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Bianco e neroN a t u r a e s s e n z i a l e

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Il bianconero ci svela una natura diversa, nuova, originale. Occorre però sensibilità e competenza tecnica per interpretarla, come in queste splendide immagini di Roberta Pagano e Ioannis Schinezos.

Diversi generi fotografici sono stati este-samente esplorati in bianconero e, per alcuni, esso ne rappresenta il linguag-gio identificativo. Pensiamo alla street photography, ad esempio, o al ritratto. Eccezion fatta per il paesaggio, la natura è prerogativa quasi esclusiva del colore; piante e animali nel proprio ambiente sono stati fino a oggi ben poco rappre-sentati.Il colore, intendiamoci, è un elemento di grande importanza in natura. Sul colore si basano soprattutto i comportamenti ani-mali che riguardano la sfera riproduttiva; il piumaggio dei maschi di molti uccelli assume nel periodo degli accoppiamenti colori vivaci allo scopo di attirare l’atten-zione delle femmine.

Paesaggio di pianura,Serengeti, Tanzania. >> Dati di scatto: 1/1000s a f/6.7, ISO 400. Focale 12mm con Nikkor 17-35mm f/2.8 D ED-IF su Nikon D2X.

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Le colorazioni mimetiche consentono a predatori e prede di attuare ognuno la propria strategia: passare inosservati per avvicinare il più possibile il proprio ber-saglio, oppure confondersi con l’ambien-te e sottrarsi a occhi temibili. Un curioso esempio di comunicazione riguarda le cosiddette “colorazioni di avvertimento” attraverso le quali un animale informa potenziali predatori della propria perico-losità. Fondamentale è anche il ruolo del colo-re nell’universo delle piante, soprattutto nell’interazione tra fiori e insetti, van-taggiosa per entrambi: l’impollinazione, da una parte, e il nutrimento dall’altra. Anche se gli insetti hanno una visione diversa da quella umana, è pur sempre il colore a guidarne il comportamento. Le piante, a loro volta, nel corso di milioni di anni hanno evoluto strutture floreali ap-pariscenti e colorate in modo da attirare diverse specie d’insetti.Detto questo, la domanda è ovvia: per quale motivo il fotografo dovrebbe ab-

Albero d’ippocastano (Aesculus hippocastanum), Orto Botanico di Napoli. >> Dati di scatto: 1/125s a f/11, ISO 200. Focale 21mm con Nikkor 17-35mm f/2.8 D ED-IF su Nikon D300, treppiede.

Semi alati di acero (Acer sp.). >> Dati di scatto: 1/6s a f/22, ISO 320. Micro-Nikkor 200mm f/4 D ED-IF su Nikon D300, treppiede.

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bandonare la strada più ovvia per do-cumentare la vita naturale? Per quale motivo accantonare un elemento così importante come il colore a favore di una visione minimalista? La risposta ha mol-teplici sfumature. L’immagine monocromatica è essenziale, rigorosa, intima in un certo senso; pos-siede un linguaggio proprio e, pur man-tenendo una buona capacità descrittiva, comunica in modo differente rispetto al colore. Richiede una buona sensibilità non solo da parte del fotografo ma anche del “lettore” finale dell’immagine; è un rapporto piuttosto esclusivo, non adatto al grande consumo. Scopo del nostro articolo non è tanto quello di mostrare dettagliatamente ogni metodo di conversione colore-biancone-ro, ma condurre il lettore in un universo poco esplorato; aprire gli orizzonti ver-so una natura in cui l’emozione preval-ga sull’aspetto documentativo in senso stretto.

Vedere senza coloriSpesso si pensa che la scelta del bianco-nero sia una specie di “ultima occasione” per fotografie a colori non particolarmen-te riuscite. È un modo di procedere er-rato, anche se non esistono regole ferree a proposito: un’ottima immagine a colori potrebbe diventare un’insignificante im-magine monocromatica e, d’altro canto, una “debole” fotografia a colori può ac-quistare notevole impatto con un’attenta conversione. Le variabili sono diverse e non procedono in modo lineare: molto dipende dal sog-getto, dai suoi colori, dalla sua struttura, dallo sfondo (cromatismi, grado di sfoca-tura). A tutto questo devono essere ag-giunti particolari secondari ma piuttosto importanti, il cielo ad esempio. Il nitido e tagliente azzurro di una giornata sere-na diverrà con ogni probabilità un grigio piatto e senza spessore; occorrono attra-enti formazioni nuvolose per aggiungere tridimensionalità e forza nei paesaggi in

cui compaiono frazioni significative di cielo. Chi ha avuto occasione di approfondire il lavoro di alcuni fotografi americani del ‘900, soprattutto nel campo del paesag-gio, da Ansel Adams a Edward Weston, avrà rilevato che l’assenza del colore passa completamente in secondo piano. Questo è dovuto non solo alla perfetta padronanza del mezzo tecnico (ottica, inquadratura, filtratura, diaframma) ma anche - principalmente, direi - alla scelta del soggetto. Col tempo e l’esperienza si arriva a indi-viduare fin dall’osservazione diretta quale soggetto o inquadratura rappresenti un interessante soggetto monocromatico. Poiché ogni colore si converte in una de-terminata densità di grigio, può succede-re che colori diversi e contrastanti acqui-stino grigi similari non sufficientemente leggibili; non è detto, perciò, che un sog-getto multicolore porti necessariamente a una buona immagine monocromatica.

