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Effetto Brexit: anche l’ambiente a rischio D’Auria a pag.2 A Lorica di San Giovanni in Fiore (CS), dal 20 al 24 giu- gno, presso la sede legale del Parco Nazionale della Sila, si è svolta la seconda edizione della Summer School... Femiano a pag.4 Barriere coralline: scoperte nuove oasi Nonostante le grandi proble- matiche, come lo sbianca- mento dovuto al riscal- damento delle acque, che ve- dono protagoniste le bar- riere coralline di tutto il mondo, giunge dal mondo della Natura una buona no- tizia. Paparo a pag.5 In data 29 luglio 2015 è entrato in vigore il decreto legislativo 26 giugno 2015, n. 105, con il quale l’Italia ha recepito la di- rettiva 2012/18/UE (cd. Seveso III), relativa al controllo del pe- ricolo di incidenti rilevanti con- nessi con sostanze pericolose. Il provvedimento aggiorna la norma precedentemente vi- gente (D. Lgs. n. 334/1999, come modificato dal D. Lgs. n. 238/2005), confermando sostan- zialmente l’impianto generale e la tipologia di adempimenti a carico dei gestori degli stabili- menti. Mollo-Carelli a pag. 6 Biodiversità animale e vegetale preservate dalle nuove generazioni tecnologiche in ambito di energia rinnovabile? Non è utopia, ma una sorprendente realtà. A dichiararlo è uno studio inglese - realizzato da Clarkson & Woods, Wy- chwood Biodiversity, Orta Solar, Solar Trade Association, Primrose Solar, British Solar Re- newable Group, Gold Energy e Belectic... Clemente a pag.9 Mare Monstrum 2016: il dossier di Legambiente Una fotografia impietosa sui nostri mari è quella scattata da Legambiente per il dossier Mare Monstrum, il report annuale che registra reati a danno del mare. Quest’anno crescono del 27%, con 2,5 infrazioni per ogni chilometro di costa. A influire maggiormente è il settore della pesca illegale con 6.810 reati accertati, seguita dalla cattiva gestione della depurazione... Esposito a pag.11 Pollice a pag.16 Le città fantasma nate in Cina La ricerca Censis-Rbm Assicurazione Salute, presentata al sesto “Welfare Day” a Roma, ha messo in evidenza come negli ultimi anni sia aumentata sensibilmente la spesa sanitaria privata. Cuoco a pag.13 La spesa sanitaria è troppo privata Oltre dieci milioni di italiani devono rinunciare all’assistenza Strategie di marketing nelle ANP Il Consiglio Nazionale delle Ricerche è il più grande Ente pub- blico di ricerca in Italia. La principale mission dell’Ente è quella realizzare, promuovere, diffondere e valorizzare ricerche nei prin- cipali settori della conoscenza; trasferire e applicare i risultati... Patrizio a pag.7 La ricerca scientifica in Italia? Costa! Parchi solari: la biodiversità ringrazia! DAL MONDO AMBIENTE & SALUTE CURIOSITÀ DAL MONDO Le aziende a rischio di incidente rilevante presenti in Campania: alcune cifre CNR Sognare nuovi orizzonti per il futuro NATUR@MENTE Il 19 maggio di ogni anno, in Grecia e nelle comunità greche sparse in tutto il mondo, si ce- lebra la Giornata della memo- ria del genocidio dei greci del Ponto. All’inizio del secolo scorso, circa settecentomila greci vivevano sulle sponde del Mar Nero. Di fede cristiano-or- todossa, avevano salvaguar- dato la loro identità etnica, culturale e religiosa, pur fa- cendo parte dell’Impero otto- mano, in una situazione di convivenza pacifica. Tafuro a pag.19 PRIMO PIANO ISTITUZIONI BIO-ARCHITETTURA Palumbo a pag.12 A partire dalla valorizzazione estetica della flora autoctona e dall’invenzione di un “paesag- gio tropicale”, le creazioni di Roberto Burle Marx sottendono la messa in questione del rap- porto tra spazio e tempo, che è all’origine di una logica formale fondata su una geometria fluida e su un’attenta topologia del progetto di paesaggio. La mostra “Burle Marx: Brazilian Modernist”, organizzata dal Je- wish Museum di New York... L’architettura del paesaggio secondo Roberto Burle Marx Non solo economia e politica. Il fenomeno che ormai tutti co- nosciamo, tristemente, come “Brexit” allunga le sue ombre anche sull’ambiente.

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Effetto Brexit: anche l’ambiente a rischio

D’Auria a pag.2

A Lorica di San Giovanni inFiore (CS), dal 20 al 24 giu-gno, presso la sede legale delParco Nazionale della Sila, siè svolta la seconda edizionedella Summer School...

Femiano a pag.4

Barriere coralline: scoperte nuove oasi

Nonostante le grandi proble-matiche, come lo sbianca-mento dovuto al riscal-damento delle acque, che ve-dono protagoniste le bar-riere coralline di tutto ilmondo, giunge dal mondodella Natura una buona no-tizia.

Paparo a pag.5

In data 29 luglio 2015 è entratoin vigore il decreto legislativo26 giugno 2015, n. 105, con ilquale l’Italia ha recepito la di-rettiva 2012/18/UE (cd. SevesoIII), relativa al controllo del pe-ricolo di incidenti rilevanti con-nessi con sostanze pericolose.Il provvedimento aggiorna lanorma precedentemente vi-gente (D. Lgs. n. 334/1999,come modificato dal D. Lgs. n.238/2005), confermando sostan-zialmente l’impianto generale ela tipologia di adempimenti acarico dei gestori degli stabili-menti.

Mollo-Carelli a pag. 6

Biodiversità animale e vegetale preservatedalle nuove generazioni tecnologiche in ambitodi energia rinnovabile? Non è utopia, ma unasorprendente realtà. A dichiararlo è uno studioinglese - realizzato da Clarkson & Woods, Wy-chwood Biodiversity, Orta Solar, Solar TradeAssociation, Primrose Solar, British Solar Re-newable Group, Gold Energy e Belectic...

Clemente a pag.9

Mare Monstrum 2016: il dossier di Legambiente

Una fotografia impietosa sui nostri mari èquella scattata da Legambiente per il dossierMare Monstrum, il report annuale che registrareati a danno del mare. Quest’anno crescono del27%, con 2,5 infrazioni per ogni chilometro dicosta. A influire maggiormente è il settore dellapesca illegale con 6.810 reati accertati, seguitadalla cattiva gestione della depurazione...

Esposito a pag.11

Pollice a pag.16

Le città fantasma nate in Cina

La ricerca Censis-Rbm AssicurazioneSalute, presentata al sesto “WelfareDay” a Roma, ha messo in evidenzacome negli ultimi anni sia aumentatasensibilmente la spesa sanitaria privata.

Cuoco a pag.13

La spesa sanitaria è troppo privataOltre dieci milioni di italiani devono rinunciare all’assistenza

Strategie di marketingnelle ANP Il Consiglio Nazionale delle Ricerche è il più grande Ente pub-

blico di ricerca in Italia. La principale mission dell’Ente è quellarealizzare, promuovere, diffondere e valorizzare ricerche nei prin-cipali settori della conoscenza; trasferire e applicare i risultati...

Patrizio a pag.7

La ricerca scientifica in Italia? Costa!

Parchi solari: la biodiversità ringrazia!

DAL MONDO

AMBIENTE & SALUTE CURIOSITÀ DAL MONDO

Le aziende a rischio di incidente rilevantepresenti in Campania: alcune cifre

CNR

Sognare nuovi orizzontiper il futuro

NATUR@MENTE

Il 19 maggio di ogni anno, inGrecia e nelle comunità grechesparse in tutto il mondo, si ce-lebra la Giornata della memo-ria del genocidio dei greci delPonto. All’inizio del secoloscorso, circa settecentomilagreci vivevano sulle sponde delMar Nero. Di fede cristiano-or-todossa, avevano salvaguar-dato la loro identità etnica,culturale e religiosa, pur fa-cendo parte dell’Impero otto-mano, in una situazione diconvivenza pacifica.

Tafuro a pag.19

PRIMO PIANO

ISTITUZIONI

BIO-ARCHITETTURA

Palumbo a pag.12

A partire dalla valorizzazioneestetica della flora autoctona edall’invenzione di un “paesag-gio tropicale”, le creazioni diRoberto Burle Marx sottendonola messa in questione del rap-porto tra spazio e tempo, che èall’origine di una logica formalefondata su una geometriafluida e su un’attenta topologiadel progetto di paesaggio. Lamostra “Burle Marx: BrazilianModernist”, organizzata dal Je-wish Museum di New York...

L’architettura del paesaggiosecondo Roberto Burle Marx

Non solo economia e politica.Il fenomeno che ormai tutti co-nosciamo, tristemente, come“Brexit” allunga le sue ombreanche sull’ambiente.

Paolo D’Auria

Non solo economia e politica. Ilfenomeno che ormai tutti cono-sciamo, tristemente, come “Bre-xit” allunga le sue ombre anchesull’ambiente. La pressionedella Comunità Europea sullapolitica interna degli Statimembri, infatti, ha portatonell’ultimo recente periodo aduna sempre maggiore armoniz-zazione della legislazione am-bientale, contribuendo in molticasi a introdurre la materiadove essa era solo marginal-mente contemplata. In più,avere un “supervisore” che dettale regole e sprona alla riduzionedell’inquinamento ambientale èservito, soprattutto per gli stati“più giovani” in termini di espe-rienza comunitaria, ad instau-rare sin da subito processieconomici, produttivi e legisla-tivi più stabili e bioetici.Non sorprende, dunque, la rea-zione allarmata degli ambienta-listi d’Oltremanica alladecisione nazional-popolare diabbandonare la “retta via” euro-pea, in tutti i campi e soprat-tutto in questo. La pressionedell'Ue sul governo di Londraper norme ambientali più se-vere è sempre stata consideratapositivamente dalla comunitàscientifica e ambientalista bri-tannica; ora si teme che unRegno Unito fuori dall'Unione

possa allargare le maglie dellapolitica anti-inquinamentoanche allentando i limiti prece-dentemente imposti. Il quoti-diano Guardian, in un articolosull'argomento, riporta il com-mento di James Thornton, di-rettore di Client Earth, una ongdi avvocati impegnati in causeecologiste: la Brexit, dice, "mi halasciato scioccato, deluso edestremamente preoccupato peril futuro della tutela ambientale

nel Regno Unito". Per CraigBennet, presidente della ongFriends of the Hearth, il votoper il Leave è un "allarme rosso"per l'ambiente. Il Guardian ricorda che i limitiUe alle emissioni nell'atmosferahanno permesso alla ong di farecausa al governo di Londra pergli sforamenti in molte città.Cause legali avviate dall'Unionehanno costretto la Gran Breta-gna a ripulire le sue spiagge in-

quinate dai liquami. Molte delletutele per l'habitat e la faunaselvatica nel paese nascono danorme Ue.Ma l’allarme non si ferma. Leforze politiche che escono vin-centi dal referendum del 23 giu-gno scorso destano non pocapreoccupazione per il loro mododi vedere alcune questioni car-dine. Lo stesso Boris Johnson siè detto più volte scettico sulcambiamento climatico; pen-

siero condiviso con Nigel Fa-rage. Quest'ultimo, poi, è favo-revole ad un innalzamento deilimiti di inquinamento alle cen-trali elettriche.Il governo conservatore di Lon-dra ha contrastato il progettodella Ue di porre limiti più se-veri alle emissioni in atmosfera.Lo stesso ha fatto con il bandosui pesticidi che uccidono le api,poi imposto da Bruxelles.

Giulia Martelli

In Italia, il 51% dei litorali ita-liani è stato alterato dal ce-mento. Palazzi e costruzioni“saturano” spazi che dovrebberoessere destinati solo alle bel-lezze naturali. Il fenomeno, pur-troppo, è destinato a diffondersiancora: solo negli ultimi de-cenni, l’area interessata è au-mentata al ritmo di 8 chilometriall'anno. Un terzo delle spiaggeè divorato da fenomeni erosiviattualmente in espansione;14.542 sono le infrazioni accer-tate nel corso del 2014 tra reatiinerenti al mare e alla costa inItalia, 40 al giorno, 2 ogni chilo-metro, ancora in crescita ri-

spetto al 2013. Anche l’am-biente marino, è sempre piùmesso a dura prova dalle conti-nue azioni ed omissioni che

l’uomo compie senza alcun ri-spetto per tutto quello che è am-biente e territorio: il 25% degliscarichi cittadini non depurativa a finire in mare e sono ben1.022 gli agglomerati in proce-dura di infrazione europea. Il45% dei prelievi realizzati daGoletta Verde nel 2015 è risul-tato inquinato. Solo il 19% dellacosta (1.235 chilometri) è sotto-posta a vincoli di tutela. Questisono solo alcuni dei numeri ri-guardanti il Belpaese, forniti dalRapporto Ambiente Italia 2016,a cura di Legambiente e editoda Edizioni Ambiente. L’asso-ciazione che ha realizzato il dos-sier ha effettuato una analisi indettaglio dei 6.477 chilometri di

costa da Ventimiglia a Trieste edelle due isole maggiori, senzaconsiderare quindi le numeroseisole minori: 3.291 chilometrisono stati trasformati in modoirreversibile, nello specifico719,4 chilometri sono occupatida industrie, porti e infrastrut-ture, 918,3 sono stati colonizzatidai centri urbani. Un altro datopreoccupante riguarda la diffu-sione di insediamenti a bassadensità, con ville e locali, che in-teressa 1.653,3 chilometri, parial 25% dell'intera linea di costa.Se diamo un’occhiata a livelloregionale è la Sicilia che ha ilprimato assoluto di kilometri dicosta caratterizzati da urbaniz-zazione meno densa ma diffusa

(350 km), seguita da Calabria ePuglia. La Sardegna è invece laregione più virtuosa per quan-tità di paesaggi naturali e agri-coli ancora integri ed è la menourbanizzata d'Italia. Il dato più inquietante, pur-troppo, è dato dalla constata-zione che dal 1988 ad oggi,malgrado fosse in vigore la leggeGalasso, che avrebbe dovuto tu-telare le aree entro i 300 metridalle coste, sono stati deturpatida nuovi edifici 220 chilometri,con una media di 8 km all'anno,cioè 25 metri al giorno. Le treregioni più devastate sono: la Si-cilia (65 km), il Lazio (41) e laCampania con 29 kilometri dicosta deturpata.

