Ave, o grembo del cielo. Inni e preghiere alla Vergine del primo millennio cristiano - Estratto
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Transcript of Ave, o grembo del cielo. Inni e preghiere alla Vergine del primo millennio cristiano - Estratto
© 2015 Edizioni San Paolo s.r.l.Piazza Soncino, 5 - 20092 Cinisello Balsamo (Milano)www.edizionisanpaolo.itDistribuzione: Diffusione San Paolo s.r.l.Piazza Soncino, 5 - 20092 Cinisello Balsamo (Milano)
© 2015 Periodici San Paolo s.r.l.Via Giotto, 36 - 20145 Milanowww.credere.it
Allegato a Credere di questa settimanaDirettore responsabile: Antonio RizzoloSettimanale registrato presso il Tribunale di Alba il 23/10/2012, n. 4/12
Progetto grafico: Ink Graphics Communication, Milano
Tutti i diritti riservati.
Nessuna parte di questo volume potrà essere pubblicata, riprodotta,archiviata su supporto elettronico, né trasmessa con alcuna formao alcun mezzo meccanico o elettronico, né fotocopiata o registrata,o in altro modo divulgata, senza il permesso scritto della casa editrice.
ISBN 978-88-215-9565-3
Collana “Biblioteca mariana”progetto editoriale a cura di Giuseppe Mazza
Traduzione dei testidi Giuseppe Mazza
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INVITO ALLA LETTURA
Questo volume raccoglie alcune delle stupende pa-
gine che i Padri della Chiesa offrirono alle comunità del
loro tempo per celebrare e magnificare il nome della
santa Vergine. Sono scritti densi di afflato spirituale, di
stupore e di commossi sentimenti di gratitudine verso
quella donna in cui il cristianesimo del primo millennio
ha subito riconosciuto un pegno della salvezza offerta
al mondo dal Figlio di Dio.
I temi sono quelli cari all’innografia classica. Di Maria si
canta con meraviglia il suo essere ricettacolo dell’Incon-
tenibile – «tu hai contenuto nel tuo grembo colui che
i cieli non poterono contenere!» –, se ne commemora
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con lieta devozione la perenne verginità, se ne impetra
l’intercessione nel continuo rincorrersi dei vocativi, ac-
corati e gravidi di sentimento.
La Vergine è certamente soggetta al Figlio e resta pur
sempre una creatura dinanzi alla maestà di Dio. Il cantore,
tuttavia, sembra compiacersi del paradosso che la vede
madre e figlia del Creatore – «figlia del tuo Figlio», dirà
Dante. Il ricorso all’iperbole, al paragone ardito, è conti-
nuo, e la giovinetta di Nazaret rifulge su uno sfondo di
contrasti: umile e alta, pudica e audace, vergine e madre.
Se quest’ultima contrapposizione potrà lasciare indiffe-
renti molti dei nostri contemporanei (soprattutto per via
della diminuita importanza riconosciuta all’ideale della
verginità), l’abisso che dischiude al pensiero il mistero
del Verbo fatto carne in una donna è e resta vertiginoso.
«Madre di Dio» la chiamerà il concilio di Efeso nel 431,
e l’espressione – essa stessa ardita, quasi sfacciata nella
sua sconvolgente paradossalità – non ha smesso di far
parlare neanche dopo molti secoli, in diretta continuità
con lo stupito ardire dei testi che qui riproduciamo.
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AVE, O GREMBO DEL CIELO
Essi provengono per buona parte dai libri liturgici della
chiesa bizantina e costituiscono una testimonianza lu-
minosa della preghiera della Chiesa ancora indivisa. In
molti casi si tratta di inni, appartenenti a generi che la
cultura occidentale fatica oggi a riconoscere.
Alcuni di essi sono tropari, strofe isolate di varia lun-
ghezza, composte da brevi acclamazioni e approfondi-
menti dottrinali. Nel tempo alcuni di essi sono andati
distinguendosi in base alla posizione occupata nei testi
dell’ufficiatura: gli sticherà, ad esempio, si inseriscono
tra i versetti (stíchoi) dei Salmi. Nel testo, alcuni saran-
no indicati come idiomela, cioè aventi melodia propria.
Theotokion è infine il nome riservato specificamente ai
tropari mariani.
I megalinaria sono composizioni formate da piccole
strofe, e traggono il nome dalla loro destinazione d’uso:
quella di essere cantati tra i versetti del Magnificat, da
cui sono ispirati. Sono testi di origine popolare, proba-
bilmente utilizzati durante le processioni.
