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Ben Hogan's five lessons Introduzione Per ogni giocatore di golf, ad ogni livello, il nome di Ben Hogan rimanda ad una leggenda del golf. In campo pratica, parlando di tecnica, le sue nozioni vengono richiamate continuamente, sia per dimostrarne la validità che per smentirne l’efficacia. Ma anche in questo secondo caso, sembra che non si possa prescindere dall’insegnamento di Ben Hogan, come se le sue parole fossero la pietra di paragone su cui giudicare ogni altra teoria dello swing. Per questo motivo, pochi anni dopo aver iniziato a giocare a golf, mi stupii nell’ apprendere che non esisteva una traduzione in italiano del suo libro più importante; “Five Lessons; the modern fundamentals of golf”. Un libro citato innumerevoli volte, su ogni pubblicazione golfistica. Ne acquistai una copia, in Inglese, e la lessi una prima volta. Poi una seconda ed una terza. In seguito divenne una compagnia occasionale, quasi un vademecum da consultare ogni volta che il mio gioco attraversava momenti difficili. Ma per prima cosa, ancor prima di comprendere appieno la sostanza del pensiero di Ben Hogan, fui colpito dalla precisione e al contempo dall’eleganza del linguaggio usato. Pensando proprio a questo, alla accuratezza con cui Ben Hogan esponeva la propria teoria, ho creduto che ogni altro articolo, o pubblicazione che riportasse il pensiero dell’autore e lo interpretasse in qualche modo, non potesse rendere appieno la forza educativa del libro stesso. Questo è il primo motivo per cui ho deciso di tradurlo in italiano, spero rendendo giustizia al linguaggio dell’autore; perché le sue nozioni possano essere comprese pienamente attraverso la lettura delle parole esatte che Ben Hogan ha utilizzato più di cinquant’anni fa. Un ultima annotazione sull’autore, a cui queste poche righe vogliono rendere onore. Oggi Ben Hogan è presente nel mondo del golf come non mai. Sulla rete potete leggere le sue biografie, vedere i suoi video, farvi un’idea insomma di che giocatore fosse. La cosa che invece a me preme sottolineare è quanto Ben Hogan fosse un uomo normale che, come lui stesso afferma nel libro, ha deciso di dedicare la sua vita al golf. Non un talento naturale, ma un uomo che ha costruito il suo gioco sull’applicazione continua e sulla fatica. Un uomo dotato certamente di predisposizione per il gioco, ma forse ancor più di una grande forza di volontà. Prova ne sia che Ben Hogan vinse il suo primo torneo PGA a 26 anni, nove anni dopo essere diventato professionista. Da allora la sua carriera è stata costellata di successi, dovuti non un talento unico e irripetibile, ma alla costante ed assidua dedizione al gioco del golf. Un episodio, tra i tanti, può riassumere il carattere del giocatore Ben Hogan. Quando nel ’53, tornato all’apice della sua carriera dopo l’incidente d’auto di cui era stato vittima, si diceva da più parti che nessun golfista poteva considerarsi il migliore di sempre senza aver vinto l’Open Championship, Ben Hogan attraversò l’Atlantico, rinunciando alla partecipazione al PGA Championship, partecipò alle qualificazioni (allora obbligatorie) e senza aver mai giocato prima su un links course, vinse di quattro colpi a Carnoustie, tra l’altro utilizzando le golf balls inglesi di dimensioni più piccole di quelle americane. Poche imprese sportive credo si possano considerare altrettanto straordinarie. Infine, la presente traduzione non ha nessuno scopo di lucro, e non è mia intenzione infrangere, se esistente, alcuna norma sui diritti di autore. Buona lettura. Andrea Gandolfi 1

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Ben Hogan's five lessons

Introduzione

Per ogni giocatore di golf, ad ogni livello, il nome di Ben Hogan rimanda ad una leggenda del golf. In campo pratica, parlando di

tecnica, le sue nozioni vengono richiamate continuamente, sia per dimostrarne la validità che per smentirne l’efficacia.  Ma anche in

questo secondo caso, sembra che non si possa prescindere dall’insegnamento di Ben Hogan, come se le sue parole fossero la pietra di paragone su cui giudicare ogni altra teoria dello swing. Per questo motivo, pochi anni dopo aver iniziato a giocare a golf,

mi stupii nell’ apprendere che non esisteva una traduzione in italiano del suo libro più importante; “Five Lessons; the modern fundamentals of golf”. Un libro citato innumerevoli volte, su ogni pubblicazione golfistica. Ne acquistai una copia, in Inglese, e la

lessi una prima volta. Poi una seconda ed una terza. In seguito divenne una compagnia occasionale, quasi un vademecum da

consultare ogni volta che il mio gioco attraversava momenti difficili. Ma per prima cosa, ancor prima di comprendere appieno la sostanza del pensiero di Ben Hogan, fui colpito dalla precisione e al

contempo dall’eleganza del linguaggio usato.  Pensando proprio a questo, alla accuratezza con cui Ben Hogan esponeva la propria

teoria, ho creduto che ogni altro articolo, o pubblicazione che riportasse il pensiero dell’autore e lo interpretasse in qualche modo,

non potesse rendere appieno la forza educativa del libro stesso. Questo è il primo motivo per cui ho deciso di tradurlo in italiano,

spero rendendo giustizia al linguaggio dell’autore; perché le sue nozioni possano essere comprese pienamente  attraverso la lettura delle parole esatte che Ben Hogan ha utilizzato più di cinquant’anni fa.

Un ultima annotazione  sull’autore, a cui queste poche righe vogliono rendere onore.

Oggi Ben Hogan è presente nel mondo del golf come non mai. Sulla rete potete leggere le sue biografie, vedere i suoi video, farvi

un’idea insomma di che giocatore fosse. La cosa che invece a me preme sottolineare è quanto Ben Hogan fosse un uomo normale che, come lui stesso afferma nel libro, ha deciso di dedicare la sua vita al golf. Non un talento naturale, ma un uomo che ha

costruito il suo gioco sull’applicazione continua e sulla fatica. Un uomo dotato certamente di predisposizione per il gioco, ma forse

ancor più di una grande forza di volontà.  Prova ne sia che Ben Hogan vinse il suo primo torneo PGA a 26 anni, nove anni dopo

essere diventato professionista. Da allora la sua carriera è stata costellata di successi, dovuti non un talento unico e irripetibile, ma

alla costante ed assidua dedizione al gioco del golf. Un episodio, tra i tanti, può riassumere il carattere del giocatore Ben Hogan.Quando nel ’53, tornato all’apice della sua carriera dopo l’incidente d’auto di cui era stato vittima, si diceva da più parti che nessun

golfista poteva considerarsi il migliore di sempre senza aver vinto l’Open Championship, Ben Hogan attraversò l’Atlantico,

rinunciando alla partecipazione al PGA Championship, partecipò alle qualificazioni (allora obbligatorie) e senza aver mai giocato

prima su un links course, vinse di quattro colpi a Carnoustie, tra l’altro utilizzando le golf balls  inglesi di dimensioni più piccole di

quelle americane. Poche imprese sportive credo si possano considerare altrettanto straordinarie.Infine, la presente traduzione non ha nessuno scopo di lucro, e non è mia intenzione infrangere, se esistente, alcuna norma sui diritti

di autore. Buona lettura.

Andrea Gandolfi

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I Fondamentali 

Venticinque anni fa, quando avevo 19 anni, sono diventato un giocatore di golf

professionista. Suppongo che se inserissi i dati corretti in  uno dei nostri moderni

"cervelli elettronici", questo   eseguirebbe un paio di calcoli e poco dopo mi

comunicherebbe  quante centinaia di migliaia di colpi ho tirato in campo pratica,

quanti ne ho tirati nei tornei, quante volte ho fatto tre putt quando non c'era alcuna ragione per farlo, e così via. Come la maggior parte dei  golfisti

professionisti, ho la tendenza a ricordare un po’ meno chiaramente i brutti colpi

rispetto a quelli buoni- quei due o tre colpi per giro, raramente di più, che sono

stati eseguiti esattamente come pensavo dovessero essere.

Tuttavia, avendo lavorato molto sul mio golf con tutte le risorse fisiche e mentali che ho avuto a disposizione, sono riuscito a riprodurre alcuni colpi veramente

buoni in fasi molto importanti  dei tornei Major. Per citare un esempio che molti

dei miei amici ricordano con particolare emozione - e anch'io, se è per questo -

nel 1950 a Merion, avevo bisogno di un par sulla 72esima buca per andare al

comando nell’US Open. Per ottenere quel par  avevo bisogno di fare atterrare la palla su un green insidioso, leggermente in discesa, da una distanza di circa 200

yards. Ci sono colpi più facili nel golf. Ho preso il ferro 2 e ho tirato quello che,

secondo il mio sincero giudizio, è stato uno dei colpi migliori del mio ultimo giro,

forse uno dei migliori che ho giocato durante tutto il torneo. La palla è partita

verso la parte sinistra del green, ha tenuto la traiettoria saldamente, ha rimbalzato sull’ avant green ed è rotolata a circa 40 piedi dalla buca. Era tutto ciò che potevo

chiedere a quel colpo. Ho poi giocato due putt per il mio 4, e questo mi ha

permesso di entrare nel playoff per il titolo, che ho poi conquistato il giorno

seguente.

  Riporto questo episodio non per il piacere di riassaporare la soddisfazione di un “grande momento” ma, piuttosto, perché ho

scoperto in molte conversazioni che il ricordo che io ho di questo colpo (e altri simili) è notevolmente diverso dal ricordo che la

maggior parte degli spettatori sembra avere. Essi sono inclini ad enfatizzare quel colpo in quanto era stato eseguito in una

situazione di pressione. Essi tendono a pensare ad esso come a qualcosa di unico in sé, qualcosa di estremamente   ispirato, si

potrebbe dire, dal momento che quello era esattamente il colpo che la situazione richiedeva. Io non lo vedo affatto così. Io non ho colpito quel colpo allora, in quel tardo pomeriggio a Merion. Avevo praticato quel colpo da quando avevo 12 anni. Dopo tutto, la

cosa fondamentale in un torneo di golf è quello di avere il controllo su uno swing che, più si è sotto pressione, meglio funziona.

Per tanti aspetti, il golf giocato in una competizione ed il semplice golf sono estranei l'uno all'altro come l’hockey su ghiaccio e il

tennis. Per altri aspetti non lo sono: il professionista che gioca per la sua sopravvivenza nel circuito (con il suo orgoglio, le sue

soddisfazioni, e migliaia di dollari in gioco) e il giocatore amateur, che cerca di produrre il suo miglior gioco nel fine settimana (con il suo orgoglio, le sue soddisfazioni, e un dollaro in gioco) stanno entrambi cercando di padroneggiare quei movimenti che si

tradurranno in uno swing consistente, UN CORRETTO, POTENTE E CONSISTENTE SWING. Questo assunto può essere affermato

categoricamente: è assolutamente impossibile per qualsiasi persona giocare bene a golf senza uno swing ripetitivo.

Allora, come si fa a costruire uno swing su cui fare affidamento, uno swing che si possa ripetere allo stesso modo in qualsiasi

condizione di vento, di brutto tempo, sotto ogni tipo di pressione? Avendo dedicato la maggior parte delle mie ore di veglia (e alcune delle mie ore di sonno), per un quarto di secolo alla ricerca della risposta, oggi credo che ciò che ho imparato possa essere

di enorme aiuto per tutti i golfisti. Questo è il motivo per cui mi sono impegnato nel mettere giù questa serie di lezioni. Non mi

ripropongo di disquisire di teoria. Ciò che ho appreso, l’ho imparato attraverso tentativi ed errori; guardando un buon giocatore

fare qualcosa che sembrava corretto per me, imbattersi in qualcosa che sembrava giusto per me, sperimentando quella data cosa

per vedere se aiutava o ostacolava il mio gioco, facendola mia se serviva e affinandola a volte, scartandola in caso contrario,  o scartandola in un secondo tempo se si era dimostrata inaffidabile durante il gioco dei tornei; sperimentando continuamente nuove

e vecchie idee in ogni sorta di variazione,   fino a quando non sono arrivato a un insieme di elementi fondamentali che mi

sembravano adeguati perché asserviti ad uno scopo ben preciso, una serie di fondamentali che si sono rivelati giusti perché hanno

resistito e si sono dimostrati efficaci in ogni tipo di situazione. Per dirla in breve, le nozioni che illustrerò sono un sunto delle

conoscenze che ho cercato di acquisire da quando ho conosciuto il golf , da quando a 12 anni ho capito che volevo fare del golf la mia professione.

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Fino a un certo punto, per come la vedo io, non c'è niente di difficile nel golf, niente. Non vedo alcuna ragione, in verità, per cui un

golfista medio, se si approccia al gioco in modo intelligente, non debba tirare meno di 80 colpi, ed intendo tirando quei colpi che un buon giocatore di golf sa di poter giocare. In qualche modo i golfisti amateur si convincono di non poter giocare un “colpo

lungo” correttamente, di non avere la capacità o la coordinazione per eseguire uno swing solido. Puttare o approcciare, quella è

un'altra storia. Il giocatore medio si sente in grado di affrontare con successo quella parte del gioco in cui ha bisogno di uno swing

corto. A mio parere, il giocatore medio si sottovaluta. Ha tutto ciò che serve per eseguire  uno swing pieno e tirare colpi consistenti.

Uno swing pieno non è altro che una estensione di uno swing corto. Come per ogni cosa, ci vuole un po'di  applicazione, ma imparare i movimenti corretti è 10 volte meno difficile di quello che si pensa. In realtà, una volta che siete sulla strada giusta nel

golf, fare le cose nel modo giusto richiede uno sforzo molto minore che farle nel modo sbagliato.

Mi rendo conto di essere un uomo esigente, e di come alcune cose siano più difficili per alcune persone di quanto io possa

immaginare, ma veramente mi fa male guardare quei golfisti che sudano sul tappetino di pratica, gettando via la loro energia senza

uno scopo costruttivo, nove volte su dieci facendo la stessa cosa sbagliata che facevano anni e anni addietro quando iniziarono a giocare a golf. Questo tipo di giocatore di golf ovviamente ama il gioco, o non sarebbe certo lì a praticare. Ma tuttavia non riesco a

guardarlo a lungo. La sua frustrazione, tutto quello inutile spreco di energia davvero mi dà fastidio. Se anche stesse là fuori sul tee

di pratica fino ai 90 anni, non migliorerà mai, Anzi andrà sempre peggio,  perché le sue cattive abitudini diventeranno sempre più

profondamente radicate. So che migliaia di giocatori si consolano con il fatto che il gioco del golf è un modo per tenersi in forma e

stare in compagnia, il che è meraviglioso; ma ogni golfista, nel profondo del suo cuore, vuole giocare il gioco relativamente bene. Per riuscire in questo sono  necessari un po' di impegno, qualche pensiero, un po'di fatica, ma il giocatore che saggiamente

intraprende questa strada sarà in grado di esprimere un buon golf e di migliorarsi per il resto della sua vita. Il piacere più grande si

ottiene attraverso il miglioramento.

Prima di iniziare con le nozioni, lasciate che vi dica più specificamente che cosa faremo e cosa speriamo di ottenere. Per cominciare,

il libro sarà composto da cinque lezioni. In ognuna di queste presenteremo al lettore golfista uno o due elementi fondamentali da praticare ed assimilare, così da costruire progressivamente delle solide basi su cui i successivi fondamentali possano essere

aggiunti. Il golfista che dedica una mezz'ora al giorno per praticare i punti che spiegheremo in queste cinque lezioni sarà in grado,

io credo,  di migliorare il suo gioco ed il suo score immediatamente ed in maniera determinante. Il grado di miglioramento del

gioco  varierà a seconda della qualità dell’impegno di ogni individuo. Continuando a praticare e applicare questi principi

fondamentali, il giocatore continuerà a migliorare il suo gioco, molto spesso, ben oltre i suoi sogni più rosei. Io sinceramente credo in questo: IL GIOCATORE MEDIO E’ ASSOLUTAMENTE IN GRADO DI COSTRUIRE UNO SWING RIPETITIVO E DI GIOCARE

SOTTO GLI  80 COLPI, se impara a eseguire un piccolo numero di movimenti corretti e viceversa, ne consegue, se elimina un sacco

di movimenti che tendono ad allontanare lo swing dalla ripetitività.

In queste lezioni non cercheremo certamente di coprire tutto il golf, o forse nemmeno un centesimo di questa materia inesauribile.

Ciò con cui avremo a che fare sono quegli aspetti del golf che si sono rivelati i veri fondamentali – fondamentali che possono essere sperimentati e non solamente lasciati all’immaginazione o al caso. Questo è tutto ciò che realmente serve.

Secondo il parere di alcuni miei amici che sono più che tradizionalisti, molte delle mie idee sul golf  sono abbastanza rivoluzionarie.

Alcune di loro lo sono, credo. Per come la vedo, alcune cose che a lungo sono state credute di fondamentale importanza nel

campo del golf  nono sono affatto importanti. D'altra parte, alcuni altri aspetti che sono stati considerati di secondaria importanza (o

addirittura di nessuna importanza) mi sembrano invece inestimabili, tanto da essere in realtà il vero fondamento dello swing moderno. Un'altra cosa. Io sono un sostenitore di quel tipo di insegnamento che sottolinea l'esatta natura e l’esatta sensazione dei

movimenti che un giocatore fa per raggiungere il risultato che vuole. Se si dovesse insegnare a un bambino ad aprire una porta,

non si apre la porta per lui e poi ci si dilunga a descrivere come è la porta aperta. No, gli si insegna come girare la maniglia della

porta,  in modo che possa aprire la porta da sé. Allo stesso modo, in queste lezioni il nostro metodo consisterà nel sottolineare ciò

che si fa per ottenere il risultato che si sta cercando. Le azioni che causano il risultato - queste sono i veri fondamentali del golf. A proposito di tutti gli atteggiamenti  e i manierismi personali che fanno parte dello stile individuale, non ho mai visto un grande

giocatore il cui metodo di colpire la palla non includa i fondamentali che metteremo in risalto. Altrimenti, come è ovvio, quel

giocatore non potrebbe essere un grande giocatore.