Effetto Brexit: anche l’ambiente a rischio

Litorale costiero italiano: la Campania tra le regioni più deturpate

Lo storico risultato potrebbe avere ripercussioni negative sulle politiche ambientali del Paese

Rapporto Ambiente Italia 2016 di Legambiente

Angelo Morlando

Già da molti anni, le NazioniUnite hanno stabilito la Gior-nata Mondiale dell'Acqua il 22marzo di ogni anno, affinché,tra le priorità, fosse ricono-

sciuto e fissato in non meno di40 litri a cittadino al giorno ildiritto minimo per la soprav-vivenza dell'essere umano. Il WHO (World Healt Organi-zation) ha affermato, in di-verse pubblicazioni ricono-

sciute dalla comunità scienti-fica, che al di sotto della sogliadi 50 litri d'acqua al giornoper ogni cittadino, si può giàparlare di sofferenza permancanza di acqua. In veritàanche la Regione Campania,

con la L.R. n. 15/2015, art. 1,comma 6, lettera b), ha stabi-lito tale principio. Molti co-muni hanno trovato lasoluzione del “fontanello” o“casa dell’acqua”, ma non è si-curamente la soluzione mi-gliore per 3 motivi: il primo èche comunque bisogna acqui-starli e non costano poco; il se-condo è che comunque sirichiede, anche se piccolo, uncontributo al cittadino; ilterzo è che i costi di manuten-zione non sono bassi, perchésono apparecchiature tecnolo-gicamente avanzate. Essendola mia materia specifica,posso proporre una soluzionepiù giusta e democratica: au-mentare le fontane pubblichesul territorio. Le fontane po-trebbero essere dotate anchedi opportune coperture incaso di pioggia e in modo chele pareti laterali possano fun-gere anche da info point pertutti i cittadini e dotate di si-stema di videocontrollo e wi-fi. La fontane dovrebberoessere dotate di regolatori diportata, in modo da evitare glisprechi. Inoltre, le fontanepubbliche sono degli idealipunti di controllo e campiona-mento per le analisi delleacque, praticamente in qual-siasi istante della giornata. In

questo modo sarebbe fornitagratuitamente acqua, sia peri residenti, sia per i fluttuanti(cioè i turisti, che sempre cit-tadini sono). Il fatto è che le fontane pub-bliche sono sempre state vistecome cattedrali nel deserto;quasi come delle opere priva-tistiche da realizzare a favoredel “padrone” di turno. Inol-tre, la manutenzione è vera-mente ridotta e rientrerebbepalesemente nei costi di ge-stione ordinari di qualsiasigestore. Infine, con questaproposta/idea, le fontane pub-bliche diverrebbero dei vericampanelli di allarme in casodi non conformità di potabi-lità, sia dal punto di vista vi-sivo (acqua non limpida) siadal punto di vista olfattivo egustativo. Alcuni gestori vor-rebbero proporre di garantirein bolletta il minimo garan-tito a tutti gli utenti ma au-mentando il costo delle fasceagevolate (cioè coloro che con-sumano di più, ma che sem-pre cittadini sono…). Allafine, come quasi sempre, sisposta il problema, ma a pa-gare siamo sempre noi. Avolte, oltre all’indispensabilecompetenza in materia, civorrebbe anche un po’ di pas-sione e fantasia.

La vera rivoluzione da attuare?Non far pagare l’acqua

Per ogni persona dovrebbero essere garantiti almeno cinquanta litri gratuiti

Fabiana Liguori

Lo scorso 23 giugno è statoinaugurato il “G.N.A.M. Vil-lage”, il Villaggio della DietaMediterranea e della Biodiver-sità, presso Città della Scienza(NA). Si tratta di un’area di4000 mq, dove saranno realiz-zati attività e laboratori didat-tici riguardanti la correttaalimentazione e il suo profondorapporto con la salute e conl’ambiente. Tale neo struttura,infatti, vuole essere uno stru-mento di formazione ed intera-zione per la valorizzazione e lapromozione delle culture agroa-limentari e del cibo sano e diantiche radici. Il villaggio saràuno spazio aperto per i produt-tori, il mondo dell’alta forma-zione e della ricerca; sarà illuogo dove gli studiosi delle piùavanzate ricerche e pratiche in-novative sulla food innovatione sulla food safety, potranno“incontrare” i bisogni del si-stema d’impresa; sarà un puntodi riferimento anche per le fa-miglie e i consumatori con l’am-pia rete di iniziative e di eventipopolari. Durante la manifesta-zione di apertura battenti, èstata posta simbolicamente la“prima pietra” , con la messa adimora delle prime piante pro-venienti dal vivaio della Re-gione Campania e la colti-vazione dei primi due orti. Nelcorso della serata sono stati sot-

toscritti da parte del Presidentedi Città della Scienza, VittorioSilvestrini, alcuni importantiaccordi di collaborazione fra ilVillaggio e diverse realtà localitra cui: la Regione Campania, ilComune di Napoli, l’IstitutoZooprofilattico Sperimentaledel Mezzogiorno, il Corpo Fo-restale dello Stato, il CNR, Uni-versità, Parchi, Comuni, Enti,Imprese, Fondazioni e Associa-zioni. Slow Food e Legambienterappresentano altri due riferi-menti di gran valore.Sono, inoltre, state anche an-nunciate prossime collabora-zioni con il Comune di Pollica,con il Consorzio della Pasta diGragnano e con l’AssociazioneNazionale Conservieri.L’attività del Villaggio sarà so-stenuta dalla rete di Distribu-

zione DECÒ con la quale Cittàdella Scienza ha sottoscritto unProtocollo di cooperazione di treanni nel corso dei quali si spe-rimenteranno forme inedite direlazione tra un protagonista increscita della distribuzione ali-mentare a livello nazionale euna struttura di divulgazionescientifica e formazione comeCittà della Scienza. Sono state,infine, apposte due targhe perricordare, in due luoghi simbolodel Villaggio e di tutta Cittàdella Scienza, tre protagonistidella Dieta Mediterranea: Mar-garet e Ancel Keys, e AngeloVassallo. Il professore MarioMancini, storico protagonistadella ricerca sulla dieta medi-terranea, è stato il “narratore”protagonista di questo mo-mento.

Nasce il G.N.A.M. Village:mangiare bene, sano e nostrano!

Rossella Femiano

A Lorica di San Giovanni inFiore (CS), dal 20 al 24 giugno,presso la sede legale del ParcoNazionale della Sila, si è svoltala seconda edizione della Sum-mer School denominata “Stra-tegie di marketing nelle areenazionali protette - Accessibi-lità e Comunicazione”, un mo-mento di formazione e dicrescita che ha attirato l’atten-zione di attori e stakeholder delsettore delle professioni turisti-che. La partecipazione ed ilcoinvolgimento dei 43 corsisti èstato assicurato grazie alla pre-senza di docenti di alto profiloche hanno affrontato il tema

del “marketing territoriale” dadiversi punti di vista: il marke-ting strategico, l’accoglienzadell’ospite, la gestione del dis-servizio e dei reclami, il turismoper tutti, l’informazione e la co-municazione. Ad inaugurare la

Summer School, il Prof. CarlaMaria Gallucci Calabrese (Pro-rettore dell’Università RamonLlull (URL) - Ordinario di Mar-keting d’ESADE-URL di Bar-cellona)che, attraverso alcunimodelli di marketing e l’analisidi casi studio, ha dimostrato-l’assoluta rilevanza della “so-stenibilità” dell’idea imprendi-toriale e degli elementi del van-taggio competitivo. A seguire,laProf.ssa Christine Ligthart(Docente e referente di progettiinternazionali all' “Ecolehôte-lière de Geneve”)con esercita-zioni di role-play sullagestionedell’accoglienza deiclienti ed il Prof.GiuseppeEmanuele Adamo (Docente di

marketing alla University ofBedfordshire Business Schooldi Londra), che ha illustrato ivari “livelli di servizio” indivi-duabili in una attività d’im-presa, il “profiling” delconsumatore e la pianificazionedel processo di reclamo. Il 23giugno è stata la volta dellapresidente di ENAT (EuropeanNetwork for AccessibleTou-rism), CO.IN Cooperative Inte-grate onlus, Consorzio SocialeCOIN, Tandem Società Coope-rativa Sociale, Anna GraziaLaura con un intervento sul-l’accoglienza turistica di ospiticon esigenze specifiche e dellaProf.ssa Tiziana Nicotera (Cul-tore in Scienze Turistiche

dell’Università degli Studi dellaCalabria) con la valutazione deipunti di forza/debolezza delprogetti web proposti daglistessi partecipanti alla Sum-mer School. L’ultimo giorno, lelezioni sono state tenute dallaDott.ssa Rosalba Baldino(gior-nalista professionista e redat-tore), e dalla Dott.ssa IsabellaRoccamo (giornalista professio-nista e direttore responsabiledel mensile “Peoplelife”) concontenuti sulle differenze trainformazione e comunicazione,la comunicazione d'impresa, ilruolo dell'ufficio stampa negliuffici pubblici e nelle aziendeprivate ed i diversi canali di in-formazione.

Domenico Matania

La carica delle Start Up: sempre più giovani e meno giovanidecidono di investire in nuove idee progettuali che possonoconsentire di creare business a livello aziendale. Una StartUp è un’organizzazione temporanea e innovativa in cerca diun modello di business scalabile, profittevole e ripetibile. Esi-stono determinati requisiti per accedere al regime agevolatoper Start Up innovative: tra gli altri l’organizzazione deveavere sede in Italia e la società non deve costituirsi in seguitoa fusioni, scissioni o cessioni di altre aziende. Non solo inno-vazione tecnologica alla base delle nuove organizzazioni, maanche Start Up a vocazione sociale, che comprendono sia lacreazione di servizi sociali, che culturali e turistici. È questoil caso ad esempio della Start Up “Vascitour”, un tour espe-rienziale nei vicoli di Napoli, dove i protagonisti diventano gliabitanti dei bassi napoletani. Si programmano dunquepranzi, cene, pernottamenti presso i bassi e visite guidate neiluoghi non contemplati negli itinerari turistici tradizionali.La tendenza verso la quale si dirige sempre di più il turismoè mirata alla ricerca di valori culturali, artistici, sociali, pae-saggistici ed enogastronomici connessi all’identità locale at-traverso esperienze autentiche con i residenti e con lecaratteristiche peculiari dei luoghi. Ed è questo l’approccioportato avanti da Achille Centro, 47 anni, e da Anna Bottone,Marianna Di Fiore e Ilaria Delli Colli, ideatori dell’iniziativa.I risvolti di “Vascitour” sono utili di certo ad incentivare unturismo sostenibile, ma nello stesso tempo anche a coinvolgerei cittadini napoletani, indipendentemente dal livello di istru-zione, a garantire la sicurezza e l’efficienza del “vicolo” e delterritorio in generale. Con la Start Up “Vascitour” il gruppodi lavoro ha vinto il premio Coop Start della Lega delle Coo-perative, di 10 mila euro, avendo la meglio su altri trecentoprogetti.

