B. Capponi Su Kafka

download B. Capponi Su Kafka

of 32

Transcript of B. Capponi Su Kafka

  • 7/30/2019 B. Capponi Su Kafka

    1/32

    www.judicium.it

    BRUNO CAPPONI

    Condannasenza giudizio, esecuzione senzacondanna

    (una riflessione sulnon-processo di Franz Kafka)

    SOMMARIO: 1. Il pericoloso momento del risveglio e limprovvisa malattiadelprocesso. 2. Il non-arresto. 3. Il non-interrogatorio. 4. Sar limputato a cercare ilprocesso, dopo che il tribunale sar stato attirato dalle colpe. 5. Lavvocato Huld e ilpittore giudiziario Titorelli: teoria e pratica del non-processo. 6. Leinaccessibili porte della Legge ed i suoi guardiani ingannatori ed invincibili. 7.Attualit di Kafka.

    1. Lo studioso del processo che si accosti (o riaccosti,magari dopo unacerba e quasi inconsapevole lettura giovanile) alcapolavoro di Franz Kafka potr forse avere limpressione di essersiincamminato lungo un sentiero per lui congeniale (1). Calunnia,arresto, processo, istanza, memoria, giudice istruttore rappresen-tano termini tecnici che sembreranno condurlo per mano versounistruttoriae, poi, la celebrazione dun pubblico dibattimento: delresto, non altro cheIl Processo il titolo del romanzo pubblicato nel1925 postumo ed incompleto (cfr. particolarmente il capitolo ot-tavo) soltanto per volont del curatore testamentario Max Brod che,contravvenendo alle ultime disposizioni dellamico destinato a dive-nire illustre (ma pressoch sconosciuto allepoca della sua prema-tura morte), scelse di sottrarre il manoscritto alla programmata

    distruzione. Molti altri manoscritti di Kafka vennero invece distrutti riuscendo cos scrupolosamente assecondate le sue ultime vo-

    (1) Linteresse dei processualisti per lopera di Kafka e, in particolare, per ilProcesso non certo nuovo: cfr. CAVALLONE, Il processo come contagio, inRiv. dir. proc.,2002, p. 581 ss., part. pp. 586-588 (ove lopera analizzata nellmbito di un discorsopi generale su letteratura e processo); La lezione di Titorelli, pittore e giurista (Kafkae la teoria del giudicato), in Riv. dir. proc., 2011, p. 633 ss.

  • 7/30/2019 B. Capponi Su Kafka

    2/32

    www.judicium.it

    2

    lont oltre che da lui stesso (2), dai nazisti della Gestapo che lirinvennero nellappartamento dellultima delle fuggevoli amichedello scrittore, unebrea berlinese di appena ventidue anni cherispondevaal nome un pofantastico di Dora Diamant (o Dymant).La celebre frase con cui il romanzo ha inizio avverte che qualcuno doveva aver calunniato Josef K., poich un mattino,

    senza che avesse fatto nulla di male, egli fu arrestato . La calunniarimanda allincolpazione di chi si conosce innocente, ovvero allasimulazione a suo carico delle tracce dun reato; si ha dunque a chefare, non cdubbio, con un processo penale. Non sorprende quindiche K., sospetto colpevole di un reato che potrebbe essere grave,venga immediatamente arrestato. Dopo di che, per accertare se vi siastata calunnia o meno, colpevolezza o meno si dovr celebrare unprocesso, si dovr conoscere in modo non sommario. Cose delgenere accadono anche ai nostri giorni.Senonch, nel caso, strana la calunnia ed ancor pi strano

    larresto. N K., n altro personaggio del romanzo, n il lettore delProcesso sapranno mai quale sia il reato contestato, e cos qualefosse stato loggetto di quella calunnia; larresto, dal canto suo, noncoincider con una limitazione della libert personale perch, comea K. spiegher nel primo capitolo lispettore di polizia alla stregua dicosa del tutto ovvia, lei stato arrestato, tutto qui [...] certo che lei stato arrestato, ma questo non le deve impedire di fare il suolavoro: nessuna delle sue abitudini dovr trovare intralci . Unarresto che non un arresto (oggi potremmo utilizzare labusatoaggettivo virtuale ), coordinato aunipotesi di reato che non viene

    e non verr mai neppure ufficiosamente formulata, e men che maiformalmente contestata. Un reato, come vedremo, di cui molto siparler intorno a K., al punto da rendere il suo nome a tutti noto( quanto sarebbe bello presentarsi prima, ed essere conosciuti solodopo! , considerer amaramente K. nella surreale e drammaticascena ambientata nel Duomo: capitolo nove); di certo se ne parlamolto pi che in quelle sedi istituzionalise cos potremo definirle

    che appunto dovrebbero essere deputate allaccertamentodelreato.

    (2) Ce lo testimonia lamico-curatore testamentario Max Brod: purtroppo Kafka stato lui stesso il giustiziere di una parte della sua eredit. In casa sua trovai diecigrandi quaderni [...] ma soltanto le copertine, il contenuto era stato distrutto (Antologia critica, in Il Processo, ed. Baldini Castoldi Dalai, Milano, 2012, p. 18).

  • 7/30/2019 B. Capponi Su Kafka

    3/32

    www.judicium.it

    3

    Bastano queste poche battute iniziali per comprendere quale sia lachiave (o una delle possibili chiavi (3)) di lettura del romanzo.Quello che Kafka chiama Processo tuttaltro che un procedimentoretto da un codice di procedura e diretto da un magistrato dellor-dine giudiziario. Il Processo titolo bugiardo, o a tutto concedereallusivo (4).

    La vicenda di cui K. vittima si snoda da un capitolo iniziale daltono grottesco e surreale, nel quale lunico pregiudizio concreto chelindagato subisce la perdita irreversibile della prima colazione allaquale saranno lieti di far onore i due intrusi o guardiani chedovrebberocontestargli le sue colpe (ma neanche loro sanno preci-samente di cosa si tratti, e forse per questo non hanno neppure unatteggiamento troppo aggressivo); sino al capitolo finale, il decimo

    ma tra lottavo e il nono c un chiaro iato , nel quale s ormaiperso qualsiasi possibile connotato farsesco e lieve, qualsiasi possi-

    bile deviazione da Vaudeville. Tutto lo spazio narrativo viene occu-

    (3) La pluralit dei piani di lettura delle opere di Kafka e, in particolare, delProcesso dato pacificamente acquisito dalla letteratura: v. almeno, anche perriferi- menti, CALASSO, K., Milano, 2005; CITATI,Kafka, Milano, 2007 (prima ed. 1987);DAVID, Franz Kafka, Paris, 1989, trad. it. di Morteo, Torino, 1992.(4) Secondo CAVALLONE, La lezione di Titorelli, cit., p. 637, il testo di Kafkaandrebbe interpretato presupponendo una differenza tra processo e condanna (dalpunto di vista dellaccusato) [...] nel senso che gli effetti della seconda consistono nelrendere irreversibili quelli del primo . Quindi al momento del non-arresto, che quantodire allinizio della vicenda, la condanna ci sarebbe gi stata (o, se si preferisce,K. lavrebbe gi introiettata), e di ci si mostra consapevole lo zio di campagna

    laddove, con intuitiva saggezza, afferma: avere un processo come questo vuol direaverlo gi perduto , forse col significato per cui il procedimento gi in s lacondanna (CALASSO, K., cit., p. 17). Non saprei, per, dire come questa lettura una delle tante possibili possa giustificarsi alla luce della frase rivelatrice delpredicatore nel Duomo, che lo stesso Cavallone ricorda, secondo cui la sentenzanon viene ad un tratto, il processo che si trasforma a poco a poco in sentenza , ncon la tensione di K. verso lassoluzione piena (tensione che infatti gli fa escludere lesoluzioni alternative dellassoluzione provvisoria e del rinvio); provvedimento per ilquale, secondo Cavallone, vi sarebbe un difetto assoluto di giurisdizione(lespressione nostra) perch in un sistema dove il processo esiste solo se laccusato a volerlo, il suo proscioglimento completo e definitivo presuppone ilvenir meno del suo senso di colpa, e quindi la eliminazione delprocesso con effetti

    ex tunc [...] la sentenza di vera assoluzione [...] semplicemente la constatazione cheil processo non c, e non mai esistito (op. cit., p. 634). Lassoluzione vera, insomma, soltanto quella che limputato elabora dentro se stesso (cos come dentro se stessosono condanna e processo), e uneventuale decisione sia essa di merito o di ritoovvero, come sembra ragionevole ritenere, ndellun tipo n dellaltro sarebbe cosun atto superfluo (op. cit., p.634).

  • 7/30/2019 B. Capponi Su Kafka

    4/32

    www.judicium.it

    4

    pato da una realt che lentamente quanto inesorabilmente soprav-viene, livida e angosciante: che culmina col barbaro omicidiocompiuto a notte appena iniziata nel teatro di una cava una tipicaambientazione da criminalit organizzata, potremmo dire conlesperienza triste della nostra cronaca ove il cuore di K. verrtrafitto e rigirato due volte , a sangue freddo, con un coltellaccio

    lungo, sottile, a due tagli , unvolgare strumento da salumaio. Nonuna motivazione, nessun riferimento ad una sentenza. Lultimabattuta di K. sar soltanto di vergogna: come un cane! , bensapendo che si tratta di vergogna destinata a sopravvivergli. Tra ilprimo e il decimo capitolo (i primi eforse i soli ad aver attinto unastesura definitiva), che rappresentano rispettivamente il polo dellacommedia e quello della tragedia, si dipana dolorosamente Il Pro-cesso: vera via crucis che K. affronter dapprima con baldanza, poicon smarrito sospetto fino alla pi completa e debellata rassegna-

    zione. Se non venisse assassinato, infatti, si darebbe lui stesso lamorte; ed anzi lultima sua vergogna proprio nel non aver avuto ilcoraggio, o loccasione, di trafiggersi da solo con quella sottilelamada assassini.Pi che ad un procedimento rituale che si svolge per successiveudienze, assistiamo ad un drammatico percorso interiore segnato dastati danimo sempre pi opachi e rarefatti: un processo che non haun capo, perch non si conoscer mai laccusa che lo muove, e di cuilimputato temer costantemente il sopravvenire della coda

    lavvocato Huld ad affermare, parlando col cliente-cane Bloch: devi aver letto da qualche parte che in molti casi la sentenza finalearriva allimprovviso, per bocca di uno qualsiasi, in un momentoqualunque fin quando non sar un improbabile predicatore chedeclama dal pulpito dun buio Duomo deserto a svelargli: tufraintendi la situazione, la sentenza non viene ad un tratto, ilprocesso che a poco a poco si trasforma in sentenza (5).K. capir nello stesso modo poco a poco che lui stesso divenuto parte del processo, che il processo ad essersi impadronito

    (5) Questa affermazione ci richiama alla mente il fenomeno del giudicato interno colsuo progressivo esaurimento della lite attraverso il passaggio dei gradi del giudizio, chesempre richiamato dalla Cassazione quale manifestazione del principio di econo- miaprocessuale: v., daultimo, Cass., sez.un., 19 giugno 2012, n. 10027.

