Berulle Le Grandezze Di Maria

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CARD. PIETRO DE BÉRULLE LE GRANDEZZE DI MARIA TRADUZIONE, INTRODUZIONE E NOTE DEL SAC. MAURILIO ANDREOLETTI SECONDA EDIZIONE VITA E PENSIERO MILANO NIHIL OBSTAT QUOMINUS IMPRIMATUR SAC. CAROLUS FIGINI, CENSOR DELEGATUS IMPRIMATUR IN CURIA ARCHEPISCOP., MEDIOLANI DIE XXVIII DECEMBRIS MCMXLIII CAN. DOMINICUS BERNAREGGI, VIC. GEN. SOMMARIO Avvertenza Introduzione

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CARD. PIETRO DE BÉRULLE

LE GRANDEZZE DI MARIA

TRADUZIONE, INTRODUZIONE E NOTE

DEL SAC. MAURILIO ANDREOLETTI

SECONDA EDIZIONE

VITA E PENSIERO

MILANO

NIHIL OBSTAT QUOMINUS IMPRIMATUR SAC. CAROLUS FIGINI, CENSOR

DELEGATUS

IMPRIMATUR

IN CURIA ARCHEPISCOP., MEDIOLANI DIE XXVIII DECEMBRIS MCMXLIII

CAN. DOMINICUS BERNAREGGI, VIC. GEN.

SOMMARIO

Avvertenza

Introduzione

Page 2: Berulle Le Grandezze Di Maria

SEZIONE I

VITA DI GESÙ

PARTE PRIMA

MARIA PRIMA DELL’INCARNAZIONE

I - Il Figlio di Dio promesso ed aspettato da quattromila anni, decide di

scendere dal Cielo su la terra onde compiere le sue promesse e le sue opere.

II. - La terra ha bisogno del Figlio di Dio - Qualità di Gesù ben diverse da

quelle dei monarchi che l'hanno preceduto.

III - La terra, attesa la sua iniquità, è indegna ed incapace di ricevere e

possedere il Figlio di Dio.

IV - Dio fa nascere, su la terra una Vergine rendendola degna di ricevere il

Figlio di Dio e di darlo al mondo.

V - Eccellenza della Vergine.

VI - Condotta ammirabile di Dio rispetto alla Vergine.

VII - Stato ed occupazione di Maria alla venuta dell'Angelo san Gabriele.

PARTE SECONDA

IL CONSENSO DI MARIA

VIII - Nome e qualità dell'Angelo mandato alla Vergine.

IX - Il turbamento della Vergine proviene dalle parole e non dalla presenza

dell'Angelo.

X - Umile disposizione della Vergine rispetto alle parole dell'Angelo

XI - La salutazione angelica e gli eretici. Ragione dello stupore di Maria.

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XII - Continua il discorso dell'Angelo, che mette la Vergine in una nuova

sollecitudine per la Sua verginità.

XIII - In difesa della Vergine accusata di mancanza di fede.

XIV. Sublimi parole dell'Angelo alla Vergine.

XV - Sublimi parole della Vergine e sue intime disposizioni

XVI. Ecce Ancilla Domini: Fiat mihi secundum verbum tuum.

XVII. Stato insigne della Vergine al termine del colloquio con l'Angelo.

PARTE TERZA

COMPIMENTO DEL MISTERO DELLA VERGINE

XVIII - Eccellenza e sublimità dell'opera che viene compiuta dopo le ultime

parole della Vergine

XIX - Elevazione a Dio ed alla Vergine.

XX - La persona dello Spirito Santo e la persona del Padre espressamente e

distintamente si applicano alla Vergine e all'opera della Incarnazione nella

Vergine.

XXI - L'Incarnazione opera insigne e sconosciuta al mondo.

XXII - Le tre Persone divine in questo mistero

XXIII - Come Dio si abbassi in questo mistero.

XXIV - Grandezze operate nel momento della Incarnazione.

XXV - Il Figlio di Dio umilia se stesso in questo mistero

XXVI – Intimità della Vergine con Gesù, deliziosa e continua.

XXVII – Occupazione di Gesù nella Vergine verso Lei stessa

XXVIII – Conclusione.

SEZIONE SECONDA

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ELEVAZIONE A DIO IN ONORE DELLA PARTE CHE HA VOLUTO DARE ALLA

VERGINE NEL MISTERO DELL'INCARNAZIONE CON LA SUA AZIONE IN LEI E

PER MEZZO DI LEI - CONSIDERAZIONI E PENSIERI

I - Grandezze del mistero della Incarnazione.

II - La Vergine è la persona più insigne dopo le Persone divine.

III - La Vergine forma un ordine e un mondo a parte.

IV - L'Eterno Padre e la Vergine uniti assieme dalla Persona del Figlio.

V - Vincoli ineffabili tra il Verbo e la Vergine.

VI - Offerta di se stesso alla Vergine, in qualità di schiavo, di Gesù in quanto è

sottoposto al potere materno della Vergine.

SEZIONE TERZA

CONSIDERAZIONI E PENSIERI SUI MISTERI DELLA SS. VERGINE

I - Infanzia di Maria.

II - L'Annunziazione.

III - Maria nell'Incarnazione.

IV - Vita di Gesù nel seno di Maria.

V - La Visitazione.

VI - Maria nella natività di Gesù.

VII - L'Epifania.

VIII - Presentazione di Gesù al tempio.

IX Fuga in Egitto - Vita a Nazareth.

X - Maria sul Calvario.

XI - Maria dopo la Risurrezione e l'Ascensione.

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SEZIONE QUARTA

LA DIVINA MATERNITÀ

PARTE PRIMA

PREGI

I - Dignità della Madre di Dio

II - Unione della Vergine con Gesù

III - Intimità di Maria con Gesù.

IV - Vita mistica di Gesù in Maria.

PARTE SECONDA

CONSEGUENZE DELLA DIVINA MATERNITÀ

I - La Madre di Dio.

II - Autorità di Maria sulle anime.

III - Maria corredentrice.

SEZIONE QUINTA

DEVOZIONE ALLA BEATA VERGINE

PARTE PRIMA

NECESSITÀ E CONVENIENZA

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I - Disegni di Dio sulla devozione della Vergine nella Chiesa - Perché la Vergine

comunemente viene chiamata Nostra Signora.

PARTE SECONDA

PRATICA

I - I tempi liturgici.

II - Tutti ad onore ed imitazione di Gesù e Maria

III - Avviso a Sacerdoti e Superiori.

IV - La divozione a Maria nella Congregazione dell'Oratorio

V - Suggerimenti e prevenzioni per le Carmelitane.

VI - Esempio del Card. De Bérulle

VII - Consigli del Card. De Bérulle alla Regina d'Inghilterra

VIII - Preghiera.

________________

AVVERTENZA

Il presente volume si pubblica quando il Sac. Maurilio Andreoletti ha chiuso gli

occhi alla vita mortale ed è stato chiamato da Dio a godere il premio della sua

vita operosa.

Tra le varie sue attività vi fu anche quella di tradurre opere ascetiche per porre

a servizio delle anime opere classiche scritte in altre lingue.

Tra queste traduzioni, dal Sac. Andreoletti preparate con intelligente cura, il

presente volume dischiude al lettore la conoscenza delle grandezze di Maria.

GLI EDITORI

INTRODUZIONE

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I - CENNI STORICI SUL CARD. DE BERULLE.

Pietro de Bérulle, «Maestro di molti Santi e Dottore di molti Dottori» come lo

chiama Enrico Bremond 1, nacque a Sérilly (Sciampagna) il 4 febbraio 1573.

Giovanissimo ancora si dedicò alle controversie coi Protestanti ed ottenne

strepitose conversioni. Ordinato sacerdote nel 1600, continuò ad esercitare il

suo apostolato con santo zelo ed ammirabile efficacia, a segno che i protestanti

ne avevano gran paura e si schermivano dal discutere con lui. È noto il detto

del Card. Duperron: «Se volete convincere gli eretici, conduceteli da me; se

volete convertirli, rivolgetevi al Vescovo di Ginevra (San Francesco di Sales);

ma se volete convincerli insieme e convertirli, inviateli a Pietro de Bérulle».

Prima ancora di essere sacerdote, era ricercato come direttore spirituale ed è

riconosciuto come uno dei più illuminati direttori di anime che il Signore abbia

dato alla sua Chiesa. Il Re Enrico IV volle elevarlo all’episcopato, ma dovette

desistere di fronte alla sua umiltà e diceva: «Osservate bene quest’uomo: è un

Santo; ha conservato la sua prima innocenza».

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1 Histoire du sentiment religieux en France, etc., vol. III, pag. 4.

Con la B. Maria dell’Incarnazione (Signora Acarie), sua cugina e sua discepola,

promosse l'introduzione in Francia delle Carmelitane, di quest'opera che portò

copiosissimi frutti, egli fu l'autore principale a costo di inaudite contraddizioni e

di gravissimi disturbi. Si dedicò poi alla direzione di quelle religiose, e vi

perseverò sino alla morte, non curandosi né delle fatiche né dei sacrifizi.

Nel 1611, Pietro de Bérulle fondò l'Oratorio di Francia sul modello di quello

stabilito in Roma da S. Filippo Neri. Questo Istituto ebbe subito vasta e decisa

influenza su la riforma del clero. A Pietro de Bérulle fecero capo tutte le

principali istituzioni sorte in Francia, nel XVII secolo, per la santificazione del

clero, sotto l'influenza di San Vincenzo de’ Paoli, del Bourdoise e, in seguito, di

Giovanni Olier.

Per la sua posizione sociale il Bérulle fu obbligato ad occuparsi degli affari dello

Stato, e venne creato Cardinale in seguito al buon esito dei negoziati da lui

condotti, presso la Corte di Roma, per il matrimonio della Principessa

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Enrichetta, figlia di Luigi XIII, col principe Ereditario d'Inghilterra. Membro del

Consiglio del Re, non esitò ad opporsi alla politica dell'onnipotente Card.

Richelieu quando la giudicò non conforme alla giustizia ed agli interessi della

Religione.

Morì santamente all'altare, il 2 ottobre 1629. San Francesco di Sales, suo

amico e confidente, disse: «Bérulle è tal uomo che vorrei rassomigliargli in

tutto». San Vincenzo de Paoli, suo discepolo, quando ne udì la morte, disse ai

suoi Preti della Missione: «Bérulle è uno dei più santi sacerdoti che io abbia mai

conosciuti».

La causa della sua beatificazione, appoggiata da oltre quaranta miracoli

giuridicamente provati, venne promossa dal P. Bourgoing, terzo superiore

dell'Oratorio, assieme a quella di San Francesco di Sales; ma venne sospesa

nel 1661, per l'opposizione del partito del Card. de Richelieu e principalmente

per gli intrighi dei Giansenisti, i quali vollero accaparrare a loro vantaggio il

nome di un uomo così eminente per la Santità, per la dottrina e per le opere

compiute. 1

2. - SUA DOTTRINA SU MARIA VERGINE.

Uomo straordinario sotto ogni rapporto, il Padre de Bérulle è riconosciuto come

un grande iniziatore; la sua dottrina porta l'impronta di una decisa originalità,

«egli non ebbe altri Maestri che la Scrittura e i Padri» 2. La sua dottrina su la

SS. Vergine presenta il medesimo carattere di originalità, e si può dire che egli

ha «rinnovato la divozione verso la Vergine» 3 col darle un impulso nuovo.

Benché ardente ed entusiasta, la sua divozione a Maria ha sempre per

fondamento la teologia, secondo il sua metodo di unire costantemente la pietà

ed il dogma.

Nel pensiero del Bérulle tutte le grandezze e tutti i privilegi di Maria derivano

dalla scelta che Dio fece di Lei per la cooperazione all'Incarnazione; è questa la

ragione per cui le tre Persone Divine hanno con Lei relazioni affatto speciali.

L’Eterno Padre la vuole come Sposa, quindi fin dall'eternità le prepara il

corredo di doni straordinari e la tratta poi con grande riverenza, aspettandone

il consenso

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1 Chi desiderasse più abbondanti notizie sul Card. De Bérulle, potrà trovarle

nell'Introduzione all'Elevazione su S. Maria Maddalena, Monza, Tipografia

Artigianelli, 1936.

2 BREMOND, op. cit., pag. 15.

3 Id., ibid., pag. 89. «Per darne la prova, aggiunge, basta dire che al Bérulle si

sono ispirati i più insigni propagatori di questa devozione nei tempi moderni,

come Giov. Olier. san Giovanni Eudes, il beato Grignion de' Monfort».

XIII

per compiere il grande Mistero. Il Verbo, lo vuole per Madre. Lo Spirito Santo

per sua cooperatrice.

Il Card. de Bérulle insiste continuamente su la dignità della divina Maternità;

né si cura delle ripetizioni, perché «sono pensieri così dolci che non può

lasciarli». Egli analizza e sviscera questo dogma fondamentale per la Vergine, e

ne deduce tutte le conseguenze gloriose per la Madre di Dio; quindi fa risaltare

principalmente il potere straordinario che le viene divinamente comunicato di

generare nella natura umana Colui che il Padre eternamente genera nella

natura divina; la verginità che trionfa nell'essere incorporata in un sì inaudito

mistero; - l’opera straordinaria che esaurisce, per così dire, la potenza divina; -

la vita (fisica e mistica) di Gesù in Maria, vita esposta dal pio Cardinale in

pagine particolarmente squisiti; - la parte che spetta a Maria nella Redenzione,

perché per mezzo di Lei l'Eterno Padre acquista potere sul Figlio suo, epperò gli

dà il precetto di morire per la nostra salvezza, poiché il Figlio non è dipendente

dal Padre se non come uomo e si fa uomo appunto per opera e consenso di

Maria: inoltre, perché Ella soffre con Gesù e incomincia a soffrire fin dal primo

istante, dell'esistenza di Lui nel suo seno; - l'esaltazione in Maria della persona

umana; «l'Incarnazione infatti è l'esaltazione della natura umana, la Vergine

Madre invece è l'esaltazione della persona umana»: Gesù non ha personalità

umana, e ciò mentre è una specie di umiliazione per la sua umanità è il

principio di tutta la sua grandezza, poiché è Dio appunto perché non è una

persona umana; ma nella divina Maternità la persona umana viene elevata alla

più alta dignità possibile in una semplice creatura.

Tale è la dignità di Maria che «al disopra non v'è che Dio»; non è inferiore che

a Dio, e la santità in Lei è pari alla dignità. Qui il Padre de Bérulle insiste su la

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XIV

unione singolare, perfetta ed intimissima di Maria con Gesù, e ne deduce pure

la conseguenza che la funzione da Maria è di dare Gesù alle anime. Il concetto

così sublime che il pio Cardinale ha della missione della Vergine e ch'egli

esprime in modo sempre dogmatico, non può certo contentarsi di una

divozione volgare e neppure semplicemente poetica e sentimentale: Egli vuole

una divozione sopratutto interna e spirituale ma anche esterna e sensibile, una

divozione che tenda alla pratica, alla consacrazione a Maria di tutta la nostra

vita e che per lui si risolvette nel voto di servitù a questa potente Regina e

dolcissima Madre.

3 - OPERE RACCOLTE IN QUESTO VOLUME.

In questo volume abbiamo raccolto 1 ciò che il Cardinale de Bérulle ha scritto

su Marie, Vergine e particolarmente, l'opera che porta il titolo di Vita di Gesù

che egli medesimo ebbe cura di pubblicare e nella quale sono condensate le

sue vedute su la Vergine e su l'Incarnazione, era questa la prima sezione di

una grandiosa vita mistica di Gesù, di cui egli aveva concepito il disegno, ma

che sgraziatamente non ebbe tempo di condurre a termine.

In secondo luogo diamo la traduzione della Elevazione a Dio in onore, della

parte che ha voluto dare alla Vergine Maria nel Mistero dell'Incarnazione,

operandolo in Lei e per mezzo di Lei. «In tutta la nostra letteratura mariana,

ha detto Enrico Brémond, non trovo nulla che meriti di essere preferito a

queste pagine che si direbbero

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1 Per le opere del Bérulle citiamo gli Opuscoli con la lettera O seguita, dal

numero che hanno nella raccolta del Migne; le Lettere, con la lettera L seguita

parimenti dal numero, e per il volume del Migne indichiamo la colonna.

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scritte ieri: Mi domando se sia possibile unire con più perfetta armonia la

tenerezza con la gravità, la teologia con la devozione, la dottrina con la poesia,

l'ingenuità con la grandezza. 1.

In terzo luogo abbiamo riunito vari frammenti sparsi negli Opuscoli di pietà che

il Fondatore dell'Oratorio, ha lasciato inediti e che erano materiale preparato

per la sua grande Vita di Gesù. Abbiamo inoltre spigolato nelle sue, Lettere,

raccogliendo vari gioielli che spontaneamente uscivano dalla mente e dal cuore

del piissimo direttore spirituale delle Carmelitane.

Ne risulta un trattato quasi completo, benché poco ordinato, su le grandezze

della Madre di Dio; il lettore, se con un po' di pazienza saprà prendere contatto

con le opere del Card. de Bérulle al primo aspetto un po' pesanti, non

mancherà di trovarvi un pascolo delizioso per la sua pietà verso la nostra

Madre celeste, perché sono i pensieri di un teologo eminente, dottissimo e

santo.

SEZIONE PRIMA

VITA DI GESÙ

PARTE PRIMA

MARIA PRIMA DELL’INCARNAZIONE

I.

IL FIGLIO DI DIO PROMESSO ED ASPETTATO DA QUATTROMILA ANNI, DECIDE

DI SCENDERE DAL CIELO SU LA TERRA ONDE COMPIERE LE SUE PROMESSE E

LE SUE OPERE.

Quattromila anni sono passati; la terra è tutta coperta d'iniquità. Anche la

Giudea, quel piccolo cantuccio del mondo che Dio aveva riservato per sé e

consacrato al sua onore, è immerso nel peccato. La terra non porta

dappertutto che peccatori e peccati; éppure è tempo che porti il Giusto e la sua

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giustizia; quel Giusto di cui parlano i Profeti; quel Giusto che si chiama

Dominus Justus noster: tre qualità distinte e ben notevoli; quel Giusto che è

nostro ad un titolo singolare e deve essere il nostro Giusto e il nostro Sovrano

Signore; il Giusto per eccellenza, l'unico Giusto, la cui giustizia deve

felicemente inondare la terra e, con un diluviò salutare, salvare i peccatori e

purificare l'universo col distruggere i peccati.

3

II.

LA TERRA HA BISOGNO DEL FIGLIO DI DIO. - QUALITÀ DI GESÙ BEN DIVERSE

DA QUELLE DEI MONARCHI CHE L'HANNO PRECEDUTO.

I. - Durante quel quattromila anni, quattro Imperi hanno governato il mondo e

il inondo è come seppellito nelle proprie rovine; tutto coperto di tenebre, dopo

tanto tempo non conosce ancora Colui che lo ha creato; quanto più va avanti,

tanto più si allontana dalla sorgente e si gonfia dell'errore e della vanità degli

idoli. I Grandi pensano alla propria grandezza e non al Grande dei grandi 1;

anzi pretendono di essere adorati come divinità, mentre il vero Dio è

misconosciuto da tutto l'universo. In tali tenebre e confusioni il mondo ha

bisogno di una luce più viva di quella del Sole che lo illumina e di una potenza

più augusta di quella del Cesare che lo governa. È tempo che la luce risplenda

sul nostro orizzonte; è tempo che l'Impero della pace e della salvezza venga

stabilito nel mondo; è tempo che Gesù compaia su la terra. Gesù è un sole

vivente, un re pacifico, un monarca spirituale, le sue conquiste sono le anime

dei popoli, i tributi che esige sono i loro voti e le loro adorazioni.

Nell'obbedienza a Gesù i popoli trovano la vera libertà, nella sua legge la vera

felicità, nel suo servizio la vera dignità. Lo scettro di Gesù è la Croce su la

quale Egli è morto per il suo popolo; le sue armi, lo Spirito del

_________________________

1 Grande dei grandi, Dio degli dei, Santo dei santi, Opera delle opere, ecc.,

sono ebraismi che equivalgono al superlativo: Supremo tra i grandi, Dio

supremo, Santo per essenza, oppure: Il luogo più santo, l'opera più insigne,

ecc.

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Signore e la parola di Lui; le sue vittorie, la liberazione dalla morte e dal

peccato per quelli che felicemente si lasciano vincere dalla sua santa potenza.

II. - Quale differenza tra Gesù ed i monarchi che l'hanno preceduto l Questi

avevano lo scopo di dominare: Gesù non ha altro scopo che di salvare; il loro

potere copriva la terra di orrore e di confusione: Gesù viene a riempirla di

grazie e di benedizioni; la loro potenza non durò che pochi anni e sopra un

cantuccio della terra; Gesù invece è Re dei secoli, si chiama il Principe

dell'eternità, e il mondo che a Lui sarà sottoposto non avrà più da cambiare né

d'impero, né di sovrano.

Gesù è un Re la cui potenza è eterna; ai Suoi sudditi Egli dona un'eternità di

pace. Gesù è un Re di cui l'impero nasce alla fine del quarto Impero, come dice

Daniele. e sussisterà eternamente. Gesù è un Re di cui il trono è il cielo; la

terra è lo sgabello dei suoi piedi, ed Egli deve dominare il cielo e la terra. È un

Re di cui lo Stato è nel cielo ed è la gloria di quelli che lo servono e lo adorano;

su la terra, l'opera di Gesù è la grazia del Creatore e la riunione dei popoli in

una medesima Chiesa.

III. - Gesù, pertanto è la gioia del cielo e la speranza della terra, l'oggetto

dell'aspettazione d'Israele e la felicità dei gentili; il desiderato dai popoli e il

liberatore che li salva dalle loro miserie, il mediatore tra Dio e gli uomini, il

riparato re dell'umana natura e il legislatore delle nazioni, l'onnipotente e il Re

della gloria: qualità insigni e ben necessarie per rimediare ai nostri mali.

Ma l'impero di Gesù deve venire dal cielo; orbene, i peccati della terra tengono

chiuso il cielo. I giusti hanno un bel grigare: Rorate coeli, desuper et nubes

pluant

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Justum; Cieli, spargete dall'alto la vostra rugiada, e le nubi facciano piovere il

Giusto (Is, XLV, 8). Il loro numero è troppo esiguo perché siano ascoltati;

troppo deboli sono i loro voti perché possano penetrare nei cieli.

III.

LA TERRA, ATTESA LA SUA INIQUITÀ, È INDEGNA ED INCAPACE DI RICEVERE

E DI POSSEDERE IL FIGLIO DI DIO.

Non vediamo noi come la terra sia indegna di ricevere e di possedere il Giusto?

È tutta coperta di abominazioni e d'idolatria; sempre più macchiata

dall'impurità, dalla bestemmia e dall'empietà; ha fatto divorzio dal cielo e

protesta audacemente, per bocca dei suoi migliori spiriti, che Dividum

imperium cum Jove Caesar habet; Cesare con Giove divide l'impero (Virgilio).

La terra quindi non conosce che Cesare, né riconosce il Dio del Cielo se non per

offenderlo; perciò attira sempre più sopra di sé, non già la misericordia, ma la

giustizia di Dio. Tuttavia, o bontà ineffabile!, fedele alla sua parola e costante

nelle sue misericordie, Dio vuole vincere l'ostacolo delle nostre indegnità,

compiere le sue promesse e adempiere la figura e le ombre della Legge. Colui

che è la grazia e la misericordia del Padre, il Figlio unigenito e il Verbo del

Padre, ha deciso di aprire, il cielo, scendere su la terra e parlare, agli uomini il

linguaggio degli uomini; vuole farsi uomo, Uomo e Dio tutt'assieme, vita,

salvezza, luce, pace tra Dio e gli uomini.

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IV.

DIO FA NASCERE SU LA TERRA UNA VERGINE RENDENDOLA DEGNA E CAPACE

DI RICEVERE IL FIGLIO DI DIO E DI DARLO AL MONDO

Affinché la terra sia degna di ricevere e di possedere il suo Dio, il Signore fa

nascere su la terra una persona distinta ed eminente, la quale non ha parte

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alcuna nel peccato del mondo ed è dotata di tali grazie e favori che persona

simile né mai si è vista, né mai si vedrà, né in cielo né in terra. Concepita

senza peccato e santificata fin dal primo istante della sua esistenza, fin d'allora

Ella gode dell'uso della ragione e della grazia; confermata nello stato

d'innocenza e d'immunità dal peccato 1, è elevata ad una grazia di tale

eminenza che l'ordine della grazia non ha visto mai nulla di simile; è tanto

perfetta in tutta la sua vita che ad ogni istante compie un nuovo progresso

nell'ordine di questa grazia straordinaria e singolare: questa Vergine, allo

stesso modo che le altre figlie

___________________________

(1) Notiamo come il Card. de Bérulle, condensando in poche righe, secondo la

sua maniera, tutta una teologia della Vergine Madre, insegni senza distinzioni

né esitanza, la perfetta santità di Maria fin dal primo istante della sua

esistenza. Afferma, infatti, che Maria nel momento della sua creazione,

1° venne santificata, perciò non incorse nessuna macchia di colpa originale;

2° ricevette la sublimità della grazia, come dice altrove, ossia un'abbondanza

straordinaria di grazia;

3° fu dotata dell'uso di ragione, per cui incominciò subito fin dal seno di sua

madre a corrispondere alla grazia e a progredire nella santità;

4° fa confermata nell'innocenza, ossia costituita immune da qualsiasi peccato;

più ancora, confermata nell'impossibilità (impuissance) di peccare;

5° venne costituita in uno stato di integrità per cui non

7

di Adamo, entra in questa valle di miserie e non in un paradiso terrestre;

dimora su questa terra ai esilio, tuttavia non porta nessun segno di condanna,

ma nell'anima sua possiede una grazia superiore a quella di cui Adamo, nel

Paradiso terrestre, nella sua qualità di capo del genere umano, era stato

insignito per lui e per la sua posterità. Ma queste nostre parole non sono

adeguate ad esprimere cosa così grande; la grazia della Vergine è più nobile e

più divina di tutte le altre grazie che mai usciranno dalla viva fonte del

Salvatore morente e dal merito della sua Croce, eccede in potenza e dignità

quella grazia medesima che trovasi nei cieli, perché ha un termine ben più

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elevato; ha per termine, cioè, non già di fare dei Santi, ma di dar nascita su la

terra al Santo dei santi, di formare l'Uomo-Dio e di costituire nell'universo una

Madre di Dio, opere tutte straordinarie, miracolose anche nell'ordine

miracoloso della grazia.

V.

ECCELLENZA DELLA VERGINE

I. - Quell'anima santa e divina è nella Chiesa ciò che l'aurora è nel firmamento;

precede immediatamente il

___________________________

fu possibile in Lei non solo il peccato, ma neppure qualsiasi tentazione, o

illusione, o influenza del demonio, (Cap. IX).

In altro luogo dice pure che «non si può parlar di Maria quando si tratta del

peccato, e neanche quando si tratta dell'ordine ordinario della grazia, perché

dappertutto Ella ha le sue eccezioni e i suoi privilegi». Ogni privilegio venne da

Dio conferito a Maria, perché Ella fosse degna Madre di Dio; con tutta ragione il

Card. de Bérulle chiama Maria un Paradiso di delizie per Gesù. (Cfr.: Cap.

XXVIII; infra, pag. 114)·

8

sole 1. Ma è ben dappiù dell'aurora; perché non procede soltanto il sole, ma

deve generarlo nel mondo, deve dare all'universo la salvezza e la luce ed

introdurvi un Sole Oriente di cui il sole che rischiara il firmamento non è che

l'ombra e la figura.

La terra che misconosce Dio, ignora pure questo capolavoro di Dio; la Vergine

infatti nasce nel silenzio; il mondo non ne parla, Israele medesimo non se ne

accorge benché questa creatura straordinaria sia il fiore d'Israele, il fiore più

eminente che vi sia su la terra.

Ma se la terra non vi pensa, il Cielo a lei tiene rivolti gli sguardi e la venera

come quella che Dio ha fatto nascere perché vuole compiere un'opera

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oltremodo insigne, affinché ella gli renda lo stupendo servizio di rivestirlo un

giorno di una nuova, natura.

Quel Dio medesimo che da lei vuole nascere, la rimira con compiacenza come

la sua futura Madre; il suo divino sguardo non si posa né sopra i grandi, né

sopra i monarchi adorati dalla terra. Il primo e più dolce sguardo di Dio su la

terra è rivolto a quell'umile Vergine sconosciuta

___________________________

1 «Bossuet esprime il medesimo pensiero e lo svolge più a lungo nell'esordio

del suo primo Sermone per il giorno della Natività della B. Vergine: «La notte è

passata, il giorno si avvicina. Sì, fratelli miei, il giorno si avvicina; e

quantunque il sole non compaia ancora, noi ne vediamo già un'espressione

nella natività di Maria». Così pure il Venblier: «Maria incomincia ad innalzarsi

su la terra come l'aurora della grazia che viene a liberare gli uomini dalle

ombre della morte e del peccato, nelle quali erano sepolti. Ella apporta con sé i

più dolci, più amabili e più benefici, effetti della luce di Gesù Cristo. In questo

momento Ella è proprio la prima nascita del Salvatore su la terra, come

l'aurora è la prima nascita del sole». (Fiori di dottrina, Monza, Artigianelli,

1935. Pag. 118). Non esagera chi dice che il Card. de Berulle ha esercitato su

la letteratura religiosa del secolo XVII la massima influenza la quale continua

sino ai giorni nostri in un gran numero di scrittori: Faber, Giraud, Libermann,

Mons. Gay, Don Marmion, ecc. » (MOLIERS).

9

al mondo; è questo il pensiero più elevato che l'Altissimo abbia su tutta la sua

creazione. Dio la rimira, la predilige, la dirige come quella cui vuol dare sé

medesimo in qualità di Figlio, come quella di cui vuole fare la propria Madre;

perciò la ricolma di grazie e di benedizioni fin dalla concezione e la santifica fin

dalla prima infanzia. La separa persino dal mondo e la consacra al suo Tempio,

per figurare ed indicare che fra breve sarà consacrata al servizio di un altro

tempio sacro ed augusto ben più di quello di Gerusalemme.

In quel sacro ritiro del Tempio, che la custodisce, la circonda della sua potenza,

l'anima del suo spirito, la istruisce con la sua parola, la innalza con la sua

grazia, la illumina con la sua luce, la infiamma dei suoi ardori, la visita per

mezzo dei suoi angeli intanto che la visita, Egli medesimo, con la propria

persona. In una tale solitudine, Maria, per l'azione di Dio, è così attiva, così

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elevata nella contemplazione, così celeste nella sua conversazione, che gli

Angeli l'ammirano e la circondano di riverenza come una persona più divina

che umana. In tal modo Dio è presente ed agisce in Maria più che lei stessa,

sia presente ed agisca in sé medesima; non lascia in lei nessun pensiero che

non sia ispirato dalla sua grazia, nessun movimento che non provenga dal suo

spirito, nessun atto che non sia per suo amore. 1

Il corso della vita di questa Vergine ammirabile è un'ascesa continua, senza

interruzione né rilassamento verso Colui che è la vita del Padre e presto sarà

pure la vita di Lei, verso Colui che nella scrittura viene chiamato in modo

assoluto la Vita (JOANN, XIV, 6). Questo termine si avvicina; Dio è con Maria,

la riempie di sé.

______________________________

1 In queste poche righe il piissimo Autore espone mirabilmente cosa s'intenda

per la vita di Gesù in Maria con questa espressione: O Jesu vivens in Maria.

(Vedi infra, pag. 203).

10

e la stabilisce in una grazia così sublime che a lei unicamente conviene. Questa

Vergine che vive in un cantuccio della Giudea, ignorata dal mondo e fidanzata:

con Giuseppe, nell'ordine della grazia forma un coro a parte, tanto è singolare.

II. Intanto gli anni passano, le grazie in Maria vanno accumulandosi sempre

più.

In quest'ordine di grazia che appartiene a Lei sola, di giorno in giorno Ella si

eleva con una progressione inaudita, e si innalza senza interruzione in virtù di

una infusione speciale (della divina grazia) cui Ella presta una perfetta

cooperazione. Sacro dramma, divina armonia tra lo spirito di Dio e lo spirito di

Maria! Dio ad ogni istante nell'anima di lei infonde una nuova grazia e Maria

incessantemente vi corrisponde con tutto il suo potere. Conformità perfetta tra

la volontà di Maria e l'azione di Dio, che la innalza ad un cumulo di grazie! E

tali grazie, benché massime nell'anima della Vergine costantemente fedele,

non sono che gradini per elevarla sempre a grazie nuove.

Anima sublime, eminente e divina! mentre vive su la terra rapisce i cieli. Un

tale spettacolo rapirebbe anche la terra se le tenebre non le togliessero la vista

Page 19: Berulle Le Grandezze Di Maria

di una meraviglia così stupenda. Ma questa Vergine ammirabile presto rapirà

Colui che ha fatto il cielo e la terra; perché la grazia e l'azione di Dio l'hanno

talmente elevata, che se Dio deve nascere su la terra, non può nascere che da

Lei, tanto eminenti sono le grazie ed i favori che la distinguono. E se

quest'umile Vergine deve essere madre, non può essere madre che di un Dio,

tanto è divina.

Maria è un cielo vivente su la terra, destinata a dare al mondo un sole vivente,

un sole che sta nel più eccelso firmamento. È un Santuario in terra, che Dio

riempì di meraviglie e nel quale vuole prendere il suo riposo, un

11

riposo tutto speciale. Maria è un nuovo paradiso, non già terrestre come l'Eden

che venne distrutto dal peccato di Adamo, né celeste come quello degli angeli

che trovasi soltanto in cielo; ma un Paradiso celeste che Dio ha piantato in

terra con la sua propria mano; e che il suo angelo custodisce per il secondo

Adamo, per il Re del cielo e della terra, il quale lo deve abitare.

Ma tutto ciò è nascosto agli occhi di Maria e la sua mente tutta inabissata nel

profondo della sua umiltà non vede l'altissimo disegno di Dio sopra di lei 1.

Come mai, o Vergine santa! È vicino, per la nostra fortuna, il compimento della

vostra suprema grandezza, e Voi lo ignorate!... Voi siete prossima alla Divinità

e le appartenete così da vicino; trattate con Lei con tanta assiduità, santità e

familiarità, eppure il suo disegno sopra di Voi, rimane a Voi nascosto! Le

tenebre che furono la prima dimora del mondo, che anzi sono il primo stato di

ogni anima che viene al mondo non giunsero mai sino a Voi in nessuna parte;

Voi foste illuminata fin dal primo istante della vostra esistenza, e sempre

cresceste nella grazia e nella luce. Mentre godete di una luce più radiosa di

quella del giorno in primo meriggio, nell'eccesso dei vostri lumi, o anima

divina, Voi non conoscete la relazione che state per contrarre con Colui che è la

vera luce, lo splendore del Padre e il sole vivente dell'universo!

Nella scrittura Voi portate il nome di Alma (Is 7,14)

_________________________

1 H. BREMOND, dopo citate queste pagine osserva: «Si preferirebbero forse le

strofe fiorite di un Adamo da San Vittore, i cantici ardenti di un san Francesco.

No, questa prosa angusta, semplice e soave nella sua lentezza, vale meglio;

Page 20: Berulle Le Grandezze Di Maria

essa segue da vicino la tranquilla ascesa della Vergine, Ci addomestica più

sicuramente, se ardisco parlar così, col mistero che si prepara e di cui in certo

qual modo, ci impone la divina verità». (Op. cit., pag. 9).

12

che significa nascosta, ed è giusto; a Voi ben si conviene un tal nome, il quale

è uno dei vostri titoli particolari e come una sigla che con poco dice molto.

Cose grandi e preziose ci esprime questa voce, ma soprattutto ci svela la

segreta condotta di Dio sopra di Voi, la quale merita di essere ben ponderata

come uno dei principali caratteri della vostra vita, uno dei tratti più insigni della

divina sapienza.

VI

CONDOTTA AMMIRABILE DI DIO RISPETTO ALLA VERGINE.

I. - È uno omaggio all'Altissimo il considerare le sue vie rispetto alla persona

più elevata e più degna che potrà mai avere nei confini della sua sovranità; ed

è pure onorare Gesù, il considerare lo stato di Colei che il cielo gli destina per

madre. Parlare di Maria, è parlare di Gesù; perché sono oltremodo congiunti

assieme. Maria è il più insigne oggetto della grazia di Gesù ed il più singolare

effetto della sua potenza. Consideriamo dunque con tutta la nostra mente un

argomento così sublime.

Dio, nel suo primo Consiglio sul mondo dopo la creazione dell'uomo è il peccato

di Adamo, parla di Maria e la pone in contrasto col serpente, il quale è stato

l'origine dalla maledizione dell'universo. Fin d'allora Dio e il mondo guardano a

Maria come alla fonte della benedizione del mondo. Nel tempo fissato dalla

divina sapienza, Maria entra nel mondo per miracolo, come un'opera di grazia

e non di natura, frutto di preghiere e non di peccato 1, soggetto speciale della

potenza di Dio e non della potenza dell'uomo; In quell'istante Ella da Dio riceve

maggiori

_________________________

Page 21: Berulle Le Grandezze Di Maria

(1) Allusione alla santità di san Gioacchino e di sant'Anna e alle tradizioni su la

concezione miracolosa della Vergine.

13

grazie, maggiori favori e maggiori privilegi che tutti Santi riuniti assieme.

Benché viva su la terra, Maria possiede nell'anima sua una grazia più elevata e

più nobile di quella che trionfa nei cieli. Dio non aveva che un solo tempio su la

terra e in quello Egli la nasconde fin dall'infanzia: ma fa ancor di più: la

innalza, la dirige, la Predilige, epperò la tiene nascosta in sé medesimo.

Dio stesso, o Vergine santa, è il vostro tempio e il vostro santuario, come è il

tempio della Gerusalemme celeste, di cui il tempio è l'Agnello, come sta Scritto

(Apoc., XXI, 22): così pure, Voi un giorno sarete il Tempio di Dio, il Tempio

vivente di un Dio vivente nel mondo.

Dio nasconde in sé medesimo quest'anima eletta, come un tesoro che nel

segreto e nella singolarità della sua elezione, Egli tiene riservato per sé perché

la destina ad essere sua Madre.

II. - Dio la nasconde ancora in altre maniere, tanto deve star nascosto un tal

prezioso tesoro, tanto giustamente quell'anima divina, nel libro del più grande

dei Profeti, porta il nome di Alma, ossia nascosta. La tiene nascosta ai mortali

per mezzo del segreto della sua eminente verginità che la rende ineccepibile

agli occhi degli uomini e la prepara al compimento del disegno divino sopra di

lei; perché se Dio deve nascere, vuole nascere da una Vergine, e da una

Vergine di una purezza oltremodo eminente, da una Vergine che sarà la prima

ad innalzare nel mondo il vessillo della verginità.

Dio la tiene pure nascosta a Lei medesima col peso della umiltà con cui Ella: si

abbassa sul nulla della creatura, in tal modo che in mezzo alle grandezze non

ha nessuna stima di sé; la sua umiltà la dispone al segreto disegno di Dio,

perché Dio sopra un fondo così solido,

14

sopra un abbassamento così profondo vuole stabilire una dignità. oltremodo

eccelsa come quella di Madre di Dio. Dio la tiene nascosta a Lei stessa e le

Page 22: Berulle Le Grandezze Di Maria

tiene velati i suoi disegni sopra di Lei; anzi la tiene nascosta dentro sé

medesimo, nel segreto del suo seno, ossia nel segreto della sua sapienza e

delle sue disposizioni, segreto che è come un velo sotto il quale Egli nasconde

a Lei medesima la dignità singolare cui la vuole elevare.

Nell'anima di Maria Dio infonde una semplicità divina in conformità con la sua

condotta sopra di Lei, per cui Ella viene tratta, come fuori dei suo proprio

spirito, nello spirito di Dio il quale in mezzo alla luce la priva di ogni vista di ciò

ch'Ella è in sé stessa. Maria perciò non vede che Dio la innalza su un trono

onde incoronarla Regina dell'universo e Madre di Colui che l'ha creata. In una

parola, Dio la riempie di grazia ad uso della propria potenza, bontà e sapienza

per renderla tale che possa essere non solo Madre, ma degna. Madre di Dio,

ciò che include uno stato incomprensibile. Che se la terra non la conosce, il

cielo l'ammira con profonda riverenza come quella che sarà Madre e degna

Madre di Colui che ha creato il cielo e la terra. E gli Angeli dal cielo scendono a

prostrarsi ai suoi piedi per renderle omaggio.

Havvi forse qualche cosa che uguagli la maestà e la dolce potenza d'una Madre

di Dio? Havvi mai grazia che possa stare a confronto con quella che va unita ad

uno stato così sublime, così santo e così venerabile?

Oh grandezza! Oh potenza! Oh dignità! Oh santità! Oh Verginità! Oh Maternità!

Ma, chi ha mai visto tante meraviglie! Chi mai ha avuto sentore di una virtù più

sublime e più singolare?

Oh purezza l Oh umiltà! Oh semplicità divina ed incomparabile!

Chi fra i grandi ed i monarchi ha mai avuto una

15

madre di una simile condizione? una madre, su la terra; così celeste e divina;

così prevenuta e ricolma di grazie nella sua nascita; così pura nel suo corpo;

così umile ed insieme così elevata nella sua mente; così semplice e pur così

luminosa nel suo pensiero; così comune e pur così singolare nella sua vita; così

semplice e così affabile nel suo contegno: in una parola, così sconosciuta su la

terra e così ammirata in cielo?

Tutte queste qualità sembrano opposte; ma in Voi, o Vergine santa, sono

riunite e vi dispongono a concepire il Santo dei santi, il Dio onnipotente.

Page 23: Berulle Le Grandezze Di Maria

Da lungo tempo Dio vi prepara perché siate degna di concepirlo; ma Voi non vi

accorgete di nulla, o Vergine umile e soave! Voi non vedete le vostre

grandezze, e tuttavia non mancate per nulla di corrispondervi, fedelmente

perché Dio nel vostro spirito ad una divina semplicità unisce pure una fedeltà

perfetta, e in tal modo incessantemente cooperate ad una grazia che non

distinguete mai. La vostra vocazione è di essere Madre di Dio; a questo ufficio

Dio vi chiama e vi prepara; e Voi ,senza saperlo, dal primo istante della vostra

nascita sino al presente avete cooperato fedelmente alla sua azione,

Ma non vedete, o Vergine santa, che è giunta l'ora della vostra potenza? l'ora

in cui dovete accogliere e generare nel mondo il Figlio di Dio; non vedete come

il cielo e la terra vi rivelano e vi annunciano questa verità?

Il tempo fissato dai profeti è scaduto, le settimane di Daniele sono compiute, lo

scettro di Giuda è in mano ad uno straniero: il Messia sta per venire, Ma chi

«su la terra» porterà questo frutto felice e tanto desiderato? La terra è coperta

d'iniquità: Voi sola siete senza peccato. Una Vergine lo deve partorire: Voi sola

nella Giudea avete consacrato al vero Dio la vostra verginità. Voi conoscete le

Scritture e penetrate questi misteri: le

16

conclusioni sono infallibili e quasi evidenti. Eppure con tanta chiarezza nella

vostra mente, con tanta conoscenza delle Scritture, con tanta luce nelle vostre

grazie, non ci pensate!

Col vostro ammirabile esempio ci insegnate a contentarci, con una perfetta

semplicità, di non vedere, nelle vie di Dio più elevate, ciò che Dio non ci

manifesta ed a corrispondere con una perfetta fedeltà ai suoi disegni sopra di

noi, senza pur comprenderli. Una tale semplicità è quella che vediamo ed

ammiriamo in Voi; siete talmente nelle mani di Dio ed abbandonata alla sua

azione, che non avete altro pensiero fuorché quello che Dio vi dà; non fate

altro uso della vostra mente se non quello al quale Dio vi applica, perché Dio è

lo spirito del vostro spirito e l'oracolo dell'anima vostra. Voi non avete né

pensiero, né movimento, né parola che non venga dalla sua azione; non vivete

nel vostro spirito, ma nello spirito di Dio di cui siete ripiena; non avete pensieri

vostri, ma unicamente il pensiero di Dio che vi regge.

Questo pensiero di Dio sopra di Voi, è quello appunto che opera in Voi; a Voi è

applicato, ma non vi è spiegato 1; vi conduce ai suoi fini in modo

impercettibile, ma infallibile; in modo segretissimo, ma potentissimo. Una tal

Page 24: Berulle Le Grandezze Di Maria

via, una tale condotta di Dio sopra di Voi, quantunque rimanga così oscura,

infonde nell'anima vostra maggiore abbondanza di grazia, di forza e di dignità.

È questa la via che si addice alle opere più grandi ed alle direzioni più divine;

essa in tal modo agisce in voi che, per una Divina semplicità ed una

disposizione ammirabile, Voi state nel pensiero di Dio e non nel vostro; siete in

Dio e non in Voi stessa; non siete Voi

________________________

(1) Dio compie il suo disegno di prepararla alla divina maternità senza che un

tal disegno le venga svelato.

17

che operate, ma Dio opera in Voi. Donde avviene che, tenendo Voi la vostra

mente tutta rivolta esclusivamente a Dio con una perfettissima fedeltà, poiché

Dio non vi dà questo pensiero, Voi pure non lo avete, né lo concepite,

malgrado qualsiasi evidenza di luce che vi sia in Voi: È Dio quello che opera in

Voi, e non Voi medesima; Dio solo attira la vostra attenzione ad esclusione

degli altri oggetti 1; voi seguite Dio nella sua azione e non l'evidenza e la luce.

In una tale umile e sublime disposizione, in una tale condotta singolare,

semplice e fedele; in mezzo a tante grazie e a tante grandezze; con tanti favori

e tante meraviglie, nell'eccesso di tanta luce, Voi non pensate che ad essere la

servente del Signore, mentre Dio pensa a fare di Voi la Madre sua.

VII.

STATO ED OCCUPAZIONE DI MARIA ALLA VENUTA DELL'ANGELO SAN

GABRIELE.

Lasciate, o Vergine, ch'io prevenga l'annunzio che l'Angelo viene a portarvi;

permettete che con tutta umiltà vi rivolga queste poche parole: «Eccovi giunta,

o Vergine santa, al quindicesimo anno della vostra vita, vita che in tutti i suoi

istanti fu piena di grazia; eccoci al venticinque di marzo, il più grande dei

giorni, giorno di suprema importanza nell'ordine della vostra vita, giorno nel

Page 25: Berulle Le Grandezze Di Maria

quale dovete entrare in uno stato nuovo ed inaspettato, in una felicissima ed

intimissima alleanza con Dio, alleanza che ha principio su la terra, ma dalla

terra

_____________________________

1 Altri oggetti, cioè le circostanze che indicano la prossimità dell'Incoronazione

e la convenienza della elezione di Maria ad essere Madre del Messia.

18

passerà al cielo e vi rimarrà eterna. Dio vi ha fatto sinora grazie tali che

sembra aver esaurito in voi i suoi tesori, i suoi favori e le sue meraviglie.

«Tuttavia, tutto ciò è soltanto l'inizio, se consideriamo le grazie che dovete

ricevere ancora. Sembra che Dio, voglia coprire e come seppellire le grazie

precedenti, sotto il colmo e l'eminenza di nuove grazie, tanto queste sono

singolari e sublimi. Dio vuole farvi la grazia delle grazie, vuole darvi il suo

proprio Figlio, il Figlio suo unigenito, e la sua propria sostanza.

«Ecco il giorno più bello per Voi, quel giorno in cui entrate in uno stato che

deve benedire e reggere il cielo e la terra, stato che include Dio medesimo e

nel quale Dio si fa vostro Figlio e vi costituisce sua Madre. Questo giorno

compie la pienezza dei tempi tanto celebrata nelle Scritture, e ciò che è molto

di più apporta nell'umanità la pienezza della Divinità e in Voi medesima la

pienezza di Gesù, mentre compie l'Opera per eccellenza, l'Opera da tutta

l'eternità nascosta nel segreto dell'eterna Sapienza».

***

In questo giorno dunque santo e sacro mentre in tutta la terra Dio è

dimenticato e offeso, mentre i grandi stanno immersi nel nulla delle loro

grandezze, nei loro palazzi e nella vanità dei loro pensieri, l'umile Vergine

sconosciuta su la terra ed ammirata in cielo, sta nel suo paese di Nazaret ed è

appunto questa su cui si posa lo sguardo del cielo e nella quale Dio vuole

compiere le sue maraviglie. Maria sta nella sua piccola cella, nel suo Oratorio,

rapita in uno stato di ammirabile contemplazione: Dio è con Lei e, senza ch'Ella

lo sappia, la dispone al mistero che sta nascosto ancora alla sua umiltà. Quel

Page 26: Berulle Le Grandezze Di Maria

19

Dio che è in Lei, è pure nel cielo, e in cielo tratta di compiere nella Vergine il

capolavoro delle sue eterne misericordie.

Lasciamo la terra ed eleviamoci al cielo per contemplare ciò che lassù avviene

ed adorarvi la Santissima Trinità, la quale, nel suo paradiso e nella sua gloria,

è raccolta in un sacro Consiglio, o meglio, in un Santuario dove tutto è

increato, né può aver accesso nulla di creato. Là Dio discute e delibera

unicamente con sé medesimo, perché si tratta di Lui stesso. Gli Angeli stanno

di fuori prostrati in adorazione e in una silenziosa attesa dell'esito del Consiglio

divino.

Dio in questo sacro Consiglio decreta di compiere le sue promesse, di dare alla

Vergine il Figlio suo unigenito e di salvare il mondo.

Egli sceglie uno dei suoi angeli, anzi uno dei più elevati fra gli Angeli,

l'Arcangelo San Gabriele. Un mistero così insigne merita bene di essere affidato

ad un Angelo così distinto.

Gabriele riceve il mandato di portare alla terra la grande e felice nuova; esce

quindi dal cielo e scende su la terra come ambasciatore di Dio, avendo nelle

proprie mani il più insigne mandato che giammai emanerà dal cielo alla terra,

di Dio agli uomini.

Seguiamo questo grand'Angelo passo passo; non si dirige verso Roma, la città

dei trionfi; né verso Atene, la città della sapienza; né verso Babilonia la

superba; e neppure verso Gerusalemme la santa. Egli va in un cantuccio della

Galilea, ad un'umile borgata sconosciuta; a quel Nazaret in cui Natanaele dirà

un giorno: A Nazareth potes aliquid beni esse? (Da Nazaret può mai venire

qualche cosa di buono! - Gv., I, 46).

Ma in questo piccolo paese di Nazaret, in una piccola casetta sta rinchiuso il

tesoro del cielo e della terra, il

20

segreto Amore dell'Eterno Padre. In questa casetta sta una Vergine più grande

che non il cielo e la terra riuniti assieme, la Vergine da Dio eletta per contenere

l'Incomprensibile.

Page 27: Berulle Le Grandezze Di Maria

Là vi è una Vergine che possiede maggior grandezza e maggior luce di quanto

ve ne sia a Roma e ad Atene, sia tra gli uomini, sia tra gli Angeli.

Là vi è una Vergine che si chiama Maria, e conforme al suo nome 1 è un abisso

di grazie, un oceano di grandezze, un mondo di meraviglie. È questa la Vergine

su la quale si posa lo sguardo di Dio; e Lei pure tiene rivolto a Dio il suo

sguardo ed è rapita in Lui.

È questa la Vergine alla quale Dio manda il suo Angelo.

Ma 2 Dio che è in cielo nel suo Consiglio e in quell’Angelo col suo mandato,

previene l'Angelo, ed è nel cuore della Vergine con la sua grazia e la sua

potenza.

Dio è tutto, Dio è dappertutto, Dio fa tutto e fa ogni cosa con dignità, potenza

e soavità. Le sue opere sono conformi a Lui stesso.

Come dunque Egli è in cielo, così è in terra; come opera in cielo, così opera su

la terra; come opera nell'Angelo,

_____________________

(1) Maria: maria, oceano.

(2) «A questo "ma" - osserva H. BREMOND, scoppia, per così dire, il genio

spirituale, il teocentrismo del Bérulle. In questa scena, i cui tratti visibili

incantano l'immaginazione dei poeti e dei pittori e ch'egli ben sa rievocare lui

medesimo come pittore e poeta, Bérulle contempla soprattutto l'invisibile,

l'azione medesima di Dio; e non soltanto l'intervento necessario della santa

Trinità, ma l'opera che compie la preparazione della Vergine... Eccolo dunque

pervenuto e come in disparte, il bell'angelo del medio evo e dei misteri, la

farfalla celeste dell'Angelico, il diacono tutto gallonato, scintillante, abbagliante

nella pittura fiamminga ... Venga dunque l'Angelo Gabriele, compia il suo

messaggio e, senza più tardare, scompaia subito ».

Nelle Meditazioni falsamente attribuite a san Bonaventura

21

così opera pure nella Vergine, anzi esercita la sua azione nella Vergine più che

nell'angelo. Egli occupa tutta la mente di Maria, ne dirige la contemplazione;

ne prepara e dispone l'anima all'opera che vuol compiere in Lei e che il suo

Page 28: Berulle Le Grandezze Di Maria

angelo tosto le annuncerà. Egli, l'attira, la eleva, la rapisce, le dà pensieri,

aspirazioni, disposizioni confacenti al mistero che sta per compiersi. La

Vergine, così rapita in Dio, geme sui peccati del mondo, ai quali non ha

nessuna parte; langue dal desiderio della venuta del Messia, nella quale fra

poco avrà una parte così grande, ma pur così nascosta alla sua mente; si

unisce ai voti dei giusti e sospira ardentemente la venuta del Salvatore su la

terra; si sente compresa da un desiderio straordinario di vederlo e di prestargli

i suoi servigi nei giorni che Egli dovrà passare su la terra; concepisce la

speranza che potrà vederlo, adorarlo e servirlo. Dio in tal modo infonde in lei

una nuova grazia, una qualità divina, un celeste effluvio. È questa grazia

l'ultima preparazione: compiuta in Maria una tale, disposizione, quella forma

perfetta, quell'essere divino che è il Verbo eterno entrerà nel mondo.

__________________________

si legge: «Gabriele si alza dunque allegro e lieto, e volando scende dall'alto dei

cieli ... in un attimo fu davanti alla Vergine … tuttavia non poté volare

abbastanza velocemente per non essere prevenuto da Dio e (nella cella di

Nazaret) trovò la santa Trinità giunta prima del suo messaggio». H. BREMOND,

ricordando questo testo aggiunge: «Bérulle aveva sotto mano queste

Meditazioni o Ludolfo il certosino? Non saprei, ma non è inutile osservare che,

per un intermediario o per un altro, Bérulle è a contatto coi mistici del medio

evo... Mi sembra probabilissimo che in questa elevazione si sia ricordato degli

Esercizi di Sant'Ignazio. Tuttavia ne resta intera l'originalità di queste pagine.

Bérulle ha una maniera a lui tutta propria di spiritualizzare tutta la scena ».

(Op. cit., pag. 92-94).

PARTE SECONDA

IL CONSENSO DI MARIA

VIII.

NOME E QUALITÀ DELL'ANGELO MANDATO ALLA VERGINE.

Page 29: Berulle Le Grandezze Di Maria

I. - Essendo la Vergine assorta in quei santi desideri, l'Angelo arride e la trova

in tale stato tutto celeste; entra in quella cella come in un santuario molto più

santo e venerabile che quel recinto del Tempio che porta il nome di Santo dei

santi; entra pieno di rispetto, apparendo in forma di uomo perché assume la

livrea di Colui ch'egli viene ad annunciare e che sarà Uomo-Dio.

San Gabriele saluta la Vergine con profondissima umiltà, perché viene a

trattare del mistero più sublime, ma insieme più umile che mai vi sarà; sul suo

volto e nel suo contegno si sarebbe potuto leggere l'impressione della dignità,

della purezza e dell'umiltà del divino mistero di cui doveva parlare.

L'Angelo dice alla Vergine parole sublimi, perché Ella sta per entrare in uno

stato talmente sublime che non v'è nulla di uguale. Quel mistero, quel

colloquio, quelle persone, tutto ciò è divinamente descritto dal pennello dello

Spirito Santo nel quadro che ci presenta il santo Vangelo.

23

Ci basta prendere in mano la narrazione di S. Luca e leggerla con un'attenzione

ed una considerazione particolare senza lasciarne cadere neppur una parola,

perché sono tutte parole d'oro e degne del peso del santuario.

Dice adunque S. Luca: L'Angelo Gabriele venne mandato da Dio in una città

della Galilea, chiamata Nazaret, ad una Vergine per nome Maria, fidanzata a

Giuseppe. (Luc., I, 26).

Osservo che Dio medesimo invia l'Angelo, direttamente e non secondo l'ordine

da Lui stabilito tra i suoi angeli, dove gli inferiori sono, da parte sua, mandati

dagli angeli superiori. Si tratta di una missione straordinaria, ed il mandato ne

emana direttamente dalla mano di Dio. Questo dimostra il pregio del

messaggio e la dignità dell'ambasciatore, il quale riceve lui stesso il suo

mandato direttamente da Dio e in questa missione pertanto non dipende che

da Dio.

Dio manda alla Vergine, non un angelo della terra, vale a dire qualche profeta,

ma un angelo del cielo, perché questa Vergine è tutta angelica e celeste. Che

se Dio le vuole parlare per mezzo di interposta persona, ciò deve avvenire per

mezzo delle sue persone celesti. Parlare a quella gran Vergine, e parlare in

questo stato così elevato mentre trovasi assorta in sentimenti e pensieri così

santi e sopra un argomento così celeste, è cosa che spetta ad angeli e non ad

uomini mortali.

Page 30: Berulle Le Grandezze Di Maria

Si tratta del Figlio di Dio che vuole incarnarsi su la terra; dal cielo deve essere

comunicata al mondo una verità così, elevata, una notizia così felice. Per la

terra è già troppa gloria riceverla senza aver l'autorità di annunciarla; poiché

questo mistero, quantunque tutto celeste e tutto divino, si compie su la terra e

non in cielo, il cielo abbia almeno la grazia di annunciarlo alla terra, affinché il

cielo e la terra onorino i vari uffici di questo mistero

24

e ne siano reciprocamente onorati: il cielo nell'annunciarlo e la terra nel

riceverlo.

In tal modo Dio divide le grandezze tra le sue creature, e così procede in un

mistero che deve essere la benedizione del cielo e della terra.

Da quel momento gli angeli entrano in relazione con Gesù, incominciando a

servirlo non soltanto nelle sue ombre e nei suoi servi come prima, ma in Lui

medesimo e nella sua propria persona. E questo servizio che gli angeli

prestano a Gesù è il punto più sublime, più elevato, più delizioso nella dignità e

felicità angelica.

L'angelo, inviato per quell'imbasciata insigne e straordinaria, porta il nome di

Gabriele, come ci rivela S. Luca; ed è questa la terza circostanza che dobbiamo

notare nella breve narrazione evangelica. Orbene, Gabriele nel nostro

linguaggio significa Forza di Dio; quell'angelo, infatti, annuncia quel grande

Mistero in cui Dio esercita la sua forza e la sua potenza nel salvare gli uomini,

sconfiggere il demonio, e stabilire su la terra la sua grazia, nel cielo la sua

gloria e nell'inferno, il terrore del suo nome. Parecchi, tra i grandi Dottori

antichi dicono persino, come si legge negli Atti del Concilio di Efeso 1 che

questo nome di Gabriele significa Homo et Deus, Uomo e Dio, come se il nome

di quel grand'angelo fosse la sigla del suo messaggio e che nel suo nome

portasse un segno perpetuo della più insigne legazione che mai egli potesse

avere.

Questo angelo è veramente grande e beato, sia nella sua persona, sia nei suoi

uffici. È uno di quegli spiriti che stanno davanti al trono di Dio: Asto ante

Deum, Sto davanti a Dio, dice Lui medesimo in un altro luogo (Luc., I, 19): è

questo uno dei più grandi uffici che vi

_______________________

Page 31: Berulle Le Grandezze Di Maria

1 PROCLUS, Conc. Ephes.

25

siano in Paradiso, come l'ufficio ch'egli compie ora è l'ufficio più sublime che gli

angeli possano esercitare su la terra. Quell'angelo certo è un serafino e uno dei

più elevati tra i serafini.

Quel mistero di amore, che contiene il più gran segreto dell'amore di Dio fuori

di sé medesimo, meritava bene di venire annunciato da un angelo serafico, e

da uno dei maggiori tra i Serafini. Che se ardissi proporre un mio pensiero in

un punto così segreto, direi volentieri che quell'angelo è assolutamente il

maggiore dopo san Michele. Questi due angeli sono i primi del Paradiso ed

esercitano le più degne funzioni angeliche: Michele è preposto alla Chiesa di

Gesù, Gabriele alla Madre di Gesù; e quest'ultimo in tale qualità è ora l'angelo

che annuncia e serve Gesù su la terra, perché è l'angelo tutelare della Vergine

destinata ad essere Madre di Gesù.

San Gabriele nell'Antico Testamento, come per prevenire questa sua gloriosa

missione, si prendeva cura, insieme con san Michele, della liberazione del

popolo di Dio contro l'Angelo della Persia perché quel popolo era il popolo di

Gesù.

San Gabriele inoltre rivelò a Daniele le settantadue settimane tanto memorabili

nella Sacra Scrittura, perché indicavano il tempo preciso fissato per l’avvento

di Gesù.

San Gabriele infine compare a Zaccaria e gli predice la nascita di san Giovanni

Battista, perché questo doveva essere il Precursore di Gesù.

In una parola, san Gabriele è l'Angelo di Gesù e di Maria, addetto in ogni

tempo agli uffici che riguardano il Figlio di Dio e la sua santissima Madre, e lo

sarà più ancora in avanti. Mansione insigne tra le più illustri mansioni

angeliche.

26

Page 32: Berulle Le Grandezze Di Maria

II. - Da un angelo così insigne e in un argomento così sublime, che cosa

dobbiamo aspettarci se non una luce insigne con parole tutte sublimi e divine?

Onorando dunque l'angelo e il suo ufficio, ascoltiamolo volentieri.

Egli apporta la migliore notizia che il cielo e la terra possano mai sentire; parla

ad una Vergine, la quale nell'universo intero è la più degna di udirlo e quella

che è meglio disposta a rispondergli divinamente. Il loro colloquio è tutto

celeste e divino in tutte le sue parti, né può darsi al mondo argomento più

dolce, più delizioso e più salutare. È una conversazione privata e intima tra due

cittadini, l'uno del cielo, l'altro della terra; un colloquio sacro tra un angelo ed

una Vergine, Vergine più celeste e più divina dell'angelo medesimo. Si tratta di

elevare questa Vergine ad essere feconda di Dio ed origine della salvezza del

mondo. L'Angelo adunque parla a questa gloriosa e beata Vergine; la saluta

come piena di grazia, come quella che ha il Signore con sé; ed è benedetta fra

tutte le donne. Pronunciando parole così sublimi, Gabriele, parla da angelo e

non già come l'uomo parla all'uomo; non proferisce soltanto il suono delle

parole, ma, come spirito di gloria e di luce, diffonde la sua luce nella mente

della Vergine; e la eleva ad intendere le grandezze nascoste in quelle parole

sublimi.

La Vergine, ascolta, ed accoglie ciò che l'Angelo le dice e le imprime nella

mente, ma non gli dà risposta e l’Angelo si ferma. L'umiltà della Vergine è

sorpresa e stupita di tali parole ed illuminazioni; nella sua celeste prudenza

quell'anima divina vuole ponderarle. L'Angelo nel suo contegno è così affabile e

rispettoso, verso la Vergine; è tanto deferente verso la sua prudenza e la sua

umiltà, che ad ogni modo, benché parli da parte di Dio ed abbia cose grandi,

importanti e urgenti da aggiungere,

27

crede bene di lasciare a quella mente divina il tempo di riflettere.

Tutt'e due stanno così in un rispettoso silenzio, l'Angelo sta ossequioso davanti

alla Vergine e la Vergine riflette alle parole dell'Angelo.

Poiché l'Angelo si ferma, fermiamoci noi pure e parliamo alla Vergine intanto

che l'Angelo le rivolga di nuovo la parola.

IX.

Page 33: Berulle Le Grandezze Di Maria

IL TURBAMENTO DELLA VERGINE PROVIENE DALLE PAROLE E NON DALLA

PRESENZA DELL' ANGELO.

Che può mai esservi che vi turbi, o Vergine sacra, in un argomento tutto di

pace, tutto celeste e tutto divino?

A mio giudizio, non è la presenza di un angelo comparso sotto forma umana

che vi possa turbare, perché la vostra purità non è debole, né diffidente, né

ombrosa, ma solida, innocente e tranquilla, celeste, angelica e divina; Voi, la

custodite nel vostro spirito senza timidità, senza turbamento, né inquietudine.

Se la presenza e la semplice visione di un angelo avesse potuto essere per Voi

oggetto di turbamento, egli non sarebbe entrato in argomento se non dopo

avervi illuminata, in quella guisa che lo vediamo fermarsi senz'andar più oltre,

appena vede che il suo discorso vi causa stupore. Voi siete tutta angelica nella

mente, nella grazia e nello stato; siete abituata a trattare con gli angeli e a

vedere questo spirito celeste che è il vostro angelo tutelare. Anzi Voi

conversate con gli angeli come un angelo; la vostra mente vede quegli spiriti

celesti nelle loro proprie persone e sa bene riconoscerli sotto qualsiasi forma si

facciano vedere 1.

________________________

(1) Qui ci vengono in mente le rivelazioni della V. Maria d'Agreda.

28

La vostra visione è così chiara e sottile che non ha nulla da temere da questa

parte. Siete dotata di una sorta di grazia così pura e deliziosa, così soave e

santa, così delicata e a Voi particolarmente propria che l'odore degli spiriti

maligni non può avvicinarla, come si dice che le serpi non possono tollerare

l'odore del fiore della vite. I demoni non hanno mai avuto nessuna parte in Voi,

e Voi non avete mai provato né tentazione, né illusione alcuna.

Voi siete un Paradiso dove il serpente non ha nessun accesso; l'angelo che vi

custodisce è più fiammeggiante di quello che custodiva il Paradiso terrestre, ed

impedisce a quegli spiriti maligni di avvicinarsi a Voi.

Page 34: Berulle Le Grandezze Di Maria

Voi siete un Orto chiuso e una Fonte ben suggellata 1, un tesoro che Dio tiene

nascosto nel segreto della sua sapienza, come un giorno Voi medesima lo

terrete nascosto dentro di Voi, nel vostro seno verginale.

Gli spiriti maligni non hanno nessun accesso in Voi, e neppure hanno

conoscenza alcuna di un tesoro in tal modo nascosto; per loro le vostre grazie

sono invisibili e i vostri privilegi sconosciuti; anche il vostro stato verginale è

velato per loro dal vostro matrimonio con san Giuseppe, del quale lo scopo è di

tener celato al demonio il virgineo parto, come dice S. Ignazio: Ut partus ejus

celaretur diabolo.

In un argomento così puro, sublime e divino, guardiamoci da ogni pensiero

basso e terreno.

Nulla, o Vergine santa, abbassi la vostra sublimità; nulla turbi la vostra pace:

vivete, pregate, parlate con tutta sicurezza. Le porte sono ben chiuse, qui non

v'è accesso per l'uomo. Il vostro custode è presente e vigilante; neppur

l'angelo maligno può avvicinarlo. Dio sta

____________________

1 Hortus conclusus, Fons signatus (Ct 4,12)

29

in quell'Angelo che vedete e sta pure con Voi: Dominus tecum (Luc., I, 28) Dio

parla per mezzo di quest'angelo e Dio l'ascolta in Voi.

Che cosa può mai causarvi stupore?... Eppure voi siete turbata, la narrazione

evangelica ce lo rivela, ma ci insegna pure che il vostro turbamento proviene

dalla parola dell'angelo; poiché S. Luca dice: Turbata est in sermone ejus

(Maria si turbò alle parole dell'angelo ­ Luc., I, 29). Ed è chiaro che voi

riflettete non già su fa comparsa dello spirito celeste, ma sul suo saluto: Et

cogitabat quahi esset ista salutatid (E andava pensando che sorta di saluto

fosse quello - Ibid., 29): Rendiamo il nostro riverente omaggio ad un pensiero

così insigne in un'anima così insigne, sopra un argomento così insigne.

X.

Page 35: Berulle Le Grandezze Di Maria

UMILE DISPOSIZIONE DELLA VERGINE RISPETTO ALLE PAROLE DELL'ANGELO.

Ecco il primo incontro dell'Angelo con la Vergine, il quale merita di essere

seriamente considerato. La Vergine agli occhi di Dio e degli angeli è la prima

persona dell'universo, e trovasi nel giorno più glorioso e memorabile della sua

vita; al punto dei più grande trattato che mai vi sarà sia in terra sia in cielo; al

momento in cui deve compiersi in Lei la più grande delle opere di Dio. Dio che

dirige quest'opera, dirige pure quest'anima che è destinata ad avere una parte

così grande in quell'opera grande; Dio, che dirige quest'anima in tutti gli istanti

e momenti della sua esistenza, molto più la dirige e la riempie in questo

momento, il più delizioso della vita di Maria e il più importante per la sua

eternità.

30

Che dirò io? Che penserò? Oh se così spesso consideriamo tante azioni umane,

basse e profane, di quei personaggi che nel mondo hanno occupato qualche

posto distinto; se queste azioni sono l'oggetto di una lunga e vana occupazione

per i più belli spiriti nel fiore dei loro anni, rifiuteremo noi di spendere un po' di

tempo per riflettere su questo oggetto? Non dovremo noi fermare più volentieri

la nostra attenzione sopra, un argomento così elevato e così divino, tanto più

che in quello abbiamo tanto interesse? Consideriamo dunque la condotta, il

pensiero, i movimenti, l'ordine e il progresso di quest'anima, di quest'angelo e

di quest'opera. Qui tutto è grande, tutto è celeste, tutto è divino.

Le prime parole dell'Angelo a Maria esprimono le grandezze della Vergine, e il

primo esercizio di quest'anima singolare è di sprofondarsi nella sua umiltà.

L'umiltà è quella che la tiene in silenzio di fronte all'angelo, in una profonda

riflessione su quelle parole e in un'altissima contemplazione di Dio al quale

tutta si abbandona perché unicamente in Lui cerca direzione, riposo e luce. Ed

ecco la prima disposizione della prima anima dell'universo, durante quel

colloquio angelico; una celeste prudenza accompagna e regge, quest'umiltà

santa e tutti i movimenti sacri di un'anima così divina in un argomento così

divino. In questo silenzio Maria pensa e ripensa a quelle parole. Et cogitabat

qualis esset ista salutatio, come dice san Luca.

Mi sembra veder qui una lotta intima tra la mente dell'Angelo e la mente della

Vergine; lotta però che si svolge nel silenzio, nella grazia e nella luce.

Page 36: Berulle Le Grandezze Di Maria

Le lotte del cielo e delle anime celesti sono ben differenti dalle lotte che

avvengono su la terra e tra le anime terrestri; queste, si svolgono nel

turbamento, nel rumore

31

e nella confusione; mentre le lotte celesti si compiono nella tranquillità, nel

silenzio, nella luce.

Osserviamo con piacere le condizioni di questa lotta celeste: è una lotta tra

due angeli e due vergini; gli angeli, infatti, sono vergini senza corpo, dice un

antico, e le vergini sono angeli in un corpo. È una lotta che avviene tra l'angelo

Gabriele e la Vergine Maria, due spiriti particolarmente insigni, l'uno del cielo,

l'altro della terra, ma tutt'e due celesti e tutt'e due su la terra. Lotta felice e

celeste insieme, nella quale tutt'e due trionfano. Trionfino pure tutt'e due nella

nostra mente e nei nostri scritti, e ci ispirino, onde possiamo giudicare

santamente e parlare degnamente della loro celeste lotta.

L'Angelo vuole elevare la Vergine: la Vergine invece vuole abbassarsi nel suo

nulla e si mantiene ferma nel sue abbassamento a segno che quanto più

l'Angelo la eleva, tanto più Ella si abbassa; quanto più l'Angelo parla, tanto più

Ella sta in silenzio; quanto più va innanzi, tanto più Ella rimane nello stupore e

non entra nelle viste dell'Angelo. Eppure è il suo angelo, l'angelo che la

custodisce e la dirige, l'angelo che le è inviato dal cielo per introdurla nella via

più elevata, più singolare e più sublime che giammai vi sarà, in quella sia

supereminente del suo Signore di cui Ella dirà poi: Dominus possedit me in

initio viarum suarum (Il Signore mi ha posseduta nel principio delle sue vie –

Prov. VIII, 22) oppure secondo un'altra versione: initium viarum suarum (Io

che sono il principio delle sue vie).

È questo l'oggetto della sua lotta con l'Angelo, e il motivo del suo stupore;

perché la Vergine non dubita, punto dell'Angelo che le parla; sa che è un

angelo di grazia, di luce e di gloria; vede bene che l'Angelo guarda in Lei ciò

che Lei medesima non ci vede, perché Dio la

32

tiene nascosta nella sua umiltà e nella sua semplicità ammirabile, come già

abbiamo spiegato sopra. Maria non può misconoscere né respingere le parole

Page 37: Berulle Le Grandezze Di Maria

dell'Angelo, il quale viene dal cielo; ma pure non le vuole accettare perché si

riferiscono alle proprie grandezze ed alle proprie lodi.

Che fa dunque la Vergine in questa lotta tra l'umiltà del suo cuore e la veracità

dell'Angelo? Si ritira nel suo silenzio, nel suo nulla e nel suo Dio; là, si trova

riparata e trincerata come nella sua fortezza; là, Ella pensa e ripensa a quelle

parole e a sé medesima, ma non trova nessuna via d'uscita, quindi rimane in

modo ammirabile elevata e sospesa: non respinge la parola dell'Angelo, ma

neppure vi aderisce.

XI.

LA SALUTAZIONE ANGELICA E GLI ERETICI - RAGIONE DELLO STUPORE DI

MARIA.