Al cuore della nostra raccolta figura il celeberrimo inno
AVE, O GREMBO DEL CIELO
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Akathistos, appartenente al genere del kondakion, com-
prendente uno o più proemi e un certo numero di strofe
(o “stanze”) legate da un ritornello. Il nome dell’inno si-
gnifica “non seduti”, in riferimento all’obbligo di cantarlo
o recitarlo stando in piedi, come si ascolta il Vangelo, in
segno di reverente ossequio alla Vergine. L’Akathistos, il
cui autore è ignoto, risale al secolo V e resta il modello di
innumerevoli composizioni innografiche di ieri e di oggi.
Ai suoi tre proemi seguono ventiquattro stanze, tante
quante sono le lettere dell’alfabeto greco, con le quali
inizia progressivamente ciascuna strofa. Nella struttura
generale sono riconoscibili due parti, emblematiche di
un doppio piano: quello della storia e quello della fede,
quello di Cristo e quello della Chiesa. Al centro rifulge la
figura di Maria, cantata e salutata come personificazione
della Chiesa, vergine e sposa dell’Agnello senza macchia.
All’Akathistos, con un balzo che ci conduce agli inizi
del IX secolo, facciamo seguire un testo di Teodoro Stu-
dita, dalle suggestive reminiscenze bibliche. È tratto dallo
scritto omiletico Sulla natività di Maria ed è qui proposto
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AVE, O GREMBO DEL CIELO
per la sua forte valenza evocativa, prossima a quella degli
inni propriamente intesi.
Dello stesso autore viene anche riprodotto il bel ca-
none paracletico le cui strofe articolano un dialogo tra
il peccatore, Cristo e sua Madre. Seguono altri canoni,
che la tradizione ha attribuito a Giuseppe Studita, Teo-
fane Grapto, Teostericto, Metrofane di Smirne, Simeone
Metafraste. Un canone paracletico è una composizione
liturgica volta a impetrare grazie di guarigione o di sol-
lievo per il corpo o per l’anima. È costituito da nove “odi”,
anche se la seconda, come nei testi qui raccolti, viene
spesso omessa.
Chiudono la nostra raccolta due stupende preghiere a
Maria, una delle quali ci conduce alle soglie del secondo
millennio cristiano: come il lettore potrà intuire, sono
capolavori di una spiritualità senza tempo.
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TROPARI E MEGALINARIA
In te, o Madre di Dio, ripongo la mia indefettibile
speranza d’essere salvato: con il tuo patrocinio, o
Purissima, non avrò di che temere. Incalzerò i miei
nemici e li metterò in fuga, mio scudo sarà la tua
protezione e null’altro. A te grido, implorando l’on-
nipotente tuo ausilio: «O mia Signora, salvami per la
tua intercessione e concedimi di ridestarmi dal sonno
di morte e di poterti glorificare, per la potenza del
Figlio di Dio che in te ha preso carne».
Grande è il numero delle mie mancanze, o Madre di
Dio: presso di te mi rifugio, Vergine casta, implo-
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rando la salvezza. Fa’ visita alla mia anima inferma
e supplica tu, benedetta, il Figlio tuo e Dio nostro di
concedermi il perdono dei peccati.
O Santissima Madre di Dio, non mi abbandonare
nel tempo della mia vita mortale e non lasciare che
a sorreggermi sia un ausilio umano: tu stessa prenditi
cura di me ed abbi di me pietà.
Dando al mondo Colui che dà la vita, o Vergine, tu
hai liberato Adamo dal peccato e ad Eva hai concesso
gioia in vece della tristezza. Colui che, Dio e uomo
insieme, da te ha preso carne faccia scorrere su di lei
le fonti zampillanti della vita.
Salve, o Pia, che hai generato Dio nella carne per la
salvezza di tutti gli uomini. Per tuo tramite il genere
umano ha trovato salvezza: fa’ che per tuo mezzo
possiamo ottenere il paradiso, o pura e benedetta
Madre di Dio!
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AVE, O GREMBO DEL CIELO
Ti preghiamo, o muro inattaccabile e roccaforte della
nostra salvezza, Vergine Madre di Dio: disperdi i
nostri nemici nei loro pensieri, muta il dolore del
tuo popolo in gaudio, attira a te i tuoi, fortifica chi
è a te devoto, intercedi per la pace nel mondo. Tu, o
Vergine Deipara, sei la nostra speranza.
