Balarm Magazine | Idee, personaggi e tendenze che muovono la Sicilia | numero 14

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SALVATORE BONAFEDE IL PAN DEL DIAVOLO FULVIO DI PIAZZA SKIP LA COMUNE SALVATORE CUSIMANO PIAZZA MARINA & DINTORNI SICILIA TURISMO 2011 SALVATORE BONAFEDE PINO CARUSO “Ho dei pensieri che non condivido” Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in A.p. - D.L: 353/2003 (conv.n.46 art.1 comma 1 CSN/CBPA-SUD2 Palermo) bimestrale gratuito di cultura, costume e società numero 14 febbraio/marzo 2010

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Balarm Magazine è un bimestrale di approfondimento culturale e di costume stampato in 12.000 copie e distribuito gratuitamente a Palermo, Mondello, Monreale, Bagheria

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SALVATORE BONAFEDE IL PAN DEL DIAVOLO FULVIO DI PIAZZASKIP LA COMUNE SALVATORE CUSIMANO PIAZZA MARINA & DINTORNISICILIA TURISMO 2011

SALVATORE BONAFEDE

PINO CARUSO“Ho dei pensieri che non condivido”

Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in A.p. - D.L: 353/2003 (conv.n.46 art.1 comm

a 1 CSN/CBPA-SUD2 Palermo)

bimestrale gratuito di cultura, costume e società numero 14 febbraio/marzo 2010

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balarm magazinebimestrale di cultura, costume e societàanno IV n°14 febbraio/marzo 2010 registrazione al tribunale di palermo n° 32 del 21.10.2003

editoreassociazione culturale balarmpartita iva 05226220829

direttore responsabilefabio ricotta

coordinatricesveva alagna

redazionevia nicolò garzilli 26 - 90141 palermotel. 091.334780 / fax [email protected]

pubblicità tel. 091.334780 / mob. 328.5351236 [email protected]

articoliadriana falsone, gigi razete, giorgio fl accavento,

irene leonardi, gjin schirò, federica sciacca, alessandra sciortino, giulio giallombardo, claudia

brunetto, laura nobile, daniele sorvillo, laura francesca di trapani, giulia scalia, serenella di

marco, sveva alagna, salvatore salviano miceli, manuela pagano, tommaso gambino, daniela

genova, tony siino, letizia mirabile, giorgio aquilino, marco amato, fabio vento

fotografi efederico maria giammusso, jose fl orentino

giuseppe sinatra, tullio puglia, domenico aronica, cristiano integuglielmi, luca lo cascio, davide

currao, roberto panucci, davide grotta, davide molino, chiara chiaramonte, studio progresso,

olimpio mazzorana, michele tomaiuoli, giuseppe cinà, salvatore prestifi lippo, lavinia caminiti,

antonino cottone

grafi ca & impaginazionemassimiliano della sala (grafi shdesign.it)

stampa artigiana grafi ca (palermo)

tiratura e distribuzione numero stampato in 12.000 copie e

distribuito gratuitamente a palermo, monreale, mondello, bagheria e

comprensorio in circa 200 punti di aggregazione culturale e mondana

prossime uscite n°15 (aprile-maggio) n°16 (giugno-luglio)

n°17 (agosto-settembre)

abbonamenti per ricevere il magazine via posta in tutta italia è possibile abbonarsi

online su www.balarm.it o da master dischi, in via xx settembre 38 a palermo

l’associazione balarm è iscritta nel registro degli operatori di

comunicazione al numero 18155

in copertina pino caruso (ph federico maria giammusso)

www.balarm.it/magazine

RITAGLI 6_Pivviccì; Outsiders in Palermo; Catamiati; Trekking urbano; Tutti per uno; Sicilia home movies;

Bmodel; Suggestioni di Sicilia; Green à porter

PRIMO PIANO 10_Pino Caruso

MUSICA 14_Salvatore Bonafede_16_Pan del Diavolo17_RT guitar duo; Vincenzo Pomar; Brilliant at Breakfast_18_Offi cine Festival_20_Via Crucis

22_Trio Siciliano_23_Laura Lala e Sade Mangiaracina

TEATRO 24_Gigi Borruso26_Auditorium Teatro Dante

28_Giovanni Cangialosi

ARTE 32_Fulvio Di Piazza34_Skip La Comune35_Federico Lupo

LIBRI 36_Salvatore Cusimano_38_Consigli letterari41_Alessandro D’Avenia

CINEMA 42_John Turturro_44_Ninnarò45_PC... Panelle e Crocché

COSTUME & SOCIETA’ 46_Piazza Marina & dintorni_48_Palermo per Palermo

_50_Palermo sbarca su Twitter 51_Personal shopper, più stile per tutti

TURISMO 52_Sicilia Turismo 2011

CIBO 56_Cervello multitasking e polpette di ricotta

SEGNI 58_ La primavera astrologica

SOMMARIO

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Cari lettori, siamo reduci da un inverno cupo e uggioso, tra pioggia incessante, vento, freddo e umore ai minimi storici. Ed ancora, mancanza di energia, diffi coltà di risveglio mattutino, riduzione della produttività e tendenza al ritiro sociale. Lo sapevate che esiste una defi nizione medica statunitense che qualifi ca tutto questo in una parola? SAD, ovvero Seasonal Affective Disorder (disturbo dell’umore ad andamento stagionale). La causa principale? Man-canza o drastica riduzione della luce solare. D’altronde il tono dell’umore sembra diminuire quanto più ci si allontana dall’equatore per cui possiamo trovare un maggior numero di persone più tristi nelle regioni nordiche che nelle regioni meridionali e nello stesso modo un maggior buonumore d’estate che d’inverno. E Palermo? Ne vogliamo parlare? La città abituata alla luce del sole e alla bella stagione è piombata di colpo nell’oscu-rità metereologica. Per un momento mi è sembrata Milano e ho pensato: con tutti i problemi che ci sono si ci mette anche il sole? Forse sta arrivando quella punizione divina tanto auspicata da un mio professore all’Università? Di tanto in tanto tirava fuori una delle sue massime rigorosamente in dialetto palermitano: «ci fussi i pigghiari a Sicilia e affunnalla nnu mari cu tutti i cristiani…e poi ripigghialla arrieri». Che, tradotto, voleva dire: questa terra è così irredimibile che forse l’unico modo per cambiare le cose è adottare una soluzione radicale, e cioè affondare l’intera regione nel mare con tutti i suoi abitanti e dopo qualche giorno riportarla in superfi ce. Era una metafora ironica che in quel periodo, tra lo studio di Sant’Agostino e Tommaso D’Aquino, ci faceva sorridere e rifl ettere ma che ancora oggi è viva nei miei ricordi. E tra i miei pensieri è vivo anche il ricordo di Giorgio Li Bassi, l’attore palermitano che lo scorso 16 febbraio ci ha lasciati a causa di un malore improvviso. Dopo oltre quarant’anni di carriera se ne va un pezzo di storia del teatro cittadino. Giorgio amava defi nirsi un “vecchio emergente” perché negli ultimi anni aveva vissuto il suo personalissimo riscatto al fi anco di alcuni giovani di talento della nostra città, come la regista Emma Dante. La redazione di Balarm gli rivolge l’ultimo saluto. In questo numero trovate un nuovo restyling grafi co e in parte dei contenuti. È solo l’inizio di un nuovo percorso perché nei prossimi mesi ci saranno altre novità. Infi ne un ultimo pensiero: crediamo che la nostra crescita passi anche dall’interazione, dal coinvolgimento e dal confronto con i lettori. Per cui, chiunque volesse fare delle proposte o suggerire delle idee o argomenti per nuovi articoli, può farlo inviando una mail all’indirizzo [email protected]. E adesso non mi resta che augurarvi una buona lettura.

INTRO

Numero quattordiciquattordici, la luce, la luce di FABIO RICOTTA

AZIZA MUNNIZZA ph. Matilde Incorpora

balarm magazine 5

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RITAGLIRITAGLI

PIVVICCÌ, IL RICICLO È DI MODA Trasformare il rifi uto in qualcosa di bello e utile: è questo lo spirito di “Pivviccì”, progetto degli architetti palermitani Giuseppe Rogato e Francesco Lucia. Dal riciclo di striscioni pubblicitari in PVC desti-nati alla discarica, i due hanno ricavato borse, poltrone, accessori e oggetti di interior design. Un’iniziativa “sostenibile”, che alla chiara impronta ecologica affi anca un deciso supporto all’economia locale. La realizzazione dei prodotti, infatti, vede coinvolte realtà produttive dell’artigianato palermitano e siciliano. «Nonostante Palermo stia af-frontando una drammatica emergenza rifi uti - commentano Rogato e Lucia - è, però, un luogo che con l’arte e la creatività ha un rappor-to privilegiato». Il catalogo delle creazioni è disponibile online su www.pivvicci.it (Fabio Vento)

TUTTI PER UNO – LOTTERIA AMNESTY INTERNATIONALParte anche quest’anno la lotteria “Tutti per uno” promossa dalla circoscrizione siciliana di Amnesty International. Acquistando un biglietto al costo di 3 euro si potrà contribuire alla realizzazione delle attività di Amnesty nella nostra regione, ma anche in Italia e nel mondo. In palio 100 premi, tra cui uno scooter, una consolle portatile Psp Go, un corso di tango argentino. Testimonial dell’iniziativa, abbinata alla campagna “Io pretendo dignità” per il riconoscimento e la protezione dei diritti delle persone che vivono in povertà a Palermo, sono Stefania Petyx e il suo bassotto. L’estrazione dei biglietti vincenti avverrà il 23 giugno alle 20.30 al Kursaal Kalhesa, (Foro Umberto I, 21). Per l’elenco dei punti vendita e la lista completa dei premi consultare il sito web www.amnestysicilia.it (f.v.)

TREKKING URBANO CON LA COOPERATIVA A.L.I.

Un’escursione nella riserva naturale di Capo Gallo, fra una natura ri-

gogliosa e incontaminata, e un tour alla scoperta dei misteri dell’an-

tica setta dei Beati Paoli. Sono solo due delle proposte di “trekking

urbano” della locale Società Cooperativa A.L.I. (Ambiente Legalità In-

tercultura), impegnata nella promozione di attività legate al rispetto

dell’ambiente, alla diffusione della cultura della legalità e all’afferma-

zione dell’universalità dei diritti. Alla proposta di turismo responsabi-

le, che in un’ottica di sostegno delle culture locali e di un’economia

sostenibile organizza viaggi in Sicilia per piccoli gruppi, si affi anca

infatti un’opera di promozione del patrimonio artistico e naturale di Palermo e della provincia. Per maggiori

informazioni consultare il sito www.alicooperativa.com (f.v.)

CATAMIATI, TRA IMPRESA E CREATIVITÀ «Chi ha un’idea creativa o anche semplicemente il “desiderio” di realizza-re una propria micro-impresa (sia essa un’attività commerciale, artigiana o professionale) incontra spesso diffi coltà e vincoli diffi cili da superare»: promosso dal palermitano Laboratorio per l’Innovazione, “Catamìati” è un servizio di consulenza che sostiene chi ha un’idea imprenditoriale nel pro-cesso creativo che permette di immaginare come sarà la propria impresa, cosa produrrà, come e per chi. Aiuta il cliente a mettere a fuoco vincoli e potenzialità, ad analizzare il mercato e i potenziali concorrenti, e fornisce supporto sui canali di fi nanziamento e le possibili strategie di comunica-

zione. Per maggiori informazioni consultare il sito web www.laboratorioinnovazione.eu/catamiati o chiamare il numero 091.225971. (f.v.)

OUTSIDERS IN PALERMOUna divertente serie sulla vita degli studenti fuori sede nella nostra città: è “Outsiders in Palermo”, sit-com ideata da Nicola Torregrossa e sceneggiata a quattro mani con Vittorio Canepa che, dopo un breve lancio in TV, appro-da ora al web. Tre i protagonisti: Andrea, interpretata da Katia Di Mariano, è una studentessa DAMS, determinata a divenire attrice professionista; Peppe, al secolo Giusep-pe Emanuele, è uno stralunato fuori-corso di Ingegneria; Ciccio, interpretato da Davide Ruggiano, è il proprietario dell’appartamento. Più che ai modelli della fi ction italiana, la serie si rifà alla sit-com americana “Friends”. Sono previste varie guest-star non soltanto italiane, mentre la musica è delle Cordepazze. Le puntate sono distribuite sul sito www.outsidersinpalermo.ite sul blog www.rosalio.it (f.v.)

PALERMO IN GOOGLE STREET VIEWDa oggi è possibile “camminare” per Palermo stando comoda-

mente seduti al pc: Google Street View si estende alla nostra cit-

tà. Integrata in Google Maps (maps.google.it), questa innovativa

applicazione consente di muoversi “virtualmente” per le strade

cittadine, attraverso viste panoramiche a 360 gradi in orizzontale

e a 270 in vertcale, a distanza di 10-20 metri l’una dall’altra. Intro-

dotto il 25 maggio 2007, questo servizio si è gradualmente am-

pliato, fi no ad abbracciare: Australia, Canada, Francia, Giappone,

Italia, Messico, Nuova Zelanda, Paesi Bassi, Portogallo, Repubblica Ceca, Regno Unito, Singapore, Spagna,

Stati Uniti, Svizzera e Taiwan. In Italia Google Street View è disponibile dal 29 ottobre 2008, quando

furono inserite le città di Roma, Milano, Firenze e Como. (f.v.)

RITAGLI

PIVVICCÌC , IL RICICLO È DI MODA Trasformare il rifi uto in qualcosa di bello e utile: è questo lo spiriiririiitototototo di “Pivviccì”, progetto degli architetti palermitani Giuseppe Rogato e Francesco Lucia. Dal riciclo di striscioni pubblicitari in PVC desti-nati alla discarica, i due hanno ricavato borse, poltrone, accessori e oggetti di interior design. Un’iniziativa “sostenibile”, che alla chiara impronta ecologica affi anca un deciso supporto all’economia locale. La realizzazione dei prodotti, infatti, vede coinvolte realtà produttive dell’artigianato palermitano e siciliano. «Nonostante Palermo stia af-frontando una drammatica emergenza rifi uti - commentano Rogato e Lucia - è, però, un luogo che con l’arte e la creatività ha un rappor-to tot privilegiato». Il catalogo delle creazioni è disponibile online su www.pivvicci.it (Fabio Vento)

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PALERMO IN GOOGLE STREET VIEWDa oggi è possibile “camminare” per Palermo stando comoda-

mente seduti al pc: Google Street View si estende alla nostra cit-

tà. Integrata in Google Maps (maps.google.it), questa innovativa

applicazione consente di muoversi “virtualmente” per le strade

cittadine, attraverso viste panoramiche a 360 gradi in orizzontale

e a 270 in vertcale, a distanza di 10-20 metri l’una dall’altra. Intro-

dotto il 25 maggio 2007, questo servizio si è gradualmente am-

pliato, fi no ad abbracciare: Australia, Canada, Francia, Giappone,

Italia, Messico, Nuova Zelanda, Paesi Bassi, Portogallo, Repubblica Ceca, Regno Unito, Singapore, Spagna,

Stati Uniti, Svizzera e Taiwan. In Italia Google Street View è disponibile dal 29 ottobre 2008, quando

furfurfururono inserite le città di Roma, Milano, Firenze e Como. (f.v.) furfurfurfufufufu

OUTSIDERS IN PALERMOUUUUna divertente serie sulla vita degli studenti fuori sede nella nostra città: è “Outsiders in Palermo”, sit-com ideata da Nicola Torregrossa e sceneggiata a quattro mani con Vittorio Canepa che, dopo un breve lancio in TV, appro-da ora al web. Tre i protagonisti: Andrea, interpretata da Katia Di Mariano, è una studentessa DAMS, determinata a divenire attrice professionista; Peppe, al secolo Giusep-pe Emanuele, è uno stralunato fuori-corso di Ingegneria; Ciccio, interpretato da Davide Ruggiano, è il proprietario dell’appartamento. Più che ai modelli della fi ction italiana, la serie si rifà alla sit-com americana “Friends”. Sono previste varie guest-star non soltanto italiane, mentre la musica è delle Cordepazze. Le L puntate sono distribuite sul sito www.outsidersinpalermo.itulull bloblobloblog wg g ww.rosalio.it (f.v.)e se se se se ululululul ul ul ul ul bloblobloblobloblblobl gggg

TTRTRTRRRREKEKEKEKEKEKKKKKIKIKING URBANO CON LA COOPERATIVA A.L.I.

Un’escursione nella riserva naturale di Capo Gallo, fra una natura ri-

gogliosa e incontaminata, e un tour alla scoperta dei misteri dell’an-

tica setta dei Beati Paoli. Sono solo due delle proposte di “trekking

urbano” della locale Società Cooperativa A.L.I. (Ambiente Legalità In-

tercultura), impegnata nella promozione di attività legate al rispetto

dell’ambiente, alla diffusione della cultura della legalità e all’afferma-

zione dell’universalità dei diritti. Alla proposta di turismo responsabi-

le, che in un’ottica di sostegno delle culture locali e di un’economia

sostenibile organizza viaggi in Sicilia per piccoli gruppi, si affi anca

infatti un’opera di promozione del patrimonio artistico e naturale di Palermo e della provincia. Per maggiori

informazioni consultare il sito www.alicooperativa.com (f.v.)

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CATAMIATI, TRA IMPRESA E CREATIVITÀ «Chi ha un’idea creativa o anche semplicemente il “desiderio” di realizza-are una propria micro-impresa (sia essa un’attività commerciale, artigiana o professionale) incontra spesso diffi coltà e vincoli diffi cili da superare»: promosso dal palermitano Laboratorio per l’Innovazione, “Catamìati” è un servizio di consulenza che sostiene chi ha un’idea imprenditoriale nel pro-cesso creativo che permette di immaginare come sarà la propria impresa, cosa produrrà, come e per chi. Aiuta il cliente a mettere a fuoco vincoli e potenzialità, ad analizzare il mercato e i potenziali concorrenti, e fornisce supporto sui canali di fi nanziamento e le possibili strategie di comunica-

zione. Per maggiori informazioni consultare il sito web www.laboratorioinnovazione.eu/catamiati o chiamare il numero 091.225971. (f.v.)