Lasciamo l'umile Vergine nel suo riposo, nel suo silenzio, nella sua

contemplazione; e ... riflettiamo noi pure a questi misteri. L'Angelo, infatti, che

rivolge quelle parole alla Vergine, le proferisce per noi e per il mondo intero. Le

parole della Salutazione angelica sono, così familiari per tutti e pur dagli empi

di questo secolo così maltrattate, che per conservarne il rispetto e la dignità

nelle anime buone che sovente se le tengono nella mente e le hanno su le

labbra e nelle loro preghiere, mi sento in dovere di darne qualche spiegazione:

L'Ave Maria è la prima parola angelica rivolta alla prima persona del Nuovo

Testamento; è la prima parola

33

evangelica annunciata alla terra, come fu detto altrove 1.

È il Vangelo dell'Eterno Padre alla Vergine, Vangelo che l'Angelo apporta dal

cielo: Vangelo che contiene il riassunto delle grandezze di Gesù e di Maria,

ossia i due più sublimi ed importanti argomenti che siano trattati nel Vangelo e

proclamati sopra la terra. Un tal Vangelo è ben degno di essere annunciato da

un angelo così illustre ad una Vergine, così eccelsa, nell'attesa che la terra sia

degna di riceverlo.

Page 38: Berulle Le Grandezze Di Maria

Meditiamo religiosamente quelle belle e degne parole che l'Angelo apporta dal

cielo, che il cielo insegna alla Chiesa, che a Chiesa ci pone così spesso su le

labbra in onore della Madre e del Figlio. Ad onta di tutto ciò, l'eresia audace,

maligna e cieca, le tratta così indegnamente perché il demonio, il quale è

l'anima dell'eresia, non può soffrire la luce e lo splendore di parole così sante.

Per verità sono parole divine e celesti, sublimi ed elevate, eppure non dicono

che il principio delle grandezze della Vergine.

L'Angelo infatti la saluta come Piena di grazia, fra fra poco Ella sarà ripiena

dell'Autore medesimo della grazia.

L'Angelo dice che è Benedetta tra le donne; ma fra poco Ella sarà benedetta

tra gli uomini e tra gli angeli, e al disopra degli angeli.

L'Angelo dice che il Signore è con Lei; ma il Signore vuole essere in Lei e come

una parte di Lei. Il Signore sarà come una porzione della sostanza di Maria,

ossa delle ossa e carne della carne di Maria e suo Figlio unigenito.

_________________________

(1) Nella prefazione delle Grandezze di Gesù. (Trad. ital., Vita e Pensiero»,

Milano, pag. XVII),

34

Ma tutto ciò è nascosto agli occhi di questa santa ed umile Vergine, e bisogna

che l'Angelo tolga il velo che sta davanti alla mente di Lei e le riveli la sua

grandezza. Bisogna che le parli in modo più alto e più potente poiché Ella

persevera nel suo silenzio, nella sua umiltà, nella sua riflessione sublime e

profonda. Maria in tal modo sta nella mano di Dio, il quale l'eleva mentre

l'abbassa, la conforta mentre la riempie di stupore, la fortifica mentre

l'indebolisce, e tirandola fuori dalle qualità e condizioni proprie del suo essere

naturale, la dispone ad una potenza di grazia, ad una potenza divina, nuova,

ammirabile anche nell'Ordine della grazia; ad una potenza emanata da quella

dell'Eterno Padre; alla potenza cioè di generare nel suo seno verginale e

materno Colui che l'Eterno Padre genera nel proprio purissimo e paterno seno 1.

La Vergine riceve questa azione divina, ne sente gli effetti e corrisponde a tali

preparativi e dispositivi; ma non conosce ancora quale sia il termine dove

giungerà una tale elevazione, una tale potenza che pervade il suo cuore ed

Page 39: Berulle Le Grandezze Di Maria

eleva l'anima sua; fedele nella sua aderenza all'azione del suo Dio, Ella perciò

rimane nel silenzio,

_________________________

(1) Se ponderiamo bene le espressioni usate dal Card. de Bérulle in questa

pagina e nelle altre in seguito, dobbiamo riconoscere che oltre la relazione di

filiazione e maternità, la quale tra Gesù e Maria esiste per l'eternità, poiché

sarà vero in eterno che caro Christi est caro Mariae, egli nella Maternità divina

vuole una qualità speciale, «uno stato» - «un essere nuovo operato dalla mano

onnipotente di Dio» - «una consacrazione speciale che Gesù fa di sua Madre al

momento dell'Incarnazione» e quindi una speciale trasformazione

soprannaturale Attesa la pienezza di una grazia tutta particolare che Maria

riceve in quel grande e prezioso momento, saremmo inclinati, seguendo il

pensiero del pio Autore, ad ammettere nella Vergine allora qualche difetto

analogo però che avviene nell'animo quando i sacramenti vi imprimono il

carattere.

35

nell'umiltà e nello splendore. E l'Angelo si ferma pieno di rispetto e di riverenza

per la Vergine e per lo stupore che vede in Lei.

Contempliamo ed ammiriamo anche noi con profondo rispetto lo stupore della

Vergine: è uno stupore dello spirito e non dei sensi; stupore di grazia e non di

natura; stupore di luce e non di debolezza; in una parola è stupore divino e

non umano; stupore che non intralcia, ma asseconda l'azione della potenza

divina in Lei; è uno stupore che accoglie ed adora quella potenza singolare c

presente del Signore, il quale è con Lei e vuole essere in Lei. In un tale stupore

santo la Vergine non è oziosa, ma attiva, attivamente occupata di Dio che è

presente, di Dio che si applica alla sua creatura ed opera sopra di Lei con

un'azione che in questa creatura farà nascere il Creatore ... Ma la Vergine non

comprende ancora.

L'Angelo che scorge quest'azione dello Spirito del Signore nello spirito della

Vergine, che vede come la Vergine aderisca con irremovibile fermezza al divino

Spirito che la dispone ai lumi, ai voleri, alle operazioni divine, riprende la

parola e continua la sua ambasciata.

Page 40: Berulle Le Grandezze Di Maria

- Ascoltate, o Vergine sacra, perché Dio stesso parla per bocca dell'Angelo;

ascoltate quel messaggio perché é grande e compie le vostre grandezze,

nobilita il cielo e la terra, santifica gli uomini e gli angeli. È grazia grande per

quest'angelo apportare un tal messaggio ma non ha altro compito; per Voi, o

santa Vergine, la vostra grazia, grazia insigne, è di ascoltarlo è di accettarlo. -

L'Angelo rientra dunque nel suo discorso, si rivolge di nuovo alla Vergine e

proferisce il nome di Maria, nome santo di grazia, di favore e di potenza, per

dare luce a quella che lo porta e trarla dall'angustia. Non temere, o Maria!

(Luc.; I, 30), dice san Gabriele: Voi siete così fortunata nel cercare Iddio che

avete trovato

36

persino la Grazia delle grazie (la grazia sostanziale), vale a dire, il Figlio unico

di Dio, il quale vuole essere vostro ed appartenere a Voi in qualità di Figlio. Egli

è la grazia dell'Eterno Padre e l'origine di tutte le grazie, e per l'Incarnazione,

con gratuito amore, viene dato al mondo. Voi lo concepirete, lo partorirete, e

gli darete il nome di Gesù. Egli sarà grande e sarà riconosciuto come grande;

verrà chiamato Figlio dell'Altissimo, e Dio gli darà come trono la sede di

Davide; Egli regnerà eternamente sopra la casa di Giacobbe e il suo regno non

avrà fine.

Così, o fortunata Figlia di Davide, Voi avrete due insigni qualità: sarete Madre

del Figlio di Dio, e insieme Madre di un Re eterno, di Un Re il cui regno non

avrà mai fine.

CONTINUA IL DISCORSO DELL'ANGELO, CHE METTE LA VERGINE IN UNA

NUOVA SOLLECITUDINE PER LA SUA VERGINITÀ.

Queste parole sono grandi, ed oltremodo grandi; tuttavia la Vergine non ne

prova nessun moto di orgoglio perché più grande ancora è la sua umiltà.

L'Angelo la conduce e la eleva di grandezza in grandezza; Maria invece scende

di abbassamento in abbassamento.

Prima rimane inabissata nel proprio nulla, vale a dire nel nulla della creatura;

ora si inabissa in un altro nulla, vale a dire nel nulla del Creatore che si fa

Page 41: Berulle Le Grandezze Di Maria

creatura 1 se pure è lecito così parlare; e la Vergine entra nello stato di

profonda umiltà alla quale ci invita l'abbassa-

__________________________

(1) Nell'umiliazione in cui il Creatore si annichila, secondo l'espressione di san

Paolo, exinanivit semetipsum.

37

mento, o meglio l'annientamento d'un Dio fatto uomo nel sacro mistero

dell'Incarnazione.

Là, l'umiltà della Vergine è nel suo centro e nel suo riposo, senza turbamento,

né agitazione, senza orgoglio in mezzo alle grandezze. Nelle ultime parole

dell'Angelo Dio si trova nell'abbassamento, mentre la Vergine è elevata; ma in

questa elevazione Ella si abbandona ed aderisce all'abbassamento del suo Dio

che si abbassa nell'elevarla: Maria aderisce a Dio nell'abbassamento e non a sé

medesima nell'elevazione, vive in questo abbassamento di Dio e non nelle

proprie grandezze. E da tale vita ed aderenza (al suo Dio umiliato) la sua

umiltà trae alimento, vigore e sussistenza; ne diventa più potente, più solida e

più luminosa.

Maria, nella chiara visione delle proprie grandezze, si abbassa più

profondamente e più fermamente di prima: perciò mentre la sua umiltà per le

prime parole dell'Angelo le causava stupore, e preoccupazione, ora queste

parole ben più sublimi e ben altro evidenti che le prime, non le causano né

stupore, né esitanza.

Ma la prudenza celeste che in ogni caso regge la Vergine santissima, le porge

un nuovo esercizio; e come all'udire le prime parole dell'Angelo l'umiltà l'aveva

ridotta al silenzio e riempita di stupore, alle altre parole che trattano di nascita,

di concepimento e di parto, la sua purezza verginale la mette in una

preoccupazione che la porta a rompere il silenzio. Perciò con tutta umiltà,

santità e modestia, Maria dice: Quomodo fiet istud, quoniam virum non

cognosco? (In qual modo avverrà questo, poiché io non conosco uomo? - Luc.,

I, 36); vale a dire, in qual modo si compirà quest'opera, perché voi sapete, o

Angelo santo, che per istato e per obbligo io non posso accettare nulla che

possa portare pregiudizio alla mia verginità che ho offerta e consacrata a Dio?

Page 42: Berulle Le Grandezze Di Maria

38

Con profonda riverenza io ascolto tali parole santamente rivolte da una Vergine

santissima all'Angelo santo. Dio usa di queste parole per cose grandi: su le

labbra della Vergine sono un seme di benedizione, i cui frutti saranno gloriosi,

deliziosi e perenni.

Dio con queste parole vuole rendere noto all'universo lo stato di perpetua

purezza verginale di Colei che Egli si sceglie per Madre, e il voto ch'Ella ne ha

fatto per divina ispirazione; stato e voto nuovo ed eccellente, che ci viene

rivelato da quelle parole; stato la cui origine degna e felice trovasi nell'origine

medesima di questo altissimo mistero; stato che nella Vergine stabilisce un

potere ed un nuovo ed eterno primato sopra lo stato fiorente dei vergini, il cui

Ordine è oltremodo distinto in terra e in cielo. Sono questi i frutti di quel voto

che quelle parole sante manifestano all'Angelo e al mondo intero.

Siate benedetta o Vergine santissima, per aver proferito quelle parole, per aver

consacrato a Dio un tesoro così prezioso, e per aver dato al mondo un tale

esempio, il quale verrà imitato dalle schiere delle vergini che popoleranno il

cielo mentre saranno senza posterità su la terra! Il vostro voto non è un

ostacolo alla maternità che l'Angelo vi annuncia; al contrario se non foste in

tale stato, non sareste adatta ad essere Madre di Gesù. Egli, infatti, vuole per

madre una vergine. Per la sua doppia natura, Egli, ad un tempo sarà in cielo e

su la terra: pertanto come in cielo ha Padre senza madre, così in terra vuole

avere Madre senza padre. Come nella sua persona saranno congiunte la

Divinità e l'umanità, così vuole che siano congiunte nella Madre sua la purezza

e la fecondità, la maternità e la verginità.

In qual modo dunque si compirà quest'opera? Voi lo chiedete all'Angelo con

umiltà e santità; non è questa

39

una parola di diffidenza, né di mancanza di fede, e neppure di curiosità.

Guai a coloro che vogliono trovare delle tenebre in un’anima dotata di una luce

sì grande, e le cercano nel momento in cui i suoi lumi sono più intensi! Non mi

piace frammischiare nella dolcezza di questo argomento dispute ed acrimonie,

tanto meno in questo trattato di pace del cielo con la terra; ma l'onore della

Vergine e del Figlio nella Madre sua, e la dignità di questo mistero che in un

Page 43: Berulle Le Grandezze Di Maria

medesimo tempo dà al mondo un Uomo-Dio ed una Madre di Dio, mi

costringono a dire, quasi mio malgrado, queste parole.

Maria è sempre stata libera da tenebre 1, e qui Ella è nel suo pieno meriggio: in

Lei il sole non può fare ombra. Per altro, chi parla non è la Vergine: Dio parla

nella Vergine; il medesimo Dio che per mezzo dell'Angelo santamente

annuncia, più santamente ancora risponde nella Vergine. Dio, infatti, è

nell'Angelo e nella Vergine, ma nella Vergine più ancora che nell'Angelo poiché

vi è presente per compiere cose più elevate e più divine.

___________________________

(1) Maria, essendo libera dal peccato e dalla conseguenza del peccato è

immune dall'errore positivo e dall'ignoranza che si dice privativa. L'errore

propriamente detto consta di un giudizio che approva come vana una cosa

falsa, o che falsamente si porta sopra, una cosa che si ignora; l'errore di tal

genere è una conseguenza del peccato. Tutto in Maria era perfettamente

sottoposto alla suprema direzione della ragione, regolato dalla fede e mosso da

una perfetta carità verso Dio. Maria era sempre perfettamente prudente,

quindi non poteva portare un giudizio fermo senza avere dati sufficienti.

Tuttavia in Maria vi fu ignoranza (nescientia) di cose di cui la conoscenza non

le era dovuta; e ciò consta dal Vangelo di san Luca (I, 35; II, 44; II, 50); ma

non vi fu ignoranza di cose di cui la conoscenza le spettasse a qualunque titolo

(ignoranza privativa), perché tale ignoranza è una conseguenza del peccato; e

queste sono veramente tenebre di cui la B. Vergine fu libera. (Cfr.; Diction. de

théol. cath., IX; col. 2413).

40

XIII.

IN DIFESA DELLA VERGINE ACCUSATA DI MANCANZA DI FEDE.

I. – È questo il concetto che dobbiamo avere della persona più degna che vi sia

sulla terra; Dio ne dirige il pensiero e la lingua; Dio ha formato nel cuore di Lei

quel voto segnalato, sino allora sconosciuto; perciò Egli medesimo le mette su

Page 44: Berulle Le Grandezze Di Maria

le labbra quelle parole che lo manifestano al mondo. Sono queste le prime

parole della Vergine che ci vengano riferite nel Vangelo. A Dio non piaccia che

le prime parole di Colei che Egli ha scelta per sua Madre siano un linguaggio

sconveniente e di incredulità! Chi pensasse a questo modo avrebbe di questo

mistero un cattivo concetto; male intenderebbe e male ascolterebbe la

Vergine. Se il medesimo Spirito che l'assiste nel parlare ci assisterà

nell'ascoltarla, noi avremo ben altra idea di un'anima così degna e di

disposizioni così sante, di un mistero così sublime e di una risposta così

ponderata.

Le parole della Vergine sono un vangelo della Verginità, che la terra annuncia

al cielo e la Vergine all'Angelo; vangelo che la Vergine e l'Angelo annunciano al

mondo. Sono la rivelazione in un medesimo tempo, di due verità intimamente

congiunte, assieme: l'Incarnazione del Verbo e alla perpetua verginità di Colei

che lo deve generare.

L'Angelo annuncia l'Incarnazione alla terra, e la Vergine annuncia al cielo la

verginità del parto. È cosa ben degna e ben conveniente che le prime parole

della Vergine delle vergini siano come un vangelo di purità, e che il

41

mondo impari questa virtù e ne riceva il primo profumo per mezzo delle prime

parole di Maria.

Per la verginità è una specie di trionfo, l'essere celebrata nelle prime parole del

Vangelo, e stabilita, come su un trono al cospetto di Dio e dei suoi angeli, nella

persona più degna dell'universo, vale a dire, in quella che Dio medesimo

ricerca per farne sua Madre. E in questo trionfo, è un vero trionfo per la

verginità Tessere incorporata nello stato di questo inaudito mistero che

l'Angelo viene ad annunciare al mondo, e con tale ricchezza incastrata nel

mistero medesimo dell'Incarnazione come un prezioso ornamento di questo

prezioso mistero. Perciò l'Angelo, amatore della verginità, non corregge la

risposta di Maria, ma la onora con grande riverenza, e le dà per risposta le

parole più elevate e più degne che abbia ancora proferite.

E quegli angeli ed apostoli di questo secolo 1, o piuttosto angeli ed apostoli del

Principe di questo secolo, quegli spiriti che si sono separati dalla verità di Dio

che sta nella sua Chiesa e nella sua parola; per seguire le loro fantasie e le

impressioni dello spirito di errore vorrebbero biasimare ciò che dice la Vergine,

ciò che l'Angelo onora e che lo Spirito Santo loda come una fede viva, felice e

Page 45: Berulle Le Grandezze Di Maria

potente per accogliere l'ultimo compimento di quest'opera di Dio; poiché ha

pochi giorni, per bocca di santa Elisabetta assorta nel più alto rapimento, lo

Spirito Santo dirà ancora: Beata quae credidisti, quoniam perficientur ea quae

dicta sunt tibi a Domino (Te beata che hai creduto, perché si adempiranno le

cose dette a te dal Signore - Luc., I, 45).

Ma questi perversi spiriti non veggono che dallo spirito del serpente sono

accecati e animati contro la Donna

_________________________

1 I protestanti.

42

che sta per schiacciarne la testa con la potenza di questo mistero? Biasimano

ciò che viene lodato dallo Spirito Santo; avviliscono Colei che Dio medesimo

onora, e allora appunto ch'Egli la onora e la innalza al colmo della sua dignità;

accusano di mancanza di fede Colei che sta per concepire l'Autore medesimo e

consumatore della fede; in tal modo fanno getto di tutto quanto vi è di sublime

e di divino, e vorrebbero fare alla incredulità l'onore di stabilirla nella nascita

stessa del Vangelo; nel più eminente trattato della fede che mai vi sia stato e

nella persona più degna che vi sia in cielo e in terra. Nell'ingresso nel mondo di

un sì grande mistero, se quello spirito d'incredulità parlasse lui, medesimo

nella propria persona, dopo essere stato cacciato dal cielo cosa potrebbe

desiderare di meglio per suo vantaggio se non di insediarsi in una dimora così

onorevole, vale a dite in quell’anima più degna e più elevata che il cielo? Quale

maggior servizio gli si potrebbe rendere che di dargli una parte sì grande là

dove non ne può avere e di farlo trionfare precisamente là dove hanno avuto

principio la sua sconfitta e la sua completa rovina nell'universo? Sembra che

questi maligni vogliano gratificare ancora il serpente di una nuova vittoria nel

nuovo Paradiso che Dio ha piantato con la sua mano per il secondo Adamo,

vale a dire, nella Vergine.

II. - Ma lasciamo da parte questi spiriti ingannati ed ingannatori che fanno così

bene l'interesse dello spirito d'infedeltà, mentre trattano così male la fede e i

suoi misteri, intendendo a controsenso la Sacra Scrittura.

Page 46: Berulle Le Grandezze Di Maria

Istruiti in una scuola migliore, noi parliamo di quelle parole della Vergine in

modo più degno, più angelico e più cristiano.

Diremo dunque che quelle prime parole della Vergine

43

sono parole di fede ammirabile, di purezza verginale e di prudenza celeste, di

ispirazione divina e di gloriosa fecondità, perché dall'esempio della Vergine

delle vergini hanno fatto germogliare tanti fiori, nel cielo e prodotto tante

anime vergini su la terra. Da queste parole venne formato nello Stato di Gesù il

più degno esercito del suo regno, il fiorente esercito delle Vergini, il quale non

fiorisce che nell'Oriente del mistero dell'Incarnazione, né prende nascita se non

alla nascita di Gesù e dalla nascita di Gesù. Un tal glorioso esercito non

precede Gesù, ma lo segue e lo segue dappertutto, nella culla e su la Croce,

nella vita privata e nella vita apostolica, su la terra e in cielo.

Dappertutto Gesù si trova in mezzo alle Vergini; Egli nasce, vive e muore tra le

anime vergini, le quali lo seguono e lo accompagnano in tutti i passi della sua

vita onorate, per loro sommo gaudio del privilegio di formare il suo seguito, di

possedere il suo amore di godere della sua familiarità. Adducentur regi virgines

post eam (Altre vergini dopo di Lei saranno presentate al re? - Ps., XLIV, 15).

Un tale esercito venerabile era ben dovuto alla purezza, alla santità, alla

divinità del mistero dell'Incarnazione. Quanto è cara a Gesù una tale

compagnia, la quale gode della sua intimità e perciò fruisce dei privilegi del suo

amore!... La Madre di Gesù è la prima in quella schiera; e appunto nel mistero

dell'Incarnazione, Ella innalza il vessillo della Verginità! Le parole che la

Vergine proferisce sono quelle che hanno fondato quella schiera santa e

verginale: Colui che con una parola ha fatto l'universo, ha voluto servirsi di

poche parole della Madre Sua per formare e stabilire nel mondo quel glorioso e

venerabile stuolo delle Vergini.

Con questi pensieri veneriamo, come in un riassunto

44

la condotta della Vergine rispetto all'Angelo, e la troveremo piena di grazia e di

virtù ...

Page 47: Berulle Le Grandezze Di Maria

La Vergine adunque ascolta in silenzio l'Angelo che le parla; ne accoglie

umilmente l'onorifico saluto, ne considera le parole con ammirabile tranquillità.

Prestando la massima attenzione al messaggio dell'Angelo, presta fede a ciò

ch'egli le annuncia, ma con singolare prudenza domanda il modo in cui ciò si

avvererà; questo l'Angelo non l'aveva annunciato, ma l'aveva taciuto, ci

sembra, per una divina disposizione, appositamente per dar luogo alla

domanda della Vergine e manifestare al mondo, con le parole medesime di

quella, il suo voto e il suo stato di verginità.

La Vergine non ha nessun dubbio sul mistero annunciato dall'Angelo; per la

luce della fede e la chiarezza della parola angelica, lo ritiene vero; ma dal

medesimo Spirito celeste inviatole da Dio per istruirla, Ella desidera sapere

quale sia la via da Dio fissata per compiere quest'opera.

Con questo spirito di umiltà, di fede, di desiderio di essere edotta di questa

verità importante per Lei medesima e per il mondo, la Vergine santamente dice

all’Angelo: In qual modo ciò si compirà? (Ibid., 34). Che può mai esservi di

riprensibile in questa parola e in questa condotta?

Prima della venuta dell'Angelo, la Vergine era già troppo bene istruita su la

nascita del Messia il quale era il primo articolo della fede dei Giudei; come su la

potenza divina a farlo nascere per il solo mezzo comune ed ordinario della

nascita degli altri mortali. Maria godeva di una luce troppo grande ed era

animata da una fede troppo elevata, perché cadesse in un errore così

grossolano.

Ma pur sapendo tutto quanto conosce, Ella ben sa

45

che nei segreti tesori della potenza divina vi sono altre vie per le quali Dio può

compiere quell'opera, e una tale conoscenza è luce; Maria esclude l'unica via

che ripugna al suo voto, ed è fedeltà, non apre la sua mente a congetturarne

alcuna, e questo è semplicità, non si appropria l'autorità né di volerne, né di

sceglierne, né di prescriverne, né di preferirne alcuna: e questo è umiltà.

Poiché Dio vuol compiere questo mistero in Lei e con Lei, Ella crede di potere e

di dovere ricercare quale sia il mezzo scelto e fissato nel Consiglio di Dio: e

questo è verità ed equità 1.

In tali disposizioni oltremodo sante, ragionevoli e divine, la Vergine umilmente

e santamente dice all'Angelo: Quomodo fiet istud? Che vi è mai in questo se

non da lodar Dio, onorare la Vergine, ammirarne la condotta e riconoscere un

Page 48: Berulle Le Grandezze Di Maria

cumulo di virtù là dove l'eresia cieca ed empia vuol trovare mancanza di fede?

La Vergine considera ciò che l'Angelo le propone, ed è prudenza; si arrende

alla prima comunicazione che le viene fatta; ed è docilità; e subito conclude e

risponde, ed è obbedienza.

Ripetiamo dunque ancora, ad onore di Dio e della Madre sua, per confusione

dell'eresia e in lode del colloquio della Vergine con l'Angelo, che quelle parole

dai nemici della fede e della Vergine presuntuosamente censurate, sono,

parole, come abbiamo detto; di fede

_________________________

(1) Quest'analisi dell'atteggiamento di Maria quando dice all'Angelo: Quomodo

fiet istud ci sembra squisita, superiore anche a quella che Bossuet fa della

medesima questione: «Una tale risoluzione denota in Maria un gusto squisito

della castità e in un grado così eminente che è a tutta prova di fronte alle

promesse degli uomini non solo, ma persino davanti alle promesse di Dio. Che

cosa Dio poteva promettere di più grande che il suo proprio Figlio, nella

medesima qualità che lo possiede Lui stesso, vale a dire nella qualità di Figlio?

Eppure Maria è pronta a rifiutarlo se per acquistarlo ella deve perdere la

propria verginità». (Elév. su les mystérs, XII e sem., MOLIEN).

46

ammirabile, di purezza verginale, di prudenza celeste, di ispirazione divina;

anzi se vi riflettiamo bene, sono parole di una autorità eminente di cui Dio

vuole insignire la Vergine riguardo all'opera che le viene annunciata, come

primizia della grande autorità che tosto Ella riceverà sopra Dio medesimo in

qualità di Madre.

Dio, infatti, vuole che, Maria tratti e deliberi sopra quest'opera oltremodo

insigne che la mano dell'Onnipotente vuole compiere nel mondo; le manda il

suo Angelo non solo per rivelargliela, ma pure per entrare con Lei in trattative

sopra questo affare.

Inviandole il suo angelo, Dio le dà diritto di pensare a questa opera,

d'informarsene e di deliberare; né vuole compierla in Lei se non dopo che,

avendo tutto ben ponderato, Ella avrà giudicato di dare il proprio consenso;

tanta è la parte, la potenza e l'autorità che Dio vuole dare alla Vergine sopra

quest'opera che è la più eminente fuori di sé medesimo (ad e tra).

Page 49: Berulle Le Grandezze Di Maria

Potenza veramente insigne! onore, sublime per la Vergine! Ma questo non è

ancora che un raggio della potenza e dell'autorità ammirabile ch'Ella sta per

ricevere riguardo a Dio medesimo che la costituisce Madre sua.

XIV.

SUBLIMI PAROLE DELL'ANGELO ALLA VERGINE.

Ecco i santi pensieri in cui dobbiamo trattenerci nell'udire il colloquio che

avviene, in quella casetta di Nazaret, o per meglio dire, in quel santuario dove

la Vergine trova si con l'Angelo; dove Dio è presente e pronto ad incarnarsi;

dove tutto è santo, puro e divino, e tende a far nascere nel mondo il Santo dei

santi. Così dobbiamo

47

parlare di un colloquio talmente puro e santo, che serve di proemio ad un

mistero così sublime; così grande e così augusto. Che se i nostri commenti su

questo punto sono un po' lunghi, il lettore ce lo perdoni. Il temerario attentato

dell'eresia contro la fede della Vergine e la dignità di questo mistero, ci ha

attirati in questa discussione onde giustificare le parole e la condotta di Colei

che apporta al mondo il Giusto e la giustizia (Jer., XXIII, 5, 9) e per la prima

riceve in sé medesima l'impressione della giustizia e della santità di Lui, nel

concepirlo e portarlo nelle sue viscere.

Riprendendo ora il filo del nostro discorso, diciamo che la Vergine avendo

umilmente chiesto all'Angelo quale fosse la via da Dio scelta per il

concepimento dell'opera che le veniva annunciata, l'Angelo le risponde e le

manifesta che tale concepimento sarà tutto celeste: quel parto sarà divino, lo

Spirito Santo verrà in Lei, la potenza dell'Altissimo la investirà, e il frutto di tale

celeste operazione sarà riconosciuto come il Figlio del Dio vivente. Così, fra

tutti i mezzi che si potevano usare per far nascere il Messia, Dio sceglie il

mezzo più elevato e più divino, il mezzo più degno della fede di Maria e più

onorifico per la sua purità.

La natura non avrà parte in quest'opera; gli angeli medesimi, che d'ordinario

sono adoperati nelle opere di Dio, non saranno chiamati a cooperarvi. Solo la

Page 50: Berulle Le Grandezze Di Maria

mano dell'Onnipotente vi si applicherà; e la fecondità della Vergine sarà, per

divina potenza, elevata a concepire ed a generare santamente il Santo dei

santi, il proprio ed unico Figlio di Dio medesimo.

Che se in un argomento tutto celeste, tutto divino, tutto miracoloso, in

un'operazione così straordinaria e singolare, si vuole ricercare qualche

esempio, l'Angelo propone alla Vergine un esempio domestico nella persona

48

della sua cugina Elisabetta; come se dicesse: «Quella medesima mano

dell'Altissimo, o Vergine sacra, che da un fondo sterile ha tratto la nascita di

Giovanni Battista, trarrà da un fondo puro e verginale la nascita del Figlio

vostro. Ma l'uno è il sovrano, l'altro è il vassallo; l'uno è Figlio, l'altro è servo;

l’uno è il Messia, l'altro il Precursore; l'uno è il Verbo Divino, l'altro la voce del

Verbo. Come sono ben differenti l'uno dall'altro, così la mano di Dio opera ben

differentemente nella loro nascita.

«Voi avrete, o Vergine sacra, il fiore e il frutto tutt'assieme: il fiore della

verginità e il frutto della fecondità. E Gesù pure è fiore e frutto tutt'assieme e

nella Scrittura porta questo doppio nome 1; non è fiore che diventi un frutto

cessando di essere fiore; ma è sempre fiore e sempre frutto; e Voi pure sarete

sempre vergine e sempre madre; il fiore della vostra verginità non appassirà

mai, ma sempre si conserverà nella sua freschezza insieme col frutto della

vostra fecondità».

Oh fiore! Oh frutto! Oh fecondità! Oh fiore del cielo! Oh frutto di vita! Oh

fecondità di Dio!

XV.

SUBLIMI PAROLE DELLA VERGINE E SUE INTIME DISPOSIZIONI

Istruita da quelle parole, insignita di tali favori, assicurata di tali privilegi, la

Vergine, condiscendente alla parola dell'Angelo ed obbediente a quella di Dio,

risponde: Ecce ancilla Domini, fiat mihi secundum verbum tuum (Ecco l'ancella

del Signore, si faccia di me secondo la sua parola - Luc., I, 38).

Page 51: Berulle Le Grandezze Di Maria

________________________

(1) Il Card. de Bérulle rinvia ai seguenti testi: ISA., XI, I; Cant., II, 1; Ps.,

LXVI, 7.

49

Non dobbiamo già passare leggermente sopra queste parole, né considerarle

come semplici espressioni, ovvero come una risposta officiosa data in certo

qual modo per complimento. Colui che le proferisce è un angelo, parla ad un

angelo e gli parla un linguaggio angelico, linguaggio ben differente dal

linguaggio degli uomini. Il linguaggio umano consta di semplici vocaboli,

mentre quello degli angeli è vivo, penetrante e luminoso; e sempre efficace e

porta sempre, luce 1.

La Vergine, essendo angelica, è dotata di una di quelle lingue angeliche di cui

parla l'Apostolo, e qui si trova in uno stato più che angelico. Ella è giunta a

quel colmo di grazia che compie tutto il corso della sua vita precedente, vita

elevatissima e di preparazione al nuovo stato in cui entrerà dopo quelle sante

parole.

Non sono parole di una pietà comune, né di un senso ordinario; sono parole di

abbassamento profondo e insieme di sublime elevazione; sono le parole più

potenti che Maria potrà mai proferire e quella del maggior gaudio che potrà

mai avere; parole umili ed insigni che rallegrano il cielo e determinano la

salvezza dell'universo, mentre dal più alto dei cieli traggono su la terra il Verbo

eterno.

Colei che parla è la persona più eminente che vi sia e potrà mai esservi dopo le

tre persone increate della Divinità, e parla mentre sta per entrare nello stato

più grande in cui possa mai essere stabilita: due circostanze queste di gran

peso, per le quali dobbiamo degnamente apprezzare quelle parole e stimarle al

peso del santuario.

Quando la Vergine umile, silenziosa e modesta, apre la bocca per proferire

quella risposta, si trova nelle mani

____________________

Page 52: Berulle Le Grandezze Di Maria

(1) La parola degli angeli ottiene sempre il suo effetto, questo effetto è luce.

50

del Verbo eterno il quale è con Lei, sta per incarnarsi in Lei, e la vuole per sua

Madre. Il Verbo divino le ispira quella risposta e le imprime tali disposizioni

convenienti.

Sarà l'ultima parola che la Vergine proferirà su questo punto, e subito dopo,

senza nessun indugio, in Lei verrà compiuto il sacro mistero, il mistero del

divino amore, il mistero dell'Incarnazione.

La Vergine adunque nel proferire in quell'istante quella risposta si trova nella

disposizione più elevata e più divina ch'Ella abbia mai avuto e che potrà mai

avere anche dopo. Quel colloquio santamente ispirato dalle parole dell'Angelo,

termina più santamente ancora, più felicemente, più divinamente con le parole

della Vergine.

La risposta di Maria, apparenza breve, include un senso profondo e un

grande mistero: degnamente corrisponde alla qualità della persona della

Vergine, alla sublimità della sua grazia; alla santità del suo stato, alla divinità

della sua appartenenza al Padre, al Figlio ed allo Spirito Santo, i quali la

chiamano e l'elevano alla Società con le loro persone divine e con la loro

ammirabile operazione.

Quanto abbiamo detto in queste poche parole basterebbe per rendere il dovuto

onore a quella risposta e a Colei che la proferisce. Ma il lettore mi perdoni se

mi trattengo ancora in questo argomento. Non posso distogliere così presto il

mio pensiero da questo oggetto tutto celeste su la terra 1, il quale eccita

l'ammirazione dell'Angelo. Volontieri contemplo la Vergine santa in quel

momento sola nella solitudine della sua cameretta, nel suo oratorio, elevata ad

una sublime contemplazione, tutta

____________________________

(I) Il piissimo Cardinale confessa ingenuamente le sue ripetizioni e ne dà la

ragione.

51

Page 53: Berulle Le Grandezze Di Maria

intenta a Dio, ascoltando la parola dell'Angelo, rapita nel pensiero delle

grandezze di cui riceve l'annuncio. La veggo al colmo di una grazia eminente

che chiude il corso di tutta la sua vita precedente, vita di quindici anni in tutti i

suoi momenti tutta consumata nella grazia, anzi consumata in una grazia

singolarissima ed elevatissima; ma questo colmo di grazia non è che il

fondamento e l'inizio di un nuovo edificio, perché in quel momento la vedo

all'ingresso di un nuovo stato che incomincia al termine di quelle sante parole e

continuerà sino all'eternità.

Quelle parole di Maria sono parole di spirito e di grazia, parole vive e

penetranti sino al centro dell'anima sua, parole di uno spirito sublime, elevato,

sino al trono della Divinità, parole di grazia preziosa e singolare, parole di una

grazia che dà principio al più alto mistero che Dio opererà mai; parole di una

grazia che stabilisce, accompagna e compie la Maternità divina, alla quale

Maria viene elevata appena proferite quelle sante parole.

Questo punto è degno di molta considerazione e merita giustamente di essere

spiegato con maggiore chiarezza. Né in tal modo ci allontaniamo dal nostro.

argomento, perché la vita e la condizione di Colei che deve concepire, portare

e partorire Gesù nel mondo, fa parte della storia di Gesù; e ciò è tanto più da

considerarsi che in questa sorta di nascita, il Figlio esiste prima della Madre, e

le disposizioni intime di Maria per essere Madre di Gesù sono grazie meritate

da Gesù medesimo, effetto operato dalla sua propria persona nella sua

santissima Madre. Talmente che parlare di Maria è parlare di Gesù, onorare

Maria è onorare Gesù, anzi è onorare Gesù nella più grande delle sue opere,

perché Maria è l'effetto più straordinario e l'ornamento più insigne della

potenza e della bontà di Gesù nell'Ordine della grazia.

52

Nella Vergine noi ammiriamo due sorte di vite e di vite differenti, le quali

dividono il corso della sua vita e della sua grazia su la terra: la prima

incomincia alla sua concezione e va sino al colloquio angelico durando così per

lo spazio di quindici anni circa; è questa una maniera di grazia preveniente che

la dispone alla Maternità divina in cui Ella verrà un giorno stabilita, ma senza

che lo sappia, né vi pensi.

L’altra incomincia al termine del colloquio con l'Angelo, ed è quello stato

medesimo, eminente e singolare, della divina Maternità nel quale Ella sta per

Page 54: Berulle Le Grandezze Di Maria

entrare; che sarà lo stato permanente di quella Vergine santissima, il

compimento della sua gloriosa vocazione e la Sua condizione eterna. Questo

nuovo stato è per la Vergine una vita nuova ch'Ella incomincia a vivere vivendo

con Colui che è la vita di Lei e la vita del mondo.

Prima, Maria era sola su la terra perché Gesù non viveva ancora. Gesù solo è

degno di tener compagnia a Maria. Ora che Gesù entra nel mondo e viene a

dimorare nel cuore e nel seno di Maria, Ella entra nel godimento della

compagnia di Gesù che la fa vivere di una vita tutta nuova, nella nuova vita

che il Figlio di Dio si degna di prendere nella sua creatura.

Queste due sorte di vita sono ben differenti: perciò hanno due sorte di grazie

ben differenti: e in ciascuna la Vergine è condotta ed introdotta in un modo

ben differente. Nella prima grazia, Dio la introduce, la conserva e la fa

progredire senza ch'Ella sappia per qual fine la grazia l'attiri e la prepari. In

altro modo, invece, Maria entra nello stato glorioso e divino della podestà

materna rispetto a Gesù; vi entra, infatti, con una pienezza di luce che l'Angelo

le ha apportata dal cielo è che Dio diffonde nella sua mente perché in uno

splendore di luce Ella concepisca lo splendore del Padre. Maria adesso sa,

sente,

53

vede dove Dio l'attira, la chiama e la eleva; in questo divino stato Ella entra

piena di grazie, di luce e di desiderio di servire a Dio in un tal sublime

ministero, di essere Madre di Colui che ha Dio medesimo per Padre.

Dio segue modi differenti nel dare le sue grazie alle sue creature; vi sono

grazie ch'Egli comunica alla creatura senza che questa lo sappia, ovvero, se lo

sa, senza che penetri il fondo e il fine di tali grazie e d'ordinario Egli agisce in

questo modo con gli uomini. Vi sono altre grazie che Dio conferisce con

abbondanza di luce e di conoscenza a motivo della loro eminenza, per gli effetti

che ne vuole ottenere secondo i suoi disegni; ed è questa la via che il più

sovente Egli segue con gli angeli.

Con la santissima Vergine, Dio si è compiaciuto di agire in un modo come

nell'altro in due tempi differenti, tenendo a suo riguardo la via di oscurità sino

alla venuta dell'Angelo dal cielo. Ma ora per Lei è il tempo della luce, poiché è il

tempo in cui Ella apporta la luce al mondo, e quella risposta di Maria non è

soltanto parola di spirito e di grazia, come abbiamo detto, ma ancora parola di

Page 55: Berulle Le Grandezze Di Maria

luce, e di luce viva che penetra fin nel seno dell'Eterno Padre e ne trae il Figlio

Unigenito di Dio, onde portarlo e includerlo nel seno verginale di Maria.

Le ultime parole della Vergine all'Angelo sono ben differenti dalle prime;

perché non sono, come le prime parole di stupore bensì di consenso. Sono

parole non di riflessione umana, ma di risoluzione divina; parole non di

esitazione, ma di viva ed ardente inclinazione al compimento dei volere e

dell'opera di Dio; parole grandi, memorabili, preziose; parole di grazia, di

amore e di vita, e di vita che non perirà mai; parole che dànno la vita al Dio

vivente ed uno stato ormai eterno al Figlio eterno di Dio medesimo.

54

Cerchiamo, non già dei diamanti, ma dei cuori celesti e degli spiriti divini onde

scolpirvi quelle sante parole e renderle eterne, onde imprimerle in un fondo

degno e confacente alla loro qualità. Esse appunto sono impresse nel libro della

vita, e nel Cuore divino di Gesù, e di Maria.

Oh parole di Maria, quando sta per concepire Gesù! Oh parole di Maria quando

sta per ricevere nel suo Cuore e nel suo seno Colui che, è la parola del Padre,

la parola sostanziale e personale del Padre!

Oh degna conclusione di quella missione celeste, degno termine di quel

colloquio angelico, ben degna di dar principio all'Opera delle opere di Dio

nell'universo!

Poiché l'Angelo ha terminato il suo dire su le grandezze di Colui che annuncia e

su la via divina ed ammirabile che lo deve dare al mondo, la Vergine chiude le

trattative con l'Angelo e gli risponde, con effetti più che con parole, vale a dire

con la grandezza della sua umiltà, con la professione della sua obbedienza, con

la espressione del suo desiderio per il compimento dell'opera che, Dio vuole

fare in Lei e con Lei.

In queste sante disposizioni la Vergine, piena dello spirito di Dio e diretta dalla

sua grazia, così parla all'Angelo e mette fine al colloquio, celeste; e dopo di

aver umilmente ascoltato l'oracolo angelico; più umilmente ancora risponde:

Ecce ancilla Domini, fiat mihi secundum Verbum tuum.

Quanto sono potenti, feconde e gloriose queste parole! Quanti secreti, quanti

favori ed effetti contengono! Perciò vengono proferite dalla Vergine in un

tempo così santo e così glorioso per Lei, nel tempo della maggior potenza e

Page 56: Berulle Le Grandezze Di Maria

fecondità che sarà mai comunicata a nessuna creatura; nel momento cioè in

cui sta per concepire e

55

generare il Verbo Incarnato, che è la virtù, la luce e la potenza del Padre.

La Vergine adunque quando proferisce quelle parole, si trova in una grazia

singolare, in uno stato divino, in una via ammirabile; ammirabili i movimenti

del suo spirito, ammirabili ne sono gli effetti. Si abbassa e nell'abbassarsi si

trova elevata, elevata al disopra dei cieli; si perde nelle mani di Dio, svanisce

come un nulla al cospetto del suo Creatore, e diventa Madre del suo Creatore

medesimo; per mezzo dei suoi abbassamenti viene elevata nelle sue

grandezze; con la verginità Ella entra nella divina Maternità; con l'obbedienza

si eleva alla sublime sua sovranità; si dichiara servente del Signore e ne

diventa Madre, Madre e servente tutt'assieme: sempre Madre e sempre

servente, come il Figlio suo è Dio e Uomo, sempre Dio e sempre Uomo.

Maria rimane vergine e diventa madre, due pregi della corte celeste e pregi

sino allora incompatibili, ma riuniti allora in Maria per il privilegio dovuto alla

dignità del suo ufficio e della sua persona. In tal modo la sua verginità dalla

sua maternità non solo è conservata, ma sublimata, coronata e resa più

fiorente che mai, e la sua maternità santamente preparata, felicemente

acquistata e divinamente compiuta nella sua stessa verginità.

XVI

ECCE ANCILLA DOMINI. - FIAT MIHI SECUNDUM VERBUM TUUM.

In argomenti così sublimi vi è più da riflettere che da dire, e v'è più da

ammirare che da riflettere. Tuttavia se alla nostra infanzia nelle cose divine è

lecito parlarne benché balbettando, possiamo dire che ciò che esponiamo

56

Page 57: Berulle Le Grandezze Di Maria

è qualche cosa delle grandezze e dei favori che si verificano nella Vergine

quando proferisce quelle ultime parole del sacro colloquio con l'Angelo; donde

il caso che dobbiamo fare di quelle divine parole considerate in generale.

Che se le consideriamo in particolare, se scrutiamo minutamente quell'umile,

santa e feconda risposta della Vergine santissima, vedremo che contiene due

parti e due movimenti nella grazia ben differenti.

La prima dice: Ecce ancilla Domini; la seconda: Fiat mihi secundum verbum

tuum (Luc., I, 38). Con la prima l'umile Vergine scende nel mondo del suo

essere, nella sua servitù, nel suo nulla: Ecce ancilla Domini - perché nella

semplice condizione dell'essere umano, la luce della Vergine non vede altro che

il nulla e la servitù.

Con la seconda la Vergine innalza i suoi desideri: ed il movimento dell'anima

sua verso il suo Dio, e ciò che è ammirabile, per esserne la Madre, aspirazione

che non vi fu mai, né mai vi sarà fuorché in Lei.

Questi due movimenti sembrano contrari: l'uno infatti abbassa, l'altro eleva, ed

eleva ad un'altezza oltremodo sublime; l'uno separa e l'altro unisce e unisce a

Dio medesimo in una affinità oltremodo stretta ed insigne; ma convengono allo

stato di questo mistero.

Questi, due movimenti sono mirabilmente congiunti in un mistero che abbassa

sin nel nulla dell'essere umano Colui che è la gloria e la potenza del Padre, e

congiunge Dio con la creatura in unità di una persona così grande.

Come dunque Dio si abbassa nel nulla per incarnarsi, così quella creatura che

deve concepirlo si abbassa sin nel nulla dell'essere creato onde ricevere ed

adorare il suo Signore. È come Dio si unisce e si incorpora con la nostra

umanità, così la Vergine, dopo questo umile movimento del suo spirito, viene

elevata dallo spirito di Dio all'aspirazione ed al desiderio di essere Madre di

Colui che vuole

57

abbassarsi ed incarnarsi in Lei. Desiderio tutto nuovo che incomincia con quelle

parole, perché non è mai entrato nella mente e nel cuore della Vergine;

desiderio sublime, impresso nel fondo dell'anima di Maria dalla mano

medesima dell'Onnipotente che vuole operare questo mistero i desiderio santo,

puro e divino, perché tende, a dare in Lei una vita nuova al Santo dei santi i

desiderio con cui Maria nel suo cuore, nel suo corpo e nell'anima sua, tutta si

Page 58: Berulle Le Grandezze Di Maria

abbandona nelle mani del suo Dio per concepirne il Figlio dandogli una parte

della sua sostanza. Per la viva impressione di questo desiderio, per l'infusione

di questa luce, Maria proferisce questa parola di così grande efficacia:

Fiat mihi secundum verbum tuum!

Un Fiat ha dato principio al mondo: questo Fiat dà principio all'Autore del

mondo. 1

Una parola ha fatto questo universo i questa parola di Maria forma

nell'universo un altro universo e costituisce in mezzo a questo mondo un nuovo

mondo, un mondo di meraviglie, un cielo su la terra, una terra in cielo, una

natura creata in un essere increato.

La Vergine, nel proferire quelle parole, è l'Oriente dove nascono queste

meraviglie; Dio l'ha innalzata fra tutte le creature al disopra di tutte, ora la

innalza al disopra di Lei medesima, e la stabilisce in uno stato insigne, in una

condizione stupenda.

Chi è con Lei non è già l'Angelo, ma il Dio dell’Angelo, e l'Angelo medesimo ce

ne avverte dapprincipio quando dice: Il Signore è con Voi. Il Signore è con Lei

nell'attesa che sia in Lei, come subito diremo. Ma ora Dio è in Lei per agire in

Lei, per innalzarla al disopra di tutto quanto è creato, associarla a sé medesimo

e prepararla all'Opera più insigne fra tutte; sola, infatti, fra tutte le creature

Maria è eletta e destinata a servire a Dio nella

____________________

1 In quanto uomo.

58

più grande operazione dell'Onnipotente fuori di sé medesimo, cioè

nell'Incarnazione del Verbo; Ella deve prestare a Dio il suo servizio in un

ministero così elevato e degno come quello di Madre, e si avvicina il momento

in cui la Vergine avrà parte a questa grande e singolare operazione! Oh

grandezza! Oh meraviglia!

XVII

Page 59: Berulle Le Grandezze Di Maria

STATO INSIGNE DELLA VERGINE AL TERMINE DEL COLLOQUIO CON

L'ANGELO.

Se mai ho venerato la Vergine nella sua vita, nei suoi pensieri e desideri, nei

suoi anni precedenti, molto più la venero in quel momento, in quella

elevazione, in quella disposizione con cui Ella proferisce le ultime parole del

colloquio con l'Angelo. Nel pronunciare quelle parole Ella entra in uno stato

nuovo che viene operato in Lei, ma non da Lei, bensì dalla mano di Dio in Lei,

da quella mano medesima che sta per operare il mistero dell'Incarnazione.

Quella mano onnipotente e divina che sta per agire nel Figlio medesimo di Dio

onde incarnarlo, agisce ora su la Vergine nella quale Egli deve essere

incarnato, ed opera in Lei cose grandi, degne di sé e degne pure del trionfo

sublime di onore e di gloria che tosto darà a sé medesimo nell'Opera sua per

eccellenza.

Dobbiamo parlare un linguaggio più chiaro e di più elevato; esprimendoci con

negazioni più che con affermazioni positive; perché le cose divine sono affini

alla natura di Dio e ci vengono pertanto spiegate, in modo più elevato, dalla

teologia che chiamiamo negativa piuttosto che da quella che è positiva od

affermativa: Diremo dunque che la Vergine in quel momento non è in moto ma

in

59

riposo, perché è tranquilla; ma pure non e in riposo ma in moto, perché tende

a Dio, e ciò con un vigore ed una vivacità ammirabile.

Maria è in un movimento celeste e insieme in un riposo divino; in un

movimento che è riposo, e in un riposo che è movimento.

Contempliamo l'occupazione della Vergine in questo momento o riposo, dico

che Ella è, non in un'azione, ossia in un atto soltanto, ma in uno stato, perché

la sua occupazione è permanente e non passeggera.

Maria pure non è in uno stato soltanto, ma in un'azione: perché ciò che

avviene in Lei è vivo e penetrante sino al midollo dell'anima sua 1.

Page 60: Berulle Le Grandezze Di Maria

Essa non è (soltanto) in un'azione. né (soltanto) in uno stato ma in un nuovo

essere; perché ciò che è in Lei è vivo come la vita medesima, ed è sostanziale,

intimo e profondo come l'essere.

Maria è dunque in un essere nuovo, ma in un essere

__________________________

1 Henri Bremond, citando questa pagina, dice: «Rispetto a coloro che

trovassero qui troppa sottigliezza, non ci resterebbe che da compiangerli, né

vorremo scusare il Card. de Bérulle di essere sublime», (pag. 95), In questa

bella e profonda analisi psicologica, l'Autore espresse due cose: 1) Maria

compie atti perfettissimi di carità, di abbandono assoluto alla divina volontà,

ecc., di una intensità e sublimità inconcepibile; eppure rimane in una

tranquillità e pace divina. L'osservanza del pio Cardinale si applica

evidentemente a tutta la vita di Maria, per cui san Francesco di Sales dirà che

«nel Cuore della gloriosa nostra Signora il divino amore cresceva ad ogni

momento, ma in modo sempre dolce, pacifico e continuo, senza nessuna

agitazione (Trattato dell’amor di Dio, l. VII, cap. XIV), Cfr.: CAMPANA, Maria

nel dogma, 1936, pag, 643). 2) Maria è uno stato e insieme in azione: in uno

stato di santità perfetta, che grandemente onora Dio ad imitazione di Gesù, in

uno stato di disposizioni sublimi di carità e di ogni verità; e insieme compie gli

atti ferventissimi che corrispondono da una tale ineffabile santità e ne sono

l'espressione. Lo stato è permanente ed abituale e dura in eterno: gli atti sono

transitori, né sono sempre i medesimi.

60

che include essere e non essere tutt'assieme. La Vergine è come in uno stato

di non-essere di sé medesima, per lasciar il posto all’essere di Dio ed alla di Lui

azione, perché Dio vuole essere in Lei e in Lei compiere il suo capolavoro.

Così Maria non è, non vive, non opera: Dio è in Lei, Dio vive in Lei, Dio opera

in Lei. E ciò che è più ancora, Dio in Lei è, vive ed agisce per assumere Lui

medesimo in Lei un nuovo essere, una nuova vita; per compiere nella Vergine

un'operazione simile a quella che da tutta l'eternità compie in sé medesimo,

operazione che si avvicina più che mai sia possibile alle processioni divine nella

SS. Trinità.

Page 61: Berulle Le Grandezze Di Maria

Orbene, poiché l'operazione suppone l'essere e ne emana (pertanto è

proporzionata all'essere), e poiché vi è una relazione di influenza e di

eccellenza tra l'operazione e l’essere, quale sarà questo essere nuovo

comunicato alla Vergine, essere che corrisponde ad una operazione così

insigne? Quale sarà questa vita, sorgente di vita e sorgente di una tal vita?

Quale sarà la potenza, la pienezza, l'attualità di quella vita che deve

degnamente cooperare con la SS. Trinità nel formare nel mondo un nuovo

principio di vita e di grazia? Dopo la Divinità medesima non v'è allora

nell'universo nulla di più grande né di più celeste 1.

__________________________

1 Maria nell'Incarnazione riceve un nuovo essere onde sia capace di generare il

Figlio unigenito di Dio. Quale sarà mai l'eccellenza e dignità di un tale essere?

L'Autore la deduce filosoficamente dalla relazione, tra gli atti e l'essere. Gli atti

fluiscono dall'essere, perché l'essere opera secondo sua natura. Un atto

angelico indica e suppone la natura angelica; un atto umano parimenti indica e

suppone la natura umana. Perciò quanto più gli atti sono eccellenti, tanto più è

eccellente l'essere e viceversa. La dignità dell'essere e la dignità degli atti sono

correlative. Orbene, l'atto di generare il Figlio di Dio secondo la natura umana

è di una eccellenza inaudita ed inconcepibile: parimenti è neces-

61

Prima la Vergine era come l'aurora, ora mi sembra che sia come un sole, tanta

è la sua luce; Ella è nell’Oriente di un nuovo stato, ed entra in una condizione

che tanto la eleva al disopra di sé medesima, quanto era già elevata al disopra

delle altre creature. È una creatura nuova del mondo nuovo, anzi la prima

creatura di questo nuovo mondo. Ella ne è il sole, mentre Gesù vuole rimanere

nascosta in questo mondo, Egli che è veramente il gran mondo e il Sovrano del

mondo che vediamo (universale), e il Salvatore di questo nostro piccolo

mondo.

L'istante in cui la Vergine pronuncia queste parole: Ecce ancilla Domini, è

quello in cui Ella cambia in tal modo di qualità, ed entra in un nuovo stato; e

una tale circostanza deve ispirarci maggior venerazione ancora per quelle

parole.

Mi sembra che in quella risposta all'Angelo la Vergine faccia un voto e una

solenne professione, e che entrando in un nuovo Ufficio della Corona nel Regno

Page 62: Berulle Le Grandezze Di Maria

del Cielo, presti un nuovo giuramento al Re del cielo e gli renda un nuovo

omaggio. Un tal voto, un tal giuramento, un tale omaggio sono compresi in

quelle belle parole, con le quali Maria fa professione pubblica e solenne del suo

completo abbandono al Signore, dicendo Ecce ancilla Domini ecc.: come se

dicesse: «Ecce, eccomi al cospetto di Dio e dei suoi Angeli, al cospetto del cielo

e della terra, tra il tempo e l'eternità. In questa veduta e in

___________________________

sario che sia inaudita ed inconcepibile l'eccellenza del nuovo essere di cui è

investita Maria. «Alcuni pensano, dice altrove il pio Cardinale, che l'Eterno

Padre ha rivestito la persona della Vergine della propria potenza e fecondità col

renderla capace di generare nel tempo il Figlio suo» (O., 156). La dignità di

Madre di Dio suppone nella Vergine una trasformazione, una elevazione

sublime nel suo stato e nel suo essere, la quale ne fa come una nuova

creatura.

62

questo pensiero mi costituisco, mi dichiaro e mi professo senza nessuna riserva

di qualsiasi diritto, senza nessuna eccezione, per ora e per sempre la servente

del Signore: Ancilla Domini. Lo considero, lo riconosco e lo adoro come

Signore, come il Signore, come il Signore della mia anima e del mio corpo e

come il Signore dell'universo; e per tale sua doppia qualità, mi costituisco sua

servente.

«Ma, o bontà, o grandezza; o maraviglia! Egli vuole ch'io sia quella servente

fortunata, quella servente unica, predetta nella Scrittura, che a Lui deve

servire nell'Opera sua per eccellenza, in questo singolare ministero.

«Egli vuole, ch'io lo consideri non solo come mio Signore, ma come Colui che

vuole essere mio Figlio, e ch'io sia la Madre sua. Adoro questo suo volere, e

pienamente ad esso mi assoggetto; vi presto il mio consenso, e vi unisco, i

miei voti ed i miei desideri sospirandone l'avveramento con tutta la mia

possanza di natura e di grazia».

Fiat, dice la santa Vergine; questa semplice parola in un semplice vocabolo

include due cose, degne di grande considerazione: un desiderio per amore e un

consenso per obbedienza, un consenso così importante che da quello dipende

un'opera così grande e così necessaria al cielo ed alla terra. È una parola breve

Page 63: Berulle Le Grandezze Di Maria

(abbreviata) e che serve a formare nel mondo il Verbo Incarnato ed abbreviato 1, parola pertanto che merita di essere un po' spiegata e meditata, per essere

meglio compresa.

Fiat dice dunque la Vergine all'Angelo e a Dio nell'Angelo di Dio, e più ancora a

Dio in sé medesima; questa semplice e sola parola comprende un voto, un

sospiro dell'Incarnazione; sospiro più divino e più potente che tutti i sospiri di

tutti i giusti assieme.

____________________

1 Cfr. Rom., 9, 28.

63

Fiat mihi, soggiunge la Vergine, e con questo secondo vocabolo esprime un

secondo voto, un secondo sospiro, cioè, non solo che si compie su la terra il

mistero dell'Incarnazione ma che venga operato in Lei medesima; voto che

determina, promuove, conclude il suo stato felice ed ammirabile nell’Ordine

della grazia, il più insigne nella corte celeste, il primo Ufficio della Corona di

Gesù, lo stato felice, divino ed ammirabile della Maternità divina.

«Ch'io entri in questo stato, dice Maria e che si compia, o Dio, o Angelo: o Dio,

secondo l'ordine vostro, o Angelo secondo la vostra parola; Secundum verbum

tuum! Che quest'opera singolare e divina si compia per quella via singolare e

divina che mi viene annunciata: via degna di Dio e dell'opera sua; via altissima

e degna dell'Altissimo, via che sublima la mia integrità invece di portarle

pregiudizio; via che congiunge la natura con la grazia, e dà ingresso nel mondo

all'Autore della grazia e della natura; via per cui l'uomo sarà Dio e Dio sarà

uomo, ed io sarò la sua servente e la sua Madre, Madre e Vergine

tutt'assieme»!

Tali sono i pensieri, i desideri, le parole della santissima Vergine; sono i dolci e

deliziosi frutti di quel divino colloquio; sono i voti santi e felici di Maria rispetto

alla Incarnazione del Verbo. Tre 1 voti differenti, ben degni di essere

considerati ed onorati, con un amore speciale, nella Vergine e in questo

mistero.

Tale è lo stato insigne di Colei che a Nazarét è ignorata, ma dal cielo

ammirata; né la Giudea, né il mondo pensano a Lei, ma dopo la Divinità questa

creatura privilegiata è l'oggetto più insigne della contemplazione degli

Page 64: Berulle Le Grandezze Di Maria

_________________________

(1) 1° Che Dio si faccia uomo, - 2° che si faccia uomo in Lei, - 3° senza

pregiudizio della sua verginità.

64

angeli nella loro gloria. Dio pensa a Lei e vuole sceglierla per sua Madre, pensa

a Lei in quel tempo in cui vuole elevarla ad una tale dignità per renderla Madre

sua. Ed ecco come nell'umiltà dell'abbassamento e nella purezza dei desideri

della Vergine, nella sublimità di una grazia così singolare e nell'attualità di

un'elevazione così sublime, il Verbo eterno ha voluto essere concepito e

generato nel mondo.

65

PARTE TERZA

COMPIMENTO DEL MISTERO DELLA VERGINE

XVIII

ECCELLENZA E SUBLIMITÀ DELL'OPERA CHE VIENE COMPIUTA DOPO LE

ULTIME PAROLE DELLA VERGINE.

Chi non loderà, chi non ammirerà le vie di Dio e lo svolgimento dell'opera sua,

il volere di Colui che essendo la vita, la gloria, lo splendore del Padre vuole

assumere carne umana ed assumerla in questo modo?

Page 65: Berulle Le Grandezze Di Maria

Ma andiamo innanzi seguendo il corso del nostro argomento e vedremo che

quanto più si avanza questo Sole e si innalza sul nostro orizzonte, o meglio,

quanto più si abbassa e si avvicina a noi, tanto più vivi e splendenti sono i suoi

raggi, maggiormente la via è divina e l'operazione ammirabile.

Terminato e chiuso il colloquio tra l'Angelo e la Vergine, l'Angelo si ritira e Dio

si avvicina, mentre la Vergine rimane nella sua contemplazione.

Ed ecco, oh maraviglia! oh grandezza! le parole dell'Angelo hanno il loro

effetto: il cielo si apre, lo Spirito Santo scende nella Vergine, la potenza

dell'Altissimo la investe e l'Opera suprema viene compiuta.

67

In quel felice momento, il Creatore si fa creatura a pro della sua creatura;

l'artefice del cielo e della terra forma a sé stesso un corpo terrestre onde

santificare la terra e il cielo; Dio si fa uomo per la salvezza degli uomini, e la

Vergine diventa Madre di Dio.

Che dirò io? che penserò?

O Dio supremo, Dio del cielo e della terra, ora Dio della terra più che del cielo,

poiché siete su la terra più che in cielo e vi compite meraviglie più grandi e

celesti!

Prima, nella Sacre Scritture, Voi non prendevate che la qualità di Signore del

cielo; l'Angelo, infatti, diceva a Tobia: Benedicite Deum Coeli (Benedite il Dio

del cielo ­ TOB., 12, 6), quasi che non foste il Signore della terra, la quale non

vi riconosceva e non pensava che ad offendervi.

Ma ora vi adoro come Signore della terra, perché siete su la terra più che in

cielo, e vi operate cose più elevate e più divine: perciò gli angeli lasciano

deserto il cielo per scendere veloci su la terra onde contemplarne meraviglie,

onde cercare ed adorare il loro Dio.

Da quattromila anni avevate fatto l'universo, e dopo più nulla di nuovo,

essendo Voi rimasto nel riposo del settimo giorno; ma ora uscite di nuovo fuori

di Voi medesimo e fate nell'universo meraviglie oltremodo grandi e stupende.

Voi fate nell'universo un mondo nuovo che rapisce e rinnova questo nostro

mondo; un mondo più insigne, mondo di prodigi, mondo eterno, mondo che ha

i suoi elementi, i suoi principi, il suo stato e i suoi movimenti; mondo affatto

differente da quello che avevate creato prima. In questo mondo

(dell'Incarnazione) Voi congiungete la terra col cielo, Dio con l'uomo, l'essere

Page 66: Berulle Le Grandezze Di Maria

creato con l'Essere increato, mentre nell'altro (nel mondo naturale) rimangono

infinitamente distanti. In questo Voi ponete un Sole su la terra, in medio

terrae, come dice un

68

Profeta. Così, la terra ormai possiede le luci del cielo (Gesù e Maria). Quel

Sole, che per mezzo di questo mistero abbiamo su la terra illumina il cielo,

perché è il gran Sole che brilla nell'eternità ed ora splende in questa umanità.

Non è più dunque il cielo che illumina la terra, ma la terra illumina il cielo; non

più il cielo muove e regge la terra, ma la terra spinge le sue influenze, sino al

più alto dei cieli, e quella porzione di terra (il corpo di Gesù) che trovasi ora in

Maria, avvolta nel suo seno e nelle sue viscere, sarà un giorno esaltata sopra

tutti i cieli e comanderà al cielo e alla terra.

A Nazàret, o grande Iddio, si compiono, tali meraviglie, nel più profondo

silenzio, ma quest'opera grande, che si compre in un istante, non può essere

spiegata né descritta in un istante, l'eternità stessa sarà troppo breve per

manifestarne le meraviglie; ci vuol tempo, grazia e luce per pensare

degnamente di cose così sublimi. Colui che è lo splendore del Padre, e viene su

la terra per essere la luce del mondo, si degni di rischiarare, le nostre tenebre

perché possiamo degnamente pensare a Lui e degnamente parlare di Lui.

Quest'opera grande si compie, ciò che va notato, nel segreto, nel silenzio e

nella solitudine della Trinità santa; è per eccellenza l'opera sua ed Ella sola vi

contribuisce, sola vi è presente. Gli angeli che l'assistono in cielo, non le

prestano la loro assistenza in quella cella di Nazaret. Non hanno la libertà di

entrarvi, non vi sono chiamati; per loro basta osservarla dal cielo col più

profondo rispetto, aspettando il termine e l'effetto del trattato angelico e

dell'azione divina.

Tutti gli angeli aspettano con grande attenzione; dopo la divina Essenza nella

quale sono rapiti, non hanno sguardo più fisso, più nobile di questo; a nulla si

rivolge il loro sguardo come a questo nuovo oggetto: Dall'alto dei

69

cieli contemplano quella cella e la Vergine che vi dimora; ma non hanno altra

parte in questo mistero che di conoscerlo e di adorarlo. È già gloria fin troppo

Page 67: Berulle Le Grandezze Di Maria

grande per Gabriele averlo annunciato, e la Scrittura dice espressamente che

subito dopo fatta la sua ambasciata, egli si ritira: Et discessit ab illa angelus

(Luc. I, 38). In un soggetto di tanta dolcezza e delizia non trovo altra durezza

che questa, e durezza usata verso un angelo così elevato che pure ha una

parte speciale in questo mistero. Ma, così richiedono la dignità dell'opera di Dio

e la grandezza suprema della Trinità che la compie 1.

O Trinità santa! Vi adoro in Voi medesima e nelle opere vostre e in quest'opera

la più insigne di tutte! Vi adoro nei cieli e in Nazaret! Adoro la Vostra sacra

solitudine, e l'adoro nella vostra Essenza e nella cella di Maria! In cielo siete

occupata nelle processioni eterne, a Nazaret in una nuova generazione del

Verbo eterno, in quella sacra operazione la quale compie il segreto del Vostro

amore e l'unità del Vostro mistero.

Ecco due solitudini da ammirare e da adorare, la prima in Voi medesima, l'altra

in Nazaret; la prima nel

____________________________

1 «Con queste parole più profonde ancora che ingenue, scrive H. Bremond;

direi volentieri che la Scuola francese dice addio al medio evo dal quale è stata

formata; essa ne conserverà ciò che vi è di migliore in essa, ma dovrà infine

superarlo. Dimostra bene, proprio qui, che non disprezza il latte conveniente ai

bambini, ma al latte, preferisce il vino di una dottrina piena e vigorosa. Così,

sotto l'azione divina, Bérulle e i suoi discepoli promuovono nel mondo il

progresso della religione, ma un progresso tale che dopo tre secoli non li

abbiamo ancora superati ». (Op. cit., pag. 94) «Malgrado il progresso

incontestabile che il medio evo aveva effettuato nell'esposizione dei misteri di

Cristo, li considerava piuttosto nell'esterno; così nelle Meditazioni attribuite a

san Bonaventura, nella Grande vita di Gesù Cristo di Ludolfo il Certosino, e

soprattutto nelle rappresentazioni della Passione. Il Padre de Bérulle poco si

ferma nell'analisi della scena esterna, onde dedicarsi allo spirito, all'interiore,

alla profondità del mistero». (MOLIEN).

70

santuario della Vostra Essenza, l'altra nel santuario della Vergine. Nell'una e

nell'altra Voi siete santo; o Eterno Padre, e il Santo dei santi; nell'una e

nell'altra generate un figlio ed un medesimo Figlio: due generazioni e due

solitudini mirabilmente congiunte assieme, perché nell'una e nell'altra si tratta

Page 68: Berulle Le Grandezze Di Maria

di un segreto ineffabile e di una processione divina; nella prima di una

generazione eterna; nell'altra, di una generazione temporale compiuta

dall'Eterno; nella prima, della generazione di un Figlio unico nel proprio seno

del Padre; nell'altra, di una nuova generazione di quel medesimo Unigenito

Figlio, nel seno di una Vergine.

L'una e l'altra generazione sono superiori alle leggi della natura, perché non

appartiene né ai padri né alle vergini di concepire; i padri generano, ma in un

seno estraneo, mentre il Padre celeste genera il suo Verbo in sé medesimo e

nel suo proprio seno, ciò che non conviene che a Lui. Le vergini, rimanendo

vergini, non possono concepire, mentre qui la Vergine concepisce per opera

dello Spirito Santo ed è Vergine più nobilmente di prima: Virginitas nobilitata

conceptu, dice un antico.

Oh Padre! Oh Vergine! Oh Figlio! Oh Madre! Oh seno del Padre! Oh seno della

Vergine!

Oh seno del Padre, adorabile ed impenetrabile fuorché al Figlio che in quello è

concepito e in quello riposa!

Oh seno della Vergine, chiuso e venerabile; e ciò che eccede le meraviglie della

terra e rende omaggio al seno del Padre, seno puro e fecondo, seno chiuso

all'uomo e aperto al Figlio dell'uomo; seno verginale e materno tutt'assieme;

seno che adora il seno del Padre e le processioni eterne!

Oh seno del Padre, oh seno della Vergine! due seni dove divinamente si

compiono due generazioni divine, due generazioni adorabili degne di

considerazione e di onore!

71

Per ritornare al nostro argomento, diremo che queste due generazioni tutt'e

due si compiono nella solitudine; così, o Trinità santa, Voi siete sola a Nazaret,

mentre i vostri angeli sono in cielo.

Siete sola voi pure, o Vergine santa, separata persino dall'Angelo che, vi

custodisce, che vi teneva così fedelmente compagnia, e vi era stato così

espressamente mandato. Nella vostra cella non vedo più che Voi sola; ma Dio

vi è, mentre i suoi angeli sono assenti, poiché anche Gabriele si è ritirato.

Ma se l'Angelo è partito, il Signore dell'Angelo è rimasto; Egli porta in modo

assoluto il nome di Signore, ed era già con Maria fin dal principio del colloquio,

come aveva detto l'Angelo nel salutarla: Dominus tecum. Orbene; benché

Page 69: Berulle Le Grandezze Di Maria

l'Angelo si sia ritirato, il Signore che era con Lei non è partito, ma rimane,

avvicina la Vergine, la circonda del suo Spirito, della sua potenza e del suo

amore, e a Lei si applica per operarvi l'Opera sua, l'Opera sua per eccellenza,

l'Opera nuova, propria della sua grandezza e del suo amore; l'Opera che non

ha ancora fatta, né mai farà più, l'Opera di cui sta scritto: Novum fecit

Dominus super terram (Il Signore ha fatto una cosa nuova su la terra - JER.,

XXX, 22); l'Opera che propriamente e unicamente è l'Opera di Dio, che il

profeta chiama l'Opera di Dio per eccellenza e singolarità: Domine, opus tuum,

in medio annorum vivifica illud (Signore, è l'opera vostra, fatela vivere in tutte

le età ­ HAB., III, 2). È questa la voce del Profeta, è questo il desiderio dei

giusti, il voto della Vergine, l'aspirazione dell'universo, la gioia degli angeli, la

salvezza degli uomini; è la vita di Gesù, è questa vita è la vita e la salvezza del

mondo ed è anche la gloria di Dio, come canterà poi la milizia celeste (Luc., II,

10).

72

XIX

ELEVAZIONE A DIO ED ALLA VERGINE

Oh Dio! Oh Vergine! Oh Dio potente! Oh Vergine beata! In quel felice

momento, o Vergine santa, Voi dovete essere Madre per la virtù dell'Altissimo,

e il Figlio dell'Altissimo vuole essere l'umile Figlio di Maria.

In un mistero dove tutto è grande, tutto è puro e celeste, tutto è santo e

divino, guardiamoci da qualsiasi pensiero basso, impuro o terreno.

Colui che nasce è il Verbo eterno che vuole avere una nascita nuova, ma degna

della sua Divinità, e della sua prima Nascita. Colei che lo concepisce è madre,

ma è vergine anche nel concepirlo, Madre e Vergine tutt'assieme: madre, ma

Madre di Dio ed è pure madre per operazione divina; è degna Madre di Dio, e

la sua azione materna è una azione degna di concepire e, generare un Dio, di

concepirlo santamente, puramente e divinamente nelle sue sante viscere.

Questa Vergine è un cielo in terra, un cielo animato, un cielo che Dio ha fatto

onde vi sia posto un Sole più lucente di quello che ci rischiara, un cielo nuovo

per una terra nuova, un cielo empireo per una gloria più elevata di quella dei

beati. Nei nostri pensieri sopra un argomento così singolare e così elevato

Page 70: Berulle Le Grandezze Di Maria

procediamo ordinatamente, contemplando noi pure Colei che il cielo contempla

in Nazaret. È più pura e più celeste dei cieli medesimi ed è l'oggetto degli

sguardi del cielo. È più angelica degli angeli e dei serafini medesimi; è un

oggetto che li rapisce.

O Vergine sacra, io vi contemplo insieme con gli angeli, e vi riverisco in questo

istante glorioso tra tutti gli istanti della vostra vita! Vi vedo più pura, più

celeste,

73

più divina che mai; vi vedo con Dio e vedo Dio solo con Voi; vedo il vostro

spirito e il vostro corpo nella mano di Dio. Dio eleva il vostro spirito al disopra

di tutti gli spiriti creati ed infiamma il vostro corpo coi raggi d'un amore

celeste, tutto divino, onde trarne santamente una sostanza pura e nuova, per il

Verbo eterno che da Voi vuole nascere.

