Berlusconiani e veltroniani a Berlusconia

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Media Philosophy Studi sui nuovi linguaggi della comunicazione Anno 1, n. 0, primavera-estate 1996. Pag.208 Estratto in “Media del potere e potere dei Media Viaggi sparsi a partire da Rosebud” di Alberto Abruzzese. Pag: 35-69 4. Berlusconiani e veltroniani a Berlusconia (Percorso iperte- stuale che per chiave di accesso ha centro e periferia, Pasolini, il cittadino Kane oppure new media, nuovi soggetti sociali, mutanti, derealizzazione dell'abitare, consumi diffusi, interattività, catastrofe, mediatizzazione della politica e dei con- flitti, destra/sinistra, etc). A partire dalle elezioni del 1994, penso ad un saggio sul tempo presente. Se ne fossi capace, potrebbe essere un saggio in forma di romanzo. Vorrei intitolarlo! berlusconiani. Intendo per "berlusconiani" la nuova configurazione culturale che ha trovato in Silvio Berlusconi la sua immagine di riferimento, anche quando non ne sia l'emanazione diretta o lo specifico target ma piuttosto il contesto psicogra- fico. Il genere di denominazione collettiva a cui ricorre il termine "berlusconiani" viene solitamente applicato per individuare l'insorgenza di un gruppo ad alta visi- bilità sociale, fortemente radicato nei tratti distintivi del capo che li guida, ma destinato comunque a rappresentare identità che si distaccano dagli stili di vita e dalle qualità tradizionali dei contesti di appartenenza oppure che ne sono l'ag- gressione esterna, l'invasione straniera. Così è ed è stato, nel corso della storia, per le dinastie che si sono trasformate in potere pubblico; per le grandi famiglie del capitalismo; per le bande criminali o le cosche mafiose. L'aggettivazione di un cognome che funge da marchio - ma si pluralizza in un movimento - rimanda alle lotte di popolo che dilaniano le città, alle invasioni di genti barbare che devastano i regni, ad alieni che insidiano il mondo, a parenti che sconvolgono dinastie. Tuttavia non sento un titolo come I berlusconiani in chiave ironica o dispregiati- va: con l'epiteto di berlusconiano intendo cogliere i tratti distintivi di un'area nuova, emergente. Essa non coincide perfettamente con la massa di manovra elettorale messa in gioco da Silvio Berlusconi, ma con i tratti comuni di un clima sociale a più vasto raggio, uno spirito del tempo condiviso da una pluralità di fenomeni espressivi, individuali e collettivi. Tanto vasto nelle sue correlazioni con la società televisiva da trovare più zone di sovrapposizione con altri schieramenti, ad esempio quello dei veltroniani. È questo, a sua volta, un popolo di emergenti, che possiamo scorgere stando allo schema tradizionale dell'opposizione inconci- liabile tra sinistra e destra? Oppure è - come io credo - fatto della stessa pasta dei berlusconiani? Walter Veltroni appare all'immaginario televisivo della collettività come l'unico vero antagonista di Berlusconi, ma appare tale proprio in quanto ne è un omolo- go culturale. Ha un diverso grado di consapevolezza dei vettori di senso tra pas- sato, presente e futuro, dunque si presenta con un diverso linguaggio e un diver- M E D I A P H I L O S O P H Y

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Media Philosophy Studi sui nuovi linguaggi della comunicazione Anno 1, n. 0, primavera-estate 1996. Pag.208 Estratto in “Media del potere e potere dei Media. Viaggi sparsi a partire da Rosebud” di Alberto Abruzzese. Pag: 35-69

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Media Philosophy Studi sui nuovi linguaggi della comunicazione Anno 1, n. 0, primavera-estate 1996. Pag.208 Estratto in “Media del potere e potere dei Media Viaggi sparsi a partire da Rosebud” di Alberto Abruzzese. Pag: 35-69 4. Berlusconiani e veltroniani a Berlusconia (Percorso iperte-

stuale che per chiave di accesso ha centro e periferia, Pasolini, il cittadino Kane oppure new media, nuovi soggetti sociali, mutanti, derealizzazione dell'abitare, consumi diffusi, interattività, catastrofe, mediatizzazione della politica e dei con-flitti, destra/sinistra, etc).