TUTTI PER UNO – LOTTERIA AMNESTY INTERNATIONALParte anche quest’anno la lotteria “Tutti per uno” promossa dalla circoscrizione siciliana did d d dAmnesty International. Acquistando un biglietto al costo di 3 euro si potrà contribuire alla realizzazione delle attività di Amnesty nella nostra regione, ma anche in Italia e nel mondo. In palio 100 premi, tra cui uno scooter, una consolle portatile Psp Go, un corso di tango argentino. Testimonial dell’iniziativa, abbinata alla campagna “Io pretendo dignità” per il riconoscimento e la protezione dei diritti delle persone che vivono in povertà a Palermo, sono Stefania Petyx e il suo bassotto. L’estrazione dei biglietti vincenti avverrà il 23 giugno alle 20.30 al Kursaal Kalhesa, (Foro Umberto I, 21). Per l’elenco dei punti vendita e la lista completa dei premi consultare il sito web www.amnestysicilia.it (f.v.)

di didididididdii

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balarm magazine 6 balarm magazine 7

Page 5: Balarm Magazine | Idee, personaggi e tendenze che muovono la Sicilia | numero 14

SICILIA HOME MOVIESRaccogliere, sottraendole al dimenticatoio, testimonianze sui fe-

nomeni che hanno attraversato la società siciliana nel secolo scor-

so: questo l’obiettivo del progetto “Sicilia Home Movies. Il Nove-

cento nel fi lm amatoriale e di famiglia” promosso dalla Filmoteca

Regionale Siciliana, e la “materia prima” sono tutti quei fi lmati in

pellicola che, prima dell’avvento delle videocamere, venivano girati in ambito familiare per raccontare piccoli e gran-

di eventi, giorni di festa, viaggi. Possessori di pellicole amatoriali, residenti in Sicilia o comunque siciliani, possono già

da ora consegnare i propri fi lmati: quelli più signifi cativi saranno parte della mostra “Sicilia del ‘900, memorie di un

secolo” di Esperia Film, che avrà luogo nel corso del 2010.

Per informazioni chiamare il 091.982783. (f.v.)

RITAGLI

SICILIA HOME MOVIESRaccogliere, sottraendole al dimenticatoio, testimonianze sui ffffe-e-eee-

nomeni che hanno attraversato la società siciliana nel secolo scor-

so: questo l’obiettivo del progetto “Sicilia Home Movies. Il Nove-

cento nel fi lm amatoriale e di famiglia” promosso dalla Filmoteca

Regionale Siciliana, e la “materia prima” sono tutti quei fi lmati in

pellicola che, prima dell’avvento delle videocamere, venivano girati in ambito familiare per raccontare piccoli e gran-

di eventi, giorni di festa, viaggi. Possessori di pellicole amatoriali, residenti in Sicilia o comunque siciliani, possono già

da ora consegnare i propri fi lmati: quelli più signifi cativi saranno parte della mostra “Sicilia del ‘900, memorie di un

secsesese olo” di Esperia Film, che avrà luogo nel corso del 2010.

Per informazioni chiamare il 091.982783. (f.v.)

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sesesese

BMODEL, A SCUOLA DI MODELLENasce a Palermo Bmodel, fashion agency che si occupa della gestione di mo-delle e modelli, dell’organizzazione di casting, di shooting, di eventi legati alla moda ed al fashion. È anche una fashion school rivolta a chi desidera intra-prendere la carriera da modello o modella o migliorare la propria performance in questo ambito, con corsi appositamente studiati per l’inserimento professio-nale nel mondo del fashion e del modeling industry. Non sono trascurate fi gure professionali come hostess, steward e promoter. Divisione di Bquadro Eventi e Comunicazione, Bmodel si avvale di importanti partnership nel mondo della moda siciliana: Confcommercio terziario Donna, la Vie en Rose, Daniela Cocco, Roberta Lo Jacono e Fabiola Fernandes. Per maggiori informazioni chiamare il numero 091.9820769. (f.v.)

RITAGLI

SUGGESTIONI DI SICILIA

È stato presentato da poco alla BIT (Borsa Internazionale del Turismo) di Milano

il libro “Suggestioni di Sicilia” della giornalista Laura Crescimanno. Raccontare

il territorio siciliano in un percorso di itinerari a tema, di viaggio come “scoper-

ta” al di fuori del turismo organizzato: questo è l’obiettivo, in una guida che

attraversa strade da percorrere in auto, panorami, passeggiate, città, borghi,

musei, parchi naturali, isole minori, spiagge segrete ed angoli di mare, sa-

pori e prodotti tipici. Ma anche una selezione della ricettività in alberghi di

lusso, resort, B&B ed agriturismi di charme, campi da golf, immersioni subac-

quee. Pubblicato da Marcello Clausi Editore, il libro è già disponibile in libreria.

Per maggiori informazioni consultare il sito www.suggestionidisicilia.it (f.v.)

GREEN À PORTER, LA MODA SOSTENIBILE

Abiti, borse, cappelli, gioielli fatti a mano con materiali naturali, riusati o ricicla-

ti, e soprattutto a chilometri zero: il 18 aprile i locali del teatro Montevergini (via

Montevergini 8) accoglieranno “Green à porter“, un evento-sfi lata “ecologico” a

cura dell’associazione Impronta leggera di Bologna. La serata si propone di spon-

sorizzare piccoli artigiani e stilisti locali che realizzano abiti e accessori per la moda

nel rispetto dei principi della green economy, della cultura del riuso, dell’acquisto

critico e di qualità. La supervisione e il coordinamento dell’evento saranno curate

da associazioni ecologiste e ambientaliste siciliane e professionisti del settore, sa-

ranno presenti inoltre sponsor del settore ecosostenibile. Per maggiori informazio-

ni chiamare il numero 392.6275457. (f.v.)

GREEN À PORTER, LA MODA SOSTENIBILE

AAAbAbiti, borse, cappelli, gioielli fatti a mano con materiali naturali, riusati o ricicla-

ti, e soprattutto a chilometri zero: il 18 aprile i locali del teatro Montevergini (via

Montevergini 8) accoglieranno “Green à porter“, un evento-sfi lata “ecologico” a

cura dell’associazione Impronta leggera di Bologna. La serata si propone di spon-

sorizzare piccoli artigiani e stilisti locali che realizzano abiti e accessori per la moda

nel rispetto dei principi della green economy, della cultura del riuso, dell’acquisto

critico e di qualità. La supervisione e il coordinamento dell’evento saranno curate

da associazioni ecologiste e ambientaliste siciliane e professionisti del settore, sa-

ranno presenti inoltre sponsor del settore ecosostenibile. Per maggiori informazio-

nininii chic amare il numero 392.6275457. (f.v.)nini ni nnnnn

SUGGESTIONI DI SICILIA

ÈÈÈÈÈÈ stato presentato da poco alla BIT (Borsa Internazionale del Turismo) di Milano

il libro “Suggestioni di Sicilia” della giornalista Laura Crescimanno. Raccontare

il territorio siciliano in un percorso di itinerari a tema, di viaggio come “scoper-

ta” al di fuori del turismo organizzato: questo è l’obiettivo, in una guida che

attraversa strade da percorrere in auto, panorami, passeggiate, città, borghi,

musei, parchi naturali, isole minori, spiagge segrete ed angoli di mare, sa-

pori e prodotti tipici. Ma anche una selezione della ricettività in alberghi di

lusso, resort, B&B ed agriturismi di charme, campi da golf, immersioni subac-

quee. Pubblicato da Marcello Clausi Editore, il libro è già disponibile in libreria.

Per maggiori informazioni consultare il sito www.suggestionidisicilia.it (f.v.)

“LIBERI TUTTI”, LA VOCE DEGLI STRANIERIÈ stato da poco presentato il primo numero di “Liberi Tutti”: una rivista scritta dai ragazzi delle comunità straniere di Palermo e che si propone di raccontare storie di vita, disagi e problematiche di questi gruppi sociali. “Liberi Tutti” nasce per iniziativa dell’omonima associazione e con il contributo dell’Università di Palermo. «Oggi - dicono gli organizza-tori - ci sono quasi 300 studenti della cosiddetta seconda generazione di stranieri iscritti all’Ateneo palermitano. A loro abbiamo demandato il compito di raccontare la città, la “loro città”. È anche una provocazione che abbiamo voluto lanciare per mettere in risalto il paradosso di un paese che considera ancora “straniera” una larghissima fetta di popola-zione italiana». Per maggiori informazioni chiamare il numero 333.9627743. (f.v.)

“LIBERI TUTTI”, LA VOCE DEGLI STRANIERIÈ stato da poco presentato il primo numero di “Liberi Tutti”: una rivista scritta dai ragazazzzzizzzdelle comunità straniere di Palermo e che si propone di raccontare storie di vita, disagi e problematiche di questi gruppi sociali. “Liberi Tutti” nasce per iniziativa dell’omonima associazione e con il contributo dell’Università di Palermo. «Oggi - dicono gli organizza-tori - ci sono quasi 300 studenti della cosiddetta seconda generazione di stranieri iscritti all’Ateneo palermitano. A loro abbiamo demandato il compito di raccontare la città, la “loro città”. È anche una provocazione che abbiamo voluto lanciare per mettere in risalto il paradosso di un paese che considera ancora “straniera” una larghissima fetta di popola-la-zione italiana». Per maggiori informazioni chiamare il numero 333.9627743. (f.v.))

zzzzzzzzzi zi izi zi zziziz

la-la-la-la-aa)))

LAV, SUL BLOG LA GUIDA ALLE ADOZIONI Chi si appresta a comprare un animale domestico spesso ignora che a Palermo ci sono tanti privati che danno gratuita-mente in adozione i propri cani e gatti, e ci sono anche tanti randagi, salvati dalle associazioni animaliste, che cercano una casa confortevole e lontana dai pericoli della strada. Fin dalla sua nascita, il blog della sede palermitana della LAV - Lega Anti Vivisezione, all’indirizzo http://lavpalermo.netsons.org, dedica uno spazio agli annunci di adozione inviati dagli uten-ti. Unica condizione, che l’adozione sia gratuita, perché per la LAV gli animali non sono una “merce”. Sullo stesso blog c’è anche una pagina con i contatti del Canile Municipale e dei vari rifugi privati della città, che ospitano randagi e trovatelli nella speranza che tro-vino presto una famiglia. (f.v.)

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ph. F

eder

ico

Mar

ia G

iam

mus

so «Una città può essere visitata, desiderata, ammi-rata, sognata, persino detestata; Palermo, in più,

può essere mangiata. Sono nato alla Vucciria, tra un vociare di pescivendoli, caldumai, carnezzieri, rostic-cieri, caldarrostai, fruttivendoli e droghieri. Nascendo, urlai anch’io. Per annunciarmi. Ma l’urlo, in quel fra-stuono si sperse. Mi acquietai. E, più che le orecchie, presto assuefatte, misi in funzione il naso. Un affl usso di odori lo invase, lo stuzzicò, lo carezzò, lo nauseò. Non me ne stupii. Mi sembrava che quegli effl uvi la vita li avesse di suo. Erano il sapore naturale dell’aria. Il cibo, a saperlo leggere, è un libro di memorie e se ci viene dalla terra in cui siamo nati, è anche un pezzo della nostra infanzia e della nostra storia». Pino Caruso a Palermo ci ha vissuto e ci vive ancora. E di Palermo porta dentro un bagaglio di esperienze, di odori e sapori ma, soprattutto, di vita. «Papà ge-stiva una bottega di merceria e fi lati e, per me, non aveva fatto nessun programma. Si fi dava di me. Io non ho frequentato le scuole. Non c’erano tanti soldi. La quinta elementare l’ho presa a scuola serale. Ma ciò non toglie che i libri si possano leggere. Già allora ero molto curioso. E la curiosità è proprio la spinta più grande che si possa avere verso la conoscenza. Diciamo che ho dieci anni di ritardo sulla maturità rispetto ai miei coetanei. Bè .... spero che la morte ne tenga conto». Caruso scherza su tutto, ma sempre in maniera sot-tile e garbata. È un comico, che nasce come attore drammatico e, nella vita, ha fatto di tutto. Partendo dal basso: apprendista tipografo, garzone di bottega, di bar, di salumerie, strillone di giornali. «Un giorno ho letto su un quotidiano che a Palermo si apriva una scuola di recitazione. Decisi di presentarmi - racconta - mi chiesero le generalità (nome, cognome, eccete-ra). Quando appesero l’elenco delle persone ammes-se io non c’ero. E mi infuriai. Pensai che fosse perché avevo la quinta elementare. Allora scrissi una lette-ra dove li accusavo di non avermi sottoposto a una prova d’attore e, pertanto, chiedevo in base a quale criterio mi avessero escluso. Passarono due mesi e

non ottenni nessuna risposta. Poi successe qualcosa. Mi contattarono dicendo che il direttore del teatro, Vincenzo Tieri mi voleva parlare. Cos’era successo? Il direttore di scena del teatro - che intendiamoci face-va di tutto, anche spazzare il palcoscenico - era ina-deguato e serviva qualcuno per rimpiazzarlo e pen-sarono che quel ragazzo dalla lettera così infuocata magari potesse essere interessato. Mi dissi che quello poteva essere un modo per entrare e conoscere e scoprire questo mondo. E così fu». Il debutto sul palcoscenico Il 16 marzo del 1957 al Pic-colo teatro di Palermo. Un piccolo ruolo ne “Il gioco delle parti” una commedia di Luigi Pirandello. «A Pa-lermo rimasi tre anni. Capii che dovevo andare via». Dopo una parentesi a Roma, nel 1962 con la Compa-gnia Emma Gramatica, un piccolo ruolo ne “I sei per-sonaggi in cerca d’autore”, viene scritturato dal Tea-

tro Stabile di Catania dove impara e affi na il mestiere. Nel 1965 si trasferisce nuova-mente a Roma dove «Senza mezzi, senza molte conoscenze, ho fatto la fame, sino a quando non fui scrit-turato per lo spetta-colo, “Il venditore di echi” di Dino Gaetani, nel quale interpretavo tredici ruoli diversi. Fu allora che venni no-tato da Luciano Cirri,

giornalista del Borghese e fondatore insieme a Castel-lacci e Pingitore, Gianfranco Finali, Palombo, Dimitri Gribanowsky, del Bagaglino. Ne feci subito parte. Anzi, il bagaglino nasceva con me». Al Bagaglino, Caruso, è stato l’inventore della “terza parte”. «Iniziai a par-lare con il pubblico che si fermava fi no a tarda notte. E parlavo di tutto, ridendo. Il successo fu immedia-to. Nel 1968, arrivò la televisione». E perfi no qualche esperienza di giornalismo. Con L’Unità, il Corriere della sera, La Sicilia, Il Secolo XIX, Paese sera e Il Mattino. Pino Caruso recentemente è salito sul palco del tea-tro Bellini per lo spettacolo, di cui è anche regista, “Mi chiamo Antonino Calderone” scritto da Dacia Marai-ni, liberamente tratto dal testo di Pino Arlacchi, “Gli uomini del disonore”. Una rappresentazione che, “per la sua asciuttezza - secondo una defi nizione di Pino Arlacchi stesso - è degno di una tragedia greca”.

PINO CARUSOL’attore e regista palermitano, in libreria con una raccolta di aforismi ed una di versi, ci racconta alcuni aneddoti della sua vita dagli esordi teatrali, alla tv, al cinema, ad oggidi ADRIANA FALSONE

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«Il Teatro Stabile di Palermo che ha prodotto lo spetta-colo è uno dei più importanti teatri stabili d’Italia - sot-tolinea con orgoglio Caruso - e Pietro Carriglio, il suo direttore artistico, è considerato uno dei migliori registi di teatro in attività». Nel 1999 arriva il grande successo di “Ultimo” di Stefano Reali (otto milioni di ascoltatori) in cui Caruso interpreta un pentito di mafi a; nel 2002, ”Carabinieri” nel ruolo del maresciallo Capello. Quindi “L’onore e il Rispetto” e poi “Agrodolce”.Caruso ha inoltre all’attivo oltre trenta fi lm, tra cui uno come protagonista e regista “Sedotto e abban-donato”, tre girati in Francia: “Dupont Lajoie” per la regia di Yve Boisset, “La Main” con Natalie Delon, “Le Mur dell’Atlantique” di Marcel Camus. Tra gli altri da ricordare “La Donna della Domenica” di Luigi Comen-

cini; “Dimmi che fai tutto per me” con Jonny Dorelli. Lunghissimo, poi, l’elenco degli spettacoli. «Far ride-re è diffi cile, perché non è come far piangere, per cui basta raccontare disgrazie e commentarle seriamen-te; l’umorismo ha bisogno di qualcosa che va oltre: volgere un fatto, un pensiero, in paradosso, e ren-derlo chiaro in una battuta. L’umorismo richiede uno sforzo di sintesi. Diciamo anche, in due frasi, che la tragedia esiste in natura, mentre l’umorismo è un’in-venzione dell’uomo; non sta mai nelle cose e nelle persone ma negli occhi e nella mente di chi osserva». E di umorismo Caruso ne ha tanto. Basta curiosare tra i suoi aforismi (ben 470) sfogliando il libro che

li contiene tutti, intitolato “Ho dei pensieri che non condivido”, che è appena uscito e che sta andando a ruba: “Nasco improvvisamente a Palermo. Perché improvvisamente? Perché non me l’aspettavo”, “Chi non sa ridere non è una persona seria”, “Se dio c’è, Dio solo lo sa”, “Il regista in teatro: uno che disturba le prove”, “Con Dio preferisco parlare direttamente: gli intermediari pretendono la percentuale”, “Nasce-re è stata la cosa più sconvolgente della mia vita”, “Che animale buffo è l’uomo! Non sa dove va e ci va lo stesso”, “In Sicilia abbiamo tutto. Ci manca il resto”. Oppure ancora: “Di puntuale, in Sicilia, c’è solo il ritardo”, “Nessun ateo ha mai commesso de-litti in nome del suo ateismo. Ma forse è perché gli atei non sono ancora organizzati così bene come i

credenti”. Senza dimenticare, ovviamente, un po’ di fi losofi a: “La vita è bellissima. Basta non averci a che fare”. Caruso è approdato in libreria anche con una raccolta di versi “Il silenzio dell’ultima notte”, edita da Flaccovio. «Non sono uno scrittore improvvisato - precisa - lavoro sulla scrittura da una vita. Almeno la serietà dell’impegno c’è. E non solo scrivo da una vita, ma leggo da una vita. La differenza, fra gli uo-mini, la fa la scrittura. Ho avuto successo, questo sì; è un dato di fatto a cui felicemente mi rassegno. Ma il successo non mi ha fatto perdere l’orientamento». E conclude con un altro aforisma: «Sono troppo am-bizioso per montarmi la testa».