La carica delle start up: il caso “Vascitour”

Strategie di marketing nelle Aree Naturali Protette

Uno spazio aperto per la promozione delle culture agroalimentari

Anna Paparo

Nonostante le grandi problema-tiche, come lo sbiancamento do-vuto al riscaldamento delleacque, che vedono protagonistele barriere coralline di tutto ilmondo, giunge dal mondodella Natura una buona noti-zia. Sono state scoperte quindiciinaspettate “oasi di vita” chepotrebbero diventare la chiaveper elaborare nuove strategie diconservazione dei coralli. Attra-verso l’analisi di oltre sei mila“reef” in ben quarantasei Paesidiversi, l’Arc Centre dellaJames Cook University austra-liana ha scoperto quindici“oasi”, dei veri e propri “puntiluce”, in cui vivono molta piùflora e fauna marina. Così, siaccendono i riflettori su questipiccoli paradisi. Infatti, gliscienziati coinvolti nello studiohanno sottolineato l’importanzadel loro studio, che potrebbeaiutare a sviluppare nuovi ed

efficaci metodi per salvare i co-ralli in declino. Pubblicato sullafamigerata rivista “Nature”,questo rappresenta uno deglistudi più ampi ed impegnativinel suo genere. Il ProfessoreJosh Cinner, che ha guidato ilgruppo di lavoro in questa ri-cerca, ha affermato che le “oasidi vita” individuate non sononecessariamente dei “reef” in-contaminati, ma barriere coral-line che ospitano più specie dipesci di quanto dovrebbero, con-siderando le numerose pres-sioni cui sono sottoposte,partendo dall’invadenza delleattività umane fino ad arrivarealle condizioni ambientali sfa-vorevoli. Ad avere il maggiornumero di “punti luce” èl’Oceano Pacifico, precisamentenelle isole Solomone, in partidell'Indonesia, della PapuaNuova Guinea e nell'arcipelagoKiribati. Accanto a questi puntidi luce ci sono, però, anche dei“punti d'ombra”, almeno tren-

tacincique nel mondo. Si trattadi barriere che hanno menopesci e vita del previsto a causadi pratiche di gestione non so-stenibili ed anche in questocaso, come sottolineano gliesperti, capire quali attività“fanno male” ai coralli potrebbe

essere uno stimolo a non ripro-durle. Insomma, grazie a que-sto particolare studio i coralli,oramai in declino a causa dellosbiancamento e dei cambia-menti climatici, potranno tor-nare a respirare e a vivere.L’importante è trovare la ra-

dice del problema per poi met-tere a punto una strategia direcupero e di salvaguardia con-tro l’estinzione. Il pessimostato in cui versano queste me-ravigliose ed affascinanti oasi di“bio-diversità”, quali le barrierecoralline, regalateci da MadreNatura, hanno bisogno di curecontinue e costanti, ma soprat-tutto di interventi tempestivicontro il cambiamento clima-tico, contro le incurie e le politi-che ambientali sbagliate che dicerto non aiutano a migliorareuna situazione già compro-messa di suo. Quindi, “illumi-niamoci d’immenso” grazie aqueste oasi di vita, diamantiche brillano e ci regalano pae-saggi fantastici da ammirare,ma naturalmente da curare.Chi ha tempo non aspettitempo. Così, la Natura potràcontinuare a sorprenderci rega-landoci spettacoli che superanodi gran lunga la nostra fanta-sia.

Rosario Maisto

Un mega successo oltre leaspettative per il progetto pi-lota Carbfix, che studia la cat-tura e lo stoccaggio nelsottosuolo di anidride carbo-nica emessa da una delle piùgrandi centrali geotermoelet-triche del pianeta. In presenzadi acqua e basalto, la CO2 di-sciolta forma dei precipitati edin meno di due anni, il 95%dell'anidride carbonica rei-niettata è diventata roccia.Questo potrebbe essere unapiccola rivoluzione nella lottaal cambiamento climatico per-ché così facendo si sottraggonoimportanti quote di gas serradall'atmosfera.Il progetto, svi-luppato in Islanda presso lacentrale geotermoelettrica diHellisheioi da un gruppo in-ternazionale di istituti di ri-cerca e aziende, sfrutta lereazioni chimiche spontaneeche si innescano quando l'ani-dride carbonica entra in con-tatto con il basalto, una rocciascura di origine vulcanica,difatto in presenza di acqua, ilgas precipita formando un mi-nerale biancastro. Nonostantequeste reazioni chimiche

siano note da tempo, nessunoconosceva la durata del pro-cesso una volta applicato allostoccaggio di CO2. Infatti, al-cune stime ipotizzavano chepotesse richiedere centinaia dianni, ma già a inizio progetto,si supponeva che il processo disolidificazione sarebbe duratotra gli otto e i dodici anni.Tra il 2012 e il 2013 la cen-trale ha iniettato nel sotto-suolo 250 t di acqua conanidride carbonica e acido sol-fidrico disciolti, a una profon-dità compresa tra i 400 e gli800 metri,e nel 2014, i rapidicambiamenti nella composi-zione isotopica dei campioni diacqua prelevati da alcunipozzi hanno indicato che

molto del carbonio si era mi-neralizzato in appena pochimesi.Ora sappiamo che pos-siamo iniettare nel sottosuolograndi quantità di CO2 per-ché lo stoccaggio avviene inmaniera rapida e sicura. Nelfuturo, le centrali sorgerannoin luoghi ricchi di basalto, mala sfida più grande sarà appli-care la tecnologia alle altrecentrali termoelettriche e al-l'industria pesante, tra lemaggiori fonti di gas serra.Ma la strada imboccata èquella giusta? Per ora siamo fiduciosi, madobbiamo fare i conti con ilcrescente aumento delle emis-sioni di gas serra, quindi sta-remo a vedere!

Barriere coralline: scoperte cinque “oasi di vita”

Nuova soluzione sostenibileper filtrare l’acqua di mare

Dall’università dell’Illinois ar-riva una nuova soluzione so-stenibile alla crisi idrica. Éstato, infatti, creato un filtroper purificare acqua di mare abasso costo. Fatto di un nuovomateriale ad alta efficienzaenergetica per la rimozione disale, questa nuova invenzionepotrebbe rivoluzionare lacreazione di acqua potabile apartire dall'acqua di mare.Partorita dalle menti degli in-gegneri dell'Università dell'Il-linois, questa innovazione –come ben spiega il sitowww.inabottle.it, da sempreattento a tutto ciò che ri-guarda l’ambiente - filtra finoal 70% d'acqua in più rispettoalle attuali membrane in gra-fene e, inoltre, avrebbe uncosto di gran lunga inferiore.É cosa risaputa che nel pro-cesso di purificazione dell’ac-qua si ricorre all’osmosiinversa, ossia spingere l'acquadi mare attraverso una mem-brana che filtra il sale e le im-purità. Tuttavia, raccontanogli esperti, questa membranaè ancora troppo spessa per ilfiltraggio molecolare e la pres-sione maggiore che viene at-tribuita alla spinta è anche

dispendiosa dal punto di vistaenergetico. Pubblicata sullarivista Nature Communica-tions, l'innovazione degli inge-gneri americani si basa,invece, su una membrana rea-lizzata con una speciale mole-cola, composta da un atomo dimolibdeno e due atomi dizolfo, scoprendo che le pro-prietà chimiche di questocomposto permettono di fil-trare con maggior efficienzaun volume di acqua molto piùgrande rispetto a quello chepuò essere trattato con le at-tuali membrane. Una vera epropria rivoluzione, se pen-siamo che sul nostro pianetac’è tantissima acqua, come hasottolineato in un’intervistaNarayana Aluru, docente discienza meccanica e dell'inge-gneria e primo autore dellostudio, ma solo una percen-tuale bassissima risulta es-sere potabile. Quindi, grazie aquesta invenzione made inUSA si è riusciti a trovare abasso costo un materiale chepermette di purificare l'acquadi mare, e questo significa unreale progresso per trovare so-luzioni sostenibili alla crisiidrica. A.P.

In Islanda l’Anidride Carbonicainiettata nel suolo diventa roccia!

Sono presenti soprattutto nelle isole Solomone, in Indonesia, in Papua Nuova Guinea e nell'arcipelago Kiribati

Annalisa MolloMarino Carelli

In data 29 luglio 2015 è entrato in vigoreil decreto legislativo 26 giugno 2015, n.105, con il quale l’Italia ha recepito la di-rettiva 2012/18/UE (cd. Seveso III), rela-tiva al controllo del pericolo di incidentirilevanti connessi con sostanze perico-lose. Il provvedimento aggiorna lanorma precedentemente vigente (D. Lgs.n. 334/1999, come modificato dal D. Lgs.n. 238/2005), confermando sostanzial-mente l’impianto generale e la tipologiadi adempimenti a carico dei gestori deglistabilimenti; la comune esperienza eu-ropea maturata negli anni ha infatti mo-strato che l’impianto normativo attualeha comunque garantito un buon livellodi sicurezza della popolazione e dell’am-biente dal verificarsi degli incidenti rile-vanti. Permane la suddivisione in duecategorie delle Aziende a Rischio di In-cidenti Rilevanti (ARIR), ossia di queglistabilimenti in cui sono presenti so-stanze pericolose all'interno di uno o piùimpianti, comprese le infrastrutture o le

attività comuni o con-nesse, in quantità talida superare determi-nate soglie.Gli stabilimenti RIRpossono essere:

“di soglia inferiore” seal loro interno sono pre-senti sostanze perico-lose in quantità pari osuperiori alle quantitàelencate nella colonna 2della parte 1 o nella co-lonna 2 della parte 2dell’allegato 1 al d. lgs.n. 105 del 26/06/2015,ma in quantità inferiorialle quantità elencatenella colonna 3 dellaparte 1, o nella colonna3 della parte 2 dell’alle-gato 1, applicando, oveprevisto, la regola dellasommatoria di cui allanota 4 dell’allegato 1 al suddetto decreto;“di soglia superiore” se al loro interno

sono presenti sostanze pericolose inquantità pari o superiori alle quantitàelencate nella colonna 3 della parte 1, onella colonna 3 della parte 2 dell’allegato1 al d. lgs. n. 105/2015, applicando, oveprevisto, la regola della sommatoria dicui alla nota 4 dell’allegato 1 al suddettodecreto.In Campania insistono n. 72 stabili-menti suscettibili di produrre incidentirilevanti, distribuiti sul territorio nel se-guente modo:Provincia di Napoli: 32 (di cui 10 di so-

glia superiore);Provincia di Salerno: 17 (di cui 6 di so-

glia superiore);Provincia di Caserta: 13 (di cui 2 di so-

glia superiore);Provincia di Avellino: 6;Provincia di Benevento: 4.I Comuni della Regione Campania all’in-terno dei cui territori insistono uno o piùstabilimenti RIR sono complessiva-mente 58 (20 in provincia di Napoli, 16in provincia di Salerno, 12 in provinciadi Caserta, 6 in provincia di Avellino e 4in provincia di Benevento).La più elevata concentrazione diAziende RIR si registra nella zona orien-tale del Comune di Napoli, ove sono ubi-cati ben 8 stabilimenti, a poca distanzal’uno dall’altro.Oltre al Comune di Napoli, solo in altri7 Comuni (Marcianise, Caivano, Giu-gliano in Campania, Nola, Poggioma-rino, Qualiano e Padula) è presente più

di uno stabilimento RIR.La tipologia prevalente di Aziende RIRpresenti in Campania è rappresentatadai depositi di gas liquefatti (GPL) chesono in numero di 41; numericamentemolto meno consistente la presenza dellealtre tipologie, quali gli stabilimenti perla produzione e/o il deposito di esplosivi(n. 8), i depositi di oli minerali (n. 7), glistabilimenti chimici o petrolchimici (n.6), gli stabilimenti per la produzione e/oil deposito di gas tecnici (n. 3), gli stabi-limenti per l’accumulo di energia elet-trica a batteria (n. 3), gli impianti ditrattamento/recupero (n. 2), le centralitermoelettriche (n. 1) e i depositi di fito-farmaci (n.1). Per quanto riguarda l’at-tività di controllo prevista per le AziendeRIR di soglia superiore, il D. Lgs.

105/2015 ha attribuitoal Comitato Tecnico Re-gionale ex art. 10 delmedesimo decreto, alcui interno figuranodue rappresentantidell’Arpac, il compitodella programmazioneordinaria e dello svolgi-mento delle visite ispet-tive ai sensi dell’art. 27del succitato decreto.Detto organismo ha direcente sviluppato unprogramma di controlliper il triennio 2016-2018 che sarà condottoattraverso la costitu-zione di apposite com-missioni designate dalCTR stesso, ciascunacomposta da n. 3 com-ponenti, di cui 1 in rap-presentanza di Arpac.

Le aziende a rischio di incidente rilevantepresenti in Campania: alcune cifre

ARPA CAMPANIA AMBIENTE del 30 giugno 2016 - Anno XII, N.12Edizione chiusa dalla redazione il 30 giugno 2016

DIRETTORE EDITORIALEPPietro VasaturoDIRETTORE RESPONSABILEPietro FunaroCAPOREDATTORISalvatore Lanza, Fabiana Liguori, GiuliaMartelliIN REDAZIONECristina Abbrunzo, Anna Gaudioso, LuigiMosca, Andrea TafuroGRAFICA E IMPAGINAZIONESavino CuomoHANNO COLLABORATOM. Carelli, F. Clemente, F. Cuoco, P. D’Auria, F.De Capua, G. De Crescenzo, D. Matania, A.Esposito, R. Fanelli, R. Femiano, R. Funaro, G. Lof-fredo, R. Maisto, B. Mercadante, A. Mollo, A.Morlando, A. Palumbo, A. Paparo, S. Patrizio, T.Pollice, A. StabileSEGRETARIA AMMINISTRATIVACarla GaviniDIRETTORE AMMINISTRATIVOPietro VasaturoEDITOREArpa Campania Via Vicinale Santa Maria delPianto Centro Polifunzionale Torre 1 80143 NapoliREDAZIONEVia Vicinale Santa Maria del Pianto Centro Polifunzionale Torre 1- 80143 NapoliPhone: 081.23.26.405/427/451 Fax: 081. 23.26.481 e-mail: [email protected]

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Iscrizione al Registro Stampa del Tribunale di Na-poli n.07 del 2 febbraio 2005 distribuzione gra-tuita. L’editore garantisce la massima riservatezzadei dati forniti e la possibilità di richiederne la ret-tifica o la cancellazione scrivendo a: ArpaCampa-nia Ambiente,Via Vicinale Santa Maria del Pianto,Centro Polifunzionale, Torre 1-80143 Napoli. In-formativa Legge 675/96 tutela dei dati personali.