  • 7/30/2019 B. Capponi Su Kafka

    5/32

    www.judicium.it

    5

    di lui, a contagiarlo (6) privandolo di qualsiasi dignit (7). Il pro-cesso la perdita di fiducia, labbandono di qualsiasi speranza, ilconsegnarsi senza pi combattere a chi, in silenzio, ti far la pelle.Uno dei pi autorevoli traduttori di Kafka, Primo Levi (8), ha scrittoche la lettura del romanzo lascia mutati: pi tristi e pi consapevolidi prima [...] tradurre pi che leggere: da questa traduzione sono

    uscito come da una malattia . E la malattia (9

    ), che Levi dichiara diaver contratto da Kafka, viene appunto dalla cognizione del Pro-cesso, che ora dobbiamo esaminarepi da vicino.

    2. Sar appunto stata una calunnia; sta di fatto che, nellaprima mattina del suo trentesimo compleanno, Josef K. viene arre-stato nella stanza che occupa allinterno del dignitoso pensionatogestito dalla signora Grubach (capitolo primo). Il luogo non vieneprecisato, ma sappiamo che Kafka lasci la citt di Praga, in cui era

    nato il 3 luglio 1883, soltanto in rarissime occasioni, spesso soltantoper ricoverarsi in sanatori (mor infatti il 3 giugno 1924 in quello diKierling, in Austria). Allinizio sembra trattarsi di un vero e proprioarresto: Lei non se ne pu andare: lei in arresto , gli intima laguardia di nome Franz, che si accompagnavanno infatti sempre

    (6) V. ancora CAVALLONE, Il processo come contagio, cit., p. 589, ove la conside-razione (riferita non soltanto allopera di Kafka): forse il virus del processo un ceppounitario, dal quale per traggono origine specie diverse a seconda dei climi socialie culturali .(7) Di qui le lezioni psicologiche , anche da Cavallone abbracciate (Il processo

    come contagio, cit., p. 586: il Tribunale K. lo ha interiorizzato, metabolizzato, se loporta dentro ovunque vada ), e cheportano ad affermare: il processo esiste solo perchi lo vuole, ovverosia indotto a volerlo da un senso di colpa (La lezione di Titorelli,cit., p.634). Il peccato di K. latroce senso di colpa che per tutta la vita tortur FranzKafka (CITATI, Kafka, cit., p. 162).(8) Einaudi, 1983. Ci sono state ovviamente altre traduzioni (rammentiamoquella di Raja per Feltrinelli, Milano, 1995, e quella di Busco per la gi citata edizioneBaldini Castoldi Dalai del 2012;precedentitraduzioni sono ricordate da CAVALLONE, Lalezione di Titorelli, cit., pp. 635-636), ed bene precisare che le citazioni riportate nelnostro testo sono state tratte dalla traduzione di Levi. Sullapparente semplicit dellatraduzione di Kafka v. CAPRIOLO, Traducendo Il castello, in Il castello, Torino,2002:

    Kafka si serve di un lessico quotidiano e non costruisce mai quei periodi complessi, irtidi subordinate, di cui spesso si compiacciono gli scrittori di lingua tedesca [...]ma proprio per la sua estrema semplicit, la sintassi di Kafka pu risultare faticosa[...] la traduzione letterale di una pagina di Kafka rischia di produrre un testo sciatto elegnoso, del tutto privo di fascino (Introduzione, IV).(9) Cfr. ancora CAVALLONE, Il processo come contagio, cit.

  • 7/30/2019 B. Capponi Su Kafka

    6/32

    www.judicium.it

    6

    in coppia con quello che sapremo chiamarsi Willem (anche se idue tra di loro non si chiamano mai, se non una sola volta: haivisto, Willem? Ammette di non conoscere la legge, e insieme diceche innocente ). Il motivo preciso non siamo autorizzati adirglielo [...] il procedimento solo agli inizi, lei sapr tutto a tempodebito (10). Franz e Willem, come fosse la cosa pi naturale di

    questo mondo, consumano la colazione di K. dinanzi ai suoi attonitiocchi (11) e poi gli spiegano che presto sar privato dei vestiti e dellabiancheria, che andranno consegnati ad un pubblico deposito o,preferibilmente, a loro stessi. Il loro compito farle la guardiadieci ore al giorno (cosa mai potr succedere in quelle restanti?),questo e non altro essendo il regime dellarresto: che deve semprepresumersi legittimo, perch le autorit inquirenti vengono at-tratte dalle colpe: cos che dice la legge . larresto a giustificarelesistenza di una colpa, mai il contrario.Improvvisamente, le guardie annunciano che lispettore, titolaredellindagine e il cui nome non sar mai reso noto, sta gi aspettandolindagato nella stanza di unaltra pensionante, la signorina Brst-ner, avendola gi camuffata in sala dudienza: il tavolino da notte inmezzo ( tavolo di udienza , appunto); fiammiferi, puntaspilli e unlibro, che gi stavano sul tavolino, quali oggetti essenziali ai finidel dibattito . Lispettore, che manipola quegli oggetti con mania-cale cura comefossero i pi preziosi strumenti del suo delicatissimomestiere, ha in realt tutti i poteri di un giudice, perch revoca lamisura dellarresto in camera trasformandola in qualcosa di molto

    pi lieve: una sorta di arresto a piede libero , o non apparente .Non senza aver premesso, riferendosi alle guardie, che questisignori ed io abbiamo pochissimo a che vedere con la sua faccenda,anzi non ne sappiamo quasi niente [...] non le posso neppure direche lei sotto accusa; [...] Lei in arresto, su questo non c dubbio[...] le posso dare un consiglio: non pensi tanto anoi e a quello che

    (10) Questa rassicurazione non altro che una consapevole bugia, perch tutte leemanazioni del tribunale hanno una fortissima predilezione per tutto ci che menzogna, falsit, inganno, teatro , fino ai due boia del capitolo finale, che sembrano

    usciti, coi loro cilindri, da un volgare avanspettacolo (cos CITATI, Kafka, cit., p. 155).(11) La visione delle due guardie che divorano la sua prima colazione sottin-tende che la sua condanna a morte sia stata notificata. E che notificazioneed esecuzionetendano a coincidere. La prima colazione che le guardie stanno mangiando gi la primacolazione di un morto : CALASSO, K., cit., p. 231.

  • 7/30/2019 B. Capponi Su Kafka

    7/32

    www.judicium.it

    7

    le capiter, pensi piuttosto a se stesso . Alle ferme rimostranze diK.,che in questa fase iniziale ancora nel pieno vigore di tutte le sueforze, chiarisce quale sia stato il suo ruolo e, in conseguenza, qualedovr essere quello dellimputato: Lei stato arrestato, tutto qui.Glielo dovevocomunicare, lho fatto, e ho anche visto come lei hareagito. Per oggi basta questo e ci possiamo separare, almeno per un

    certo tempo . Nededuciamo che devessere stato il buon compor-tamento dellindagato K., persona del resto ottimamente educata, aconsentire la trasformazione in melius dellarresto iniziale ( Leinon se ne pu andare ): per permettere allindagato di fare il suolavoro e mantenere tutte le sueabitudini, esattamente come se nullafosse. Senza creargli troppi disturbi.Un arresto, insomma, che arresto non ; ed infatti K. si reca, siapure con ritardo, al suo posto di lavoro di primo procuratore diunimportante banca. Quando a sera rientrer al pensionato, lasignora Grubach gli dir, per tenerlo tranquillo e forse anche pertranquillizzare se stessa: Cosa mai ci tocca di vedere a questomondo! [...] Lei in arresto, s, ma non in arresto come un ladro.Quando uno viene arrestato alla maniera dei ladri, allora s che brutto, ma nel suo caso [...] ecco, il suo caso mi sembra una di quellecose da gente istruita . Diremmo oggi: non un volgare criminale dastrada, ma un colletto bianco che delinque in modo culturalmentequalificato, sine strepitu per la gente comune.Si tratta, per, pur sempre dun delinquente. E anche la Gru- bachinizia a pensarlo.

    3. Sino a questo punto del romanzo il grottesco, il surreale, lameraviglia combinatoria danno al discorso un tono quasi lieve,che potrebbe facilmente evolvere in commedia; si dice che Kafkaamasse leggere il primo capitolo del Processo a conoscenti e amici,divertendosi un mondo e provocando in loro le risate pi frago-rose (12).Linizio del capitolo secondo ci informa che K. viene avvertito pertelefono il nostro ordinamento si sarebbe adeguato a questa

    forma di notificazione, com noto, solo a distanza di molto tempo

    (12) BARILLI, Comicit di Kafka. Uninterpretazione sulle tracce del pensierofreudiano, Milano, 1999.

  • 7/30/2019 B. Capponi Su Kafka

    8/32

    www.judicium.it

    8

    che la domenica successiva avrebbe avuto luogo un piccolointerrogatorio in un edificio della Juliusstrasse. Ne sarebbero poiseguiti altri, sempre di tipo piuttosto veloce. Il tribunale, anzi lacasa , si trova in una strada sperduta di periferia, un luogo in cuiK. non era mai stato , e non gli viene fornito n il numero civico, nlorario delludienza. K. decide comunque di presentarsi alle nove

    del mattino, ben sapendo essere quello lorario in cui i tribunaliaprono i loro battenti nei giorniferiali.Dopo una ricerca piuttosto affannosa, che gli prende molto pitempo del previsto nonostante il tribunale sia attratto dallecolpe , K. viene alfine introdotto, dalla moglie del portinaio, nel-laula in cui lo attende il giudice istruttore: si tratta di una stanzamodesta ( camera a due finestre, di media grandezza, cinta da unagalleria schiacciata sul soffitto ), stracolma di gente malvestita evociante, ove si respira unaria mefitica in un clima da stadio, o dacirco: una sorta di Colosseomitteleuropeo. K. ha limpressione dientrare in unassemblea (potrebbe quindi tranquillamente trat-tarsi di unaula parlamentare), perch due gruppi sembrano fron-teggiarsi nella platea, come fossero fazioni contrapposte, mentrenella galleria le persone risultano pigiate contro il soffitto, al puntoche parecchi si erano portati dietro deicuscini e li tenevano fra ilcapo e il soffitto per non farsi male . Sembra di intravedere sullosfondo le tavole di Daumier, Grosz e Bosch. K., inizialmente re-spinto dal tanfo , si decide ad entrare piucchealtro per osservare.La novit e la stranezza della situazione lo incuriosiscono. Si senteancora sostanzialmente estraneo a quella buffa rappresentazione dici che dovrebbe essere un processo, il cui reale significato continuaancora a sfuggirgli.Il giudice istruttore, seduto al centro della sala su una malfermapedana, dapprima gli contesta lora e passa di ritardo (sullorarioche non gli era mai stato comunicato), poi gli dice di non essere piin obbligo di raccogliere linterrogatorio(come fosse stato richiestoda K.), ma che lo avrebbe comunque fatto in via del tutto ecce-zionale e sempre che il ritardo non si fosse mai pi ripetuto.Presupposto infatti che quella fosse la prima di una serie continua

    di udienze, comappunto proprio di un processo. Consultando unlurido blocchetto per appunti, unico oggetto presente sul suo tavolo(e che tiene quindi il luogo del fascicolo processuale), per introdurrelesame gli chiede: Dunque lei imbianchino? .