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SALVATORE BONAFEDE“Sicilian Opening” è il nuovo disco del pianista e compositore palermitano edito dall’etichetta locale Jazz Eyes di GIGI RAZETE

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Si ha un bel conoscere da sempre un musicista, in questo caso Salvatore Bonafede, averlo visto crescere, possederne i dischi e credere di saperne proprio tutto. Poi, un giorno, capita di andare a casa sua, di scrutarne il bozzolo del privato e all’improvviso, magari da piccoli particolari (un vecchio poster di Alain Delon, una vetrina stracolma di modellini di auto sportive), comincia a sorgere il dubbio che c’è ancora molto da scoprire. Forse anche più di quanto possa dirci il suo ultimo disco, “Sicilian Opening”, da poco edito dalla Jazz Eyes, etichetta che fi nora aveva ospitato solo big stranieri. Quando nel 1974 aveva preso a frequentare il Brass Group, Bonafede era un ragazzino appena dodicenne ma con un innato talento per il pianoforte e una grande curiosità per quei jazzisti leggendari che suonavano nella storica cantina di via Duca della Verdura. Oggi è uno dei pianisti e compositori più apprezzati in Italia e all’estero, incide assieme a celebrità americane, insegna al conservatorio di Trapani e, dopo otto anni trascorsi negli Stati Uniti a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta (Frida, la maggiore dei due fi gli, è nata a New York), è tornato a vivere a Palermo ed attualmente abita in un appartamento pieno di luce, nei pressi del Teatro Massimo. «Non sono un fan del celebre attore francese. - spiega Bonafede - Quello che mi ha affascinato del poster di Delon, trovato per strada, è stata la scritta in

calce che evidenzia come il manifesto fosse allegato a Grand Hotel, una rivista di fotoromanzi

appartenente alla generazione delle nostre nonne e mamme (nato nel 1946, Grand Hotel è uno dei più longevi rotocalchi italiani, ndr.). Circa

i modellini, invece, da quando la musica è diventata professione la mia grande passione “altra” sono auto e moto. Il mio sogno sarebbe di gareggiare con auto sportive, ad esempio una Giulia Gta o una Lancia Hf: bolidi vintage, insomma. Con

le moto sono sempre stato un “manico”. L’anno scorso mi sono tolto lo sfi zio di scendere in pista, a Racalmuto, per una sessione di prove con professionisti ma mi sono reso conto che non ho più i numeri e che il tempo è ineluttabile. Da giovane, però, quando facevo il giro delle Madonie spesso davo la polvere a smanettoni più esperti di

me. Tuttavia, rimango praticante e attualmente ho una Kawasaki 650 comprata l’anno scorso». Insomma, t’aspetti una persona misurata e rifl essiva come appare dal tratto esteriore e dalla sua musica e scopri, invece, che sotto la cenere il fuoco è vivissimo; t’aspetti un artista ancorato al presente e proiettato al futuro, come lo sono le sue note, e scopri un uomo affascinato dal passato. Il primo ascolto di “Sicilian Opening” è proprio un bouquet fragrante di tradizione e novità, con quel suo echeggiare il lirismo melodico e la cantabilità dei primi trii di Keith Jarrett e certe innovative aperture che sembrano preludere ad una nuova fase artistica. «Già il titolo, “apertura siciliana” (che è anche una mossa della letteratura scacchistica), è una dichiarazione d’intenti - conferma il pianista - Pubblicato sia in cd che in doppio vinile (con tre brani in più), questo disco è nato dalla voglia di recuperare radici culturali e risorse artistiche e professionali della nostra terra. Il progetto è tutto siciliano, dall’etichetta ai miei compagni: il batterista palermitano Marcello Pellitteri ed il contrabbassista catanese Marco Panascia. È stato registrato a New York solo perché loro vivono lì da tempo ed è stato logico che mi spostassi solo io. E poi la Grande Mela, con la sua alta concentrazione di nostri conterranei, ha da sempre un’anima siciliana». Gli altri aspetti del recupero di identità che permea quest’ultima opera di Bonafede (www.salvatorebonafede.com), e che magicamente danno semmai maggior forza al respiro internazionale del suo linguaggio, riguardano l’ispirazione che ne sorregge le composizioni, alcune delle quali, come “La grande illusión”, “Appunti su Palermo” o “Torre Ligny” (dedicata a Trapani), compendiano le complesse stratifi cazioni culturali, dalla spagnola all’araba, che si sono sedimentate nella storia dell’Isola. «Non ho dimenticato le mie origini artistiche legate a Salvo Licata (“La ballata del sale”) ed a Rosa Balistreri o, per parlare del presente, la collaborazione con Mimmo Cuticchio. Adesso cerco di chiudere il cerchio e recuperare tutte le radici che mi appartengono per tradurle in jazz. C’è anche un’apertura al mondo del pop: per la prima volta, infatti, ho voluto interpretare alcune canzoni dei Beatles: “Blackbird”, “She’s leaving home” e “Strawberry fi elds forever”, quest’ultima solo su vinile». Scrive Bonafede nelle note di copertina: «Ho registrato quest’album in un momento in cui percepivo dentro una grande energia. Così, ho suonato la musica che sentivo più vicina a me, quella che si annidava nei miei pensieri, nelle mie intime confessioni, nelle mie ansie. Ognuno di questi brani racconta la propria magica verità».

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MUSICA

Il post rock dei Brilliants at Breakfast

“Solo le persone stupide sono brillanti a colazione”. È con questa frase di Oscar Wilde che i Brilliants at Breakfast amano presentarsi e presentare il loro primo album “Romy’s Garden”. Il cd, registrato per la Seahorse recordings di Paolo Messere (ex chitarrista degli Ulan Bator), contiene dieci brani di un buon post rock, pacato e lineare, e ha già ricevuto tante recensioni positive in tutta Italia. Il gruppo invece, nato nel 2007 dall’esigenza di sperimentare sul genere post rock indie, è formato da Alex Valenti alla voce e alla chitarra, Leo Vetrano alla

chitarra e allo xilofono, Giuseppe D’Angelo al basso, Sergio Corrado alla chitarra e Mauro Cassarà alla batteria. Il quintetto palermitano sta già lavorando ai brani del secondo album che verrà registrato, sempre per la stessa etichetta, ad aprile. Per ascoltare alcune canzoni ed avere maggiori informazioni sulla band è possibile visitare il sito www.myspace.com/thebrilliantsatbreakfast (Irene Leonardi)

RT Guitar Duo, tra classico e moderno

Nasce con l’incontro casuale di due chitarre l’RT Guitar Duo. Una classi-ca e una acustica abilmente suonate l’una da Nicolò Renna e l’altra da Manfredi Tumminello. Un’avventura che unisce cosi il mondo classico, quello di Nicolò diplomato al conservatorio, e quello moderno di Man-fredi diplomato all’Accademia di musica moderna e che ha portato così alla nascita del loro primo cd, che porta lo stesso nome del duo. L’album conta otto brani di cui cinque inediti e tre cover, tra cui un brano del chitarrista napoletano Antonio Forcione e due del brasiliano Celso Ma-chado. Partecipa al cd anche il pianista Mauro Schiavone, che nell’ottavo brano “Waltz for Django” ha completamente improvvisato un assolo al pianoforte. L’album, registrato per l’etichetta On Air Records di Maurizio Curcio è disponibile al prezzo di 10 euro. Maggiori informazioni su www.myspace.com/rennatumminelloguitarduo (ire.le.)

“Il punto di vista” di Vincenzo Pomar

Un romanzo, un audiolibro e un cd. È questo il frutto della nuova fatica del palermitano Vincenzo Pomar. “Il punto di vista” è un racconto autobiografi co che, con un ritmo mu-sicale, racconta tanti aneddoti di vita vissuta ed è accom-pagnato da un cd audio contenente la lettura dell’intero libro con la voce dello stesso autore. Ad integrare il roman-zo anche “I bambini di ieri”, l’album del poliedrico artista, realizzato con l’aiuto del musicista Maurizio Curcio (con il quale ha anche messo in scena un omonimo spettacolo per quartetto acustico), che conta dodici brani inediti dai testi

ottimisti, che invitano l’ascoltatore a rivolgersi alla vita con positività. Tra i brani anche “Palermo per Sempre” scritta da Vincenzo Pomar e Giovanni Ullu (autore, tra le altre, di “Pazza Idea”). Il romanzo è in vendita in tutte le librerie in un cofa-netto contenente anche l’audiolibro e l’album al prezzo di 20 euro. Info su www.vincenzopomar.com (ire.le.)

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Se siete stanchi dei tanti gruppi proposti dalle etichette più importanti, che vogliono spesso spacciare una mine-stra riscaldata per un’innovazione, allora, per una volta, non avete bisogno di andare in altre nazioni per trovare un sound nuovo e di grande originalità. Partiamo dalla formazione, assolutamente inedita, visto che abbiamo tre strumenti e due musicisti, Pietro Alessandro Alosi e Gianluca Bartolo. Per suonare due strumenti contempo-raneamente bisogna impiegare più arti e non è facile, soprattutto se uno dei due strumenti è una gran cassa di batteria; se poi consideriamo che oltre a suonare bi-sogna cantare, l’impresa è davvero ardua, ma il risultato è assolutamente lodevole. “Sono all’Osso”, primo album de Il Pan del Diavolo, pa-lermitana è prodotto da La Tempesta, una delle più im-portanti etichette indipendenti italiane, che ha lanciato gruppi del calibro di Tre allegri ragazzi morti, Le luci della centrale elettrica e Il teatro degli orrori; ed è stato mixa-to con JD Foster, che ha lavorato con Vinicio Capossela e i Calexico. Il disco parte con grande energia, le prime tracce sono decisamente esplosive, a un primo ascolto non si direbbe che sono in due, si è propensi a immagina-re una rock band che suona in acustico. Bisogna affi nare l’orecchio per accorgersi che manca il basso e la batteria è composta solo da una gran cassa. Le due chitarre acu-

stiche, potenti e graffi anti, e la voce di Pietro Alessandro Alosi trascinano in questa singolare dimensione creata da Il Pan del Diavolo (www.myspace.com/pandeldiavolo). Un sound bastardo, che risente di molteplici infl uenze. Loro si dichiarano grandi ammiratori di Fred Buscaglione e Luigi Tenco, dei quali troviamo sicuramente tracce, ma dopo aver sentito più volte queste canzoni risulta chiaro che questi due ragazzi hanno un enorme background musicale che in qualche modo emerge in questo viaggio musicale nel quale ci conducono. “Sono all’Osso” ha un’anima folk-rock che strizza l’oc-chio al punk ma include anche delle signifi cative balla-te e ha uno stile di canto che ricorda Buscaglione così come Rino Gaetano o Elvis Presley. In alcuni momenti ricordano persino i White Stripes. Un disco che non può essere etichettato, perché appena proviamo a collocarlo in un genere o in un sotto genere, le sue note e i suoi testi fuggono verso un’altra direzione. Bisogna godersi la potenza di “Farà cadere lei”, l’originalità de “Il centau-ro”, che sembra Rino Gaetano in versione punk, il blues di “Lux Interior”, fi no alle delicate armonie di “Africa” e “Scarpette a punta”. Un album variegato negli stili ma abbastanza omogeneo nella qualità, grazie anche alla forza dei testi scritti da Pietro Alessandro Alosi, che rac-contano originali e psicotiche storie.

IL PAN DEL DIAVOLOSi intitola “Sono all’Osso” il primo disco del duo palermitano dai ritmi esplosivi e graffi anti di GIORGIO FLACCAVENTO

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«Bisogna fare grandi sogni cosicché, disegnandoli, non si perdano di vista». Questa frase, scritta su un muro e letta per caso, rappresenta il punto di partenza da cui si è sviluppata una nuova realtà cittadina, una fucina, come è stata defi nita. Così, dall’unione appassionata di cervelli e braccia, come laboratori ed utensili, na-sce la Cooperativa Offi cine Festival. Questa è di fatto un motore dinamico e ben strutturato in grado di im-maginare e realizzare l’innovazione, di sensibilizzare il contesto, promuovere idee ed occuparsi della loro messa in opera con cura ed effi cacia lungo l´intero iter organizzativo, fi no agli applausi di chiusura. La Cooperativa nasce a giugno 2009 grazie all’unione di tre colleghi universitari di Scienze e Tecnologie dello Spettacolo di Palermo, Simone Vesco (in foto al centro) in primis, che inaugura il suo decimo anno di espe-rienza in ambito organizzativo, seguito da Manfredi Pillitteri (in foto a sinistra) e Federico Gatto (in foto a destra). Ecco un gruppo eterogeneo di giovani profes-sionisti della cultura e di tutte le sue possibili declina-zioni, una cooperativa votata alla diffusione reale e de-mocratica dell’arte in ogni sua forma. «La cooperativa è una risposta a quell’opinione che già da troppi anni mette d’accordo un po’ tutti - spiega Simone - ovve-ro che la nostra città offre molto poco ai suoi abitanti.

Offi cine Festival è la dimostrazione che non è assoluta-mente così. Immaginiamo, realizziamo e proponiamo idee sempre nuove». Si passa dal tradizionale al post-moderno, dall´istituzionale al virale, senza perdere mai di vista il valore ludico ed essenziale della cultura né l´indispensabile rispetto che questa, in ogni sua espres-sione, deve riservare all´ambiente e all´epoca in cui è inserita. «Offi cine Festival è in continua crescita e già conta diversi collaboratori tra Castellammare del Golfo e Catania» - aggiunge Simone, con soddisfazione. Fino ad oggi lui & compagni hanno tenuto fede ai pro-pri impegni organizzando difatti grandi eventi come il “Wintercase”, che quest’anno, per la quarta volta, così come nelle precedenti edizioni, ha portato e ha fatto conoscere le novità musicali della cultura dance fl oor europea ospitando grandi nomi, passando da dj Hype a dj Apparat, dai parigini Dirty Phonics ai tantissimi al-tri artisti che altrimenti avremmo conosciuto solo gra-zie ai supporti digitali e alla rete internet. Ma Offi cine Festival non si è fermata solo a questo, coordinando diversi workshop, seminari e laboratori, come la rasse-gna “WiLab”, generata dal desiderio di offrire al pub-blico iniziative gratuite e di ampia rilevanza culturale, che si propone di affrontare alcuni temi riguardanti la produzione di musica elettronica e le arti multimediali.

Quelli di... Offi cine FestivalDall’unione appassionata di cervelli e braccia nasce un progetto di giovani professionisti della cultura di GJIN SCHIRÒ

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Performer, ballerini, acrobati, colori scintillanti, sfarzi di luci, ritmi metropolitani e balli frenetici. Tutto, infarcito da una personalissima sinfonia rock dalla forte impronta autoriale e dalle sfumature blues, pop, cool jazz. È “Via Crucis – Opera Musical”, il nuovo lavoro del compositore siciliano Martino Brancatello, l’opera musicale che debutterà a Bagheria al Teatro della Nemone durante il periodo pasquale, e che poi darà vita ad una lunga tournée fi no al 30 giugno. Un musical frutto di esperienza, passione, ma soprattutto esito di una rifl essione intima, personale, maturata nel tempo: «Ecco che, all’età di 47 anni, trovo la mia verità nel sacrifi cio di Cristo ripartendo dalla sofferenza. Dalla fragilità dell’uomo. La via della croce è la via di salvezza.

Un’esperienza, la mia, che vuole essere testimonianza di rifl essione e di ricerca introspettiva. Un monito per chi ancora attende delle risposte» - racconta l’autore, Martino Brancatello. E continua: «“Via Crucis” è stato per me lo spunto per creare un viaggio parallelo, per mettere sotto i rifl ettori gli errori di cui per tutto il ‘900 l’uomo si è macchiato. Il mio progetto nasce dalla considerazione che l’uomo ha smarrito se stesso in questo secolo, che non sa dove andare e cosa fare. E il messaggio fi nale, quello a cui vorrei pensassero gli spettatori tornando a casa è che la Resurrezione siamo ognuno di noi, che forse, se ci rendessimo conto che

possiamo cambiare atteggiamento, magari l’eredità che lasceremo ai nostri fi gli sarà meno tragica di quella che ci appare adesso». Dunque un’opera per far rifl ettere, per rimettere in discussione se stessi, ma con un messaggio dotato di un’esplosiva spettacolarità: un’opera corposamente tecnologica, una scenografi a ricca, dai ritmi concitati, dal fondale-scena affollato di immagini virtuali, in cui è abolito ogni vincolo spaziale-temporale. “Via Crucis - Opera Musical”, (testi e liriche di Valeria Martorelli e Martino Lo Cascio, e consulenza teologica del testo di Don Salvo Priola) è anche on line, dove è possibile reperire maggiori informazioni al sito www.viacrucisoperamusical.it, o telefonare allo 091.7434775. Il costo del biglietto per lo spettacolo

va da 18 euro (tribuna libera) a 42 euro (posto numerato); sarà possibile acquistare le prevendite presso il curcuito Box offi ce Sicilia a partire dalla metà di febbraio. Patrocini di “Via Crucis - Opera Musical” sono Ars Assemblea Regionale Siciliana, la Città di Bagheria, Caritas, e i Comuni di Messina, Pozzallo, Gela, Castelbuono, Comiso, Termini Imerese, S.Cristina Gela, Leonforte, Troina, Ganci e di Godrano. Inoltre in partnership con il musical è anche il marchio Trenitalia che garantirà uno sconto sulla corsa per gli spettatori che per vedere lo spettacolo dovranno spostarsi. Anche questa un’iniziativa senza precedenti.

