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Sen. Elena Cattaneo Editoriale Giornalidea s.r.l. - Piazza della Repubblica, 19 - 20124 Milano Anno 26 n. 1/2 Gennaio/Febbraio 2016 Focus Un’Italia in buona salute Ricerca scientifica “ciliegina senza torta” ATTUALITÀ A ogni consumatore il suo concept GALENICA Cannabis in farmacia MARKETING Il cliente nel mirino INTERVISTA

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Sen. Elena Cattaneo

Editoriale Giornalidea s.r.l. - Piazza della Repubblica, 19 - 20124 Milano

Anno 26 n. 1/2 Gennaio/Febbraio 2016

FocusUn’Italiain buona salute

Ricerca scientifica“ciliegina senza torta”

ATTUALITÀA ogni consumatoreil suo concept

GALENICACannabis in farmacia

MARKETINGIl cliente nel mirino

INTERVISTA

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L’editoriale

Sei mesi, i più importantiE così tutti i nodi vengono al pettine. Parte il gruppo di lavoro istituito dalla Sifo, finalizzato a confrontare i costi della distribuzione diretta e della Dpc. Parte il gruppo di lavoro sulla distribuzione diretta, istituito dal Tavolo del ministero dello Sviluppo economico sulla farmaceutica, così come devono riprendere le trattative per riformare la governance del farmaco. Poi c’è il Decreto legge Milleproroghe che prevede la revisione della remunerazione della filiera distributiva entro fine anno.Insomma, abbiamo di fronte sei mesi, i più importanti di questi ultimi anni, che potrebbero cambiare tutto, rivoluzionare il servizio farmaceutico e non solo. Qui non si tratta soltanto di mettere ordine a un sistema distributivo scoordinato -tra diretta, Dpc e convenzionata- e di rinnovare i meccanismi di gestione della spesa, o di porre fine a un payback già mandato in soffitta dalla magistratura, ma soprattutto di sottrarre la spesa sanitaria all’attuale logica dei tetti a silos, veri compartimenti stagni da rivoluzionare, se vogliamo che il sistema eviti di implodere. Perché il Servizio sanitario nazionale, con l’attuale governance, non riuscirà a sostenere il peso delle nuove scoperte legate alle biotecnologie, ma non potrà neppure negare la speranza di vita a pazienti terminali.“Bisogna trovare la quadratura del cerchio”, dice Paolo Bonaretti, coordinatore del tavolo sulla farmaceutica del Mise, e garantire la sostenibilità della spesa pub-blica insieme con la sostenibilità delle farmacie. “L’idea di considerare nei prez-zi dei farmaci i costi sanitari evitati è quella che condividiamo”, dice Massimo Scaccabarozzi, presidente di Farmindustria ed è il percorso avviato dal ministro Lorenzin, con il fondo per i farmaci innovativi. Ma per farlo bisogna uscire dai vecchi schemi, dalla logica delle “gare” che consentono risparmi a breve, non soluzioni a lungo termine. Un esempio concreto viene dalla distribuzione diretta, i cui risparmi sono or-mai scritti sull’acqua, come dimostrano i continui sfondamenti della spesa far-maceutica ospedaliera. Bene ha fatto Federfarma, nell’incontro al Mise, a sottoli-nearne i difetti, che non riguardano soltanto il cattivo servizio offerto ai pazienti (costi sociali onerosissimi), ma mettono in dubbio anche i famosi vantati risparmi. Lo sconto minimo del 50% è ormai inesistente, perché i nuovi farmaci sono di re-gistrazione europea, fuori quindi da questa norma. E poi i farmaci della Dd non pagano il ticket ed ecco un mancato gettito che impatta sui Lea. A disinnescare la Dd ci penserà poi la nuova remunerazione della filiera, non più in percentuale sul prezzo, ma anche a quota fissa (che nessuna diretta potrà mai eguagliare). Insomma, ci attendono sei mesi di fuoco, e prima si parte, prima si conclude. Ma siccome il diavolo non fa i coperchi, ecco due pericolose incognite, che si chiama-no elezioni. Quelle della Federfarma, certe, e quelle politiche, probabili. Sarebbe un vero guaio dovere interrompere o cambiare trama o tessitori (per esempio il Ministro) di un intreccio così importante, dai riflessi tanto rilevanti per il futuro del servizio sanitario, di quello farmaceutico e, in ultima analisi (ma per noi la prima), della farmacia.

Lorenzo Verlato

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Sommario

Direttore responsabile: Lorenzo Verlato

Impaginazione: Silvia Fazzini

Collaboratori: Paola Castelli, Claudio Distefano, Claudio Duchi, Sergio Garanzini, Laura Gatti, Barnaba Grigis, Alfonso Marra, Francesco Morace, Matteo Oberti, Nicola Posa, Anna Scotti, Ilaria Sicchirollo, Chiara Verlato, Matteo Verlato, Pier Francesco Verlato, Stefano Visintin

Direzione, redazione e amministrazione:Editoriale Giornalidea s.r.l.Piazza della Repubblica, 1920124 MilanoTel. 02/6888775 (ric. aut.)Telefax 02/6888780E-mail: [email protected]

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Pubblicità e Marketing:Editoriale Giornalidea s.r.l.Matteo Verlato - Myriam PadovaniE-mail: [email protected]

FOTOLIA: Marc Dietrich, cristiano caligaris, Yuriy Panyukov, firstfloor, Sherry Young, mariusz szczygieł, contrastwerkstatt, Jakub Jirsák, christianchan, Dave_Pot, Karanov images, Kenishirotie, olly, baranq, sepy, boggy, dimasobko, AlexanderNikiforov

Stampa: Grafiche Milani S.p.A.Via Marconi, 17/19 20090 Segrate (MI)Tel. 02.2131851

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Prezzo a copia euro 1,03 Abbonamento annuo euro 25,00, importo da versare su c/c postale n. 27029206 intestato a:

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IVA assolta dall’editore a norma dell’art. 74, lett. c) D.P.R. 633/72 e successive modifiche.

ASSOCIATO A: A.N.E.S.ASSOCIAZIONE NAZIONALEEDITORIA PERIODICA SPECIALIZZATA

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ISSN 2531-6109 (Online)ISSN 2531-6346 (Print)

3 EDITORIALE

Sei mesi, i più importanti

6 LETTERE

8 INTERVISTA A ELENA CATTANEO

Ricerca scientifica: “ciliegina senza torta”

12 FOCUS

Un’Italia in buona salute

18 GALENICA

Cannabis in farmacia

22 MERCATO

Cura degli occhi? Vai in farmacia

29 PROFESSIONE

Ritornare all’essenza

32 ATTUALITÀ

A ogni consumatore il suo concept

38 GESTIONE

Investire conviene

40 COMPRAVENDITA

Fortuna sì, ma non basta

42 MARKETING

Il cliente nel mirino

45 RUBRICHE

Sanità e Legge, L’Avvocato, Vetrine dei prodotti

Anno 26 n. 1/2 Gen/Feb 2017

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Lettere A cura della Redazione

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Equivalenti: Italia fanalino di coda

Grazie ai farmaci equivalenti, e alla riduzione dei prezzi da loro determinati, il Servizio sanitario nazionale riesce ad as-sistere più pazienti a parità di costi e il cittadino riesce, di tasca propria, a far fronte alle sue cure spendendo di meno. Quindi, va indubbiamente riconosciuto al generico il meri-to non soltanto di aver calmierato i prezzi dei farmaci, non appena scaduto il brevetto, ma anche di aver reso disponibili cure innovative grazie ai risparmi resi così possibili. Sono vantaggi che, per quanto ci riguarda, contrastano con un dato. Leggo, infatti, che l’Italia è uno dei Paesi in Europa dove minore è la presenza del farmaco equivalente, sia per numero di confezioni spedite, sia per fatturato. Mi riesce dif-ficile crederlo, tanto più se penso alla gran quantità di mole-cole, anche di buon lignaggio, che hanno perso il brevetto al-

cuni anni fa, e riempito di conseguenza la farmacia di questi prodotti. Ultimamente questa accelerazione si è fermata, ma non di meno sono proprio i generici che hanno contribuito non poco alla caduta del fatturato etico della farmacia.Potete darmi qualche dato sul peso del farmaco equivalente in Italia e anche qualche raffronto con gli altri Paesi europei? E come si giustificherebbe questa grande differenza con le altre nazioni?

Lettera firmata

Risponde la redazione di Farma MeseIn Italia il mercato dei farmaci equivalenti raggiunge il 20,5% del totale mercato per quantità e l’11,2% di quello a valori. Siamo quindi ben lontani dalle percentuali registrate in Europa, come per

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Microbi e antibioticiUn equilibrio da ritrovareAboca Edizioni ha pubblicato la versione italiana di un libro che ha riscosso notevole successo negli Stati Uniti: si tratta di “Che fine hanno fatto i nostri microbi? Come l’a-buso di antibiotici alimenta le malattie della nostra epoca” dello scienziato americano Martin J. Blaser (in originale “Missing microbes”). Il tema svolto dal medico e ricercatore, esperto in materia di batteri, è di grande attualità anche qui da noi.Secondo Blaser (che è, tra l’altro, direttore del Dipartimento di medicina della New York University), l’abuso di antibioti-ci sta causando la perdita nell’organismo umano di batteri benefici, rendendolo così più vulnerabile. D’altro lato, l’uti-lizzo eccessivo di antibiotici produce il fenomeno della “re-sistenza” da parte di batteri potenzialmente dannosi, che diventano, appunto, resistenti all’azione del farmaco. La crescente diffusione odierna di malattie come asma, diabe-te, obesità, allergie alimentari, disturbi metabolici e alcuni tipi di tumori sarebbe così favorita da questo indebolimento e da questa alterazione del microbioma umano. Nelle trecento pagine del volume, Blaser esamina la duplice natura dei microbi (fondamentali per la nostra salute ma anche causa di malattie), illustra il ruolo centrale del mi-crobioma umano, e spiega perché i medici dovrebbero esse-

re più prudenti nel pre-scrivere gli antibiotici e perché i consumatori dovrebbero pensare a un’alternativa prima di assumerli.Sintetizza Blaser: “Non desidero proibire gli antibiotici, chiedo sol-tanto che vengano uti-lizzati con maggiore saggezza e che venga-no sviluppati degli an-tidoti ai loro peggiori effetti collaterali. Gli antibiotici hanno un costo biologico. Oltre che chiari benefici: influenzano i batteri ‘amici’ e tutto ciò che cambia i nostri microbi antichi ha per l’organismo un potenziale costo in termini di salute”.

Martin J. Blaser Che fine hanno fatto i nostri microbi?

Come l’abuso di antibiotici alimenta le malattie della nostra epoca

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A cura della Redazione

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esempio nei Paesi scandinavi, in Germania, Regno Unito e Fran-cia, per non parlare poi degli Stati Uniti, dove addirittura il 75% delle confezioni spedite sono generici. I motivi sono molteplici e così sintetizzabili. Innanzitutto il brevetto in Italia è stato introdotto nel 1978, mentre in altri Paesi addirittura prima dell’ultima guerra mondiale, e di conseguenza più tardi si è reso disponibile da noi il mercato dei farmaci equivalenti. Hanno pesato poi non poco i motivi culturali, come l’idea che il “generico” sia meno efficace del prodotto di marca. Preconcetti che hanno avuto il loro peso e che man mano tengono a diminuire, ma ci vuole il suo tempo per inci-dere sulle abitudini.Poi ricordiamo i motivi normativi, come il ritardo nel limitare il periodo di protezione brevettuale, il ritardo nel consentire l’appro-vazione di un equivalente, la possibilità da parte dei farmaci “ori-ginatori” di allungare la protezione brevettuale, la mancata solleci-tazione ai medici o le poche incentivazioni alla nascita del generico (sconti di legge) ai farmacisti, a differenza, per esempio, di quanto avvenuto in Francia. A parte il periodo iniziale, dove c’è stata una campagna promozionale promossa del Ministero, poi, sono mancate iniziative di spinta, fino ad arrivare ai provvedimenti ministeriali per obbligare i farmacisti a informare il paziente sulla disponibilità

del generico e per spingere il medico a “scrivere” il principio attivo. Consideri poi, che pur essendo ormai il 90% circa dei farmaci privi di protezione (solamente un 10% è ancora sotto brevetto), in Italia abbiamo poco più del 50% di farmaci equivalenti. In realtà da noi manca la volontà di favorire questo comparto, per il semplice motivo che i risparmi al Servizio sanitario nazionale sono, comunque sia, garantiti dal prezzo di riferimento. Infatti, l’assistito è coperto sino a una certa cifra e poi deve intervenire di tasca propria, che si tratti oppure no di un generico. Un’ultima riflessione: non si stupisca se ci sono queste differenze tra Paese e Paese, perché non serve guardare fuori casa, basta osser-vare quanto avviene da noi da regione a regione. La percentuale di confezioni di generici rispetto al mercato globale, infatti, è a Trento del 40%, in Lombardia del 35%, in Emilia Romagna del 33%, mentre in Basilicata e Calabria del 18% e in Campania del 19%. Se poi passiamo ai dati in valore, allora scopriamo che a Trento si arriva al 28%, in Emilia Romagna al 24% e in Lombardia al 22,6%, mentre in Basilicata e Campania al 12% e in Calabria all’11,7%. Per assurdo -badi bene- proprio dove la spesa sanitaria è fuori controllo, proprio lì meno si ricorre al generico, fonte assodata di risparmi.

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Da una parte leggi che molti no-stri ricercatori sono costretti ad

andare all’estero, perché in Italia non è facile fare ricerca. Dall’altra senti il presidente di Farmindustria che dichiara che non soltanto i no-stri impianti produttivi non temono confronti al mondo, ma che anche la nostra ricerca sta vivendo un nuo-vo Rinascimento (la prima terapia genica, per esempio, è nata proprio in Italia). È una orgogliosa valorizza-zione del proprio comparto produt-tivo o questo nuovo Rinascimento della ricerca farmacologica vede veramente l’Italia in pole position? Il dubbio viene, anche perché da tempo si parla di fuga di cervelli dall’Italia. Forse il problema va di-stinto tra ricerca privata e pubblica o, più in generale, tra ricerca farma-ceutica e ricerca scientifica. In ogni modo, per fare un po’ di chiarezza sullo stato dell’arte della ricerca in Italia -non soltanto farmaceutica- ci siamo rivolti alla professoressa Elena Cattaneo, neuroscienziata e senatrice a vita per i meriti acquisti proprio nella ricerca scientifica.