  • 7/30/2019 B. Capponi Su Kafka

    9/32

    www.judicium.it

    9

    La reazione di K. veemente: protesta, si indigna, strappa ilquadernetto dalle mani del giudice e lo ributta sul tavolo dopoaverlo fatto penzolare come se ne avesse ribrezzo , mostra alpubblico tutto il ridicolo della situazione perorando la sua assolutainnocenza, si attira qualche applauso da vero protagonista dellascena, si rincuora al punto che, addirittura, d un pugno sul tavolo

    spaventando il giudice che seraprontamente estraniato dalla situa-zione. Per, dinanzi al quel sedicentetribunale , si lascia sfuggireuna frase che diverr la spiegazione del suo ruolo nel processo: chenon un processo, perch lo diventer soltanto quando io loriconoscer come tale (13). E nel momento in cui si avvede chequelli del pubblico hanno tutti, appuntato sul risvolto della giacca,lo stesso distintivo che esibisce il giudice istruttore, ne deducetrattarsi di una banda corrotta , coi cui traffici ignobili egliassolutamente non vuole essere immischiato. Nel silenzio generale,prende cappello e si avvia verso luscita; ma viene fermato dal

    giudice istruttore il quale, con molta tranquillit, si limita a comu-nicargli: volevo solo farle presente che oggi lei, forse non se nancora reso conto, si privato del vantaggio che linterrogatoriorappresenta per larrestato . Farabutti, teneteli per voi i vostriinterrogatori , la replica sdegnata con cui K. abbandona la saladudienza.Sino a questo passaggio della vicenda, K. sarebbe forse ancoralibero di giudicarsene perfettamente estraneo: nessun atto gli statonotificato; nessuna vera restrizione stata comminata; nessunaaccusa stata formulata; quando, dinanzi allispettore (dinanzi algiudice istruttore il problema non verr neanche sollevato), haparlato della possibilit di telefonare al suo avvocato, il procuratoreHasterer, quello non gli ha detto certo di no, anzi, ma ha ribattuto

    (13) Con un qualche fondamento CAVALLONE, Il processo come contagio, cit., pp.586-587, osserva che K. d limpressione di potersi liberare dal processosemplicementerigettandolo con un gesto di volizione psicologica;ciononostante, linfezione procedeinesorabile come fosse una sindrome ossessiva della quale si muore prescindendoda quella che sar la conclusione del processo stesso. Il pensiero del processonon labbandona pi , si dice allinizio del settimo capitolo, ed questa la vera

    malattia epidemica (op. cit., p. 588). Secondo CITATI, Kafka, cit., p. 168, K. comelultimo carcerato, vive soltanto nella dimensione del processo, incapace dicancellare dalla mente il pensiero di quella mattina gli sconosciuti nella sua stanza,laggressione nella sua casa : mentre, se sapesse dimenticare, le guardie, i giudicie le gerarchie del Tribunale tornerebbero forse nel vuoto dal quale sono usciti .

  • 7/30/2019 B. Capponi Su Kafka

    10/32

    www.judicium.it

    10

    quasi ingenuamente: non so proprio che senso possa avere: a menoche lei non gli debba parlare di qualche sua questione privata (quella dellarresto non lo abbastanza); il giudice istruttore, che,come se dovesse gi dibattersi la causa, lo ha ricevuto in pubblicaudienza in una maleodorante casa di periferia, lo ha addiritturaconfuso con un altro.Il secondo capitolo del libro, grottescamente

    intitolato Primo interrogatorio, tutto descrive salvo che un interro-gatorio condotto da un giudice istruttore; non c un vero fascicoloprocessuale, ma un brogliaccio che ha tutta laria di un vecchioquaderno di scuola, sgualcito per il lungo uso ; il giudice istruttore,si scoprir nel terzo capitolo, non consulta codici, avendo a suadisposizione un primo librointrodotto da unillustrazione sconve-niente: un uomo e una donna nudi seduti su un divano , e unsecondo libro dalleloquente titolo Le pene che Grete ebbe a patireda suo marito Hans (del resto, non dobbiamo dimenticare chelispettore aveva gi utilizzato fiammiferi, puntaspilli e un livre dechevet di argomento ignoto); al termine delludienza, K. se ne vaindignato e nessuno lo trattiene; n gli viene chiesto di presentarsi aduna successiva udienza. La macchina sembra non essersi ancoramessa in moto.

    4. Ma, come K. mostra di aver gi capito, il processo noninizia con larresto, n con una formale contestazione che del restonon c n ci sar, e neppure inizia col primo atto istruttorio che ineffetti non cstato (n ce ne saranno altri); inizia soltanto quandolimputato riconosca il processo come tale, comportandosi lui perprimo di conseguenza. limputato a fare il processo.Soltanto questo spiega perch, la domenica successiva, K. sipresenta spontaneamente nella stessa sala delle udienze (il ter-mine tribunale viene attentamente evitato) per poter continuare ilsuointerrogatorio. Ma la sala vuota e K. trova nellanticamerasolola moglie del custode (14), davanti alla quale egli mantiene il suo

    (14) Si tratta di una donna, come le tante altre che K. incrocia nelsuo percorso, che

    si iscrive nel lunghissimo corteo di custodi-prostitute e serve-prostitute, cheoffrono a ognuno le loro grazie infantili e indecenti, confortano e insidiano, insieme spiee complici degli accusati (CITATI, Kafka, cit., p. 160). Lo stambugio di Titorelli assediato da torme di ragazzine corrotte, mentre il bordo del letto la soglia di unaltro mondo (CALASSO, K., cit., p. 262).

  • 7/30/2019 B. Capponi Su Kafka

    11/32

    www.judicium.it

    11

    atteggiamento di superiorit e distacco: dellesito del processo nonmi importa niente, e una condanna mi farebbe solo ridere [...] holimpressione che il procedimento sia gi stato interrotto, o lo sartra breve . Ma la donna, evidentemente prendendo la situazionemolto pi sul serio, si offre di aiutarlo sia pure con ambigui discorsi;senonch viene letteralmente rapita da uno studente di giurispru-

    denza, cheverosimilmente fa la sua pratica legale in quella oscenasala, il quale se la trascina su per una scala verso la soffitta dove conogni probabilitlattende il giudice istruttore che, come del resto lostudente, le fa da tempo una corte serrata: lei, del resto, la pi belladella casa, e ne perfettamente consapevole (fa infatti la smorfiosaanche con K.). Interviene quindi il marito, che offre a K. la possi-bilit di visitare gli uffici delle segreterie.Visto lo stato dellaula di udienza, possiamo ben immaginarciquello delle segreterie, sistemate nei bassi solai. In lunghi corridoiprivi di luce, su due file di lunghe panche, gli imputati, anche didomenica, stazionano pazientemente in attesa. Sembrano tutti ine-betiti, non riescono a scuotersi, forse non sanno loro stessi conprecisione perch restano l anche nel giorno di festa (15). Nonsperano nulla. Ad uno di essi K. domanda cosa stia facendo e quello,dopo essersi a lungo concentrato, riesce a rispondere: un mese faavevo fatto alcune richieste ditestimonianze per la mia causa, e stoaspettando che siano accolte . K. sembra preoccuparsi, lui non hachiesto infatti nessuna testimonianza, e del resto non saprebbeneppure su quali circostanze chiederla. Ma laltro non gli conferma

    neppure lutilit della sua istanza; lha fatta, e tanto gli basta; lhafatta tanto per farla; l che attende, senza neanche agitarsi troppo;la sua voce esprime solo paura, non convinzione .K. inizia a star male, gli manca laria, lambiente delle segreterie losta poco a poco soffocando. Un impiegato lo rassicura: non sipreoccupi, non c niente di strano, un incidente che qui capita

    (15) CAVALLONE, Il processo come contagio, cit., p. 389, riferendo di questa sorta dizombies malvestiti e trascurati che stazionano o vagano senza costrutto nelle segre-terie, ne parla come di ammalati angosciati , tra i quali circolano diagnosi e prognosi

    superstiziose circa il possibile esito dei rispettivi processi. CITATI, Kafka, cit., p. 163,come di mendicanti o cani che leccano le mani dei loro aguzzini . CALASSO, K., cit.,p.248, ne d una lettura sociologica: nella borghesia, in questa classemetamorfica chevuole e sa sostituirsi a tutto, imitare laristocrazia eintridere il proletariato, che la colpacresce rigogliosa .

  • 7/30/2019 B. Capponi Su Kafka

    12/32

    www.judicium.it

    12

    quasi a tutti, la prima volta che ci vengono . Un altro conferma: ilsignore si sente male, ma solo qui dentro, non cos in generale . quindi una specie di malattia professionale, precisamente localiz-zata, roba da non preoccuparsi. Gli viene presentato uno stranotipo, che chiamano linformatore: lui che d alle parti in causa,che aspettano qui, tutte le informazioni che gli servono; e gliene

    servono tante, perch sul nostro tribunale la gente ha idee moltovaghe. Lui sa rispondere a tutte le domande . La trovata fa certa-mente sorridere: una specie di addetto dal tribunale ai rapporti conla clientela, un curioso Ombudsman dellasoffitta. forse nelle segreterie che K. mostra di aver contratto defini-tivamente il morbo del Processo. nelle segreterie che apprende ciche nessuno gli ha ancora detto chiaramente: quello che lo staindagando, se davvero lo sta facendo, s un tribunale (il termineviene alliniziopudicamente eluso), ma di tipo particolare, e di cui lagente sa davvero troppo poco. Serve quindi un informatore che sia

    anche un campione di eleganza, in modo che la prima impressionesia decorosa ; non deve sorprendere se i suoi bei vestiti venganoacquistati dagli impiegati delle segreterie con una colletta cui anchele parti private contribuiscono, dal canto loro. Linformatore lafaccia presentabile del tribunale, l per aiutare; ma ci non toglieche le parti lo temono, e lo evitano per quanto cerchino di imbel-lettarlo.K. sta sempre peggio, quasi perde i sensi; riprende vigore solodinanzi alla porta duscita, e si dice che in futuro avrebbe passatole mattine della domenica in modo migliore .

