Auriemma et al. 21.10.16 def - ipac.regione.fvg.it Auriemma_Verso il sistema... · Avvio di un...
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Verso il
Sistema Museale Regionale
Rita Auriemma, Giorgia Gemocontributi di Eliana Ceolin, Valeria Cipollone, Lucia Sartor
1. La Regione favorisce l'interazione e la cooperazione tra i musei e gli altri istituti culturali per garantire la più diffusa conoscenza del patrimonio culturale del Friuli Venezia Giulia e per promuovere la sua funzione educativa, nonché la sua corretta conservazione e valorizzazione, anche ai fini del turismo culturale.
2. Sono attività fondamentali dei musei:a) la gestione, conservazione e catalogazione delle collezioni, ivi comprese le attività connesse alle acquisizioni e alle scelte di prestito e di circolazione dei beni;b) la formazione del sistema di offerta culturale, comprensivo di tutto ciò che contribuisce a qualificare l'esperienza della visita e il valore percepito dal pubblico;c) la ricerca scientifica e lo sviluppo di rapporti di collaborazione con le scuole, con le Università e con istituti e associazioni impegnati nello svolgimento di attività didattiche, divulgative, di educazione e formazione.
l.r. 23/2015
Norme regionali in materia di beni culturali
art. 4 - Attività dei musei
Conservazione e
cura delle collezioni
Ricerca
scientificaServizi educativi
e didatticix
Sistema museale regionale (art.5)
singoli o in retein possesso di una serie di requisiti
funzionali di base
Museo/Rete museale
a rilevanza regionale
possibilità di accedere ai contributi previsti dalla
legge
Musei pubblici (eccettuati quelli statali)
Musei privati
Accreditamento
• riconoscimento della qualifica di "Museo
/Rete museale a rilevanza regionale":
deliberazione della Giunta regionale, su
domanda presentata dagli enti gestori, previa
verifica del possesso dei requisiti minimi
• Elenco aggiornato dei musei e delle reti
museali a rilevanza regionale, che viene
pubblicato nel Bollettino ufficiale della
Regione.
• II livello = “marchio di qualità”
dell’Organizzazione Museale Regionale
(OMR) del Lazio = strutture con un’offerta di
servizi particolarmente qualificata (Pinna
2010).
• Accreditation scheme inglese: dopo la
compilazione del documento di
autovalutazione, il museo chiede consulenza
e una prima valutazione alla Regional Agency.
Incentivo al continuo miglioramento dei
servizi offerti alla comunità, strumento di
crescita e di stimolo, che deve essere
accompagnato, verificato e condiviso
(Garlandini 2005; Belvedere 2009).
L’autovalutazione permette al museo di
“misurarsi”, di “guardarsi allo specchio”
comunicare un risultato raggiunto o
analizzare le cause di un’inadempienza /
inadeguatezza
Cfr. procedura di accreditamento della
Regione Lombardia nel 2003-2004: a fronte
dei requisiti per il riconoscimento numerosi
musei hanno approvato nuovi statuti e nuovi
regolamenti, formalizzato nuovi incarichi
professionali, deciso investimenti strutturali,
deliberato o accelerato riallestimenti e
apertura di nuove sezioni, condiviso attività
e servizi con altri istituti (Garlandini 2005).Alfredo Pirri, Passi, 2011, Galleria Nazionale di Arte Moderna , Roma
Accreditamento
Avvio di un percorso• Tavoli tecnici sul disegno di legge
– 3 appuntamenti a Villa Manin: 4 giugno, 10 giugno, 15 luglio
• Documento tecnico per il regolamento
Fonti:– d.m. 10 maggio 2001 Atto di indirizzo sui criteri tecnico-scientifici e sugli standard di funzionamento e sviluppo
dei musei (art. 150 comma 6, d.lgs. n. 112/1998);– d.lgs n. 42 del 22 gennaio 2004 Codice dei beni culturali e del paesaggio;– Carta nazionale delle professioni museali, a cura dell’ICOM, 2006;– Criteri e linee guida per il riconoscimento dei musei e delle raccolte museali in Lombardia, nonché linee guida sui
profili professionali degli operatori dei musei e delle raccolte museali in Lombardia, ai sensi della l.r. 5 gennaio 2000, n. 1, commi 130-131;
– Esperienze compiute dalle Regioni Emilia-Romagna, Veneto, Piemonte, Umbria, Toscana, Sardegna e dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo.