■ Qual è lo stato dell’arte della ricerca scientifica in Italia? Fare ricerca in Italia è faticoso, a vol-te sfiancante. I laboratori delle no-stre valide università sopravvivono in un deserto di risorse pubbliche. A fare la differenza e garantire conti-nuità alla ricerca scientifica italiana è la volontà di conoscenza dei singoli. E i risultati ci dicono chiaramente che questa volontà non manca. Il lavoro dei ricercatori italiani è stra-ordinario, se paragonato alle risorse quasi nulle che i governi da sempre offrono loro. Nonostante questo disconoscimento del valore dei loro studi -che a volte si trasforma in umiliazione per gli obiettivi cono-scitivi e applicativi che si perseguo-no- i nostri ricercatori continuano

ad avere idee e a mettersi in gioco sottoponendo i loro progetti all’e-stero per conquistare altrove i fon-di negati o frammentariamente e arbitrariamente distribuiti in patria, che permettono al Paese di restare competitivo. Dovremmo esserne maggiormente orgogliosi. Consiglio sempre ai giovani di credere nelle loro idee e lottare per garantirsi un futuro e mi auguro che ciò possa avvenire in Italia, ma sono le istitu-zioni a doverlo permettere. Prima che il premier Renzi si dimettesse, l’ex ministro all’Istruzione e ricerca Stefania Giannini si era impegnata a destinare alla ricerca di base un incredibile accantonamento accu-mulato in un conto infruttifero della Banca d’Italia. Parliamo di circa 430 milioni di euro dei cittadini formal-mente già destinati alla ricerca che, se immessi nel sistema, si caratte-rizzerebbero come il maggior inve-stimento pubblico in ricerca di base dell’ultimo decennio. Mi auguro che il nuovo governo possa garanti-re continuità a questo impegno.

■ Ritiene quindi che i finanzia-menti pubblici per la ricerca pubblica non siano adeguati?L’investimento è inadeguato e in-termittente. Pensiamo ai Prin, che sono i principali bandi competitivi del Miur per finanziare la ricerca pubblica universitaria in tutte le discipline, da quelle umanistiche a quelle scientifiche, che si tratti di matematica, biomedicina o geo-logia. Dopo due anni a zero euro, nel 2015 il fondo è stato finanziato con 92 milioni di euro per progetti triennali su tutte le discipline. Sono state presentate oltre 4mila richie-ste, tanta è la vitalità del nostro sistema ricerca. Di queste, il 96% sono state escluse dal finanziamen-to. I 92 milioni messi a disposizione sono stati divisi tra i 300 vincitori, e

LA SENATRICE A VITA

ELENA CATTANEO CI FA

IL PUNTO SULLO STATO

DELL’ARTE DEI PREGI

E DELLE DIFFICOLTÀ

DEI RICERCATORI IN ITALIA.

UN QUADRO PUNTUALE

E PRECISO, CHE MERITA

DI ESSERE MEDITATO.

LE SUE CRITICHE

AL PROGETTO HUMAN

TECHNOPOLE

E I SUOI STUDI

SULLA MALATTIA

DI HUNTINGTON

E SUL RUOLO

CHE VA RISERVATO

AI FARMACISTI

Intervento della senatrice a vita Elena Cattaneo, famosa ricercatriceINTERVISTA

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Ricerca scientifica:“ciliegina

senza torta”

Intervento della senatrice a vita Elena Cattaneo, famosa ricercatrice

anche i pochi che hanno vinto han-no ottenuto cifre talmente esigue da risultare irrisorie. Le valutazioni sono state più o meno dei terni al lotto, spesso i progetti hanno rice-vuto una sola valutazione, anche stringata, e molte di quelle che ho visto, inclusa la valutazione al pro-

getto che coordino e che è stato finanziato, recavano una dicitura che tagliava anche del 70% il bu-dget documentato che veniva pro-posto nei progetti, considerandolo eccessivo, senza però spiegare dove e come. Per alcuni progetti le cifre ottenute si sono ridotte a poche

decine di migliaia di euro all’anno, con cui si devono acquistare ma-teriali e pagare i ricercatori. Ormai per i molti che con fatica competo-no a livello europeo, si tratta della ricerca del minimo indispensabile a sopravvivere. In altri termini, la so-pravvivenza della ricerca pubblica si

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Ricerca scientifica: “CILIEGINA SENZA TORTA”

poggia su fondi che, in condizioni ordinarie, sarebbero un di più, una ciliegina su una torta i cui ingre-dienti dovrebbero essere assicurati con modalità trasparenti e compe-titive dallo Stato. Questa metafora della ciliegina senza torta, che ri-prendo dal servizio giornalistico Rai “La ricerca tradita” di Riccardo Ia-cona dello scorso settembre, è mol-to efficace per comprendere in che situazione ci troviamo. Il problema è che l’Università è anche respon-sabile della formazione dei giovani, che si formano molto bene, ma la loro crescita impone il coinvolgi-mento in progetti di ricerca.

■ Lei è intervenuta duramente sul progetto Human Technopo-le, perché?Poco più di un anno fa il governo ha annunciato, da un giorno all’al-tro, il progetto dello Human Tech-nopole (HT), nuovo centro di ricerca tecnologica a cui assicurava un fi-nanziamento di 100 milioni di euro all’anno. È incomprensibile come, nel panorama descritto, si sia potu-ta materializzare un’iniziativa simile in modo arbitrario e discriminato-rio, senza cioè che gli scienziati e gli studiosi in senso lato venissero consultati, e senza permettere ai la-boratori e ricercatori italiani o stra-nieri di competere per proporre una loro idea globale e particolare per quel progetto. HT, tra l’altro, non è stato inserito nel Piano nazionale della ricerca e non si capisce anco-ra come si integrerà con il sistema di ricerca nazionale. Un pessimo esempio di una politica che pen-sa di poter promuovere la scienza senza interpellarla, un modello del tutto sbagliato perché al di fuori delle regole del metodo scientifico. Perché il governo non ha permes-so, per esempio, al Cnr di proporre la sua visione di uno HT? Perché lo

ha impedito all’Università di Sassari, che è tra i numeri uno al mondo nel campo della genomica? Ma non c’è solo HT. Nelle leggi di bilancio leg-giamo di fondi distribuiti discrezio-nalmente a diversi enti. L’inadegua-tezza dei finanziamenti pubblici alla ricerca sta anche nel modo in cui le risorse, quando ci sono, vengono distribuite. La fiducia dei giovani in questi meccanismi è sotto le scarpe. Percepiscono che l’erogazione dei fondi dai quali dipende lo sviluppo delle loro idee è, in qualche modo, e certamente non per tutti, poco tra-sparente. Sanno che di questo mec-canismo sono parte anche studiosi in vari enti italiani. La corruzione del metodo scientifico ha sempre due componenti: chi eroga e chi riceve. Bisogna incoraggiare questi giovani a non entrare in questa palude, al-trimenti saranno costretti a restare in silenzio per sempre.

■ Qual è oggi il filone più pro-mettente per la ricerca?Alcuni direbbero le staminali, di fat-to ci sono conquiste italiane feno-menali con approdi terapeutici con-clamati, a cui sono giunti colleghi di una università pubblica, quella di Modena e Reggio Emilia, e di una università privata, il San Raffaele di Milano. Altri direbbero la medi-cina di precisione, che mira a rico-noscere nel nostro Dna quei tratti che possono essere indice di una maggiore o minore risposta a un farmaco e dire per chi una terapia non sarà efficace o potrebbe addi-rittura essere rischiosa. In generale, il filone più promettente è quello delle idee libere che si confrontano in modo competitivo.

■ Come la capillare rete delle farmacie potrebbe essere uti-le? C’è qualcosa che potrebbe fare?

Di fronte a una medicina che vede moltiplicare e raffinare le capacità di analisi e la personalizzazione del-le terapie, è essenziale che proprio le farmacie, spesso il primo luogo di espressione di preoccupazione e richiesta di consigli sulla salute da parte dei cittadini, siano in grado di strutturarsi per poter offrire l’a-scolto, il confronto e le informazio-ni scientificamente appropriate da dare al cittadino. L’esempio fornito dallo studio delle varianti individuali del Dna rappresenta una rivoluzio-ne anche culturale, cui tutti gli attori che orbitano nel mondo della medi-cina devono contribuire con compe-tenza, professionalità e rigore.

■ Lei è da tempo impegnata negli studi sulla malattia di Huntington, una patologia ge-netica ereditaria del sistema nervoso centrale, che conduce a disabilità e infermità cronica. Ce ne può descrivere le carat-teristiche? Come si manifesta e quali interventi richiede?Per rintracciare l’origine del gene che, se mutato, causa questa ter-ribile malattia neurodegenerativa ereditaria bisogna andare indietro nel tempo di ben ottocento milio-ni di anni. Lo troviamo, infatti, per la prima volta nel Dictyostelium, un’ameba che rappresenta il primo organismo pluricellulare comparso sulla terra. Il gene ha attraversato e accompagnato tutta l’evoluzione del sistema nervoso, lo ritroviamo anche nel riccio di mare, nell’an-fiosso, nel pesciolino zebra, nel topo e via via fino all’uomo. Questo gene contiene una tripletta di let-tere, C, A, G, vale a dire adenina, citosina, guanina. La differenza tra il gene “sano” e quello “mutato” sta nel numero di queste triplette: se ripetute più di 35 volte causano la malattia. Nel laboratorio che di-

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INTERVISTA

11n. 1/2 - 2017

Il chi è di Elena Cattaneo

Professore ordinario alla

Facoltà di Scienze biologi-

che dell’Università di Mila-

no, Elena Cattaneo dirige

il “Laboratorio di Biologia

delle Cellule Staminali e

Farmacologia delle Malattie

Neurodegenerative” del Di-

partimento di Bioscienze, ed è

cofondatore e direttore del centro

di ricerche sulle cellule staminali “Uni-

Stem”. Da oltre vent’anni il Laboratorio studia la malattia di Huntin-

gton con l’obiettivo di contribuire alla comprensione dei meccanismi

patogenici e allo sviluppo di strategie farmacologiche, geniche e cellu-

lari in grado di interferire con la malattia. La professoressa Cattaneo

è attualmente coordinatore di un nuovo consorzio europeo –Neuro-

stemcellrepair, 2013-2017– e di un network italiano per lo studio delle

staminali nell’Huntington finanziato dal Ministero dell’Università e

della Ricerca (2017-2020).

Ha ricevuto numerosi e importanti riconoscimenti ufficiali. Dal 2013

è senatrice a vita, nominata dal Presidente della Repubblica, Giorgio

Napolitano.

rigo all’Università di Milano studia-mo l’Huntington da oltre vent’anni. Tra i nostri obiettivi c’è anche quel-lo di capire perché queste triplette hanno resistito a una storia evoluti-va così lunga, arrivando fino a noi. La malattia danneggia i neuroni e compromette, in maniera progres-siva, le funzioni motorie e cogni-tive. Tra i sintomi c’è l’incapacità del controllo motorio, che assume un carattere convulsivo: da qui il nome Corea, dal greco choreia che vuol dire danza. È una malattia che comporta spesso anche solitudine e vergogna, proprio a causa dello stigma cui si accompagna. L’Hun-tington è poi una malattia eredita-ria, la probabilità che la mutazione passi da un genitore malato ai figli è del 50%. L’esordio avviene in-torno ai 40-50 anni e il decorso è lento ma progressivo e fatale dopo 16-20 anni di malattia. Non esiste una cura, ma sono disponibili trat-tamenti farmacologici in grado di contrastare alcuni sintomi. In Italia sono 6mila le persone colpite e si calcola che nel nostro Paese siano circa 20mila gli individui a rischio tra familiari e portatori del gene. In alcune zone del Sud America la ma-lattia è fino a mille volte più diffusa che in altre regioni.

■ L’Huntington’s days -iniziativa organizzata da Aich Milano On-lus- mira a portar luce su una patologia tanto grave quanto poco conosciuta. Perché è im-portante la divulgazione?L’informazione e l’ascolto sono fondamentali di fronte alle enormi difficoltà e al dolore che una simi-le malattia comportano. Servono a non far sentire soli i malati e le loro famiglie. Da parte nostra, non ci stancheremo mai di lavorare per trovare una risposta ai loro “per-ché” e dare delle speranze. Ma per avere risultati validi bisogna lavo-

rare a lungo, serve tempo e tanta sperimentazione. Oltre alla scienza, anche le istituzioni sono chiamate a prendere in carico le difficoltà e le istanze di questi cittadini. Le as-sociazioni fanno tantissimo in ter-mini di ascolto e mutuo soccorso, ma dove c’è sofferenza ci si aspetta che lo Stato sia presente. Iniziative come gli Huntington days, organiz-zati da due anni dall’associazione italiana Corea di Huntington Aich di Milano, rispondono a diversi bi-sogni. Innanzitutto informano sulla malattia e sui trattamenti, met-tendo in guardia dai ciarlatani che offrono soluzioni miracolose ma in realtà non valide, a fronte di esbor-

si economici. Ma gli Huntington days si connotano anche come un’occasione di incontro tra mala-ti, specialisti e rappresentanti delle istituzioni, in cui ci si confronta, si creano contatti, si scambiano espe-rienze, si offre e si cerca supporto. Infine, hanno l’ambizioso obiettivo di scuotere le istituzioni, mostrare una realtà spesso ignorata, mette-re sul tavolo le istanze dei malati e chiedere, con una voce che mi au-guro sempre più chiara e forte, so-stegno e assistenza. Dalla risposta del pubblico, capiamo bene come di occasioni per parlare di ricerca e assistenza, qualità della vita e diritti ci sia un gran bisogno. ■

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12 n. 1/2 - 2017

Un’Italia in buona salute

“L’ITALIA MOSTRA DATI MOLTO POSITIVI IN TERMINI DI STATO DI SALUTE” È LA PRIMA CONCLUSIONE DEL PROFES-SOR PATRIZIO ARMENI AL CONVEGNO OASI 2016 (Cergas, Università Bocconi di Milano) nell’intervento “La sanità italiana nel conte-sto internazionale”. Vediamo il perché analizzando alcuni tratti distintivi dell’Italia rispetto ad altre 5 nazioni importanti per popolazione e reddito.

In Italia si vive di piùL’aspettativa di vita degli italiani è di 82,7 anni, alla pari con la Spa-gna e leggermente superiore alla Francia. Gli inglesi si fermano a 81,2 anni, come la Germania. Ne-gli Usa si muore prima che nel no-stro Paese, dato che l’aspettativa è di 79,3 anni: da noi si vive media-mente 3,4 anni in più. Il primato di Italia e Spagna è stato raggiunto negli ultimi 25 anni aggiungendo 5,7/5,8 anni ai 77 anni del 1990, mentre negli Usa ai 75 anni del-lo stesso periodo si sono aggiunti solo 4,3 anni, il risultato peggiore tra i 6 Stati presi in considerazione. Anche la Francia, nostra vicina, ne-gli ultimi tre anni ha fatto progres-si abbastanza modesti (4,4 anni).