    Egli per ormai parte dellingranaggio; e sta a dimostrarloproprio il fatto che, dopo il primo interrogatorio, che interrogatorionon stato, non il processo a cercare lui, bens il contrario. Anzi,possiamo affermare (e ce lo dir chiaramente il predicatore delDuomo deserto) che il processo non lo cercher mai pi, perchquella che avrebbe dovuto essere la prima di tante udienze forsenon tutte le settimane,macomunque a brevi intervalli rimarr ilsuo unico contatto col sedicente tribunale . Limpressione chequel primo contatto abbia avuto la funzione di iniettargli ilmorbo (16); poi, la malattia avrebbe fatto da sola tutto il suo

    infelicissimo decorso.

    (16) CAVALLONE, Il processo come contagio, cit., p. 588, individua come secondapossibile occasione infestante il contatto (che anche sessuale) con linfermiera-

  • 7/30/2019 B. Capponi Su Kafka

    13/32

    www.judicium.it

    13

    5. La fantasia visionaria di Kakfa ci porta, nei capitolisuccessivi, a fare la conoscenza di due individui diversissimi, unopi curioso dellaltro, che entrambi dovrebbero venire in soccorsodellimputato:lavvocato Huld e il pittore giudiziario Titorelli.Nellabitazione del primo, K. viene condotto da un preoccupa-tissimo zio di campagna che era stato suo tutore e che, come tutti

    ormai, ben sapeva del serio processo intentato contro il giovanenipote. K.non convintissimo della bont della scelta di difendersi,e mette in guardia il suo sollecito parente: guarda che questoprocesso non si svolge davanti al tribunale ordinario [...] non conlagitazione che si vincono i processi . E quando lo zio gli parla conentusiasmo del suo vecchio amico avvocato Huld (eroicamentedefinito avvocato deipoveri , sebbene K. povero non sia affatto),lo stesso K. ribatte: non sapevo che per una causa come questa sipotesse anche ricorrere a un avvocato . La verit che K. ha

    compreso, intimamente, che il suonon un processo comune, chenon valgono le regole comuni; sebbene ancora non abbia capito sesia possibile, o comunque utile difendersi. Ma lo zio incontenibile,e lo trascina quasi a viva forza a casa dellavvocato; il quale si fatrovare a letto, per un grave disturbo cardiaco che lo perseguita datempo, ma che stavolta pi brutto che mai .Ci non gli impedisce, tuttavia, di accettare la difesa di K. che, dalcanto suo, non aveva trovato del tutto sgradito quellimpedi-mento imprevisto essendo scarsamente persuaso dellutilit di un

    difensore, per quanto esperto e qualificato. Ovviamente Huld, fre-quentando lambiente giudiziario ma K. non a torto penser:costui lavora al tribunale del Palazzo di Giustizia, e non a quellodel solaio gi perfettamente al corrente del processo, che anzidefinisce, di quelli recenti, tra i pi clamorosi . Quello contro K. un processo molto serio. Il suo consiglio sar di affidarsi allerelazioni personali, intrecciate pazientemente dallo stesso avvocatonegli anni, ed anzi, combinazione, verr assai comodo il fatto che siapresente del tutto casualmente, al suo capezzale, il signor segretario

    segretaria dellavvocato Huld (in italiano: Grazia), lintraprendentesignorina Leni, chenel mostrare a K. la mano palmata, chiaro stigma diabolico ( prostituta sacra [...]sirena, grande allettatrice : cos CITATI, Kafka, cit., pp. 171-172), rivendica: ora seimio , e lo trascina gi sultappeto.

  • 7/30/2019 B. Capponi Su Kafka

    14/32

    www.judicium.it

    14

    capo (17), uomo molto influente nel tribunale e che si sarebbepreoccupato personalmente della faccenda. peraltro la cameriera-infermiera dellavvocato, lintraprendentesignorina Leni, ad esserepi esplicita, prendendo in disparte K.: lei non abbastanzaarrendevole, a quanto mi hanno detto [...] corregga il suo errore,non sia pi cos rigido, contro questo tribunale difendersi non si

    pu, bisogna confessare. Faccia la sua confessione, appena pu.Solo dopo se la potr cavare, solo dopo . A K. non possono nonvenire in mente le parole del giudice istruttorele uniche che queltanghero gli avesse indirizzato circa la perdita di unoccasionefavorevole, e del fatto che linterrogatorio che non era stato con-dotto a causa della reazione sdegnata dellimputato. Se K. avesseconfessato in quel frangente, ora sarebbe stato allevidenza un granbel pezzo avanti.Le spiegazioni dellavvocato Huld sullandamentodei processi, e diquello in particolare, sono terribilmente confuse. Premette che

    la prima istanza era gi quasi pronta ed era importantissima,perch spesso la prima impressione lasciata dalla difesa quella chedetermina landamento di tutto il processo ; ma sbito dopo silascia sfuggire che molte volte le prime istanze al tribunale nonvenivano neanchelette [...] losservazione e linterrogatoriodellim-putato erano pi importanti di qualsiasi scartoffia . Va inoltreconsiderato che il procedimento non pubblico; le carte non sonoaccessibili, nallimputatoe tantomeno al difensore; in genere nonsi conosce ed il caso di K. ne chiara riprova contro quali

    accuse debba essere indirizzata la prima istanza, pur cos determi-nante; ma, per converso, le difese pi efficaci sono in realt quellesuccessive alla prima, allorch il procedere degli interrogatoridellimputatoabbia potuto far emergere pi chiaramente i singolicapi di accusa e la loro motivazione, o abbia permesso di indovi-narli ; la difesa tecnica non permessa, ma soltanto tollerata;addirittura non esistono avvocati riconosciuti dal tribunale: tuttiquelli che si presentano come avvocati davanti a questo tribunalenon sono in sostanza che mestieranti ; in questo contesto cosostile, in un processo non soltanto segreto per il pubblico, ma

    (17) E cio, secondo la ricordata traduzione di Busco, il signor direttore dellecancellerie , persona quindi oltremodo importante per chiunque abbia a che fare colprocesso (Il processo, Baldini CastoldiDalai, cit., p. 128).

  • 7/30/2019 B. Capponi Su Kafka

    15/32

    www.judicium.it

    15

    anche per laccusato stesso , lunica possibile soluzione data dalle relazioni personali dellavvocato, che sono essenziali: la validitdella difesa sta tutta qui , e forse solo uno o due altri avvocati sullapiazza potevano vantare le stesse relazioni personali di Huld.Gli avvocati spiegher nellottavo capitolo un malmessocliente dellavvocato Huld, il commerciante Bloch, ridotto ad una

    specie di larva o animale domestico, totalmente sottomesso anche aLeni, che sopravvive nellabitazione dello stesso Huld non sonotutti uguali: ci sono i mestieranti, i piccoli e i grandi avvocati; diquesti ultimi si sente solo parlare, perch appartengono a unacategoria che sovrasta i piccoli avvocati in misura incomparabil-mente maggiore di quanto questi sovrastino i tanto disprezzatimestieranti . I grandi avvocati? Non c imputato che, avendoneappreso lesistenza, non sogni di loroper giorni [...] ma si interes-sano solo alle cause che hanno gi superato il livello di prima istanza[...] purtroppo non si riesce a dimenticarli del tutto, un pensiero

    che ritorna, specialmente di notte .Segue, da parte di Huld, una descrizione estremamente detta-gliata, e al tempo stesso opaca, dei numerosissimi problemi chepossono insorgere allinterno di un processo nel rapporto tra ifunzionari, tra questi e le parti, tra le corti gerarchicamente ordinate,tratutti costoro e lavvocato, tra lavvocato e il cliente e cos via: alpunto da poter far entrare il procedimento in una fase in cuinessun aiuto pi consentito, in cui esso passa nelle mani di cortinon pi accessibili, in cui perfino limputato non pu pi essereraggiunto dallavvocato ; K. si ritrova stanco di parole fino allanausea . E per sovrapprezzo, gli viene anche rimproverato diessersi rivolto allavvocato troppo tardi, quando ormai, in sede diprimo interrogatorio, la frittata era gi stata fatta.Ma intanto della prima istanza, importante o meno che potesseessere, non si vede neanche lombra. Lavvocato somministra, dalsuo letto apparentemente dolente, soltanto chiacchiere, avverti-menti, fole, panzane, inutili raccomandazioni frammiste a perle disaggezza forense: del tutto logico che gli avvocati siano recisa-mente contrari a introdurre o imporre qualsiasi miglioria nella

    procedura, mentre quasi tutti gli imputati, anche gente assai sprov-veduta, non appena ha inizio il loro processo cominciano sbito apensare a proposte di perfezionamento,sprecando tempo ed energieche ben potrebbero essere meglio impiegate [...] La sola via giusta

  • 7/30/2019 B. Capponi Su Kafka

    16/32

    www.judicium.it

    16

    era quella di adattarsi alla situazione esistente . Nel corso dunaltroincontro, alla presenza di un sempre pi afflitto e scoraggiato Bloch,Huld spiega a K. che tutto controvertibile, su tutto si pu discutereallinfinito,ladulazione di un piccolo funzionario pu a volte valerepi della migliore prima istanza, lavvocato deve avere il coraggio ela pazienza di caricarsi sulle spalle il cliente, e senza pi deporlo

    portarlo fino alla sentenza ed oltre , e al tempo stesso tentare didialogare col giudice, o con pi giudici, in un contesto in cui nulla certo, nulla prevedibile, non sai mai se il processo che ti segue osei tu ad andare dietro a lui, non ci sono termini di riferimento:addirittura sul punto fondamentale che il processo ci sia o no, ci siaancora o no. Sai, dice ad un tratto Huld, intorno al dibattito lediverse opinioni si accavallano fino allimpenetrabilit . Ci sonovarie dottrine sullinizio stesso del processo: antica consuetudineche a un determinato punto del processo si dia uno squillo dicampana ; secondo certi commentatori ci d inizio al processo,

    invece secondo certi altri no, e non posso dirti adesso tutto quantoparla contro questo punto di vista, e del resto tu non capiresti, tibasti sapere che ci sarebbe molto da dire . Fortunatamente, lottavocapitolo si interrompe, perch in caso contrario lavvocato Huldavrebbe avuto certamentemodo di spararne altre, forse anche di pigrosse. Ma ci che conta che il suo atteggiamento sempre lostesso, e K. lha compreso bene: il suo avvocato cerca sempre didistrarlo con notizie non pertinenti alla causa, di allontanarlo dalpunto essenziale: ossia quale lavoro avevaeffettivamente svolto perla causa .