– Codice etico dell’ICOM per i musei, 1^ Assemblea Generale a Seoul (Repubblica di Corea), 8 ottobre 2004.– Atti della Commissione incaricata di elaborare una proposta per la definizione dei livelli minimi di qualità delle
attività di valorizzazione, istituita con decreto del Ministro F. Rutelli del 1 dicembre 2006 e presieduta dal prof. Massimo Montella (Atti V^ Commissione 2006).
• Elaborazione concertata con i musei e le realtà espositive del territorio
• Indagine regionale sui musei del Friuli Venezia Giulia
Compilazione di un questionario on line (18 luglio- in via di conclusione)
• #culturavivafvg. Raccontare i beni attraverso la rete. Percorso formativo sulla comunicazione digitale del patrimonio culturaleCorso di formazione rivolto agli operatori culturali della regione
Requisiti per accedere al
Sistema museale regionalea) presenza di uno statuto o di un regolamento di organizzazione e di funzionamento coerente con gli standard di servizio e di professionalità degli addetti definiti con atto statale;
b) direzione del museo assegnata a persone dotate di qualificazione professionale in materia di tutela e valorizzazione dei beni culturali e in possesso di esperienza di elevato livello nella gestione di istituti e luoghi della cultura; qualora questa funzione non possa essere assicurata dal singolo museo, la direzione è svolta a livello di rete museale, o comunque, attraverso la condivisione della stessa con altri istituti;
c) adeguata ampiezza dell'orario di apertura al pubblico;
d) tutela della sicurezza delle persone e abbattimento delle barriere culturali, motorie, psichiche e sensoriali alla fruizione delle collezioni;
e) adozione di sistemi di comunicazione moderni, rispettosi del pluralismo linguistico e diversificati in rapporto alle esigenze dei visitatori;
f) svolgimento di attività educative e percorsi didattici in collaborazione con le istituzioni scolastiche;
g) svolgimento di attività di ricerca correlata alla conservazione e alla catalogazione del patrimonio posseduto;
h) rilevazione della quantità e della qualità della fruizione da parte del pubblico, anche tramite un servizio di registrazione dei visitatori.
Musei sul territorio regionale
I Musei in FVG sono:
185 (censiti comprese le realtà espositive)
diffusi sul territorio
di tipologie e dimensioni diverse
rappresentano l’identità di un territorio8844
17
36
Provincia di
Provincia di
Provincia di
Provincia di
Le tappe di un percorso
1986 Codice etico dell’ICOM per i musei, revisione 1^ Assemblea Generale a Seoul 2004 PERSONALE 1.11. Gestione del personale Le amministrazioni responsabili sono tenute a garantire che ogni decisione nei confronti del personale sia presa secondo quanto previsto dalle politiche del museo e in conformità con le norme e le procedure di legge. 1.14. Competenza del personale museale È necessario l’impiego di personale qualificato con la competenza ed esperienza richieste per far fronte alle responsabilità affidate
1999 Standard per i musei italianidocumento del Gruppo di lavoro promosso dalla Conferenza delle Regioni, redatto da P.Petraroia, D. Jalla e R. Piperno, approvato il 28 settembre 1999 (M. Negri e M. Sani, Museo e cultura della qualità 2001,129-140)
D.Lgs. 112/98idea di standard validi a livello nazionale, idea raccolta e sviluppata in primo luogo appunto dalle Regioni, cui non correva nessun obbligo di anticipare lo Stato (Sani 2005).