Dio solo è l'artefice di quest'opera, e con le sue proprie mani vuole formare un

Adamo nuovo, come con le sue proprie mani aveva formato il primo Adamo;

anzi possiamo pensare che quando creò il primo uomo, Egli non prese in mano

quel po' di terra di cui ne formò il corpo, se non perché in questa era compresa

quella porzione di sostanza di cui vuole ora formare Gesù, suo Figlio unico e

salvezza degli uomini 1.

Contemplando quest'opera che deve rinnovare il mondo, mi sembra che vi sia

in quella una relazione con ciò che avvenne nella creazione del mondo, ma una

relazione che nella sua somiglianza è molto più eminente nelle grandezze e nei

benefici effetti. Anche qui vedo un Dio, un Adamo e un Paradiso, ma oh Dio!

quale Eva; quale Adamo e qual Paradiso! In quella cella di Nazaret, vedo bene

il medesimo Dio che ha creato il mondo, ma lo vedo che opera meraviglie più

grandi e più divine che nella creazione.

Allora Egli creò questo universo: qui forma il Sovrano dell'universo e il Creatore

medesimo.

Allora Egli formò un Adamo che ai suoi figli diede la morte piuttosto che la vita,

e che dà loro la morte dando la vita: qui Egli forma un nuovo Adamo che ai

suoi figli darà la vita, anzi darà loro la vita con la sua morte e darà una vita

eterna.

_________________________

Page 71: Berulle Le Grandezze Di Maria

1 In altri termini, Dio non creò l'uomo se non in vista del Verbo incarnato.

74

Allora Egli fece un paradiso, ma un paradiso terrestre; qui fa un paradiso

celeste su la terra.

Allora Egli trasse Eva da Adamo, e qui trae il nostro Adamo da Eva, vale a dire

Gesù da Maria che è la vera Madre dei viventi e ciò, che è ben di più la Madre

del Dio vivente.

Allora Egli faceva per Adamo un paradiso effimero; qui forma un paradiso dove

riposerà parecchi mesi e nel quale per parecchi anni troverà le sue delizie. La

Vergine, infatti, è un paradiso di delizia, anzi un paradiso preparato per Gesù,

onde sia la dimora di Gesù, la dimora dove Gesù troverà le sue delizie. Tra

poco Gesù sarà in Lei e vi rimarrà per nove mesi interi, poi sarà con Lei per

trent'anni. E fuori della Vergine Gesù non troverà che croci e dolori, umiliazioni

e obbrobri; solo in Maria e con Maria Gesù troverà il suo riposo e le sue delizie 1.

O Vergine santa! O Paradiso preparato per Gesù! O dimora per Gesù deliziosa

e fiorita! Perciò siete in Nazaret e di Nazaret: siete un giardino più fiorito, un

paradiso più santo, più felice, da Dio maggiormente visitato e dagli angeli

meglio custodito, che non fosse l'Eden che chiamiamo paradiso terrestre!

È tempo che Dio venga in questo suo paradiso. È tempo che si apra il cielo, e

scenda la rugiada del cielo. È tempo che compaia il Desiderato dalle genti; che

la luce, la salvezza e la gloria di Israele si faccia vedere; che il Verbo sposi la

natura umana, che Dio sia uomo e la Vergine sia Madre. È tempo che venga

infine quel felice momento nel quale sia vero di dire che il Verbo si è fatto

carne: è tempo che lo vediamo e lo adoriamo pieno di grazia e di gloria.

________________________

1 Cfr.: OLIER, Fiori di dottrina, p. 109.

75

Page 72: Berulle Le Grandezze Di Maria

XX

La persona dello Spirito Santo e la persona del Padre espressamente e

distintamente si applicano alla Vergine e all'opera della Incarnazione nella

Vergine.

Portiamo in alto i nostri pensieri ed eleviamo le nostre menti sino al Cielo dei

cieli ed alla SS. Trinità, la quale, tutta sola e tutta intera è occupata con la

Vergine in quest'opera divina. Lo Spirito Santo, la terza nell'ordine delle divine

persone, è la prima nell'ordine di quest'operazione. Perciò Egli è nominato per

il primo nelle parole dell'Angelo, il quale dal cielo era bene istruito ed informato

dell'ordine e del procedimento di quest'opera divina onde ne informasse bene

anche la Vergine; infatti, non soltanto dalle parole ma anche dall'ordine

medesimo delle parole di questo spirito celeste noi riceviamo la luce e le

rivelazioni dei segreti del cielo.

Notiamo dunque che nel rispondere alla Vergine e nell'istruirla sul modo che

verrà osservato in quest'opera, la prima cosa che l'Angelo dice è questa:

Spiritus Sanctus superveniet in te; Lo Spirito Santo scenderà in Voi; e la

seconda: Virtus Altissimi obumbrabit tibi. La potenza dell'Altissimo vi coprirà

con la sua ombra. (Luc., I, 35). Secondo quest'ordine, il primo che opera è lo

Spirito Santo, il quale va santificando ed elevando a quella divina operazione il

corpo e l'anima della Vergine. Ecco il primo mezzo di cui Dio si serve per

compiere quest'opera che è veramente la sua Opera…

Non possiamo troppo ponderare le parole del cielo, perciò notiamo bene che

l'Angelo non parla soltanto della potenza dello Spirito Santo, o di qualche dono

o azione

76

di Lui, ma della propria persona dello Spirito Santo: Spiritus Sanctus

superveniet in te. Questa persona dunque, assai di rado nominata nella

Scrittura e più raramente ancora impiegata. Ella medesima nelle opere divine,

qui è presente, qui opera immediatamente; e per l'intervento di questa divina

persona, la fecondità naturale della Vergine viene tratta fuori dalla bassezza

della natura ed elevata ad una Potenza divina, miracolosa persino nell'Ordine

Page 73: Berulle Le Grandezze Di Maria

della grazia. La Vergine è resa capace di santamente sostenere e degnamente

ricevere una tale operazione divina che non ha mai avuto, né mai avrà uguale.

Come la propria persona dello Spirito Santo è quella che prepara la Vergine a

questa singolare ed insigne operazione, così la persona dell'Eterno Padre è

quella che si unisce alla persona della Vergine e si unisce a Lei in qualità di

Padre di Colui che da Lei nascerà, vale a dire si unisce a Lei in unità di ufficio e

di operazione, unità che ha per termine nella Vergine la nuova generazione di

Colui che dal Padre eternamente è nato e nascente. E in virtù dell'unione sacra

di queste due persone in questo ammirabile complesso di ufficio e di

operazione la potenza dell'Altissimo viene comunicata alla Vergine perché

concepisca e porti il Figlio dell'Altissimo.

In quel momento, felice, benedetto e onorato dall'eternità, in quella azione che

si avvicina alle azioni eterne, tra l'Eterno Padre e la Vergine vi è una presenza,

una potenza e un'unità singolare e santa, unità che onora conserva ed innalza

la verginità di Maria e la rende incomparabilmente ancora, più pura, più santa

e più divina di prima; e inoltre la rende divinamente feconda, perché Dio Padre

applica alla Vergine la sua virtù, la sua potenza, la sua fecondità, la sua

paternità, per la cui efficacia il Figlio che eternamente da Lui procede, procede

pure anche dalla Vergine; e la Vergine diventa propria Madre,

77

di Colui che ha veramente l'Altissimo per Padre nell'eternità 1.

Forse questo pensiero è un po' elevato, ma anche l'opera è elevata;

l'intenderemo più facilmente se vorremo considerare che la Divina, Essenza si

unisce all'anima dei Beati onde renderla capace della visione divina; così la

potenza, la paternità, la fecondità del Padre si unisce alla persona della Vergine

per renderla capace della Maternità divina; perché Dio adatta le sue vie alle

sue opere. È questo ciò che le parole dell'Angelo ci fanno intendere: Et virtus

Altissimi obumbrabit tibi (La virtù dell'Altissimo vi coprirà con la sua ombra).

L'Altissimo qui è il Padre, come risulta da quanto viene detto dopo, che il frutto

della Vergine sarà chiamato Figlio dell'Altissimo. Orbene la potenza

dell'Altissimo, ossia del Padre, è veramente la sua fecondità e paternità divina;

in virtù di questa Egli genera il Figlio eterno; in virtù della medesima, Egli nella

Divinità insieme col Figlio dà origine allo Spirito Santo. In virtù di quella è

principio delle divine persone nell'eternità, perciò dai Santi Padri viene

Page 74: Berulle Le Grandezze Di Maria

chiamato Fonte e principio della Divinità, e appunto in virtù della medesima

Egli dà origine al Figlio suo nella santissima Vergine.

È questo il senso elevato e sublime di queste parole dell'Angelo: Lo Spirito

Santo sopravverrà in Voi, e la virtù dell'Altissimo Vi adombrerà. Sono queste le

vie per le quali la Vergine viene fatta Madre di Dio e Dio viene fatto Figlio della

Vergine; le vie per le quali il Verbo increato è incarnato; le vie per le quali

avviene nell'universo un così gran mutamento. In quel momento,

____________________________

(1) «Non si può far vedere con maggiore esattezza e in termini più concisi

perché Maria non è solamente Madre di Gesù Cristo, come diceva Nerborio, ma

Madre di Dio, come definì il Concilio di Efeso (431)». (MOLIEN).

78

momento prezioso ed ammirabile nei secoli ed anche nell'eternità, Dio ha un

nuovo suddito e il mondo un nuovo Signore; la grazia ha un nuovo principio e il

paradiso un nuovo Re glorioso; l'angelo ha un Sovrano, l'uomo un Salvatore, e

Dio Padre un Figlio nuovamente generato.

In una parola Dio è uomo e l'uomo è Dio; e questo Uomo-Dio vivrà per sempre

per la gloria di Dio, per la salvezza degli uomini e per il bene dell'universo.

XXI

L'INCARNAZIONE OPERA COSÌ INSIGNE È SCONOSCIUTA AL MONDO.

Felice quel giorno, felice quel momento, in cui si compiono tali misteri! Quando

mai vi fu, o vi sarà alcunché di simile? Eppure, quest'opera incomparabile

rimane sconosciuta al mondo; solo in cielo è conosciuta e in terra solo da

Maria. La terra giace nella miseria e nell'accecamento: il suo Salvatore, il suo

Sole sta in mezzo ad essa, ma non le rivolge il suo benefico sguardo, non la

illumina ancora; i suoi raggi non sono che per l'umile Maria: Lei sola ha parte

con Gesù, Lei sola, ne riceve la luce e l'influenza. il mondo non pensa punto a

Page 75: Berulle Le Grandezze Di Maria

Dio e Dio non pensa ancora a renderlo partecipe di questo beneficio. È questo

un punto degno di attenzione ed è giusto considerarlo bene.

Quanti grandi personaggi vi erano allora su la terra!

Eppure non avevano nessuna parte a questo disegno, a questo segreto del

Supremo tra i Grandi.

Quanti begli spiriti vi erano al mondo i quali penetravano i segreti del cielo e

della terra! Ma quest'Opera così insigne e singolare nel cielo e su la terra, era

loro

79

sconosciuta. Persino i demoni, spiriti così attivi e vigilanti, così diffusi

nell'universo e così intensi ai loro disegni, non penetravano questo disegno

divino che era la rovina della loro potenza e l'oggetto principale del loro odio!

Tanto Dio è nascosto in questo mistero! Tanto impercettibili sono le sue vie:

Vere Deus absconditus (Siete veramente un Dio nascosto - ISA., XLV, 15).

Il grande Mistero si compie in Nazaret, e non è conosciuto che dalla Vergine di

Nazaret; anche Giuseppe, quantunque così santo e così vicino a Gesù ed a

Maria. essendo eletto da Dio per isposo, di Maria, Padre nutritore e custode di

Gesù, anche lui lo ignora e non ne saprà nulla per parecchi mesi.

È un'opera che contiene l'Autore della natura e della grazia; ma nascosta

ancora alla grazia ed alla natura; nascosta nel segreto dell'Eterno Padre e nel

seno di Maria. Solo lo stato della gloria e il cielo che lo contiene, solo il cielo,

dico, nell'abbondanza dei suoi lumi ne ha conoscenza, e Maria su la terra. Dio

avrebbe potuto far tutto in altro modo, ma ha voluto compiere l'opera sua in

Maria e con Maria, ed ha voluto che Maria ne avesse conoscenza e vi

apportasse il proprio consenso e la propria cooperazione.

Ma quest'opera così nascosta per ora alla terra, verrà un giorno pubblicata in

tutto il mondo. Il cielo, gli angeli, le stelle pubblicheranno la nascita e la gloria

di Gesù; i giusti ed i profeti lo accoglieranno nel suo Tempio; gli apostoli ed i

prodigi del cielo e della terra saranno gli araldi che ne faranno risuonare la

gloria nell'universo; e tutti i Grandi, tutti i Santi, tutti i sapienti, i Re ed i

popoli, tutti gli renderanno omaggio e serviranno alla sua grandezza. Il cielo, la

terra, gli elementi e le creature animate ed inanimate si inchineranno alla sua

gloria; persino l'inferno si proclamerà tributario della sua potenza

Page 76: Berulle Le Grandezze Di Maria

80

e suddito del suo impero. Tanto diverrà pubblico un mistero ora così nascosto!

Tanto comparirà grande una cosa ora in apparenza così piccola!

XXII

LE TRE PERSONE DIVINE IN QUESTO MISTERO

Rientrando nel nostro argomento, giova ricordare, che in quest'opera le tre

Persone divine sono distintamente nominate e vi cooperano in un ordine

inverso del loro stato nella Trinità.

Come abbiamo visto, il primo nominato è lo Spinto Santo, e l'Eterno Padre è il

secondo. Il Verbo che è la seconda nell'ordine delle divine persone, qui è il

terzo. Egli poi che nella Divinità dà origine, allo Spirito Santo, qui prende una

nuova nascita ed è di nuovo generato per opera di Colui al quale dà origine

nell'eternità. È questa la prima inversione nello stato della persona del Verbo,

ma non è l'unica. Egli entra in una condizione nuova; in questo mistero è fatto

e generato, fatto e generato tutt'assieme, mentre nell'eternità è generato e

non fatto, come adorandolo dichiara la Chiesa pel suo simbolo: Genitum, non

factum, consubstantialem Patri. Nella SS. Trinità, Egli è consustanziale col

Padre, nell'Incarnazione viene rivestito di una sostanza estranea e differente

da quella che ha ricevuto dal Padre.

Il Verbo interviene in quest'opera, ma non come lo Spirito Santo, né come il

Padre; il quale non assume una condizione nuova. Interviene in una maniera a

Lui propria, e per la quale Egli solo è l'unico termine di quest'operazione; solo

è rivestito della umanità; solo è abbassato su la terra e a Nazaret, solo è Figlio

della Vergine e solo pure porterà sopra di sé i nostri peccati.

81

O Verbo eterno e ormai temporale tra le persone divine; Voi siete nostro in una

maniera singolare: perciò i profeti vi chiamano singolarmente nostro; Davide vi

rivolge queste parole: Benedicat nos Deus, Deus noster ecc. (Ps., LXVI, 8),

Page 77: Berulle Le Grandezze Di Maria

dove vediamo il nome di Dio ripetuto tre volte in onore delle tre divine

persone, e il nome di mezzo porta la qualità di Deus noster: nell'eternità. Voi

siete appunto nel mezzo delle divine persone, tra il Padre dal quale siete

generato e lo Spirito Santo che da Voi procede.

Benediteci dunque, o mio Dio! e siete benedetto in eterno! Poiché siete nostro

ad un titolo così eminente, vogliamo noi pure essere vostri. A Voi voglio

consacrarmi in un modo tutto particolare. Ch'io vi contempli e vi adori nelle

vostre grandezze e nei vostri abbassamenti, nelle vostre due nature, una

divina, l'altra umana, nelle vostre due nascite, l'una eterna, l'altra temporale.

Voi siete vivente, siete la Vita medesima; e ormai avete due vite. Vivete nel

seno del Padre da tutta l'eternità, è questa la vostra prima dimora, la vostra

dimora eterna: là, vivete della vita medesima del Padre e avete la sua Essenza

medesima; là, Voi avete relazione con Lui ed Egli ha relazione con Voi; là, Voi

lo amate ed Egli vi ama di un amore reciproco ed infinito; là, Voi date come Lui

origine ad un medesimo Spirito in unità di principio con Lui; là, Voi siete

adorabile come Lui; là, godete il Vostro riposo eterno in Lui e con Lui.

82

XXIII

COME DIO SI ABBASSI IN QUESTO MISTERO

Dal trono delle vostre grandezze, o Verbo divino, Voi scendete in un

abbassamento ineffabile. Dal punto più alto del cielo scendete nel più infimo

della terra. Dal cielo empireo Voi fissate il vostro sguardo sopra una piccola

borgata, sopra un Nazaret nascosto all’universo e, uscendo in certo quel modo

di Voi stesso; dal seno del Padre scendete nel seno della Vergine.

Qui non create, ma siete creato, o meglio siete creatore e creato tutt'assieme;

non formate, ma siete formato; non date, ma ricevete; non operate, ma

patite; non siete regnante, ma schiavo e dal primo istante schiavo nei vincoli

della vostra infanzia.

Oh meraviglia! Oh amore! Oh grandezza! Oh bassezza! Oh grandezza in

bassezza! Oh bassezza in grandezza!

Page 78: Berulle Le Grandezze Di Maria

Non è forse un abbassamento, o Verbo increato, che vi degnate di entrare in

un essere, creato per congiungerlo così da vicino, unirlo ed associarlo alla

vostra propria persona? Non è forse ancora un abbassarvi, scegliere per questo

mistèro non la più alta ma la più infima delle creature intelligenti, non l'angelo

che sta in cielo, ma l'uomo che sta in terra? Non è forse un abbassarvi,

prendere ed unire alla vostra persona, non soltanto l'anima dell'uomo, che ne è

la parte più nobile, ma l'anima e il corpo, e il corpo in tutte le sue parti?

È vero che il Creatore non isdegna nulla di quanto ha creato, non disprezza

nulla nell'uomo fuorché il peccato, quel peccato che l'uomo pur troppo non

vuole disprezzare per l'onore e l'amore del Suo Dio; ma non è forse per Voi un

abbassarvi, prendere non già un corpo

83

nuovamente formato dalle proprie mani di Dio, come quello di Adamo, vale a

dire, un corpo puro e santo non soltanto nel suo stato presente ma anche nella

sua origine, bensì un corpo derivato dal corpo del vecchio Adamo e portante la

sembianza del peccato, e imprimere il carattere della grazia e della sapienza

divina in quella medesima carne che porta il carattere del peccato?

Non è forse ancora per Voi un abbassamento e un grande abbassamento che

questo corpo, ricevendo il dono singolare ed ineffabile della Santità divina e

personale; non riceva anche il privilegio della gloria e nell'immortalità?

Non è forse per Voi un abbassamento che questo corpo rimanga esposto a tutti

gli stati e a tutte le basse condizioni della nostra natura, soggetto alle nostre

miserie ed infermità sino alla morte medesima, onde noi troviamo vita nella

vostra morte, forza nella vostra debolezza, grazia nelle vostre umiliazioni,

favori nei rigori da Voi sopportati, gloria nella vostra Croce?

Oh grandezza discesa nella bassezza! Oh grandezza suprema in estrema

bassezza!

Ma questi abbassamenti, Dio li rialza e li eleva, in tal modo che li rende divini

ed adorabili, e che sono adorati dal cielo e dalla terra e persino dall'inferno;

poiché il demonio adorerà il presepio e tremerà al gemito del tenero bambino

che in quello vagirà. Tutti questi stati umili ed abietti che Gesù assume per

nostro amore sono esistenti e stabiliti dentro l'Essere divino; sono sorretti dalla

sussistenza del Verbo. In tal modo, come la grandezza è umiliata nella

bassezza, così la bassezza trovasi elevata nella grandezza suprema e deificata

nella Divinità.

Page 79: Berulle Le Grandezze Di Maria

84

XXIV

GRANDEZZE OPERATE NEL MOMENTO DELLA INCARNAZIONE.

Ecco il capolavoro di Nazaret, il termine del colloquio dell'Angelo con la

Vergine. Ecco lo stato del Verbo eterno che prende in Maria una nuova vita e

una nuova nascita.

Abbiamo visto ciò che Egli è e ciò che fa nel seno del Padre, nello stato delle

sue grandezze eterne. Vediamo ora ciò che fa nel seno di Sua Madre, nello

stato del suo abbassamento e nella sua entrata in tale abbassamento la quale

in un certo modo sarà pure eterna 1.

Gesù viene dunque formato dal più puro sangue della santissima Vergine per

l'operazione dello Spirito Santo e per la potenza dell'Altissimo, secondo la

tradizione della Chiesa il venticinque Marzo, in cui si celebra: l'Annunciazione

della Vergine la quale in un medesimo tempo viene annunciata e costituita;

Madre di Dio.

In questo giorno adunque, giorno felice ed ammirabile, in un medesimo tempo,

viene tratta dal nulla quell'anima felice, destinata ad essere l'anima del Verbo;

viene tratto dal seno della Vergine santissima quel corpo nel quale deve abitare

la pienezza della Divinità; e vengono uniti assieme questo corpo e questa

anima. Ciò che è la meraviglia delle meraviglie, nel medesimo istante questo

corpo e quest'anima sono uniti alla Divinità; nella persona del Verbo il quale dà

sussistenza, santità, dignità, e maestà infinita a quel piccolo bambino rinchiuso

dentro la Vergine.

Nessun intervallo tra la creazione di quell’anima, la formazione di quel corpo e

l'unione personale del Verbo

_______________________

1 Sempre la medesima dottrina: i misteri di Gesù sono fatti transitori, ma il

loro spirito è eterno, così l'amore con cui Gesù li compie.

Page 80: Berulle Le Grandezze Di Maria

85

eterno con quel corpo e quell'anima. In quella guisa che l'anima, nel primo

istante in cui viene creata è diffusa nel corpo, così la Divinità si comunica a

quel corpo, non appena è organizzato e a quell'anima nel medesimo istante in

cui viene creata.

In quel giorno pertanto, in quell'ora, in quel momento, un bambino incomincia

ad essere Dio e insieme a veder Dio. Questi sono due stati differenti, che non

sono necessariamente collegati l’uno con l'altro; quel bambino, infatti, è Dio

per la unione con la natura divina nella persona del Verbo, e vede Dio per la

unione dell'anima sua col lume della gloria; potrebbe quindi aver

comunicazione della Divinità, senza la comunicazione della gloria; ma Colui che

ha formato quest'opera ha voluto unire in un medesimo istante quel corpicino

alla Divinità, e quell'anima alla gloria dei Beati.

Perciò questo bambino è Dio e insieme vede Dio; questo bambino è Colui che

deve portare il nome di Gesù di Nazaret, Egli non ha ancora nome sulla terra,

ma non è senza vita, né senza grazia, e neppure senza la Divinità. Vive nella

Vergine, ma è la Vita medesima; è santo per la grazia dell'unione ipostatica, la

quale è la grazia delle grazie; sta nella gloria per lo stato dell'anima sua

stabilita nella visione di Dio all'istante medesimo della sua Creazione.

Quel bambino è Dio, sussiste nella persona del Verbo; e dobbiamo considerarlo

non già come un semplice bambino, ma come il Bambino-Dio; e inoltre

dobbiamo riconoscerlo bambino perfetto, non già nell'uso dei sensi, ma nell'uso

dell'intelletto e di un intelletto dotato di una santità infinita e del lume di gloria.

L'anima di questo divin Bambino compie nel medesimo tempo due uffici ben

differenti; come l'anima di tutti i bambini, dà vita a quel corpicino e va

perfezionandolo

86

successivamente sino al tempo fissato dalla sua natura onde sia capace di

sopportare la luce del mondo. E in pari tempo vede Dio e gode della divina

Essenza. Benché privo della vista corporale, gode la vista degli angeli e la

gloria che è nei cieli.

Page 81: Berulle Le Grandezze Di Maria

È vero che Gesù è rinchiuso nella Vergine come un semplice bambino nella

madre sua. Ma Gesù è un bambino che il profeta chiama virum, ossia uomo

completo nella sapienza e nella perfezione: Mulier circumdabit virum, dice il

Profeta (JEREM.,. XXXI, ,22). Questo bambino, infatti, da quel momento

conosce e conosce perfettamente Dio, il mondo e se medesimo. Da quel

momento, è tanto compito e perfetto nella sapienza, nella luce e nella gloria

come quando non sarà più nella Vergine, ma sarà glorioso nei cieli.

Consideriamo e contempliamo questo bambino nella Vergine, non soltanto

secondo le piccolezze alle quali è ridotto, ma pure secondo la grandezza ed i

privilegi del suo stato e della sua grazia.

È il Sovrano della natura, a questa si assoggetta in ciò che gli piace, ma la

domina e la doma quando vuole; è bambino, ma bambino figlio di una Vergine;

è bambino, ma Bambino-Dio, che ha Dio per Padre. Sta nella Vergine come

nella Madre sua, ma anche come in un Santuario, dove Egli è il Santo dei santi,

adorabile e adorato dagli Angeli; Santuario di cui quello di Israele non era che

l'ombra e la figura. Egli sta nella Vergine come in un paradiso dove vede Dio e

gode la gloria di Dio; è nella Vergine come in un Tempio dove adora Dio suo

Padre, e si offre a Lui, presentandosi in istato di olocausto per rendergli

omaggio a nome dell'universo, in istato di vittima per glorificarlo ed espiare i

peccati del mondo.

Due qualità sono riunite nella persona di Gesù: è Figlio di Dio e Figlio della

Vergine. Con la sua nascita

87

temporale Gesù entra nell'ordine delle creature, e quindi assume i doveri

dell'essere creato, perciò rende a Dio suo Padre, a nome di tutte le creature,

l'omaggio che gli è dovuto come all'Essere supremo. Come Figlio dell'uomo,

entra nello stato e nella società degli uomini: ed assume perciò i doveri della

natura umana; e siccome questa è carica di colpe e di offese, Egli offre se

stesso a Dio suo Padre come vittima per i peccati degli uomini. Ecco il primo

atto dell'anima di Gesù nel seno della Vergine, come diremo dopo.

Ecco il primo atto della sua vita interiore, la quale incomincia subito non

appena Egli entra nel suo essere nuovo e in questa divina vita: è come un sole

che diffonde i suoi raggi appena viene creato.

Gesù è un sole divino che nel primo istante della sua vita invia i suoi raggi a

Dio suo Padre, lo vede, lo adora; lo ama, gli rende grazie, si offre ai suoi voleri.

Page 82: Berulle Le Grandezze Di Maria

È Figlio di Dio e si costituisce di Lui Servo 1. E il Padre in Lui si compiace e in

Lui trova la sua gloria, dicendogli: Servus meus es tu, o Israel, quia in te

gloriabor (Sei il mio Servo, o Israele, perché in te mi glorierò - Is, XLIX, 3).

Solo Gesù è Israele su la terra, solo Gesù vede Dio, ed è quel Servo segnalato

che presta a Dio quel servizio che nessun altro può prestargli: un servizio

infinito, nel merito e nella dignità, un servizio degno di espiare i peccati del

mondo, un servizio degno di dare soddisfazione a Dio nell'infinità della sua

grandezza e della sua gloria.

E Dio Padre si gloria in Lui: In te gloriabor. Gesù è Figlio e servo tutt'assieme;

in quanto è Figlio, il Padre in Lui trova il suo amore, e un amore tale che è

degno di dare origine con Lui ad una persona divina che è lo

____________________________

1 Si riduce in uno stato in cui continuamente sta adorando il Padre, stato

permanente e continuo.

88

Spirito Santo; in quanto è Servo, Dio Padre in Lui pone la gloria della sua

potenza: In te gloriabor. Il Padre infatti, non ha dominio più grande, più degno

e più elevato di quello che esercita sopra questo bambino Uomo­Dio. È questo

il vassallo più nobile nel suo dominio, il più bel diritto del suo Impero, il più bel

fiore della sua Corona, Colui che dai profeti viene perciò chiamato il fiore, il

fiore di Nazaret.

XXV

IL FIGLIO DI DIO UMILIA SE STESSO IN QUESTO MISTERO.

Come in poco tempo si è accresciuto il dominio del Padre Eterno! Ecco il Figlio

di Dio eccessivamente abbassato ed umiliato, ma Egli medesimo umiliò se

stesso in tal modo, per la gloria del Padre suo: l'Apostolo ce lo rivela con

queste parole: Exinanivit semetipsum, formam servi accipiens (Egli annichilò

se medesimo prendendo la condizione di schiavo) e inoltre: Humiliavit

Page 83: Berulle Le Grandezze Di Maria

semetipsum, factus obediens usque ad mortem, etc. (si umiliò facendosi

obbediente sino alla morte - PHILP., II, 7 e 8). L'Apostolo in due parole ci

rappresenta i due più grandi soggetti di umiliazione del Figlio di Dio: quello

dell'Incarnazione con queste parole: Formam servi accipiens; quello della

Croce in questi termini: Factus obbediens usquead mortem. Ma l'Apostolo ha

cura di rivelarci the il Figlio di Dio, Lui medesimo, si umiliò in queste due

grandi abbassamenti. Infatti, è da notare che, riguardo al primo dice:

Exinanivit semetipsum, etc.; e riguardo all'altro: Humiliavit semetipsum, etc.

Notiamo bene questa verità che dall'Apostolo viene espressa con tanta cura e

contempliamo il Figlio di Dio quando entra nello stato di questi abbassamenti.

Egli,

89

scende dal Cielo dei cieli; viene su la terra, non dei viventi, ma dei morienti,; e

viene a morirvi Lui pure; porta la somiglianza del peccato, e viene ad abitare in

mezzo ai peccatori. E ciò che è intollerabile, deve portare sopra di sé i peccati

di tutto il mondo.

Adoriamolo in queste sue umiliazioni; adoriamo l'amore che lo abbassa e non

manchiamo di riconoscere la sua grandezza nella sua umiliazione.

Guardiamoci dal separare ciò che Dio ha congiunto con un mistero oltremodo

ineffabile, con un disegno così ammirabile, con un amore così inestimabile;

adoriamo invece unitamente ed incessantemente la grandezza abbassata e

l'abbassamento esaltato.

Adoriamo questa grandezza fin dall'inizio dell'abbassamento. Orbene, a

Nazaret incominciano gli abbassamenti del Verbo eterno: a Nazaret prima che

a Betlemme. La prima nascita di Gesù nella Vergine è quella, che dà al Verbo

questo nuovo stato di umiliazione, quella nascita di cui parla l'Angelo quando

dice a San Giuseppe: Quod in ex natum est (Quello che è nato in Lei) nascita

interna nella quale Gesù nasce dalla Vergine nella Vergine.

Dopo nove mesi, Gesù dalla Vergine nascerà fuori dalla Vergine: questa

seconda nascita lo manifesterà al mondo nel suo nuovo stato, ma non gli darà

questo stato; bensì lo supporrà e gliene darà il compimento.

La nascita di Gesù a Nazaret è quella che gli dà quello stato di umiliazione,

perché stabilisce il mistero dell'Incarnazione, congiungendo in unità di persona

le due nature prima così distanti e fa sì che Dio sia uomo e che l'uomo sia Dio.

Page 84: Berulle Le Grandezze Di Maria

Pertanto la prima nascita nella Vergine a Nazaret è come la prima uscita di Dio

fuori di sé medesimo. Dio in quell'istante esce come fuori di se stesso; col

mistero che viene allora compiuto entra nella sua

90

creatura ed alla medesima si congiunge nella sua propria persona; abbassa la

sua grandezza nel nulla dell'essere creato; si riveste della natura dell'uomo e

dello stato di infanzia, e per nove mesi rimane bambino nel seno della Vergine.

Questo è il suo primo passo, e come il suo ingresso nell'abbassamento e nel

mondo. In questo primo passo del figlio di Dio che incomincia il suo viaggio dal

cielo in terra, in questo primo stato nel seno di sua Madre, noi riconosciamo ed

adoriamo un Verbo-Infante, un Bambino­Dio; un Dio mortale ed insieme

immortale; un Dio eterno e insieme sottoposto al tempo, alla misura dei giorni

e dei momenti (ciò che Nestorio non poteva comprendere): un Dio immenso e

rinchiuso nel seno di sua Madre. Il medesimo Dio trovasi in questi stati

differenti, perché ha due nature: divina l'una, umana l'altra; una propria, l'altra

appropriata; una gli conviene da tutta l’eternità, l'altra soltanto da questo

istante: ma tuttavia tutt'e due gli appartengono e sono sue: una per essenza,

l'altra per amore. Queste due nature così differenti, ma indissolubilmente unite

in Lui e nella sua persona, rimangono distinte, senza confusione; non sono

separate, né dobbiamo considerarle come separate; vedendo l'abbassamento

di una, dobbiamo tener presente la grandezza dell'altra che la eleva sino al

trono della Divinità, la deifica nella persona del Verbo e la rende divina,

adorabile e fonte della salvezza.

Quel bambino dunque, appena nato in Maria al termine del colloquio angelico e

nell'umile cella di Nazaret, è grande insieme e piccolo; ma è ben più grande

che piccolo. È vivente; anzi è la Vita medesima ed ha due sorte di vita: è

vivente nel Padre suo e vivente nella sua santissima Madre.

Vive e nasce nel Padre suo, perché è sempre nascente da Lui; vive e prende

una nuova nascita nella Madre sua,

91

perché or ora formato nella Vergine per opera dello Spirito Santo; ed è fatto in

onore del Padre suo: Factus est ei ex semine David secundum carnem, dice

Page 85: Berulle Le Grandezze Di Maria

l'Apostolo. (Fatto a Lui [al Padre] dal seme di Davide secondo la carne - ROM.,

1, 3).

Oh vita del Verbo increato nel Padre Eterno! Oh vita del Verbo incarnato nella

Vergine sua Madre!

Parliamo un linguaggio più umile in onore di Colui che tanto si è umiliato!

Oh vita di questo bambino, nel suo Eterno Padre! Oh vita di questo bambino,

nella Vergine sua Madre! Due vite ben differenti, ma tutt'e due divine e tutt'e

due adorate dagli angeli.

Nell’attesa che questo medesimo bambino ci elevi nel cielo per darei lassù la

visione della vita che ha nel Padre suo, vediamo ora la vita che ha pure nella

Madre sua e l'esercizio ammirabile di tale vita.

La vita di Gesù in Maria è tutta nostra e tutta divina: tutta divina e tutta

nostra, né gli angeli vi hanno parte se non per adorarla. Per noi, infatti, e non

per gli angeli Gesù è mandato; per noi e non per gli angeli viene su la terra;

per noi é non per gli angeli vive, e morrà su una Croce: così canta la Chiesa

medesima nel simbolo: Qui propter non homines et propter nostra salutem

descendit de coelis, et incarnatus est de Spiritu Santo (Per noi uomini e per la

nostra salute, è disceso dai cieli e si è incarnato per opera dello Spirito Santo).

Grandi parole, troppo poco considerate! Per noi è disceso dai cieli, dice la

Chiesa nei suoi misteri, per noi si è incarnato. Guardiamo dal far getto dei

nostri privilegi, né di diminuire, per ragioni umane i nostri favori; non

priviamoci così alla leggera del massimo attestato del più grande amore che

mai vi sarà di Dio verso l'uomo. Non accomodiamoci di distinzioni inventate da

alcuni

92

Teologi 1, distinzioni che non hanno fondamento nella parola di Dio, negli scritti

dei santi Padre e neppure nella voce e nel sentimento della Chiesa. La Chiesa ci

insegna che il Figlio di Dio si è fatto Figlio dell'uomo per gli uomini.

Accogliamolo, abbracciamolo ed amiamolo come tutto nostro. Questa vita

ch'Egli prende è tutta nostra, sia nella sua origine, vale a dire nella natura da

Lui presa in isposa; sia nel modo, ossia nella condizione passibile per un po' di

tempo in terra ed impassibile, per sempre in cielo.

***

Page 86: Berulle Le Grandezze Di Maria

Come questa nuova vita del Verbo è tutta nostra, è pure tutta divina. È divina

in quel bambino: perché essendo Egli composto di due nature, la natura e la

persona del Verbo in certo quel modo fanno parte dell'essere e dello stato di

questo divin Infante, Bambino e Dio tutt'assieme. È divina ancora nella sua

umanità medesima, perché l'umanità di questo bambino, vale a dire il suo

corpo e la sua anima non hanno altro essere, né altra sussistenza che quella

della Divinità. La Divinità investe questo corpo e quest'anima, li sorregge, li

penetra sino al più intimo della loro sostanza. Come adunque l'essere e la vita

di questo corpicino è tutto santo, tutto divino, tutto adorabile, e quindi tutto

adorato dagli angeli.

Quanta grandezza! Quanta potenza! Quante meraviglie si compiono in un

istante e in un corpo così piccolo insieme e così grande! Corpo così piccolo se

lo consideriamo nella sua quantità, e così grande se lo consideriamo nella virtù,

nella dignità, nella santità e nella potenza!

Dio sta in questo piccolo corpo, e la pienezza della

____________________________

1 Secondo i quali il Verbo si sarebbe incarnato soltanto in carne passibile per la

nostra salvezza; quindi per noi si sarebbe incarnato solo nel modo.

93

Divinità vi abita corporalmente; è il corpo di Dio medesimo; e in questo, corpo

prezioso e sacro, sacro per l'unione della Divinità, Dio ha posto la vita, la

religione e la redenzione del mondo.

Questo corpo, per verità tiene sinora ben poco posto nell'universo ... ; ma pur

così piccolo nel mondo e nella Vergine, nella sua piccolezza sorpassa la

grandezza di tutti gli altri corpi assieme ed anche del cielo empireo. Il cielo fu

fatto perché fosse la dimora degli angeli; ma questo corpo è formato per

essere la dimora di un'anima che regge gli angeli tutti, di un'anima che in

questo medesimo corpo possiede una gloria più sublime di quella di tutti gli

angeli e di tutti gli uomini assieme.

XXVI (*)

Page 87: Berulle Le Grandezze Di Maria

INTIMITÀ DELLA VERGINE CON GESÙ, DELIZIOSA E CONTINUA.

I. - Vediamo ora le relazioni di Gesù infante con la sua santissima Madre,

poiché sono ciò che vi è di più intimo in Lui a motivo del mistero che si è

compiuto in Lei e per mezzo di Lei. Qui abbiamo l'inizio della dimora di Gesù

nella Vergine; sono due argomenti così insigni da meritare tutta la nostra

considerazione.

Riflettiamo dapprima che assolutamente parlando, dopo le persone divine, non

v'è altra persona cui il Figlio di Dio sia più strettamente legato che alla

Vergine; anzi

________________________

(*) L’Autore tratta in altri due capitoli intermedi - XXVI e XXVII - dello stato di

Gesù Infante nel seno di Maria e della sua prima offerta di se stesso all'Eterno

Padre; sono argomenti piissimi, ma siccome sono trattati senza nessun

accenno alla Vergine, abbiamo creduto bene di non inserirne qui la traduzione,

proseguendo regolarmente la enumerazione.

94

questo vincolo imita e adora quel vincolo ch'Egli ha con le persone divina.

Gesù è congiunto col Padre per nascita e per natura, e con la Vergine per

natura e per nascita. È congiunto con lo Spirito Santo per l'origine, poiché è il

principio questa persona nell'eternità; ed è congiunto con la Vergine per

produzione ed infusione nello spirito di Maria di uno spirito, che è la vita della

vita di Lei e la anima dell'anima di Lei 1. Gesù è il principio della grazia di

Maria, perché tutto quanto la Vergine possiede di grazia, tutto proviene dalla

grazia suprema e dai meriti di Gesù: in tal modo Gesù è congiunto con Maria

per natura e per grazia 2.

Il vincolo che Gesù ha con le persone divine è eterno: quello che ha con la

Vergine è nuovo, anzi recente, ma durerà in eterno. La Vergine santissima è e

sarà per sempre Madre di Gesù; questa qualità, Maria l'avrà sempre tanto in

cielo come in terra, e Gesù eternamente onorerà in Lei questa qualità di Madre

di Dio. Ma noi vediamo in modo sensibile che nel presente stato in cui Gesù

trovasi nel suo seno, Maria gli è più vicina e più congiunta mentre Egli si trova

Page 88: Berulle Le Grandezze Di Maria

in Lei e ne è come una parte; Maria vive per Gesù: Gesù vive da Maria e si

trova continuamente rispetto a Maria in uno stato di dipendenza, anzi di

indigenza.

Gesù si trova in Maria in parecchi modi secondo i suoi diversi stati; ed è dolce

per noi considerarli ripetutamente. Il tempo di questo mistero ci invita a

pensarvi ed a ripensarvi sovente; perché è il tempo in cui Gesù dimora nel

seno della Vergine e vi dimorerà per nove mesi.

______________________

(1) Gesù come eternamente nasce dall'Eterno Padre, così nel tempo nasce da

Maria; e come nella SS. Trinità dà origine allo Spirito Santo, così è causa di

tutte le grazie di Maria.

(2) Per natura, perché da Maria ha ricevuto l'umana natura; per grazia, perché

è causa di tutte le grazie di Maria.

95

Gesù, è in Maria come il figlio della Madre, traendo da lei la sua vita.

Gesù è in Maria come Figlio e Dio di Lei; donandole vita come da Lei riceve vita 1.

Gesù è in Maria come nel suo paradiso su la terra, perché, nella Vergine tutto è

santo, tutto è delizioso: là non v'è, né mai vi è stato nessun'ombra di peccato:

Gesù in Maria trova il suo riposo e le sue delizie, e fuori di Lei non incontrerà

che peccatori e peccati.

Gesù è in Maria come in un cielo, poiché là vive della vita della gloria, vedendo

Dio e godendo dell'Essenza Divina.

Gesù dimora in Maria come in un tempio dove loda e adora Dio, dove rende i

suoi omaggi all'Eterno Padre, tanto per sé medesimo come a nome di tutto il

creato.

Tempio santo e sacro dove riposa Gesù! Vera arca della vera alleanza! È

questo il primo e più Santo tempio di Gesù; il cuore della Vergine è il primo

altare sopra il quale Gesù offre, come Ostia di perpetua lode, il suo Cuore, il

suo corpo e l'anima sua; là Gesù offre il suo primo sacrificio e fa la prima e

perfetta oblazione di sé medesimo, nella quale siamo tutti santificati.

Page 89: Berulle Le Grandezze Di Maria

In tal modo Gesù sta nella Vergine, e vi sta come nel suo paradiso, come nel

suo cielo empireo 2, come nel suo tempio, come nella sua Madre. In questo

stato e in questo tempo, la Vergine è un santuario in cui vi sono meraviglie più

che non ve ne fossero allora in cielo: un Uomo-Dio, un Verbo-Infante; un

Bambino-Dio, un corpo passibile congiunto con un'anima gloriosa, una vita

___________________________

(1) Gesù dà a Maria la vita soprannaturale della grazia e ne riceve la vita

naturale.

(2) Questa espressione (empireo) ancora mitologica e medioevale indicava il

cielo più elevato e superiore al cielo siderale, il cielo cioè degli eletti.

96

umanamente divina e divinamente umana, uno spirito che regge tutti i corpi e

tutti gli spiriti dell’universo, un Ordine singolare, l'Ordine cioè dell'unione

ipostatica, Ordine eminente sopra tutti gli Ordini di natura, di grazia e di gloria.

Ecco le meraviglie che non si trovano in cielo, mentre si trovano nella Vergine

e ce la rendano sommamente venerabile.

Pensiamo a Maria, pensiamo a ciò che vi è in Maria. Contempliamo Gesù in

questo stato in mezzo alla Vergine come, centro e cuore di Lei; oppure,

secondo i profeti, come un sole, sole coperto di una leggera nube, vale a dire,

della santissima Vergine la quale lo copre per la terra e lo coprirà per nove

mesi.

I dotti affermano che attorno al sole vi sono stelle che girano intorno a questo

astro come esso gira intorno alla terra. A Dio piaccia che siamo noi pure fra

queste stelle e che giriamo intorno a Gesù, piuttosto che intorno a noi

medesimi come facciamo quotidianamente! Ma qui dobbiamo dimenticare noi

medesimi per non ricordarci che di Gesù e della Vergine.

Gesù è dunque un sole e la Vergine una stella che ha la sua rotazione ed i suoi

movimenti intorno a Gesù, intorno a questo Sole di gloria e soltanto intorno a

Lui.

Gesù è il centro di Maria e ne è pure la circonferenza; e Maria include, ci

sembra, e circoscrive le grandezze e le influenze di Gesù.

Page 90: Berulle Le Grandezze Di Maria

Gesù senza posa è da ogni parte e tiene sempre rivolto a Maria il suo sguardo:

Maria non tende che a Gesù; Egli l'attrae a se stesso e la rapisce in sé: i due

Cuori di Gesù e di Maria, così vicini e così congiunti per la natura, sono ben più

ancora congiunti ed intimi per la grazia e vivono l'uno nell'altro.

Ma chi potrebbe descrivere una tal vita? Essa è

97

descritta in Cielo, e bisogna aspettare che quel libro celeste ci venga aperto

per vedere i favori, le tenerezze, i rapimenti e le meraviglie che vi sono

contenute. Nell'attesa di una tal grazia, balbettando piuttosto che parlando di

cose così sublimi, diremo che Gesù essendo così congiunto con la Madre sua,

incessantemente la attira e la rapisce in se stesso.

Nel Padre suo Gesù nasce, vive ed è il principio di un Amore increato che è la

terza persona della Trinità: parimenti nascendo e vivendo nella Madre sua,

infonde in Lei uno spirito, un amore il quale, per verità, è creato, ma dopo lo

spirito medesimo di Gesù non ha mai avuto, né mai avrà l'uguale.

La prima occupazione di Gesù è stata con Dio suo Padre; la seconda è con la

sua santissima Madre. Egli l'ha scelta, l'ha preparata a cose oltremodo grandi

ed intime con sé medesimo.

Maria, dopo le persone divine è il più degno oggetto dei pensieri di Gesù,

l'anima più capace dell'influenza e dell'azione di Gesù; la più prossima alla sua

santa presenza; anzi Gesù è congiunto con Lei per istato di dipendenza, in

quanto è suo Figlio ed Ella sua Madre; e in quel tempo vive in Lei e da Lei. Ha

voluto aver in comune con Lei il mistero dell'Incarnazione, traendo da Lei quel

corpo di cui si è rivestito, e volendo che come Madre Ella esercitasse la sua

azione e la sua cooperazione in quell'Opera incomparabilmente più grande che

la creazione del mondo.

Gesù divide pure con Maria la vita della sua prima infanzia; vuole in questa vita

essere indigente e dipendere, a guisa di mendicante, dalla vita della Vergine; e

una tal felice grazia, gliela lascia godere per nove mesi interi senza

l'interruzione neppure di un istante! E in

98

Page 91: Berulle Le Grandezze Di Maria

seguito Gesù la renderà pure partecipe di una parte dei suoi più grandi effetti

su la terra e nelle anime 1.

Grandi e felici comunanze tra Gesù e Maria! Intanto che sta nel suo seno non

ha, né si prende nessuna occupazione se non con Lei e con Dio suo Padre. S.

Giovanni Battista vi avrà la sua parte per alcun tempo, e in seguito anche S.

Giuseppe; ma intanto soltanto il Padre e la Vergine hanno parte con Gesù,

soltanto il Padre e la Vergine sono l'oggetto delle sue occupazioni, delle sue

delizie e dei suoi colloqui. In Maria Gesù compie cose grandi degne di se

medesimo e degne di Lei. Non abbiamo nessuna misura proporzionata, onde

valutarle, perché non abbiamo la potenza (di quell'angelo dell'Apocalisse che

teneva in mano una canna d'oro per misurare le dimensioni del Tempio 2. La

Vergine è un tempio più insigne e più augusto di quello dell'Apocalisse; non v'è

che il Figlio suo che abbia in mano la canna per aver conoscenza delle sue

dimensioni.

Il nostro unico compito è di ammirare e non di giudicare, né di voler discorrere

di cose così grandemente superiori alla nostra intelligenza. Tutto ciò che

possiamo dire è che Gesù è Figlio di Maria e Maria è Madre di Gesù; ed ecco il

tempo in cui ha principio per il Figlio di Dio la Filiazione umana e per la Vergine

la Maternità divina.

Il Figlio di Maria è Dio e la tratta, la rimira, la ama, la onora come Madre di

Dio, come Madre sua. La Maternità divina è una qualità così santa che è vicina

e prossima a Dio e si deva, come dicono i più insigni

__________________________

(1) Gesù la costituirà Mediatrice nell'applicazione dei frutti della Redenzione.

(2) Apoc., XXI, 15. Nessuno, fuorché Gesù, può conoscere la grandezza della

Madre sua.

99

Dottori, sino alla prossimità dei confini della Divinità: proxime fines Divinitatis;

che prospetta nell’infinito medesimo; è del numero delle cose incomprensibili;

non è in nostro potere di penetrare ciò che appartiene alla Vergine in questa

qualità. Gesù solo conosce una tale infinita dignità; Egli per la sua grandezza è

la causa e la sorgente di questa infinità, perciò, solo onora questa maternità

come essa lo merita. Onorando la Madre sua perché è Sua Madre, Gesù onora

Page 92: Berulle Le Grandezze Di Maria

sé medesimo. Gesù onora la Madre sua secondo tutta la sua sapienza e tutta la

sua potenza. Egli usa della sublimità dei suoi pensieri e delle sue celesti

industrie sopra un soggetto così degno e così vicino a sé, nel quale ha tanta

parte e tanto interesse.

Con tali pensieri e disposizioni, appoggiandoci su tali fondamenti, cerchiamo di

considerare quella prima occupazione di Gesù con la Vergine e della Vergine

con Gesù. Sono questi i due personaggi più eminenti che vi siano in cielo e in

terra. Il soggetto che li unisce e li occupa assieme è il più santo, il più divino, il

più intimo e più sacro che possa esservi; e la loro occupazione è l'argomento

più sublime, più degno e più delizioso che possiamo meditare.

II. - In quella guisa che da quattromila anni che il mondo era stato creato non

vi era mai stata opera simile al mistero dell'Incarnazione, così da quando il

mondo è mondo non v'è stato mai tempo più prezioso di quello in cui il Figlio di

Dio incomincia ad essere Figlio dell'uomo e una Vergine diventa Madre di Dio. È

questo quel tempo di delizie annunciato dai profeti, in cui il cielo manda la sua

rugiada, le nubi piovono il giusto, e la terra irrigata dal cielo si apre per

germinare il Salvatore (Is 45,8); è il tempo dell'evento più insigne, più felice e

più

100

salutare che mai vi sarà; è il tempo in cui il cielo e la terra concorrono in uno

sforzo meraviglioso, per dare il Santo dei santi al mondo che ne ha urgente

bisogno: è la pienezza dei tempi secondo gli Apostoli; è il tempo della salvezza

dell'universo, tempo in cui il cielo viene dalla terra rapito nella contemplazione

e nell'adorazione di meraviglie che si veggono su la terra e non si trovano in

cielo. Questo avvenimento così felice, così notevole, così prezioso, si compie in

Nazaret, tra Gesù e la Vergine sola, il restante della terra non avendovi

nessuna parte. Quanto più sono soli, quanto più grande è la loro solitudine,

quanto più è ammirabile, tanto più si trattengono nel soggetto della loro

solitudine essendo esso così importante, e tanto più profonda e deliziosa è la

loro mutua occupazione.

Gesù è dunque occupato della Vergine, e unicamente per allora, della Vergine;

la Vergine è pure tutta occupata di Gesù, e sola sopra la terra è occupata di

Gesù. Sola sopra la terra, Maria adora il mistero dell'Incarnazione, e in nome

della terra adora quel mistero che è compiuto in terra a pro della terra; solo

Maria adora Gesù. Quanto più è sola occupata in un sì grande soggetto, tanto,

più è intensa la sua occupazione 1; Ella vi si dedica con tutte le sue facoltà, vi

Page 93: Berulle Le Grandezze Di Maria

si applica con tutti i suoi sensi, perché è un mistero sensibile e sensibile in Lei;

anche la sensibilità deve rendere omaggio a quel Dio che si è reso sensibile 2 a

favore della natura umana.

Ad una tale occupazione la Vergine si dedica con tutta l'anima sua. Lo spirito di

Gesù che anima il proprio corpicino sì delicato, anima pure con una dolce e

santa influenza, per grazia e per amore, lo spirito e il corpo della

___________________________

1 Perché sola adora Gesù, lo adora con maggior fervore e amore.

2 Facendosi uomo.

101

Vergine. Nello spirito e nel corpo della Vergine lo spirito di Gesù è più potente

e più attivo che lo spirito medesimo della Vergine stessa. La grazia infusa nella

Vergine, grazia così eminente e così, elevata, attira ed assorbe tutti i suoi

sensi, tutte le sue facoltà e tutto il suo spirito in un oggetto così grande e

insieme così presente (Gesù), oggetto che a quella grazia si addice con una

perfettissima proporzione.

La grazia della Vergine, infatti, non è come la nostra; è una grazia affatto

particolare ed a Lei tutta propria; è una grazia che fin dalla sua origine tendeva

al mistero dell'Incarnazione come al suo fine, al suo principio e al suo

esemplare 1. È una grazia nuovamente infusa, nuovamente accresciuta sino al

suo colmo, sino al suo effetto principale nella Vergine, nel compimento del

____________________________

1 La grazia santificante o abituale ha la medesima ed unica essenza specifica;

tanto la nostra come quella di Maria, e persino quella, che si chiama

accidentale e creata, nell'anima di Gesù Cristo. La grazia, infatti è una

partecipazione alla natura divina: Dio medesimo non potrebbe farci partecipi di

cosa migliore, della sua propria natura. Ma la grazia può darsi in grado più o

meno elevato; e qui non può esservi nessun confronto tra la nostra grazia e

quella straordinariamente immensa di Maria; ed è già questa una differenza

oltremodo notabile.

Page 94: Berulle Le Grandezze Di Maria

Il Cardinale de Bérulle pensa che la grazia di Maria non è come la nostra

perché fin dalla sua origine tendeva al mistero dell'Incarnazione come al suo

fine, al suo principio, al suo esemplare. La grazia santificante, infatti, stando

nel suo genere, può aver qualità e effetti differenti.

1° La grazia di Maria tendeva all'Incarnazione come al suo fine, per disporla a

prestare il suo concorso all'Opera di Dio, e inoltre per elevarla al compimento

dell'ufficio di Madre di Dio. Noi poco pensiamo ai doveri che erano compresi

nella dignità di Madre del Figlio di Dio; era questa una missione che conteneva

tale responsabilità che non si concepisce come potesse essere accettata da una

creatura: ci voleva non meno dell'umiltà di Maria con una corrispondente

fiducia in Dio; ma intanto le occorreva una grazia inconcepibile. Qui possiamo

applicare ciò che si riferisce alla grazia sacramentale, la quale, secondo

l'opinione

102

mistero dell'Incarnazione; è una grazia che unisce in modo affatto particolare

Gesù alla Vergine e la Vergine a Gesù.

La grazia in generale unisce a Dio, ma quella sorta di grazia particolare, alla

Vergine, unisce Dio come incarnato, e la Vergine a Dio incarnato. Questa

grazia, così propria di questo mistero opera nella Vergine un effetto proprio e

la dà un'applicazione, una unione a Gesù vivente in Lei, così grande, elevata e

potente che non la possiamo esprimere.

Così la grazia e la natura concorrono a stabilire nella Vergine una disposizione

eminente che rapisce il suo cuore e la sua mente in Gesù suo Figlio e suo Dio.

Ma oltre questo movimento di natura e di grazia che è potentissimo, Gesù

medesimo che è presente ed è attivo, attira immediatamente, per se stesso, la

mente e il cuore della Vergine in tale occupazione. Gesù è presente in Maria, è

potente in Lei, opera in Lei: Maria è perfettamente disposta a ricevere tali

sante operazioni, ed a riceverle secondo tutta la loro energia e la loro

estensione.

________________________

dei teologi, è la stessa grazia abituale ordinata alla finalità speciale di ciascuno

dei sacramenti con diritto quindi alle relative grazie attuali. Possiamo perciò

dire che la grazia di Maria era ordinata alla divina Maternità accompagnata da

Page 95: Berulle Le Grandezze Di Maria

un corredo incommensurabile di grazie attuali e di doni soprannaturali (virtù

infuse, doni dello Spirito Santo, ecc.) onde Ella possedesse quella santità e

quelle virtù convenienti al suo ufficio.

2° La grazia di Maria era ordinata all'Incarnazione come al suo principio; aveva

il suo principio nella speciale predestinazione chè includeva un amore singolare

verso Maria, e per conseguenza Dio la ornò certamente di ogni grazia più

sublime, di tutte le perfezioni che possono accompagnare la grazia abituale.

Inoltre la grazia di Maria ebbe principio negli splendori dell'Immacolata

Concezione, quindi per Lei non fu, come per noi, una grazia di rigenerazione

poiché Maria non ebbe nessun'attinenza col peccato, ma di preservazione; di

più produsse in Lei una giustizia originaria perfetta e completa, impedendo

anche ogni fomite o inclinazione qualsiasi al peccato, mentre la grazia del

Battesimo per noi, per quanto tolga il peccato originale, lascia il fomite del

103

E sono queste le primizie dell'azione di Gesù, nella Madre sua. Gesù adunque,

volendo che le sue prime operazioni in terra e le sue prime influenze siano per

la Vergine, l'attira in se medesimo e in sé la rapisce.

Quale tenerezza! Quale amore! Quali favori di un tal Figlio verso una tal Madre,

e di una tal Madre verso un tal Figlio, e nel principio del loro amore e del loro

mutuo godimento! È un'estasi continua perché l'oggetto che rapisce è sempre

presente alla potenza che ne viene rapita, e sempre agisce. Così avviene in

cielo dove l'oggetto è sempre presente e sempre visto; così avviene dello stato

di Maria, perché per Lei l'oggetto è sempre presente, sempre sensibile e

sempre l'attira.

La Vergine non è assorta in una semplice, estasi passeggera e transitoria; ma

è fissata in uno stato di rapimento permanente di cui l'oggetto è continuo, e

sempre capace di rapirla. Noi non siamo capaci su la terra di uno stato simile,

ma la Vergine ne è capace; né dobbiamo giudicare di Lei Secondo ciò che

siamo noi. Quella sorta

__________________________

peccato. Gratia Beatae Virginis dicendo est non quidem alterius generis a

gratia nostra, sed alterius rationis, cum gratia nostra, quantocumque sit, nos

Page 96: Berulle Le Grandezze Di Maria

in perfectum justitiae originalis non constituat sicut constituit nostra gloriosam

Matrem (LEPICIER, op. cit., pag. 210).

3° La grazia di Maria tendeva all'Incarnazione come, al suo esemplare; il Padre

de Bérulle, infatti, vede nella Maternità divina una imitazione dell'Incarnazione

(vedi infra, pag. 129), per cui è naturale che la grazia della Madre di Dio sia

pure una imitazione dell'unione ipostatica, quindi, abbia per effetto una unione,

singolarissima tra Gesù e Maria. Inoltre Gesù è l'esemplare di tutto l'Ordine

soprannaturale; orbene Maria, essendo prossima a Gesù più di tutti i figli

adottivi nell'Ordine soprannaturale e in un modo unico come Madre, doveva

fruire più di tutti dell'influenza di Lui. Così in Maria vi erano titoli affatto

speciali, anche sotto questo aspetto, perché godesse di una grazia più perfetta

che la nostra. Per altro non possiamo sapere quali e quanti effetti di grazia

possa operare la potenza di Dio e quindi quali grandi cure abbia fatto

nell'anima della Madre sua.

104

di grazia singolare di cui Maria è insignita, la dispone ad un tale stato e a cosa

più grande ancora, poiché la dispone ad essere Madre di Dio. La sua vita è

elevata, né va soggetta alla debolezza dei sensi e della mente umana rispetto

alle cose sante e celesti. Maria è tanto elevata che in Lei non v'è quella

sproporzione tra la natura e la grazia, la quale nelle estasi delle anime più

sante su la terra cagiona la debolezza e la perdita dei sensi. La Vergine anzi è

confermata nella forza e nella potenza della grazia celeste che comporta i più

grandi sforzi senza nessun indebolimento; vive della vita della terra e insieme

nei celesti rapimenti; le sue estasi divine sono perenni, ma dalle sue

occupazioni divine Ella non risente nessun indebolimento nella vita umana

(nessuna sospensione nell'uso dei sensi) 1.

XXVII

OCCUPAZIONE DI GESÙ NELLA VERGINE VERSO LEI STESSA

I. - Ecco lo stato di rapimento della Vergine, stato degno della sua grandezza e

della sua elevazione permanente ed ordinaria. L'oggetto di questo rapimento è

Page 97: Berulle Le Grandezze Di Maria

Gesù; Egli ne è il principio, come abbiamo detto, poiché lo opera Lui stesso;

ma ne è anche l'oggetto. Havvi forse bisogno

___________________________

(1) Non v'ha dubbio che la Madre di Dio sia stata insignita, con grande

abbondanza e perfezione, delle grazie mistiche, le quali consistono in una

illuminazione divina tutta speciale nell'intelletto e in un impulso di perfetto

amore nella volontà. Maria non poteva essere priva del favore mistico più

elevato, che è l'unione trasformante; ma in uno stato così perfetto, Ella, come

afferma il Card. de Bérulle, non provava nessun'estasi, perché l'estasi suppone

una debolezza e una imperfezione dei sensi che non poteva essere in Maria.

(Cfr.: Diction de théol. cat., IX, col. 2428).

«Si rappresenta talvolta l'estasi come la cima, il punto più elevato della vita

mistica; al contrario, secondo i veri autori e

105

di dimostrazione per persuadere i cristiani di tale verità? Forse che per le

anime ben nate non basta farne la semplice esposizione? Gesù vivente di una

vita nuova nella Vergine e per opera della Vergine, non è forse per la Vergine

un oggetto di contemplazione degno e conveniente; e in quel tempo santo in

cui Egli incomincia a vivere da Lei e in Lei? Gesù dunque in questo tempo

prezioso attira e intrattiene la Vergine, la intrattiene di se medesimo e la

rapisce in sé. Ma siccome in Gesù vi sono parecchi soggetti degni di rapire in

Lui la sua santissima Madre, ciò che ora l'occupa e la rapisce, è l'opera che è

stata compiuta in Lei su la terra, il mistero dell'Incarnazione, lo stato naturale,

o piuttosto soprannaturale del Figlio suo in Lei.

Ecco il primo oggetto di quel rapimento che Gesù opera nel cuore della

Vergine.

Oh! come Maria ebbe perfetta conoscenza dello stato di Gesù! Come penetrava

questo mistero! Come in quello viveva e in quello si inabissava! Il mistero di

Gesù! era la vita di Maria; Ella in certo qual modo, perdeva la sua vita propria

e la sua sussistenza in se medesima per vivere in Colui che è la Vita ed insieme

era la vita di

Page 98: Berulle Le Grandezze Di Maria

______________________________

in particolare santa Teresa, l'estasi non è che una tappa tra ciò ch'ella chiama

l'unione semplice e l'unione piena ossia sposalizio spirituale; è l'ultima

purificazione passiva per la quale bisogna passare, purificazione dolorisissima

perché l'anima, si sente potentemente attirata verso Dio e che tutto ciò che in

essa è naturale ad arrendersi.

«L'anima sembra essersi ritirata», dice la Santa, sembra abbandonare i sensi

l'uno dei quali è sospeso più o meno completamente per un tempo più o meno

lungo. Maria, essendo immacolata, non ebbe bisogno di essere purificata,

perciò non dovette passare per l'estasi onde arrivare all'unione piena ch'Ella

possedeva fin dal primo momento della sua esistenza. In Maria «non vi fu

sproporzione tra la natura e la grazia» come dice il Card. de Bérulle)

(MOLIEN).

106

Lei; ma questa sorta di vita e di rapimento della Vergine nel suo Figlio ci è

quasi tanto nascosta quanto la vita del Verbo nell'umanità di Gesù. Rispetto a

cose così grandi non abbiamo luce ma soltanto tenebre.

Alcuni pensano che la Vergine venne allora elevata alla chiara visione della

divina Essenza e della persona del Verbo che si era incarnata in Lei. E davvero,

se una tal grazia della visione di Dio venne conferita ad altri su la terra, come

certi Dottori pensano di Mosè e di san Paolo; senza nessun dubbio sarebbe il

caso di attribuirla alla Vergine, e di attribuirgliela in quel felice momento in cui

Dio si abbassava in Lei e la elevava in se medesimo, congiungendola così

intimamente a sé per via di un mistero di tale grandezza. E quando pure una

tal grazia non fosse stata concessa né a Mosè, né a san Paolo, non sappiamo

noi che la Vergine ha molti privilegi che appartengono unicamente a Lei?

Il tempo in cui si compie questo inaudito mistero merita veramente privilegi

talmente grandi, particolari e nuovi, che possiamo ben attribuire alla Vergine

anche ciò che non viene concesso a nessun altro; possiamo bene attribuire a

quel tempo della vita della Vergine ciò che non le sarebbe stato concesso in

nessun altro tempo; fin qui con fondamento possono giungere i nostri pensieri.

Quanto a spingerci più oltre, onde sapere se i favori e i privilegi concessi allora

alla Vergine siano arrivati sino al godimento della Divinità, è questo un segreto

della condotta di Gesù con la sua santissima Madre che non ci è stato rivelato,

Page 99: Berulle Le Grandezze Di Maria

e preferisco adorarlo piuttosto che penetrarlo; in tale argomento conviene

contentarsi di ignorare piuttosto che affermare 1.

__________________________

(1) Molti teologi, infatti, ritengono almeno come probabilissimo che alla B.

Vergine la visione della divina Essenza venne concessa in modo transitorio, per

lo meno nelle principali circo-

107

Riconoscendo dunque con umiltà la nostra ignoranza rispetto a questa

particolarità, possiamo però dire, sia che la Vergine abbia avuto o no la

visione, dei Verbo Incarnato in Lei, che questa divina persona possedeva la

Vergine e la Vergine possedeva quella divina persona incarnata nel proprio

seno, per via di un possesso così speciale, singolare e proprio di Lei che la

nostra penna non è capace di scriverlo, né la nostra lingua di esprimerlo, né il

nostro cuore di sentirlo, né la nostra mente in intenderlo; è già per noi fin

troppa grazia ardire di pensare ed adorare tali meraviglie. Era un possesso così

penetrante e perfetto, una comunicazione così intima e potente, un godimento

così sublime e così elevato anche nell'Ordine della grazia miracolosa e

singolarissima, che se non dava alla Vergine la visione della persona Divina che

si era incarnata nel seno di Lei, operava almeno nell'anima sua un colmo ed un

eccesso di grazia, occupava nelle operazioni divine un posto così alto

comprendeva i favori del Verbo Incarnato in un modo così privilegiato e

grazioso, che non vi è mai stato, né mai vi sarà nulla di uguale: questo è tutto

ciò che possiamo dire, balbettando di cose che sono superiori all'intelligenza

non solo dell’uomo, ma anche dell'Angelo.

__________________________

stanze della sua vita, per es. nell'Incarnazione, nella Natività, Risurrezione ed

Ascensione di Nostro Signore; 1° perché si può, con maggior ragione,

attribuire i favori concessi ad altri santi e convenienti alla sua dignità di Madre

di Dio, Corredentrice e Mediatrice universale; 2° per darle un conforto nei suoi

dolori, poiché nessuno soffrì quanto Maria. (Cfr.: LEPICIER, De B. Verg. Maria,

5a edizione, pag. 282). Quanto poi alla frequenza, alla durata ed alla

perfezione della visione beatifica in Maria, non possiamo fare che congetture.

Page 100: Berulle Le Grandezze Di Maria

Per altro, non le dava la conoscenza di tutto quanto vedrà in Dio nell'eterna

gloria, non distruggeva in Lei né la virtù della fede, né lo stato di viatrice, era

perciò ben inferiore alla visione beatifica della gloria. (Cfr.: Diction. de

théologie cath., vol. IX, col. 2410).

108

Ecco quali sono i primi pensieri del Verbo incarnato; ecco la prima attività di

Gesù nella Vergine; ecco la prima occupazione della Vergine o, per dir meglio,

il primo rapimento della Vergine nel Figlio di Dio che in Lei si è fatto Figlio

dell'uomo.

II. - Ma la Vergine inoltre, in quel medesimo istante, ha un altro oggetto di

rapimento in Gesù che vive ed opera in Lei ed è il primo esercizio della vita

interiore di Gesù con Dio suo Padre. È questo un oggetto differente da quello

che abbiamo esposto fin qui. Questa occupazione è differente da quella in cui

la Vergine, è rapita per lo stato di Gesù in se medesimo, ossia per la sostanza

del mistero dell'Incarnazione: qui l'oggetto della contemplazione e del

rapimento della Vergine sono gli atti medesimi di Gesù, le prime azioni interiori

e spirituali dell'anima di Lui nel colloquio col Padre suo.

Il divino Infante non ha ancora nome su la terra, ma non è inattivo, né ozioso;

la debolezza dell'infanzia non gli impedisce di agire, perché affetta il suo corpo,

e non l'anima sua: Gesù è attivo; veggente, vigilante, la sua vita interiore e

spirituale è degna di rapire il cielo e la terra; orbene, questa vita rapisce la

Vergine santamente occupata nella contemplazione degli stati e degli atti intimi

di Gesù. La vita del Figlio suo è la sua propria vita: i pensieri ed i sentimenti di

Gesù sono i suoi pensieri ed i suoi sentimenti ed in questi Ella è tutta occupata 1.

Se la Vergine non ebbe la luce divina della visione immediata della divina

Essenza, ebbe almeno la luce angelica 2 ,la quale le manifestava l'anima di

Gesù e le sacre

_____________________________

(1) Maria si unisce ai sentimenti di ostia di Gesù, e si offre con Lui all'Eterno

Padre.

Page 101: Berulle Le Grandezze Di Maria

(2) La scienza infusa, propria degli angeli.

109

occupazioni di quest'anima. Era questa la sua luce, la sua grandezza e la sua

beatitudine su la terra; era questo uno dei suoi principali esercizi; e qui

appunto Maria incomincia a godere di una conoscenza così santa e a dedicarsi

ad una occupazione così elevata.

Maria adunque contempla la vita e l'occupazione di Gesù in se medesima: ecco

il libro che il Figlio suo ha per Lei, come lo apre in cielo, secondo l'Apocalisse 1.

In un tal libro Maria vede le trattative di Gesù con Dio suo Padre, vede le lodi,

le adorazioni, la dedizione, l'oblazione ch’Egli fa di se medesimo al Padre; vede

tutto quanto concerne cosa sì grande come la vita e l'accordò del Figlio col

Padre, e del Padre col Figlio incarnato nel mondo per la gloria del Padre. La

Vergine pertanto viene elevata alla conoscenza dei segreti di Gesù, poiché

avvengono nel suo seno, il quale è la dimora vivente dove il Figlio tratta

nell'intimità con l'Eterno Padre. Maria pertanto esce felicemente dai propri

pensieri, dalla sua vita interiore e spirituale, per investirsi dei pensieri di Gesù;

si appropria l'amore e l'adorazione di Gesù verso Dio suo Padre, i suoi obblighi

e i suoi atti, sommergendo l'uso della sua propria vita nell'abisso della vita

interiore del Figlio suo.

Sinora la vita spirituale della Vergine è stata

____________________________

(1) Nel cap. V dell'Apocalisse, si parla di un libro suggellato, o piuttosto di un

rotolo di sette fogli scritti dalle due parti; ciascuno di questi fogli è legato da un

cordoncino munito di un sigillo, dimodoché, rotto il sigillo del primo foglio, gli

altri fogli restano ancora suggellati. Così è manifesto che i decreti di Dio

rispetto al suo regno sono un mistero nascosto la cui conoscenza non può

venire che da una rivelazione, poiché l'Agnello solo è degno di ricevere il libro e

ai rompere i sigilli. Gli Angeli assistono all'apertura dei sigilli e proclamano la

gloria dell'Agnello; essi hanno dunque la rivelazione dei misteri divini, Maria ha

potuto averne la visione.

110

Page 102: Berulle Le Grandezze Di Maria

meravigliosamente grande e lo Spirito Santo l'ha educata in una buona scuola;

ma ora è cosa ben differente, Maria entra in una nuova scuola: il Figlio di Dio

l'attira in se medesimo e nella conoscenza dei suoi atti rispetto a Dio suo

Padre, Maria riceve l'impressione e la comunicazione degli atti divini di Gesù,

Ella vive, non già nella sua propria luce, nel suo proprio amore, ma nella luce,

nell'amore e negli atti di Gesù, il quale l'attira nell'unità con se medesimo

tràendola fuori di se stessa e delle sue azioni interiori, perché sia vivente in Lui

e partecipe delle sue sante operazioni, con una sorta di impressione dolce,

elevata, potente, che rapisce la Madre nel Figlio suo, la Vergine in Gesù.

Così, Gesù vive nella Vergine ed è questa la prima anima nella quale ha

stabilito la sua vita. Ed è proprio della Vergine di essere attenta alla vita

interiore e spirituale del Figlio suo e di essere una pura capacità di Gesù

colmata da Gesù medesimo.

La Vergine, come ci insegna l'Evangelista in due luoghi, aveva gran cura di

raccogliere gli atti e le parole, persino degli altri, rispetto al Figlio suo e tutto

conservava nel proprio cuore, senza lasciarne cadere neppure una briciola:

Maria antem conserbabat omnia verbo haec (omnia dice) conferens in corde

suo (Maria conservava con gran cura tutte queste cose, meditandole nel

proprio cuore - Luc., II, 12). Cosa dovremo dunque dire degli atti e sentimenti

interiori e divini del Figlio suo, atti che il mondo non poteva vedere, ma che

Maria nella sua luce 1 non poteva ignorare: atti tanto più preziosi quanto più

era degno il fondo da cui emanavano, poiché

_____________________________

(1) Mediante la scienza infusa, di cui Maria certamente godette in molte

circostanze della sua vita su la terra.

111

non potevano essere formati che nel Cuore sacratissimo e nella mente deificata

di Gesù?

La Vergine è dunque rapita da Gesù e doppiamente rapita in Gesù, rapita nella

contemplazione dello stato di Lui nel proprio seno e degli atti interiori dello

spirito di Gesù vivente in Lei, vale a dire, dell'oggetto più degno che vi sia dopo

la Divinità medesima.

Page 103: Berulle Le Grandezze Di Maria

Ma perché bisogna che in mezzo a tali grandezze io trovi degli abbassamenti e

fra tali dolcezze, delle amarezze? Farei torto all'Autore di questi misteri ed alla

loro verità se non li rappresentassi quali sono, se non descrivessi al vero ciò

che avviene nello stato del Figlio, come in quello della sua santissima Madre.

