questo comporta la necessità di sbancamenti rilevanti. Questo apre la problematica di come sostenere il fronte di scavo a tergo del muro in costruzione, il quale superata l’altezza di 1–1,5 metri, richiede l’uso di strutture provvisionali di protezione che potrebbero rivelarsi molto costose, come ad esempio una paratia di micropali.La soluzione del cordolo su micropali, che si può in genere realizzare a partire dalla sede stradale, risulta molto più efficace ai fini della garanzia della sicurezza della circolazione e degli operatori ed evita la realizzazione di costose opere provvisionali.Figura 11. Ripristino con terra rinforzata creando un modesto ampliamento della sede stradale. Sezione tipologica

longitudinale.

Figura 10. Ripristino con terra rinforzata creando un modesto ampliamento della sede stradale. Sezione tipologica trasversale

Figura 14. Esempio di intervento con cordolo realizzato su micropali.

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Una descrizione esemplificativa delle fasi costruttive di questa tipologia di intervento potrebbe es-sere la seguente:- Approntamento di cantiere stradale, dotato di opportuna segnaletica e avente area logistica ubicata

nella piazzola un poco più a valle della zona d’intervento;- Esecuzione di una doppia fila di micropali di fondazione, eseguiti a rotopercussione e con perfora-

zione a vuoto della zona che ospiterà successivamente il cordolo in c.a. Questi elementi sono dotati di armatura tubolare in acciaio, in genere S355. Un diametro di perforazione molto diffuso è il 180 mm. riempita con successivo getto di malta cementizia. Una misura indicativa dell’interasse dei micropali della fila di valle è di circa 70–100 cm, mentre quelli della fila di monte potranno avere, a seconda delle risultanze dei calcoli statici di dimensionamento e verifica delle opere, un interasse maggiore orientativamente di 140-160 cm e anche un’inclinazione rispetto alla verticale di 15–20 ed anche 25%.

L’interasse trasversale delle due file di micropali ha valori che possono in genere variare tra 60 e 100 cm. I micropali di fondazione devono la loro capacità portante ad una opportuna lunghezza di immorsamento nel substrato roccioso sano e competente che potrebbe variare, a seconda delle caratteristiche meccaniche di quest’ultimo, dai 3 ai 6 metri.

a realizzazione di una sola fila di micropali è sconsigliabile, a meno che non venga affiancata alla realizzazione di tiranti di ancoraggio, realizzando così una vera e propria paratia berlinese. Tuttavia con gli spessi problemi di accessibilità a valle che comporta il muro di sostegno, il sistema resi-stente avrebbe una eccessiva deformabilità e sarebbe idoneo a resistere alle sollecitazioni di uno spessore assai modesto di coltre instabile.

Se, a causa di determinate stratigrafie si temesse un fenomeno di svuotamento del terreno a tergo della paratia di micropali, si potrebbe rendere necessaria la riduzione dell’interasse dei micropali. In questo caso, i costi sarebbero destinati ad aumentare significativamente.

Si può ovviare all’inconveniente realizzando una struttura di placcaggio di fronte alla paratia, simile a quella evidenziata in figura 15, ottenuta ancorando ai micropali anteriori un’orditura metallica op-portunamente dimensionata. La struttura di placcaggio deve essere dotata di un adeguato numero di barbacani.

- Scavo a sezione ristretta della sede stradale previo taglio della pavimentazione con disco diaman-tato;

- Trasporto e smaltimento in discariche autorizzate del materiale di risulta secondo le vigenti norme in materia ambientale;

- Possibile riutilizzo in loco, ai sensi dell’art. 185 del D.Lgs. 152/2006, per la rinaturalizzazione della scarpata, di una parte delle terre e rocce precedentemente escavate;

- Esecuzione di un cordolo testa pali in conglomerato cementizio armato, eventualmente dotato di

Figura 15. Esempio di intervento con cordolo realizzato su micropali. A sinistra, è riportato un esempio di struttura di placcaggio che evita lo svuotamento del terreno a tergo dei micropali

Figura 17. Esempio di intervento con cordolo realizzato su micropali. Alternativa dell’impalcato impostato su file di pali parallele. Prospetto della struttura.