    In K. inizia cos a farsi strada lidea di provvedere da solo alla suadifesa e di dispensare lavvocato Huld, il quale, del resto, gli faanche capire che sarebbe stato bene se listanza se la fosse scritta dasolo.Ma, come il malato incurabile passa dal medico al guaritore einfine allo stregone, K. trover sulla sua strada una figura ancor piimprevedibile e stravagante: quella del pittore giudiziario Tito-relli (18).

    (18

    ) Il quale, secondo CAVALLONE, La lezione di Titorelli, cit., in realt un giurista finissimo (paragonato addirittura al coevo J. Goldschmit, p. 636) il qualeimpartisce una lezione di alto livello dottrinale , parlando a K. di un qualcosacui lavvocato Huld non aveva ancora mai fatto cenno: lassoluzione. Secondo CITATI,Kafka, cit., Titorelli, sebbene appaia come la pi sicura delle guide (p. 157), nonha nulla

  • 7/30/2019 B. Capponi Su Kafka

    17/32

    www.judicium.it

    17

    A questi viene indirizzato da un cliente della banca, un indu-striale addentro agli affari pi segreti del tribunale (ma il procedi-mento contro K. non certo un segreto per nessuno). Del processogli ha parlato infatti lo stesso Titorelli, pittore che lavora per iltribunale facendo spaventosi ritratti ai giudici, colti sempre nellattodi adirarsi e di scagliarsi contro chi gli sta di fronte. Gli consegna

    una lettera di raccomandazione, ben contento di potergli tornareutile.K., combattuto tra il disagio di una notizia cos diffusamentepropalata e il desiderio di trovare una qualsiasi via duscita, sipresenta immediatamente a casa del ritrattista, che abita in unaperiferia ancor pi sordida e scalcagnata di quella in cui ha sede iltribunale del solaio.Il pittore gli rivela il suo ruolo di confidente del tribunale , e diessere portatore di una specie di tradizione di famiglia: gi miopadre era pittore giudiziario. una carica esclusivamente ereditaria,la gente nuova qui non serve [...] l in quel cassetto ho gli appuntidi mio padre, che non mostro a nessuno. Ma solo chi li conosce ingrado di ritrarre i giudici [...] ogni giudice vuole essere dipinto comesono stati dipinti i grandi giudici duna volta, e solo io ne sonocapace .Titorelli chiede a K. se per caso sia innocente. Alla rispostaaffermativa, replica con una meravigliosa contraddizione: se lei innocente, la causa molto semplice , ma al tempo stesso resamolto complicata dal fatto che il tribunale non cambia convinzione

    mai. Se dipingessi qui su una tela tutti i giudici uno accanto allaltro,e lei davanti alla tela si difendesse, avrebbe pi speranza di successoche davanti altribunale vero .Occorre forse presentare una buona prima istanza, secondoquanto afferma lavvocato Huld? Titorelli scettico: mi pare chedel tribunale lei non si ancora fatta unidea [...] esso inaccessibile

    della maest avvocatesca e talmudistica di Huld, non ha nemmeno letto la legge (p.174), eppure ne il pi pratico e sicuro interprete: uno dei mille, ulissiaci tricksters(imbroglioni) del mondo moderno (p. 174). PerCALASSO, K., cit., p. 263, Titorelli s

    un postulante, un poveruomo, ma forse proprio per questo il solo ad aver accesso, dalsuo stambugio, alle leggende che si tramandano nellambiente del tribunale, che ilritrattista conosce come nessun altro: del resto ne fa parte integrante, cos come le stesseragazzine corrotte che lo tormentano giorno e notte: nelle soffitte tutto appartiene al,tutto il tribunale.

  • 7/30/2019 B. Capponi Su Kafka

    18/32

    www.judicium.it

    18

    solo agli argomenti che vengono sollevati in aula, ma le cose vannodiversamente se questi tentativi si fanno alle spalle del tribunalepubblico, ad esempio nelle camere di consiglio, nei corridoi, omagari anche qui, nel mio studio . Lo studio di Titorelli del resto il solito solaio, ove la calura e la mancanza daria rendono malatiin un batter docchio appartiene al tribunale, e lui stesso, per

    lincarico che ha, se ne considera parte integrante.Quindi confermato: non contano gli atti, non conta ci cheavviene nella pubblica udienza; i magistrati si trattano privatamente,contano sempre e soltanto le relazioni personali.

    Che tipo di assoluzione lei desidera?, chiede dun botto Titorelli.Questa domanda lascia sgomento K., ma al tempo stesso gli

    dimostra che Titorelli ha le idee molto chiare, assai pi chiaredellavvocato Huld. Questi, infatti, non ha ancora mai parlato diassoluzione, amando anzi indugiare su tutti gli aspetti sfavorevoli, enon son pochi sebbene al tempo stesso non possano definirsi chiari,dellintricatissimaquanto ignota vicenda. In un certo senso, Huld dper scontato che lassoluzione non possa darsi, solo un miraggio,non nel novero delle possibilit. Concepisce il processo come unfenomeno di durata, come un animale pericoloso che dorme e che

    non va disturbato. Ci sono tre possibilit: lassoluzione vera, lassoluzione appa-rentee il rinvio. Lassoluzione vera naturalmente la migliore, maquesta assoluzione del tutto fuori del mio potere. Del resto [...]non ho mai sentito di unassoluzione vera, e ho saputo di molti

    giudici che sonostati influenzati [...] devo ammetterlo, non ho maiassistito a un solo caso di assoluzione vera . Daltra parte, compossibile far capo a precedenti? Le sentenze definitive dei tribunalinon vengono pubblicate, non sono accessibili neppure ai giudici, eperci sui casi giudiziari del passato non si sono conservate cheleggende (19).

    (19) Secondo CAVALLONE, La lezione di Titorelli, cit., p. 637, del tutto logico che K.non possa aspirare allassoluzione vera, perch limputato in realt in lotta con sestesso, e un siffatto conflitto pu essere risolto solo in quel misterioso Tribunale

    supremo al quale non hanno accesso n gli avvocati, n gli stessi giudici ordinari, e menoche mai i pittori o i funzionari di banca, e le cui decisioni non possono essere raccoltein nessun repertorio di giurisprudenza, ma al massimo costituireloggetto di leggende .Ricordiamo che per Cavallone il processo iniziadopo la gi pronunciata condanna, cheil primo potr rimuovere o rendere irreversibile (op. loc. ult. cit.).

  • 7/30/2019 B. Capponi Su Kafka

    19/32

    www.judicium.it

    19

    K. ammette che, nella situazione data, vanno preferibilmenteesplorate le altre due possibilit: lassoluzione apparente e il rin-vio (20). Titorelli assicura essere entrambe alla sua facile portata,occorre solo scegliere la carte: lassoluzione apparente richiedeuno sforzo concentrato ma temporaneo, il rinvio uno sforzo moltopi leggero, ma pi lungo [...] Io scrivo su un foglio la sua dichia-

    razione dinnocenza: il testo mi stato tramandato da mio padre, ed inattaccabile. Poi, con questa dichiarazione faccio il giro deigiudici che conosco [...] mi porto garante della sua innocenza [...]quando poi io abbia un numero adeguato di firme di giudici sulladichiarazione, vado con questa dal giudice che ha in mano il suoprocesso . Gi, ma perch apparente? Lassoluzione che regimeha? Titorelli chiarissimo: se lei assolto in questo modo, per ilmomento sottratto allimputazione,ma questacontinua a rimanere

    (20) CAVALLONE, La lezione di Titorelli, cit., pp. 635-636, si impegna nellanalisi deltermine die Verschleppung, solitamente tradotto come rinvio , differimento (anche nella lezione di Busco, che Cavallone non ha potuto considerare, si parladi rinvio ), sottolineando che esso rimanda allidea del trascinare, del tirare in lungo, deltemporeggiare con una connotazione per cos dire dicontinuit (CITATI, Kafka, cit.,p. 175, utilizza infatti il termineprocrastinazione, in ci ripreso da CALASSO, K., cit., p.263, termine che forse rende meglio degli altri il concetto di continuit cuiaspira Cavallone, secondo il quale differire o rinviare fanno piuttosto pensarea date, scadenze, occasioni, incombenze che si susseguono nel tempo, separate daintervalli vuoti ). Se K. avesse scelto questa soluzione, continua Cavallone, nonavrebbe forse affrontato le tragiche conseguenze che tutti conosciamo (op. cit., p.638); ma la verit che K. tale soluzione non era in condizioni di scegliere perch,

    come vedremo, un solo anno di Processo lo avr completamente debilitato, giungendoegli stesso a riconoscere, sia pur impressionisticamente (capitolo dieci), la propriacolpevolezza o, secondo la versione di Cavallone, lirreversibilit del suo senso dicolpa (della sua colpa origina- ria , che forse il processo avrebbe dovutorimuovere).Daltra parte, occorrer anche comprendere se allinizio del processo lacondanna cgi (CAVALLONE, op. cit., p. 633), o se sia il processo stesso a equivalere a unacondanna (op. cit., p. 637) o ancora, come afferma il predicatore nel Duomo,a trasformarsi poco a poco incondanna (soluzione che dovrebbe logicamente escluderele due precedenti). Kafka, la cui personale nevrosi era nelle fantasie di duplicazioneal punto da immaginare la presenza nel mondo di tanti Franz Kafka che percorrevanola terra nemici luno dellaltro (CITATI, Kafka, cit., p. 57) avrebbe forse fatto

    convivere tutte le soluzioni possibili; Cavallone giudica invece praticabile solo quelladel rinvio (oprocrastinazione), che significa costringere il processo in un limbo,impedendo che i suoi effetti diventino definitivi e irreversibili (ma, elemento da nontrascurare, K. ha probabilmente gi sulle spalle un condanna ed certamente gi instato di arresto : il che, secondo Cavallone, pu anche essere una semplice malattia chelammalato trascina senza curarla, insomma una malattia che non ha mai uccisonessuno e che pertanto certamente non avrebbe ucciso K.).

  • 7/30/2019 B. Capponi Su Kafka

    20/32

    www.judicium.it

    20

    sospesa sopra di lei e, se viene lordine superiore, pu tornare subitoin vigore [...] nellassoluzione vera gli atti devono essere totalmenteeliminati [...] nellassoluzione apparente il fascicolo degli atti nonsubisce altri cambiamenti se non che viene arricchito dalla dichia-razione di innocenza, dellassoluzione e della sua motivazione [...]nessun atto vaperduto, il tribunale non dimentica .