Non debbo pertanto omettere, che in queste grandezze, cui la Vergine viene

elevata in quei rapimenti in cui Ella viene fissata, io trovo croci ed umiliazioni,

poiché i nostri misteri sono misteri di croce e di umiliazione per il signore

medesimo; è dunque ragionevole che queste due qualità, mentre sono

appropriate al Creatore, siano pure attribuite alla creatura e diffuse in tutti gli

stati della sua vita sulla terra.

La Vergine adunque ha la sua parte nella Croce e nell'umiliazione; inoltre, e ciò

va osservato con grande attenzione, vi partecipa persino nel giorno delle sue

grandezze e della sua maggiore elevazione. Maria essendo la prima che ha

parte con Gesù, è pure la prima che partecipa alla Croce ed agli abbassamenti

di Gesù. E questa partecipazione di Maria è singolare e speciale, né può

convenire che a Lei.

La santissima Vergine partecipa alle croci ed alle umiliazioni di Gesù, non già

per effetto del peccato come avviene per noi; e neppure peri i motivi che il

Figlio suo porta i nostri peccati, poiché Gesù porta solo questo carico; ma in

virtù dell'amore e dell'unione col Figlio suo,

112

poiché la mutua comunicazione delle qualità è uno degli effetti dell'amore 1.

Orbene, la Vergine è troppo congiunta col Figlio suo perché non sia conforme e

simile a Lui; ha troppa vicinanza e familiarità con Lui, perché ne ignori lo stato

ed i segreti. Maria sa quanto avviene tra Gesù e il Padre, conosce lo stato di

Ostia nel quale Gesù si è costituito e di cui già in Lei porta i contrassegni e gli

effetti. Gesù nel suo stato divino si trova in uno stato umiliante, e una tale

umiliazione trapassa il cuore della Madre e l'umilia anche Lei. In conseguenza

di questo stato del Figlio suo, Maria parimenti porta nello stato medesimo della

sua divina Maternità una sorta di abbassamento e di umiliazione. Gesù mentre

è il Figlio di Dio, viene trattato come Figlio dell'uomo, anzi come la Vittima di

Dio per gli uomini. È concepito, nascerà, e vivrà in conformità con la sua

qualità di Vittima umile e soggetta alla sofferenza. Come dunque il Figlio di Dio

è umiliato in questo stato della sua filiazione umana, così la Vergine si trova

pure in una condizione umiliante nello stato sublime della Maternità divina.

Page 104: Berulle Le Grandezze Di Maria

I privilegi dovuti al Figlio ed alla Madre sono riservati al cielo; la terra non ne è

degna. La Vergine, infatti, lo dovrebbe generare immortale e lo genera

mortale. Sarebbe stato conveniente che Gesù nascesse da Maria nello stato in

cui uscì dal Sepolcro, cioè glorioso e risplendente;

__________________________

(1) Maria perché è la prima nell'amore e nell'unione di Gesù, deve essere la

prima nella partecipazione alle sue umiliazioni ed alla sua Croce, non è

sottoposta al dolore quasichè sia peccatrice come noi, né per espiare il

peccato, ma in virtù dèl suo amore per Gesù e della sua unione con Lui. (Cfr.:

Opusc. 9° L'Annunciazione), infra pag. 146; Opusc. 96° (La compassione della

Vergine) infra pag. 216; Opusc. 102° (La sepoltura di Gesù) infra pag. 218.

113

e invece Ella lo genera esposto alle nostre abiezioni ed alle nostre miserie.

Avrebbe dovuto generarlo nel Paradiso, in cielo, nel seno del Padre, poiché Egli

è Figlio dell'Eterno Padre e un giorno verrà esaltato su un trono alla destra e

nel seno della Divinità (MARC., XVI, 19): invece lo genera in un paese oscuro,

a Nazaret; lo partorirà in un Betlemme, in una stalla, sul fieno e su la paglia.

Maria riconosce le grandezze del Figlio suo ed anche le proprie grandezze per

riguardo a Lui, ma conosce il disegno del Padre di umiliare il Figlio suo, e il

disegno del Figlio di umiliarsi Lui stesso; ed Ella entra pienamente in tali

disegni e accetta di essere Madre umiliata di un Figlio umiliato. Orbene ecco il

luogo e il tempo in cui Maria viene edotta di queste verità ed incomincia ad

accettare le umiliazioni fissate nei decreti della divina sapienza sul Figlio suo e

sopra di se medesima, su la filiazione Umana del Figlio suo e su la propria

Maternità divina. A Nazaret, infatti, in quella nascita di Gesù in Maria,

avvengono questi abbassamenti, Maria li conosce e li risente secondo

l'ampiezza delle sue cognizioni, secondo la forza del suo amore, secondo il

vigore del suo sentimento nelle cose divine, nelle cose che si riferiscono al

Figlio suo e suo Dio.

XXVIII

Page 105: Berulle Le Grandezze Di Maria

CONCLUSIONE

Da quattromila anni Gesù viveva nella fede dei popoli, nella speranza dei

patriarchi, nei cuori dei giusti, negli oracoli dei profeti, nelle cerimonie della

Legge, nella pubblica professione della Sinagoga, nell'aspettazione

dell'universo, e nel gemito di ogni creatura, la quale nelle sue

114

miserie sospirava il suo liberatore (Rom., VIII, 22), 1. Ma prima ancora di quei

quattromila anni, Gesù viveva e vive nell'Eternità, e vivrà eternamente nel

seno dei Padre suo, sempre Vita e sempre vivente, ed ora mandato per darei la

vita; ma ciò che è doloroso, mandato per darci la vita per mezzo della propria

Morte.

Tale è il disegno del Padre sopra il Figlio suo, tale è il volere del Figlio per

amore del Padre; e questa mutua volontà del Padre e del Figlio ci libera dalla

morte e ci dà la vita, ci purifica dal peccato e ci introduce nella grazia.

Sin dall'ingresso del peccato e della morte nel mondo, ci si parla di vita e il

Figlio di Dio ci porge la promessa della sua venuta. Egli non tarda neppur un

istante, a darcene l'assicurazione, ma quattromila anni passano nella

preparazione e nell'attesa del suo avvento.

I nostri peccati costituiscono un ostacolo al compimento di un disegno così

stupendo; ma la bontà di Dio e la sua costanza nelle sue promesse sono ben

maggiori delle nostre iniquità. La terra non è degna di riceverlo, non merita

che i rigori dell'ira di Dio; ma il Signore sceglie su la terra una terra

assolutamente estranea al peccato; avendo la felicemente preservata da ogni

colpa, la orna di ogni grazia, la rende degna di riceverlo e portarlo nel mondo;

ed ecco ch'Egli viene in quella come, nel suo tabernacolo; per nove mesi in

quella riposa come nel suo trono e per mezzo di Lei viene a noi. Volendo

renderle noto il suo disegno, Egli, sceglie un angelo, un grand'angelo, uno fra i

più sublimi spiriti celesti, per manifestarle

_____________________________

Page 106: Berulle Le Grandezze Di Maria

(1) Tutto ciò è mirabilmente spiegato in un preambolo alla Vita di Gesù, dove il

Card. de Bérulle con profonda dottrina e grande eloquenza espone la

preparazione dell'Incarnazione nei tempi anteriori a Gesù Cristo.

115

ciò che solo l'umiltà le impedisce di conoscere, per dichiararle ch'Ella viene

scelta per essere Madre di Colui del quale Ella vorrebbe essere la servente,

Madre del Messia Salvatore del mondo.

Ne avviene un colloquio tutto celeste, di cui l'esito è tutto divino, poiché ha il

suo termine nel mistero di un Dio fatto uomo nel seno della Vergine.

Tale è il riassunto della prima parte del nostro discorso.

Al termine di quell'angelico e divino colloquio, la santissima Trinità compie

l'opera sua; lo Spirito Santo viene a preparare la Vergine: il Padre mette il

compimento all'opera e dà il Figlio suo alla Vergine e al mondo; il Figlio di Dio

viene rivestito delle nostre miserie e fatto Figlio dell'uomo per congiungere la

terra col cielo; poiché, con le sue differenti nature e qualità, Egli ha attinenza

col cielo è con la terra.

Non è forse questa, quella catena d'oro che gli antichi profani immaginarono

senza intenderla? Catena d'oro che scendeva dal cielo su la terra, e coi suoi

anelli collegava gli uomini con gli dei e gli dei con gli uomini? 1.

Il Dio degli dei permetteva questi pensieri nei gentili, come ombre delle nostre

verità, bagliori dei nostri lumi e presagi dei nostri misteri, onde preparare

soavemente

_____________________________

(1) Nell'edizione del MIGNE si è posto qui questa referenza: Iliade, VIII. In

principio di questo Libro Giove così parla alle divinità dell'Olimpo onde far

risaltare la sua potenza: «O Immortali, fatene la prova affinché nessuno lo

ignori: lasciate cadere dal cielo una catena d'oro e all'estremità di quella

sospendetevi tutti. Avete bel pari fare ogni sforzo, non riuscirete a trar giù dal

cielo in terra Giove, l'arbitro supremo. Ma se invece a me piacesse di attrarvi

tutti, attrarrei anche la terra e il mare; poi attaccherei quella catena intorno

alla cima dell'Olimpo e tutte le cose starebbero a quest'altezza, tanto io sono

Page 107: Berulle Le Grandezze Di Maria

superiore agli dei ed agli uomini». Pare che il Card. de Bérulle volesse fare

allusione a questo testo.

116

quei popoli ad accettare quella fede che doveva essere annunciata nel mondo,

e farli giungere come da se medesimi dalla oscurità della natura alla luce della

grazia, dalle tenebre della filosofia agli splendori del Vangelo.

Ma lasciamo questi pensieri profani e ritorniamo ai pensieri divini degni dei

nostri misteri. L'opera della santissima Trinità consiste adunque nel rivestire il

Verbo increato, della nostra natura in modo che il Figlio di Dio sia Figlio

dell'uomo, nel formare Gesù nella Vergine elevandola ad essere Madre di Dio.

Non è questa semplicemente un'opera, ma l'Opera per eccellenza, l'Opera più

insigne della santissima Trinità, l'Opera della sua potenza, della sua sapienza,

del suo amore, l'Opera delle sue meraviglie e delle sue misericordie sopra la

terra. Di questi argomenti abbiamo trattato altrove 1.

Ci basti qui ricordare che, appena la Santissima Trinità ha compiuto l'opera sua

nella Vergine, Gesù dà principio alla sua; incomincia a trattare con Dio suo

Padre e ad operare la nostra salvezza; pone in dimenticanza le sue grandezze

e sposa una condizione mortale e servile; prende la qualità di Ostia, si dedica e

si vota alla Croce ed alla morte; occupa e santifica il seno della Vergine con le

sue sante operazioni e in Lei vuole subire le umiliazioni inerenti alla nostra

natura, stando nel suo seno per nove mesi come gli altri bambini. Appena fatto

uomo, Gesù incomincia subito, col suo divino ingresso nel seno della Vergine in

qualità di Uomo-Dio, a riparare le rovine del nostro ingresso miserabile nel

mondo in qualità di peccatori; santifica la nostra infanzia con la sua Infanzia

deificata e santificherà poi tutti gli stati della nostra natura per mezzo degli

stati in cui si degnerà di passare nel corso della sua vita viatrice su la terra.

________________________

1 Nella prima parte del libro delle Grandezze di Gesù.

117

Page 108: Berulle Le Grandezze Di Maria

Che diremo noi, e che faremo alla vista di cose sì grandi?

Adoriamo ed ammiriamo! Rapiti nella profondità dei disegni di Dio sopra di noi,

risalendo sino alla fonte della nostra salvezza, diciamo nel nostro cuore: «Così

Dio veglia sui figli degli uomini; così prepara le vie della loro salvezza; così Egli

impiega a questo effetto non solo i suoi angeli ed i suoi profeti, ma anche il suo

Figlio medesimo; ce lo manda dal cielo in terra, affinché operi Lui stesso la

nostra santificazione e l'opera nella sua propria persona; così il Figlio di Dio per

volere e mandato dal Padre, diventa Figlio dell'uomo.

In tal modo Colui che è superiore ad ogni creatura, incomincia a stare e a

vivere fra le creature; così fa il suo ingresso nel mondo per santificare il

mondo; in questo modo Egli impiega la sua nuova vita, rapisce gli angeli,

meraviglia il cielo, opera nella sua santa Madre, salva gli uomini e santifica la

terra.

Sono questi pensieri così dolci che si stenta a lasciarli 1; facciamo quindi ancora

qualche riflessione sopra misteri sì sublimi e tutti compiuti per noi.

Che vi è mai di più grande, di più degno, di più santo che la condotta della

divina Provvidenza nell'opera della salvezza del mondo? Non è forse cosa

degna della sua bontà che lungi dall'abbandonare l'opera sua Egli salvi l'uomo,

l'uomo creato con le sue proprie mani?

Volendo Iddio riformare quest'opera delle sue mani, non è forse cosa degna

della sua sapienza, riformarla Lui stesso come Lui stesso l'aveva formata,

affinché non vi sia divisione nei nostri doveri ed omaggi, e che i nostri i cuori

siano riuniti in un medesimo Creatore e Salvatore?

In un tale ammirabile disegno, che vi è mai di più

______________________

1 Cfr. pag. 43.

118

ordinato che la condotta della Sapienza increata nel voler incarnarsi

nell'universo?

Se Dio voleva venire nel modo, non era forse conveniente che fosse oggetto

dei desideri, dell'aspettazione e della speranza del mondo? Non era forse

Page 109: Berulle Le Grandezze Di Maria

necessario che venisse predetto, figurato, annunciato? che avesse un popolo

ed una religione propria per il suo servizio? dei sudditi per riceverlo e degli

araldi per annunciarlo al mondo?

Se il Dio che ha creato l'uomo a sua immagine e somiglianza, voleva rendersi

simile all'opera sua e farsi uomo tra gli uomini era conveniente che il segreto di

questa grazia, di questo amore, di questo mistero, venisse trattato tra un

angelo ed una Vergine e con parole così sublimi, così auguste, così celesti. Se

voleva essere Figlio dell'uomo fra gli uomini, non poteva essere più

degnamente concepito che da una Vergine e da una tal Vergine e con

disposizioni sì sante sì venerabili; con pensieri così superiori all'impurità della

terra e così prossimi alla santità del cielo, vale a dire, in una purezza verginale,

in una umiltà profonda, in una elevazione sublime, in un cuore tutto celeste, in

una mente tutta divina. Certamente se Dio doveva farsi uomo era conveniente

che in tal modo prendesse carne umana. Poiché voleva essere bambino su la

terra per consacrare e santificare l'infanzia degli uomini, la quale era stata

contaminata dal peccato originale, come avrebbe potuto quell'infanzia essere

riabilitata meglio che da un concepimento verginale, da una nascita

miracolosa, dal godimento del lume di gloria prima di quello della luce del

mondo, da una divina potenza nell'impotenza dell'infanzia, e dall'esercizio di

una vita santa e perfetta con Dio Padre e con la Vergine Madre prima ancora

dell'uso dei sensi e dello sviluppo delle forze naturali? Sono questi i concetti

che abbiamo sopra spiegati.

Facciamo ora un ultimo riflesso: poiché il Verbo

119

incarnato viene e dà principio in quel modo al suo ingresso nel mondo e che fin

d'allora Egli prende ed esercita per la nostra salvezza la qualità di Ostia e di

Agnello; poiché senza nessun indugio, neppur di un istante, si offre e si

consacra alla Croce ed alla morte; poiché pensa a noi e parla di noi a Dio suo

Padre prima ancora di poter parlare al mondo k; poiché ci imprime in tal modo

nel suo Cuore nella sua mente; pensiamo anche a Lui, parliamo di Lui; e

offriamogli senza nessun indugio i nostri cuori ed i nostri voti nell'istante

medesimo in cui lo vediamo vivere così e così operare per noi.

Gesù nel suo primo ingresso nel mondo! È il primo passo del Figlio di Dio che

viene a noi; il primo istante della sua vita preziosa, il primo uso delle facoltà

dell'anima sua, il primo esercizio del suo stato, il primo palpito del suo divin

Cuore; un istante, un passo, un movimento di tale vantaggio per noi e di tale

Page 110: Berulle Le Grandezze Di Maria

importante preziosità che ben merita di attrarre il nostro spirito al Figlio di Dio

che viene a noi, alla santissima Trinità che lo invia ed alla Vergine che ne è

Madre.

Portiamoci dunque in quel dolce e fiorito paese di Nazaret, ora più che mai in

fiore. È il luogo più prezioso su la terra e nella vita di Gesù; là infatti l'Eterno

incomincia ad essere temporale, là Gesù incomincia a vivere, e là dà principio

alla nostra salvezza.

In quel santo paese di Nazaret noi troveremo Gesù che viene formato in una

nuova vita, là troveremo la Trinità Santa unicamente occupata nel formare

Gesù; là, troveremo la Vergine santa fatta Madre di Dio per opera della

Santissima Trinità: sono questi i tre oggetti inclusi ed attivi in quella cella tutta

santa; è questa la nuova Trinità di Nazaret. Non c'entrano gli angeli, neppur

l'Angelo del divino messaggio, come abbiamo osservato; in quella gloriosa e

feconda solitudine di Nazaret, non troveremo

120

che Gesù, la Trinità santa e la Vergine. Prendiamovi un santo riposo in Gesù

che riposa ed opera nella Vergine; lodiamo, benediciamo ed adoriamo la Trinità

santa che lo ha formato nella Vergine, ed offriamo i nostri voti a quella Vergine

santa la quale concepisce e porta Gesù in modo così salito, divino e salutare.

Sarà questo l'argomento delle tre Elevazioni seguenti, nell'attesa che possiamo

seguire il Figlio di Dio passo passo a Betlemme, nell'Egitto, nella Giudea, sul

Calvario, secondo il corso dei suoi santi misteri 1.

_________________________

1 Delle tre Elevazioni di cui parla il Card. de Bérulle, pubblichiamo quella che si

riferisce a Maria SS. È oltremodo doloroso che il santo Autore non abbia avuto

l'agio di compiere il suo progetto, seguendo passo passo il Figlio di Dio da

Betlemme al Calvario; dai frammenti che ci rimangono si può giudicare quale

capolavoro sarebbe stata l'opera completa. In questo volume, tra vari Opuscoli

che, in mezzo a costanti e gravissime occupazioni, egli aveva preparati, con

una attività che si può chiamare eroica, per la Vita di Gesù, riportiamo in

seguito quetti che riguardano i misteri della Vergine.

Page 111: Berulle Le Grandezze Di Maria

SEZIONE SECONDA

ELEVAZIONE A DIO IN ONORE DELLA PARTE CHE HA VOLUTO DARE ALLA

VERGINE NEL MISTERO DELL'INCARNAZIONE CON LA SUA AZIONE IN LEI E

PER MEZZO DI LEI - CONSIDERAZIONI E PENSIERI

I

GRANDEZZE DEL MISTERO DELLA INCARNAZIONE

Trinità santa, adorabile in Voi medesima e nelle opere vostre, vi lodo e vi adoro

nell'unità della vostra Essenza, nell'eguaglianza delle vostre persone, nella

profondità della vostra sapienza, nella estensione della vostra provvidenza, e

nell'Opera vostra più insigne per la quale Dio è uomo ed una Vergine è Madre

di Dio.

Opera ineffabile ed incomprensibile, sola degna della potenza e della grandezza

dell'Operaio che la compie, capolavoro delle opere vostre, origine dei vostri

misteri, esemplare della vostra grandezza, e Sole delle vostre meraviglie;

opera che include la vostra Essenza, ha per termine una delle vostre persone e

per effetto la più eminente dignità che vi sia fuori della Divinità, nell'essere

creato! 1.

E quest'opera così grande, singolare ed eminente si compie in un istante, ma

non per un istante, bensì per l'eternità; si compie nel tempo, non per un

tempo, ma per i secoli; si compie a Nazaret, non per un Nazaret, ma per

l'intero universo; si compie su la terra e non in cielo, ma per la terra e per il

cielo; si compie tra gli uomini, ma per il Dio degli dei, poiché a Dio dà una

Madre, agli angeli un Re, agli uomini un Salvatore.

O Trinità divina ed ammirabile! È questo il

__________________________

1 La divina Maternità.

Page 112: Berulle Le Grandezze Di Maria

125

capolavoro delle vostre mani, opera che imita ed esprime la vita, la

comunicazione e la società che adoriamo nelle persone divine. Voi, infatti, tutto

fate per Voi medesimo, e contemplando Voi stesso, volete in questo mistero

esprimere un'idea di ciò che siete Voi; e in onore della vostra vita e delle

vostre comunicazioni divine ed eterne volete formar (ad extra) una vita: e una

comunicazione divina e temporale: volete comunicarvi alle vostre creature ed

entrare con esse in società, ad onore ed imitazione della comunicazione e della

società che adoriamo nelle divine persone; volete che questa effusione di

amore, questa comunicazione fuori della vostra propria Essenza, sia pari alla

potenza del vostro amore e della vostra comunicazione interna.

Scegliendo pertanto la più infima delle vostre creature, volete entrare in

società, in comunicazione, in unità con gli uomini, comunicandovi

singolarmente ed associandovi unicamente ad una natura e ad una persona

umana: ad una natura umana per l'Incarnazione di una delle vostre persone;

ad una persona umana (Maria) per l'operazione delle vostre tre persone, le

quali nella loro opera più insigne hanno voluto in certo modo entrare in società

con la Vergine.

II.

LA VERGINE È LA PERSONA PIÙ INSIGNE DOPO LE PERSONE DIVINE

Oh degnazione infinita! le tre divine persone che vivono ed operano in una

perfetta unità, mentre sono eternamente beate e pienamente soddisfatte nella

loro società, vogliono estendere questa sociètà ad una nuova persona (Maria

SS.), e dovendo operare assieme il capolavoro della loro potenza e della loro

bontà, vogliono associarsi

126

la Vergine in questa che è la massima delle loro operazioni.

Page 113: Berulle Le Grandezze Di Maria

Volendo, per colmo della loro gloria, del loro amore e della loro potenza,

congiungere l'essere creato con l'Essere increato in una delle loro persone e

darle una nuova natura, hanno voluto dividere con la Vergine la gloria di

quest'opera. Scegliendola quindi fra tutte le creature, l'hanno resa capace e

degna di dare insieme con loro questa nuova natura ad una persona divina e di

essere Madre del Verbo Incarnato; elevando una persona umana ad una tale

potenza e dandole una parte così grande in un sì grande mistero.

Siate benedetta, o Trinità santa, in questa vostra divina volontà, in questo

sacro disegno per il quale il Figlio di Dio si fa Figlio dell'uomo e una Vergine

diventa Madre di Dio! Disegno altissimo e degno dell'Altissimo! Disegno

profondo e degno altresì della maestà del Padre, della sapienza del Figlio e

dell'amore dello Spirito Santo!...

In quest'opera (dell'Incarnazione) Vi associate la santissima Vergine, l'elevate

ad operare insieme con Voi nel compimento dell'Opera Vostra più insigne.

Come associate una natura umana ad una delle vostre persone divine, volete

pure associare una persona umana ad una delle vostre opere divine.

Contemplando dunque quest'opera, o Trinità santa, e trovando in quella la

Vergine in società con Voi, la contemplo ed ossequio subito dopo Voi

medesimo; la contemplo ed ossequio come la persona più sublime che mai vi

sarà, la Persona più santa e più degna della vostra grandezza e del vostro

amore; anzi la contemplo ed ossequio come quella che è oltremodo superiore

in sublimità, in dignità e santità a tutte le persone umane ed angeliche,

considerate anche tutte assieme.

127

III

LA VERGINE FORMA UN ORDINE E UN MONDO A PARTE.

Voi l'avete fatta unicamente per Voi, o Trinità santa!

L'avete fatta come un mondo e un paradiso a parte, mondo di grandezze,

paradiso di delizie per l'Uomo nuovo (Gesù Cristo); l'avete formata come un

nuovo cielo ed una nuova terra: terra che non porterà che l'Uomo-Dio; cielo

che non conterrà che Lui, si muoverà intorno a Lui e non avrà nessun

Page 114: Berulle Le Grandezze Di Maria

movimento se non per Lui. L'avete formata come un altro universo

nell'universo e come un altro impero del vostro Impero; poiché la Vergine è un

Universo che ha il suo centro ed i suoi movimenti propri è un Impero che ha le

sue leggi e il suo Stato a parte.

Fra tutti i sudditi della Maestà di Dio, la Vergine è un suddito così insigne,

singolare ed eminente, che costituisce da sola un Ordine nuovo tra gli Ordini

della potenza e sapienza divina: Ordine oltremodo eminente sopra tutti gli

Ordini della grazia e della gloria; Ordine tutto singolare che costituisce un

nuovo impero su le opere di Dio; Ordine congiunto con l'Ordine dell'Unione

ipostatica; Ordine che trovasi in relazione con le persone divine.

In quella guisa che gli angeli sono disposti in gerarchie le quali propriamente si

riferiscono alla divina Essenza per adorarla ed esprimerla nelle perfezioni

distinte, di amore, di luce e di potenza, che le vengono attribuite; così la

Vergine, nel suo Ordine e nella sua gerarchia, ch'Ella da sola riempie con la sua

grandezza, si riferisce e Fende gloria ed onore allo stato ed alle proprietà delle

persone divine.

In tal modo, il Dio del cielo, uno nell'Essenza e Trino nelle persone, ha diviso la

Corte celeste in due cori

128

differenti: in uno vi sono tutti gli Angeli, i quali, in numero infinito, disposti in

parecchi ordini e gerarchie, per il loro stato onorano le varie perfezioni

dell’Essenza divina; nell'altro coro vi è la Vergine, unica nel suo Ordine, la

quale, per l'eccellenza a lei esclusivamente propria e per il suo stato singolare,

onora le divine persone in quanto dipendono dalle loro proprietà personali. E il

coro della Vergine da solo rende all'Essenza divina ed alle divine persone un

Omaggio maggiore che non i nove cori di tutti gli angeli assieme.

IV.

L'ETERNO PADRE E LA VERGINE UNITI ASSIEME DALLA PERSONA DEL FIGLIO.

Page 115: Berulle Le Grandezze Di Maria

O Dio Padre onnipotente, chi potrebbe dire quanto per Voi sia cara e preziosa

questa Vergine? Voi la formate e la santificate perché sia la Madre del vostro

unigenito Figlio ... e la formate nell'ordine di natura, di grazia e di gloria, come

un'opera singolare della vostra potenza e della vostra bontà, come il

capolavoro delle vostre mani: la formate come il più insigne, il più degno e il

più eminente soggetto della vostra dominazione e sovranità in tutto il

complesso delle vostre creature.

Nell'ordine e nell'esistenza delle cose create, Dio non ha né mai avrà autorità

su nulla di più grande che su la Vergine. Dio né mai ha fatto, né mai farà nulla

di più santo che la Vergine santissima. In una tale eminenza e singolarità di

grazia, di santità, di potenza, quanto merita Maria i nostri ossequi!

Ma, o Eterno Padre, io la ossequio più ancora nell'origine di una tal grazia,

ossia nel vostro disegno di renderla Madre di Colui del quale siete Padre.

Infatti, dopo averla portata al colmo di una grazia tutta speciale, nel

129

tempo da Voi prescelto, volendo contrarre alleanza con Lei, la separate da

tutte le cose create, l'avvicinate alla vostra Divinità, e Vi unite a Lei come ad

una persona che volete sia congiunta con la vostra persona nel modo intimo,

che mai vi sarà; a Voi congiunta per effettuare con Voi l'opera più insigne;

perché vi dia il frutto di un'alleanza oltremodo intima; perché vi dia un Figlio

nato dalla sua sostanza ed avente la vostra propria Essenza; perché generi,

per opera vostra e con Voi, Colui che essendo vostro Figlio unigenito per una

nuova nascita è pure suo, Figlio.

Oh grandezza! oh sublimità ammirabile! l'Eterno Padre, il quale nel

contemplare la sua Essenza dà origine al suo Figlio, contemplando la sua

paternità, fonte di ogni paternità e persino della Divinità, la onora, la imita e la

esprime nella Vergine santa; quindi forma e produce in Lei quello stato

ammirabile, della Maternità divina, il quale adora il Padre nella sua proprietà

personale e dà al Padre e al mondo Colui che è la vita del Padre e fa salvezza

del mondo.

In questo stato beato e glorioso (della divina Maternità), o Vergine sacra,

l'Eterno Padre vi appropria a sé e si appropria a Voi: si rende tutto vostro e vi

rende tutta sua; si unisce, a Voi e vi unisce a sé,e comunicandovi il suo spirito

e il suo amore, vi comunica pure una fecondità divina; nella sua volontà di

avere da Voi un medesimo Figlio con Voi, per questa sua alleanza vi dà il

Page 116: Berulle Le Grandezze Di Maria

potere di dare a Lui e al mondo Colui il quale, per questa nascita, giusta la

parola dell'Angelo è suo Figlio e insieme vostro Figlio: vostro Figlio perché

generato dalla vostra propria sostanza, suo Figlio perché generato dalla sua

propria virtù e potenza.

Oh Padre! oh Figlio! oh Madre! quali grandi cose dovremmo dire e pensare di

Voi!

130

Le due persone divine ed eterne, il Padre e il Figlio, sono divinamente

collegate, e il vincolo che li unisce nella loro eternità è una persona divina, cioè

lo Spirito Santo che da loro procede, nell'unità del quale sono eternamente

congiunti: e quelle due persone sacre, il Padre che sta nei cieli, e la Madre che

sta su la terra, sono pure santamente collegate e congiunte assieme; e il

vincolo della loro unione santa è pure una persona divina, cioè un medesimo

Figlio unigenito, che da loro procede e che tra loro è il vincolo indissolubile nel

quale sono congiunte per l'eternità.

Oh unione di cui il vincolo e l'unità è Gesù! Gesù, centro dell'essere creato e

dell'Essere increato; Gesù, termine santo e beato dell’unione delle due nature,

umana l'una, divina l'altra; Gesù, che costituisce il mistero dell'Incarnazione e

l'unione pure di due persone, divina l'una (il Padre), umana l'altra (la Vergine),

che stabilisce la Maternità divina nella quale la Vergine è unita al Padre nel

generare Gesù, unita al Padre mediante una unione così stretta, potente e

feconda che non ha simile in tutta l'estensione delle cose create.

Consacriamoci al Padre, consacriamoci al Figlio, consacriamoci alla Madre ed

onoriamo il Padre e il Figlio in Colei che è loro così congiunta, e che nel suo

stato si trova elevata ad una alleanza col Padre, così stretta da concepirne il

Figlio, da portare un frutto così degno, ed essere causa di un effetto così

potente ed essere un'immagine così viva della divina Paternità.

131

V.

Page 117: Berulle Le Grandezze Di Maria

VINCOLI INEFFABILI TRA IL VERBO E LA VERGINE.

E Voi, Verbo Eterno che essendo suo Dio volete pure essere suo Figlio, che dirò

mai, che farò in onore del Figlio e della Madre? Voi vivete in unità e in società

col Padre dal quale siete generato, e con lo Spirito Santo che da voi procede, e

volete, oltre che con queste persone divine ed eterne, assumere una

congiunzione, una unione; una società oltremodo stretta ed onorevole con una

terza persona umana e temporale; volete essere Figlio della Vergine come

siete Figlio di Dio, averla per Madre come avete Dio per Padre, e nella vostra

potenza e bontà la rendete degna di essere Madre di Dio. Per la vostra umiltà

le prestate obbedienza e sommissione durante la vostra vita su la terra; e

coronando nel vostro amore e nella vostra sapienza l'opera delle vostre mani,

le date nei cieli una gloria adeguata ad una tale dignità e sacra autorità.

Siate benedetto o grande Iddio!

Voglio onorare in sempiterno il Figlio e la Madre. Voglio onorare la Madre per

causa del Figlio, è il Figlio nella Madre; Voglio onorare tutto ciò che la Vergine

è per il Figlio suo e suo Dio, e tutto Ciò che il Figlio suo è per Lei; voglio

onorare tutti quei vincoli mutui ed ineffabili, a noi sconosciuti, tra il Figlio di Dio

e la Vergine, come segreti che la terra deve ignorare e che sono riservati alla

gloria, all'amore, alla luce del cielo.

132

VI.

OFFERTA DI SE STESSO ALLA VERGINE, IN QUALITÀ DI SCHIAVO DI GESÙ IN

QUANTO È SOTTOPOSTO AL POTERE MATERNO DELLA VERGINE.

Per la considerazione di cose così elevate, sublimi e sante, mi offro e mi

assoggetto, mi voto e mi consacro a Gesù Cristo mio Signore e mio Salvatore,

considerandolo nello stato di servitù alla sua santissima Madre, la Vergine

sacra Maria. In onore perpetuo della Madre e del Figlio; mi costituisco in istato

e qualità di schiavitù, rispetto a Colei che ha lo stato e la qualità di Madre del

mio Dio, onde onorare più umilmente e più santamente una tale qualità così

elevata e così divina; mi abbandono a Lei in qualità di schiavo, in onore della

Page 118: Berulle Le Grandezze Di Maria

donazione che il Verbo Eterno le ha fatto di se medesimo in qualità di Figlio in

virtù del mistero dell'Incarnazione, che egli ha voluto compiere in Lei e per

mezzo di Lei.

Rinuncio quindi al potere ed alla libertà di disporre di me e delle mie azioni.

Alla santissima Vergine cedo questo potere è vi rinuncio interamente nelle sue

mani, in omaggio alle sue grandezze ed all'abbandono perfetto che Ella fece di,

se medesima al suo unigenito Figlio Gesù Cristo nostro Signore. A Lei cedo il

potere che Dio mi dà sopra me stesso, onde io non appartenga più a me, bensì

a Lei, dimodochè a Lei e non più a me spetti il dominio su me stesso; e ciò in

omaggio verso l'umile dipendenza e sommissione che Gesù Cristo ha voluto

renderle affidando se stesso alla sua custodia, mettendosi sotto la sua

direzione e tutela, nella sua infanzia e nella sua vita viatrice su la terra.

Alla santissima Vergine pertanto abbandono il mio essere e la mia vita con

tutte le loro condizioni,

133

circostanze ed appartenenze; mi abbandono, alla sua grandezza per quanto

posso, in suo onore e a sua gloria, e, per l'adempimento di tutti i suoi voleri e

poteri sopra di me. Con questo spirito e in queste intenzioni, a Voi mi rivolgo, o

santissima Vergine, e vi faccio oblazione intera, assoluta ed irrevocabile di

tutto ciò ch'io sono per la misericordia di Dio, nell'essere mio in tutto l'Ordine

di natura e di grazia ... e di tutte le azioni che farò in sempiterno: perché

voglio che tutto quanto è mio sia vostro ... Vi scelgo, o Vergine Santa, e ormai

vi considero come l'unico oggetto al quale, dopo il Figlio vostro e in dipendenza

dal Figlio vostro, dedico l'anima mia e la mia vita sia interna sia esterna, e in

generale tutto quanto è mio.

Contemplandovi, o Vergine santa, vedo che nel giorno delle vostre grandezze

vi abbassate sino al centro del nulla, dichiarandovi serva del Signore mentre ne

siete la Madre.

Onoro dunque in Voi questi due movimenti, queste due qualità differenti:

onoro il vostro abbassamento e insieme la vostra elevazione. Onoro la vostra

servitù e la vostra Maternità; vi riverisco mentre proferite queste parole: Ecce

ancilla Domini (Luc., 1,32), e ricevete l'effetto della volontà di Dio, la quale è di

rendervi sua Madre nell'istante medesimo in cui vi professate sua servente. In

onore di questi due stati differenti, di questa disposizione ammirabile che vi

abbassa e insieme vi esalta, mi costituisco vostro schiavo in perpetuo... Vi,

Page 119: Berulle Le Grandezze Di Maria

offro la mia vita e le mie azioni in onore della vostra vita e delle vostre azioni

verso il vostro Unigenito Figlio, e della vita e delle azioni del Figlio vostro verso

di Voi.

Se conoscessi uno stato più umile, più assoggettato e più corrispondente

all'eccesso delle vostre grandezze, in quello mi umilierei in vostro omaggio ed

onore. Intendo che, in virtù della mia presente intenzione, ogni momento

134

della mia vita, ciascuna delle mie azioni vi appartenga come n:l~ se ve le

offrissi tutte in particolare.

Vi offro dunque tutto ciò che sono, o Vergine e Madre di Dio, e tutto ciò che

posso, onde rendere omaggio a tutto ciò che siete; perché in voi tutto è

grande, tutto è santo; tutto è degno di venerazione singolare. Voi siete un

abisso di grandezze, un mondo di eccellenze e di pregi speciali, un mondo che

rapisce la bellezza dei Cieli mentre rimane nascosto alle tenerezze della terra.

Intanto ch'io possa arrivare alla conoscenza di tutte le vostre grandezze, voglio

contemplare con uno sguardo di inebriante amore e venerare con una

singolare divozione la vostra Maternità, la vostra Sovranità e la vostra Santità.

***

La vostra Maternità vi congiunge a Dio con un vincolo che non appartiene che a

Voi, e vi dà con Lui un grado di affinità quale nessuno avrebbe mai ardito

pensare.

La vostra Sovranità deriva da quell'ammirabile qualità di Madre di Dio, in virtù

della quale avete non solo eminenza; ma anche potere e dominazione sopra le

creature tutte, essendo Voi Madre del loro Creatore.

E anime poco illuminate nei vostri misteri, o Vergine Santa, troveranno da

ridire ad una tale dominazione, a questa sorta di schiavitù che a quella si

riferisce e la onora! Ma si liberino dalle loro tenebre, s'innalzino al disopra della

meschinità dei loro sensi, contemplino Dio e le sue Creature; e nella luce di Dio

vedranno che ogni sanità è accompagnata da una sorta di grandezza, di dignità

e di dominazione; vedranno che le creature in quanto tali, sono nate nella

schiavitù e che questo stato è per loro come naturale, o almeno ne sono vicine

nella loro bassezza molto più che Dio nell'infinità del suo Essere, fosse

prossimo alla Maternità ch'Egli vi ha conferita, o Vergine

Page 120: Berulle Le Grandezze Di Maria

135

santa, e nella quale ha voluto includersi e come limitare se medesimo 1.

Infatti v'è una distanza infinita, anzi infinitamente volte infinita, tra l'essere

creato e l'Essere increato; eppure Dio Vi riconosce e Vi rispetta come sua

Madre, e Vi dà sopra di se medesimo un potere dolce, onorabile, materno.

È quindi giustissimo che per onorare un tale abbassamento di Dio nella sua

creatura e una tale elevazione della creatura in Dio, ogni creatura, in se

medesima porti impresso il contrassegno della sua schiavitù rispetto a quella

dignità suprema (la divina Maternità), dignità che Dio nella stia sapienza vuole

parimenti ornare e circondare di potenza e di santità, di potenza su le creature,

di santità verso di Lui.

Se è conveniente che, per nostro vantaggio, Dio abbia una Madre; è giusto

che, per riguardo a se stesso, Egli la costituisca in istato di ammirabile potenza

e dignità, e che renda onore a se medesimo in quella dignità che lo contiene ed

a Lui si riferisce così altamente e divinamente.

La vostra santità pertanto, o Vergine è incomparabile, perché il Santo dei santi,

volendo che siate la sua Madre, onde rendervi degna di un tanto ufficio e

costituirvi in uno stato corrispondente ad una qualità così insigne, forma per

voi una santità speciale che eccede tutti i gradi e ordini di santità che mai Egli

formerà.

In onore dunque della vostra Santità, della vostra Maternità, della vostra

Sovranità, mi consacro tutto a voi, o Vergine delle Vergini, Santa delle Sante,

Figlia e Sposa del Padre, Madre e Serva del Figlio, Santuario dello Spirito

Santo! Voglio e desidero con tutto il mio cuore che

__________________________

(1) V'è maggior distanza tra Dio e la Maternità di Maria che non tra le creature

e la schiavitù del loro essere rispetto a Dio.

136

abbiate su l'anima mia, sul mio stato, su la mia vita e su le mie azioni, un

potere speciale come sopra cose di vostra proprietà per il titolo delle vostre

Page 121: Berulle Le Grandezze Di Maria

grandezze, e inoltre per un vostro diritto nuovo e particolare in virtù di questa

mia determinazione di essere interamente dipendente dalla vostra Santità;

dalla vostra Maternità, dalla vostra Sovranità, in ragione appunto di questa mia

schiavitù che vi offro per sempre.

Ma tanto non basta né alle vostre grandezze, né ai vostri desideri; Vi supplico,

o Vergine santa, Sovrana dei cuori e delle anime consacrate a Gesù, vi prego di

degnarvi prendere Voi medesima sopra di me quel potere ch’io non sono in

grado di darvi, e di rendermi vostro schiavo in quel modo che conoscete Voi e

ch'io non conosco punto. Vi supplico di comprendermi noi vostri poteri e

privilegi, e di fare ch'io vi appartenga in una maniera particolare, e che vi serva

non solamente con le mie azioni, ma inoltre con lo stato e la condizione del mio

essere e della mia vita interiore ed esterna 1. In generale vi supplico di

ritenermi e trattarmi su la terra come uno schiavo che si abbandona ad ogni

vostro volere e a tutti i vostri poteri come a tutti gli effetti della vostra

grandezza e della vostra sovranità sopra cose che a Voi appartengono.

Vi supplico pure o Gesù mio Signore e mio Dio, di ritenermi e considerarmi

oramai come lo schiavo della vostra santissima Madre, in onore della vostra

filiazione e della sua Maternità, in onore di quella singolarità per cui Ella sola

fra tutte, le creature ha con Voi questa relazione preziosa ed ammirabile. Vi

supplico che in ragione di tale mia schiavitù Vi degniate di farmi partecipe delle

vostre vie e misericordie eterne.

_____________________________

1 È questo un punto caratteristico della spiritualità del Bérulle: servire a Dio

con qualche stato particolare e non solo con le azioni.

137

SEZIONE TERZA

CONSIDERAZIONI E PENSIERI SUI MISTERI DELLA SS. VERGINE

I

Page 122: Berulle Le Grandezze Di Maria

INFANZIA DI MARIA.

La Chiesa nella liturgia chiama la SS. Vergine col nome di Vita; spesso i fedeli

la salutano pure in questa qualità: Vita, dulcedo et spes nostra, salve; ed è

giustissimo. Maria anzi è madre della Vita, poiché è Madre di Gesù Cristo che è

la Vita. Deve essere dolce e delizioso per noi pensare e parlare spesso della

vita di Colei che è la Vita, la Madre della Vita, la Madre della nostra Vita

medesima. Orbene, nella santissima Vergine dobbiamo considerare due vite;

l'una interiore, l'altra esterna.

La vita interiore della SS. Vergine ebbe principio col primo istante della sua

esistenza, poiché nel primo istante Ella ricevette l'essere della natura, l'essere

della grazia e la vita della grazia; queste tre cose in se medesime sono distinte

e in noi pur troppo sono separate. Per noi, infatti, il primo momento

dell'esistenza è il primo momento dello stato di peccato ed è ben distinto dallo

stato di grazia. Inoltre, nel bambino lo stato di grazia infuso nel Battesimo è

ben distante dalla vita, dall'uso e dal movimento della grazia: cose che esigono

e suppongono l'uso della ragione di cui il bambino per alcuni anni rimane privo.

Orbene nella santissima Vergine queste tre cose furono insieme congiunte; in

un medesimo istante Maria ebbe l'essere di natura, lo stato di grazia cioè la

vita ed

141

il movimento della grazia verso Dio. La sua vita interiore ebbe dunque principio

fin dal suo concepimento e senza nessuna interruzione durò sino al termine dei

suoi giorni; il corso non ne fu mai interrotto, neppure dalla morte, e così passò

all'eternità onde durarvi per sempre 1.

La vita interiore della santissima Vergine è perenne, angelica, divina; solo gli

Angeli che la contemplavano, e l'Arcangelo san Gabriele che fu custode e

direttore di Maria, potrebbero parlarne. Noi non abbiamo tanto ardire da

penetrare in questo Santuario, né di squarciare la nube che lo copre e lo

riempie di dignità e di maestà, e della gloria del Signore: ci basta starcene

fuori, venerando la Maestà di Dio che dimora in questo suo Santuario dove

opera grandi cose. Noi siamo concepiti nella miseria e nel peccato, e la nostra

Page 123: Berulle Le Grandezze Di Maria

nascita avviene nella sozzura, nella bassezza e nell'infermità; la Vergine

sublima, nobilita e santifica la concezione e la nascita, ed è la prima che dà

_________________________

1 Ammiriamo come il Card. de Bérulle in queste poche righe esalti la Vergine

ad una santità così sublime che non è possibile dirne di più. Dio nell'atto stesso

in cui creò l’anima di Maria le conferì una straordinaria abbondanza di grazia, e

insieme l'uso della ragione dimodoché fin dal primo istante Ella corrispose

pienamente a quella grazia portentosa. Così Maria nella sua lunga vita

continuamente si elevò di grazia in grazia, raddoppiando incessantemente in sé

la santità e il merito; né mai cessò in Lei questa vita interiore di grazia e di

merito, ma progredì senza interruzione, sino al suo beatissimo transito in cui

incontanente si trasformò, nella gloria. A quale sublimità nella santità, nel

merito e nella gloria si sia in tal modo elevata la Madre di Dio, non v'è mente

umana che lo possa concepire; solo gli Angeli potrebbero dircene qualche cosa.

O Santa Madre! quando potremo contemplare la vostra gloria? Sarà questa una

delle nostre care delizie nella beata eternità.

Vari autori, particolarmente il SUAREZ (In 3 part. THOM., quaest. 37, art. 4) e

SEDLMAYR (Theol. Mar. n. 1665), citati dal P. Giraud nella sua opera su la Vita

di unione con Maria, pag. 239), come pure il Ven. OLIER (Vie intérieure, etc.,

1873, cap. IX, pag. 182), pensano che neppure durante il sonno fosse

142

grandezza e dignità ad una condizione così bassa ed abietta. Dico che è la

prima, perché, dopo di Lei il suo divin Figlio, nella propria persona, nobilita in

ben altro modo, anzi deifica la nascita e il concepimento umano. Nella sua

concezione la Vergine è come un angelo, e non come una bambina, anzi come

un angelo che trovasi, è vero, su la terra e non in cielo, ma un angelo più

angelico di quelli che sono in cielo e che un giorno sarà elevato sopra tutti i

troni degli angeli, i quali per sempre la riveriranno come la loro Signora e

Sovrana.

In quello stato, questa divina 1 Bambina è tutta rivolta al suo Creatore e suo

Dio, lo ama e lo adora; lo adora come suo principio, lo ama come suo fine; e

nella debolezza di quell'età e di quella condizione noi vediamo la sublimità della

grazia, e ciò che è più ancora, l'uso perfetto della grazia.

Page 124: Berulle Le Grandezze Di Maria

Consideriamo dunque Maria Bambina non già con gli occhi con cui la guarda la

terra, ma con gli occhi con cui la rimirano gli Angeli del cielo: questi vedono in

lei una grazia più che angelica, una grazia che la eleva sopra tutti i Cori della

milizia celeste, una grazia corrispondente al disegno eterno di Dio sopra di Lei

e a quel capolavoro.

__________________________

interrotta la vita spirituale di Maria, e che anche allora Ella facesse perfettissimi

atti di carità sempre meritori. Il Card. de Bérulle sembra ammetterlo anche lui,

poiché ripete più volte che Maria progrediva senza nessuna interruzione. Nel

Dictionn. de theol. cath., si legge: «In Maria gli atti di carità, diretti dalla sua

scienza infusa furono prodotti in modo costante dal primo momento della sua

esistenza sino al suo ultimo momento. Né furono impediti da alcuna

distrazione, né da alcun atto dei sensi esterni o interni. Esente, per diritto dalle

conseguenze della colpa originale, Maria godeva di una perfetta padronanza

sopra tutti i suoi sensi». (vol. IX. col. 2424).

1 Il Card. de Bérulle non trovando nel linguaggio umano espressioni adatte

ad esprimere la sua ammirazione per la Vergine, ricorre a questa parola:

divina.

143

ammirabile che Dio vuole compiere in Lei e per mezzo di Lei.

La vita esterna della Vergine santissima segue il corso dei tempi e degli stati

della vita umana, la quale ha i suoi giorni, i suoi mesi ed i suoi anni; e siccome

si svolge su la terra, viene limitata dalle condizioni terrestri e dal tempo della

morte.

Orbene sembra che questa vita esterna della Vergine abbia avuto principio

propriamente al tempo della sua Presentazione al Tempio, la quale avvenne

appena questa divina Bambina fu separata dalle materne mammelle, ed

rincominciò a vivere separatamente dalla madre che l'allattava.

Appena questa divina Bambina fu capace di vivere in qualche modo da se

medesima e non ebbe più bisogno della madre; lo Spirito Santo che la

reggeva, volle separarla dai parenti e dal mondo per dedicarla al Tempio.

Page 125: Berulle Le Grandezze Di Maria

La vita nel Tempio era la più santa che vi fosse su la terra, ed è sotto questo

aspetto che dobbiamo considerarla; perché se vi fosse stato qualche altra sorta

di vita più elevata, più santa e più divina, questa santa Vergine e divina

Bambina, l'avrebbe scelta e lo Spirito Santo che la reggeva e la preparava per

cose sì sante e sì grandi, ve l'avrebbe condotta. (O., 97).

Il santo e dolce Nome di Maria

Maddalena al sepolcro non riconosce Gesù, ma Gesù proferisce una semplice

parola, dicendole: Maria; e questo nome eccita in lei amore e luce, rapimento

di luce e di amore, ... ed ella vede Colui che è la Vita, e la sua vita, e rimane

rapita in questa vita nuova, in questa vita di gloria. Siate benedetto, o Gesù,

per esservi degnato di rasciugare le sue lagrime, di convertire in gaudio il

144

suo dolore, e di aver usato di questo bel nome di Maria, e unicamente di

questo nome, per ottenere un tale effetto di amore e di luce! Avete usato della

vostra presenza, della vostra voce e delle vostre parole, dicendole: Mulier quid

ploras? quem quaeris!, ma senza effetto; nonostante tutto ciò, Maddalena non

conosce punto Colui ch'ella cerca ... Voi proferite il dolce nome di Maria, solo il

nome di Maria, ed i suoi occhi, al suono di questo nome, si aprono come quelli

dei due discepoli di Emmaus nella frazione misteriosa.

Questo nome aveva troppi vincoli con Gesù nella persona della sua santa

Madre, ed anche nella persona di questa santa discepola, per non unire subito

due cuori e due spiriti così vicini e così preparati all'amor santo e vicendevole.

Quale fortuna per Maddalena portare il bel nome di Maria! Il Dio di

benedizione, il quale tutto benedice nei suoi Santi; vuole benedire questo

nome santo e venerabile e per mezzo di quello compiere il primo effetto della

sua risurrezione e dare la prima conoscenza della sua vita e della sua gloria.

Oh Nome di grazia, di amore e di luce! Oh nome legato a Gesù e che unisce a

Gesù! Oh nome che lega Maddalena a Gesù e le fa conoscere il suo Dio, il suo

amore e il suo Salvatore! È questo il primo nome che Gesù proferisce nella sua

risurrezione ... Quando nasceste in Betlemme, o Signore, i primi sguardi dei

vostri occhi mortali sono per la vostra santa Madre; ma Voi non le parlate, non

proferite il suo nome che è quel medesimo Nome di Maria, quantunque, nella

sua persona sia consacrato all'innocenza, dalla Maternità divina e ad una

Page 126: Berulle Le Grandezze Di Maria

eminenza di grazia che non avrà mai nulla di simile; eppure non lo proferite e

ve ne state nel silenzio nella sacra impotenza della vostra infanzia. Quando

rinascete nel sepolcro nella vostra vita gloriosa, il primo nome che

145

pronunciate è questo Nome di Maria, consacrato nella persona di Maddalena,

all'amore ed alla penitenza. (Elev. Su S. Maddalena, cap. VII).

II

L'ANNUNZIAZIONE

In questo mistero la santissima Trinità operò tre grandi effetti che meritano di

essere eminentemente considerati.

I. - Il primo effetto è la grazia comunicata a san Gabriele per il sublime ufficio

di un messaggio così solenne. Non dobbiamo considerare in san Gabriele

soltanto la grazia personale che gli conviene come ad uno dei primi fra gli

angeli; ma pure questa nuova grazia preziosa e straordinaria che dalla SS.

Trinità gli venne conferita per la missione di annunciare un mistero così

insigne; perché Dio alla creatura dà la grazia in conformità con l'ufficio che le

viene affidato.

II. - Il secondo effetto è la grazia che la SS. Trinità operò nella Santissima

Vergine, elevandola alla eccelsa dignità di Madre di Dio, grazia che è la

massima, come la sua dignità è la più elevata.

La vita della Vergine può dividersi in tre parti principali: la prima va dalla sua

Immacolata Concezione sino all’Annunciazione. Durante questo tempo la

Vergine santa continuamente accresceva le grazie che aveva ricevute in

grandissima abbondanza, operando sempre secondo tutta l'estensione della

sua grazia e così acquistando, senza interruzione, un nuovo aumento di grazia.

La seconda va

146

Page 127: Berulle Le Grandezze Di Maria

dall’Annunciazione sino all'Ascensione di Nostro Signore; la terza

dall'Ascensione sino all'Assunzione in cui Maria ricevette l'ultimo compimento

delle sue grazie.

Orbene, di queste tre parti della vita della Vergine santissima, la seconda, che

comprende lo stato, la grazia e la vita di Madre di Dio, è il fondamento e

l'origine delle altre due, perché la concezione medesima e la nascita di Maria

hanno relazione e proporzione con questa seconda parte. Maria, infatti, nasce

per essere Madre di Dio e fin dalla nascita è privilegiata e ornata di grazia,

come quella che da Dio eternamente è eletta per essere, nel tempo, Madre e

degna Madre di suo Figlio; questa grazia oltremodo sublime ha principio ed è

stabilita in questa solennità dell'Annunciazione della Vergine, ed è uno dei

punti principali che dobbiamo onorare in questa festa.

III. - Il terzo effetto è la grazia che mediante il mistero dell'Incarnazione, la

santissima Trinità operò nella Umanità del Verbo, in virtù dell'unione intima e

personale di questa umanità con la Divinità, grazia che noi dobbiamo adorare

in un umile silenzio, piuttosto che dirne troppo poco e così profanarla con la

nostra parola ed i nostri pensieri troppo meschini.

***

Contentiamoci di notare due cose fra tutte quelle che ignoriamo, l'una rispetto

al Verbo, l'altra rispetto alla Vergine:

1) Questo giorno dell'Annunciazione è il primo giorno della vita (umana) di Dio,

su la terra, in una piccola particella della nostra natura, scelta e preparata nelle

Viscere purissime di Maria sua Madre; mistero permanente che incomincia in

quel giorno per durar sempre. Gli altri Misteri sono transitori e legati ad azioni

che passano,

147

come la Natività, la Passione, la Risurrezione, l'Ascensione, ecc.; ma

l'Incarnazione è uno stato permanente e perenne per tutta l'eternità. Dio

incessantemente fa dono del suo Figlio all'uomo: incessantemente, questo

Figlio, che è il dono di Dio, Donum Dei (Joan., IV, 10), dona se stesso alla

nostra umanità. L'Eterno Padre incessantemente genera il Figlio nella nuova

natura da questo assunta e il Figlio incessantemente da Lui procede, con

questa nuova generazione, come Figlio e insieme come Servo. In questo

Page 128: Berulle Le Grandezze Di Maria

consiste il Mistero dell'Incarnazione, ed è quindi un mistero permanente, non

già un'azione transitoria; e in onore di tale stabilità e durata costante

dobbiamo istantemente domandare a Dio, che ci conceda verso questo mistero

una devozione costante e solida che non possa mai venire scossa dall'affetto

per le cose periture di questo mondo.

2) La seconda cosa che dobbiamo onorare in questo mistero, è la

partecipazione che la santissima Vergine da quel momento incominciò ad avere

alle pene ed ai patimenti, del Figlio suo in proporzione dell'amore ch'Ella gli

portava e della grazia incomparabile che da Lui riceveva 1.

Per meglio intendere questo punto, dobbiamo richiamarci tre verità:

1) Per quanto le maggiori sofferenze di Gesù Cristo siano state riservate per gli

ultimi giorni della sua vita su la terra, Egli non è mai stato senza soffrire; anzi

appena fu rivestito di una natura passibile, subito incominciò a patire; e lo

crederemo più facilmente se vorremo considerare che fin da quel momento

Gesù chiaramente conosceva la grandezza di Dio e l'enormità dell'offesa che gli

viene fatta dal peccato, di cui Egli era carico come responsabile; doppia

conoscenza che in Lui era accompagnata

___________________________

1 Cfr. Vita di Gesù, cap. XXIX.

148

da un eccesso di zelo che gli rendeva sensibile, ed infinitamente sensibile, tutto

quanto interessava l'onore del Padre suo.

2) La Vergine fin d'allora incominciò ad avere piena conformità col Figlio suo e

quindi a partecipare ai patimenti di Lui, nella misura in cui partecipava alla

grazia ed alla santità di questo primo mistero.

3) La grazia dell'Incarnazione è ben differente ria quella di Adamo; la grazia di

Adamo innocente era grazia di dolcezza; e di riposo, in segno di che il nostro

primo padre venne posto in un paradiso terrestre; l'Incarnazione invece si

compie nella privazione per la natura umana della sua propria e naturale

sussistenza, sussistenza che alla natura umana è pur così intima da essere una

stessa cosa con essa.

Page 129: Berulle Le Grandezze Di Maria

Inoltre, fin da quel primo istante, a Gesù Cristo, l'Uomo nuovo, venne

presentata la Croce; ed Egli l'accettò e se ne prese il carico; perciò la grazia

che appartiene all'Incarnazione è una grazia di privazione e di croce, una

grazia di rinuncia e di annientamento di se medesimo, una grazia che divide

l'anima dallo spirito 1; e siccome la Vergine ebbe parte a questa grazia più di

tutti i Santi assieme, perciò Ella soffrì più di tutti i Martiri e degli altri Santi

riuniti assieme, ed incominciò fin d'allora a soffrire come il Figlio suo, in virtù

del privilegio dello strettissimo legame e della singolare conformità che aveva

con Lui (O., 9) 2.

________________________

(1) Che porta il dolore sino in ciò che vi è di più intimo nell'uomo.

(2) Gesù è Vittima fin dal primo momento ed associa la Madre sua al suo stato

di Vittima, poiché la assume come Cooperatrice della Redenzione. Gesù è

uomo per soffrire, così Maria è Madre di Dio per soffrire. Abbiamo quindi un

parallelismo completo tra i misteri di Gesù e i misteri di Maria, nelle umiliazioni

e nel dolore come nella gloria.

149

Questa solennità ha questo di proprio che è tutta di vita. È vita per gli angeli e

per gli uomini, per il cielo e per la terra; anzi, ciò che eccede ogni pensiero, è

una solennità di vita anche per Dio, perché, in virtù di questo mistero, Egli

acquista una sorta di vita che non aveva prima. In virtù dell'unione personale

ed ineffabile delle due nature nel Mistero dell'Incarnazione, da quel giorno Dio

è vivente di una vita divinamente umana ed umanamente divina.

Orbene, se Dio che è Vita, essenzialmente Vita, ed eminentemente ogni vita, e

nel quale tutto è vita; se Dio, il quale non è che vita e sorgente di vita, prende

una nuova vita nel mistero dell'Incarnazione, tanto questo è mistero di vita!

Vediamo di prendere noi pure vita in questo Mistero, noi che, per il peccato

non siamo che morte e miseria, e che abbiamo tanto bisogno ed indigenza di

vita. La fecondità di questo Mistero, il quale riempie tutto di vita, e dà vita

persino a Dio, non sia sterile in noi! Questa beata e miracolosa fecondità ci dia

vita in Colui che è la vera vita, e che nella sua santa parola dà a se stesso il

nome di Vita: Ego sum Vita (Joan., XIV,6). Vivete dunque in Gesù, vivete in

Colei che dà vita a Gesù, vale a dire, in Maria, la quale essendo per questo

Page 130: Berulle Le Grandezze Di Maria

mistero Madre di Gesù, è pure, per questo Mistero di vita, vita e Madre di vita

...

Questa festa è solennità universale ed anche eterna, perché include la base, il

fondamento e il soggetto di tutte le azioni e di tutti i misteri della vita viatrice

del Figlio di Dio su la terra e della sua vita gloriosa ed immortale in Cielo, vale

a dire, l'umanità unita alla Divinità; essa include uno stato sempre mai

permanente, poiché sintanto che Dio sarà Dio, sarà pure uomo e sempre vi

sarà un Uomo-Dio.

In tal modo, questo Mistero non è soltanto Mistero di

150

vita, ma Mistero di vita eterna ... di una vita che ha principio su la terra, ma

durerà eternamente. In quella guisa che il Figlio di Dio da tutta l'eternità è nato

e sempre nasce da Dio Padre: così da quel sacratissimo giorno Egli sempre è

unito e sempre si unisce a quel corpo ed a quell'anima che il cielo e la terra

contemplano ed adorano in quell'uomo che si chiama Gesù.

Procuriamo di investirci della dignità, della proprietà e della divinità di questa

operazione (dell'Incarnazione) ...

Da questo Mistero di vita noi riceviamo vita; appropriamocene pure lo stato di

immutabilità, uno stato cioè di grazia e di vita invariabile in Dio; anche l'anima

nostra sia sempre unita a Dio, in omaggio, in dipendenza e per l'efficacia

dell'unione eternamente permanente della Divinità con la nostra umanità 1.

Se questo Mistero è in tal modo mistero di vita e mistero eterno per gli angeli e

per gli uomini, cosa sarà per la Vergine la quale è di questa festa il soggetto

principale e più degno dopo il Figlio di Dio?

Oh quale stato! Oh quale unione! Oh quale dignità per la Vergine! Ella vi ha

una parte tutta propria per Lei sola è vi esercita pure una potenza che a Lei

sola conviene: in questo Mistero Maria non solo prende vita, ma dà vita; ciò

che a Lei è proprio e singolare in questo Mistero nel quale il cielo e la terra

ricevono la vita, ma non la dànno.

La Vergine invece, dà vita persino all'Autore della vita, e in certo senso, gli dà

una vita eterna: Il Figlio di Dio riceve dal Padre una vita eterna; e ora dalla sua

santissima Madre riceve una vita nuova che conserverà per tutta l'eternità. Egli

è Figlio della Vergine non soltanto nella grotta di Betlemme, ma in terra e in

cielo, ed avrà

Page 131: Berulle Le Grandezze Di Maria

_______________________

1 Il Card. de Bérulle costantemente propone alla nostra imitazione i Misteri di

Gesù nella loro sostanza medesima.

151

con la Vergine una relazione eterna come verso la Madre sua, sua sorgente e

suo principio; in quella guisa che ha una relazione eterna con l'Eterno Padre,

suo principio unico nella Divinità.

Dico che la Santissima Vergine riceve e insieme dà vita, perché è impossibile

che dia vita a Dio senza ricevere vita da Dio. 1 Perciò osservate che l'Angelo le

annuncia che lo Spirito Santo che è sorgente di vita, la circonderà e la Virtù

dell'Altissimo la investirà.

Orbene, in questo vi è conformità tra il Figlio e la Madre.

Il Figlio, infatti, in questo Mistero prende vita ed insieme dà vita; prende vita e

riveste di una vita umana la sua Divinità, e nel medesimo tempo che riceve

questa vita (umana) dà vita divina alla sua Umanità: Egli riceve vita umana e

dà vita divina (alla sua umanità).

In tal modo il Figlio di Dio e la Vergine parimenti ricevono e dànno vita. Ma in

tale conformità vi è una differenza: il Figlio di Dio entra in questo mistero in

__________________________

(1) È impossibile che la Vergine diventi Madre di Dio senza che riceva in pari

tempo una straordinaria abbondanza di vita, ossia di grazia, di vita

soprannaturale. Sono perciò tre circostanze, secondo il Bérulle, in cui Maria

ricevette una pienezza di grazia: nel suo concepimento, nell'Incarnazione, e

nella natività di Gesù. (Cfr.: O., 38).

San Tommaso insegna che questa terza pienezza le venne concessa nel suo

passaggio alla gloria (III, 9, 27, art. 5, ed. 2).

Quando si dice pienezza della grazia in Maria, s'intende pienezza non assoluta

ossia nel grado più alto che sia possibile, ma relativa ossia proporzionata alla

persona che la riceve. Non si può concepire una dignità superiore a quella di

Page 132: Berulle Le Grandezze Di Maria

Madre di Dio, per la semplicissima ragione che non è possibile vi sia un Figlio

più grande del Figlio di Dio; la grazia invece è una perfezione creata, la quale

perciò può essere indefinitivamente aumentata per la potenza di Dio. Pienezza

della grazia in Maria s'intende dunque quella abbondanza che, secondo il

giudizio della divina sapienza, conveniva alla sua dignità e al suo ufficio di

Madre di Gesù, atteso il disegnò attuale della Provvidenza di Dio.

152

qualità di Figlio e come tale riceve una nuova vita (umana); la Vergine vi entra

in qualità di Madre e come madre dà propriamente una vita (umana) ma del

darla riceve una vita (soprannaturale) in Colui il quale dà vita. Vita che

riguarda la Madre e il Figlio, vita tutta nuova su la terra ed ineffabile!

Oh giorno beato! Oh solennità divina! Oh vita! Oh Mistero di vita! Oh vita per

gli uomini e per gli angeli! Oh vita per il cielo e per la terra! Oh vita per Dio

medesimo e per la Vergine, per il Figlio unigenito di Dio e per la sua santa

Madre! Adorate, amate, onorate questa vita, unitevi per sempre a questa vita,

e con tutta la vostra possanza servite a Gesù ed a Maria che sono, soggetti ed

origine di vita (O., 26).

III

MARIA NELL'INCARNAZIONE

La prima cosa che desidero fare per voi ... è quella di usare del potere che

Gesù e Maria si degnano darmi sopra di voi per dedicarvi e consacrarvi

all'Essere increato di Gesù, al suo stato ed alla sua azione sulla sua santa

Umanità ... e nelle anime in conseguenza del mistero dell'Incarnazione ... Vi

consacro pure a questo Essere, a questo stato, a questa azione (di Gesù) nella

santissima Vergine, in considerazione del mistero dell'Incarnazione nel

momento in cui questo mistero venne compiuto in Lei e con Lei; (vi consacro

anche) alle appropriazioni che il Verbo eterno fece di questa nobile creatura a

se stesso, cioè alla propria persona divina ed alla sua Sacra Umanità da Lei

derivata; ed inoltre (vi consacro) alla sublime

Page 133: Berulle Le Grandezze Di Maria

______________________

1 Ad una carmelitana.

153

dedicazione e consacrazione che il Figlio unigenito di Dio per se stesso fece a

se stesso di questa santa Vergine, col farsi suo Figlio e costituirla sua Madre,

qualità questa che è la più eccelsa e la più eminente che sia mai stata

comunicata ad una persona creata. Date il vostro consenso a questa

consacrazione che faccio di Voi a questi misteri supremi e divini, e vivete

nell'umiltà, purità e santità che sono richieste da tale stato e da tale

condizione. (L., 85).

***

Il Padre interviene; nel mistero dell'Incarnazione, in qualità di Padre; e per

mezzo della parola dell'Angelo interviene nella Vergine; e interviene in Lei con

la sua virtù... La virtù del Padre viene applicata alla Vergine per la nuova

generazione, di Colui medesimo che, anche in quel momento dal Padre è

generato, non solo nella Vergine, ma pure nel proprio seno e nell'eternità. Il

Padre, infatti, è sempre nell'atto di generare l'unigenito suo Figlio, in se

medesimo; e questa generazione non cessa mai. L'Eterno Padre dunque

genera doppiamente allora il Figlio suo unigenito: 1) in se medesimo e

nell'eternità per la generazione eterna cui non hanno nessuna parte né la

Vergine, né lo Spirito Santo medesimo; 2) nella Vergine, con la Vergine e con

la preparazione dello Spirito Santo. In tal modo il Padre dà una doppia nascita

al Figlio suo e con una medesima virtù che l'Angelo, chiama propriamente la

virtù dell'Altissimo, la quale non ispetta che al Padre, e non già semplicemente

alla sua natura, ma alla sua propria persona, poiché le altre persone divine non

hanno la virtù né di generale nell'eternità, né di mandare il Figlio nel mondo...

L'Incarnazione dunque si fa per la virtù del Padre, in quanto Padre nell'atto di

generare il Figlio suo. (O., 19).

154

***

Page 134: Berulle Le Grandezze Di Maria

Nella Trinità una medesima Essenza è data a due persone distinte, al Figlio e

per mezzo del Figlio allo Spirito Santo; nell'Incarnazione, che è l'opera della

SS. Trinità, una medesima persona, un medesimo Uomo-Dio è nato

doppiamente, vale a dire a due mondi differenti: alla Vergine che è un mondo

e per mezzo della Vergine alla terra che è un altro mondo ...

Così, il Padre dà doppiamente il Figlio suo; e il Figlio si dà doppiamente con

due donazioni differenti; una alla Vergine, l'altra alla terra per mezzo della

Vergine; nella prima si fa uomo e Figlio dell'uomo, nella seconda si fa tale per

gli uomini.

Onoriamo l'operazione con cui Dio forma Gesù Cristo nella Vergine; perché se

l'operazione di Dio nel creare il mondo viene onorata con un giorno particolare

in ogni settimana, ossia nel sabato, quale onore non dovremo rendere a

quell'operazione che ha formato Gesù Cristo, il Signore del inondo, il

capolavoro di Dio e suo Figlio Unigenito?.. Onoriamo l'umiltà nella quale la

Vergine ha ricevuto il Verbo incarnato, umiltà significata da queste parole:

Ecce ancilla Domini, e proporzionata all'abbassamento e all'annichilimento del

Verbo in Lei. Onoriamo la pienezza di Gesù in Maria e di Maria in Gesù,

pienezza che è la circuminsessione in terra, la quale riflette e adora la

circuminsessione delle divine persone nella santissima Trinità, vale a dire, la

residenza reciproca d'una persona nell'altra, le quali si contengono e si

riempiono a vicenda.

Onoriamo la vita intima del Figlio di Dio nella Vergine per lo spazio di nove

mesi; vita divina per l'unione ipostatica; vita gloriosa e celeste; vita viatrice,

vita spirituale e interiore nell'uso perfetto della sua grazia eminente; vita

esteriore nella qualità d'infante nella sua

155

Madre; vita interiore ed esteriore la quale non è conosciuta se non dalla

Vergine e dal cielo, ed in cui la Vergine sola ha parte per sì lungo tempo; vita

in cui Gesù non sembra vivere che per la Vergine e nella Vergine, poiché il

mondo non avrà parte a questo mistero se non nella nascita e per mezzo della

nascita, per la quale Gesù verrà esposto e dato in balìa al mondo. (O, 15).

IV

Page 135: Berulle Le Grandezze Di Maria

VITA DI GESÙ NEL SENO DI MARIA

La nascita interiore di Gesù è un mistero che adora quello della Nascita eterna,

in quella guisa che la residenza intima del Figlio nella Madre per via di questa

nascita interiore, adora la residenza intima che il Figlio ha nel Padre per la sua

Nascita divina ...

Nel momento della Nascita interiore di Gesù, nella Vergine, si compie in Lei

un'opera, uno stato, un ordine più grande, una gloria più magnifica, una vita

più alta, e più divina di quella stessa che Dio ha stabilita in cielo: Maria stessa

è un cielo più glorioso, un tempio più sacro, un paradiso più delizioso, una

dimora più augusta che il cielo medesimo. Infatti Gesù è in Maria, e non è in

cielo: la vita di Gesù il quale è e si chiama Vita, è in Maria e non è nel cielo; la

gloria di Gesù è in Maria non è nel cielo, e della gloria degli uomini e degli

angeli riuniti assieme per sempre!

Da quel momento la Vergine possiede in se medesima Colui che l'Eterno Padre

possiede in se stesso.

O Vergine, santa, divina e beata; Gesù è in Voi; il Signore è con Voi; Dio è in

Voi; in Voi è nascosto il Dio d'Israele, il Salvatore del mondo.

Oh segreto adorabile! Oh benefica presenza! Oh

156

Società onorabile! Oh comunicazione preziosa! Oh deliziosa intimità! Oh

possesso felice! Oh quanti segreti! Oh quanti effetti! Oh quante meraviglie tra

il Figlio e la Madre i quali spIi sono uniti in modo infallibile l'uno all'altro, soli

Vivono l'uno nell'altro, soli conversano assieme! Oh quanto è benedetta quella

dimora di nove mesi; quanto sacra e ripiena di grazie e di effetti reciproci! In

tutti quei mesi non vi fu un solo istante senza qualche azione singolare, senza

qualche deliziosa intimità, senza qualche preziosa influenza. (Grandezze di

Gesù, Disc. XI).

Unione tra i Cuori di Gesù e di Maria

Page 136: Berulle Le Grandezze Di Maria

Adoro la prima dimora di Gesù in Dio suo Padre e nella sua santa Madre; Gesù

infatti ha principio (come uomo) e sono quattromila anni che il mondo lo

aspetta e sospira verso di Lui. Ed eccolo bambino di un momento, di un'ora, di

un giorno. Incominciando ad essere Uomo­Dio, incomincia pure a prendere

essere e riposo nel suo Padre.

È vero che da tutta l'eternità il Figlio di Dio riposa nel seno del Padre, ma il

Figlio dell'uomo non è Figlio di Dio da tutta l'eternità. Un giorno, un'ora, un

momento dà principio all'opera grandiosa dell’incarnazione del Verbo, alla

congiunzione indissolubile della filiazione umana con la filiazione divina.

L'ora che dà principio ad un'opera così grande e così salutare non va mai

dimenticata; con l'unire l'uomo a Dio essa pone Dio nel seno della Vergine e

l'uomo nel seno di Dio.

Oh dimora ammirabile di questo Bambino nel seno del Padre per la filiazione

divina! Oh dimora deliziosa di

157

questo Bambino nel seno di sua Madre per la sua filiazione umana! Adoro

dunque ed ammirò questo primo soggiorno di Gesù nel seno del Padre e nel

seno di sua Madre. Lasciando agli Angeli di contemplare il primo, contemplerò

il secondo: considererò il soggiorno di Gesù nella Vergine e della Vergine in

Gesù: soggiorno di nove mesi interi.

