Avventura - AGESCI · mando di una sua truppa specializzata,ma sembra che abbia bisogno...

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Avventura Anno XXXIV - n. 9 24 aprile 2008 Settimanale Poste italiane s.p.a. Spedi- zione periodico in abbona- mento postale L. 46/04 art. 1 comma 2, DCB BOLOGNA Avventura

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AvventuraAnno XXXIV - n. 9

24 aprile 2008 Settimanale

Poste italiane s.p.a. Spedi-zione periodico in abbona-

mento postaleL. 46/04 art. 1 comma 2,

DCB BOLOGNA

Avventura

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Avventura 3/2008

Direttore Responsabile: Sergio Gatti

Redattore Capo: Giorgio Cusma

In redazione: Mauro Bonomini, Lu-cio Costantini, Dario Fontanesca,Chiara Fontanot, Stefano Garzaro,Giorgio Infante, Don Damiano Mari-no, Stefania Martiniello, Don LucaMeacci, Sara Meloni, Andrea Provini,Enrico Rocchetti, Isabella Samà, Si-mona Spadaro, Alessandro Testa,Salvo Tomarchio, Paolo Vanzini, JeanClaudio Vinci

AvventuraLAB: Giada Martin, Elisa-betta Percivati, Sara Palombo, ErikaPolimeni

Grazie a: AGECS – Associazione Gui-de Esploratori Cattolici Sammarinesi,Eros Allone, Silvia Barlocco, GabrieleBernabini, Filippo Canova, Luca Car-delli, Michele Colombini, Corrispon-denti di Avventura, Corrado Dapret-to, Paolo Gnarini, Nicola Mastrodi-casa, don Romano Niccolini, S.Mari-no 2, Stefania Simionato, FrancescoVendramin

Progetto grafico: Technograph

Grafica: Technograph

Disegni di: Martina Acazi, ChiaraBeucci, B.-P., Elisabetta Damini, An-na Demurtas, Sara Palombo, LauraPontin, Isacco Saccoman, SimonaSpadaro, Pierre Joubert, Paolo Van-zini

Foto di: Eros Allone, Silvia Barlocco,Luca Cardelli, Michele Colombini,Corrado Dapretto, Paolo Gnarini,don Romano Niccolini, Isacco Sacco-man, S.Marino 2

Copertina: foto d’archivio del Melfi 2

Per scrivere, inviare materiale, corri-spondere con Avventura ecco il re-capito da riportare esattamente sullabusta:

Redazione di Avventura c/o GiorgioCusma – Santa Croce 438 – 34010Trieste TS

E-mail: [email protected]

Avventura on line:www.agesci.org/eg/

Webmaster: Emanuele Cesena

Manoscritti, disegni, fotografie, ecc.inviati alla redazione non vengonorestituiti.

aParliamo di...aPer una B.A... di qualitàa”Ortologia” del sentieroaScautismo a San MarinoaL’ultimo dei... Campi DipartimentaliaCucina TrappeuraChe succede nelle cucine degli altriaPerchè non fare le lasagneaFuoco... che meraviglia!aPosti d’Azione in cucinaaMani abili anche in cucinaaUna signora cucinaaScalda acqua solare di Squadriglia

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S O M M A R I O

Inserto: Decima chiacchierata

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Foto di Corrado Dapretto

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A CURA DELLA REDAZIONE DI AVVENTURAILLUSTRAZIONE DA REGIONE MARCHE

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… S.GIORGIO – La regione Marche, il 26 e 27 aprile, harealizzato un grande evento: il San Giorgio regionale! Vihanno partecipato circa 3000 E/G. Si trattava di un momentomolto atteso da Capi e ragazzi visto che il precedente risali-va al lontano 1996, ben 12 anni fa! In questo incontro gliE/G hanno concluso un cammino iniziato a gennaio, cheaveva come tema “Migliorare la città del domani”. GliEsploratori e Guide, attraverso gemellaggi e scambi diReparti, erano partiti mossi da uno spirito comune, allascoperta di nuove città marchigiane con le loro tradi-zioni e peculiarità, portando poi, i risultati dei loro la-vori all’incontro di San Giorgio.

… ABRUZZO VERDE AVVENTURA - È ormaialle porte l’attesissimo campo regionale abruzzese chesi svolgerà dal 1 al 10 agosto a Passo S. Leonardo (AQ). GliE/G vivranno questi giorni cercando di conquistare il mitico “passaggio anord-ovest”: dovranno infatti trovare la rotta che dall’Oceano Atlantico porta all’Ocea-no Pacifico attraversando l’arcipelago canadese!!! La grande avventura è iniziata l’1 e 2 dicembre aChieti, dove tutti i consigli Capi abruzzesi hanno incontrato Sua Maestà la Regina Elisabetta d’Inghil-terra che, dopo severissime selezioni, ha affidato la spedizione al Luogotenente Greely. Egli è al co-mando di una sua truppa specializzata, ma sembra che abbia bisogno dell’aiuto delle Grandi Fami-glie dei Popoli del Nord per portare a termine questa emozionante missione per conto della Re-gina! È qui che i nostri E/G sono entrati in gioco: infatti tutti i Reparti partecipanti sono stati gemellaticon altri Reparti formando le Grandi Famiglie; in questo modo ogni Squadriglia progetta, insieme aduna Squadriglia del Reparto gemellato, il proprio percorso di avvicinamento al Campo.Questa la sfida lanciata dall’AGESCI Abruzzo, a 20 anni dalla precedente esperienza, ai propri E/G.Chiunque fosse interessato a seguire tutto il nostro percorso avventuroso, può collegarsi al sito in-ternet www.agesciabruzzo.org/campo-regionale-eg-2008/.

…NEMMENO UNA GOCCIA - dopo quanto proposto dallo WAGGS, che vi abbiamo già se-gnalato, la FIS (Federazione Italiana Scautismo) ha aderito all’iniziativa per la promozione della so-stenibilità ambientale, un progetto coordinato da WOSM. Per l’Italia, la FIS lancia “Nemmeno UnaGoccia”: un progetto di educazione ambientale finalizzato a sensibilizzare e promuovere la parteci-pazione attiva in materia di conservazione delle risorse idriche. Il progetto, che parte ora e si con-cluderà il 22 Marzo 2009 (giornata mondiale dell’acqua), propone vari tipi di coinvolgimenti che pre-vedono anche una gara a premi.Tutti i dettagli relativi alle attività del progetto sono disponibili sulsito FIS www.scouteguide.it o, per informazioni, alla e-mail [email protected]

… CONSEGNE DI AVVENTURA – proseguiamo con l’ indagine sui tempi di consegna dellanostra rivista, per capire come, dove e quando, viene consegnata Avventura nelle vostre case. Que-sto per cercare di migliorare il servizio a vostro favore. Nel ringraziare quanti hanno già collaboratocon noi, vi chiediamo il favore di continuare a segnalarci, via mail, la data in cui ricevete Avventura.Ricordate di specificare il n° di Avventura ed il vostro Gruppo scout.

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Q uesta volta sono felicissimo di condivide-re l’articolo con Silvia, una Guida che mi

ha inviato l’articolo che trovate pubblicato di se-guito al mio. Non so quanti di voi siano stati a

Lourdes o ne hanno sentito parlare, ma in que-sto piccolissimo paese, ai piedi dei Pirenei, 150anni fa è accaduta una cosa stupenda.

TESTO DI DON LUCA MEACCI - NOVIZIO FOULARD BLANCFOTO DI EROS ALLONE, PAOLO GNARINI, SILVIA BARLOCCO

PER UNA B.A...DI QUALITÀ

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Una giovane ragazza, di nome Bernadette, mentre era in cerca di un po’ di legna daportare a casa, riceve la visita di una “bella Signora”, come la chiamerà lei; poi que-ste visite continueranno per un bel po’ di tempo. Certo non fu facile per questaragazza spiegare agli adulti quello che aveva visto e sentito. Purtroppo questo ac-cade anche oggi perché tante volte, noi più grandi, non siamo molto disponibili adare ascolto a voi ragazzi.Comunque quella “Bella Signora” nei vari incontri che ebbe con Bernadette, larese forte e coraggiosa nell’affrontare, senza paura, tutte le difficoltà cui andòincontro.Nel luogo delle apparizioni sorse ben presto un luogo di culto che, con gli an-ni, è divenuto sempre più grande e, quel paesino sperduto della Francia, è di-ventato meta di numerosi pellegrinaggi da tutto il mondo.Tanti sono i malati che vi si recano per affidare il peso della loro malattia odella loro infermità nelle mani della Madonna.

Insieme ai malati ci so-no tantissime persone

che, come dame, ba-rellieri o medici, simettono al loro ser-

vizio per aiutarli a vivere tutte le ce-lebrazioni che vengono fatte durante il pellegri-naggio. Tra questi volontari ci sono tantissimiScout che prestano il loro servizio presso gliospedali e il santuario di Lourdes. Questi Scout siriconoscono perché fanno parte di un Settoredell’Agesci che va sotto il nome di “Foulardblanc”, infatti il loro segno di riconoscimento è ilfazzolettone di colore bianco.Tante volte non riusciamo a comprendere il signi-ficato di alcune frasi della Bibbia ma, in certi luo-ghi, queste parole diventano facili da capire e im-mediate da vivere. Nel libro degli Atti degli Apo-stoli (At 20,35), San Paolo riporta una frase diGesù che dice: “Vi è più gioia nel dare che nel ri-cevere!”. Questo diventa chiaro quando sei aLourdes e passi le tue giornate con persone allequali basta il tuo sorriso, il tuo saluto per sentirsiamate e sostenute, nonostante siano malate o in-

La statua della Madonna, nella grotta

Pronti a servire col sorriso, Duino 1°

Non dobbiamo dimenticare quello che recita la Legge sulla quale abbiamo fatto la Promessa:“La Gui-da e lo Scout, sono cortesi”. Forza E/G: intorno a noi ci sono molte occasioni per mettere a segnotantissimi “bei colpi” e far fiorire un sorriso sul volto di tanti amici e persone che incontriamo ognigiorno, in questo modo, come Silvia, sperimenteremo quanto siano vere le parole di Gesù.Attorno anoi ci sono tante occasioni in cui possiamo fare del bene, anche in Squadriglia o in Reparto: basta met-tere un po’ di attenzione e scopriremo che è sufficiente un piccolo gesto per aiutare una persona.Perché, con la Squadriglia, non vi buttate nell’impresa BA? Organizzate un piccolo spetta-colo da rappresentare agli anziani della parrocchia, oppure alla festa dei bambini… senti-rete risuonare dentro di voi:“Dio ama chi dona con gioia” (2Cor 9,7).

ferme in un letto o su di una carrozzina.Vi sietemai domandati perché il nostro fazzolettone èfermato al collo con un nodo ? Perché ci deve ri-cordare che ogni giorno uno Scout è chiamato acompiere un gesto di Momento di servizio corte-sia, una Buona Azione che B.-P. chiamava “un belcolpo”!

