Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

139
Ing. Francesco Fazzari 1 Attività a rischio di Attività a rischio di incidente rilevante incidente rilevante

Transcript of Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

Page 1: Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

Ing. Francesco Fazzari 1

Attività a rischio di Attività a rischio di incidente rilevanteincidente rilevante

Page 2: Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

Ing. Francesco Fazzari 2

Lo stabilimento ICMESA cominciò la sua attività nel territorio del Comune di Meda, confinante con il comune di Seveso, nel 1947. Lo stabilimento produceva prodotti farmaceutici ed era di proprietà della multinazionale Hoffman-La Roche.

INCIDENTE DI SEVESO - 1976

Dal 1975 l’Icmesa aveva iniziato a produrre triclorofenolo, componente di base per molti erbicidi. Una reazione chimica imprevista aveva fatto riscaldare ad alta temperatura il triclorofenolo, producendo diossina.

Page 3: Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

Ing. Francesco Fazzari 3

SEVESO, 10 luglio 1976 ore 12.37Nello stabilimento chimico dell' ICMESA si verificò l’esplosione di una valvola di sicurezza del reattore A-101 che provocò la fuoriuscita di alcuni chili di diossina nebulizzata. (la quantità esatta non è quantificabile, qualcuno sostiene siano fuoriusciti 10-12 Kg, altri parlano di 200-300 grammi o al massimo di 2 Kg). Il vento disperse la nube tossica verso est, nella Brianza.

Il giorno dopo, domenica 11 luglio, nel pomeriggio, due tecnici dell'ICMESA si recarono dal sindaco di Seveso, per metterlo al corrente di ciò che era accaduto nello stabilimento.

Page 4: Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

Ing. Francesco Fazzari 4

Il 15 luglio iniziò la moria degli animali, morirono galline, uccelli, conigli. Le foglie degli alberi ingiallirono e caddero, e gli alberi in breve tempo morirono come tutte le altre piante. Nell'area interessata vivevano circa 100.000 persone.

Il 18 luglio L'accaduto divenne di dominio pubblico. In seguito ad una indagine dei carabinieri del Comune di Meda venne disposta la chiusura dello stabilimento.

Page 5: Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

Ing. Francesco Fazzari 5

Il 20 luglio, nei laboratori del gruppo Hoffmann-La Roche, si riuscì ad identificare la sostanza chimica fuoriuscita con l’incidente: si trattava di diossina, una sostanza chimica altamente tossica e cancerogena, capace di provocare innumerevoli danni all’uomo e all’ambiente.

Page 6: Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

Ing. Francesco Fazzari 6

il 24 luglio, si decise di evacuare un’area di quindici ettari, che venne chiusa con reticolati, militarizzata e suddivisa in tre zone a seconda del grado di tossicità raggiunto.700 persone vennero fatte sfollare, mentre l’allarme si estese anche ad altri undici comuni limitrofi, tra cui Meda, Desio, Barlassina, Bovisio Masciago, Nova Milanese, Seregno, Lentate sul Seveso e Cesano Maderno.

Page 7: Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

Ing. Francesco Fazzari 7

Il 10 agosto una commissione tecnico-scientifica stilò una mappatura della zona contaminata. Si decise di evacuare l'area circostante l'impianto per circa 15 ettari, e le famiglie residenti nelle zone più colpite furono invitate ad abbandonare le proprie abitazioni

Page 8: Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

Ing. Francesco Fazzari 8

"La diossina è una sostanza altamente tossica in grado di provocare seri danni al cuore, ai reni, al fegato, allo stomaco e al sistema linfatico".Il composto si deposita sui terreni è non assolutamente biodegradabile. Penetra nell'organismo attraverso la respirazione, per contatto, con l'assunzione di cibo, soprattutto carne, pesce e latticini. Ancora non è stato accertato quali possano essere gli effetti a lungo termine sull'uomo. Gli abitanti di Seveso e zone limitrofe sono ancora oggi sottoposti a controlli. Si sospetta che nel terreno vi siano ancora tracce di diossina nonostante lo stabilimento chimico sia stato interrato.

Page 9: Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

Ing. Francesco Fazzari 9

Tutti i materiali contaminati asportati vennero depositati in due discariche speciali: nella vasca A, a sud di Seveso, vennero portate le macerie dello stabilimento ICMESA, tutti i terreni oggetto della scarifica e i materiali usati per la bonifica del territorio, per un volume di circa 200.000 m3. Nella vasca B, posta più a nord, nel Comune di Meda, finirono tutti i materiali contaminati della zona nord e i fanghi del depuratore di Seveso per un volume di circa 80.000m3.

Page 10: Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

Ing. Francesco Fazzari 10

Si diede il nome ad una malattia fino ad allora sconosciuta: la cloracne, che colpisce la pelle, soprattutto del volto e dei genitali; se l'esposizione è prolungata si diffonde in tutto il corpo. Può essere compromessa seriamente la funzionalità epatica. L'inalazione del composto crea problemi respiratori. Il 23 luglio la verifica incrociata delle analisi effettuate dalle strutture sanitarie italiane e dai Laboratori dell'ICMESA confermò una presenza notevole di diossina in tutta la zona colpita dalla nube tossica.

Page 11: Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

Ing. Francesco Fazzari 11

In seguito all'incidente di Seveso ed altri verificatisi nel corso degli anni in stabilimenti ad alto rischio, la Comunità Europea nel 1982 emanò la direttiva n. 82/501 relativa ai rischi di incidenti rilevanti connessi con determinate attività industriali.La direttiva prevedeva determinati obblighi amministrativi e sostanziali riguardo all'atteggiamento da seguire nella costruzione e nella gestione di attività ritenute pericolose sulla base della tipologia di pericolosità delle sostanze e del quantitativo detenuto.La direttiva è stata recepita dall'Italia, per la prima volta, con il DPR 175/88. Dal 1982 (DPR 577/82) gli stabilimenti ad alto rischio erano comunque sottoposti a particolare esame da parte del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco (Comitato Tecnico Regionale di Prevenzione Incendi)

Page 12: Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

Ing. Francesco Fazzari 12

Rischi per l’uomo e per l’ambiente Rischi per l’uomo e per l’ambiente (sia per quanto riguarda gli effetti immediati, sia quelli differiti nel tempo) Necessità di conoscenzaNecessità di conoscenza  (entità e distribuzione territoriale dei fattori di rischio legati alle attività industriali); Analisi e valutazione (analisi di sicurezza, valutazione delle conseguenze incidentali, ecc.); Gestione e controllo (analisi dei sistemi di gestione della sicurezza, verifiche ispettive sui sistemi gestione della sicurezza) ComunicazioneComunicazione (percezione sociale, informazione, partecipazione dei cittadini, ecc.) Pianificazione dell’emergenzaPianificazione dell’emergenza (aree di impatto, coordinamento dei soccorsi, ecc.) Pianificazione e gestione del territorioPianificazione e gestione del territorio (interfaccia industrie a rischio-territorio)

Problematiche emerse in seguito all’incidente

Page 13: Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

Ing. Francesco Fazzari 13

Successivamente viene emanata dalla Comunità Europea, la cosiddetta direttiva SEVESO II (96/82/CE) recepita in Italia con il D.Lgs. 334/99.Questa seconda direttiva comunitaria ha avuto il pregio d’introdurre diversi elementi innovativi, in quanto prende in considerazione non più la specifica tipologia degli impianti, bensì la presenza di determinate sostanze pericolose, comprese quelle classificate come "pericolose per l'ambiente", in quantità tali da poter dar luogo ad incidenti rilevanti quali emissioni, incendi o esplosioni di grave entità. Viene quindi emanata, in seguito ad altri incidenti accaduti in Europa nel corso degli anni, la direttiva comunitaria 2003/105/CE (G.U.C.E. del 31/12/2003) recepita in Italia con il D.Lgs 238/2005, che modifica alcune tipologie e quantitativi di sostanza pericolose (Seveso III).

Direttive SEVESO

Page 14: Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

Ing. Francesco Fazzari 14

Sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europa L. 197 del 24/07/2012 è stata pubblicata la Direttiva 2012/18/UE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 4 luglio 2012, sul controllo del pericolo di incidenti rilevanti connessi con sostanze pericolose, che abroga la direttive 96/82/CE.

La nuova Direttiva è stata emanata essenzialmente per allineare il sistema di classificazione delle sostanze pericolose al regolamento CE 1272/2008, cosiddetto “regolamento CLP” sulla classificazione, etichettatura ed imballaggio di sostanze e miscele.

Gli Stati membri dovranno recepire la Direttiva 2012/18/UE negli ordinamenti nazionali entro il 31 maggio 2015.  