Settantadue gli stabilimenti RIR nella Regione. Trentadue sono concentrati nella provincia di Napoli

Salvatore Patrizio*

Il Consiglio Nazionale delle Ri-cerche è il più grande Ente pub-blico di ricerca in Italia. Laprincipale mission dell’Ente èquella realizzare, promuovere,diffondere e valorizzare ricerchenei principali settori della cono-scenza; trasferire e applicare irisultati ottenuti per lo svilupposcientifico, culturale, tecnolo-gico, economico e sociale delPaese; fornire supporto tecnico-scientifico al governo e alle am-ministrazioni pubbliche. Le attività di ricerca copronotutto lo scibile umano: dalla me-dicina, alla geologia, dalla mate-matica all’ingegneria, dallagiurisprudenza alla storia e cosìvia discorrendo. Tra i tanti studiscientifici va senza dubbio anno-verata l’attività di ricerca ma-rina e oceanografica che ha lasua punta di diamante nell’Isti-tuto di Scienze Marine e nel-l’Istituto per l'Ambiente MarinoCostiero ricordando, però, anchealtri Istituti, come l’Istituto diBiofisica, l’Istituto di GeologiaAmbientale e Geoingegneria,l’Istituto di Scienze dell'Atmo-sfera e del Clima e l’Istituto sul-l'Inquinamento Atmosferico,che hanno anch’essi, all’internodella loro programmazionescientifica, progetti che riguar-dano il mare. Il C.N.R. gestiscepure una serie di infrastruttureoceanografiche per lo studiodell’ecosistema marino e del-l’ambiente come navi oceano-grafiche (es. Urania, Dallaporta,Minerva Uno), piattaformeoceanografiche (es. “Acqua Alta”nel mar Adriatico) e boe di variogenere (es. boa meteo-oceano-grafiche “Odas Italia 1” nel marTirreno). I rilevanti risultati ot-tenuti, grazie all'utilizzo di que-ste strutture, sono dimostratidalla consistente quantità dipubblicazioni scientifiche, dalnumero di progetti europeisvolti e dalle numerose collabo-razioni intraprese che collocal’Ente in una posizione leadernel campo della ricerca marina.Ed è proprio sulla base di questaponderosa e qualificata attivitàscientifica “marinaresca” che sipone l’accordo-quadro recente-mente siglato tra il C.N.R. eCosta Crociere (entrambi con-cretamente impegnati, anche sein modi diversi, nel discorsodella sostenibilità ambientale)della durata di quattro anni, dal2016 al 2020. Le tematiche di ri-cerca, oggetto dell’accordo, sono

quelle che rivestono una parti-colare importanza nei settoridell'oceanografia e delle scienzemarine. La società Costa met-terà a disposizione le proprienavi e supporterà i ricercatoridel C.N.R. in tali attività e du-rante e/o al termine di un deter-minato studio scientificosaranno intraprese, da ambe-due i partner, iniziative con-giunte di divulgazione. Sarannoistituiti a bordo dei natanti unaserie di osservatori per l’avvista-mento e lo studio dei cetaceimentre i dati raccolti (tempera-tura, salinità, ossigeno di-sciolto), lungo i tratti di marepercorsi dalle navi, saranno ela-borati e utilizzati per lo studiodei cambiamenti climatici nelMediterraneo. Il dr. EnricoBrugnoli, direttore del Diparti-mento Scienze del SistemaTerra e Tecnologie per l’Am-biente del C.N.R. ricorda che lacaratteristica preminente del-

l’Ente è quella di unire compe-tenze scientifiche e tecnologichedi eccellenza attivando inizia-tive di scambio con altre Istitu-zioni, Università, Aziende, ecc.Pertanto, l’iniziativa di intra-prendere con Costa Crociere at-tività comuni di ricerca, diformazione avanzata e di divul-gazione scientifica ben si co-niuga con le finalità del C.N.R. Inoltre, l’impegno precipuo dellasocietà di navigazione, in questainedita collaborazione, saràquello di sensibilizzare i crocie-risti sulla necessità di salva-guardare l’ambiente ed inparticolar modo il mare per ilbenessere delle generazioni pre-senti e future. A tale propositogiova ricordare una frase emble-matica pronunciata da un capoindiano verso la fine del XIXsec.: non ereditiamo il mondodai nostri padri ma lo pren-diamo in prestito dai nostri figli.

*CNR-IBAF UOS Napoli

La ricerca scientifica in Italia? Costa!Siglato un accordo tra C.N.R. e Costa Crociere su attività di ricerca marine

Costa Fascinosa nel porto di Napoli

Recupero della Sonda CDT Boa offshore

Boa meteo-oceanografica Odas Italia 1

Anna Gaudioso

Avreste mai pensato di de-purare l’aria con le tantoamate noccioline? Sembraproprio che sia possibile. In-fatti,la notizia di un filtrodepurativo arriva dal Mes-sico: è un filtro economico einnovativo, che funziona congusci di noccioline e micro-organismi ed è capace di de-purare l'aria inquinata. Uno schiocco di dita et voilà:per depurare l’aria bastanoi gusci di noccioline, un bio-filtro costruito con materialiecosostenibili e riciclabili“made in Mexico”in grado dicatturare gli inquinanti etrasformarli in CO2 e acqua.Per realizzarlo c’è bisognosolo di rifiuti e batteri.La ricerca arriva dall’Uni-versità Nazionale del Mes-sico e dal Centro di Ricercadi Studi Avanzati e rivelache il biofiltro risulta moltoefficace nei confronti del me-tanolo e dei solventi impie-gati in ambito industriale,perché utilizza funghi e bat-teri presenti normalmente

nei gusci di arachidi per cat-turare gli inquinanti e rila-sciare solo anidridecarbonica e acqua. Forse non è un caso che laricerca è partita dal Mes-sico, un paese centro ameri-cano che è un grandissimoproduttore di noccioline.

Grazie al professore RaulPineda Olmedo e ai suoi col-laboratori Frédéric ThalassoSire e Fermin Perez Gue-vara lo studio ha raggiuntoutili risultati. Il prototipo realizzato in la-boratorio non si limita a fil-trare l’aria: separa e

immagazzina le sostanzetossiche, degradandole inanidride carbonica e acqua. «Il guscio delle arachidi èspeciale per queste applica-zioni», spiegano gli autoridella ricerca, «perché è na-turalmente vuoto ed ha unasuperficie di contatto conl’aria, che favorisce lo svi-luppo di microrganismi». Questa scoperta, dal puntodi vista del riciclo, oltre aportare benessere all’am-biente porta anche notevolivantaggi e risparmi all’eco-nomia. ’invenzione si inseri-sce in un’attività di ricercapiù ampia da parte del bio-tecnologo messicano, che daanni si occupa di rischi am-bientali. Inoltre,l’università messi-cana si sta già attivandosulla commercializzazionedel biofiltro e sta già lavo-rando per realizzare un pro-totipo dimostrativo per lescuole in modo che gli stu-denti possano replicarel’esperimento.(foto Investigacion y Desar-rollo)

Le arachidi? Sono legumi

Contrariamente a quantosi pensa, le arachidi (dasempre considerate come“noci”) in realtà non sonovere noci. Invece fanno parte di unafamiglia di legumi, in cuiricadono anche piselli,lenticchie, ceci e altri tipidi fagioli. Però, siccome la maggiorparte delle persone leconsiderava vere e pro-prie noci, vengono comu-nemente inserite tra la“frutta secca”. Le arachidi nascono sottoterra come le patate, escavano dei cunicoli sot-terranei. Oltre al loro contenuto digrassi mono-insaturi, pre-sentano una serie di altrinutrienti che, in numerosistudi, hanno dimostrato dipromuovere la salute delcuore. Buone fonti di vita-mine E, niacina, acido folico,proteine e manganese, fa-voriscono, inoltre l’assun-zione di resvetolo,l’antiossidante fenolicotrovato anche nell’uvarossa e nel vino rosso.Inoltre contengono acidooelico, il grasso salutaretrovato nel tanto famosoolio exavergine di oliva. La nuova ricerca mostrache questi gustosi legumisono ricchi di antiossi-danti, come molti altrifrutti. Possono, però , provocareallergie, per cui i soggettiallergici devono fare at-tenzione. Per il resto, un quadro ge-nerale alquanto positivo.Adesso la ricerca indicaanche che i suoi guscisono capaci di depurarel'aria inquinata.

A.G.

I ricercatori messicani: le scorze delle “americane” possono trattenere gli inquinanti

Gusci di noccioline per depurare l’ariaLa scheda

Temporali di calore: un fenomeno tipico dell’estateCome si originano? Come possiamo riconoscerli?

Gennaro Loffredo

Capita sovente, nelle piùcalde giornate estive, di assi-stere allo sviluppo di un tem-porale nel corso delle orepomeridiane dopo una splen-dida mattinata di sole. Sitratta del tipico caso di untemporale di calore, un tipo ditemporale cioè che ha originedal riscaldamento del suolo acausa del forte soleggia-mento estivo.Il tutto ha origine dal diversoassorbimento della radiazionesolare da parte dei diversi tipidi suolo: il suolo cittadino, uncampo arato e la roccia, peresempio, assorbono più ra-diazione rispetto al lago, albosco o ad una superficie in-nevata. L’aria a contatto conla superficie più riscaldatatende quindi a staccarsi dalsuolo e a sollevarsi, in quantopiù calda e quindi più leggerarispetto all’aria che la cir-conda (il noto principio di Ar-chimede).

La bolla calda che si crea,chiamata termica, nel salireincontra aria con temperaturapiù bassa e questo la fornisceuna spinta verso l’alto; la mi-nore pressione che incontrain quota inoltre ne provocal’espansione, raggiungendodimensioni di diverse centi-naia di metri. E a questopunto entra in gioco la leggefisica secondo cui se un gassi espande, subirà un raffred-damento: raffreddandosi,

l’umidità contenuta nella no-stra bolla si condensa in goc-cioline, dando vita ad unapiccole nube (cumulo).Ecco l’esempio di una tipicagiornata estiva caratterizzatadai temporali di calore: amezzogiorno il cielo è pratica-mente sereno ovunque, men-tre nel giro di poche ore,senza che sia transitata unaperturbazione, il satellite cimostra la formazione improv-visa dei temporali di calore,

specie sulle zone montuose.Se le condizioni dell’atmo-sfera sono favorevoli (in pre-senza di aria più fresca edinstabile in quota), allora lanube continuerà a svilupparsifino a trasformarsi in un cu-mulonembo, la tipica nubetemporalesca, che può dareluogo a pioggia, fulmini e tal-volta a grandine. I temporalidi calore sono più frequenti inmontagna, ma talvolta pos-sono raggiungere le rispettivepianure e coste più vicinegrazie alle correnti in quotafavorevoli.Come si può individuare laformazione di un temporale dicalore? Il cumulonembo èmolto facile da identificare; sipresente grosso modo comeuna torre che dalla basepiatta tende ad elevarsi verti-calmente assumendo unaforma di montagna o pannamontata. L’incudine dellanube rappresenta il puntodove tendono ad estendersi ifenomeni meteorologici.

Raccontiamo il meteo

Fabiana Clemente

Biodiversità animale e vegetalepreservate dalle nuove genera-zioni tecnologiche in ambito dienergia rinnovabile? Non è uto-pia, ma una sorprendente re-altà. A dichiararlo è uno studioinglese - realizzato da Clarkson& Woods, Wychwood Biodiver-sity, Orta Solar, Solar TradeAssociation, Primrose Solar,British Solar RenewableGroup, Gold Energy e Belectic– dal titolo “The Effects of SolarFarms on Local Biodiversity: acomparative study”. Lo studiosostiene che nelle zone adia-centi ad impianti installati alsuolo, la biodiversità stia au-mentando in modo considere-vole, con stimoli per uccelli,piante e insetti. Nello studio sievince che i parchi solari sianoparticolarmente attenti alla ge-stione della fauna selvatica, li-mitando pertanto l’uso dipesticidi. Gli impianti fotovoltaici britan-nici oggetto di studio sono 11,realizzati nel 2015 su tutto ilterritorio inglese. Presso le areeche li ospitano è stata monito-rata la situazione prima e dopol’installazione. I dati emersisottolineano una condizione de-cisamente migliorata dopo aver

impiantato i parchi solari.Nella fattispecie, risultava ri-qualificata la biodiversità deiluoghi interessati e delle areecircostanti dedicate al pascolo,prevedendo per esempio la se-mina di fiori di campo nelle vi-cinanze. Il risultato è statoincoraggiante sia per la florasia per la fauna, che hannovisto un notevole incremento –passando da 70 a 144 piante

differenziate in 41 specie e re-gistrando un aumento anchetra invertebrati e volatili. Ciòconfermerebbe quanto emersoda precedenti studi fatti dalBRE National Solar Center,che insistevano sulla positivitàdel binomio agricoltura – im-pianti energetici. In effetti, i ri-cercatori sostenevano comeattività agricola e pastoriziapossano convivere felicemente

con strutture del genere, cre-ando con esse una sinergia abeneficio dell’ambiente e dellabiodiversità. Non bisogna tra-scurare, quindi, l’impatto che ladomanda di energie pulite puòavere sulla flora e fauna. Basticonsiderare che il preoccupantecalo della biodiversità è causatodalla mano dell’uomo e dalla di-struzione che ha causato all’ha-bitat naturale di piante e

animali. Molti dei quali si sonoestinti o comunque non po-tendo più alimentarsi e ripro-dursi nel proprio luogo diappartenenza sono destinatipurtroppo all’estinzione. Un’oc-casione per far scaturire benes-sere ambientale da interessieconomici? E se le sorti dellabiodiversità dipendessero dalfotovoltaico? Ai prossimi moni-toraggi l’ardua sentenza!

