Attività industriali a rischio di incidente rilevante

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ATTIVITÀ INDUSTRIALI A RISCHIO DI INCIDENTE RILEVANTE Quelli che non riescono a ricordare il passato sono condannati a ripeterlo George Santayana

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Relazione sullo Stato dell'Ambiente in Piemonte 2011 - Attività industriali a rischio di incidente rilevante

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ATTIVITÀINDUSTRIALIA RISCHIO DI INCIDENTERILEVANTEQuelli che non riescono a ricordare il passato

sono condannati a ripeterlo

George Santayana

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FIGURA 1

Distribuzione degli

stabilimenti soggetti al

D. Lgs. 334/1999 e s.m.i.

in Regione Piemonte

per adempimento

amministrativo e tipologia

di lavorazione.

FIGURA 2

Stabilimenti soggetti al D.

Lgs. 334/1999 e s.m.i. in

Regione Piemonte

FIGURA 3

Distribuzione territoriale

degli stabilimenti soggetti

al D. Lgs. 334/1999 e s.m.i.

in Regione Piemonte, (dati

aggiornati al 17/02/2011)

2 | lo stato attuale

LO STATO ATTUALE

Per quanto attiene la materia del rischio di incidente rilevante, la Regione Piemonte si con-ferma la seconda regione italiana per presenza di aziende assoggettate agli adempimenti del D. Lgs. n. 334 del 17 agosto 1999 modificato dal D. Lgs. n. 238 del 21 settembre 2005 s.m.i.: nel febbraio 2011, su un totale di 104 aziende, 56 sono assoggettate agli articoli 6 e 7 del suddetto decreto (Notifica – quantità di sostanze pericolose intermedia) e 48 assoggettate agli articoli 6, 7 e 8 (Rapporto di Sicurezza - quantità di sostanze pericolose maggiore). Tali attività posso-no essere suddivise per tipologia di attività produttiva e adempimento amministrativo come illustrato nella figura 1.

Inoltre, come si evince dalla Figura 2, rispetto agli anni precedenti rimane invariata la di-stribuzione territoriale delle aziende soggette: in particolare il maggior numero di attività produttive a rischio di incidente rilevante è ubicata nelle province di Torino, Alessandria e Novara.

PROVINCIA Artt. 6 e 7 Artt. 6, 7 e 8 TOTALE

ALESSANDRIA 5 16 21

ASTI 1 1 2

BIELLA 0 1 1

CUNEO 8 2 10

NOVARA 16 13 29

TORINO 17 10 27

VERBANO-CUSIO-OSSOLA 4 3 7

VERCELLI 5 2 7

Regione Piemonte 56 48 104

RISCHIO DI INCIDENTERILEVANTE

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FIGURA 4

Polo industriale nella

provincia di Alessandria.

FIGURA 5

Polo industriale di Novara.

FIGURA 6

Stabilimento nella provincia

di Novara

gli obiettivi ambientali | 3

GLI OBIETTIVI AMBIENTALI

Tale distribuzione costituisce una significativa fonte di pressione sul territorio sia antropiz-zato sia naturale che può diventare una criticità da gestire nell’ambito del suo governo (piani regolatori, valutazioni ambientali strategiche, ecc.) quando diminuisce la distanza tra le atti-vità produttive e le vulnerabilità del territorio stesso come evidenziato dalle Figure 4, 5 e 6.

Nell’ambito della prevenzione del rischio industriale con particolare riferimento al rischio di incidente rilevante, si possono individuare i seguenti obiettivi ambientali principali:• programmare e svolgere dei controlli finalizzati alla riduzione del rischio presente sul

territorio sia con l’adozione di misure preventive che protettive;• incrementare l’efficienza e l’efficacia della gestione di un’eventuale emergenza al fine di

consentire la minimizzazione delle conseguenze del rischio residuo dovuto alla presen-za degli stabilimenti industriali nel tessuto urbano e naturale;

• garantire una maggior trasparenza della Pubblica Amministrazione al fine di rendere servizi utili sia al sistema pubblico che ai soggetti privati anche attraverso la condivisio-ne e divulgazione della conoscenza ambientale specifica del rischio industriale;

• migliorare l’insediamento dei servizi, delle attività produttive e delle infrastrutture sul territorio attraverso una pianificazione e un’analisi preventiva che sia sicura e sostenibile anche dal punto di vista dei temi ambientali.