Direttive SEVESO

Page 15: Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

Ing. Francesco Fazzari 17

Principale normativa nazionale Decreto Ministero Ambiente 15 maggio 1996 (Depositi di GPL) Decreto Ministero Ambiente 20 ottobre 1998 (Depositi di liquidi

infiammabili e tossici) Decreto legislativo 17 agosto 1999 n. 334 (Attuazione della direttiva

86/92/CE) - SEVESO II Decreto Ministero Ambiente 9 agosto 2000 (Modifiche negli stabilimenti) Decreto Ministero Ambiente 9 agosto 2000 (Sistema di gestione della

sicurezza) Decreto Ministero Interno 19 marzo 2001 e DPR 1 agosto 2011 n.151

(Procedure di prevenzione incendi) Decreto Ministero LL.PP. 9 maggio 2001 (Pianificazione urbanistica e

territoriale) Decreto 16 maggio 2001 (Porti industriali e petroliferi) DPCM 25 febbraio 2005 (Pianificazione emergenza esterna) Decreto legislativo 21 settembre 2005 n. 238 (Attuazione della direttiva

2003/105/CE) – SEVESO III Decreto Presidente Consiglio 16 febbraio 2007 (linee guida per

l’informazione alla popolazione sui rischi rilevanti)

Page 16: Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

Decreto Legislativo 27 ottobre 2011, n. 186 - Disciplina sanzionatoria per la violazione delle disposizioni del regolamento (CE) n. 1272/2008 relativo alla classificazione, all'etichettatura e all'imballaggio di sostanze e miscele, che modifica ed abroga le direttive 67/548/CEE e 1999/45/CE e che modifica il regolamento (CE) n. 1907/2006. (11G0223)

Decreto Legislativo 25 gennaio 2010, n. 8 "Attuazione della direttiva 2008/43/CE, relativa all'istituzione, a norma della direttiva 93/15/CEE, di un sistema identificazione e tracciabilità degli esplosivi per uso civile“ pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 10 febbraio 2010, n. 33

Ministero dell’Ambiente della Tutela del Territorio e del Mare Decreto del 24 luglio 2009 , n. 139 “Regolamento recante la disciplina delle forme di consultazione della popolazione sui piani di emergenza esterni, ai sensi dell'articolo 20, comma 6, del decreto legislativo 17 agosto 1999, n. 334”.

Ing. Francesco Fazzari 18

Principale normativa nazionale

Page 17: Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

Ing. Francesco Fazzari 19

Principale normativa nazionale

D.L. n. 101 del 31 agosto 2013 ( G.U.R.I. n. 204 del 31-8-2013) , recante "Disposizioni urgenti per il perseguimento di obiettivi di razionalizzazione nelle pubbliche amministrazioni", all'art. 8 detta disposizioni concernenti il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco.

Legge n.125 del 30 ottobre 2013 (G.U.R.I. n. 255 del 30 ottobre 2013 ) di conversione del Decreto Legge 101 del 31 agosto 2013, recante "Disposizioni urgenti per il perseguimento di obiettivi di razionalizzazione nelle pubbliche amministrazioni" (GU n. 204 del 31-8-2013).

Page 18: Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

Ing. Francesco Fazzari 20

! !

!

!

!

!

!

!!

!

"" "

"

""

"

"

""

"

"

"

"

"

"

´

´

´ ´´

"

"PALERMO

CATANIA

SR

ME

CL

Poli industriali petroliferi, petrolchimici e Poli industriali petroliferi, petrolchimici e depositi di sostanze pericolose di maggiore depositi di sostanze pericolose di maggiore rilievo esistenti nella Regione Siciliarilievo esistenti nella Regione Sicilia

Page 19: Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

Ing. Francesco Fazzari 21

Decreto legislativo 17 agosto 1999 N. 334 (Seveso II)Decreto legislativo 17 agosto 1999 N. 334 (Seveso II)

Attuazione della direttiva CEE 96/82/CE relativa al controllo dei pericoli di incidenti rilevanti connessi con determinate sostanze pericolose

FinalitàFinalità

Prevenzione degli incidenti rilevanti e limitazione delle conseguenze per l’uomo e per l’ambiente

Incidente rilevanteIncidente rilevante

Un evento quale un’emissione, un incendio o una esplosione di grande entità dovuto a sviluppi incontrollati dell’attività che dia luogo ad un pericolo grave immediato o differito per la salute umana e per l’ambiente all’interno o all’esterno dello stabilimento con una o più sostanze pericolose.

Page 20: Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

Ing. Francesco Fazzari 22

DECRETO LEGISLATIVO 334/99 DECRETO LEGISLATIVO 334/99

MODIFICA CAMPO DI APPLICAZIONE PREVISTO DALLA PRECEDENTE NORMATIVA (DPR 175/88)

Non si applica più alle attività industriali ma coinvolge i gestori che utilizzano sostanze pericolose oltre determinati quantitativi (indipendentemente dall’attività svolta)

INTRODUZIONE DEL SISTEMA DI GESTIONE DELLA SICUREZZA (SGS)

Al fine di responsabilizzare le aziende e documentare la politica di prevenzione degli incidenti e l’organizzazione ed attuazione delle misure previste.

Page 21: Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

Ing. Francesco Fazzari 23

Definizione dei contenuti minimi per i PIANI di PIANI di EMERGENZAEMERGENZA interni (Gestore) ed esterni (Prefettura)

Evidenza di situazioni con possibili EFFETTI EFFETTI DOMINODOMINO ed individuazione delle aree ad elevata concentrazione di stabilimenti industriali a rischio di incidente rilevante (rischio d’area)

DECRETO LEGISLATIVO 334/99 DECRETO LEGISLATIVO 334/99

Page 22: Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

Ing. Francesco Fazzari 24

CONTROLLO DELL’URBANIZZAZIONECONTROLLO DELL’URBANIZZAZIONE

Fissazione di requisiti minimi di sicurezza in materia di pianificazione territoriale al fine di mantenere opportune distanze tra stabilimenti ed aree residenziali

MODIFICA DELLA SCHEDA DI INFORMAZIONEMODIFICA DELLA SCHEDA DI INFORMAZIONE sui rischi di incidenti rilevanti per la popolazione, già prevista dalla normativa previgente.

DECRETO LEGISLATIVO 334/99 DECRETO LEGISLATIVO 334/99

Page 23: Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

Ing. Francesco Fazzari 25

ESCLUSIONIESCLUSIONI

Stabilimenti, impianti e depositi militari

Pericoli per radiazioni ionizzanti

Trasporto su strada o per ferrovia

Industrie estrattive

Discariche di rifiuti

Scali merci terminali di ferrovia a determinate condizioni

DECRETO LEGISLATIVO 334/99 DECRETO LEGISLATIVO 334/99

Page 24: Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

Ing. Francesco Fazzari 26

SANZIONI PENALI ( a carico del Gestore):SANZIONI PENALI ( a carico del Gestore):

Omessa notifica o presentazione del rapporto di sicurezza e del documento sulla politica di prevenzione degli incidenti rilevanti

Omessa presentazione della scheda informativa

Inadempienza alle misure indicate nel rapporto di sicurezza o alle prescrizioni dell’autorità competente

Omessa attuazione del sistema di gestione della sicurezza

Mancato aggiornamento del rapporto di sicurezza e del documento sulla politica di prevenzione degli incidenti rilevanti

Page 25: Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

Ing. Francesco Fazzari 27

Enti interessati. Enti interessati. (Stato, Regioni, Enti Locali , Prefetti, CTR, Vigili del Fuoco, ecc... )

Controlli.Controlli. Verifiche ispettive al fine di accertare l’adeguatezza della politica di prevenzione degli incidenti rilevanti ed i sistemi di gestione della sicurezza. Nell’ambito dell’istruttoria tecnica per la verifica di prescrizioni e programmi di adeguamento In seguito ad eventi incidentali Finalizzati al rilascio del certificato di prevenzione incendi

DECRETO LEGISLATIVO 334/99 DECRETO LEGISLATIVO 334/99

Page 26: Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

Ing. Francesco Fazzari 28

AMBITO di APPLICAZIONEAMBITO di APPLICAZIONE

Stabilimenti in cui sono presenti sostanze pericolose in quantità eguali o superiori a quelle indicate nell’all.I al D.Lgs 334/99 (poi modificato dal D.Lgs 238/05).

PARTE 1

COLONNA 1 : SOSTANZE (cloro, nitrati, ossido di etilene, idrogeno, gpl, acetilene, ecc…)

COLONNA 2: soglie art. 6-7 del D.Lgs. 334 /99 e s.m.

COLONNA 3: soglie art. 8 del D.Lgs 334/99 e s.m.

PARTE 2 : CATEGORIE di SOSTANZE (tossiche, molto tossiche, esplosive, infiammabili, ecc…)

Page 27: Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

Ing. Francesco Fazzari 29

Art. 6: Stabilimenti in cui sono presenti sostanze pericolose in quantità uguali o superiori a quelle della colonna 2 dell’allegato I ma comunque inferiori alle quantità indicate in colonna 3

Art. 8: Stabilimenti in cui sono presenti sostanze pericolose in quantità uguali o superiori a quelle della colonna 3 dell’allegato I (obbligo di presentazione del rapporto di sicurezza)

Assoggettabilità di stabilimenti e depositi

Page 28: Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

Ing. Francesco Fazzari 30

Elenco sostanze pericolose del decreto 334/99 con le modifiche del decreto 238/05

Page 29: Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

Ing. Francesco Fazzari 31

Elenco categorie di sostanze pericolose del decreto 334/99 con le modifiche del decreto 238/05

Page 30: Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

Ing. Francesco Fazzari 32

NOTIFICANOTIFICA

Il Gestore degli stabilimenti contenenti sostanze in quantità eguali o superiori a quelle elencate nell’all.I del decreto (attività di cui all’art. 6 ed all’art. 8) è obbligato a trasmettere una notifica al Ministero dell’Ambiente, Regione, Provincia, Comune, Prefetto, Comitato Tecnico Regionale, nei tempi previsti nello stesso decreto.