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1 - The Grip

IL BUON GOLF INIZIA CON UN BUON GRIP. Questa affermazione, mi rendo conto, risulta così rivoluzionaria come affermare il fatto

sorprendente che la batteria nel Basaball  è formata da catcher e pitcher. Oltretutto, per la maggior parte dei giocatori di golf il grip

è la parte più noiosa dello swing, non c’è fascino in esso. Non vedono in esso niente di “attivo”, niente di decisivo. Al contrario, per

me e per altri veri giocatori vi è un innegabile bellezza nel modo in cui un buon giocatore impugna il bastone. Walter Hagen, per

esempio, aveva un bellissimo grip, delicato e allo stesso tempo potente. Mi è sempre sembrato che le sue mani fossero state appositamente create per adattarsi ad una mazza da golf. Tra i  giocatori più giovani di oggi, Jack Burke mette le mani sul ferro in

modo molto elegante. Non c'è dubbio che l'ammirazione di un giocatore di golf professionista per un buon grip deriva dalla

consapevolezza che, lungi dall'essere una cosa statica, il grip rappresenta il cuore dell’azione dello swing.

Logicamente, deve essere così. L’unico contatto del giocatore con la pallina è attraverso la testa del bastone, e il suo unico contatto fisico diretto con il bastone avviene attraverso le sue mani. Nello swing  l’energia è originata e generata dai movimenti del corpo.

Man mano che essa si accumula, viene trasferita dal corpo alle braccia, che immediatamente la trasferiscono, attraverso le mani, alla

testa del bastone.

L'energia di un giocatore  è originata e generata dai

movimenti del corpo. Questa energia è trasferita dal corpo alle braccia e poi alle mani. Si moltiplica enormemente ad

ogni trasferimento, come una reazione a catena nel campo

della fisica.

Si moltiplica enormemente con ogni trasferimento, come una

reazione a catena nel campo della fisica. O, per usare un esempio più familiare, si può pensare allo schiocco della

frusta, dove l’elemento alla fine della catena (nel golf la testa

del bastone) sta andando migliaia di volte più veloce

dell’elemento che ha originato la velocità. Questa azione a

catena dipende da un grip corretto. Con un grip difettoso, un giocatore non può impugnare saldamente il bastone all’apice

del back swing - il ferro risulterà essere sempre fuori controllo.

E se il bastone non è guidato da un grip corretto, l'energia

che genera un giocatore di golf con il suo corpo non

raggiungerà il bastone, attraverso le sue mani nel downswing,  e la testa del bastone non potrà essere accelerata al massimo.

L'impugnatura standard è l’overlapping grip. E’ così da oltre

mezzo secolo, da quando Harry Vardon lo divulgò sia in Gran

Bretagna che in America. Fino ad oggi non si è ancora trovato

un grip più efficace, che garantisca la soliderietà tra il corpo e il bastone. Uno di questi giorni potrebbe uscirne fuori uno

migliore, ma fino a quel giorno, dobbiamo affidarci a questo

grip. In un buon grip entrambe le mani agiscono come una

SOLA UNITÀ. Non possono, se si impugna il bastone in modo

“quasi corretto”, il che significa in realtà in parte in modo non corretto. Per citare le più comuni illustrazioni, un giocatore

destro (il cui braccio sinistro è naturalmente molto meno

potente del suo braccio destro) esclude ogni possibilità di una azione congiunta di entrambe le mani se fin dall’inizio la mano destra

risulta essere dominante, o se diviene preponderante nel mezzo del gesto, così da prendere il sopravvento. Una cosa essenziale,

quindi,  per assicurarsi un saldo grip a due mani è di mettere la mano sinistra sul grip in modo assolutamente corretto. Ecco cosa vi consiglio di fare:

 CON IL DORSO DELLA MANO SINISTRA RIVOLTO AL BERSAGLIO (ED IL BASTONE NELLA POSIZIONE CHE ASSUMEREBBE

ALL’ADDRESS) APPOGGIATE IL BASTONE NELLA MANO SINISTRA IN MODO CHE 1) LO SHAFT RISULTI ESSERE PRESSATO TRA

IL CUSCINETTO MUSCOLARE NELLA PARTE INTERNA DEL PALMO, E 2) LO SHAFT POGGI DIRETTAMENTE ALLA BASE DELLA

PRIMA FALANGE DEL DITO INDICE.(Il disegno allegato chiarirà meglio. Scoprirete come qualunque eventuale difficoltà possa sorgere nella comprensione di un

linguaggio necessariamente tecnico, potrà essere risolta grazie alle illustrazioni).

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5Piega il dito indice attorno allo shaft e scoprirai che si può sollevare il

bastone e mantenere un grip relativamente stabile solamente con i muscoli di quel dito ed i muscoli del cuscinetto nel palmo della mano.

Ora chiudi semplicemente la mano sinistra – chiudi prima le dita e poi il

pollice – ed il bastone sarà esattamente dove deve essere.

Due illustrazioni del grip completo della mano sinistra. I

punti di maggior pressione sono le ultime tre dita.

Per ottenere una certa familiarità con questo primo approccio

al’impugnatura corretta, vi consiglio di praticarla per 5 o 10 minuti al giorno per una settimana, fino a quando non vi diventerà naturale.

Quando il giocatore ha completato il grip della mano sinistra, la V

formata dal pollice e l’indice dovrebbe puntare all’occhio destro. La

pressione totale di tutte le altre dita non dovrebbe essere più forte (e

può anche essere un po 'meno forte) rispetto alla pressione esercitata dal solo dito indice e dal muscolo palmare durante l'azione preparatoria. Nel

grip completo la pressione principale è esercitata dalle ultime tre dita,

con l’indice ed il cuscinetto del palmo che aggiungono una pressione secondaria. Le tre dita premono verso l’alto, il cuscinetto

verso il basso, ed il grip è bloccatto nel mezzo.

Esercitare pressione sullo shaft per mezzo del cuscinetto del palmo produce tre conseguenze; rafforza il braccio sinistro durante lo swing, evita che il ferro scivoli dalla presa del giocatore all’apice del backswing ed agisce come un solido rinforzo nel momento

dell’impatto.

Questa pressione, di cui stiamo parlando, dovrebbe essere “attiva”, cioè quel tipo di pressione che fa sentire le mani vive e pronte

all’azione. Alcuni golfisti afferranno il bastone con tanta veemenza che pare debbano piegarlo. Non c’è nessun bisogno di

esagerare la presa sul grip. Anzi, ciò ha un effetto negativo: automaticamente si contraggono i tendini del braccio sinistro, r e n d e n d o l o c o s ì r i g i d o e

insensibile da non sentire la vostra

richiesta e da non fornire la

reazione muscolare necessaria

quando si inizia lo swing. Una presa troppo stretta inoltre

immobilizzerà il vostro polso. Un

grip affidabile, vivo e confortevole

è ciò che cerchiamo, perché

quando il peso della testa del bastone è portato indietro,

istintivamente le vostre dita

intensificheranno la presa sull

shaft.

Il grip della mano sinistra all’apice del back swing.

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Il disegno del grip completo mostra la giusta posizione della

mano destraIl grip della mano destra, poiché è quella che effettua

l’overlapping, è più complicato. Se la posizione di una forte e

corretta mano sinistra è solo la metà del lavoro necessario per

creare un one-unit grip, l’altra metà dell’opera consiste nel

posizionare la mano destra così da fare la metà del lavoro, e non più di questa metà.

Ciò significa, in effetti, attenuare la tendenza naturale del dito

indice e il pollice di prendere il sovpravvento. Se lo faranno, vi

rovineranno. Le "pincer fingers” (lett. dita a pinza, ndt), sono

fantastiche per l'esecuzione di innumerevoli attività, nella vita quotidiana, come l'aprire una porta o sollevare una tazza di caffè,

ma non servono a niente, se l’intento è quello di costruire un

buon grip ed un buon swing. La spiegazione di ciò sta nel fatto

che i muscoli del dito indice e del pollice della mano destra sono

in connessione con i muscoli forti che corrono in superficie, dall’avambraccio fino alla spalla. Se unite le punta dell’indice e

del police ed esercitate una certa forza, automaticamente attivate

proprio quei muscoli del braccio e della spalla, e questi non sono

i muscoli da utilizzare nello swing. Il loro uso è ciò che conduce

molti golfisti a non colpire la palla con entrambe le mani che lavorano insieme, a barcollare avanti e indietro, tutto braccio e spalla destra, e tutto errato.

PER OTTENERE UN GRIP CORRETTO CON LA MANO DESTRA, STENDETELA APERTA DAVANTI A VOI, CON IL PALMO RIVOLTO

AL BERSAGLIO. ORA, CON LA MANI SINISTRA GIA’ IN POSIZIONE, POSATE IL BASTONE SULLA VOSTRA MANO DESTRA, COSì

CHE LO SHAFT APPOGGI SULLA PRIMA ARTICOLAZIONE DELLE QUATTRO DITA, BEN OLTRE IL PALMO DELLA MANO.

Come mostra il disegno, lo shaft giace sull’articolazione delle prime falangi della

mano destra. Medio ed anulare conferiscono

la maggior parte della pressione.

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Il grip della mano destra è nelle dita, non nel palmo. La V di un corretto grip della mano sinistra dovrebbe puntare all'aocchio

destro del giocatore

IL GRIP DELLA MANO DESTRA E’ UN “FINGER GRIP”. LE DUE DITA CHE DOVREBBERO APPLICARE LA MAGGIOR PARTE DELLA

PRESSIONE SONO MEDIO ED ANULARE. Come abbiamo già detto, l’indice non dovrebbe divenire troppo importante. Per quanto

riguarda il mignolo, scivola al di sopra dell’indice della mano sinistra e si posiziona saldamente tra indice e medio. ORA, CON IL BASTONE TENUTO SALDAMENTE NELLE DITA DELLA MANO DESTRA, SEMPLICEMENTE AVVOLGI LA MANO DESTRA SUL

POLLICE SINISTRO – è così che mi piace pensare. Con la mano destra in posizione, il pollice destro dovrebbe scendere

leggermente verso la parte sinistra dello shaft.

Se c’è un importante considerazione da tenere in grande considerazione nel vostro pensiero, circa la mano destra, è che il bastone

deve essere nelle dita e non nel palmo. Per dare alla palla backspin, per lavorarla con un elegante underspin e per fare tante altre cose con la pallina, questa deve essere colpita in modo netto e preciso, e si può raggiungere questo risultato solamente se il

bastone è tra le dita della vostra mano destra. Di più: un grip appropriato con la mano destra permetterà al giocatore di trasmettere

maggior velocità alla testa del bastone. Ciò che vogliamo è una velocità controllata, e ciò si può ottenere solamente dalle dita, non

dalla mano destra.

Una parola di più sul mignolo della mano destra. Mentre per tanto tempo è stata una pratica consolidata poggiare il mignolo arcuato sull’indice sinistro, vi consiglio caldamente di stringere il mignolo nella cavità formata da indice e medio. Ciò fa sì che le

mani non si sconnettano, e mi dà la sensazione che le mie mani siano saldamente collegate tra loro.

Ulteriormente, a proposito dell’area del

pollice della mano destra. Per favorire un

grip con la mano destra che sia forte quando deve esserlo (e che sarà quindi

in grado di compensare la pericolosa

tendenza a lasciare che i polpastrelli di

pollice e indice lavorino come una

tenaglia), consiglio al lettore di coltivare la seguente abitudine: abituatevi,

quando prendete il bastone, a far sì che

il pollice e la parte adiacente che forma

la V, la parte che è l’estensione superiore

dell’indice, siano premute una contro l’altra, inseparabili come gemelli siamesi.. Mantenetele pressate così quando vi accingete ad impugnare il bastone e quando

ponete la mano destra sul pollice sinistro. In questa posizione connessa, mi piace sentire che la nocca sul dorso della mia mano

destra, in corrispondenza dell’indice stia spingendo verso sinistra, verso il bersaglio. Si trova quasi al di sopra del centro dello shaft.

Allora sento di avere il bastone nelle dita. Inoltre, quando poggiate la mano destra sul pollice sinistro – e si avrà molto più spazio

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per porla al di sopra – il pollice sinistro si adatterà perfettamente alla cavità formata dal palmo dell mano sinistra. Saranno così uniti

tra loro come quei pezzi dei rompicapo in legno.Sopra: il grip a due

mani completo . i l

po l l i ce s in i s t ro s i

adatta perfettamente

all'incavo del palmo della mano destra

L’unione tra il pollice

sinistro e la base del

pollice destro rafforza

l ’unione delle due mani e confer i sce

stabilità al vostro grip,

p a r t i c o l a r m e n t e

quando si è all’apice

del back swing, dove i grip malfermi tendono

ad incrinarsi. Quando

osservate il vostro grip

della mano destra, la V

formata da pollice ed i n d i c e d o v r e b b e

puntare proprio alla

p u n t a d e l v o s t r o

mento.

Un'ultima parola su q u e i p o t e n z i a l i

sabotatori di swing

che sono il pollice e

l’indice della mano

destra. Nonostante i polpastrelli di queste

due dita servano certamente al golfista provetto nella loro qualità di dita più sensibili, imparare ad usarle nel colpire la pallina

richiede molta pratica. Potrete sviluppare questa attitudine con l’andare del tempo. Tuttavia, in questa fase del gioco, in cui

dimenticare le cattive abitudini e acquisire una nuova e corretta impostazione  è il nostro obiettivo principale, non ho dubbi che il

golfista amateur debba dimenticarsi di queste raffinatezze. L’imparare come usare la mano destra può dare più danno che benefici. Con questa impostazione delle mani, un esercizio

estremamente produttivo da praticare ( per circa

cinque minuti al giorno, per una settimana) è

prendere il bastone e fare qualche swing con

pollice ed indice completamente sollevati dallo shaft. Questa esercizio dà al golfista la magnifica

sensazione di avere una sola mano sul bastone.

Ovviamente, questo sarebbe l’ideale. Quando

avete completato il grip, cercate di sentire che le

punta di poll ice ed indice sono appena sull’impugnatura, e sforzatevi invece di costruirvi

quella sensazione opposta (prima descritta) che la

nocca dell’indice destro spinga verso il pollice e

verso il bersaglio. Potrebbe sembrare che si sia

andati troppo oltre in dettagli insignificanti, a proposito degli elementi di un grip corretto. In

realtà è proprio il contrario. Troppo spesso nel golf

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si preferisce la approssimazione al dettaglio. Per esempio, il golfista pensa che sovrapporre il mignolo (Overlapping ndt) sia il

dettaglio, cosicchè non presta abbastanza attenzione a come ciò viene fatto, Oppure egli confonde l’effetto (che può essere del tutto superficiale) con l’azione (l’essenza) che causa l’effetto. Per esempio: molti golfisti pensano che, se le due V sono puntate

correttamente, il grip deve essere corretto. Può essere ma può anche non essere. La direzione delle V non è una garanzia,

semplicemente  un “Checkpoint”. Nel golf vi sono cose da fare in modo estremamente preciso, in quanto essere abbastanza precisi

non è abbastanza. Il grip è una di quelle componenti, dove essere abbastanza precisi non conduce a niente. Al contrario, una volta

che coltiverete le vostre buone abitudini, impugnare il bastone correttamente verrà naturale. Verrrà istintivo. Di più: essre meticolosi nell’imparare una corretta impugnatura vi ricompenserà ampiamente. Una volta che avete la padronanza del grip, e supponendo

che anche lo stance e la postura siano corretti, potrete dimenticarvi di cosa le mani stiano facendo durante lo sing, o di cosa

debbano fare. Ci penseranno loro autonomamente. La ragione di ciò è che un corretto grip mette in gioco i muscoli corretti, delle

vostre braccia e del vostro corpo.

Impugnare il bastone con pollice e indice sollevati aiuta il golfista ad abituarsi alla

sensazione di un grip solido e corretto,

dove le mani lavorano insieme come una

sola

Vorrei rimarcare questo punto, se posso, con una piccola nota biografica, perché se

c’è un golfista che è passato per tutti i

possibili grips, quello sono io. Sono nato

mancino, mi era naturale fare le cose di

sinistro. Fui forzato ad usare la destra quando ero un ragazzo, ma iniziai a

giocare a golf da mancino, perché il

primo bastone di cui venni in possesso,

un vecchio ferro cinque, era da mancino.

Smisi di esserlo per ragioni, diciamo così, commerciali. I ragazzi della mia città

nata le, Forth Worth, erano sol i t i

acquistare i bastoni (ad un dollaro l’uno) in

un piccolo negozio, e semplicemente non

vi erano più ferri da mancino nel barile dove questi ferri venivano riposti. Quando

passai a giocare da destro, probabilmente

come conseguenza dei miei inizi, usavo

un reverse grip con le mani al contrario.

Passai poi all’interlock grip e dopo un po’, dovevo avere circa quindici anni allora,

finalmente arrivai all’overlapped grip. A

quei tempi lavoravo nel pro shop del Glen

Garden Club, e adottai il grip del maestro

locale, Ted Langworth. Mi accorsi immediatamente che quello era il migliore

di tutti i grip, e una volta persuaso del

f a t t o i m p i e g a i p o c o t e m p o p e r

abituarmici. Nel corso degli anni, da quando ho adottato l’overlapped grip, vi ho apportato due minime modifiche. subito dopo il

servizio militare, passai dal cosiddetto “long thumb”, con il pollice sinistro completamente disteso sull’impugnatura, allo “short thumb”, spostando il pollice in alto di un mezzo pollice (inch ndt). Il “long thumb” lasciava cadere il bastone all’apice del backswing

e rendeva difficile avere il giusto timing. Ho fatto la mia seconda modifica nel 1946, ruotando la mano sinistra di un buon mezzo

pollice verso sinistra. Stavo allora lavorando per trovare il modo di controllare la potenza che a volte mi portava ad agganciare la

palla. Muovere la mia mano verso sinistra, così da avere il pollice dritto nel mezzo dello shaft fu il primo passo per risolvere questo

problema. Considero queste due piccole modifiche come del tutto personali. Ad ogni modo, per me funzionarono, e le consiglierei certamente a quei golfisti che avessero il mio stesso problema. Lasciate che chiarisca, tuttavia, che ripenso a queste come a piccoli

aggiustamenti e non a fondamentali cambiamenti. Il golfista veramente fortunato è quello che ha bisogno del minor numero di

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correzioni.Il grip, nel golf, funziona al meglio quando le mani e le dita si sentono libere. A volte è così, a volte no. Può essere

interessante sapere che bere un po’ di Ginger Ale, per il suo effetto sui reni, sembra prevenire quella sensazione di gonfiore nelle mani. Anche il clima freddo, ovviamente, influenza queste sensazioni. A Carnoustie, per essere certo che le mie mani fossero

abbastanza calde, portavo uno scaldamani in ogni tasca. Sono quegli affari Vittoriani che funzionano un po’ come gli accendisigari;

un piccolo astuccio metallico (ricoperto di panno spesso) riempito di fluido che, una volta accesa la miccia, riscalda per circa otto

ore, Casualmente questi scaldamani servivano anche a mantenere calde le palline da golf. Come si sa, una pallina calda vola più

lontano di una fredda. Nella prossima lezione prenderemo in esame il fondamentale dello Stance and Posture. Ma non corriamo troppo. Per almeno una settimana, CERCATE DI

IMPRATICHIRVI CON IL GRIP, PER ALMENO MEZZ’ORA AL

GIORNO. IMPARARE I PROSSIMI FONDAMENTALI SARA’

DUE  VOLTE PIU’ FACILE E PIU’ PROFICUO. Voglio ancora

rimarcare il fatto di come sia necessaria una applicazione mentale per imparare lo swing, ma anche di come questa

applicazione possa essere gratificante. Alla fine, Il giocatore

amateur imparerà a mettere insieme tutte le parti dello

swing. Sarà in grado di ripetere il suo swing in modo

continuo e di tirare colpi che avranno le stesse caratteristiche di quelli dei giocatori pro, poiché staranno

usando lo stesso metodo che i pro usano. Potrà non essere

lungo, o preciso come i pro, ma sarà comunque lungo e

diritto. E tirerà colpi eseguiti correttamente e con una certa

personalità. E’ questo un fatto che molte persone non hanno mai provato, ma che è sicuramente alla portata di

una persona di medie capacità.

