Ave, o grembo del cielo. Inni e preghiere alla Vergine del primo millennio cristiano - Estratto

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Un volume che raccoglie alcune delle più belle pagine che i Padri della Chiesa offrirono alle comunità del loro tempo per celebrare e magnificare il nome della santa Vergine. Gli inni provengono per buona parte dai libri liturgici della chiesa bizantina e costituiscono una testimonianza luminosa della preghiera della Chiesa ancora indivisa. In molti casi si tratta di inni appartenenti a generi che la cultura occidentale fatica oggi a riconoscere. Chiudono la nostra raccolta due stupende preghiere a Maria, una delle quali ci conduce alle soglie del secondo millennio cristiano: come il lettore potrà intuire, sono capolavori di una spiritualità senza tempo.

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AVE, O GREMBO DEL CIELO

Inni e preghiere alla Verginedel primo millennio cristiano

AVE, O GREMBO DEL CIELO

Inni e preghiere alla Verginedel primo millennio cristiano

© 2015 Edizioni San Paolo s.r.l.Piazza Soncino, 5 - 20092 Cinisello Balsamo (Milano)www.edizionisanpaolo.itDistribuzione: Diffusione San Paolo s.r.l.Piazza Soncino, 5 - 20092 Cinisello Balsamo (Milano)

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Allegato a Credere di questa settimanaDirettore responsabile: Antonio RizzoloSettimanale registrato presso il Tribunale di Alba il 23/10/2012, n. 4/12

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ISBN 978-88-215-9565-3

Collana “Biblioteca mariana”progetto editoriale a cura di Giuseppe Mazza

Traduzione dei testidi Giuseppe Mazza

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INVITO ALLA LETTURA

Questo volume raccoglie alcune delle stupende pa-

gine che i Padri della Chiesa offrirono alle comunità del

loro tempo per celebrare e magnificare il nome della

santa Vergine. Sono scritti densi di afflato spirituale, di

stupore e di commossi sentimenti di gratitudine verso

quella donna in cui il cristianesimo del primo millennio

ha subito riconosciuto un pegno della salvezza offerta

al mondo dal Figlio di Dio.

I temi sono quelli cari all’innografia classica. Di Maria si

canta con meraviglia il suo essere ricettacolo dell’Incon-

tenibile – «tu hai contenuto nel tuo grembo colui che

i cieli non poterono contenere!» –, se ne commemora

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con lieta devozione la perenne verginità, se ne impetra

l’intercessione nel continuo rincorrersi dei vocativi, ac-

corati e gravidi di sentimento.

La Vergine è certamente soggetta al Figlio e resta pur

sempre una creatura dinanzi alla maestà di Dio. Il cantore,

tuttavia, sembra compiacersi del paradosso che la vede

madre e figlia del Creatore – «figlia del tuo Figlio», dirà

Dante. Il ricorso all’iperbole, al paragone ardito, è conti-

nuo, e la giovinetta di Nazaret rifulge su uno sfondo di

contrasti: umile e alta, pudica e audace, vergine e madre.

Se quest’ultima contrapposizione potrà lasciare indiffe-

renti molti dei nostri contemporanei (soprattutto per via

della diminuita importanza riconosciuta all’ideale della

verginità), l’abisso che dischiude al pensiero il mistero

del Verbo fatto carne in una donna è e resta vertiginoso.

«Madre di Dio» la chiamerà il concilio di Efeso nel 431,

e l’espressione – essa stessa ardita, quasi sfacciata nella

sua sconvolgente paradossalità – non ha smesso di far

parlare neanche dopo molti secoli, in diretta continuità

con lo stupito ardire dei testi che qui riproduciamo.

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AVE, O GREMBO DEL CIELO

Essi provengono per buona parte dai libri liturgici della

chiesa bizantina e costituiscono una testimonianza lu-

minosa della preghiera della Chiesa ancora indivisa. In

molti casi si tratta di inni, appartenenti a generi che la

cultura occidentale fatica oggi a riconoscere.

Alcuni di essi sono tropari, strofe isolate di varia lun-

ghezza, composte da brevi acclamazioni e approfondi-

menti dottrinali. Nel tempo alcuni di essi sono andati

distinguendosi in base alla posizione occupata nei testi

dell’ufficiatura: gli sticherà, ad esempio, si inseriscono

tra i versetti (stíchoi) dei Salmi. Nel testo, alcuni saran-

no indicati come idiomela, cioè aventi melodia propria.

Theotokion è infine il nome riservato specificamente ai

tropari mariani.