CONTENUTI DELLA NOTIFICACONTENUTI DELLA NOTIFICA

Nome o ragione sociale, indirizzo dello stabilimento, notizie sulle sostanze pericolose, attività in corso o prevista, l’ambiente circostante e gli elementi che potrebbero causare un incidente rilevante. Contestualmente alla notifica deve essere trasmessa la scheda di informazione sui rischi rilevanti

Page 31: Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

Ing. Francesco Fazzari 33

POLITICA DI PREVENZIONE DEGLI INCIDENTI RILEVANTI

Il Gestore redige un documento che definisce la propria politica di prevenzione degli incidenti rilevanti allegando il programma adottato per l’attuazione del sistema di gestione della sicurezza (SGS)

Il documento deve essere depositato presso lo stabilimento e riesaminato ogni 2 anni

Periodiche ispezioni da parte delle autorità di controllo

Page 32: Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

Ing. Francesco Fazzari 34

IL DOCUMENTO SULLA POLITICA DI PREVENZIONE deve indicare:

Obiettivi da perseguire

Principi generali della politica di prevenzione

Impegno a realizzare, adottare e mantenere il SGS

Sistemi di verifica e riesame delle prestazioni

Articolazione del SGS con programma di attuazione e tempi

Page 33: Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

Ing. Francesco Fazzari 35

REQUISITI GENERALI E STRUTTURA DEL SISTEMA DI GESTIONE DELLA SICUREZZA

REQUISITI GENERALI

Definire e documentare la politica, gli obiettivi e gli impegni stabiliti per la sicurezza

Assicurare che tale politica venga compresa, attuata e sostenuta a tutti i livelli aziendali

Verificare il conseguimento degli obiettivi e fissare le azioni correttive

Page 34: Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

Ing. Francesco Fazzari 36

IL SISTEMA DI GESTIONE DELLA SICUREZZAIL SISTEMA DI GESTIONE DELLA SICUREZZA

A) Organizzazione e personale

B) Identificazione e valutazione dei pericoli rilevanti

C) Controllo operativo

D) Gestione delle modifiche da apportare agli impianti

E) Pianificazione di emergenza

F) Controllo delle prestazioni

G) Controllo e revisione

Page 35: Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

Ing. Francesco Fazzari 37

LA DIRETTIVA SEVESO III LA DIRETTIVA SEVESO III

(2003/105/CE G.U.C.E. del 31/12/2003)(2003/105/CE G.U.C.E. del 31/12/2003)

Emanata alla luce degli incidenti diEmanata alla luce degli incidenti di

Baia di Mare (Romania) gennaio 2000Baia di Mare (Romania) gennaio 2000 Inquinamento del Danubio per versamento di cianuro proveniente da un’attività mineraria

Enschede (Paesi Bassi) maggio 2000 Enschede (Paesi Bassi) maggio 2000 Incendio Incendio di materiale pirotecnico di materiale pirotecnico

Tolosa (Francia) settembre 2001 Tolosa (Francia) settembre 2001 Esplosione in Esplosione in uno stabilimento di fertilizzanti (Nitrato di uno stabilimento di fertilizzanti (Nitrato di ammonio)ammonio)

Page 36: Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

Ing. Francesco Fazzari 38

Baia Mare (Romania)

Il 30 gennaio 2000 cedette la diga di contenimento di un bacino di sterili* nella fonderia di una miniera d’oro a Baia di Mare, in Romania.Secondo le stime, 100 000 m3 di fanghi e di acque reflue con un tenore di cianuro pari a 126 mg/litro si riversarono, attraverso i canali di drenaggio, nel fiume Lapus, un affluente del fiume Szamos, e da lì raggiunsero il fiume Tibisco e il tratto di Danubio a monte di Belgrado, per sfociare successivamente nel Mar Nero.

*sterili: residui di scarto della vagliatura di minerali

Page 37: Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

Ing. Francesco Fazzari 40

Enschede (Olanda)

Il 13 maggio 2000 si verificò un’esplosione in un deposito di fuochi d’artificio a Enschede (una città di circa 150.000 abitanti nell’est dell’Olanda). L’esplosione e l’incendio che ne derivò distrussero completamente il comprensorio residenziale circostante, un’area di quaranta ettari. 22 morti, migliaia di feriti, migliaia di persone evacuate per uno o più giorni, più di 1200 persone persero la loro abitazione

Page 38: Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

Ing. Francesco Fazzari 41

Tolosa (Francia)

Nel settembre 2001 si verificò un’esplosione nello stabilimento di fertilizzanti “Grand Paroisse” di Tolosa.Il materiale all’origine dell’incidente era nitrato d’ammonio fuori specifica.L’incidente causò la morte di 30 persone e il ferimento di 2500.

Page 39: Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

Ing. Francesco Fazzari 43

Il campo di applicazione della Direttiva 96/82/CE è stato ampliato, includendo:

• le operazioni di preparazione chimica o termica -connesse alle attività minerarie- che comportano l’impiego delle sostanze pericolose di cui all’allegato I.

• gli impianti operativi di smaltimento degli sterili, compresi i bacini e le dighe di raccolta degli sterili, contenenti le sostanze di cui all’allegato I, in particolare quando utilizzati in relazione alla lavorazione chimica e termica di minerali

LA DIRETTIVA SEVESO III LA DIRETTIVA SEVESO III

Page 40: Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

Ing. Francesco Fazzari 46

Ampliamento del campo di applicazione (introduzione di attività e sostanze precedentemente non presenti)

Implementazione della partecipazione dei soggetti interessati al processo della pianificazione di emergenza (la pianificazione di emergenza esterna si estende anche alle attività soggette agli obblighi di cui agli articoli 6 e 7)

LA DIRETTIVA SEVESO III LA DIRETTIVA SEVESO III

Rafforzamento del diritto all’informazione sulle misure di sicurezza

Ulteriore attenzione alle politiche di assetto del territorio e dell’urbanizzazione

Page 41: Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

Ing. Francesco Fazzari 47

Viene ribadito l’obbligo di provvedere affinché la politica in materia di assetto del territoriopolitica in materia di assetto del territorio tenga conto della necessità di mantenere opportune distanze tra gli stabilimenti e le zone frequentate dal pubblico

Vengono forniti gli orientamenti per elaborare una base di dati tecnici per valutare anche la compatibilità compatibilità degli stabilimenti esistentidegli stabilimenti esistenti con le zone frequentate dal pubblico

LA DIRETTIVA SEVESO III LA DIRETTIVA SEVESO III

Page 42: Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

Ing. Francesco Fazzari 48

Redazione del piano di emergenza internoRedazione del piano di emergenza interno (deve essere elaborato consultando il personale interno e quello delle ditte subappaltatrici)

Formazione del personale addetto alla gestione Formazione del personale addetto alla gestione dei rischidei rischi (deve coinvolgere il personale delle ditte subappaltatrici)

Informazioni sulle misure di sicurezza per le Informazioni sulle misure di sicurezza per le popolazionipopolazioni (devono essere fornite dal Sindaco ad ogni persona e struttura vulnerabile)

LA DIRETTIVA SEVESO III LA DIRETTIVA SEVESO III

Page 43: Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

Ing. Francesco Fazzari 49

Rapporto di sicurezzaRapporto di sicurezzaIl Gestore di uno stabilimento rientrante tra quelli indicati all’art.8 del decreto legislativo 334/99 (come modificato dal D.Lgs n.238/2005) deve presentare al Comitato Tecnico Regionale, al Ministero dell’Ambiente e alla Regione un rapporto di sicurezza che deve evidenziare:

l’individuazione di incidenti rilevanti e le misure di prevenzione e limitazione delle conseguenze che sono state adottate o che si intendono adottare

l’affidabilità e la sicurezza della progettazione, costruzione, esercizio, manutenzione degli impianti e dei depositi

l’adozione del sistema di gestione della sicurezza

le misure contenute nel piano di emergenza interna e gli elementi utili per la predisposizione dei piani di emergenza esterni

Page 44: Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

Ing. Francesco Fazzari 50

Rapporto di sicurezzaRapporto di sicurezzaI dati e le informazioni minime che un rapporto di sicurezza deve contenere (vedi allegato II D.lgs 334/99) sono le seguenti:

Informazioni sul sistema di gestione e organizzazione in relazione alla prevenzione degli incidenti rilevanti

la descrizione dell’ambiente circostante lo stabilimento

la descrizione degli impianti e dei depositi

l’identificazione di possibili incidenti rilevanti con i metodi dell’analisi del rischio e l’individuazione di misure di prevenzione

l’individuazione di misure di protezione e di intervento per limitare le conseguenze di un eventuale incidente per l’uomo e per l’ambiente

Page 45: Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

Ing. Francesco FAZZARI

Metodologie per l’analisi del rischioMetodologie per l’analisi del rischio

Page 46: Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

Ing. Francesco FAZZARI

Valutazione dei rapporti di sicurezzaValutazione dei rapporti di sicurezza

S ta to a u to riz za tivo

V e rif ica d e lla co m p le te zza fo rm a le

Id e n tif ica z ion e e ve rif ica d e lle a tt iv ità sog g e tte a p .i

A n a lisi d i s icu re zza g en e ra le

V a lu taz io ne d e g li in d ic i d i ris ch io

A n a lis i d e lle fre q u en ze d e g li in c id e n ti

S ce n ari in c ide n ta li

V a lu ta zio n e d e lle co n se g ue n ze

V a lu ta z ion e p ia n i e m rg e n za in te rn i

E le m e n ti p e r i p ia n i d i em e rg e n za e ste rn i

V a lu taz io n i co n clu s ive

Page 47: Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

Ing. Francesco FAZZARI

Stato autorizzativoStato autorizzativo

Occorre verificare se l’impianto (esistente) dispone delle autorizzazioni amministrative (licenze, decreti,ecc…) per il cui rilascio è richiesto il parere del Comitato Tecnico Regionale

Particolare attenzione va posta per le attività costiere la cui autorizzazione da parte del Ministero delle infrastrutture e Trasporti ai sensi del Codice della Navigazione richiede il preventivo parere del Comitato Tecnico regionale integrato

Page 48: Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

Ing. Francesco FAZZARI

Verifica completezza formaleVerifica completezza formale

La fase di verifica della completezza formale della documentazione deve essere eseguita confrontando puntualmente quanto rappresentato nel rapporto di sicurezza con quanto richiesto dalle normative vigenti.