Non potrò mai porre abbastanza l’accento su questa cosa.

Una volta che il golfista amateur si appresta al corretto

metodo per colpire la pallina, inizierà a migliorare, e a gustare questo miglioramento, e si renderà finalmente

conto di essere in grado di tirare colpi solidi, di fare volare

la palla alta o bassa, con il draw o con il fade, colpi dal

bunker, recuperi, mezzi colpi – TUTTO QUESTO SENZA

CAMBIARE IL SUO SWING. E’ lo swing stesso che vi darà questa sensazione di avere la padronanza di questa grande

varietà di colpi. A mano a mano che migliorerà, il giocatore

apprezzerà il gioco sempre più, perché uno swing corretto

gli permetterà di riscoprire il golf – o meglio di scoprire il

golf per la prima volta. Avrà tutto ciò che serve, l’intero “vocabolario” del golf. Vedrà un gioco completamente

diverso. Quando sarà sul tee e si troverà un’ ostacolo

d’acqua che richiederà un volo di palla di almeno 170 yards,

non andrà sulla palla sconsolato, come fanno certi giocatori,

pregando che in qualche modo la palla vada al di là dell’ostacolo, perché questo è il meglio che possa sperare.

No, saprà di essere in grado di tirare colpi di 200

yards  sull’acqua in ogni momento, e sarà in grado di pensare ad altro: quanta parte

dell’ostacolo dovrà evitare, quale sarà la migliore

posizione (per un giocatore delle sue capacità)

per attaccare il green con il secondo colpo.

La strategia di gioco, implicita in ogni buon percorso, lo conquisterà, invece di confonderlo,

Comprenderà perché quel particolare albero sia

stato posizionato sul bordo del fairway.

Comprenderà perché quel dato ostacolo è stato

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posizionato all’inizio del green. Capirà perché il fairway si restringe in quel dato punto. Non chiederà al Consiglio del Circolo di

tagliare l’albero, di ridurre l’ostacolo o di abbassare il rough. Obietterà addirittura, se vi saranno propositi per “ammorbidire” il rough. In breve, il giocatore farà suo lo spirito del gioco. Quando tirerà un brutto colpo e questo lo metterà di fronte ad un difficile

colpo di recupero, raccogliera la sfida, e giocherà il colpo successivo ancora meglio per rimediare al suo errore. Se l’entrata al green

sarà stretta, saprà di diover giocare un colpo ancora più preciso del solito, o ne pagherà le conseguenze. Avrà questo

atteggiamento perché saprà di avere uno swing essenzialmente corretto e ripetitivo e che sarà in grado, con una certa

concentrazione, di tirare il colpo adatto. Farà errori, certamente, poiché è un essere umano, ma sarà un giocatore, e il golf sarà per lui una fonte di crecente soddisfazione.

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2 - Stance and Posture

Una delle cose più affascinanti del golf é quella sensazione istintiva che un giocatore afferra subito dopo che ha iniziato a giocare,

che vi é una spiegazione per tutto ciò che accade, che il mistero nascosto del come colpire bene la pallina e farlo regolarmente,

non é misterioso affatto, e che é possibile arrivare ad una risposta che sarà chiara e irrefutabile come la soluzione che il detective

svela nell'ultimo capitolo di un romanzo giallo. Tutti noi, un po' come gli investigatori, seguiamo piste diverse. Scopriamo prima un

indizio, lo testiamo, per vedere se sia convincente, sviluppiamo un'altra congettura e la mettiamo ancora alla prova, e così via. Non é un lavoro facile. Troppo spesso le brillanti deduzioni di oggi si dissolvono dopo un esame più approfondito e domani ci

porteranno ad un vicolo cieco. Ed oltre a ciò, senza nessun presentimento, possiamo perseguire sulla pista errata, peggiorare la

nostra posizione scegliendo scientemente la strada sbagliata alla prossima biforcazione, e prima di accorgercene, ci siamo  persi nel

labirinto costruito da noi stessi. Forse, l'unico vero mistero del golf é quel magnetismo di fondo, che fa si che molti di noi, senza

farsi prendere dallo sconforto, continuino a girovagare nei loro trench, lente d'ingrandimento alla mano, alla ricerca delle loro risposte.

Il golf sembra anche fare affiorare lo scienziato che è in noi. Ben presto il golfista scopre che, a meno che non prosegua con

metodo, sta semplicemente peggiorando il problema. In questa situazione, ho imparato che mi è di grande aiuto portarmi

appresso carta e penna in campo pratica, e scrivere dopo ogni allenamento con esattezza ciò a cui stavo lavorando, come stava

andando e da che punto avrei dovuto riprendere la sessione la volta seguente. Continuerò probabilmente a studiare il golf per tutta la vita, ma onestamente penso di avere acquisito una solida competenza del gioco, che potrà essere utile ad ogni golfista. Come

vorrei avere scoperto ciò che oggi so quando ero un ragazzo agli inizi!

Come ho detto nella prima lezione, nessuno può giocare un buon golf se non ha uno swing corretto, potente e ripetitivo. Un uomo

o una donna di medie capacita può costruire

questo swing se si accosta al gioco con impegno. Non é poi cosa difficile imparare ed

allenare quei pochi fondamentali, fino a

quando la loro esecuzione non verrà naturale

come il passeggiare. Non vi sono tante cose

da sapere, come potreste pensare, perché il tipo di movimento di cui stiamo parlando é

stato portato alla sua autentica essenzialità.

L'unica cosa "tecnica" di questo swing e la sua

spiegazione. Dietro ad ogni movimento vi e

uno scopo ben preciso.Il primo di questi importanti fondamentali e

ovviamente il grip di cui abbiamo già parlato.

Il secondo é lo stance and posture (la

posizione sulla palla, ndt). Molti golfisti fanno il

grave errore di pensare allo stance come alla parte preparatoria dello swing, in cui il

giocatore semplicemente si allinea al bersaglio

a cui sta mirando. Mentre uno degli scopi

dello stance è certamente quello di stabilire la

direzione del colpo, esso ha un certo numero di altre funzioni, tutte molto più importanti. La

potenza ed il controllo devono essere

complementari in un buono swing, e lo stance

è il momento in cui li golfista si prepara, in

modo che 1) il suo corpo sia in equilibrio per tutto il movimento dello swing, 2) i suoi

muscoli siano pronti a muoversi in modo fluido

e, 3) come logica conseguenza, tutta l'energia

che mette nello swing venga incanalata, cosi

da produrre la massima potenza ed il massimo controllo. Quando vedete un buon giocatore fare questi piccoli movimenti, con i piedi, le ginocchia o le spalle quando si mette

sulla palla, non pensate a questi  come inutili gesti dovuti alla tensione. E non sono nemmeno movimenti che preludono ad una

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posizione statica e fissa. Ciò che il golfista sta tentando di fare è sentire che tutto ciò che sarà chiamato a lavorare durante lo swing

sia in equilibrio e pronto all'azione. Quando un pro si mette sulla palla per giocare il colpo,  fateci caso, ha già il grip in posizione e dal momento in cui sceglie il ferro dalla sacca sta sentendo il peso del bastone; per prima cosa allinea la faccia del bastone al

bersaglio. Poi, allineando il corpo con la faccia del bastone, si mette in posizione per il colpo che andrà a giocare. I  movimenti dei

piedi, delle gambe, del corpo, delle braccia e delle mani - tutti questi vengono fatti simultaneamente ed in modo interdipendente.

Tuttavia, ai fini della presente lezione, li considereremo ad uno ad uno, partendo dai piedi.

Per iniziare, a che distanza devono stare i piedi tra loro? La regola base, poiché può essere applicata a persone di diversa

corporatura e che I PIEDI DOVREBBERO ESSERE ALLARGATI

ALL' AMPIEZZA DELLE SPALLE, QUANDO SI STA GIOCANDO

UN NORMALE FERRO CINQUE. SARANNO UN PO' PIÙ VICINI

PER  I FERRI CON PIÙ LOFT, PIÙ APERTI CON I FERRI LUNGHI ED I LEGNI. Aprire troppo i piedi è un comportamento in

qualche modo conservativo. Aprendo troppo le gambe, si

bloccano le articolazione che invece dovrebbe rimanere

elastiche. Voglio invece fare notare come la maggiori parte dei

golfisti assuma uno stance troppo chiuso. Consiglio uno stance piuttosto ampio perché offre una solida base per l'equilibrio e

l’aderenza al suolo, e permette alle spalle di essere sciolte e di

muoversi più liberamente.

Alcuni giocatori del tour, come avrete notato, scelgono di

mettersi sulla palla con gli alluci di entrambi i piedi puntati verso l'esterno. Mi ha sempre sorpreso il fatto che questi

giocatori giocassero bene nonostante la posizione dei piedi,

perché sono convinto da sempre che VI E' UN UNICO STANCE

CORRETTO: IL PIEDE DESTRO AD ANGOLO RETTO RISPETTO

ALLA LINEA DI TIRO ED IL SINISTRO RUOTATO VERSO  L'ESTERNO DI UN QUARTO DI GIRO.

Il termine quarto di giro potrebbe essere male interpretato, e

voglio spiegare meglio che ciò che ho in mente è piazzare il vostro piede sinistro in modo che, se l'alluce completamente rivolto al

bersaglio è ruotato di 90 gradi, un quarto di giro significa un quarto

di questi 90 gradi, ovvero all'incirca 22 gradi. Quando un giocatore

adotta questo stance, il suo corpo sarà in una posizione molto

migliore, quando il bastone scenderà nel downswing per ruotare

verso la direzione indicata dal piede. E’ evidente, anche solo guardando lo stance di un buon golfista, da che parte tirerà il colpo.

Molti professionisti addirittura tendono a ruotare il corpo

leggermente verso il bersaglio all'address. Per contro, un golfista che

si posiziona con entrambi i piedi verso l'esterno vi farà pensare:

"chissà se quel giocatore sarà destro o mancino?" Lo stance non vi darà nessun indizio sulla direzione in cui tirerà.

Adottare questo stance implica diverse cose molto importanti, che vi

saranno chiare con il seguito della lezione. PER PRIMA COSA,

RENDE MOLTO PIÙ FACILE AL GOLFISTA, QUANDO PARTE NEL

BACKSWING, SENTIRE E CONTROLLARE I MUSCOLI CHE DEVONO

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INIZIARE LO SWING. SECONDO, LO STANCE CORRETTO AGISCE COME UN PERFETTO DISPOSITIVO AUTOMATICO, PER LA

QUANTITÀ DI ROTAZIONE DEI FIANCHI CHE IL GIOCATORE PUÒ E DEVE EFFETTUARE NEL BACKSWING. Permette ai fianchi di ruotare tanto quanto è necessario, ma impedisce agli stessi di ruotare oltre. Ora, se il golfista si posiziona con il piede sinistro

perpendicolare, e non ruotato all'esterno come dovrebbe, quando i fianchi sono ruotati - poiché iniziano il movimento da un punto

più vicino alla destra e oltre - essi ruoteranno ben oltre il punto di massima e voluta rotazione. Anche se il piede destro del

giocatore è ruotato all'esterno, anziché perpendicolare, questo permette ai fianchi di ruotare più di quanto sia raccomandabile.

Ecco alcuni checkpoints da considerare quando esercitate la rotazione dei fianchi: quando partire da uno stance corretto ed eseguite la completa rotazione dei fianchi, la fibbia della vostra cintura dovrebbe puntare all’alluce del vostro piede destro posto ad

angolo retto. Tuttavia, se si parte da uno stance sbagliato, la rotazione dei fianchi vi porterà ben oltre questo checkpoint e la fibbia

della vostra cintura punterà quasi nella direzione opposta alla direzione del bersaglio.

Per terza cosa, lo stance influenzerà il downswing, e questo è un grosso problema. Stando con il piede verso l'esterno, ad esempio,

un giocatore rende molto più difficile portare il bastone rapidamente e facilmente verso la palla ed attraverso la stessa. Egli stesso ha ostruito lo spazio verso il bersaglio. Deve  eseguire un movimento verso l'esterno ed attorno il fianco destro per passare oltre. Si

complica la vita anche in un altro modo, se mantiene il piede sinistro perpendicolare e non aperto di quel vitale quarto di angolo

retto. Io sento che, se mi posiziono con il piede sinistro dritto, la mia gamba sinistra e tutto il mio corpo si sentono scomodi e

costretti al momento dell'impatto. Invece di avere tutto il corpo che si muove insieme e liberamente verso il bersaglio, tutto

scricchiola,  come sotto sforzo. SE IL VOSTRO PIEDE SINISTRO E' POSIZIONATO CORRETTAMENTE, D'ALTRA PARTE, POTETE ANDARE VERSO LA PALLA CON TUTTO CIO' CHE AVETE E LIBERARE TUTTA LA POTENZA.

Il fatto che un dettaglio apparentemente insignificante

come la posizione del piede sinistro possa influenzare

tutto il vostro swing nel bene o nel male é una cosa

intrinseca del golf. La spiegazione è, ovviamente, anatomica - non che qui si voglia approfondire troppo

la cosa. In ogni caso, alcuni muscoli del corpo sono in

connessione con certi altri. Quando usate un muscolo,

in una data sequenza, attivate gli altri che sono

connessi con il primo. Vi sono una serie di muscoli che devono essere attivi nello swing, ed altri che invece

non hanno nessuna funzione nello stesso. Ad esempio,

quando un giocatore carica eccessivamente i fianchi

nel backswing, poiché non riuscirà a muoverli in avanti

propriamente usando i muscoli che muovono il bacino, dovrà attivare altre risorse muscolari improprie, come

la spalla destra, per mettere potenza sulla palla.

Quando si mettono in gioco queste forze errate nello

swing, si perde la coordinazione, perché l'uso di

muscoli sbagliati impedisce l'uso di quelli corretti. E questo il motivo per cui è cosi importante sviluppare le

giuste abitudini e la giusta memoria muscolare. Il

modo in cui il corpo agisce durante lo swing, infatti, è

simile ad un film western con buoni e cattivi: se si fa in

modo che i buoni prevalgano, non potranno fare altrettanto i cattivi.

Passiamo alle braccia. Durante lo swing, una delle due

braccia è sempre diritta, ovvero completamente

distesa. C'è un ottimo motivo per questo. Per far sì che

la testa del bastone percorra il suo arco massimo, una delle due braccia deve essere sempre distesa. Se un

giocatore piega il gomito sinistro durante il backswing

o piega il braccio destro nel follow-through, diminuisce

sensibilmente l'ampiezza di tale arco. E se il giocatore

fa compiere al bastone un arco ridotto, costruisce una traiettoria più corta, lungo la quale imprimere

accelerazione alla testa del bastone. (Più alta sarà la velocità del ferro e ovviamente più si farà volare la palla lontano.) E’ come

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lanciare un automobile in corsa. Se accelerate per una distanza, diciamo, di due isolati, raggiungerete la velocità che otterreste

accelerandola per cinque? Inoltre, se una delle due braccia è sempre distesa, l'arco tracciato sarà uniforme. Questo dà al giocatore una maggior possibilità di costruire uno swing ripetitivo, piuttosto di quel giocatore che piega il braccio in maniera diversa ad ogni

swing, e la cui coordinazione sarà soggetta a variazioni al variare dell'arco stesso.

Il braccio sinistro, dritto all'address, rimane disteso durante tutto il backswing mentre quello destro si piega all'altezza del gomito.

Nel downswing, il sinistro continua ad essere completamente steso, mentre il destro si distende. A circa un piede (30 cm., ndt)

dopo l'impatto, il punto dello swing in cui la testa del bastone  raggiunge il massimo della velocità,  entrambe le braccia sono completamente distese, per l'unico attimo durante tutto il movimento. Dopo questo punto, il braccio sinistro si ripiega all'altezza

del gomito mentre il destro rimane disteso fino alla fine dello swing. (Si tratta del movimento speculare al backswing, dove il

braccio destro si piega ed il sinistro rimane diritto.) Durante tutto lo swing, fino a quando non inizia e piegarsi subito dopo il punto

di massima velocità, il braccio sinistro idealmente dovrebbe agire come se fosse un estensione dello shaft., naturalmente ci deve

essere un poco di elasticità, un certo flessione nel polso sinistro. Dopo tutto è una articolazione. Come regola generale, sebbene il braccio sinistro debba rimanere disteso, ciò non significa che debba essere bloccato a livello del gomito o del polso, come se fosse

il braccio di un robot. No, il golf e uno sport molto armonico, e una rigidità innaturale non è né necessaria né auspicabile.

Nello swing, in effetti, le braccia

agiscono come la connessione

t ra corpo e bastone. P iù manterrete le braccia unite,

meglio esse opereranno come

una so la cosa, e quando

lavoreranno come una sola cosa,

tenderanno a tenere insieme tutti gli elementi dello swing.