Sunny boy: il sistema di accumulo fotovoltaico

Il mercato dei sistemi di accu-mulo di energia solare sta cre-scendo a dismisura per offrireai clienti residenziali soluzionieconomiche e facili da instal-lare. In effetti, collegare unimpianto fotovoltaico dome-stico a un sistema di accumuloconsente di poter incremen-tare l’autoconsumo di energiapulita e compensare le perditecausate dai tagli agli incen-tivi. Tra le molteplici stru-mentazioni proposte, il PVSymposium di Bad Stafelsteinha incoronato come il più in-novativo il Sunny Boy Storage2.5 di SMA. Il nuovo inverterSMA con batteria, dotato diuna connessione sul lato CA,può essere facilmente colle-gato e senza effettuare modi-fiche a un impianto foto-voltaico, eolico e di cogenera-

zione. Ha un grado di rendi-mento del 97% ed essendo do-tato di una batteria dall’altoquale la Powerwall di Teslanon richiede l’impiego di untrasformatore. Ergo, costi ul-teriormente abbattuti. Mas-sima resa FV nel rispetto ditutte le normative vigenti perla limitazione dell’immissione.Necessita di tre elementi: l’in-verter Sunny Boy Storage 3.5,la batteria ad alto voltaggio eil contatore. Lo strumento sicaratterizza da un sistemache si distingue per il peso disoli 9 kg e per la facilità diconfigurazione tramite WLANo smartphone – grazie adun’interfaccia web che con-sente di controllarlo in tutte lesue funzionalità. È flessibile,in quanto va bene sia per im-pianti esistenti, sia per nuovi

impianti e permette di dimen-sionare un impianto fotovol-taico secondo le necessità.Non si limita solo ad impiantifotovoltaici, ma è compatibile

anche con impianti eolici o acogenerazione. L’utente ha lafacoltà di monitorare in ogniistante le prestazioni dell’im-pianto, tenendo sotto controllo

la produzione e i consumienergetici. Il gruppo tedescoha recentemente presentatol’innovativo sistema d’accu-mulo in occasione del SunnyDays 2016. Il programma dipresentazione si compone diconvegni e spazi formativi congli esperti del settore e le au-torità energetiche – affron-tando questioni inerenti allenuove tecnologie solari e allenormative vigenti e future delmercato fotovoltaico. Unostrumento versatile che siadatta ad ogni evenienza, daesigenze individuali a quellecollettive all’interno della pro-pria abitazione, alla necessitàdi alimentare la propria autoelettrica. Un approvvigiona-mento elettrico sicuro in ognimomento!

F.C.

Parchi solari: la biodiversità ringrazia!Nelle aree che ospitano gli impianti, si è verificato un forte incremento di flora e fauna

L’utente ha la facoltà di monitorare in ogni istante le prestazioni dell’impianto

Brunella Mercadante

Dominato dal vulcano spentodi Roccamonfina e limitatogeograficamente dal fiumeGarigliano, che ha scavato ilsuo alveo tra i terreni vulca-nici del Roccamonfina e i ter-reni calcarei dei montiAurunci, il Parco regionale diRoccamonfina-Foce Gari-gliano occupa un area circa9.000 ettari nella parte set-tentrionale della Campania,comprendendo i comuni diSessa Aurunca, Teano, Roc-camonfina, Galluccio, Concadella Campania, MarzanoAppio, Tora e Piccilli, questiultimi 5 riuniti nella Comu-nità montana di Santa Croce.Il Parco è letteralmente so-vrastato dall'apparato vulca-nico del Roccamonfina, com-plesso più antico del Vesuvio,ma simile nella forma e al-trettanto maestoso. Roccedalle forme curiose e unichericordano la passata attivitàvulcanica della zona oggi rico-perta di coltivazioni di olivi,viti, ma sopratutto di casta-gni, grazie infatti alla compo-sizione mineralogica del suolovi è uno sviluppo rigogliosodel castagno, i suoli lavicidella zona sono infatti otti-mali per le esigenze nutrizio-nali di questa specie. Il Parcoè da sempre caratterizzatoproprio dalla coltivazione delcastagno: molto conosciuta èla castagna di Roccamonfina,detta anche “Tempestiva” perla precocità di maturazione(fine agosto - primi di settem-bre) che permette l'arrivo sulmercato in un periodo in cuila concorrenza è pressochéinesistente. Per questa castagna è statorichiesto il marchio IGP conla denominazione di “ Tempe-stiva del Vulcano di Rocca-monfina”. Degne di menzionesono anche la “Lucida”, , conuna produzione limitatis-sima, ma di gran pregio, la“Napoletana” detta anche“Riccia” e la “Marzatica”.Oltre alla produzione i casta-gneti offrono magnifici sce-nari: in primavera è possibileammirare splendide fiorituredi crochi, ranuncoli, primule,anemoni, viole e molteplicivarietà di orchidee; in au-tunno il folto e ricco sottobo-sco è popolato da tantissimespecie di funghi tra cui l'”Ovulo Buono” e l'ottimo

“Porcino”. I boschi del Parcosono anche rifugio ideale perla volpe, il cinghiale, il tasso,la faina e per molte altre spe-cie di piccoli mammiferi chequi vivono isolati e al sicuro inun ambiente tranquillo in cuidomina solo la Natura. Fiori,piante e animali sono in ef-fetti i veri guardiani di questiluoghi, dove camminandolungo i sentieri è possibilesentire solo il cinguettio degliuccelli, il fruscio del vento frale foglie e lo scrosciare dell'ac-qua delle sorgenti e dei corsid'acqua. Il Parco è in effetti ricco diacque, oltre al Garigliano cisono i fiumi Savone e Peccia,e l'acqua da sempre ha moltocontribuito alla vita delle po-polazioni della zona: lungo ilcorso di questi fiumi ci sonoancora i ruderi di antichi mu-lini e frantoi e nelle vicinanzedelle sponde del Savone si tro-vano tracce di archeologia in-dustriale con i resti delleferriere che lavoravano ilferro in epoca borbonica. Que-sti luoghi sono stati comun-que abitati sin dai tempi piùantichi, nel periodo prero-mano tra il VII e VIII secolo aC. si suppone la presenzadella popolazione degli Au-

runci, di cui resta traccia inalcuni ritrovamenti di suppel-lettili tombali a Suessa (SessaAuruna) e di fondazioni di ca-panne a Cales (Calvi Risorta).Nel IV secolo a C. col massic-cio popolamento dei Romaniin Campania e l' insediamentodi numerose colonie vi fu lascomparsa del popolo Auruncoe la distruzione totale dellaloro antica città. Nel periodomedievale sorsero i borghi at-torno ai castelli, alle rocchee ai monasteri e furono pro-

prio i monaci benedettini, pro-venienti dall'Abbazia di Mon-tecassino, nel XI secolo adinsediarsi sul versante setten-trionale del vulcano ed intra-prendere un'intensa attivitàdi disboscamento e di coltiva-zione. In epoca napoleonica, in que-sti territori, afflitti dal feno-meno del brigantaggio, grazieal decreto di “eversione” dellafeudalità, si costituì un ceto difittavoli e piccoli proprietari econ l'Unità d'Italia si innescò

finalmente un processo di mi-glioramento sociale, pur-troppo interrotto bruscamentedalla II guerra mondiale cheportò la devastazione deicampi coltivati e la distru-zione di tanti paesini. Oggi fortunatamente nelParco si possono visitare tantiborghi, paesi e luoghi caratte-ristici, ricchi di sapori e tradi-zioni popolari che ospitanofeste e sagre, dove assaporarecibi e prodotti tipici dai saporisemplici e autentici.

Il Parco Regionale Roccamonfina-Foce GariglianoLungo i sentieri è possibile sentire il cinguettio degli uccelli, il fruscio del vento e lo scrosciare dell'acqua delle sorgenti

Rosemary Fanelli

L’acqua è vita, speranza, ri-sorsa, energia. L’acqua, un benelimitato e nel contempo pre-zioso, perché non facilmente, néugualmente accessibile a tutti.La scarsità idrica, infatti, è ori-ginata non solo dalla carenza ef-fettiva della risorsa, ma anchedalla inadeguatezza degli im-pianti, dalla povertà, e dalleinuguaglianze. Nel caso speci-fico dell’Italia, la sua penurianon è solo frutto di vere e pro-prie siccità, ma è anche causatada elementi di debolezza dell’in-tero sistema idrico, quali laframmentazione gestionale,l’obsolescenza delle infrastrut-ture e gli inconsapevoli sprechi,per i quali sarebbero necessariingenti investimenti. Nelmondo, secondo un rapportodell’UNDP (United Nations De-velopment Programme), 1,1 mi-liardi di persone non hannoaccesso all’acqua potabile acausa della penuria idrica, circa2,6 miliardi non hanno accessoad adeguati servizi igienico sa-nitari, mentre 1,8 miliardi dibambini muoiono a causa diprecarie condizioni igienico sa-nitarie. Questo il contesto nelquale ha preso avvio Madforwa-ter, un progetto a guida italiana,che mira a sviluppare ed adat-tare al contesto nordafricano so-luzioni tecnologiche e gestionalidedicate al trattamento delleacque reflue ed al loro riutilizzoin campo agricolo. Basti pensare

che in Nord Africa le risorsesono ancora più limitate a causadei cambiamenti climatici edelle peculiarità del territorio.Qui la produzione agricola as-sorbe, da sola, tra l’80 e l’85%dell’acqua dolce disponibile.Sebbene nell’irrigazione si uti-lizzino le tecniche più diversifi-cate, solo quelle moderneconsentono, a parità di acquaadoperata, una maggiore pro-duttività delle colture. Fino aqualche anno fa, l’unico modoper soddisfare la richiesta cre-scente d’acqua era incrementarele risorse disponibili. Oggi, in-vece, si tende a proteggere icorpi e gli ecosistemi idrici ed arisparmiare acqua, anche rici-clandola. Madforwater, natonell’ambito di Horizon 2020 ecoordinato dai ricercatori del-l’Università di Bologna, coin-volge 18 partner provenienti da11 diversi paesi e mira proprio acreare soluzioni tecnologiche in-novative per la gestione delle ri-sorse idriche in Tunisia,

Marocco ed Egitto. Nei prossimiquattro anni, con il coordina-mento di Unibo, i partners diprogetto saranno impegnati asviluppare ed adattare al conte-sto nordafricano soluzioni perimplementare l’efficienza idricae riciclare le acque reflue. Anchegrazie alla collaborazione con gliattori locali, presenti in Egitto,Marocco e Tunisia, Madforwa-ter mira a generare risorse re-cuperandole dai canali didrenaggio e dalle acque discarto, anche a livello indu-striale. Per raggiungere gliobiettivi previsti, sarà nevral-gico proprio il ruolo delle istitu-zioni locali, ma sarà altrettantofondamentale innescare, ancheda noi, una responsabilità so-ciale per la tutela delle risorseidriche, che passa anche persemplici gesti quotidiani, comeevitare di far scorrere inutil-mente l’acqua dal rubinetto.Solo imparando ad usare ragio-nevolmente una risorsa si puòtutelarne il valore.

Oltre un miliardo di persone senza l’acqua potabile

Sono 731 le tonnellate di pla-stica che finiscono ogni giornonel Mediterraneo, 5 le isole dirifiuti plastici che fluttuanonegli oceani, 1 il camion dispazzatura riversato in mare alminuto. Questi i numeri dei ve-leni che intossicano i mari, nu-meri della vergogna, chefiniscono con il collocare l’Italiaal terzo posto dei paesi inquina-tori, dopo Turchia e Spagna.Secondo l’UNEP, agenzia am-bientale delle Nazioni Unite, laquantità di plastica dispersanel Mare Nostrum rischia diraddoppiare entro il 2025, senon si adotteranno misure ade-guate. La plastica, infatti, è ilprincipale rifiuto rinvenuto ecorrisponde all’ 80% dell’im-

mondizia gettata in mare. Nelsolo periodo compreso tra il2002 ed il 2006 i sacchetti diplastica sono risultati più co-piosi di mozziconi e bottiglie. Ele ingenti quantità di plasticain mare, soprattutto della fra-zione più leggera, costituita daisacchetti, causano gravi dannialla fauna marina. Nonostante

l’Italia abbia già messo albando i sacchetti non biodegra-dabili, in mare continuano afluttuare oggetti monouso ebottiglie di plastica, in taliquantità da stimare che nel2050 gli oceani potranno con-tare più bottiglie che pesci. Apagarne lo scotto sono soprat-tutto i cetacei ed i mammiferimarini, spesso attratti da que-sti materiali dal colore acceso.Ma non solo. Elefanti marini,delfini, capodogli, lamantini,sono tutti stati trovati a inge-rire sacchetti di plastica. Nelletartarughe, invece, il sacchettodi plastica, scambiato per unamedusa, provoca il blocco deltratto digestivo ed il soffoca-mento. La presenza di inqui-

nanti nel mare risulta letaleanche per gli uccelli marini.Basti pensare che quasi un mi-lione di esemplari muoiono ognianno per soffocamento o perchéintrappolati dall’immondizia.Non è indenne neppure il pesceche consumiamo. Se in passatola sostanza alla quale si è datamaggiore attenzione è stata ilmercurio, si è dimostrato che ipesci esposti ad una miscela dipolietilene con inquinanti chi-mici, accumulano questi inqui-nanti e sviluppano tossicità epatologie epatiche, accrescendola probabilità di avere tumori edisfunzioni al fegato. Ecco per-ché, a dispetto di quanto si so-steneva in passato, si consigliadi non consumare pesce più di

due volte la settimana e di evi-tare il consumo di pesce spadae tonno, maggiormente conta-minati. I danni alla catena ali-mentare ed all’ambientemarino saranno inarrestabili,se non si inizia a ridurre la pro-duzione di plastica. Dovrebbeessere effettuata, inoltre, unapulizia massiccia delle spiagge,per scongiurare che le mareg-giate riversino in mare altri ri-fiuti. Contro il fenomeno che gliscienziati definiscono plasti-sfera, è necessario valorizzarela plastica riciclata, ottimiz-zando i processi di riciclaggio edimpedendo lo smaltimento ille-cito. Prima che lo tsunami diplastica ci sommerga.