Le tappe di un percorso Atto di indirizzo D.M. 10/05/2001 (art. 150 D. lgs. 112/98)
Ambito IV – Personale
Ogni museo per realizzare le missioni che gli sono proprie deve essere continuativamente dotato – da parte degli enti proprietari o delle amministrazioni responsabili – di personale in quantità sufficiente e con adeguata qualificazione in relazione:- alle sue dimensioni;- alle caratteristiche delle collezioni;- alle responsabilità e funzioni del museo stesso, anche in rapporto con le altre istituzionidel territorio;- all’esigenza di garantire continuità e stabilità dei servizi.Lo Stato, le Regioni e le Autonomie locali – attraverso procedure concertate nelle sedi e con le modalità previste dalla normativa vigente – si impegnano a definire i profili professionali essenziali, i requisiti di accesso, le modalità di selezione e di inquadramento del personale museale, al fine di garantire omogenei livelli qualitativi delle prestazioni, a prescindere dalla proprietà e dalla forma di gestione, e di consentire un’eventuale mobilità del personale tra strutture pubbliche statali, regionali, locali.
Direttore del museo
Conservatore/curatore Restauratore
Responsabile servizio educativo Responsabile della sicurezza
Esperto in comunicazione Assistente al pubblico/operatore museale
Funzionario amministrativo Addetto alla sorveglianza e vigilanza
Responsabile tecnico Personale operativo di supporto (negli ambiti
amministrativo, tecnico, informatico)
Le competenze museali sono divise in
cinque grandi aree.:I. Competenze generali, richieste a tutti gli
operatori museali;II. Competenze in museologia: conoscenze
e capacità nell’applicazione delle basiintellettuali del lavoro museale;
III. Competenze di gestione: conoscenze e capacitànella teoria e nella pratica dei processimuseali;
IV. Competenze di programmazione per ilpubblico. Conoscenze e capacità al serviziodelle comunità museali;
V. Competenze nella cura e gestione delleinformazioni e delle collezioni. Conoscenze ecapacità nel creare, salvaguardare econdividere le risorse museali.
.
ICOM Curricula Guidelines for Museum Professional Development
(ICOM - ICTOP 2001)
Le tappe di un percorso
Le tappe di un percorso
Carta nazionale delle
professioni museali 2006
Mappa delle principali professionalità
• Curricula Guidelines
• Berufe im Museums, ICOM Schweiz, Basel 1994
• Musée et expositions. Métier et formations en ICOM France, Paris 2001
• Carta nazionale delle professioni museali, ICOM Italia, Milano 2006.
Le tappe di un percorso
Manuale europeo delle professioni museali, 2008
Questo schema descrive le relazioni funzionale e quindi non è un organigramma gerarchicoManuale europeo delle professioni museali, a cura di Angelika Ruge, ICTOP, 2008
Le tappe di un percorso Livelli minimi di qualità delle attività di valorizzazione 2006Atti della Commissione incaricata di elaborare una proposta per la definizione dei livelli minimi di qualità delle attività di valorizzazione, istituita con decreto del Ministro F. Rutelli del 1 dicembre 2006 e presieduta dal prof. Massimo Montella (Atti V^ Commissione 2006).
Oltre a fissare standard dotazionali e prestazionali e a prevedere correlate attività di valutazione / autovalutazione dei musei, quale presupposto indispensabile per ricevere sussidi pubblici, vennero previsti conseguenti processi di accreditamento
Le tappe di un percorso Livelli minimi di qualità delle attività di valorizzazione 2016
• L’art. 114 del Codice per i beni culturali ed il paesaggio prevede che il Ministero,le Regioni e gli altri enti pubblici territoriali fissino i livelli minimi uniformi diqualità delle attività di valorizzazione (LUQV). I soggetti che gestiscono i musei devono assicurare tali livelli minimi.
• DPCM 29 agosto 2014 sulla riorganizzazione del Ministero, che all’art. 20, c. 2,lett. h) dice: «La Direzione generale Musei predispone linee guida per la gestionedei musei in conformità con gli standard elaborati dall’ICOM».
• L’art. 7 del DM del 23 dicembre 2014, istituzione del Sistema museale nazionale
• Documento LUQV Musei: bozza 2016 (aggiornamento lavori 2012-2014) a cura della Commissione di Studio per l’attivazione del Sistema
Museale Nazionale (VI Commissione Beni ed attività culturali Conferenza delle regioni e delle province autonome); osservazioni delle Regioni
LUQV Musei: personale (E)
Responsabile delle pubbliche relazioni, marketing e fundraisingResponsabile della comunicazione
Punto informativoAssistenza qualificata per categorie svantaggiateAudit del personale interno
LUQV Musei: personalePERCHE’ I LUQV PER I MUSEI?