Fra tutte le genti ti proclamiamo beata, o Vergine
Madre di Dio: in te Colui che non poteva essere
contenuto, Cristo nostro Dio, si è degnato di farsi
contenere. Beati noi, che abbiamo te come avvocata!
Tu infatti intercedi giorno e notte per noi e lo scettro
del potere si mantiene saldo per le tue preghiere. A
te inneggiamo, gridando: «Ave, o Piena di grazia, il
Signore è con te!».
Come chiamarti, o Piena di grazia? Cielo: poiché da
te è sorto il Sole di giustizia; Paradiso, poiché in te
è sbocciato il fiore dell’immortalità; Vergine, poiché
sei rimasta inviolata; Madre pura, poiché hai portato
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in braccio un Figlio, che è Dio di tutti gli uomini.
Pregalo di salvare le nostre anime!
Lodiamo senza fine, con il cuore e con le labbra, la
gloriosissima Madre di Dio, più santa dei santi angeli
del cielo: proclamiamola Madre di Dio, perché ha
generato il Dio incarnato e intercede senza sosta per
le anime nostre.
O Madre di Dio, vera Vite che germogliò per noi il
frutto della vita, ti supplichiamo: intercedi, o Sovra-
na, con gli apostoli e tutti i santi, perché le nostre
anime possano trovare misericordia.
Speranza, baluardo, rifugio dei cristiani, roccaforte
inattaccabile, tu sei porto sicuro per i naufraghi, o
Madre purissima di Dio. Tu che salvi il mondo per
la tua infaticabile intercessione ricordati di noi, o
Vergine degna di ogni lode.
Tu sei baluardo inespugnabile per noi cristiani, o
Vergine Madre di Dio; sotto la tua protezione, siamo
invulnerabili, e se cadiamo ancora nel peccato, in
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AVE, O GREMBO DEL CIELO
te troviamo un’avvocata. Perciò, riconoscenti, a te
gridiamo: «Ave, piena di grazia, il Signore è con te!».
Molti sono i nostri peccati, o Vergine Madre di Dio, e
nulla è la fiducia di essere ascoltati: supplica tu Colui
che da te è nato, poiché molto può la preghiera di una
madre che voglia ottenere la benevolenza del Mae-
stro. Non disprezzare le suppliche di noi peccatori,
o Venerata. È infatti misericordioso e può salvarci
Colui che ha accettato di soffrire per noi nella carne.
Glorificata più di tutti sei tu, o Vergine Deipara! Can-
tiamo la nostra lode a te: per la croce del tuo Figlio
l’inferno è stato sconfitto e la morte umiliata; noi, un
tempo morti, siamo stati risuscitati e, divenuti degni
della vita, abbiamo ottenuto il paradiso, nostro ambi-
to premio. Per questo, grati, glorifichiamo Cristo no-
stro vero Dio, il solo Onnipotente e misericordioso.
O Signore, per l’intercessione di tutti i santi e della
Madre di Dio, concedici la tua pace e abbi pietà di
noi, tu che sei il solo misericordioso.
AVE, O GREMBO DEL CIELO
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Dischiudi per noi le soglie della misericordia, o be-
nedetta Madre di Dio. Fa’ che sperando in te non
restiamo delusi, ma siamo anzi liberati, per mezzo
tuo, dalle avversità: tu sei infatti la salvezza del po-
polo cristiano.
O Madre di Dio, sorgente di misericordia, rendici
degni della tua compassione: volgiti verso questo
popolo peccatore e mostraci, come sempre, la tua
potenza. Confidiamo in te, e a te innalziamo il no-
stro Ave, come fece Gabriele, principe degli esseri
spirituali.
Protettrice invincibile dei credenti, Mediatrice inde-
fettibile presso il Creatore, non disprezzare le sup-
pliche accorate di noi peccatori, ma accorri, o Madre
buona, in nostro aiuto. Con fede ti imploriamo: «Sii
sollecita nell’intercessione e rapida nell’offrirci la
salvezza, tu, Madre di Dio, che sempre custodisci
coloro che ti venerano».
INDICE
Invito alla lettura pag. 5
AVE, O GREMBO DEL CIELO
TROPARI E MEGALINARIA » 13
INNO AKATHISTOS » 45
LODI BIBLICHE ALLA VERGINE » 63
CANONI » 79
PREGHIERE ALLA SANTISSIMA MADRE DI DIO » 123
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