Ros. Fa.

Alessia Esposito

Una fotografia impietosa sui nostri mari è quella scattata da Le-gambiente per il dossier Mare Monstrum, il report annuale cheregistra reati a danno del mare. Quest’anno crescono del 27%,con 2,5 infrazioni per ogni chilometro di costa. A influire mag-giormente è il settore della pesca illegale con 6.810 reati accertati,seguita dalla cattiva gestione della depurazione e dagli scarichiselvaggi (che contano 4.542 infrazioni). Alto anche il numero direati collegato al ciclo del cemento, e in particolare all’abusivismoedilizio sulle coste, che registra 4.482 reati. A questo proposito,Legambiente invoca l’approvazione della legge sugli abbatti-menti per contrastare gli ecomostri. Quelli nella top five diquest’anno sono gli scheletri di Pizzo Sella a Palermo e dell’AlohaMare ad Acireale (CT), le 35 ville nell’area archeologica di CapoColonna a Crotone, le case abusive di Ischia e il villaggio di TorreMileto a Lesina (FG). Sale anche il numero delle denunce (chearrivano a 19.614), mentre diminuisce il numero dei sequestri(oggi 4.680). Ma in quali regioni si danneggiano maggiormentemare e coste? Campania, Sicilia, Calabria e Puglia hanno il tristeprimato, che l’associazione collega alla “presenza mafiosa”. Ma-glia nera alla Campania con 3.110 illeciti (il 16,8 % del totale,con 6,6 reati per chilometro di costa); la Sicilia ne ha 3.021 (il16,4% del totale). In pratica, sommando le percentuali, si ottieneche Campania e Sicilia da sole fanno registrare un terzo dei reatiitaliani. Sempre alla Campania va inoltre il primo posto ancheper il cemento illegale, con il 20% dei reati accertati a causa deldiffuso abusivismo legato a case, stabilimenti sul demanio ma-rittimo o lungo la costa. La nostra regione è invece accompagnatada Calabria, Puglia, Sicilia e Lazio nei cattivi risultati relativi al-l’inquinamento delle acque: tutte queste insieme arrivano al 57,7% degli illeciti del Belpaese. Un tesoro, quello del Sud, ancorastupendo e perciò troppo spesso violato; un tesoro da proteggerea tutti i costi.

Mare Monstrum 2016: il dossier di Legambiente

Il Mediterraneo non può affogare nella plastica

Antonio Palumbo

A partire dalla valorizzazioneestetica della flora autoctona edall’invenzione di un “paesag-gio tropicale”, le creazioni diRoberto Burle Marx sotten-dono la messa in questione delrapporto tra spazio e tempo,che è all’origine di una logicaformale fondata su una geo-metria fluida e su un’attentatopologia del progetto di pae-saggio. La mostra “BurleMarx: Brazilian Modernist”,organizzata dal Jewish Mu-seum di New York in collabo-razione con il Sítio RobertoBurle Marx a Rio de Janeiro,ha meglio evidenziato le capa-cità di uno degli architetti delpaesaggio più influenti del XXsecolo, conosciuto soprattuttoper le iconiche pavimentazioniideate per il lungomare di Co-pacabana e per i suoi giardinidai disegni astratti e geome-trici. Burle Marx è stato pit-tore e scultore, disegnatore ditessuti, gioielli, scenografieteatrali, costumi, ceramista epittore di vetrate; era un ap-passionato collezionista d’arte,un baritono di talento, uncuoco dotato e un botanico au-todidatta visionario ed ecologi-sta: per lui tutti questi aspettiavevano il medesimo valore,ma ad ognuna di queste coseegli anteponeva la sua profes-sione di architetto paesaggi-sta. L’artista abbracciò ilModernismo dei primi anniTrenta, proprio quando il mo-vimento stava prendendopiede in Brasile. Ha rivoluzio-

nato l’architettura del paesag-gio attraverso l’astrazione el’adozione di grandi spazi colo-rati, realizzati impiegandospecie vegetali locali, abolendola simmetria e rifiutando i mo-delli e le specie importatedall’Europa. Figlio di padreebreo tedesco e madre catto-lica brasiliana, Burle Marxidealizzava il ruolo dell’archi-tetto del paesaggio: lo vedevacome una figura che ha il com-

pito di risanare la frattura traumanità e natura. La suaforza unica e irripetibile è rap-presentata dalla sapiente sin-tesi progettuale tra natura,arte e architettura, attuata at-traverso un controllo estremosui volumi, i colori, le ombre,le luci e, soprattutto, sui mu-tamenti nel tempo delle piantee dei loro accostamenti.Ispirata dalle teorie di GregoriWarchavchik, il quale avevaintuito l’importanza dell’uti-lizzo della flora tropicale ac-canto alle nuove formedell’architettura, una delle suecreazioni più note è quella perla Casa Schwartz, progettatainsieme a Lucio Costa (autoredel piano urbanistico di Brasi-lia) ed allo stesso Warchav-chik. In questo progetto,infatti, l’intervento di BurleMarx si contraddistingue perun azzardo stilistico. Nellospazio circostante l’edificio instile Bauhaus, egli allestisceun giardino caratterizzato dagruppi di cactus, creando unaprovocazione basata sulla pre-senza di piante americane:l’impatto sorprendente è menoviolento di quello di un pro-getto similare, Praḉa Euclidesda Cunha a Recife, dove lepiante americane, invece, si

appropriano del ruolo di prota-goniste.Un altro dei progetti più esem-plificativi delle capacità edell’armonia tipiche del lavorodi Burle Marx - come ha sotto-lineato Franco Panzini - è laResidenza Edmundo Cavanel-las, abitazione posta al centrodi una valle tappezzata da unadensissima foresta. È qui,negli spazi verdi che circon-dano la casa, che la sperimen-

tazione si scinde in due ap-procci progettuali distinti, iquali si riversano in due speci-fiche parti del giardino. Ilprimo è imperniato su lineecurve che sembrano pennel-late, con contrasti cromaticiimportanti. Il secondo spazio,invece, conquista lo sguardodell’osservatore con il suoaspetto modulare e con la suascacchiera erbacea, fatta di di-verse gradazioni di colori.

L’architettura del paesaggio secondo Roberto Burle Marx

Fabio Cuoco

La ricerca Censis-Rbm Assicu-razione Salute, presentata alsesto “Welfare Day” a Roma,ha messo in evidenza comenegli ultimi anni sia aumen-tata sensibilmente la spesa sa-nitaria privata. In altre parole,gli italiani che ne hanno le pos-sibilità, preferiscono affidarsi acure private piuttosto che aquelle pubbliche.Si calcola che, secondo le fontidel Censis, nel 2015 la spesasanitaria privata sia salita a34,5 miliardi di euro, facendoregistrare un aumento reale dioltre tre punti percentuali ri-spetto al 2013, rappresentandopraticamente il doppio dellaspesa totale per consumi.Conseguenza di tale trend è larinuncia a curarsi, da parte diuna grossa fetta di popola-zione, che il Censis stima aggi-rarsi intorno agli 11 milioni,ben due in più rispetto al 2012.Di questa quota di popola-zione, oltre un quarto è costi-tuito da persone anziane che,con il passare del tempo,hanno sempre più bisogno dicure.Sono, inoltre, aumentati sensi-bilmente anche i ticket pagatidagli italiani: ben oltre il 45%dei cittadini, infatti, ha testi-moniato di aver pagato tariffenel pubblico simili a quellepraticate nel settore privato.Una serie di dati, insomma, adir poco scoraggianti e non giu-stificabili, neppure da quantodichiarato dal Ministro dellaSanità, Beatrice Lorenzin, se-condo cui il sistema sanitarionazionale deve fare i conti conla profonda crisi economica chele famiglie stanno vivendo, ag-giungendo che l’indagine delCensis conferma la necessitàdi difendere l’aumento previstodel fondo sanitario per il bien-nio 2017-2018.A parità di tariffe, dunque, gliitaliani preferiscono affidarsi astrutture private, per le quali,tra l’altro, non sono previstelunghe liste d’attesa, caratteri-stica negativa principale delnostro sistema sanitario pub-blico.I problemi della sanità pub-blica, in realtà, non sono sol-tanto di carattere economico odi tempistiche: il Report an-nuale di RBM – Salute sullostato della Sanità Integrativa

in Italia, infatti, ha eviden-ziato come ci sia anche un evi-dente problema di qualità deiservizi. Il 45,1% degli italianiintervistati, infatti, ravvisa unnetto peggioramento dellaqualità del servizio sanitariodella propria regione, per il41,4% è rimasto sostanzial-mente inalterata, mentre sol-tanto il 13,5% ne segnala deimiglioramenti.Si tratta, in sostanza, di unasituazione molto controversa:preferire la spesa privata a

quella pubblica, comporta au-tomaticamente la necessità,per il sistema sanitario nazio-nale, di aumentare i costi delleprestazioni, che continuano co-stantemente a diminuire.D’altra parte, risultano pocoesaustive le giustificazioni, daparte delle istituzioni, che con-sistono sostanzialmente nelnascondersi dietro ad una crisieconomica, divenuta oramaiparafulmini per qualsiasi pro-blematica che necessità di unagiustificazione.

La spesa sanitaria è troppo privata

Consigliati dai medici, maspesso bistrattati dai nostri pa-lati, ortaggi e verdure sonostati oggetto del progetto inter-nazionale di ricerca VeggiEat,finanziato dall’Unione Europeacon la partecipazione di Bon-duelle, dell’Università di Fi-renze, Bournemouth, Cope-naghen e del centro di ricercadell’Institut Paul Bocuse. Inparticolare gli studiosi hannoanalizzato il differente con-sumo a seconda dell’età e delPaese di provenienza. Lo stu-dio è stato condotto in Italia,Francia, Regno Unito e Dani-marca su un campione di 500adolescenti e 500 anziani a cuii ricercatori hanno sottoposto

undici tra i vegetali più diffusinel mercato europeo. È risul-tato che tra gli adolescenti, aprescindere dal Paese di prove-nienza, siano familiari e graditicarote, pomodori e insalataverde, contrariamente a broc-coli e cavolfiori. Spiega ErminioMonteleone, professore all’Uni-versità di Firenze: “Il gustodolce, il sapore delicato e un co-lore chiaro e brillante possonoessere annoverati fra le pro-prietà sensoriali che guidano ilgradimento espresso dagli ado-lescenti per il primo gruppo diprodotti. Inoltre la loro pre-senza come ingrediente carat-teristico di ricette moltopopolari e la frequente pre-

senza nei pasti sono ulteriorimotivi che ne spiegano il suc-cesso. Tra i vegetali con diffe-renze di gradimento a secondadei Paesi d’origine troviamo in-vece le zucchine (che non piac-ciono agli adolescenti inglesi,danesi e francesi, ma che sonoamate dai ragazzi italiani). Ungusto che riflette le tradizioniculinarie del Paese natio e cheè frutto dell’approccio con unortaggio sin da piccoli. Tra isoggetti più anziani si è riscon-trato invece un alto gradimentogenerale per i vegetali eccettoche per i broccoli e il mais dolce.Quest’ultimo, introdotto piùtardi negli anni sul mercato,paga lo scotto di una minor fa-

miliarità con la popolazione piùadulta. A questo proposito gliesperti hanno rilevato l’inci-denza del fattore “neofobia”, untratto che caratterizza i sog-getti restii a provare nuovi ali-menti e sapori e che è piùpresente nelle fasce di popola-zione più giovane che negli an-ziani. Dunque, la ricercamostra come sia fondamentaleincentrare la promozione nonsolo sui benefici per la salute,ma anche su una serie di azionivolte ad aumentare la familia-rità dei prodotti, ad esempiosviluppando prodotti che preve-dano un mix di sapori noti emeno familiari.

A.E.

Ortaggi e verdura: il consumo dipende dall’età

Sebbene sia una palese contraddizione rispetto all’opinionediffusa tra i medici ed i geriatri, sembrerebbe non vi sia re-almente un legame tra alti livelli di colesterolo cosiddetto“cattivo” e i disturbi cardiovascolari, in particolare per quantoconcerne soggetti che hanno superato i sessant’anni di età.È questo il risultato di una ricerca portata avanti da ungruppo di esperti internazionali, i quali, dopo una lunga cer-nita, hanno riportato i risultati sul BMJ (British MedicalJournal), passando in rassegna 19 diversi studi sull’argo-mento, condotti su circa 68 mila persone.Secondo quantoemerso, il 92% degli anziani con livelli di LDL alti, ha vissutoa lungo o comunque più a lungo di chi faceva riscontrare, in-vece, livelli bassi dello stesso valore. Soltanto nel restante8%, invece, non è stata riscontrata ancora alcuna associa-zione. Ma come è possibile che tale funzione protettiva si ve-rifichi soltanto per gli over 60 e non per tutti coloro chesoffrono di colesterolo alto? Secondo i ricercatori, ciò è dovutoad alcuni fattori, come ad esempio il sovrappeso, che negliadulti può risultare un fattore di rischio, mentre svolge uneffetto protettivo sulle persone anziane. Ma non è tutto: daquanto è emerso dagli studi, il colesterolo in eccesso ha unafunzione protettiva anche contro il cancro. Tra le ricercheprese in esame, infatti, ben due sono state condotte su uncampione complessivo di 140 mila persone, le quali sono statemonitorate rispettivamente per dieci e trent’anni, ed hannofatto rilevare livelli più bassi di cancro in chi aveva il coleste-rolo più alto e una minore mortalità negli individui con unastoria familiare di alti livelli di LDL. Insomma, sebbene possasembrare una contraddizione, il colesterolo “cattivo” avrebbeun effetto protettivo straordinario, specialmente nei soggettianziani, tra i quali risulta essere una delle malattie più dif-fuse. Fa.Cu.