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È iniziato tutto per caso, un avviso passato ascuola e quasi ignorato: “…PellegrinaggioDiocesano a Lourdes con l’O.F.T.A.L.(Opera Federativa Trasporto AmmalatiLourdes)”. Dopo un primo momento d’incer-tezza, ho deciso di partire: il 7 ottobre, alle19.00. Durante la notte mi sono passati per latesta un sacco di cose: “Chissà cosa succede acasa? Come sarà laggiù? Riuscirò a fare i mieicompiti senza intralciare quelli degli altri?” maanche: “Cosa mi porterò dietro da quest’espe-rienza? Come potrò fare partecipe della mia av-ventura il mio Reparto? Il mio cammino di fedecome cambierà?”. Pensando a queste cose, no-nostante il treno andasse a folle velocità, mi so-no addormentata.Al risveglio, 06.30: Lourdes!Scaricati bagagli e viveri, abbiamo accompagna-to gli ammalati all’ospedale. Sistemate le nostrecose in albergo e dopo una breve riunione coni più “vecchi” è cominciato il Servizio.Noi ragazze eravamo addette alle coperte e al-l’acqua della Grotta. La prima volta che abbiamoaccompagnato gli ammalati alla Messa è stato unmomento strano.. Vedere tutti che facevanoqualcosa, tutti sempre al lavoro; ciascuno si im-pegnava per aiutare il prossimo, senza fiatare.Accompagnando gli ammalati alle varie funzioni,chiacchieravamo con loro, lasciandoci a vicendaun piccolo pezzetto del grande puzzle che è la

nostra vita. Con queste persone si crea un rap-porto di fiducia incredibile e, quando preghi conloro, questo rapporto si rinsalda ancor di più.I momenti che più mi hanno emozionato e cheporterò con me per sempre sono stati:- la Messa Internazionale, migliaia di personeche pregavano tutte insieme, nelle diverse lin-gue, con un unico scopo: ringraziare il Signoreper questa magnifica esperienza- la processione con le fiaccole, chiamataflambò, un unico serpentone di luci e preghiereche illuminavano l’Esplanade, vissuta con unapersona che ora non c’è più- la Via Crucis, alle sei del mattino insieme aglialtri membri del personale- capire che alzarsi ogni mattina alle 5 edandare a dormire dopo la mezzanottenon era un sacrificio, perché quando guar-davi i malati negli occhi vedevi la loro gra-titudine per la tua fatica - il passaggio alla Grotta, insieme a migliaiadi persone mettevo la mia esperienza nellemani della Madonna, percepire la fiducia dellepersone nella Madonna è stato un momentomagnifico e pieno di preghieraArrivata alla fine del pellegrinaggio mi sono ac-corta di non aver più ripensato nemmeno unavolta a quellecose che ave-vo per la testaall’inizio dellamia avventura,di aver cono-sciuto nuoviamici e perso-ne veramentestupende e diaver aggiuntoun importantepasso sul miocammino difede e sul mioS e n t i e r oScout.

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Momentoi di servizio

TESTO DI SILVIA BARLOCCO - TOVO SAN GIACOMO 1

LETTERA DA LOURDES UNA GUIDARACCONTA LA SUA ESPERIENZA DI SERVIZIO

Ciao, sono Silvia, una guida di 15 anni.Nell’ottobre del 2007 sono andata in pellegrinaggio a Lourdese ho fatto il mio piccolo servizio, insieme ad altri Scout della mia Zona. In queste righe cercherò di tra-smettervi quello che ho provato, con la speranza di convincere anche voi a partire.

Silvia

Quest’anno ricorrono 150 anni dalla prima apparizione avvenuta l’ 11 febbraio 1858. LaVergine apparve alla pastorella Bernadette per 18 volte,nel 1858.Ma il vero miracolo di Lourdes avviene lì ogni giorno, quando migliaia di giovani che arri-vano da ogni parte del mondo, si mettono al servizio degli ammalati, se ne prendono curae fanno loro compagnia senza chiedere nulla in cambio.

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Ho letto d’un fiato, sullo scorso numero di Avven-tura, i commenti che i supermitici inviati EG han-no fantasticamente rifilato al nuovo Sentiero. In-somma, è piaciuto, no? È andato bene, vero? No,perché dovete sapere che è stato pensato e ri-pensato osservando esploratori e guide di tuttaItalia, ma poi… siete voi che vivete le cose e chesapete se il Sentiero nuovo, insomma… funzionao no. E da quanto dicono gli stramegamitici inviatisembrerebbe di sì, no?

Be’, a me le parole dei galattici superinviati faceva-no brillare gli occhi. Il nuovo Sentiero non è più il“nuovo”, ormai: è diventato il Sentiero e basta. Sa-pete come funziona con le cose nuove? Finchénon si usano non sono neanche nuove, sono so-lo… come dire? Promesse, potenziali. E a me ve-niva in mente come avrebbe potuto essere il nuo-vo Sentiero. Ora, in parte, ho sentito come è e mista piacendo. Siccome sono strano, mentre pensa-vo a come è (e non più a come sarà), ho visto ilSentiero e me lo sono immaginato. Sì, me lo sonoimmaginato come… un orto. Un orto, sì, che vo-lete, che c’è di strano? Un orto, un orto, ora ve lospiego.

n. 1: il nuovo Sentiero è una cipolla (fig.1).

La cipolla? Eh sì, oh! Avete presente come è fattauna cipolla? Avete mai cucinato un risotto? La ci-polla è fatta di “bucce”, anzi si potrebbe dire chela cipolla è tutta una buccia. La scarti e dentrotrovi una buccia, man mano che ti avvicini al cuo-

re ti accorgi che la buccia è forse meno secca, piùbianca, forse più saporita e gustosa, ma la sua for-ma, la sua struttura rimane la stessa. Il Sentiero èun po’ così: sempre uguale ma sempre diverso,sempre più vicino “al cuore”. Cominciano i noviziappena entrati a scoprire le prime cose del Re-parto e della vita di Squadriglia (e via la primabuccia, quella giallina/rossiccia, siamo già dentroalla cipolla anche se non ne sappiamo ancora mol-to, è lei stessa , ancora, a non saper molto di ci-polla); poi cominciamo a sbucciare un altro po’,cominciamo a prenderci i primi impegni impor-tanti di fronte agli altri, a saper fare qualcosa e sa-perla mettere a servizio delle comunità del Re-parto (e qui via verso la parte saporita, questa èvera e propria cipolla, signori miei); fino a che siarriva al punto di sentire il bisogno di prendersidelle responsabilità, gestire le situazioni, comincia-re a proporre e soprattutto ad ascoltare le pro-poste, le esigenze degli altri (e qui siamo al cuoredella cipolla, nelle varietà più buone è quasi dol-ce…). Che insegnamento ci dà? Che tutto il per-corso scout è sempre uguale e sempre diversissi-mo ed il Sentiero ne è forse l’esempio più impor-tante: Scoperta, Competenza, Responsabilità. Ri-petetelo, ragazzi, come un mantra, una preghierabuddista. Sco-perta, Compe-tenza, Responsa-bilità, su.Tutti in-sieme. Perchéquella gran ci-pollona che è lavita (eh, sì, anchela vita, oltre alSentiero, può es-sere un bel ci-pollone di Tro-pea) vi sorride-rà (e non vi faràpiangere comele cipolle vere)se imparerete adavvicinarvici co-sì.

n.2: il nuovo sen-tiero è un con-

TESTO DI NICOLA MASTRODICASA - PATT. NAZ. E/GDISEGNI DI JEAN CLAUDIO VINCI

“ORTOLOGIA”DEL SENTIERO

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tadino. (fig.2). Il contadino pensa. Ha il cervellofino, dicono. Ma ha anche le scarpe grosse. E i callisulle dita. E quindi fa. Nel suo campo (che sia dipatate?), non lo batte nessuno: vede un cavolfioreun po’ giù? Una melanzana un po’ gracilina? Cipensa un attimo, ragiona, si applica un po’ e poidai che tra mani, vanga e quant’altro mette in pra-tica alla perfezione l’intervento straordinario delcaso. Non si dà per vinto mai: molto conosce emolto impara facendo. E più impara e più fa; e piùfa e più impara. Be’, che cos’è questa se non lacompetenza nel Sentiero? Ci piace che i sempre-sullacresta inviati EG di Avventura l’abbiano det-to: Specialità e Brevetti sono raggiungibili!! E siraggiungono lavorando alle nostre Imprese, ap-profondendo contenuti e poi riversandoli all’in-terno della vita di Reparto. Bravi, bravi. Propriocosì: si impara a fare facendo. Più faccio più impa-ro e più imparo più faccio. Dai, ragazzi, che ci sia-mo.

n.3 Il nuovo Sentiero è una talpa (fig.3): non per-ché non ci vede, no. Ma perché scava a fondo. Epoi? Scava ancora. Non che il vecchio Sentieronon lo facesse, ma alcune delle parole dei fuori-classe inviati EG ci hanno proprio stupito (in posi-tivo, eh!?). Qualcuno ha detto di sentirsi più re-sponsabilizzato, qualcuno dice che per questo leimprese ora cominciano a girare di più. Che dire?Più il nostro Sentiero è personale e adatto a noi,ci scegliamo le strade (o gallerie?) da percorrere,più si riesce ad andare a fondo, a fare centro, arealizzare grandi cose.

n. 4 Il Sentiero è un campo di girasoli: (fig.4).non perché se ne stanno tutto il giorno fermi adabbronzarsi, ma perché il sole lo cercano tutti in-sieme. È il mio gruppo, la mia Squadriglia, che miindica da che parte guardare. Caposquadriglia, tusei… facciamo il girasole più grande, o quello piùalto o quello più a est che vede per primo il sole.Non montarti la testa: sei molto in avanti, ma non

sei il sole, eh? Il bello dei campi di girasole è che ilcontadino non c’è (almeno, non c’è sempre), aparte assicurarsi ogni tanto che i fiori non appas-siscano.Al limite dà loro l’acqua, ma non li gira lui

verso il so-le. Loro sigirano dasoli. È cosìche funzio-na nei veriR e p a r t i :non c’è ilcapo am e t t e r enessun tu-tore o filospinato. Èquello che

si fa insieme (le Imprese, le uscite di squadriglia, icampi, ricordarsi a vicenda legge e promessa,toh!) a darmi la direzione. E io il mio Sentiero lotrovo e me lo cammino in mezzo agli altri ed allanostra attività quotidiana. Sarà in mezzo a tuttiquanti che io mi prendo un impegno, lo realizzo epoi lo verifico.

n. 100.000: il nuovo Sentiero è come… un sen-tiero! (fig.5). Come quello vecchio, come quellonuovo, come qualsiasi sentiero di campagna, con iltracciato che si vede di lontano e con le curve vi-cine nascoste dagli alberi. Che insegnamento netraiamo? Mh… Forse, camminiamo, il mondo ètanto bello per restare fermi a guardare! “

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TESTO A CURA DI GIORGIO CUSMA CON LA COLLABORAZIONE DELL’AGECSFOTO DI MICHELE COLOMBINI E DEL S.MARINO 2 (DALLA RETE)

SCAUTISMO A SAN MARINO

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Li ho incontrati al Jamboree,attirato dalle loro uniformiuguali alle nostre, se nonfosse stato per il giglio equalche altro distintivo di-versi da quelli di casa Age-sci. Parlano italiano, abita-no nella nostra penisolama non sono nostri con-cittadini: appartengonoall’antica Repubblica di

San Marino! Si trattava degli E/G del contin-gente sammarinese, ormai l’avrete capito, ac-canto a loro un Reparto proveniente dallaMongolia. Mi son messo immediatamente achiacchierare con loro e mi sembrava diavere di fronte degli interlocutori romagnoli: il loropiccolo Stato giace infatti tra terre di Romagna, vicino a Rimini, percapirci meglio. Già, bisogna spiegarlo perché una loro Guida mi disse che pochissimiconoscevano il loro Stato: pazienza per gli stranieri, ma molto dei nostri ignoravano del tutto l’esi-stenza dell’antica Repubblica (61,5 km2, 30.002 abitanti, capitale Città di San Marino)… ehm, ehm.. forseuna ripassata di geografia sarebbe molto utile a qualcuno di voi!