È questo un argomento così tenero e così delicato che va celebrato col cuore

piuttosto che con la lingua; è un mistero di cuore, e la lingua non può

esprimere tali dolcezze e tenerezze. È il mistero di due Cuori, i più nobili e più

uniti che possano esservi in cielo e in terra.

Gesù vive in Maria, fa come parte di Maria; e il suo Cuore è tutto vicino al

Cuore di Maria.

Maria pure vive in Gesù, Gesù è il suo tutto; il Cuore di Maria è tutto vicino al

Cuore di Gesù e gli infonde la vita. Gesù e Maria non sono, ci sembra, che un

solo vivente su la terra: il cuore dell'uno non vive e non respira che per l'altro.

Questi due Cuori così vicini e così divini, viventi assieme di una vita così

sublime, cosa non sono mai l'uno per l'altro? E quali meraviglie non operano

l'uno nell'altro?

Page 137: Berulle Le Grandezze Di Maria

Solo l'amore lo può pensare, e solo l'amore celeste e divino; ma solo l'amore di

Gesù stesso lo può comprendere. È un segreto che possiamo adorare e

venerare su la terra, ma che ci è riservato per il cielo.

Oh Cuore di Gesù vivente in Maria e da Maria! Oh Cuore di Maria vivente in

Gesù e per Gesù! Oh unione deliziosa di questi due Cuori! Benedetto sia il Dio

di amore e di unità che insieme li congiunge! Che unisca pure il nostro cuore a

questi due Cuori e faccia sì che tutt'e tre questi cuori vivano uniti assieme, in

onore della sacra unità che esiste nelle tre persone divine.

158

Gesù nella Madre sua

Il soggiorno di Gesù in Maria! Quante meraviglie, quante delizie, quante

grandezze!... Delizie, grandezze e meraviglie velate e nascoste per gli uomini e

forse anche per gli Angeli, sino al momento in cui avverrà la piena

manifestazione di tutte le cose.

Gli altri bambini nel seno della madre non conoscono né la loro madre, né se

stessi; non hanno con la madre che una relazione di natura e di natura

inferma, penosa e dolorosa, presagio dei dolori più grandi che le cagioneranno

nella nascita, e forse anche nella vita. Sono peccatori ed incominciano ad

essere tali, producendo effetti di peccato prima ancora di incominciare ad

esistere, poiché ancora bambini, non 'ancora uomini (perfetti), sono già

peccatori. .. Hanno l'essenza e non la coscienza dell'umanità 1, mentre il

peccato lo hanno veramente e formalmente, e forse saranno eternamente

peccatori senza essere stati uomini (perfetti).

Quel bambino invece che riposa nella Vergine, è uomo (perfetto) e insieme

bambino, anzi è Uomo-Dio: non può essere peccatore, anzi salva tutti i

peccatori, e fin d'allora vive mirabilmente di una vita gloriosa e divina. Con la

sua Madre ha una relazione di natura, di grazia, di gloria ed anche di divinità,

poiché la costituisce Madre di Dio; ne fa un Paradiso; e un tal Paradiso nel

quale vi è una gloria più sublime di quella che si trova tra gli angeli e di quella

che in quel tempo si trova nei cieli; ne fa un santuario il quale contiene una

santità nuova che non si trova punto fuori di Lei perché Egli è il Santo dei

santi, dal quale tutti saranno santificati; ne fa una sorgente di

Page 138: Berulle Le Grandezze Di Maria

__________________________

1 Sono uomini, ma non sanno di esserlo.

159

vita, di una vita ammirabile che incomincia fin d'allora tra il Figlio e la Madre.

Quel Figlio conosce sua Madre, conosce se stesso, conosce il suo Eterno Padre,

conosce questo mondo nel quale deve entrare, e tra Lui e la Madre sua v'è una

relazione di vita, di grazie e di effetti santi e deliziosi.

Gesù è in Maria e Maria è in Gesù: Egli vive in Lei, Ella vive in Lui: Egli dipende

da Lei, Ella dipende da Lui; Ella da Lui prende la vita; Gesù è la sua vita, ma

anche Ella è la vita di Gesù. E tra queste due vite, vi ha vita, riposo, amore,

delizia, unità ammirabile: ma bisognerebbe essere angeli per esprimere simili

misteri, ed angeli pure per intenderli.

Oh vita! Oh soggiorno! Oh delizie di Gesù in Maria, e di Maria in Gesù! Solo

questo soggiorno è soggiorno di vita senza morte, di delizie senza amarezza:

perché in Maria non vi è punto peccato, e solo il peccato amareggia Gesù e lo

fa morire. Appena Gesù sarà nato da Maria, si troverà in mezzo ai peccatori su

la terra; ora invece è tutto rinchiuso e circondato da Maria .. Maria è senza

macchia e senza peccato, immacolata in tutte le facoltà dell'anima sua ed

anche nel suo corpo; nel suo spirito e nel suo corpo non vi è che grazia e

grazia ammirabile; in Lei non vi è che santità, non vi sono che privilegi: Tota

pulchra es et macula non est in te. Tale Gesù l'ha fatta, tale l'ha eletta. Se non

considerassi che Gesù, vorrei che fosse sempre in Maria e non entrasse in

questa terra miserabile in cui troverà solo peccati, e alla fine la Croce ed il

Calvario, la morte e il sepolcro.

Adoro dunque, e amo questo primo soggiorno di Gesù. Non mi meraviglio

ch'Egli non lo abbia abbreviato, ma abbia voluto compiervi i nove mesi,

secondo la parola della Scrittura: Impleti sunt dies Mariae ut pareret. Se

160

lo potessi in favore di Gesù e di Maria, se la salvezza del mondo lo

permettesse, come li ha compiuti quei mesi senza abbreviarli, volentieri li

Page 139: Berulle Le Grandezze Di Maria

prolungherei. Ma Gesù dimenticando se stesso e il suo riposo per prendersi un

riposo ben differente di quello che gode nella sua santa Madre, vuol nascere a

Betlemme in una stalla, e riposare in una mangiatoia.

Adorazione delle primizie di Gesù nel tempo e nell'eternità.

Come dunque ho adorato il primo soggiorno di Gesù fuori del Padre, ossia in

Maria, adoro pure il suo primo soggiorno su la terra, soggiorno di povertà, di

nudità, di sofferenza. Considero questi tre soggiorni e le loro differenze: il suo

soggiorno in Dio suo Padre, il suo soggiorno nella Vergine sua Madre, il suo

soggiorno su la terra. Non posso staccare il mio pensiero dai due primi, tanto

vi trovo grandezze, tanto vi trovo delizie. Ma dobbiamo seguire Gesù; Egli

vuole esistere e vivere su la terra: dobbiamo raccogliere le primizie dei suoi

stati, e delle sue azioni per adorarle e trovarvi le nostre delizie.

Adoro dunque il primo ingresso di Gesù nel mondo per essere la vita del

mondo. Adoro il suo primo ingresso in Gerusalemme, dove un giorno Egli farà

tante cose ammirabili e soffrirà tanti dolori. Adoro il suo primo ingresso nel

Tempio dove insegnerà tante meravigliose verità. Adoro il suo primo soggiorno

nell'Egitto dove per parecchi anni rimarrà profugo e separato dal popolo di Dio,

Egli che è il Figlio di Dio medesimo. Adoro i primi atti della sua vita a Nazaret,

dopo il ritorno dall'Egitto, nell'intimità con Maria e S. Giuseppe; vita intima che

durò tanti anni. Adoro il suo primo soggiorno nel deserto, il

161

suo primo miracolo, il suo primo oracolo nella Giudea, quando incominciò ad

insegnare ai popoli.

Adoro il suo primo passo e il suo primo movimento su la terra; adoro il suo

primo dolore; adoro il suo primo passo su la via del Calvario per andare alla

Croce dove salverà il mondo.

Adoro la prima effusione del suo sangue nella Circoncisione e la prima

effusione del suo Cuore e del suo spirito davanti a Dio suo Padre; questa prima

effusione del suo spirito avvenne nell'istante dell'Incarnazione, nel suo primo

soggiorno, cioè nel seno della sua santissima Madre. Gesù è nel seno di Maria

come in un santuario; come in un santo oratorio; e appena incomincia ad

esistere, tratta con Dio suo Padre, come contemplo e venero nelle sue

Page 140: Berulle Le Grandezze Di Maria

medesime parole. Adoro dunque la sua prima adorazione, la sua prima

oblazione, la sua prima azione di grazie. Adoro il suo primo pensiero sopra se

medesimo, sopra Dio suo Padre; sopra la sua santissima Madre, sopra i Santi,

Sopra i peccatori e tra i peccatori.

Adoro il suo primo pensiero sopra di me, su le mie vie e su la mia salvezza. E

poiché dalla terra Egli passa al cielo, lo seguo io pure ed adoro il suo primo

soggiorno nella gloria, la sua prima manifestazione ai Santi nel Cielo, il primo

esercizio della sua vita divina.

Mi basta segnalarvi tali primizie e aprire il vostro spirito per notarne altre

ancora e disporre i vostri cuori a meditarle e gustarle; sono primizie queste a

Dio più gradite di quelle che gli si dovevano offrire nella Legge, secondo

l'ammonimento del Savio (Prov., III, 9). Ecco i frutti che vi mando in questo

primo giorno dell'anno, nel quale vi prego di ottenermi nuove grazie, per

servire a Gesù ed alla sua santissima Madre, e anche secondo le loro

intenzioni, alle anime vostre. Si applichi sopra di

162

noi la potenza del Figlio e della Madre! Questa santa potenza ci separi dalla

terra, ci attiri a loro, ci distacchi da noi medesimi, ci appropri a Gesù e a Maria;

e che i nostri giorni siano impiegati ad adorare, a glorificare, ad esaltare il

nostro Salvatore e la nostra salvezza! De die in diem salutare ejus. (Ps., XC, 5,

2). (O., 46).

L'Avvento.

Il santo tempo dell'Avvento .... è quel tempo felice in cui il Figlio di Dio prende

una nuova vita, onde dare, a noi pure la vita. Egli è la Vita, e tuttavia vuol

prendere una vita nuova che non aveva ancora; e la vuol prendere nella

Vergine che è la vita anch'Ella, poiché così la chiama la Chiesa nella sua

ufficiatura: Vita, dulcedo et spes nostra, salve, ed Ella è degna di essere

chiamata la Vita per eccellenza, poiché dà la vita a Gesù che è la Vita

medesima e l'Autore della vita. Sono questi, due oggetti che ci vengono

rappresentati da questo tempo, il quale è dedicato ad onorare Gesù e Maria, e

inoltre Gesù in Maria, vale a dire Gesù mentre dà vita alla Vergine e insieme

riceve vita dalla Vergine. In tal modo questo tempo è tempo di vita, perché

Page 141: Berulle Le Grandezze Di Maria

porta, contiene ed annuncia due vite superiori ad ogni altra vita, la vita di Gesù

in Maria e la vita di Maria in Gesù: due vite su la terra, due vite nuove, dite

vite sante, due vite singolari ed eccellenti, due sorgenti di vita in terra e in

cielo, che devono formare l'occupazione santa della nostra vita quaggiù...

Queste due vite devono darei luce, direzione e consolazione nelle tenebre e

nelle miserie di questa vita. Liberiamoci un po' dalle sollecitudini della nostra

vita umana, onde pensare a Gesù; a Gesù vivente di una nuova vita, nella

santissima, Vergine, e di una vita adorabile ed adorata dagli angeli nel loro

lume di gloria. Questa vita di Gesù, dobbiamo contemplarla in questo santo

tempo; a quella dobbiamo

163

aderire per tutti i secoli, poiché Gesù è talmente la vita che vuole essere la

nostra vita. (L., 188).

Adorate il Verbo eterno ... e venerate in modo singolare gli effetti ch'Egli

operò, sia nella sua umanità ch'Egli deificava con la propria sussistenza, sia

nella Vergine santa ch'Egli santificava in una maniera ineffabile con la sua

divina presenza, durante i nove mesi che stette nelle Sue viscere (L., 99).

V.

LA VISITAZIONE

1. - Dopo la SS. Trinità non v'è mistero più grande dell'Incarnazione, dopo il

seno del Padre dove si compiono le processioni stesse (delle persone divine),

non v'è santuario più santo che il seno della Vergine, dove si opera la

generazione del Verbo nella nostra umanità. Orbene, siccome la Vergine allora

si trova a Nazaret, nella sua cella, nel suo oratorio, questo oratorio, questa

cella, questo paese di Nazaret gareggiano col cielo in dignità.

Né in cielo né in terra v'ha luogo più santo, più venerabile, più augusto di

Nazaret, poiché là v'è Gesù con la Vergine.

Dico, e con tutta ragione, che Nazaret gareggia col cielo, anzi ha sopra i cieli

preziosi vantaggi, poiché nella cella della Vergine noi adoriamo la SS. Trinità

Page 142: Berulle Le Grandezze Di Maria

applicata ad un'azione, ed una relazione che in cielo Ella non ha azione,

relazione insigne e singolare più di quella che si degna di avere rispetto ai suoi

angeli e servi in cielo.

A Nazaret Dio si fa uomo, la Vergine diventa Madre di Dio, Dio Padre dà una

nuova nascita al Figlio suo, e lo Spirito Santo compie un'opera più grande che

nel cielo. A Nazaret abita il Santo dei santi e vi possiede una gloria

164

più grande di quella che ha nel cielo; a Nazaret abbiamo una Serva di Dio

insigne ed augusta più di tutti gli angeli che sono in cielo. A Nazaret abbiamo

una Madre di Dio, meraviglia che non si trova in cielo.

Oh quanto è santa quella casetta di Nazaret! Vere Dominus est in loco isto!

(Gen. XXVIII, 16). E tuttavia la Vergine lascia questo luogo oltremodo santo, e

così presto! Col suo esempio la Vergine sollecitamente ci insegna con quale

prontezza e facilità dobbiamo, noi pure, rinunciare alle cose sante, quando si

tratta di compiere qualche opera più santa, ossia di seguire e fare la volontà di

Dio in terra come in cielo.

II. - Lasciare così presto la dimora e il pensiero di Nazaret!... Io non sono

docile ed indifferente come la Vergine, ammiro il suo distacco da quel luogo

dove si è compiuta e compiuta in Lei la meraviglia delle meraviglie; ammiro

come tanto facilmente si allontani dal luogo delle sue grandezze e delle sue

delizie. Non posso così presto dimenticare questa casa consacrata a Gesù e a

Maria; né posso rassegnarmi a vederla deserta. Gli angeli la rimiravano con

invidia e non ardivano avvicinarla quando la SS. Trinità, sola con la Vergine, vi

compiva su Lei l'opera sua. Ora la visitino, l'onorino e vi abitino perché là si

sono compiute cose più grandi che nel loro Paradiso.

Da quattromila anni non si è mai fatto né mai più si farà nulla di simile al

mondo.

La Vergine, come ci viene riferito dal Vangelo, lascia la sua casa di Nazaret per

portarsi sui monti della Giudea ad assistere la cugina Elisabetta... Ella fa

questo viaggio non già per mancanza di fede... e neanche per curiosità onde

verificare coi suoi sensi la verità delle parole dell'Angelo, della quale era

pienamente sicura; ma per ispirazione e mozione dello Spirito Santo che a

Page 143: Berulle Le Grandezze Di Maria

165

Nazaret è sopravvenuto in Lei e non l’ha punto abbandonata. Diciamo meglio,

Maria si decide a partire per la segreta ispirazione di Gesù medesimo che sta in

Lei ed è il suo cuore, il suo centro, lo spirito del suo spirito, la forza e

l'inclinazione che la dirige. Gesù la porta interiormente a questo viaggio come

Ella lo porta nelle sue viscere; Gesù la muove ad andare dalla cugina, perché

vuole dar principio alle sue meraviglie, onde diffondere, come un sole, i suoi

raggi in Ebron come in un nuovo emisfero ... Seguendo Gesù nel corso della

sua vita, andiamo così di mistero in mistero, di meraviglia in meraviglia.

III. - La Vergine pertanto lascia quella beata casa di Nazaret... Un luogo così

santo rimarrà deserto ed abbandonato per tre mesi; noi dovremmo abitarlo,

ma preferiamo seguire la Vergine passo passo, ed accompagnarla nel suo

viaggio. Gli Angeli non mancheranno di onorare e di riempire la sua cella di

Nazaret; preghiamo il nostro Angelo custode di essere nel numero di quelli e di

adempite per sé e per noi questo ufficio, senza mancare alla sua custodia

verso di noi mentre facciamo parte della guardia d'onore e della compagnia di

Gesù e di Maria perché non vogliamo perderli di vista su la terra, ma seguirli

nei loro viaggi e nei loro misteri.

La Vergine, avuto il consenso di Giuseppe il quale, come sposo, ha diritto di

conoscerne la condotta, si incammina verso le montagne della Giudea: È da

supporre che, attesa la sua età sì tenera e delicata, Maria non fa questo

viaggio di quattro giornate senza un'onesta e conveniente compagnia. È vero,

che gli Angeli non mancano di accompagnare Colei che riconoscono per la loro

Regina e il frutto che porta nelle sue viscere, frutto che adorano come loro Dio;

ma la Vergine, savia e prudente quanto mai nella sua condotta osserva tutte le

convenienze anche in faccia al mondo.

166

L'Evangelista riferisce una circostanza che non dobbiamo tralasciare poiché lo

Spirito Santo medesimo la fa notare (Luc., I) 39); Maria va con tutta fretta,

Cum festinatione. I santi Padri ci dicono che lo zelo della gloria di Dio la porta e

la trasporta verso quella casa dove è diretta.

Page 144: Berulle Le Grandezze Di Maria

Ella va dunque: Non quasi incredula de osculo; cammina e arrivando saluta la

cugina.

A questo felice incontro, il bambino chiuso nelle viscere di Elisabetta, mentre

non conosce ancora se stesso già conosce Dio e la Madre di Dio. La Vergine

riempie di gioia quel piccolo infante e riempie pure dello Spirito Santo la madre

di lui. Più potente delle lingue di fuoco che scesero poi su gli Apostoli, la lingua

della Vergine riempie dello Spirito Santo e del fuoco dell'amore il bambino e la

madre. Maria riceve Ella pure un nuovo dono dello Spirito Santo, una nuova

elevazione, un rapimento potente per cui esulta nel trasporto di

quell'ammirabile cantico di lode che la Chiesa si è appropriato per lodare il

Signore ogni giorno (il Magnificat).

IV. - Questo mistero è la prima opera di Gesù su la terra dopo che si è

incarnato; è l'unica opera visibile compiuta su la terra dal Figlio e dalla Madre

nello spazio di quei nove mesi, l'unica che ci venga riferita dal Vangelo.

Nel precedente discorso (nella Vita di Gesù) abbiamo udito il colloquio

dell'Angelo con la Vergine; ascoltiamo ora il colloquio della Vergine con

Elisabetta ... Sono due colloqui che dànno principio, il primo all'Ordine

dell'unione ipostatica, il secondo all'Ordine della grazia che dal primo emana;

colloqui giustamente contrapposti a quelli del serpente con Eva e di Eva con

Adamo, i quali diedero principio alla rovina del mondo, come questi dànno

principio alla sua riparazione. In questo felice colloquio con Elisabetta, la

Vergine porta il frutto della vita;

167

dice una parola e subito rapisce la cugina e la ricolma dello Spirito Santo

insieme col bambino di sei mesi che sta nel seno di Lei. La Vergine è come un

albero vivente che porta il frutto della vita alla cugina e a quel bambino

fortunato, frutto di una vita ben differente da quella che proveniva dall'albero

dell'Eden. Qui, infatti, Gesù è la vita, la vita degli uomini e degli angeli, vita

divina e umana; e la Vergine è la terra che ha dato questo frutto! Terra dedit

fructum suum (Iac., V, 18). Questo frutto dà una vita nuova al bambino che

non è ancora nato ed alla madre che lo porta nelle sue viscere; dà la vita a

quel bambino, ed una doppia vita; perché gli dà la vita umana donandogli l'uso

della ragione che ancor non aveva, e gli dà la vita della grazia contraria alla

morte del peccato nel quale egli si trovava; quel Bambino è il primo che abbia

gustato di quel frutto di vita dato al mondo e piantato nella Vergine; ma

Page 145: Berulle Le Grandezze Di Maria

riflettiamo come ciò sia avvenuto: la Vergine proferisce una parola e saluta

Elisabetta.

V. – È questa la prima emanazione del mistero dell'Incarnazione, la prima

effusione della Vergine divenuta Madre di Dio, la prima azione di Gesù fuori

della Vergine, la prima azione del Figlio di Dio fatto figlio dell'uomo, la prima

comunicazione di Gesù e di Maria all'universo; sono le primizie non della

natura, ma della grazia; non della grazia (ordinaria), ma di quell'Ordine

superiore alla grazia che è l'Ordine del mistero dell'Incarnazione, l'Ordine

dell'unione ipostatica; è questo il primo frutto di Gesù su la terra. Le primizie di

cose sì grandi sono preziose e venerabili.

Nel discorso precedente abbiamo contemplato l'Angelo che dal cielo va, non a

Roma o ad Atene, ma é).d una piccola borgata della Galilea: contempliamo ora

un angelo maggiore, l'Angelo del gran Consiglio che parte da

168

Nazaret con la Vergine la quale è un angelo e dappiù di un angelo; lo vediamo

scendere in un'altra borgata che non ha neppur un nome, nelle montagne della

Giudea.

Quanti grandi, su la terra, quanti sapienti! Eppure non conoscono il Figlio di Dio

fatto uomo. Ed Egli fa visita non ad Augusta benché allora trionfante in Roma,

ma ad un bambino nascosto nelle viscere della madre, in una oscura borgata

della Giudea; ed è questa l'unica opera e l'unica visita ch'Egli compie su la

terra durante i nove mesi in cui risiede nella sua santissima Madre! Fra poco a

Betlemme troveremo Gesù con la Vergine, coi Pastori, coi Magi; ma ciò che è

più dolce, più intimo e più delizioso, qui abbiamo Gesù nella Vergine.

Maria starà nove mesi senza far visita, né proferirà parola, rinchiusa nel suo

Nazaret, in un sacro silenzio, in un profondo rapimento in Colui che è il suo

cuore, la sua vita, il suo tutto. Qui, Maria va, viene, parla, e parla più che in

qualsiasi altra circostanza riferita nel Vangelo e in qualsiasi altro stato della sua

vita. La Parola eterna del Padre, la quale nell'infanzia vuol rimanere senza

parola, qui muove la Vergine a parlare nel saluto alla cugina; e questa parola

sacra è talmente efficace che penetra il cuore di santa Elisabetta, toccando ed

aprendo pure il cuore del bambino che sta nel seno di lei. Quella parola rapisce

la madre e il figlio in Gesù e nella Vergine, i quali sono i due soggetti di questo

Page 146: Berulle Le Grandezze Di Maria

sacro rapimento e di queste ammirabili parole di santa Elisabetta: Benedicta tu

inter mulieres et benedictus fructus ventris tui.

VI.- Ecco il doppio effetto del saluto di Maria: attira a Gesù, attira a Maria,

attira ai due più grandi oggetti del cielo e della terra, attira a tutt'e due

assieme. Per altro Gesù è nella Vergine e la Vergine è in Gesù. Gesù è nella

Vergine perché è suo bambino: la Vergine è in Gesù,

169

perché Gesù è il suo tutto; e la parte è nel suo tutto così bene come il bambino

è nella madre. Anzi, ardisco dire che la Vergine è in Gesù per una via più

potente che non Gesù nella Vergine; perché Gesù è in Lei per la natura (di

bambino), mentre Maria è in Gesù per la grazia e per una grazia così potente,

ben superiore alla grazia degli uomini e degli angeli. L'anima è nel corpo, e il

corpo è nell'anima più di quello che l'anima sia nel corpo, perché l'anima non

dipende dal corpo, mentre il corpo dipende dall'anima e l'anima pur essendo

nel corpo ha la sua vita e il suo essere proprio; e invece il corpo senza l'anima

è senza vita 1.

Grande è lo stato di Gesù nella Vergine e della Vergine in Gesù. Gesù in quanto

è suo Figlio, dipende da Lei e ne ha bisogno. Oh felice dipendenza! dipendenza

ed indigenza che costituiscono quello stato di insigne eccellenza e potenza che

è la Maternità divina. Essendo Figlio di Maria, Gesù dipende da Lei, e ne ha

bisogno; è soggetto a tutti i movimenti di Maria, non potendo muoversi, né

andare da un luogo all'altro, se non per mezzo di Lei; così bisogna ch'Ella lo

porti nella casa di Zaccaria, e a Nazaret, e a Betlemme.

Gesù dunque è nella Vergine e la Vergine è in Gesù, e quel saluto della Vergine

ad Elisabetta mi sembra parola di Gesù e insieme parola della Vergine; ed ecco

perché attira e rapisce a Gesù ed insieme alla Vergine. È

____________________________

(1) Il pensiero qui ci appare un po' confuso; infatti, il Padre Gibieuf scrisse che

il Padre de Bérulle aveva preparato questo opuscolo per essere pubblicato in

seguito alla Vita di Gesù, ma non aveva ancora potuto mettervi l'ultima mano.

Il pensiero è questo: Gesù, rispetto alla vita naturale dipende da Maria, perciò

si può dire che è in Maria più che Maria sia in Lui; ma rispetto alla vita della

Page 147: Berulle Le Grandezze Di Maria

grazia, più insigne e più potente; è tutto all'opposto, perche Gesù allora non

dipende da Maria, ma invece Maria dipende da Gesù, quindi Ella è in Gesù più

che Gesù in Lei, poiché sotto questo aspetto, ne riceve maggiormente l'azione.

170

una parola di due persone, della persona di Gesù e della persona di Maria; ma

siccome queste due persone sono l'una nell'altra, parlano pur l'una nell'altra.

Gesù parla nella persona di Maria come il Sacerdote nell'operare il Sacramento

parla nella persona di Gesù. Nel sacramento il sacerdote trasforma il pane in

un essere eccellente, perché la sua parola è la parola di Gesù e non la sua:

così Gesù parlando nella Vergine; e la Vergine parlando in Gesù e in nome di

Gesù, penetrano e trasformano le anime di Elisabetta e del figlio suo in un

essere eccellente, in una vita nuova, in una vita di grazia e di grazia insigne

che li rapisce ed è piena di vigore e di movimento verso Gesù e la Vergine. La

mente del bambino di Elisabetta, infatti, è tutta illuminata, e la sua vita della

grazia è attiva, si eleva e tende il manifestarsi, anzi è già una grazia di

ministero profetico.

VII. - In questo mistero vengono per la prima volta manifestati i due segreti

più insigni e più importanti per il cielo e per la terra: l'Incarnazione e la

Maternità divina, due misteri nascosti che si compiono su la terra e non in cielo

e che Dio ha voluto siano manifestati alla terra dai Santi della terra e non dai

Santi del cielo.

L'Angelo, infatti, mandato dal cielo a rivelarli alla Vergine si è ritirato senza

dirne nulla a nessuno: Discessit ab ea Angelus (Luc., I, 38); e la Vergine in cui

sono state compiute quelle due meraviglie non ne dice nulla, né a Nazaret, né

nella Giudea. Ma questi due arcani vengono rivelati ad un bambino e da questo

bambino alla madre sua che li pubblica esclamando: Unde hoc mihi, ut veniat

Mater Dei ad me?...

In tal modo la grazia di questo mistero è una grazia di luce e un mistero di

manifestazione, e di manifestazione

171

Page 148: Berulle Le Grandezze Di Maria

delle verità più elevate; più importanti e più necessarie al mondo.

Quanti sapienti in quel tempo su la terra! Quanti belli spiriti che investigano i

segreti della natura! Ma ignorano i segreti di Dio e non vi pensano. Qui invece

sono manifestati i segreti di Dio medesimo; qui si diffonde la luce del cielo ...

Qui abbiamo la più celebre scuola dell'universo, dove si impara ciò che il

mondo ignora ed ignorerà ancora per lungo tempo e questo si insegna in due

parole (di santa Elisabetta). Ma anche la Parola (il Verbo) di Dio è abbreviata in

queste due meraviglie in cui Dio si è fatto uomo ed una Vergine è fatta Madre

di Dio. E questi due misteri sono primieramente rivelati ad un bambino, non ai

grandi, né ai sapienti del mondo, neppure a san Giuseppe, uno dei Santi più

eminenti. San Giuseppe, infatti ne avrà conoscenza soltanto dopo tre mesi,

benché abbia la missione di prestare i suoi servizi al divin Bambino ed alla

divina Madre. Dio, nell'ordine, della sua Provvidenza, vuole che un tal

privilegio, in onore della sua infanzia, sia riservato ad un infante.

Dio si è fatto bambino; il mondo lo ignora mentre il cielo lo adora, e un

bambino è il primo che lo riconosce e lo adora; e ciò avviene per una segreta

azione dell'Infanzia di Dio medesimo che vuole agire nei bambini e onorare se

stesso nella sua qualità di infante, col fare di un bambino il suo primo Profeta.

Così Dio-Bambino è riconosciuto è manifestato non da un angelo, ma da un

bambino. E come il primo Profeta di Dio-Bambino è un bambino, così fra poco i

suoi primi martiri saranno pure bambini. In tal modo si esercita la più alta

provvidenza di Dio sopra i due più insigni soggetti che Egli abbia nel mondo:

sopra Gesù e la Vergine.

Dio vuole pure che una donna, non un angelo né un uomo, per la prima

riconosca e manifesti al mondo la

172

qualità di Madre di Dio nella Vergine. Santa Elisabetta è, quella donna

fortunata cui Dio rivela i suoi segreti e le sue verità; e che il cielo istruisce nei

suoi misteri; Dio li insegna nella scuola dell'umiltà, li insegna ad Elisabetta per

mezzo del suo bambino; onde onorare ed esaltare in questo modo l'infanzia

divina; e questa è la sorgente della prima e più grande manifestazione al

mondo di una luce così insigne come quella che ad Elisabetta rivela

l'Incarnazione del Verbo e la Maternità della Vergine.

Page 149: Berulle Le Grandezze Di Maria

VIII. Qui adunque, un infante conosce e adora il Dio-Infante; qui una donna,

conosce, rivela ed annuncia la qualità di Madre di Dio in una Vergine. Qui, un

infante, se parliamo in termini religiosi dell'Ordine di Gesù e dell'Ordine della

Vergine ... i quali si uniscono in questo luogo e in questo mistero; un infante,

diciamo, è il primo discepolo della Parola, di Gesù.

Parlando in termini ancora più elevati, diremo che un bambino qui è il primo

Ufficiale di Gesù e possiede la prima dignità della Corona nell'Impero di Gesù,

perché qui si dà principio allo Stato di Gesù 1.

Qui pure si dà principio all'Ordine di Gesù e all'Ordine della Vergine, i due

Ordini che la grazia stabilisce su la terra tra gli uomini come ha stabilito in cielo

gli Ordini angelici; qui, nella casa di Elisabetta, nello stato di questo mistero ha

principio, quella grazia, quell'Ordine nuovo, il grande Ordine di Gesù e della

Vergine. 2

I primi religiosi di questo grande e nuovo Ordine che

_____________________________

(1) L'Autore paragona Gesù ad un Principe che fonda il suo Stato e il suo

Impero incominciando a santificare il mondo. Giovanni è la prima dignità del

Regno di Gesù.

(2) Paragona ancora la religione che Gesù viene a stabilire nel mondo, ad un

ordine religioso; la casa di Elisabetta è la Casa dove di fonda, si inizia questo

Ordine che fa capo al Mistero dell’Incarnazione.

173

lega a Gesù ed alla Vergine e li manifesta al mondo, sono Elisabetta e

Giovanni. Chi vuole aver parte alla grazia di un tale Ordine santo, ricorra a

questi Santi, adori questo mistero, veneri quella casa come la prima casa di

quest'Ordine!

Casa fortunata quella che possiede allora Gesù e la Madre sua, e Gesù nella

Madre sua! Sola possiede i due lumi del cielo e della terra, i due più grandi

soggetti, di condizione e di venerazione che mai vi saranno in cielo e in terra!

Perciò Elisabetta esclama: Benedicta tu in mulieribus et benedictus fructus

ventris tui! Non v'è che benedizione nella bocca di Elisabetta, e non vi è pure

che grazia e benedizione nel cuore del suo bambino e nella sua casa.

Page 150: Berulle Le Grandezze Di Maria

Se noi riflettiamo sul testo del Vangelo, vediamo che dal bambino viene la luce

ad Elisabetta, e non già da Elisabetta al suo bambino, come infatti, dal Figlio di

Dio viene la benedizione nella Vergine, e non dalla Vergine nel Figlio di Dio; e

così, anche in questo, l'infanzia di Giovanni onora ed imita la divina infanzia di

Gesù.

In questo mistero adunque il Verbo incarnato comunica la prima cognizione, di

se medesimo e della Vergine in cui ha voluto incarnarsi; è finché sarà infante

nella Vergine non compirà nessun'altra opera (esterna). Ciò che tre o quattro

mesi dopò avverrà rispetto a san Giuseppe, sarà l'opera dell'angelo Gabriele e

non del Bambino Gesù e neppur della Vergine. Gesù e la Vergine staranno in

riposo e in silenzio per lo spazio di nove mesi; e intanto il Figlio di Dio non

opererà che nella Madre sua, e la divina Madre non opererà che nel Figlio suo.

IX. - Sembra cosa strana che il Figlio di Dio, essendo nel mondo, si manifesti

ad un bambino e unicamente ad un bambino e compia un lungo viaggio a

questo effetto;

174

ma dobbiamo riflettere che in questo bambino Egli incomincia a manifestarsi al

mondo intero e che fin d'allora lo consacra come suo Profeta e di lui si dirà poi:

Fuit homo missus a Deo. (Joan., I). Nella persona di questo bambino Gesù

stabilisce una grazia così eminente che equivale alla grazia di una intera

provincia nel mondo.

La grazia propria di questo mistero è una grazia di luce e di manifestazione,

ma di manifestazione segreta, di manifestazione che è propria della sapienza

divina, che non si compie se non inter perfectos, di manifestazione dei soggetti

più dolci e più degni di essere conosciuti: Gesù e Maria. Chi vuole conoscere

questi due grandi soggetti ed aver parte con loro, con venerazione ricorra alla

grazia di questo mistero nel quale si trovano le primizie di quella grazia insigne

che manifesta al mondo Gesù e Maria.

***

Sarei quasi tentato di lamentarmi con l'Evangelista, perché ci riferisce soltanto

l'incontro di Maria con Elisabetta, mentre ci rivela che Maria stette tre mesi in

quella casa. Se dal semplice saluto della Vergine alla cugina abbiamo raccolto

tanti lumi e tante grandezze; elle sarebbe mai dalla loro conversazione per tre

Page 151: Berulle Le Grandezze Di Maria

mesi? In quei tre mesi neppur un solo istante rimase ozioso, né venne

perduto; tutto vi era santo, tutto vi era degno di Gesù e di Maria ... Quanti

lumi e quanti rapimenti, sia in Maria, sia in Elisabetta! Quante elevazioni!

Quanti canti di lode! Quali segrete operazioni del bambino di Maria nel bambino

di Elisabetta! Gesù era come un sole tutto vicino, e Giovanni, come un pezzo di

una molla e ben disposta, che fin dal primo ingresso di Maria aveva ricevuto

una sensibilità e una docilità speciale, a segno che Gesù, il quale l'aveva

toccato con grande potenza, ne faceva

175

fondere continuamente davanti a sé il cuore e lo spirito: e in tal modo

preparava questo nuovo atleta alle grandi cose cui era destinato: Novus

athleta novo parabatur certamini. Ma queste cose non sono scritte che in cielo

dove ci sarà dato di considerare la vita di Gesù in tutta la sua pienezza; per ora

sono impresse ad intervalli nel cuore di qualche anima fedele. Di tali cose tanto

sublimi e singolari, adoriamo ciò che ignoriamo (O., 36).

***

È questo il giorno della Visitazione di Nostra Signora, giorno che stabilisce un

legame speciale di Gesù e di Maria con san Giovanni e santa Elisabetta ed

apporta a quella santa famiglia una benedizione particolare ... È questa la

prima santificazione che Gesù opera nel mondo; Gesù, il Santo dei santi, che è

venuto a santificare; il cielo e la terra col riempire il cielo e la terra degli effetti

della sua potenza e della sua santità.

Queste primizie sono ben degne di essere considerate e venerate in modo

particolarissimo; tanto più che si tratta di un effetto singolare che non ha

simile nelle azioni del Figlio di Dio segnate nel Vangelo. Questo deve legarci a

Gesù e a Maria, e a Gesù in Maria; perché allora Gesù era in Maria, viveva in

Lei e da Lei, ed operava per Lei...

***

Gesù va a visitare san Giovanni, ma non vuole poterlo fare se non per mezzo

di Maria. Gesù è il cuore e lo spirito di Maria, più che Ella non sia il proprio

cuore ed il proprio spirito di se medesima. Gesù perciò santamente e

soavemente la muove a portarsi da Elisabetta, affinché questa santa donna,

fortunata nella sua relazione con la

Page 152: Berulle Le Grandezze Di Maria

176

Vergine, sia la prima, su la terra, che conosca, ormai, ami e pubblichi la dignità

di Colei che Dio ha scelta nel mondo per essere la Madre Sua.

Gesù in quella visita a san Giovanni vuole santificarlo, ma per tale

santificazione vuole usare della presenza e della via della Madre sua: Una facta

est vox salutationis tua in ansitus meis. (Luc., I, 44), 1.

Benedetto sia Gesù in se stesso e nella Vergine! Benedetto Gesù nelle sue

grandezze e nei suoi abbassamenti l perché in Lui tutto è grande, divino ed

adorabile. Benedetto Gesù nella vita che riceve dal Padre suo e nella vita che

prende da sua Madre! … Gesù vuol vivere in Maria e per mezzo di Maria, quindi

in Lei e per mezzo di Lei compiere le sue opere; vuole Pertanto che la prima e

più segnalata delle sue opere nello spazio di trent'anni, venga per mezzo di Lei

compiuta sopra Giovanni il quale ... è destinato da Gesù ad essere il primo dei

mortali che lo conosca, lo serva, lo pubblichi nel mondo e lo annunzi persino al

primo fra gli Apostoli Sant'Andrea, infatti, il primo dei discepoli, per mezzo di

san Giovanni Battista giungerà alla conoscenza di Gesù.

San Giovanni ha un potere eminente, nel dare alle anime la conoscenza di

Gesù, poiché per il primo lo ha fatto conoscere al mondo ed alle prime anime

del mondo. E poiché ha la fortuna di conoscere Gesù prima ancora di

conoscere se stesso, e di farlo conoscere alla madre sua santa Elisabetta prima

di venire al mondo e di parlare, egli incomincerà il primo uso di se medesimo

con la conoscenza di Gesù e di Gesù nascosto al mondo. Supplichiamolo

_________________________

(1) Il mistero della Visitazione è uno dei principali argomenti che dimostra la

mediazione di Maria nella distribuzione della grazia.

177

di attirarci ed elevarci ad una conoscenza speciale getti ai quali è legato così

strettamente fin dal primo di Gesù e di Maria, e di legarci a questi due divini

oggetti ai quali è legato così strettamente fin dal primo istante della sua vita

della grazia prima di vivere nel mondo.

Page 153: Berulle Le Grandezze Di Maria

***

Ma san Giovanni è legato a Gesù nascosto ed ha una relazione particolare con

la condizione di Gesù residente e pur nascosto nelle anime. Forse Dio vuole che

siamo di questo numero e ci muove a volere ciò che gli piace mentre non

siamo degni di essere suoi. Coloro che hanno parte a Gesù nascosto nei suoi

stati e nelle sue operazioni, partecipano della condizione di uno trai più gran

Santi del cielo; ossia di san Giovanni, il quale incomincia a vivere della vita

della grazia con una sorta di aderenza a Gesù nascosto nello stato d'infanzia e

di residenza nel seno della sua santissima Madre. Egli poi continua questa

medesima vita, sotto un’azione speciale di Gesù, per lo spazio di trent'anni,

vivendo; per tutto quel tempo, nella solitudine, privo di Gesù e lontano da

Gesù cui aveva reso i suoi primi omaggi e si era dedicato con una perfetta

aderenza ... lontano da Gesù che pur si trovava nella Giudea; e Giovanni ben

lo sapeva.

O Gesù nascosto! O Gesù lontano! Siete dunque in questo modo l'appannaggio

di san Giovanni! E anime meschine a paragone di un sì gran Santo,

stenteranno ad aver parte a Voi senza goder di Voi e senza conoscervi

Oh deserto di san Giovanni! Oh privazione di Gesù! Quali lezioni ci porgereste

se fossimo capaci di intenderle!

Consacriamoci a Gesù, consacriamoci alla Vergine, consacriamoci a Gesù nella

Vergine: consacriamoci a Gesù nascosto nei suoi misteri, nei suoi stati, nei suoi

disegni

178

sopra di noi. Sopportiamo volentieri la privazione di Gesù, ma per Gesù

medesimo! Ch'Egli ci possieda senza che noi lo possediamo ora, onde possiamo

possederlo poi un giorno in un modo più sublime, più pieno e più santo. In una

parola, dedichiamoci a Lui ed alla sua santissima Madre in quella maniera che

si compiaceranno di ordinare e stiamo fedelmente sottoposti alle loro vie ed ai

loro disegni sopra di noi. (O., 37).

***

Il nostro corpo, per la sua pesantezza, ha bisogno di tempo e di altre cose per

trasportarsi da un luogo ad un altro; in questo è differente dall'angelo, il quale

si trasporta dove vuole per la sola efficacia della propria volontà e senza

nessun impedimento; l'angelo, infatti, è spirito, perciò non è soggetto né ai

Page 154: Berulle Le Grandezze Di Maria

luoghi, né alle distanze. Ma se questo pensiero ci umilia e ci pone tanto al

disotto degli angeli, v'è un punto che ci rialza ad una certa eguaglianza con

loro e persino al disopra. Difatti, il moto degli angeli è naturale e questa

perfezione è propria anche degli angeli cattivi; invece nei movimenti lenti di

questo nostro corpo materiale e terreno che ci grava, noi possiamo e dobbiamo

avere dei movimenti santi e spirituali che sorpassano gli angeli ed i loro

movimenti.

Così la Vergine, portandosi in montagna (Luc., 1,39) camminava passo passo e

nel suo viaggio impiegava parecchie giornate; mentre portava il Figlio di Dio,

non era portata dagli angeli; ma soggetta come noi a questa infermità

corporale (della lentezza e fatica del viaggio); soggetta, dico, e non esente,

poiché fra tante esenzioni di cui godeva nell'ordine della natura e della grazia,

non era esente da tale necessità che venero nella Vergine più che la la libertà e

l'agilità di cui godono gli Angeli tra loro. (O., 186).

179

VI

MARIA NELLA NATIVITÀ DI GESÙ

I. - Colui che ha fatto il tempo ed è il Re dei secoli, volle rendersi soggetto al

tempo e regolare il corso della sua vita (umana) secondo la legge del tempo. È

questa la prima legge, la prima servitù cui troviamo sottoposto, il Figlio di Dio

nel mondo … Dal venticinque marzo in cui il Figlio di Dio era stato concepito

sino al venticinque dicembre, il corso dei nove mesi fissato dalla natura per la

formazione progressiva del bambino nel seno materno era interamente

compiuto. Il Figlio di Dio volle subire questa legge di natura, senza abbreviarla

di un sol momento ... Non volle ritardare il giorno felice per l'universo del suo

ingresso nel mondo, ma neanche anticiparlo con l'abbreviare, sia pure d'un

solo istante, per via miracolosa, la soggezione alle leggi cui aveva voluto

sottostare per degnazione e misericordia. Non usò della sua potenza

miracolosa per esimersi da ciò ch'Egli era venuto a cercare e a subire per noi,

ma solo per liberarci dalla schiavitù e dalle miserie del peccato. (O., 44).

L'Evangelista ci fa dunque sapere che Impleti sunt dies ut pareret (Luc., II, 6),

(I giorni fissati dalla natura per il parto sono compiuti), e dalla pienezza di

Page 155: Berulle Le Grandezze Di Maria

questo corso della natura ci eleva facilmente a venerare la pienezza del tempo

della quale si parla nella Scrittura, in cui il tempo dà origine all'Eterno, la

creatura al Creatore e la Vergine al suo Dio e insieme suo unigenito Figlio.

II. - Questa pienezza del tempo (Plenitudo temporum) ci eleva inoltre a

considerare un'altra pienezza data alla natura per partorire l'Autore della

grazia. La Vergine, infatti, riceve una pienezza di grazia per partorire

180

Gesù: l'Autore della grazia non può essere partorito che per pienezza, di

grazia, di potenza e di grandezza. La natura partorisce la grazia come la

creatura partorisce il Creatore. Gesù, infatti, è la grazia del Padre, grazia

essenziale e non accidentale, grazia essenziale e personale, grazia increata ed

incarnata, grazia e fonte di grazia che combatte su la terra, e trionfa in cielo.

Questa grazia viene partorita dalla natura, Gesù da Maria: da Maria, dico, e

dalla natura elevata, interessata ed animata da un nuovo stato nella grazia è

da una nuova azione della grazia che la rende degna di dare alla luce il Figlio di

Dio.

III. - Quando diciamo che la Vergine partorisce il Figlio suo unigenito,

guardiamoci dall'abbassare le nostre menti alle semplici condizioni dei parti

umani. Il Figlio di Maria è Dio ed uomo; nel suo Essere riunisce due condizioni

ben differenti, e in questi stati riunisce pure grandezze e bassezze in

conformità con le differenti qualità delle sue due nature. Tali grandezze si

riflettono anche su la Madre sua, perché in questo mistero del Figlio e della

Madre, sono congiunte le grandezze dell'uno e dell'altra. Il Figlio è bambino,

ma è Dio: la Vergine è madre di un bambino, ma è Madre d'un Dio, Madre del

Creatore, Madre del Salvatore del mondo. Maria è Madre Vergine e da Lei Gesù

nasce senza nessuno sforzo naturale, per la dolce azione della sua potenza, in

virtù della potenza divina che Egli comunica alla Madre sua, per darlo alla luce

come un Dio. Se un Dio deve nascere, deve nascere così, senza impurità,

senza violenza, senza danno per Colei che lo partorisce come in Lei è stato

concepito senza nessun incidente che potesse, menomamente offuscare la

purezza e la verginità di Colei che è madre insieme e vergine; Madre e Vergine

nel concepirlo, Madre e Vergine pure nel partorirlo.

Page 156: Berulle Le Grandezze Di Maria

181

Gesù nasce senza violenza né oltraggio alla natura, sine contumelia natura,

come dicono i nostri Dottori.

Nasce per una potenza di spirito, cioè deno Spirito di Dio nella Vergine: Quod

in eo natum est, de Spiritu Sancto est. Egli viene a nobilitare la Vergine, a

purificarla e santificarla col suo avvento; quindi non le porta nessun danno,

nessuna violenza, nessun oltraggio, nessuna macchia. I peccatori nascono in

mezzo a dolori ed oltraggi, perché sono peccatori, figli di via e di dolori; ma

Gesù è il Figlio di Dio, il Padrone della natura, il Giusto per eccellenza, il nostro

Giusto e nostro Sovrano: Dominus justus noster (IER., XXIII, 6). Poiché vuol

che la natura gli dia nascita, alla Madre sua, che dà alla luce un Dio, non vuole

fare una condizione inferiore a quella ch'Egli ha dato alla natura per produrre le

cose inanimate.

Gesù è il Fiore d'Israele; ora, la natura produce i fiori senza nessuna ferita

nella pianta che li porta.

Gesù è la luce dell'universo, e ora la luce esce dal sole con una emanazione

così viva, dolce, eminente, che in un attimo dal cielo scende su la terra senza

sforzo, senza ferire i corpi trasparenti attraverso i quali arriva sino a noi. 1

_________________________

(1) «Il Verbo eterno è luce, non solo nella sua essenza, ma anche nella

proprietà della sua persona: dal Padre nasce come luce, e come Dio di luce

vuole pur nascere nel mondo. Orbene, la luce del sole dall'alto dei cieli si

abbassa sino all'infimo della terra, ma senza avvilirsi; penetra tutto, ma senza

incontrare nessuna macchia; si unisce a tutto, si incorpora a tutto, aia senza

mescolarsi con nulla; la purezza, la semplicità, la candidezza e la dignità del

suo essere sono tali che nelle condizioni corporali conserva le condizioni

spirituali; dalla varietà delle cose cui è unita riceve in se medesima né danno

né varietà; si abbassa senza avvilirsi, si applica e si unisce senza mescolarsi, si

incorpora senza macchiarsi. Così il Verbo, nelle condizioni della nostra infanzia

conserva le sue perfezioni e le sue grandezze; né riceve danno alcuno nella

purezza, semplicità e dignità dell'Essere suo; ma nell'abbassarsi senza

avvedersi, ci eleva; con l'unirsi a noi, ci purifica; con l'incorporarsi a noi, ci

deifica». (O. 42).

Page 157: Berulle Le Grandezze Di Maria

182

IV. - Come il parto di Maria è ammirabile, così le cause sono divine ed

ammirabili: la Vergine riceve una potenza divina per dare alla luce il Figlio suo.

La virtù dell'Altissimo la circonda come nel virgineo concepimento: il desiderio

dell'Eterno Padre di dare al mondo il Figlio suo viene comunicato al Cuore di

Maria e questo Cuore materno e verginale unito alla volontà e al potere di dare

al mondo il Figlio suo, si trova potente, ma di una potenza divina, per dare alla

luce un Dio su la terra.

Ma parliamo in termini più elevati di Colui che è superiore alla natura, essendo

il Dio della natura: Gesù è il Figlio del Padre, e dal seno del Padre procede

senza aprirlo, poiché questo seno rimane eternamente chiuso come prima, non

ostante la processione del Figlio e la sua missione nel mondo: parimenti Egli

vuole pure procedere dal seno verginale della sua santa Madre, in tal modo che

questo seno rimanga chiuso come prima. Il seno di Maria era appunto figurato

nell'Orto chiuso, nella Fonte suggellata e nella Porta orientale per la quale

passa il Signore.

Oh potenza! Oh grandezza! Oh dignità della Vergine che concepisce e dà al

mondo un Dio!

Se Dio doveva essere concepito, così doveva essere concepito; se Dio doveva

essere partorito, doveva pure essere partorito in questo modo.

Grandezze, e meraviglie del divin parto! Come ne sorpassano le bassezze! Ma

anche le grandezze della natura divina, quanto sorpassano le bassezze della

natura umana del Dio-Bambino! Tuttavia le grandezze e le meraviglie qui sono

interiori ed invisibili, mentre le bassezze sono visibili e sensibili; parimenti la

natura divina, di questo Bambino è invisibile, mentre è sensibile la sua natura

umana. Contempliamo queste grandezze e queste bassezze; adoriamole

perché le une e le altre sono divine, e le une e le altre sono nostre. Su le

grandezze si eserciti la

183

nostra fede: su le bassezze si esercitino i nostri sensi, ma sotto la direzione

della fede e con la luce della grazia.

Consideriamo dunque lo stato e il procedimento di questo parto; perciò

portiamoci a Betlemme; andiamo alla stalla. Contempliamo Gesù Bambino;

Page 158: Berulle Le Grandezze Di Maria

contempliamo la Madre sua Maria; contempliamo Giuseppe che assiste e serve

la Madre e l'Infante. Contempliamo la stalla, e il bue, e l'asino, e la grandezza

del cielo abbassata in Betlemme nella persona del Figlio, ed anche nella

persona della Madre.

V. - La Vergine parte da Nazaret e va a Betlemme in seguito ai decreti

dell'Imperatore. Fin d'allora Gesù obbedisce al sovrano della terra; e così

incomincia ad obbedire prima ancora di nascere. Per obbedienza morrà poi su

una Croce: per obbedienza vuole già nascere a Betlemme. Pertanto un fatto

così divino come la nascita di Gesù nel mondo, sembra avvenire per un

semplice caso.

Così Dio ordina e nasconde la sua Provvidenza nelle cose umane; e dobbiamo

ammirare come la più alta e preziosa provvidenza che Dio eserciti sopra il suo

Unigenito Figlio sia temperata, coperta, regolata e come abbassata nei casi

umani.

Che vi è mai nell'universo di più divino che la nascita di Gesù? Qual fatto

avrebbe dovuto essere più particolarmente ordinato da una provvidenza tutta

divina ed elevata, e meno abbassata nelle cose umane? Sembra invece che Dio

non se ne curi; e un tale evento sembra abbandonato al capriccio della volontà

di un principe che pensa a conoscere le forze del suo Impero; e questo evento

viene regolato dai governatori delle provincie, i quali emanano decreti quando

e come loro comoda, regolato degli esecutori di questi decreti e da mille altri

casi che accadono in simili affari.

184

Gesù nasce in una stalla e non in una casa comune, in una mangiatoia e non in

una culla come gli altri bambini. Gesù nasce tra il bue e l'asino e non in mezzo

ai parenti; la sua prima compagnia è quella di quei due animali. In un tale

abbassamento avviene la nascita miracolosa di Colui che ha fatto il cielo e la

terra! Ma non tocca a noi parlare di questo mistero; ci basta ammirarlo ed

adorarlo, con un profondo silenzio piuttosto che profanarlo ed avvilirlo coi

nostri pensieri troppo bassi e deboli. Gesù, è bambino, quindi obbligato al

silenzio e non può parlarcene; toccherebbe alla Vergine all'Angelo, che serve

Gesù, dircene qualche cosa.

Dio che in tal modo ha abbassato su terra il Figlio suo in una stalla, vuole

esaltarlo in cielo; dal cielo, manda i suoi angeli ad adorarlo; dal cielo manda i

Page 159: Berulle Le Grandezze Di Maria

suoi angeli ad annunziarlo; dal cielo manda una stella per rivelare ai Magi la

sua nascita. Ecco le tre meraviglie che il cielo tributa a Gesù nato bambino su

la terra, mentre la terra giace nella dimenticanza del suo salvatore: Et adorent

cum omnes angeli ejus. (Heb., I, 6). (O.,38, 44].

***

Nel mistero della Natività di Gesù sono da considerarsi varie cose:

1) L'unione della Vergine con la volontà dell'Eterno Padre di dare al mondo il

Figlio suo, volontà divina che efficacemente agisce nell'anima e nella persona

della Vergine.

2) L'unione della Vergine con lo spirito e la volontà del Figlio suo di dare se

stesso al mondo, e di farlo per mezzo di Lei.

3) Il compimento della divina Maternità, per mezzo di queste vie divine. La

Maternità, infatti, ha il suo compimento nell'autorità della madre sul bambino;

e questa

185

autorità non compete alla madre se non dopo che lo ha messo al mondo. In tal

modo questa nascita conferisce a Maria autorità sopra Gesù, e le dà per

suddito Colui che è suo Figlio ed insieme suo Dio; ed è questa una nuova e

meravigliosa gloria per il suo stato di Madre di Dio.

Nelle nostre pratiche di divozione interiore, imitiamo gli stati e le diposizioni

della Vergine, unendoci alla donazione del Padre, del Figlio e della Madre, onde

accogliere e ricevere per noi Colui che ci vien dato, come la terra avrebbe

dovuto riceverlo se ne fosse stata degna. Ma la terra allora non lo accoglieva; e

dopo, lo mise in croce. Alcuni, è vero, lo accolsero i Pastori, i Magi, Simeone,

Anna; ma semplicemente come persone private senza mandato, né da parte

della Sinagoga, né da parte del mondo. Accogliamolo ora per noi, come quelli

allora io accolsero per sé.

Preghiamo la Vergine che ci doni il Figlio suo, poiché, in questo mistero e in

virtù di questo mistero Ella riceve il potere di dare al mondo il proprio Figlio,

potere che è una delle eccellenze e singolarità che da questo mistero derivano

alla sua Maternità. Maria nell'Incarnazione riceve il Figlio di Dio; nella Natività

lo dà al mondo e riceve il potere di darlo, e questo potere le rimane sempre, né

mai le viene tolto 1. Preghiamola che usi di questo suo potere e ci doni il Figlio

Page 160: Berulle Le Grandezze Di Maria

suo, ma ci doni noi pure a Lui; vediamo di dare anche noi alla Vergine il potere

di darci al Figlio suo, come il Padre le dà il potere di darlo a noi (O.,43).

_________________________

(1) La Maternità divina per il P. de Bérulle; è uno stato permanente ed eterno,

quindi è permanente e eterno anche il potere che ne deriva. Cinquant'anni

almeno prima del Bossuet, egli aveva già espresso formalmente in queste

parole quel principio di cui si fa tanto onore il grande oratore francese per

stabilire la Mediazione di Maria Vergine. Per altro è risaputo che Bossuet è «il

più illustre dei berulliani ».

186

***

La grazia della Natività è una grazia che stabilisce un nuovo legame e una

nuova relazione della Vergine con l'Eterno Padre, mentre Ella genera il Figlio

del Padre e lo dà al mondo in virtù del disegno eterno: Sic Deus dile it

mundum (Joan., III, 16), relazione speciale con la generazione, e l'amore del

Padre, con la potenza del Padre di generare e di dare al mondo il Figlio suo,

perché questo potere di darlo è fondato su quello di generarlo.

È una grazia che alla Vergine conferisce eminenza, autorità e potere, nel

tempo e nell'Eternità, sopra gli Angeli, sopra gli uomini e sopra tutte le

creature. È una grazia che collega Maria con la Divinità e le dà intimità e

società particolare con Dio ed una nuova dignità al cospetto di Dio medesimo.

Madre di Dio! chi mai potrà comprendere questi due termini? chi potrà

intendere questa Maternità, questa sorta di dignità e di autorità materna al

cospetto di Dio?

Se la grazia ordinaria ci rende degni di Dio: Invenit illos dignos se (Iap., III,

5), cosa sarà della dignità compresa nella grazia di Madre di Dio? È un'autorità

speciale rispetto alla misericordia, come questo mistero è mistero di

misericordia; la Vergine pertanto è Madre di Misericordia e da questo mistero

derivano gli effetti e i privilegi straordinari della sua misericordia (O., 45).

Page 161: Berulle Le Grandezze Di Maria

Il Mistero della Natività è mistero di Gesù e di Maria: è mistero di nascita e di

vita; mistero di vita sofferente e morente, poiché in quello Gesù prende nascita

per morire mentre nella sua nascita divina ed eterna riceve vita, per vivere di

una vita impassibile ed eterna. Mistero dunque che deve legarci al Figlio di Dio

e insieme alla Madre sua. (L., 110).

187

Bisogna riflettere a questi tre punti che si riferiscono all'onore della Natività

temporale di Gesù: 1) Essa adora per istato la Nascita o generazione eterna;

2) dà come suddito all'Eterno Padre il Figlio suo unigenito e Consustanziale; 3)

in tal modo estende la sovranità del Padre Eterno sopra il più degno e più

divino di tutti i sudditi che Possano mai essere compresi nei confini della sua

giurisdizione. Orbene, in Voi, o Vergine è avvenuta quella Natività così augusta

e divina; è Figlio vostro questo Figlio dell'uomo, è carne della vostra carne,

ossa delle vostre ossa, e da Voi e in Voi si è fatto carne della vostra carne, e

dal vostro sangue ha tratto quel sangue prezioso che i carnefici hanno poi

tratto dalle sue vene. (O., 20).

Supplico Gesù nostro Signore e la sua Santissima Madre di benedirci tutti in

questo tempo di grazia particolare, vale a dire in questo tempo della Natività di

Gesù e della divina Maternità della sua santissima Madre. È il tempo di Gesù e

di Maria; è il tempo in cui spandono i loro favori su le anime che loro

appartengono e desidero che siate sempre del numero di queste. Vi offro a loro

per il potere che si compiacciono di darmi su le anime vostre e ne uso a questo

effetto. Li prego di renderci tutti degni di servirli con quella perfezione che

desiderano. (L., 41).

Offriamoci al Padre, al Figlio ed alla Madre! Adoriamo le grandezze della

seconda nascita di Gesù, la quale onora, esalta ed unisce assieme con un

nuovo legame quelle tre persone: il Padre nel potere che ha sul Figlio suo, il

Figlio nell'onore e nell'omaggio che rende al Padre, la Madre nella qualità, nel

potere è nell'autorità ch'Ella possiede verso Colui che è il Figlio del Padre.

Oh Paternità! Oh Filiazione! Oh Maternità.

Ma è meglio adorare con un sacro silenzio ciò che

Page 162: Berulle Le Grandezze Di Maria

188

neppure la lingua degli angeli può degnamente annunciare né agli uomini né

agli angeli medesimi. (Grandezze di Gesù, Vita e Pensiero, pag. 412).

Le bassezze e privazioni dello stato d'infanzia si riducono a tre: dipendenza,

indigenza, impotenza. Per contro queste bassezze sono ripiene di poteri, di

grandezze e di meraviglie, perché sono privazioni e bassezze d'un Dio. 1) La

prima grandezza è la Maternità divina; perché questa è l'effetto dell'infanzia e

non dell'Incarnazione; se (il Figlio di Dio) si fosse contentato di farsi uomo, non

avrebbe avuto bisogno di una madre, ma ne aveva bisogno facendosi uomo

per via d'infanzia; 2) grandezza: l'autorità della Madre di Dio sul Figlio di Dio;

3) la sua influenza continua in Gesù residente in Maria; 4) in quella guisa che

nell'annientamento dell’Incarnazione l'uomo viene elevato sino al trono di Dio,

essendo vero Dio: così nell'annientamento dell'Infanzia, una Vergine viene

elevata alla dignità di Madre di Dio e per questo mezzo i due sessi in questo

doppio abbassamento ricevono un'esaltazione singolare; 5) grandezza. La

Maternità divina stabilisce, tra Dio, e la Vergine un vincolo come quello

dell'infante alla madre sua; in conseguenza di ciò tutte le grazie emanate da

un tale stato (ossia dell'Incarnazione) hanno una speciale dipendenza dalla

Madre di Dio. (O., 49).

Il silenzio di Maria nell’Infanzia di Gesù

Mentre il Figlio di Dio sta in silenzio e nell'impotenza di parlare a motivo della

sua infanzia, noi dobbiamo parlare per Lui e di Lui tanto più volentieri che per

noi si è ridotto in un tale umile stato di silenzio e di impotenza, mentre

secondo il suo Essere proprio e la sua nascita eterna Egli è la potenza, la

parola e la sapienza del

189

Padre. Riconosciamo dunque ciò che Egli è nella Divinità, contempliamo ciò che

si degna di essere nella nostra umanità e consideriamo che la potenza del suo

amore e la grandezza della sua degnazione lo hanno ridotto in questo stato di

Page 163: Berulle Le Grandezze Di Maria

piccolezza e di impotenza. Adoriamo, ammiriamo uno stato così abietto in un

Essere così grande, una tale debolezza in una tale potenza.

Invece di parlare di Gesù, preferirei ascoltare chi mi parlasse di Lui: perché

questo stato di silenzio che vedo in Gesù mi rapisce e mi invita al silenzio,

come pure vedo che rapisce la sua santissima Madre e l'attira Lei pure al

silenzio. Sceglierei più volentieri di tenere compagnia a Gesù e a Maria nel loro

silenzio, piuttosto che a tutto il rimanente del cielo e della terra, ed anche a

quelli che, secondo riferisce il Vangelo, parlano così sublimemente e

divinamente delle meraviglie avvenute in quei giorni. Un tal sacro silenzio è

meglio adatto ad onorare cose sì grandi e profonde ed a venerare degnamente

le grandezze di Gesù nascoste nelle sue bassezze, la Divinità velata dalla

nostra umanità, e la potenza e la sapienza increata coperte dall’impotenza e

dall’infanzia che scorgiamo con gli occhi nostri.

***

Nel sacro tempo dell'Infanzia, di Gesù, Maria è tutta dedicata al silenzio;

questo è la sua porzione, il suo stato, la sua via, la sua vita. La sua vita è vita

di silenzio, la quale adora la Parola eterna del Padre. Vedendo davanti gli occhi

suoi, nel suo seno, nelle sue braccia, quella Parola sostanziale del Padre dallo

stato d'infanzia ridotta alla mutolezza e al silenzio, Maria entra in un nuovo

silenzio e vi è trasformata ad esempio del Verbo Incarnato suo, Figlio suo Dio e

suo unico Amore. La vita di Maria si passa così di silenzio in silenzio, in silenzio

di adorazione, in silenzio di trasformazione; la sua mente e il suo cuore

190

cospirano parimenti a formare e perpetuare in Lei una tale vita di silenzio.

E tuttavia, un soggetto così grande, così presente e proprio di Lei, sarebbe ben

degno delle sue parole e delle sue lodi.

A chi appartiene Gesù più da vicino che a Maria sua Madre, a Maria Madre

senza padre, gloria che a Lei sola conviene come Dio in cielo è Padre senza

madre? Chi dunque, ha maggior diritto di parlare di Gesù che Maria la quale gli

tiene luogo di padre e di madre tutt'assieme e non divide con nessuno la nuova

sostanza di cui lo ha rivestito?

Chi conosce lo stato, le grandezze e le bassezze di Gesù meglio di Maria, in cui

Egli ha riposato per nove mesi, da cui ha preso quel corpicino che copre lo

Page 164: Berulle Le Grandezze Di Maria

splendore della Divinità, come una nube leggera che nasconde il sole, come un

velo davanti al vero Santuario?

Di cose così grandi, profonde e divine, chi parlerebbe più degnamente, più

altamente e più divinamente di Colei che è la Madre del Verbo eterno, nella

quale e per mezzo della quale quelle grandi, cose furono compiute, l'unica

persona che la Trinità abbia scelta ed unita a sé per operare simili meraviglie?

Eppure Maria, rapita dal silenzio del suo Gesù, rimane in silenzio. Uno degli

effetti sacri e divini del silenzio di Gesù è appunto quello di dare alla sua

santissima Madre una vita di silenzio, di silenzio umile, profondo; il quale adora

la Sapienza incarnata in un modo più santo e più espressivo che le parole degli

uomini e degli angeli.

***

Il silenzio della Vergine non è effetto di debolezza o d'impotenza; è un silenzio

di luce e di rapimento, più eloquente nelle lodi di Gesù che l'eloquenza

medesima. È

191

un effetto potente e divino nell'Ordine della grazia, vale il dire un silenzio che

viene operato dal silenzio di Gesù, il quale imprime un tale effetto divino nella

Madre sua e la attira a sé nel suo proprio silenzio, assorbe nella sua Divinità

ogni parola ed ogni pensiero della sua creatura.

Perciò è una meraviglia il vedere che in questo stato di silenzio e d'infanzia di

Gesù, tutti parlano e Maria non parla punto; perché il silenzio di Gesù ha

maggior potenza per tenerla in un sacro silenzio, che non la parola degli angeli

o dei Santi per sciogliere la sua lingua e muoverla a parlare di cose pur così

degne di lode, che il cielo e la terra unanimemente le esaltano e le adorano.

Gli angeli parlano della nascita di Gesù, tra loro e coi pastori: Maria sta in

silenzio.

Si affrettano e parlano i pastori; Maria sta in riposo e in silenzio.

I Re arrivano dall'Oriente e fan parlare la città, lo stato intero, il Sinodo e la

Giudea: Maria sta nel ritiro e nel silenzio.

Tutto lo Stato si muove, ognuno stupisce e parla del nuovo Re ricercato dai

Magi: Maria sta nel suo riposo e nel suo sacro silenzio.

Page 165: Berulle Le Grandezze Di Maria

Nel Tempio, parlano Simeone, Anna la profetessa e tutti quelli che aspettano la

salvezza d'Israele: Maria offre, dà, riceve e riporta con sé il Figlio suo, ma in

perfetto silenzio: tanto il silenzio di Gesù esercita la sua potenza e la sua

segreta impressione su lo spirito e sul cuore della Vergine e la tiene

potentemente e divinamente occupata e rapita nel silenzio.

Così pure, per tutto il tempo dell'infanzia di Gesù, rispetto alla condotta di

Maria ed alla sua pietà verso il Figlio suo e le cose che di Lui si dicono e in Lui

si compiono, il Vangelo non ci dice che queste parole: Maria

192

conservabat omnia verbo, haec conferens in corde suo (Luc., II, 19). Ecco lo

stato e l'occupazione della Vergine; ecco il suo esercizio e la sua vita rispetto a

Gesù durante la divina Infanzia. (O., 39).

Maria nel suo cuore ammirava, conservava e meditava la vita di Gesù.

Poiché il Figlio di Dio si degna di fissare nella nostra umana natura la sua vita

divina, e di vivere tra gli uomini per amore degli uomini, uno degli omaggi che

dobbiamo rendergli in questo suo nuovo stato è di fare che la nostra vita sia

tutta occupata della sua vita, legata alla sua vita, riempita della sua vita,

formata sul modello della sua vita; di fare insomma che la nostra vita non sia

altro che una capacità per raccogliere ed ammirare la sua vita. Tale era la vita

della Vergine, vita tutta occupata della vita del Figlio suo: Erant mirantes super

his quae dicebantur de illo (Lc 2,33); e ancora: Maria autem conservabat

omnia verbo, haec conferens in corde suo (Lc 2,51). Da questi due testi

rileviamo tre cose rispetto alla vita ed occupazione di Maria verso il Figlio suo:

era una vita 1) occupata nell'ammirazione: occupazione sublime, preziosa e

deliziosa; 2) una vita occupata nella conservazione e custodia (nel proprio

cuore, degli atti e delle parole di Gesù), come di un deposito sacro; 3) una vita

occupata nella meditazione, nell'osservazione e nello studio, come in

quell'oggetto che siamo più obbligati a conoscere e nella cui conoscenza

consiste la vita eterna: Haec est vita aeterna ut cognoscent te solum Deum

verum et quem misisti Jesum Christum (Joan, XVII, 3). Come in Dio vi è

un'immensità di essere che riempie ogni cosa: così in questo nuovo essere, in

questo stato, in questa vita di Gesù, vi è una sorta di immensità spirituale, una

dignità,

Page 166: Berulle Le Grandezze Di Maria

193

una grandezza che deve riempire ogni mente creata e formare l'occupazione

perenne d'ogni anima che sia capace di una tal vita; che se vane creature

hanno una vita tutta occupata l'una dell'altra, come il padrone e il servo, il

marito e la moglie, quanto più la nostra vita deve essere, per la grazia, tutta

occupata di Gesù ed anche di Maria, Madre sant'issi ma di Gesù a Lui così cara

e così strettamente ed intimamente unita. (0.,31).

VII

L'EPIFANIA

I. - Una delle occupazioni della Madre di Dio in questo santo tempo

(dell'infanzia di Gesù), come ci riferisce l'Evangelista S. Luca, era questa:

Conservabat omnia verba haec conferens in corde suo (Tutto conservava e

meditava nel suo cuore).

Siccome dobbiamo essere consacrati alla santissima Madre di Dio, dobbiamo

pure imitarla. Poiché uno dei suoi principali esercizi era la considerazione

dell'infanzia del suo divin Figlio, Conferens in corde suo, tale pure deve essere

uno degli oggetti principali dei nostri pensieri.

Dobbiamo pertanto in tutta questo tempo aver cura di prendere come soggetto

delle nostre riflessioni qualche parola del Vangelo della divina Infanzia. Ve n'è

una che, a mio giudizio, dobbiamo meditare con una divozione particolare:

Invenerunt puerum cum Maria Matre jeus (Trovarono il Bambino con Maria sua

Madre. Noi dobbiamo sempre cercare il Figlio di Dio e sempre lo dobbiamo

trovare, perché chi lo cerca lo trova. Qui quaerit, invenit.

Vi sono tre dimore principali nelle quali dobbiamo cercare e trovare Gesù: la

prima è il seno dell'Eterno Padre. Oh quale dimora! Oh quale soggiorno! La

seconda

194

Page 167: Berulle Le Grandezze Di Maria

è l'umanità in cui ha voluto abitare; la terza è il cuore e il seno della Vergine.

Ecco tre dimore insigni, degnissime, ma tutte interiori, tutte spirituali, tutte

divine. Ve ne sono altre più sensibili, perché come il Figlio di Dio con

l'assumere la nostra natura si è reso sensibile, così in questa qualità, ha pure

varie dimore sensibili. Tra queste ve ne sono tre principali: la prima è

Betlemme, dove Egli è nato; la seconda, Nazaret dove è stato concepito ed è

cresciuto; la terza è il Calvario dove ha sofferto ed è morto.

II. - Dobbiamo impiegare tutta la nostra vita nel cercare il Figlio di Dio, e tutto

l'animo nostro nel considerarlo, adorarlo ed imitarlo in quelle tre dimore,

poiché là il Figlio di Dio ha operato la maggior parte dei suoi misteri.

Ma in questo tempo lo dobbiamo particolarmente cercare a Betlemme, in

quella sua più augusta dimora dove è nato. Non dobbiamo più dimorare in noi

medesimi, né nelle nostre abitazioni; dobbiamo fissare la nostra dimora in

Gesù Cristo e in tutto questo tempo dell'infanzia rimanere con Lui a Betlemme.

Là Egli ha compiuto cose grandi; là Egli si manifesta come Figlio dell'uomo, e là

pure la Vergine appare nel suo ufficio di Madre di Dio. È questo il luogo ch'Egli

ha voluto scegliere per la sua prima manifestazione nel mondo, il luogo nel

quale Egli prende possesso della terra.

Dobbiamo considerare i Magi non già come persone private che vengono ad

adorare il Figlio di Dio unicamente per proprio conto; ma come persone che

rappresentano tutto il mondo e vengono a nome di tutta la terra. La terra non

vi pensa, non ne è degna; la terra non ha dato loro nessun incarico di venire,

ne era affatto indegna; ma l'Eterno Padre li ha condotti in rappresentanza di

tutta la terra, quantunque essa non vi pensi.

195

Oh! quale onore rendono questi Re al Figlio di Dio! Quale adorazione!

I pastori erano, già venuti prima, ma non erano persone di qualità, bensì

povera gente, uomini semplici, e, quindi rendevano omaggio al Figlio di Dio per

proprio conto e non per il restante del mondo; era un onore dappoco, per cui

possiamo dire che erano venuti a vedere il Figlio di Dio nato su la terra,

piuttosto che ad adorarlo. Questi Re invece sono persone di qualità, condotti

dall'Eterno Padre medesimo ad adorare il suo Figlio e ad adorarlo a nome di

tutta la terra.

