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BINARIO ZEROColonizzazione del viadotto ferroviario
Lambrate Bovisa
Rossella Destefani
Gennaro Postiglione
Corso di Laurea Specialistica in Architettura
Facoltà di Architettura e Società
Politecnico di Milano
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Primavera 2008
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indice km 0 Introduzione
km 1 Viadotto Lambrate Bovisa
km 2 Esplorazioni
Km 3 Binario Zero: infrastrutturazione
Km 4 Binario Zero: 6 volte 100
Km 5 Binario Zero: zoom in
Km 6 Binario Zero: vegetazione
Km 7 Bibliografia
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km 0
La diffusione sul territorio urbanizzato di viadotti è
tale da non poter più essere considerata un
fenomeno trascurabile.
E' nelle grandi metropoli, dove lo sviluppo tecnico dei
trasporti si e affiancato all'espansione della
costruzione urbana, che si è arrivati ad accettare una
sovrapposizione delle infrastrutture della mobilità al
suolo naturale. I viadotti sono portatori di una
estraneità che affascina, mai del tutto condannabile,
capace di coniugarsi con panorami e tessuti urbani e
di reintrodurre in città elementi di unità, di sorpresa,
imprevisti, scarti di scala.
Dimensioni, forme, proporzioni rigorose, materiali
trasmettono una continuità e una solidità che gli
edifici non riescono più a possedere.
Se nella loro parte superiore,come giunti di un
sistema di scorrimenti infinito, sono la sede
privilegiata di ciò che meglio rappresenta il mondo
urbano contemporaneo, cioè il traffico, in quella
inferiore ricordano condizioni di extraterritorialità, di
mancanza di controllo, di illusoria assenza di
proprietà, paradossalmente vicine a quelle che nel
passato erano prerogative dei luoghi naturali o
selvaggi.
La costruzione delle infrastrutture ha determinato
nelle città infatti molti luoghi marginali, aree di
origine residuale estranee alle uniformanti logiche di
una qualsiasi pianificazione, ma tali da consentire
l'appropriazione casuale e l'utilizzo provvisorio del
suolo, riuscendo ad accogliere attività disparate e usi
non programmati, pratiche spontanee e marginali
dipendenti dalla loro capacità poetica e dalle loro
possibili configurazioni.
Sono luoghi che potremmo definire difficili, affetti da
diversi stadi di degrado che si r itrovano
periodicamente in stato di abbandono e che spesso
rivestono il ruolo di margine in quanto sospesi tra
differenti ambiti urbani.
Proprio questa condizione di luogo residuale,
Introduzione
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sottratto alla programmazione o alla progettazione
definitiva, riporta in molti degli spazi attraversati dai
viadotti, una rilevante vitalità.
Come è possibile intervenire nella complessità
multiscalare di luoghi caratterizzati dalla presenza di
un contenitore infrastrutturale? Come l' attitudine
all'occupazione spontanea dei suoli coperti dai
viadotti può diventare base per una strategia di
intervento? Come interpretare, piuttosto che
annullare, quei processi di trasfigurazione che le
infrastrutture hanno ormai messo in atto sull'identità
urbana?
Nel panorama della città di Milano, il viadotto
ferroviario Lambrate Bovisa è una barriera monolitica
a grande scala che attraversa per 8 km le zone
settentrionali e in parte orientali della metropoli.
Lungo l'infrastruttura ferroviaria si intesse una
strategia di intervento negli spazi interstiziali
esistenti tra viadotto e suoli, tra viadotto ed edifici,
tra viadotto e paesaggio.
Nello spazio di ogni giorno il progetto tenta di
approfittare di ciò che è anonimo per creare una
risonanza tra ambiti urbani e domestici, tra registri
culturali e naturali, per dare avvio a nuove forme di
immaginazione della città e fare da catalizzatore dei
cambiamenti ambientali.
L'oggetto è un infrastruttura di spazio quotidiano che
include la natura, fatta di marciapiedi e piste ciclabili,
i l l u m i n a z i o n e , p a n c h i n e , a t t r e z z a t u r e e
piantumazioni e che ha il potenziale di creare
coesione tra luoghi urbani estesi e frammentati e di
predisporre spazi per attività eterogenee e
spontanee.
E' concepita a diverse scale, in relazione sia con ambiti
urbani allargati che con le diverse identità locali.
Attraverso la comprensione delle specifiche identità
degli spazi e degli elementi disgreganti si vuole
tentare di promuovere non solo la crescita, ma anche
il recupero e la rigenerazione dei sistemi sociali e
naturali esistenti.