Per dare linee guida alle Regioni, che dovranno legiferare secondo talistandard minimi;
Per garantire che gli standard minimi vengano assicurati da tutti i gestori di attivitàdi valorizzazione, anche da eventuali gestori esterni.
IL PERSONALE
I Livelli uniformi di qualità per i musei prevedono le seguenti figure professionaliindispensabili: direttore; curatore delle collezioni, responsabile dei servizi educativi,responsabile della sicurezza, responsabile della comunicazione, personale addettoalla custodia e accoglienza.
L’individuazione formale del Direttore del museo e del Responsabile della Sicurezza, entrambi necessariamente dotati di specifica esperienza professionale, rappresenta uno standard minimo di qualità
La presenza di un responsabile della comunicazione è posto come obiettivodi miglioramento.
Le figure possono operare in una logica di rete tra musei.
Standard di qualità dell’ambito E: generiche definizioni di “personale adeguatamente qualificato”; occorre una definizione dei requisiti di formazione
ATTO DI INDIRIZZO (2001) GRUPPO DI LAVORO PER
L’AUTOVALUTAZIONE DEI MUSEI
STATALI (2004)
ATTI DELLA COMMISSINE
MONTELLA (2006)
LUQV Musei (2016)
1) Direttore del museo 1) Responsabile tecnico-scientifico 1) Direttore Direttore del museo (E1)
2) Conservatore/ curatore 2) Curatore museale 2) Conservatore Curatore delle collezioni (E2)
3) Responsabile / operatore ai servizi
educativi
3) Responsabile servizi educativi 3) Responsabile dei servizi educativi Responsabile dei servizi educativi (E4)
3bis) Addetto/ Operatore servizi educativi
nuova → 4) Responsabile Servizio prestiti/ movimentazione
opere (registrar)
4bis) Operatore servizio prestiti
4) Esperto in comunicazione 5) Responsabile informazione e comunicazione
(URP-Ufficio Stampa)
Responsabile della comunicazione (E7)
5bis) Operatore informazione e comunicazione
nuova → 6) Responsabile Servizio
documentazione/ fototeca
6bis) Addetto/ operatore servizi di
documentazione/ fototeca
7) Operatore fotografico
nuova → 8) Responsabile biblioteca
8bis) Addetto/ operatore assistente bibliotecario
5) Funzionario amministrativo 9) Responsabile amministrativo per la gestione
delle risorse economiche
Responsabile delle procedure
amministrative ed economico-finanziarie
(E5)
nuova → 10) Responsabile amministrativo per la gestione
delle risorse umane
10bis) Addetto/ operatore ai servizi amministrativi
nuova → 11) Esperto in analisi di mercato e reperimento
fondi
Responsabile delle pubbliche relazioni,
marketing e fundraising (E6)
Schema comparativo tra le funzioni/figure professionali*
ATTO DI INDIRIZZO (2001) GRUPPO DI LAVORO PER
L’AUTOVALUTAZIONE DEI MUSEI
STATALI (2004)
ATTI DELLA COMMISSINE
MONTELLA (2006)
LUQV Musei (2016)
6) Responsabile tecnico 13) Responsabile per la manutenzione degli
immobili e degli allestimenti
13bis) Addetto/ Operatore alla manutenzione e
supporto tecnico attività diverse
7) Restauratore 12) Responsabile restauro e conservazione
12bis) Operatore restauro e conservazione
8) Responsabile della sicurezza 14) Responsabile tecnico addetto alla sicurezza
(D.M. 569/92)
4) Responsabile tecnico della sicurezza 8) Responsabile della sicurezza (E3)
14bis) Operatore addetto alla sicurezza
15) Responsabile sicurezza, protezione,
prevenzione ai sensi del D.Lgs. 81/2008
9) Assistente al pubblico v. profilo seguente Personale addetto ai servizi e all’accoglienza
(E8)
10) Addetto alla sorveglianza e vigilanza 16) Coordinatore ai servizi di vigilanza e
accoglienza
5) Addetti ai servizi di custodia e
sorveglianza
Audit del personale interno (E11)
17) Operatore ai servizi di vigilanza e accoglienza Punto informativo (E9)
11) Personale operativo di supporto Cfr. 13bis) e 14bis) Assistenza qualificata per categorie
svantaggiate (E10)
nuova → 18) Responsabile ai servizi informatici
cfr. E. Cabasino, Gli operatori dei musei: qualità, quantità e organizzazione, in Strumenti di valutazione per