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FIGURA 7 - Dettaglio azioni e attività intraprese a fronte degli obiettivi ambientali sul rischio industriale

4 | le politiche ambientali

LE POLITICHE AMBIENTALI

Per ciascuno degli obiettivi esplicitati al paragrafo precedente sono state messe in atto azio-ni e politiche anche coinvolgendo altre direzioni regionali, nonché altri Enti a livello regionale e nazionale.

Al fine di una maggior chiarezza, le attività svolte sono dettagliate nella Figura 7.

Obiettivo Azione/politica ambientale

1. Programmazione e incremento

controlli presso attività industriali• Programma di verifiche ispettive per gli stabilimenti di competenza regionale (soggetti

agli artt. 6 e 7 del D. Lgs. 334/1999) finalizzato alla verifica dell’adeguatezza dei sistemi di

gestione della sicurezza adottati dagli stabilimenti stessi

• Procedura amministrativa per l’esclusione dal registro regionale delle aziende a rischio di

incidente rilevante ex L. R. 32/1992 per le aziende che ne fanno richiesta assicurando un

sopralluogo congiunto di Arpa e Regione Piemonte

• Programma di controlli per gli stabilimenti con sostanze pericolose ma non assoggettati a

specifici obblighi ai sensi delle principali normative ambientali (Seveso, IPPC, ecc.)

2. Incremento efficienza ed efficacia

nella gestione di un’emergenza• Partecipazione alla stesura dei Piani di Emergenza Esterni a supporto della Prefettura

evidenziando le peculiarità e vulnerabilità del territorio e delle infrastrutture utili in

emergenza attraverso la costituzione di gruppi di lavoro ad hoc

• Promozione e partecipazione alle attività di sperimentazione dell’efficacia dei Piani di

Emergenza Esterni ricadenti sul territorio della provincia di Torino

• Collaborazione con il settore Protezione civile regionale e il CSI Piemonte per lo sviluppo di un

sistema informativo finalizzato a condividere i riferimenti da contattare in caso di emergenza

3. Condivisione e divulgazione della

conoscenza ambientale specifica del

rischio industriale

• Continuo sviluppo del sistema informativo tematico sul rischio di incidente rilevante incre-

mentando il numero di utenti

• Aggiornamento continuo del registro regionale degli stabilimenti a rischio di incidente

rilevante e dei dati tecnici contenuti nel sistema informativo anche grazie all’attività dei

Comuni, di Arpa Piemonte e del CSI Piemonte

• Coordinamento del sistema informativo tematico regionale con il sistema informativo nazion-

ale attraverso la collaborazione con la Regione Lombardia anche al fine di un’ottimizzazione

delle risorse regionali da investire nei nuovi sviluppi e aggiornamenti dei sistemi attraverso

formazione specifica ai diversi Enti coinvolti nella materia del rischio industriale

4. Pianificazione più sicura del

territorio• Verifica degli elaborati tecnici predisposti ai sensi del DM 9 maggio 2001 nell’ambito delle

procedure urbanistiche di competenza regionale al fine di garantire la compatibilità tra le

attività industriali e i nuovi insediamenti antropici, nonché la compatibilità degli elementi

ambientali naturali e antropici preesistenti rispetto all’insediamento di nuove attività

produttive e artigianali

• Predisposizione dei documenti approvati dalla Giunta Regionale con le deliberazioni n.