A partire dalle elezioni del 1994, penso ad un saggio sul tempo presente. Se ne fossi capace, potrebbe essere un saggio in forma di romanzo. Vorrei intitolarlo! berlusconiani. Intendo per "berlusconiani" la nuova configurazione culturale che ha trovato in Silvio Berlusconi la sua immagine di riferimento, anche quando non ne sia l'emanazione diretta o lo specifico target ma piuttosto il contesto psicogra-fico. Il genere di denominazione collettiva a cui ricorre il termine "berlusconiani" viene solitamente applicato per individuare l'insorgenza di un gruppo ad alta visi-bilità sociale, fortemente radicato nei tratti distintivi del capo che li guida, ma destinato comunque a rappresentare identità che si distaccano dagli stili di vita e dalle qualità tradizionali dei contesti di appartenenza oppure che ne sono l'ag-gressione esterna, l'invasione straniera. Così è ed è stato, nel corso della storia, per le dinastie che si sono trasformate in potere pubblico; per le grandi famiglie del capitalismo; per le bande criminali o le cosche mafiose. L'aggettivazione di un cognome che funge da marchio - ma si pluralizza in un movimento - rimanda alle lotte di popolo che dilaniano le città, alle invasioni di genti barbare che devastano i regni, ad alieni che insidiano il mondo, a parenti che sconvolgono dinastie.

Tuttavia non sento un titolo come I berlusconiani in chiave ironica o dispregiati-va: con l'epiteto di berlusconiano intendo cogliere i tratti distintivi di un'area nuova, emergente. Essa non coincide perfettamente con la massa di manovra elettorale messa in gioco da Silvio Berlusconi, ma con i tratti comuni di un clima sociale a più vasto raggio, uno spirito del tempo condiviso da una pluralità di fenomeni espressivi, individuali e collettivi. Tanto vasto nelle sue correlazioni con la società televisiva da trovare più zone di sovrapposizione con altri schieramenti, ad esempio quello dei veltroniani. È questo, a sua volta, un popolo di emergenti, che possiamo scorgere stando allo schema tradizionale dell'opposizione inconci-liabile tra sinistra e destra? Oppure è - come io credo - fatto della stessa pasta dei berlusconiani? Walter Veltroni appare all'immaginario televisivo della collettività come l'unico vero antagonista di Berlusconi, ma appare tale proprio in quanto ne è un omolo-go culturale. Ha un diverso grado di consapevolezza dei vettori di senso tra pas-sato, presente e futuro, dunque si presenta con un diverso linguaggio e un diver-

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so look, una diversa retorica, ma condivide con Berlusconi la costruzione simboli-ca del contesto, uno stesso mondo di riferimenti epocali, in altre parole abita lo stesso territorio di Berlusconi, in questo stesso territorio gode di visibilità. Questo non si può dire per la maggior parte degli altri leader politici. Berlusconi e Veltroni sono a loro modo i Romolo e Remo del gran teatro dell'audience, della città di prima serata, del programma-festival. Sono i Caino ed Abele della nuova società televisiva e dei suoi miti. Berlusconiani e veltroniani vivono come si vive a Cartoonia. Di quel paradiso/inferno della finzione essi hanno la predisposizione alla lucentezza dei divertimenti e alla seriosità dei propositi, ma hanno anche la sapienza delle idee semplici e al tempo stesso complesse - immateriali e tuttavia potenti, felici eppure tragiche, false eppure credibili - della vita quotidiana. Con la definizione di berlusconiano, in sostanza, si nomina ['abitante di Berlusconia, l'Europa fatta America. Si individua il territorio mediatico e dunque comunemente praticabile ed effettivamente conflittuale in cui le bande di Berlusconi e quelle di Veltroni lotteranno per governare il popolo di Berlusconia sino a dimenticarsi i volti del proprio leader.