“Via Crucis”: musica per l’animaIl nuovo musical del compositore Martino Brancatello è un viaggio spirituale di speranza e passione di FEDERICA SCIACCA

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MUSICA

Lala-Mangiaracina: jazz al femminileUn disco d’esordio dai brani raffi nati e senza orpelli, per un jazz classico e asciutto di GIULIO GIALLOMBARDO

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Due rose bianche su fondo nero. Un copertina essenziale ed elegante, come la musica che nasconde all’interno. Questa è l’immagine che Laura Lala e Sade Mangiaracina hanno voluto regalare al loro disco d’esordio: “Pure Songs”. Musica “in purezza”, appunto, nata da un sodalizio sincero ed immediato, solo per il piacere di suonare insieme. La voce morbida ed intensa di Laura s’incontra con il fraseggio cristallino del pianoforte di Sade dando vita a brani raffi nati e senza orpelli. Un jazz classico, asciutto, che si muove discreto in mezzo tanta musica “a progetto” senza colore. Canzoni che parlano, oltre che in inglese, anche in dialetto siciliano, la lingua delle radici di entrambe: Laura, palermitana, e Sade, di Castelvetrano. Il primo album del duo Lala-Mangiaracina, registrato a Roma in soli due giorni, è edito dall’etichetta indipendente Jazz Collection, a seguito del primo premio vinto dalle due artiste siciliane al Jazz Contest 2008. Tutti i testi delle pure songs sono stati scritti da Laura Lala (www.myspace.com/lauralalapa) che è autrice anche della metà delle musiche. L’altra metà porta invece la fi rma di Sade Mangiaracina (www.myspace.com/sademangiaracina). Il disco, inoltre, nasce sotto il “nume tutelare” di Salvatore Bonafede. Infatti, è proprio grazie al grande pianista siciliano che Laura e Sade si sono incontrate. Nell’album il musicista appare anche come special guest, in un

brano (“Idda”), di cui è anche autore delle musiche. Nel disco suonano, inoltre, Diego Tarantino, al contrabbasso, Claudio Mastracci alla batteria, i sassofonisti Piero Delle Monache e Marco Spedaliere. Le due artiste, diverse per temperamento, sono speculari. Hanno intrapreso percorsi musicali differenti che, ad un certo punto, si sono incontrati nell’amore per il jazz. Laura Lala è cresciuta alla scuola del Brass Group di Palermo, dove ha studiato canto con Maria Pia De Vito dal 1997 al 2000, e piano jazz con Mauro Schiavone dal 2000 al 2001. Cinque anni dopo arriva anche la laurea al Dams di Palermo con una tesi su Billie Holiday. Dopo, tra seminari e laboratori, si trasferisce a Roma dove frequenta il Saint Louis College of Music, studiando canto con Cinzia Spata. Più giovane e d’impostazione classica invece Sade Mangiaracina. Inizia da bambina lo studio del pianoforte e a 16 anni si diploma al Conservatorio di Trapani. Dopo il diploma di maturità classica, si trasferisce a Roma per studiare jazz, sua grande passione fi n da piccola, all’accademia Percentomusica, diretta da Massimo Moriconi. «Io e Sade siamo complementari, - spiega Laura Lala - siamo molto diverse e spesso litighiamo, come due sorelle, e questo ci dà forza. Ci aiuta ad essere varie nel nostro lavoro e ci da la certezza del confronto e del sostegno».

MUSICA

Concentrandosi su un autore già vivamente presente nel suo repertorio, il Trio Siciliano dedica ad Astor Piazzolla un sentito tributo con la prima fatica discografi ca (almeno in questa formazione), sebbene sia già un rodato e validissimo trio di professionisti. Acquistabile sul sito www.undici07.com e presso Talamo, l’album è anche il primo fi rmato dalla giovane casa discografi ca Undici07 di Maurizio Bignone che dà avvio così a una collana dedicata alla musica cosiddetta colta (anche se Piazzolla sembra esulare da questo incasellamento) ponendo l’attenzione verso le realtà d’eccellenza del territorio locale, con l’ambizione più grande di una risonanza nazionale. In punta di piedi, con estrema umiltà, Silviu Dima (violino), Giorgio Gasbarro (violoncello) e Fabio Piazza (pianoforte) si accostano alla rivoluzionaria opera dell’autore argentino. Non fi gurano infatti in copertina dove protagonista è il tango danzato sullo sfondo di un’accecante luce rosso fuoco, né sulle note di copertina che sono interamente riservate a Piazzolla, alla sua carriera musicale e all’innovativo linguaggio ritmico, drammatico e passionale. Erompono però violentemente all’ascolto dell’album in cui eseguono alcuni dei più celebri brani del compositore argentino nelle versioni per trio con pianoforte di José Bragato (“Oblivion”, “La muerte del angel”, “Primavera porteña”, “Verano porteño”,) e

Ikumi Nakayama (“Adios nonino”, “Escualo”, “Libertango”). Le composizioni di Piazzolla nell’interpretazione del trio (www.triosiciliano.it), complici anche gli arrangiamenti, risentono molto della formazione classica dei tre musicisti che più di frequente si cimentano nel repertorio “colto” nelle vesti di cameristi, solisti, orchestrali. Lo stesso autore d’altronde, seppur radicato nella tradizione coi suoi colori e la sua viscerale materia motivica passionale, si ispira anche alle forme classiche, forte della formazione accademica che compenetra con elementi di carattere jazzistico. La trascinante tessitura ritmica lascia più spazio, rispetto agli arrangiamenti originali di Piazzola, alla suadente linea melodica, dilatata, strascicata e d’ampio respiro, rivelando tutta l’anima classica del celebre maestro del “nuovo tango”, senza oscurarne tuttavia l’aspetto argentino di tradizione. E la tensione emotiva su cui i brani sono spesso imperniati è giocata molto sull’allargamento e restringimento melodico come in un movimento a fi sarmonica e su di un’analoga tensione agogica (un po’ meno dinamica) in un passaggio ora graduale ora repentino, dal lento all’animato, su di un impianto quasi rapsodico. La scarnifi cazione dell’organico è peraltro tutta a favore dell’impianto melodico e non mina affatto, neanche nella mutata veste timbrica, al senso ultimo dei brani.

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Trio Siciliano, omaggio a PiazzollaLa dialettica tra colto e popolare, tra forma e contenuto nel nuovo disco del trio palermitano di ALESSANDRA SCIORTINO

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GIGI BORRUSOVincitore del premio “Dante Cappelletti”, l’attore palermitano si racconta e presenta “Fuori campo”, un progetto che nasce per strada di CLAUDIA BRUNETTO

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infatti, fonda la scuola di Teatro comunale di Gibellina che dirigerà per un biennio. «Il contatto con gli allievi - racconta Borruso - ha nutrito molto il mio percorso di artista. È una crescita continua e una contaminazione molto utile per andare avanti. In teatro, poi, non bisogna mai fermarsi, si lavora su se stessi e sul proprio linguaggio continuamente». Intensa anche la collaborazione con il Teatro Biondo Stabile di Palermo, sotto la direzione di Roberto Guicciardini. Il percorso che lo caratterizza, però, rimane quello di una ricerca personale nel teatro che inizia già alla fi ne degli anni Novanta con la Compagnia dell’Elica. «Sono attratto - racconta Gigi Borruso - dal rapporto dialettico con le

tradizioni del teatro. Gioco molto con la tradizione italiana grazie alla continua ironia di cui mi nutro». E grazie anche alla forza di non mollare mai un mestiere per defi nizione “precario”. «Forse - continua l’attore palermitano - sta

anche in questo la sua bellezza. Nella necessità di ricominciare sempre da capo. Come fosse una dimensione vitale. Ma il teatro va anche sostenuto dalle istituzioni, spesso miopi di fronte al fermento artistico che si respira in questa città e che altrove, invece,

è riconosciuto. In questo periodo sono in una fase di totale rivoluzione e ripensamento di modi e luoghi in cui continuare a fare il mio teatro. Anche in questa Palermo che amo e che è spesso è davvero dura».

Tutte le sue energie adesso sono concentrate sulla produzione e la promozione dello spettacolo “Fuori campo”. Uno studio teatrale vincitore del premio Tuttoteatro.com alle arti sceniche, “Dante Cappelletti”, perché, come motiva la giuria, «È un viaggio sospeso e di impossibile equilibrio, alla ricerca di una compiuta drammaturgia che viva di associazioni, indignazioni e colpi di teatro struggenti». Ma Gigi Borruso, attore, autore e regista palermitano, classe 1962, alle spalle ha un percorso artistico molto ricco fatto di studio, di didattica teatrale e di numerosi spettacoli. Come il recente “Luigi che sempre ti penza”, dedicato al mondo dell’emigrazione siciliana di cui è autore e interprete, segnalato al “Cappelletti” 2006 e fi nalista al premio “Ugo Betti” nel 2008. La conclusione piena di sentimento di una lettera inviata da un emigrato alla famiglia d’origine, diventa il titolo dello spettacolo, per fi ssare l’attenzione sugli aspetti personali della vicenda e sulle implicazioni relazionali che comporta. Un contadino siciliano giunto in Germania negli anni Sessanta diventa in terra straniera un gastarbaiter, parola dispregiativa con cui venivano indicati allora gli italiani. Il testo, però, prende le distanze dai risvolti squisitamente storico-sociali per perdersi nella fantasia. Anche nel progetto “Fuori campo”, Borruso, parte dalla realtà, per farne un’elaborazione legata all’attualità, ma anche ai sentimenti, alla memoria e alle emozioni. «Sono felice di questo premio - dice Borruso - sostenuto anche dall’Eti e dal Teatro di Roma. Stiamo lavorando molto. L’idea nasce

dall’esigenza di raccontare ciò che in questo momento è escluso dalla comunicazione mediatica. Tutto ciò che sta ai margini insomma. Il progetto, infatti, è nato per la strada. E trae ispirazione dalle interviste realizzate in Sicilia dal sociologo Danilo Dolci, e da alcune audio interviste registrate fra operai, immigrati, senza fi ssa dimora e rom che ho incontrato personalmente. Un testo vivo, dunque, e una visione delle cose essenziale. Legata alle esigenze quotidiane, all’emarginazione, alla marginalità». Dall’attualità alla memoria, dunque, attraverso un’articolata rifl essione sul teatro. «Il linguaggio del teatro - continua Borruso - riesce ad avere un contatto con la realtà che va oltre i pregiudizi e i luoghi comuni. In questo modo nasce una lettura delle cose molto diversa che forse può suggerire allo spettatore una visione nuova. Il testo dello spettacolo sarà come disintegrato, come una sorta di grammelot di regionalità diverse. Anche questo, contribuisce a formare un’interpretazione della realtà che va oltre il messaggio immediato e diretto». Sulla scena di “Fuori campo”, accanto a Gigi Borruso, ci saranno Ludovico Caldarera, Serena Rispoli e i cari “fantocci” di Elisabetta Giaconea cui l’attore-regista ci ha abituati. Lo spettacolo sarà in giro per festival quest’estate e in cartellone per la prossima stagione teatrale. Dopo la formazione alla scuola di teatro di Michele Perriera, Gigi Borruso, entra a far parte della compagnia del Teatés come protagonista fra gli anni Ottanta e Novanta degli spettacoli di Perriera. Negli stessi anni coltiva una profonda passione per la formazione teatrale seguendo classi di giovani attori. Nel 2005,

«Il linguaggio del teatro riesce ad avere un contatto con la realtà che va oltre i

pregiudizi e i luoghi comuni, che va oltre il messaggio

immediato e diretto»

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TEATRO

Un teatro che riapre per accogliere un nuovo progetto artistico: il cinema Dante di piazza Lolli cambia pelle e diventa Auditorium Teatro Dante. Lo spazio è e resta di proprietà del Dopolavoro delle Ferrovie, ma il grup-po Siviglia che lo gestisce come cinema (almeno fi no al 2019) ha affi dato per cinque anni la direzione artistica a Francesco Calabria, musicista e operatore del settore. Un progetto artistico dedicato a tutte le arti performative,

chiamato pro-vocatoriamen-te “Viola”, che nasce sulla base di un “car-tellone condivi-

so”, tra associazioni e realtà cultu-rali e che si dipana in due parti, tra marzo-maggio 2010 e novembre-dicembre 2010 (con le produzioni dell’Auditorium Teatro Dante e ZL-Zone Al Limite sugli spettacoli di Roberto Saviano, Ascanio Celestini e Ricci/Forte). Il ci-nema Dante nasceva, nel 1939 per ospitare nella piazza Lolli, contigua all’omonima stazione ferroviaria dismes-sa, il Dopolavoro delle Ferrovie che disponeva di una Fi-lodrammatica, già attiva nel 1925, intitolata al principe di Piemonte. Ultimata nel 1940, con un’impostazione funzionale che si rifaceva ai criteri imperanti del regime fascista, la sala era dotata di 900 posti e di un grande palcoscenico. Venuta a cessare nel dopoguerra la fun-zione a cui era stato destinato, il Dante era diventato alla fi ne degli anni ’70 sala per fi lm a luci rosse. Ma al tempo stesso cominciavano qui anche le stagioni dell’operetta del teatro Al Massimo di Aldo Morgante. Oggi, l’associa-zione Musiche di Maurilio Prestia, in collaborazione con

Catania Jazz, propone il concerto di Morgan (15 marzo), il chitarrista Nguyen Le (7 aprile), il duo Ferruccio Spi-netti & Petra Magoni (14 aprile), Ben Sidran (22 aprile), Sarah Gillespie, (5 maggio) e Rita Marcotulli (15 maggio). “Musica e Suoni” di Catania propone i concerti di Nicola Piovani (8 aprile) e Simone Cristicchi (29 aprile). Kasba Comunicazione di Fabio Bagnasco proporrà giovedì 15 aprile anche il concerto di Pippo Pollina con la Piccola Orchestra Altamarea. Da spartiacque farà la giornata “No Closed-primo maggio” prodotta e sostenuta da un consorzio di associazioni tra cui ZL-Zone Al Limite, Musi-che, Flying Devil, Sole XP, Navarra Editore, che vedrà la partecipazione di numerosi artisti del territorio e non. “Il suono intorno le parole” è il titolo di una rassegna sulla

musica d’autore delle nuove ge-nerazioni in collaborazione con la casa Editrice Zona e il Premio Ten-co, in collaborazione con gli artisti Dente, Luci Della Centrale Elettrica, Paolo Benvegnù e la presentazione

del “Premio Dante”, con-corso aperto ai nuovi po-eti musicali siciliani. “Arti Visive” e “Teatro non convenzionale” daranno luogo ad una serie di performance ed esposizioni durante tutto il corso dell’anno e saranno curate da Alessandro Reina, Silvia Di Blasi e Francesco Paolo Catalano. «L’idea è quella trasformare il Dante in centro di produzione teatrale e musicale - aggiunge Calabria - ma vogliamo anche riac-cendere i rifl ettori sull’intera piazza, così bella eppure quasi dimenticata della nostra città».

AUDITORIUM TEATRO DANTEMorgan, Cristicchi, Piovani: tanti gli appuntamenti in programma nel nuovo spazio polivalente di piazza Lolli di LAURA NOBILE

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TEATRO

La famiglia Addams in salsa siciliana: questa la nuova sfi da che vedrà impegnato, fi no ad aprile, Giovanni Cangialosi (nella foto col sigaro in mano), volto noto del panorama palermitano, comico che ha saputo trasforma la balbuzie in un punto di forza, costruendo intorno ad essa una fortunata carriera. Molti lo ricorderanno per i suoi personaggi più famosi: la nonna, Libero Ingrata, il poliziotto, il cantante Morgan. In ognuno di essi, Cangialosi ha riversato una comicità disarticolata e surreale, spassosa e coinvolgente. Nato a Palermo nel 1966, il suo esordio è legato al duo di cabaret Caino&Abele. Da qui, Cangialosi ha iniziato la sua scalata, partecipando al “Karaoke” o a “La sai l’ultima”. Nel 2001 il programma da lui condotto e ideato, “Tipi Tochi”, ottiene un ottimo successo. La notorietà gli permette così la partecipazione a “Zelig” e a “Domenica In”. Ormai affermato, è stato ospite del “Maurizio Costanzo Show” e di “Insieme” su Antenna Sicilia. A suo agio in tv, Cangialosi non rinuncia al teatro dimostrando le sue capacità di artista poliedrico e sperimentatore, dotato di un umorismo defi nibile attraverso la sua fi sicità. Tutto ciò gli ha fruttato, nel 2007, la partecipazione al fi lm “Il 7 e l’8” di Ficarra & Picone. E oggi ecco “A Famigghia”, sei puntate per una rilettura parodica del telefi m “La famiglia Addams”,

genere che gli è congeniale (ricordiamo “Distratto di polizia”, presa in giro della fi ction di Canale 5). L’idea è nata dalla somiglianza tra persone della sua vita e i personaggi della serie TV: l’amico identico a Zio Fester, la nipotina a Mercoledì. Da qui questo format, in bianco e nero, le cui riprese, opera di Salvo Amato (che ha curato il montaggio) si sono svolte nell’agriturismo “L’antica Masseria”, nel bosco Tumminia, location perfetta per la sovrapponibilità delle sue stanze con quelle di casa Addams. In ognuna Calgialosi ha collocato oggetti scelti con cura. La fi ction è in onda dal 18 gennaio su molte reti locali e Sky ed è Cangialosi stesso a tracciarne un primo positivo bilancio:«La fi ction ha già avuto un buon successo e la gente che mi ferma per strada mi fa spesso i complimenti, cosa che più di tutto mi riempie di soddisfazione». I temi sono quelli della vita quotidiana e i personaggi avranno i nomi tradizionali, ma in versione siciliana: Manuzza (Benny Riolo), Fangomez (Giovanni Cangialosi), Murtizza (Claudia Sardina), Ziu Faustu (Antonio Pandolfo), Stigghiolerch (Giuseppe Luparello), Jachinu e Santina (Giogo Seidita e Giulietta Cangialosi). Concluso il primo ciclo, le repliche torneranno quest’estate. Uscirà poi un DVD con le puntate e il backstage, in edicola o su Facebook. Per informazioni è possibile consultare il sito www.giovannicangialosi.it

Giovanni Cangialosi, ‘a FamigghiaIl comico palermitano si cimenta in una nuove serie TV, remake della Famiglia Addams di DANIELE SORVILLO

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nell’immagine stessa l’impatto estetico. Osservando at-tentamente, tra un racconto ed una rifl essione, il dipin-gere di Fulvio, emerge con quale amore dà vita ai suoi soggetti, con quale cura li genera, con quale perfezione li defi nisce. La perfezione nel suo lavoro è ossessione, nella creazione dei piani, nel rispet-to delle regole prospettiche, nello studio della luce che si infrange, nell’attenzione verso il colore. La sua pittura mostra la sua anima, il suo vissuto, il suo mondo privato. Racco-nta anche una sonorità, il suo percorso deriva anche da questo. La musica, così come il cinema o la fotografi a, sono legate alla sua arte, sono il desiderio di voler oltre-passare quella bidimensionalità della pittura, di entrare

fi sicamente nella dimensione immaginaria. Ma la mu-sica in particolare è legata a tutto il suo mondo, si sente risuonare nelle sue opere. È stata la sua grande passione antecedente la pittura. I suoi anni ’90 erano al suono di

hardcore punk, e proprio dalla musica si è originata la con-sapevolezza di riuscire a far diventare la pittura mestiere di vita. Proprio da alcuni boz-zetti realizzati per il cd del suo gruppo, dove la raffi gurazione fumettistica tradiva quel ta-glio pittorico all’insegna della

perfezione di Fulvio, che hanno avuto grande successo tra alcuni galleristi. Questo è il mondo di Fulvio Di Piazza, un universo fatto di segno e colore, in un linguaggio an-cestrale che racconta l’uomo e l’artista.