Morte prematura Basso rischioLa percentuale di rischio di mor-te delle persone dai 30 ai 70 anni

causata da malattie cardiovasco-lari, cancro, diabete e malattie re-spiratorie in Italia (9,8%) è la più bassa nel gruppo di sei Paesi che stiamo esaminando. Nel Regno Unito, uno degli Stati molto spes-so citati per l’efficienza del sistema sanitario, la situazione è netta-mente peggiore della nostra, con una percentuale di rischio doppia.

Spesa privata troppo altaIn Italia circa un quarto della spesa sanitaria è sopportata dai cittadi-ni. Siamo nettamente al di sopra del Regno Unito e su valori meno distanti dalla Francia e dalla Ger-mania, mentre siamo inferiori alla Spagna e soprattutto agli Usa, dove poco più della metà degli americani si cura a spese proprie. In Italia le ultime ricerche effet-tuate dal Censis (cfr. Welfare Day, ricerca Censis-Rbm Assicurazione Salute) sottolineano, negli ultimi anni, un crescente ricorso dei cit-

IL NOSTRO PAESE

È PER MOLTI PARAMETRI

PIÙ VIRTUOSO

E PIÙ SANO DEGLI

STATI INDUSTRIALIZZATI

COMPARABILI,

A COMINCIARE DALLA

MAGGIORE ASPETTATIVA

DI VITA DEI CITTADINI.

TRA I PUNTI CRITICI,

L’ELEVATO LIVELLO

DELLA SPESA SANITARIA

PRIVATA, CHE AMMONTA

A UN QUARTO DEL TOTALE

di Barnaba Grigis

Sanità italiana a confronto con quella degli Usa e dei maggiori Paesi UeFOCUS

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13n. 1/2 - 2017

Sanità italiana a confronto con quella degli Usa e dei maggiori Paesi Ue

Risultati raccolta fondi per venditore

PARTECIPANTE UNITÀ VENDUTE

Spagna 82,8

Italia 82,7

Francia 82,4

UK 81,2

Germania 81,0

USA 79,3

Anni di aspettativa di vita dalla nascita

79,0

80,0

81,0

82,0

83,0

Spagna Italia Francia UK Germania USA

79,379,3

81,081,282,482,782,8

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Risultati raccolta fondi per venditore

PARTECIPANTE UNITÀ VENDUTE

UK 18,9

USA 14,2

Germania 12,3

Francia 11,4

Spagna 10,8

Italia 9,8

% rischio di morte prematura

0,0

4,8

9,5

14,3

19,0

UK USA Germania Francia Spagna Italia

9,810,811,412,314,218,9

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14 n. 1/2 - 2017

Un’Italia IN BUONA SALUTE

tadini italiani alla spesa privata”, tenuto conto che sono anni di ri-definizione profonda dei bilanci familiari, con decurtazioni delle spese”.

Chi rinuncia alle cureUna delle conseguenze maggiori dell’aumento della spesa privata è la rinuncia alle cure. L’Italia ha la percentuale più elevata tra le cinque nazioni europee considera-te: era il 6,4% nel 2012, è salita all’8% nel 2013, è leggermente discesa al 7,8% nel 2014. Nel Re-gno Unito, invece, la percentuale è decisamente più bassa, ma in crescita dal 2012. L’incremento si nota pure in Germania e in Fran-cia. Al contrario va in Spagna: dal

6,7% del 2013 è scesa al 5,4% del 2014. “Si rinuncia alle cure perché trop-po care”, affermano quattro quinti di coloro che si astengono. In Italia il Censis chiarisce che la crescita del ricorso al privato è ascrivibile principalmente alla lunghezza del-le liste di attesa delle organizzazio-ni pubbliche. Chi può velocizzare la prestazione, sceglie l’organizza-zione privata o l’intramoenia; per gli altri, i più poveri, “il dato rile-vante è che cresce ulteriormente il numero di italiani che ha dovuto rinunciare o rinviare prestazioni sa-nitarie nell’ultimo anno”.

Spesa sanitaria pro capiteIn Italia la spesa sanitaria pubblica

e privata in termini reali è diminu-ita dal 2011 al 2014. L’Oecd (Or-ganization for economic co-opera-tion and development, in italiano Ocse) ce lo dimostra con le varia-zioni negative annuali compara-te con quelle della crescita della media Ocse, che potete verificare nelle tabelle che pubblichiamo in queste pagine. Sono diverse le cause della con-trazione della spesa sanitaria pro capite in Italia. Una di queste è la spesa farmaceutica. La quota di farmaci generici dal 2000 al 2014 è quadruplicata, contribuendo alla riduzione dei prezzi e della spesa. Inoltre, sempre secondo l’Ocse, la spesa farmaceutica pubblica in Ita-lia è relativamente bassa rispetto agli altri Paesi Ocse ad alto reddito.

Risultati raccolta fondi per venditore

PARTECIPANTE UNITÀ VENDUTE

USA 51,7

Spagna 29,1

Italia 24,4

Germania 23,0

Francia 21,8

UK 16,8

Spesa Privata

0,0

15,0

30,0

45,0

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USA Spagna Italia Germania Francia UK

16,821,823,024,429,1

51,7

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Risultati raccolta fondi per venditore

PARTECIPANTE UNITÀ VENDUTE

Italia 7,8

Germania 6,4

Francia 6,3

Spagna 5,4

UK 4,1

% di persone che rinunciano alle cure

0,0

2,0

4,0

6,0

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Italia Germania Francia Spagna UK

4,15,46,36,4

7,8

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17n. 1/2 - 2017

Da dati Cergas risulta che, con 6,7 litri di alcol per persona con-sumato mediamente in un anno, siamo più sobri delle altre cinque nazioni. In Francia se ne consumano 12,2 litri per persona, in Ger-mania, Regno Unito e Spagna siamo intorno agli 11-12 litri. In Usa, con 9,2 litri a testa, si dà la preferenza alle bevande zuccherate, che si dice siano una delle cause dell’obesità. Circa un terzo (35%) della popolazione americana con oltre 20 anni e indice di massa corporea maggiore o uguale a 30 è obesa. In Italia la percentuale scende al 23,7%, superiore alla Germania (22,7%), ma inferiore a Francia (25,8%), Spagna (26,5%) e Regno Unito (29,8%). L’obesità cresce negli ultimi tempi, mentre sono abbastanza stabili i consumi di alcol e tabacco. Nei consumi di quest’ultimo non possiamo dire di essere i più virtuo-si. Il 24,3% degli Italiani fuma, migliore è il dato degli Usa (18,1%) e del Regno Unito (20,3%), peggiori quelli di Germania (30,7%), Spa-gna (30,3%) e Francia (28,1%).Abbiamo qualche pecca: per esempio, un consumo di antibiotici molto elevato (29,1 DDD, dose definita giornaliera, pc), mentre In Germania si arriva a circa la metà 14,6 DDD pc; o il numero di parti cesarei elevato (35,7% dei nati vivi); il valore stimato appropriato è pari al 10-15%.

Italiani più sobriAmericani più grassi

Variazione % della spesa sanitaria in Italia e nell’Ocse

Fonte: nostra elaborazione su dati Ocse “Uno sguardo sulla sanità 2015”

Se noi analizziamo i dati della spe-sa sanitaria globale dal 2000 al 2014 delle nostre cinque nazioni, notiamo che siamo a livelli di svi-luppo decisamente più bassi. Nel periodo considerato, in Italia l’incremento è stato del 16%, il più basso di tutte le altre, mentre il più elevato lo abbiamo avuto in Germania col 63%. In quest’ulti-ma nazione, nel 2015, ogni citta-dino costava allo Stato o spendeva di tasca propria per la salute me-diamente 4.003 euro, mentre in Italia siamo a poco più della metà con 2.476 euro.

ConclusioniSecondo il professor Patrizio Ar-meni, l’Italia è “un Paese parsimo-nioso e ha svolto un lavoro di con-tenimento delle spese efficace”. Abbiamo quindi un’ottima piatta-forma su cui costruire il futuro non solo colmando le lacune del passa-to, ma con la possibilità di investire su basi solide in un sistema di cura che assicuri, a tutti i pazienti, l’in-novazione farmacologica, diagno-stica e dei servizi sanitari.

Conclude quindi il professor Ar-meni, con una nota di convinto ottimismo: “Abbiamo oggi l’op-

portunità di cambiare marcia, di andare oltre la gestione di puro contenimento”. n

FOCUS

Risultati raccolta fondi per venditore

PARTECIPANTE OCSE ITALIA

Anno 2014 1,3% -0,4%

Anno 2013 0,9% -3,5%

Anno 2012 0,8% -3,0%

Anno 2011 0,6% -0,9%

Gli istogrammi, i grafici a barre, e grafici a torta mettono a confronto i valori di una singola categoria, come il numero di prodotti venduti da un singolo addetto alle vendite. I grafici a torta mostrano i valori di ogni categoria come percentuale di un totale.

Anno 2014

Anno 2013

Anno 2012

Anno 2011

-4,0% -3,0% -2,0% -1,0% 0,0% 1,0% 2,0%

-0,9%

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0,6%

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Ocseitalia

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Il nuovo anno porta la Galenica alla ribalta. Infatti, se da un lato non

ci si aspettava il raggelante Decre-to del ministro della Salute (che ha suscitato nette prese di posizioni contrarie della categoria), nel quale s’individuano decine di principi at-tivi per preparazioni galeniche che non si potrebbero più allestire in far-macia, dall’altra introduce in Italia, nelle forme consentite dalla Legge, la possibilità di allestire preparazioni galeniche di Cannabis. La farmacia viene così coinvolta a pieno titolo perché, nelle forme previste dalle leggi regionali in via di attuazione, sarà il luogo nel quale verrà dispen-sata la Cannabis per uso medico. Per fare il punto sulla normativa e sulle modalità di preparazione e dispensazione della Cannabis ab-biamo interpellato la professoressa Paola Brusa, docente del Diparti-mento di Scienza e Tecnologia del farmaco all’Università di Torino.

■ Qual è il riferimento legi-slativo che ha dato il via alla possibilità della produzione e vendita della Cannabis per uso medico in Italia?A livello nazionale, il Decreto mini-steriale del 9 novembre 2015 ne ha definito, tra l’altro, gli usi medici, le vie di somministrazione e le for-me farmaceutiche. In Piemonte poi vige, dal giugno 2015, una legge

regionale, mentre nel resto della penisola hanno legiferato in tutto 13 Regioni, ma solo 4 a oggi, dopo il succitato Dm, hanno regolamen-tato la distribuzione e la prescrizio-ne, ognuna con modalità differenti. Durante il convegno piemontese del 17 dicembre, in occasione dell’an-nuncio da parte del Ministero della commercializzazione del prodotto FM2 da parte dello Stabilimento Chimico farmaceutico militare di Firenze (Scfm), l’assessore regionale alla Sanità, Antonio Saitta, ha co-municato che “la Regione Piemonte estenderà a breve a tutte le farma-cie territoriali la distribuzione di can-nabis ad uso medico, come previsto dalla Legge regionale 11 del 2015, mentre fino a oggi avviene in via sperimentale solo attraverso le far-macie ospedaliere”.

■ Quali sono le patologie per le quali è autorizzato l’utilizzo della Cannabis? La Cannabis è un trattamento che viene riservato a quei pazienti che non hanno ottenuto risultati con i protocolli standard, ovvero quando le terapie usuali danno effetti colla-terali e non sono tollerate. In parti-colare, gli impieghi della Cannabis riguardano sei indicazioni terapeu-tiche, indicate più correttamente dal Ministero con il termine “usi medici”, poiché non vi è letteratu-

Cannabis in farmacia

Le regole da seguire per allestire e gestire i magistrali a base di Cannabis

RICONOSCIUTO

UN IMPORTANTE

RUOLO AL FARMACISTA

NELL’ALLESTIMENTO

DI PREPARAZIONI

GALENICHE A BASE

DI CANNABIS.

LA PROFESSORESSA

PAOLA BRUSA

FA IL PUNTO

SULLA NORMATIVA

E SULLE MODALITÀ

CHE IL FARMACISTA

DOVRÀ SEGUIRE

NEL PREPARARE

E DISPENSARE QUESTI

NUOVI GALENICI

MAGISTRALI

di Claudio Distefano

18 n. 1/2 - 2017

GALENICA

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Le regole da seguire per allestire e gestire i magistrali a base di Cannabis

19n. 1/2 - 2017

ra scientifica sufficiente per poter parlare di indicazioni terapeutiche. Eccole:1) l’analgesia in patologie che im-

plicano spasticità associata a do-lore (sclerosi multipla, lesioni del midollo spinale);

2) l’analgesia nel dolore cronico (con particolare riferimento al dolore neurogeno);

3) l’effetto anticinetosico e antie-metico nella nausea e vomito, causati da chemioterapia, radio-terapia, terapie per HIV;

4) l’effetto stimolante dell’appetito nella cachessia, anoressia, perdi-ta dell’appetito in pazienti onco-logici o affetti da Aids e nell’ano-ressia nervosa;

5) l’effetto ipotensivo nel glauco-ma;

6) la riduzione dei movimenti invo-lontari del corpo e facciali nella sindrome di Gilles de la Tourette.

Per i suddetti usi medici le Regioni

possono deliberare la rimborsabilità a carico del Ssn. L’assessore Anto-nio Saitta, nella sua veste di coor-dinatore nazionale della Commis-sione Salute nella Conferenza Stato Regioni, in occasione del convegno sulla Cannabis (organizzato dall’Or-dine dei farmacisti della provincia di Torino, in collaborazione con l’Ordine dei medici, l’Università di Torino e la Regione Piemonte), ha testualmente dichiarato: “Riten-go tuttavia che su questi temi sia sempre più necessario rafforzare il ruolo dello Stato. Lo dico come assessore e come coordinatore na-zionale: non possiamo assistere a un’Italia a due velocità, con alcune Regioni che fanno una legge e altre no. Serve una legislazione nazio-nale chiara, esattamente come per i vaccini. Il federalismo sulla Can-nabis non ha senso”. Certo, resta valida la discrezionalità del medi-co curante nella prescrizione della

Cannabis per altri usi medici, il cui costo in questo caso però è a totale carico del paziente, ma l’assessore Saitta ha ulteriormente sottolinea-to “Quanto emerso dal convegno conferma la bontà della scelta che abbiamo adottato, quella di limita-re a sei aree di patologie l’utilizzo della Cannabis terapeutica, senza fughe in avanti. Gli studi scientifici, infatti, non sono sempre coinciden-ti. Anche per questo come Regione daremo un contributo per rafforza-re le evidenze scientifiche a livello nazionale, con l’obiettivo di miglio-rare la conoscenza degli effetti del-le terapie”.