Il giglio dell?AGECS

Il contingente AGECS al Jam 2007

L’INTERVISTA:Avventura: Quali sono le differenze più avvertite tra le attività di casa e quelle del Jam?R. - Qui ti trovi a contatto con migliaia di persone, si fanno attività impossibili da fa-re a casa, anche il modo di interagire con gli altri è diverso.A casa è tutto più scon-tato e tranquillo perché alla fine ci conosciamo tutti. Qui invece devi fare primaamicizia, con lo straniero, e poi fare l’attività, che può essere piacevole, se riesci adinteragire,ma poco utile se fai circolo chiuso con i ragazzi del tuo gruppo.Avventura: Era scontato, che venendo qui avresti dovuto cercare il confronto con gli al-tri ma a casa ti succede lo stesso?R. - La diversità di lingua e di formazione di personeche sono arrivate qui da tutto il mondo, stimolanola curiosità, che abbiamo dentro di noi, per cono-scere nuove persone e fare amicizie… a casa trovipersone della tua stessa cultura, non provi la cu-riosità di scoprirliAvventura: La vostra Associazione è già stata ad al-tri Jamboree?R. - Si, abbiamo partecipato come contingente na-

zionale a quelli in Olanda,Tailandia, Cile e qui ora.Prima invece partecipavamo all’interno del contingente Agesci.

Avventura: Come ti senti nel far parte del contingente del tuo Paese?R. - Mi sento responsabile nel portare l’immagine del mio Paese nel mondo,S..Marino è piccolissimo. La maggior parte delle persone non ci conoscono.Avventura E gli altri italiani vi conoscono?R. - No, non tutti: qualcuno sì, ma la maggior parte no. Quando spieghiamoda dove veniamo ci chiedono se parliamo italiano! Non sanno dov’è… spieghiamo e rimangono meravi-gliati che esistiamo. Oltretutto, alcuni di noi sono sanmarinesi ma anche cittadini italiani, per parte diuno dei genitori.Avventura - Cosa pensate di riportare a casa da questo Jam?R. - Portare la voglia di fare buon scautismo a casa, raccontare il Jamboree e far capire a tutti le belleesperienze che si vivono con lo scautismo.

Festa al Jam

Attività al Jam

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UN PO’ DI GRANDE STORIA...Ma diamo un’occhiata anche alla storia del piccolo stato: la Serenissima Repubblica di S.Marino, che sicompiace di definirsi “antica Terra della Libertà”, confina solo con la nostra Repubblica che la circon-da su tutto il perimetro dei confini! In parte con le Marche ed in parte con l’Emilia-Romagna. La Re-pubblica fu fondata già nel 301 da Marino (chepoi diventerà Santo!) sulle balze del monte Ti-tano, in posizione dominante sul circostanteterritorio: ebbe la prima, ed attuale, Costitu-zione già nel 1600! Ricevuto in dono il territo-rio del nuovo stato, Marino lo dichiarò indipen-dente da qualsiasi potere e ciò venne pian pia-no riconosciuto dalla Chiesa e da varie autoritàfeudali. Si può considera-re del tutto indi-pendente dallametà del se-

colo XIV. Per qualche secolo il potere fu monopolio di fami-glie patrizie ma dal 1900 riaffermò quei valori democraticiche persistono anche ai giorni nostri. Quale riconoscimentoper l’aiuto e rifugio forniti ai tanti patrioti che lottavano perl’indipendenza del nostro Paese, la sua indipendenza venneimmediatamente riconosciuta anche dal neonato Regnod’Italia. Dal 1926 al 1943, la Reppublica fu governata da unregime fascista, simile al nostro, che però rimase neutralenon prese parte allla seconda guerra mondiale ed accol-se almeno 100.000 rifugiati, in fuga dall’invasore nazista.Dalla fine della guerra in poi, lo Stato continuò il suo si-curo cammino dentro alla democrazia e nell’inserimen-to nella comunità internazionale.

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SCAUTISMO A SAN MARINOLo scautismo sammarinese vede la luce negli anni 1920/30 ma vienesoppresso, al pari di quello italiano, per risorgere attorno agli anni’50. Il vero sviluppo però si ebbe appena nel 1973: il primo Gruppo,il San Marino 1, iniziò l’attività inserito nell’AGESCI.Solo alla fine degli anni ’80, lo scautismo sammarinese, ha volutorendersi indipendente ed ha dato vita all’Associazione GuideEsploratori Cattolici Sammarinesi. Nel 1987, infatti, ci fu un ac-cordo tra AGESCI e AGECS in cui quest’ultimi furono autoriz-zati ad indossare l’uniforme AGESCI e a partecipare alle attivitàdella Zona di Rimini AGESCI. Nel 1993 fu fondato il gruppoSan Marino 2 e qualche anno dopo fu fondato il San Mari-no 3.Attualmente usa l’uniforme (ma con alcuni distintivi pro-pri), il metodo e le riviste dell’AGESCI (Quindi si legge an-che Avventura!!! Wowww!!! NdR).Anche la Formazioni Capi è curata dall’AGESCI ma su-pervisionata dai responsabili dell’Associazione che ven-ne riconosciuta nel 1990 a Parigi, durante la conferenzamondiale del WOSM (Associazione dello scautismo mondiale ma-schile) e nel 1992, a Copenaghen da quella del WAGGGS (Associazione del-lo scautismo mondiale femminile).Attualmente l’Associazione conta circa 300 associati, tra Capi e ragazzi, suddivisi in tre Gruppipresenti nei Castelli di Città, Borgo Maggiore e Serravalle.

Istantanea del San Marino 2

La bandiera della Repubblica di San Marino

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C iao a tutti. Sono Gabriele, unEsploratore del Reparto Cristo-

foro Colombo, del Gruppo Rimini 5.Quest’anno ho vissuto un’esperienzadavvero entusiasmante: dovete sape-re che faccio parte di un RepartoNautico e, fino a quest’anno, taliReparti erano organizzati in Dipar-timenti. Il mio, ad esempio, facevaparte del Dipartimento AltoAdriatico, che va da Ancona eTrieste. Dal prossimo anno nonsarà più così, i Dipartimenti siscioglieranno per organizzarsi inmaniera differente. In occasionedi quest’ultimo anno, abbiamopartecipato con tutti i Repartidel Dipartimento, a cui appar-teniamo, al secondo CampoDipartimentale dell’AltoAdriatico, per dar vita ad unevento davvero memorabi-le, proprio nel periodo dellaricorrenza del Centenario

dello Scautismo. In 50 solo dellastaff, per circa 220 Esploratori e Guide. Il Cam-

po si è tenuto sul lago di Barrea (AQ).Ambientato sultema del libro “Capitani Coraggiosi”, in cui si narra lastoria di un ragazzo che, su una nave di semplici pe-scatori che a volte possono insegnare molto, imparal’umiltà e cambia modo di vivere. Seguendo questa pi-

sta, sono state estratte quattro parole chiave: lealtà,fratellanza, autonomia e competenza. Il Campoè cominciato con il cosiddetto Grande Gioco, lancia-to in un uscita con tutte le Alte Squadriglie dei Repar-ti partecipanti. Ogni Squadriglia si è gemellata conun’altra, di una città diversa, formando un team, e, viainternet, la direzione centrale del gioco comunicavauna serie di prove che si dovevano realizzare con laSquadr i g l i agemellata epoi rispedireai Capi. Tuttoconvergeva inuna classificaa punti, chesarebbe ser-vita a stabilirequanti colpiogni team ge-mellato avevaa disposizio-ne per colpi-re la rottaimmaginaria di una goletta, custodita dalla Direzione,con un sistema simile a quello della battaglia navale.Questa era solo la prima parte della gara Campo.Nella settimana del centenario è iniziato il vero Cam-po a Barrea. Le attività si svolgevano prevalentementein acqua, ed è stato veramente emozionante fare glienormi quadrati con tutti i Reparti. Nella prima partedel Campo, c’erano dei centri di interesse, ai qualiognuno poteva partecipare liberamente, come ca-

TESTO DI GABRIELE BERNABINI - CASTORO PENSATORE - VCSQ SQUALI – RIMINI 5 FOTO DI LUCA CARDELLI E DON ROMANO NICCOLINI

L’ULTIMO DEI...CAMPI DIPARTIMENTALI

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noa e kayak, barca a vela, voga in lancia a remie giochi in acqua, ma anche topografia, natura(gita nel Parco Nazionale degli Abruzzi), cucina, pio-neristica e giornalismo. Era un ottima occasioneper acquisire nuove conoscenze e competenze suitemi più disparati dello scautismo, ma soprattutto fa-re conoscenza con tanti altri Esploratori e Guide, se-condo me, è stata proprio questa la componente fon-damentale del successo del Campo: il confronto contutti gli adolescenti, e non, che erano lì, sia sulli argo-menti scout che di qualsiasi altro tipo. Sicuramente èstato un grandissimo arricchimento, anche per glispunti che ci hanno permesso di approfondire il coin-volgente confronto con tutti.Ad esempio il giornali-

no del Campo, oppure i provini, per formare un ca-sting di attori, in cui si rappresentava una scenettaad un fuoco realizzato con tutti gli altri Reparti. Ciòavveniva su un palcoscenico allestito per i cosiddettifuochi di dipartimento, durante i quali tutto ilCampo si riuniva per trascorrere la serata insieme,

tra intrattenimenti vari. Nella stessa occasione si ve-niva aggiornati sulla classifica delle prove per il Gran-de Gioco. Per quanto riguarda quest’ultimo: è conti-nuato con la grande prova dello Scouting Voga, checonsisteva in una serie di giochi a sfondo nautico du-rante tutto il giorno, in cui si partecipava di Squadri-glia per vincere la Pagaia d’oro.Tutti questi momen-ti contribuivano alla raccolta di punti per la vittoria fi-nale della gara Campo che, in finale avrebbe visto lavittoria di un solo Reparto.È stato veramente bellissimo gareggiare con tutte lealtre Squadriglie, cosa che si è ripetuta in un’altraprova del Grande Gioco, in cui si partecipava con leSquadriglie gemellate, e consisteva in una grande bat-taglia, prima sulla terraferma e poi in acqua. È statoun momento molto coinvolgente e divertente, poichèormai tutti gli avversari si conoscevano. Dimenticavoche c’era un’altra gara nell’ambito del Campo: unconcorso per chi avesse composto il miglior inno delCampo. Ed ancora, per divertirci, i quiz che venivanopubblicati sul giornalino, insieme ai risultati dei son-daggi su vari temi e le satire della staff del Campo, allequali nessuno è scampato.Come ad ogni Campo che si rispetti le giornate era-no dall’alza e l’ammaina bandiera Il rito per la giorna-ta del centenario è stato un momento memorabile emolto solenne, durante il quale tutti gli Scout delmondo hanno rinnovato la loro Promessa.Ma quale può essere stato il segreto di un evento co-sì memorabile come questo Campo? Un grazie speciale a tutta la staff che è riuscita a se-guirci in tutto ed a farci vivere momenti davvero indi-menticabili, che ci ha sopportato e si è sacrificata conuno stress incredibile, sotto “ l’illuminata e decana”guida di Pietro Ughi, che ci ha fatto da Capo Campo.E grazie anche a tutti quelli che con me hanno parte-cipato a qusto Campo.Un’ultima considerazione: alla fine il Campo è di chivi partecipa, e, quindi di ogni singolo Esploratore oGuida, perché vi ha messo voglia ed entusiasmo nelmettersi in gioco.