uno sbalzo carrabile, opportunamente solidarizzato ai micropali di fondazione;- Realizzazione della nuova pavimentazione stradale in conglomerato bituminoso, mediante ricarica

sull’esistente e creazione di opportune pendenze;- Installazione di barriera di sicurezza metallica a difesa del ciglio di valle.Il costo orientativo per metro lineare di questa tipologia di opere può essere assunto tra i 3.000 ed i 4.000 euro per metro lineare d’intervento, con costi variabili in ragione della stratigrafia, idrologia e caratteristiche geomeccaniche dei terreni interessati.Una metodologia alternativa consistente nella realizzazione di un impalcato in calcestruzzo armato, fondato su file parallele di pali trivellati analoghi a quelli descritti in precedenza, può essere realiz-zata quando il substrato è reperibile ad una profondità non elevata.L’impalcato è del tutto analogo a quello di un ponte, ma i costi sono meno elevati, in quanto non vi sono particolari oneri di casseratura e di ponteggiatura. Le luci delle campate non sono in genere elevate (circa 3 o 4 metri).La presente tipologia costruttiva può anche essere implementata su file di pali doppie e con una

Figura 16. Esempio di intervento con cordolo realizzato su micropali. Alternativa dell’impalcato impostato su file di pali parallele. Planimetria.

geometria non rettilinea, come nell’esempio che segue. I micropali a tergo possono essere realizzati con un’inclinazione rispetto alla verticale, per facilitare l’assorbimento di sollecitazioni trasversali all’impalcato.Adottando questa tipologia strutturale, ove le condizioni del sito lo consentano, si può ottenere un ri-sparmio dell’ordine dei 1.000–1.500 euro per metro lineare, rispetto a quella illustrata in precedenza.

Figura 18. Esempio di intervento con cordolo realizzato su micropali. Alternativa dell’impalcato impostato su file di pali parallele di pali contigui. Planimetria.

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Implementazione del metodo osservazionale - In situazioni geologicamente ed idrogeologicamente molto complesse può essere opportuno il ricorso al metodo osservazionale. Consiste nel dimensionare opportunamente una soluzione progettuale e nel testarne l’efficacia con un monitoraggio del versante e delle opere, prevedendo una soluzione integrativa qualora il primo approccio non si riveli risolutivo.Il metodo osservazionale, in realtà usato da sempre in situazioni geologiche e geotecniche molto com-plesse, è stato inserito nelle Nuove Norme Tecniche sulle costruzioni del gennaio 2008.Può essere ad esempio usato nei casi in cui vi siano fondate ragioni per ritenere che la risoluzione di un movimento franoso possa avvenire semplicemente con delle opere di drenaggio del versante, evitando il ricorso ad opere di sostegno rigide (muri di controripa), deformabili (paratie berlinesi in genere intiranta-te) o miste, che risulterebbero molto onerose.In effetti, le frane sono dei fenomeni di instabilità che trovano la causa scatenante nella presenza di acqua, ossia nella circolazione idrica, sia superficiale che (soprattutto) profonda.La semplice minimizzazione della circolazione idrica, con opportuni interventi di regimazione idrauli-ca, potrebbe riportare i coefficienti di sicurezza del pendio e quindi dell’infrastruttura stradale a valori accettabili e tranquillizzanti, conseguendo notevoli risparmi economici senza rinunciare minima-mente alle esigenze della sicurezza, della circolazione ed alla salvaguardia della pubblica incolumità.Scendendo più nel dettaglio, il metodo osservazionale è applicabile nei casi in cui a causa della particolare complessità della situazione geotecnica vi siano ragioni di incertezza risolvibili solo in fase costruttiva. In queste circostanze, la progettazione può essere basata su questo metodo, che consente una significativa diminuzione dei costi. Nella sua applicazione si deve seguire il seguente procedimento: - individuazione dei limiti di accettabilità dei valori di alcune grandezze rappresentative del compor-tamento del complesso opera–terreno. L’esempio più semplice consiste nel pensare a delle limita-zioni di spostamenti che possono essere eventualmente determinati con semplici rilievi topografici con una opportuna cadenza temporale;- dimostrazione dell’adeguatezza della soluzione prescelta in rapporto a tali limiti; - individuazione delle soluzioni alternative, congruenti con il progetto, e definiti i relativi oneri eco-nomici; - definizione del sistema di monitoraggio in corso d’opera, tale da consentire tempestivamente