    E il processo potrebbe ricominciare da capo?, chiede K.Certo, ma si potr sempre ottenere una seconda assoluzioneapparente; il problema che si potr venire nuovamente arrestati:potr passare del tempo, ma potr anche essere immediato. Tutto sospeso, provvisorio, imprevedibile. Non ci sono regole certe.E la seconda assoluzione apparente diremmo ora, la doppiaconforme quindi di per s definitiva? Certo che no: alla seconda assoluzione fa seguito il terzoarresto, alla terza assoluzione il quarto arresto e cos via. Questo nello spirito dellassoluzione apparente .

    K., al quale lindustriale, per spingerlo a consultare il pittoreTitorelli, aveva ottimisticamente annunciato: lei quasi un avvo-cato, no? Lo dico sempre a tutti, il procuratore K. quasi unavvocato , sembra sempre pi preoccupato. Lassoluzione appa-rente somiglia sempre pi ad una finta assoluzione, qualcosa di piprossimo allacondanna. Va forse considerata attentamente la terzasoluzione.Con aria ispirata, come se declamasse dalla cattedra universita- ria,Titorelli illustra nel dettaglio la segreta tecnica del rinvio: ilrinvio consiste nel limitare permanentemente il processo alla faseprocessuale pi bassa [...] per questo non occorre il dispendio diforze che richiedeunassoluzione apparente, ma necessaria unat-tenzione molto piintensa [...] bisogna visitare a intervalli regolari,e inoltre in particolari occasioni, il giudice competente, conservan-done la simpatia con tutti i mezzi possibili [...] il rinvio presenta ilvantaggio che lavveniredellaccusato meno vago: al riparo dalterrore dellarresto improvviso . E per il processo va tenuto in vitacon indagini, interrogatori, atti processuali di pura esteriorit chenon comportino eccessivi disturbi, ma che dovranno pur sempre

    esserci perch sono proprio loro a giustificare il continuo rinvio.Insomma, necessario che limputato, essendo appunto imputato,si faccia vedere dal suo giudice ogni tanto . E se si fa vedere da pigiudici, ancor meglio.

  • 7/30/2019 B. Capponi Su Kafka

    21/32

    www.judicium.it

    21

    Come dinanzi allavvocato, a K. per lo sforzo dellascolto eravenuto il mal di testa . Vedendolo incerto, il pittore esclama: entrambi i metodi hanno in comune il vantaggio di impedire lacondanna dellimputato, sollecitando a K. la scelta, non c poitanto tempo da perdere; per impediscono anche lassoluzionevera , ribatte K. che se ne va via sconsolato, non senza aver

    acquistato uno stock di tele eguali, tutte parimenti oscene, cheavrebbe occultato in un cassetto della sua scrivania. E non senzaaver constatato che, tuttintorno allo studio del pittore, avevanosede altre segreterie. Di che cosa si stupisce? , chiede il ritrattistaa sua volta stupito, sono le segreterie del tribunale. Non lo sapevache ce ne sono anche qui? Ci sono segreterie in quasi tutti i solai,perch dovrebbero mancare proprio qui? . Del resto laveva pre-messo: lui stesso faceva parte del tribunale, era un ospite ed unconfidente del tribunale, il locale in cui viveva e lavorava era deltribunale ed anche in questo era regolarmente succeduto a suopadre; e proprio per questo poteva venirgli utile. Lui e il tribunaleerano una cosa sola.

    6. Il capitolo nove, Nel Duomo, rappresenta il passaggio delromanzo a pi forte carica simbolica.La banca incarica K. di far visitare ad un cliente italiano lebellezze della citt. Quello intende visitare soprattutto il Duomo, ed l che K. gli dar appuntamento alle dieci del mattino. Ma lacampana rintocca pi volte, e litaliano non si vede. Anche per

    ripararsi dal freddo pungente, K. entra ed inizia a vagare nellasemioscurit delle navate. Ad un tratto si sente chiamare a voce altaper nome, come gi aveva fatto lispettore dalla stanzetta dellasignorina Brstner: JosefK.! il sacerdote che, nel Duomo completamente buio e deserto,richiama K. dallalto del pulpito. Anche il sacerdote sa che K. sottoaccusa. Anche il sacerdote ha appreso di lui prima di conoscerlo.Anche il sacerdote appartiene al tribunale, perch il cappellanodelle carceri. Dice: ti ho fatto chiamare per parlarti . Chiede:

    come timmagini che andr a finire? .C forse un segreto accordo tra la banca e il predicatore? Non stata forse la banca a mandare K. nel Duomo? E perch litalianoancora non si vede?

  • 7/30/2019 B. Capponi Su Kafka

    22/32

    www.judicium.it

    22

    K. risponde che ha quasi finito di stendere listanza, che ha fattoquello che poteva, che allinizio pensava che tutto sarebbe finitobene, ma ora cominciava lui stesso ad avere qualche dubbio. smarrito. Ha bisogno di aiuto. Guarda verso lalto, e la figura delpredicatore losovrasta.Il sacerdote molto esplicito: temo che finir male. Sei rite-

    nuto colpevole. Forse il tuo processo non andr neppure oltre untribunale di grado inferiore. Almeno per il momento, la tua colpe-volezza si d per dimostrata . Ed alle proteste di innocenza di K.replica: proprio cos che parlano i colpevoli [...] la sentenza nonviene ad un tratto, il processo che a poco a poco si trasforma insentenza [...] non vedi oltre due spanne? . I colpevoli sono quindicome i matti: non si rendonoconto di esserlo, e si protestano sani.Non hanno una visione chiara della loro condizione.K. invita il prete a scendere dal pulpito, per parlare pi serena-mente.

    Il cappellano dice a K. di non illudersi sul tribunale, e perillustrare il suo pensiero gli narra la parabola (21) del guardiano chesorveglia la porta della Legge, a cui batte un uomo di campagna. Laporta non pu essere attraversata. Il sorvegliante avverte: io sonosolo il guardiano della prima sala, e sono gi molto potente. Gli altri,delle sale successive, sono luno pi potente dellaltro, tanto che iostesso non posso sopportare neppure lo sguardo del terzo guar-diano. Luomo di campagna si siede, ed aspetta. Aspetter inutil-mente tutta la sua vita, le porte della Legge non verranno mai aperteper lui. E quando chieder alguardiano perch, in tutti quegli anni,nessuno ha mai provato a varcare la prima porta, che a lui semprestata inibita, quello gli risponder: qui nessun altro poteva otte-nere il permesso: questa entrata era riservata a te. Adesso vado achiuderla . Luomo infatti sta morendo, ha bruciatolintera sua vitain unattesa del tutto inutile.Nasce una discussione filosofica tra K. e il prete, che ha adoggetto i temi dellillusione e dellinganno. K. parteggia per luomo,

    (21) Unica parte del Processo ad essere stata autonomamente pubblicata da

    Kafka, col titolo Davanti alla legge (Introduzione, inIl processo, Baldini Castoldi Dalai,cit., p. 10). CITATI, Kafka, cit., p. 181, nota acutamente che chi la commenta un sacerdote cattolico: chi la ascolta un uomo senza fede: il materiale dellaparabola ebraico, le scritture che introducono la Legge paiono un Talmud cheprecede la Bibbia .

  • 7/30/2019 B. Capponi Su Kafka

    23/32

    www.judicium.it

    23

    che soltanto alla fine ha avuto linformazione sullingresso soltantoa lui riservato, essendo stato cos ingannato; il prete invece per ilguardiano che espressione della Legge, quindi sottratto al giudi-zio umano . Limpressione che il lettore ricava da questo compli-cato passaggio, denso di simbolismi e controvertibili opinioni in-torno alle quali i dueresteranno divisi, che la discussione gioca il

    ruolo di chiudere definitivamente ogni possibilit per K.; il prete,che gli consiglia di non cercare aiuti specie dalle donne, accetta dibuon grado il suo dissenso, ma si consolida nellidea che K. siacolpevole. Accetta il suo dissenso, perch K. non si pu pi redi-mere. Accetta il dissenso, perch la discussione ormai non ha pinessuna importanza e non potr cambiare il corso, oramai giscritto, delle cose.K. chiede: se davvero sei stato tu a chiamarmi, cosaltro vuoi dame?Io appartengo al tribunale, risponde il prete, e quindi non possovolere pi niente da te: il tribunale non vuole niente da te. Tiaccettaquando vieni e ti lascia andare quando vai (sembra che ilpredicatorestia parlando della chiesa, ma ormai chiesa e tribunalesono la stessa cosa: proprio lui lespressione del tribunale allin-terno della chiesa ed entrambi, tribunale e chiesa, sono del tuttoindifferenti alla sorte di K.). Frase senzaltro sibillina, che al terminedel capitolo nono suona come una condanna senza appello, oalmeno come presa datto di unacondanna gi altrove pronunciatae non rivedibile. Nel capitolo dieci, infatti, K. viene ammazzato

    senza una parola di spiegazione, e tantomeno di conforto, certa-mente senza emozione. Gli sopravviver soltanto la vergogna, ver-gogna per come vissuto e forse anche per come morto. Ilromanzo non ne fa cenno, ma sembra intuitivo che nessuno, nelpensionato come in banca, si preoccuper mai pi di lui.