QUALCHE NUMERO DELL’EVENTO:I partecipanti arrivavano dalle seguenti regioni: Emilia - Romagna, Friuli - Venezia Giulia, Marchee Veneto.Gli undici Reparti presenti erano: Cerreto d’Esi 1, Ce-sena 3, Falconara 2, Falconara 3, Motta di Livenza1, Porto Tolle 1, Riccione 2, Rimini 2, Rimini 5, Ro-vereto sul Secchia 1, Udine 4 Al Campo c’erano:39 Squadriglie 220. circa, Esploratori e Guide50. circa, Capi,Aiuti Capi, Rover, Scolte, istruttori2 Assistenti Ecclesiastici3 Tir e Camion (di cui uno con rimorchio)3 Pulmini di servizio5 Lance a remi da 6 vogatori5 Barche a vela classe Fly Junior3 Barche a vela classe Tridente4 Canoe canadesi da 4 posti45 posti su Kajak mono/biposto

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AAvventura 3/2008vventura 3/2008

M a perché tante storie? Sarà un modo dicucinare come un altro, giusto? No. In-

somma non essere ingenuo, se ne parliamo quinon può trattarsi di un metodo da applicare inqualsiasi cucina. Perché la cucina trappeur ineffetti è molto semplice, ma di certo non potraisperimentarla nella cucina di casa. Con la cucinatrappeur vale una sola regola: non usare nullache il bosco non possa fornirti. (Resta intesoche la carta alluminio fa eccezione, è vero noncresce sugli alberi, ma la si può utilizzare permoltissime cose e la si può portare con sé anchenella più lunga delle camminate o nel più “alpini-stico” degli hike... e, inoltre, se ne può fare a me-no!). (Fig.1)

Se sei in Reparto da qualche anno, ricordi benele serate passate a rosolare spiedini e ad estrar-re patate semi-crude da sotto la brace. Se anco-ra non hai avuto il tempo di provare questaesperienza è il momento di farlo, imparandoqualche trucco molto utile.Tanto per iniziare la cucina trappeur non ce lasiamo inventata noi Scout, ma l’abbiamo “copia-ta” a della gente che, di essenzialità, avventura edesplorazione, se ne intendeva parecchio: sto par-

lando dei pionieri del lontano West. Io me liimmagino: seduti in un’aperta prateria, la sera,rosolarsi una salsiccia alla brace.Dunque cominciamo: cosa serve per cucinarealla trappeur? Il fuoco? Non proprio… I cibitrappeur infatti non saranno mai cotti sulfuoco, ma piuttosto alla brace in modo da evi-tare di lasciarli bruciacchiati fuori e crudidentro. Per produrre tanta brace, la prima co-sa che ci servirà sarà un bel fuoco, circondatoda grosse pietre per evitare che il fuoco si pro-paghi, e alimentato da legna grossa che, una volta

consumata, produce la brace che ci servirà.(fig.2)Il fatto che non useremo pentole e pentoloni,non vuol dire che non avremo i nostri comodi“strumenti da cucina”: possiamo prepararci, condella legna verde ed un coltellino, il necessa-rio. Prima di tutto ci serviranno dei bastoncinisu cui infilzare salsicce, carne, pane: per fabbri-carli occorre scortecciare un rametto verde, fa-cendo attenzione a non sceglierlo troppo sot-tile, altrimenti, una volta scortecciato, si riveleràinutile, e neppure troppo corto, altrimenti, sevogliamo reggerlo vicino al fuoco, cuoceremoanche la nostra mano. Più che il rametto unico,C

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DI FRANCESCA TRIANI - VOLPE SORRIDENTE DISEGNI DI CHIARA BEUCCI

CUCINA TRAPPEUR

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La cucina trappeur mi è sempre piaciuta.Sarà perché c’è il fuoco che la fa da padrone... sarà perché ci si lascia alle spalle mestoli e padelle...sarà perché si finisce per condire tutto con dell’ottima cenere (ma questo inconveniente col temposi può debellare)... sarà perché quel fare tutto con poco, quell’ottenere bocconi gustosi dal nulla, oquasi, mi ha sempre dato una sensazione di grande libertà.

FIG. 1

FIG. 2

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55.. NNIIEENNTTEE IINNGGRREE --DDIIEENNTTII IIMMPPOOSSSSIIBBIILLII..Chiedere ingredientiesotici è un modo fur-bo per fare colpo mamette in difficoltà iCapi ed è alquanto di-sonesto verso le altreSq. 66.. SSEEMMPPLLIICCIITTÀÀ MMAACCOONN EEFFFFEETTTTOO..Le cose semplici sono

sempre le migliori equelle che riesconomeglio. 77.. CCUURRAA DDEEII DDEETTTTAAGGLLII..L’occhio vuole la suaparte ma c’è da ricor-dare che esi-stono anchele spezie, pic-cole ma fan-no la diffe-renza!

88.. NNOONN LLAASSCCIIAARREENNUULLLLAA AALL CCAASSOO..Ricette, ingredienti,attrezzi e programmidi lavoro devono esse-re ben presenti nellatesta del cuoco.99.. OOSSAARREE..Non lasciarsi inganna-re dalle apparenze: gliabbinamenti stranispesso nascondono in-credibili sapori. Maiprovati i finocchi conle arance?!1100.. IINNVVIITTAARREE II CCAAPPII ÈÈIIMMPPOORRTTAANNTTEE..Chiedere ai Capi di as-saggiare il menù delgiorno non è cosa dapoco: l’ambientazionedel Campo dà parecchispunti per un invito “atema”!

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Decimachiacchierata

La cucina al campo

Decimachiacchierata

La cucina al campo

E se non si riesce ad osservare nem-meno uno dei dieci punti precedenti:11. CCEERRCCAARREE DDII CCOORRRROOMMPPEERREE II CCAAPPII!!!!

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Coordinamento editoriale: Giorgio Cusma

Progetto grafico e Impaginazione:Technograph - TS

Testi di:Francesco IandoloGiorgio InfanteDamiano MarinoStefania MartinielloFrancesco ScoppolaStefania SimionatoMariantonietta Tudisco

Disegni di:Martina AcaziB.-P.Elisabetta DaminiLaura PontinIsacco SaccomanSimona Spadaro

Cucina e tavolo sono,insieme alla tenda, ilcentro di qualsiasi an-golo di Squadriglia alCampo Estivo: non rap-presentano soltanto glioggetti fisici dove cuci-nare, e sedersi, ma illluuooggoo ddoovvee llaa SSqquuaaddrrii--gglliiaa ssii rriittrroovvaa ee ccoonnvvii--

vviiaallmmeennttee ccrreessccee nneell--ll’’aauuttoonnoommiiaa.E’ importante quindisaper dare il giusto va-lore a questo spazio,imparando ad armeg-giare con ppeennttoollee ee ffoorr--nneell ll ii (ehm. . . fuoco) .Quando ancora non esi-stevano la “Prova delcuoco” e quando “Artu-ro e Kiwi” non eranoancora un cartone ani-mato culinario, il no-

stro B.-P. pensò di dedi-care, la decima chiac-chierata di Scautismoper Ragazzi, proprio al-la bellissima arte dellacucina al Campo. Cuci-nare in Squadriglia nonè solo il tentativo di-sperato di non morireavvelenati bensì è il

momentoin cui s ivive anco-ra di piùla ddiimmeenn--ssiioonnee ddeell--lloo ssttaarreeii nn ss ii ee mm eeche rendela Squa-driglia si-

mile ad una ppiiccccoollaa ffaa--mmiigglliiaa: davanti alle pie-tanze ben cucinate,preparate ed eseguitecon quel p izz ico diamore, che non guastamai, sarà tutto più bel-lo!Quindi, cari Esploratorie Guide: è ora di indos-sare un grembiule e co-minciare a pensare alMenu! Come si fa? Co-me aalltteerrnnaarree ii cciibbii com-

La cucina non è un optional!

DI GIORGIO INFANTEDISEGNI DI B.-P.

ponendo una dietacompleta e variegata,stando attenti a coor-dinare cibo e attivitàper ogni giornata? Co-me decidere qquuaannttiittàà eppoorrzziioonnii?L’attrezzatura da cuci-na: cosa serve alla Squa-driglia per evitare diusare il ccaappppeelllloonnee co-me ssccoollaappaassttaa e il mmaa--gglliioonnee come pprreessiinnaa?Cosa non può mancare?Quali sono le piccoleastuzie per garantirsiuna comodità come sifosse a casa propria?I l ffooccoollaarree,, bbrraaccee,,ffiiaammmmaa vviivvaa,, ffoorrnnoo,,ffoorrnneelllliinnii… Conoscerlici permetterà di sce-gliere per cucinare

meglio, perchè ciascu-no rende in manieradiversa sulle diversepietanze.I cciibbii: è essenziale co-noscere come ccuucciinnaarreeii vvaarrii cciibbii, come prepa-rare una zuppa, unagrigliata, una pasta alsugo o i tortellini. Nonvi sono limiti alla crea-tività, basta volerlo(stando attenti ancheai pprreezzzzii ee aallll’’eeccoonnoo--mmiiaa). Così sfaterete ilmito del la cuc inascout sempre imman-giabile e nel contempocont inuerete a farpensare, a preoccupa-te generaz ioni d imamme, che con gliScout si impara a cuci-

nare! Pulizia e gestio-ne delle attrezzature:è indispensabile tene-re tutto ben ppuulliittoo ee iinnoorrddiinnee in cucina: ne vadella nostra ssaalluuttee.Quali norme usare? Acosa prestare atten-zione?Ovviamente, sarete ingrado di realizzare econcretizzare al me-glio tutto questo, sol-tanto quando sarete alCampo e solo se vi “aall--lleenneerreettee” per tuttol’anno! Proprio alla fine dellachiacchierata B. -P .suggerisce un po’ diesercitazioni di Squa-driglia: perchè nonprovare?

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Quante volte vi saràcapitato, durante ilCampo, d i lasc iareaperto il pacco del ssaalleeo dei bbiissccoottttii e di ri-trovarl i la mattinasuccessiva aammmmoorrbbiiddii--ttii ddaallll’’uummiiddiittàà? Ed an-cora, avete mmaaii aassssaagg--ggiiaattoo ll’’oolliioo ee ll’’aacceettoodopo aver l i tenut i

uunn’’iinntteerraa ggiioorrnnaattaa aallssoollee?La ccoonnsseerrvvaazziioonnee ddeegglliiaalliimmeennttii è un aspettoimportantissimo perfare in modo che nes-sun tipo di cibo vengasprecato e per garanti-re una ssiiccuurreezzzzaa nneeiippaassttii, evitando di iinn--ggeerriirree qquuaallccoossaa ddii aavvaa--rriiaattoo..

Una buona conserva-zione passa attraversoil rispetto di alcunerreeggoollee sseemmpplliiccii , mafondamentali.Innanzitutto è impor-tante ricordare chettuuttttii ii cciibbii ddii nnaattuurraaddeeppeerriibbiillee devono ri-manere assolutamentein uunn lluuooggoo aasscciiuuttttoo,

curandosi di tenerlilontani ddaallllaa ppoollvveerree eeddaaggllii iinnsseettttii..Un buon modo è sicu-ramente quello di do-tarsi di una cassa diSquadriglia che abbiadei fori di ventilazioneprotetti da retine me-talliche (la circolazio-ne d’aria è salva e gliinsetti non possono

entrare!).sia ben pro-tetta da ogni sorta dispiffero o di infiltra-zione d’aria.Altro accorgimento dinon difficile realizza-zione è quello di ricor-darsi di cchhiiuuddeerree ooggnniivvoollttaa ii ssaacccchheettttii ddeellssaallee ee ddeeii bbiissccoottttii condel nastro isolante o

con del loscotch perevitare latraspirazio-ne.Per quantoriguarda i lssaallee questopuò esserer i v e r s a t o ,ins ieme adei cchhiicccchhiiddii rriissoo chea s s o r b o n o

l’umidità, in una bboottttii--gglliieettttaa ddii ppllaassttiiccaa perpoi puntellare sforac-chiare il tappo in ma-niera da creare unamodesta saliera. Perquanto concerne ll’’oolliiooee ll’’aacceettoo è opportunonon lasciarli mai apertiper un lungo periodo,nnoonn riversarli in bboottttii--gglliieettttee ddii ppllaassttiiccaa che,

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TESTO DI FRANCESCO SCOPPOLADISEGNI DI MARTINA ACAZIEvitare mal di pancia e simili...

se lasciate per diversotempo al sole, ne alte-rerebbero il prodottoma ccoonnsseerrvvaarrllii aallll’’oomm--bbrraa possibilmente inbboocccceettttee ddii vveettrroo.Un utilizzo interessan-te possono rivestiresia ll’’oolliioo ee ll’’aacceettoo, di-fatti sono entrambi

impiegati per ccoonnsseerr--vvaarree ggllii oorrttaaggggii ini-bendo, soprattutto nelprimo caso, la forma-zione di batteri ed or-ganismi dannosi per ilnostro corpo.L’espediente miglioreper conservare il ppaanneeè infine quello di av-

volgerlo in dei ccaannoo--vvaaccccii ddii ssttooffffaa in ma-niera da mantenernequasi intatte la mmoorr--bbiiddiittàà mmoorrbbiiddeezzzzaa ee llaaffrreesscchheezzzzaa per il gior-no successivo ed eevvii--ttaarree ll’’uussoo ddii iinnqquuiinnaann--ttii ssaacccchheettttii ddii ppllaa--ssttiiccaa.