Page 168: Berulle Le Grandezze Di Maria

Oh! quanto è degno tal luogo dove il Figlio di Dio ha operato cosa sì grande.

Oh! quanto è privilegiato Betlemme! In questa ottava vediamo di cercate il

Figlio di Dio, insieme con i Magi in questa dimora.

Nella sua nascita Gesù aveva dato se stesso al mondo, ma non si era fatto

conoscere e mi sembra che vi sia una certa differenza tra la sua nascita e la

sua manifestazione. In questo mistero dei Re invece, Gesù si manifesta al

mondo e si fa conoscere. Egrediatur ut splendor justus ejus, et Salvator ejus ut

lampas accendatur. (Is., LXII, 1).

Il Figlio di Dio nella sua nascita eterna ha parecchie qualità e proprietà: Egli

nasce come Figlio del Padre, Verbo del Padre, Splendore del Padre, Splendor

paternae gloriae (HEBR, 1, 3); parimenti nella sua nascita temporale ha

parecchie qualità e proprietà, e una di queste è di di essere luce e splendore:

Egrediatur ut splendor justus ejus, non solo nella sua persona divina, ma

anche nella sua umanità. Mi pare che S. Agostino spieghi in questo senso le

parole: Qui videt me videt et Patrem, perché nell'umanità di Gesù era impresso

tale uno splendore che non solo la persona divina del Figlio di Dio, ma anche

196

quella divina umanità manifestava la Divinità e la persona del Padre.

Orbene, in questo giorno appunto Gesù incomincia a comparire in tale qualità,

come luce e come splendore, facendosi conoscere al mondo. E poiché Egli

incomincia a dare al mondo questa grazia della sua manifestazione, noi

dobbiamo aver cura di domandargliela. Oh quale grazia una tale

manifestazione! Oh come è degna di essere ricercata! Oggi appunto essa

solennemente incomincia nella persona dei Re e di tutti quelli di cui questi Re

sono rappresentanti e procuratori per missione dell'Eterno Padre; oggi

incomincia non solo per luce, per conoscenza e per adorazione di Gesù, ma

pure per potenti effetti di legami e di appartenenza speciale alla sua divina

persona.

III. - Il Figlio di Dio in questo mistero non si manifesta solo come uomo, ma

come Figlio dell'uomo e come Infante; e i Re lo trovano in questo stato,

Invenerunt puerum, ed è la seconda cosa che dobbiamo considerare in questo

mistero. Il Verbo Eterno poteva farsi uomo senza farsi Figlio dell'uomo, senza

nessuna relazione con gli uomini, ma soltanto con Dio; quando pure avesse

fatto così, gli uomini non avrebbero avuto motivo di lagnarsi, perché sarebbe

Page 169: Berulle Le Grandezze Di Maria

stato cosa conveniente, in certo qual modo, alla dignità di questo Mistero, il

quale essendo tutto divino, avrebbe dovuto riferirsi solamente a Dio e non agli

uomini. Ma per un eccesso di bontà e di misericordia verso gli uomini, Dio volle

che un'opera così degna, così grande e divina, la quale meritava di non essere

fatta che per Lui, fosse nondimeno fatta per gli uomini.

Il Figlio di Dio poteva venire al mondo in istato di uomo perfetto, come un altro

Adamo; poteva fare in questo modo in virtù della sua potenza, ma non ha

voluto usarne come ne aveva usato nel creare Adamo. Ha voluto

197

farsi Figlio dell'uomo e venire al mondo per via di nascita d'infanzia, di

debolezza, di dipendenza e di tutto quanto ne consegue. Orbene, come il Figlio

di Dio poteva farsi uomo senza farsi Figlio dell'uomo, così poteva venir al

mondo come uomo e Figlio dell’uomo e aspettare il manifestarsi quando fosse

stato, uomo perfetto o almeno differire. la sua manifestazione sino al tempo

della sua adolescenza: Egli ha voluto al contrario nascondere la sua

adolescenza nella vita comune ed ordinaria, servile ed operaia, negli uffici più

vili, e manifestarsi nell'infanzia. Una delle grandezze della sua infanzia è

appunto questa che Egli abbia voluto essere primamente conosciuto in quella.

Ha voluto che la sua prima e più augusta manifestazione, avvenisse nella sua

infanzia; e in questa si fa conoscere ai grandi e ad ai sapienti, non solo nelle

sue grandezze ma anche nei suoi abbassamenti, perché non solo si fa

conoscere come Dio e come Figlio di Dio, ma pure come uomo e come Figlio

dell'uomo. Dobbiamo dunque anche noi aver cura di adorare e riconoscere coi

Re le sue grandezze negli abbassamenti della sua umile Infanzia.

IV. - Dobbiamo cercare e trovare il Figlio di Dio, Et invenerunt puerum; ma non

basta; non possiamo trovarlo solo, ma con la Vergine, sua Madre, Cum Maria

Matre ejus; ed è la terza grazia che dobbiamo considerare in questo Mistero. I

Misteri del Figlio di Dio non vanno considerati come azioni che passano, ma

come vive sorgenti di grazie, e di grazie particolari secondo la loro diversità; ed

è opportuno sapere che la grazia propria di questo Mistero è una grazia di

manifestazione di Gesù con Maria e di Maria, con Gesù. Vi sono varie maniere

di applicarsi alla santissima Madre di Dio, di rimanere uniti con Lei e di

appartenerle. E vi sono pure varie

Page 170: Berulle Le Grandezze Di Maria

198

maniere con cui possiamo legarci al Figlio di Dio: ma la grazia, di questo

Mistero è una grazia particolare, che non ci fa conoscere il Figlio di Dio tutto

solo, ma con la sua Madre; non ci lega al Figlio di Dio tutto solo; ma al Figlio di

Dio e insieme alla sua Madre: Invenerunt generum cum Maria Matre eius 1.

Questa grazia li considera tutti e due assieme, e non separatamente; in questa

ottava dobbiamo avere cura di raccoglierla, con quei santi Re, da questo

Mistero.

I Magi considerano Gesù e Maria in un medesimo sguardo, né possono vedere

il Bambino Gesù senza vedere insieme la Madre sua. Una delle grandezze e

benedizioni della SS. Madre di Dio è appunto questa, che il suo divin Figlio ha

voluto manifestarsi in una età e in uno stato in cui era costretto a manifestarla

insieme con se medesimo. Il bambino, infatti, non sussiste che mediante la sua

madre ed è in una dipendenza continua dalle braccia e dal seno della madre. In

onore dunque di questo mistero ed ad imitazione dei Re Magi, e del Re dei Re

che si mette tutto a disposizione di Maria ed è tutto rivolto a Maria, in questo

Mistero dobbiamo raccogliere il frutto delizioso di una speciale appartenenza a

Maria, di una dedizione di tutto l'esser nostro a Maria con un intimo sentimento

della nostra indigenza e in una perfetta dipendenza dalla sua persona, dai suoi

poteri e dai suoi voleri. (O., SI).

V. - I Magi sono condotti dalla stella; questa stella rivela ed annuncia Gesù,

conduce a Gesù ed alla Stella che possiede Gesù, vale a dire a Maria.

Voi siene un stella, o Vergine Santissima, una stella più brillante di quelle del

cielo: una stella su la terra.

__________________________

(1) Così per il Card. de Bérulle e la scuola la devozione alla Vergine è una

stessa cosa con la devozione al Verbo incarnato, Maria è indissolubilmente

unita a Gesù ed alle sue opere.

199

Page 171: Berulle Le Grandezze Di Maria

ma che offusca le stelle del Cielo, e dinanzi alla quale gli angeli si dileguano e

perdono la loro luce; una stella su la terra, ma comparsa in cielo prima che su

la terra; una stella che conserva la sua luce alla presenza di sole, anzi che

genera un sole, ossia Gesù! E voi, o Magi, sotto la condotta della vostra stella,

e più ancora della vostra fede, troverete questo sole e questa stella, e questo

sole in mezzo a questa stella, vale a dire Gesù nel seno e nelle braccia di Maria

che porta il Figlio suo, suo Dio è suo Tutto, e ve lo presenterà.

O Re sapienti, o unici sapienti del mondo; che avete saputo cercare, trovare e

adorare Gesù su la terra!

La vista della vostra infanzia, o mio Gesù, in questa stalla e nella povertà, mi

rapisce; ma mi sento inebriato di gioia nel vedere ai vostri piedi i sapienti, i Re

e i tesori, vale a dire; la sapienza, la grandezza, l'opulenza della terra che

rendono omaggio alla Sapienza eterna nascosta nella vostra infanzia, alla

vostra impotenza ed alla vostra povertà.

Nella persona di questi tre Re, in quanto sono ricchi, contemplo tre diversi

omaggi che l'Eterno Padre rende al Figlio suo fatto bambino, e fa rendere

all'infanzia, all'impotenza ed all'indigenza di Gesù; mentre considera i Magi

come i procuratori generali di tutti i sapienti, di tutti i re, di tutti i ricchi e in

genere di tutti i Gentili, i quali nella persona dei Magi incominciano a fare ciò

che si farà poi in tutta la superficie della terra, quando i sapienti, i grandi ed i

ricchi saranno i servi di questo Gesù e troveranno la loro felicità nel servirlo

eternamente. Servi ejus servient ei. (Apoc., XXXII, 3).

VI. - Ma perché, o sapienti, perché partite? Perché non restate ai piedi di

questo divin Bambino e della sua Madre santissima? Qui bisogna vivere e

morire, perché

200

qui v'è la vita e insieme la morte: la vita della grazia e la morte del peccato.

Come mai potete abbandonar Gesù dopo di averlo conosciuto? Ma Gesù

medesimo vi separa da Lui, per congiungervi con Lui in una nuova maniera;

nei suoi tesori Gesù contiene grazie di unione e grazie di separazione, grazie

che uniscono mentre separano e che separano mentre uniscono. Dico che Egli

possiede, tali grazie nei suoi tesori e non già nei tesori che gli avete apportati,

perché i suoi tesori sono ben diversi dai vostri. Sono tesori i suoi, che Egli

apporta al mondo e che la terra non può dare a Lui. Egli possiede tesori di

Page 172: Berulle Le Grandezze Di Maria

scienza che la terra ancora non conosce, e una scuola di luce superiore alla

capacità delle scuole umane. La scuola di Gesù, del Bambino Gesù, intende

bene questi termini, queste verità, e sa bene produrre questi effetti nel silenzio

e nell'umiltà. (O., 52).

Nel trionfo di Gesù Bambino che attira i Re e gli angeli ad adorare la sua

debolezza e la sua infanzia, s'incontrano i due estremi, Ecce Magi. Le grazie

proprie di questo mistero sono:

1) La grazia di cercare Gesù Cristo: Ubi est qui natus est (MATT., II, 2);

La grazia di trovarlo: Invenerunt (Ibid., II);

La grazia di trovarlo con Maria;

La grazia di essere posseduti da Gesù e da Maria: Adoraverunt eum (Ibid.);

con queste grazie il Figlio di Dio impresse nei Magi la sua potenza, prese

possesso di loro, possesso non interrotto e di cui vedremo la continuazione nel

Cielo;

5) La grazia di essere guidati da Gesù, come i Magi

201

lo furono da Lui per mezzo dell'Angelo: Admoniti in somnis (Ibid, 12). Il

Bambino Gesù non ha lingua per parlar loro, ma supplisce servendosi di un

angelo per manifestar loro la sua volontà.

6) In questo mistero la Vergine esercita il suo potere nel manifestare Gesù,

come nella Natività lo esercita nel dare Gesù. È appunto una delle grandezze

della Vergine questa insigne manifestazione del Figlio di Dio, la più ammirevole

che sia avvenuta nell'infanzia ed anche nel corso della vita di Lui;

manifestazione ch'Egli ha pubblicata nel mondo con la sua fuga e con la

persecuzione dì Erode, manifestazione nella quale venne iniziata ed inaugurata

la vocazione dei Gentili.

In nessun altro stato della sua vita, ma solo in questo mistero il Figlio di Dio

attirò a sé i Re; quantunque Egli operasse miracoli non venne seguito né dai

Re, né dai grandi.

Vergine santa, manifestateci Gesù I (O., 54).

Page 173: Berulle Le Grandezze Di Maria

VIII

PRESENTAZIONE DI GESÙ AL TEMPIO

Vi sono due sorte di manifestazioni di Gesù Cristo al mondo: una pubblica ed

ordinaria, che è quella della fede, l'altra, più interiore, segreta e straordinaria:

la prima incomincia nella Natività, la seconda nella Presentazione al Tempio in

cui Gesù si rivela a Simeone e a Sant'Anna la profetessa. Dimodoché tutte le

manifestazioni interne che Dio ha fatto dopo e farà ancora alle anime sante e

devote hanno in questa il loro fondamento. Onoriamo questa manifestazione, e

preghiamo Gesù che diii renda capaci di riceverla. Questo dobbiamo desiderare

sopra ogni cosa; e cercar sempre di essere più uniti al Figlio di Dio

202

e di conoscerlo meglio, grazie che ci verranno date per mezzo di questa

manifestazione. (O., 57).

Il Figlio di Dio viene nel mondo per il bene del mondo. Il cielo, la terra e tutte

le creature partecipano a benefici effetti di questo viaggio. È questo un viaggio

segnalato, perché Colui che manda è l'Eterno Padre, Colui che è mandato è il

Figlio suo: le due prime persone della Divinità. In questa degnazione, in questo

felice viaggio d'una persona di così grande dignità ed autorità per un sì grande

disegno, il primo passo del Figlio di Dio è a Nazaret; il secondo a Betlemme, il

terzo e Gerusalemme e al Tempio per la sua Presentazione nelle braccia della

Madre sua. Mi sembra questo un Mistero di dolore e di rigore, se è lecito

parlare così. A Nazaret infatti, non vi è che silenzio, ma non vi è che

grandezza. Un angelo parla, e un angelo tra i più elevati, e parla alla Vergine

con tanto rispetto, e non le parla che di cose celesti e sublimi, cioè della

pienezza della grazia, della presenza del Signore con Lei, della discesa dello

Spirito Santo in Lei, della virtù dell'Altissimo che sta per investirla, del Figlio

ddl'Altissimo che sarà suo Figlio e regnerà in eterno. Là non si parla che di Dio,

del suo unico Figlio, e di quella grande eminente dignità di Madre di Dio

sconosciuta prima al cielo ed alla terra.

A Betlemme vedo, è vero, qualche bassezza: una stalla, un presepio, un bue

ed un asino; ma vi trovo pure cose così grandi che queste bassezze quasi non

compaiono più, tanto sono assorbite da grandezze e da gloria. Vedo un Dio

Page 174: Berulle Le Grandezze Di Maria

nascente ed una Vergine Madre di un Dio. Vedo gli angeli, il cielo e la terra che

accorrono al presepio. Vero i Re che adorano la maestà di quel divin Bambino;

vedo le grandezze del cielo e della terra prostrate davanti a Lui. Tante luci e

splendori mi abbagliano e mi stupiscono: il cielo con le sue luci, la terra con ciò

che in essa

203

vi ha di più grande, di più sapiente, di più santo e di più alto; tutto questo

conspira unanimamente a riconoscere, a proclamare, ad adorare

l'abbassamento e le grandezze, la Divinità e l'umanità di quel Bambino: I Re, i

Magi ed i sacerdoti conspirano gli uni a cercare, gli altri ad indicare dove sta il

tesoro dell'universo, la luce del mondo e la gloria d'Israele.

Ma questo mistero della Presentazione è di dolore più che di gaudio, di

umiliazione più che di grandezza. Qui vi è Gesù, vi è la Vergine, vi è Simeone:

tre soggetti principali di questa solennità. È questo il primo viaggio di Gesù su

la terra, nella sua propria persona portata tra le braccia della santissima sua

Madre, perché le sue gambe non sono ancora, adatte a rendergli questo

servizio. Ma quel primo movimento di Gesù su la terra guarda al Tempio e a

Gerusalemme, ed è quindi il primo luogo che Egli visita e onora della sua

presenza: quella città dove dirà poi tante parole, compirà tante opere e soffrirà

tanti dolori.

Gesù va al Tempio per offrire se stesso a Dio suo Padre; va a Gerusalemme

come per prendere possesso, fin dal suo ingresso nel mondo, di quel luogo

dove soffrirà per il mondo.

Quel Divin Bambino è Bambino quanto al corpo, ma non è Bambino quanto

all'anima. Conosce se medesimo come Dio, conosce i patimenti cui è destinato;

e l'ardore dell'anima sua lo porta in quella città, come per riconoscere, fin da

quell'ora, il campo dove vincerà il nemico, cioè il Demonio e il peccato, e darà

la vita al mondo. Di tutti i luoghi, il più importante per Gesù nella sua vita, e

per noi in Gesù, è Gerusalemme dove Egli consumerà la sua vita per il suo

popolo e donde partirà per discendere agli inferni, salire al cielo e compire le

profezie che lo riguardano. È appunto questo il primo luogo ch'Egli

204

Page 175: Berulle Le Grandezze Di Maria

visita, che va a dedicare, Egli stesso e a consacrare con la Sua presenza. Quel

Bambino portato nelle braccia della santissima sua Madre, che prende il suo

riposo nel seno di Lei e sta chiuso in un Sacro silenzio, apre gli occhi e la

mente nell'avvicinarsi a quella città, e guarda i luoghi dove si compieranno i

suoi misteri: quel Tempio dove va ad offrirsi, quel Calvario dove dovrà morire

in Croce, quel monte degli Ulivi donde partirà fra pochi anni per compiere il suo

viaggio dalla terra al cielo.

Ecco quella porta, o divin Bambino; Voi la vedete; per quella Voi entrate in

compagnia di Giuseppe e di Maria: ma Voi la guardate pure come la porta per

la quale uscirete per andare al Calvario nella compagnia dei ladroni in mezzo ai

quali sarete inchiodato su la Croce; Voi guardate quelle strade che saranno

bagnate dal vostro sangue, quando vi passerete per l'ultima volta, portando su

le vostre spalle, come Isacco, il legno del sacrificio, la Croce su la quale sarete

consumato in olocausto. Tali sono i vostri pensieri, o Gesù! in questa solennità,

e tali devono pure essere i nostri. Voi andate al Tempio ad offrirvi come Ostia

all'Eterno Padre, e noi pure dobbiamo offrire noi medesimi a Lui con Voi.

Voi andate ad offrirvi, e siete l'ostia, l’oblazione e il sacerdote perché offrite Voi

medesimo, e questa festa è il primo rito esterno e come la dedicazione di

quell'oblazione che Voi fate di Voi medesimo a Dio Padre, oblazione che avete

incominciata nel primo istante della vostra Incarnazione, che avete continuata

nel seno della Vergine come nel primo Tempio della vostra gloria. Voi la fate

incessantemente questa oblazione di Voi stesso, ma noi non siamo capaci in

questa vita mortale di ricordarla sempre. Questi giorni, questi misteri, queste

circostanze che ritornano in certi tempi, sono segni temporali della vostra

oblazione perpetua. Voi siete anzi l'Ostia e l’oblazione

205

medesima, sempre Ostia e sempre Oblazione. Così, infatti, avvengono le cose

grandi, celesti e divine. Non siete soltanto vivente, siete la Vita, siete la Luce, e

così siete l'Ostia e l'Oblazione medesima ...

Ecco il vostro stato in questa solennità, la sostanza di questo mistero: è una

festa di oblazione e di consacrazione di Voi medesimo all'Eterno Padre, festa

che incomincia nell'Incarnazione e non cessa mai, ma qui è segnata da speciali

circostanze e cerimonie; è festa che si celebra su la terra, ma viene celebrata

nel cielo; nel cielo, infatti, la vostra generazione eterna è la prima operazione

dell'Eterno Padre e la prima festa dell'eternità; così questa oblazione del Figlio

di Dio incarnato, è la prima azione, il primo movimento dell'Uomo-Dio verso il

Page 176: Berulle Le Grandezze Di Maria

Padre Eterno: la prima festa e solennità dell'unione ipostatica. Sono queste le

grandi cose che avvengono in questa occasione tra il Padre e il Figlio portato

nelle braccia di sua Madre; e avvengono per noi. È quindi nostro dovere di

liberarci dai pensieri bassi e deboli, dei figli di Adamo, per investirci dei grandi

pensieri di Gesù e partecipare all'oblazione ch'Egli fa di se medesimo a Dio suo

Padre per noi. (O., 55).

Dio è degno di lode e di ammirazione nelle sue vie rispetto all'unigenito suo

Figlio e nell'ordinamento della vita di Lui su la terra. La sapienza eterna ed

increata è incarnata e nascosta, ma non assorbita nell'Infanzia; dobbiamo

contemplare come questa sapienza disponga e regoli le azioni del divin

Bambino; come ne diriga i passi, i movimenti e gli sguardi. Questa disposizione

e questo Ordinamento sono divini ed ammirabili. Non dobbiamo fermarci alla

lettera ed alla scorza del mistero, ma penetrarne il midollo, l'interiore e lo

spirito.

Colui che viene portato da Betlemme a Gerusalemme è bambino quanto al

corpo, ma non quanto all'anima.

206

Viene portato nelle braccia di sua Madre … ma, lo spirito del Bambino conduce

la Madre, l'anima e le ispira questo viaggio, e la Madre lo fa per impulso del

divino Infante ... L'anima del divino Infante è deificata per la grazia; ed è

questa una grazia sostanziale in quanto alla persona, e personale in quanto

all'Essere Divino che riempie questo essere Umano. Egli è capace di reggere il

cielo e la terra, gli uomini e gli Angeli; e lo spirito che anima questo Bambino e

in Lui risiede; è quel medesimo che conduce la Madre sua.

Gesù pertanto compie questo viaggio con l'uso perfetto della ragione, con l'uso

divino di se medesimo. Sa che va a Gerusalemme, sa che Gerusalemme è il

luogo che fu l'oggetto delle profezie ed è luogo consacrato ai suoi patimenti. Sa

che quello è il luogo che sarà onorato della sua presenza e dove risuonerà la

sua parola; il luogo dove i suoi miracoli ecciteranno lo stupore del popolo; il

luogo, che sarà bagnato dal suo sangue, che sarà distinto per la sua morte, la

sua sepoltura e la sua esaltazione nei cieli.

Gesù va a Gerusalemme come in una lizza onde considerare di buon'ora il

campo dove riporterà la vittoria sul demonio, il luogo santo dove offrirà il suo

Sacrificio a Dio per la salvezza dell'universo e la gloria del Padre suo.

Page 177: Berulle Le Grandezze Di Maria

Egli vuole pertanto che il suo primo viaggio sia in questo luogo, che il suo

primo movimento sia di andarvi, che i suoi primi sguardi si portino a

contemplare quel Tempio, quella città quelle vie, quelle porte per le quali

passerà un giorno carico della sua Croce, ma carico più ancora del peso dei

nostri peccati; quell'Orto degli Ulivi dove soffrirà; quel monte Calvario dove

morirà; quel monte degli Ulivi donde benedicendo salirà al Cielo.

Gesù non è venuto su la terra se non per morire, per ciò vuole che i suoi primi

passi e i suoi primi sguardi

207

siano rivolti ai luoghi dei suoi patimenti e della sua morte.

Ecco i primi passi e i primi sguardi di Gesù su la terra. Questi sono i pensieri di

Gesù mentre riposa nelle braccia della Madre sua, ma non sono ancora i

pensieri di Maria. Egli la conduce al Tempio affinché ne senta le prime notizie.

Si serve per questo della lingua di Simeone onde comunicargliele, perché non

può ancora, Lui medesimo, sciogliere la propria lingua. Così pure fra pochi

giorni prenderà in prestito dal cielo una lingua angelica onde avvertire

Giuseppe di fuggire in Egitto; come ora prende in prestito la lingua di un uomo

giusto per rivelare a Maria che bisogna incamminarsi nella via del dolore. Così

questo divin Bambino, mentre lo vediamo piccolo e debole, come Signore del

Cielo e della terra fa servire il cielo e la terra alle sue ordinazioni, e impiega

uomini e angeli a manifestare gli ordini dell'Eterno Padre sopra di Lui, in attesa

che possa Lui medesimo pubblicarli e rivelarli. (O., 56).

IX

FUGA IN EGITTO - VITA A NAZARETH

Nel Figlio di Dio dobbiamo adorare, ammirare e imitare due stati di singolare

abbassamento: l'uno nella sua nascita, l'altro nella sua morte; l'uno

nell'infanzia, l'altro nella sofferenza; l'uno nell'ingresso, l'altro all'uscita dalla

vita. E quello dell'infanzia ha questo di particolare che è durato lungo tempo

senza ch'Egli abbia voluto dispensarcene neppur di un momento, in tanti mesi,

nei quali poteva far tante cose così facilmente, così ragionevolmente, così

Page 178: Berulle Le Grandezze Di Maria

divinamente. Che vi era mai di più facile per Lui, che tutto sapeva e tutto

poteva, di sciogliere la sua lingua

208

e dir qualche parola? Che vi era di più ragionevole che di concedere un tal

favore ai Re che erano venuti cosi da lontano à cercarlo ad adorarlo, o almeno

per la sua santissima Madre?.. Eppure Gesù osserva esattamente il silenzio

nella solitudine della sua infanzia: silenzio e solitudine d'impotenza, ma

d'impotenza volontaria che non interrompe mai neppur con una sola parola

neppure in favore della sua santa. Madre. Oh! quanto era degna Maria di

conversare col Figlio suo! E quanto era facile per Gesù sciogliersi da tale

impotenza! Oh! quale privazione per la Madre! Quale privazione per il Figlio!

Ma Gesù non vuole rompete il silenzio, neppure a favore, di se stesso, neppure

per dare avviso dell'imminente pericolo in cui si trova per la crudeltà di Erode!

Egli aspetta invece che l'Eterno Padre invii dal cielo un angelo per dire di notte

e in tutta fretta, a san Giuseppe: Surge, recipe puerum et matrem eius: il

tesoro del Padre e insieme del mondo!, et fuge in Egyptum (MATTH., II, 13).

Oh degna unione del Figlio e della Madre! puerum et matrem eius; oh degna

sollecitudine e cura dell'Eterno Padre verso il Figlio e verso la Madre! oh tesoro

del Padre e del mondo in Gesù e Maria! (O., 49).

Onorate lo stato e la dimora di Gesù e di Maria in Egitto. Indirizzate

all'omaggio di questo stato le vostre disposizioni presenti. Distaccatevi da voi

stesse per non separarvi da Gesù e dalla sua santa Infanzia, di cui fa parte

questo stato, stato di sofferenza e insieme di cattività; stato di cui le

grandezze e le qualità sono sconosciute ed anche disprezzate, stato nel quale

Gesù e Maria sono private dalla dimora in mezzo al popolo di Dio; Egli il Figlio

unico di Dio, e Ella la Madre di Dio, Gesù e Maria si compiacciono di farvi

partecipi delle grazie che hanno acquistate e meritate in tale stato. (L. 109).

209

***

Considerando la Fuga di Gesù in Egitto ho ponderato profondamente e con

grande attenzione il disegno di Gesù Cristo in tale circostanza: la sua persona

era oltremodo degna e nobile; la sua anima malgrado la sua infanzia era

Page 179: Berulle Le Grandezze Di Maria

estremamente grande e godeva dell'uso perfetta della sapienza. Ma di più

godeva di una luce divina, e ciò che è ben di più ancora, aveva il pieno ed

intero godimento di Dio. E tuttavia ha voluto soffrire così presto, non solo col

risentire le infermità così lunghe dell'infanzia, ma pure tutti gli inconvenienti e i

disagi di una fuga, e scegliere un mezzo così penoso in un'età così tenera e in

una stagione così disastrosa, benché avesse potuto disporre diversamente le

cose e prendere mezzi più facili ... In tal modo è manifesto che non solo non

ha voluto diminuire, ma invece ha voluto aumentare in quest'ordine della

provvidenza i disagi della sua propria persona, e quelli di Maria e di Giuseppe,

che Egli amava con tanta predilezione. (Ritiro spir., VI).

Et erat subditus illis

Onoriamo il santo ed umile stato di dipendenza e di umile docilità al quale il

Figlio di Dio si è compiaciuto di ridursi, nel corso di vari anni, rispetto alla sua

santissima Madre. Infatti, Gesù non ha voluto soltanto ricevere da Maria la vita

umana e nascere da Lei costituendola Madre sua, ma ha voluto ancora

abbandonarsi su la terra alla sua condotta ed alla sua direzione, volendo

essere Figlio in istato d'indigenza e di dipendenza, secondo la condizione della

sua santissima, divinissima ed umilissima infanzia. In cielo Egli reggeva gli

Angeli, e su la terra era soggetto a Maria e diretto da Maria. (L., 4).

210

Imitiamo l'esempio di obbedienza che ci vien dato da Gesù Cristo; lo spirito di

Dio, infatti ci rappresenta la vita e le azioni di Lui per lo spazio di trent'anni

sotto l'unica espressione e l'unico esercizio dell'obbedienza: Et erat subditus

illis, per farci intendere che tutta la sua vita in questo lungo tempo non fu altro

che una perpetua soggezione (O., 185).

Maria modello della vita attiva

Colui che eternamente vi ha generato, o Figlio Unigenito di Dio, vi ha dato pure

una dimora degna della vostra essenza e della vostra nascita, vi ha dato

residenza in se medesimo, perciò avete detto: Ego in Patre. Io dimoro nel

Page 180: Berulle Le Grandezze Di Maria

Padre. Così Voi siete in Lui come siete suo Figlio, è avete con Lui una società

perfetta, società di essenza di operazione e di amore. Il Padre e Voi, vivete

assieme una vita eterna, una vita indipendente da tutto quanto è creato.

Perciò l'amore e non la necessità vi fa cercare un'altra dimora; l'amore vi

induce a uscire dal seno del Padre per venire nel mondo, secondo la vostra

parola. È ivi Padre et veni in mundum. Voi venite a prendere quaggiù una

dimora molto disadatta, è vero, per la vostra grandezza, ma molto conveniente

e naturale per il vostro amore, per la vostra bontà infinita che vuol compiere

una effusione, una comunicazione infinita di se stessa alle vostre creature.

Come dunque avete un Padre nel cielo, volete pure avere una Madre su la

terra; come state nel Padre vostro, volete pure stare nella vostra Madre, nel

suo seno verginale per nove mesi, e nel suo Cuore per sempre. Ella vi riceverà

come suo Figlio nel suo Nazaret, nella sua eredita paterna, nella sua casa, e

voi ne portate umilmente il nome poiché vi chiamano Gesù di

211

Nàzaret. E quella piccola borgata dal vostro concepimento e dalla vostra

residenza è più onorata che non siano onorati i più grandi palazzi, le più grandi

città, le più grandi province e tutto il mondo assieme, dal nome illustre di tutti

quelli che mai vi hanno avuto nascita e residenza.

Ma o Signore, se volete una dimora differente da quella che la grandezza della

vostra nascita vi ha data nel Padre vostro, perché non fate Voi un nuovo cielo e

una nuova terra? Perché non fate un nuovo mondo apposta per Voi che siete

l'Uomo nuovo, come faceste questo mondo per colui che divenne l'uomo

vecchio? Che se questa terra vi piace, perché non vi fate un nuovo paradiso

come ne faceste uno appositamente per Adamo, benché questi dovesse starvi

così poco tempo? Ma quel medesimo amore che nel mistero dell'Incarnazione

vi ha uscire dalla vostra casa paterna, vi fa pure scegliere una dimora tra gli

uomini come Figlio degli uomini, una dimora su la terra come figlio di Adamo,

una dimora a Nazaret come Figlio della Vergine; e come là siete stato

concepito, là pure vivete e dimorate.

Ma dopo aver vissuto trent'anni con la Madre vostra in quella piccola casa, quel

medesimo amore che vi ha fatto uscire dalla casa del Padre vostro, vi fa pure

uscire dalla casa di vostra Madre per entrare nella vita pubblica come Dottore,

Profeta, Messia dei Giudei e Salvatore del mondo. Perciò avete voluto lasciar

Nazaret, e stando fra gli uomini nella condizione di uomo mortale e passibile

per la salvezza degli uomini, avete fatto la scelta di una nuova famiglia e di

Page 181: Berulle Le Grandezze Di Maria

una nuova casa, la quale vi servisse di ricovero, se non ordinario, almeno

frequente, familiare e particolare, ed è la casa delle sorelle Marta e Maddalena.

Così a Nazaret sostituite Betania, poiché i nazareni vi scacciano e vi bandiscono

dal loro paese. Non

212

riconoscendo né la vostra dignità né il loro dovere, cambiano in condanna la

loro fortuna e in maledizione la loro benedizione.

Nella Sacra Scrittura troveremo che il vostro amore ha preso in questa santa

famiglia il suo riposo; ce lo manifesta il discepolo prediletto, degno segretario

del vostro amore. Egli, infatti dice: Diligebat Jesus Martham, Mariam et

Lazzarum. L'amore vi ha fatto dimorare in Nazaret, l'amore vi fà dimorare in

Betania. Il divino amore che siete venuto ad apportare in terra, è il degno

provveditore della vostra dimora.

Noi troviamo tre città specialmente onorate dalla vostra presenza: Nazaret,

Cafarnao, Gerusalemme. Troviamo pure del Vangelo tre vostre abitazioni o

dimore: la mangiatoia, di Betlemme che gli animali vi dànno in prestito nella

vostra nascita; la stanza della casa di Nazaret che la Vergine vi dà per la

vostra educazione, ed anche come sua proprietà e sua eredità, dopo di avervi

dato il suo cuore, il suo seno e la sua propria sostanza; e infine la casa di

Betania che Marta e Maria di Maddalena vi offrono come casa di riposo nei

sudori e nelle fatiche della vita pubblica dedicata al vostro ministero.

Oh città! Oh case! Oh abitazioni sante! Quante grazie, quante meraviglie,

quanti effetti preziosi e divini si compiono in queste dimore del Verbo

incarnato, il quale è l'onore, l'amore e da delizia del cielo e della terra!

Contentiamoci ora di parlare della vostra dimora, o Gesù, presso Marta e

Maria, dove avete passato tante ore, tanti giorni e tante notti, dopo che la

vostra vita venne tutta dedicata alla salvezza dei peccatori ed agli interessi del

Padre vostro. Nei dintorni di questa casa avete voluto operare il più grande dei

vostri miracoli, la risurrezione di Lazzaro; là avete passata l'ultima settimana

della

213

Page 182: Berulle Le Grandezze Di Maria

vostra vita laboriosa e dolorosa sopra la terra; da quella dimora voi partite per

il vostro ingresso in Gerusalemme, e per quel miserando trionfo che fa scorrere

le vostre lacrime. Da quella casa ancora Voi partite per andar a celebrare

quella Pasqua tanto sospirata, e quindi per andare alla Croce; là avete versato

tante lacrime, seminato tante divine parole, operato tante meraviglie che la

terra nel suo accecamento deve ignorare, ma che il Cielo ha l'accolto per

custodire, conservarle e rivelarle a suo tempo nella sua luce.

Orbene, in questa casa da Marta, e Maria, avete operato cose più insigni che in

qualunque altra dopo Nazaret. In quella santa casa: avete stabilito due sorte di

vite differenti... ed avete voluto esprimerne l'immagine e rappresentarle in

quelle due sorelle, tutte due sante e venerabili... Di queste vite, una è la vita

contemplativa rappresentata nella Maddalena; l'altra è la vita attiva pratica,

insegnata e indicata in santa Marta.

Queste due sorelle, onorate dal loro comune servizio di pietà verso il medesimo

oggetto ossia verso Gesù Cristo, ci insegnano che quelle due vite devono

essere unite a vicenda nella carità, come due sorelle germane e congiunte per

affinità nel medesimo Gesù Cristo. Quelle due vite, infatti, si riferiscono al

medesimo Gesù e lo onorano con la medesima intenzione e la medesima pietà:

sia pure con azioni e funzioni molto differenti. La vita attiva e la vita

contemplativa devono rivolgersi a Gesù come al loro oggetto e derivare da

Gesù come dalla loro sorgente e dalla loro origine, perché in Lui troviamo la

vita attiva e la vita contemplativa, ed Egli deve essere il modello che dobbiamo

considerare ed imitare in ambedue quelle vite.

S'ingannano coloro che hanno poca stima della vita attiva di Marta. Dio è

grande: tutto è grande nella casa del supremo tra i Grandi, ed Egli dà

grandezza a tutto

214

ciò che lo concerne; nel suo Tempio tutto era d'oro, tutto, persino gli

smoccolatoi del candeliere.

A questo fine consideriamo una grande verità la quale onora la grandezza del

mistero dell'Incarnazione. Avendo il Figlio, di Dio col suo avvento rialzato la

natura umana, ha pure rialzato le funzioni ed azioni della vita comune; dopo

che è venuto nel mondo il Figlio di Dio, lo stato della vita attiva è ben altro di

quello che fosse prima. La vita attiva è una condizione e un genere di vita

ch'Egli ha stabilito per la santificazione di molti, in onore, ed imitazione, in

Page 183: Berulle Le Grandezze Di Maria

partecipazione e in dipendenza della vita di cui Egli medesimo ha voluto vivere

su la terra, specialmente nei tre ultimi anni della sua dimora e della sua

convivenza con noi. Egli ha voluto che Marta fosse eminente in questo stato, in

questo genere di vita, ed essere Lui medesimo il principio, il fine e l'esemplare,

non solo, ma anche l'oggetto della vita attiva di lei.

Una tale vita attiva, di cui l'oggetto è Gesù Cristo medesimo, ebbe principio

nella Vergine: Maria fu la prima che servì Gesù su la terra, in varie maniere

tutte divine che a Lei sono affatto proprie e a Lei soltanto possono convenire,

in virtù della sua qualità di Madre; appena infatti Dio entrò in quello stato in cui

ebbe bisogno dei nostri servizi, la Vergine gli diede il suo sangue e il suo latte;

lo servì con l'opera delle sue mani e lo servi divinamente in tutte queste cose,

come Madre e degna Madre di Dio. Dopo la vita attiva della Vergine, la più

eminente è quella di santa Marta. (O., 101).

215

X

MARIA SUL CALVARIO

Ciò che dall'Autore si dice di Santa Maddalena con maggiore ragione va detto

di Maria Vergine.

Dopo la santissima Vergine Madre di Gesù, con la quale non si possono

mettere a confronto le discepole e serventi di Gesù, nessuna anima, né allora

né dopo, dalla Croce di Gesù ha raccolto amore e dolore più di Maddalena.

Il testo sacro unisce Maddalena alla Vergine in questo giorno memorabile, in

quella grande azione, in quella vicinanza della Croce Juxta Crucem Jesu.

Maddalena è sempre fedele a Gesù, cerca Gesù, assiste Gesù che soffre: né si

contenta di essere presente, tanto non basta al suo amore, ma si avvicina a

Gesù ed alla sua Croce; non si ferma ad una certa distanza come le altre pie

donne della Galilea, le quali da lungi contemplano un tale spettacolo di amore e

di dolore estremo. Maddalena si unisce alla Vergine e si avvicina a Gesù ed alla

Croce, come dice san Giovanni. È intimamente unita a Gesù in Croce; e quel

sangue che scorre dalle piaghe di Gesù è il cemento che unisce assieme il

Page 184: Berulle Le Grandezze Di Maria

Cuore di Gesù e quello di Maddalena. Maddalena è affissa alla Croce di Gesù

con dei chiodi, più forti di quelli coi quali i Giudei vi hanno appeso il suo

Salvatore e il suo Amore. Gesù vede dunque Maddalena ai suoi piedi e

Maddalena contempla Gesù in Croce. I loro sguardi si incontrano e i loro cuori

sono come due specchi i quali, essendo vicini, si riflettono l'uno nell'altro. Chi

vedesse il Cuore di Gesù vi vedrebbe impressa Maddalena; e chi vedesse il

cuore di Maddalena, vi vedrebbe vivamente impresso Gesù e Gesù sofferente.

216

Lo spettacolo di amore e di dolore (della Croce) non allontana Maddalena,

nonostante la tenerezza, la dolcezza e la desolazione del suo cuore, perché ìl

suo amore, più grande, più forte e più attivo che il suo dolore, l'avvicina a

Gesù ed alla Croce, poiché è la Croce di Gesù. Ella si unisce alla santissima

Vergine e seguendola nell'amore di Gesù, si avvicina a Lei e a Gesù ed alla

Croce dove è inchiodato Gesù. S. Giovanni dice di Maddalena come della

Vergine: Stabant juxta crucem; e la comprende sotto una sola espressione

dicendo queste due grandi parole: Stabant e juxta; due parole applicate da un

medesimo spirito a Maria Madre di Gesù e a Maddalena discepola amante di

Gesù, e a loro applicata dallo spirito di Gesù e dalla persona del suo diletto

discepolo. Queste due parole ci rivelano un nuovo segreto nella scuola di Gesù

e del suo amore; ci rappresentano un nuovo e grande stato della Vergine e di

Maddalena, uno stato di appartenenza e di vicinanza alla Croce di Gesù ed a

Gesù in Croce... Benedetto questo stato di Maddalena costante, ferma e vicina

a Gesù ed alla sua Croce! Oh! stato degno di Gesù, degno della Croce di Gesù,

degno di quel tempo santo in cui Gesù compie il gran Sacrificio ... e in cui

Gesù, che è la vita e allora la vita morente, stabilisce varie sorte di vite, le

quali sono altrettanti stati differenti nella grazia del cielo e della terra.

Il nuovo stato di cui partiamo è appunto uno di questi e si trova nobilitato dalla

compagnia della Madre, di Gesù e dalla unione con Lui. Oh! nuovo Ordine della

Croce e insieme del cielo! Ordine interiore ed invisibile per gli uomini, ma

visibile per gli angeli! Ordine delle anime crocifisse con Gesù e da Gesù! Ordine

che ha la sua origine nella Croce di Gesù; ordine che ha principio nella persona

della Vergine e nella persona di Maddalena; ordine di amore, di croce e di

martirio dei cuori e

217

Page 185: Berulle Le Grandezze Di Maria

degli spiriti; ordine di costanza e di fermezza, degnamente espresso dal sacro

Evangelista con questa parola: stabant! Ordine di alleanza e di vicinanza dolce,

amorosa e dolorosa con Gesù e con Gesù crocifisso, vicinanza degnamente

espressa in queste altre parole: Juxta e Juxta crucem Iesu.

S. Giovanni, aquila tra gli evangelisti e prediletto fra gli apostoli, ci riferisce i

più sublimi segreti di Gesù e della scuola di Gesù. Molti purtroppo vogliono

essere vicini a Gesù e non alla Croce di Gesù. Ma la Croce non allontana

Maddalena da Gesù, ed ella si tiene vicina a Lui e alla sua Croce; ed è vero il

dire che Gesù e la sua Croce erano più vicini ancora ed alla Vergine ed a

Maddalena di quello che dica il testo sacro perché Gesù e la Croce di Gesù sono

nel Cuore della Vergine e nel cuore di Maddalena, e appunto quando Gesù

attira visibilmente e costantemente Maddalena a se medesimo ed alla propria

Croce, ad onta dei soldati e ad onta dei Giudei. (Elev. su S. Maddalena, cap.

V).

La Vergine era stata, assente da altre scuole di Gesù quando Egli predicava ai

Giudei; ma nella scuola della Croce, è la prima. (O., 79).

Maria dopo la morte di Gesù

Dopo che il Figlio di Dio fu morto su la Croce, il maggior servizio che si potesse

rendere all'Eterno Padre ed anche al Figlio di Dio, era di staccare dalla Croce

quel Corpo prezioso e dargli un onorevole riposo in qualche sepolcro,

nell'attesa del momento delle sue meraviglie (della risurrezione).

Ma la Vergine (sul Calvario) si trova in uno stato di silenzio, di sofferenza e

d'impotenza di agire ed operare per il Figlio suo. I servizi di cui Gesù ha

bisogno e che

218

deve ricevere dalla terra, non si possono ormai aspettare da Maria, ma da altri.

Il Figlio suo ha cessato di vivere e d'operare; Lei pure rimane senza vita e

senza attività nel mondo spirituale della grazia, portando in se medesima

l'espressione e la imitazione perfetta dello stato e della condizione del Figlio

suo.

Page 186: Berulle Le Grandezze Di Maria

Quel sole è eclissato: Maria rimane anch'Ella senza vita e senza luce.

Quella vita divina è spenta: Maria rimane pure senza vita né movimento.

Quella viva sorgente di atti divinamente umani e umanamente divini è

prosciugata su la terra, avendo cessato di agire: Maria rimane senza parole e

senza nessuna attività fuorché per portare lo stato di morte del Figlio suo.

Bisogna dunque ricorrere a Pilato per il servizio del Figlio di Maria: bisogna che

Giuseppe (d'Arimatea) si porti da Pilato, parli, e comperi i profumi, il lenzuolo e

il sudario in cui deve essere involto quel prezioso Corpo. Giuseppe deve

distaccarlo dalla Croce e deporlo nel monumento suo proprio perché la Vergine

per riporre il Figlio suo e suo Dio morto in Lei, non ha che il proprio spirito più

morto che vivo. Maria è un sepolcro animato e vivente per seppellire

spiritualmente Gesù in se medesima; ma per il Corpo di Gesù ci vuole un'altra

sorta di monumento e Giuseppe viene scelto per procurarglielo.

Poiché la Croce, la morte e la sepoltura sono uno degli stati di Gesù che

eccitano maggiormente stupore e ammirazione, stato nel quale tutti abbiamo

una parte maggiore e di cui abbiamo maggior bisogno, noi dobbiamo

maggiormente considerare Gesù in questo stato e rendere un omaggio speciale

a quelli che vi hanno avuto maggior parte per servirlo ed onorarlo in quello.

Giuseppe è appunto uno di questi e serve Gesù quando Egli è

219

abbandonato da tutti, seppellito nella dimenticanza dei suoi apostoli medesimi

e in quella specie di morte spirituale della sua santissima Madre ridotta ad uno

stato di impotenza 1.

Per intendere quanto dice qui il pio Cardinale, gioverà leggere ciò che sul medesimo argomento

scriveva uno dei suoi primi discepoli: «Vi fu sempre una singolarissima conformità tra Maria e

Gesù in tutti gli stati del suo divin Figlio; non doveva quindi mancare una tale conformità in

questo stato di morte... nel quale Egli consumava il Sacrificio della redenzione del mondo. Il

corpo di Gesù essendo tolto alla Vergine Per essere abbandonato in balia dei peccatori, Ella,

essendo sua Madre, onde essergli più somigliante doveva pure esserne privata... Tale è lo

stato di Maria; mentre Gesù è in istato di morte; la sua morte da Lui passa in Lei; la privazione

di se stesso che Gesù soffre, si estende alla Madre sua, la quale deve pure partecipare ad una

tale privazione; e ciò per il disegno dell'Eterno Padre di renderla conforme a tutti gli stati del

Figlio suo … Ma qual lingua potrà esprimere lo stato di morte e di privazione nella Vergine?

Qual mente potrà intendere quanto sia grande la parte ch'Ella ha nello stato di morte del Figlio

suo? Per tre giorni rimasero spente le sue luci più vive: l'Uomo-Dio e la Madre di Dio rimasero

Page 187: Berulle Le Grandezze Di Maria

spente l'una rispetto all'altra e per il vincolo necessario che vi è tra loro e non essendovi più un

Uomo-Dio, non poteva esserci una Madre di Dio … Quel composto ammirabile che è l'Uomo-Dio

è sciolto per la morte di Gesù, poiché è vero che è morto e la morte consiste nella dissoluzione

del composto. È necessario pertanto si dica che la qualità di Madre di Dio è stata spenta nella

Vergine, essendo una tale qualità relativa al Figlio suo, né potendo sussistere se non sino a

quando Egli sussista nella umanità ch'Ella gli ha dato... nella umanità cioè in quanto risulta

dalla unione delle sue parti... Ci vorrebbe il grande angelo (dell'Annunciazione) per farci

intendere lo sconvolgimento che provò la Vergine in quella sua qualità celeste e

____________________________

(1) Maria per la morte di Gesù, è per così dire in uno stato di morte, tutta

penetrata dello stato di morte del Figlio suo, sia l'immensità del dolore, come

per la sua intima conformità con Gesù.

220

divina (di Madre di Dio), nel tempo della Morte del Figlio suo, e il contraccolpo inesprimibile

ch'Ella risentì per il colpo terribile con cui la giustizia di Dio percuoteva Gesù sino alla morte. La

stessa luce di cui abbisogna la creatura per conoscere questi due oggetti ineffabili: l'Uomo-Dio

e la Madre di Dio. le è necessario per concepirne la rovina. Ci basti poter dire ai peccatori...

che per loro colpa... si è eclissato Gesù il vero Sole di Giustizia ... e che per la congiunzione

necessaria tra la Madre ed il Figlio, la dignità di Madre di Dio, l'astro più splendente dopo quel

Sole, fu parimenti eclissato; e non solo questi due astri furono coperti di tenebre, ma furono

distrutti in se medesimi ed ebbero bisogno di venir riparati dalla potente mano dell'Altissimo.

Autori pii e gravi insegnano che la B. Vergine ricevette nelle sue braccia il sacro corpo del Figlio

suo, quando venne deposto dalla Croce, e che dopo averlo ricomposto con molta tenerezza, lo

rimise nelle mani di Giuseppe d'Arimatea... Noi professiamo un gran rispetto per i loro pensieri,

pieni di pietà e di divozione; tuttavia non abbiamo l'ardire di proporli né di esaminarli, ci

sembra più conveniente di considerare la privazione cui viene ridotta la Vergine Madre per le

conformità con lo stato di privazione di Gesù suo Figlio». (GIBIEUF).

XI

MARIA DOPO LA RISURREZIONE E L'ASCENSIONE

Ci si permetta di riprodurre qui alcuni pensieri di uno dei più fedeli discepoli del Padre de

Bérulle, essendo noi certi di ritrovarvi le idee del maestro.

Page 188: Berulle Le Grandezze Di Maria

«Dio Padre volendo che il suo diletto Figlio non faccia per suo amore nessuna perdita, ha

risoluto di restituirgli con usura la sua gloria nel giorno della Risurrezione e in quello

dell'Ascensione: parimenti per riparare la perdita sofferta dalla santissima Vergine, vuole che

dopo di essere comparsa in Gesù Cristo come Madre del Figlio dell'Uomo, umiliato e

disprezzato, Ella abbia a comparire Madre del Dio della gloria ...

«Nel momento della sua Risurrezione, Gesù Cristo tutto investito dalla Divinità, tutto lucente

della chiarezza e dello splendore del Padre suo per l'amore medesimo del Padre suo verso

221

la divina Madre si unisce a Lei nel proprio divino splendore e si porta verso di lei come verso

l'oggetto più bello che, dopo Dio, mai vi sia, stato. Egli dimora in Lei e Lei in Lui; e poiché nella

sua Risurrezione, dal Padre viene rivestito dei più magnifici titoli di onore in premio delle sue

ignominie e della sua morte; Gesù,invaghito delle divine bellezze e perfezioni che risplendono

nella sua Madre, e riconoscente per l'amore che Ella gli ha dimostrato nella sua Passione, vuole

che sia partecipe Ella pure del proprio trionfo e della propria gloria. Perciò Egli dimostra alla

sua divina Madre l'immenso amore che le porta. Come Padre del secolo futuro, si unisce a Lei

onde diventare con Lei un principio di divina generazione per tutto il corpo della Chiesa.

In tal modo, avendo, ricevuto dal Padre nella sua Risurrezione il potere di avere in se stesso la

vita per darla agli uomini e giustificarli... prende la Santissima Vergine, come una nuova Eva

per suo aiuto ...

«Durante i quaranta giorni dopo la sua Risurrezione, Nostro Signor Gesù Cristo rendeva la sua

benedetta Madre partecipe delle proprie disposizioni e dei propri sentimenti; le esponeva in

modo speciale gli ardenti desideri che lo spingevano a salire al cielo onde riunirsi a Dio suo

Padre per lodarlo e glorificarlo. Maria dal canto suo, provava un veemente desiderio di

accompagnare il suo divin Figlio in cielo onde lodarvi Ella pure con Lui l'Eterno Padre. Senza

dubbio allora avrebbe avuto fine la sua vita ed Ella avrebbe seguito Gesù nei cieli, se Egli non

avesse voluto usare dell'opera di Lei per aiutare la Chiesa nascente. L'opera della divina Madre

era ancora incompleta. Dio per mezzo di Lei aveva dato nascita al Capo; voleva pure per

mezzo di Lei, procurare la formazione di tutto il Corpo 1. Voleva che fosse Madre dell'intera sua

famiglia di Gesù Cristo, cioè, e dei suoi figli adottivi. Maria per zelo per la gloria di Dio e per

carità verso di noi, accetta con gioia l'incarico, che Nostro Signore le affida di lavorare a far

onorare il Padre suo dagli uomini, e di rimanere su la terra fino a che la Chiesa sia ben

costituita». 2

__________________________

(1) Della Chiesa, Corpo mistico di Gesù.

(2) OLIER, Vita interiore della santissima Vergine, 18(3. Pag. 252-253.

222

Page 189: Berulle Le Grandezze Di Maria

VITA DI MARIA DOPO L'ASCENSIONE

L'Ascensione è la festa di tutti i cori angelici, perché in questo giorno

acquistano più di quanto abbiano perduto per la caduta degli angeli ribelli,

accogliendo Gesù che vale più di tutti gli angeli e di tutti gli uomini assieme ...

È questa pure la festa della Vergine, poiché una sì nobile porzione di se stessa

che Maria ama e onora sopra tutto, vale a dire, quella, carne che il Figlio di Dio

ha preso da Lei, viene oggi elevata sopra tutti i cieli alla destra del Padre. (O.,

74).

Le tre vite di Maria 1

Il Signore vi dice: Apritemi; e perché? Perché, soggiunge, il mio capo è pieno

di rugiada ed i miei occhi di gocce notturne (Cant. V, 2). La rugiada che Egli

vuole spargere sopra di voi se gli aprite, sono le sue azioni, i suoi patimenti, la

sua agonia e il sudor di sangue nell'orto; ecco la rugiada che dovete

raccogliere e la vostra vita deve essere occupata in questo. Vi ha lasciato

l'esempio della sua vita affinché abbiate cura di raccogliere la rugiada che cade

dal suo capo e le grazie che essa contiene le quali sono raffigurate nelle gocce

notturne.

La santa Madre di Dio fu tutta piena di questa divina rugiada, essendo Ella

aperta a Dio solo; in ciò stava tutta la sua vita e la sua occupazione continua

nel tempo che trovavasi ancora su la terra dopo l'Ascensione del Figlio suo.

Ho proposto alla vostra considerazione tre vite, di Gesù (la sua vita gloriosa, la

sua vita viatrice, la sua vita interiore col Padre) ora vi proporrò pure tre vite

della santa Vergine.

_______________________

1 Esortazione alle carmelitane

223

Page 190: Berulle Le Grandezze Di Maria

La prima è la vita di Maria in Gesù, e di Gesù in Lei; Maria aveva una vita tutta

nascosta col Figlio suo e tutta propria a Lei; vita da Lei sola conosciuta, e

nascosta per tutto il restante del mondo.

La seconda vita è quella di Maria con Gesù, perché Gesù passò con la santa

Vergine tutto il tempo della sua vita: trent'anni con Lei senza che il mondo lo

conoscesse. Oh quale vita quella santa Vergine per un sì lungo tempo! Quale

partecipazione alla vita del Figlio suo! e di tale vita non si vedeva nulla; era

tutta per Lei sola.

La terza vita della santa Vergine era verso Gesù (vita di sospiri verso Gesù),

durante tutto il tempo che dimorò su la terra, dopo l'Ascensione del Figlio suo.

Allora Maria raccoglieva quella rugiada nei luoghi santi dove Gesù aveva

pregato, digiunato, lavorato, vegliato, predicato e sofferto, e dove era morto.

Là era la sua vita; e voi dovete a sua imitazione, raccogliere con Lei questa

rugiada, nei vostri romitaggi; con applicazione, se volete, ai luoghi santi che la

santa Vergine visitava. Ecco le tre vite che desidero da voi, ecco l’addio che

desidero farvi: con Gesù e Maria, affinché non abbiate più vita che in loro. (O.,

198).

***

Il Padre de Bérulle desiderava che la sua Congregazione si mantenesse «nelle

disposizioni in cui Maria si conservava dopo l'Ascensione del Figlio suo, vale a

dire, in un doppio sguardo in cui dobbiamo sempre vivere: uno sguardo di

adorazione, di desiderio, di amore e di unione verso Gesù Cristo in cielo, e uno

sguardo di affetto, di aiuto, di zelo, di applicazione verso la Chiesa che Ella non

cessava di assistere con le preghiere ed i consigli». (HOUSSAYE, vol. II, pag.

160).

224

SEZIONE QUARTA

LA DIVINA MATERNITÀ

Page 191: Berulle Le Grandezze Di Maria

PARTE PRIMA

PREGI

I

DIGNITA' DELLA MADRE DI DIO.

Si troveranno bellissime pagine su la B. Vergine nel Discorso XI del libro delle Grandezze di

Gesù 1, dove il Cardinale de Bérulle svolge i seguenti pensieri:

1) Vi sono tre fecondità divine: la prima, quella dell'Eterno Padre che genera il suo congenito

Figliolo; la seconda Quella del Padre e del Figlio che dànno origine allo Spirito Santo; la terza

quella della Vergine, la quale ha per termine in Gesù l'Unione ipostatica e nella Vergine stessa

la Maternità divina. «In tal modo la natura creata e la persona creata, vale a dire tutto ciò che

vi è di più nobile nell'ordine della sostanza creata viene elevato, congiuntamente benché

diversamente, al più alto punto in cui un essere creato possa essere stabilito: la natura umana

nella sussistenza divina, e la persona umana nella Maternità divina (pag. 389).

2) Gesù nella sua nascita fa cose più grandi che nella sua morte, perché morendo sul Calvario

fa dei figli adottivi, mentre col nascere fa una Madre di Dio, dignità così eminente che

costituisce una dignità più grande di quella che si comprende nei confini della filiazione

adottiva.

__________________________

(1) DE BERULLE, Le grandezze di Gesù, Milano, Vita e Pensiero. I vol., 2a

ediz., 1936.

227

Dal contesto risulta che l'Autore non intende fare il confronto in abstrato tra la Maternità divina

e la Filiazione adottiva, ma in concreto, ossia tra la filiazione adottiva per la grazia santificante

e la Maternità divina accompagnata dalla abbondanza della grazia che le era dovuta; e in tal

caso la Maternità divina comprende anche la Filiazione adottiva nel grado più eminente.

Bisogna prendere Maria, infatti, come è; né si può considerarla in una ipotetica privazione della

grazia. Bisogna però riconoscere che i teologi, sopra questo punto, sono divisi. Gli uni

Page 192: Berulle Le Grandezze Di Maria

affermano, e sembra con tutta ragione, che alla Maternità divina se la si considerasse tutta

sola, sarebbe da preferirsi la grazia santificante. «Grato a priori, dice Cornelio a Lapide, est

quia esse matrem Dei est gratia gratis data et externa duntaxat, non gratum faciens. (In Luc.,

XI, 28). Tuttavia le parole di Gesù riferite da san Luca possono anche intendersi in un senso

che non prova nulla a favore di questa opinione. (Cfr.: KNABENBAUER, hoc loco). Altri teologi

(LEPICIER, Tract. B. V., 1926, pag: 92; CAMPANA, Maria nel dogma, 1936, pag. 101-108)

sostengono che la dignità della divina Maternità, anche separatamente, sarebbe maggiore della

grazia santificante, adducendo questa ragione principale, che la Maternità divina appartiene

all'ordine dell'Unione ipostatica e che tutto quanto appartiene a questo ordine è

incomparabilmente superiore ai doni, anche più eminenti, della grazia, almeno come dignità.

(Cfr.: Dictionn. de théol. cath., volume IV. col.. 2307, 2365, 2366).

3) La Madre di Dio è unica nel suo ordine.

4) Nel seno di Maria si formano tre alleanze ammirabili; quella della natura divina con la natura

umana, quella della persona divina del Verbo con la persona umana della santissima Vergine, e

l'alleanza con tutto il genere umano pel compimento della Redenzione.

5) Maria, con divenir Madre di Gesù, compie in Lui cosa più grande di quella che Gesù compia

in Lei; perché Gesù, mentre le conferisce la vita della grazia con una abbondanza straordinaria,

è debitore a Lei di una vita più insigne, cioè della vita umano-divina, infinitamente superiore

alla vita della grazia la più eminente; e difatti l'unione ipostatica si è compiuta in dipendenza

dal consenso di Maria.

228

6) Per mezzo di Maria, l'Eterno Padre acquista pretese e autorità sul proprio Figlio, e divide

questo potere con la Vergine.

Ci limitiamo riprodurre qui altre pagine d'altre opere del pio Cardinale.

L'amore (infuso) e la grazia di Maria sono assolutamente senza confronto: la

sua dignità la rende, in qualità di Madre, troppo vicina al Creatore perché si

possa metterla a confronto, non dico con l'angelo caduto 1 (il quale possedeva

il massimo grado creato di amore), ma neppure con tutti gli angeli riuniti

insieme. Maria è la Sovrana degli angeli e non la loro compagna; nella sua

eminenza Ella sta sopra tutte le creature del cielo e della terra. In un tale

eccesso di amore, di grandezza e di dignità che le è proprio e che eccede i

pensieri degli angeli e degli uomini, Maria non s'intende mai compresa quando

si tratta del peccato, e neppure quando si tratta della grazia. Dappertutto Ella

ha la sua eccezione, a meno sia espressamente nominata; dappertutto ha i

suoi privilegi. (Elev. su S. Maria Maddalena, cap. 2).

Assecondando i disegni di Dio sopra di noi e assoggettandoci al potere del

Figlio suo su la terra, procuriamo di dimenticare le nostre persone eleviamoci

Page 193: Berulle Le Grandezze Di Maria

al cielo, aderiamo a Gesù Dio ed Uomo, a Maria Vergine e madre e Madre di

Dio, a Dio medesimo nella sua Unità e Trinità.

Sono questi i tre oggetti della fede e della pietà cristiana 2, la quale riconosce

una singolare meraviglia nell'unione ineffabile dell'Unità con la Trinità in Dio,

dell'Umanità con la Divinità in Gesù, nella Verginità con la Maternità nella

Vergine la quale porta questo nome per eccellenza, e in onore di questa virtù

così rara, eletta per onorare ed accompagnare la fecondità e Maternità divina

___________________________

(1) S'intende con l'angelo più elevato tra gli angeli ribelli, prima della loro

caduta.

(2) Dio, Gesù e Maria, sempre riuniti, Maria sempre vicina a Dio e a Gesù

Cristo. È come una specie di Trinità.

229

che ha dato al mondo il Figlio di Dio. Contempliamo sovente questa meraviglia,

rivolgiamoci distintamente a questi tre oggetti distinti, lasciamoci dirigere da

queste tre autorità, differenti e da ciascuna secondo la loro condizione e la loro

proporzione. (Norme di direz., cap. XXXII e XXXIII).

Nell'Elevazione alla SS. Trinità sul Mistero dell'Incarnazione il P. de Bérulle dopo di aver

adorato lo Spirito Santo nella sua processione dal Padre e dal Figlio,

Lo adora nell'operazione ammirabile (nell'Incarnazione) che questa divina

persona compie nel tempo stabilito, dalla eterna Sapienza; operazione che è la

più sublime e la più santa che possa compiersi fuori di Lui medesimo, che

investe la persona più degna che mai vi sarà dopo le persone della SS. Trinità,

vale a dire la persona della Vergine, la abbassa e la eleva: l'abbassa sino al

centro del suo nulla facendole proferire queste sacre parole: Ecce ancilla

Domini (Luc., I, 3), la eleva alla più grande dignità che mai verrà comunicata

sia a Lei sia ad altri, costituendo la Madre di Dio; operazione che eleva la

nostra natura e la unisce alla Divinità, e unisce, la persona della Vergine alla

persona del Verbo.

Poi il pio Cardinale si rivolge alla Vergine

Poiché la SS. Trinità vi elegge, o Vergine santa, e vi associa a se medesima in

quest'ammirabile operazione, non posso dimenticarvi in questo mistero, né

Page 194: Berulle Le Grandezze Di Maria

devo separare ciò che Dio ha congiunto in questa sua Opera alla quale si degna

darvi una parte così grande ed onorevole, così propria a Voi sola fra tutte le

creature. Vi lodo dunque e vi rendo omaggio con una venerazione singolare,

corrispondente ad un tale eccesso di eccellenza e di dignità che vi è

comunicato: Voi siete, infatti, Madre di

230

Dio, e siete l’unica in quest'Ordine e in questa qualità; in Voi sola viene

effettuata l'unione divina tra l'umanità e la Divinità: Sono pensieri che mi

rapiscono; misteri ... profondità in cui m'inabisso. Contemplando tali

meraviglie, io mi confondo, mi abbasso, mi elevo, mi sento inebriato di gioia e

di delizia, e voglio aver parte alla grazia singolare di questo inaudito mistero

dell'Incarnazione. (Elev. II, n. 4 e 5).

Verginità e Maternità

Vergine e madre, questi sono i due principali stati di Maria: sempre Vergine,

ma non sempre madre; Vergine prima della maternità, Vergine nella Maternità,

Vergine dopo la Maternità. In Maria la Verginità ha preparato la Maternità e la

combattuta, mentre negli altri mortali la Maternità combatte la Verginità e la

distrugge, perché in quelli la Verginità è debole e sofferente.

Ma la Verginità di Maria è divina e non solamente naturale; è potente, è attiva,

è combattente; essa combatte persino la Maternità divina; e la Maternità

divina onorando la Verginità divina, cede e si accorda con lei. Non vedete voi

ne colloquio angelico la Verginità in lotta con la Maternità? Non vedete voi che

la Verginità non cede e la vince, Quoniam virum non cognosco! Non vedete che

la Maternità cede e si accorda con la Verginità, Spiritus sanctus superveniet in

te!

In Dio due le perfezioni, la Giustizia e la Misericordia, divinamente vi

combattono e divinamente si accordano, potentemente si combattono e

potentemente si accordano: lotta potente, accordo potente. Lotta potente

perché tutt'e due sono sussistenti e egualmente sussistenti: accordo potente,

perché tutt'e due sono potentemente sublimate, nobilitate, elevate da questo

accordo e più di prima.

Page 195: Berulle Le Grandezze Di Maria

231

Così in Maria vi sono due stati, due qualità, due uffizi, due perfezioni: Verginità

e Maternità. Tutt'e due si trovano in Maria e in Maria si, combattono

divinamente, santamente, potentemente e più potentemente che altrove; in

Maria si accordano divinamente, santamente, potentemente: Verginità

ingrandita, nobilitata, perfezionata dalla Maternità; Maternità dalla Verginità

resa più nobile, più divina, più santa.

Oh! come dobbiamo qui imparare ad onorare la Verginità! Oh! come la Madre

di Dio l'ha messa ad un prezzo altissimo, al prezzo persino della Maternità

divina che è la qualità più grande che Dio possa conferire ad una pura

creatura, come dice S. Tommaso!

Così pure nella Verginità, la Verginità deve essere congiunta con la Maternità,

ma con la maternità di Gesù Cristo 1, come in Maria che è Vergine e Madre

unicamente di Gesù Cristo. Ricordiamo la parola di Gesù: Chiunque farà la

volontà del Padre mio che sta nei cieli, quello sarà mio fratello, mia sorella e

mia Madre. (MATT., XII, 49, 50). (Opusc., 99)·

II

UNIONE DELLA VERGINE CON GESÙ

La Maternità di Maria va considerata in tre stati: il primo è nel suo esercizio e

nel suo ufficio attuale su la terra: nel concepimento di Gesù, nel parto,

nell'assistenza al divin Infante, nell'amore col quale la Vergine gli presta tutti i

servizi e lo serve in tutto il corso della sua vita viatrice, da Betlemme al

Calvario, ed anche sino

_________________________

(1) Vale a dire: con la maternità spirituale delle anime, nelle quali le Vergini

con lo zelo formano Gesù Cristo.

232

Page 196: Berulle Le Grandezze Di Maria

all'Ascensione. Il secondo è nella privazione dopo l'Ascensione. In quel tempo

Gesù è in cielo, mentre la Vergine rimane su la terra dove langue di amore per

Gesù assente. Il terzo stato è nella gloria e nel godimento in Cielo dove Ella

fruisce di tutti i diritti della sua Maternità. La Vergine essendo Madre per

grazia, e per la grazia più sublime dell'Uomo-Dio e non già per le condizioni di

Adamo, la sua Maternità non va soggetta alla morte.

Nel primo stato il Figlio di Dio è opera di Maria oggetto di tutte le sue cure e di

tutta la sua occupazione. Factum ex muliere. Nel secondo, Gesù è l'oggetto che

l'attira e insieme per la sua assenza la fa soffrire. Nel terzo Gesù è il gaudio, il

riposo, la pienezza di Maria 1.

In questi tre stati, Maria ci porge insegnamenti e grazie: nel primo ci insegna

ad amare, servire, seguire il Figlio di Dio in tutti gli stati della sua vita. Molti,

invero, lo seguono nella sua Infanzia, ma non vogliono seguirlo nella Croce e

nella morte.

Dal secondo stato di Maria dobbiamo imparare a languire di amore per Nostro

Signore, non lasciandoci trattenere né illudere da nessun affetto alle cose

terrene. Dal terzo stato di Maria, ossia dalla sua gloria, impareremo a stabilire

in Gesù il nostro riposo.

L'Eterno Padre, fuori della Divinità, fuori di se medesimo e delle persone

divine, non ha mai fatto né mai fare nulla di più grande che la Maternità divina.

Nell'ordine delle cose create non ha mai fatto nulla che abbia maggior relazione

con la sua proprietà personale e con la sua dignità paterna. Il Mistero

dell'Incarnazione non comprende necessariamente la Maternità, mentre la

Maternità comprende l'Incarnazione. Infatti, non può esservi una

__________________________

(1) Nella gloria Maria è tutta ripiena di Gesù, vorremmo dire, come un cristallo

tutto investito dal sole; se questo può dirsi dagli eletti cosa sarà della Madre di

Dio?

233

Madre di Dio senza che vi sia una persona divina che si sia incarnata per

diventare Figlio di una Madre. La Maternità divina è quindi in se stessa la più

Page 197: Berulle Le Grandezze Di Maria

grande delle opere di Dio fuori di Dio medesimo, e contiene nel suo stato il

mistero più grande che Dio abbia compiuto ad extra (O., 94).

Stati e caratteri diversi della vita di Maria rispetto a Gesù.

Diverse sorte di vita convengono alla Vergine rispetto al Figlio suo.

La prima è vita influente su la vita di Gesù residente nel sacratissimo seno di

Lei; la seconda è vita conservante la vita del Figlio suo in Lei e fuori di Lei; la

terza è vita perfezionante che porta al suo compimento ed alla sua perfezione

la vita naturale di Gesù, in Lei e fuori di Lei; la quarta è vita nutriente che in

Lei e fuori di Lei alimenta la vita del Figlio suo con la sua sostanza, il suo

sangue, il suo latte (che è un altro sangue) e con le sue fatiche.

La quinta è vita materna; Maria è sempre Madre di Gesù, sempre nello stato di

madre, nella santità, nella dignità, nell'amore di Madre di Dio, ma non sempre

esercita l'ufficio di madre.

La sesta vita è vita reggente, perché Maria non è soltanto regina, ma è pure

reggente di una porzione di terra divina e deificante. Oh quale reggenza! Oh

quanto è giusto ricorrere a Maria in tutte le occasioni in cui abbiamo bisogno di

direzione!

La settima vita di Maria è vita dirigente Gesù nell'infanzia, in Egitto e a

Nazaret; l'ottava è vita convivente con Gesù quando Egli nell'adolescenza

esercita il mestiere di S. Giuseppe; la nona è vita medicante in cui Maria nota,

considera e conserva nel proprio cuore tutte le

234

parole e le particolarità della vita di Gesù; la decima è vita udiente e seguente

Gesù nella predicazione e nei viaggi durante gli ultimi tre anni della vita di Lui.

L'undecima vita di Maria è vita compariente con Gesù inchiodato su la Croce; la

dodicesima è vita languente in cui Maria dopo l'Ascensione nel suo languore

sospira verso Gesù salito al cielo. La decimaterza è vita regnante con Gesù

nella sua gloria. (O., 98).

Page 198: Berulle Le Grandezze Di Maria

N.B. - Questa pagina che per più di un lettore potrà sembrare inintelligibile è l'applicazione di

un punto caratteristico della spiritualità berulliana. Bérulle espone tredici funzioni della

Maternità divina, ma le considera non già come atti transitori compiuti da Maria in varie

circostanze della vita di Gesù, bensì come qualità, attributi, stati della vita della Madre di Dio.

Gli atti coi quali Maria adempiva quelle funzioni e quei doveri verso il suo divin Figlio erano

transitori, né Maria poteva compierli tutti contemporaneamente, ma l'amore e la divozione

verso Gesù, la disposizione santa e perfetta con cui Maria lo serviva e lo accompagnava erano

permanenti e come uno «stato ».

Perciò Bérulle, onde esprimere il suo pensiero, fa violenza anche alla grammatica e si serve del

participio presente in forma di aggettivo, perché l'aggettivo esprime una qualità, mentre il

participio indica piuttosto un’azione. Così Bérulle dice che Maria non esercita sempre l'ufficio di

Madre, ma è sempre nello stato, nella santità, nella dignità, nell'amore di Madre di Dio.

È questa una applicazione della celebre teoria berulliana della permanenza dei misteri, e degli

stati in opposizione con gli atti. «I fatti della vita di Gesù, ossia i suoi Misteri, furono compiuti

una volta sola; sono quindi passati quanto alla loro esecuzione, ma sono permanenti e sempre

presenti quanto alla loro virtù, la quale non passa mai; né passa mai l'amore con cui furono

compiuti ... Lo spirito di Dio per il quale il mistero è stato compiuto, lo stato interiore del

mistero esterno... la disposizione vera con cui Gesù ha operato quel mistero è sempre viva,

attuale e presente in Gesù». (O., 77). Gesù è nato una sola volta a Betlemme, ma le virtù di

cui ci ha dato l'esempio, l'amore che ci ha dimostrato, le grazie che ci ha meritate nella sua

Nascita sono permanenti e sempre presenti; per cui possiamo dire che

235

Gesù è sempre nascente nel presepio, sempre morente sul Calvario.