Un forte odore di pittura, tele sparse, oggetti, mi accol-gono nell’atelier di Fulvio Di Piazza. Un Albero bizantino si sta sviluppando tra le sue mani, piccoli tocchi pittorici, gesti che appaiono assolutamente naturali, come se tutti fossimo in grado di raggiungere un tale risultato, ma poi il fermarsi ad osservare ti fa capire che non è affatto così. Mi ritrovo in un luogo sacro dove la pittura è la regina e i pensieri, le rifl essioni si librano nell’aria aspettando di trovare il proprio posto. È un incontro per sentire raccontare l’arte da chi l’arte la fa, anzi da chi l’arte l’ha scelta come modus vivendi. L’incipit di questa cronaca è il nuovo appuntamento a Palazzo Ziino (via Dante 53, Palermo), che inaugurerà il 13 marzo e vedrà Fulvio protagonista di una personale fi no al 13 aprile (dal mar. al sab. dalle 9 alle 19.30, dom. dalle 9 alle 13, lun. chiuso; ingresso libero). Spogliatosi

da quei barocchismi che tanto sono stati caratterizzanti, oggi defi nisce paesaggi drammatici, più tetri, sempre comunque con quel tocco di apparente ironia che ha la capacità di arrivare all’occhio dell’osservatore con più leggerezza. Sono paesaggi che si aprono sulle visioni della sua anima, sulle rifl essioni sulla natura, su tutti gli accadimenti che si sono susseguiti nella sua vita. Fulvio presenta dei lavori più sintetici sul piano formale, ma più profondi, dove l’idea è sempre la stessa: fuggire verso un’altra dimensione. Più racconta questo suo universo

pittorico, più hai la percezi-one di un fl usso che dalla sua mente passa direttamente sulla tela per trasformarsi in un paesaggio, dove le cromie giocano in quella contrappo-sizione di freddi grigi e rosso fuoco della lava. Un forte coin-volgimento emotivo, e nessun signifi cato pregresso, è la sua maniera di immergersi nello spazio pittorico. Può trattarsi di un piccolo oggetto, o anche semplicemente di una lamella di luce che si infrange su un piano: «Il potere evocativo delle immagini è importante. Non vi è consapevolezza di signifi cato, sono immagini che scelgo per quello che mi comunicano a livello formale», racconta. E così questo luogo sacro diviene luogo personale, dentro cui metti tutte le paure, i tutti pensieri, tutto ciò che eri e tutto ciò che sei diventato. Questi nuovi lavori segnano un’evoluzione, un essere andato avanti nella propria ricerca artistica, nell’intenzione di trovare nuove parole da esprimere col colore, nel desiderio di assec-ondare alla fi ne una necessità che l’artista ha. Rifl essioni sulla natura, mortifi cata dall’essere umano che dovrebbe invece solo rispettarla come qualcosa di sacro, piuttosto che sottoporla a incondizionati sfruttamenti. Ma vi è dentro anche dell’altro, qualcosa che appar-tiene più alla sfera emozionale. Il tema della morte, non facilmente percepibile a primo sguardo. Un leitmotiv ricorrente, che guarda a quella drammaticità delle tele di Francis Bacon e che esplode in una raffi gurazione di una natura di fi era presenza, con l’unico intento di vol-erla assolutamente esorcizzare. Una paura atavica, che cerca e trova la chiave dell’ironia, alleggerendo così

FULVIO DI PIAZZAA Palazzo Ziino la personale pittorica dell’artista palermitano, tra paesaggi naturali e cromieemozionali, in mostra fi no al 13 apriledi LAURA FRANCESCA DI TRAPANI

«Il potere evocativo delle immagini è importante. Non vi è consapevolezza di signifi cato, sono immagini che scelgo per quello che mi comunicano a

livello formale»

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Andiamo a trovare Federico Lupo (Palermo, 1984) alla Galleria Zelle, in via Matteo Bonello, un tardo sabato pomeriggio. Lo spazio espositivo (www.zelle.it), culla del lavoro dell’artista come curatore, fondato proprio da Lupo qualche anno fa e motore di diverse iniziative culturali in città, ci ospita questa volta in una chiave inedita. Il pittore-videomaker-scultore (e anche gallerista) si racconta tra queste pareti che ne documentano la multiforme attività, nella doppia veste in cui riesce pienamente a esprimersi e a far conciliare, pacifi camente e sapientemente, i due volti della propria personalità artistica: quella del creatore di forme, di faber, e quella del promotore di altri artisti, in quel sistema dell’arte che scandisce e regola norme, rapporti, successi, così ancora poco aperto a Palermo e di diffi cile gestione e organizzazione. Ci accoglie sereno, di ritorno dall’inaugurazione, della sua personale milanese “La prima neve. L’inquietudine e la perdita dell’innocenza...”, un racconto di immagini pittoriche e di micro-sculture che arrestano nel dettaglio formale il divenire del tempo. Questa è stata da poco preceduta, a Modena, da “120 Before the last snow”, a cura di Guillaume von Holden, progetto che rappresenta un’altra tappa importante per Lupo, in un momento di grande attenzione e di interesse da parte di pubblico e critica, rivolti alla sua duttile e multidisciplinare produzione artistica e che va di pari passo con la crescita professionale. Le parole, prima contenute e timide, poi fl uide e rilassate, cominciano a dipingere il ritratto del promettente autore palermitano. Interessato all’indagine dei segni della memoria e della sedimentazione del tempo, che connota e determina lo spazio, esplora vari media artistici, dimostrando capacità di adattamento e di spostamento tra le tecniche che di volta in volta si rivelano funzionali alla propria ricerca formale. Questo sconfi namento costituisce un’ulteriore affermazione della fl essibilità artistica di Lupo, che non pone limiti alla trasformazione della materia estetica, alla manipolazione dei suoi elementi strutturali: dalla pittura alle videoinstallazioni, dalla scultura alla grafi ca. Affonda le radici del proprio

lavoro nella ritrattistica nobiliare siciliana dell’ ‘800 e nel recupero di un supporto storicizzato e povero come la carta. Tesse una rete di esperienze che vengono permeate da una poetica intimista e discreta, distinta da un’attenzione nostalgica per i dettagli e per i piccoli formati, soprattutto nelle opere pittoriche. Il rapporto col passato e con i suoi simboli confi gura la sua irreversibile minaccia di perdita, nella relazione tra microcosmi narrativi artifi ciali e immaginari. Lupo cerca di rilevare frammenti di verità e di energie nascoste o sotterrate e liberarle nell’interrogazione visiva del presente. Con grande abilità, conserva la propria dimensione creativa nel continuo confronto con gli artisti, italiani e non, che ospita nella sua galleria o che incontra nelle collettive a cui partecipa, raccoglie i migliori frutti della giustapposizione di tali testimonianze e ne rintraccia gli stimoli e i suggerimenti formali, per nuovi sviluppi e sperimentazioni individuali: la maturazione estetica e contenutistica della sua opera sta tutta nella concentrazione ed estensione di questo dialogo, tra disaccordi e corrispondenze.

di SERENELLA DI MARCO

FEDERICO LUPOPittore, video-maker, scultore, promotore e gallerista: ritratto di un giovane emergente

ARTE

Cosa hanno in comune arte e capelli? Secondo Francesco Valguarnera, in arte Skip, «Il parrucchiere non può fare l’artista ma l’artista può fare il parrucchiere». Il connubio tra arte e capelli non è per Skip un espediente per fare pubblicità alla sua omonima parruccheria, ma la passione per la manualità è un modo per vivere l’arte a tutto tondo. Skip è infatti un writer, un cantante e un parrucchiere, che ha fatto del suo negozio un luogo di incontro, di circolazione di idee dove è possibile, tra uno shampoo e un taglio, ammirare i lavori di giovani artisti italiani ed europei. Le origini di Skip La Comune (via Sampolo 135, Palermo) risalgono a circa quattordici

anni fa quando, nell’appartamento della fotografa palermitana Matilde Incorpora, si instaura una vera e propria “comune”, una sorta di “Factory” alla Andy Warhol. L’appartamento di via Sampolo diventa così luogo di ritrovo, di divertimento, di creatività libera per un gruppo piuttosto ampio di artisti e giovani palermitani. Come ci racconta Skip, la voglia di fare e di creare qualcosa di nuovo era tanta e anche adesso che La comune si è sciolta e ogni componente ha preso la sua direzione, c’è un grande spirito di iniziativa che nasce dall’interazione di persone diverse e dalla voglia di mettere in compartecipazione le capacità di ogni singolo individuo. Da circa quattro anni Skip, insieme al fratello Antonio e a un gruppo di collaboratori affi atati (Marika Caiola, Eliana e Fabio, Gaetano Pusanti) realizza un evento al mese: sfi late di moda, set fotografi ci, mostre nate nello spirito underground, fuori dal sistema del mercato uffi ciale ma guidate da una grande voglia di divertirsi. Quest’anno prenderà il via la terza edizione del progetto “Cosmofl esh”, realizzato in collaborazione con l’associazione no profi t “Punta Comune” e sovvenzionato dall’ Università di Palermo, votato alla sperimentazione artistica e a progetti espositivi giovani artisti italiani ed europei. Sono state esposte le opere di Giusto Lo Bocchiaro, Daniele Messineo, Pietro D’Angelo, Oze Tajada, Karin Olesen. Il tema del riuso, del riciclaggio di materiali di scarto è quello che viene maggiormente

affrontato nelle mostre e nelle sfi late di moda di Skip La Comune. Infatti l’“Antimoda” è un’occasione per sovvertire criteri estetici e strategie di mercato del giorno d’oggi. Morti bianche, icone e miti, intolleranza, libertà d’espressione e visioni oniriche sono alcuni dei temi affrontati. I capi d’abbigliamento vengono realizzati anche con materiali riciclabili, vecchie stoffe e accessori di qualsiasi genere. L’idea che sta alla base della fi losofi a di Skip è dunque quella di dare valore alle idee, agli artisti e alla creatività del sud che si può defi nire come “anti-arte” o “anti-moda”, contrapponendosi alla produzione standardizzata del nord Italia. Per la sua unicità l’esperienza di Skip La Comune è stata al centro pochi anni fa di un vivace servizio della trasmissione tv Nonsolomoda. Skip ha inoltre collaborato con le produzioni cinematografi che di vari fi lm, tra cui Il Divo di Paolo Sorrentino, e ha lavorato nel backstage della performance di Vanessa Beecroft realizzata alla chiesa dello Spasimo.

di GIULIA SCALIA

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Calaciura del 1° maxiprocesso alla mafi a. «Era il 22 feb-braio del 1986 - racconta - quando fu arrestato Michele Greco. Io scoprii che il suo avvocato era al cinema Jolly. Mi presentai lì e cercai, ama bilmente, di cavarne infor-mazioni. Il giorno dopo uscii con una pagina intera sul Giornale di Sicilia. Fu qualche mese dopo che fui assunto in Rai. A raccontare tutto mi sembra di aver vissuto una storia fantastica». In Rai, prima a Catania e poi a Palermo ma anche come invitato o corrispondente, si è occupato degli avvenimenti clou che hanno segnato l’isola negli ultimi 25 anni. «Andavo spesso a trovare Giovanni Falco-ne; non violava mai il segreto istruttorio, ma mi aggiu-stava il tiro sulle notizie. Erano anni terribili, la città e la politica erano spaccate in due, per un cronista era tutto una sfi da, un tipo di giornalismo che oggi esiste sempre meno». Nel 2000 è stato nominato caporedattore della redazione giornalistica siciliana, curando anche la rubri-ca internazionale “Mediterraneo”. Dal 2007 è direttore della sede siciliana della Rai, e a lui si deve oggi anche la fervida attività dell’Auditorium Rai. La sua professione, nata “d’assalto”, si è andata dunque via via incanalando. «L’idea del vo lume - ci rivela a propo-sito de “L’Isola in onda”, che si presenta come un’antolo-gia di testimonianze - risale circa al 2007. Mi resi conto che noi per primi, sapevamo pochissimo di noi stessi. Così è iniziato un lavoro da “cronisti”, ricostruendo attra-verso la memoria collettiva questa storia». Per dirla tutta, la storia della Rai in Sicilia è la Storia. Le vicende vissute e trasmesse hanno inevitabilmente, nel bene e nel male, avuto una posizione centrale nella storia dell’Italia. Non

solo le grandi memorie, ma anche i piccoli eroismi quotidiani: «Era il 19 luglio del 1992 - racconta Cusimano - quando al boato proveniente da via D’amelio, ancora prima di sapere cosa fosse successo, il collega Giovanni Campolmi abbranca la sua telecamera amatoriale e con Sal-vatore Scimè inforcano la Vespa. Una corsa a zig zag fra il traffi co, che anticipa la tragedia con la sua paralisi. Le immagini realizzate in quell’occasione, in cui non era disponibile una troupe imme-diata, hanno fatto il giro del mondo». Sal-vatore Cusimano ha cura delle testimonianze raccolte, del passato, così come del futuro. Il direttore schiaccia l’occhio alla tecnologia, e sul futuro ha le idee ben chiare: «Se nel 2012 dovrà essere completato il processo del Digita-le Terrestre dobbiamo preparare un adeguato palinsesto regionale, orientandoci ad un panorama glocal, tra globale e locale, consideran-do la nostra posizione geografi ca, così rivolta al Mediterraneo».

In una parola? Entusiasmo. Entusiasmo di una carriera soddisfacente. Di quanto vissuto e quanto ancora da vivere: Salvatore Cusimano non poteva che fare il gior-nalista, e lo sa. L’incontro con il direttore della Sede sici-liana della Rai avviene in occasione della presentazione del libro, “L’Isola in onda - storia della Rai in Sicilia, dalla Liberazione ai nuovi orizzonti mediterranei”, curato con Gian Mauro Costa, scrittore e giornalista Rai.Parole, voci, suoni e immagini per raccontare, secon-do la nostra vocazione, la storia che abbiamo vissuto e che stiamo vivendo: accanto alla passione di informa-re, la volontà di non lasciar cadere nell’oblio la storia. Quest’ultima, non solo si è raccontata, ma si è compiuta. Come spesso accade, la Storia è alimentata dalla sto-ria. «La memoria personale, nel contesto Rai - spiega Salvatore Cusimano - non può che essere la memoria

collettiva. Il progetto “L’Isola in onda” è volto dunque al recupero della nostra memoria storica, dal dopoguerra fi no agli orizzonti più avanzati (come “Mediterraneo”, “Riva Sud”, Rai Med)». Era il 1981 quando Salvatore Cusi-mano, dottore in Filosofi a con il massimo dei voti, risultò uno dei trenta vincitori nazionali delle borse di studio per la formazione giornali-stica indette dalla Rai: «Erano gli anni ’80, gli anni dei fatti di mafi a; quest’ultima stava esplodendo come tema nazionale. Io provenivo da una famiglia tradizionale e fi no al giorno prima studiavo me-tafi sica. Ma gli anni in cui ero borsista a Torino erano un mare sconfi nato per un cronista, e io scelsi di immerger-mi completamente». Piano il giornalista iniziò a cimen-tarsi, divenendo prima corrispondente di Gr1 e Tg1, poi cronista di nera e giudiziaria al Giornale di Sicilia fra l’83 e l’85, occupandosi insieme a Franco Nicastro e Anselmo

SALVATORE CUSIMANOIl direttore della sede siciliana Rai si racconta e presenta il libro e Dvd “L’Isola in onda” di SVEVA ALAGNA

LIBRI

Un libro e un dvd, entrambi realizzati con il sostegno della Fondazione Banco di Sicilia, ci rendono testimoni della Storia attraverso la storia della Rai. Circa 300 pagine (Costo € 25,00), 5 capitoli e un corredo di foto d’ar-chivio, per ricostruire e testimoniare la collana di collaborazioni preziose: Franco Nicastro, Aldo Scimè, Aurelio Bruno, Candido Cannavò, Puccio Corona, Luigi Tripisciano, Placido Ventura, Rita Calapso, Michele Perrie-ra, Gregorio Napoli, Bianca Cordaro e molti altri ancora. Dall’inaugurazione della stagione radiofonica di Palermo nel 1931 al ruolo strategico della radio nella liberazione della Sicilia nel 1944 fi no alle nuove trasmissioni di successo del dopoguerra, come “Il calabrone”o “Il fi codindia”; la nascita del Gazzettino di Sicilia e dell’informazione regionale nel 1958, i reportage sul terremoto del Belice nel 1968 e l’avvio, nel 1979, della grande stagione dei programmi regionali, fi no alla sua conclusio-ne nel 1992 con la chiusura delle Sezione programmi di Palermo; il maxiprocesso a Cosa Nostra e le grandi manifestazioni anitimafi a, ma anche i fatti della cronaca quotidia-na: da piazza Bellini a via Cerda fi no a viale Strasburgo, l’isola è in onda. Non solo tramite il tg, ma anche le trasmissioni radiofoniche, come il rotocalco “Domenica con noi”, curato da Mario Giusti. E ancora reportage, rubriche, inchieste. (svv)

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LIBRILIBRISalvo Palazzolo / I PEZZI MANCANTI.../ 304 pagg / € 16 / Editori Laterza

Dove sono fi niti gli appunti di Peppino Impastato, l’agenda del commissario Ninni Cassarà, le videocassette di Mauro Rostagno, le relazioni dell’agente Nino Agostino, i fi le di Giovanni Falcone, l’agenda di Paolo Borsellino e tutte le altre prove trafugate dagli infedeli servitori dello Stato? Sono 24 gli oggetti scomparsi dopo i delitti eccellenti di Cosa nostra, dal 1977 a oggi. Salvo Palazzolo ripercorre i pezzi mancanti della storia della mafi a, i segreti che co-stituiscono la vera forza dei padrini in carcere. Un libro promemoria, il diario che i cronisti di Palermo tengono a mente. - scrive - Vi sono annotate le tante domande fi nite nel nulla, i silenzi e le risposte fi n troppo vaghe di chi avrebbe dovuto invece rendere conto con chia-rezza. L’inchiesta prosegue su www.ipezzimancanti.it (Adriana Falsone)

F. Viviano e A. Ziniti / MORTI E SILENZI... / 105 pagg / € 11.90 / Aliberti editore

Una prova inconfutabile: il tragico diario di Emanuele Patanè, giovane ricercatore della facoltà di Farmacia di Catania che prima di morire di cancro ai polmoni, ha lasciato un “testamento”. Il diario, insieme con una lunga lista di morti e di ammalati, è fi nito ora agli atti di un’inchiesta. Docenti, ricercatori, studenti, dipendenti che per motivi di studio o di lavoro hanno frequen-tato il laboratorio di Farmacia: respiravano veleno e lo sapevano. L’avevano denunciato con lettere, con appelli e denunce. Ma nessuno, per anni, li ha voluti mai ascoltare. C’erano rela-zioni tecniche che denunciavano livelli di inquinamento più alti addirittura di quelli industriali. In questo libro, un’inchiesta di Francesco Viviano e Alessandra Ziniti, alcuni documenti inediti confermano le responsabilità di chi doveva intervenire e non lo ha fatto. (a.f.)