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Per accendere un fuocoecco alcune cose, schema-tiche, da dover seguire:pprreeppaarraarree iill ppoossttoo:: nontutti i posti sono adatti,va evitato infatti di far-lo sotto la chioma di unalbero, va individuatala direzione del ventoper evitare che si pro-paghi nelle vicinanzemandando a fuoco tut-to il campo, va elimina-ta ogni sterpaglia, erbasecca, ecc. ffaarree lleeggnnaa:: mi serviràcome combustibile. Sidiversificherà a secondadell’uso: per l’accensio-ne mi servirà legna pic-cola asciutta e secca;per alimentarlo legnasempre più grande. Mailegna verde (non bruciae fa molto fumo) e mai

rovi e cespugli (si con-suma subito, senza farecalore né brace).aacccceennssiioonnee:: preparare ilfuoco è un’arte. Mette-re a terra un’esca fatta

con materiale di facileaccensione (carta, pi-gne, vecchi nidi, trucio-li, corda disfatta, …),quindi sopra, a mo’ dicapanna, bastoncinipiccoli e secchi. Quan-do questa prima “ca-panna” avrà preso fuo-co, aggiungere, pianopiano, legna semprepiù grossa, evitando disoffocare i l fuoco.

L’abitudine di soffiaresul fuoco sarà utile soloquando ci sarà la brace,altrimenti il fuoco sispegnerà (farlo alla ba-se del fuoco, in manie-ra prolungata, soffian-do di diaframma).aalliimmeennttaazziioonnee:: servesapere a cosa servirà ilfuoco. Se devo cucinarealla brace, servirà chemetto tutta assieme lalegna, facendo un granfalò, evitando legnapiccola. Se invece devofare il fuoco serale, ali-menterò costantemen-te il fuoco, mettendo aparte legna per illumi-nare la scena in mo-menti particolari (utilile cassette della frutta,cespugli di rovi, paglia).Ricordarsi che se la le-gna è bagnata o verde,prima servirà il tempodi asciugarsi e seccarsi,poi brucerà facendomolto fumo.

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TESTO DI DON DAMIANO MARINO –ORSO LABORIOSODISEGNI DI SIMONA SPADARO

SSaappeerr aacccceennddeerree uunn ffuuooccoo,, ccoossìì ccoommee ddoorrmmiirree iinn tteennddaa,, ssoonnoo llee qquuaalliittààssppeecciiffiicchhee cchhee ooggnnuunnoo vveeddee iinn uunnoo SSccoouutt oo uunnaa GGuuiiddaa iinn ggaammbbaa!! IInn eeff--ffeettttii ccaarraatttteerriizzzzaannoo aappppiieennoo llaa vviittaa aallll’’aappeerrttoo ee nnoonn ssoonnoo ppooii ccoossìì sseemmppllii--ccii ccoommee ppuuòò sseemmbbrraarree..

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VVAARRII TTIIPPII DDII FFUUOOCCHHII

Fuoco a piramideÈ il classico fuoco. Fornisce calore e luce,anche se disperde calore e consuma moltalegna. Va alimentato costantemente(buona riserva di legna). È adatto per ilfuoco da campo.

Fuoco del boscaioloÈ una variante del primo. Brucia bene econ ogni tempo. È ottimo per il fuoco dacampo e per riscaldare. Richiede però unapreparazione accurata e ha bisogno dimolta legna poiché deve essere alimentatocostantemente

Fuoco del pastoreÈ quello da utilizzare per cucinare con lepentole. Facile da costruire, permette dicuocere rapidamente perchè mantiene ab-bastanza bene il calore. Non tutte le pietresono adatte perché, con il calore, possonospaccarsi e lanciare schegge.

Fuoco alla “trapper”Ottimale per la cucina trapper, personale.Ha un buon tiraggio, se il vento rimane co-stante. Si scava una trincea larga circa 30centimetri e lunga 50, orientata nella dire-zione del vento.

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Un perno della cucinatrappeur è sicura-mente il pane detto“ttwwiisstt”.Gli ingredienti sonosoltanto ffaarriinnaa,, aacc--qquuaa ee ssaallee..Disporre la farina alcentro del vostro pia-no di lavoro e conta-te circa 8800//110000 ggrr ppeerrooggnnii ppeerrssoonnaa. Con lemani, aallllaarrggaattee llaa ffaa--rriinnaa aall cceennttrroo ee iinnii--zziiaattee aa mmeessccoollaarrllaaccoonn aaccqquuaa ttiieeppiiddaa,ove possibile, e ag-giungete il sale.

LLaavvoorraattee ll ’’ iimmppaassttooppeerr uunnaa ddeecciinnaa ddii mmii--nnuuttii che alla fine do-vrà risultare moltoelastico e simile aquello del pane.Nel frattempo il re-sto della vostra Squa-driglia si sarà diviso.Una parte sarà anda-ta a pprreeppaarraarreeuunn’’aaddeegguuaattaa bbrraaccee,fatta con legna gros-sa che non si riducesubito in cenere.L’altra parte sarà an-data a cceerrccaarree,, ee ppuullii--rree,, ii bbaassttoonncciinnii su cui

sistemerete la pastagià preparata.Sistemate il pane inmodo che risulti aatt--ttoorrcciigglliiaattoo,, aa ssppiirraallee,,aattttoorrnnoo aall bbaassttoonn--cciinnoo.Per quanto riguardala cottura: appoggia-te i bastoncini su dueforcole poste a l -l’estremità della bra-ce oppure ancora in-filate i bastoncini nelterreno così da man-tenerli obliqui versola brace. NNoonn ddiimmeenn--ttiiccaattee ddii ggiirraarree ooggnnii

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DI FRANCESCO IANDOLO - ELEFANTE LABORIOSODISEGNI DI ISACCO SACCOMANCCOOSSAA FFAARREE IINN CCAASSOO DDII……

Se non ce n’è tanta, scavare per raggiungere il terreno sottostante elì accendere il fuoco. Se è alta, fare una base tipo tappeto, con legniverdi, e sopra accendere il fuoco (ricordarsi che il fuoco scioglierà laneve, con il rischio di spegnerlo).

Precauzioni principalmente nell’accensione: con un poncho coprirela fase iniziale, e favorire il primo momento. Per procurare legnasecca, staccarla direttamente dagli alberi e scortecciare la parteesterna, se bagnata.

Un vento leggero sarà utile, perché attizzerà continuamente il fuo-co. Un vento forte va contrastato, mettendo dei ripari, come un te-lo fissato con dei bastoni, altrimenti il calore si disperderà e ci sarà ilrischio che il fuoco sfugga dal controllo.

NEVE

PIOGGIA

VENTO

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ttaannttoo il vostro twistper una corretta cot-tura .Già dopo i primi mi-nuti di cottura Il pa-ne diventa dorato al-l’esterno, e sta allabbrraavvuurraa ddeelllloo SSccoouuttTTrraappppeeuurr nnoonn ffaarrlloobbrruucciiaarree. Il vostrotwist sarà cotto sol-tanto quando ancheall’interno, il pane ri-sulterà omogeneo manon gommoso.

Un piccolo segreto. Se avete a vostra disposizione anche dei wurstel, fa-te che i vostri bastoncini siano del loro sstteessssoo ddiiaammeettrroo e una volta che ilvostro pane Twist sarà cotto, ttoollttoo iill bbaassttoonncciinnoo,, lloo ppoottrreettee iimmbboottttiirreeccoonn iill wwuurrsstteell.. I rifiuti al campo sono

una bel problema! Cer-chiamo di ddiiffffeerreennzziiaarree,almeno con 4 contenito-ri: oorrggaanniiccoo,, ppllaassttiiccaa,,ccaarrttaa,, vveettrroo//mmeettaalllloo.Partiamo dal concettoche anche il rifiuto puòessere riutilizzato! Nonè difficile e neanche im-possibile. Per l’oorrggaanniiccoo potretecostruire un composter:in una buca opportuna-mente scavata inseriteuunnoo ssttrraattoo ddii rriiffiiuuttii oorr--ggaanniiccii,, uunnoo ssttrraattoo ddii tteerr--rraa, uno strato di rifiuti

organici, e così via, inmodo che quando an-drete via dal Campo, ciòche pian piano si sta de-componendo ristabiliz-zerà il terreno. Con gli altrimateriali, in-vece, potrestecreare diver-tenti oggettiper animareun fuoco di bi-vacco (stru-menti musica-li, marionette,maschere, bur-rattini) o rea-

lizzare un parco diverti-menti per la fiesta fina-le. Fate un giro internet-tiano e troverete tantis-sime proposte carine!

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DI MARIANTONIETTA TUDISCODISEGNI DI LAURA PONTIN

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Con llaa ccaarrttaa eedd iill ccaarrttoo--nnee accenderete i fuochidi Squadriglia e/o quellidi bivacco o realizzeretecesti da usare per la garadi cucina: “mani abili” miraccomando! I rifiuti oorrggaanniiccii sono unproblema ppeerrcchhéé aattttiirraa--nnoo aanniimmaallii..

A l l o n t a -niamo gliiinnsseettttii piùgrossi (vvee--ssppee,, aappii,,ccaallaabbrroonnii,,mm oo ss cc hh ee )con dellebottiglie divetro/pla-stica, incui inseri-remo ddeell--ll’’aaccqquuaa eeddeelllloo zzuucc--cchheerroo, peralmeno 1/3

della capacità (attiratidalla melata così prepa-rata rimarranno rinchiu-si nel fondo della botti-glia); per gli insetti piùpiccoli (mmoosscceerriinnii,, aaffiiddii)basta, invece, prepararedei cartoncini gialli condella colla (da fare conacqua e farina): attirati

dal colore ci rimarrannostecchiti sopra! Convie-ne però cambiare ognigiorno questa trappolainfernale altrimenti ve-drete il cimitero degli in-setti, e non è molto pia-cevole. RRIICCOORRDDAATTEEqquueessttee ““ttrraappppoollee”” vvaannnnooaappppeessee aaggllii aallbbeerrii iinnttoorr--nnoo aallllaa ccuucciinnaa..Per i ttooppiinnii (carini matroppo spesso portatoridi malattie!), invece,scoprirete da dove ven-gono disseminando del-la farina, vedrete il gior-no dopo le loro tracce epoi userete delle trappo-le per catturarli vivi edallontanarli poi. Certodovrete essere anche deibravi investigatori per-ché loro escono solo dinotte e non amano farsiscoprire. Evitate di nu-trirli troppo, lasciandoli

vagabondare trale vostre provvi-ste, altrimenti veli farete amici e simoltiplicherannoa dismisura. Se poiè questo ciò checercate: BBUUOONNDDIIVVEERRTTIIMMEENNTTOO!Ma poi non UURR--LLAATTEEEEEEEEEEEEEEEE--EEEEEEEEEE!

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FFiigguurraa 11:: Prendete unagrossa ssccaattoollaa ddii mmee--ttaalllloo (tipo quelle percontenere l’olio) pos-sibilmente di formarettangolare. Fate at-tenzione a ciò checonteneva prima: evi-tate assolutamenteprodotti chimici e ver-nic i che bruciandopossono generare va-pori tossici. Attenzio-ne anche ai bidoni da

olio: alla prima accen-sione, se non ben puli-t i , probabi lmentel’olio residuo brucerà

all’improvviso con unavampata.Sul lato più lungo, farefate 2 buchi per partea 3 cm di distanza dal-lo spigolo.Infilare Infilate all’in-terno dei buchi dduueettoonnddiinnii ddii ffeerrrroo. Con del ffiilloo ddii ffeerrrroorealizzate le “cerniere”e la maniglia per il co-perchio della scatola,che diverrà così losportello del forno.