La parte superiore delle braccia

dovrebbe essere premuta con

decisione ai lati del torace. Nel

mio caso, lavoro coscientemente per costruire una connessione 

tra questi elementi cosi solida

che una persona dovrebbe

esercitare uno sforzo enorme per staccarle tra loro. I GOMITI

DOVREBBERO ESSER SPINTI VERSO  L'INTERNO, E NON FUORI DAL CORPO. ALL'ADDRESS, IL GOMITO SINISTRO

DOVREBBE PUNTARE DIRETTAMENTE ALL'ANCA SINISTRA

ED IL GOMITO DESTRO ALL'ANCA DESTRA. DOVREBBE

ESSERCI UN SENSO DI SOLIDA UNIONE TRA GLI

AVAMBRACCI ED I POLSI, E QUESTA DOVREBBE ESSERE MANTENUTA DURANTE TUTTO LO SWING

Una parola in più sui gomiti. Dovreste stringerli tra loro più

che potete. Quando fate ciò (ed i gomiti puntano

correttamente alle anche), noterete che le fossette di ciascun

gomito - la piccola depressione all'interno della articolazione - sarà al centro del braccio, nel punto mediano, e le fossette

saranno rivolte verso il cielo come devono, e non una verso

l'altra. É un ottimo checkpoint. In posizione di address,

sebbene il braccio sinistro sia relativamente disteso, il braccio

destro dovrebbe essere leggermente piegato all’altezza del gomito. Nel backswing il gomito destro non deve aprirsi, e

solo se sarà posizionato correttamente all'address sarà in

grado di piegarsi e rimanere vicino al corpo. Durante  la prima

parte del backswing il gomito destro dovrebbe muoversi

appena. Non deve spostarsi in fuori o muoversi indietro sul lato destro. Nel piegarsi, aderente al corpo, dovrebbe sempre

puntare verso il terreno. Aiuta, scoprirete, se la parte

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superiore del braccio destro aderisce il più possibile al tronco. Quando le vostre braccia sono ben posizionate all'address, risulta

molto più facile fare sì che queste lavorino al meglio. Con la pratica, si comporteranno allo stesso modo, swing dopo swing,  senza scostamenti, ripetendo lo stesso movimento, quasi come una macchina.

Quando le vostre braccia vi saranno abituate,

sentirete che le vostre braccia ed il bastone si

muoveranno come un corpo solo - quasi

come se i vostri arti fossero i lati uguali di un triangolo, con il bastone che ne esce come la

guglia di un campanile, nell'apice in cui le

mani si congiungono. Con la pratica le vostre

braccia riconosceranno con crescente

consapevolezza quando si stanno muovendo sul piano corretto, avanti e indietro. "Questo

swing" vi renderete conto, " é fatto per

andare lontano dalla palla e tornare sulla

stessa, allo stesso modo ogni volta." E sarà

cosi.Ora, prima di passare alla fase finale dello 

stance and posture, - come generalmente Il

corpo e le gambe di un giocatore debbano

esser flesse quando ci si pone sulla palla,- è

forse il momento giusto per inserire una breve considerazione sul termine ampiamente

utilizzato ed abusato "rilassamento".

Penso che sia molto più difficile raggiungere una

condizione rilassata nel golf rispetto a tutti gli altri

sport. Il solo fatto di essere in movimento aiuta tremendamente un'atleta a ri lassarsi. La

comprensibile preoccupazione di un golfista

amateur circa il fatto che sia in grado di eseguire

correttamente il proprio swing partendo da una

posizione statica é il maggior problema quando si trova sul percorso. Ci sono diversi modi, tutti

collegati con la comprensione di cosa sia in fondo

lo swing, che un giocatore può utilizzare per

ovviare a questo problema. Senza giri di parole, è

di grande aiuto per il giocatore sapere che il puro rilassamento è qualcosa che non può e non

dovrebbe volere. Non c'è niente di male nel fatto

che una persona si senta un po' tesa quando va a

giocare a golf. Dovrebbe. E’ naturale. Sta per

andare a fare qualcosa che richiede uno sforzo mentale, e quindi non dovrebbe sentirsi a suo

agio come se stesse a casa sua la sera a guardare

un programma alla tv. Nessun top player che

abbia conosciuto era, o è, completamente

rilassato. Ognuno di loro sente la pressione del torneo. Essendo di diverso temperamento,

ciascuno di loro la vive in modo diverso e la fa

sua, che si veda o no,  in un modo tutto

personale, sia che si parli di Jones, o Nelson, o

Demaret o Middlecoff, o Sned o Sarazen o Armour.

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C'è tuttavia un'altro tipo di rilassamento, che

chiameremo rilassamento attivo, anziché passivo.  A discapito di quanto un giocatore possa essere teso sotto

la pressione di una competizione, ogni buon giocatore,

quando si prepara a tirare un colpo e lo gioca,  può non

essere rigido, ma ha comunque questa tensione vitale,

nelle parti del corpo che entreranno in azione. I professionisti “accordano” i muscoli che andranno ad

usare così come un musicista accorda il suo strumento.

Ciò che è immensamente di aiuto è il sapere che vi e

qualcosa che va fatto, anziché qualcosa che non va fatto.

ll giocatore medio, così come il professionista, può imparare a prepararsi al colpo ponendosi sulla palla

cosicché tutti i suoi muscoli siano in posizione per

lavorare correttamente. PRIMA DI TUTTO, LE SUE

GINOCCHIA DEVONO ESSERE CORRETTAMENTE

FLESSE, LE GAMBE SARANNO RILASSATE, MA ALLO STESSO TEMPO DEVONO AVERE QUESTA TENSIONE

VITALE. Il resto del corpo adotterà questa attitudine

atletica dalle gambe. Quando le ginocchia sono piegate

al meglio, il giocatore può muovere facilmente fianchi e

spalle. Tutti i movimenti infatti riusciranno facili ed integrati fra loro. Questo è il motivo per cui si sente dire

ai buoni giocatori tanto spesso che i giorni in cui

esprimono il loro miglior golf sono quelli in cui le gambe

sono toniche e pronte all'azione.

Assumere la posizione appropriata quando ci si pone sulla palla è un’azione nella quale il giocatore abbassa il

suo corpo dalla abituale posizione eretta per entrare in

una posizione più solida e bilanciata per eseguire lo

swing. DOVRESTE PIEGARE LE GINOCCHIA, DALLE

COSCE IN GIÙ. QUANDO PIEGATE LE GINOCCHIA, LA PARTE ALTA DEL TRONCO RIMANE NATURALMENTE

ERETTA, COME QUANDO VI SEDETE SU DI UNA SEDIA.

NEL GOLF, L'AZIONE APPROPRIATA E’ SIMILE AL

MOVIMENTO CHE SI COMPIE PER SEDERSI SU UNO

SPORT-STICK. IMMAGINATE DI SEDERVI SUL SUPPORTO, POSTO UN PAIO DI POLLICI AL DI SOTTO

DEI VOSTRI GLUTEI. In questa posizione semi-seduta, il

vostro corpo dovrebbe sentirsi in equilibrio, sia

lateralmente che nella direzione ortogonale. Dovreste

avvertire un senso di pesantezza nei vostri glutei. Dovrebbe esserci più tensione nelle vostre gambe a

partire dalle ginocchia in giù - la parte inferiore delle

vostre gambe dovrebbe sembrare forte e vitale, caricata

di energia elastica. Il vostro peso dovrebbe essere

appena poco più sui tacchi che sul centro della pianta dei piedi, cosicché, se voleste, sareste in grado di muovere i

diti dei piedi dentro le scarpe. La schiena, lasciate che lo

ripeta, dovrebbe rimanere eretta, come quando state

camminando sul fairway. Non chiudete le spalle verso la

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palla. Piegherete la testa solamente flettendo il collo, non la schiena o le spalle.

Quando allenate questa posizione semi-seduta, prendete un bastone ed impugnatelo esattamente  come vi steste preparando ad effettuare un colpo. Stando eretti dietro alla palla, scoprirete che, con le braccia normalmente distese, la testa del bastone si troverà

circa quattro pollici la di sopra della pallina. Abbassandovi nella posizione semi seduta - la parte superiore del tronco dovrebbe

sentirsi come se fosse un ascensore che scende al piano - la testa del bastone scenderà insieme al tronco. A questo punto la testa

dovrebbe trovarsi a circa due pollici, al di sopra della palla. Quindi, con un leggero piegamento in avanti, le mani mettono il

bastone dietro la palla.Un'ulteriore considerazione sulle ginocchia. Durante lo swing, le ginocchia lavorano "una verso l'altra". Poiché lo fanno, facciamo in

modo di aiutarle, con le rotule girate leggermente verso l'interno. Secondo la mia opinione, questo e un prezioso consiglio, perché

cosi facendo dovrete muovere le ginocchia molto meno, durante lo swing, e potrete concentrarvi su altri movimenti.

Il ginocchio destro dovrebbe esser flesso verso l'interno appena poco più di quanto lo sia il sinistro. Se il ginocchio destro è verso

l'interno, è operativo in modo continuo. Aiuta a immobilizzare la gamba destra durante il backswing, e la gamba destra deve essere saldamente fissa al fine di evitare la golfista di traslare il corpo lateralmente verso destra, quando si porta indietro il bastone. E

ancora, il ginocchio destro sarà cosi nella corretta posizione per  l'inizio del downswing, quando l'energia dei fianchi e della gamba

destra verrà rilasciata verso il bersaglio. Se il ginocchio è diritto, o addirittura verso l'esterno, può comunque muoversi

indipendentemente, ma lavorerà il doppio,  e non vi alcun senso in ciò. Allo stesso modo, per il ginocchio sinistro, averlo puntato

all'interno all'address e la migliore garanzia che si andrà a sviluppare la giusta azione con la gamba sinistra, sia nel back che nel downswing. Per riassumere, quindi, quando avete uno stance corretto e una corretta postura, solo allora le vostre gambe, le vostre

braccia ed il vostro corpo saranno propriamente in equilibrio e in posizione per fare il loro lavoro durante il movimento. Solo allora

sarete in grado di sentire la giusta tensione in quei muscoli delle gambe e delle braccia che devono attivarsi durante lo swing.

NOTA BENE; LA MUSCOLATURA CHIAMATA ALL'AZIONE È QUELLA PROFONDA, FORMATA DAI MUSCOLI CHE CORRONO

ALL'INTERNO DELLE GAMBE, DELLE COSCE E DELLE BRACCIA.

Riguardando al presente capitolo, mi rendo conto che eseguire uno swing solido, regolare e potente può sembrare una missione

lenta e dolorosa. Non è esattamente vero. Potrete imparare i movimenti essenziali molto più velocemente di quanto crediate, sempre ché iniziate con il piede giusto. Allo stesso tempo, ci vuole un po’ di pazienza. Non potete semplicemente bypassare i

fondamentali nel golf, cosi come non potete sperare di mettervi al piano senza alcuna nozione e suonare la partitura di my fair lady.

Imparare bene il grip, lo stance  e la postura corretta è, in qualche modo, come studiare le scale quando si inizia a studiare il

pianoforte. Più ci penso e più credo che imparare a giocare a golf sia un poco come imparare a suonare il piano: si inizia

esercitandosi giornalmente fino ad arrivare a delle solide fondamenta, dopo di ché giorno dopo giorno si migliora la propria capacità. Esercitarsi a casa può essere più piacevole, o almeno proficuo, se si fa con un compagno di gioco, vostra moglie, i vostri

figli o un vostro amico. In questo modo ognuno di voi potrà a turno controllare quanto l'altro stia eseguendo bene i movimenti,  e

correggerlo se necessario. Insegnare, sapete, non è il peggior modo per chiarirsi le idee. Se invece siete una persona che preferisce

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esercitarsi da solo, quantomeno vi raccomando di usare uno specchio a figura intera, come miglior modo di controllare i vostri

movimenti.Comunque decidiate di esercitarvi, tenete a mente che l'obiettivo finale è quello di costruire uno swing solido, non uno swing bello

ma superficiale. Anche se non pretendo di avere uno swing perfetto, credo di conoscere gli ingredienti che lo compongono. Se

imparerete ed applicherete i precetti delle presenti lezioni, non significa che il vostro swing sarà, dettaglio per dettaglio,

esattamente uguale al mio: come ogni individuo, il modo in cui eseguo un fondamentale è per forza diverso da quello di un

giocatore che, per corporatura o massa muscolare è differente da me. L'importante, va da sé, è che voi eseguiate i fondamentali correttamente, cosicché il vostro swing possa funzionare correttamente. Alla fine, lo stile è funzionalità e la funzionalità è stile.

Questo è il  motivo per cui vi è un comune denominatore in tutti i buoni golfisti. A parte i manierismi personali,  in gran parte fanno

tutti le stesse cose. Può darsi che lo stile personale che voi andrete evolvendo faccia venire alla mente Harry Vardon o Mac Smith ai

vostri amici, e questo non sarebbe affatto male.

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3- The first part of the swing

Alcune persone, che hanno fatto del golf la loro professione, dedicano la maggior parte del loro tempo all'insegnamento del gioco.

Al contrario dei maestri di circolo, altri miei colleghi sono, per prima cosa e principalmente, giocatori del tour che seguono il

circuito. Ci sono alcuni  professionisti (non tanti) che abbinano il vero insegnamento con il vero golf competitivo ma, per la maggior

parte di loro, mantenersi  in forma per giocare sul tour al giorno d'oggi richiede tutto il tempo disponibile, perché le competizioni sono sempre più impegnative. Oggi devi essere uno specialista, nel golf.

In ogni caso, ė cosi per me. Prepararmi per i tornei, e partecipare agli stessi, richiede tutto il mio tempo e le mie energie. Ben lungi

dal lasciarmi qualche ora libera per l'insegnamento, la cosa mi lascia anzi il rimpianto di non avere più tempo per praticare  e per

allenarmi.

Mi sono sempre chiesto se, supponendo che il desiderio di diventare un professionista non mi avesse coinvolto cosi tanto, sarei stato in grado di diventare un buon maestro di golf. Sicuramente non avevo, e non ho, il temperamento ideale dell'insegnante, non

se paragonato a quello di grandi maestri come Henry Picard, Claude Harmon o Al Watrous (che sono stati grandi campioni quando

giocavano sul Tour). Tuttavia, penso di essere stato un discreto insegnante, sempre che l'allievo fosse seriamente interessato nel

migliorare il suo gioco. Agli inizi della mia carriera, quando ero maestro di circolo al Century Country Club a Purchase, NY, mi ero

appassionato all'insegnamento. Mi sorprende ancora oggi constatare come il mio metodo di insegnamento fosse già sulla strada giusta: non dire semplicemente all'allievo cosa sta sbagliando; questo non ė di grande aiuto. Devi  insegnare cosa deve essere

fatto, perché ė corretto, il risultato che ciò produce, e lavorare accuratamente per trasmettere il tuo pensiero, sicché l'allievo

comprenda di cosa stai parlando.

In generale, un maestro non ė poi meglio della capacita dell'allievo di applicarsi ed apprendere. Vi era allora al mio Club un giovane uomo d'affari, Fred Ehrman, che aveva questa abilità nell'apprendere, e facemmo un ottimo lavoro insieme. Giocava sopra

i 90 in Aprile. Cinque mesi dopo giocava nei 70, e vinse il campionato sociale. Non era questione di fortuna. La stagione seguente,

benché fosse battuto in finale da Carl Loeb Jr.,  il suo gioco continuò a migliorare. Questo accade nel 1938, 1939. Benché sia

innegabile che nel golf più impari e più hai le capacita per andare oltre nell'apprendere, quasi all'infinito,  credo che nel 1939 avessi

già ben chiaro quali fossero i veri fondamentali dello swing. Le mie conoscenze, ai quei tempi, non erano ancora integrate come lo sarebbero state in seguito. Benché sentissi chiaramente quali fossero le cose basilari, avrei fatto davvero fatica nel 1939 a spiegare

perché lo fossero. Nel 1946 avevo pienamente compreso la dinamica dello swing.

Inoltre, a partire dal1946, sono stato capace di vincere alcuni importanti tornei, e quella é stata la prova di cui avevo bisogno, che

ciò che sentivo essere corretto lo era veramente. Funzionava. Aveva superato i tests per cui era stato preparato. Spesso, sapete, ciò

che sembra uno swing abbastanza buono si rompe in mille pezzi durante le competizioni. A volte ciò é dovuto al temperamento del giocatore, non tutti sono tagliati per il golf professionistico. Ma più spesso la luce cruda della gara rivela come uno swing sia solo

superficialmente corretto, e non possa essere adottato in una competizione perche non é fondamentalmente corretto. Non può

resistere giorno dopo giorno. Uno swing corretto invece lo farà. Infatti, più pressione ci metti e meglio questo swing funzionerà, se

é sufficientemente solido. Sono convinto che ciò che vi sto insegnando é giusto, perché la sfida della competizione, in cui questi

fondamentali sono messi a dura prova, mi ha dimostrato la loro efficacia.Bisogna aggiungere, ovviamente, che ogni golfista, non importa quanto buono sia il suo gioco, deve prepararsi ad avere momenti

alti e bassi. Essendo un essere umano, non può pensare di essere sempre al meglio. Vincerà qualche torneo, ma vi saranno molte

altre occasioni in cui non sarà in grado di tenere testa ai suoi talentuosi avversari, che in quella settimana sembrano essere al

massimo della loro forma.

I fondamentali del golf, per come la vedo io, si dividono naturalmente in quattro parti; queste sono relative 1) al grip, 2) alla posizione sulla palla, 3) alla prima parte dello swing (dall’address al top del back swing) e 4) alla seconda parte dello swing

(dall’inizio del down swing finito al finish del follow-through). In questo capitolo parleremo della prima parte dello swing. Questa

fase richiede istinto, coordinazione, un po’ di impegno mentale ed un buon controllo dell’azione muscolare. Quest’ultima é però

molto meno coinvolta di quanto si possa pensare. Imparare il backswing consiste nel comprendere chiaramente pochi movimenti e

nel riuscire ad eseguirli. E’ da qui che si inizia a giocare il colpo del golf.La prima cosa che voglio rimarcare a proposito del backswing (e dello swing in generale) é questa: se il corpo, le gambe e le

braccia sono propriamente posizionate e pronte , ogni golfista con medie capacità fisiche può imparare ad eseguire i movimenti

appropriati. Questo é il motivo per cui dovreste costruirvi un grip ed uno stance corretto; perché lo swing é un fatto cumulativo.