I megalinaria sono composizioni formate da piccole

strofe, e traggono il nome dalla loro destinazione d’uso:

quella di essere cantati tra i versetti del Magnificat, da

cui sono ispirati. Sono testi di origine popolare, proba-

bilmente utilizzati durante le processioni.

Al cuore della nostra raccolta figura il celeberrimo inno

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Akathistos, appartenente al genere del kondakion, com-

prendente uno o più proemi e un certo numero di strofe

(o “stanze”) legate da un ritornello. Il nome dell’inno si-

gnifica “non seduti”, in riferimento all’obbligo di cantarlo

o recitarlo stando in piedi, come si ascolta il Vangelo, in

segno di reverente ossequio alla Vergine. L’Akathistos, il

cui autore è ignoto, risale al secolo V e resta il modello di

innumerevoli composizioni innografiche di ieri e di oggi.

Ai suoi tre proemi seguono ventiquattro stanze, tante

quante sono le lettere dell’alfabeto greco, con le quali

inizia progressivamente ciascuna strofa. Nella struttura

generale sono riconoscibili due parti, emblematiche di

un doppio piano: quello della storia e quello della fede,

quello di Cristo e quello della Chiesa. Al centro rifulge la

figura di Maria, cantata e salutata come personificazione

della Chiesa, vergine e sposa dell’Agnello senza macchia.

All’Akathistos, con un balzo che ci conduce agli inizi

del IX secolo, facciamo seguire un testo di Teodoro Stu-

dita, dalle suggestive reminiscenze bibliche. È tratto dallo

scritto omiletico Sulla natività di Maria ed è qui proposto

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per la sua forte valenza evocativa, prossima a quella degli

inni propriamente intesi.

Dello stesso autore viene anche riprodotto il bel ca-

none paracletico le cui strofe articolano un dialogo tra

il peccatore, Cristo e sua Madre. Seguono altri canoni,

che la tradizione ha attribuito a Giuseppe Studita, Teo-

fane Grapto, Teostericto, Metrofane di Smirne, Simeone

Metafraste. Un canone paracletico è una composizione

liturgica volta a impetrare grazie di guarigione o di sol-

lievo per il corpo o per l’anima. È costituito da nove “odi”,

anche se la seconda, come nei testi qui raccolti, viene

spesso omessa.

Chiudono la nostra raccolta due stupende preghiere a

Maria, una delle quali ci conduce alle soglie del secondo

millennio cristiano: come il lettore potrà intuire, sono

capolavori di una spiritualità senza tempo.

INNI E PREGHIERE ALLA VERGINE

DEL PRIMO MILLENNIO CRISTIANO

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TROPARI E MEGALINARIA

In te, o Madre di Dio, ripongo la mia indefettibile

speranza d’essere salvato: con il tuo patrocinio, o

Purissima, non avrò di che temere. Incalzerò i miei

nemici e li metterò in fuga, mio scudo sarà la tua

protezione e null’altro. A te grido, implorando l’on-

nipotente tuo ausilio: «O mia Signora, salvami per la

tua intercessione e concedimi di ridestarmi dal sonno

di morte e di poterti glorificare, per la potenza del

Figlio di Dio che in te ha preso carne».

Grande è il numero delle mie mancanze, o Madre di

Dio: presso di te mi rifugio, Vergine casta, implo-

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rando la salvezza. Fa’ visita alla mia anima inferma

e supplica tu, benedetta, il Figlio tuo e Dio nostro di

concedermi il perdono dei peccati.

O Santissima Madre di Dio, non mi abbandonare

nel tempo della mia vita mortale e non lasciare che

a sorreggermi sia un ausilio umano: tu stessa prenditi

cura di me ed abbi di me pietà.

Dando al mondo Colui che dà la vita, o Vergine, tu

hai liberato Adamo dal peccato e ad Eva hai concesso

gioia in vece della tristezza. Colui che, Dio e uomo

insieme, da te ha preso carne faccia scorrere su di lei

le fonti zampillanti della vita.

Salve, o Pia, che hai generato Dio nella carne per la

salvezza di tutti gli uomini. Per tuo tramite il genere

umano ha trovato salvezza: fa’ che per tuo mezzo

possiamo ottenere il paradiso, o pura e benedetta

Madre di Dio!

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AVE, O GREMBO DEL CIELO

Ti preghiamo, o muro inattaccabile e roccaforte della

nostra salvezza, Vergine Madre di Dio: disperdi i

nostri nemici nei loro pensieri, muta il dolore del

tuo popolo in gaudio, attira a te i tuoi, fortifica chi

è a te devoto, intercedi per la pace nel mondo. Tu, o

Vergine Deipara, sei la nostra speranza.