l’adozione di una delle soluzioni alternative previste, qualora i limiti indicati siano raggiunti.Di seguito, si riporta un possibile semplice esempio, consistente nella stabilizzazione di un movimento fra-noso con un sistema di drenaggi eseguiti nel pendio a monte della sede stradale. E inoltre anche una sche-matizzazione grafica dell’intervento.

IPOTESI DI PARTENZA- Esecuzione di drenaggi profondi;- Progettazione, autorizzazione ed esecuzione opere minime (sostituzione attraversamento, stabilizzazione del pendio a valle e esecuzione di drenaggi profondi a monte).

MONITORAGGIO- Campagna geognostica;- Monitoraggio topografico attraverso lettura da posizione stabile di mire e target type posti nel pendio e lungo la strada comunale.

EVENTUALI MODIFICHE PROGETTUALI NEL CASO DI UNA SUPERFICIE DI SCORRIMENTO PROFONDA- Infittimento del sistema di drenaggio (da eseguirsi secondo uno schema prestabilito ed oggetto di specifica progettazio-ne);- Ricorso ad opere di stabilizzazione del versante (da eseguirsi secondo uno schema prestabilito ed oggetto di specifica pro-gettazione).

Muro di controripa - Per evitare il franamento di porzioni più o meno consistenti di materiale proveniente dal pendio di monte sulla sede stradale, un intervento diffuso è quello della realizza-zione del muro di controripa.A monte del muro di controripa è sempre bene realizzare un opportuno fosso di guardia per regimare le acque provenienti dal pendio, che devono essere convogliate nel più vicino attra-versamento idraulico.Si riporta un esempio di muro di sostegno realizzato con una mensola stabilizzante sul lato di monte. La mensola consente di minimizzare gli scavi e di conseguenza l’impatto dell’opera sul territorio e anche i costi dell’intervento.

Aspetti economiciNella fase di valorizzazione economica delle opere progettate, occorre fare riferimento ai vigenti prezziari della zona in cui si eseguiranno i lavori. È fondamentale tenere presente l’aspetto relativo alle fonti di finanziamento, che potrebbe comportare l’esigenza di ricorrere a prezziari particolari.Questo è il caso, ad esempio, che si è verificato per gli inter-venti finanziati a valere sul piano di sviluppo rurale 2007–2013, i cui computi metrici, coerentemente con le previsioni della deliberazione di Giunta regionale n. 140 del 15 febbraio 2008, sono stati redatti utilizzando in via prioritaria il vigente “Prez-zario regionale di riferimento per opere di miglioramento fondia-rio e interventi in ambito forestale”.In Liguria è assai diffuso l’uso del “Prezziario regionale delle opere edili”, edito dall’Unione regionale delle Camere di Com-mercio.Tuttavia, bisogna segnalare la presenza, specie per le opere infrastrutturali, dei listini delle ex amministrazioni provinciali, tra i quali si cita il “Prezziario dei lavori in economia delle opere stradali” edito dalla Provincia di Genova, che ha il pregio di

Figura 19. Esempio di intervento con cordolo realizzato su micropali. Alternativa dell’impalcato impostato su file di pali parallele di pali contigui. Prospetto

Figura 20. Esempio di intervento con cordolo realizzato su micropali. Alternativa dell’impalcato impostato su file di pali parallele di pali contigui. Sezione trasversale.

Figura 21: Sezione tipologica del muro di controripa e relative sistemazioni idrauliche (cunetta stradale alla francese e fosso di guardia a tergo).

Figura 22: Sezione tipologica del muro di controripa con mensola stabilizzante.