Ove emergano delle carenze di documentazione, nell’ambito del procedimento istruttorio è prevista la possibilità di richiede documentazione integrativa

Page 49: Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

Ing. Francesco FAZZARI

Attività soggette a prevenzione incendiAttività soggette a prevenzione incendi

Il rispetto delle norme di prevenzione incendi, costituisce, nell’ambito della procedure di valutazione dei rischi rilevanti, un requisito minimo che deve essere rispettato. Occorre pertanto individuare tutte le attività, all’interno dello stabilimento, che sono soggette anche alle normative di prevenzione incendi, verificandone il puntuale rispetto. Nel caso in cui non esistano regole tecniche di riferimento dovrà farsi riferimento ai criteri generali di prevenzione incendi implementati con quanto previsto da norme tecniche nazionale ed internazionali (UNI, NFPA, API, ecc…).

Page 50: Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

Ing. Francesco FAZZARI

Analisi di sicurezza generaleAnalisi di sicurezza generale

La sicurezza generale si riferisce a tutti gli aspetti che devono essere presi in esame nell’esame del progetto o nell’esame della documentazione dell’attività, se esistente. Essi comprendono la verifica delle misure adottate o che si intendono adottare per la riduzione delle frequenze di accadimento e per la limitazione delle conseguenze.

Nel rapporto di sicurezza dovrà in ogni caso essere rappresentato che gli impianti rispettano quanto meno le normative specifiche esistenti oltre al rispetto dei principali standard nazionali ed internazionali di riferimento.

Page 51: Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

Ing. Francesco FAZZARI

Alcune Banche dati incidentiAlcune Banche dati incidentiSIGLA NOME ENTE STATO

MARSMajor accident

Reporting SystemJRC C.E,

FACTS

Failure accident technical

information system

TNO NL

MHIDASMajor Hazard Incident data

serviceHSE UK

SONATA

Summary of notable accident

in techical attivities

TEMA I

Banca dati RIR

Banca dati incidenti rilevanti

(in corso di definizione)

Ministero Interno CNVVF

I

Rassegna incidenti

Ministero Interno CNVVF

I

Page 52: Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

Ing. Francesco FAZZARI

Una Banca dati, per essere Una Banca dati, per essere attendibile, deve individuare:attendibile, deve individuare:

• Luogo e data • Attività industriale• Impianto• Incidenti• Sostanze coinvolte• Quantità delle sostanze coinvolte• Causa presunta dell’incidente• Danni a persone • Persone evacuate • Entità dei danni • Fonti di informazione

Page 53: Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

Ing. Francesco FAZZARI

Valutazione indici di rischioValutazione indici di rischio

Occorre verificare che lo sviluppo dei metodi ad indici riportato nel rapporto di sicurezza è congruente con le misure di sicurezza indicate e, nel caso degli stabilimenti esistenti, occorre eseguire delle verifiche in campo per verificare se tali misure sono effettivamente adottate.

Occorre procedere, nel caso non sia stato fatto nel rapporto di sicurezza, alla determinazione dei vari indici di rischio sulla base dei fattori di penalizzazione e compensativi adottati dal gestore.

L’individuazione degli indici di rischio consente di individuare gli impianti su cui approfondire le analisi

Page 54: Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

Ing. Francesco FAZZARIA d o p e r a r e le c la ss if ic a z io n i p e r v a lu ta r e il r isc h io p o te n z ia le d e ll'im p ia n t o

E se g u ir e il p r o c e d im e n to p e r tu tte le u n ità

In se r ir e i fa tto r i d i c o m p e n sa z io n e n e lle fo r m u le p e r o tte n e r e i v a lo r i d e g li in d ic i r id o tti e le c a te g o r ie d i r isc h io

P r o c e d e r e a lla fa se d i c o m p e n sa z io n e e c a lc o lo d e i fa tto r i

In se r ir e il fa tto r e so sta n z a e le p e n a lità n e lle fo r m u le p e r c a lc o la r e g li in d ic i d i r isc h io F ,C ,A ,G

D e te r m in a r e i fa tto r i d i p e n a liz z a z io n e ta b e lla t i

Id e n tif ic a r e la so sta n z a p r e d o m in a n te e d e te r m in a r e il fa tto r e so sta n z a

C o n sid e r a r e la p r im a /su c c e ss iv a u n ità

D iv id e r e l'im p ia n to in u n ità lo g ic h e

Procedimento del metodo indicizzatoProcedimento del metodo indicizzato

Page 55: Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

Ing. Francesco FAZZARI

Individuate le unità a maggiore rischio, ad esempio con il metodo ad indici, si passa alla individuazione dei top events tramite metodologie quali analisi storica, “hazop” ed altri metodi.

Successivamente è necessario effettuare una stima della credibilità degli eventi, cioè valutarne la probabilità di accadimento (con metodi qualitativi o quantitativi) ovvero il fattore F nella relazione R = F x M

Individuazione dei top eventsIndividuazione dei top events

Evento indesiderato del quale si vogliono individuare le cause Evento indesiderato del quale si vogliono individuare le cause e quantificarne la probabilità di accadimentoe quantificarne la probabilità di accadimento

Page 56: Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

Ing. Francesco FAZZARI

Metodi Metodi qualitativiqualitativi

Si basano sull’esperienza o sulla concordanza di opinioni di esperti del settore e richiedono la qualificazione dell’evento sulla base dei criteri di seguito indicati:

Evento molto probabile : è già successo e quindi può succedere ancora durante la vita dell’impianto

Evento probabile : se si verifica non sorprende

Evento poco probabile : se si verifica sorprende

Evento improbabile : evento quasi mai verificatosi

Page 57: Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

Ing. Francesco FAZZARI

Schematizzazione per assegnare il livello atteso Schematizzazione per assegnare il livello atteso di probabilità dell’eventodi probabilità dell’evento

Evento molto probabileEvento molto probabile: il suo verificarsi dipende da una sola disfunzione elementare e non esistono sistemi protettivi

Evento probabileEvento probabile: concomitanza di due disfunzioni elementari senza sistemi preventivi

Evento poco probabileEvento poco probabile: concomitanza di due disfunzioni elementari con sistemi preventivi

Evento improbabileEvento improbabile: concomitanza di due disfunzioni elementari con sistemi preventivi ridondanti

Page 58: Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

Ing. Francesco FAZZARI

Metodi Metodi quantitativiquantitativi

Assegnano agli eventi incidentali un valore probabilistico espresso in termini numerici, per esempio

P = 10 –2 occasioni/anno Dove P è la probabilità di accadimento

Significa che ci si attende che l’evento incidentale si verifichi 1 volta ogni 100 anni.

Page 59: Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

Ing. Francesco FAZZARI

Albero dei guastiAlbero dei guasti

L’albero dei guasti è una rappresentazione grafica delle relazioni logiche fra gli eventi che possono dar luogo al top event e consente di determinarne la frequenza di accadimento

E ven to A 1 E ven to A 2

E ve nto A E ve nto B

E ven to C1 E ven to C2

E ven to C

T O P E V E N T

Page 60: Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

Il top event si verifica se si verificano contemporaneamente gli eventi A e B

Il top event si verifica se si verifica l’evento A o l’evento B

Albero dei guastiAlbero dei guasti

Page 61: Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

Ing. Francesco FAZZARI

Page 62: Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

Ing. Francesco FAZZARI

Valutazioni conclusiveValutazioni conclusive

Le valutazioni conclusive del CTR nell’ambito della procedura istruttoria prevista dal decreto 334/99 vengono espresse attraverso delibere nelle quali vengono formulate osservazioni, anche di merito, prescrizioni con tempi di adeguamento, richieste di integrazioni su aspetti particolari (anche di natura ambientale), adozione di particolari accorgimenti o misure di prevenzione.

Le conclusioni del CTR riguardano comunque l’aspetto degli incidenti rilevanti e non il funzionamento ordinario di impianti e depositi e tengono conto della conformità degli impianti alle norme vigenti, della completezza delle informazioni fornite e della idoneità delle indagini eseguite.

Page 63: Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

Ing. Francesco FAZZARI

Effetti degli eventi incidentaliEffetti degli eventi incidentali

Incendi Radiazione termica

Esplosioni Impulsi di pressione e ricaduta di frammenti

Rilasci di sostanze infiammabili

Concentrazione della sostanza in aria entro il campo di infiammabilità

Rilasci di sostanze tossiche

Concentrazione della sostanza in aria entro i limiti di tossicità (LC50 - IDLH - LOC)

Page 64: Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

Ing. Francesco FAZZARI

Indicatori di tossicitàIndicatori di tossicità

CL 50 (mg/litro/4 ore) Concentrazione letale della sostanza capace di uccidere, se inalata per 4 ore il 50% delle persone esposte .

DL 50 (mg/Kg) Dose letale della sostanza capace di uccidere il 50% delle persone esposte attraverso l’assorbimento cutaneo .

IDLH (mg/Kg) Concentrazione massima che può essere inalata per 30 minuti dalla popolazione esposta senza pericoli immediati per la vita, per la salute o per l’insorgere di danni ritardati.

LOC (mg/Kg) E’ pari ad 1/10 del valore IDLH e può essere utilizzato come soglia di tossicità per la terza zona di pianificazione nei piani di emergenza.

Page 65: Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

Eventi incidentaliEventi incidentali

• FIRE BALL

• ESPLOSIONIESPLOSIONI

• BLEVEBLEVE

• JET FIREJET FIRE

• FLASH FIREFLASH FIRE

• POOL FIREPOOL FIRE

Page 66: Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

Ing. Francesco FAZZARI

FIRE BALLFIRE BALL

E’ generato da una nuvola di vapori infiammabili (ad esempio g.p.l.) la cui parte periferica si miscela con l’aria entrando nel campo di infiammabilità della sostanza.