■ Per la farmacia, quali saran-no le modalità di richiesta del-la Cannabis e la gestione am-ministrativa della sostanza?La procedura prevede che la far-macia richieda la sostanza allo Sta-bilimento Chimico farmaceutico

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20 n. 1/2 - 2017

CANNABIS in farmacia

militare di Firenze, che ha avviato la produzione dei primi lotti di so-stanza attiva a base di cannabis, denominata Cannabis FM-2, co-stituita da infiorescenze essiccate e triturate, contenenti percentuali di THC compresa tra il 5 e l’8% e di Cannabidiolo /CBD) tra il 7,5 e il 12%. Inoltre, come ricordato dal colonnello Antonio Medica, il Scfm sta mettendo a punto “un’altra va-rietà di cannabis, che contiene solo THC in elevata concentrazione. Ci sono poi richieste anche per un pro-dotto che contenga solo CBD per sperimentarlo sull’epilessia pediatri-ca”. È previsto che la distribuzione alle farmacie avvenga sotto la re-sponsabilità dello Scfm, a un prez-zo di 6.88 al grammo, Iva esclusa. I flaconi disponibili contengono 5 g, per un costo totale di euro 34.40 + Iva, ovvero euro 37.84 + spese di spedizione. La farmacia potrà richie-dere la sostanza attiva vegetale me-diante il modello di buono acquisto stupefacenti, nel quale dovrà citare la prescrizione medica, che può es-sere una ricetta medica non ripeti-bile o Ssn, secondo le modalità di rimborsabilità previste dalle singole Regioni. La sostanza appartiene

Paola Brusa, docente del Dipartimento di Scienza e Tecnologia del Farmaco

all’Università di Torino

Piemonte, dopo il Dm del novem-bre 2015, abbiamo avuto un nume-ro di prescrizioni triplicato. I numeri di pazienti sono, comunque sia, bassi, anche perché non si tratta di terapia di prima scelta, bensì di un trattamento sintomatico nel caso di fallimento della terapia principale o a causa di comparsa di ADR. Secon-do il Ministero, “sarà quindi neces-sario, dopo un tempo adeguato di uso della Cannabis per le patologie indicate, riconsiderare gli impieghi suddetti alla luce di trials clinici che in maniera rigorosa evidenzino su un numero significativo di soggetti trattati la reale efficacia della Can-nabis ad uso medico”. In tal senso le Regioni forniranno all’Istituto su-periore di Sanità annualmente i dati dei pazienti trattati con preparazio-ni magistrali a base di Cannabis, così come è stato attivato il sistema di fitosorveglianza per cui il moni-toraggio della sicurezza sarà effet-tuato attraverso la raccolta delle segnalazioni di sospette reazioni avverse, per le quali gli operatori sanitari dovranno fornire tempesti-va comunicazione all’Iss attraverso la scheda di segnalazione ad hoc predisposta.In conclusione, riteniamo che la nuova opportunità terapeutica rap-presenti un giusto beneficio verso pazienti affetti da patologie speci-fiche che non hanno reali vantaggi da altri trattamenti e rappresenti un giusto atto di civiltà. Al farmacista poi viene riconosciuta la specificità dell’atto professionale di prepara-tore galenico e responsabile della dispensazione del medicinale al pa-ziente. Ciò rappresenta una buona notizia, se rapportata alla sempre difficile operazione di percezione del valore del nostro lavoro e spe-riamo sia di buon viatico per le tan-te problematiche che andremo ad affrontare nell’anno in corso. ■

alla Tabella medicinali della sezio-ne B, e ne dovrà essere registrata la movimentazione nel registro di entrata/uscita stupefacenti, secon-do quantità espressa in grammi. La gestione degli scaduti verrà trattata come tutti gli stupefacenti delle se-zioni A, B e C. Per quanto riguarda la rimborsabilità da parte del Ssn, dipenderà dalle singole Regioni (in Piemonte potremmo optare per un sistema tipo Dpc). A breve la sostan-za verrà inserita nella Tariffa nazio-nale dei medicinali, per cui non sarà necessario per la tariffazione rifarsi al prezzo di acquisto della sostanza.

■ Che tipo di preparazione ga-lenica è prevista?Il farmacista allestisce in farmacia, in osservanza delle norme di buo-na preparazione, la preparazione magistrale, che comporta la riparti-zione della sostanza attiva secondo la posologia e le modalità di assun-zione indicate dal medico prescrit-tore. A oggi il Ministero cita le co-siddette cartine, che serviranno per fare decotti o inalazioni, mediante l’uso di uno specifico vaporizzato-re. Si sconsiglia il cosiddetto olio, per la cui preparazione oggi non esiste un metodo validato. Il Mini-stero, inoltre, specifica che al fine di dimostrare la liceità del posses-so della preparazione magistrale a base di Cannabis, copia della ricetta timbrata e firmata dal farmacista all’atto della dispensazione deve es-sere consegnata al paziente, o alla persona che ritira la preparazione magistrale.

■ Esistono esperienze che permettono di avere dei dati qualitativi sull’efficacia delle prescrizioni e quantitativi di consumo?Il Ministero ha i dati nazionali di consumo divisi per Regione. Noi in

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I prodotti oftalmici di libera vendita registrano un trend positivo. Analizziamolo

QUANDO SI TRATTA DI PRENDERSI CURA DEGLI OCCHI, PUR A FRONTE DI DISTURBI MINORI E CON PRODOTTI DI LIBERA VENDITA, GLI ITALIANI NON HANNO DUBBI: LA RISPOSTA SI CERCA E SI TROVA IN FARMACIA. I prodotti oftalmici senza obbligo di prescrizione maturano, infatti, il 93% dei valori in questo canale, seguito dalla parafarmacia al 5% e dai corner della Grande distribuzione organizza-ta al 2%. Quindi, questo è un mercato dove la farmacia gioca alla grande.

Vediamo, in ogni caso, di dare dei dati per comprendere le dimensioni di questa buona performance. Da gennaio a ottobre 2016 il mercato ha fatturato in farmacia 314 milio-ni di euro, con l’erogazione di circa 23 milioni di confezioni. L’evoluzio-ne è stata molto promettente con una crescita del 4,5% delle vendite in valori. I segmenti più importanti risultano essere le lacrime artifi-ciali e gli integratori per i distur-bi oculari, che rappresentano circa il 66% e hanno registrato un trend ancora più positivo, superiore al 5%, rispetto ai pri-mi dieci mesi del 2015.Crescono a valori soprattutto i prodotti notificati (sostanzial-mente device, come le lacrime artificiali, e gli integratori), men-tre i farmaci di autocura risulta-no, invece, in controtendenza (-6%). Ottimo poi l’andamento dei preparati oftalmici omeo-patici, che pur rappresentando soltanto il 4% del mercato han-no registrato un aumento dei fatturati addirittura a doppia

cifra (21%).In generale, possiamo rilevare che la domanda dei prodotti oftalmici è in incremento, anche se meno mar-cato rispetto alla crescita in valori (1,3%). In particolare, scendendo a un’analisi dei diversi segmenti, sono le lacrime artificiali a registra-re un buon trend in crescita (quasi del 3%), grazie anche alla sensibi-

CON IL 93% DEL TOTALE

MERCATO LA FARMACIA

NON TEME COMPETIZIONE

IN AMBITO OFTALMICO.

E COSÌ ANCHE I PRODOTTI

DI LIBERA VENDITA

REGISTRANO BUONI

TREND, SIA IN TERMINI

DI VALORE,

SIA DI QUANTITÀ.

VEDIAMO L’ANDAMENTO

DEI DIVERSI SEGMENTI

E IL PESO CHE ANCHE

QUI VA RISERVATO

ALL’INNOVAZIONE.

ATTENZIONE ANCHE

ALLE INDICAZIONI

DEGLI SPECIALISTI

di Laura Gatti - QuintilesIMS

Cura degli occhi?Vai in farmacia

MERCATO

Risultati raccolta fondi per venditore

PARTECIPANTE UNITÀ VENDUTE

Farmacie 93

Parafarmacie 5

Corner Gdo 2

Oftalmici di libera vendita(quota a valori per canali)

Corner Gdo 2%

Parafarmacie 5%

Farmacie 93%

!1

Oftalmici di libera vendita(quota a valori per canali)

22 n. 1/2 - 2017

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I prodotti oftalmici di libera vendita registrano un trend positivo. Analizziamolo

FarmaciaFatturato

2016% % *

Tot. oftalmici

di libera vendita313.919.652 100 % 4,5 %

Lacrime artificiali

e lubrif. oculari137.598.167 43,8 % 5,2 %

Vitamine/Integratori oft. 70.109.926 22,3 % 5,1 %

Decongestionanti

Antinfiammatori oft.46.782.450 14,9 % 1,8 %

Antiallergici oftalmici 30.149.485 9,6 % 0

Altri prodotti oftalmici 23.689.357 7,5 % 12,1 %

Antinfettivi oftalmici 5.590.267 1,8 % -2,1 %

* Percentuale di incremento rispetto ai primi 10 mesi (gennaio - ottobre) del 2015

FarmaciaFatturato

2016% % *

Tot. oftalmici

di libera vendita22.983.300 100 % 1,3 %

Lacrime artificiali

e lubrif. oculari9.077.736 39,5 % 2,8 %

Vitamine/Integratori oft. 5.707.729 24,8 % -2,7 %

Decongestionanti

Antinfiammatori oft.3.265.283 14,2 % 4,1 %

Antiallergici oftalmici 2.769.051 12 % -2 %

Altri prodotti oftalmici 1.733.451 7,5 % 11,5 %

Antinfettivi oftalmici 430.050 1,9 % -7,9 %

* Percentuale di incremento rispetto ai primi 10 mesi (gennaio - ottobre) del 2015

lizzazione sul tema manifestata da parte dei medici specialisti. Molto positiva è anche la performance degli integratori specifici, che su-perano il 4% d’incremento.

Largo alle novitàCome in tutti i segmenti Otc, ca-ratterizzati da integratori e device, l’innovazione genera la crescita. Diventa allora importante conside-rare qual è l’andamento dei nuovi prodotti rispetto a quelli datati, an-che in un ambito così specialistico come quello dei prodotti oftalmici. I dati ci confermano che i prodotti maturi (> 24 mesi) perdono terre-no e lasciano maggior spazio alle novità (13,6% del totale a valori), che nei primi dieci mesi dell’anno hanno creato 28 milioni di nuovo business, il doppio cioè di quanto è stato perso dai prodotti più vecchi. Interessante anche verificare che le referenze lanciate negli ultimi dodi-ci mesi (estensioni di linea e nuovi prodotti) sono state ottantuno, in un mercato peraltro molto affollato (1.170 referenze), ma dove il 45% delle confezioni non raggiunge i mille euro medi di fatturato men-sile. Una ventina di aziende crea-no, infatti, l’80% del mercato, ma il segmento è molto polverizzato,

Font

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e 20

16

I diversi segmenti a valore

I diversi segmenti a volume

Risultati raccolta fondi per venditore

PARTECIPANTE UNITÀ VENDUTE

Sofia 0

2015 300,4

2016 313,9

Daniele 0

Il contributo dell’innovazione(crescita in valori per confezioni e classi di età)

0

100

200

300

400

Sofia 2015 2016 Daniele

0

313,9300,4

0

Grafico a torta

51% 49%

Sofia20152016Daniele

Gli istogrammi, i grafici a barre, e grafici a torta mettono a confronto i valori di una singola categoria, come il numero di prodotti venduti da un singolo addetto alle vendite. I grafici a torta mostrano i valori di ogni categoria come percentuale di un totale.

"1

Risultati raccolta fondi per venditore

PARTECIPANTE UNITÀ VENDUTE

Prodotti maturi -15

0-12 mesi 7,7

13-24 mesi 20,5

Gli istogrammi, i grafici a barre, e grafici a torta mettono a confronto i valori di una singola categoria, come il numero di prodotti venduti da un singolo addetto alle vendite. I grafici a torta mostrano i valori di ogni categoria come percentuale di un totale.

Unità vendute

-20 -10 0 10 20 30

Prodotti maturi 0-12 mesi 13-24 mesi

"1

Il contributo dell’innovazione (crescita in valori per confezioni e classi di età)

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CURA DEGLI OCCHI? Vai in farmacia

con 200 realtà che non raggiungo-no i centomila euro di giro d’affari.Se consideriamo poi la presenza in questo comparto di tanti operato-ri, diventa allora importante per il titolare della farmacia individuare i partner più importanti nei vari segmenti, per rispondere adegua-tamente alla fiducia dei pazienti consumatori. L’area delle lacrime artificiali è certamente la più com-petitiva: i tre player principali con-centrano poco più del 32% del mercato, mentre è più concentrato il settore degli integratori (47%) e quello dei decongestionanti (61%).

Integratori e deviceConsideriamo, infine, un ultimo aspetto: la scelta di un integratore o di uno specifico device è sem-pre più frequentemente mediata da una indicazione medica. Con l’esclusione di patologie come il glaucoma, o gravi infezioni batte-riche o virali, per molti disturbi agli occhi l’oculista ricorre frequente-

La classifica delle aziende top(prime 3 aziende per classi di prodotto)

Lacrime artificiali

Integratori oftalmici

Decongestionanti

2

Alcon

1

Allergan3

Sooft

2

Sifi

1

Sooft3

Bioos

2

Boiron

1

Recordati3

Montefarmaco

mente a terapie che non ven-gono classificate come farmaci. È il caso dei prodotti consigliati in presenza o in prevenzione di degenerazione maculare, per la neuroprotezione del nervo otti-co, del vitreo o della retina; cir-ca il 34% delle prescrizioni de-gli oculisti non riguarda farmaci etici registrati, ma piuttosto integratori notificati, lacrime artificiali, e così via.

È questo un aspetto importante, che deve essere soppesato. Proprio in considerazione di questa dina-mica, è ancora più importante che il farmacista si tenga informato e aggiornato sugli sviluppi riguar-danti questo nuovo armamenta-rio terapeutico e, di conseguenza, sappia integrarsi con gli altri pro-fessionisti della salute, in modo da offrire al paziente un’assistenza a tutto tondo. n

Risultati raccolta fondi per venditore

PARTECIPANTE UNITÀ VENDUTE

Farmaci Etici 62

Farmaci autocura 4

Integratori oftalmici

13

Altri prodotti 21

Altri prodotti 21%

Integratori oftalmici 13%

Farmaci autocura 4%

Farmaci Etici 62%

Gli istogrammi, i grafici a barre, e grafici a torta mettono a confronto i valori di una singola categoria, come il numero di prodotti venduti da un singolo addetto alle vendite. I grafici a torta mostrano i valori di ogni categoria come percentuale di un totale.