i musei italiani. Esperienze a confronto, a cura di A. Maresca Compagna, Roma, Gangemi, 2005, pp. 84-104,
tab. 1)
Legge 22 luglio 2014, n. 110 (Madia) Istituisce elenchi nazionali presso il MiBACT di professionisti competenti ad eseguire interventi sui beni culturali:
• Archeologi
• Archivisti
• Bibliotecari
• Demoetnoantropologi
• Antropologi fisici
• Esperti diagnostica e di scienze e tecnologia applicate ai beni
culturali
• Storici dell’arteGli elenchi non costituiscono albo professionale.
Osservazioni:
• Distinzione per competenze non per funzioni: riferimento a professioni con una tradizione scientifica e accademica piuttosto che alla funzione svolta
• Assenza del profilo del MUSEOLOGO
Le tappe di un percorso
I professionisti dei beni culturali
Documento tecnico per il
Regolamento regionale
_l.r. 23/2015, art. 5, c. 2, lettera b) Direzione del museo assegnata a persone dotate di qualificazione professionale in materia di tutela e valorizzazione dei beni culturali e in possesso di esperienza di elevato livello nella gestione di istituti e luoghi della cultura; qualora questa funzione non possa essere assicurata dal singolo museo, la direzione è svolta a livello di rete museale, o comunque, attraverso la condivisione della stessa con altri istituti.
(Requisito conseguibile anche attraverso la costituzione di una rete musale)
Elemento valutabile Requisito minimo
Dotazione personale - direttore scientifico/ responsabile scientifico del museo (del singolo museo o della rete museale).Tale figura può assommare le competenze di direttore, conservatore e responsabile dei servizi educativi;- responsabile tecnico della sicurezza (figura individuata da ogni ente proprietario o dalla rete museale); - addetto al servizio di custodia e accoglienza (figura individuata dal singolo museo e/o dalla rete museale; è possibile avvalersi anche di personale volontario).
111 musei censiti (non statali) dall’ISTAT nell’anno 2012 in
FVG
95 musei finora censiti nell’indagine regionale sui
musei del FVG, 2016
95 museifinora censiti nell’indagine regionale sui musei del FVG, 2016
Si consideri che:
• alcune associazioni di volontariato gestori di musei non hanno voluto individuare un direttore tra i loro soci;
• i dipendenti assommano alle loro funzioni anche quella di direttori museali:- funzionari addetti alle attività culturali del comune- direttori di enti gestori (es. Ente Parco Naturale Dolomiti Friulane)- svolgono esclusivamente mansioni amministrative
95 musei finora censiti nell’indagine regionale sui musei del FVG, 2016
111 musei FVG - ISTAT 2012
Criticità:• maggior peso delle competenze disciplinari, scientifiche e accademiche (es.
archeologi, storici dell’arte, architetti) rispetto alla funzione svolta (es. direttore, curatore, conservatore) < maggior peso funzione conservativa/espositiva rispetto a quella sociale
• eterogeneità dei contratti di lavoro: dipendenti di amministrazioni pubbliche statali, di enti locali, di società, enti di diritto privato ecc. (es. fondazioni, associazioni), di ditte che gestiscono attività e servizi per conto degli enti pubblici;
• drastica contrazione delle risorse economiche, con la riduzione delle assunzioni e delle convenzioni con professionisti esterni, che ha determinato la dequalificazione del personale, se non addirittura la chiusura dei musei per assenza di personale;
• mancanza di un percorso formativo specifico per le professioni museali: le numerose lauree esistenti non offrono possibilità di ottenere un’adeguata formazione in museologia; lo stesso insegnamento è impartito in poche facoltà, solitamente come storia del collezionismo; le scuole di Specializzazioni hanno curricula specialistici e disciplinari, con frammentazione dei percorsi e ridotto livello di interdisciplinarietà; i numerosi master e corsi di perfezionamento (es. MuSeC Università di Ferrara) sono poco omogenei e molto teorici; non esiste una scuola di specifica di alta formazione .