Inoltre Gesù adora il Padre suo non solo con gli atti della sua adorazione di valore infinito, ma

pure con lo stato della sua Umanità permanentemente sacrificata nella privazione della

personalità umana. Perciò Bérulle invita i suoi discepoli ad onorare Iddio non solo con offrirgli

atti di adorazione e di divozione, ma meglio ancora con abbracciare qualche stato che per se

stesso sia adorante, adori e onori Dio in modo permanente come, per esempio, lo stato

religioso che è lo stato di una persona sacrificata a Dio con i voti in modo stabile, o almeno con

uno stato d'animo o un tenore di vita permanente. (Cfr.: Grandezze di Gesù, pag. 154). Il

Bérulle tende sempre a sopprimere ciò che passa ed è effimero, e contempla ciò che dura e in

Gesù Cristo, persona divina, è eterno; affinché sotto gli atti che svaniscono afferriamo gli stati

che durano e sono più preziosi per noi.

Dobbiamo sforzarci di far passare in noi gli stati, ossia le disposizioni interiori di Gesù, ecco il

midollo delle spiritualità del Card. de Bérulle; la virtù deve essere in noi uno stato permanente.

Orbene, Maria, la più perfetta imitazione di Gesù, la più unita a Gesù, ottenne questa

conformità con Gesù, più eminentemente che qualsiasi Santo per quanto sia grande. Viveva

perciò in una disposizione assoluta e costante il suo Divin Figlio; e la sua virtù era arrivata ad

un grado tale di perfezione che gli atti ne fluivano con estrema spontaneità e facilità; era

proprio in Lei uno stato permanente. (Cfr.: Vita di Gesù, cap, XVII).

Page 199: Berulle Le Grandezze Di Maria

Chi ne avesse la possibilità e volesse intendere bene la meravigliosa dottrina del Bérulle, che

qui abbiamo esposto in modo troppo succinto e perciò poco chiaro, legga le pagg. 54 e seg. del

libro di Enrico Brémond, che abbiamo già citato.

Maria compagna di Gesù e tutta relativa a Gesù

Il primo sguardo di Dio su la terra è per la Vergine, Dio la rimira con occhio

d'amore e di particolare compiacenza, e la sceglie per darle il Figlio suo e per

mezzo di Lei darlo al mondo. E siccome Maria sarà la prima che lo riceverà su

la terra e l'unica che lo porterà nel proprio seno in qualità di Madre, sarà quella

che con Lui avrà la parte migliore, e possiederà sempre Gesù nel

236

suo cuore, sempre, senza nessuna interruzione né variazione.

Maria conterrà Gesù nel suo seno per nove mesi, né questo tempo verrà

diminuito o abbreviato neppur d'un istante; sempre poi sarà con Lui per lo

spazio di trenta anni, nella Giudea, nell'Egitto, nella Galilea, giorno e notte,

eccettuati quei tre giorni dello smarrimento del divin Fanciullo in età di dodici

anni.

Maria sola possiede Gesù per tutti quei trent'anni, mentre il mondo non fa altro

che misconoscere un sì gran bene ch'esso possiede senza saperlo.

Al termine di quei trent'anni Maria per tre anni abbandona il suo Gesù in balia

del mondo; ma allora ancora rimane frequente ed assidua ai suoi piedi ed alla

sua parola, sino alla Croce; con perfetta costanza lo accompagna e lo assiste

anche sul Calvario, sino al sepolcro; Maria per noi entra nel sepolcro perché

essendo la vita non può cercar Gesù tra i morti.

Anche dopo la morte in croce, Gesù è vivente sempre nel Cuore di Maria; lo

spirito di Gesù separato dal suo corpo riposa nello spirito e nel Cuore di Maria;

mentre il suo corpo riposa nella tomba.

O Madre santa, felice compagna di Gesù nei suoi misteri, nei suoi travagli,

nella sua Croce, nella sua vita e nella sua morte! Degnatevi di darci grazia e

luce perché possiamo parlare di Colui che è la grazia del Padre e lo splendore

della luce del Padre!

Page 200: Berulle Le Grandezze Di Maria

Parlando di Voi, o Maria, parliamo di Gesù; parlando delle vostre grandezze;

noi parliamo delle grandezze di Gesù; parlando delle vostre disposizioni,

parliamo delle disposizioni necessarie per concepirlo. Per Gesù siete dotata di

grazie ammirabili e di una purezza incomparabile; siete il trono in cui il Verbo

vuole dimorare, e la vostra purezza è quella in cui Egli vuole essere concepito.

A Lui

237

tutto appartenete; siete di Gesù, siete da Gesù, e siete per Gesù.

Come le persone divine nella Trinità sussistono nelle loro relazioni; Voi pure, o

Vergine santa, o Persona divina ed insieme umana - divina per la grazia e

umana per la natura - non avete sussistenza nell'essere della grazia, se non

per la relazione con Gesù Voi non vivete che per grazia sua prima ancora

ch'Egli viva in Voi per natura; non respirate che per mezzo del suo spirito; le

vostre grazie e le vostre grandezze sono grazie e grandezze di Gesù: Gesù vele

ha conquistate, Gesù ve le conferisce onde preparare a se medesimo in Voi un

tabernacolo degno di Lui. (O., 95).

Il mondo della natura e il mondo della grazia, sono due stati, due ordini, due

mondi ben differenti e ben distinti, benché si trovino l'uno nell'altro. Ma le loro

distanze e le loro distinzioni non si misurano su le distanze e vicinanze di

questo basso mondo, bensì rispetto a Dio il quale, mentre è separato dai

cattivi, nondimeno è presente in loro più di loro stessi. Nel mondo della natura,

vi sono varie categorie; ma in Dio, il quale è il mondo dei mondi, il mondo

archetipo, il mondo principio e fine di tutti gli altri mondi di natura, di grazia, di

gloria e di tutti i mondi possibili, non vi sono che due categorie; (non dico che

Dio sia contenuto in qualche categoria): sostanza e relazione, anzi relazione

sostanziale. In Dio non vi sono né accidenti, né qualità, né quantità. Nel nostro

mondo invece la categoria di relazione è una delle più deboli, tenuissimae

entitatis, mentre è la più potente e la più importante nel mondo della grazia il

quale non sussiste che per relazione con Dio.

Dobbiamo tutti desiderare, non già di essere, ma o di non essere punto o di

essere in relazione verso Dio e il suo Unigenito Figlio, anzi di non essere altro

che

238

Page 201: Berulle Le Grandezze Di Maria

relazione verso di Lui. Tutto l'essere nostro deve essere annientato dalla

grazia: Vivo ego, jam non ego (Gal., II, 20); e questo, perché nella Trinità di

cui la grazia è l'immagine, vi sono relazioni le quali sono costitutive e origine

delle persone divine.

Così la Vergine non è che una relazione verso l'Eterno Padre che l'ha fatta

Madre del Figlio suo, e verso il Figlio unigenito essendo sua Madre. Tutto

l'essere e lo stato della Vergine sembra fondato e fuso in questa disposizione di

relazione.

Coloro, tra i filosofi, che hanno trattato delle relazioni hanno osservato che

sono queste le minori realtà della natura: ... Ma in Dio le relazioni sono

costitutive delle persone divine, cosa volete di più grande? sono l'origine delle

persone divine, cosa volete di più efficace? nella divinità, non v'è sussistenza

che per relazione, cosa volete di più importante?

Orbene, siccome in Dio non vi è che sostanza e relazione, così Dio, formando a

sua immagine e somiglianza la sua opera principale (il mondo della grazia), ha

voluto che fosse compresa in queste due categorie di sostanza e relazione.

Gesù Cristo, suo Figlio incarnato, ne è la sostanza, essendo la grazia increata;

e la nostra grazia consiste in una relazione verso di Lui, constituendo essa gli

accidenti di questa sostanza, i quali non sono che da Lui, per Lui e in Lui, e non

sono da considerarsi se non come qualche cosa di Lui (O., 119).

NB. Vediamo di intendere il pensiero del Card. de Berulle. Ci pare che questa espressione di

relazione contenga qui tre sensi.

1) Le persone divine sono costituite dalle relazioni interne ed opposte, nella SS. Trinità. La

teologia infatti, seguendo S. Tommaso, insegna che la persona divina è una relazione

239

sussistente, relatio ut subsistens: il Padre è persona perché eternamente genera il Figlio e per

questa relazione, di paternità sussiste, ossia è una persona distinta; il figlio sussiste ed è una

persona distinta perché eternamente è generato dal Padre paternità e filiazione sono due

relazioni distinte ed opposte.

Orbene, il Card. de Bérulle vede nella qualità di Madre di Dio una imitazione di queste relazioni

sussistenti nel Padre e nel Figlio, una somiglianza ed analogia con tali relazioni. «La Vergine

non è che una relazione verso l'Eterno Padre che l'ha fatta Madre del proprio Figlio, e verso il

Figlio unigenito come essendo sua Madre». Già nell’Elevazione in onore della Vergine aveva

Page 202: Berulle Le Grandezze Di Maria

detto che, «mentre gli angeli guardano ed onorano l'Essenza divina nelle sue perfezioni, la

Vergine nel suo Ordine e nella sua gerarchia guarda ed onora lo stato e le proprietà delle

persone divine in quanto (sono costituite) dipendono, dalle loro proprietà personali).

Il Padre sussiste ed è persona per la relazione di paternità verso il Figlio generandolo

eternamente: Maria è relazione verso il Padre essendo associata alla sua paternità e

generando nella natura umana il medesimo Figlio che dal Padre è generato nella natura divina.

Il Figlio sussiste come persona per la relazione di filiazione verso il Padre che lo genera

eternamente: Maria è relazione verso il Figlio perché lo genera nella natura umana.

Il Padre e il Figlio sussistono per queste relazioni: Maria non ha sussistenza nell'essere della

grazia che per la sua relazione verso Gesù.

E infatti tutte le grandezze della Vergine derivano dalla sua qualità di Madre di Dio; anche il

suo essere naturale dipende da questa qualità, poiché venne creata unicamente per essere

Madre di Dio; e dal primo istante venne da Dio trattata come tale e ornata dai doni

soprannaturali più insigni, in preparazione alla divina Maternità. Maria infatti, non è una donna

d'Israele in un dato momento della sua vita elevata all'onore di Madre di Dio, ma sempre fu e

sempre sarà Madre di Dio. 1.

Se Maria non è costituita nella personalità in virtù della relazione, di maternità verso il Figlio di

Dio, venne però creata

_______________________

1 cfr., Vita di Gesù, cap. IV.

240

in vista di tale relazione; non ha regione di esistere che per questa relazione.

Queste somiglianze con la SS. Trinità, od altre ancora che ricorrono frequentemente negli

scritti del Bérulle, sono analogie degne del genio e della pietà del grande Cardinale e gloriose

per la Vergine Madre perché hanno il loro fondamento nella sua dignità; ma sono analogie, né

si deve spingerle troppo: il Padre e il Figlio essendo costituiti persone divine da quelle relazioni

che abbiamo detto, hanno una medesima ed unica Essenza divina; mentre la Vergine, benché

abbia sublimi relazioni verso le divine, persone, conserva sempre nell'ordine naturale il suo

essere creato, e nell'ordine della grazia il suo essere soprannaturale. Ma Bérulle soggiunge che

«tutto l'essere e lo stato della Vergine sembra fondato e fuso in queste disposizioni di relazione

». Sembra che nella Vergine Madre non vi sia più nulla fuorché questa relazione la quale

sembra assorbire tutto il suo essere.

Maria conserva il suo essere naturale, ma la sua dignità di Madre di Dio è così sublime e dotata

di tali grazie e privilegi che sembra assorbire il suo essere naturale, il quale sembra fuso nella

sua, relazione di maternità e scomparire davanti a tanto splendore. Il Bérulle non vuol vedere

in Maria che la divina Maternità, né si occupa mai, o quasi mai, delle doti naturali benché

elevatissime in Lei.

Page 203: Berulle Le Grandezze Di Maria

Qualcuno ha voluto domandare se Maria sarebbe stata creata se non fosse stata destinata ad

essere Madre di Dio; ci sembra questa una questione oziosa e anche un po' impertinente

rispetto a Dio. Per altro, se il Signore avesse creato una persona umana identica, sotto

l'aspetto naturale, a quella di Maria senza destinarla alla dignità di Madre di Dio, una tale

creatura non sarebbe stata Maria, ma un'altra donna. Notiamo ancora queste belle parole del

Bérulle:

«La più grande emanazione di grazia operata da Gesù, derivata dal suo amore

e meritata dalla sua Croce, grazia che è appunto la grazia annessa e riservata,

alla qualità di Madre di Dio, non esisterebbe nei tesori della sua potenza e

nell'ordine perfetto della sua grazia e della sua gloria, se Egli non fosse venuto

al mondo per nascita; e il Verbo incarnato sarebbe privo ... del più bel gioiello

241

della sua corona e della più eminente dignità dipendente dalla sua potenza» 1.

2) Maria è inoltre una relazione verso Gesù, ossia è tutta relativa a Gesù, in questo senso che

tutte le sue grandezze, le sue grazie ed i suoi privilegi si riferiscono a Gesù e da Lui derivano;

tutto venne conquistato per Lei dai meriti di Gesù tutto le viene per dono di Gesù. Maria è un

rivolo di cui Gesù è la sorgente, un raggio di luce di cui il sole è Gesù 2;come dunque il rivolo è

tutto relativo alla sorgente e il raggio al sole, così Maria è relativa a Gesù.

«Gesù il quale conosce le grandezze di questa dignità infinita, Gesù che è

causa e sorgente di tale infinità, onora questa Maternità secondo il suo mento

e onora se stesso onorando sua Madre, perché è sua Madre ». 3

3) Maria infine non è altro che relazione verso Dio nella sua vita spirituale. Il Card. de Bérulle

dice che dobbiamo desiderare non tanto di esistere come di non essere altro che relazione

verso Dio, ossia che la nostra vita naturale deve essere come annientata per lasciare il posto

all'azione di Dio in noi.

Questa santità venne praticata dalla Vergine nel modo più eminente e più perfetto; non v'era,

in Lei neppure un pensiero, neppure, un sentimento che non fosse diretto a Dio e formato dalla

azione di Dio; Gesù, viveva in Maria più che Maria medesima; Maria era tutta trasformata in

Gesù. «Dio è ed agisce in Lei più che Lei medesima; Ella non ha pensiero che non abbia per

principio la grazia di Dio, nessun sentimento che non sia ispirato dallo spirito di Dio, nessuna

azione che non sia per l'anima di Dio ». «È proprio della Vergine di essere una pura capacità di

Gesù, riempita di Gesù » 4, ossia l’anima sua è completamente, vuota di se stessa, per essere

tutta occupata da Gesù, tutta abbandonata all’azione di Gesù; in Lei non v’è che Gesù.

***

Il Card. de Bérulle dice ancora che nell'Ordine della grazia Gesù essendo la grazia increata è la

sostanza della grazia, e noi

Page 204: Berulle Le Grandezze Di Maria

__________________________

(1) Le grandezze di Gesù.

(2) Cfr. Luc., 101.

(3) Vita di Gesù, cap. XXVIII.

(4) Vita di Gesù, cap. V., XXVIII e XXIX.

242

ne siamo gli accidenti. Per intendere tali parole potrà servire questo paragone: se vi fosse la

sostanza della bianchezza, nel loro colore gli oggetti bianchi ne sarebbero gli accidenti, non

sarebbero bianchi se non per relazione con tale sostanza. Così non abbiamo la grazia se non

per relazione con Gesù; tutto riceviamo dalla sua pienezza.

INTIMITÀ DI MARIA CON GESÙ (Lettere alle Carmelitane)

I) Il Figlio di Dio stava nel seno del Padre suo, è questa la sua dimora da tutta

l'eternità. Là Egli è con un Padre ed è potente, felice, glorioso come Lui; ma

vuole assumere un'altra condizione ed assumerla per noi. Egli vuole dimorare

nel seno della Vergine e scendere su la terra, nella mangiatoia, su la Croce, e

persino nel sepolcro. Quali dimore e quali differenze! E siamo noi l'oggetto dei

suoi disegni e dei suoi pensieri in questo stato di abbassamento, di miserie e di

sofferenze. Gesù è il Figlio del Padre e Figlio unigenito, e da tutta l'eternità ha

questa qualità. Ora è il dono del Padre, il dono fatto alla natura umana nella

pienezza dei tempi; è questo quel dono prezioso di cui il Figlio di Dio parla con

ammirazione e stupore dicendo: Sic Deus dilexit mundum, ut Filium suum

unigenitum daret (Joan., III, 16). Dono in verità inaudito ed eccellente, il più

insigne che Dio abbia mai fatto e farà mai al mondo; dono che comprende il

Figlio di Dio, e questo Figlio è Dio medesimo.

2) Questo dono oltremodo prezioso venne dato dapprima alla Vergine, e a noi

per mezzo della Vergine. La Vergine ne fece l'uso più eminente e ne ricevette

un effetto più grande che non abbia ricevuto tutto il resto dell'umanità. A Maria

sola venne dato in qualità il Figlio;

243

Page 205: Berulle Le Grandezze Di Maria

a noi invece in qualità di Padre; a Maria in qualità di Figlio proprio e naturale

che per sempre sarà suo Figlio, a noi viene dato in qualità di Padre che ci

adotta e ci costituisce suoi eredi.

Chi potrebbe degnamente pensare in qual modo la Vergine ricevesse

dall'Eterno Padre questo dono prezioso, quale stima ne avesse e come ne

usasse secondo i disegni dell'Eterno Padre? La grazia ch'Ella ricevette da

questa grazia delle grazie, la vita che ricevette nel dare la vita a Colui che è la

Vita medesima, il potere assoluto ed universale ch'ella donò sopra se stessa a

Colui, che le dava sopra se medesimo il potere materno, la presenza assidua e

il pensiero continuo ch'Ella conservò di Colui che sempre occupava, anzi rapiva

il suo cuore ed insieme i suoi sensi e la sua mente: sono meraviglie di cui non

possiamo farci un'idea.

3) La vita, l'aderenza, la società, la mutua intimità di Gesù con Maria e di Maria

con Gesù deve essere uno degli oggetti più frequenti della nostra vita (dei

nostri pensieri), questa vita, quest'aderenza, questa intimità adorava su la

terra ed imitava la vita, la società e l'unità delle tre persone divine ed increate;

e formava su la terra un'idea, un'imitazione, un esemplare perfetto di quanto

avviene in Cielo tra le persone eterne.

Oh vita intima! Oh vita e intimità ammirabile ed adorabile!

Voi dovete pensarvi, dovete amarla; dico di più ancora, dovete imitarla e tutte

le vostre case e società su la terra devono servire ad onorare, a rappresentare

ed imitare quella beata e perfetta intimità di Gesù e di Maria su la terra. Gesù

sta con voi e in mezzo a voi come allora era vivente con Maria, poiché

realmente è con voi nella sua presenza sul suo altare e nella sua Eucaristia. Voi

dovete vivere con Lui, aderire a Lui, vivere in Lui,

244

dovete tenervi unite con Lui, cuore a cuore, con la più perfetta intimità di

spirito. Tale deve essere la vostra vita e la vostra occupazione come era la vita

e l'occupazione di Maria su la terra.

Allora questa vita, questa occupazione era tra una persona increata ed

incarnata e una persona creata ed umana, tra Gesù e la Vergine, due persone

in verità differenti ma santamente e perfettamente unite assieme col vincolo

più perfetto che vi sia dopo il mistero della Trinità e quello dell'Incarnazione. La

Page 206: Berulle Le Grandezze Di Maria

vostra vita è pure tra due persone: quella di Gesù e la vostra: due persone

distanti nella loro condizione, ma effettivamente ben ravvicinate dalla

misericordia e dalla degnazione celeste. E questa divina degnazione va ancora

più in là; Gesù infatti, non vuole soltanto essere vostro, ma vuole inoltre

essere in voi; vuol essere non solo con voi, ma nel più intimo di voi medesimi,

ed essere con voi un solo corpo, un sol cuore, un solo spirito. Vivete dunque

per Lui, vivete con Lui poiché Egli visse per voi e vive con voi; ma andate più

innanzi ancora in questa via di vita, di grazia e di amore con Lui. Vivete in Lui,

poiché Egli è in voi; o meglio siate trasformate in Lui stesso dimodoché Egli

sussista e viva in voi; e tutto in voi sia regolato ed operato da Lui e non già da

voi stesse; in adempimento di quelle grandi parole del grande Apostolo: Io

vivo, non io, ma Dio vive in me. (Galat, II, 20).

4) È questo lo spirito di vita, di grazia e di amore che vi auguro a tutte. È lo

spirito di vita, di grazia e di amore che apprezzo di più nell'Ordine della grazia.

È lo spirito... dell'Ordine e dello stato dell'Incarnazione … Apprezzate e

ricercate questo spirito. È lo spirito di Gesù e di Maria, vale a dire lo spirito

dominante nello stato di Gesù ed eminente nello stato di Maria ... È lo spirito

che lega perfettamente i nostri spiriti a Maria e a Gesù. Così

245

Maria viveva in Gesù e Gesù viveva in Maria; Gesù era la vita di Maria più che

nol fosse la vita propria di lei stessa. È lo spirito che dovete respirare e al quale

dovete tutte aspirare; spirito che lega insieme e separa: vi separa da voi

stesse e da ogni cosa, mentre vi lega a Gesù e a Maria come se dopo Dio non

vi fosse per voi nulla fuorché Gesù e Maria, tutto il resto per voi è inutile o

proibitivo, mentre Gesù e Maria sono vostri come se fossero soli al mondo, con

voi e non vi fosse niente altro.

5) È questo spirito ... di unione perfetta con Gesù e con la Vergine che vi

auguriamo ... Vi esortiamo ad investirvi di questo spirito di Gesù e di Maria che

ci viene insegnato nelle sante Scritture, ci viene manifestato nei misteri della

fede ed appare nella vita delle due persone più insigni che mai vi saranno tanto

su la terra come nei cieli. Una di questa è divina e divinamente umana: Gesù,

Dio ed uomo tutt'assieme. L'altra persona è umana, ma pur nella condizione

umana è superiore a tutti i Santi e a tutti i cori degli angeli riuniti assieme;

entra nei confini della Divinità; appartiene all'Ordine degli ordini (l'Ordine

dell'Incarnazione). Altri ordini sulla terra, più umanamente che santamente,

vengono esaltati, ma non sono, a parlar propriamente, che ombre di

quell'Ordine (dell'Incarnazione), ombre che passano per servire nella loro

Page 207: Berulle Le Grandezze Di Maria

bassezza, alle cose grandi, sante e celesti che i nostri misteri presentano alla

nostra ammirazione.

In questi preziosi misteri abbiamo un Dio padre ed una Vergine Madre. Orbene,

questa Vergine santissima e Madre felicissima, per le sue grandezze e la sua

qualità, ha diritto di grazie, di amore, e di potere materno sopra Gesù il quale

la onora come sua Madre e la onora elevandola ad una grazia e ad una gloria

propria di Lei sola, ad una grazia che in cielo forma un coro a parte e rapisce

gli Angeli ed i Santi (L., 2).

246

Dio, Gesù e Maria, vita e sorgente di vita

1) La vita di Dio in se medesimo deve formare ogni giorno l'oggetto della

nostra contemplazione; dobbiamo stimarla, adorarla, amarla ed imitarla; è vita

di spirito e sorgente di ogni vita e specialmente della vita dello spirito: perché

Dio è Spirito, il suo essere è la sua vita. La vita di Dio in se stesso è vita di luce

e di amore, vita di comunicazione intimissima, vita di unità e di società, vita di

comunicazione dell'Essenza tra le persone divine, vita di intima residenza delle

persone l'una nell'altra: Ego in Patre et Patre in me (Joan., XIV, II), vita di

riposo, di felicità, vita di origine e di processione, poiché nella Divinità vi sono

processioni: Ego ex Dei processi (Joan., VIII, 42); vita di origine in unità,

poiché il Padre è il principio delle altre due persone, e il Padre e il Figlio sono

principio della terza. Ogni vita deve essere riferita a questa vita.

2) La vita di Gesù è una vita nuova che ha la sua origine nel mistero

dell'Incarnazione. È adorabile, e contiene una doppia vita come contiene due

nature: la vita della Divinità nell'umanità e dell'umanità della Divinità. Oh vita

sorgente di vita, sorgente della vita della grazia e della gloria, sorgente anche

della vita naturale nella risurrezione! Vita che ogni giorno dobbiamo

contemplare, adorare, amare ed imitate come nostra, poiché ha la sua origine

nelle nostre iniquità non meno che nell'amore del Padre. È causa della nostra

salvezza e modello della nostra vita: Principium creaturae Dei. (Apoc., III, 14).

3) La vita della Vergine, è tutta per Gesù e in Gesù; anche prima che Gesù

esista, Maria è di Gesù, poiché non vive se non per essere Madre di Gesù. E

dopo che Gesù è nato in Lei, Ella ha preso in Lui una nascita e una vita nuova,

e da quel momento vive in Gesù come Gesù vive

Page 208: Berulle Le Grandezze Di Maria

247

in Lei. Vita singolare ed eminente nella grazia, vita solitaria per la sua

eminenza, vita di società per mezzo di Gesù e in Gesù, perché nella sua

solitudine 1 Maria ha Gesù in se medesima ed è in Gesù.

4) Tutte, tre queste vite sono ammirabili e debbono formare l'oggetto e

l'occupazione della nostra vita 2, la quale non è che un'ombra di vita e di luce

al cospetto di queste tre vite. Come Dio vive in se stesso, eppure questa vita di

Dio che adoriamo comporta la vita delle tre divine persone l'una nell'altra: così

pure Dio ci ha resi capaci di vivere in noi e di vivere anche in altri; e talvolta

noi viviamo in altri più sensibilmente che in noi medesimi, ciò che distrugge la

nostra propria vita, essendo questa troppo, debole. Procuriamo di vivere in

Dio, nella sua Essenza, nelle sue divine persone; viviamo in Gesù, suo Figlio

unigenito, in cui è la vita e la nostra vita, e la luce: In ipso vita erat et vita erat

lux hominum (Joan., I, 4); viviamo in Colei che ha dato la vita a Gesù, vale a

dire, nella Vergine, che si chiama Vita ed è principio di una vita così grande.

Nell'universo noi contempliamo la vita delle piante, degli animali e degli

uomini... è la vita di un'ape ha occupato la vita di qualche filosofo e l'ha rapito

... Nella fede noi abbiamo oggetti ben più insigni di rapimento e vite ben più

insigni da contemplare: la vita di Dio, di Gesù e della sua santa Madre.

Occupiamoci di queste e viviamo in questi santi oggetti. La nostra vita su la

terra deve essere una vita di morte e insieme di vita: di morte al mondo, a noi

stessi e al peccato, di vita in Dio; in Gesù e nella Vergine. Se noi separiamo la

pratica della nostra vita dalla pratica di questa morte, siamo

___________________________

(1) Nel suo isolamento per la sua eminente superiorità su tutte le altre

creature. In altro luogo l'Autore dice che Gesù solo è degno di tener compagnia

a Maria.

(2) Sempre Dio, Gesù e Maria.

248

Page 209: Berulle Le Grandezze Di Maria

in pericolo di trovare una nuova morte nella vita, il peccato nella grazia, e le

tenebre nella luce, per superpia, per inganno e per amor proprio; (O.,6).

IV

VITA MISTICA DI GESÙ IN MARIA. (Gesù vivente in Maria)

Vi sono tre sorte di stabilità 1 sante, divine ed adorabili che vi prego di

considerare, amare ed adorare ... La prima è la stabilità della divina Essenza

nella grandezza ed infinità delle sue perfezioni e nella Trinità delle sue Persone.

La seconda è la stabilità del Verbo nella nostra umanità in virtù del mistero

dell'Incarnazione. La terza è la stabilità di Gesù in Maria; questa è poco

considerata su la terra, dove non è conosciuta secondo il suo merito. Prego,

Dio di farvi conoscere e ricevere qualche cosa di questa stabilità che guarda,

adora e imita la stabilità eterna del Figlio Unigenito nel Padre suo, la quale gli

fa dire nel suo Vangelo queste parole: Ego in Patre, et Pater in me. (Joan.,

XIV, II).

Oh vita! Oh riposo! Oh residenza di Gesù in Maria! Vita invariabile! Riposo

ineffabile! Oh residenza intima, segreta e penetrante, che riempie la SS.

Vergine non solo della grazia, ma dell'Autore della grazia ed unisce il rivolo alla

sua sorgente, la luce al suo sole! 2.

Gesù e la sua santa Madre si compiacciano di renderci partecipi di questo

divino stato e di appropriarci ad esso onde ne ricaviamo i frutti secondo la loro

volontà! Certe

_________________________

(1) Ossia tre residenze permanenti: la prima, Dio in se stesso; la seconda, del

Verbo nella natura umana; la terza, di Gesù in Maria.

(2) Gesù è la fonte e il sole di Maria; Maria è un rivolo di Gesù, un raggio di

Gesù.

249

Page 210: Berulle Le Grandezze Di Maria

anime sono elette per appartenere le une a Gesù, le altre a Maria; altre invece

per appartenere a Gesù ed a Maria tutt'assieme, in quanto hanno qualche

maniera di grazia che si riferisce all'uno e all'altro di questi divini oggetti.

Ma questa maniera di vita e di grazia di cui voglio parlare qui, è distinta e

differente, e si riferisce non solo a Gesù e a Maria uniti assieme, ma a Gesù in

Maria; e questo costituisce uno stato ben differente, che la penna non può

descrivere e la mente appena può intendere; solo la grazia può darne

l'esperienza o la conoscenza ed esso ha una relazione particolare con la vita e

la residenza del Figlio di Dio nel Padre in virtù della sua nascita eterna da Lui.

Il Figlio di Dio, infatti, ha vita dal Padre in virtù della sua generazione; ed ha

vita nel Padre, in virtù di questa residenza. Egli ha vita in se stesso, poiché è

Dio: Habet vitam in semetipso, dice Egli stesso nel Vangelo (Joan., V, 26); ma

come Figlio non ha vita in se stessa bensì dal Padre suo il quale eternamente lo

genera senza indigenza né dipendenza, e poiché il Padre lo genera, non già in

seno estraneo né fuori di se medesimo ma in se stesso, Egli ha vita non solo

dal Padre, ma anche nel Padre. Avendo voluto nascere su la terra per adorare

con la sua nascita temporale la sua nascita eterna 1, perciò ha voluto nascere

da una Vergine ed avere, senza Padre in terra, una Madre la quale come

l'Eterno Padre porta il suo frutto in se medesima; e con questa nascita

temporale ha voluto ancora adorare lo stato della sua nascita e residenza

eterna nel Padre.

Ecco, a mio avviso, l'origine di questo stato particolare di vita, di riposo, di

residenza di Gesù in Maria, stato accompagnato da molti effetti di grazia in

Maria, stato

___________________________

(1) Il Padre de Bérulle contempla nella SS. Trinità l'esemplare e il fine di tutti i

nostri misteri.

250

degno di Gesù, degno di Maria e degno pure della vita suprema ed ineffabile

del Figlio di Dio nel Padre suo. Prego Pio di renderci partecipi di questi misteri

in cielo e in terra secondo il suo beneplacito (L., 101).

L'anima vostra deve vivere in Gesù Cristo più che nel corpo in cui dimora, anzi

più che in se medesima. Gesù è la vita ed è la vostra vita… Vivete dunque in

Page 211: Berulle Le Grandezze Di Maria

Gesù come nella Vita e nella vostra vita, e non in voi stessa ... L'anima per

natura ha due dimore: una in se stessa per sempre, l'altra nel suo corpo finché

si trova in questa via su la terra. La grazia cambi in voi queste due dimore; e

l'anima vostra, per le intenzioni, per gli affetti, per le aspirazioni e per intima

applicazione, dimori in Gesù; non già nel suo corpo, ma in Gesù come nella sua

via. Seguite i passi di questa Via divina e non le inclinazioni di questo corpo

perituro; seguite gli istinti e l'azione di questa Via divina e non i sentimenti

dell'anima vostra miserabile ed imperfetta su la terra. Siate dunque tutta in

Gesù e a Gesù; vivete di Lui, vivete per Lui, vivete per opera di Lui. Oh! quale

vita, vivere per mezzo di Gesù! Oh, quante cose contiene quest'ultimo punto!

Quanto siamo distanti da una tal vita! ... Era proprio della SS. Vergine di vivere

non solo in Gesù, ma per opera di Gesù: Gesù era la sua vita in questa

maniera particolarissima. Gesù era la vita della sua vita, anima della sua anima

e occupava il fondo della sua essenza. Dobbiamo vedere e onorare Gesù nella

Vergine, come formando parte principale nella Vergine, come Dio in certo qual

modo fa parte di noi stessi: Pars mea Deus in aeternum. (Ps., LXXII, 26). Così

Gesù fa parte della Vergine e da Lei non va separato. Datevi per sempre al

Figlio ed alla Madre e desiderate che siano l'uno e l'altra la vostra porzione e la

vostra eredità per l'eternità. (L., 95).

Quanto dobbiamo desiderare che lo spirito di Gesù ci diriga, ci regga, ci

possieda e usi di noi secondo il suo

251

potere e la sua volontà in questo uso reciproco che Gesù fa di noi

appropriandoci e assoggettandoci a sé, e che noi facciamo di Gesù dedicandoci

ed abbandonandoci a Lui, consiste l'esercizio della vita della grazia di cui

dobbiamo vivere su la terra. È questo lo spirito che Gesù è venuto a diffondere

nel mondo, spirito che la Vergine ha ricevuto per la prima ed ha posseduto alla

perfezione ... Vi auguro lo spirito della Vergine Madre di Gesù e lo spirito di

Gesù suo Figlio ed insieme Figlio di Dio. Vi auguro uno spirito tutto legato per

amore e rispetto a Gesù e, alla Vergine; uno spirito che trasformi i vostri

spiriti, in Gesù e Maria; uno spirito che possieda Gesù e sia posseduto da

Gesù. (L., 6) 1.

_________________________

Page 212: Berulle Le Grandezze Di Maria

(1) Una piissima divozione che fa capo al Card. de Bérulle è la devozione alla

Vita di Gesù in Maria; l'invocazione di Gesù vivente in Maria. È bene notare che

l'oggetto di tale devozione non è già la vita fisica di Gesù nel seno di Maria così

ben descritta in una pagina che abbiamo riportata sopra; ma è la vita mistica

di Gesù in Maria. Maria è la parte principale del Corpo mistico di Gesù, e Gesù

vive in Lei non solo per santificarla, ma per santificare, per mezzo di Lei, tutti

gli altri membri suoi. È questo un aspetto della mediazione universale di Maria

nell'ordine soprannaturale.

Tale divozione è mirabilmente espressa nella celebre preghiera O Jesu vivens

in Maria, alla quale Pio IX concesse 300 giorni di indulgenza; gli elementi di

questa preghiera si trovano negli scritti del Padre de Bérulle, perciò se non

venne direttamente composta da lui, ne venne almeno ispirata.

Il compianto abate Tanquerey, P. S. S. ne ha fatto una bella e completa

spiegazione e la chiama «una sintesi della vita spirituale». Eccola:

«O Gesù, vivente in Maria, venite a vivere in questi vostri servi, - nello spirito

della vostra santità, - nella pienezza della vostra virtù, - nella perfezione delle

vostre vie, - nella comunione, dei vostri misteri, - dominate in noi ogni facoltà

a Voi contraria; - nel vostro Spirito per la gloria del Padre. Così sia». (V.

TANQUEREY, Précis de théologie ascétique et mystique; n. 1590 e segg.).

Il Bremond la chiama la tessera della scuola del Card. de Bérulle.

252

PARTE SECONDA

CONSEGUENZE DELLA DIVINA MATERNITÀ

I.

LA MADRE DI DIO.

Page 213: Berulle Le Grandezze Di Maria

1) Nella Vergine il Card. de Bérulle vede, innanzi tutto, la Madre di Dio e il posto che occupa

nell'Incarnazione, la Madre del Verbo Incarnato, in relazioni particolari con le persone della SS.

Trinità, la Regina sovrana del cielo e della terra la quale partecipa all'autorità del Padre avendo

con Lui il medesimo unigenito Figlio, ha autorità sul Figlio di Dio e suo Figlio, e da Gesù Cristo

ha ricevuto «autorità sopra tutto ciò che gli appartiene, potere sopra tutte le nazioni come a

Lui è stato conferito dall'Eterno Padre ».

Noi generalmente siamo esposti a considerare Maria SS. semplicemente come Madre della

misericordia e nostro rifugio; pensiamo molto al nostro diritto, diremo così, di ottenere dal suo

Cuore materno ogni grazia che ci abbisogna; ma poco ci curiamo dei diritti ch'Ella ha sopra di

noi.

Il Padre de Bérulle invece aveva un gran concetto dei diritti di Maria e della sua sovranità; è

questo il pensiero che ritorna continuamente sotto la sua penna quando parla di Maria.

In una visita al Monastero dell'Incarnazione di Parigi, egli faceva questa

prescrizione: «Innanzi tutto si onorerà con una divozione particolare la

santissima Vergine Maria Madre di Dio, e Sovrana sopra tutto ciò che

253

appartiene al suo divin Figlio sia in terra sia in cielo 1. In una istruzione diceva:

«Offrite a Gesù e alla sua SS. Madre tutte le azioni della vostra vita come cosa

che a loro appartiene per titoli così numerosi che sareste tanto colpevoli di

mancare ai vostri doveri verso il Figlio di Dio e la sua santa Madre, quanto

siete felici di non avere altra cura che quella di adempierli » (O., 12). Verginità,

Maternità, Santità e Sovranità: ecco i quattro grandi attributi della Vergine,

fondamento delle sue grandezze, del suo potere e dei suoi diritti sopra di noi.

(O.,93). «Come Madre del Creatore la Vergine ha potere e dominazione sopra

tutte le creature. In virtù del mistero dell'Incarnazione è costituita in

eminenza, in autorità e in potenza, nel tempo e nell'eternità, sopra gli angeli e

sopra gli uomini e sopra tutte le creature». (O., 39).

Considerando Maria SS. come vera Regina suprema, il Padre de Bérulle le fece quel celebre

voto di servitù che è l'espressione più eminente e più efficace della divozione alla Madre di Dio,

voto che gli attirò noie incredibili e gli costò tante lagrime. I suoi nemici ne abusarono, gli

rimproverarono di voler imporre alle Carmelitane un quarto voto e giungere sino ad accusarlo

di eresia; in tale opposizione evidentemente vi era anche uno sfogo dello spirito del

protestantesimo e forse dello spirito giansenistico incipiente. Per dieci anni il Bérulle tutto

sopportò; ma infine fu costretto a difendersi, e dimostrò che non si trattava di un quarto voto

di religione ma del riconoscimento e dell'espressione della nostra servitù verso Gesù e Maria

derivante dai voti del santo Battesimo.

Page 214: Berulle Le Grandezze Di Maria

Come mai, o Vergine santa, esclamava, possono darsi degli spiriti così poveri

nella luce dei nostri misteri e così insensibili alle vostre grandezze da trovare a

ridire alla vostra dominazione e a questo voto di servitù che a quella si riferisce

e la onora? (Elev., III, sopra, pag. 128).

I discepoli del Bérulle, come il Padre de Condren e san

___________________________

1 HOUSSAYE, op. cit., II, p. 102.

254

Giovanni Eudes, ecc. diedero grande importanza a questo voto e lo misero in pratica ad

imitazione del loro santo maestro; il ven. Olier vi premise, un anno di preparazione e il B.

Grignion de Montfort lo propagò con molto zelo 1.

2) La Madre di Dio è Mediatrice presso Gesù Cristo e Dispensiera della grazia; a Lei dobbiamo

ricorrere con filiale confidenza. Ella ha la missione di dare Gesù alle anime ed ha un'autorità

speciale nell'ordine della grazia; il Padre de Bérulle, fa derivare dalla divina Maternità anche

questo insigne privilegio e potere supremo.

Dobbiamo considerare la Vergine come una ... sorgente della vita di Gesù. Ella

lo genera a noi per la virtù del Padre e congiuntamente con Lui lo fa vivere in

noi, operando in noi per la virtù dell'Altissimo, la quale è la virtù del Padre,

virtù ch'Ella possiede in modo indiviso (in comune) col Padre. E come altra

volta, lo ha generato in se medesima secondo la carne e insieme secondo lo

spirito, corporalmente e spiritualmente; così continua a generarlo in noi

spiritualmente ... Rivolgiamoci a Lei ed assoggettiamoci al suo potere,

supplicandola che per compassione Ella compirà per noi questa misericordia.

(O., 144).

Le anime redente da Gesù appartengono alla sua santissima Madre, e

dobbiamo pregarla che ci doni Gesù.

È questo un pensiero che ritorna spesso negli scritti del P. de Bérulle.

___________________________

(1) Giov. Olier così si esprime nel fare a Maria il detto voto: «Mi voto a Dio per

impiegare tutti i momenti della mia vita a farla onorare. Rispetto a Lei mi

conserverò in una perpetua dipendenza, riconoscendola come mia santa Madre

Page 215: Berulle Le Grandezze Di Maria

e come la sorgente della mia doppia vita, cioè della vita del mio corpo e

dell'anima mia ... Ella è in Gesù Cristo la mia via, la mia verità, la mia vita ...,

e protesto ai suoi piedi che alla sua intercessione sono debitore di tutte le

grazie che ho ricevute ». (Vie Intérieure .... pag. 359). Vi è qui tutto lo spirito

del Fondatore dell’Oratorio.

255

Ad una Signorina di recente uscita, dal noviziato di una casa religiosa scrive:

Guardatevi bene dal perdere l'unione con Gesù. State pure unita alla sua

Madre santissima. Maria è congiunta con la divina Infanzia di Gesù, né potete

adorare Gesù, fattosi Bambino per vostro amore, fuorché nelle braccia della

sua e vostra santa Madre. (L., 225).

Ad un Padre dell'Oratorio:

Adorate Gesù, amatelo e pregatelo che vi trasformi in Lui; rivolgetevi alla sua

santissima Madre affinché vi ottenga da Lui questa grazia e questa

misericordia.

(L., 149).

Ad una persona pia:

Consacratevi alla santissima Madre di Gesù, perché è sua Madre; e in onore di

tutto ciò che Ella è per Gesù e di tutto ciò che Gesù è per Lei, offritevi tutta a

Lei, desiderando di avere verso di Lei, nella vostra vita interiore ed esteriore,

una dipendenza e relaziona particolare. Vi consiglio di darvi ogni giorno a

questi desideri, eccitandoli e formandoli nell'anima vostra e di offrirli

distintamente a Gesù ed alla sua santa Madre ... Offrite loro in particolare i

vostri sforzi (di appartenere di più a loro), desiderando che tutt'e due abbiano

potere di disporre, per la loro gloria, di voi e dei vostri sforzi. (L., 222).

II

AUTORITÀ DI MARIA SULLE ANIME

Nella sua qualità di Madre, Maria ama e possiede Gesù come Figlio ed ha sopra

di Lui una sorta di diritto e di proprietà the spetta unicamente a Lei, e che

deriva da quel diritto e da quella proprietà che l'Eterno Padre

Page 216: Berulle Le Grandezze Di Maria

256

ha sopra il suo medesimo Figlio, perché il Figlio di Maria è il Figlio medesimo

dell'Eterno Padre. In virtù di questo diritto così sublime ed eminente, derivato

inoltre da una sorgente così elevata ed eminente come è il seno del Padre,

Maria ha un diritto ed un potere speciale di dare Gesù alle anime.

Apprezziamo, ammiriamo e veneriamo secondo il suo merito questo diritto di

Maria; avviciniamoci a Lei in modo da entrare con Lei in una santa e felice

società; desiderando di essere uniti, con Lei e per mezzo di Lei, al Figlio suo.

Per questo istinto di grazia e di pietà singolare abbandonatevi a Lei,

assoggettatevi ai suoi diritti ed ai suoi poteri, e pregatela che usi del suo

potere sopra di voi, col darvi una parte speciale alla grazia di Gesù che è suo

Figlio, ed a Lei medesima Madre di Lui. (L., 2).

***

I Superiori devono rendere un onore singolare all'autorità santa e suprema di

Gesù e di Maria su le anime. Questa autorità di Gesù va considerata non solo

nella sua Divinità,ma pure nella sua Umanità secondo la quale Egli disse queste

parole: Data est mihi omnis potestas (Mt, 28,18). Inoltre questa autorità di

Gesù è la viva sorgente di quella della Vergine, come la Vergine è la sorgente

di quella umanità che è unita in Lui alla Divinità. Questa Umanità, infatti,

essendo derivata dalla Vergine per'opera dello Spirito Santo e eletta dal Padre

per essere unita al Figlio suo, come per riflesso diffonde nella Vergine

medesima una emanazione di quell'autorità che ricevette dal Padre nel ricevere

per sua propria persona la persona del di Lui unigenito Figlio. (Norme di

direzione, cap. XXX).

257

***

Poiché Dio si è compiaciuto di mettervi nella condizione in cui vi trovate,

onorate in quella l'autorità di Gesù Cristo Nostro Signore e della sua santissima

Madre su le anime, perché queste sono una piccola parte, e una piccola

dipendenza dell’Impero del Figlio di Dio e della Vergine. L'Eterno Padre ha dato

al suo Unigenito Figlio ogni potere sopra tutte le nazioni e il Figlio l'ha dato alla

sua santa Madre. Onorate questo potere del Figlio e della Madre, desiderando

che si eserciti sopra di voi e sulle anime che vi sono affidate. Supplico il nostro

Signore Gesù e la sua santissima Madre di farvi questa grazia. (L., 40).

Page 217: Berulle Le Grandezze Di Maria

Preghiamo la Vergine che ci doni il Figlio suo, poiché in questo mistero (della

Natività) e in virtù di questo mistero, Ella riceve il potere di dare al mondo il

proprio Figlio, potere che è una delle eccellenze e singolarità che da questo

mistero derivano alla sua Maternità. Maria nell'Incarnazione riceve il Figlio di

Dio; nella Natività lo dà al mondo e riceve il potere di darlo, e questo potere

rimane sempre, né mai le viene tolto.

Preghiamola che usi di questo suo potere e ci doni il Figlio suo, ma ci doni noi

pure a Lui; vediamo di dare anche noi alla Vergine il potere di darci al Figlio

suo, come il Padre le dà il potere di darlo a noi. (O.,43).

3) La Madre di Dio è Madre di misericordia, e il Card. de Bérulle ha una grande fiducia in

questo attributo della Vergine; alla medesima Signorina, di cui sopra, scrive ancora:

Guardatevi dal perder mai l'unione con Maria per qualsiasi motivo. Quando

pure foste in peccato mortale, Maria è Madre dei peccatori e vostra Madre in

una maniera particolare; in nome di Dio non dimenticatela mai,

258

continuate sempre ad esserle divota e ad amarla... Chissà ch'Ella non abbia da

far scendere sopra di voi un raggio che dissipi quelle nubi che vi circondano e

vi unisca al Figlio suo e a tutto ciò che il Figlio suo ha ordinato per la vostra

salvezza? O Madre santa del mio Salvatore, aiutateci! O Madre di misericordia

abbiate pietà di noi!

Ad un Padre dell'Oratorio:

Offrite quel buon pensiero che mi avete manifestato, in onore dei pensieri di

Gesù in Croce per la salvezza delle anime e anche in onore dei pensieri che la

sua santa Madre ebbe su la terra verso i peccatori dei quali è rifugio e avvocata

presso il Figlio suo. (L., 174).

Ma qui ancora il Padre de Bérulle riconosce nell'esercizio della misericordia in Maria, una

funzione della divina Maternità la quale eleva la Vergine ad una affinità speciale col Mistero

dell’Incarnazione.

La Madre di Dio ha un'autorità speciale rispetto alla misericordia. Il Mistero

dell'Incarnazione essendo un mistero di misericordia, Maria è Madre di

misericordia e ne derivano per Lei effetti e privilegi speciali di misericordia. (O.,

45).

L'Incarnazione essenzialmente è un mistero di misericordia; perciò Maria essendo per la sua

divina Maternità, strettamente collegata con questo mistero, essenzialmente è Madre di

misericordia. Il pio Cardinale fa poggiare la misericordia di Maria su la infinita misericordia di

Page 218: Berulle Le Grandezze Di Maria

Dio la quale si manifesta così potentemente nel mistero dell'Incarnazione. Ora Maria

dall'Eterno Padre, è costituita nell'ambiente e nell'ordine del mistero dell'Incarnazione.

Se ben consideriamo, è qui il vero punto di vista della fede in questo articolo. Appunto perché

Dio è infinitamente misericordioso, Maria è potente nella misericordia: Maria non è che

l'espressione della misericordia di Dio e la sua misericordia è proporzionata alla grandezza

della sua dignità.

È questa l'altissima ragione della misericordia di Maria; è

259

una funzione che deriva non solo dalla bontà del suo Cuore e dalla sua compassione verso di

noi povere creature, ma più ancora dal suo ufficio di Madre di Gesù, ed è inerente alla sua

dignità.

Ci sembra sia questo un pensiero che raddoppi la nostra fiducia. La teologia è sempre il più

solido fondamento della vera divozione a Maria e della fiducia illimitata che dobbiamo avere nel

suo potere e nella sua bontà.

4) Dalla divina Maternità deriva pure che Maria è la Protettrice naturale della Chiesa:

Stimerei opportuno, scrive il Padre de Bérulle, che per tutte le gravi difficoltà

nelle quali si trova la nostra Congregazione si facessero, per un anno, in tutte

le case, preghiere straordinarie alla SS. Vergine. Le opere di Dio si devono

incominciare e conservare con lo spirito di umiltà e di preghiera; e Dio si

compiace di essere pregato dai suoi Servi. Uno dei poteri annessi alla sovranità

della SS. Vergine è questo di dissipare le nuvole che si oppongono ai disegni ed

alle opere del Figlio suo su la terra. (L., 125).

***

Non ci meraviglieremo se il Padre de Bérulle, avendo della devozione a Maria un concetto così

elevato, sembri quasi sdegnare di rivolgersi al suo potere per i meschini interessi materiali.

Nelle sue Lettere rarissimamente si trova qualche accenno ad implorare l'aiuto della Madre di

Dio per le necessita materiali. Non manca, è vero, di fiducia nella potenza e bontà di Maria

anche sotto questo aspetto; al Superiore di una casa il quale si avviliva per la povertà,

scriveva:

Invece di rattristarvi e di ricercare la solitudine, onorate la povertà di Gesù e di

Maria in Egitto. Ricorrete umilmente a loro, affinché la loro povertà benedica la

vostra e vi provveda. Nelle necessità della casa ricorrete in modo speciale alla

Madre di Dio. Ella è Madre di Gesù

260

Page 219: Berulle Le Grandezze Di Maria

e le abbiamo dato tutte le case che Dio ci darà. Come Madre di Gesù avrà cura

di tutto ciò che appartiene a Gesù. Questo pensiero vi conforti più che non vi

rattristi lo stato presente. Ricorrete a Gesù e a Maria in tutti i bisogni interiori

ed esteriori (spirituali e materiali) della casa, come a quelli che ne sono i

padroni e che possono e voglio provvedere a tutto. (L., 171 e 174).

Ma la sua preghiera abituale che ricorre quasi in ogni lettera è quella che ha per oggetto le

grazie spirituali le quali rilevano più particolarmente dalla Mediazione di Maria: Pregate la

Madre di Dio, perché vi dia la grazia di servirla Lei e il suo Gesù nella perfezione che

desiderano da voi, ecc. Ciò che il Padre de Bérulle vuole che soprattutto domandiamo a Maria è

Gesù. Così mette in pratica il suggerimento evangelico: «Quaerite primum regnum Dei

(Cercate prima il regno di Dio), e il resto vi sarà dato come per soprappiù».

La seguente preghiera ci dimostra con quale fiducia il pio Cardinale confidava nella Madre di

Dio.

Per mezzo della Vergine santissima, (o Gesù), avete voluto dare Voi medesimo

a noi, e diventare nostro; permettetemi pure di darmi a Voi per mezzo, di Lui.

La supplico, adunque, come Madre, del mio Dio, di voler per sua degnazione,

essere madre dell'anima mia. La supplico come Madre di Gesù di offrirmi a Lui

e di tenermi Ella stessa e considerarmi ormai come schiavo del Figlio suo, e di

ottenermi in questa qualità ch'Egli mi faccia parte delle sue vie e delle sue

misericordie. (Grandezze di Gesù, pag.66).

***

5) Dalla Maternità divina deriva pure la grande santità di Maria.

Affinché fosse degna Madre di Dio, la Vergine ricevette da Dio una intensità di grazie adeguata

ad una tale vocazione e vi corrispose perfettamente, perciò si elevò ad una santità che supera

261

ogni pensiero. Il Card. de Bérulle si compiace di ripetere spesso che la Vergine è degna Madre

di Dio: quale santità non suppone questa parola! (Cfr.: Vita di Gesù, cap. XIX).

Perciò ripete spesso che l'Eterno Padre non, ha fatto né farà mai nulla di più santo che la

Madre sua; infatti la santità di Maria è la più elevata che si possa concepire. Nella santità vi

sono, per così dire, due elementi, l'elemento negativo ossia l'assenza del peccato, e l'elemento

positivo ossia l'unione con Dio, il Quale è la santità per essenza. Orbene Maria fu

assolutamente immune da qualsiasi peccato, come pure da ogni tentazione, illusione o

influenza dello spirito del male; inoltre fu la creatura più unita a Dio. Dopo l'umanità di Gesù,

la creatura più unità alle tre persone della SS. Trinità, la più intima con Gesù e la più investita

della vita di Gesù. (Elev., n. 4 e 5; Vita di Gesù, Cap. V, ecc.). Tale era la santità di Maria che

Page 220: Berulle Le Grandezze Di Maria

«nell'uso delle cose indifferenti Ella aveva amore per il Signore e merito davanti a Lui più che

non parecchi Santi nei loro più grandi martirii» (O., 185).

***

6) Quale unione più intima di quella del Figlio con la Madre e della Madre col

Figlio!

Il Card. de Bérulle si delizia nella contemplazione dell'unione di Gesù e Maria e ne parla spesso

con grande amore e viva compiacenza. (Cfr; Vita di Gesù, cap. XXVIII). Alla Regina di

Inghilterra scrive:

Il Figlio di Dio ha congiunto (Maria) a se stesso nella maggior parte dei suoi

misteri e nel Mistero dell'Incarnazione ... Non separate dunque nelle vostre

divozioni ciò che Dio ha congiunto in una unione così santa, così divina, così

sublime.

Perciò non separa mai Maria da Gesù: Gesù e la sua santissima Madre; ecco la sua formula

abituale. Questi due santissimi nomi, che riunì nello stemma dell'Oratorio, ritornano insieme

centinaia di volte nelle sue Opere. e specialmente nelle sue Lettere. Sembra che li onori; per

così dire, con un medesimo atto di divozione, tanto li conserva indissolubilmente uniti, Quasi

quasi vorremmo dire, come se si trattasse di una persona sola. S. Giovanni Eudes, il quale

passò vent'anni alla scuola del pio Fondatore

262

dell'Oratorio, arrivò persino a riunire assieme quei due santissimi nomi in quella espressione

che potrà sembrare errata a certi fanatici della grammatica, ma che ha un senso altissimo: il

santissimo Cuore di Gesù e di Maria (non già i Cuori di Gesù e di Maria). Il Padre de Bérulle

aveva già detto:

Nell'intimità, per la grazia, il Cuore di Maria vive nel Cuore di Gesù, e il Cuore

di Gesù vive nel Cuore di Maria. (Vita di Gesù, cap. XXVIII); anzi

espressamente: «Il Cuore divino di Gesù e di Maria». (Cap. XV).

«In Nostro Signore Gesù Cristo, dice S. Giovanni Eudes, vi sono tre Cuori, i quali tuttavia non

sono che un sol Cuore: il suo Cuore corporale che è la più nobile porzione del suo sacro Corpo;

il suo Cuore spirituale che è la parte superiore della sua anima santa, e il suo Cuore divino che

è lo Spirito Santo il quale è il Cuore del suo Cuore... Ora il Cuore corporale di Gesù è il Cuore di

Maria, perché la carne di Gesù è la carne di Maria; Caro Christi est caro Mariae, dice S.

Agostino, anche in cielo; il Cuore spirituale di Gesù è pure il Cuore di Maria per una intimissima

unione di anima e di volontà; il Cuore divino di Gesù, che è lo Spirito Santo, è il Cuore di

Maria, poiché questo divino Spirito è stato dato a tutti i veri cristiani, quanto più alla Regina e

Madre di tutti i cristiani. Ecco tre Cuori i quali non sono che un sol Cuore di cui si può dire

veramente che è il Cuore della Vergine santissima ... il Cuore di Gesù è vivente nel Cuore di

Maria, l'anima di Gesù nell'anima di Maria... la memoria, la mente e la volontà di Gesù nella

memoria, nella mente, nella volontà di Maria». (LE DORE, Les Sacrés Coeurs de Jésus et de

Page 221: Berulle Le Grandezze Di Maria

Marie, pag. 280-288). S. Giovanni Eudes in questa sua dottrina su la intimissima unione, non

già fisica. bensì mistica e morale, tra i Cuori di Gesù e di Maria, non fa altro che sviluppare la

dottrina del Card. de Bérulle su la unione di Gesù con la sua santissima Madre, adoperando

persino identiche espressioni.

7) Dalla Divina Maternità deriva la maternità umana della B. Vergine:

Il nome di Madre applicato ai cristiani, si trova di rado negli scritti del Bérulle; ma la verità

della maternità di Maria rispetto a ciascuno di noi ne risulta con tutto rigore teologico. Maria è

Madre di Gesù, e questo è già sufficiente perché dobbiamo riconoscere

263

in Lei la nostra vera Madre, spirituale, perché Gesù che Ella ha dato al mondo, è il nostro Padre

nella grazia. Ma tanto non basta al Cardinale de' Bérulle e riconosce in Maria una maternità più

prossima, più effettiva, rispetto a ciascuno ai noi, rispetto alle anime che appartengono al

Figlio suo.

Perciò scrive:

Desidero che consideriate e invochiate, (la Vergine) in questa qualità di madre

e di vita, poiché Ella vuole farvi partecipe della vita del suo divin Figlio (L., 37).

Deve essere per noi dolce e delizioso fare sovente oggetto dei nostri pensieri e

delle nostre parole Colei che è la vita, la Madre della Vita, e la Madre della

nostra vita medesima. (O., 147).

Tra i misteri da meditarsi ogni giorno propone:

La Vergine legata a Gesù come sua Madre e a noi come membra del Figlio suo.

(O., 147).

Madre è Colei che dà la vita; orbene la Madre di Dio dà veramente la vita non solo al genere

umano in generale, ma a ciascuno di noi in particolare. Maria ci dà Gesù; abbiamo visto che il

pio Cardinale dice ripetutamente che è questa la sua funzione. Ella genera spiritualmente in noi

il suo Gesù, perciò è Madre di Gesù in noi, lo fa vivere in noi; orbene Gesù vive in noi per la

grazia che è la vita spirituale dell'anima nostra. Inoltre, Maria è madre della nostra vita,

sorgente della nostra vita, e vita per noi: in qual modo, se non perché ci dà la vita

soprannaturale della grazia? Così Maria è vera Madre di ciascuno di noi nell'ordine

soprannaturale, e dobbiamo chiamarla con questo nome consolante e delizioso non già per un

sentimento di affettuosità e di tenerezza, ma con tutta verità e realtà, perché è causa della

nostra vita soprannaturale.

III

Page 222: Berulle Le Grandezze Di Maria

MARIA CORREDENTRICE

In conseguenza della sua divina Maternità, la B. Vergine è nostra Corredentrice: Questa

espressione non si trova negli scritti che possediamo del Padre de Bérulle, ma gli elementi che

costituiscono quella cooperazione per cui Maria giustamente viene chiamata Corredentrice vi si

trovano mirabilmente esposti, e tutto viene riferito alla divina Maternità:

1) Il consenso che Maria, con piena e illuminata libertà, diede all'Incarnazione del Figlio di Dio,

nel proprio seno. Questo, evidentemente, fu l'atto iniziale, volontario e fondamentale della

cooperazione della Vergine alla Redenzione; gli altri modi di cooperazione sono conseguenze

del consenso. Anche gli acerbissimi dolori che Maria soffrì per la sua partecipazione «alla vita

crocefissa» del suo divin Figlio, secondo il P. de. Bérulle, dal primo momento dell'Incarnazione

fino al Calvario, furono da Lui accettati, con immensa carità peli la nostra redenzione, quando

pronunciò quel suo Fiat in risposta al messaggio dell’Angelo.

2) L’autorità che in tal modo diede all'Eterno Padre su la Persona della SS. Trinità.

3) Il corpo che procurò al Figlio di Dio onde potesse, in qualità di Vittima, morire su la Croce.

Maria fu così una delle cause dell'Incarnazione e perciò della Redenzione; e causa, diremo, non

semplicemente accidentale, ma, per volere di Dio, necessaria ed essenziale. Rispetto a Dio,

fuori della SS. Trinità (ad extra), non v'è nulla di necessario, a meno ch'Egli medesimo non

imponga a se stesso qualche necessità, come avviene appunto in questo caso. Dio avrebbe

potuto compiere i Misteri dell'Incarnazione e della Redenzione senza il consenso di una Madre;

ma in realtà volle che Maria vi prestasse una cooperazione necessaria; e, come fa risaltate il

Bérulle, fu questo per Lei un altissimo ed inaudito onore.

Inoltre, Maria, non solo procurò, la Vittima per il gran Sacrificio Redentore, e la introdusse nel

mondo, ma l'allevò e l'accompagnò sino al supplizio dell'immolazione e, come Madre, fino dal

primo istante fu associata ai patimenti e ai dolori, di suo figlio.

265

Il consenso di Maria all'Incarnazione

Quando Dio creò Adamo non trattò con se medesimo, perché le parole:

Faciamus hominem non era diretta agli Angeli, ma alle persone divine ad

immagine delle quali siamo fatti. Quando invece si tratta del nuovo Adamo, Dio

entra in trattative con la Vergine, e volendo associarsi all'opera sua, ne chiede

il consenso dicendole: Faciamus hominem (Facciamo l'Uomo nuovo) ad

immagine del quale tutto deve essere formato e riformato. (O., 94).

Page 223: Berulle Le Grandezze Di Maria

Che dirò di Voi, o Vergine santa? Dio vi fa Madre di Colui del quale è Padre! Dio

vi innalza e su la terra vi costituisce Madre senza Padre di Colui del quale in

Cielo Egli è Padre senza Madre!

Dio vi associa a se stesso nell'opera sua la più grande: nella seconda

generazione del suo Figlio, nell'Incarnazione del suo Verbo, nella nascita di

Gesù; vi associa a sé in una società talmente nobile ed insigne; che

dimostrandovi in faccia al Cielo e alla terra un rispetto ed un onore

incomparabili, fa persino dipendere dal vostro consenso la più imponente di

tutte le sue opere, il più sublime dei suoi misteri.

Egli chiede, aspetta, riceve il vostro consenso per mezzo del suo Angelo. Quella

sua volontà, la più sublime, la più grande che mai potrà avere, non l'adempie

se non dopo ricevuta l'assicurazione che la vostra volontà è conforme al suo

volere. Egli aspetta quella vostra parola di umiltà: Ecce ancilla Domini; aspetta

dalle vostre labbra quel potente Fiat; Fiat, nel suo termine e nel suo effetto,

molto più potente di quel Fiat che Dio pronunciò nella Creazione dell'Universo.

Ché se quel primo Fiat fece il mondo, il vostro ha fatto l'Autore del mondo 1.

_________________________

(1) Il Fiat di Maria era la condizione perché l'Autore del mondo avesse una

nuova vita, la vita umana.

266

Dio vi innalza alle sue grandezze, e Voi vi abbassate nel vostro nulla! Vi

dichiarate serva di Colui del quale vuole che siate Madre! E in questa umiltà,

nelle mani dell'Angelo date il vostro consenso al volere déll'Eterno Padre, e

nell'atto della vostra profonda umiltà concepite l'Altissimo! Appena quel vostro

consenso è dato, riferito all'Eterno Padre e da Lui accettato, Voi per la potenza

dell'Altissimo siete Madre di Gesù; siete il Paradiso del nuovo Adamo, il tempio

animato di Dio incarnato! Siete la vasta abitazione di Colui che è

incomprensibile! Cfr.: Vita di Gesù, cap. XIII; Grandezze di Gesù, pag. 392).

Oh qualità grandi! Ammirabili poteri! Effetti preziosi e singolari!

Autorità che Maria, col proprio consenso, dà all'Eterno Padre sul Figlio, onde

imporgli il precetto di morire in Croce.

Page 224: Berulle Le Grandezze Di Maria

Voi, o Madre di Gesù, date al Figlio di Dio una nuova natura, quindi lo ponete

in uno stato in cui il Padre può esercitare sopra di Lui il suo potere. Prima della

nascita di Gesù il Padre non ha potere sul proprio Figlio, perché nell'eternità lo

genera come Figlio, ma pure come Dio uguale a Lui e indipendente come Lui

stesso. In tal modo fin dall'Eternità il Figlio è Figlio del Padre prima di essere

Figlio della Madre, ma non è Figlio soggetto al Padre prima di essere Figlio

soggetto a Maria: il medesimo istante dà principio all'autorità di Maria ed alla

autorità del Padre sul Figlio suo ... Così, o Vergine santa, in Voi e nel vostro

seno ha principio il primo potere del Padre sopra un sì degno soggetto, il

potere più alto, più degno e più amabile che l'Eterno Padre avrà mai, l'autorità

sul Figlio suo incarnato. (Ibid., pag. 407, 408).

267

Maria dà al Figlio di dio il corpo in cui soffrirà e morrà.

In Voi e da Voi, o Vergine santa, il Verbo assume quella carne nella quale vuole

soffrire e morire per gli uomini. In Voi dall'Eterno Padre Egli riceve l'ordine di

soffrire e morire; in Voi e nel vostro seno, accetta quel volere e quell'ordine del

Padre; nel vostro seno fa la prima offerta ed oblazione di se stesso alla Croce e

alla morte. Oblazione incominciata in Voi e nelle vostre viscere, come in un

tempio sacro da Gesù medesimo consacrato in Voi; oblazione non mai

interrotta, sino a quando sia consumata sul Calvario; oblazione compiuta sulla

Croce, con la vostra presenza ed assistenza, affinché come la prima così anche

l'ultima oblazione di Gesù sia onorata dalla vostra presenza ed assistenza; e

come ha incominciato in Voi, così si termini pure vicino a Voi.

Tale oblazione, inoltre, si consuma e si compie in quel prezioso Corpo derivato

da Voi, che ha fatto parte della vostra sostanza, parte che per Voi è molto più

cara e preziosa in Gesù che non vi fosse cara in Voi stessa, molto più cara e

preziosa per Voi che il corpo santo e venerabile che animate e dal quale

l'Onnipotenza della Divinità ha tratto il corpo adorabile di Gesù.

Oh Corpo di Gesù, sempre santo, sempre venerabile! Corpo che prima faceva

parte del corpo di Maria, e ora è Corpo animato dallo Spirito di Gesù! Oh

Corpo, santo in Voi, e in Gesù fonte di santità! Oh sostanza:, in Voi pura ed

immacolata, e in Gesù origine di purezza! Oh Corpo in Voi santificato, e in

Gesù deificato! Oh Corpo in Voi venerabile, ma adorabile in Gesù! Oh Corpo

Page 225: Berulle Le Grandezze Di Maria

veramente amabile e da Voi amato quando faceva parte di Voi stessa ed era

animato dall'anima vostra, la più santa che vi sia al mondo: ma ben altrimenti

a Voi caro allora che

268

è animato da Gesù e vivificato dallo Spirito della sua Divinità.

Quel Corpo è sempre santo, sempre puro, sempre vostro: ma molto più santo,

molto più puro, molto più vostro, dopo che è Corpo del verbo divino, che

quando era parte del vostro corpo. In quel Corpo così vostro e così divino,

Gesù fa e compie la sua oblazione su la Croce, e Voi alla sua oblazione vi

associate in ispirito di amore e di unione nel dolore, col soffrire in spirito, per

amore e per pietà, ciò che Egli soffre, su la Croce e per le ferite dei chiodi e

della lancia, (Grandezze di Gesù, pag. 397, 398)·

Maria Corredentrice perché associata al dolori ed alle umiliazioni di Gesù.

Come, Madre di Dio Ella partecipa alla grazia del mistero dell'Incarnazione il quale è mistero di

umiliazione e di sofferenza; per cui Maria è associata, fin dal primo momento, ai patimenti di

Gesù e deve essere Madre umiliata e sofferente del Figlio di Dio umiliato e sofferente. (Vedi

sopra, l'Annunziazione, pag. 146).

La Vergine partecipa alla vita crocefissa del Figlio suo, in quanto che la carne di

Gesù è carne di Maria; prima fu carne di Maria, poi divenne carne di Gesù;

quindi la carne di Gesù è una parte, una porzione della carne di Maria. Così la

carne di Maria soffre in Gesù, come la carne della madre è e soffre nel figlio:

Maria considera Gesù come cosa sua, quindi soffre in Lui. Quantunque la carne

di Gesù non sia più carne di Maria quanto alla sussistenza, lo è sempre

nondimeno quanto alla materia e quanto all'affetto; perché Maria ama la carne

di Gesù, incomparabilmente più che la sua propria; quantunque non sia più da

Lei animata, è più che sua per l'affetto, e ancora in un certo senso per la

residenza e

269

Page 226: Berulle Le Grandezze Di Maria

l'animazione; perché l'anima, è più di ciò che ama che in ciò che anima e, se è

lecito parlar così; anima di più ciò che ama che non ciò che anima realmente 1.

Oh! quanto è grande la parte che la Vergine ha nel suo Figlio e nella carne del

Figlio suo! Oh come è vero in tanti modi che la carne di Gesù è carne di Maria!

_______________________

(1) L'anima, in un certo senso, vive nell'oggetto del suo amore più che nel

proprio corpo. Magis enim anima tua (o Beata Virgo), erat ubi amabat quam

ubi habitabat, (LANSPERGIUS, De anima Mariae sanctissima, Precatio, XVII).

Ciò che il Cardinale de Bérulle dice qui non ha nulla di comune con l'errore di

coloro che, male interpretando il detto attribuito a sant'Agostino: Caro Christi,

caro Mariae, vogliono ammettere nel Corpo di Gesù Cristo la permanenza di

qualche elemento della carne di Maria, il quale conservi la sua identità fisica e

materiale. Bérulle parla della carne di Gesù in generale e non di qualche

elemento in particolare, anzi dice espressamente che non è carne di Maria per

sussistenza, ma per l'amore; perciò intende una unione morale intimissima tra

Cristo e la Madre sua. In questo senso, e giustamente, dice che Maria soffre

nel corpo di Gesù più che nel suo proprio corpo. Ella ama la carne di Gesù più

che la sua propria perché è carne tratta dal suo seno: Gesù è Figlio suo e tutto

Figlio suo, senza cooperazione di nessun padre terreno; é inoltre perché è

carne in Gesù deificata dalla persona del Verbo. Maria, da ultimo è così

strettamente unita al suo divin Figlio che soffre in Lui, risente nell’animo suo e

nel suo cuore tutti i dolori che Gesù sente nel suo corpo e nella sua anima

divina; anzi sente i dolori del suo divin Figlio più che se fossero dolori suoi

propri. Uno dei primi discepoli del Bérulle così ci spiega il pensiero del maestro:

«Tra Gesù e Maria, v'è un legame di natura, perché la carne di Gesù è la carne

di Maria, e il corpo di Gesù è stato tratto dalla sostanza di Maria. Orbene un tal

legame ha i suoi sentimenti naturali i quali dalla grazia non sono soppressi, ma

perfezionati; tanto più che il legame per natura tra Gesù e Maria, il quale ne è

la sorgente, procede dalla grazia, anzi dalla grazia più elevata che vi sia, che è

la grazia dell'unione ipostatica... e siccome la grazia stabilisce tra Gesù è Maria

un legame molto più stretto di qualunque legame che possa esservi tra noi,

così Maria risente ciò che Gesù soffre per noi incomparabilmente più vivamente

che noi possiamo risentire i dolori e le afflizioni gli uni degli altri». (GIBRIEUF).

270

Page 227: Berulle Le Grandezze Di Maria

1) È carne di Maria perché è come sua, vale dire una porzione, della sua;

2) Perché è tutta sua, senza che alcun padre secondo la carne vi abbia parte;

3) Perché venne presa e tratta dalla sua carne per la virtù potentissima,

purissima, divinissima, non già di un amore umano o soltanto spirituale ma per

la virtù dell'Amore increato che è lo Spirito Santo;

4) È più che sua, perché possiamo dire che Maria aveva due sorte di carne,

quella che costituiva il suo proprio corpo e quella che Ella aveva dato al Verbo

eterno per essere da Lui sorretta ed attuata con la sua divina persona; quella

che aveva ricevuto dalla madre sua Anna e quella che aveva comunicata al

Figlio di Dio nell'Incarnazione: orbene Maria amava questa molto più di quella:

in questa era più vivente che in quella, in questa soffriva più che in quella.

5) È carne sua, perché questa medesima carne è unita alla Vergine Madre in

quel modo di presenza e di unione suprema ed ineffabile che Gesù ha con

Maria e che le è particolare; sotto questo aspetto è carne di Maria in un modo

singolarissimo e divinissimo per il quale Maria è vivente nella carne di Gesù e

soffre nella medesima e forse per mezzo della medesima. Sì, si può dire che

per mezzo di questa carne la Passione di Gesù è comunicata alla Madre sua;

perché se le anime legate a Gesù soffrono per causa di questo legame, quanto

più Maria avrà sofferto in virtù della sua unione con Gesù così divina, singolare

ed efficace! (O.,96) 1.