"1

Quanto pesail consiglio del medico

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29n. 1/2 - 2017

Ritornare all’essenza

“Back to basics”

MOLTE FARMACIE

SPERANO

IN UN ANNO MIGLIORE,

MA I CAMBIAMENTI

SONO IL RISULTATO

DI UN METODO APPLICATO

GIORNO DOPO GIORNO.

UN EXCURSUS

SUI FONDAMENTALI

DA NON TRASCURARE

NEL 2017

di Nicola Posaamministratore delegato

di Shackleton Group

In primo luogo analizziamo bre-vemente lo stato dell’arte, ovvero una realtà in cui si sente molto parlare dell’importanza di investire sempre di più nella comunicazione social, spostando l’at-tenzione su qualcosa che non abbiamo, che non facciamo, o che non sappiamo ancora fare. Poi c’è la realtà dell’e-commer-ce e dei colossi della vendita on line che si inventano ogni gior-no una nuova “app”, una piattaforma o un sistema intelligente per andare incontro a esigenze che il consumatore stesso non sa di avere. Volete un esempio? Guardate

Amazon, leader della vendita on line il cui motto è “Vendere tut-to, a tutti, in tutto il mondo”. Sapete che cosa si è inventato per l’anno che verrà? Ha dato vita ad

Amazon Go, un pun-to vendita fisico, ora in fase di sperimen-tazione, dove l’utente entra, prende quello che gli serve acqui-standolo con l’ausilio del suo smartphone e di un account, quindi con una rapida intera-zione, e poi esce sen-za fare la fila.Se appartenete a co-

loro i quali sono spaventati dalle innovazioni del mondo retail, il mio suggerimento è quello di non lasciarvi prendere dalla paura -sen-

LE FASI DI PASSAGGIO NON SONO MAI FACILI PER NESSUNO, IN QUANTO PORTANO CON SÉ MOLTI INTERROGATIVI. E la tran-sizione da un anno all’altro, con l’analisi dei dati e la chiusura del bilancio, crea spesso una certa “ansia da prestazione”. E allora ecco che sentiamo chilometri di buoni propositi, dalla vita personale a quella professionale, dai sentimenti alla salute. Ma le domande possono anche avere un grande potenziale, se sono gestite a dovere, ed è per questo che è importante porsele nel modo corretto. Tutti, per esempio, sperano in un anno migliore di quello che è passato, ma raramente vedo strategie convincenti per otte-nere risultati concreti. Proprio da qui vorrei ripartire, rivolgendomi ai titolari delle farmacie che “sperano” nell’anno che verrà.

PROFESSIONE

CRESCERE

non solo un obiettivo

legato ai tempi di crisi,

ma un imperativo

di qualsiasi impresa

attiva sul mercato

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30 n. 1/2 - 2017

Ritornare all’ESSENZA

timento sul quale non si può co-struire nessuna strategia commer-ciale- ma di essere semmai reattivi verso i principi che guidano queste realtà fortemente innovative. I va-lori che possono ispirare tanto una piccola farmacia di provincia quan-to Amazon, dichiarati dal suo vice presidente Diego Piacentini, sono i seguenti:

• IL CORAGGIO DI ESSERE INCOMPRESI

• SAPER PRENDERE DECISIONI DI LUNGO PERIODO

• CAMBIARE IDEA• PASSIONE PER L’INVENZIONE

Siete soliti impostare strategie a lungo termine, o come fanno in molti, vi fermate al dato trimestra-le? Cambiate spesso idea, o resta-te fissi su una decisione, anche se non porta risultati? Siete focalizzati sull’eccellenza, sulla novità o man-tenete le posizioni, come foste in

una trincea? Dopo esservi accertati che la visio-ne sia quella giusta, ovvero non quella impostata sulla paura e sulla mancanza, bensì su una strategia di lungo periodo volta all’innova-zione, al coraggio di osare e alla flessibilità, passiamo alle modalità operative, al COME.

Migliorare i risultati Il primo suggerimento è tanto semplice quanto importante. Alle farmacie che non sanno come sarà l’anno che verrà, suggerisco di la-vorare sui particolari, perché sono proprio i dettagli a fare la differen-za. E vado oltre: bisogna ritornare a lavorare sui fondamentali della farmacia, che sono comunicazio-ne, scaffale e consiglio. In poche parole, concentrarsi su ciò che co-noscete, che sapete fare, ma che potreste fare molto meglio e con

risultati decisamente migliori: in pratica il know how della farmacia. So per certo che siete molto im-pegnati a dare la giusta visibilità ai marchi che esponete negli scaffali, in base alle vostre scelte di assorti-mento e alle richieste del territorio. Ma siete sicuri che state dando la giusta visibilità anche alla farma-cia? In sostanza, state comunican-do i vostri valori, la vostra missione, la vostra specializzazione e quindi chi siete e perché fate questa pro-fessione? Se manca soltanto uno di questi aspetti significa che la vostra co-municazione potrebbe non essere efficace, e allora state trascurando un fondamentale, impedendovi di raggiungere quelli che sono gli obiettivi di una buona comunica-zione in farmacia, ossia curare la propria immagine e aumentare gli ingressi. Vi suggerisco, quindi, di andare a lavorare sulla trasmissione dei va-

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31n. 1/2 - 2017

lori alla clientela, dell’eventuale specializzazione che vi distingue dai concorrenti e infine di fare marketing, e per questo intendo applicare una strategia che sappia produrre risultati soddisfacenti su una clientela soddisfatta. Naturalmente, se il primo marchio da promuovere è il vostro, subito dopo arrivano gli altri, che sono in bella mostra su scaffali troppo spesso strapieni e confusi. Devo essere sincero, sono abbastanza triste nel fare progetti da 15 anni e continuare a vedere scaffali di farmacia trascurati e poco accat-tivanti. Eccoci di fronte a un altro fondamentale, la cui gestione ha due obiettivi principali: ridurre le referenze e aumentarne la ro-tazione.

L’importanza dello scaffaleE poi ce n’è un terzo: ottenere uno scaffale parlante, che comunichi al cliente ciò che voi avete seleziona-to per lui. Fare delle scelte diventa quindi strategico e il mio consiglio, in questo caso, è di diminuire per avere scaffali lineari e puliti, aiu-tandosi con reglette e qualche pro-mozione. Uno scaffale così conce-pito potrà anche aiutare la vostra squadra, che una volta di fronte ad esso saprà cosa con-sigliare e perché, otti-mizzando la strategia unitaria che avrete impostato per au-mentare lo scontrino medio. Dal momento che, come riscontro da anni, questo è un aspetto molto trascu-rato dalle farmacie, mi spingo fino a pro-porvi di creare una sorta di manuale di formazione dello

scaffale, rendendo più “scientifico” e razionale questo pre-zioso compito.La “formazione” è un’altra parola chiave che ci por-ta direttamente alle competenze del team di lavoro e alla sua capacità di dare un buon consiglio, ovvero il terzo dei fondamentali del-la farmacia, altro elemento su cui puntare durante questo 2017. Co-noscere a fondo i prodotti significa avere una competenza in più per consigliare al meglio e incremen-tare in questo modo vendite e marginalità. Lavorare sul consiglio implica creare un piano di volo del team che ne aumenti la profes-sionalità, rendendolo più sicuro di sé nel fornire consigli. Per fare ciò dovrete investire in formazio-ne, stabilire degli obiettivi e creare un programma di incentivi che consenta ai collaboratori di ot-tenere premi in base ai risultati raggiunti. Ma ciò non basta, è importante anche misurarne l’apprendimento, per esempio attraverso lo scontrino medio per operatore, un indicatore che fa capire quanto quella

persona abbia raggiunto i suoi obiet-tivi indivi-duali e con-t r i b u i t o , in questo modo, an-che a quelli della farma-cia. Infatti, un premio dato a un collaboratore rappresenta un in-centivo per l’intera

farmacia. Proprio come una struttura ad albero, in cui ciascuna radi-ce porta nutrimen-to alla pianta, così, nell’organismo della farmacia, gli obiettivi individuali si armo-nizzano nell’intera struttura fatta di per-sone che quotidiana-mente comunicano, curano gli scaffali e

forniscono consigli a chi varca la soglia di quello che dovrebbe pre-sentarsi come un luogo di salute. Non chiedetevi quindi come sarà l’anno che verrà, ma createlo voi in base alle vostre aspettative e ai vo-stri obiettivi, facendo in modo che il lavoro di tutti i giorni vi permetta di essere eccellenti nella professio-ne e nell’impresa. Andate all’es-senza (che nel nostro caso sono i fondamentali) per raggiungere

l’eccellenza. n

PROFESSIONE

MANUALE DI FORMAZIONE

DELLO SCAFFALE

l’importanza di un lavoro

efficace che sappia creare

uno “scaffale parlante”,

frutto di un’ attenta

selezione di referenze

PRONTI

AL DECOLLO

serve un piano di volo

per far decollare

le competenze del team

e raggiungere l’eccellenza,

aumentando lo scontrino

medio per operatore

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32 n. 1/2 - 2017

L’EVOLUZIONE DELLA

FARMACIA NON PUÒ

PRESCINDERE DA

UN’ATTENTA ANALISI

DEI VARI NUCLEI

GENERAZIONALI.

IL SOCIOLOGO FRANCESCO

MORACE -INTERVENENDO

AL IV OSSERVATORIO

TH. KOHL- PHARMATHEK-

NE HA INDIVIDUATI

CINQUE, PARTENDO

DAI GIOVANI ADULTI

SINO AI SENIOR. ECCO

QUAL È IL LORO VISSUTO

IN RELAZIONE AL SETTORE

BENESSERE & SALUTE

di Francesco MoraceFuture Concept Lab

L’ANALISI DENOMINATA SCENARIO DI CONSUMO CONSENTE DI AVVIARE UNA RIFLESSIONE IN TERMINI DI ANALISI PRO-SPETTICA SUL FUTURO DELLA FARMACIA, INCROCIATA PER DIVERSE GENERAZIONI, FORNENDO CONCEPT RILEVANTI PER IL SETTORE. Il progetto di Future Concept Lab, infatti, si inserisce in uno scenario evolutivo che l’Istituto studia da più di 25 anni, i cui contenuti sono stati tratti dai Programmi di ricerca dell’Istituto, tra cui L’Osservatorio dei Con-sumAutori e l’Osservatorio del Retail.

Sono stati forniti insights sull’evolu-zione delle farmacie in riferimento alle attese di 5 nuclei generaziona-li, selezionati tra i 16 profili deline-ati dell’Istituto, proposti ne I Nuovi ConsumAutori. Nello specifico il fo-cus si è concentrato su: • i Giovani Adulti: i Pro-Actives di 25-30 anni e i Pro-Tasters, di 35-40 anni• gli Adulti: le Singular Women di 40-60 anni e i Mind Builders di 50-60 anni• i Senior: i Pleasure Growers di 70 anni e oltre.Presentiamo di seguito l’analisi di ciascun nucleo generazionale, a par-tire dai più giovani.

ProActives [25-30 anni]Sono i Giovani Adulti reattivi e anti-convenzionali nel pensiero e nell’a-zione. Rappresentano i giovani pro-fessionisti all’interno delle nuove comunità multiplayer globali.Il loro vissuto in relazione al settore del Benessere & Salute si orienta principalmente su alcuni parametri valorali, che si traducono nella ri-chiesta di prodotti e servizi specifici. In particolare:• la ricerca scientifica quale moto-re di consapevolezza sulla salute• il design “friendly”, che assotti-

Lo studio “Scenario di consumo” elaborato dall’Istituto Future Concept LabATTUALITÀ

Ci sono eventi che scandiscono l’anno dei farmacisti. Situazioni nelle quali nuove conoscenze vengono create e divulgate, e antichi paradigmi messi in discussione. Se la farmacia fosse una casa (e a tutti gli effetti è la Casa della salute degli italiani), sarebbe come ripulirla, restaurarne alcuni particolari e, di tanto in tanto, gettare nuove fondamenta e ricostruirla. Tra questi eventi si pone l’Osservatorio Th.Kohl – Pharmathek, giunto alla sua quarta edizione con l’ambizione, sempre crescente, di diffondere contenuti di valore ai farmacisti e di spingerli a una profonda riflessione su come evolvere nella gestione della propria impresa. Fin dalla prima edizione, l’Osservatorio ha ospitato grandi personalità del mondo della farmacia e non solo: professionisti e imprenditori che grazie alla loro esperienza e alla loro visione hanno saputo offrire spunti preziosi di riflessione. L’intervento di Francesco Morace al IV Osservatorio Th.Kohl-Pharmathek, per esempio, rappresenta un’approfondita analisi e visione sulle varie tipologie di consumatore. Vale la pena metterla a disposizione non soltanto dei presenti all’incontro, ma di tutti i farmacisti.

Pier Francesco Verlato

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33n. 1/2 - 2017

A ogni consumatoreil suo CONCEPT

Lo studio “Scenario di consumo” elaborato dall’Istituto Future Concept Lab

glia i confini tra cura, salute e co-smetica• la flessibilità d’uso per stimolare nuove fruizioni personalizzabili per la cura di sé.

Esempio: My Uva patch - La Roche-PosayUn esempio di prodotto che bene interpreta i desideri dei ProActives è My Uva patch, che intercetta la diffusa esigenza di protezione dai danni recati alla cute dalle radiazioni ultraviolette. La Roche-Posay ha lan-ciato qualche mese fa My UV Patch, il primo cerotto-sensore per il moni-toraggio dell’esposizione della pelle ai raggi UV. Questo cerotto a forma di cuore è uno dei primi esempi di

bioelettronica flessibile e intelligente applicata al mondo della cosmetica, grazie ai suoi cinque micro-sensori. Il patch è sottile ed elastico, mono-u-so e resistente all’acqua, dura per circa cinque giorni e si può applicare a qualsiasi parte del corpo. Sulla sua superficie i piccoli quadrati fotosen-sibili cambiano colore se esposti ai raggi UV, e così l’utente può misura-re la quantità di sole a cui si è espo-sto e ricevere dei consigli, facendo una foto del cerotto con l’apposita applicazione mobile che analizza il colore dei quadratini. So What?… per le farmacie: com-petenza scientifica - Capacità di rin-novamento.