Figura 23. Sezione trasversale tipologica paratia berlinese

Figura 24. Prospetto tipologico di paratia berlinese

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essere semplice e conciso, in quanto i prezzi elementari risultano raggruppati per tipologia di opera e consentono di snellire notevolmente le fasi di computazione e di contabilizzazione.

La Prevenzione dei dissesti delle infrastrutture stradaliCome si è già visto nella parte introduttiva, un fattore di vulnerabilità delle infrastrutture viarie, soprattutto di quelle più datate, è costituito da modalità esecutive non ottimali. Tra queste ultime, quelle che possono recare maggiore pregiudizio sono la non idoneità oppure la mancanza di opportu-ne opere di regimazione idraulica, che rappresentano una vera ed efficace difesa dai pericoli naturali.Fossi di guardia a monte dei muri di controripa, cunette ai bordi delle scarpate di monte o delle opere d’arte, opportune pendenze trasversali della sede stradale, arginelli ed embrici a protezione delle scarpate di valle, attraversamenti della sede stradale, caditoie per l’allontanamento delle acque verso i ricettori finali: queste sono le opere, dal costo di investimento decisamente basso, che sono in grado di evitare fenomeni di collasso del corpo stradale che darebbero luogo a costi superiori ad-dirittura di un ordine di grandezza.La figura 25 illustra le tipologie più ricorrenti di opere di difesa del corpo stradale.

Basti pensare, ad esempio, che una cunetta triangolare con aletta di protezione del versante com-porta dei costi in genere inferiori ai 200 euro per metro lineare, mentre un cordolo su pali a seguito del franamento del ciglio di valle può costare, indicativamente, dai 3.000 ai 4.000 euro per metro lineare (il costo è comunque variabile e legato alla stratigrafia, all’idrologia ed alle caratteristiche geomeccaniche degli ammassi che caratterizzano il sito).Un’attenta programmazione di opere di regimazione idraulica e di difesa del corpo stradale, su base pluriennale e basata su un accurato studio che definisca le priorità d’intervento in base ad analisi di rischio basate su considerazioni di natura geologica, geotecnica, idrologia ed idraulica, ha la poten-zialità di poter giungere fino al limite superiore di riduzione dei costi di manutenzione delle infrastrutture viarie del 90%.Le opere di regimazione idraulica devono essere frutto di un attento dimensionamento, che nasce dalla definizione del bacino d’influenza delle stesse e che utilizza in genere le formule tipiche del moto uniforme, con le note correlazioni di Gauckler - Strickler o di Chezy, per esempio.Per quanto attiene gli attraversamenti dei corsi d’acqua significativi, si tenga presente la necessità di acquisire, in caso di adeguamenti o nuove costruzioni, il nulla osta da parte dell’autorità preposta alla difesa del suolo, nel rispetto delle leggi vigenti e delle norme degli eventuali piani di bacino ap-provati e vigenti.

Fonti di finanziamento degli interventiLa possibilità di ottenere finanziamenti da parte degli enti territoriali e delle stazioni appaltanti in genere, è legata alla disponibilità di progetti degli interventi necessari. Il comune denominatore delle possibili fonti di finanziamento è costituito dalla valutazione di merito dei progetti che vengono presentati per l’ammissione alle varie tipologie di contributo.Una fonte di finanziamento che negli ultimi anni ha trovato largo consenso tra gli enti territoriali delle zone esterne alle aree metropolitane è il Piano di Sviluppo Rurale, strumento che in genere si sviluppa su scala pluriennale e che investe una serie differenziata di obiettivi.Si veda, ad esempio, il Piano di Sviluppo Rurale 2007–2013, il quale comprende tra le possibili misure, anche la “costruzione, ripristino e miglioramento di strade di uso collettivo a servizio di terreni agricoli e forestali”, che si affiancano ad altre misure di carattere più strettamente correlato all’agricoltura. Secondo lo strumento, gli Enti ai quali le domande di aiuto potevano essere indirizzate - prevedendo comunque una compartecipazione del beneficiario al finanziamento, in misura variabile tra il 10 ed il 20% - erano l’Ispettorato Agrario della Regione oppure la stessa amministrazione regionale.

Figura 25. Alcune delle possibili opere di protezione della sede stradale.

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