Un innesco in questa zona provoca una palla di fuoco (fireball) che in tempi molto brevi consuma tutto il combustibile senza generare esplosione ma solo un effetto di irraggiamento termico.

L’intera massa si solleva per l’effetto della riduzione della densità indotta dal surriscaldamento.

Page 67: Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

Ing. Francesco FAZZARI

Caratteristiche del fire ballCaratteristiche del fire ball(dati sperimentali)(dati sperimentali)

• D = A m a D = diametro

• H = B m b H = elevazione

• T = C m c T = durata

• m = massa della sostanza

• A,B,C, a,b,c = costanti sperimentali

Page 68: Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

Ing. Francesco FAZZARI

EsplosioniEsplosioni

UVCE = esplosioni di nubi di vapori di sostanze infiammabili non confinate (ad esempio all’esterno)

VCE = esplosioni di nubi di vapori di sostanze infiammabili in ambienti confinati

N.B. L’energia di innesco della nube affinché si verifichi l’esplosione è molto limitata

Page 69: Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

Ing. Francesco FAZZARI

Parametri che determinano le Parametri che determinano le conseguenze di un UVCEconseguenze di un UVCE

• Quantità di sostanza coinvolta

• Frazione di materiale vaporizzato

• Ritardo dell’innesco

• Efficienza dell’esplosione

• Grado di parziale confinamento

Page 70: Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

Ing. Francesco FAZZARI

BLEVEBLEVE

Esplosione di vapori di liquidi bollenti che si espandono

Ad esempio un liquido entro un recipiente in pressione in equilibrio con la fase vapore che viene riscaldato per un incendio esterno. La massa si riscalda, la pressione aumenta fino a raggiungere la pressione di scatto della valvola di sicurezza che si apre …

Una zona del mantello del serbatoio non bagnata dal liquido si surriscalda e si fora. La pressione si abbassa repentinamente e si può avere un’esplosione con rottura del recipiente. Se il contenuto del recipiente è infiammabile si può avere la formazione di un fire-ball

Page 71: Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

Ing. Francesco FAZZARI

POOL FIREPOOL FIRE

L’irraggiamento termico da pool fire dipende dalla geometria della massa e dal potere emissivo della fiamma.

letteralmente “pozza incendiata”. E’ un evento incidentale che presuppone l’innesco di una sostanza liquida sversata in un’area circoscritta o meno. Tale evento produce, di norma, la formazione di un incendio per l’intera estensione della “pozza” dal quale deriva un fenomeno d’irraggiamento.

Page 72: Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

Ing. Francesco FAZZARI

JET FIREJET FIRE

Si tratta di un rilascio di gas ad alta velocità, ad esempio da una tubazione o da un serbatoio in pressione, che trova una sorgente di ignizione vicina al punto di rilascio

Alcuni elementi caratterizzantiAlcuni elementi caratterizzanti

• lunghezza del getto di fuoco

• diametro del foro di uscita

• velocità di efflusso

• portata di efflusso

• durata

Page 73: Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

Ing. Francesco Fazzari 79

JET FIREJET FIRE

Approccio semplificato valido per il GPL :L = 9,1 x m ½

dove L = lunghezza del jet fire m = portata rilasciata (Kg/s) Raggio della fiamma conica più lontana dall’origine del getto:

R = 0,25 x L

Distanza laterale entro la quale è attesa la letalità del 50% delle persone r = 1,9 x t 0,4 x m 0,47

dove t = tempo di esposizione r = distanza laterale ; m = portata rilasciata

N.B. relazioni sperimentali valide per portate di gpl comprese tra 1 e 3.000 Kg /s e per tempi di esposizione compresi tra 10 e 300 sec.

Formule sperimentali

Page 74: Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

81

Scenario incidentale

Elevata letalità

Inizio letalità

Lesioni irreversibili

Lesioni reversibili

Danni alle strutture /

Effetti domino

  1

Incendio (radiazione termica stazionaria)

12,5 kW/m2 7 kW/m2 5 kW/m2 3 kW/m2 12,5 kW/m2

BLEVE/Fireball (radiazione termica variabile)

Raggio fireball

350 kJ/m2 200 kJ/m2 125 kJ/m2 100-800 m

Flash-fire (radiazione termica istantanea)

LFL ½ LFL      

VCE (sovrapressione di picco)

0,3 bar(0,6 spazi aperti)

0,14 bar 0,07 bar 0,03 bar 0,3 bar

Rilascio tossico (dose assorbita) . N.A. al gpl

LC50 (30min,hmn)

  IDLH    

Valori di soglia per la determinazione delle distanze di danno per le diverse tipologie di scenario incidentale

2 3 4 5

Page 75: Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

Ing. Francesco Fazzari 82

I termini per la presentazione I termini per la presentazione del Rapporto di sicurezzadel Rapporto di sicurezza

Stabilimenti nuoviStabilimenti nuovi

Prima dell’inizio dell’attività

Stabilimenti esistentiStabilimenti esistentiEntro 1 anno dalla data di e.i.v. del decreto

Stabilimenti che in base alle precedenti Stabilimenti che in base alle precedenti norme non erano soggetti norme non erano soggetti

Entro 2 anni dalla data di e.i.v. del decretoIl rapporto di sicurezza va aggiornato almeno ogni 5 anni ed in Il rapporto di sicurezza va aggiornato almeno ogni 5 anni ed in caso di modifiche agli impianti (con aggravio del preesistente caso di modifiche agli impianti (con aggravio del preesistente livello di rischiolivello di rischio

Page 76: Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

Ing. Francesco Fazzari 83

Nuovi stabilimentiNuovi stabilimenti

Il Gestore richiede al Comitato Tecnico Regionale il rilascio del Nulla osta di fattibilità. La concessione edilizia da parte del Comune non può essere rilasciata in assenza del N.O.F.

Ottenuto il Nulla osta di Fattibilità e prima dell’inizio dell’attività il Gestore presenta al CTR il rapporto di sicurezza definitivo (progetto particolareggiato) dell’impianto o deposito.

Page 77: Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

Ing. Francesco Fazzari 84

Nuovi stabilimenti : istruttoria del CTRNuovi stabilimenti : istruttoria del CTR

Ricezione rapporto di sicurezza da parte del CTR

Avvio dell’istruttoria e comunicazione agli Enti interessati ed al Gestore

PRIMA FASEPRIMA FASE : Esame rapporto di sicurezza (NOF) entro il termine di 4 mesi + 2 mesi per eventuali integrazioni

SECONDA FASESECONDA FASE : Ricezione del rapporto di sicurezza definitivo ed esame entro 4 + 2 mesi e formulazione delle conclusioni da parte del CTR

Il Gestore dello stabilimento partecipa all’istruttoria tecnica e può essere chiamato a partecipare alle riunioni del CTR

Page 78: Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

Ing. Francesco Fazzari 85

Modifiche ad uno stabilimento Modifiche ad uno stabilimento

Il Decreto del Ministero dell’Ambiente 9 agosto 2000 individua quali sono le modifiche che possono costituire un aggravio del preesistente livello di rischio

In caso di modifiche il Gestore deve:

riesaminare ed eventualmente modificare la politica di prevenzione degli incidenti rilevanti ed il SGS

riesaminare ed eventualmente modificare il rapporto di sicurezza

comunicare la modifica al CTR documentando i lavori da eseguire

Page 79: Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

Ing. Francesco Fazzari 86

Modifiche alle attività industriali che Modifiche alle attività industriali che potrebbero costituire aggravio del preesistente potrebbero costituire aggravio del preesistente livello di rischio (DMA 9 agosto 2000)livello di rischio (DMA 9 agosto 2000)

Incremento delle sostanze pericolose > 25% valutato sull’intero impianto o deposito

Incremento di sostanze pericolose > 20% valutato sulla singola apparecchiatura o serbatoio fonte di incidente rilevante

Introduzione di una nuova sostanza al di sopra delle soglie previste dall’allegato 1 al decreto 334/99 come modificato dal decreto 238/05

Page 80: Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

Ing. Francesco Fazzari 87

Modifiche alle attività industriali che Modifiche alle attività industriali che potrebbero costituire aggravio del preesistente potrebbero costituire aggravio del preesistente

livello di rischio (DMA 9 agosto 2000)livello di rischio (DMA 9 agosto 2000)

Introduzione di nuove tipologie o modalità di accadimento di incidenti che risultino più gravosi per classe di probabilità o distanze di danno

Smantellamento o riduzione della funzionalità o della capacità di stoccaggio di apparecchiature e/o sistemi ausiliari o di sicurezza critici

Page 81: Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

Ing. Francesco Fazzari 88

Modifiche alle attività industriali che potrebbero Modifiche alle attività industriali che potrebbero costituire aggravio del preesistente livello di rischio costituire aggravio del preesistente livello di rischio

(DMA 9 agosto 2000)(DMA 9 agosto 2000)

Le disposizioni relative alle modifiche di non aggravio non si applicano in caso di interventi di ripristino e sostituzione di:

• recipienti, apparecchiature, macchine ed altri componenti

con altri di capacità non superiore ed aventi le medesime caratteristiche di processo, strutturali e funzionali

N.B.N.B. Il Gestore deve tenere conto delle modifiche in occasione dell’aggiornamento biennale del documento che definisce la politica di prevenzione e nell’aggiornamento quinquennale del rapporto di sicurezza

Page 82: Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

Ing. Francesco Fazzari 89

Modifica con aggravio di rischio

Modifica senza aggravio di rischio

Riesame politica ed SGS

Rapporto di sicurezza

Comunicazione per V.I.A.

Dichiarazione al CTR ed al Comando VVF

Obblighi del Gestore in caso di modifiche Obblighi del Gestore in caso di modifiche

Page 83: Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

Ing. Francesco Fazzari 90

Piano di emergenza interno P.E.I. Piano di emergenza interno P.E.I.