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DI STEFANIA MARTINIELLODISEGNI DI MARTINA ACAZI

Per una maggior fanrasia in cucina

Per preparare al campo ottimi manicaretti, con ingredienti molto sem-plici, oltre ad un bravo cuoco è necessario avere una buona attrezzatu-ra. Costruendo un forno, con materiali facilmente reperibili, avremo lapossibilità non solo di fare il pane e le pizze, ma anche delle ottime cro-state e, paste ripiene. ecc.Individuato il posto dove costruirlo, tenendo conto della comodità, dellasicurezza, e della direzione in cui soffia normalmente il vento, possiamoprocedere alla realizzazione.

Fig. 1

Fig. 2

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FFiigguurraa 22:: Scavate unatrincea nel terreno. Si-stemare Sistemate ailati della trincea delleggrroossssee ppiieettrree il piùpossibile piatte, su cuiappoggerete i tondinidi metallo, in modoche la scatola si trovi acavallo della trincea.

FFiigguurraa 33: Continuate arealizzare un murettodi pietre sui due latipiù lunghi e profondidella trincea.

FFiigguurraa 44: Circondate aquesto punto, la sca-tola di metallo condelle pietre sui tre lati,avendo cura di porreuna grossa pietra a ca-vallo tra i due murettilaterali.

FFiigguurraa 55:: Ricoprite lascatola ed i muretticon della tteerrrraa, possi-bilmente di tipo argil-loso.

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A questo punto il forno è finito, ma se avete voglia di realizzare le cosein grande, potete anche costruire un comignolo, sul retro, utilizzandodel fango o un tubo di metallo, per convogliare i fumi della combustio-ne, isolando il tutto con fango.

Fig. 3

Fig. 4

Fig. 5

11.. PPRRAATTIICCAA PPRREE--CCAAMMPPOO..Mai arrivare al Camposenza aver fatto eessppee--

rriieennzzaa aa ccaassaa: tempi emodi di cottura nonsono gli stessi ma,quanto meno, ci sirende conto dell’ordi-ne con cui mettere gliingredienti in pento-la! 22.. OORRGGAANNIIZZZZAAZZIIOONNEE..L’organizzazione è al-la base di tutto: ilcuoco sa cosa fare an-cor prima di iniziare edurante la gara di cu-cina organizza al me-glio ggllii ssppaazzii (l’angolodi Sq., non sembrama, ha tutto il neces-

sario), iill tteemmppoo (nonc’è n’è mai abbastanzama bisogna saperlo

sfruttare) e llee ““rriissoorrsseeuummaannee”” (gli squadri-glieri sono fon-damentali: dalfuochista a l -l’aiuto cuoco, ebisogna appro-fittarne corret-tamente).33.. FFAANNTTAASSIIAA..Perché noncercare di rreeiinn--vveennttaarree llee rrii--cceettttee ccllaassssiicchheedel la cuc inaitaliana?! Peressere ancorpiù chiari: la

carne può essere cottaassieme alla verdurama anche assieme allafrutta! 44.. RRIIUUTTIILLIIZZZZOO..Utilizzare in formenuove (e nnoonn bbuuttttaarree)cciiòò cchhee aavvaannzzaa in cuci-na è una cosa essen-ziale. Il ppaannee rraaffffeerrmmooddiivveennttaa uunn ssiimmppaattiiccooaannttiippaassttoo ssee ffaattttoo ““aabbrruusscchheettttaa”” o una par-ticolarità se tagliato atocchetti, salato, to-stato e buttato in unazuppa.

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DI STEFANIA SIMIONATODISEGNI DI ELISABETTA DAMINICome vincere la gara di cucina in... 11 mosse...

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AAvventura 3/2008vventura 3/2008

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per infilzare i cibi sono comode le forcole: evitanoche il cibo si sfili e cada. (Fig 3 e 4).

Se non ne troviamo, possiamo crearle tagliandoun rametto in due e mettendo un pezzo di legnoalla base della biforcazione, per tenerla allargata.Intrecciando le forcole con dei rametti, pos-siamo anche ottenere delle specie di “griglie” sucui posare il cibo. Con due rami biforcuti, po-sti ai due lati della brace, ed un ramo, appoggia-to nel mezzo, possiamo costruire infine un co-modo spiedo su cui infilzare del cibo o al qualepossiamo agganciare i rametti già preparati,tagliandoli lateralmente con il coltellino in mododa creare un “gancio”. (Fig.5)

Oltre a questi strumenti “legnosi” possiamo uti-lizzare la carta alluminio per avvolgere il cibo emetterlo a cuocere sotto la brace, oppure unapietra piatta da usare come comoda “piastra”(ottima per cuocere le uova!).Abbiamo parlato di strumenti, sarà ora il mo-mento di parlare di ricette? (Fig.6)

In realtà di ricette adatte per la cucina trappeurce ne sono tantissime, l’unico confine in questocampo è la fantasia. Moltissimi cibi possono es-sere cotti avvolgendoli nella carta alluminio eponendoli sotto la brace: patate, pesce, uova(bucate per evitare esplosioni!), frutta da cara-mellare perfino! E la stessa cosa vale per gli spie-dini, che potete assortire come volete, o per lepietre da usare come piastra. (Fig.7)

Ricette davvero tipiche della cucina trappeur,quelle che proprio tutti gli Scout conoscono,quelle che se non le hai mai mangiate, probabil-mente non sei stato in Reparto, sono comunquele patate “ripiene” ed il pane a twist. Tagliandoun’estremità della patata e “scavandone” la pol-pa, la si può riempire di qualsiasi cosa: uova osalsiccia o mozzarella, basta poi chiuderla conl’estremità prima tagliata, avvolgerle nella cartaalluminio e cuocerla sotto la brace.Il pane twist è un modo, molto veloce e diver-tente, per ottenere del pane arrotolando un im-pasto di acqua, sale e farina intorno ad uno deinostri legnetti (vedi pagg.9 e 10 dell’inserto).Queste sono solo idee. Perché la cucina trap-peur nasce tra le risate di una serata passata acucinare in Sq., nasce dalla fantasia di Esploratorie Guide di tutto il mondo, dalla fame e dalla vo-glia di stare intorno al fuoco.

FIG. 4

FIG. 5

FIG. 6

FIG. 3

FIG. 7

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1 - Come organizzate i ruoli in cucina? La distribuzione di ruoli e compiti indica capacitàorganizzativa, per guadagnare sia in efficienza che incompetenza (...trapasso nozioni! NdR).C’è chi ha sempre lo stesso cuciniere, il più com-petente, che viene aiutato da chi magari ha inten-zione di prendere la Specialità . Ma c’è anche chi neha due. C‘è chi fa ruotare tutti in cucina e cambia iruoli ad ogni pasto o chi si alterna a seconda delmenù.Tutti comunque rivelano una giusta attenzio-ne affinchè anche i novizi imparino a cucinare.Per la raccolta della legna: c’è ancora chi la fa fa-re ai soli novizi! Per il lavaggio delle stoviglie eper fare provvista d’acqua invece si usano sia i tur-ni che l’improvvisazione. Per il ritiro dei viveri c’èsempre un cambusiere, spesso con un aiutante.2. Qual’è il lato positivo più bello della vostracucina? E quello più negativo? Logicamentenon parliamo di costruzione della cucina ma dieffetti culinari veri e propri.Le idee sui lati positivi non sono uniformi, ma in li-nea di massima è molto considerata la creatività ela capacità di saper manipolare, di propria inizia-tiva, i menù con maggior soddisfazione dei com-

mensali (…a.e. utilizzare gli avanzi per arricchi-re il pasto successivo). Altri apprezzano la dimo-strazione delle capacità tecniche della Squadrigliain cucina e l’atmosfera di collaborazione che si vivementre si cucina, si pulisce, si prepara, si ride, sischerza, ecc.Tra i lati negativi invece c’è il nervosismo che ac-compagna gli inconvenienti: il fuoco non si accen-de, la pentola cade proprio mentre l’acqua inizia abollire e cose del genere!Altri invece temono la cucina trappeur perché icibi risultavano o troppo cotti o troppo crudi!Il brodino serale rappresenta un incubo per altri.Pulire le pentole è scocciante. Infine ci sono i “ras-segnati” che devono mangiare anche quando i ci-bi non sono riusciti per niente bene.3. Nel vostro Reparto c’è l’uso di uno stessomenù quotidiano per tutti o ciascuna Squadri-glia decide in modo autonomo cosa cucinare?– La maggioranza ci racconta che il menù è unicoper tutti. Le Squadriglie però, quasi sempre, sono li-bere di usare i medesimi ingredienti per realizza-re piatti personalizzati.In certi Reparti, invece, ogni Squadriglia decidegiorno per giorno cosa cucinare.

CON LA COLLABORAZIONE DEI CORRISPONDENTI DI AVVENTURA - A CURA DI GIORGIO CUSMAILLUSTRAZIONI DI PIERRE JOUBERT

CHE SUCCEDE NELLE CUCINE DEGLI ALTRI

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Per la seguente indagine hanno collaborato:Valeria Porceddu – Iglesias 6, Daniela Nardella - SanMarco in Lamis 1, Gaia De Carolis – Napoli 5, Riccardo Gori – Follonica 2, Filardo Sara – ReggioCalabria 10, Marta Giovannini Pesaro 2, Oriana Staiti – Messina 3, Alessia Marcantonio e StefaniaPaolilli - Sulmona1, Grammatico Mirko – Empoli 3, Matteo Lelli – Livorno 10, Scoiattoli – Tropea 1.Fornendoci un quadro molto accurato delle loro realtà. Sono stati molto generosi nelle loro rispo-ste che noi abbiamo ridotto ad una stringata sintesi per motivi di spazio.

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4. In caso di menù comune:chi lo decide?Sembra che, in generale, siano iCapi a decidere il menù. So-lo in pochi casi interviene an-che il Consiglio Capi: invecedovrebbe farlo sempre edin tutti i Reparti!5. Quali sono stati i piattipiù fenomenali presentatidalle Squadriglie per la ga-ra di cucina?Riporto pari pari quanto di-chiarato dai corrispondenti:… Primo: pennette alla Car-bonara - Secondo: pollo allaCacciatora - Contorno: insa-lata di pomodori. Dolce: la mi-tica Banana Split! Abbiamo stravinto quella volta!… sicuramente i dolci … il melone con limone,zucchero,panna... la banana flambè …… frutta (pesche,susine,uva,prugne,mele,pere) ca-ramellata e ricoperta con del cioccolato fuso… … le mele caramellate …… Cannelloni fatti con crepes e ricotta, straccettidi carne di maiale con cipolle e miele, fette di limo-ne in pastella dolce…… le tagliatelle con i funghi porcini ed i maltagliatial ragù.6. Usate il forno? Il forno, solitamente, non viene usato. Chi lo usavi cucina pane e pizza! Qualcuno lo realizza soloin caso di qualche Impresa di Sq. (…dovresteusarlo un po’ di più, non è complicato: provate!NdR)7. Come conservate gli alimenti che avete indotazione? Avete un posto fisso per conservar-li?Quasi tutti custodiscono gli alimenti in cambusa,vengono distribuiti alle Squadriglie prima dei pasti.Negli angoli di Sq (in casse, vaschette sigillate, di-spense ventilate appese ai rami, ecc.) si conservanosolo generi “secchi” (… zucchero, sale, olio, pa-tate, cipolle ecc ecc..)8. Cosa succede agli avanzi dei vostri pasti(non si parla delle bucce della frutta che vannobuttate,ma la pasta o le salsicce o altro del ge-nere che rimane nei piatti?)Tutti asseriscono che nel loro Reparto non cisono mai sprechi! Se invece ci sono: le strategieanti-spreco prevedono prima di tutto il dirotta-

mento degli avanzi ad al-tre Squadriglie che han-no ancora fame e poi ilriutilizzo ai pasti succes-sivi. Se questo non basta c’èchi, se può, destina gli avanziper alimentare animali(…i maialetti del vicino con-tadino) ed uccellini del bo-sco. Come ultima soluzionegli avanzi vanno a finire tra irifiuti o nella fossa biolo-gica (… se c’è! NdR).9. Nella vostra cucina siusano i fornelli a gas o ilfuoco a legna? Avete la bu-ca per lo scolo dell’acqua?Diciamo che ci sono regole

antincendio, in tutta Italia, per cui, anche volendo-lo, non è sempre possibile usare il fuoco alegna. A parte queste limitazioni, in quasi tutti iReparti si fa il fuoco a legna. Sembra che i fornellia gas vengano invece usati regolarmente neiReparti Nautici.Non viene molto usata la buca per lo scolodell’acqua (…male!!! NdR).