Fra tutte le genti ti proclamiamo beata, o Vergine

Madre di Dio: in te Colui che non poteva essere

contenuto, Cristo nostro Dio, si è degnato di farsi

contenere. Beati noi, che abbiamo te come avvocata!

Tu infatti intercedi giorno e notte per noi e lo scettro

del potere si mantiene saldo per le tue preghiere. A

te inneggiamo, gridando: «Ave, o Piena di grazia, il

Signore è con te!».

Come chiamarti, o Piena di grazia? Cielo: poiché da

te è sorto il Sole di giustizia; Paradiso, poiché in te

è sbocciato il fiore dell’immortalità; Vergine, poiché

sei rimasta inviolata; Madre pura, poiché hai portato

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in braccio un Figlio, che è Dio di tutti gli uomini.

Pregalo di salvare le nostre anime!

Lodiamo senza fine, con il cuore e con le labbra, la

gloriosissima Madre di Dio, più santa dei santi angeli

del cielo: proclamiamola Madre di Dio, perché ha

generato il Dio incarnato e intercede senza sosta per

le anime nostre.

O Madre di Dio, vera Vite che germogliò per noi il

frutto della vita, ti supplichiamo: intercedi, o Sovra-

na, con gli apostoli e tutti i santi, perché le nostre

anime possano trovare misericordia.

Speranza, baluardo, rifugio dei cristiani, roccaforte

inattaccabile, tu sei porto sicuro per i naufraghi, o

Madre purissima di Dio. Tu che salvi il mondo per

la tua infaticabile intercessione ricordati di noi, o

Vergine degna di ogni lode.

Tu sei baluardo inespugnabile per noi cristiani, o

Vergine Madre di Dio; sotto la tua protezione, siamo

invulnerabili, e se cadiamo ancora nel peccato, in

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te troviamo un’avvocata. Perciò, riconoscenti, a te

gridiamo: «Ave, piena di grazia, il Signore è con te!».

Molti sono i nostri peccati, o Vergine Madre di Dio, e

nulla è la fiducia di essere ascoltati: supplica tu Colui

che da te è nato, poiché molto può la preghiera di una

madre che voglia ottenere la benevolenza del Mae-

stro. Non disprezzare le suppliche di noi peccatori,

o Venerata. È infatti misericordioso e può salvarci

Colui che ha accettato di soffrire per noi nella carne.

Glorificata più di tutti sei tu, o Vergine Deipara! Can-

tiamo la nostra lode a te: per la croce del tuo Figlio

l’inferno è stato sconfitto e la morte umiliata; noi, un

tempo morti, siamo stati risuscitati e, divenuti degni

della vita, abbiamo ottenuto il paradiso, nostro ambi-

to premio. Per questo, grati, glorifichiamo Cristo no-

stro vero Dio, il solo Onnipotente e misericordioso.

O Signore, per l’intercessione di tutti i santi e della

Madre di Dio, concedici la tua pace e abbi pietà di

noi, tu che sei il solo misericordioso.

AVE, O GREMBO DEL CIELO

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Dischiudi per noi le soglie della misericordia, o be-

nedetta Madre di Dio. Fa’ che sperando in te non

restiamo delusi, ma siamo anzi liberati, per mezzo

tuo, dalle avversità: tu sei infatti la salvezza del po-

polo cristiano.

O Madre di Dio, sorgente di misericordia, rendici

degni della tua compassione: volgiti verso questo

popolo peccatore e mostraci, come sempre, la tua

potenza. Confidiamo in te, e a te innalziamo il no-

stro Ave, come fece Gabriele, principe degli esseri

spirituali.

Protettrice invincibile dei credenti, Mediatrice inde-

fettibile presso il Creatore, non disprezzare le sup-

pliche accorate di noi peccatori, ma accorri, o Madre

buona, in nostro aiuto. Con fede ti imploriamo: «Sii

sollecita nell’intercessione e rapida nell’offrirci la

salvezza, tu, Madre di Dio, che sempre custodisci

coloro che ti venerano».

INDICE

Invito alla lettura pag. 5

AVE, O GREMBO DEL CIELO

TROPARI E MEGALINARIA » 13

INNO AKATHISTOS » 45

LODI BIBLICHE ALLA VERGINE » 63

CANONI » 79

PREGHIERE ALLA SANTISSIMA MADRE DI DIO » 123