Va compilato dal Gestore per tutti gli stabilimenti

Scopo del Piano di emergenza interno

1)Controllare e circoscrivere gli incidenti

2)Porre in essere le misure necessarie per proteggere l’uomo e l’ambiente

3)Informare i lavoratori e le autorità

4)Provvedere al ripristino dopo un incidente rilevante

Il P.E.I. deve essere riveduto almeno ogni 3 anni

Page 84: Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

Ing. Francesco Fazzari 91

Contenuti del Piano di Emergenza Interno Contenuti del Piano di Emergenza Interno

Nome e funzione delle persone autorizzate ad attivare le procedure di emergenza

Nome e funzione della persona incaricata del collegamento con l’autorità responsabile del P.E.E.

Misure per fronteggiare situazioni di emergenza

Misure per limitare i pericoli per le persone presenti nel sito

Misure per avvisare tempestivamente in caso di incidente l’autorità incaricata di attivare il piano di emergenza esterno

Disposizioni adottate per formare il personale

Disposizioni per coadiuvare l’esecuzione delle misure di intervento adottate all’esterno del sito

Page 85: Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

Ing. Francesco Fazzari 92

Gli allegati al D.lgs 334/99 così come Gli allegati al D.lgs 334/99 così come modificato dal D.lgs 238/05 modificato dal D.lgs 238/05

Allegato I : parte 1^ e 2^ - elenco delle sostanze pericolose

Allegato II : dati e informazioni minime che devono figurare nel rapporto di sicurezza

Allegato III: informazioni sulla politica di prevenzione incidenti rilevanti e SGS

Allegato IV: piani di emergenza interni ed esterni

Allegato V : (9 sezioni) scheda di informazione RIR per i cittadini e i lavoratori

Allegato VI : criteri per la notifica di un incidente rilevante

Allegato VII: limitazione delle informazioni sulle sostanze che non possono provocare incidenti rilevanti

Page 86: Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

Ing. Francesco Fazzari 93

Funzioni e Organi tecniciFunzioni e Organi tecnici

Ministero dell’AmbienteMinistero dell’Ambiente ( funzioni di indirizzo per effetti domino, aree ad elevata concentrazione di stabilimenti, misure di controllo, semplificazione dei procedimenti, ispezioni, studi nelle aree ad elvata concentrazione di stabilimenti)

Organi Tecnici: Organi Tecnici:

C.N.VV.F. C.N.VV.F. ( Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco)( Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco)

ARPA ARPA (Agenzia Regionale Protezione Ambiente)(Agenzia Regionale Protezione Ambiente)

Ex ISPESL Ex ISPESL ( Istituto Superiore per la prevenzione e sicurezza ( Istituto Superiore per la prevenzione e sicurezza sul lavoro oggi INAIL)sul lavoro oggi INAIL)

Page 87: Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

Ing. Francesco Fazzari 94

Ruolo del Comitato Tecnico RegionaleRuolo del Comitato Tecnico Regionale

Destinatario delle notifiche con relative schede di informazione e dei rapporti di sicurezza

Destinatario delle informazioni del Gestore in merito alle modifiche degli impianti

Riferisce al Ministero dell’Ambiente su problematiche quali gli effetti domino e le aree ad elevata concentrazione di stabilimenti

Esprime parere tecnico agli enti locali in merito al controllo dell’urbanizzazione e compatibilità urbanistica e territoriale

Page 88: Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

Ing. Francesco Fazzari 95

Ruolo della RegioneRuolo della Regione

Disciplina l’esercizio delle competenze amministrative in materia di rischi rilevanti ai sensi dell’art.12 del decreto legislativo 112/98

Il trasferimento delle competenze alla Regione avviene

Subordinatamente all’adozione della disciplina della materia con specifiche normative ai fini del raccordo tra i soggetti incaricati dell’istruttoria

Previa attivazione dell’ARPA

Previo accordo di programma Stato - Regione

Page 89: Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

Ing. Francesco Fazzari 96

Composizione del Comitato Tecnico Regionale (art.19 del D.lvo 334/99)

Comitato Tecnico RegionaleC.T.R.

Provincia

Regionale

ex I.S.P.E.S.LOrdine

Ingegneri

Ispettorato

del LavoroRegione

Comune

A.R.P.A.

Vigili del

Fuoco

Page 90: Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

Ing. Francesco Fazzari 97

Procedura istruttoria per gli Procedura istruttoria per gli stabilimenti stabilimenti esistentiesistenti

1) Ricezione rapporto di sicurezza

2) Avvio istruttoria

3) Valutazioni CTR entro 4 mesi

4) Eventuali sospensioni massimo 2 mesi

5) Conclusioni CTR

Page 91: Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

Ing. Francesco Fazzari 98

Regolamentazione del Regolamentazione del CTRCTR Validità della sua composizione con almeno 2/3 dei componenti

Delibera a maggioranza dei presenti

Riceve i rapporti di sicurezza ed avvia le istruttorie

Si avvale di gruppi di lavoro misti formati da analisti di rischio che esaminano i rapporti di sicurezza ed eseguono sopralluoghi

Acquisisce le relazioni delle istruttorie preliminari dei gruppi di lavoro

Formula le proprie conclusioni con apposite delibere e ne da comunicazione agli enti interessati

Esamina i rapporti di ispezione sui SGS predisposti dalle Commissioni nominate dal Ministero dell’Ambiente

Nomina le Commissioni per i sopralluoghi finalizzati al rilascio del certificato di prevenzione incendi

Page 92: Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

Ing. Francesco Fazzari 99

Contenuto delle conclusioni del CTR a seguito Contenuto delle conclusioni del CTR a seguito dell’esame istruttorio del rapporto di sicurezzadell’esame istruttorio del rapporto di sicurezza

Valutazioni tecniche sulle condizioni di sicurezza dello stabilimento e degli impianti

Eventuali prescrizioni con l’indicazione dei tempi

Eventuale divieto all’inizio dell’attività

Valutazioni sulla compatibilità territoriale ed ambientale

Valutazioni sulla congruenza degli incidenti e relativi scenari con le ipotesi del gestore e con le condizioni di sicurezza

Validazione delle aree di impatto degli scenari incidentali, con l’esterno, ai fini della stesura dei P.E.E.

Page 93: Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

Ing. Francesco Fazzari 100

Rilascio del certificato di prevenzione incendiRilascio del certificato di prevenzione incendi

CTRCommissione

(sopralluogo)

Comando VVFIstanza del Gestore

Entro 15 giorni

Entro 45 giorni dalla richiesta del c.p.i.

C.P.I. con validità 5 anni

Page 94: Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

Ing. Francesco Fazzari 101

A decorrere dal 1 gennaio 2014, le procedure semplificate introdotte dal DPR 151/2011 si applicano anche agli stabilimenti a rischio di incidente rilevante soggetti alla presentazione del rapporto di sicurezza.

La novità è stata prevista dall’art.8, co. 7 del D.L. 101/2013 (“Razionalizzazione P.a.”), convertito definitivamente in legge dalla legge n.125 del 30 ottobre 2013, che innova sul punto il DPR 151/2011 recante “semplificazione della disciplina dei procedimenti relativi alla prevenzione degli incendi”, il quale invece escludeva espressamente gli impianti “Seveso” dal proprio campo di applicazione (articolo 8, comma 7).

Prevenzione incendiPrevenzione incendi

Page 95: Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

Ing. Francesco Fazzari 102

La legge 125/2013 prevede anche l’adozione di un apposito decreto di modifica del DM 19 marzo 2001 (“Procedure di prevenzione incendi relative ad attività a rischio di incidente rilevante”) per adeguarlo al nuovo “principio di proporzionalità” introdotto dal DPR 151/2001, che diversifica gli adempimenti in ragione della gravità del rischio.

PrevenzionePrevenzione incendi incendi

Page 96: Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

Ing. Francesco Fazzari 103

Per le attività di Categoria C ex DPR 151/2011, a valle della conclusione istruttoria e dei sopralluoghi della Commissione nominata dal CTR, verrà rilasciato il Certificato di Prevenzione Incendi, mentre per il rinnovo periodico di “Conformità Antincendio” non verrà rilasciato un nuovo CPI ma solo il verbale della visita di sopralluogo effettuata dalla Commissione nominata dalla CTR medesima.

Prevenzione incendiPrevenzione incendi

Page 97: Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

Ing. Francesco Fazzari 104

Piano di emergenza esterno (P.E.E.)Piano di emergenza esterno (P.E.E.)