Uno studio “scagiona”il colesterolo alto

Oltre dieci milioni di italiani devono rinunciare all’assistenza

Progetto di ricerca internazionale sugli stili alimentari

Nessun pericolo per il cuore

Gennaro De CrescenzoSalvatore Lanza

Amico e coetaneo del Cortesefu Giambattista Basile alquale (per quanto mi risulta)nessuno ha mai intitolato unastrada o una scuola. Nacque aGiugliano presso Napoli nel1575 e vi fu sepolto nel 1632.Soldato al servizio di Venezia,cortigiano a Pesaro e a Man-tova, tornò a Napoli nel 1614e fu nominato governatore divarie terre in provincia. Colnome anagrammatico di GianAlesio Abbattutis pubblicò le“nove egroche dialogate” LeMuse Napolitane nel 1635. Ilsuo capolavoro, Lo cunto de licunte, trattenimiento de lipeccerille, successivamentepubblicato col nome di Penta-merone, fu dato alle stampedopo la sua morte (1634) gra-zie soprattutto al lavoro dellasorella Adriana che raccolse eordinò le tante carte del poeta.Si tratta di 50 novelle divisein 5 giornate seguendo un mo-dello boccaccesco; esse ripren-dono favole e racconti popolaricon una lingua che è il trionfodel barocco, del gioco, della vi-vacità e della musicalità: al-l’originalità dei contenuti(ripresi e spesso copiati da au-tori anche stranieri come lostesso Perrault) si accompa-gna l’uso di un napoletano cheunisce il parlato popolare aduna lingua alta e profonda-mente letteraria (anche inconsiderazione dei destinatarialti e letterati dell’opera inquestione). Nel Seicento eranomolto in voga le “macchine dafesta” soprattutto nella no-stra città e il Cunto è una verae propria “macchina verbale”con la sua straordinaria ric-chezza di metafore, figure re-toriche, proverbi, invenzioni,con le numerosissime “micro-favole del sole e della luna”,con la quantità di animali,persone, piante e oggetti ma-gici riportati; una vera e pro-pria miniera preziosa perricostruire la storia e la cul-tura del tempo (si pensi soloalle indicazioni geografiche oalla citazione frequentissimadi balli, canzoni o giochi). Cipiace pensare, in fondo, chequel palazzo reale tutto illu-minato da fiaccole che fece dasfondo alle vicende di Cene-rentola e ha fatto da sfondo atutta la nostra infanzia, era

proprio (più o meno) il nostropalazzo reale. Sono di questianni anche molti altri autoritra i quali possiamo solo citareGiacomo Fenice e la sua rac-colta (Lo struppio de la mon-tagna de Somma) (1632) oFrancesco Bernaudo autoreanche di una traduzione “inrima napoletana” del quartolibro dell’Eneide (1640), Ga-briele Fasano e il suo Lo TassoNapoletano, zoè la Gierosa-lemme libberata votata a llen-gua nosta (1689) o lo stessoPompeo Sarnelli, pugliese dinascita, che scrisse in latino,in italiano e in napoletano e fuautore della Posillecheata(1684), descrizione di unpranzo a Posillipo con il rac-conto di cinque novelle e al-trettante canzoni e fuochi amare finali, sotto il falso nomedi Masillo Reppone de Gnano-poli (da Polignano, suo paesenatale); o, proiettandosi versoil secolo successivo, FrancescoOliva (Cicco Viola), autore diuna traduzione napoletanadell’Aminta, di una Gramma-tica e dell’Assedio de Parnaso(1720 circa), viaggio comiconel regno della poesia (l’au-tore, che si descrisse come“curto, sicco e macchiato”, eraforse un sacerdote, vissutoprobabilmente tra il 1669 e il1727). A questi testi andreb-bero aggiunti quelli (cartelli,

manifesti, poesie, canzoni,cronache, diari ecc.) relativialla rivoluzione di Masaniello(mai adeguatamente studiati)e le tante opere teatrali checontinuarono e affermarono lastoria del nostro teatro popo-lare e colto. Si aprì successiva-mente con questi riferimentiun dibattito sulla lingua napo-letana tra i sostenitori delletesi di autori come Galiani(che sosteneva la priorità diun napoletano illustre parlatodalle classi alte e colte) o LuigiSerio, autore di Lo vernacchio,risposta a lo Dialetto Napole-

tano del Galiani, e sostenitoredi un napoletano solo popo-lare, vero e autonomo propriodel popolo basso, dei “lazzari”(Serio morì paradossalmenteproprio combattendo contro i“lazzari” che difendevano lacittà dalle elites franco-repub-blicane nel 1799). In relazioneal dibattito sulla lingua ri-sulta interessante per diversiaspetti il testo pubblicato daPartenio Tosco, “AccademicoLunatico”, nel 1662: L’eccel-lenza della lingua napoletanacon la maggioranza alla to-scana, non esemplare magari

dal punto di vista scientificoma di certo per l’amore pro-fondo, sincero e quasi teneroverso la cultura napoletana ela sua stessa lingua (se Napoliavesse avuto difensori orgo-gliosi come Partenio Tosco incampo linguistico e in altricampi avrebbe avuto una sto-ria sicuramente diversa e mi-gliore di quella che vive oggi).Il napoletano viene definitosuperiore per “proprietà, dol-cezza, varietà, amorevolezza esoccentezza del favellare”.La dolcezza, “primo capo dellaperfezione della lingua napo-letana”, deriverebbe dalla pre-senza di molte vocali rispettoa quella riscontrabile nel to-scano e nei dialetti del Nord(“A lo tramontare de lo sole”confrontato con “Al tramontardel sole o del sol”); la proprietàdi linguaggio viene esemplifi-cata da parole come mostacci(da muso) più appropriatadella toscana basette o stipo(da conservo) confrontata conarmadio (da armario per con-servare armi); la varietà conuna lunga serie di proverbi di-visi anche per settori (politica,medicina ecc.) e di frasi: ilbecco-disonorato toscano cor-risponderebbe ai nostri “cur-nuto, becco d’India, poteca adoie porte, mancia mancia, pi-gnato chino, fronte de cazau-turo...”. (Quinta parte)

Il Rinascimento artistico e letterarioIl napoletano viene definito superiore per “proprietà, dolcezza, varietà, amorevolezza e soccentezza del favellare”

Antonio Stabile

I suoi mille anni di storia hannoconsegnato alla città di Aversaun patrimonio artistico digrande interesse, tanto è che ilcentro storico è uno dei piùgrandi dell’Italia meridionale.Le maggiori opere artistiche earchitettoniche presenti in cittàsono complessi religiosi; per talemotivo Aversa è nota come lacittà delle cento chiese. La piùimportante è la Cattedrale di S.Paolo dell’omonima Diocesi, lacui costruzione fu iniziata dalprincipe normanno Riccardo nel1053 e terminata dal figlio Gior-dano nel 1090. Del suo aspettooriginale rimane il magnificoDeambulatorio romanico e lamaestosa cupola ottagonale,una delle più grandi al mondoed unica nel suo genere; in stilearabo normanno, ornata da 128colonnine marmoree sormon-tate da un lanternino con croce.Al suo interno è visitabile ilmuseo diocesano che contieneargenti sacri del 600’ e 700’ diimportanti botteghe napoletane,tra cui quella dei Guarriniello,diversi documenti di epoca nor-manna, capolavori di pittori fa-mosi (Francesco Solimena,Angiolillo Arcuccio, Paolo DeMajo e Cornelis Smet) e la“Stele vichinga normanna Si-gurd e il drago” (XI sec.) una trale poche rare sculture preroma-niche esistenti nel Sud Italia. Lafacciata attuale risale al 1715 edè opera dell’architetto Carlo Bu-

ratti, mentre l’altare maggiore èdi Luigi Vanvitelli. La catte-drale è dominata dal poderosocampanile, ricostruito nel 1493,decorato da colonne e marmi dispoglio provenienti dall’anticaAtella. Altre chiese da visitaresono l’antico cenobio benedet-tino di S. Lorenzo, risalente alsec. X, con il suo superbo portalescolpito in marmo che adornal’ingresso della chiesa del sec.XII ed il famoso chiostro rinasci-mentale. La chiesa di S. Mariaa Piazza, eretta intorno all’annomille, che custodisce affreschi eframmenti di scuola giottesca èsituata nella piazza omonimaaccanto al maestoso CastelloAragonese (1470), uno dei trecastelli esistenti in città. Il Convento e la Chiesa Monu-mentale di S. Francesco delleMonache fondata tra il 1230 ed

il 1235 di forma romano goticafurono rifatti nel 1645 con orna-menti in marmo intarsiato poli-cromi e splendidi altari. Lachiesa custodisce opere digrande pregio: S. Francesco inGloria di Jusepe de Ribera(detto lo Spagnoletto) e l’Adora-zione dei Pastori di Pietro daCortona. Nel convento invece visono affreschi medioevali, chedecorano l’ala romanica delchiostro; ed il pregevole il di-pinto della “Madonna Lactans”di possibile attribuzione a Guidoda Siena. Il Complesso dell’An-nunziata (sec. XVI) trasformatonel 1857 in Ospedale Civile èunito, attraverso un possentearco, alla torre campanaria rea-lizzata nel 1712. tale congiun-zione ha dato vita a PortaNapoli, divenuta il simbolo dellacittà. Altri monumenti da visi-

tare sono il sedile di S. Luigi del1195 unico dei quattro esistentiin città ed uno dei dodici rimastiin Italia; il Seminario Vescovile,che conserva i resti del PalazzoCastello di Rainulfo Drengotcon lo splendido Scaloned’Onore e il gruppo marmoreo“La Madonna col Bambino” DiTino Camaino; il monumentocollocato nella piazza antistantela stazione ferroviaria dedicatoal musicista di Aversa Dome-nico Cimarosa, quello in VillaComunale dedicato a Pietro Ro-sano deputato ed il monumentoai caduti di tutte le guerre,opere dello scultore calabreseFrancesco Jerace, situato inPiazza Municipio e definito lapiù bella tra tutte le opere delsuo genere in Italia. Ricordiamol’antica porta d’ingresso delborgo dei pescatori di epoca me-

dievale, Porta S. Giovanni (sec.XI), i numerosi palazzi nobiliaridel centro storico, come palazzoOrineti con il suo bellissimo sa-lone affrescato con “La fucina diVulcano” e palazzo Golia conl’ampio cortile interno sul cuisfondo campeggia la leggiadrastatua della Campania Felix. Da visitare è anche il ParcoPozzi, uno dei tre polmoni verdidi Aversa che si estende su unarea di circa 22.000 metri di ter-reno con una varietà di alberi diogni specie, ricco di viali e areeattrezzate per varie disciplinesportive. Lo stesso parco fu con-segnato alla città nel 1990 in oc-casione del pellegrinaggio diPapa Giovanni Paolo II allacittà di Aversa, prima di alloraera stato campo militare e suc-cessivamente Campo per acco-glienza dei profughi di guerra.

Rosa Funaro

La nave scuola Amerigo Ve-spucci è a Napoli, in occasionedelle due manifestazioni "Na-ples Shipping Week 2016" e"Vele d'Epoca Napoli 2016", chesegnano la tappa campana deltour italiano organizzato perl'85° anniversario dal varo dellostorico veliero. “Leggete le dateincise sulla targa in bronzo"suggerisce il capitano di va-scello Curzio Pacifici, al co-mando della nave dal 2013, dinuovo in mare dopo due anni dilavori. La nave, infatti, è statacompletamente rinnovata al-l'Arsenale di La Spezia, comespiega il comandante: "Ab-

biamo fatto grandi lavori nelsettore dell'alimentazione elet-trica, in coperta, alle alberature,un restyling completo. Il velierofu iniziato nei cantieri di Castel-lammare di Stabia nel maggio1930 e inaugurata il 22 febbraio

1931. A giugno già partì per laprima campagna. Un'impresaeccezionale, che meraviglia an-cora oggi e ci rende orgogliosi: ilVespucci è un'eccellenza del-l'Italia nel mondo". L’imbarca-zione, che è tutt'oggi è in

servizio per l'addestramentodegli allievi ufficiali dell'Accade-mia di Livorno, è lunga 101metri, larga 15,5, con un pe-scaggio di 7,3 metri e un dislo-camento di circa 4000tonnellate. A bordo ci sono 400militari, tra loro 63 allievi dellaseconda classe della scuola na-vale militare Francesco Moro-sini e 74 frequentatori del21esimo corso Volontari inferma prefissata. Tra il perso-nale civile anche un ricercatoredel Cnr, responsabile della stru-mentazione installata a bordo,utile a rilevare le ricadute sul-l'ambiente marino. "La Marinaè molto attenta alla tutela delmare - aggiunge l'ufficiale - e

come Vespucci sosteniamoun'attività di misurazione delparticolato atmosferico". Tra leattività previste per la tappanapoletana, infatti, anche unappuntamento in collabora-zione con l'Istituto Nazionale diOttica del Cnr di Firenze, perl'accensione (il 30 giugno), delprimo faro della rete nazionaleitaliana a sorgenti luminose abasso consumo ed elevato ren-dimento. Per salire sulla sto-rica imbarcazione e visitarla,basta recarsi alla stazione ma-rittima in determinati orari: il30 giugno dalle 10.30 alle 12 eil 1 luglio (10.30-12; 14.30-18.30e 20-21.30). (Foto di RonaldW~commonswiki)

Le antiche radici normanne di Aversa

La Nave Scuola Amerigo Vespucci è “ancorata” a Napoli!