__________________________

(1) Se le anime sante soffrono per la Passione del Signore a motivo del loro

amore e della loro unione con Lui, quanto più la B. Vergine che amava Gesù ed

era unita a Lui più che tutte le creature riunite? Si trovano Santi che sentono e

sperimentano i dolori della Passione nelle loro anime e talvolta anche

271

***

L'atto della Redenzione è opera esclusiva di Gesù

Il Cardinale de Bérulle ha detto in altro luogo (Vita di Gesù, Cap. XXIX): «Gesù porta solo il

peso dei nostri peccati; solo è il nostro Redentore, solo espia il peccato del mondo». Maria è

Corredentrice perché prestò il suo concorso a certe condizioni necessarie per la Redenzione,

ma non aiutò Gesù nel compimento dell'atto redentore. Il pio Cardinale, sempre rigoroso

Page 228: Berulle Le Grandezze Di Maria

nell'esattezza teologica, esclude nella B. Vergine qualsiasi vera cooperazione all'atto medesimo

della Redenzione e quindi al Sacrificio di Gesù Cristo; per quanto esalti Maria e la unisca

sempre strettamente e inseparabilmente a Gesù, la lascia al suo posto di essenziale inferiorità

rispetto al suo divin Figlio. Nello stemma dell'Oratorio pose i santissimi nomi di Gesù e Maria,

ma quello di Maria sotto quello di Gesù e in caratteri più piccoli. In parecchi Opuscoli (111, 112

e 113) insiste su questo punto che:

Dio Padre è principio delle opere della natura, e Gesù suo unico Figlio principio

delle opere della grazia e solo, Redentore ... In quella guisa che il Padre è

unico principio della creazione, così Gesù Cristo è unico principio della

___________________________

nel loro corpo. La B. Angela da Foligno nel considerare la Passione si sentiva

tutta trasformata in dolore, piangeva lacrime così cocenti che le bruciavano la

carne, né poteva contemplare un quadro che rappresentasse Gesù in Croce

senza sentirsi svenire per la febbre; ma non v'è confronto possibile tra la

compassione di qualunque santo davanti alle piaghe di Gesù e la compassione

di Maria. Perciò, rivolgendosi alla Vergine Addolorata, quella beata esclamava:

«O Madre desolata ... ditemi qualche cosa della Passione del Figlio vostro;

perché Voi ne avete visto più di qualunque altro santo, a motivo del vostro

grande amore. L'avete vista con gli occhi del corpo ed anche con quelli

dell'anima; avete visto molto, perché avete amato molto». E vedete che la

Madre dei dolori, benché abbia penetrato nell'abisso della Passione più che

qualunque santo, non sarebbe neppur Lei, capace di descriverla nella sua

realtà. (HELLO, Visioni e istruzioni della B. Angela da Foligno, Cap. X. XIX;

XXX, XXXI). Assistere alla morte di Gesù sul Calvario con gli occhi, con la

mente, col cuore della Madre di Dio! Chi potrà farsi un'idea di un tal supplizio?

Né la mente dell'uomo può concepirlo, né la sua lingua esprimerlo.

«Maria, dice un discepolo del Bérulle fedele interprete del

272

Redenzione, la quale è una nuova creazione»; nelle Grandezze di Gesù, Disc.,

X, afferma la solitudine di Gesù nella sua Nascita eterna, nell'Incarnazione e

nella sua qualità di Mediatore del genere umano, essendo «solo degno, solo

capace, solo abbastanza potente per cancellare i nostri peccati col suo sangue

ed il suo merito: tre condizioni in cui non ha nessun compagno, né in terra, né

in cielo, solo Figlio nella Trinità, solo sussistente nell'Incarnazione, solo

nell'ufficio di Mediatore nella Redenzione del genere umano».

Page 229: Berulle Le Grandezze Di Maria

Sarebbe gravissimo errore diminuire Gesù per esaltare la Madre sua; perché Gesù è tutta la

grandezza di Maria; è lo splendore di Gesù quello che si riflette su Maria; Gesù è il sole di

Maria e Maria è il raggio di Gesù, come dice ancora il Bérulle; per poco che si oscuri lo

splendore del sole, si oscura d'un tratto anche quello del raggio. Maria è grande perché è vera.

Tuttavia, quantunque Maria abbia sofferto direttamente per il suo amore verso il suo divin

Figlio e solo indirettamente per la espiazione dei nostri peccati, è verissimo che soffrì per causa

nostra e che noi fummo la causa dei suoi dolori, perché i nostri peccati furono la causa dei

patimenti di Gesù.

La Vergine, dice pure il Cardinale de Bérulle si associò fin dal primo istante dell'Incarnazione

allo stato di vittima del suo divin Figlio (Vita di Gesù, cap. XXIX) quindi soffrì con Lui per i

peccati del mondo. Maria certamente risentì inaudito dolore a

___________________________

suo pensiero, Maria era destinata a formare col suo divin Figlio una sola vittima

di espiazione e una medesima ostia di lode. Donde quella unione

incomprensibile che esisteva tra Gesù e Maria, la quale rendeva questa divina

Vergine partecipe di tutto ciò che Gesù Cristo risentiva. L'interiore di Maria

rispetto a quello di Gesù Cristo era come un piccolo circolo che fosse inchiuso

in un circolo più ampio e ne contenesse in sé tutte le linee, ma meno eseste ...

Da ciò si deve giudicare quale continuo martirio abbia sofferto Maria perché

destinata ad essere con Lui una sola vittima di espiazione. Dallo Spirito Santo,

residente ed operante in Lei, Maria era così intimamente unita a Gesù che tutto

quanto vedeva sopra Gesù ricadeva sopra di Maria». (OLIER, Vie intérieure,

1873, cap. IX).

273

motivo dei nostri peccati, per riflesso del dolore del Cuore, di Gesù e per l'offesa fatta da quelli

alla divina Maestà.

Gesù Cristo adunque fu Redentore tutto solo; Ella cooperò tuttavia a certe condizioni

necessarie, per volere di Dio, perché avvenisse la Redenzione, della quale per la prima

ricevette il beneficio anche anticipato, e più e meglio di tutte le creature riunite assieme, come

afferma in vari luoghi il Card. de Bérulle.

Inoltre Maria, Ella pure, ebbe assoluto bisogno di essere redenta, né le fu concessa grazia

alcuna, se non in previsione dei meriti di Cristo. Come dunque Ella avrebbe potuto essere

attiva e passiva sotto il medesimo aspetto?

Maria infine è corredentrice sotto un altro aspetto; perché ha ricevuto la missione di applicare i

frutti della redenzione compiuta dal Figlio suo ed è costituita dispensatrice o distributrice della

grazia: sino alla fine dei tempi nessuna grazia dal Sacrificio del Calvario scenderà su la terra

Page 230: Berulle Le Grandezze Di Maria

senza il suo concorso, senza che passi per le sue mani. Tale è il sentimento della chiesa. È

questa ancora una forma della autorità materna che per tutta l'eternità, come ripetutamente

afferma il Cardinale de Bérulle, appartiene alla Madre di Dio sopra il Figlio suo per darlo alle

anime. Perciò il pio cardinale nella preghiera non separa mai Maria da Gesù, ma li invoca

assieme; vede tra la Madre e il Figlio tale una unione che li considera quasi come una persona

sola; li unisce in una medesima supplicazione considerandoli come nell'esercizio di una

medesima autorità, come se la grazia implorata dovesse essere concessa da Gesù e da Maria

di comune accordo e con un medesimo atto di volontà. È la conseguenza pratica di questa

affermazione: «Gesù Cristo dall'Eterno Padre ha ricevuto ogni potere e l'ha dato a sua Madre »

.

Si potrebbero citare numerosissimi esempi e il lettore ne troverà, parecchi in seguito: bastino

ora questi:

Supplico Nostro Signore Gesù Cristo e la sua santissima Madre di liberarci tutti

di noi medesimi e di riempirci interamente del loro spirito, della loro potenza e

dei loro effetti salutari. (L., 153). Che per la potenza e lo spirito (di Gesù e di

Maria) siamo fatti una medesima cosa in Gesù e nella Vergine. (L. 53).

L'azione di Maria è così pienamente associata a quella di Gesù da formare come una sola e

medesima azione.

274

Il P. de Bérulle non domanda mai a Maria che preghi per noi; nel grande concetto che ha della

Madre di Dio sembra ritenga che questo sia troppo poco; quindi ricorre sempre al suo potere:

«Pregate che usi del suo potere per dare Gesù a voi, e voi a Gesù»; oppure: «Pregate Gesù e

Maria che usino del loro potere ecc. »

Rileggasi bene quell'ammirabile preghiera in fine del volume (pag. 309).

È vero che in fondo si tratta di intercessione! Gesù è sempre il Redentore, l'Autore della grazia

e Maria sempre la Mediatrice, al piano inferiore; ma v'è intercessione e intercessione.

L'intercessione, infatti, può essere più o meno autorevole, ed è certo che l'intercessione della

Madre di Dio è incomparabilmente più autorevole, più efficace e più potente di quella di tutti i

Santi assieme; un sospiro, un desiderio di Maria ha maggiore influenza su la volontà di Cristo e

valore maggiore che le preghiere più ferventi di tutti gli Angeli e Beati assieme riuniti.

L'intercessione di Maria si risolve in una domanda, da Gesù richiesta come condizione, ma

subito, irresistibilmente e infallibilmente accolta, perciò il Bérulle la identifica, per così dire, con

la volontà medesima di Gesù Cristo. È vero, per altro, che i desideri di Maria sono quelli di

Gesù e viceversa; tra il Figlio e la Madre vi è perfetta conformità e comunanza di intenzioni, di

disegni e di volontà. Né dal privilegio di Maria per il quale la sua volontà fa parte delle

condizioni per la concessione della grazia, può derivare il menomo sfregio per Gesù Cristo,

perché si tratta di un privilegio che deriva in Maria dalla libera degnazione di Gesù Cristo

medesimo per l'amore che porta alla Madre sua e in considerazione dei meriti incomparabili da

Lei acquistati come degli inauditi dolori da lei sopportati.

Page 231: Berulle Le Grandezze Di Maria

Non sappiamo resistere al piacere di citare qui una pagina ammirabile del Ven. Olier, nella

quale si riconosceranno facilmente i pensieri del Card. de Bérulle: «Il potere della santissima

Vergine rispetto alla Chiesa della terra è meraviglioso. L’amore di Gesù Cristo per Maria è il

vero principio del potere che Ella esercita, perciò Gesù trova ogni suo piacere nel renderle

gloria e onore, e nel vedere che gode di tutto ciò che Egli può comunicarle. Essendo Signore

del mondo intero, conferisce alla Madre sua il pieno possesso di tutto ciò che ha e di tutto ciò

che è; ed ha maggior piacere di posseder tutto in Lei piuttostoché in se medesimo

personalmente. In tal modo in Gesù la potenza

275

di Maria si estende sopra tutte le creature e sopra tutti i meriti del Figlio suo.

«Parimenti, in qualità di Sposa, Maria ha pure sopra l'Eterno Padre ogni diritto ed, ogni potere;

Egli vuole ciò che vuole Maria; fa del bene a chi Maria vuole; Ella non ha che da volere, e tutto

è fatto. Felice chi è amato da questa santa Sposa, la quale può tutto sopra Colui e in Colui il

quale ha fatto e fa ogni cosa su la terra e in cielo. Il potere della santissima Vergine, come

Sposa, si misura su la onnipotenza di Dio, il quale lascia a Lei l'uso di tutti i suoi beni. Così

Maria è onnipotente per tutto concedere; e ciò che è il fondamento della mia fiducia è questo

che non solo per il suo gran potere, ma pur per la sua bontà, per la sua dolcezza, per la sua

pietà non è possibile che rifiuti grazia alcuna a chiunque la implora.

«Tuttavia, la B. Vergine non possiede una tale potenza a titolo di giustizia come Gesù Cristo in

virtù delle sue piaghe; ma, soltanto per il titolo, dell'amore che le portano il Padre e il Figlio, i

quali non possono rifiutare nulla a quella che amano così perfettamente. Per questo titolo di

carità, Dio la costituisce padrona di tutte le cose; la fa regnare sopra ogni cosa e le concede di

distribuire alle anime i doni dello Spirito Santo. Maria è la dispensatrice universale; dalle sue

mani partono tutte le glorie. Ella le dà e distribuisce tutte e a ciascuno secondo i bisogni

particolari; ha le braccia aperte per tutti ed è una regina o reggente sul trono di Dio ...

L'Eterno Padre per obbligarci ad andare a Lui per il tramite del Figlio suo in Maria e con Maria,

chiude gli occhi sui nostri peccati e non ha nulla più a cuore che di amarci e di riconciliarci con

sé». (Vie intérieure, 1873, pag. 318-320). Abbiamo qui la dottrina dei Padri della Chiesa così

bene esposta da san Bernardo 1, e da san Bernardino da Siena in quella formula così limpida e

chiara: é per mano di Maria vengono dispensate tutte le grazie dello Spirito Santo a chi vuole,

quando vuole, come vuole e quanto vuole, formula con tanto zelo ed amore commutata e

divulgata dal B. Grignion de Montfort, discepolo fedele del Bérulle e dell'Olier.

___________________________

(1) Nihit nos Deus habere voluit quod per Mariae manus non transiret. (Dio

non ha voluto che ricevessimo grazia alcuna che non passasse per le mani di

Maria). (In Vig. Nat. Domini).

276

Page 232: Berulle Le Grandezze Di Maria

SEZIONE QUINTA

DEVOZIONE ALLA BEATA VERGINE

PARTE PRIMA

NECESSITÀ E CONVENIENZA

La divozione alla santissima Vergine negli scritti del Padre de Bérulle è filiale, tenera ed

entusiasta, ma austera ed essenzialmente dogmatica. Ripetiamo le parole di Enrico Bremond:

«Domando se sia possibile unire assieme, con più bella e perfetta armonia, la tenerezza con la

gravità, la teologia con la devozione, la dottrina con la poesia, la generosità con la grandezza.

«Dal culto del Verbo Incarnato, per una felice ed inevitabile conseguenza, deriva il culto della

Madre sua ». Epperò a quello sempre ritornava il Card. de Bérulle. Mai si era promossa una

adesione intima dell'anima a Maria, con un sentimento più profondo dei suoi diritti, fondato su

un concetto più elevato della sua dignità; e ciò non più semplicemente in effusioni di cuore,

bensì in ragionamenti pieni di dottrina che l'eresia non poteva scuotere senza rinnegare i propri

principi, perché il Bérulle, con una logica inesorabile, sempre tutto riconduceva all'unico

fondamento del Verbo Incarnato 1.

___________________________

1 HONFRAYE, II, 253-254

279

I.

DISEGNO DI DIO SU LA DIVOZIONE DELLA VERGINE NELLA CHIESA. - PERCHÉ

LA VERGINE COMUNEMENTE VIENE CHIAMATA NOSTRA SIGNORA

Page 233: Berulle Le Grandezze Di Maria

Il disegno della Provvidenza su la sua Chiesa è di accrescere la pietà a misura

che questa viene combattuta dagli eretici. In tal modo la divozione alla Santa

Trinità si accrebbe al tempo degli Ariani; così la frequenza ai Sacramenti si è

accresciuta per gli sforzi dell'eresia di questo secolo nel combatterli; così pure

è avvenuto del culto della Madre di Dio che questi ultimi Riformatori si sono

sforzati di sopprimere col disprezzo e col ridicolo.

Per conformarci adunque al disegno di Dio su la sua Chiesa e per raccogliere le

grazie che Dio nella sua bontà e provvidenza ci prepara e vuole diffondere nelle

anime in questo secolo, dobbiamo crescere in questa parte della pietà cristiana

che concerne la devozione alla santissima Vergine.

Sembra che Dio si compiaccia che il trionfo della Chiesa contro l'eresia

moderna, incominci dalla sua Santissima Madre la quale, mentre ne è

aspramente combattuta, la schiaccerà completamente in ogni parte; donde

avviene che, nei nostri tempi sorgono molte chiese dedicate alla Vergine e si

moltiplicano i miracoli da Lei operati. La Vergine avendo da Dio questo dono di

abbattere tutte le eresie, bisogna invocarla contro questa che ne combatte

direttamente il culto, l'onore e l'autorità suprema di Signora e Regina del cielo

e della terra.

I tre punti principali della grandezza della Vergine sono la sua Verginità, la sua

Maternità, la sua Sovranità. Nestorio ha combattuto indirettamente la divina

280

Maternità; gli eretici odierni combattono direttamente gli altri due punti, ed

anche la Santità di Maria non solo nella sua eminenza che negano

completamente, ma pure nella sua qualità medesima poiché negano la grazia

santificante tanto in Maria come negli altri fedeli.

L'eccellenza della Vergine proviene dal mistero dell'Incarnazione Dio avendo

deciso di compiere quest'opera, la più insigne, ha voluto compierla nella

Vergine, e formare tutt'assieme nell'ordine delle sue opere uno stato di

Filiazione divina e di Maternità divina. In tal modo tra la dignità della Vergine e

la Divinità vi è un vincolo oltremodo stretto e particolare, e la Vergine si trova

compresa nella vocazione e predestinazione di Gesù Cristo: Praedestinatus

Filius Dei.

Page 234: Berulle Le Grandezze Di Maria

Dobbiamo dunque lodare il Signore:

1) perché ha voluto unirsi all'umanità e farsi uomo;

2) perché ha voluto compiere un tal mistero nella Vergine e per mezzo della

Vergine, abbassandosi a domandarne e ad aspettarne il consenso;

3) perché ha voluto che il Figlio e la Madre fossero per noi. Dio, infatti, avrebbe

potuto compiere questo capolavoro soltanto per se medesimo e per la sua

gloria, senza relazione con noi, come noi purtroppo facciamo le opere nostre

senza riferirle a Lui. Gesù Cristo in tal caso, sarebbe stato Dio ma non il nostro

Dio né il nostro Salvatore, e la Vergine sarebbe stata Madre di Dio senza

essere nostra Signora e nostra Regina.

Sembra che la Chiesa, mentre nella sua pietà dappertutto e in ogni lingua dà

alla Vergine questo titolo di Nostra Signora, riconosca in tal modo il beneficio

particolare che Dio ci ha fatto nel costituire Maria in relazione con noi e nel

subordinarci a Lei. Perciò gli angeli non si contentano di annunciare che è nato

il Figlio di Dio, ma dicono: Natus est vobis (È nato a voi, per voi);

281

e lo chiamano Salvatore per indicare questa relazione del Figlio di Dio con noi;

per indicare che Dio non ha voluto soltanto compiere quest'opera, ma si è

degnato di compierla per noi. E noi pure ad imitazione degli Angeli, dobbiamo

proclamare non solo che vi è una Madre di Dio, ma una Madre di Dio per noi:

tanto più che l'eresia (Protestante), nel suo divorzio da Dio, rompe questo

vincolo della relazione della divina Madre con noi e della nostra subordinazione

a Lei. (O., 93).

***

Al barone de Santy, mentre era ambasciatore a Costatinopoli, il Cardinale de Bérulle scriveva:

Quanto meno il Figlio di Dio è riconosciuto in cotesti paragi, tanto più lo dovete

onorare nell'anima vostra, ed acquistare una devozione speciale alla sua

santissima Madre, affinché siate compreso nei suoi poteri e nei suoi privilegi

(possiate provare gli effetti dei suoi poteri e dei suoi privilegi, ossia essere

oggetto della sua potente protezione) ciò che ci preserva da grandi pericoli e ci

porta a grandi cose. (L., 194).

Parecchie volte, inoltre, ripete che

Page 235: Berulle Le Grandezze Di Maria

I tre grandi oggetti della devozione della Chiesa sono: Dio, Gesù e Maria. (O.,

6).

282

PARTE SECONDA

PRATICA

Il Padre de Bérulle osservava per la divozione a Maria quanto praticava per la divozione al

Verbo Incarnato. «Pensava con tale piacere al Figlio di Dio, diceva un suo discepolo, che per

onorarne i misteri e tutti gli stati della sua vita nei loro particolari, ne faceva per così dire

l'anatomia. Ecco quanto ci insegnava e quanto praticò lui stesso durante tutta la sua vita:

onorare i Primi atti di Gesù... i suoi primi sguardi alla santissima sua Madre, i suoi primi gemiti

infantili, le prime gocce del suo sangue versate nella Circoncisione, la sua prima predicazione...

le sue ultime azioni, l'ultimo dei suoi passi su la terra ... il suo ultimo sospiro ... tutti i battiti

del suo cuore, ecc.» 1. Così praticava anche rispetto alla Madre di Dio. In tutte le circostanze

della vita di Maria trovava qualche applicazione per la nostra vita, volendo che tutto fosse fatto

ad imitazione e ad onore di Lei, in intima unione con Lei e sotto il suo sguardo materno. Voleva

in somma, che tutti i momenti, della nostra vita fossero santificati con l'unione a qualche

circostanza della vita di Maria e quindi penetrati ed animati dall'amore e dalla devozione a

questa divina Madre.

Imitare Maria Santissima; fare le nostre azioni anche più ordinarie in onore delle medesime

azioni compiute da Lei; stare sempre uniti a Lei e al suo divin Figlio: ricorrere alla sua

Mediazione per ottenere soprattutto le grazie spirituali: ecco la divozione a Maria come la

intendeva il Card. de Bérulle. In tal modo

____________________________

1 P. LEYEUNE. Discorso funebre del Padre Bérulle

283

essa diventa veramente il mezzo di andare a Gesù e un potente strumento di santificazione 1.

Page 236: Berulle Le Grandezze Di Maria

I

I TEMPI LITURGICI

L'aspetto della divozione a Maria varia nello spirito del Padre de Bérulle secondo i tempi

liturgici.

L'Avvento è per lui tempo particolarmente notabile perché dedicato in modo speciale al mistero

dell'Incarnazione; egli ne parla spesso con compiacenza:

Ecco avvicinarsi un tempo santo, il tempo dell'Avvento di Gesù al mondo. È la

primavera dell'universo in cui fiorisce il fiore del fiore, Gesù di Nazaret, il quale

nella Scrittura viene chiamato, Fiore dei campi e Giglio delle valli. È il tempo

più delizioso per le anime interiori legate a Gesù, e a Maria, perché non porta

che delizie nella nuova vita di Gesù e della Vergine; mentre il tempo della

Quaresima è collegato coi dolori di Gesù, il quale nella sua Croce è colpito dai

rigori del Padre suo. Il tempo dell'Avvento loda ed onora la vita nascente di

Gesù, il suo beato e delizioso riposo nella Vergine per nove mesi, e la vita

nuova della Vergine in Gesù che era la sua vita. Vi esorto e vi invito ad

assumere in questo santo tempo una vita nuova in Gesù e nella Vergine ed a

rivolgere i vostri pensieri, sentimenti ed affetti ad onorare questa doppia vita di

Gesù nella Vergine e della Vergine in Gesù. (L., 10).

____________________________

(1) Chiediamo venia per le numerose citazioni, ma non ci troviamo pentiti di

averle raccolte e siamo convinti che il lettore ci perdonerà, perché rimarrà

edificato dal modo con cui il santo Cardinale sapeva soprannaturalizzare ogni

cosa, e con intenzioni elevatissime tutto riferire all'onore di Gesù e di Maria. Se

sapessimo seguire il suo esempio, quale prezioso vantaggio per la nostra pietà!

284

Il tempo dell'Avvento è specialmente appropriato alla Vergine e, le appartiene

in quanto è dedicato a Gesù in Maria e al mistero dell'Incarnazione che si

compie in Lei per mezzo di Lei e soltanto in Lei... I cristiani considerino il

tempo dell'Avvento come la loro primavera, poiché è il tempo in cui il vivo Sole

delle nostre anime incomincia a sorgere per noi dal più alto dei cieli. Visitavit

Page 237: Berulle Le Grandezze Di Maria

nos oriens ex alto, - e in cui tutte le cose sono rinnovate - Novum fecit

Dominus super terram.

Riconosciamo il Figlio di Dio come il nostro sole, che dà principio all'anno

cristiano; riconosciamolo come Colui che deve regolare, dirigere e misurare i

nostri anni, le nostre stagioni nella vita spirituale. Il suo avvento sia la nostra

primavera spirituale, in cui abbiamo il dovere di rinnovarci col far germogliare

e crescere le buone inclinazioni, i buoni pensieri e tutte le grazie che abbiamo

ricevute da Dio e col fruttificare con un nuovo fervore in ogni sorta di opere

buone, ognuno secondo la propria condizione. (O., 16).

Le quattro settimane dell'Avvento devono essere impiegate ad adorare

l'Incarnazione nelle sue quattro dimore, 1) nel seno del Padre dove è conclusa

da tutta l'eternità; 2) in cielo dove è manifestata dagli angeli; 3) Nel santuario

di Nazaret dove viene proposta a Maria; 4) nel seno della Vergine dove viene

compiuta. (O., 10).

Il tempo dell'Avvento mi invita a dirvi che Gesù e Maria devono essere

l'oggetto principale dell'anima interiore e divota; Gesù e Maria sono appunto gli

oggetti dell'Avvento: 1) adorate, adunque, il sacro Consiglio della Santissima

Trinità su l'Incarnazione del Verbo;

2) ammirate la vita e la dipendenza che l'anima di Gesù trae da questo sacro

Consiglio, fondamento dello stato ammirabile nel quale è entrata per l'unione

ipostatica; 3) adorate e amate Gesù nella novella vita della sua

285

Divinità nella umanità, e della sua Umanità nella Divinità; 4) adorate la vita

umile, divina, potente, ma nascosta, di Gesù in Maria durante i nove mesi in

cui è rinchiuso nelle di Lei caste viscere; 5) venerate la vita di Maria in Gesù

perché Ella, per il sacro mistero dell'Incarnazione che si è compiuto in Lei, è

entrata in un nuovo stato e in una nuova vita. Pensate a questi divini oggetti e

durante questo santo tempo dell'Avvento legate l'anima vostra a Gesù e a

Maria con un vincolo speciale. In onore del ritiro di Gesù in Maria che viene

celebrato in questo tempo, praticate pure qualche ritiro particolare. (L., 86).

***

Nel mese di marzo Dio ha compiuto grandi meraviglie per la nostra salvezza:

l'Incarnazione, la Passione, l'Eucaristia, la Maternità della santa Vergine, e il

riposo di Gesù in Maria, riposo divino, ineffabile e tutto particolare. Onorate in

Page 238: Berulle Le Grandezze Di Maria

questo santo tempo queste dunque divine meraviglie le quali sono come cinque

oratori o ritiri ad esempio dei tre tabernacoli che S. Pietro desiderava su la

santa montagna. (L., 84).

Noi non abbiamo la facoltà di riformare il calendario e di fare di questo mese il

primo dell'anno; ma possiamo regolare la nostra pietà e far del mese di Marzo

il mese più notevole nelle nostre divozioni; perché è il mese delle grandezze di

Gesù e della sua santissima Madre; è il mese dei dolori di Gesù e di Maria; è

un mese di vita e insieme di morte; è il mese dei trionfi di Gesù, della sua

umiltà e del suo amore nella Eucaristia; il mese della sua potenza e della sua

gloria nella sua Risurrezione; in questo mese venne compiuto il mistero

dell'Incarnazione e la Vergine venne fatta Madre di Dio: i due miracoli più

grandi nelle opere di Dio, i due più grandi soggetti che vi siano e possano

esservi nell'Ordine della grazia e della gloria. (O., 23).

286

(Per il tempo dell'Ascensione, vedi sopra pag. 224).

Come nei misteri di Gesù, così in tutti i misteri della Vergine, il Cardo de Bérulle vede una

grazia propria e particolare. Per la Visitazione, ci propone, nella Vergine che si allontana da

Nazaret, un esempio della docilità con cui dobbiamo essere pronti a rinunciare alle cose anche

più sante per fare la volontà di Dio in terra come in cielo. La Visitazione poi in se stessa è un

mistero di luce e di manifestazione, ma di manifestazione secreta, inter perfectos. (Vedi sopra

pag. 166);

Parla spesso anche del tempo della Natività con molte applicazioni. Contentiamoci di questa

breve citazione:

In onore dell'indigenza e dipendenza che nella sua Infanzia Gesù ha voluto

avere rispetto alla sua santa Madre, offritegli una volontà costante di fissarvi in

uno stato perpetuo di dipendenza da Gesù e insieme da Maria. (L., 74).

Nell'Epifania ci propone:

Il delizioso frutto di una dipendenza più particolare da Maria, dai suoi poteri,

dai suoi voleri. (Vedi sopra, pag. 197).

Negli esercizi spirituali presso i Gesuiti di Verdun meditando su la penuria della Sacra Famiglia

nell'esilio dell'Egitto, rifletteva:

Sentii che dovevo praticare una completa dimenticanza di me stesso ... e

liberarmi da quelle preoccupazioni della natura che teme di trovarsi in uno

stato o in un altro (MIGNE, 1294).

Page 239: Berulle Le Grandezze Di Maria

Rispetto alla vita della Sacra Famiglia a Nazaret, così scrive alle Carmelitane per insegnar loro

il modo di imitarla:

La vita... la conversazione di Gesù con Maria e di Maria con Gesù deve essere

uno degli oggetti più frequenti, della vostra vita (dei vostri pensieri ed affetti).

Era una vita e una conversazione che su la terra adorava ed imitava la vita, la

società e l'unità delle tre divine persone ed esprimeva un'idea, un'imitazione,

un esemplare

287

perfetto di ciò che in cielo avviene tra le persone eterne. (L., 2).

Come sarebbe mai possibile per delle azioni così ordinarie in se stesse elevarsi a considerazioni

più sublimi ed insieme più giuste?

Per il tempo pasquale:

In questo santo tempo consacrato alla vita nuova e gloriosa del Figlio di Dio,

prendete in Gesù e Maria una nuova vita, e onorate la vita nuova della

santissima Vergine nel Figlio suo risuscitato. (L., 50).

II

TUTTO AD ONORE ED IMITAZIONE DI GESÙ E MARIA

Nella debolezza dell'infanzia di Gesù, cercate la grazia per vincere voi stessi e

le vostre tentazioni. Nella indigenza e nella dipendenza che nella sua infanzia

Gesù ha voluto avere riguardo alla sua santa Madre, offritegli una volontà

costante di rimanere in uno stato perpetuo di dipendenza da Gesù e insieme da

Maria. Guardatevi dal separare in questo santo tempo e nella vostra divozione

quelli che da questo mistero sono uniti insieme e congiunti, voglio dire il Figlio

di Dio dalla Madre di Dio. Ricorrete a loro, offritevi a loro, e pregateli che si

degnino loro stessi di darvi a loro, perché il loro potere è maggiore del vostro

per compiere una tale santa donazione. (L., 79).

Per le afflizioni e le aridità spirituali dà questi suggerimenti:

Page 240: Berulle Le Grandezze Di Maria

Onorate (in questo stato) il soggiorno umile e sofferente del Figlio di Dio su la

terra, in una terra coperta di peccati, e di peccatori, in una compagnia così

sconveniente per la sua dignità, la sua sapienza e la sua santità;

288

eppure Gesù vi ha vissuto parecchi anni, sia in Egitto, sia nella Giudea;

Onorate parimenti la vita e la permanenza della santissima Vergine su la terra

dove era sconosciuta e sofferente, Ella che avrebbe dovuto vivere una vita

celeste, vale a dire in cielo, perché la sua vita era già celeste in terra. Questo

esilio di queste due grandi ed ammirabili persone Gesù e Maria, ci deve

consolare nel nostro esilio sopra la terra e servirci di modello nelle nostre

azioni. È questo l’oggetto che credo bene di proporvi; ei è presente ed utile in

ogni luogo. Vi prego di non dimenticare le nostre necessità e le nostre miserie

e di offrirle per noi al Nostro Signore Gesù ed alla sua santissima Madre.

(Lettera 59).

Sento compassione per la vostra solitudine e vi prego di sopportarla in onore

della solitudine di Gesù e della Vergine nell'Egitto, e di tutte le loro solitudini su

la terra. (L., 61).

Nell'afflizione di cui mi scrivete ricorrete alla preghiera e particolarmente alla

vita ed alla presenza di Gesù Cristo nella sua santissima Madre, e ai santi

angeli che erano occupati nel servire Gesù e Maria su la terra. (Lettera, 134).

Vi prego di rinnovarvi nello spirito in questo tempo, davanti a Gesù Cristo ed

alla sua santissima Madre, in onore della nuova vita del Figlio di Dio nel

mondo, per l'Incarnazione; e della nuova qualità della Vergine per la Maternità

divina che le viene conferita da questo mistero ... Adorate così, accompagnate

e imitate il nuovo essere di Gesù al mondo e nella sua santa Madre. (L., 132).

In onore dell'umile e divina dipendenza di Gesù verso Maria e della santa ed

ammirabile autorità che la santissima Vergine ha avuto sul Figlio suo che era

pure l'Unigenito Figlio dell'Eterno Padre. accetto la dipendenza che volete avere

verso di me: supplico il Figlio e la Madre

289

Page 241: Berulle Le Grandezze Di Maria

di Dio di degnarsi rendermi degno di servirli ed onorarli nelle anime vostre e di

offrirvi a loro in onore dell’oblazione singolare che il Figlio di Dio fece, di se

all'Eterno Padre nell'istante dell'Incarnazione nel seno della santissima Vergine

Maria, e in onore dell'oblazione che la santissima Vergine fece di se stessa a

Dio con queste parole: Ecce ancilla Domini, ecc. Rendete un onore tutto

speciale al Figlio ed alla Madre di Dio; onorate le loro sante oblazioni e

occupate le anime vostre di questi divini oggetti, dimenticando voi stesse ed i

vostri sentimenti. Adempite tutte le vostre azioni in onore di Gesù e di Maria,

ed in unione delle sante opere che hanno compiuto su la terra. (L., 4).

Onorate in questo tempo (del S. Natale) la vita santa di Gesù in Maria e con

Maria, e di Maria in Gesù e con Gesù. (L., 75).

Nostro Signore e la sua santissima, Madre siano con voi per sempre. Prendete

in loro una nuova vita in questo tempo (della Pasqua) consacrato alla vita

nuova e gloriosa del Figlio di Dio e onorate la vita nuova della santissima

Vergine nel Figlio suo risuscitato. (L. 50).

Prendete ogni giorno qualche tempo per onorare le sofferenze dell'anima

delicata di Gesù e del suo santissimo corpo, e quelle dell'anima e del corpo

della santissima Vergine. Desiderate di onorare con le vostre sofferenze quelle

di Gesù e di Maria. (L., 110).

Onorate ciò che non potete conoscere rispetto ad un soggetto così divino (dei

dolori di Gesù nelle tre ore di agonia su la Croce), e unite i vostri desideri di

onorare cose così sublimi, all'onore che la Vergine e Maddalena resero, allora e

dopo; alla vita dei dolori e degli affanni di Gesù, alla quale tanto parteciparono

perché ne avevano tanta conoscenza. (L., 109).

Adorate il Verbo Eterno ... e venerate in modo speciale

290

gli effetti che Egli operò … nella Vergine santa che Egli con la sua divina

presenza santificava in un modo ineffabile durante i nove mesi che fu nelle

viscere di Lei. (L., 99).

Rendete omaggio alla prigionia di Gesù nel seno della sua santissima Madre.

Siate umili e fedeli nelle vie di Dio sopra di Voi. Rendete un onore supremo

all'annientamento del Verbo Eterno nelle sue vie, vale a dire nei mezzi ch'egli

ha scelto per promuovere ed operare la nostra salvezza. Oh quale

annientamento di Dio incarnato, di Dio Infante, di Dio sofferente! Oh quali vie,

Page 242: Berulle Le Grandezze Di Maria

ma vie di un Dio che opera la salvezza e la perfezione della sua creatura, nella

sua creatura povera, miserabile e priva di ogni bene fuorché della capacità

della divina misericordia, della misericordia eterna! Che può fare, che può

soffrire, che può sopportare la creatura, che sia degna di onorare le vie, gli

eccessi e le singolarità delle vie di Dio, del suo Dio per lei e verso di lei?

Inabissatevi, annientatevi in questi pensieri, e chiudete gli occhi sul vostro

santo per non vedere più che lo stato cui si riduce il nostro Dio per nostro

amore. Oh quale onore la santissima Vergine ha reso a questi pensieri, a questi

soggetti così degni di onore divino ed infinito! Onorate gli omaggi ch'Ella ha

reso a questi misteri e pregatela perché ci disponga ad onorare il Figlio suo e

Lei medesima, secondo i loro disegni e la loro eterna misericordia sopra noi.

Gesù e Maria siano con voi sempre! (L., 73).

Raccomanda ad una Carmelìtana l'abnegazione, le propone come esemplare l'abnegazione di

Gesù e di Maria:

Con la vostra abnegazione dovete aspirare all'aderenza alla vita perfetta di

Gesù e di Maria; perché la nostra vera vita in questo mondo deve essere in

Gesù e Maria ... Incominciate il nuovo anno con Gesù Cristo nostro Signore

291

e Maria sua santissima Madre. Domandate loro che le nostre imperfezioni

abbiano termine col fine dell'anno che finisce ... praticate un completo oblio di

voi medesima e di tutto quanto è creato, onde abbandonarvi pienamente alla

potenza ed alla padronanza del Figlio di Dio e della sua santissima Madre...

Adorate la vita suprema della Divinità, vita di conoscenza e di amore increato,

la quale dovrebbe rapire la nostra vita ed essere l'unico oggetto dei nostri

pensieri. Umiliatevi perché vi applicate così poco a questa vita divina che avete

in voi; alla quale tuttavia pensate così poco. Domandate a Gesù Cristo Nostro

Signore e alla sua santissima Madre la grazia di impiegare la vostra vita,

nell'adorazione e nell'amore di questa vita suprema ed increata .... Legate i

vostri sensi e il vostro contegno esteriore alla sacra ed adorabile Umanità di

Gesù e dedicate a Lui tutto lo stato e l'attività dell'anima vostra, in onore della

perfezione di Gesù e di Maria nell'uso dei loro sensi e nella loro vita esterna.

(L., 66 e 67)·

Umiliatevi (nei vostri scrupoli); ... onorate le virtù di Gesù e di Maria opposte ai

vostri difetti e supplicateli che vi rivestano di loro stessi e vi spoglino di voi

medesimi e delle vostre imperfezioni. (L., 20).

Page 243: Berulle Le Grandezze Di Maria

Non dimenticate di arrendervi ai desideri e disegni di Gesù e di Maria sopra di

voi e di umiliarvi profondamente ed annientarvi nel sentimento della loro

grandezza. Oh potenza! Oh presenza! Oh vita di Gesù e di Maria, siate sempre

stabile ed attiva in noi! Vi prego di attribuire unicamente a Gesù e a Maria i

buoni effetti che osservate nella comunità, perché noi abbiamo avuto soltanto

una grazia sufficiente per compiere in questo il nostro dovere. (L., 44).

La vita perfetta consiste nell'imitare le virtù di Gesù e di Maria. Se vogliamo

acquistare qualche virtù debbiamo ogni giorno praticare qualche atto interno

od esterno

292

in onore delle virtù somiglianti che si ammirano in Gesù e in Maria... Quando

abbiamo mancato contro qualche virtù, onde supplire ai nostri mancamenti

dobbiamo offrire a Dio quella virtù che Gesù e Maria hanno praticata sulla

terra. (MIGNE, 1672).

Crescete nello zelo nell'onorare ed amare in un modo speciale Gesù. e la sua

santissima Madre; e spesso offrite loro la vostra vita e le vostre azioni. (L.,

166).

Abbiate gran divozione a Gesù Cristo Nostro Signore ed alla sua santa Madre:

Offrite ogni giorno la vostra vita e le opere vostre a lode ed onore singolare del

Figlio e della Madre, e domandate di crescere ogni giorno nell'amore, nello

zelo, nel desiderio di rendere qualche piccolo omaggio su la terra a Colui che è

morto per onorarci Egli medesimo sopra i Cieli; e a Colei ch'Egli eternamente

onora come sua Madre. (L., 20).

Nelle vostre afflizioni offritevi a Gesù ed alla sua santa Madre per servirli ed

onorarli.

Offrite ogni giorno a Gesù e a Maria la vostra vita e le vostre azioni, in onore

ed in unione della loro vita e delle loro azioni su la terra. (L., 173).

Dopo esserci offerti a Gesù, vediamo di appartenere alla sua santissima Madre,

in onore di ciò ch'Ella è per Gesù in qualità di Madre, e di ciò che Gesù è per

Lei in qualità di Figlio; onorando le grandezze che le sono proprie per questo

stato e questa qualità, doniamoci a Lei per appartenere a Lei e, per mezzo di

Lei, a Gesù, con qualche sorta di appartenenza e di dipendenza particolare. (L.,

100).

Page 244: Berulle Le Grandezze Di Maria

Ogni giorno datevi alla santissima Madre di Gesù affinché vi doni al Figlio suo e

vi custodisca per Lui. Supplico il Figlio e la Madre di benedirvi e di supplire, con

la loro bontà, tutti i miei mancamenti verso l'anima vostra. (L., 36).

293

Scegliete Gesù e Maria per gli oggetti eterni dell'anima vostra (dei vostri

pensieri ed affetti), ricordatevi che dal più alto dei cieli, in virtù della loro

grandezza, tengono sopra di voi uno sguardo permanente. Chiedete loro che

nella loro misericordia vi concedano la grazia di tenere unita a loro l'anima

vostra con isguardi frequenti. Venerate gli sguardi continui di Gesù a Maria e di

Maria a Gesù, e in onore di questi sguardi, rivolgete a Gesù e a Maria un umile

e semplice sguardo, in omaggio, in compenso ed in azione di grazia per gli

sguardi che nella loro gloria, dall'alto dei cieli, si degnano di tener rivolti sopra

di voi. La distanza dal cielo alla terra non impedisce che siate loro presente:

così pure dovete tenerli presenti a voi per la fede; e per questa ineffabile e

divina presenza che non soffre danno per la distanza dei luoghi, tenetevi

strettamente unita a loro con umili e semplici sguardi. Trascurate volentieri,

ogni altra intenzione ed ogni altro pensiero per aprire e tener applicati su

questi divini oggetti gli occhi dell'anima vostra. (L., 89).

Abbiate sempre presente Gesù Cristo e la sua santa Madre nella loro vita

laboriosa su la terra; considerate come una benedizione di aver qualche fatica

da offrir loro in omaggio alla loro vita santa e laboriosa... Onorate e ricordate

spesso le loro fatiche. (L., 171).

Continuate nelle vostre divozioni a Gesù e a Maria, e non dedicatevi ai vostri

uffici con tale impegno che ne risenta pregiudizio il raccoglimento interiore. La

vita dell'anima è in Dio e nel suo Figlio unigenito Gesù Cristo Nostro Signore, e

nella sua santissima Madre che chiamiamo nostra vita. (L., 166).

Ad un benefattore

Accetto in onore di Gesù e di Maria ciò che volete darci, e particolarmente in

onore della loro vita su la

294

Page 245: Berulle Le Grandezze Di Maria

terra: vi prego di offrir loro il dono che vi compiacete di farci. Desidero che

Gesù e Maria lo ricevano in noi piuttosto che noi medesimi; e desidero pure

che Gesù e Maria vivano in noi più che noi medesimi (L. 173).

Gesù e la sua santissima Madre siano l'oggetto ordinario dei vostri pensieri e la

vostra ferma speranza. (Lettera, 171).

Supplico Gesù e la sua santissima Madre di supplire a tutti i nostri mancamenti

(L., 152).

Gesù e la sua santa Madre saranno gli oggetti principali della vostra eternità;

devono dunque essere gli oggetti principali anche della vostra vita quaggiù (dei

vostri pensieri, dei vostri affetti e delle vostre intenzioni). Sareste troppo

colpevole se trascuraste oggetti così grandi, così divini e così degni

dell'occupazione del cielo e della terra. Liberatevi con gran cura da ogni

superfluità di pensieri, parole ed azioni, per non privarvi dell'intimità col Figlio

di Dio e con la sua santa Madre .. Supplico nostro Signore Gesù e la sua

santissima Madre di benedirvi e di rendervi degni di servirli con la perfezione

che desiderano da voi. (L., 21).

Conservate un'intera applicazione del vostro spirito a Gesù, e a Maria, e un

gran desiderio di onorarli in modo speciale con lo stato dell'anima vostra e con

tutto ciò che potrà mai capitarvi. (L., 64).

Aprite perfettamente il vostro spirito allo Spirito eterno ed increato, ai suoi

disegni ed alla sua azione sopra di voi, in onore ed unione della ineffabile

applicazione dell'anima di Gesù allo Spirito Santo, .. e dell'anima di Maria

all'anima santa e divina di Gesù! Oh quali applicazioni e quali effetti sublimi ed

ammirabili ne derivarono! Oh quale vita dello spirito di Gesù nello Spirito

increato e dello spirito di Maria nello spirito di Gesù! Preferisco lasciarvi

ammirare questa vita piuttosto che proporvi i miei

295

meschini pensieri sopra un oggetto così degno (L., 35).

Come la colomba fa il suo nido nella pietra, fissate fa vostra dimora in Gesù in

onore della residenza della santa anima sua nella sua Divinità, come pure di

quella ch'Egli medesimo ha nella sua santissima Madre e che la sua santissima

Madre ha in Lui. (L., 171).

Page 246: Berulle Le Grandezze Di Maria

III

AVVISI A SACERDOTI E SUPERIORI

Ai Padri dell'Oratorio:

Onorate le fatiche del Figlio di Dio che camminava sconosciuto in mezzo al

mondo, ed insieme quelle, della sua santissima Madre. Nel pensiero di soggetti

così grandi e divini, dimenticate le vostre pene ed i vostri travagli. (L., 114).

Nelle vostre azioni pensate a Dio più che alle azioni medesime; e siccome

lavorate Per Lui, lavorate pure con Lui; con le vostre cure e le vostre

occupazioni onorate le cure e le occupazioni interiori ed esteriori della

santissima Vergine verso Gesù quando lo aveva in deposito su la terra. (L.,

155).

Onorate le fatiche di Gesù e di Maria su la terra, e la loro carità, e offrite loro le

vostre fatiche e le vostre preoccupazioni. (L., 174),

Siate moderato nel lavoro ... ricordatevi che Gesù non ha fatto su la terra tutto

ciò che vi era da fare ... Adorate la sua umile moderazione e prudenza..

Onorate pure la sua santissima Madre così divinamente potente e così

umilmente trattenuta nello stato nell'apparenza della vita comune, Onorate la

sua utilità così eminente, eppure nascosta nella moderazione e nell'apparente

meschinità della sua vita umile, e delle sue occupazioni più private che

pubbliche. Oh! quanta grazia in questa vita nascosta!

296

Quanta eminenza e quale preziosa utilità! Quanta potenza e fecondità in quella

vita privata! E invece quanta bassezza e inutilità nella nostra vita pubblica e

nei nostri travagli più apparenti che reali! Imitate questi divini modelli, e con la

condizione interna ed esterna della vostra onorate la vita di Gesù e di Maria.

(L., 139).

Ricorrete alla santissima Vergine e all'autorità suprema che il Figlio suo le ha

dato sopra ciò che gli appartiene, affinché Ella si degni di essere Madre

dell'anima vostra e della vostra casa. In tutte le vostre fatiche, sperate in Gesù

e in Maria, e onorate accuratamente la loro vita e il loro lavoro su la terra. (L.,

118).

Page 247: Berulle Le Grandezze Di Maria

Offro la vostra casa a Gesù nel Tempio in mezzo ai dottori, ed alla Santa

Vergine che lo cerca durante quei tre giorni. Supplico questa Vergine

santissima, in onore dei suoi dolori e dei suoi affanni nella ricerca di suo Figlio

di prendere sotto la sua protezione la vostra casa e di infonderle qualche

benedizione particolare. (L., 116).

Offrite le vostre fatiche e la vostra carità nel servire i pellegrini, ad onore della

santissima Vergine e di tutte le sue fatiche nel servire il suo unigenito Figlio

Gesù Cristo Nostro Signore nel suo pellegrinaggio su la terra (L. 121).

Procurate di indurre il Padre L. ad accettare l'ufficio di superiore in onore della

superiorità che il Figlio di Dio e la santissima Vergine hanno sopra di lui. (L.

128).

Vi supplico di ammettere alla vestizione i novizi di cui mi scrivete, in onore

della vita nuova di Gesù su la terra e dell'ufficio di Madre che la santa Vergine

esercitò sopra di Lui, e delle azioni interne ed esterne ch'Ella fece in

conseguenza delle sua maternità. (L. 127).

Abbiatevi riguardo e ricordatevi che non appartenete più a voi stesso, ma a

Gesù e a Maria e che perciò non avete più nessun potere di disporre di voi. Essi

vogliono

297

che vi usiate riguardo e che lavoriate non solo per loro, ma pure per mezzo di

loro; vogliono cioè essere la causa e il principio e non solo il motivo delle

vostre opere di carità. Non dovete quindi lasciarvi trascinare dal vostro zelo,

ma lo dovete mettere ai piedi di Gesù e di Maria e sottoporto al loro potere;

essi devono spingervi e moderarsi secondo la loro volontà. (L., 123).

Adorate l'autorità e la fecondità divina nelle processioni eterne e

nell'operazione del mistero dell'Incarnazione; onorate pure la santissima

Vergine nella sua mirabile fecondità che la rende Madre di Dio; e offrite tutto

questo all'Eterno Padre in supplemento della vostra pochezza e inutilità. (L.,

143).

Abbiate dolcezza e affabilità verso le vostre dipendenti e ricorrete per questo

alla santissima Madre di Gesù; considerate queste anime come sue figlie e

serventi; riflettete come Ella si degni di accoglierle come tali, malgrado i loro

mancamenti. Onoratele e amatele per questa considerazione (L., 38).

Page 248: Berulle Le Grandezze Di Maria

È dovere dei sacerdoti professare una speciale pietà e devozione verso Gesù e

la sua santa Madre che non va mai separata da Lui, in onore del legame

ineffabile ch'Ella ha col Figlio di Dio ... in conseguenza della sua Maternità e per

la sua qualità di Madre. Da una tale pietà e divozione deve nascere un legame

speciale a Gesù e a Maria, legame di omaggio e di servitù, legame di

appartenenza e di dipendenza, legame di amore e di unione di spirito, col dare

a Gesù e a Maria sopra di noi il potere che possiamo dar loro per elezione della

nostra volontà, alla quale hanno diritto per i loro titoli eminenti e per le loro

qualità singolari conosciute e sconosciute, e in adempimento dei loro disegni,

ed ordini sopra di noi, sia segreti sia manifesti. (O., 193).

Procurate, ve ne prego, che continui nella vostra casa

298

la divozione generale verso Nostro Signore Gesù Cristo e la sua .. santissima

Madre, con gli affetti interiori e l'umile e devota recita della loro litanie alla

mattina e alla sera. (L., 171).

In occasione dell'unione dell'Oratorio già esistente in Provenza con quello da lui fondato,

scrive:

Offro questa unione mutua e reciproca, la dedico e la consacro ad onore della

unione strettissima dell'Eterno Padre col Figlio suo nell'unità della sua Essenza

e nella divina potenza della generazione eterna, all'onore dell'unione

strettissima del Verbo con la nostra umanità in virtù del mistero

dell'Incarnazione, e all'onore dell'unione di Gesù con la Vergine per la grazia

eminente, singolare e propria a Lei sola fra tutti gli spiriti creati, vale a dire,

per quella grazia che Dio le ha conferito scegliendola per sua Madre e facendosi

suo Figlio, grazia della Maternità divina che tutta la Chiesa onora quando la

chiama Madre di Dio. (L., 112).

IV

LA DEVOZIONE A MARIA NELLA CONGREGAZIONE DELL'ORATORIO.

Ai suoi sacerdoti il Padre de Bérulle raccomandava una divozione speciale alla Vergine.

considerandola «come interessata nelle opere e nelle anime del suo divin Figlio e come Regina

Page 249: Berulle Le Grandezze Di Maria

del cielo e della terra»; insisteva inoltre perché onorassero in modo singolare la autorità santa

e suprema di Gesù e della sua santa Madre su le anime. (Norme di direzione, cap. XVI e XXX).

«Mai si era visto una professione di dipendenza verso la SS. Vergine più assoluta che

all'Oratorio. Come sarebbe stato diversamente? Non sono forse i sacerdoti i continuatori

attraverso il mondo dell'opera di Maria? Come Maria generano il Verbo Incarnato, come Maria

lo offrono all'Eterno Padre; come Maria lo dànno al mondo: e per mezzo di Maria ricevono

quella grazia che, fra tutte, meglio richiama l'incomparabile privilegio della Maternità divina,

cioè la grazia del sacerdozio. Perciò il

299

Cardinale de Bérulle stabilì una festa speciale per onorare le Grandezze di Maria; ordinò pure

che ogni giorno si cantassero o si recitassero le Litanie aggiungendovi un'orazione dove

mirabilmente esaltava la sublime dignità di Madre di Dio che è il più bello dei titoli della

Vergine 1.

«Ordinò inoltre che si osservasse il digiuno nelle vigilie delle feste a Lei consacrate; e che si

suonasse l'Angelus prima della meditazione affinché il servizio di Maria avesse principio con la

giornata medesima e che le prime e le ultime azioni di ogni giorno fossero consacrate a Lei,

perché Ella ha diritto di padronanza suoi nostri giorni e su la nostra vita.

«Il sacerdote oratoriano al primo svegliarsi doveva unirsi a Maria ed ai Santi nel sacrificare il

principio della sua giornata, a loro imitazione, secondo lo spirito della grazia. Svegliandosi

durante la notte, doveva pensare alla Vergine ed ai Santi perché vegliassero alla sua

conservazione durante il sonno. Più volte al giorno doveva onorare Maria sotto il titolo di Madre

di Dio; anzi non doveva incominciare nessuna azione di qualche importanza senza offrirla a

Maria, attestando in tal modo il suo rispetto, il suo amore e la sua filiale ed irrevocabile

dipendenza verso Colei che nelle castissime viscere portò il Figlio di Dio» 2.

________________________

(1) OREMUS. Deus ineffabilis misericordiae, qui non solum homo, sed etiam

Filius hominis fieri dignatus es, et mulierem matrem in terris habere voluisti,

qui Deum Patrem habebas in coelis: da nobis quaesumus, ejus memoriam

devote celebrare, ejus maternitatem summe venerari, ac ejus

superxcellentissimae dignitati humillime subesse, quae te de Spiritu sanctu

concepit, te virgo peperit, et te in terris subditum habuit, Dominum nostrum

Jesum Christum Filium Dei unigenitum: qui cum eodem Patre et Spiritu sancto

vivis et regnas in saecula saeculorum. Amen. (MIGNE, col. 1750). (O Dio

d'ineffabile misericordia, che vi degnaste di farvi non solo uomo, ma anche

Figlio dell'uomo, e mentre in cielo avevate Dio per Padre, voleste avere per

madre su la terra una donna: fate, vi preghiamo, che celebriamo con divozione

la memoria della Madre vostra, onoriamo con somma venerazione la sua

Page 250: Berulle Le Grandezze Di Maria

Maternità e stiamo sottoposti con grande e costante umiltà alla

sovraeccellentissima dignità di Colei che vi concepì per opera dello Spirito

santo, vi partorì nella verginità e vi ebbe in terra come suddito, o Signor nostro

Gesù Cristo; Unigenito Figlio di Dio, che vivete e regnate col medesimo Padre e

con lo Spirito santo nei secoli dei secoli. Così sia).

(2) HOUSSAYE, op. cit., II, pag. 56.

300

Altre prescrizioni per i sacerdoti dell’Oratorio

Fare ogni giorno con una cupa speciale ossequi a Gesù Cristo: (Adorazione -

offerta di se stesso . intenzione di far tutto a sua gloria). Compiere

proporzionatamente i medesimi atti verso la SS. Vergine Madre di Dio,

onorandola singolarmente nella sua dignità e grazia di Madre di Dio e nella

suprema autorità che corrisponde a tale dignità.

Accettarla come la nostra sovrana Signora dalla quale vogliamo dipendere in

tutto quanto ci concerne.

Offrirci a Lei come a quella che ha potere sopra di noi per la sua sovranità,

affinché disponga di noi a suo beneplacito; darle tutto quel potere che è in

nostra facoltà, in onore di quello che Ella ebbe sul Figlio medesimo di Dio, il

quale si degnò di assoggettarsi a Lei facendosi suo Figlio; e infine offrirle

un'intenzione per la quale riferiamo a sua gloria, dopo che a quella del suo

divin Figlio, la nostra vita, le nostre parole, le nostre azioni ed i nostri pensieri.

Non faremo nessuna azione importante senza offrirla al Figlio di Dio ed alla

Vergine come cosa che loro appartiene, in unione con le loro azioni su la terra,

domandando la grazia per farla bene (MIGNE, 1630).

Per la santificazione del sonno:

Oltre l'offerta che dobbiamo fare del nostro sonno, come di tutti i momenti

della nostra vita, a Gesù Cristo ed a Maria come ai nostri sovrani; sarà bene, in

compenso del lungo tempo che passiamo senza elevarci a Dio durante la notte,

pregare i Santi cui siamo particolarmente divoti di amare Dio per noi, affinché

non potendo offrirgli nessun atto di amore da noi medesimi, almeno gli

rendiamo amore per mezzo di altri; (MIGNE, 1631).

Per le ricreazioni:

Page 251: Berulle Le Grandezze Di Maria

Il Figlio di Dio su la terra ebbe due sorte di

301

conversazioni ben differenti, le une deliziose con sua Madre, con S. Giuseppe e

con parecchie anime da Lui santificate; altre invece penose e disgustose, come

quelle che dovette sopportare con i Giudei e con i Farisei. Noi pure dobbiamo

accettare le conversazioni disgustose tanto volentieri come quelle che sono

piacevoli. (Reg. dell'Orat. - Conversazioni coi forestieri).

V

SUGGERIMENTI E PREVENZIONI PER LE CARMELITANE

Ogni giorno offrite Gesù all'Eterno Padre, l'anima vostra al Figlio e il vostro

cuore allo Spirito Santo, il quale è lo Spirito del Padre e del Figlio, affinché

questo divino Spirito, come lega Dio a Dio, Dio Figlio a Dio Padre, si degni pure

di essere il vincolo che unisca il vostro essere a Dio ... Non dimentichiamo la

Vergine Santissima, che appartiene così degnamente, così santamente e così

particolarmente al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo. Maria è figlia e sposa del

Padre, Madre e servente del Figlio, e Santuario dello Spirito Santo dove questa

divina persona compì l'operazione più insigne dopo le processioni eterne,

poiché in Lei compì il mistero dell'Incarnazione. Questa Vergine santa, divina,

ammirabile, diede se medesima alla Santa Trinità e al Figlio Unigenito di Dio, in

particolare con queste grandi parole: Ecce ancilla Domini (Luc., I, 38). Da

queste parole derivarono la sua più grande dignità e il suo maggior gaudio,

poiché ne derivò il Mistero dell'Incarnazione che allora si compì in Lei.

Ogni giorno onorate con grande riverenza ciò che Maria è per Gesù e per la

Santa Trinità, e ciò che Gesù è in Maria. In queste relazioni si comprendono

molte cose

302

Page 252: Berulle Le Grandezze Di Maria

che la mia penna non è capace di scrivere, né la mia lingua di esprimere. In

onore e per rispetto di cose così sublimi, fate alla Vergine, con tutto il vostro

potere, donazione di voi, stesse; ma pregatela che usi del suo potere, per

donarvi Lei medesima a sé e al suo unigenito Figlio Gesù, perché il nostro

potere è troppo debole per far ciò nella misura e nel grado in cui dobbiamo

appartenere a Gesù e a Maria. (L., 27).

Ordinazioni portate nelle visite ai monasteri:

Ordiniamo che la divozione verso la Santa Vergine Maria sia grandemente

coltivata e accuratamente mantenuta nelle anime; a questo effetto ogni suora

una volta al giorno piegherà il ginocchio, nelle sue divozioni particolari, davanti

alla santissima Vergine: dapprima per rendere omaggio alle sue grandezze ed

alla sua sovranità come Madre di Dio; inoltre per offrirle il proprio essere, il

proprio stato, la propria vita e le proprie azioni, e supplicarla di degnarsi

disporla a renderle quell'onore e quell'amore quotidiano ch'Ella richiede dalle

sue figlie e serventi su la terra. Allo scopo di rendere anche interiore e

spirituale questa divozione esteriore e sensibile, ciascuna avrà cura di scegliere

un tempo propizio e un luogo adatto onde fare quest'azione con raccoglimento

e buona disposizione, aggiungendo a queste intenzioni brevi preghiere vocali.

Una volta al mese da tutte si farà una santa Comunione in onore delle

grandezze di Maria, per il compimento dei suoi desideri su la terra, per

l'incremento della sua gloria nelle anime e per ottenere dalla sua misericordia

la grazia di dedicarsi verso di Lei a quella servitù che conviene alle sue figlie e

serventi... Occorre poi che ognuna ecciti in sé un sentimento di grande

umiliazione, considerando quanto sia scarso l’onore che rende a Colei che Dio

onora così tanto, nella quale e per mezzo della quale Egli

303

compie meraviglie sì grandi ed incomprensibili, così degne di essere

considerate ed eternamente ammirate dagli angeli e dagli uomini.

Ogni mattina si suonerà l'Angelus affinché il servizio esterno della giornata

incominci con la Santa Vergine e con l'omaggio al mistero dell'Incarnazione che

in Lei si compì. Ognuna avrà poi cura di dare a Gesù cristo ed alla sua Santa

Vergine i primi e gli ultimi pensieri della giornata e di offrirle in modo

particolare le prime e le ultime azioni esterne onde incominciare e finire le

giornate per mezzo di Colei alla quale appartengono le nostre giornate e la

nostra vita ...

Page 253: Berulle Le Grandezze Di Maria

Avrete cura di pensare ogni tanto all'Umile degnazione della santissima

Vergine, la quale essendo Madre di Dio, si abbassa sino a voler essere Madre

delle anime nostre e lo desidera ben più ardentemente di quello che nessuna di

voi brami questa santa e felicissima filiazione verso di Lei, anzi molto più di

quanto lo possiate desiderare voi medesime. La Vergine santissima la vince in

questo desiderio sopra ciascuna di voi; e tuttavia Ella considera di più il vostro

bene e le vostre grandezze che non la sua dignità; avrete perciò cura di

dimenticare le vostre pene, i vostri pensieri ed i vostri umili desideri, onde

rinnovare in voi il desiderio di essere figlie e serventi della Vergine santissima e

di essere tali con tutta perfezione ...

In conformità con questa felice, qualità di figlie della santissima Vergine, ormai

uno dei vostri più grandi impegni sarà di procurare il compimento dei desideri

della santa Madre di Dio su la terra e di pregare a questo effetto. Tali desideri

di Maria sono sconosciuti al mondo e meritano bene di essere uno dei principali

oggetti delle vostre preghiere perché sono oltremodo ardenti, santi e divini e

sono una parte principale dello stato e dei pensieri della sua anima così

sublime e così divina. Invano voi

304

avrete la pretesa di essere sue figlie e serventi se non parteciperete a questi

desideri e non ne bramerete l'adempimento.

Parimente una delle vostre cure particolari sarà di offrire a Maria le vostre

azioni interne ed esterne con uno spirito di umiliazione e di assoggettamento a

questa santissima Vergine onde essere animate da una disposizione interiore e

permanente che sia veramente conforme allo stato che avete abbracciato di

figlie e serventi della santissima Vergine, purissima e degnissima Madre di Dio.

(Opus., 198-199).

Ad una priora delle Carmelitane:

La divozione che le vostre novizie professano verso la santissima Vergine è una

benedizione particolare che dovete conservare ed accrescere nel loro spirito.

Ricordatevi che la Madre di Dio dar Figlio suo è onorata più che da tutte le

creature assieme, come dal Figlio suo è conosciuta più che da tutte. In onore di

questo onore immenso che il Figlio rende alla Madre e la Madre al Figlio, ciò

che costituisce in cielo un coro e un ordine a parte, procurate che il Figlio e la

Madre siano onorati dalle anime della vostra casa, la quale deve essere come

un cielo in terra e imitare su la terra ciò che avviene in cielo. (L., 30).

Page 254: Berulle Le Grandezze Di Maria

VI

ESEMPIO DEL CARD. DE BERULLE

Il Card. de Bérulle dava lui medesimo, l'esempio, in tutta la sua condotta, di una devozione

illimitata alla Santissima Vergine, praticando con filiale pietà quanto suggeriva ed insegnava

agli altri.

Ancora giovinetto nel Collegio di Clermont edificava tutti, maestri e condiscepoli, col suo amore

per Maria; era per lui un grande onore scopare la cappella della Congregazione mariana e

305

ornare l'altare della Vergine. Maria in premio della grande devozione che egli le dimostrava lo

ricolmava di favori particolari. Una notte del santo Natale «più illuminata per lui che il più bel

giorno», Pietro de Bérulle, che aveva solo 17 anni, rapito in ispirito durante la santa Messa,

ricevette particolari illuminazioni sul mistero dell'Incarnazione; Maria, inoltre, gli apparve col

divin Bambino tra le braccia e chinandosi dolcemente verso il suo giovane servo, gli offrì Gesù

Infante. Ma Pietro ingenuamente esclamò: «No, no, santa Vergine, sta ben più santamente

nelle vostre mani; usatemi soltanto la misericordia di accogliermi e di costudirmi insieme con

Lui». 1

Nelle sue numerose lettere non se ne trova quasi nessuna dove non parli, ed anche più e più

volte, della santissima Vergine; il suo pensiero ordinario era proprio quello di Gesù e di Maria

come raccomandava Lui stesso alle Carmelitane; in ogni occasione ed in ogni cosa la sua

intenzione si portava a Maria: tutto in suo onore. Per sua disposizione, tre volte al mese ogni

Padre della Congregazione doveva applicare la santa Messa per l'adempimento dei desideri

della santa Vergine, ed ogni fratello recitare la corona e fare la santa Comunione alla

medesima intenzione. Dal Card. de Bérulle il Padre de Condren e il Ven. Olier impararono

quella pia pratica di celebrare la santa Messa alle intenzioni di Maria 2.

Scriveva ad un Padre cui era affidato il servizio di un Santuario di Maria:

La cura che debbo avere dell'onore di Dio e della perfezione delle anime nella

casa ch'Egli si è compiaciuto di darci, mi obbliga più strettamente ancora di

usare un tal riguardo speciale per quelle case che a Lui sono consacrate in

Onore della sua santissima Madre. Vi esorto pertanto a star attendo, nel vostro

ufficio, a questa obbligazione e di fare intendere a tutti i Padri che la santa

Vergine la quale si è degnata di darci questa sua casa, sarà corrucciata contro

di noi se mancheremo a questo dovere e se in un luogo dove da lontano i fedeli

vengono a

Page 255: Berulle Le Grandezze Di Maria

___________________________

(1) Cfr.: HOUSSAYE, I, pag. 108

(2) Cfr.: GIOV. OLIER, Fiori di dottrina, Monza, Artigianelli, 1935, pag. 178.

306

cercare grazia e santificazione, noi che abbiamo la missione di raccogliere

queste grazie e di applicarle agli altri, mancheremo alla perfezione di questa

grazia o santità alla quale ci invitano la nostra professione e la santità del

luogo. (L., 149).

I suoi biografi notano tra le sue pratiche di devozione che «non usciva mai di casa senza

andare ad offrirsi a Gesù davanti al SS. Sacramento e a Maria Vergine nella cappella a Lei

dedicata; quando poi rincasava, non mancava di presentarsi ancora a Gesù ed alla sua S.

Madre.

Quando si trattò del viaggio in Spagna per l'introduzione delle Carmelitane in Francia, mentre

egli con gran fervore celebrava la santa Messa la Vergine gli apparve dicendogli: «Se per mio

onore intraprenderai questo viaggio, sarai mio in modo più particolare». Il Card. de Bérulle in

seguito a questa visione che sottopose all'approvazione di persone gravi e competenti, si

decise a vincere risolutamente ogni difficoltà per il compimento di quel disegno 1.

Trovandosi poi a Madrid nel momento dei più forti calori estivi, nelle ore del pomeriggio in cui

tutti anche i religiosi si davano al riposo, egli benché sofferente attraversava la città in ispirito

di penitenza, e portandosi nella Cattedrale vi stava a lungo prostrato davanti all'altare della

Vergine onde supplicarla di vincere Ella medesima le gravissime difficoltà di quell'opera santa.

Non si stancava di ripeterle queste semplici parole: Mostra te esse Matrem (Mostrate che siete

nostra Madre), si rialzava sempre confortato da una dolce e ferma fiducia 2 e scriveva alla

signora Acarie che fu poi la B. Maria dell'Incarnazione:

È questo un affare di Maria, ecco l'unico pensiero che mi consola, e mi conforta

interiormente in queste trattative. (L., 103).

Quando considero davanti a Dio che è affare della sua santa Madre la quale

comanda a tutto quanto v'è in terra, e che è un affare che sinora venne da Lei

assistito con favore straordinario... non posso cedere né piegarmi in nulla,

quindi voglio che l'opera si compia non solo, ma

_________________________

(1) HOUSSAYE, I, pag. 292.

Page 256: Berulle Le Grandezze Di Maria

(2) Ibid., pag. 320-321.

307

che si compia col massimo vantaggio per il bene di quell'Ordine in Francia, non

ostante qualsiasi apparente impossibilità; e mi sembra che io debba credere

che Dio voglia così. (L., 105).

Quando fu creato Cardinale, dopo la solenne cerimonia dell'imposizione del cappello

cardinalizio compiuta dalla Regina in assenza del Re, il novello Cardinale rispose:

Questo cappello dovrebbe essere riservato a chi lo meritasse meglio di me... Mi

permetto di dire a Vostra Maestà che Ella può bensì conferirmi questa dignità,

ma non può darmi la grazia che mi è necessaria e che mi manca per fame un

buon uso. Occorre quindi che mi rivolga a Gesù Cristo ed alla sua santa Madre

e che supplichi le Maestà del cielo di conferirmi ciò che non posso ricevere dalle

Maestà della terra, la grazia cioè di servire bene, in tale dignità, Dio, sua

Santità e Vostra Maestà.

Un tal linguaggio eccitò grande stupore in tutti. Uscendo dal Louvre, il Card. de Bérulle si fece

condurre alla Chiesa di Notre­Dame, e vi stette lungamente in preghiera, supplicando il

Signore di concedergli tutte le grazie di cui aveva bisogno, per intercessione della Vergine

santissima alla quale fece una nuova consacrazione della sua persona e della sua dignità

(HOUSSAYE, Op. cit., III, pag. 261-262).

VII

CONSIGLI DEL CARD. DE BERULLE ALLA REGINA D'INGHILTERRA.

Dopo il Figlio di Dio non havvi nulla di simile alla Madre sua, né in cielo, né in

terra. Il Figlio di Dio l'ha congiunta al se stesso nella maggior parte dei suoi

misteri, e nel mistero dei suoi Misteri che è, l'Incarnazione, poiché in Lei e da

Lei ha voluto rivestirsi della nostra umanità. Non separate dunque, nelle vostre

divozioni, ciò

308

Page 257: Berulle Le Grandezze Di Maria

che Dio ha congiunto in una unione così santa, così divina, così sublime

nell'Ordine della Grazia. Tutti i vostri pensieri siano diretti a Gesù e a Maria,

perché Gesù e Maria sono uniti assieme per natura e per grazia: Gesù è il

frutto glorioso delle viscere di Maria, carne ed ossa delle ossa di Maria. Questa

carne che ora adorate in Gesù, prima era carne santa e venerabile di Maria,

carne sempre santa ed immacolata, benché non ancora adorabile; Carne

appartenente o a Gesù o a Maria, venerabile in Maria, adorabile in Gesù. Nei

vostri pensieri e nelle vostre divozioni, Maria sia unita a Gesù; nelle parole,

invocate il nome di Maria con quello di Gesù; qualsiasi vostro sentimento di

pietà tenda a Gesù e a Maria. Gesù è l'umile Figlio di Maria, Maria è la degna

Madre di Gesù. Dopo dunque di aver salutato Gesù, salutate la Vergine con la

seguente

VIII

PREGHIERA

O Vergine santa, Madre di Dio, Regina degli Angeli, meraviglia del cielo e della

terra, io vi rendo omaggio in tutti i modi che posso, secondo l'ordine voluto da

Dio, come esigono le vostre grandezze e conforme alla volontà del vostro

unigenito Figlio Gesù Cristo di vederti onorata in Cielo e in terra. Vi offerisco

l'anima mia e la mia vita: a Voi, voglio appartenere per sempre e rendervi un

omaggio particolare nel tempo e nell'eternità.

Madre di grazia e di misericordia, intendo eleggervi per Madre dell'anima mia,

in onore della elezione che Dio si è compiaciuto di fare di Voi per essere sua

Madre. Regina degli uomini e degli Angeli, Vi accetto e Vi riconosco per mia

Sovrana, in onore della dipendenza che da Voi come sua Madre ha voluto

avere il Figlio di Dio, mio

309

Salvatore e mio Dio; e in tale qualità Vi dono sopra di me, su l'anima mia e su

la mia vita tutto quel potere che posso darvi, secondo l'ordine voluto da Dio.

Page 258: Berulle Le Grandezze Di Maria

O Madre di Gesù, voglio essere vostro e servire al vostro nome ed alla vostra

gloria. Consideratemi come cosa vostra e nella vostra bontà trattatemi come

suddito della vostra potenza e oggetto delle vostre misericordie.

O sorgente di vita e di grazia, Rifugio dei peccatori, ricorro a Voi, perché viva

nella grazia del mio Dio, ed eviti il peccato, onde sia preservato dalla morte

eterna.

Prendetemi sotto la vostra speciale protezione, fate che sia partecipe dei vostri

privilegi, e in virtù delle vostre, grandezze e del diritto di proprietà che avete

sopra di me, io ottenga quanto non merito di ottenere nel mio nulla e nella mia

indegnità. In onore del momento felice della Incarnazione in cui Dio si fece

uomo e Voi foste fatta Madre di Dio, nelle vostre mani depongo l'ultima ora

della mia vita la quale sarà decisiva per la mia eternità. O Vergine e Madre

tutt'assieme! O Tempio sacro della Divinità! O Meraviglia del Cielo e della terra!

O Madre del mio Dio, a Voi, appartengo per il titolo generale delle vostre

grandezze; ma voglio pure essere vostro schiavo per il titolo della mia elezione

e della mia risoluta volontà. Mi consacro a voi e al vostro unigenito Figlio Gesù

Cristo nostro Signore; e voglio che non passi mai nessun giorno senza ch'io

renda a Lui e a Voi qualche omaggio particolare come attestato della mia

dipendenza e della mia umile servitù, nella quale desidero vivere e morire. Così

sia. (O., 194).