Tutte le azione sono connesse, una con l’altra.

Per esempio, quando il vostro grip é corretto, avrete la giusta tensione muscolare nei muscoli profondi che scorrono su fino all’ascella. Sono questi i muscoli che devono essere messi in funzione, poiché questi sono connessi con i muscoli del corpo che

devono essere usati nel movimento. Le azioni coordinate verranno di conseguenza. Stessa cosa per le gambe. La muscolatura

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profonda che corre dalle anche alle cosce é quella che serve nel golf. Quando un golfista la usa – per citare una illustrazione

precedente – il ginocchio sinistro é obbligato a piegarsi verso l’interno nel back swing. Non rimarrà proiettato in fuori e non causerà il cedimento di tutta l’azione, se cede egli stesso. Così come ogni movimento sbagliato ne provoca un altro anch’esso sbagliato, un

movimento corretto renderà molto più facile eseguire altri movimenti correttamente. Con la pratica tutti questi movimenti si

fonderanno insieme armoniosamente, in un unico movimento fluido e continuo. Un brutto swing é una faticaccia sfiancante, un

buon swing é un piacere fisico.

Il collegamento tra la posizione di address e l’inizio del backswing é il “waggle” (lett. dondolio, ndt).Appena un golfista guarda all’obiettivo e si immagina il colpo che andrà a tirare, il suo istinto prende il sopravvento: muove il

bastone avanti e indietro. Probabilmente perché la parola waggle suggerisce che un qualsiasi movimento senza scopo possa

funzionare, molti golfisti hanno l’idea sbagliata che non é poi importante come uno faccia oscillare la mazza. In altre parole,

pensano che il solo scopo del waggle sia di sciogliere la tensione. C’é molto di più di questo nel waggle. E’ una parte

estremamente importante del colpo. Lungi dall’essere solo una serie di irrilevanti movimenti, é in realtà una specie di swing di pratica in miniatura, una specie di ripasso per il colpo che si andrà a giocare. Quando il giocatore porta indietro il bastone nel

waggle, si abitua alla traiettoria che la testa precorrerà nel suo vero backswing. Quando lo porta in avanti, si prepara, così che la

faccia del bastone arrivi all’impatto dritta e sulla linea di tiro.

Durante il waggle, mentre prefigura tiro e tenta di trasmettere la sua immagine mentale dal cervello ai muscoli, il golfista compie

quei piccoli aggiustamenti necessari per essere perfettamente in equilibrio e colpire quel particolare colpo da quel particolare lie. Mentre fa questo, egli si predispone e si prepara per il vero swing. Le spalle non girano durante il waggle. I piedi fanno solo piccoli

movimenti di assestamento. Le mani e le braccia si muovono. Mentre oscilla il bastone, le mani e le braccia trasmettono il loro

tempo, il loro ritmo di coordinamento a gambe e piedi. Il busto e le spalle fanno proprio questo ritmo, senza problemi, dalle

braccia e dalle gambe. Tutto il corpo, in effetti, si sincronizza al ritmo in cui le varie parti lavoreranno in modo uniforme ed insieme

durante lo swing.Se prendete il massimo vantaggio dalle opportunità che il waggle può dare, potrete praticamente provare lo swing che andrete ad

compiere. A volte mi sono concentrato così tanto sul colpo che andavo ad effettuare che in tutta onestà sapevo che il tiro non

poteva non venire fuori esattamente come volevo. In quelle occasioni ho avuto la netta sensazione di aver davvero tirato il colpo

prima ancora di cominciare di muovere il bastone.

Nel waggle, la mano sinistra é la mano di controllo. La destra lavora insieme con la sinistra. OGNI VOLTA CHE EFFETTUATE IL WAGGLE IL GOMITO DESTRO DOVREBBE COLPIRE LA PARTE ANTERIORE DEL L'ANCA DESTRA, PIÙ O MENO DOVE TENETE

IL VOSTRO OROLOGIO DA TASCA. QUANDO CIÒ AVVIENE, IL GOMITO SINISTRO, COME DEVE, ESCE LEGGERMENTE IN

FUORI, LA PARTE INFERIORE DEL BRACCIO DAL GOMITO IN GIU’ RUOTA APPENA VERSO IL BASSO, E LA MANO SINISTRA SI

MUOVE DI CIRCA TRE POLLICI OLTRE LA PALLA VERSO IL BERSAGLIO. QUANDO LE MANI TORNANO INDIETRO, NEL WAGGLE

IN AVANTI, ANCORA LA MANO SINISTRA SI TROVA DUE O TRE POLLICI OLTRE LA PALLA, VERSO IL BERSAGLIO.Durante questi movimenti,

la parte superiore delle

braccia rimane incollata al

torace. Come già detto,

n o n d e v o n o e s s e r c i movimenti delle spalle.

Quando un buon giocatore

di golf effettua i l suo

waggle, all'occhio profano a

vol te sembra che st ia semplicemente scaricando

la tensione o cercando una

posizione dei piedi più

stabile. Come ho descritto,

egli sta in realtà facendo qualcosa di molto più importante. Si sta preparando la colpo, stabilendo la coordinazione necessaria per tutto il movimento, Sta, in effetti facendo un appello di tutte le parti del corpo che saranno usate, allertandole e facendogli

ripassare i movimenti che andranno a compiere durante lo swing.

Il ritmo del waggle varierà per ogni colpo che giocherete. NON FORZATE IL VOSTRO WAGGLE. PREPARARE E GIOCARE UN

COLPO RICHIEDE ISTINTO, E LA PREPARAZIONE DI OGNI COLPO DEVE ESSERE FATTA ISTINTIVAMENTE.

Diciamo, ad esempio, che siate a 130 yards da un green rialzato .Avete deciso che volete spedire la palla alta con una traiettoria diritta, e di giocare un ferro 7. Volete colpire la palla con decisione, ovviamente, ma al contempo volete che il colpo atterri

morbidamente sul green. Bene, farete un waggle lento e morbido, Sarà lo stesso ritmo che userete nell’esecuzione, ovviamente.

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Diciamo invece che vogliate picchiare un tee shot basso nel vento, in una buca dove é importante fare distanza per arrivare in green

in due. Per questo colpo muoverete il bastone avanti e indietro con più piglio, più convinzione e più velocità. Ed effettuerete il colpo in quel modo. In altre parole, il waggle si adatta al colpo. Il waggle dà il via al golfista. Scivola morbido nello swing. Per il

nostro scopo, il backswing é un’estensione del modo in cui il golfista stacca il bastone nel waggle. La testa segue la stessa linea, e

torna indietro alla stessa velocità stabilita dal waggle. C’é tuttavia una differenza importante tra waggle e back swing che deve

essere compresa chiaramente. DURANTE IL WAGGLE LE SPALLE NON GIRANO. NELLO SWING VERO LO FANNO SUBITO

ALL’INIZIO DEL MOVIMENTO. IL BACKSWING E’ INIZIATO INFATTI DAL QUASI SIMULTANEO MOVIMENTO DI MANI, BRACCIA E SPALLE. Introdurre il movimento delle spalle non deve alterare lo schema che avete impostato nel waggle.

Per tutte queste lezioni

a b b i a m o p o s t o u n a

particolare enfasi sul fatto

c h e l o s w i n g s i a , p r i n c i p a l m e n t e , u n a

c o n t i n u a s e q u e n z a d i

az ione. Come le par t i

meccaniche del motore di

u n a u t o m o b i l e , i componenti dello swing si

fondono insieme e lavorano

in una esatta sequenza. Se

ogni componente fa la sua

parte, predispone al meglio la componente successiva

con cui ė correlata. Dico

questo, a questo punto,

pe rché se un go l f i s t a

comprende chiaramente la relazione tra mani, braccia,

spalle e fianchi, giocherà un

ottimo golf, e non potrà fare

altrimenti.

N E L  B A C K S W I N G L'ORDINE DEI MOVIMENTI

Ė IL SEGUENTE: MANI, BRACCIA, SPALLE, FIANCHI (nel downswing l'ordine ė esattamente inverso). Nel  backswing mani, braccia,

spalle e fianchi iniziano a muoversi quasi contemporaneamente.

PIÙ PRECISAMENTE, LE MANI MUOVONO LA TESTA DEL BASTONE UN ATTIMO PRIMA DEL MOVIMENTO DELLE BRACCIA, E

LE BRACCIA INIZIANO A MUOVERSI UN ATTIMO PRIMA DELLE SPALLE. MANO A MANO CHE IL GIOCATORE ACQUISTA SENSIBILITÀ E RITMO ATTRAVERSO LA PRATICA, LE MANI, LE BRACCIA E LE SPALLE SI MUOVERANNO ISTINTIVAMENTE IN

QUESTO ORDINE. La cosa importante, per il principiante, ė che esse si muovono con uno scostamento temporale cosi minimo che

la loro azione ė comunque unica.

Nel backswing le spalle sono sempre avanti ai fianchi, da quando inizia la rotazione. Le spalle iniziano a ruotare immediatamente, i

fianchi no. Appena prima che le vostre mani raggiungano l'altezza dei fianchi, le spalle, nella loro torsione, fanno automaticamente ruotare i fianchi. Quando iniziano a ruotare, i fianchi spostano la gamba sinistra verso destra. Esaminiamo ora questo movimento

più in dettaglio.

LE SPALLE. Vogliamo che le spalle ruotino il più possibile. (la vostra testa, ovviamente, deve rimanere ferma) quando avete ruotato

completamente le spalle, la schiena dovrebbe essere rivolta al bersaglio (Sam Snead che é dotato di una particolare mobilità, ruota

il tronco poco più oltre la posizione perpendicolare. Questo é corretto. Più riuscirete a ruotare le spalle, meglio sarà.) molti golfisti pensano di ruotare completamente le spalle, nel backswing, e vi sfideranno se sosterrete che non ne sono in grado, ma la verità é

che pochi giocatori completano veramente la rotazione. Ruotano circa fino a metà dei 90 gradi, poi, per portare indietro il bastone,

spezzano il braccio sinistro. Questo porta a un backswing veramente sgraziato. Anzi, non ė nemmeno un backswing. Un golfista non

può avere il controllo del ferro, o iniziare a scendere verso la palla con tutta l'energia e la velocità se per prima cosa il suo braccio

sinistro non é completamente disteso. Quando piega il braccio, sta compiendo un mezzo swing, e dissipa metà della sua potenziale energia. Oltre a ciò, é portato a compiere molti altri faticosi movimenti che non servono a nulla.

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Un buon metodo per verificare se avete compiuto una rotazione completa é questo: QUANDO AVETE FINITO IL BACKSWING IL

VOSTRO MENTO DOVREBBE TOCCARE LA PUNTA DELLA SPALLA SINISTRA. Il punto preciso in cui il mento tocca la spalla dipende dalle caratteristiche fisiche del particolare individuo. Nel mio caso, è a circa un pollice dalla fine della spalla. Le mie

magliette da golf hanno una zona sdrucita proprio in quel punto.

I FIANCHI. Ruotare i fianchi troppo presto é un  errore diffuso trai golfisti, ed e un gravissimo errore. Rovina la possibilità di ottenere

la dovuta energia che uno swing appropriato vi offre. All'inizio del backswing, dovete trattenere i fianchi dal muoversi, fino a

quando non saranno le spalle a costringerli a farlo.Alcuni importanti giocatori sostengono di

ruotare i fianchi il più possibile. Non sono

d'accordo. Se il bacino ruota troppo, non

si é in grado di creare tensione tra fianchi

e spalle. I golfista deve avere questa tensione muscolare; vuole che la aperte

centrale del proprio corpo sia tesa,

perché questa tensione é la chiave di

tutto il downswing. Il downswing inizia

con la rotazione dei fianchi verso sinistra, quando avete immagazzinato questa

tensione nei muscoli tra spalle e bacino

(ed i muscoli delle cosce che lavorano

con il bacino), avete ciò che vi serve per iniziare il movimento. (la tensione stessa vi aiuterà automaticamente a tornare sulla palla.)

quando i fianchi girano verso sinistra, il movimento rotatorio accresce questa tensione. E' QUESTA TENSIONE INCREMENTATA CHE FA SROTOLARE LA PARTE SUPERIORE DEL CORPO. FA SROTOLARE LE SPALLE, LE BRACCIA E LE MANI IN

QUEST'ORDINE. AIUTA COSI’ TANTO LO SWING DA RENDERLO QUASI AUTOMATICO.

Le vost re spa l le , le

b r a c c i a e l e m a n i

in i z ie ranno lo swing proprio quando e come

dovrebbero. Sono già

cariche della tensione (e

della potenza) che voi

avete incamerato. Sono pronte per scaricarla.

Quando i fianchi iniziano

a tornare verso sinistra, il

m o v i m e n t o m e t t e

ulteriormente in tensione i muscoli quel tanto in più

- un po' come quando si

imprime quell'ultimo giro

ai bulloni, quando si

cambia uno pneumatico. La massima tensione tra

spalle e bacino produce

come effetto la massima

velocità. più sarà  alta  la

tensione in questi muscoli e più la parte superiore del corpo tornerà velocemente verso la palla, trasferendo questa velocità alle braccia e alle mani.

Garantisce alla parte alta del corpo l'avvio del gesto. E' questa infine la velocità che fa viaggiare la testa del bastone e che produce

distanza.

Ora, tornando al backswing, penso dobbiate comprendere chiaramente perché é cosi importante avere questa torsione, questa

tensione nei muscoli che discende dalla massima rotazione delle spalle e dal ritardo dei fianchi. E' proprio la differenza di quantità di rotazione tra spalle e fianchi che produce questa tensione muscolare. Se i fianchi ruotassero tanto quanto le spalle, non vi

sarebbe alcuna tensione.

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LE GAMBE. Quando i fianchi entrano nello swing, la loro azione porta all'interno la gamba sinistra. Il ginocchio sinistro si spezza

verso destra, il piede sinistro rolla verso destra, sulla parte destra della suola, ed il peso della gamba sinistra si sposta sulla parte interna del piede. LASCIATE CHE VI METTA IN GUARDIA DAL SOLLEVARE TROPPO IL TALLONE SINISTRO DAL TERRENO. SE IL

TALLONE RIMANE A CONTATTO CON IL SUOLO, BENE. SE SI SOLLEVA DI UN POLLICE, BENE. Non più di così però, perché ciò

potrebbe ad un equilibrio instabile ed altre complicazioni. Il corpo e le gambe muovono il piede. LASCIATE CHE MUOVANO IL

PIEDE. A proposito del tallone sinistro, quanto il ginocchio sinistro si muove verso destra determina quanto il tacco si alzi dal suolo.

Non mi preoccupo mai del tallone sinistro, che si alzi di mezzo pollice, un quarto o rimanga a terra come risultato dell'azione delle gambe, non ha importanza. Non vi presto attenzione.

Sulla gamba destra; dovrebbe mantenere la stessa posizione che aveva all'address, lo stesso angolo in relazione al terreno per tutto

il backswing. Questo é un checkpoint che il golfista amateur dovrebbe attuare quando pratica o quando é sul campo. Quando

avete una gamba destra stabile e il ginocchio punta un po’ all'interno, questo previene il movimento di traslazione della stessa

verso destra e del corpo che la seguirebbe.C ' é u n a l t r o

a s p e t t o d e l l a

prima parte del

backswing che

d o v r e m m o cons idera re in

questo capitolo; il

piano. Durante

tutto il tempo che

ho vissuto il golf, fiumi di parole

sono stati spesi

su l l ' a rco de l lo

swing, ma solo

pochi accenni al p i a n o . E ' u n

peccato, perché

per la dinamica

dello swing nel

golf il piano é estremamente importante, molto più dell'arco. Che cosa é esattamente il piano? Per cominciare, vi sono due piani nello swing, il piano del backswing ed il piano del downswing.

Come spiegheranno meglio le illustrazioni, il piano del backswing, che è ciò che affronteremo nel presente capitolo, è in poche

parole quel piano che ha l'angolo di inclinazione determinato dalle spalle e dalla posizione della palla. La verticalità di tale angolo é

determinato da due fattori; l'altezza del giocatore e la distanza a cui sta lo stesso dalla palla all'address.

Nel backswing, il piano serve al golfista come una sorta di guida. LE SUE SPALLE DOVREBBERO RUOTARE SUL PIANO, CONTINUAMENTE INCLINATE DELLO STESSO ANGOLO STABILITO ALL'ADDRESS (CON LA PALLA). Nel percorso tra l'address

ed il top del backswing, ANCHE LE BRACCIA, LE MANI (ED IL BASTONE) DOVREBBERO RIMANERE SULLO STESSO ANGOLO

INCLINATO, MANO A MANO CHE SI MUOVONO ALL'INDIETRO. (usate il vostro braccio sinistro come guida). Quando le spalle, le

braccia e le mani seguono il percorso indicato dal piano, sarete sicuri che la parte alta del corpo e le braccia saranno allineate

quando arriveranno a quel punto cruciale dove il back termina ed inizia il downswing. A quel punto, quando il downswing inizierà con il movimento dei fianchi ed i fianchi faranno ruotare la parte alta del corpo, le spalle, le braccia e con esse le mani scenderanno

facilmente e con potenza nello swing. In altre parole, rimanendo nel piano del backswing, il giocatore ha preordinato le sue forze,

cosicché ogni componente ė istruita per interagire correttamente nel downswing. L'energia di fianchi, spalle, braccia e mani sarà

rilasciata in quest'ordine corretto, e l'azione a catena sarà perfetta. Potrà mettere tutta l'energia disponibile nel colpo. Potrà

ottenere la massima distanza e la massima precisione. Tutto sarà pronto e carico per generare la massima potenza quando il bastone accelererà nel downswing. Il golfista non avrà bisogno cercare la potenza ricorrendo a qualche espediente dannoso per

l'intero movimento, come devono fare i giocatori limitati. Questi espedienti producono pochissimo beneficio in termini di distanza,

ma rendono imprevedibile la direzione della palla. Rendono il golf uno sport faticoso - si ottiene cosi poco in rapporto allo sforzo

prodotto. Tuttavia, per il giocatore che saprà costruire la sua azione sul piano corretto, il golf sarà estremamente piacevole. Sarà

ripagato ampiamente dell' impegno che metterà nel suo gioco.Non c'é un unico piano standard per tutti i giocatori il corretto angolo di inclinazione dello stesso dipende dalla costituzione fisica

del giocatore. L’individuo le cui gambe sono, in proporzione, più corte delle braccia, ad esempio, necessariamente avrà un angolo

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del piano meno inclinato. Per contro, un giocatore con le gambe relativamente più lunghe avrà un angolo del piano più accentuato.