    7. Perch Il Processo continua a trasmetterci i sintomi dunamalattia?Il dramma di K. rimanda al pi doloroso mistero della nostra

    cultura religiosa: unaccusa ingiusta, un processo sommario, un attodi clemenza negato, unuccisione rituale. Il Golgota qui unasquallida cava, la croce un affilato coltello da norcino; ma nellapassione e nella morte non c riscatto, non c liberazione, non ci

  • 7/30/2019 B. Capponi Su Kafka

    24/32

    www.judicium.it

    24

    sar redenzione. Lurlo finale di K. come un cane! nonrimanda alle condizioni della sua morte, piuttosto a quelle della suavita. lespressione della sua vita a non avergli riconosciuto ladignit di un processo celebrato in una sede naturale e in una formalegale, spalancandogli la via di una condanna senza giudizio o,addirittura, di un giudizio giudicato superfluo (forse perch la

    condanna c gi stata o forse perch essa non compete al tribunale). non altro che la sua vita ad averlo condotto tra persone le quali,invece di sostenerlo, hanno reso possibile che il processo, come unanimale feroce ed astuto, gli si facesse addosso, sempre pi vicino,anche se di nascosto . ancora la solitudine della sua vita ariflettersi nelluccisione rituale non pu parlarsi tecnicamente diesecuzione, perch una sentenza di condanna non mai statapronunciata n daltra parte gli esecutori parleranno mai di unasentenza da porre in esecuzione con cui tragicamente ha termineil romanzo. Fino allultimo K. sperer nellaiuto di qualcuno,fosseanche lestraneo che saffaccia neghittosamente alla sua finestrasulla cava, mentre la voce narrante continua a domandarsi conangoscia crescente: un aiuto era ancora possibile? Cerano ecce-zioni non sollevate per negligenza? Dovera il giudice, che lui nonaveva mai visto? Dovera lAlta Corte, davanti a cui non era maigiunto? .Tra il primo capitolo e lultimo sono le stazioni della via crucis, cheK. percorre necessariamente da solo. Tanto pi solo, quanto piabbia cercato aiuto e conforto in chi gli stava attorno. La sua figura

    campeggia isolata al centro della narrazione: non c un co-prota-gonista nella storia, non ci sono figure, sia pur secondarie, cheaccompagnanolaccusato nel suo doloroso percorso dal pensionatoalla cava, dalla vitaalla morte (22). Il suo fardello non la croce, mala crescente angoscia derivante dal non poter essere assolto (non

    (22) Questo aspetto limpidamente colto da CITATI, Kafka, cit., p. 151: ognicapitolo una scheggia di tempo due ore o una giornata strappata al corso deltempo, irrigidita e paralizzata; e tra queste schegge non vi alcun nesso o rapporto omediazione, ma un crepaccio che spesso ci difficile valicare [...] la vicenda del Processo

    un seguito di incontri polari tra Josef K. e i personaggi minori [...] che disolito appaiono una volta sola e non si incontrano mai tra di loro. Manca ogni gioconarrativo, ogni modulazione dellintreccio, ogni fondu. Nella parte centrale, c untotale vuoto romanzesco, colmato da grandi discorsi platonici di Huld e Titorelli, che K.ascolta quasi in silenzio .

  • 7/30/2019 B. Capponi Su Kafka

    25/32

    www.judicium.it

    25

    vale il rinvio, non lassoluzione provvisoria) e dal non potersipurgare agli occhi del mondo, che gi lo ha giudicato anche nellasuperfluit dello stesso giudizio. Ogni incontro si esaurisce nel ritodi una singola stazione, e man mano che procede nel suo incubo K.acquisisce la consapevolezza di essere solo, di venire progressiva-mente abbandonato da tutti coloro sui quali non pesa, o non pesa

    ancora, la paura e laleadi dover essere giudicati secondo la logicaineluttabile e incomprensibile delProcesso. Il giudizio degli uominiviene sempre prima di quello dellecorti, ed ancor meno giustifi-cato e motivato. A cominciare da quello della signora Grubach, chepure lo considera il pi caro dei suoi pensionanti, ma che, dopolarresto della mattina, se pure sembra ancora disposta a battute digenerico sostegno cosa mai tocca di vedere a questo mondo!

    , non sar per pi disposta a stringergli la mano: e K. gliela offreproprio pensando lo far? Lispettore non me lha data . No, nonlo far e la mano di K. rester inutilmente tesa. La sua condizione di

    indagato, di cosa non si sa n si sapr mai, lo ha gi definitivamentedistaccato dal cosiddetto contesto civile, dallo spietato circolo deibenpensanti che sono, per definizione, immuni dalle ingiurie e dalleaccuse che sono sempre riservate ad altri. Meno protetti, menofortunati.La solitudine, del resto, lespressione stessa della vita di K.,prescindendo dalla disgrazia del Processo che gli tocca in sorte. Eglivive in quella che sembra essere la sua citt, ma non ha una casa:risiede in unpensionato, come fosse uno straniero di passaggio. Dei

    suoi genitori abbastanza giovane da poterli avere ancora in vitanon si parla mai, scoprendosi ad un tratto (capitolo sesto) che uno zio ad avergli fatto da tutore; segno che una vera famiglia, equindi una vera casa, probabilmente K. non ce lha e non lha maiavuta. I suoi rapporti con luniverso femminile (di cui lo rimprove-rer il prete) sono particolarissimi: quella che definisce la suafidanzata una ragazza della quale si dir soltanto (23) che unavolta alla settimana K. andavada una ragazza di nome Elsa, che dinotte e fino al mattino avanzato lavorava come cameriera in unabottiglieria, e di giorno riceveva visite stando a letto . Quando, la

    (23) Uno dei frammenti esclusi da Brod riguarda appunto una visita ad Elsa, ma ilpassaggio sembra in effetti poco significativo (Il processo, ed. Baldini Castoldi Dalai,cit., pp. 257-258).

  • 7/30/2019 B. Capponi Su Kafka

    26/32

    www.judicium.it

    26

    sera stessa dellarresto, torna al pensionato dal lavoro, restersveglio fino a tardi per poter incontrare la signorina Brstner, la cuistanza era stata adattata dallispettorea provvisoria aula dudienza.Lei viene dal teatro, forse non ha cenato, molto stanca e vuolesoltanto andare a letto. Ma lui insiste per rappresentarle la scena delsuo interrogatorio e del suo arresto, le descrive la commissione

    dinchiesta insediatasi contro di lui come vantandosi di una bra-vata, definisce lispettore un tanghero come non ho mai vistoluguale ; pur aggiungendo sbito che la mia questione non cosimportante da chiamare un avvocato, ma qualcuno che mi consi-gliasse mi potrebbe essere prezioso . Lei, che presto andr a fare ladattilografa da un avvocato fra un mese entrer come scrittu-rale in un ufficio legale , le offre il suo aiuto, ma solo pertoglierselo rapidamente di torno. Improvvisamente, K. fece unbalzo, labbracci e la baci prima sulla bocca e poi su tutto il viso,come una bestia assetata che si trovi finalmente una fonte e si butti

    a leccare lacqua sorgiva. La baci infine sul collo, alla gola, e qui lesue labbra si trattennero a lungo . La Brstner, l per l, non ha laprontezza di reagire, ma il giorno dopo chiamer unamica, lasignorinaMontag, per dividere con lei la stanza (capitolo quattro),evidentemente temendo altri attacchi scomposti dellinvadente vi-cino. Rapportiambigui ed occasionali K. avr con tutte le donne cheincrocia: dalla moglie del custode della casa dudienza allasegretaria-infermiera dellavvocato Huld, con la quale finir perrotolarsi sul tappeto proprio mentre, al capezzale dellavvocato, sistava parlando di lui e del suo difficile caso. Quando, nel capitolodieci (La fine), viene prelevato nella sua stanza dai suoi freddi e mutisicari, lungo la strada che lo porter alla cava gli sembra di intra-vedere la signorina Brstner, e questa apparizione lo convincedellinutilit di opporsi alla sua imminente uccisione: ebbe imme-diata coscienza di quanto la sua resistenza fosse inutile , e secercher di seguirla anche solo con lo sguardo lungo uno strettovicolo sar solo per non dimenticare il monito che ella significavaper lui . Una volta persala di vista, K. poteva ormai fare a menodi lei e si abbandon alla sua scorta . Ad ognuna di queste donne K.

    avr chiesto un aiuto, tutte si saranno dette disposte a prestarglielo,alcune si saranno addirittura offerte spontaneamente; nessuna farmai nulla per lui.Al termine del Processo, non ha pi alcuna importanza lo

  • 7/30/2019 B. Capponi Su Kafka

    27/32

    www.judicium.it

    27

    stabilire se K. fosse effettivamente colpevole di qualcosa (lui sembraaddirittura convincersene, nel finale (capitolo dieci), laddove rico-nosce: ho sempre avuto tendenza a dare assalto al mondo con ventimani, e per di pi non a scopi lodevoli. Ho sbagliato ). La sua veracondanna sar stata pronunciata dalla congiura del pregiudizio,dallindifferenza deiconformisti, dalle verit mai apertamente con-

    fessate e riconosciute, dal consenso diffuso tra chi costantementeofficia il rito della violenza delluomo sulluomo, magari con lamediazione della Legge, imperscrutabile e inaccessibile.La vicenda del Processo ha lo spazio temporale di un anno (alla lucedella nostra attuale esperienza, verrebbe da aggiungere soltanto unanno): K. viene arrestato il giorno del suo trentesimo com-pleanno, e viene ammazzato alla vigilia del suo trentunesimocompleanno . Un anno che per basta a stremare ogni resistenzadellimputato,che finisce per vedere la morte come una liberazione

    dallincubo, oltre che espiazione della sua colpa. Il testo, e nonsoltanto per la sua incompiutezza (Kafka assicur allamico Brodche lessenza del discorso cera tutta), non ci aiuta a capire comequesto tempo, lungo o breve che vorremo considerarlo, sia tra-scorso: sappiamo che il primo interrogatorio, cheinterrogatorio non stato, ha avuto luogo la prima domenica dopo larresto, e sap-piamo anche che la domenica successiva K. s inutilmente recatonella stessa casa dudienza , trovandola per vuota. Dopo, nonabbiamo precisi riferimenti temporali evidentemente perch non

    conta tanto mettere in fila gli avvenimenti, per ci che essi siano onon siano stati (non conta, cio, il processo quale concatenazione dieventi), quanto conta percepire leffetto che quegli stessi avveni-menti, reali o no, collegati o no, coerenti o no, abbiano prodottonellanimo sempre pi smarrito e sgomento dellimputato.Di certo,il tribunale non lha pi convocato; forse per non concedergli, unaseconda volta, quel vantaggio essere interrogato dal giudiceistruttore che K. non ha compreso di avere avuto ed ha perciirrimediabilmente sciupato. Vantaggio che, per, poteva essere sol-tanto (K. lha ormai capito bene, glielo hanno detto in troppi) quellodi confessare. Inutile sperare nellassoluzione. Inutile invocare ungiudizio che non potr esserci. Il tribunale sta dappertutto, tuttisono il tribunale, il tribunale reclutacontinuamente chi intorno a

  • 7/30/2019 B. Capponi Su Kafka

    28/32

    www.judicium.it

    28

    te, e nessuno disposto a giudicarti applicando la Legge che delresto pochi conoscono (24).Quando inizia il processo? Non al momento dellarresto, non almomento dellinterrogatoriodi polizia nella stanzetta della signorinaBrstner, non al momento della comparizione dinanzi al giudiceistruttore nel circo di periferia (il tribunale del solaio ), e, spe-

    riamo, neppure al momento in cui si sentir trillare unimprovvisacampanella. Esso inizier soltanto quando K. si sar sentito partedellingranaggio, ma per diventare anche parte del processo siperdoni il piccolo tecnicismo K. immagina di doversi costituirecon un atto scritto, che invoca ripetutamente come una salvezza: la grande memoria (25), la conoscenza senza lacune della propriavita, la confessione resa in primo luogo a se stesso; ma questabenedetta memoria il suo avvocato non riesce proprio a scriverla,forse non in condizioni di farlo perch, come lui stesso afferma, soltanto dal ripetuto esame dellimputatoche emerger, o magari si

    indoviner (sic!), il motivo vero dellincolpazione. E quando neparla, e davvero ne parla tanto (ne parla soltanto, staremmo perdire), a volte dice che essasarebbe essenziale, a volte che non potrservire a nulla perch ben altro ad essere importante. Non gli atti,ma gli avvocati che non li scrivono riescono ad essere determinanti,perch meglio dedicarsi alle relazioni di corridoio o di camera diconsiglio che alla stesura degli atti, che finiscono per infastidire lacuria. meglio un luogo segreto, appartato, che non ludienzapubblica. K. si ritrova drammaticamente solo anche nella redazionedella sua fondamentale difesa, ed ancora a quella memoria che far