L'eterogeneità spaziale, il disturbo, le dinamiche del
frammento, l'elasticità, i gradienti, le emergenze
portano a una strategia di progetto multivalente in
grado di rivolgersi al paesaggio contemporaneo.
Il paesaggio urbano non è considerato come
semplice attrezzatura ricreativa o attrazione visiva
ma come parte integrante della città, una forza
presente, attiva e trainante, agente di rigenerazione.
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km 1
Il sistema ferroviario milanese formatosi a partire dagli anni
quaranta dell ‘ottocento ha subito numerose modifiche e
integrazioni nel corso del secolo scorso che hanno portato
alla formazione di linee a raso, soprelevate e interrate.
I tratti di ferrovia sopraelevati costituiscono circa un terzo
dell’ intero impianto (26 km) e sono pertanto una forte e
costante presenza nella città.
Il viadotto Lambrate Bovisa si sviluppa per 8 km nella parte
settentrionale della città rappresentando una barriera
continua che segna e influenza il territorio urbano.
Il contenitore infrastrutturale è definito in primo luogo dalla
sezione che varia per ampiezza e tipo.
Sezione a muro, sezione a muro scavato, sezione ad arco,
sezione a terrapieno si alternano mantenendo un’ altezza
media di 8m.
L’ampiezza del viadotto varia notevolmente determinando
tunnel di attraversamento da 100 a 10 metri di lunghezza.
I punti di attraversamento dell’ infrastruttura sono
numerosi e prevalentemente dedicati al traffico veicolare
che ne determina una difficile percorrenza per pedoni e
ciclisti.
Lungo il viadotto si incontrano diversi modelli di città e tre
importanti poli universitari che contribuiscono in maniera
significativa a rendere vivace e attiva la porzione di
territorio considerata.
Alla base della linea ferroviaria esistono una serie di spazi
abbandonati, occupati più o meno temporaneamente,
terrain vague, luoghi marginali, non considerati.
I suoli coperti dal viadotto con sezione ad arcone sono gli
unici a essere parzialmente utilizzati.
Tali spazi, adibiti ad officine e depositi, rivelano la naturale
predisposizione del manufatto ad essere qualcosa di più
che un semplice contenitore di flusso.
La città sembra aver imparato a convivere con indifferenza
con il viadotto nonostante questo abbia una massa
notevole e abbia influenzato lo sviluppo dell’edificato .
L’infrastruttura costituisce una presenza anche a livello
uditivo. I treni scorrono a livello dei primi piani degli edifici
che spesso si sviluppano a cortina lungo la linea ferroviaria.
Viadotto Lambrate Bovisa
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km 26
km 40
km 12
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km 2
Il viadotto ferroviario Lambrate Bovisa attraversa la parte
settentrionale della città incontrando zone dalle
caratteristiche eterogenee per tipo di abitanti, di
frequentatori, di costruzioni e per elementi di interesse.
Una prima esplorazione è stata effettuata percorrendo gli 8
km in treno.
Il viaggio, interrotto dal passaggio obbligato per la stazione
centrale, è stato ripetuto più volte per poter osservare in
lato esterno e il lato interno della città considerando il
viadotto elemento barriera, muro che determina un dentro
e un fuori.
Si sono susseguite quindi diverse incursioni sotto e intorno
al viadotto che hanno portato alla scelta di 5 porzioni di
territorio urbano attraversate dal viadotto che
costituiscono 5 modelli di città, di viadotto, di edificato, di
vita urbana.
Le cinque aree scelte sono state messe a confronto
attraverso la determinazione di:
tipi di fruitore ( studenti, residenti, lavoratori, pendolari),
tipi di edifici (residenze, capannoni...),
elementi di interesse (stazioni feeroviarie, stazioni
metropolitana, luoghi per l’arte, poli universitari...).
Esplorazioni
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bo
vis
a
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pe
lle
gri
no
ross
i
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nig
ua
rda
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zara
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sarc
a
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gre
co
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pa
do
va
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lma
no
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km 3
Lungo il viadotto ferroviario Lambrate Bovisa viene
adottata una strategia di intervento che si intesse tra gli
spazi interstiziali esistenti tra viadotto e città andando a
puntare l’attenzione sui punti in cui edifici e ferrovia
arrivano quasi a toccarsi.
Si propone un intervento a sviluppo lineare per tutti gli 8 km
Lambrate e Bovisa che si accosta al viadotto su uno o su
entrambi i lati come a costituire uno o più nuovi binari.
Binario Zero attraversa l’intera zona nord della città e si
propone come trait d’ union strategico tra i poli universitari
di Città Studi, Bicocca e Bovisa.