Nessuno dei due, lasciatemelo dire, è errato. Tecnicamente ė improprio definire "flat swinger" chi ha un piano meno inclinato o "upright swinger" chi ha un piano più inclinato, perché ancora questo dipende dalle proporzioni delle singole persone. Tuttavia, se

un giocatore permette a braccia e bastone di percorrere una linea sottostante al piano, avrà un movimento più piatto. Allo stesso

modo, se ruoterà braccia e bastone al di sopra del piano, avrà uno swing upright.

Il miglior modo forse per visualizzare cosa sia questo piano e come influenzi lo swing é immaginare che, quando il giocatore è

addressato sulla palla, la sua testa spunti fuori da un buco, in una grossa lastra di vetro che poggia sulle sue spalle e si inclina in avanti fino alla palla. SE ESEGUE COR

R E T TA M E N T E L O S W I N G , D A

QUANDO LE SUE BRACCIA SONO

ALL'ALTEZZA DEI FIANCHI IN SU,

DOVREBBERO ESSERE E RIMANERE PARALLELE ALLO STESSO PIANO,

APPENA SOTTO AL VETRO, FINO AL

TOP DEL BACKSWING. AL TOP DEL

BACKSWING IL SUO BRACCIO

S I N I S T R O D O V R E B B E E S S E R E DISTESO ALLO STESSO ANGOLO

ESATTO (RISPETTO ALLA PALLA) DEL

PA N N E L L O D I V E T R O . P e r l a

precisione il suo braccio dovrebbe

strisciare contro il vetro. Allo stesso modo le spalle, mentre ruotano nel

b a c k , d o v r e b b e r o e s s e r e

continuamente a contatto con il

pannello.

Non é troppo disdicevole che le vostre braccia si muovano appena al di sotto

del piano. TUTTAVIA SE ALZATE LE

VOSTRE BRACCIA OLTRE AL PIANO,

COSI DA ROMPERE IL PANNELLO DI

VETRO, ANDATE INCONTRO AL DISASTRO ASSICURATO.

I principianti commettono questo

errore continuamente, più che altro

quando arrivano vicini al top del

backswing. Quando le mani superano l'altezza delle spalle portano le stesse in alto quasi verticalmente e... Crash! Il

vetro va in frantumi e con esso anche il colpo. Essi

concludono il backswing su di una linea completamente

differente e su un piano molto più verticale, con braccia

mani e gomito che sbandano da tutte le parti. Senza alcuna speranza, fuori posizione, si sforzano di aggiustare la linea

del downswing. Invariabilmente falliscono, e tirano brutti

colpi in ogni direzione. Esiste qualche buon golfista che

commette l'errore di sbracciare verso l'alto quando arriva

all'apice. Ciò spiega il loro rendimento scostante. Non possono sempre controllare le loro compensazioni e

commettono errori su entrambi i lati del Fairway.

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Se riuscirete a dedicare una mezz'ora al giorno

praticando il movimento del backswing per una settimana, sono sicuro che scoprirete di riuscire

ad assimilare il movimento corretto molto più

velocemente di quanto crediate. E sarete  molto

più preparati a ricavare il massimo quando

inizieremo a studiare la seconda parte dello swing.

Praticate anche il waggle, per diciamo 10 minuti

al giorno. In questa occasione, vorrei aggiungere

una importante considerazione. Quando un

giocatore medio si prepara al colpo, alcuni g i o r n i , s o l a m e n t e p e r c a s o , c o m p i e

correttamente un paio di gesti importanti. Non

ha la più pallida idea di cosa siano questi gesti

chiave, ma li fa, e di conseguenza gioca

abbastanza bene. Nella maggior parte dei giorni, tuttavia, o per la precisione in quasi tutti i giorni,

quando si mette sulla palla si sente a disagio e

sfiduciato, ed é del tutto confuso quando cerca

quei rimedi che gli potrebbero ridare un po' di

consistenza nel gioco. "Oggi proprio non ci sono" dice nel suo smarrimento. "Non sono in

palla." Beh, quel giorno va cosi. Ma se controlla

il grip, lo stance ed il waggle, sentirà di avere

questi fondamentali e di essere capace di usarli.

Un'altra cosa che raccomando nella pratica é un esercizio che é pensato perché il giocatore senta lo swing non nelle mani, ma nelle braccia e nel corpo. Iniziate in posizione di

address, con la parte alta delle braccia e i gomiti attaccati al torace. Esagerate questa pressione, se potete. Con le braccia rigide

come il pendolo di un orologio, fate in modo che la  rotazione del corpo faccia dondolare le braccia circa a metà del backswing, e

poi in avanti a metà strada tra  l’impatto ed il finish. Avanti e indietro, avanti e indietro, spezzando il ginocchio sinistro ed il gomito

destro nel backswing, piegando il ginocchio destro e appena dopo, il gomito sinistro nel movimento in avanti. Continuando nel movimento, avrete la sensazione di swingare con i fianchi, che sia il corpo a fare girare il bastone. Lo scopo di questo esercizio é di

e s a g e r a r e u n a

s e n s a z i o n e

fondamentale che

d o v e t e a v e r e quando eseguite

uno swing pieno:

l ' a z i o n e d e l l e

braccia é generata

dal movimento del corpo, e le mani

non fanno niente

consciamente, se

non mantenere una

presa sa lda su l grip.

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Ultima cosa, ma non meno importante, praticate un

backswing pieno. Cercate di visualizzare il piano corretto é di mantenere le braccia su quel piano quando portate il

bastone all'apice. Alcuni amici mi hanno riferito che, una

volta compresa pienamente  l'idea di piano, questa ha fatto

dimenticare i vecchi difetti e ha fatto sì che i movimenti

riuscissero con incredibile facilità.Posso crederci. Non ho mai sentito che il mio backswing

fosse soddisfacente, o sufficientemente strutturato fino a

quando non elaborai il concetto di piano dello swing. Fino

ad allora, questo accadeva nel 1938, ero in lotta continua

con un backswing che era molto meno omogeneo e, conseguentemente, molto meno affidabile di quello che

avrei voluto. Cominciai a chiedermi se potevo trovare un

bersaglio da colpire con il bastone quando ero all'apice del

back. Se avessi saputo colpire questo bersaglio ad ogni

movimento, beh, quello avrebbe risolto i miei problemi di inconsistenza.Iniziai a pensare more più spesso al concetto di piano. Dopo alcuni esperimenti, scoprii con grande sollievo che, se muovevo

indietro il bastone sul piano, esso in effetti si trovava su una traiettoria definita per tutto il percorso del backswing, colpo dopo

colpo. Se avessi fatto questo, avrei colpito questo ipotetico bersaglio ogni volta. Iniziai ad allenarmi e ad avere la consapevolezza

che  il mio swing era affidabile. Aiutò il mio swing, il mio gioco, la mia fiducia. Posso onestamente dire che allora, per la prima volta,

cominciai a pensare che avrei potuto diventare un vero golfista di alto livello.

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4 - The second part of the swing

Uno dei più grandi piaceri del golf - non riesco a pensare a niente di

paragonabile, se non guardare un bel colpo dritto sulla bandiera - è

la sensazione che un giocatore prova nell'istante in cui impatta la

palla perfettamente. Sa sempre quando lo fa, perché solo in quella

occasione sente quella particolare "sensazione dolce" che sale dallo shaft fino alle braccia e a tutto il corpo. Nemmeno il miglior golfista

può impattare sempre cosi bene la palla ad ogni colpo, poiché il

golf, essenzialmente, è un gioco fatto di occasioni mancate. Ogni

giocatore di esperienza lo sa, e per questo cerca di costruirsi uno

swing abbastanza solido da far si che i suoi colpi mancati non siano in fondo dei brutti tiri - mediamente ben colpiti, abbastanza precisi,

più che altro utili.

In questo capitolo tratteremo la fase dello swing in cui il giocatore

colpisce la palla. Questa seconda parte dello swing, dall'inizio del

downswing fino al follow-through e al finish, è la parte più cruciale, necessariamente.

Questo è il momento in cui tutto ciò che il giocatore fa, da quando

estrae il bastone dalla sacca, darà o meno i suoi frutti. Poiché, nel

metodo che stiamo seguendo, ogni azione è il diretto risultato di una

azione precedente, nella azione a catena della sequenza dello swing, mi pare estremamente importante, prima di passare al downswing,

ripassare brevemente il concetto di piano del backswing. Come

abbiamo detto nella lezione precedente, rimanere nel piano durante

il backswing dà la certezza di essere in una posizione corretta e

potente, nel punto cruciale in cui finisce il back ed inizia il downswing.

Quando si pone sulla palla, il giocatore crea il suo angolo del piano: il piano è inclinato su questa linea immaginaria che congiunge

la palla con la parte superiore delle spalle, e ancora più su seguendo questa inclinazione. Se il giocatore ruota le spalle sul piano e

carica le braccia ed il bastone al di sotto dello stesso - non scendendo troppo al di sotto o, cosa più grave, portandosi al di sopra del piano - allora al top del  backswing il braccio sinistro sarà disteso ad un angolo, rispetto alla palla, identico all'inclinazione del

piano. In termini pratici, che è poi il nostro scopo, le spalle, le braccia e le mani saranno allora nella posizione perfetta per

sviluppare i loro movimenti correlati nella discesa.

Imparare a pensare nei termini del piano ha aiutato tremendamente a migliorare e stabilizzare lo swing di molti miei compagni.

Come nessun altro esempio visivo, sembra indurre  il golfista ad effettuare il giusto movimento colpo dopo colpo. Il giocatore piega all'interno il gomito destro, come dovrebbe; il suo braccio sinistro è disteso ma non rigido, come deve essere; egli completa la

rotazione delle spalle; le sue mani si adattano naturalmente, senza nessuno sforzo consapevole, e il dorso della mano sinistra è una

estensione continua della linea che passa tra polso sinistro e avambraccio. Non solo la parte superiore del corpo è correttamente

allineata nel backswing, ma tutte le varie componenti del movimento tendono ad essere omogenee COLPO DOPO COLPO, con la

giusta quantità di tensione muscolare attiva pronta ad essere scaricata nel downswing. Quando studio e valuto lo swing di  un golfista, considero principalmente quanto bene egli segua il piano nel backswing.

Rimanendo qualche metro dietro di lui, rivolto verso la linea di tiro, stendo l'avambraccio e la mano (con le dita distese come per un

saluto) sull'angolo del piano. Quando effettua il backswing, posso così verificare se rimanga nel piano durante il backswing o meno.

Se cosi non è, so che il suo swing non è ben costruito, e che egli non sarà capace di ripetere lo stesso swing sotto pressione.

Nel downswing, il giocatore si muove su un piano leggermente differente rispetto al piano del backswing. IL PIANO DEL DOWNSWING È MENO INCLINATO ED È ORIENTATO, RISPETTO ALLA PALLA, IN MODO LEGGERMENTE DIVERSO RISPETTO

AL PIANO DEL BACKSWING.

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Il giocatore entra in questo secondo

piano - senza farlo volontariamente - quando muove i fianchi verso sinistra

all'inizio della rotazione. Questa

azione muove il suo corpo verso

s in is t ra e automat icamente fa

a b b a s s a r e l a s p a l l a d e s t r a . Ricorderete che, introducendo il

piano del backswing, abbiamo detto

che il golfista deve immaginare di

avere la propria testa all'address che

fuoriesce da un foro ricavato in una grande lastra di vetro che appoggia

sulle sue spalle quando è addressato

su l l a pa l l a . O ra , quando ne l

downswing il corpo del giocatore si

muove verso sinistra e la spalla destra si abbassa, il pannello si sposta in

un'altra posizione. Il suo bordo alla

base non è più allineato con la linea

di tiro. Punta leggermente a destra

del bersaglio (il pannello è anche sollevato, sicché il bordo anteriore è

sollevato dal suolo.) QUANDO IL

G I O C A T O R E È N E L P I A N O

CORRETTO DEL DOWNSWING,

D E V E C O L P I R E L A P A L L A DALL'INTERNO VERSO L'ESTERNO.

Facendo ciò, può mettere la massima

energia nello swing ed ottenere la

massima velocità della testa del

bastone. Inoltre, non ha bisogno di compensare in qualsivoglia modo o

ad ogni fase dello swing. (Senza

andare troppo oltre, se un giocatore

inizia il downswing in modo sbagliato,

con le mani e le braccia anziché i fianchi, non potrà trovarsi suo piano corretto e colpire la palla dall'interno. Viceversa, se inizia correttamente il movimento ruotando i suoi fianchi, è del tutto a posto. Deve colpire la palla dall'interno. È praticamente

"rinchiuso" nel suo stesso swing corretto.

Mentre è importante, dinamicamente, che il golfista non si discosti dal suo piano durante tutta la seconda parte dello swing, essere

coscientemente attento a ciò non funziona altrettanto bene di quanto la certezza di un piano corretto nel back promuova un

elegante e funzionale swing. Conseguentemente, il mio consiglio è questo: sappiate che questo piano del downswing esiste, ma concentratevi principalmente nel effettuare quei due o tre movimenti chiave che vi aiuteranno sicuramente nel downswing.

I FIANCHI INIZIANO IL DOWNSWING. Essi sono l'elemento centrale nella azione a catena. Muoverli per primi, e muoverli

correttamente - questa sola azione praticamente costruisce il downswing. Crea la velocità iniziale. Trasferisce il peso dal piede

destro al piede sinistro. Sposta il bacino dalla traiettoria e dà alle braccia tutto lo spazio necessario per passare. Incanala la potenza

verso il vostro obiettivo. Vi mette in una posizione di forza, in cui i grandi muscoli della schiena ed i muscoli delle spalle, braccia e mani sono correttamente ritardati in sequenza, cosi da rendere al massimo al momento e al posto giusto.

Per iniziare il downswing RUOTATE I VOSTRI FIANCHI VERSO SINISTRA. CI DEVE ESSERE ABBASTANZA MOVIMENTO LATERALE

PER TRASFERIRE IL PESO SUL PIEDE SINISTRO. Il percorso che i fianchi seguono nel downswing non è esattamente lo stesso della

rotazione nel backswing. Nel downswing l'arco che compiono dovrebbero essere appena più ampio - sia per quanto riguarda il

movimento laterale che la eventuale rotazione attorno alla schiena. Questa rotazione dei fianchi è comandata da diversi gruppi muscolari che lavorano insieme. I MUSCOLI CONTRATTI DEL FIANCO SINISTRO ED I MUSCOLI CHE CORRONO ALL'INTERNO

DELLA COSCIA SINISTRA INIZIANO A FARE GIRARE IL FIANCO SINISTRO VERSO SINISTRA. ALLO STESSO TEMPO I MUSCOLI

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DEL FIANCO E DELLA COSCIA DESTRA- SIA QUELLI PROFONDI CHE QUELLI SUPERFICIALI - INIZIANO A MUOVERE IL FIANCO

DESTRO IN AVANTI. Per far sì che questi muscoli lavorino in questo senso, devono esser caricati con una tensione che deve essere pronta ad essere rilasciata quando lo vorrà il giocatore. Questa tensione è generata dal ritardo del movimento dei fianchi nel

backswing, quando le spalle girano completamente. Se lasciate che i fianchi ruotino troppo nel back, questa tensione e la torsione

verranno perdute, e non vi sarà niente per riportarli in avanti. IMMAGINATE CHE, ALL'ADDRESS, IL CAPO DI UNA FASCIA

ELASTICA SIA FISSATA AD UN MURO PROPRIO DIETRO AL VOSTRO FIANCO SINISTRO MENTRE L'ALTRO CAPO È FISSATO

ALLA VOSTRA ANCA SINISTRA. QUANDO LE SPALLE FANNO RUOTARE I FIANCHI NEL BACKSWING, L'ELASTICO È CARICATO DI ENERGIA. QUANDO INIZIATE A GIRARE I FIANCHI VERSO SINISTRA, LA BANDA ELASTICA TORNERÀ VERSO IL MURO CON

INCREDIBILE VELOCITÀ. Stessa cosa per i fianchi. Più sarà la tensione e più si muoveranno velocemente. Non possono andare

troppo veloci.

Il movimento dei fianchi dà il via

ad una serie di azioni correlate. Con il fianco la gamba sinistra

inizia a tornare verso sinistra,

mentre il ginocchio sinistro si

muove un po' verso il bersaglio.

Riportare in avanti  i fianchi scarica la tensione della gamba

destra e, quando accade, il

peso si sposta sulla gamba

sinistra. Il ginocchio destro si

piega verso l'interno e verso il bersaglio, incrementando la

crescente velocità dello swing.

Questo è, nel dettaglio, quello

che ogni parte del corpo fa

quando si unisce al movimento del downswing: AGGIUNGE IL

SUO CONTRIBUTO ALLA

V E L O C I T À M U L T I P L A

G E N E R ATA D A Q U E S T I

MOVIMENTI SIMULTANEI DEL CORPO, GAMBE E BRACCIA VERSO IL BERSAGLIO; QUESTA VELOCITÀ MOLTIPLICA DI DIECI VOLTE LA POTENZA DEL

GIOCATORE. NELLA AZIONE A CATENA DELLO SWING, LE SPALLE E LA PARTE ALTA DEL CORPO TRASMETTONO QUESTA

ENERGIA ALLE BRACCIA... LE BRACCIA LA INCREMENTANO ANCORA E LA TRASFERISCONO ALLE MANI... LE MANI LA

MOLTIPLICANO ANCORA... E, COME RISULTATO, LA TESTA DEL BASTONE SIBILA ATTRAVERSO L'ARIA AD UNA INCREDIBILE

VELOCITÀ AL MOMENTO DELL'IMPATTO. TUTTO CIÒ ACCADE COSI VELOCEMENTE, OVVIAMENTE, CHE NON È VISIBILE AD OCCHIO NUDO. MA È PROPRIO CIÒ CHE ACCADE. La maniera più certa per rompere questo meccanismo è iniziare il downswing

con le mani invece che con i fianchi. E’ quello che fanno tutti i principianti. Scendendo con le mani escludono da subito la

possibilità di un buon colpo. Controllano la rotazione dei fianchi, e se un golfista interrompe questa rotazione, forza tutta la parte

alta del corpo. Obbligato ad arrivare sulla palla dall'esterno, invariabilmente taglia il colpo, perché l'arco dello swing deve in

qualche modo attraversare la linea di tiro. Se non fa slice, tira un colpo di molto a sinistra, sforzandosi di rimediare al suo abituale errore. Se solo il golfista medio iniziasse il suo downswing con i fianchi, che grande differenza questo porterebbe al suo swing, ai

suoi colpi , e naturalmente al suo score!