    (24) Non detto sia un bene conoscerla: lavvocato Huld, che la conosce esoprattutto sa come viene applicata, non riesce ad indicare a K. alcuna vera soluzione alsuo urgente problema, perdendosi in divagazioni, analisi e monologhi che fannosolo venire il mal di testa; il pittore giudiziario Titorelli sia oppur no il grandegiurista laureato honoris causa dal prof. Cavallone dichiara di non conoscerla,conoscendo per bene i possibili mezzucci per impedire al tribunale di funzionare (oveesso davvero potesse e dovesse farlo): infatti, sullassoluzione vera lui non potr darealcun aiuto ( un esito che addirittura non sappiamo se possa dipendere dallo stessotribunale),mentre si dichiara bravo a far inceppare il meccanismo, vuoi con un attoformale (la dichiara- zione di innocenza asseverata, di cui il padre ritrattista di corte

    gli ha tramandato linfallibile formula!), vuoi con quella procrastinazione che aCavallone giurista dei nostri tempi appare come la vera occasione perduta daparte di K. In ogni caso, non sembra contestabile che proprio parlando con Titorelliche K. raggiunge la massima vicinanza possibile al Tribunale (CALASSO, K., cit.,271).(25) CALASSO, K., cit., p. 235.

  • 7/30/2019 B. Capponi Su Kafka

    29/32

    www.judicium.it

    29

    riferimento nellultimo disperato colloquio con lo spietato predica-tore: che, per parte sua, lo ha gi condannato, come del resto tutti glialtri,ovvero ha gi saputo della condanna non si sa da chi pronun-ciata ocomunque ha ritenuto superfluo anche giudicarlo, il che fasempre lo stesso. Una condanna immotivata ed incomprensibile, mapesante e irremovibile come un macigno.

    E quando il pi attendibile interprete dun diritto che non stascritto da nessuna parte (interprete che del resto confessa aperta-mente di non conoscere la legge, che tuttavia conosce meglio dichiunque altro), il ritrattista giudiziario Titorelli (lascendenza fa-miliare ha la sua grandeimportanza in tutti gli affari del tribunale),gli illustra i possibili esiti del processo a suo carico, K. comprendersenza pi alcun dubbio che lalternativa alla condanna certa delresto il tribunale, se non pi che sicuro della colpevolezza dellim-putato, neanche potr spiccare latto daccusa, e ci spiega ancheperch non sar mai disposto a cambiareidea il rinvio sine die

    del giudizio o il bizzarro accomodamento dato da unassoluzioneprovvisoria che, come una condanna provvisoria, prelude ad altriarresti, una serie infinita di altri arresti ordinati da corti su cuigravano altre corti: una piramide di cui non dato intravedere ilvertice. E neanche detto che si abbia il diritto di vederlo; anche sulpunto il predicatore sar abbastanza chiaro, annunciando a K. chelui non ha diritto di essere giudicato da una corte elevata, che deveaccontentarsi del tribunale del solaio, che il suo errore quello diilludersi.Del Processo non ci si libera cos facilmente, una malattia dallaquale non si guarisce.Dietro al processo la Legge. Ad essa dedicata dal predica-tore, nel capitolo nono, unoscura e sinistra parabola, che introdurrpoi una complessa discussione, semantica e filosofica, intorno al suoreale significato. Si tratta quasi dun paradosso, aperto a qualsiasilettura ecos lasciato alla discrezionalit dellinterprete.La parabolavienesomministrata dallalto del pulpito con un K. che rimane, ginelloscurit del Duomo deserto, in una posizione di plastica sog-gezione (addirittura con la testa ripiegata allindietro, avendolo il

    predicatorerichiamato proprio sotto di lui, per sovrastarlo e intimi-dirlo); la discussione viene invece compiuta ad armi pari, col pre-dicatore che accetta di scendere nella navata al livello del suointerlocutore (giustificando la predica dal pulpito in questo modo:

  • 7/30/2019 B. Capponi Su Kafka

    30/32

    www.judicium.it

    30

    se no mi lascio troppo influenzare e trascuro i miei doveri ). Laparabola muove dallidea dellillusione, perch il sacerdote rimpro-vera a K. di illudersi sul tribunale. Di illudersi come sera illuso quelpovero campagnolo, che aveva speso tutta sua vita nellinutile attesadi essere ammesso al cospetto della Legge sperando di poter supe-rare con le sue poche forze la resistenza di tutti i guardiani, uno pi

    temibile dellaltro (in realt, non sar in grado di superare neppureil primo). Il campagnolo pensava ingenuamente che la legge do-vrebbe essere accessibile a tuttie in ogni momento , ed allo stessomodo K. pensa di poter essereascoltato, si illude che la sua istanzapossa favorirgli laccesso al tribunale, si illude di poter essereammesso a discutere delle sue presunte colpe. Ma ascoltando ladissertazione del predicatore, che utilizza abilmente argomenti adatti ad essere discussi nellambiente dei funzionari del tribu-nale , K. giunge a concludere che la menzogna diventa lordina-

    trice delluniverso . Una volta detta quella menzogna, riesce deltutto inutilelessere ascoltati per tentare di contrastarla. Specie se adire quella menzogna il tribunale, che poi non sar mai disposto acambiare idea.

    Il Processo quindi, sebbene dia il titolo al romanzo, non , a benvedere, mai effettivamente cominciato. K., almeno allinizio, non lohaaccettato ed in un certo senso sar vero che il procedimento sinterrotto come egli si trova a dichiarare, in una fase ancora di pienoottimismo, alla moglie del custode. Non il tribunale a cercarti, eseppure sia dispostoad accoglierti non sar certo lui a mandarti via,

    e tutto far con la stessa cinica indifferenza: il predicatore ha parlatochiaro. Nessuno infatticercher pi limputato,nessuna corte prov-veder mai pi a convocarlo nello squallore di una periferia degra-data o nei fasti del Palazzo di giustizia. Ma il dramma ecco ilsintomo inquietante della malattia che K., dopo aver lottatoquel poco o quel tanto che avr potuto, si trover ad accettare quasiserenamente una condanna senza giudizio che non e non sar maiquella pronunciata da una corte: perch in verit quella ben pigrave, irreversibile e sollecita che s lentamente insediata nelle

    coscienze di chi l che lo circonda, e, a parlarci, sembraaddiritturapreoccuparsi per lui.Una condanna che non ha bisogno di alcun giudizio e che,proprio per questo, non potr essere rimossa con nessuna successiva

  • 7/30/2019 B. Capponi Su Kafka

    31/32

    www.judicium.it

    31

    istanza. Addirittura lassassinio dellimputato far a meno dellacondanna. Del resto, non ci sar nessuno a protestare.Si detto che Kafka rovescia i termini del racconto fantastico,generalmente introdotto da una situazione realistica nella qualevengono progressivamente inseriti elementi inconsueti, facendo ac-cadere lesatto contrario: una situazione di partenza assurda e

    illogica finisce col diventare normale. Si anche detto che Il Pro-cesso potrebbe essere letto come un giallo, in cui alla ricerca delcolpevole si sostituisce quella della colpa. Si potrebbe anche dire chesi tratta di una commedia che occulta la tragedia, e non a caso K. simostra sino allultimo consapevole del ridicolo e sinanche capace disorridere: osservando il doppio mento dei suoi assassini che intenuta elegante lo stanno scortando alla cava, pensa forse sonotenori .Indubbiamente del testo, semplice nella forma e complesso nellasostanza (26), sono possibili infinite letture.

    Nel fluire del racconto fantastico, sono peraltro presenti moltiaspetti di realt che nel tempo non sembrano mutati: limprevedi-bilit e incontrollabilit dei giudizi; linattendibilit dei magistrati:conformisti, pigri e donnaioli ; lignoranza verbosa degli avvocati,che tuttora amano distinguersi in grandi e mestieranti per-dendo di vista la dignit della professione; la difficolt di conoscerei giudicati, come da noiavviene, specie dal 2009, grazie alle moda-lit sincopate di redazione della sentenza; limpossibilit di cono-scere la legge, e quella ancora maggiore di rispettarla; il difficiledialogo col giudice tra udienze inutili, protocolli rituali, scambi dimemorie non lette e, per chi ammesso a farli, colloqui riservati;linanit dellindividuo dinanzi alla legge e al processo ( singolare ilriferimento del povero Block alle azioni collettive, laddove eglilamenta che contro il tribunale non sono possibili le azioni digruppo [...] non possono avere successo, solo il singolo ottienequalche volta, in segreto, qualche risultato [...] insomma, non cspirito di gruppo ); il doversi piegare alla logica comune, anchequando non sia proprio possibile condividerla; i meriti che allindi-viduo vengono riconosciuti non per qualit personali ma per la sua

    appartenenza a un gruppo, per lascendenza familiare come nel caso

    (26) BO, Intorno a Kafka, Introduzione ai Racconti, trad. it. di Copp, Roma,1972; CAPRIOLO, Traducendo Il Castello, cit.

  • 7/30/2019 B. Capponi Su Kafka

    32/32

    www.judicium.it

    32

    del ritrattista giudiziario, per convenzione sociale, per la disegua-glianza tra uomini che pure amano farisaicamente definirsi tra loroeguali; il dover chiedere come un favore capricciosamente accordatoci che invece spetta di diritto; lattesa che la giustizia sia finalmenteresa, mentre nelvuoto il giudizio degli altri si diffonde e si consolidaprescindendo daquello della corte.

    Tutti questi restano e resteranno sempre scolpiti come gli istituti delnon-processo di Kafka, come i segni del disagio delluomoeternamente soggetto al giudizio dei suoi simili, spesso non migliorie non pi innocenti di lui; e si tratta, allevidenza, di temi che tuttorariconosciamo molto attuali e che, come appunto una malattia, cicomunicano sempre lo stesso senso di soffocante costrizione, disolitudine e di angoscia.