La formazione del personale dei musei
A. Garlandini, Quale formazione e quale aggiornamento per le nuove professioni museali, in Italia e in Europa?, in
Standard nazionali di qualità per le professioni nei musei. Istituzioni, agenzie formative e mercato del lavoro nell’attuale
ordinamento della tutela e valorizzazione del patrimonio culturale, atti del convegno, atti del convegno, Padova, 2008,
Roma, edizioni Quasar, 2010, p. 54
«In passato i professionisti museali erano un piccolo e coeso gruppo di dipendenti pubblici assunti a tempo indeterminato. Oggi sono in numero crescente dipendenti privati, liberi professionisti e titolari di contratti atipici. Pur essendo sempre molti meno del necessario, i professionisti dei musei di oggi sono un numero maggiore di qualche anno fa. Però non sono più inquadrati permanentemente come in passato. Sono in gran numero assunti a tempo determinato, con incarichi a progetto, con contratti di collaborazione o di consulenza. Sono spesso sottoccupati, sottopagati e precari.
Alcuni dipendono direttamente dai musei, altri dalle società affidatarie e concessionarie – in genere soggetti no profit e imprese sociali – che sono incaricate di gestire servizi museali (di accoglienza, di promozione e di comunicazione; educativi e didattici; editoriali e di merchandising). Inoltre solo il 60% dei musei italiani è gestito direttamente da pubbliche amministrazioni; il restante 40% è gestito da fondazioni, associazioni, enti ecclesiastici.
[…] I professionisti museali possono essere dipendenti del museo o lavorare in soggetti privati no profit o for profit al servizio dei musei, ma devono possedere le medesime competenze.»
La formazione del personale dei musei
2 modelli (già in Atti Commissione Montella)
I. Integrazione delle Scuole di specializzazione in ambito universitario, cui aggiungere un terzo/quarto anno e per le quali adottare un’impostazione funzionale anziché disciplinare oppure apposita Scuola di Specializzazione in Museologia
II. Scuola Nazionale del Patrimonio, articolabile in più sedi e in diverse aree del Paese, costituita e cogestita dal Ministero, dalle Regione, dagli Enti locali e dell’Università, con numero di ammessi limitato e determinato in base alle necessità espresse dal mondo del lavoro (sull’esempio dell’ Institut nationaldu Patrimoine di Parigi)
Appare particolarmente convincente un III livello di formazione postuniversitario, complementare a quello delle scuole di Specializzazione, alle quali resterebbe affidata la formazione specialistica ed accademica.
L’intento
Tutto ciò per…..
processo di sviluppo del museo in senso sociale e interculturale: il museo è luogo vivo, radicato nel territorio, pertanto capace di leggerne anche il cambiamento in termini demografici e culturale; è strumento educativo di grande forza, non solo per il pubblico “colto”, medio-alto che solitamente lo frequenta, ma anche per quelle categorie sociali che ne sono ancora escluse. Il sistema dovrebbe quindi incentivare, oltre alle funzioni tradizionali (espositiva, conservativa, conoscitiva/di ricerca, educativa), quella oggi ineludibile di inclusione sociale
e mediazione culturale to trasform the exhibiting space into a social space to rethink powerbetween museums and their communities (S. Iervolino)
accountability/rendicontazione sociale circa i risultati ottenuti rispetto alle finalità di conservazione/tutela e di valorizzazione/comunicazione - cioè rispetto alla missione di servizio pubblico del museo (di solito molto carente, può causare un processo di delegittimazione sociale della spesa pubblica sostenuta per i musei)
Grazie