Iniziare il movimento verso la palla,con i fianchi è cosi importante che molti top players, sentendo che il loro timing lo richiede,

iniziano la rotazione una frazione di secondo prima che il bastone arrivi all'apice del backswing. Non c'è niente di sbagliato in

questo. Si tratta di una modifica del tutto personale che sottolinea ancora una volta il fatto saliente che in nessun caso si dovrebbe iniziare il downswing con le mani. Lasciate che lo esprima ancor più chiaramente: LA COSA BASILARE PER UN PRINCIPIANTE, O

UN GOLFISTA MEDIO, È ELIMINARE DALLO SWING OGNI AZIONE VOLONTARIA DELLE MANI. LO SWING CORRETTO È

BASATO SU UNA SERIE DI AZIONI A CATENA, E SE USATE LE MANI QUANDO NON DOVRESTE, ROVINATE TUTTA L'AZIONE.

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Cosa fanno allora le mani? La

risposta è niente, fino a quando nel downswing non

arrivano circa all'altezza dei

fianchi. Anche le braccia sono

passive. Sono portate verso il

basso dal movimento dei fianchi. Per comprendere

come mani e braccia si

m u o v a n o l i b e r a m e n t e ,

prendete un ferro, portatelo

indietro e fermatevi all'apice d e l b a c k s w i n g . O r a ,

d i m e n t i c a n d o v i

completamente di mani e

braccia, riportate i fianchi

ve r so s in i s t r a , come a l rallentatore. Ora, guardate

dove sono le vostre mani.

Questo movimento dei fianchi

l e h a f a t t e s c e n d e r e

automaticamente, quasi a livello dei fianchi. In questa

posizione, collegate come

sono con il corpo che sta

generando velocità, le braccia

d o v r e b b e r o s e n t i r s i assolutamente cariche di

energia. Tutto ciò che avete

fatto, dal grip in poi, l'avete

fatto per trovarvi in questa

p o s i z i o n e . N o n s i p u ò simulare questa posizione né

arrivarci senza tenere conto di

tutte le indicazioni precedenti.

DOPO AVERE INIZIATO IL

M O V I M E N T O C O N I FIANCHI, DOVETE PENSARE

A D U N A S O L A C O S A ;

COLPIRE LA PALLA. Con un

drive, voglio colpire forte la

palla, a volte più forte che posso. In altri casi, quando la distanza non è cosi importante, cerco di colpire con tutta la forza che il colpo mi permette. Non mi

soffermo a pensare a come la faccia del mio bastone attraverserà la palla. Mi sono occupato di questo prima, all'address e durante

il waggle. Pensare di potere controllare scientemente la faccia del bastone all'impatto è folle. Non si può afferrare una cosa cosi

evanescente. Accade tutto in fretta, troppo in fretta.

Come spiego a chi partecipa alle mie golf clinics, il movimento che porta a colpire la palla è una cosa unica, dall'inizio del downswing alla fine del follow-through. Rimarco spesso come io pensi solo a due cose; iniziare il movimento dai fianchi e poi

picchiare la palla più forte che posso con la parte alta del corpo, con le braccia e la mani in quest'ordine. Generalmente riscontro

due tipi di reazione del pubblico. La prima è una specie di educato scetticismo, che in parole si potrebbe esprimere cosi:  "

scommetto che c'è molto di più di questo, non può essere cosi semplice.  Ci deve essere più tecnica all'impatto. Qualcosa che i pro

non dicono a noi amateur." La seconda reazione è una specie di cinismo fuori luogo, che suona all'incirca cosi: "Chiaro, se sei un professionista che negli ultimi vent'anni hai pranzato sul campo pratica, beh, tutto è diventato cosi automatico che non hai da

pensare altro che picchiare la palla con tutto te stesso. La spiegazione di cosa fa Hogan funzionerà per Hogan, ma per noi golfisti

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normali è utopia, come se Bob Richards ci dicesse che il salto con l'asta non è poi difficile - una volta che sei là in aria a 14 piedi

tutto quello che devi fare è passare sopra l'asticella.” Capisco queste reazioni, ma sono solo una superficiale rivisitazione dei fatti. Non scriverei queste lezioni se non credessi che il golfista medio possiede la necessaria condizione fisica per usare gli stessi metodi

che fondamentalmente usano i pro. Il problema del golfista amateur non è la mancanza di abilità, ma la mancanza di conoscenza di

cosa dovrebbe fare.

Una volta che il giocatore ha raggiunto quella fase del downswing dove le mani sono circa all’altezza dei fianchi – l'inizio del

segmento di impatto dello swing, potremmo chiamarlo – se ha eseguito correttamente lo swing fino a quel punto, è già impostato per impattare istintivamente la palla e proseguire nel follow through correttamente. Non potrà fare altrimenti. Aiuta comunque

avere una chiara idea di cosa fanno braccia e mani in questa fase cruciale dello swing. Potrà così praticare questi movimenti, e se li

allenerà con intelligenza, sarà certo di migliorare costantemente la sua capacità di esecuzione.

Esaminiamo prima il corretto movimento del braccio e della mano destra nella zona di impatto. Ho sempre pensato che, nei suoi

fondamentali, il movimento sia piuttosto simile a quello di un giocatore di Baseball quando lancia un mezzo colpo “sottomano”, subito dopo avere raccolto la palla da terra.

Nel portare avanti il braccio,

il gomito destro è attaccato

al suo fianco destro. I l

gomito, “conduce” il braccio – è la parte del braccio più

vicina al bersaglio quando

i n i z i a i l m o v i m e n t o .

L’avambraccio e la mano

seguono il gomito, ed il braccio del giocatore si

distende completamente

quando lascia la palla. Nel

follow-through, il polso e la

mano gradualmente ruotano, e al termine del movimento il

palmo guarda il terreno.

In un colpo pieno vogliamo colpire la palla il più forte

possibile con la mano destra. Ma questa è sola la

metà del tutto. DOBBIAMO COLPIRE LA PALLA CON TUTTA LA NOSTRA FORZA CON ENTRAMBE LE

MANI. La mano sinistra è comunque una mano carica

di energia. Se colpite la palla con la sola mano

destra, non solo dissiperete metà del potenziale, ma

incorrerete in tutti quegli errori che accadono quando la mano destra prende il sopravvento sulla sinistra.

DOBBIAMO COLPIRE LA PALLA CON FORZA, SIA

CON LA MANO DESTRA CHE CON LA SINISTRA.

Quale è il corretto movimento integrato che le due braccia e le due mani compiono nell’avvicinarsi alla palla e nel colpirla? Quale

è la sensazione all’impatto? Bene, se vi è un gesto nello sport che

vi assomiglia, è il vecchio passaggio a due mani del basket,

partendo dalla parte destra del corpo.

Quando il giocatore entra nel segmento di impatto, e le sue mani iniziano a superare il fianco destro, è come se le mani tenessero

una palla e la lanciassero verso un bersaglio: la mano ed il braccio

sinistro conducono l’azione, la mano ed il braccio destro la

seguono – posizionate proprio come sono sullo shaft. La palla  ha

le dimensioni all’incirca delle due mani. E’ pesante, come potrebbe esserlo una piccola palla medica. Servono muscoli per

lanciarla con forza. Prorpio davanti al giocatore, a una distanza di

cinque o sei metri, si trova il bersaglio. Il centro di questo è

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all’altezza della cintura. Nel momento in cui egli sposta il peso dal piede destro a quello sinistro per mettere potenza nel lancio, il

giocatore lancia la palla verso il bersaglio, quasi frustando la stessa con mani e braccia. Vuole lanciare la palla così diritta da piazzarla proprio nel centro del bersaglio. (E’ lo sforzo stesso del gesto che conduce il giocatore nel follow-through).

La grande importanza, per come la vedo, di pensare nei termini di questa azione congiunta a due mani è che essa mantiene la

mano sinistra in azione in ogni momento. Durante questa importante parte dello swing il polso sinistro e il dorso della mano sinistra

iniziano lentamente a supinare - che significa ruotare da una posizione in cui il palmo è rivolto verso l'alto ad una in cui lo stesso è

rivolto verso il basso. Continuano a supinare per tutto la rimanente parte dello swing. Le immagini in sequenza descrivono la esatta natura di questa rotazione graduale, molto più di quanto possano fare le parole.

In questa fase, vi è una posizione di cosi grande importanza da meritare uno studio più approfondito. Parliamo della posizione del

polso e della mano sinistra all'impatto.

ALL'IMPATTO IL DORSO DELLA MANO SINISTRA È RIVOLTO AL BERSAGLIO. L'ARTICOLAZIONE DEL POLSO E

PARTICOLARMENTE ARCUATA. PUNTA AL BERSAGLIO E, NELL'ATTIMO DEL CONTATTO CON LA PALLA, È LA PARTE PIÙ VICINA ALL'OBIETTIVO DI OGNI ALTRA PARTE DELLA MANO. Quando il polso sinistro è in questa posizione, la mano sinistra non

limiterà, né rallenterà la velocità con cui la testa del bastone sta viaggiando verso la palla. Non vi è nemmeno il pericolo che la

mano destra prevalga sulla sinistra e provochi la torsione del bastone. Non può. Dal momento che tutta la potenza è rilasciata,

vorrei averne tre, di mano destra!

Ogni buon giocatore ha il polso sinistro in questa posizione supinata

all'impatto. Ogni golfista mediocre fa

esattamente il contrario. Mentre il

s u o b a s t o n e s t a a r r i v a n d o

all'impatto, inizia a pronare il polso sinistro, cosi che il palmo della mano

guardi in basso. Quando il polso di

un giocatore inizia a pronare proprio

prima del contatto, cambia l'arco

d e l l o s w i n g : l o a c c o r c i a drasticamente e rende l'angolo del

suo upswing d'un tratto troppo

accentuato e forzato. Proprio nel

punto in cui le mani dovrebbero

accelerare, pronando il polso il giocatore le ral lenta. Anziché

aumentare in modo costante la

velocità per arrivare al massimo

all'impatto, consuma tutta l'energia

accumulata un attimo prima di colpire la palla. Pronare la mano ed il

polso sinistro porta con sé una serie

di conseguenze, nessuna delle quali

utile per il gioco. Ad esempio, il

giocatore mediocre spesso colpisce la palla  con la suola del ferro,

“toppando” la palla, o colpisce

prima il terreno e poi la palla. Se la

faccia è aperta, parte lo slice. Se è

chiusa, parte il pull o il gancio - in nessun caso la palla sarà colpita sulla

linea voluta. In breve, se si prona il

polso, avere un contatto preciso

nello "sweet spot", è praticamente

impossibile.

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Il downswing del giocatore che fa questo errore,

praticamente ripercorre nel downswing la stessa linea del backswing, mentre non dovrebbe essere

assolutamente così. Supinare il polso, invece, provoca

una serie di reazioni estremamente positive. Aiuta il

golfista a mantenere un arco dello swing propriamente

ampio. Lo mette nella condizione in cui le sue braccia sono completamente distese subito dopo l'impatto,

quando si gira verso l'obiettivo. Più il suo arco è ampio

e più ha spazio per creare velocità, la fonte primaria di

distanza.

La supinazione provoca distanza e precisione in altri modi. Per prima cosa, permette di colpire la palla in

modo assolutamente preciso, prima che il bastone

tocchi l'erba. (Questo è il motivo per cui quando vedete

un professionista colpire la palla, sentite un suono secco

all'impatto, e la palla decolla come un proiettile. Se per prima cosa colpite bene la palla, conseguentemente

colpirete bene il terreno dopo la palla.) Per seconda

cosa, la leggera azione di supinare il polso pone le mani

appena davanti alla palla, cosicché un poco di loft viene

sottratto al ferro. (Questo è il motivo per cui vi meravigliate della distanza che fanno i migliori

giocatori. Non fanno altro che trasformare un ferro

cinque in un ferro quattro. Il giocatore che prona il

polso fa esattamente l'opposto. Aumenta il loft del

ferro, trasformando un ferro cinque in un ferro sette.)Ogni buon giocatore supina il polso sinistro. É un

"must". Di tutti i giocatori che ho visto, Jimmy Demaret

indubbiamente enfatizza questo movimento. Quando

guardate Demaret, avete quasi la sensazione che stia

schiaffeggiando la palla con il dorso della mano sinistra. Ci vorrebbe tanto per spiegare la longevità di Jimmy come giocatore di altissimo livello, senza parlare della sua capacita di giocare

la palla bassa e in controllo in condizioni di vento in cui gli altri giocatori tirano ovunque, a destra e sinistra. Questa azione del

polso, bisogna aggiungere, permette di avere il miglior contatto è di imprimere  il miglior backspin alla palla. É questa la

spiegazione che sta dietro al più bel colpo del repertorio di un professionista moderno: il wedge dal volo basso che sembra

toppato, ma che invece morde immediatamente il  green e fa tornare indietro la palla al punto in cui ha battuto. Quando giocate chip shots, pitch shots, colpi dall'ostacolo o comunque vicini al green, le mani dovrebbero lavorare esattamente

come fanno in uno swing pieno. La faccia del bastone fornisce il loft. La supinazione vi aiuterà a eseguire il colpo giusto: non un

colpo pesante o toppato, ma uno swing che ha le stesse caratteristiche di un colpo pieno.

Vi sono poche altre cose che dovremmo precisare, relativamente all'impatto ed al follow-through. Molte di queste riguardano le

posizioni corrette - posizioni in cui il golfista entra naturalmente se inizia il movimento muovendo i fianchi e poi semplicemente colpendo attraverso la palla, fino al finish in un unico movimento continuo. Quando praticate non sforzatevi di entrare in queste

posizioni. Sono parte integrante dell'azione a catena. Vi entrerete facilmente se eseguirete correttamente i fondamentali. Tuttavia,

parlando di questo, penso che dovremmo fare chiarezza su  qualche malintesa interpretazione dello swing, ed affermare più

chiaramente alcune idee positive che potrete usare come riferimento quando vi allenate o giocate. Per iniziare molti golfisti - che lo

mettano in pratica o meno nel loro swing - si fanno l'idea sbagliata che al momento dell'impatto le braccia debbano essere completamente distese. Ovviante ciò non è vero. ALL'IMPATTO IL BRACCIO SINISTRO È LEGGERMENTE PIEGATO. Durante il

downswing, il braccio si stende gradualmente avvicinandosi alla palla, ma è solo quando la testa del bastone è a 60 centimetri circa

dopo l'impatto che si distende completamente. A questo punto, anche il braccio destro è disteso - l'unico momento dello swing in

cui entrambe le braccia sono completamente distese. Dopo di che, ruotando il polso sinistro, il braccio sinistro inizia a piegarsi al

gomito, cosi come fa il braccio destro nel back. Allo stesso modo, il braccio destro rimane disteso fino ala fine dello swing, cosi come fa il braccio sinistro nel backswing. Al finish, - ancora una volta è la situazione del backswing capovolta - il gomito sinistro

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punta direttamente al terreno e l'apice della spalla destra del giocatore picchia contro il mento. Il mio mento colpisce la spalla circa

ad un pollice dalla fine della stessa.

IN QUEL PUNTO, QUANDO ENTRAMBE LE BRACCIA SINO DRITTE E DISTESE, LA TESTA DEL BASTONE RAGGIUNGE LA

MASSIMA VELOCITÀ - non all'impatto. É proprio questa incredibile velocità che porta il golfista a quel finish cosi alto. Alla fine del

movimento, la cintura del giocatore non punta al bersaglio. Dovrebbe puntare decisamente alla sua sinistra. Se ha ruotato correttamente i fianchi, le anche dovrebbero essere perpendicolari all'obiettivo. I FIANCHI CONDUCONO LE SPALLE PER TUTTO

IL DOWNSWING. Alla fine dello swing, finalmente le spalle superano i fianchi.

A proposito delle gambe, molti buoni giocatori pensano che lo stile classico voglia che, all'impatto e durante il follow-through, la

gamba sinistra debba rimanere rigida come un paletto. Assolutamente no. Se tenete la gamba sinistra diritta, non permettete ai

fianchi di girare completamente e restringete l'intera traslazione del vostro corpo verso sinistra. Se il vostro peso non è sufficientemente trasferito alla gamba sinistra, il vostro arco è contratto, e il busto, le braccia e le mani non possono rilasciare quella

piena potenza che potrebbero mettere nel colpo. In un buono swing, quando le mani si stanno avvicinando all'altezza dei fianchi

nel downswing, i fianchi stessi hanno raggiunto quel punto della loro azione in cui hanno iniziato ad aprirsi per rivolgersi al fairway.

(La fibbia della cintura, quando le mani sono all'altezza dei fianchi è all'incirca sopra alla palla.) le gambe nel downswing seguono i

fianchi. La gamba sinistra si piega decisamente verso sinistra, e mentre la gran parte del peso si trasferisce in avanti sull'esterno della suola del piede sinistro, la gamba ruota verso il bersaglio. La gamba destra, come già detto si piega all'altezza del ginocchio

quando i fianchi ruotano.

Quando praticherete questa lezione, vi consiglio di impiegare un po' di tempo nel ripassare il piano del backswing, e di dedicare

almeno mezz'ora al giorno alla rotazione dei fianchi e al movimento di attraversamento della palla. Si dice che se non controlli la

potenza aumenterai i tuoi errori. Io la penso in maniera totalmente opposta. Se lavorerete completamente con i muscoli, movimento dopo movimento, piuttosto che con una sola parte di essi, avrete più uniformità del gesto.

So, e ho provato a me stesso, che posso tirare  una palla più diritta se la colpisco con forza e decisione. É fuori discussione che,

quando sta giocando su di un percorso lungo e impegnativo, a un giocatore con uno swing consistente non dispiacerebbe avere il

fisico di un gigante. Più potenza ha a disposizione, e meglio si sente. Saprà come usarla. Tirerà cosi lungo da passare il green ad

ogni buca!