ProTasters [35-40 anni]Sono i Giovani Adulti neo-esteti, con esperienze vitali a partire dall’in-telligenza emotiva. Personificano uomini e soprattutto donne caratte-rizzate da una spiccata raffinatezza sensoriale, che manifestano le loro emozioni attraverso scelte quotidia-

ne di consumo, utilizzando prodotti e servizi originali e personalizzati.Per loro il settore del Benessere & Salute riguarda soprattutto:• prodotti ed esperienze che soddi-sfino il desiderio di “provare” ciò che è nuovo in chiave di persona-lizzazione • la tecnologia che si indirizza verso soluzioni che soddisfano un benes-sere personalizzato• prodotti e servizi della salute pro-posti in termini di esperienza emo-zionale, oltre che di arricchimento culturale.

Esempio: Mapo Mask - La Clinique digitalUn prodotto che risponde alle aspet-

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34 n. 1/2 - 2017

A ogni consumatore IL SUO CONCEPT

tative dei ProTasters è la Mapo Mask di La Clinique digital. Si tratta di una maschera provvista di sensori che si collegano al viso e velocemente ne definiscono tutte le caratteristi-che della pelle, per identificare le tipologie di creme e make up più adatte a ciascun individuo. La rela-tiva app connette con un network di esperti, che consigliano sulla base di un algoritmo che unisce bellezza, scienza, biologia e tecnologia. L’idea nasce da una startup francese, Wi-red-Beauty.

So What?… per le farmacie: ap-profondimento sui temi del benes-sere - Sperimentazione salutista.

Singular Women [40-60 anni]Adulte originali e sicure di sé, dall’impronta femminile critica. È un nucleo generazionale completa-mente al femminile: sono le donne mature con un pensiero pragmatico, come chiave per gestire la moltepli-cità della loro quotidiana esistenza, tra i molti impegni familiari e profes-sionali.

Quando si tratta di Benessere & Salute, per le Singular Women, si punta soprattutto sulla ricerca:• dell’innovazione più efficace del servizio, che si fonda sull’experti-se personale e professionale• della garanzia e l’amplificazione della performance in chiave di sem-plificazione, sicurezza e affida-bilità attraverso la tecnologia, come elemento-chiave• dell’appagamento del desiderio di usufruire di un team di cura dedi-cato. Esempio: Pillpack – Farmacia di New York

Caso esemplare per il tipo di relazio-ne con il settore del care e della salu-te delle Singular Women, è Pillpack, farmacia newyorkese il cui servizio ha l’obiettivo di re-inventare il punto vendita, innovandone i processi di gestione e relazione, e facilitando le attività dei vari attori coinvolti: il farmacista, il medico e, soprattutto, il paziente. Nel farlo, Pillpack ha ini-ziato a lavorare sulla propria visione e posizionamento, quindi, su un chiara progettazione e comunicazio-ne dell’intero servizio. Nato da una seconda generazione di farmacisti, TJ Parker, il fondatore, ha compreso nel tempo le difficoltà per la com-pliance di molti pazienti e le limita-te risorse dei farmacisti nel favorire l’aderenza terapeutica, superando la vendita con l’assistenza. Mission di Pillpack è quella di offrire una custo-mer experience piacevole e comple-ta, resa possibile da un servizio più chiaro, semplice, conveniente e di-

versificato nelle “risposte” - efficaci e concrete - a questioni di salute e benessere.

So What?… per le farmacie: dele-ga di fiducia - Performance e servi-zio che semplificano.

Mind Builders[50-60 anni]È il nucleo generazionale che può essere considerato l’alter-ego delle Singular Women: si tratta dei baby boomers al maschile, uomini per i quali il cosmopolitismo culturale è una attitudine esistenziale. Sono, infatti, impegnati professionalmen-te e culturalmente: per loro la pa-rola-chiave è “personalità”, come ricerca del punto di vista personale nell’esperienza. Per questo nucleo generazionale, la declinazione di Care & Salute riguarda soprattutto:• l’intimo contatto tra natura tec-nologica e natura biologica• il benessere psicofisico, quando trova un alleato nella tecnologia quotidiana• la correlazione tra il design del prodotto e il design del softwa-re che si orientano in direzione di una qualità profonda delle espe-rienze.

Esempi: “To Relax” e “To Sleep”, MujiI progetti “To Relax” e “To Sleep” di Muji rappresentano una sinte-si ideale di design in equilibrio tra prodotto e software, e per questa loro dimensione smart sono parti-colarmente appealing per i Mind Builders. Si tratta di un lungo per-corso nato qualche anno fa con la proposta di sedute confortevo-li, ampliato poi con oggetti per il corpo e diffusori di aroma. Questi

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Decongestionae proteggela mucosa

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prodotti di grande successo sono stati recentemente accompagna-ti da una serie di app gratuite per smartphone e smartwatch, che at-traverso la tecnologia concorrono a creare una dimensione di totale relax, che coinvolge sensi e cervello. L’app To Relax mette a disposizio-ne suoni particolarmente rilassan-ti, dalle onde del mare al crepitare del fuoco, ma può anche creare un brano musicale ad hoc, basato sul battito cardiaco dell’utente. Studi scientifici dimostrano, infatti, che una musica che segue il ritmo del cuore può contribuire in maniera sostanziale al riposo e persino al sonno profondo.

So What?… per le farmacie: tec-nologia sensibile - Vocazione edu-cativo-formativa.

Pleasure Growers [70 anni e oltre]Si tratta di un nucleo generazionale di Longevi, impegnati a vivere una seconda vita da edonisti maturi, che non accettano i valori e i com-portamenti tipici della terza età. Af-

frontano le sfide future sempre alla ricerca di esperienze tra riprogetta-zione e gratificazione, in linea con il piacere di vivere. Il settore del Benessere & Salu-te è particolarmente rilevante per questo nucleo generazionale, per cui sono assai attraenti:• relazioni stabili e affidabili nel tempo con gli esperti della salute, preferibilmente in un contesto di prossimità territoriale• la ricerca di un partner che sup-porti nel mantenimento della mi-gliore forma psico-fisica• l’incrocio di format diversi per potenziare l’esperienza, in un “tempio della salute”.

Esempio: Walgreens Boots AllianceTra le molte evoluzioni dei format delle farmacie, in sintonia con le esigenze dei Pleasure growers, è il percorso del colosso americano guidato dal chief executive italiano Stefano Pessina, che dopo avere acquisito la rivale Rite Aid ha dato vita a un nuovo leader nelle gran-di catene di drugstore negli Stati Uniti, unendo due dei tre principali protagonisti del settore. Nel 2014 la catena aveva completato la com-binazione con l’europea Alliance Boots GmbH, della quale Pessina era presidente esecutivo. Walgre-ens, che si definisce “il più grande destination point per Stati Uniti e Europa per il retail farmaceutico, salute e vita quotidiana”, propone ora un format che nasce dall’in-crocio di un drugstore, un con-venience store, la farmacia e la parafarmacia, diventando un vero e proprio tempio della salute e del benessere.

So What?… per le farmacie: pun-to di riferimento per la salute sul territorio - Focus sulla relazione psi-cologica. n

I 5 nuclei generazionali individuati dallo studio “Scenario di consumo” e il loro vissuto in relazione al settore Benessere & Salute.

ATTUALITÀ

I VALORI DEL BENESSERE & DELLA SALUTE - SINTESI

ProActives Cura come innovazione scientifica

ProTasters Cura come piacere salutista

Singular Women Cura come partnership di servizio

Mind Builders Cura come esplorazione culturale

Pleasure Growers Cura come benessere psico-fisico

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38 n. 1 - 2017

Investire conviene

Il nuovo anno, con Legge di Sta-bilità 2017, premia chi investe

nella propria attività. Con la nostra esperta, dott.ssa Paola Castelli, esaminiamo le novità in materia di investimenti in vigore dal 1 Genna-io 2017.

■ Dottoressa Castelli, da quest’anno aumenta la conve-nienza fiscale degli investimen-ti: cosa ha previsto al riguardo la Legge di Stabilità 2017?La Legge di Stabilità 2017 prevede tre diverse agevolazioni fiscali per chi investe.La prima agevolazione (il cosiddet-to “Super ammortamento”), già in vigore nel 2016 (cfr. Farmamese n. 5-2016, pag. 26) e confermata anche per il 2017, riguarda gli in-vestimenti effettuati dai titolari di reddito d’impresa -e, quindi, an-che dai farmacisti- in beni materiali strumentali nuovi (per esempio, gli arredi, il registratore di cassa, il fri-gorifero, eccetera) acquistati diret-tamente ovvero mediante leasing finanziario. È opportuno ricordare che il Super ammortamento non riguarda i beni immobili e, da quest’anno, i veicoli.Si tratta di un’agevolazione che incide sulla disciplina fiscale (irpef e non anche irap) degli ammorta-menti. In pratica il costo di acquisto dei beni agevolabili viene maggio-rato del 40% ai fini della deduci-bilità Irpef dell’ammortamento e

dei canoni di leasing, con la conse-guenza che, al termine del periodo, il titolare potrà dedurre, ai fini ir-pef, il 140% del prezzo di acquisto del bene.

■ Quali sono i vantaggi del Su-per ammmortamento?Partiamo dal dato di fatto che il Su-per ammortamento non comporta modifiche al bilancio di esercizio della farmacia, ma soltanto alla dichiarazione dei redditi. L’agevola-zione consente di “modernizzare” la farmacia riducendo, a fronte di una variazione in diminuzione da apportare nella dichiarazione dei redditi, l’irpef dovuta.

■ Parliamo della seconda age-volazione: di cosa si tratta?La seconda agevolazione è il cosid-detto Iper ammortamento, agevo-lazione istituita al fine di favorire i processi di trasformazione tecno-logica e/o digitale in chiave “Indu-stria 4.0”.

■ Anche i farmacisti possono avvalersene?La misura rientra nel piano di Indu-stria 4.0 e ha lo scopo di contribu-ire alla competitività e allo svilup-po digitale dell’industria italiana; il termine ricorrente è “industria” e non vengono specificati i soggetti che possono fruire dell’Iper am-mortamento. Industria può essere il settore secondario dell’econo-

UNA CONFERMA

DAL 2016 E DUE NOVITÀ

LEGATE AGLI INVESTIMENTI

PER L’INNOVAZIONE

TECNOLOGICA. IL 2017

PREMIA CHI DECIDE

DI MODERNIZZARE

LA PROPRIA FARMACIA,

MA È BENE VALUTARE

COSTI E BENEFICI

Con la Legge di Stabilità arrivano tre diverse opportunità di agevolazioni fiscali GESTIONE

Paola Castelli

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Con la Legge di Stabilità arrivano tre diverse opportunità di agevolazioni fiscali

mia, come potrebbe stare a indica-re “impresa”, “azienda” (quale è, appunto, la farmacia) o, dal latino, “attività, operosità” (che certo non manca in farmacia): stando ai sino-nimi sopra citati, anche le farmacie, vere e proprie imprese operose, dovrebbero poterne beneficiare; al riguardo, tuttavia, sono auspicabili dei chiarimenti.

■ A quali investimenti è rivolto l’Iper ammortamento?L’Iper ammortamento premia chi investe in beni materiali e immate-riali di ricerca, sviluppo e innovazio-ne. Molto a grandi linee, visto che i beni agevolabili sono molti, si trat-ta di beni strumentali il cui funzio-namento è controllato da sistemi computerizzati e/o gestito tramite sensori; nel caso delle farmacie, un investimento agevolabile potrebbe essere, per esempio, l’acquisto del robot per la gestione e la movi-mentazione del magazzino.

Per fruire di tale agevolazione, il titolare deve rendere ai sensi del Dpr 445/2000 una dichiarazione (un’autocertificazione) attestante che il bene è interconnesso al si-stema aziendale di gestione della produzione o alla rete di fornitura.

■ In cosa si traduce a livello pratico l’Iper ammmortamen-to?L’Iper ammortamento consiste nella possibilità di maggiorare del 150% il costo di acquisto di beni strumentali nuovi ad alto conte-nuto tecnologico o digitale, con la conseguenza che sarà possibile ammortizzare fiscalmente -e, quin-di, dedurre ai fini irpef- il 250% del costo di acquisto del bene: fatto 100 il prezzo di acquisto, ammor-tizzo e deduco 250.Un ulteriore vantaggio fiscale le-gato all’Iper ammortamento è la possibilità di usufruire del Super ammortamento (maggiorazione

del 40%) con riferimento a beni immateriali strumentali che sia-no connessi a investimenti in beni materiali “Industria 4.0” (software acquistato per il funzionamento dei beni oggetto di Iper ammorta-mento).

■ Esiste un termine entro il quale effettuare gli investi-menti per beneficiare del Su-per ammortamento e/o dell’I-per ammortamento?Sì, gli investimenti devono esse-re effettuati entro il 31 dicembre 2017; sono, tuttavia, agevolabi-li anche i beni consegnati entro il 30 giugno 2018, per i quali entro il 31 dicembre 2017 vi sia stato un ordine accettato dal venditore e il pagamento di un acconto almeno del 20% del costo di acquisto.Investire conviene, ma, prima di agire, è bene valutare costi e bene-fici per non rischiare di fare il passo più lungo della gamba. ■

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FORTUNA SÌ,ma non basta

DOPO TANTI ANNI DI

ATTIVITÀ, LA CONCLUSIONE

PUÒ SEMBRARE UN PO’

SCONTATA:

LA FORTUNA SENZA

DUBBIO AIUTA NEL MONDO

DEGLI AFFARI, MA SONO

L’ESPERIENZA,

INSIEME CON IL LAVORO

DURO, CHE PERMETTONO

ALLA BUONA SORTE

DI SORRIDERCI. ECCO

UN EPISODIO DOVE

DOMANDA E OFFERTA SI

ABBRACCIANO

di Matteo Oberti

Il proverbio marinaresco gli serviva per concludere il suo sfogo sul-la categoria dei farmacisti titolari, sempre pronti a valutare il bicchie-re mezzo vuoto, ma molto meno pronti e attenti a cavalcare le nuove opportunità che soffiano sulle vele delle nostre farmacie. Alla fine mi chiede di dove io sia e quando ri-spondo “Genova”, subito mi rac-conta di tutte le volte che è venuto nella mia città per una crociera. Il solo accenno mi fa tornare in men-te la storia di una farmacista appas-sionata di viaggi che ebbi la fortuna di conoscere un po’ di tempo fa.Federica, questo il suo nome, mi mandò prima una mail anonima ed “esplorativa”, come lei stessa mi disse, citando Enzo Jannacci per “vedere di nascosto l’effetto che fa”. Poi chiese incontri “conosci-tivi” in luoghi e città lontani dalla farmacia di famiglia (che da subito ipotizzai importante e prestigiosa). Come esperti 007 ci siamo incon-trati in luoghi anonimi e affollati, per meglio passare inosservati e non dare nell’occhio. Fu così che parlammo più volte della sua pas-sione per le crociere e dei frequenti

viaggi a Genova per imbarcarsi. Fu proprio per questo motivo che in un’occasione venne, con una sorel-la, anche a trovarci in ufficio. Dopo alcuni mesi fui “ammesso” a visio-nare la farmacia e a conoscere il re-sto dei familiari e, più in concreto, a capire il motivo di questo lungo “corteggiamento”. “Devo capire a chi sto per raccontare tutti i fatti più privati della mia famiglia”, mi spie-gò alla fine.La giovane e intraprendente farma-cista non aveva mai lavorato nella farmacia di famiglia perché dopo il corso di studi concluso in Italia era andata all’estero per seguire corsi, master (e un fidanzato ), finendo anche con l’imparare discretamente due lingue straniere. Ora, di fretta e furia era dovuta rientrare in Italia per la prematura scomparsa del pa-dre, farmacista e titolare della stori-ca farmacia di famiglia insieme con la loro mamma, collega e moglie fin dai tempi dell’università. Più piccola di tre sorelle, aveva la più grande sposata e mamma a tempo pieno di 4 figli, mentre la sorella intermedia era collaboratrice a tempo pieno in farmacia, fin dalla laurea.