Alberi di salice (Salix sp.) nella nebbia, Delta del Po. >> Dati di scatto: 1/500s a f/10, ISO 200. Focale 55mm con Nikkor 24-70mm f/2.8 G ED su Nikon D800.

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Si deve puntare soprattutto su soggetti in cui forma, struttura e texture sovrasta-no il colore e non viceversa. Un vecchio albero dal tronco robusto e dalla com-plessa ramificazione può rappresentare un soggetto eccellente nel periodo inver-

Echinops sphaerocephalus. >> Dati di scatto: 1/100s a f/8, ISO 320. Micro-Nikkor 200mm f/4 D ED-IF su Nikon D300, treppiede.

A sinistra:Foglie di Cycas revoluta, Sudafrica. >> Dati di scatto: 1/50s a f/8, ISO 200. Focale 200mm con Nikkor 70-210mm f/2.8 G ED-IF VR su Nikon D300, treppiede.

nale quando rivela l’intera struttura; ma, in estate, la presenza del fogliame verde trasformerà drasticamente lo stesso sog-getto rendendolo poco adatto. Molte fotocamere dispongono della fun-zione “bianconero/monocromatico” e possono offrire una prima indicazione sulla validità della nostra scelta, anche se è preferibile non fidarsi completamente dalla visione sul monitor. Si può natu-ralmente riprendere lo stesso soggetto sia con conversione diretta dalla fotoca-

mera sia a colori per confrontarlo con la nostra elaborazione al computer. In linee generali comunque conviene ottimizzare la conversione dell’immagine in post-produzione.

TecnichePartendo da uno scatto a colori su file Raw, procediamo con la normale ottimiz-zazione. Personalmente, l’ultimo elemen-to che lascio sospeso rimane il contrasto; preferisco assegnarlo alla fine del proces-

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Fiore d’ipomea(Ipomoea tricolor). >> Dati di scatto: 1/60s a f/8, ISO 200. Micro-Nikkor 200mm f/4 D ED-IF su Nikon D200, treppiede.

Fiore di Leucospermum oleifolium, Sudafrica. >> Dati di scatto: 1/13s a f/5.6, ISO 200, Micro-Nikkor 200mm f/4 D ED-IF su Nikon D300, treppiede.

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so di conversione in bianconero quando è stato deciso definitivamente ogni altro intervento. Al fine di “preparare” l’imma-gine per il bianconero, alle volte occorre spingere oltre misura alcuni parametri; ad esempio, una saturazione cromatica oltre i valori consueti porta spesso a passaggi di grigio maggiormente strutturati.Esistono vie semplici e vie più comples-se per convertire un’immagine a colori. Due metodi piuttosto diretti, anche se non del tutto soddisfacenti, riguardano la completa desaturazione dell’immagine (in Photoshop: immagine > regolazioni > togli saturazione) e la conversione in scala di grigio (immagine > metodo > scala di grigio). Nel menù di Photoshop esiste anche la funzione bianco e nero (immagine > regolazioni > bianco e nero) con possibilità di variare le percentuali di 6 colori (rosso, giallo, verde, ciano, blu, magenta) oltreché aggiungere una deter-minata tinta nell’immagine. In tutti i casi si richiedono comunque ulteriori regola-zioni supplementari (livelli, curve…) per immagini finali soddisfacenti.Molto usato il metodo della miscelazio-ne dei canali rosso/verde/blu (immagine > regolazioni > miscelatore canale): si spunta la casella “monocromatico” e si varia a piacere le percentuali dei diversi canali fino ad arrivare al risultato deside-rato. La somma delle percentuali dovreb-be essere 100 o su un valore prossimo al fine di equilibrare ottimamente le aree chiare e quelle scure dell’immagine. Piuttosto rapido è il metodo della map-pa sfumatura (immagine > regolazioni >

Fiore di Cornus florida mosso dal vento. >> Dati di scatto: 1/4s a f/32, ISO 100. Micro-Nikkor 200mm f/4 D ED-IF su Nikon D200, treppiede.

mappa sfumatura) avendo l’accortezza di aver selezionato come colore di pri-mo piano il nero e come fondo il bianco; anche qui saranno necessari successivi interventi per ottimizzare il risultato (ad esempio, su livelli, curve, duplicazione di livello con applicazione di filtri, ecc.). I metodi ovviamente non sono unicamen-te questi; in rete vi sono eccellenti tutorial

che analizzano con minuzia molteplici modi di procedere. In alternativa, si pos-sono acquistare software dedicati che offrono conversioni rapide con versioni alternative della stessa immagine.

Testo e fotografie di Ioannis Schinezos

e Roberta Pagano

Gli autoriIoannis Schinezos e Roberta Pagano sono fotografi professionisti e pub-blicisti. Hanno nel proprio attivo numerosi libri tra cui “La fotogra-fia della natura – Arte & Tecnica”, Edizioni ADLE, Padova. Collaborano con diversi mensili europei che si oc-cupano di natura, geografia, scienza e fotografia. Il loro sito web è: www.naturalvisions.it