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5 - Summary and review

Il materiale presentato in questo libro, come ho detto all'inizio, é solo una minima parte di ciò che ho imparato durante i miei 25

anni di golf professionistico. Spero vivamente che queste lezioni possano servire a due cose. Primo, credo che aumenteranno

enormemente il piacere che il golfista saprà trarre da questo gioco incredibilmente affascinante, rendendolo capace di essere un

vero giocatore, con uno swing solido, potente e ripetitivo. Sono sicuro che queste lezioni saranno utili ad ogni golfista che sarà in

grado di comprendere appieno i movimenti fondamentali (dei quali abbiamo parlato nella prima lezione) e che continuerà a praticare a familiarizzare i fondamentali in questa stagione. In questo ultimo capitolo metteremo insieme tutte le parti dello swing,

mentre ripasseremo questi moderni fondamentali del golf. Per seconda cosa, spero che queste lezioni potranno servire come un

insieme di conoscenze che porteranno ad ulteriori progressi nella comprensione dello swing. Sotto questo aspetto il golf e un po'

come la medicina, o altri campi della scienza. In altri quindici anni, cosi come ci saranno nuove scoperte nel campo medico, basate

e rese possibili dalle conoscenze del presente, allo stesso modo saranno affinate ed allargate le conoscenze odierne del golf. Il giocatore, per come la vedo, ha davanti a se 15 o 20 anni veramente produttivi, anni in cui i suoi sforzi di mettere in pratica il suo

pieno potenziale di golfista lo portano a studiare e sperimentare ogni aspetto della tecnica, continuamente ed intensamente. Può

solo arrivare a tanto.

Ci sono solamente pochi giorni

in una settimana, e poche ore di luce in un giorno. Se avessi

avuto conoscenza, quando da

giovane nel 1931 ho iniziato la

carriera di professionista, di

tutto ciò che sono stato in grado di imparare in seguito

fino al 1957, e se fossi stato in

g rado d i i n i z i a re l e m ie

sperimentazioni da un punto più

avanzato, sarei stato nelle condizioni di contribuire molto

di più alla comprensione del

golf durante i miei migliori anni.

Altri giovani avranno il piacere

ed il privilegio di farlo. Stavo pensando l'altro giorno, "

Quanto tempo ho speso per

imparare a giocare a golf!"

Dovevo avere 13 anni quando

h o i n i z i a t o a l a v o r a r e consapevolmente su l mio

gioco. Ero allora un caddie al Glen Garden Club a Fort Worth, e feci di un socio di nome Ed Stewart il mio modello. Giocatore

amateur molto distinto, Stewart era un lavoratore che non poteva permettersi di giocare troppo spesso, e nessuno degli altri ragazzi

voleva diventare il suo caddie fisso. Era perfetto per me. Gli portavo la sacca ogni volta che scendeva in campo, e studiavo il suo

swing ed il suo modo di colpire la palla attentamente. Poi andavo in campo pratica a paragonare il mio swing al suo, cercando di imitare i suoi movimenti che erano ovviamente corretti ed eleganti. Il primo grande cambiamento che effettuai fu l'azione del mio

ginocchio sinistro. Il mio se ne andava all'esterno quando portavo il bastone all'indietro. Il ginocchio di Stewart, avevo notato, si

piegava elegantemente verso destra. Mi allenavo, correggendo il movimento del ginocchio, sul prato di casa, fino a quando non vi

fu più prato a disposizione. Nel quartiere in cui abitava la mia famiglia, ogni casa aveva un piccolo giardino separato da uno

steccato. La bottega del droghiere stava a sei case, o sei giardini, dalla mia. Ogni volta che mia madre mi mandava a comprare una pagnotta o un panetto di burro o qualsiasi cosa, non camminavo semplicemente verso il negozio. Giocavo verso di esso, tirando

dei chip da un giardino all'altro, o stabilendo che il cortile della seconda o terza casa fosse il green immaginario del mio percorso; a

volte tirando all'ultima casa con un ferro nove pieno, e sempre lavorando sul movimento del ginocchio o qualche altra cosa del mio

swing. Dubito che la mia pratica giovasse ai giardini dei nostri vicini, ma fece un gran bene al mio gioco. Nel golf, sapete, si

scoprono certe cose molto presto ed altre sorprendentemente tardi. Per esempio, prendete solo tre dei tanti elementi che ora considero assolutamente fondamentali per ogni buono swing: il waggle appropriato, la corretta rotazione dei fianchi ed il giusto

piano del backswing. Compresi l'importanza del waggle relativamente tardi: avevo appena iniziato a seguire il circuito, nel 1932,

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quando imparai da Johnny Revolta, osservandolo e parlandone con lui; questo fenomeno del gioco corto si preparava ad ogni

colpo attorno al green modificando il suo waggle ed adattandolo alla particolare situazione. Se ad esempio doveva uscire da un bunker e fermare la palla immediatamente, compiva questi movimenti delle mani in modo netto e preciso, come fossero la copia

del colpo che avrebbe usato per toccare la palla nel modo dovuto per imprimere il massimo backspin. O poniamo dovesse tirare un

pitch per fare atterrare la palla su una precisa zona di un green veloce, e farla rotolare giù per un gradino verso la buca; si preparava

allora con movimenti delicati che sembravano eseguiti semplicemente con le dita. E cosi via - un waggle diverso per ogni chip shot

del suo fantastico repertorio. Ebbi l'illuminazione di pensare che il metodo di Johnny fosse un modo molto intelligente di prepararsi al colpo, non solo per il gioco corto ma anche per i colpi pieni. Iniziai a metterlo in pratica immediatamente. Non molto tempo

dopo, direi verso la metà degli anni '30, compresi pienamente la corretta azione dei fianchi che ruotano, principalmente

riguardando filmati dei cinegiornali, sui migliori golfisti in azione. Non fu che nel 1938, tuttavia, che afferrai il concetto di piano

dello swing. Di tanto in tanto pensavo al piano, studiando il modo in cui il battitore del Baseball gira la mazza e facendo qualche

tentativo di teorizzarlo. Tuttavia, solo quando iniziai a preoccuparmi per l'inaffidabilità del mio backswing fui portato a condurre un serio studio del piano. Molto prima che capissi quanto potesse essere d'aiuto sviluppare l'azione nel piano e perché funzionasse

cosi bene, capii che mi ero imbattuto in qualcosa di estrema importanza. Nel circuito invernale, mentre viaggiavamo di torneo in

torneo, me ne stavo nella mia stanza di hotel notte dopo notte, studiando il mio piano del backswing negli specchi a figura intera,

cercando di memorizzare il movimento cosi bene da renderlo istintivamente sempre uguale a se stesso. Nelle stagioni prima della

seconda guerra mondiale, mentre imparavo sempre più sullo swing e su come giocare a golf, iniziai a raccogliere i primi successi sul circuito. Ciononostante, non mi sentii pienamente sicuro del mio gioco fino al 1946. Fino a quell’anno, mentre sapevo, una volta sul

percorso e constatando che stavo giocando bene, di avere le capacità per fare un buon giro, prima dello start non avevo idea se

avrei tirato 69 o 79 colpi. Sentivo che il mio gioco avrebbe potuto andare in pezzi ogni giorno. Non avevo certezze che, se non fossi

stato in perfetta forma, avrei comunque potuto segnare un buon giro. I miei amici sul Tour mi dicevano che era da stupidi

preoccuparsene, che avevo un ottimo swing e tutti le ragioni per affidarmi ad esso. Ma i miei dubbi non mi abbandonarono mai. Anche se giocavo bene, ero comunque preoccupato di come avrei potuto giocare il giorno seguente, ed il giorno dopo ancora. Nel

1946 il mio atteggiamento cambiò improvvisamente. Iniziai veramente a sentire che avrei potuto pensare di giocare abbastanza

bene ogni volta che scendevo in campo, che non vi era nessun motivo per cui avrei dovuto d’improvviso perdere il mio swing.

Penso che ciò che stava dietro alla mia nuova consapevolezza era questo: avevo smesso di cercare di eseguire cose difficilissime in

modo perfetto, perché mi fu chiaro che ciò non era possibile, o consigliabile, e nemmeno necessario. Tutto ciò su cui devi essere solido sono i fondamentali, e non sono poi così tanti. Inoltre, erano movimenti facilmente controllabili, che potevano essere eseguiti

abbastanza bene, che fossi in forma o meno in quella particolare giornata. Non so se nacque prima l’uovo o la gallina, ma nello

stesso momento in cui iniziai a credere di avere tutto ciò che mi occorreva per giocare un buon golf anche quando non ero al

meglio, i miei colpi cominciarono ad avere una consistenza nuova e stabile. LA BASE DI QUESTO PROGRESSO, LASCATEMELO

RIPETERE, ERA LA MIA GENUINA CONVINZIONE CHE TUTTO CIO’ DI CUI AVEVO BISOGNO PER GIOCARE UN BUON GOLF ERA ESEGUIRE PROPRIAMENTE UN NUMERO RELATIVAMENTE LIMITATO DI MOVIMENTI FONDAMENTALI. Ora che abbiamo

esaminato lo swing, passo dopo passo, dal grip al finish, penso che sarà estremamente istruttivo “riavvolgere lo swing” e vedere

quali siano i movimenti chiave che un golfista deve eseguire per muoversi da una posizione ad un’altra. Per iniziare, cosa deve fare

un giocatore per giungere alla corretta posizione nel finish dello swing? Come abbiamo detto, il follow-through non è il nuovo

risultato di alcuna specifica azione nell’ultima parte del movimento. La corretta azione a catena, sommata alla velocità della testa del bastone porta il golfista verso il finish corretto. Il giocatore è obbligato ad eseguire un follow-through corretto, SEMPRECHÉ SIA

ARRIVATO SULLA PALLA E LA ABBIA IMPATTATA NEL MODO CORRETTO. Tutto bene, quindi. Quali sono le cose principali che un

giocatore deve fare per essere correttamente posizionato quando arriva a colpire la palla? Sarà essenzialmente nella posizione

corretta all’impatto se imparerà ad eseguire tre principali movimenti. 1) Deve iniziare il down swing ruotando i fianchi verso sinistra,

2) deve colpire e proseguire fino al finish del suo swing in un movimento unico, colpendo la palla con i fianchi, le spalle, le braccia e le mani in quest’ordine. 3) Deve iniziare a supinare il polso sinistro appena prima dell’impatto. Questo è ciò su cui essenzialmente si

deve concentrare, SEMPRECHE’ SIA NELLA POSIZIONE CORRETTA AL TOP DEL BACKSWING. Come fa un giocatore ad entrare

nella corretta posizione al top del back swing? Egli sarà essenzialmente in posizione corretta al top del back swing se 1) esegue

propriamente il waggle; 2) stacca il bastone con mani, braccia e spalle e lascia che le spalle facciano ruotare i fianchi; 3) rimane sul

suo piano durante tutto il backswing. Questi sono i movimenti sui quali deve concentrarsi nell’eseguire il backswing, SEMPRECHE’ SIA CORRETTAMENTE POSIZIONATO SULLA PALLA ALL’ADDRESS. Ed infine, cosa costruisce questa corretta posizione

all’address? La risposta è, chiaramente, un corretto stance, una corretta postura ed un grip corretto. Ora, non vi sono poi tanti

movimenti chiave da ricordare e sui quali lavorare. Penso si arrivi ad otto. L’interno movimento dello swing parte dal grip e si

costruisce su di esso. Ogni movimento corretto è correlato e ci predispone al movimento successivo. L’intero swing è una azione a

catena. Quando una certa parte del vostro swing non funziona propriamente, vi consiglio di rinfrescare l’apprendimento di quella particolare fase (leggendo le pagine dedicate nei precedenti capitoli) e di lavorarci sopra in campo pratica. E SIA CHE VOI STIATE

PRATICANDO O GIOCANDO SUL PERCORSO, ABITUATEVI A PENSARE IN TERMINI DI CAUSE E NON DI EFFETTO. Lasciate che

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vi spieghi cosa intendo. Poniamo che un giocatore alzi la testa ed esegua un colpaccio. Il suo compagno dirà: “Non hai tenuto giù

la testa”, come se questa fosse la vera causa del suo tiro male eseguito. Non lo è. La vera causa è qualche movimento sbagliato nel movimento dello swing che gli ha fatto tirare su la testa. Per esempio, se un giocatore inizia la discesa del bastone con spalle o

mani, e non con i fianchi, non potrà mantenere la testa in posizione. D’altra parte, se il vostro swing è corretto, non dovete fare altro

che pensare alla palla. Rivediamo insieme in breve alcune delle posizioni importanti che farete bene a praticare e controllare per

costruire uno swing solido, potente e ripetitivo.

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Lo swing che abbiamo illustrato in queste lezioni è quello essenziale, portato ai suoi autentici fondamentali. Vi è tutto ciò che serve per produrre uno swing solido, potente e ripetitivo. Se il giocatore impara ad eseguire questi fondamentali, e non vi è nessuna

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azione in questo swing che un uomo o una donna di medie capacità di coordinazione non possa eseguire, continuerà a diventare

sempre più un buon giocatore. Non dovrà preoccuparsi costantemente, ad esempio, del suo timing, come fa un giocatore che basa il suo swing sull’azione delle mani e che, poiché ciò è impossibile, è portato ad essere sempre incostante. Il giocatore il cui swing è

basato su una catena di azioni correlate non può che avere un buon timing. E’ lo swing stesso che gli impone il ritmo giusto, la

stessa azione a catena è il timing desiderato. Vi è una altra cosa positiva nel metodo che abbiamo esposto: IL GIOCATORE USA LO

STESO SWING PER OGNI COLPO CHE GIOCA. Per tutti i colpi standard la palla dovrebbe essere posizionata allo stesso modo

rispetto al piede sinistro ( Io fisso un punto che sta a circa un pollice, un pollice e mezzo dal tacco della scarpa sinistra.) Per essere tranquilli, potete giocare la palla un poco più avanti o indietro, questo varia da persona a persona, in relazione al punto più basso

dell’arco dello swing. In ogni caso la posizione relativa tra piede sinistro e palla rimane costante. Quando restringete la larghezza

dello stance per assecondare lo shaft più corto di un ferro, muoverete il piede destro un po’ più vicino al sinistro e verso la palla. Sia

che giochiate un drive pieno o un ferro 5 o un wedge, non farete nessuna modifica voluta allo swing. Senza averne nozione, il

vostro swing varierà leggermente al variare della lunghezza dello shaft. (Il mio Driver, ad esempio è lungo 43 pollici; il mio ferro 2 38 e mezzo, il mio ferro 5 37 pollici, il mio wedge 34 e mezzo.) Più lo shaft è corto e più il giocatore deve stare vicino alla palla. Il suo

piano sarà più inclinato e l’ampiezza dell’arco naturalmente ridotta. Quando riducete l’arco dello swing, avete meno tempo per

spostare il fianco sinistro fuori dalla traiettoria delle braccia. Questa è la ragione per cui io faccio – e vi consiglio di fare – una

piccola modifica quando giocate i ferri, dal 6 al wedge: PORTATE IL VOSTRO FIANCO SINISTRO FUORI DALLA TRAIETTOIA

PRIMA DI INIZIARE IL COLPO. Farete questo mettendo il piede destro un poco più vicino alla palla, come illustrato nel diagramma. Questa cosa ha l’effetto di posizionare il piede sinistro all’interno della linea di tiro e di fare ruotare il fianco sinistro un po’ verso

sinistra, aprendolo leggermente. Quando giocherete i ferri corti con il corpo in questa posizione, avrete sempre la sensazione di

giocare un ferro pieno. In realtà non lo farete. Avete posto una ulteriore limitazione all’arco del vostro swing. Sacrificherete un pò di

distanza, come risultato, - il bastone non può viaggiare ugualmente alla stessa velocità riducendone l’arco – ma ciò che perderete in

distanza lo guadagnerete enormemente in precisione. Quando giocate i ferri corti la precisione è per forza di cose il fattore primario.Il lettore-golfista che si sia impegnato

diligentemente su queste lezioni, spendendo

almeno una settimana di tempo per ciascuna di

esse, dovrebbe già essere sulla buona strada per

sviluppare uno swing corretto e ripetitivo. Tuttavia, non potete sperare di acquisire un reale controllo

sullo swing in un mese. Dovrete continuare a

lavorare sui fondamentali per tutta la stagione, sia in

campo che durante la pratica. Attraverso questo

veloce approccio, gradualmente arriverete ad eseguire il movimento dello swing in maniera più

rilassata ed efficiente. Prima di sei mesi un golfista

di medie capacità sarà in grado di giocare attorno

agli 80, o addirittura di scendere sotto agli 80. E

scoprirà di poter continuare a migliorare, che è la soddisfazione più grande di tutte. La familiarità con

i fondamentali che il golfista acquisirà sul campo in

una sola stagione renderanno questi movimenti

istintivi. Più riuscirà a creare una memoria muscolare

del movimento e più potrà rivolgere l’attenzione su altri aspetti del golf – il che vuol dire pensare alla giusta strategia buca per buca, decidere quale sia la strada migliore per arrivare

alla bandiera, giocare il colpo giusto per le particolari condizioni del percorso o del tempo, assaporare in breve la sfida che ogni

buca ben disegnata porge al giocatore che ha le necessarie capacità per giocare un buon golf.

Ho sempre pensato che il golf sia il migliore tra tutti gli sport – il più stimolante, il più esigente, il più gratificante. Non posso

esprimere la riconoscenza che ho sempre provato per essere parte di un gioco di tale bellezza, che ha espresso grandi campioni ed incredibili personalità come Harry Vardon, Francis Ouimet, Bob Jones, Walter Hagen, Gene Sarazen, Tommy Armour, Sam Snead,

Byron Nelson, Jimmy Demaret – per citare solo alcuni di questi grandi giocatori. Ho scoperto come il golf sia, in ogni suo aspetto,

un linguaggio universale, che viaggiassi negli States o all’estero. Ho veramente assaporato ogni minuto che ho speso nel golf –

soprattutto grazie ai fantastici amici che ho incontrato. Amavo giocare, amavo praticare. Che il mio impegno per il giorno seguente

fosse un giro nel torneo o solo un viaggio fino al campo pratica, il pensiero che in quella giornata ci sarebbe stato del golf mi faceva sentire privilegiato ed estremamente felice, e non vedevo l’ora che il solo sorgesse, per uscire, ed essere sul percorso ancora

una volta.

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