UNA FRASE LAPIDARIA: “NON ESISTE VENTO FAVOREVOLE PER IL MARINAIO CHE NON SA DOVE ANDARE”. Mi riassume così il suo pensiero -al termine della conferenza “Quanto vale la mia farmacia” che ho tenuto a Napoli durante Pharmexpo- un farmacista napoletano, parlando di alcuni suoi colleghi.

Viaggio nella memoria di chi ha trattato la vendita di centinaia di farmacie COMPRAVENDITA

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Viaggio nella memoria di chi ha trattato la vendita di centinaia di farmacie

Federica mi accompagna in farma-cia e me la illustra tutta, da cima a fondo. Poi ci trasferiamo nella casa di famiglia, dove ormai vive solo la mamma e “vengo presentato” a tutti gli altri componenti della fami-glia, mariti e figli compresi. La loro grande -sia come spazi, sia come fatturato- e bella farmacia urbana di un tranquillo capoluogo di pro-vincia è cresciuta negli anni fino a superare 3 milioni di fatturato e oltre 440 mila euro di utili annui netti. La crescita è stata magnifica-mente organizzata e pianificata dal padre, che, complice una piccola banca locale che conosceva anche i loro nonni, gli ha permesso di cre-scere con pochissimi indebitamenti. Ora, dopo quasi 40 anni di oculata gestione, la farmacia è moderna, attrezzata e pronta per il futuro. Però il papà è mancato, la mam-ma da un po’ di anni si dedica con interesse e passione a volontariato e opere umanitarie e la figlia “di-rettrice” si è sempre appoggiata al padre, soprattutto per quanto concerneva i rapporti con il com-

mercialista, le banche e i fornitori. Quindi, senza esitazione né rim-pianti hanno deciso di vendere. “Bene e velocemente; lei è l’unico che ci può riuscire” aggiunse Fe-derica, caricandomi involontaria-mente di una notevole responsa-bilità. Finalmente brindiamo alla sottoscrizione dell’incarico (come sempre in esclusiva) e qui viene il bello: ”Ah... ci siamo dimenticati... di dirle una cosa... Nessuna visita, nessuna trattativa, noi non voglia-mo conoscere nessun potenziale acquirente, ci vedremo dal notaio a cose definite!” “Urca” -e chi mi conosce sa che è un’espressione che tengo soltanto per le grandi occasioni- rispondo di getto, appena Federica finisce di parlare. “Cercherò di fare il possibi-le, anche se sicuramente permette-re una visita ai potenziali acquirenti valorizzerebbe molto di più la vo-stra farmacia”. Mi rimetto in macchina felice dell’incarico, ma al contempo mol-to preoccupato su come affrontare la trattativa e l’approccio con i po-

tenziali acquirenti.Il giorno dopo, di buon mattino, vado in ufficio e, dopo il tradiziona-le caffè con le ragazze dello studio, raggiungo la mia scrivania, accen-do il computer e ricevo la notifica di una mail. “Buongiorno dottor Oberti, sono il dottor X, commer-cialista della dottoressa Y, acqui-rente, alcuni anni fa, della farma-cia Z. Si ricorda di me? La contatto perché ho un cliente interessato a fare un grande investimento in una farmacia nella stessa zona, ma più grande. Ha qualcosa per me?”. “Urca, che... beep...”, esclamo ad alta voce, e le ragazze corrono ri-dendo nella mia stanza. Contatto subito il commercialista, fisso un primo incontro nel suo studio con i suoi potenziali acquirenti e rac-conto il progetto di acquisto -dopo aver firmato il patto di riservatezza- della farmacia e di tutti gli immobili strumentali. “Gentlemen’s agree-ment” e via spediti verso gli atti. Il giorno dell’atto dal notaio, Federi-ca, un po’ commossa, mi allunga un foglietto stropicciato e mi dice: “Me l’aveva lasciato mio papà. Mi aveva detto: se mai un giorno avrai bisogno, contatta questa azienda”. Sorpreso, ma anche un po’ preoc-cupato su che cosa avrei trovato nel foglietto, lo prendo in mano, lo dispiego e ritrovo una mia vecchia lettera di tantissimi anni prima.”Urca” direte voi, esatto doppio “Urca”, anche se, soffocato dalla sorpresa e dall’emozione, è rimasto silenzioso...Sì, vero, una trattativa con molta fortuna, ma forse è anche il risulta-to di quasi vent’anni di esperienza, centinaia di farmacie vendute e un database di quasi 20.000 farmaci-sti. Perché, come disse Thomas Jef-ferson, “Io credo molto nella for-tuna e ne ho conferma, in quanto più lavoro sodo e più la fortuna mi sorride”. n

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“UNO DEGLI ASPETTI FONDAMENTALI CHE IL MONDO DEL BUSINESS È CHIAMATO AD AFFRONTARE NON È LA MANCAN-ZA DI BENI -SOSTIENE PHILIP KOTLER, PADRE FONDATORE DEL MARKETING- MA LA CARENZA DI CLIENTI”. La maggior parte delle industrie del mondo, infatti, sarebbe in grado di produrre una quantità di beni ben maggiore di quanto i consumatori siano in grado di acquistare. Da questo presupposto si deduce che l’importanza e la forza di un’azienda derivano sostanzialmente dal valore di due differenti cicli di vita: quello dei suoi prodotti e quello dei suoi clienti.

In un ambito commerciale, quel-lo in cui opera la farmacia, sono questi ultimi, con i loro bisogni e le loro necessità da soddisfare, a determinare il successo di un’im-presa. È finito il leitmotiv della ri-voluzione industriale: “Questo è quanto esce dalle nostre fabbriche, lo vuoi acquistare?”. Il marketing moderno ha imposto un altro prin-cipio: “Ecco di cosa ho bisogno, me lo vuoi produrre?”. In origine le imprese credevano che il marke-ting avrebbe fornito un valido con-tribuito a smaltire tutto quello che usciva dalle linee di produzione. A proprie spese hanno però scoper-to che non era quello lo strumento per sbarazzarsi dei loro prodotti.

Focus sul consumatoreDa quel momento l’interesse dell’industria è andato a focalizzar-

si sull’acquirente, nei cui confronti si sono concentrate le attenzioni di tutta la filiera, dal marketing alla produzione, dalla comunicazione alla distribuzione, dalla pubblicità alla promozione. Tale era la cen-tralità assunta dal consumatore che nel 1984 Edward Freeman, docente di Business Administra-tion presso la Darden School of Business dell’Università della Virgi-nia, fornendo la prima definizione di stakeholder inserì i consumato-ri all’interno della categoria, quei soggetti cioè senza i quali l’impre-sa non è in grado di sopravvivere. Secondo questa teoria, un’azienda deve soddisfare una serie di soglie critiche relative ai costi, al servizio e alla qualità. Al di sotto di una prestazione minima, il cliente cam-bia fornitore, i dipendenti si dimet-tono, i processi produttivi cessano di esistere.Nella gestione di un’impresa,

Il CLIENTE nel mirinoNELL’ATTUALE SCENARIO

COMPETITIVO, NON È PIÙ

IL BENE OFFERTO

A DETERMINARE

IL SUCCESSO DI UN’ATTIVITÀ

COMMERCIALE,

MA TUTTA UNA SERIE

DI SERVIZI CAPACI

DI ANDARE INCONTRO

AI BISOGNI

DEL CONSUMATORE.

È PROPRIO QUANTO

INSEGNA IL MARKETING

MODERNO AI FARMACISTI

INTRAPRENDENTI

di Sergio Garanzini

Importante non è più il prodotto, bensì il consumatore, vero stakeholder della farmaciaMARKETING

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Importante non è più il prodotto, bensì il consumatore, vero stakeholder della farmacia

in funzione della sua dimensio-ne, sono numerosi i soggetti che vanno presi in considerazione: gli azionisti, le banche, i dipendenti, i fornitori, la rete di distribuzione, i clienti, i consumatori finali, i sin-dacati, le istituzioni e tutte quelle organizzazioni politiche e sociali in grado di influire sulle attività.Tra tutti gli stakeholder, per quanto attiene alla farmacia, il cliente è in assoluto il primo soggetto da tene-re in considerazione, nel momento in cui s’intende attuare una qual-siasi strategia rivolta al mercato. Diventa allora essenziale conosce-re e comprendere i bisogni che si celano nel comportamento degli acquirenti.Nel negozio di un quartiere resi-denziale a elevato livello sociale,

l’acquisto di un capo d’abbiglia-mento non sempre corrisponde al solo bisogno primario di vestirsi, come accade invece per buona parte del resto della popolazione. Molto spesso, in quella circostan-za, si cerca soprattutto di soddisfa-re bisogni di livello superiore, come quello dell’appartenenza a un ceto sociale o di status e questo porta a ricercare abiti e accessori ben di-versi da quelli necessari a coprirsi o a ripararsi dal freddo. Al di là di tutto esiste poi un “desiderio” che costituisce un aspetto successivo e più specifico rispetto al bisogno. Il desiderio, in pratica, consiste nello stimolo con cui una persona cerca di risolvere una momentanea si-tuazione di disagio. Oggi, per sua fortuna, ogni individuo dispone di

un ventaglio estremamente ampio di opportunità per affrontare il suo problema e trovarne la soluzione. Di fronte a questo scenario la far-macia ha l’obbligo di approfondire la conoscenza del suo cliente, as-secondarlo nei suoi desideri, anti-cipare le sue necessità, favorire e facilitare le sue scelte.

Il coraggio di rinnovarsiOggi è finito il tempo in cui la ri-cerca della soluzione era rigida e programmata, priva di qualsiasi al-ternativa. Il giornale lo si acquistava in edicola e l’Aspirina in farmacia. Non erano disponibili soluzioni di altro genere. Parafrasando il con-cetto espresso qualche riga sopra,

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Il CLIENTE nel mirino

qualche anno fa al farmacista era consentito affermare: “Questo è il termometro, l’omogeneizzato, il Moment che vendiamo; ti interes-sano?”. Oggi, nell’attuale scenario competitivo, sarebbe insensato ipotizzare un simile atteggia-mento. Ecco perché, affrontando la recente crisi, alcuni farmacisti più intraprendenti e lungimiranti, hanno assunto un diverso atteggiamento rispet-to ad altri colleghi più inerti e timorosi. Questi ultimi hanno vissuto la recessione in uno stato d’immobilismo, impotenti come in presenza di una calamità ingesti-bile. I primi hanno, invece, reagito

pensando che il momento, seppur negativo, potesse presentare anche opportunità nascoste. Con coraggio hanno investito nel rinnovo delle attrezzature, ampliato la superficie

di vendita, sviluppato nuovi reparti e linee di prodotti, accresciu-to il numero di servizi offerti, esteso gli orari d’apertura. Una serie d’impegni che, sfruttando un ambiente statico e ti-tubante, ha fornito in più circostanze risulta-ti superiori alle attese. Una cosa è vendere

un prodotto, un’altra è vendere lo stesso prodotto fornendo un servi-zio e favorendo la fidelizzazione del cliente. Nell’immediato il risultato

economico può sembrare identi-co, ma pensare che i due compor-tamenti producano nel tempo lo stesso effetto è pura utopia. I clienti apprezzano i cambiamenti, in par-ticolar modo se questo li avvantag-gia. È il cambiamento e non la stabi-lità la costante da perseguire. I prodotti vanno e vengono, men-tre la vera sfida di un’impresa è au-mentare e conservare i clienti più a lungo di quanto conserva i prodotti. Questo è quello che il marketing in-segna e che molti farmacisti dovreb-bero imparare a utilizzare. Ma, ci si chiederà, quanto è difficile imparare il marketing? La buona notizia è che il marketing s’impara in fretta. La cattiva notizia è che cambia di con-tinuo, mettendo sempre in discus-sione le cose che abbiamo appreso e che diamo per scontate. n

Per l’impresa la costante

da perseguire non è la stabilità ,

è il cambiamento

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Sanità e legge A cura di Alfonso Marra

Magistrato

Ma quali sono le disposizioni che regolano la ma-teria? Sono l’articolo 7, comma 1, della Legge n. 405/2001 e la Legge n. 49 del 2005. Le norme stabiliscono che il farmacista, qualora il medico non indichi la “insostituibilità” del medicinale prescritto, dopo avere informato l’assistito, deve consegnare allo stesso la specialità medicinale equivalente a parità di principio attivo, forma farmaceutica, via di somministrazione, numero di unità posologiche e dosi unitarie e avente il prezzo più basso, lasciando al paziente-cliente la scelta definitiva.Al riguardo va ricordato che, con una recente sentenza (la n. 79 del 2015), il Tar di Ancona ha stabilito che i farmaci meno costosi vanno pre-scritti in via preferenziale, fatta salva la libertà del medico prescrittore. Costui, allorquando non intenda prescriverli, ha l’onere di indicare le mo-tivazioni che lo hanno portato alla prescrizione del farmaco originatore e ciò anche a garanzia del medico stesso.Come appare evidente, al farmacista fanno capo due ben precisi obblighi giuridici: il primo è quel-lo di controllo della prescrizione del medico; il secondo, nell’ipotesi in cui il medico non abbia indicato la insostituibilità del medicinale prescrit-to, è quello di informare il paziente-cliente della presenza sul mercato di un farmaco equivalente.E se il farmacista non adempie a questi obbli-

ghi, che cosa succede? Le vigenti leggi non pre-vedono una sanzione penale a suo carico. Una tale condotta omissiva è però senz’altro rilevan-te sotto l’aspetto disciplinare: difatti, l’articolo 12, comma 2, del nuovo Codice deontologico, approvato il 19 giugno 2007, ripete nella sua espressione letterale il dettato legislativo innanzi menzionato, stabilendo che “il farmacista è te-nuto a informare il paziente circa l’esistenza del farmaco equivalente”.Di conseguenza, il mancato adempimento di tutto ciò comporta l’irrogazione di una sanzione disciplinare (avvertimento, censura, sospensione dall’esercizio della professione per la durata da uno a sei mesi e infine, nei casi più gravi, anche la radiazione). Queste sanzioni vengono irrogate dal Consiglio direttivo dell’Ordine professionale il provvedimento con il quale vengono inflitte può essere impugnato davanti alla Commissione cen-trale per gli esercenti le professioni sanitarie. n

L’allarme per il mancato decollo nel nostro Paese del consumo dei farmaci equivalenti è stato recentemente lanciato da un servizio di ben due pagine del Corriere della Sera del 14 dicembre 2016 (pagg. 40 e 41). In particolare, nell’articolo si lamenta il mancato effetto sperato che si sarebbe dovuto verificare a seguito della promozione del loro uso svolta dalla campagna della Agenzia italiana del farmaco e dell’associazione Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del malato. La scarsa diffusione degli equivalenti ha inciso negativamente non soltanto sulla spesa pubblica, ma anche sul portafoglio dei cittadini, tenuto conto del costo dei generici, di gran lunga inferiore rispetto a quello dei medicinali griffati.La medicina ufficiale si è sempre schierata apertamente per l’incremento del loro utilizzo, sostenendo che l’efficacia terapeutica degli equivalenti è uguale a quella del farmaco brevettato anche allorquando gli eccipienti del generico cambiano.