Vincenzo Ceruso / IL LIBRO CHE... / 288 pagg / € 14.90 / Newton compton

La mafi a non è criminalità comune e non è la manifestazione di un popolo arretrato e barba-ro. Tribunali, redazioni di giornali, aule parlamentari, sagrestie e salotti della borghesia: que-sti sono i luoghi in cui si è formato questo sistema. Qui è nato il suo livello politico-culturale, un’organizzazione non solo di assassini che fa della segretezza uno dei suoi principi basilari. Nel tempo si è consolidata un’organica ideologia mafi osa che costituisce uno dei tratti distin-tivi della mafi a siciliana rispetto alle altre organizzazioni criminali e che si avvale del contri-buto di intellettuali e professionisti oltre, ovviamente, a quello degli stessi uomini d’onore. È servita a garantire la loro compattezza e a guadagnare una forma di consenso trasversale. Il libro di Vincenzo Ceruso cerca di smascherare gli inganni della seduzione mafi osa. (a.f.)

Edoardo Montolli / IL CASO GENCHI... / 983 pagg / € 19.90 / Aliberti editore

In Why Not avevo trovato le stesse persone sulle quali indagavo per la strage di via D’Ame-lio. L’unica altra indagine della mia vita che non fu possibile fi nire. Questo è l’incipit del dialogo tra Gioacchino Genchi e Edoardo Montolli. Per la prima volta viene raccontato quello che Silvio Berlusconi ha defi nito «il più grande scandalo della Repubblica», il cosiddetto “ar-chivio Genchi”. Nomi e cognomi che riscrivono gli ultimi vent’anni d’Italia: da Tangentopoli alle scalate bancarie, dai grandi crac ai processi clamorosi. Fino alle stragi, dalle agende di Falcone agli ultimi due giorni di vita di Borsellino. Marco Travaglio nella prefazione scrive: La storia sconvolgente che spiega perché tanti potenti hanno paura del contenuto dell’archivio Genchi. (a.f.)

Ferdinando Maurici / ITINERARI FEDERICIANI IN SICILIA / 88 pagg / € 19 / Kalòs

Ferdinando Maurici ha curato questo interessante tour attraverso la Sicilia di Federico II. Nell’isola, la fi gura e l’agire storico di questo imperatore sono stati spesso trasfi gurati nel mito. L’età di Federico II ha lasciato in Sicilia tracce splendide, soprattutto nel campo dell’ar-chitettura fortifi cata, il segno più forte inciso dall’agire dell’imperatore. Le testimonianze dell’età federiciana si concentrano soprattutto in Sicilia orientale. A Milazzo, a Messina con il distrutto castello Matagrifone, a Lentini al Castellaccio, al castello Ursino di Catania, e poi ancora ad Augusta, a Gela e a Siracusa. L’autore è professore di Archeologia cristiana e me-dievale all’Università di Bologna. Le sue ricerche sono dedicate in particolare alla storia degli insediamenti e all’architettura fortifi cata nella Sicilia medievale. (a.f.)

Gian Mauro Costa / IL LIBRO DI LEGNO / 288 pagg / € 13 / Sellerio

Un grosso intrigo, un delitto e un boss latitante. Quello che sembrava un incarico piuttosto semplice si trasforma in un affare che mette a rischio perfi no la vita. Il detective Enzo Baia-monte è il protagonista del nuovo romanzo di Gian Mauro Costa, “Il libro di legno”, fi no ad ora si era occupato di piccoli casi di infedeltà coniugale, al massimo qualche furto dome-stico. Un giorno una giovane e distinta signora gli affi da uno strano incarico: il recupero di cinque libri che il padre di lei, un defunto professore bibliofi lo, ha dato in prestito. Il vecchio studioso si era fatto costruire da un falegname dei volumi perfettamente sagomati e quan-do prestava un libro lo sostituiva subito con una copia in legno, segnandovi sopra il nome e cognome della persona cui veniva affi dato. (a.f.)

Anna Mauro / STRACCHIOLITUDINE / 128 pagg / € 12 / Edizioni La Zisa

Franca ai margini della società non ci vuole stare manco scannata morta. Al pari di politici, assassini e presentatori televisivi, decide di iniziare a scrivere. C’è un solo, piccolo, inconve-niente: Franca è semianalfabeta. Anna Mauro alternando dissertazioni sulla grammatica a rifl essioni sulla vita, fa sorridere: Una mattina mi alzai e dissi.. Qua fanno tutti gli scrittori e guadagnano un sacco di soldi. Le madri che ammazzano i fi gli, scrivono. Scrivono quelli che presentano alla televisione, scrivono quelli che fanno incazzare i cristiani nelle trasmissioni dove ci sono le porte, scrivono le veline. Scrivono e guadagnano un sacco di soldi. Mi feci la croce e mi dissi.. scrivono tutti e non devo scrivere io. Qua ci vorrebbe un punto interroga-tivo ma non mi ricordo come si fa. (a.f.)

Alessia Cannizzaro / BUTTANA DI LUSSO... / 80 pagg / € 9.90 / Edizioni La Zisa

Si fa chiamare Chiara. È una escort palermitana che da anni lavora in questa città. Il suo è un mestiere particolare. Vende sesso, a pagamento. Nel suo appartamento ma anche in trasferta, utilizzando appartamenti di lusso come alcove, oppure hotel, magari un po’ fuori mano. Nella lista dei suoi clienti si contano politici, avvocati, professionisti in genere, ovvero tutta gente della “Palermo bene”. Alessia Cannizzaro intervista Chiara che racconta, senza falsi pudori, vizi e virtù di una città sommersa, conditi da particolari piccanti e non sempre prevedibili. Un libro a metà tra storia e confessione. Una città a luci rosse annidata tra le pieghe di un perbenismo di facciata. Palermo, come tutte le altre città, d’Italia, in fondo, è anche questo. (a.f.)

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LIBRILIBRI

“Bianca come il latte rossa come il sangue” (Mondadori), esordio letterario dello scrittore palermitano Alessandro D’Avenia, è di quei romanzi che si leggono d’un fi ato, che quando si conclude un paragrafo, la curiosità e il desiderio di sapere come vada a fi nire spingono il lettore a passare al successivo, fi no a leggerli tutti senza posa. Se come il protagonista Leo volessimo catalogare il libro con un colore, l’impresa apparirebbe ardua, una sola variante cromatica risulterebbe troppo riduttiva. Il racconto possiede al suo interno una miriade di colori e sensazioni, espressi tutti in modo esemplare,

sfruttando di ciascuno ogni sfumatura. Il romanzo parla di Leo, un adolescente come tanti, che trascorre le sue giornate tra le partite alla play station e il torneo di calcetto, gli “sfi doni” in motorino col compagno Niko e le interminabili chiacchierate con l’ amica del cuore Silvia. Come gran parte dei suoi coetanei, il protagonista detesta la scuola e il tempo speso sui libri, ritiene i professori degli sfi gati, distanti anni luce dagli studenti, e come tale si appresta ad accogliere il nuovo supplente di fi losofi a. Questi però risulta diverso dagli altri docenti, non è il solito insegnante dedito ad impartire fredda dottrina, ma un entusiasta amante del proprio lavoro, un “sognatore”, che stimola gli studenti ad aprire la mente e a dedicare anima e corpo ai propri sogni, a inseguirli e viverli. Leo sa d’avere un sogno, il suo nome è Beatrice, una coetanea che frequenta il suo stesso liceo. Beatrice è passione, amore, tumulto,

desiderio. Beatrice è il rosso, colore che riempie e contrasta il bianco, il colore del vuoto, del silenzio, del nulla, della solitudine. La malattia di Beatrice è il bianco. La scoperta del male rischia di trascinare con se anche Leo, di sconvolgere i suoi desideri, la sua speranza. Ma proprio quando il protagonista sta per abbandonarsi allo sconforto e alla sfi ducia, la voglia di avvolgere d’amore Beatrice e la scoperta di un dialogo col mondo degli adulti, non più universo distante ma realtà vicina nella quale trovare consiglio, fanno sbocciare in Leo una maturità ancora solo covata. Alessandro D’Avenia racconta, anche grazie all’esperienza maturata come insegnante, di un’adolescenza diversa da quella vuota e abulica che gli strumenti di comunicazione di massa trasmettono,

lontana dalle etichette di alienazione e disagio perenne che spesso le vengono addossate. Dimostra che i ragazzi hanno tanto da trasmettere, sensibilità sconosciute e valori puri, aspettano soltanto che arrivi qualcuno, un professore, un genitore, un amico, dal lontano pianeta dei grandi che sappia e voglia ascoltarli. Esprime tutto questo con una scrittura emozionante, semplice ma di rara effi cacia, che sa far piangere, sorridere, rifl ettere e soprattutto sperare. Ad ispirare l’autore, come lui stesso ci racconta, la sue radici palermitane: «Ho imparato che l’originalità ha dentro la parola origini. Solo chi conosce bene le proprie origini e rimane ancorato ad esse trova la propria voce personale. Sono siciliano nel DNA, con tutto quello che comporta nei termini di passione, calore, ironia e permalosità. Sono un siciliano shakerato lungo la penisola e questo mi ha fatto crescere moltissimo, ma l’essenza rimane quella. E non si cambia».

di CLAUDIO LIVECCHI

Esordio letterario del giovane palermitano che racconta un’adolescenza diversa

ALESSANDROD’AVENIA

LIBRIMelo Minnella / BAMBINI…. / 80 pagg / 19.90 / Ernesto Di Lorenzo editore

Edito da Ernesto Di Lorenzo questo libro è un omaggio del grande fotoreporter siciliano Melo Minnella che ha immortalato i bambini del sud del mondo. Dallo Yemen alla Cina , dall’India alla Birmania, dal Marocco al Messico, dall’Armenia al Laos. E poi ancora Iran, Ne-pal, Vietnam, Cambogia, Turchia. Partendo, ovviamente, dalla Sicilia. Un lungo viaggio per esplorare quel patrimonio di diversità culturali di cui i bambini – nel gioco, nello studio, nella religione – sono gli interpreti più spontanei. Questi bambini rappresentando la loro identità etnica, esprimono la loro fragilità, la vitalità, la leggerezza dell’età. E suggeriscono l’intangi-bile sacralità dell’infanzia. Il libro sostiene la campagna del Ciss, Cooperazione internazionale Sud Sud, “Studiare, giocare, crescere” per la tutela dell’infanzia. (a.f.)

Alessia Fiorentino / SITAEL / 864 pagg / € 22 / Dario Flaccovio

Etenn ha quattordici anni e sembra essersi arreso al suo triste e noioso destino da scudiero. Ma succede qualcosa: trova il Sitael, scoprendo di possedere un potere che fi no a quel mo-mento gli era stato nascosto. Ed ecco che la sua vita muta improvvisamente in una ricerca del proprio passato, trasformandolo nel protagonista di una storia fantastica, fatta di buio e di luce. Etenn sarà catapultato in un viaggio che lo porterà a Oreah, attraverso un’eterna guerra tra il bene e il male. Una storia di amicizia, avventura e magia che lo aiuterà a crescere e a diventare un vero e coraggioso guerriero. Una bella fi aba, non solo per bambini. Alessia Fiorentino ha scritto “Sitael” a quattordici anni e sta scrivendo il seguito di questo romanzo per farne una trilogia. (a.f.)

Vincenzo Pasqua / IL SIGNOR LEO VALNIES... / 232 pagg / € 15 / Moby Dick

Era il 31 dicembre 1999, alla Biblioteca di Vicolo de’ Monaci, senza numero civico. E tutto era pronto. Sono “storie di storie” in una ragnatela di protagonisti e comparse. Vincenzo Pasqua ha scritto un romanzo mozzafi ato che cavalca due millenni e alcuni capolavori della lette-ratura di ogni tempo. Una matrioska di sogni dove con fl ebile ma invincibile lume il lettore è guidato da lui, il signor Leo Valnies, bibliotecario, che mai si dimentica del suo importante incarico e che è capace di volare oltre il tempo che fi nisce. Attraverso le sue parole e le sue azioni si riscoprono pagine intramontabili della letteratura classica e non solo. L’autore, siciliano d’origine, da anni vive a Parma. Nel 2000 ha esordito come scrittore con la raccolta ”La ricerca del labirinto”. (a.f.)

Sergio Cataldi / A PASSI RAPIDI / 144 pagg / 12 € / Navarra editore

Un protagonista senza nome, in balia dei propri istinti. Odia il mondo intero, quel mondo al quale non sente di appartenere, ma che non riesce a fare a meno di osservare e reinterpre-tare. Cerca di sfuggirlo e di entrarci in contatto il meno possibile. Unico ricovero sicuro: la sua passione ossessiva per la musica. Si isola acusticamente nella speranza di fuggire la realtà. Eppure, a suo modo, cerca di comprenderla, compiendo un’esperienza surreale, attraverso una città buia e piena di voci. L’autore, Sergio Cataldi è uno dei più stimati deejay della scena underground di Palermo. Nel suo romanzo d’esordio la musica elettronica, brani manifesto della new wave inglese dei primi anni Ottanta e le melodie cupe dei Joy Division fanno da colonna sonora onnipresente all’esperienza surreale del protagonista. (a.f.)

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alle lezioni (pre)potenti di un Mimmo Cuticchio che lo scuote con forza e lo manovra come uno dei tanti pupi che passano tra le sue mani. Ma la tragedia siciliana del titolo sta anche nella musica dolce e amara di Giovanni Sollima che accompagna il “peregrinare” del nostro protagonista e ne sottolinea più di una volta le tante mutazioni degli innumerevoli stati d’animo che si rincorrono nascosti tra le immagini. Non c’è ansia di raccontare, dicevamo all’inizio, perché la storia procede secondo uno sviluppo naturale, assecondando ricordi e scoperte di Turturro, ponendolo come davanti uno schermo in cui parallelamente passano attimi del passato e momenti del presente. Non è un caso, poi, che il lungo fi nale, che si diverte ad echeggiare lontane

memorie cinematografi che, scorga nel mare il vero protagonista. Quello stesso mare, luogo principe di migrazioni, di andate consumate, spesso prive dei ritorni. Si ha come l’impressione che il fi lm non sia altro che un grande regalo che Turturro abbia voluto fare a

se stesso. La spontaneità che si avverte da un passaggio narrativo all’altro, la libertà, sprigionata già dall’idea che fornisce le fondamenta del fi lm, tramite cui il cinema gioca con se stesso e con il proprio linguaggio, fanno di

“Prove per una Tragedia Siciliana” il ritratto, privo di presunzione, di un ritorno a casa. Che poi questa casa sia la nostra Sicilia ci permette di vivere questo ritorno con una partecipazione assai prossima a quella di John, o meglio, Giovanni Turturro.

L’ansia del raccontare non appartiene al John Turturro, regista al fi anco di Roman Paska (a sinistra nella foto in basso), sceneggiatore ed interprete di “Prove per una Tragedia Siciliana”. Quello che doveva essere un diario di ricerca, fatto di sopralluoghi e suggestioni da metabolizzare ed ordinare, per la realizzazione di un fi lm da tempo nei pensieri di Turturro, si compie nel suo divenire, diventa esso stesso oggetto cinematografi co. Tanti i modi per raccontare Palermo e la Sicilia. Ci ha provato Wim Wenders, ultimamente, con il suo “Palermo Shooting”. Qui siamo, però, su un territorio completamente diverso, distanti dalla perfezione fotografi ca, un po’ povera di vita forse, del maestro tedesco. Turturro, grazie al sostegno di Sicilia Film Commission e Cinesicilia, ci porta in giro a riscoprire luoghi e tradizioni per noi,

spettatori del luogo, consuete, per lui, italo-americano, oggetti di racconti fi ltrati dalla voce dei nonni materni originari di Palermo e di Aragona. Il viaggio compiuto dall’attore-regista, volto tra i più particolari del cinema

contemporaneo statunitense, interprete di personaggi spesso esasperati da uno schizofrenico rapporto con la realtà (impossibile non citare lo straordinario Jesus Quintana, maschera geniale cui Turturro presta il volto nel 1998 ne “Il grande Lebowski” di Joel e Ethan Coen), è, quindi, un percorso di (ri)scoperta, la soddisfazione di un bisogno tanto naturale quanto prepotente, che risponde alla necessità di trovare forma, colori e tonalità alle proprie radici. Nella voce, impastata e resa calda dalla nicotina, di Andrea Camilleri, tra le parole di Gioacchino Lanza Tomasi, nella gentilezza delle forme e dello sguardo di Donatella Finocchiaro o, ancora, attraverso la fi sicità prepotente di Vincenzo Pirrotta e “l’arroganza” artistica e geniale del Maestro Puparo Mimmo Cuticchio, Turturro scova brandelli della storia, tanto antica quanto attuale, della Sicilia e di Palermo che, inevitabilmente, fi niscono per diventare brandelli della sua storia, passata e odierna. In tutto questo, tra pupi che si litigano l’amore di Angelica, provini a cielo aperto, angoli di Palermo che mostrano quel senso “tragico”, tante volte citato con troppa facilità, Turturro ha gli occhi di chi osserva luoghi e riti per la prima volta. Lui, già stato in Sicilia nel 1987 per recitare le parti del bandito Pisciotta ne “Il Siciliano” di Michael Cimino, adesso, a distanza di più di venti anni, torna con sguardo innocente e a volte smarrito. Fa sorridere vederlo girare tra i luoghi simbolo di una città che avverte appartenergli e con cui cerca una relazione, masticare un dialetto invaso dalla lingua inglese, o assistere come un timido apprendista

La Sicilia di John Turturro “Prove per una Tragedia Siciliana” è il fi lm documentario diretto dal regista e attoreitalo-americano insieme a Roman Paskadi SALVATORE SALVIANO MICELI

Un percorso di (ri)scoperta, la soddisfazione di un bisogno

tanto naturale quanto prepotente, per trovare forma,

colori e tonalità alle proprie radici.