31-286 del 5/07/2010 e n. 17-377 del 26/07/2010 quali indirizzi per l’adeguamento degli

strumenti urbanistici da parte delle Amministrazioni comunali in ottemperanza alla

normativa Seveso

• Costituzione di un gruppo di lavoro interdirezionale (Direzione Ambiente e Direzione

Programmazione strategica, politiche territoriali ed edilizia) per l’accompagnamento delle

Amministrazioni per l’adeguamento degli strumenti urbanistici alla normativa Seveso anche

attraverso l’organizzazione di seminari ad hoc

RISCHIO DI INCIDENTERILEVANTE

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gli indicatori prestazionali | 5

GLI INDICATORI PRESTAZIONALI

Al fine di monitorare l’efficacia delle politiche messe in atto nel 2010 nell’ambito del rischio industriale è possibile individuare alcuni indicatori quali:• l’esito delle verifiche sul Sistema di gestione della sicurezza in relazione a quello degli

anni precedenti;• il numero degli elaborati tecnici comunali sul rischio di incidente rilevante, ovvero dei

procedimenti di valutazione Ambientale Strategica analizzati dal punto di vista del tema ambientale “rischio industriale”;

• l’incremento degli accessi ai sistemi informativi tematici sul rischio industriale;• il numero dei dati inseriti nel sistema ogni anno;• il numero dei Piani di Emergenza Esterni redatti con gruppi di lavoro inter-ente a ga-

ranzia di un’uniformità su tutto il territorio regionale;• il numero di attività di sperimentazione sui Piani di Emergenza Esterni.

Nel corso del 2010, per quanto riguarda i controlli, non sono state riscontrate inottempe-ranze agli obblighi di legge. Inoltre, a seguito dei controlli effettuati, è risultata la messa in atto delle misure necessarie al superamento delle prescrizioni impartite nelle verifiche dei sistemi di gestione della sicurezza precedenti. In particolare le verifiche ispettive hanno riguardato 16 stabilimenti per un totale di 30 sopralluoghi in campo.

A seguito delle verifiche e dei controlli effettuati dal sistema pubblico, i gestori degli stabili-menti hanno posto in atto modifiche di impianto che costituiscono significativi investimenti sulla sicurezza (in alcuni casi dell’ordine di milioni di Euro).

Sempre con riferimento ad attività finalizzate alla riduzione del rischio, nel corso del 2010 sono state analizzate 20 varianti agli strumenti di pianificazione urbanistica comunali garan-tendo un incremento della conoscenza delle aree produttive (anche non strettamente collega-te alla normativa Seveso) nonché delle vulnerabilità territoriali e ambientali connesse.

Inoltre, è stata attivata una collaborazione con il comparto Sanità per quanto attiene il co-ordinamento delle attività di controllo a seguito dei nuovi Regolamenti europei relativi al REACH (Regolamento n. 1907/2006 concernente la registrazione, la valutazione, l’autorizza-zione e la restrizione delle sostanze chimiche) e al CLP (Regolamento n. 1272/2008 del 16 di-cembre 2008 che introduce in Europa il sistema di classificazione GHS -Globally Harmonized System- delle sostanze e dei preparati pericolosi).

Relativamente al sistema informativo e alla diffusione delle informazioni ambientali, è stata confermata la periodicità mensile di aggiornamento del registro ed è stata implementata la sezione relativa ai quesiti interpretativi sulla normativa Seveso quale riferimento nazionale sull’argomento. Inoltre, sono stati inseriti e aggiornati, anche con l’aiuto dei Comuni, di Arpa Piemonte e di CSI Piemonte, più di 3500 dati nel sistema informativo tematico che è a dispo-sizione di tutto il sistema pubblico regionale.

Nel corso del 2010 sono stati registrati più di 3500 accessi nonché sono stati rilasciati 46 nuovi certificati di accesso ai sistemi informativi stessi richiesti soprattutto dai Comuni e dal-le altre direzioni regionali, per un totale di 520 soggetti abilitati afferenti al Sistema Pubblico piemontese.

Per quanto attiene la pianificazione di emergenza esterna sono stati redatti o aggiornati 5 Piani di emergenza esterni e sperimentati 10 stabilimenti nella Provincia di Torino.

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6 | riferimenti

Al sito http://extranet.regione.piemonte.it/ambiente/siar/index.htm è possibile accedere a tutte le informazioni in materia di rischio industriale.

RIFERIMENTI

RISCHIO DI INCIDENTERILEVANTE