E’ predisposto dal Prefetto territorialmente competente per E’ predisposto dal Prefetto territorialmente competente per tutte le attività a rischio di incidente rilevante (art. 6,7 e art. 8 tutte le attività a rischio di incidente rilevante (art. 6,7 e art. 8 del Decreto 334/99 e 238/05)del Decreto 334/99 e 238/05)

Scopo del Piano di emergenza esterna

1)Controllare e circoscrivere gli incidenti

2)Porre in essere le misure necessarie per proteggere l’uomo e l’ambiente

3)Informare la popolazione e le autorità locali

4)Provvedere al ripristino dopo un incidente rilevante

Page 98: Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

Ing. Francesco Fazzari 105

Informazioni che deve contenere il Informazioni che deve contenere il P.E.E. (vedi all.IV D.lgs 334/99)P.E.E. (vedi all.IV D.lgs 334/99)

Scenari incidentali e descrizione del territorio

Nomi e funzioni delle persone autorizzate ad attivare le procedure di emergenza

Disposizioni adottate per l’informazione

Misure di coordinamento degli interventi

Disposizioni adottate per fornire assistenza

Misure di intervento all’esterno del sito

Disposizioni per l’informazione alla popolazione

Page 99: Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

Ing. Francesco Fazzari 106

La scheda (all.V) di La scheda (all.V) di informazione sui rischi informazione sui rischi di incidente rilevante per di incidente rilevante per i cittadini e i lavoratorii cittadini e i lavoratori

Page 100: Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

Ing. Francesco Fazzari 107

La scheda (all.V) di La scheda (all.V) di informazione sui rischi informazione sui rischi di incidente rilevante di incidente rilevante per i cittadini e i per i cittadini e i lavoratorilavoratori

Page 101: Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

Ing. Francesco Fazzari 108

La scheda (all.V) di informazione La scheda (all.V) di informazione sui rischi di incidente rilevante per i sui rischi di incidente rilevante per i cittadini e i lavoratoricittadini e i lavoratori

Page 102: Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

Ing. Francesco Fazzari 109

La scheda (all.V) di informazione La scheda (all.V) di informazione sui rischi di incidente rilevante per i sui rischi di incidente rilevante per i cittadini e i lavoratoricittadini e i lavoratori

Page 103: Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

Ing. Francesco Fazzari 110

La scheda (all.V) di informazione La scheda (all.V) di informazione sui rischi di incidente rilevante per i sui rischi di incidente rilevante per i cittadini e i lavoratoricittadini e i lavoratori

Page 104: Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

Ing. Francesco Fazzari 111

La scheda (all.V) di informazione sui rischi di incidente rilevante per i cittadini e i lavoratori

Page 105: Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

Ing. Francesco Fazzari 112

La scheda (all.V) di informazione sui rischi di incidente rilevante per i cittadini e i lavoratori

Page 106: Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

Ing. Francesco Fazzari 113

Page 107: Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

114

Livelli di protezione

“ Informazione alla popolazione” effettuata dal Sindaco per rendere noti i rischi e le misure di autoprotezione e norme comportamentali.

“ Sistemi di allarme” per avvertire la popolazione ed i soccorritori del pericolo incombente

“ Vulnerabilità territoriale” cartografia degli elementi vulnerabili da difendere

Piano di emergenza esternoPiano di emergenza esterno

Page 108: Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

115

Delimitazione delle zone a rischio

Prima zona “di sicuro impatto” (soglia di elevata

letalità) immediatamente adiacente allo stabilimento caratterizzata da elevata probabilità di letalità anche per persone sane

In questa zona l’intervento di protezione da pianificare consiste generalmente nel RIFUGIO AL CHIUSOSoltanto in casi particolari come ad esempio incidente non in atto ma potenziale e con sviluppi prevedibili, ove ritenuto opportuno e tecnicamente realizzabile può prevedersi una evacuazione spontanea o assistita della popolazione

Page 109: Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

116

Seconda zona “di danno” (soglia lesioni irreversibili) esterna alla prima caratterizzata da possibili danni, anche gravi ed irreversibili, per persone senza misure di autoprotezione.In tale zona l’intervento di protezione dovrebbe consistere nel RIFUGIO AL CHIUSO in quanto l’evacuazione della popolazione, anche per incidenti non di particolare gravità, potrebbe risultare molto problematica a causa dell’estensione della zona .Del resto essendo inferiore l’impatto incidentale sul territorio e quindi sulla popolazione, risulta anche più efficace la protezione tramite “rifugio al chiuso”

Page 110: Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

117

Terza zona “di attenzione” caratterizzata da possibili effetti lievi e danni reversibili. In linea di massima viene assunta pari al doppio della distanza della seconda zona, ma la sua effettiva estensione deve essere attentamente valutata dall’Organo preposto alla pianificazione, in base alle caratteristiche del territorio ed alle risorse disponibili per fronteggiare l’emergenza.

L’estensione di tale zona non dovrebbe essere inferiore a quella determinata dall’area di inizio di possibile letalità in condizioni meteorologiche avverse.In questa zona risulta consigliabile il RIFUGIO AL CHIUSO predisponendo comunque punti di concentrazione per soggetti particolarmente vulnerabili e controllo del traffico

Page 111: Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

119

DEPOSITO infiammabili

Aree di danno

Punti pericolosi

Page 112: Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

120

Incidenti Ipotesi sviluppo

VVF Prefettura

Comune Provincia

Regione

1^ categoria Senza ipotesi aggravamento

Con ipotesi aggravamento

Preallarme

2^ categoria Senza ipotesi evoluzione esterna

Allarme

Con ipotesi evoluzione esterna

Allarme Preallarme Preallarme Preallarme

3^ categoria Tutte Allarme Allarme Allarme Allarme

Stati di allarme in relazione alla categoria incidentale

Page 113: Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

Ing. Francesco Fazzari 121

DMA 15 MAGGIO 1996 (GPL)

DMA 20 OTTOBRE 1998 (LIQUIDI INFIAMMABILI E TOSSICI)

DM LL.PP. 9 MAGGIO 2001 (REQUISITI MINIMI DI SICUREZZA IN MATERIA DI PIANIFICAZIONE URBANISTICA)

Compatibilità Territoriale

Page 114: Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

Ing. Francesco Fazzari 122

ASSETTO DEL TERRITORIO CONTROLLO URBANIZZAZIONE (ART. 14 D.LVO 334/99)

Decreto che stabilisce i requisiti minimi di sicurezza Decreto che stabilisce i requisiti minimi di sicurezza in materia di pianificazione territoriale (D.M. in materia di pianificazione territoriale (D.M. 9.5.2001)9.5.2001)

Varianti, ove necessario, ai piani territoriali di Varianti, ove necessario, ai piani territoriali di coordinamento provinciale ed agli strumenti coordinamento provinciale ed agli strumenti urbanisticiurbanistici

Rilascio di concessioni e autorizzazioni previo parere Rilascio di concessioni e autorizzazioni previo parere tecnico dell’Autorità competente di cui di cui tecnico dell’Autorità competente di cui di cui all’art.21all’art.21

Page 115: Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

Ing. Francesco Fazzari 123

E’ stato emanato, in applicazione dell’art.14 del Decreto 334/99 un apposito decreto del Ministero dei LL.PP. (DM 9 maggio 2001) che stabilisce i requisiti minimi in materia di pianificazione territoriale con riferimento alla destinazione ed utilizzazione dei suoli tenendo conto delle necessarie distanze tra stabilimenti e zone residenziali per:

stabilimenti nuovi

modifiche degli stabilimenti esistenti

nuovi insediamenti o infrastrutture attorno agli stabilimenti esistenti

ASSETTO DEL TERRITORIO CONTROLLO URBANIZZAZIONE (ART. 14 D.LVO 334/99)

Page 116: Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

Ing. Francesco Fazzari 124

Deposito carburanti

Page 117: Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

Ing. Francesco Fazzari 125

Petrolchimico

Page 118: Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

Ing. Francesco Fazzari 126

Page 119: Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

Ing. Francesco Fazzari 127

Petrolchimico

Page 120: Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

Ing. Francesco Fazzari 128

IDENTIFICAZIONE DEGLI ELEMENTI TERRITORIALI ED AMBIENTALI VULNERABILI

DETERMINAZIONE DELLE AREE DI DANNO

VALUTAZIONE DELLA COMPATIBILITA’ TERRITORIALE ED AMBIENTALE

ADOZIONE DELLO STRUMENTO URBANISTICOADOZIONE DELLO STRUMENTO URBANISTICO

FASI DEL PROCESSO DI ADEGUAMENTO FASI DEL PROCESSO DI ADEGUAMENTO DEGLI STRUMENTI URBANISTICIDEGLI STRUMENTI URBANISTICI

Page 121: Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

Ing. Francesco Fazzari 129

Elementi per il giudizio di compatibilità territoriale ed ambientale

Valutati tenendo conto di:Valutati tenendo conto di:

Misure di carattere gestionaleMisure di carattere gestionale

Adozione di particolari tecnologie o sistemi Adozione di particolari tecnologie o sistemi innovativiinnovativi

Disponibilità di strutture di pronto intervento e Disponibilità di strutture di pronto intervento e soccorso nell’areasoccorso nell’area

Misure di allertamento e protezione per gli Misure di allertamento e protezione per gli insediamenti civiliinsediamenti civili

Misure tecniche complementariMisure tecniche complementari

Page 122: Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

Ing. Francesco Fazzari 130

COMITATO TECNICO

REGIONALE

VALIDAZIONE AREE DI IMPATTO

VERIFICA COMPATIBILITA’ INSEDIAMENTO

INDICAZIONE CATEGORIE

TERRITORIALI COMPATIBILI

PARERE CTR COMUNE COMANDO VVF AI FINI DELLA P.I.

RICHIESTA PARERE RICHIESTA PARERE DEL COMUNEDEL COMUNE

Page 123: Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

Ing. Francesco Fazzari 131

Categoria A

1. Aree con destinazione prevalentemente residenziale, per le quali l'indice fondiario di edificazione sia superiore a 4,5 m3/m2.

2. Luoghi di concentrazione di persone con limitata capacità di mobilità - ad esempio ospedali, case di cura, ospizi, asili, scuole inferiori, ecc. (oltre 25 posti letto o 100 persone presenti).

3. Luoghi soggetti ad affollamento rilevante all'aperto - ad esempio mercati stabili o altre destinazioni commerciali, ecc. (oltre 500 persone presenti).

Categorie territoriali individuate dalle norme vigenti

Page 124: Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

Ing. Francesco Fazzari 132

Categoria B 1. Aree con destinazione prevalentemente residenziale, per le quali l'indice

fondiario di edificazione sia compreso tra 4,5 e 1,5 m3/m2.

2. Luoghi di concentrazione di persone con limitata capacità di mobilità - ad esempio ospedali, case di cura, ospizi, asili, scuole inferiori, ecc. (fino a 25 posti letto o 100 persone presenti).