Binario zero è essenzialmente un binario dedicato alla
mobilità leggera che si eleva sopra il livello normale del
suolo proponendo una nuova visione e fruizione della città.
Secondo un intervallo spazio- temporale in base al quale la
velocità media di un pedone è di 6 km/h e la velocità media
di un ciclista è di 20 km/h, si dimensiona un ’ infrastruttura
primaria.
Binario Zero nella sua forma più semplice è un percorso
ciclopedonale.supportato da elementi di servizio:
risalite
attraversamenti
punti di sosta
chioschi
wc
stazioni bicilette
L’infrastrutturazione di base viene affiancata da una
infrastrutturazione plus dettata dalle caratteristiche delle
aree che Binario Zero attraversa.
Trovano spazio stanze per la musica, mediateca, campi da
gioco, mercato coperto, palestra, scuola di danza,
produzioni video, sala lettura, giardino della musica,
residenze per studenti, skate park, solarium, orti, parco.
Si pensa che Binario Zero possa crescere nel tempo per cui
40000 mc vengono solamente predisposti all’ occupazione.
Binario Zero: infrastrutturazione
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spazio interstiziale
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infr
ast
rutt
ura
zio
ne
pri
ma
ria
infr
ast
rutt
ura
zio
ne
plu
s
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km 4
Per raccontare nelle sue fattezze architettoniche Binario
Zero sono state prese in considerazione sei porzioni di
viadotto della lunghezza di cento metri ciascuna.
Sono stati scelti tratti che potessero essere esemplicativi
per tipo di sezione di viadotto, per tipo di zona attraversata
dal contenitore ferroviario e per tipo di rapporto tra
infrastruttura e città.
Binario Zero è nella sua forma minima un corridoio verde
dedicato alla mobilità leggera e allo svago che a seconda
delle sezioni di viadotto e delle situazioni si allarga, si
ispessisce, sale, scende.
Un bosco verticale, un mur vegétal alla Patrick Blanc, che
funge anche da barriera antirumore, corre per tutti gli 8 km
offrendo un affaccio nuovo, silenzioso e verde agli edifici
che convivono con la ferrovia e la possibilità di muoversi e
sostare nel verde.
Binario Zero occupa gli spazi coperti dal viadotto,
predispone nuovi spazi e aumenta la superficie di suolo
coperto scavando il muro e il terrapieno e aggiungendo
piani orizzontali a sbalzo.
La struttura assume le sembianze di un organismo
parassitario che colonizza il contenitore infrastrutturale e
ne sfrutta la massa per mantenersi.
Una superficie dura continua costituita da elementi
prefabbricati si lacera per lasciare spazio anche sul piano
orizzontale a superfici verdi e si ispessisce per generare
luoghi di sosta e incontro.
Il sistema consente infinite combinazioni che permettono a
Binario Zero di rispondere alle diverse istanze con estrema
vivacità e di proporre eterogenei paesaggi a distanza di
poche centinaia di metri.
Binario Zero: 6 volte 100
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1x100
localizzazione
zona
tipo viadotto
altezza viadotto
superficie progetto
superficie verde
volume progetto
volume aperto
volume chiuso
funzione caratterizzante
km 0.6
muro
9 m
1300 mq
600 mq
2700 mc
2300 mc
1400 mc
lambrate
stanze della musica
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book-web.pdf 73book-web.pdf 73 2-07-2008 16:56:332-07-2008 16:56:33
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book-web.pdf 75book-web.pdf 75 2-07-2008 16:56:342-07-2008 16:56:34
book-web.pdf 76book-web.pdf 76 2-07-2008 16:56:342-07-2008 16:56:34
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2x100
km 1
muro
8 m
700 mq
1000 mq
1800 mc
1500 mc
350 mc
palmanova
ateliers
localizzazione
zona
tipo viadotto
altezza viadotto
superficie progetto
superficie verde
volume progetto
volume aperto
volume chiuso
funzione caratterizzante
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book-web.pdf 79book-web.pdf 79 2-07-2008 16:56:342-07-2008 16:56:34
book-web.pdf 80book-web.pdf 80 2-07-2008 16:56:352-07-2008 16:56:35
book-web.pdf 81book-web.pdf 81 2-07-2008 16:56:352-07-2008 16:56:35
book-web.pdf 82book-web.pdf 82 2-07-2008 16:56:352-07-2008 16:56:35
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3x100
km 1.3
muro scavato
7 m
2300 mq
1000 mq
8000 mc
3000 mc
5000 mc
padova
mercato coperto
localizzazione
zona
tipo viadotto
altezza viadotto
superficie progetto
superficie verde
volume progetto
volume aperto
volume chiuso
funzione caratterizzante
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4x100
km 3.3
arconi
9 m
1700 mq
250 mq
7000 mc
2500 mc
4500 mc
greco
residenze studenti
localizzazione
zona
tipo viadotto
altezza viadotto
superficie progetto
superficie verde
volume progetto
volume aperto
volume chiuso
funzione caratterizzante
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5x100
km 5.1
terrapieno
8 m
800 mq
1300 mq
6000 mc
6000 mc
-
niguarda
giardino
localizzazione
zona
tipo viadotto
altezza viadotto
superficie progetto
superficie verde
volume progetto
volume aperto
volume chiuso
funzione caratterizzante
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6x100
km 7.1
terrapieno
8 m
1000 mq
1500 mq
7000 mc
6500 mc
500 mc
bovisa
parco
localizzazione
zona
tipo viadotto
altezza viadotto
superficie progetto
superficie verde
volume progetto
volume aperto
volume chiuso
funzione caratterizzante
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km 5
Il sistema costruttivo base di Binario Zero tenta di rifarsi al
linguaggio tipico del sistema ferroviario.