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CINEMA

A tutto il popolo di cybernauti, teledipendenti non abbonati, fancazzisti a tempo indeterminato, precari obbligati, universitari in pausa, principianti della rete, casalinghe non disperate e a chi odia gli inglesismi di internet e Facebook: benvenuti alla visio-interazione di “PC…Panelle e Crocchè”; la prima web situation com-medy che porta per il mondo la Sicilia che diverte. Non la solita aria fritta degli stereotipi isolani, ma gli odori di una vera “friggitoria”, eletto luogo di democrazia, che per portata economica e di gusto rende pari tutti: dal povero ammanigliato di debiti al potentato zeppo di pic-cioli. Al bando termini come pay tv e pay per view ed agli altri “azzanni di cervello” satellitari; perché il mon-do non è solo “parabola”, ma la vita che vi si muove dentro ridendo, sì. Prendetevi un attimo di pausa, dun-que, e ogni martedì pomeriggio, collegati in rete (www.blogsicilia.it, www.livesicilia.it e www.panellecrocche.it) o anche per telefonino, con il QR code della puntata, sbalordite voi stessi in presa diretta. Avete capito bene: voi stessi. La location non è nei soliti studi televisivi, ma presso l’Antica Focacceria San Francesco dei fratelli Con-ticello a Palermo e, forse, per le future puntate - e con qualche vip di passaggio - anche nella sede milanese. E allora se siete creativi in cerca di emozioni o talentuosi in erba vogliosi di crescere o mal celate l’estro surreale e comico in un mondo di lupi questo è il momento di pro-porvi non solo da attori (facendovi selezionare in uno dei

casting tour nell’isola), ma anche da sceneggiatori (cioè postando idee, soggetti e commenti nel forum aperto su BlogSicilia). Infatti “PC... Panelle e Crocché”, oltre all’ori-ginalità mediatica, è un grande gioco di ruolo interat-tivo dove personaggi sono tutti: dal cast di ruolo alle comparse estemporanee in Focacceria (queste riprese in diretta fra gli avventori della succulenta muffoletta), dalla troupe mobile ai neo-sceneggiatori del laborato-rio creativo virtuale, che coralmente - prima, durante e dopo ogni puntata - invia nuove gag, bozze di dialoghi e commenti real-time su temi d’attualità da dissacra-re. Fabiana D’Urso, regista (insieme a Davide Vallone) nonché sceneggiatrice-leader e ideatrice del progetto prodotto da Server, Serverstudio e Novantacento, ha dato l’imprinting a questa creatura. «Non m’aspettavo s’ingigantisse a tal punto. - confi da - L’idea m’è venuta proprio nei momenti di pausa pranzo, davanti al mio PC e al panino di Panelle e Crocchè di cui vado ghiotta. Cosa c’è di meglio d’una sceneggiatura scritta coralmen-te e per l’allestimento di una situation commedy (in una friggitoria), che si guarda nello spazio d’un panino attra-verso internet?». Nel cast d’attori si ricordano Marcello Mordino, Gino Carista, Rosalba Bologna, Simona Pace, Veronica Pecoraino, Domenico Verona, Salvatore Roma-notto, Alberto Molonia, Antonio Ribisi La Spina e molti altri. In sigla poi le Three Arancine, con l’interrogativo: ti senti Panella o Crocchè?

PC... Panelle e Crocché La vita è tutto un fritto: un morso alla prima web sit-commedy tutta made in Sicily di TOMMASO GAMBINO

CINEMA

C’erano una volta in Sicilia i sunatura, cantastorie che, spostandosi di piazza in piazza, raccontavano di antichi avvenimenti veri o immaginari. Dal 1995, nel suggesti-vo teatro Ditirammu dello storico quartiere palermitano della Kalsa, la tradizione musicale dei cantastorie rivive grazie a Vito Parrinello e Rosa Mistretta che ogni Natale mettono in scena “Ninnarò, il presepe raccontato”. Da questa rappresentazione di delicata poesia popolare, ispirata al Vangelo secondo Luca, è nato un fi lm docu-mentario per la regia di Vincenzo Pirrotta, protagonista della prima versione teatrale diretta da Mimmo Cuticchio. Prodotto dall’associazione Piccoli Teatri del puparo Enzo Mancuso - con il sostegno dell’APQ Sensi Contemporanei - “Ninnarò, il presepe raccontato” vanta un cast quasi in-teramente siciliano: dallo stesso Pirrotta, al suo debutto cinematografi co come regista, a Peppino Sciortino, orga-nizzatore generale, a Giuseppe Milici, autore della colon-na sonora. Il fi lm girato con la RED, macchina digitale che garantisce immagini di alta qualità, non è una semplice trasposizione cinematografi ca, ma una scrittura origina-le liberamente ispirata alla versione teatrale. «“Ninnarò” si snoda su diversi binari che si intersecano l’uno con l’altro. - spiega Pirrotta - Alla dimensione antropologi-ca, che si basa su testimonianze di studiosi come Nino Buttitta, fa da contraltare una dimensione narrativa che amo defi nire di incantesimo. Mi riferisco alla magia nata dall’incontro tra Rosa Mistretta e Vito Parrinello che han-

no trasformato in teatro una grotta incantata, nascosta in uno dei più antichi quartieri della città”». In particolare il fi lm ripercorre una delle storie iscritte con maggiore nitidezza nell’immaginario collettivo popolare: il momen-to della Novena, ovvero i nove giorni che precedono la nascita di Gesù. A ripercorrere le “Parti” del cosiddetto viaggiu dulurusu di Giuseppe e Maria c’è Filippo Luna nel ruolo di Turidduzzu, sacrestano cantastorie che si ispira a un personaggio realmente esistito e conosciuto dallo stesso Pirrotta. Sulla scena accanto agli artisti Vito e Rosa anche i fi gli Elisa (cantante e scenografa), e Giovanni (mu-sicista), la nipotina di Vito, Noa Flandina al suo debutto e l’Orchestra del Teatro Ditirammu. Guest star del fi lm è il vero Turidduzzu, montanaro di Bisacquino, dall’ingenuità disarmante, defi nito da Pirrotta l’incarnazione della poe-sia. «Il fi lm inoltre racconta - aggiunge il regista - la crisi di identità vissuta dall’attore Filippo Luna nel momento in cui si confronta con il personaggio reale cui per anni ha prestato il volto, senza averlo mai incontrato». Per descrivere in defi nitiva il messaggio del fi lm, caratte-rizzato da un così ricco impianto narrativo, Pirrotta si af-fi da all’immagine della piccola Noa, paragonata ad “Alice nel Paese delle meraviglie”, che rappresenta lo scorrere del tempo e custodisce le fondamenta di un futuro sicilia-no «che guarda alle tradizioni, intese non come folklore fi ne a se stesso ma come radici profonde su cui è possi-bile costruire qualcosa di solido».

Ninnarò, il presepe raccontatoUn fi lm documentario per la regia di Vincenzo Pirrotta e un cast quasi interamente siciliano di MANUELA PAGANO

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SOCIETA’

iniziativa in occasione dell’Epifania (nella foto). Una grande festa ricca di appuntamenti culturali, che ha trovato un coinvolgimento in analoghe e contemporanee iniziative promosse dall’amministrazione comunale, ultimamente impegnata proprio nella riqualifi cazione del centro storico della città, nella fi gura dell’assessore Maurizio Carta. «Il Consorzio - ci ha infatti informato Carta - fa parte del tavolo tecnico sulla qualità degli spazi pubblici e la mobilità, istituito lo scorso anno. Oggi il ruolo dell’amministrazione non può più essere quello dell’attore, ma del regista che ascolta e compartecipa ad alcune iniziative promosse in questo caso dai CCN, elementi questi fondamentali nella strategia di riqualifi cazione di un territorio, avviata infatti con successo in molte città d’Italia. I CCN inoltre non rappresentano soltanto un antidoto ai comuni Centri Commerciali, ma consentono alle attività che vi fanno parte di considerare la propria realtà come un tassello di una visione complessiva,

che consente di associare all’ottica, legittima, dei commercianti quella dell’intero tessuto sociale, al fi ne di creare qualità urbana». “Piazza Marina & dintorni” rappresenta un’area importante della città, sulla quale è già stato avviato un processo di riqualifi cazione, quasi completato, di edifi ci storici e residenze. «Quello che serve adesso - continua l’assessore - è un forte slancio del decoro urbano insieme alla creazione di un’immagine coordinata, necessaria a rendere riconoscibile un’identità forte come quella racchiusa tra Piazza Marina e l’ampia area circostante, che da via Roma giunge al mare». Defi nire un’appartenenza comune, con la creazione di un brand, a cui ricondurre tutte le attività aderenti al consorzio e di un portale che promuova servizi ed iniziative turistico-culturali sarà dunque il prossimo obiettivo del consorzio, che ha deciso di condividere la realizzazione del proprio logo deliberando un bando pubblico. Un concorso che sarà presto promosso a livello internazionale.

«Ho visto piazza Marina e le immediate vicinanze come un grande teatro a cielo aperto dove si esibivano musicisti di grandissimo talento. Peccato, però, che ciascuno suonava una propria musica e nessuno aveva la capacità di udire quella del vicino». Nasce così nella mente di Maria Giambruno, titolare del B&B Alla Kala, l’idea di un’identità corale di nome “Piazza Marina & Dintorni”. Un’orchestra unica, uno spazio comune dove discutere, esibirsi, conoscersi, crescere insieme. Un’idea diventata immediatamente concreta con la costituzione, lo scorso 3 dicembre, dell’omonimo Centro Commerciale Naturale (CCN). Una nuova invenzione normativa, che ha lo scopo di riunire in un unico organismo piccole e medie imprese,

mondo delle associazioni no-profi t, organizzazioni religiose e sportive. Una sfi da interessante nella consapevolezza che è dall’azione congiunta di tutti gli attori del territorio che può svilupparsi un progetto di riqualifi cazione e recupero. “Piazza Marina & dintorni” riunisce al momento circa 70 soci, tra operatori turistici, esercizi commerciali, associazioni e fondazioni, che con entusiasmo hanno deciso di mettersi in rete per restituire ad una parte della città antica, quella

dove per primo sorse l’insediamento di Palermo, una propria dignità e un’unica identità, capace di testimoniarne l’eredità storica e valorizzarne il patrimonio culturale e artistico esistente. «L’idea fondante - racconta Maria Giambruno - è quella di trattare il territorio nella propria interezza come un marchio sul quale operare con le tecniche di marketing. Cosa ci si chiede quando occorre lanciare un prodotto? Qual è il mio prodotto, a cosa serve, come può incidere nella vita delle persone?». Uno sviluppo intelligente del prodotto “Piazza Marina & dintorni” può senz’altro determinare un incremento del reddito degli operatori, il recupero di interesse agli investimenti in nuove aziende, e il conseguente aumento del tasso di competitività e vivibilità. Ebbene “Piazza Marina & dintorni” è un prodotto di altissima qualità che racchiude eccellenze in materia di arte, cultura, gastronomia, musei, giardini storici. Per citarne alcuni, la Fondazione Brass Group, Il Museo Regionale Abatellis, Il Museo Internazionale delle Marionette, Palazzo Steri, La Chiesa della Gancia, Palazzo Mirto e il meraviglioso quartiere della Kalsa, custode di grandi tesori. Ciò di cui forte si sente il bisogno è allora la creazione, attraverso questa rete relazionale, di iniziative che se in sinergia fra loro, con il giusto anticipo, diventerebbero i contenuti ideali di un nuovo prodotto Palermo. E un primo percorso il consorzio lo ha già tracciato, costituendo periodicamente differenti tavoli tematici, uno dei quali ha portato alla realizzazione di una prima

Piazza Marina & dintorniUn centro commerciale naturale, un organismo di piccole e medie imprese, associazioni no-profi t, organizzazioni religiose e sportivedi DANIELA GENOVA

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SOCIETÀ’

Lavoro, mercato, credito, rendita, profi tto, capitale. Queste sono le categorie che più spesso sono state utilizzate per afferrare i caratteri dello sviluppo eco-nomico. Vi è però un soggetto - l’imprenditore - che non è una “categoria” ma ha a che fare con la spinta propulsiva dello sviluppo. Ed è questo che fa di Tom-maso Dragotto, l’imprenditore che si distingue da tutti gli altri. Il suo, è il primo nome per la candidatura alla presidenza degli industriali. Decisione che nasce anche

dall’analisi di una Confi ndustria poco attenta a mettere in contatto diretto l’imprenditore con le istituzioni su argomenti importanti, quali lo sviluppo del territorio e delle piccole e medie imprese. L’attività imprenditoriale di Dragotto, inizia nel 1963 con quattro macchine. Oggi di vetture ce ne sono seimila e l’azienda mette assieme 450 lavoratori con sedi in tutto il mondo. Per questo motivo, il brand utilizzato dall’azienda è AutoEuropa.

Da qualche mese ha fondato il blog “Movimento Pal-ermo per Palermo”, raggiungibile all’indirizzo internet www.palermoperpalermo.com. Obiettivi? Fare infor-mazione e conoscere idee per migliorare la città, muo-vere il senso civico di chi legge e creare aggregazione consapevole che alla città di Palermo manchi un col-legamento ed un mezzo di comunicazione adeguato, che permetta di dare suggerimenti e comunicare idee e progetti alle istituzioni, per migliorare la qualità di vita della città. «Durante gli ultimi cinque anni mi sono chiesto, continuamente, come migliorare la città di Pal-ermo. I miei progetti sono stati molto diffi cili da realiz-zare - afferma Dragotto - ed a rendere tutto ancora più ostico, è stata l’impossibilità di interloquire con le istituzioni, affi nché i consigli e le idee dei palermitani potessero essere utili per migliorare la nostra città. E’ molto semplice comprendere, che è quasi impossibile essere ricevuti da chi ci governa ; tramite il movimento Palermo per Palermo, cercheremo di dare voce e po-tere ai palermitani che intendono, con le loro idee e i loro progetti, dare aiuto alle istituzioni per creare una città migliore di quella attuale».Palermo per Palermo, blog assolutamente apartitico, vuole essere questo anello mancante della catena,lo strumento che i cittadini avranno in più per dare buone idee al governo cittadino. L’importante è essere pro-positivi, non basta lamentarsi e stare fermi. «Abbiamo diversi progetti che vorremmo vedere realizzati – af-ferma l’imprenditore - Certamente si è capito che un desiderio condiviso è quello di vedere totalmente pe-donalizzata la piazza di Mondello, progetto di cui si può vedere una ricostruzione proprio sul sito Palermo per Palermo». E, a proposito di progetti, il Movimento ha indetto un concorso di idee, senza data di scadenza e senza limite al numero di partecipanti e vincitori: si possono presentare idee che riguardino una delle aree tematiche indicate nella sezione “bandi” per lo sviluppo del capoluogo siciliano. I progetti che saranno ritenuti meritevoli di particolare interesse, verranno premiati con mille euro. Il primo incontro cittadino con tutti i sostenitori del movimento, è previsto per il 18 aprile. «La politica è arrivata al capolinea - conclude Dragotto - adesso è necessario cambiare le cose».

PALERMO PER PALERMODa un’idea dell’imprenditore Tommaso Dragotto nasce un movimento apartitico per la rinascita di una Palermo migliore

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COSTUME

Trentotto anni, palermitana, visetto allegro e cordiale, stilosissima. Professione: personal shopper. Anzi no, meglio, consulente d’immagine. Sì, perché Cecilia Sute-ra, tra le prime personal shopper della città, dell’imma-gine a tutto tondo ne ha fatto la sua missione di vita. Ha studiato e lavorato a Roma per tanti anni, poi è arrivata l’Accademia del lusso, e da qui l’idea: «Vedevo che mi piaceva sempre di più questo lavoro, così ho pensato: perché non proporre anche qui in città quella fi gura professionale che ormai si va imponendo in tutta Italia? Sempre più richiesta non solo da star e vip che con l’im-magine devono farci i conti ogni giorno, ma anche da noi, persone comuni, i very normal people». Con buone maniere e tanta pacatezza, senza presunzio-ne né snobismo, ci racconta: «Si pensa che la personal shopper sia opportuna solo per un certo tipo di persone e di un certo livello, anche dal punto di vista economico. Io invece, mi propongo più come un’amica, che consi-glia e orienta la persona che mi si affi da per far uscire il meglio di quello che nasconde». Una fatina, insomma, che da anatroccoli trasforma in cigni, dalla magia presto detta però: con lei infatti c’è tutta un’équipe di esperti, dai make-up artists, agli hair stylists, ma anche un per-sonal trainer, e dottori specialisti nel caso in cui occorra. «Il mio servizio è un vestito cucito addosso alla persona:

parto da lei, dai suoi gusti, dal suo stile di vita, da come vorrebbe apparire, dai suoi punti di forza e da quelli di debolezza, per valorizzare e perfezionare le cose belle e nascondere o camuffare le imperfezioni». Così, comincia tutto con un incontro conoscitivo, che serve alla consulente d’immagine per orientarsi nelle scelte future, su come “costruire la nuova immagine di noi”, e poi si spulcia il guardaroba che si ha in casa, per capire gusti e tendenze, solo dopo, nell’assoluto rispetto di questi, si procede alla trasformazione, lenta e gra-duale, ma senza rimpianti. «Non importa che il vestito sia per forza griffato, o l’immagine trandy, può andar benissimo anche la roba da mercatino, se è in armonia con la nostra fi gura». Così, Cecilia, armata di senso estetico e tanta esperien-za, con colori, spazzole e vestiti fa venir fuori il meglio di noi. «Con i clienti poi il rapporto si fi delizza. È una cosa che mi rende molto felice, vedere i miei “clienti” che cambiano, si trasformano e si cominciano a piacere». Tra i servizi offerti, infatti, si va dall’acquisto di regali su commissione all’organizzazione di eventi. I costi dei servizi sono alla portata di tutti ed esistono anche dei pacchetti personalizzati. Per contattare Cecilia Sutera è possibile scrivere alla e-mail [email protected], oppure tele-fonare al numero 327.8888347.