10. Come trattate i rifiuti?La maggior parte dei Reparti aiuta l’ambiente ef-fettuando la raccolta differenziata. Se, nel luo-go che li ospita, non c’è la raccolta differenziata:tutto in un unico sacco! Qualcuno usa mettere irifiuti organici in una buca. Qualcuno racco-glie anche le immondizie lasciate da altri (bravi!NdR).In un paio di casi non si “differenzia” ma cia-scuna Squadriglia ha un solo sacco per i rifiuti cheviene cambiato quotidianamente.

VISITATE IL NOSTRO SITO, DOVE TROVERETE LA VERSIONE INTEGRALE, CIOÈCOMPLETA, DELL’INDAGINE SOPRA RIPORTATA.

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Q ualche esempio…

Fare la maionese:in angolo di Sq manca lapresa per far funzionarelo sbattitore elettrico!?Esistono in commercio deifrullini manuali, ma una voltasi usavano le forchette, ancheper montare a neve gli albu-mi. I tempi sono mooolto piùlunghi ed è anche più fati-coso, ma volete mettere lasoddisfazione!? (Fig.2)

Fare le lasagne:il problema del forno è impe-gnativo da risolvere, ma se

proprio proprio vogliamo farela pasta all’uovo possiamo di-rottare il risultato verso deimaltagliati o dei ravioloni ri-pieni. E comunque non dob-biamo per nulla escludere lapossibilità che la Squadrigliasi impegni a realizzare unforno da campo! (Fig.3)Per fare i maltagliati la sfogliadi pasta viene tagliata in pezzi ir-regolari e lessata in abbondanteacqua salata, poi si possono con-dire con semplice salsa di pomo-doro, ragù di carne o verdure.

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TESTO DI STEFANIA SIMIONATO DISEGNI DI SARA PALOMBO

PERCHÈ NON FARELE LASAGNE?

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LA CUCINA AL CAMPO

NON DEVE AVERE LIMITI!

La cucina, soprattutto da Campo, nasconde insidie in ogni dove ma… estote parati!! Partendo dal presupposto che tutti possono cucinare, è bene tenere in mente che non tuttopuò essere cucinato da tutti e non tutto può essere preparato in ogni cucina.Vi sono certe ricette molto complesse, e possono risultare difficili per chi non ha molta confidenzacon il settore, e ve ne sono delle altre che necessitano di strumenti che non possono essere facil-mente reperiti o trasportati.Parlando di noi, e della nostra vita di Campo, ci accorgiamo che ci sono molte cose che potrebbe-ro scoraggiare anche i più volenterosi ma considerando i problemi per tempo e con lucidità,potremo farci trovare meno impreparati.Prima di partire, il cuciniere di Squadriglia, facendosi aiutare dai suoi squadriglieri, dovrebbe faremente locale sugli strumenti in dotazione della propria cassa-cucina in relazione al tipo dimenù che viene proposto duranteil Campo Estivo, ma anche in vistadelle ricette che vorrà realizza-re. (Fig.1)Dopo aver verificato gli utensilipresenti e le loro condizioni, do-vrebbe cercare di immaginare ciòche potrebbe servire: e procurarse-lo! Ma non è detto che possiamoportare al Campo tutto ciò di cuipotremmo avere bisogno …e alloracome fare?! Il rischio più grave po-trebbe essere quello di rimanere di-giuni ma, in questo caso è megliopensare a risolvere il problema uti-lizzando anche l’ingegno!

FIG. 1

FIG. 2

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Fare la pasta all’uovo: preparare l’impasto è ab-bastanza semplice ma come lo stendo?! Con ilmatterello, ovvio! Ma se al campo non ce lo abbia-mo o lo abbiamo dimenticato, per evitare di im-provvisarci scultori del legno, potremmo utilizza-re una bottiglia piena e rotonda. (Fig.4)Fare gli gnocchi: per schiacciare le patate serve

lo schiacciapatatema in alternativapuò andar benissimosempre la solitaforchetta.Fare il pane. Il pa-ne è un alimentocompleto e sempliceda mangiare ma an-che da preparare:sfruttando le nostreconoscenze di cuci-na alla trappeurnon ci dobbiamopreoccupare della

cottura, ma se l’angolodi Sq è dotato di forno possiamo anche far scat-tare il giro-pizza: bisogna ricordarsi di mettereil lievito nell’impasto, però!Fare i dolci. Talvolta, il nostro corpo sente il bi-sogno di mangiare qualcosa di dolce: come pos-siamo saziare la nostra voglia di “qualcosa dipiù”?! Senza forno, la nostra classica torta sa-rebbe impensabile, ma i dolci possono ancheessere qualcosa di diverso dall’intramontabile

budino: prima di partire si possono trovare ri-cette di simpatici dolcetti da fare fritti.Fare le frittate. A rompere le uova siam bravitutti, ma a farle diventare una vera frittata ci vuo-le maestria: si deve preparare la giusta miscela diingredienti, bisogna lasciarla cuocere al puntogiusto prima da un lato e poi dall’altro: il momen-to del “rovesciamento” è impegnativo e, seabbiamo dimenticato la padella doppia, possia-mo aiutarci conun coperchio (seè di metallo può

surriscaldarsi, at-tenzione!) o conun piatto. (Fig.5)In cucina possiamoimbatterci in moltialtri problemi mac’è, di sicuro, sem-pre una soluzio-ne:- è finito il sale fi-no e dobbiamocondire l’insalatina:prendiamo il sale grosso, lo chiudiamo in un tova-gliolino e con un martello, o qualcosa di simile e lorompiamo. Il sale non è l’unico elemento per insa-porire le pietanze: ci sono un sacco di spezie tra cuiscegliere le più indicate al caso nostro.- il fuochista ha utilizzato il forchettone dilegno per alimentare la fiamma?! E noi lo so-

stituiamo con unanormale forchettaa cui legheremouna prolunga op-pure, i più creativilo potranno rim-piazzare con unpezzo di legno in-tagliato. (Fig.6).

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FIG. 3

FIG. 4

FIG. 6

FIG. 5

Non per mettere paura, ma ricordiamoci: se qualcosa può andar male, lo farà! Per cui qualsiasicosa ci possiamo trovare a fare, l’importante è non lasciarsi sopraffare dalla circostanza che si pre-senta ostile, mantenere la calma e cercare di ragionare sulla soluzione da trovare. Poi, ri-cordiamo che non dobbiamo dubitare delle nostre capacità e della nostra bravura: se sia-mo cucinieri potrebbe dipendere dal fatto che nessun altro lo vuol fare, ma anche dal fatto che ab-biamo una marcia in più tra i fornelli e che, in fondo, ci piace un sacco sbizzarrirci armati di grembiu-le e tagliere!

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I nnanzitutto conosciamo meglio il fuoco, essoè il frutto di diversi fattori combinati assieme,

la legna, quello che noi usiamo prevalentementeper accenderlo, raramente brucia da sola, ha biso-gno di una fiamma che venga ad essa avvicinataquanto basta per farla incendiare.

Quindi la legna brucia se viene attaccata da unafiamma, altra componente essenziale è che siapresente dell’ossigeno: senza ossigeno nessunfuoco può resistere per molto tempo, tenete be-ne presenti questi fattori, poi scoprirete che sonoessenziali per la riuscita di un buon fuoco.I fuochi che noi accendiamo sostanzialmente so-no di due tipi: per cucinare e per il cerchio del-la sera.Essi hanno caratteristiche assolutamente differen-ti. È essenziale che per ogni fuoco si utilizzi la le-gna adatta che, in ogni caso, deve essere ben sec-ca, non che la legna bagnata non bruci, ma fa più

fatica ed emette fumo, e vapore, piuttosto fasti-diosi.Ogni albero produce legna con caratteristiche di-verse: esiste quella con maggiore potere calorico,che andrà bene per cucinare, e quella che inveceillumina di più, da usare per il fuoco di bivacco inmodo che i presenti vedano le scenette ed i giochi.Di solito i legni più duri quali quercia, frassino, ol-mo, faggio sono buoni per la cucina e per il riscal-damento, poiché hanno un alto potere calorico ebruciano lentamente.I legni teneri come il pioppo hanno un potere ca-lorico medio e combustione rapida. Vanno beneper il fuoco della sera e nella fase di accensione.Aquesti si aggiungono i legni resinosi che bruciano

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TESTO DI ENRICO ROCCHETTI DISEGNI DI ANNA DEMURTAS

FUOCO…CHE MERAVIGLIA!

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Chi non si è mai soffermato ad ammirare le lingue di mille coloriche un fuoco rilascia nell’aria? Poche persone immagino! Il fuoco da sempre ha rapito l’attenzione di chi vi era vicino.Pensate a quel povero uomo delle caverne che per primo si ritro-vò di fronte a questo spettacolo, chissà che spavento.Ormai il fuoco fa parte, nel bene e nel male, della vita degli uomi-ni, ancora oggi è frequente la notizia di incendi di boschi di case, espesso in questi disastri si perdono vite umane.Splendido fuoco, ma così pericoloso.È per questo che noi Scouts dobbiamo prepararci al meglio pergestire questa risorsa della natura senza che provochi danni a noie a ciò che ci sta intorno.

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più velocemente e che possono essere usati perle stesse ragioni.Questi ultimi sono facilmente riconoscibili, per i pri-mi due invece basta fare una piccola prova, battete ilpezzo di legno con un corpo contundente, se senti-te un “toc” secco il legno è duro, se il rumore è me-no marcato si tratta di un legno più tenero.Raccolta legna a sufficienza per il nostro fuoco,possiamo procedere con l’accensione. Questa èla fase più delicata e non tutti sanno lavorare inmodo corretto. Vediamo di seguito tutte le fasiperché si riesca ad accendere un buon fuoco.