3. Luoghi soggetti ad affollamento rilevante all'aperto - ad esempio mercati stabili o altre destinazioni commerciali, ecc. (fino a 500 persone presenti).

4. Luoghi soggetti ad affollamento rilevante al chiuso - ad esempio centri commerciali, terziari e direzionali, per servizi, strutture ricettive, scuole superiori, università, ecc. (oltre 500 persone presenti).

5. Luoghi soggetti ad affollamento rilevante con limitati periodi di esposizione al rischio - ad esempio luoghi di pubblico spettacolo, destinati ad attività ricreative, sportive, culturali, religiose, ecc. (oltre 100 persone presenti se si tratta di luogo all'aperto, oltre 1000 al chiuso).

6. Stazioni ferroviarie ed altri nodi di trasporto (movimento passeggeri superiore a 1000 persone/giorno).

Page 125: Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

Ing. Francesco Fazzari 133

Categoria C 1. Aree con destinazione prevalentemente residenziale, per le quali l'indice

fondiario di edificazione sia compreso tra 1,5 e 1 m3/m2.

2. Luoghi soggetti ad affollamento rilevante al chiuso - ad esempio centri commerciali, terziari e direzionali, per servizi, strutture ricettive, scuole superiori, università, ecc. (fino a 500 persone presenti).

3. Luoghi soggetti ad affollamento rilevante con limitati periodi di esposizione al rischio - ad esempio luoghi di pubblico spettacolo, destinati ad attività ricreative, sportive, culturali, religiose, ecc. (fino a 100 persone presenti se si tratta di luogo all'aperto, fino a 1000 al chiuso; di qualunque dimensione se la frequentazione è al massimo settimanale).

4. Stazioni ferroviarie ed altri nodi di trasporto (movimento passeggeri fino a 1000 persone/giorno).

Page 126: Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

Ing. Francesco Fazzari 134

Categoria F

1. Area entro i confini dello stabilimento.

2. Area limitrofa allo stabilimento, entro la quale non sono presenti manufatti o strutture in cui sia prevista l'ordinaria presenza di gruppi di persone.

Categoria E

1. Aree con destinazione prevalentemente residenziale, per le quali l'indice fondiario di edificazione sia inferiore a 0,5 m3/m2.

2. Insediamenti industriali, artigianali, agricoli, e zootecnici.

Categoria D

1. Aree con destinazione prevalentemente residenziale, per le quali l'indice fondiario di edificazione sia compreso tra 1 e 0,5 m3/m2.

2. Luoghi soggetti ad affollamento rilevante, con frequentazione al massimo mensile - ad esempio fiere, mercatini o altri eventi periodici, cimiteri, ecc..

Page 127: Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

Ing. Francesco Fazzari 135

Le categorie territoriali individuate nei decreti tengono conto di :

Difficoltà di evacuare soggetti deboli Difficoltà di evacuazione in edifici alti Minore vulnerabilità delle aree a bassa permanenza

temporale di persone Maggiore vulnerabilità delle aree all’aperto

Le Regioni, nella definizione della disciplina regionale possono integrare le categorie territoriali.

Per le categorie “E” ed “F” si deve tenere conto dell’effetto domino e delle aree ad elevata concentrazione di stabilimenti

N.B. Vi sono alcune differenze nelle categorie territoriali tra il DM 9.5.2001 e i Decreti del Ministero dell’Ambiente

Page 128: Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

Ing. Francesco Fazzari 136

Scenario incidentale

Elevata letalità

Inizio letalità

Lesioni irreversibili

Lesioni reversibili

Danni alle strutture /

Effetti domino

 

Incendio (radiazione termica stazionaria)

12,5 kW/m2 7 kW/m2 5 kW/m2 3 kW/m2 12,5 kW/m2

BLEVE/Fireball (radiazione termica variabile)

Raggio fireball

350 kJ/m2 200 kJ/m2 125 kJ/m2 100-800 m

Flash-fire (radiazione termica istantanea)

LFL ½ LFL      

VCE (sovrapressione di picco)

0,3 bar(0,6 spazi aperti)

0,14 bar 0,07 bar 0,03 bar 0,3 bar

Rilascio tossico (dose assorbita) . N.A. al gpl

LC50 (30min,hmn)

  IDLH    

Valori di soglia per la determinazione delle distanze di danno per le diverse tipologie di scenario incidentale

Page 129: Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

Ing. Francesco Fazzari 137

CLASSE CLASSE DEPOSITODEPOSITO CATEGORIA DI EFFETTICATEGORIA DI EFFETTI

ELEVATA ELEVATA LETALITA’LETALITA’

INIZIO INIZIO LETALITA’LETALITA’

LESIONI LESIONI IRREVERSIBILIIRREVERSIBILI

LESIONI LESIONI REVERSIBILIREVERSIBILI

II DEFDEF CDEFCDEF BCDEFBCDEF ABCDEFABCDEF

IIII EFEF DEFDEF CDEFCDEF BCDEFBCDEF

IIIIII FF EFEF DEFDEF CDEFCDEF

IVIV FF FF EFEF DEFDEF

CATEGORIE TERRITORIALI COMPATIBILI CON LA PRESENZA DI DEPOSITI DI GPL E LIQUIDI FACILMENTE INFIAMMABILI E/O TOSSICI

DEPOSITI ESISTENTI

Page 130: Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

Ing. Francesco Fazzari 138

CLASSE CLASSE DEPOSITODEPOSITO CATEGORIA DI EFFETTICATEGORIA DI EFFETTI

ELEVATA ELEVATA LETALITA’LETALITA’

INIZIO INIZIO LETALITA’LETALITA’

LESIONI LESIONI IRREVERSIBILIIRREVERSIBILI

LESIONI LESIONI REVERSIBILIREVERSIBILI

II EFEF DEFDEF CDEFCDEF ABCDEFABCDEF

IIII FF EFEF DEFDEF BCDEFBCDEF

IIIIII FF FF EFEF CDEFCDEF

DEPOSITI NUOVIDEPOSITI NUOVI

CATEGORIE TERRITORIALI COMPATIBILI CON LA CATEGORIE TERRITORIALI COMPATIBILI CON LA PRESENZA DI DEPOSITI DI GPL E LIQUIDI FACILMENTE PRESENZA DI DEPOSITI DI GPL E LIQUIDI FACILMENTE INFIAMMABILI E/O TOSSICIINFIAMMABILI E/O TOSSICI

Page 131: Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

Ing. Francesco Fazzari 139

CATEGORIA EFFETTI

ELEVATA LETALITA’

INIZIO LETALITA’

LESIONI IRREVERSIBILI

LESIONI REVERSIBILI

< 10 -6 DEF CDEF BCDEF ABCDEF

10 –4 – 10 -6 EF DEF CDEF BCDEF

10 –3 – 10 -4 F EF DEF CDEF

> 10 -3 F F EF DEF

TABELLA PER LA PREDISPOSIZIONE DEGLI STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE URBANISTICA (DM 9.5.2001)

Page 132: Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

Ing. Francesco Fazzari 140

CLASSE PROBABILITA’

EVENTI

CATEGORIA EFFETTI

ELEVATA LETALITA’

INIZIO LETALITA’

LESIONI IRREVERSIBILI

LESIONI REVERSIBILI

< 10 -6 EF DEF CDEF BCDEF

10 –4 – 10 -6 F EF DEF CDEF

10 –3 – 10 -4 F F EF DEF

> 10 -3 F F F EF

TABELLA PER IL RILASCIO DI CONCESSIONI E AUTORIZZAZIONI EDILIZIE IN ASSENZA DI VARIANTE URBANISTICA (D.M. 9.5.2001)

Page 133: Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

Ing. Francesco Fazzari 141

Compatibilità territoriale tra uno stabilimento ed un’area limitrofa nella quale è prevista la realizzazione di un nuovo insediamento

Compatibilità territoriale in presenza di costruzioni abusive in aree sprovviste di variante urbanistica

Due casi tra quelli trattati dai Comitati Tecnici Regionali

Page 134: Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

Ing. Francesco Fazzari 142

AREA LIBERA

Caso studio (assenza di variante)

CapannoneNuovo Deposito

DEPOSITO infiammabili e tossici

Nuovo insediamento

Serbatoi

Travaso

Page 135: Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

Ing. Francesco Fazzari 143

DEPOSITO infiammabili e tossici

AREA LIBERA

Aree di danno

Travaso

Nuovo insediamento

Page 136: Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

Ing. Francesco Fazzari 144

DEPOSITO infiammabili e tossici

Nuovo insediamento

Aree di danno

Nuovo Deposito

Page 137: Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

Ing. Francesco Fazzari 145

DEPOSITO infiammabili e tossici

Nuovo insediamento

Nuovo Deposito

Page 138: Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

Ing. Francesco Fazzari 146

VERIFICA DELLA COMPATIBILITA’TERRITORIALE PER IL RILASCIO DI CONCESSIONI IN SANATORIA

Valutazione “aggiornata” Valutazione “aggiornata” della edificazione effettiva della edificazione effettiva nell’area di “danno” nell’area di “danno”

Compatibilità del P.R.G. Compatibilità del P.R.G. con l’esistenza dello con l’esistenza dello stabilimento ai sensi del stabilimento ai sensi del D.M.A. 15.5.96D.M.A. 15.5.96

Eventuale variante Eventuale variante urbanistica coordinata con i urbanistica coordinata con i piani di recuperopiani di recupero

Deposito

Area di danno

Costruzione abusiva

Page 139: Ing. Francesco Fazzari1 Attività a rischio di incidente rilevante.

Ing. Francesco Fazzari 147

Grazie per l’attenzioneGrazie per l’attenzione