Gli obblighi deontologici del farmacista sul medicinale equivalente

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L’avvocato

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Il senso generico è stato unanimemente indicato in quello di evitare che la partecipazione asso-ciata al concorso straordinario fosse diretta ad accumulare punteggio a favore di uno o taluni soltanto degli associati e non già in vista di una successiva gestione comune della farmacia vinta a concorso. Il rifiuto da parte del legislatore di questa stru-mentalità è chiaro e, tutto sommato, condivisibi-le poiché diversamente si sarebbe autorizzato un mercato dei punteggi assai poco commendevole. A questo punto, tuttavia, le certezze finiscono e ciò anche partendo dal presupposto che, dato il riferimento normativo alla gestione paritaria e non già alla partecipazione paritaria, si debba trattare necessariamente di una società in nome collettivo (snc) con esclusione della utilizzazione della società in accomandita semplice (sas) nella quale i soci accomandanti, sostanzialmente soci capitalisti, non gestiscono la farmacia a pena di perdere con la loro qualità di accomandanti an-che la limitazione di responsabilità che la carat-terizza. Il punto è che non può configurarsi, se non sol-

tanto ten-denzialmente, una gestione pari-taria della farmacia, se non altro perché uno solo dei soci è di volta in volta investito della direzione responsabile dell’eser-cizio, aspetto che, di per sé, fa venire meno la paritarietà del ruolo dei soci. Preso atto di questa eccezione alla parità di ruoli imposta dalla legge stessa, si potrebbe in astrat-to sostenere la concezione radicale che per tutto il resto i vincitori associati debbano gestire la far-macia con parità di ruoli, cioè svolgendo lo stes-so lavoro professionale sia in termini qualitativi sia quantitativi. Questa interpretazione rigorosa, tuttavia, ben difficilmente può reggere alla prova delle ne-cessità effettive sia della farmacia che di chi vi lavora: innanzitutto al servizio pubblico che la farmacia deve garantire può giovare una diver-sificazione dei ruoli e dei compiti che consenta a ciascun farmacista di dare il meglio di sé e così al farmacista preparatore di dedicarsi alla galenica ed invece a chi eccella nell’attività di consulenza

Molte gestioni associate delle farmacie assegnate per concorso straordinario stanno avviandosi e molte altre stanno superando la fase di rodaggio, così che può essere utile un controllo del loro funzionamento sulla scorta dei primi riscontri. Come è noto, i vincitori “associati” debbono gestire la farmacia per almeno dieci anni, salva una riduzione del periodo sempre più chimerica, “su base paritaria”, formula di cui è intuitivo cogliere il senso generico ma che si rivela ambigua quando si tratti di valutarne la portata rispetto alla concreta vita gestionale della farmacia.

La gestione associata su base paritaria: molti problemi e poche certezze

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A cura di Claudio Duchi

Avvocato, Milano

e consiglio di dedicarsi al lavoro al banco. Fin qui, le cose per solito vanno bene, nel senso che nella maggior parte dei casi prevale il comu-ne buon senso degli associati di addivenire a una divisione del lavoro che sfrutti le migliori capa-cità professionali di ciascuno, anche se si tratta di una regola che soffre parecchie eccezioni dal momento che la coincidenza delle predilezioni può portare a più di un conflitto. Il problema si pone quando all’aspetto qualitati-vo si affianca quello quantitativo e il caso tipico è quello delle guardie notturne che qualcuno fa più malvolentieri di altri o che ha un’oggettiva difficoltà a fare, per esempio per una situazione familiare che richiede la sua presenza notturna a casa. In questi casi, e gli esempi potrebbero natural-mente essere molteplici, una interpretazione rigorosa del precetto della gestione su base paritaria imporrebbe che ciascuno svolgesse la quantità di lavoro (cioè il medesimo numero di guardie, per seguire l’esempio) degli altri, ma vi è da chiedersi se una interpretazione del gene-re abbia senso proprio nell’interesse del servizio pubblico erogato dalla farmacia, che certo non si giova di situazioni imposte e vissute come penalizzanti. Il fatto è che la “base paritaria” non può e non deve significare eguale qualità e quantità di lavoro a tutti i costi, cioè a prescindere dalla situazione personale e familiare di ciascuno degli associati che, diversamente, sarebbero considerati alla stregua di robot privi di sentimenti ed esigenze personali. Un esempio: la farmacista mamma con un bimbo da accudire non può essere costretta a fare le guardie notturne che le comporterebbero gravi problemi familiari e non può ritenersi in torto per il solo fatto di rifiutarle o comun-que di pretendere un tratta-mento a questo riguardo pri-vilegiato. Infatti, tra i soci di una società di per-sone deve valere il principio di leale collabora-zione, leso più dalla pretesa di una paritarietà di impegno professionale che ignori le esigenze di

ciascun socio che dal rifiuto di acquietarvisi. Ovviamente, quando si affrontano argomenti di questa natura si… cammina sulle uova, per-ché la giustificazione personale e familiare può facilmente coprire la pretesa di lavorare meno a scapito degli altri e, tuttavia, non è neppure pos-sibile configurare la farmacia come una caserma con regole eguali per tutti e spersonalizzanti. Sta di fatto che in molte gestioni associate si stanno manifestando incomprensioni e litigi il cui approdo giudiziale, tuttavia, è estremamente rischioso, perché costringe l’Autorità sanitaria a prendere atto di una possibile trasgressione del principio di gestione su base paritaria che por-terebbe alla decadenza dalla titolarità di tutti gli associati. D’altro canto, solo la denuncia di tale trasgressione da parte degli interessati può di fatto dar luogo alla reazione dell’Autorità sanita-ria che non può certo pretendere in ogni accesso alla farmacia di trovarvi schierati tutti gli associati come in una parata. Certo che se uno prende la residenza in Brasile è un’altra cosa… n

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Aziende & prodotti A cura di Matteo Verlato

SKUDO WAVE, nanotecnologia al servizio della prevenzioneNel mondo ci sono 6,8 miliardi di telefo-ni cellulari. Skudo Wave utilizza una na-notecnologia studiata per proteggere il cervello dai danni biologici che possono essere generati dai campi elettromagneti-ci degli apparecchi elettronici, cellulare in primis. Il nanoprocessore è inserito in una placca di resina adesiva grande quanto un bottone, che si applica direttamente sul telefonino. Non è un prodotto scherman-te e quindi non interferisce con il corretto funzionamento dell’apparecchio. Utiliz-zabile anche per ridurre eventuali effetti nocivi generati da altre apparecchiature come tablet, computer e sistemi Wi-Fi, Skudo Wave aiuta soprattutto a contrasta-re il pericolo delle radiofrequenze emesse dai cellulari che, a differenza delle altre ap-parecchiature, sono vicine a parti vitali del corpo (cervello, cuore, organi genitali). Il reale pericolo deriva infatti dalla vicinanza della fonte, dalla dose di radiazione elet-tromagnetica e dal tempo di esposizione. In vendita in farmacia a 29 euro, è dispo-nibile in vari colori.

Per informazioni: Mobisafe Distribution Italia - [email protected] www.skudowave.com

Il benessere degli Italiani per PIC SOLUTIONCosa vorrebbero fare gli Italiani per tenersi in forma? Secondo una ricerca di Pic Solution, fare più movimento e attività fisica (70,6%), mentre un 66% desiderera migliorare il proprio regime ali-mentare, con diete mirate, eliminando i grassi e in generale mangiando meglio. Emerge la volontà di prendersi cura di sé con azioni apparentemente semplici ma che per ragioni diverse non si è riusciti a mettere in atto prima. Ma quali sono le principali cause per cui “si vorrebbe ma non si riesce”? Al primo posto la mancanza di determinazione per oltre il 37%, seguita da mancanza di tempo per quasi il 30%. Tra i ”buoni propositi” anche essere più ottimisti (39,9%) e meno ansiosi (25,5%). In tanti, poi, mettono al primo posto la salute: il 23% vor-rebbe fare un controllo medico e al 19% piacerebbe eliminare alcune cattive abitudini, dal fumo all’alcol o mangiare fuori pasto. In ascolto delle esigenze di benessere, Pic Solution ha creato le “Pillole RQB” -ricariche quotidiane di benessere- piccoli consigli pratici di salute e benessere, e i video tutorial Pic it Easy, disponibili sui canali social dell’azienda. Per informazioni: www.picsolution.com

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Occhio secco, con GUNA un aiuto dai probiotici Proflora è l’integratore alimentare simbiotico costituito da 6 diversi ceppi pro-biotici per riequilibrare l’ecosistema intestinale. Un recente studio sulla sindro-me dell’occhio secco (Dry Eye Desease, o Ded, una patologia multifattoriale che coinvolge la superficie oculare e il film lacrimale che la ricopre, determi-nandone il danneggiamento e interferendo sulla capacità visiva e quindi sulla qualità della vita) ha dimostrato come l’utilizzo dei prebiotici possa contribuire alla riduzione della patologia e al miglioramento della qualità di vita dei pa-zienti. Lo studio mostra come la supplementazione alimentare con un simbio-tico a base di Bifidobacterium e Lactobacillus (Proflora) possa essere utile nel migliorare le condizioni di Ded attraverso un significativo potenziamento dei sistemi di difesa della superficie oculare.

Per informazioni: Guna - via Palmanova 71 - 20132 Milano - tel. 02.280181 www.guna.com

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Aziende & prodotti A cura di Matteo Verlato

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Rapido e attendibile: autotest per l’HIV di MYLANDisponibile nelle farma-cie italiane l’autotest per l’HIV di Mylan. Semplice da utilizzare e rapido nel fornire un risultato atten-dibile, l’autotest ha un co-sto di 20 euro e può esse-re eseguito facilmente da chiunque a casa propria: basta un prelievo di sangue dal pol-pastrello e un’attesa di 15 minuti per leggere il risultato. Per acquistare il prodotto non è necessaria la ricetta medica, ma biso-gna essere maggiorenni. Come per altri test è possibile, in rari casi, che risulti una falsa positività al virus, ossia che venga rilevata un’infezione in realtà non presente: per questo motivo, in caso di test positivo, è sempre necessario consultare immediatamente un medico e ripetere l’esame presso una struttura sanitaria e/o un laboratorio di analisi.

Per informazioni: Mylan SpA - via dell’Innovazione, 3 - Milano n. verde 800.959500 - www.mylan.com

GIULIANI: il futuro è nella ricerca

Innovazione e ricerca made in Italy sono le parole chiave per Giuliani nel 2017. A dirigere la rotta è l’amministratore dele-gato Riccardo Zagaria, già Ad di Italchi-mici e con incarichi in Sanofi, Zambon e Nycomed, al quale si è aggiunto il nuovo direttore generale Emanuele Loiacono, ricercatore di biologia molecolare e gene-tica presso le Università di Bari e Vienna e con numerose esperienze manageriali. Entrambi affiancheranno la quarta gene-razione del gruppo farmaceutico fondato nel 1889 da Germano Giuliani. “Il know how di un’azienda storica come Giuliani deve essere declinato e accompa-gnato verso un mercato in costante evo-luzione e per farlo occorre puntare su un capitale umano di altissimo profilo” ha dichiarato Riccardo Zagaria. “Le aziende oggi per crescere devono avere il corag-gio di essere se stesse e di mostrare con orgoglio la loro anima -precisa Loiacono- questa strategia ovviamente prende forza dalla storia e nei prodotti che l’hanno resa grande. Un esempio? L’Amaro medicina-le Giuliani. Un prodotto Italiano che dopo aver attraversato diverse generazioni con-tinua ancora a suscitare in tutti noi i ricordi e l’orgoglio delle cose fatte bene”.

Per informazioni: Giuliani - via Pelagio Palagi, 2 - Milano - tel. 02.20541 - [email protected] - www.giulianiphar-ma.com

Con ORTIS per rinforzarsi naturalmentePer prevenire e arginare i fastidi che freddo, vento e sbalzi di temperatura, ma anche riscaldamento e climatizza-zione possono provocare alle vie respi-ratorie e alla gola, Ortis ha sviluppato Propex, una linea di integratori a base di ingredienti naturali: piante, vitamine e propoli. Quest’ultima è un antisettico naturale che fortifica il sistema immuni-tario e allevia i fastidi delle vie respira-torie. Di origine 100% naturale, senza conservanti, coloranti e zuccheri ag-giunti, i prodotti Propex possono essere consumati da tutti i membri della famiglia a partire dai 3 anni di età (6 per le compresse). Disponibili in sciroppo (Fluidificante e Lenitivo) e in compresse.

Per informazioni: Laboratoires Ortis - tel. 0032.80.440055 - www.ortis.com/it

Emanuele Loiacono e Riccardo Zagaria, direttore generale e amministratore delegato di Giuliani

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