Pilastri a traliccio mantengono la parete vegetale
antirumore e travature reticolari similari a quelle che
reggono i cavi delle linee ferroviarie sostengono i piani
orizzontali principali.
La sezione del viadotto a muro è quella più critica dal punto
in quanto il piano di Binario Zero è interamente a sbalzo.
Il sistema delle sedute è pensato per essere mobile, fisso e
assemblabile in diverse configurazioni che consentono tipi
di socialità differenti.
Le sedute singole possono essere posizionate a piacimento
degli utenti mentre le sedute multiple sono posizionate a
creare alcove, spazi di riunione, spazi di contemplazione.
Le sedute inoltre sono combinate in modo tale da
rispondere alle variegate tipologie di utenti e alle possibili
variazioni posturali.
Il sistema di illuminazione è costituito da un elemento base
continuo fluorescnte contenuto nel corrimano esterno del
bianario e da elementi puntuali che sono in forma di sfere
nella parte superiore e di barre nella parte inferiore.
Il sistema inoltre è arricchito da una serie di lanterne
colorate luminose costituite dagli spazi chiusi predisposti
lungo gli 8 km per accogliere le attività più disparate.
L’intento è quello di rendere anche nelle ore notturne
Binario Zero un elemento forte e riconoscibile nel
paesaggio urbano della città.
Binario Zero: zoom in
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seduta singola non fissa
seduta multipla fissa
seduta multipla fissa bassa
seduta multipla fissa alta
seduta multipla fissa doppia
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km 6
Il sistema del verde base è costituito da un bosco verde, un
muro vegetale su emtrambi i lati che offre un affaccio
rigoglioso sia per chi si trova su Binario Zero che per chi si
trova sui binari ferroviari.
La parete vegetale, alla Patrick Blanc, che al suo interno
presenta materiale isolante, costituisce una barriera
antirumore le cui prestazioni sono migliorate dalla
presenza della vegetazione, materiale isolante disponibile
in natura.
Appena le dimensioni di Binario Zero superano i 2,5m di
ampiezza la vegetazione entra a far parte del piano
orizzontale andando a sostituire tasselli della superficie
continua di calpestio.
Dove il viadotto si presenta con sezione a muro ed a arconi il
sistema del verde è un sistema pensile nel quale trovano
spazio speci vegetali di ridotte dimensioni.
Quando Binario Zero invece colonizza il terrapieno invece il
progetto del verde diventa più complesso e articolato per l’
aggiunta di piani verdi obliqui e per la possibilità di
impiegare qualsiasi tipo di pianta avendo a disposizione un
suolo di terra.
Sono state scelte speci appartenenti alla tradizione verde
locale che vengono combinate a formare prati fioriti, prati
umidi, boschi, prati verdi.
E’ la vegetazione che fornisce la gamma di colori di Binario
Zero che varia nel corso dell’ anno innumerevoli volte.
Binario Zero: vegetazione
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km 7
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Lia Aguzzi, Fabrizio Ciani, , Elisa Comoni,
Carmine de Chirico, Alessia Destefani, Giorgio Destefani,
Nica Fiorini, Giacomo Fugazza, Tiziana Gaiani, Paolo
Garzillo, Ilaria La Terra, Valentina Leporace, ,
Valentina Poggi, Davide Rapp, Clotilde Riboldi, Federico
Riboldi, Riccardo Riva, Elena Sirtori e il gruppo tesi di
Gennaro Postiglione hanno collaborato alla realizzazione di
Binario Zero.
Emilia Cicchetti
Chiara Novello
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