Personal shopper, più stile per tuttiAnche Palermo ha una consulente d’immaginea cui affi darsi: l’esperta Cecilia Sutera di FEDERICA SCIACCA

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Non accenna a diminuire il successo di Twitter (www.twitter.com), servizio per microblog ormai disponibile anche in italiano (ho fatto parte del gruppo che lo ha tradotto) che dà la possibilità di riportare in 140 caratteri che cosa si sta facendo. Persino Facebook ha ricalcato la logica per gli aggiornamenti di status (con la domanda «A cosa stai pensando?»). Alle fi ne del 2009 gli iscritti erano 18 milioni e potrebbero diventare 26 milioni entro l’anno (dati eMarketer). Utilizzato da star della musica come Britney Spears e Natalie Imbruglia, da giornalisti come Gianni Riotta e Beppe Severgnini, da aziende come Nokia e Alitalia e fi nanche da Barack Obama, Twitter è un canale che aggiorna

sulle persone e le cose ma è stato fondamentale, soprattutto all’estero, per la copertura di eventi in tempo reale come è accaduto per l’uragano Katrina, il terremoto di Haiti e le coraggiose proteste dei giovani iraniani contro il regime. È possibile seguire un twitter ed essere seguiti, senza la reciprocità che caratterizza Facebook. Anche a Palermo gli utilizzatori sono in crescita e abbiamo dato un’occhiata agli account attivi. Spicca per il numero di follower (coloro che seguono; ne ha quasi 12 mila e dovrebbe essere tra i più seguiti anche in Italia) Valerio Villari (twitter.com/valeriovillari) che scrive di tecnologia e di web. Il blog Rosalio ha optato per un servizio connotato come twitter della città che si chiama Palermer (twitter.com/

palermer) e che raccoglie collegamenti ai post del blog, a post dalle altre fonti di informazione e ritwitta (cioè ripropone grazie a una apposita funzionalità) altri twit di palermitani e su Palermo. Tra le persone sono degne di interesse una fashion addicted come Simona Melani (twitter.com/simonamelani), Maria Adele Cipolla che parla di arte per i creativi dello spettacolo (twitter.com/arteinscena), il gruppetto di vignettisti Luigi Alfi eri (twitter.com/vadelfi o), Giuseppe Lo Bocchiaro (twitter.com/lobocchiaro) e Alberto Turturici (twitter.com/albo), l’onnipresente Vincenzo Stira (twitter.com/smashkins) che spesso documenta eventi e inaugurazioni. Sono presenti anche parecchi deejay e produttori, da Charlie

Brown (twitter.com/charliebrowndj) a Emanuele Lo Giudice (twitter.com/djlogema). Su Twitter Diego Cammarata c’è (twitter.com/diegocammarata) ed è stato probabilmente il primo sindaco in Italia e uno dei primi politici; purtroppo l’account è abbandonato da aprile dello scorso anno… Da Palazzo delle Aquile twitta però l’assessore al Centro storico Maurizio Carta (twitter.com/mauriziocarta). Mancano probabilmente gli account delle istituzioni, altrove presenti e attivi, e andrebbe sperimentata una copertura più attenta degli avvenimenti. Infi ne vi segnalo il mio twitter personale (twitter.com/deeario) e il twitter di Balarm.it (twitter.com/balarmit) che raccoglie ogni giorno i collegamenti agli articoli pubblicati su Balarm.it

Palermo sbarca su TwitterDopo Facebook, le voci di piazza del cyberspazio palermitano arrivano sul noto social network di TONY SIINO

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TURISMO

iniziativa, Week-end di primavera, paghi uno e prendi due tutti i fi ne-settimana fi no al 21 giugno. Le 24 strutture del circuito offriranno agli ospiti la possibilità di una camera doppia al prezzo di una singola insieme a dei ticket speciali per ricevere riduzioni nei ristoranti, nei musei, nei teatri e nei negozi consorziati. La seconda iniziativa si inserisce invece nell’ambito del progetto lanciato dal Governo nazionale con i bonus-vacanze, che vede ancora un accordo tra la Provincia regionale

di Palermo e “Palermo Hotels”, il consorzio albreghiero presieduto da Nicola Farruggio (nella foto il secondo da sinistra) grazie al quale i titolari di buoni-vacanze che sceglieranno le strutture ricettive del circuito usufruiranno di uno sconto ulteriore, ovvero il 10% in più sul contributo erogato dallo Stato. E ancora per gli ospiti benefi ciari del contributo pubblico, che per esaurimento dei fondi o per altri motivi non hanno ricevuto il bonus, l’accordo prevede uno sconto del 20% sulle spese complessive di alloggio, praticato anche nei mesi di luglio e agosto, che in questa prima fase di lancio sono esclusi dalle agevolazioni statali. Si è parlato poi della II edizione di Travelexpo In, la prima manifestazione in Sicilia dedicata interamente al settore dell’incoming, che l’agenzia “Logos - Comunicazione e immagine”, guidata da Toti Piscopo (nella foto il terzo da destra) organizzerà per il secondo anno a Palermo dal 10 al 12 dicembre, con il sostegno di Palazzo Comitini. Ma resta Provincia in Festa, la kermesse estiva nata per celebrare la fondazione dell’Ente,

quest’anno alla XIII ediz ione, i l f iore all’occhiello della p r o g r a m m a z i o n e provinciale, che vede protagonisti tutti gli 82 Comuni del territorio. Tornerà il 4 settembre la Notte in Festa, con un ricco cartellone di appuntamenti sparsi in suggestive location del capoluogo, Palazzo Jung con il jazz, Palazzo Sant’Elia con la musica classica, i ritmi etno-folk tra i vicoli del centro storico, spettacoli pomeridiani per i più piccoli, itinerari

tra i siti monumentali di Palermo, una manifestazione dedicata alla gastronomia di strada e i concerti in piazza Politeama, con gli artisti più in voga del pop italiano. «Provincia in Festa - ha dichiarato il Presidente Avanti - vuole ancora una volta presentare il territorio con tutte le sue peculiarità e risorse, valorizzare i talenti, le suggestioni e i sapori, rivolgendosi in particolare ai numerosi turisti che visitano la città e la sua provincia durante i mesi di agosto e settembre». In scena anche

La Sicilia alla Borsa Internazionale del Turismo ha presentato

eventi e iniziative che la vedranno protagonista fi no al 2011

di DANIELA GENOVA

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TURISMO

quest’anno il corteo storico, che tra tradizioni e leggende vedrà sfi lare gli 82 comuni lungo via Libertà. Non mancherà l’appuntamento con i fashion-designer palermitani, Notte di moda, che nei giardini del castello della Zisa presenteranno in passerella le loro prestigiose collezioni, più di 100 pezzi che sembrano opere d’arte. Interessante anche il programma di appuntamenti regionale presentato dall’assessorato al turismo, sport e spettacoli nella sala gialla allestita al padiglione 7, dove Sicilia ed isole minori esponevano folklore e novità in un grande e vivace stand. Sul palco l’assessore regionale al Turismo Nino Strano che in più incontri ha presentato alla stampa gli eventi culturali e sportivi che animeranno la Sicilia fi no a tutto il 2011. In pole position Il Circuito del Mito, che nato da un’idea del maestro Franco Zeffi relli continuerà a portare tra luoghi mitici e di infi nita bellezza note opere ed artisti di fama internazionale. Simbolo della Regione alla Bit quest’anno è stata la “Venere di Morgantina”, una statua alta 2 metri e 20 del V secolo a.C. che farà ritorno in Sicilia dagli Usa nel gennaio 2011 e troverà casa ad Aidone. Ad inaugurare l’ologramma insieme all’assessore Strano il presidente della Regione Raffaele Lombardo (nella foto al centro, insieme a Giovanni Avanti, a destra, e Titti Bufardeci, a sinistra) con il quale ha poi illustrato la politica del settore del governo regionale, dall’avvio dei distretti turistici fi no alla pianifi cazione degli investimenti. In vetrina infi ne tutte quelle manifestazioni turistico-culturali ormai note in Sicilia, da Taormina Arte, alle rappresentazioni classiche di Siracusa e di Segesta, alle Orestiadi di Gibellina, agli eventi enogastronomici, fra i quali il super applaudito resta il Cous Cous Fest di San Vito Lo Capo. Lungo sguardo anche agli eventi sportivi che vedranno la Sicilia teatro dei Campionati mondiali di Scherma 2011, del girone del secondo turno dei mondiali di Pallavolo, dalla fi nale nazionale del master Sand volley 4x4 serie A femminile alla fi nale mondiale di Powerboat e dei Sicilia Open Golf. E si è parlato tanto anche di Cinema. Tra gli obiettivi, si punta fi nalmente a far diventare i cantieri culturali della Zisa di Palermo, sede del Centro sperimentale di cinematografi a diretta da Francesco Alberoni, la nostra Cinecittà.

NEL GENNAIO 2011 RITORNA DAGLI USA LA

VENERE DI MORGANTINA, UNA STATUA DI 2 METRI E

20 DEL V SECOLO A.C.

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dell’altro cognato. Ci sono varie versioni. La più semplice prevede l’ultilizzo della ricotta ben scolata, impastata con uova, pecorino grattuggiato e salsiccia pasquarola tagliata a pezzettini. Un’altra unisce i fi nocchietti lessati e tritati alla ricotta, alle uova e al caciocavallo grattuggiato. Nulla osta a sostituire la suddetta verdura con i giritelli di montagna, con spinaci, con borraggine, con cavolfi ori. La fantasia in questo tipo di ri-cette è libera di sbizzarrirsi. Il procedimento è il medesimo: si amalgama la ricotta con le verdure ben strizzate e trita-te. Si uniscono le uova, o in alternativa le patate bollite, il formaggio grattuggiato, si può unire la pasta di salsiccia, il salame, il prosciutto, la provola, dei tocchetti di morta-della: tutto ciò che il proprio gusto suggerisce. Si fanno le polpette e si immergono in abbondante olio caldo, in

modo che la frittura sia veloce e risulti leggera. Una volta pronte non solo possono diventare un contorno o un an-tipasto succulento, ma possono rendere ancora più ricco il ragù. L’unico pericolo è l’assalto al vassoio durante la frittura, come per le patate fritte la tentazione è insidio-sa! Ma il cervello multitasking ha pensato anche a questo

e si ritaglia un momento di so-litudine durante l’evacuazione obbligatoria dalla cucina: o durante la notte, o spedendo il marito e i fi gli a salutare i nonni e a ritirare le uova di cioccolato e le pecorelle di pa-sta di mandorle, o a comprare i dolci, fondamentali per la

buona riuscita della festa. È necessario avere una dose di inventiva effervescente, che mascheri la necessità di so-litudine e di quiete e che non urti la sensibilità di nessuno. E le donne sono le maghe della posizione cuscinetto!

Una delle caratteristiche femminili, che sembra essere congenita, o con i secoli lo è diventata, è il cervello in fun-zionalità multitasking. Le donne lo hanno per dotazione. Con questa defi nizione si intende la capacità di svolgere più azioni contemporaneamente: consolare l’amica in-ferocita contro il datore di lavoro, che ha sbagliato una circolare e l’ha relegata a un’angusta biblioteca a piano terra; rimescolare il sugo; svuotare la lavatrice; salvare il pargolo, che sta tentando lo sgozzamento fra le sbarre del balcone; togliere la mezzaluna con cui il primogenito minaccia la sorellina e consigliare al marito la cravatta da abbinare al completo, per la riunione pomeridiana. Tutto questo dopo una mattina al lavoro, la spesa, il ritiro della prole dalla scuola. Insomma ancora con i tacchi, truccate e trafelate, le signore cercano di prendere fi ato, giusto per non bruciare il pranzo. Uno dei grossi problemi quotidiani contro cui si scontra-no gli angeli, che non sono più solo del focolare, è in-ventare qualcosa di diverso da ammannire ai familiari,

sia per proteggere la propria incolumità, sia per evitare il cannibalismo. Non parliamo, poi, di situazioni partico-lari come le festività pasquali. Alcuni vogliono lo stesso menù in secula seculorum, in modo da rispettare la tradi-zione; altri vogliono cambiare ogni anno, pur rispettando le ascendenze gastronomiche. Si avvicina la Pasqua. A parte agnello, carciofi e favette fresche, la classica cas-sata, stigghiole e ‘nni stuoiammu u mussu, cosa fare? Il cervello multitsking aziona la sua funzione special e in background comincia a scandagliare gli anfratti della memoria per trovare qualcosa di appetitoso, che zittisca tutti nei minuti in cui masticano. Davanti a uno stizzoso operatore sportello delle poste, fra una bolletta e una multa per sosta vietata, si illumina lo sguardo. Ecco! Le polpette di ricotta, delizia non troppo conosciuta, di sicu-ra riuscita, che sfrutta un prodotto stagionale. La ricetta è semplice, non richiede eccessiva prepara-zione ed è di facile trasportabilità, qualora si decides-se, all’ultimo momento, di accettare l’invito di uno o

CIBO

L’ABBINAMENTO IL VINO

di GIORGIO AQUILINO

Buon senso ed osservanza delle regole esortano ad esprimersi sul merito alla fi ne della rappresentazione, non prima. Ciò, se è valido nel teatro quanto nel cine-ma, lo è anche quando la messa in scena sia un piatto da gustare e dover abbinare. Ed in effetti, sono tante le volte in cui un piatto, sebbene poco appetibile alla vista, dimostri inaspettate qualità a livello gustativo. Frequen-te poi è anche il contrario: la scenografi ca presentazione che esalta la vista ma delude al palato.

Nel nostro caso, la rotonda armonia delle nostre polpette si estrinseca, a livello gustativo, con alcune decisive caratteristiche: tendenza dolce, aromaticità, un-tuosità, grassezza. L’insieme di queste risultanze suggerisce di orientare la scelta verso un Etna bianco superiore, un vino DOC la cui produzione è consentita nella provincia di Catania. È composto per lo più dal Carricante, vitigno autoctono di antiche origini. Il nome pare gli sia stato attribuito dai viticoltori di Viagrande (Catania) che lo han-no individuato e selezionato alcune centinaia di anni fa: il signifi cato del termine si farebbe risalire all’abbondante produzione che era in grado di dare. In passato, fu introdotto in altre zone dell’Isola ma non ha mai trovato signifi cativa diffusione al di fuori del Catanese, divenendone proprio una sua particolarità.

Cervello multitasking e polpette di ricottaTra faccende domestiche e lavorative, l’inventiva effervescente delle donne passa anche dai fornelli di LETIZIA MIRABILE

Ci sono varie versioni. La più semplice prevede l’ultilizzo della

ricotta ben scolata, impastata con uova, pecorino grattuggiato

e salsiccia pasquarola tagliata a pezzettini.

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SEGNI

Dopo l’equinozio di primavera inizia l’anno astrologico…un nuovo ciclo ed una nuova stagione illuminano i segni zodiacali. L’Ariete, che inaugura lo zodiaco, farà i conti con un rigoroso Saturno, che in opposizione li obbligherà a fare un consuntivo delle loro vite sentimentali, e decidere quali rapporti sono veramente validi o meno. L’altro fuoco dello zodiaco si trova in Leone, i nativi saranno rinfrancati da novità lavorative, del resto non sono stati troppo calmi negli ultimi mesi e dopo aver fatto le spese di poca misura nelle cose riusciranno a risalire la china egregiamente. I Sagittario, invece, si trastullano e vagheranno sempre alla ricerca di nuove terre e di nuovi titoli che li perfezionano e li rendono più competitivi che mai, disposti a fermarsi solo per amore! La terra zodiacale esplode di rigogliosa vitalità nel Toro che rifi orisce nei sentimenti e nelle questioni familiari, dopo un periodo di confusione; novità lavorative sembrano premiarlo per la costanza con la quale ha portato avanti i suoi impegni. Decisamente meno premiati dagli astri i Vergine che hanno fi nalmente imparato a vivere tutto a cuor leggero, ma che ancora fanno i conti con il passato…poco socievoli per tradizione i Capricorno che sorprendentemente si sentono agitati da pulsioni creative e poco razionali, colpa di Plutone che li bombarda di stimoli e di Giove, che farà scherzetti economici o legali. L’aria zodiacale impazza di simpatia nei Gemelli che tornano al centro della scena sociale: hanno fatto i compiti a casa e per questo verranno promossi a pieni voti nel lavoro, mentre in amore saranno letteralmente irresistibili! La Bilancia smette i panni seriosi, ed inizia un alleggerimento della sua personalità che porterà i nativi ad essere più felici nonostante le responsabilità. Camaleontici e trasgressivi come sempre gli Acquario, in una primavera decisamente movimentata che si calmerà di botto non appena la passione troverà requie nell’amore, dopo l’esaurirsi della fastidiosa opposizione di Marte a maggio. I Cancro raccolgono fi nalmente i frutti del lavoro svolto, e nell’amore fi nalmente iniziano ad essere più sereni e disponibili in barba anche ad un certo romanticismo, ormai fuori moda anche per loro. Strepitose novità lavorative per lo Scorpione, che riesce a trovare dopo tanto peregrinare la dimensione creativa, gli stimoli saranno copiosi ed abbondanti, mentre l’amore e la passione trionfano e le fi nanze si risanano…più di così! Ma saranno i Pesci, segno dell’anno baciato dal pianeta della fortuna Giove, pienamente appagati su tutti i fronti: sarà proprio la primavera a deliziarli e a renderli protagonisti assoluti in amore, nel lavoro e nel sociale! Buona primavera a tutti!

La primavera astrologicadi MARCO AMATO

SEGNI

Le previsioni del “Paolo Fox” palermitano: le influenze astrali segno per segno

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