- rametti di piccolo diametro posti a piramidesopra all’esca

- sovrapporre rametti solo un po’ più grossi- accendere, attendere una bella fiamma- aggiungere, con calma, rami di diametro mag-

giore

Innanzitutto non è necessario mettere chili dicarta, un foglietto ben appallottolato può bastare.È importante invece disporre, su di esso, a forma-re una piccola capanna, della legna molto fine, miriferisco a rametti grossi poco più di uno stuzzi-cadenti, abbondate pure, non fa male.A questa aggiungete già dei rametti un po’ piùgrossi, pensate alla misura degli spiedini. Anchequesti vanno messi con ordine sopra i precedenti.Preparate dei legnetti un po’ più grossi vicini epronti per essere aggiunti all’opera.Con un fiammifero, date fuoco alla carta e aspet-tate che le fiamme prendano bene sul primo stra-to, Quando stanno per attaccare i secondi rami,cominciate ad aggiungere la legna più grossettache avete preparato, con calma, non abbiate fret-ta e non esagerate perché rischiate, caricandotroppo il fuoco, di togliere l’ossigeno necessarioalla combustione, ricordate?Se c’è la fiamma, non soffiate sul fuoco perchè ri-schiate di spegnere tutto, per soffiare aspettateche si sia accesa la legna più grossa, se questo nonaccade vi conviene rifare tutto daccapo: non è unproblema! Quando soffiate sul fuoco dovete farlo sempre dauna posizione bassa, posate quasi la guancia al ter-reno e non vi mettete sopra. Il soffio sia delicato,

non violento: otterreste solo di spargere favillesui pile di quelli che vi stanno attorno.Il fuoco non si accende così, dove capita, si devepreparare una sede adatta. Per i fuochi a terra sidovrà tenere conto di ciò che sta attorno, fogliesecche, rametti, erba secca sono facilmente attac-

cabili dalle fiamme, se questo materiale prendessefuoco rischieremmo di trasformare una bellagiornata in un inferno. Quindi rimuoviamo ciòche è pericoloso o scegliamo un posto dove nonesistano pericoli.È bene che il fuoco sia limitato con delle pietre,sistemate a formare un cerchio, in modo da con-tenere le fiamme. In condizioni di pericolo tenetevicina della sabbia o una coperta: servono a “sof-focare” le fiamme.Per cucinare invece usate dei fuochi rialzati.Se dovete usare delle pentole, per comodità viconviene costruire una cucina, sia essa di pali chedi sassi, per sollevare il fuoco dal terreno ancheper evitare che il vostro cuoco stia chino sulle pa-delle per tutto il tempo.Molti Reparti usano dei bidoni tagliati in un certomodo, comodi sì, ma scomodi da trasportare, duetondini di ferro su cui poggiare le pentole “alari”trovano facilmente posto nella sacca di Squadriglia.

Bene mi pare di aver detto tutto, ma sicuramentetanto altro c’è da sapere sul fuoco. Il modo mi-gliore per scoprirlo sarà sperimentare, quindi…alegna e via.

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DI ISABELLA SAMÀDISEGNI DI PIERRE JOUBERT

POSTI D’AZIONE IN CUCINA

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Appena prima del Campo Estivo (ero Capo Squadriglia), mi domandai se mancasse qualcosa nellapreparazione. Fu allora che mi venne in mente la tabella dei Posti d’Azione. Mai e poi mai avreipermesso delle ingiuste distribuzioni dei compiti: non ci sarebbe stata novizia che avrebbe avuto

piatti da lavare tutti i giorni o grandi della Squadriglia che avrebbe-ro fatto coppia fissa. Per impedire le ingiustizie, favorire la cono-scenza reciproca e il trapasso nozioni, ideai una tabella: misi inverticale i posti d’azione; in orizzontale, i giorni del campo e al loro in-terno la suddivisione tra pranzo e cena; nelle caselle, infine, le coppieopportunamente mischiate e suddivise.Ma facciamo un passo indietro. Quali sono i posti d’azione in cucina? Videscriverò quelli che annunciai a quel Campo Estivo…

AAcqua (in real-tà, addetta al

rifornimento): fa inmodo che nonmanchi mai l’acquané in cucina né nel-l’angolo. L’acqua in-fatti è preziosa perlavarsi, bere, puli-re e cuocere il ci-bo; perciò deve es-

sere sempre disponibile. Per evitare sforzi inutili,la tanica si porta, in due, infilando l’alpenstock nelmanico.Legna (leggasi come sopra): dopo l’acqua, un al-tro elemento che non deve mai mancare in cu-cina è la legna. Non basta farla in prossimità deipasti; occorre averne una provvista, per poter co-minciare la cottura dei cibi in tempo edinoltre bisogna tenerla all’asciutto, per queicasi di pioggia che capitano sempre al campo. Farelegna è un po’ come avventurarsi in caccia ed èimportante che tutte le squadrigliere si adoperinoin questo servizio per imparare a scegliere la le-gna giusta per l’accensione e il mantenimento delfuoco.Cuciniere: la cuciniera trasforma le fatiche altrui(acqua, legna) in gioia di tutti (pranzetti succulen-ti). Siccome bisogna imparare e anche ai migliorichef i piatti possono venire storti, è essenzialeche in Squadriglia ci si incoraggi a vicenda e si siapronti a buttar giù i peggior bocconi, pur di nonmortificare chi si è impegnato tanto. La cucinieracomincia il suo lavoro ritirando il cibo dallacambusa, decide il menù, prosegue con lapreparazione dei piatti e la loro cottura (si

occupa quindi anche del fuoco). È importante chela cuciniera abbia il senso di chi si affaccerà dopodi lei, ossia la lavapiatti. Perciò si preoccuperà diinsaponare esternamente le pentole che andran-no sul fuoco, in maniera tale che il nero se ne an-drà in pochi secondi con il lavaggio; si preoccupe-rà di gettare dell’acqua calda nelle pentole, per fa-cilitare la rimozione delle incrostazioni; penseràad usare un numero giusto e non eccessivo dipentole, per non sovraccaricare la povera lava-piatti.Lavapiatti: il mestiere più ingrato, ma fonda-mentale, anche igienicamente. Senza stoviglie eposate, infatti, non c’è possibilità di cucinare né dimangiare; in più le stoviglie sporche sono un ri-cettacolo per i batteri. Se vi trovate con il mal dipancia o peggio, ciò può essere dovuto alla tra-scuratezza in questa fase. Purtroppo in giro c’è lacattiva abitudine di affidare costantemente questoposto d’azione ai più piccoli, perché non li siritiene in grado di fare nient’altro e per-ché in questo modo si stabilisce unasorta di dominio e sudditanza. Nonposso nascondervi che una cosadel genere è profondamentevergognosa e un/a CapoSquadriglia, che sia ve-ramente tale nonpuò assolutamen-te permetterla.

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AAvventura 3/2008vventura 3/2008

Provare, provare, provare ed ancora provare…il trucco per diventare davvero abili ai fornelli èmettersi alla prova più volte, senza lasciarsi intimorire dai risultati negativi: spesso anche glierrori ci insegnano qualcosa e, per esperienza personale, anche le brutte figure insegnanomolto. Quindi, gradualmente e con pazienza, in cucina si può diventare grandi. E possiamo iniziarea provare con questa semplice ricetta. Gli gnocchi di patate hanno una ricetta semplice ma digrande effetto, soprattutto se giochiamo sul condimento.

Partiamo dagli ingredienti: in media, per 4/5 persone, servono 1 kg di patate (bianche, non giallema bianche, che sono più asciutte e farinose!), 200 gr di farina, 1 uovo ed un pizzico di sale.Lessiamo le patate, le sbucciamo ed ancora calde le passiamo nello schiacciapatate o, con un po’ dipazienza, le schiacciamo con una forchetta. In una terrina lavoriamo il preparato, che abbiamo ot-tenuto, assieme all’uovo, alla farina e al sale fino a renderlo omogeneo, elastico e morbido ma conun’attenzione: gli gnocchi, se ci sono troppe patate, durante la cottura si squaglieranno o, se c’ètroppa farina, saranno durissimi. Comunque,quando l’impasto è pronto prepariamo deirotoli dello spessore di un dito (magari nondel mignolo!) facendo scorrere una palla diimpasto sotto le mani e li tagliamo a pezzetti,di un paio di centimetri, che disponiamo su unpiatto infarinato. (Fig.1)Per cuocerli basta lessarli in abbondante ac-qua salata: gli gnocchi sono cotti quando sal-gono a galla ed in quel momento li ritiriamocon una paletta bucata, li facciamo sgocciola-re e li mettiamo in un piatto da portata, pronti per essere conditi a nostro piacimento.I condimenti per gli gnocchi possono essere i più vari: burro e salvia con una spolverata di parmigianograttugiato o della ricotta salata o affumicata; ragù; semplice salsa di pomodoro; pesto alla genovese.

Forse non tutti sanno che gli gnocchi di patate possono anche essere ripieni: mozzarella epomodoro; gorgonzola; radicchio... La ricetta dell’impasto è quella appena letta con una piccola va-riante: dopo aver preparato l’impasto se ne prende un po’ in mano e gli si dà la forma di una pic-cola conchiglia sulla quale si posano gli ingredienti scelti, poi si chiude con un altro po’ di impastocercando di farlo aderire perfettamente a quello sottostante. Il metodo di cottura è sempre quel-lo: lessati in abbondante acqua salata, solo il condimento sarà diverso e dipenderà dal ripieno scel-to...più saporito è il ripieno, più leggero dovrà essere il condimento.

Dopo un discreto numero di tentativi si può provare anche a fare gli gnocchi di zucca: si prepa-rano in modo molto simile...basta solo sostituire le patate con della zucca lessata e pressata!

Liberamente tratto da “Cucina di Squadriglia” di Stefania Simionato, ed. Nuova Fiordaliso

TESTO DI STEFANIA SIMIONATO DISEGNI DI SARA PALOMBO

MANI ABILI ANCHE INCUCINA

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UNA “SIGNORA”CUCINA

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TESTO E DISEGNO DI PAOLO VANZINI

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PROGETTO DI FRANCESCO VENDRAMIN E FILIPPO CANOVATESTI, FOTO E DISEGNI DI ISACCO SACCOMAN

SCALDA ACQUA SOLAREDI SQUADRIGLIA

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Siete stanchi di aspettare 2 ore e di sprecare legna per scaldare l’acqua gelida del torrente per la pa-sta? Vi piacerebbe lavarvi al campo alla sera denti e viso con acqua calda senza che i capi obbiettino esenza spendere una cifra astronomica?Questa è la soluzione ideale per voi scout del XXIII secolo!!! È lo scalda acqua solare da campo!

8 tubi di plastica rigida (Fig.3)7 giunture a “U” (Fig.4)Attenzione!La giunture a “U” non esistono in commercio o sono molto difficili da trovare.Bisognerebbe andare dall’idraulico amico (che ogni gruppo ovviamente possiede!) e farsi saldare a cal-do delle giunture a gomito.

FIG. 1 FIG. 2

FIG. 3 FIG. 4

Realizzarlo è semplice, occorre: un bidone tipo della spazzatura con coperchio (Figg.1 e 2)

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2 tubi di gomma (tipo canna dell’acqua) (Fig.5) 2 portagomma con controdado (Fig.6)

FIG. 6

FIG. 7 FIG. 8

FIG. 9

FIG. 10

FIG. 5

1° PUNTO:forare in 2 punti il bidone e applicare i portagom-ma (Fig.7) fissandoli, all'interno, con il controdado

2° PUNTO:montare a serpentina i tubi di plastica nera con legiunture a “U” (Fig.8)

3° PUNTO:unire la serpentina al bidone tramite i tubi digomma ai portagomme e ai tubi di plastica(Fig.9) e il gioco è fatto!

Basterà riempire d’acqua il bidone, chiuderlobene e porlo al sole. Si creerà all’interno delbidone (come spiega il disegno) una correnterotatoria. È il principio del termosifone: l’ac-qua calda sale (perchè più leggera) e l’acquafredda scende. (Fig.10)Le temperature che si possono raggiungerein estate sono di circa 40°-45°, temperaturedecisamente più semplici e veloci da portaread ebollizione!

e seguire le istruzioni di montaggio e funzionamento!

SCOUT - Anno XXXIV - n. 9 - 24 aprile 2008 - Settimanale - Poste italiane s.p.a. - Spedizione periodico in abbonamento postale L. 46/04 art. 1 comma 2, DCB BOLOGNA - euro 0,51- Edito dallÕAgesci - Direzione e pubblicit� Piazza Pasquale Paoli 18 - 00186 Roma - Direttore responsabile: Sergio Gatti - registrato il 27 febbraio 1975 con il numero 15811 presso il Tri-bunale di Roma - Stampa: Omnimedia,Via Lucrezia Romana, 58 - Ciampino (Roma) - tiratura di questo numero copie 62.000 - Finito di stampare nellÕaprile 2008

La rivista � stampata su carta riciclataAssociato all'Unio-ne Stampa Periodi-ca Italiana