La città delle cento chiese, un sorprendente patrimonio storico-culturale da conoscere e valorizzare

Fino al due luglio sarà possibile visitare l’imbarcazione

Tina Pollice

Il primato delle ghost cities ètutto firmato Made-in-China.Con un piano governativo co-minciato agli albori del XXI se-colo il gigante dell’imitazioneha fatto sorgere innumerevolicittà rimaste però deserte. Apochi chilometri da Shanghai,aThianducheng, è nata nel2009 una finta Parigi che, pia-nificata con tanto di giardinipubblici e edifici in stile, ospitaanche una Torre Eiffel in mi-niatura, alta un terzo di quellaoriginale. Progettata per acco-gliere 100.000 abitanti, è abi-tata da 2.000 persone. Sembraripartita la speculazione sulmercato residenziale dellegrandi città cinesi, e il timore,non solo in Cina, è quello diun'altra bolla immobiliare. Lasoluzione? Porre un freno allecostruzioni.Tra le misure chealcune privinciehanno presoper salvarsi dalle speculazioni,c'è quella di costringere i co-struttori a depositare su unconto vincolato di garanzia i ri-cavi delle prevendite delle unitàimmobiliari. Lo scopo è quellodi evitare che i ricavi si rimet-tano in circolo creando nuoviprogetti edilizi. Il fondo, infatti,obbliga i costruttori a vendereal piú presto le abitazioni co-struite per riavere indietro la li-quidità depositata. Secondo la

China Index Academy, la Re-pubblica Popolare ha ormai 6,2miliardi di mq di immobili in-venduti. Se i tassi di venditanon variano ci vorranno almeno5 anni perché il costruito vengavenduto e generi guadagni dareinvestire. Il punto è che il67% degli immobili in vendita èin città di terza e quarta fasciadove sono in pochi ad abitare.Secondo l’Orient Capital Rese-arch si tratterebbe di un valore

pari al 17% del Pil. Siamo difronte a una pericolosa frenatadel mastodontico progetto di ur-banizzazione cinese. Per laCina questo è un passaggio im-portante. Nel 2011 la popola-zione urbana cinese hasuperato quella rurale. E l’at-tuale leadership ha pianificatoche il 60% della popolazionevivrà in città entro 2020. Sonoalmeno altri 150 milioni di per-sone. Significa più consumatori

e meno contadini, più terziarioe meno produzione. È l’ambi-zioso obiettivo di una transi-zione economica sempre piùnecessaria e difficile: uno ster-minato mercato interno chepossa guidare i consumi mon-diali. E già stanno costruendole case per i futuri consumatori.Un dato noto, ma che sconvolge:nel biennio 2011-2012 la Cinaha prodotto più cemento diquanto abbiano fatto gli Stati

Uniti in tutto il XX secolo.L'edilizia è stata una delle solu-zioni preferite dai governi localiper fronteggiare il debito. Per leterre lontane dai centri nevral-gici della nazione significa potermuovere denaro e occupazione.Si sono costruiti soprattuttocomplessi residenziali e di lussoche aumentano notevolmente ilvalore del lotto di terra origina-rio. Il risultato sono le innume-revoli “città fantasma”, conglo-merati urbani di recente costru-zione nati in attesa della massadi popolazione che si dovrebbetrasferire in città. Molte di que-ste realtà non si sono mai riem-pite, e più passa il tempo emeno probabilità hanno di es-serlo. Costruzioni tirate su infretta e spesso con materialiscadenti che non hanno alcunapossibilità di durare nel tempo.Soprattutto se sfitte. Nellanuova area metropolitana diLanzhou c'è di tutto, da gratta-cieli a gigantesche strade, pas-sando per un aeroportointernazionale ed una replicadel Partenone e della GrandeSfinge di Giza. Lanzhou hatutto, eccetto persone. Questonuovo e gigantesco progetto ur-banistico cinese di 806 km2, av-viato nel 2006, dovrebbe avereoltre un milione di residenti nel2030. Al momento vi sono100mila persone, delle quali40mila sono lavoratori chestanno partecipando ai lavori dicostruzione. Sono stati investiti14 miliardi di dollari, il costo fi-nale 50 milioni.

Le città fantasma nate in CinaCostruzioni tirate su in fretta e spesso con materiali scadenti che non hanno alcuna possibilità di durare nel tempo

Tianducheng, a 200 km da Shanghai, “la piccola Parigi” cinese

Immobili invenduti Lanzhou, lavoratori

Autostrada Lanzhou Lanzhou, riproduzioni del Partenone e della Grande Sfinge di Giza

Cristina Abbrunzo

La scorsa estate 300 tra ma-kers, progettisti, designer, in-gegneri e geek hanno unito leforze per cinque settimane,nella cornice di un castello inFrancia, hanno dato vita aPOC21, un campo dedicato allatransizione energetica low-cost, quella che si può fare dalbasso, con poco e niente, che di-pende solo da noi e non dai no-stri governi. Non a casol'acronimo del campo, POC21,POC come “Proof of concept”,prova di fattibilità di un'idea,era la lettura inversa dellascorsa conferenza mondiale sulclima tenutasi a dicembre, ilCOP21: si trattava di dimo-strare che al di là delle confe-renze mondiali che finora sonostate solo capaci di approdarea delicati equilibri e a ratificareil mancato raggiungimentodegli obiettivi fissati nella con-ferenza precedente, la transi-zione energetica è demandataprincipalmente a noi, è possi-bile e alla portata di tutti, e sifonda sulla condivisione dellaconoscenza, sulla libera circola-zione delle idee, sull'OpenSource e sulla libera creazione.L’obiettivo della vacanza deigeni è quello di uccidere la cul-

tura distruttiva, consumista emiope che abbiamo creato pergettare le basi di un futuro so-stenibile, collaborativo e rinno-vabile. Nel camp 2015 sonostate progettate e realizzatedodici eco innovazioni opensource che spaziano dal fotovol-taico allo urban farming, esplo-rando tutti i temi più attuali

dello sviluppo eco compatibile.Sono nate, ad esempio, la tur-bina eolica da fare in casa contrenta dollari, il concentratoresolare da realizzare seguendoun tutorial, il generatore dienergia compatto e fotovoltaicoper portare l’energia in zonenon collegate alla rete di distri-buzione.

A cavallo tra i temi della mobi-lità sostenibile e l’energia c’èVelo M2 il dispositivo da bici-cletta che carica una batteriacon l’energia prodotta dalla pe-dalata. Per quanto riguardal’agricoltura invece gli inven-tori hanno lavorato sul trattorea pedali Bicitractor e sullaserra di 24 metri quadrati ca-

pace di produrre la verdura peruna famiglia di quattro per-sone. Le eco innovazioni da uti-lizzare in casa invece sono lamacchina da cucina a 0 energiache riduce la mole dei rifiuti, ilfiltro antibatterico da inserirenelle bottigliette dal progettoopen source da realizzare conuna stampante 3D ed il bolli-tore Nautile che copiando itrucchi degli orsi polari e delbecco dei tucani ottiene ottimecaratteristiche isolanti. Tre giorni prima dell’inizio uf-ficiale della conferenza COP21,diretto dall’acclamato filmma-ker open source Sam Muirhead(regista), è stato inoltre proiet-tato in anteprima un documen-tario su POC21, in contem-poranea con Parigi e Berlino,un invito all’azione, mentre idiplomatici di tutto il mondoerano seduti una volta ancoraa parlare di cambiamento cli-matico per ottenere risultatiincerti. un film che racconta lastoria di un innovation camp di5 settimane dove ecohackersda tutto il mondo si sono riunitiper costruire gli strumenti dicui abbiamo bisogno per ilmondo di domani. Per chi volesse partecipare alleselezioni, il prossimo camp deigeek si terrà dal 15 agosto al 20settembre, quando il castelloverrà attrezzato di tutto il ne-cessario per progettare e realiz-zare le invenzioni che potreb-bero cambiare il nostro futuro.

(Foto da www.patreon.com)

Velo M2: l’innovazione è su due ruote

La bici è il mezzo di trasportoche meglio combina l’impattozero con l’efficienza. Pedalarefa bene alla salute, velocizzagli spostamenti in città e costapoco. Tutte le bici sono, inqualche modo, ‘innovative’ dalpunto di vista ambientale, so-prattutto se legate ai servizi dibike sharing: a loro è stata de-dicata buona parte deglieventi legati alla Settimanaeuropea della mobilità soste-nibile, tenutasi di recente. Maper quanto si possa essere af-fezionati alla city bike d’epoca,designer di tutto il mondo la-vorano su prototipi semprepiù tecnologici per un’espe-rienza da ciclismo futuristico.Ma essere elettriche e alimen-tate a pannelli solari nonbasta più, i nuovi modellihanno altre potenzialitàVélo M2 è una bici cargo

multi-modulare che, all’occor-renza, può trasportare prati-camente di tutto, persinoelettrodomestici e televisori.Ci sono mille modi di sfruttarele potenzialità di questa bicidalle mille risorse, ma gli idea-tori suggeriscono di farne unbanchetto mobile di graffe oun cinema ‘portatile’. E’ inol-tre dotata di un dispositivoche carica una batteria conl’energia prodotta dalla peda-lata. Il progetto è belga ed èstato selezionato tra i 12 vin-citori del Poc21, il concorso-in-cubatore francese nato in vistadella Conferenza sul clima diParigi per premiare le idee in-novative in materia ambien-tale. L’hanno studiata ildesigner Till Wolfer e il collet-tivo di creativi N55.

C.A.(Foto da popupcity.net)

POC21: l’innovation camp per un futuro greenAperte le iscrizioni alla prossima edizione in programma dal 15 agosto al 20 settembre 2016

Progetto vincitore del concorso POC21

DANNO AMBIENTALEIl danno diverso da quelloambientale che legittima glienti territoriali deve derivaredalla lesione di interessi lo-cali specifici e differenziati etale danno può essere anchedi natura non patrimonialeed essere riconosciuto anche afavore delle associazioni am-bientaliste, per il pregiudizioarrecato alla attività da essesvolta per la valorizzazione ela tutela dei territori. Cass.Sez. III n. 20150 del 16 mag-gio 2016 (Ud 11/02/2016)

ACQUAL'avviso per l'espletamentodelle analisi di laboratorio ri-guardanti le acque non deveessere necessariamente datonelle mani del titolare delloscarico, essendo sufficienteche lo stesso venga conse-gnato a dipendenti dell'im-pianto o comunque ad altrapersona operante nell'insedia-

mento e presente sul posto: daun lato, infatti, la deteriorabi-lità dei campioni impone diprocedere in tempi brevi edall'altro rientra nella capa-cità organizzativa del titolarepredisporre ogni accorgi-mento, affinché siffatte infor-mazioni gli siano comunicatein sua precaria assenza. Cas-sazione Pen., Sez. III,20/04/2016 n. 17419.

ACQUALa norma di cui all’art. 137 delD.Lgs. 152/2006, che prevedesanzioni per gli scarichi diacque reflue industriali inmancanza di autorizzazione,individua una tipica fattispeciedi pericolo correlata al mancatocontrollo preventivo esercitatodalla P.A. mediante il rilasciodel titolo abilitativo, con la con-seguenza che non rilevano eve-

nienze puramente fattualicome, nel caso di specie, il fattoche l’immissione nell’impiantodi scarico nelle acque reflue do-mestiche sarebbe avvenuta sol-tanto in caso di totaleriempimento della vasca. Cas-sazione Pen., Sez. III del29/01/2016, n. 3872.

ACQUAIn materia di tutela delle acquedall'inquinamento lo scarico dadepuratore non ha una propriadifferente caratteristica ri-spetto a quella dei reflui convo-gliati; ne deriva che gliimpianti che depurano scarichida pubblica fognatura, ove nonsiano prevalentemente formatida scarichi di acque reflue in-dustriali (con prova a caricodell'accusa) devono ritenersi anatura mista e i relativi refluivanno qualificati come scarichidi acque urbane e non si appli-cano le disposizioni penali del-l'art 137, comma 5, del D.Lgs.

152 del 2006. Cassazione Pen.,Sez. III del 19/01/2016 n. 1870

ACQUALe indicazioni sulle metodichedi prelievo e campionamentodel refluo contenute nell’Alle-gato 5 della Parte III del D.Lgs.152/2006, nello specificare chela metodica normale è quelladel campionamento medio, nonstabiliscono un criterio legale divalutazione della prova, inquanto è consentito all'organodi controllo procedere con uncampionamento diverso, ancheistantaneo, qualora ciò sia giu-stificato da particolari esigenze(in considerazione delle carat-teristiche del ciclo produttivo,del tipo di scarico – continuo,discontinuo, istantaneo -, deltipo di accertamento) e purchési dia espressa giustificazionenel verbale di accertamentodella scelta operata. Cassa-zione Pen., Sez. III del27/11/2015 n. 47038. A.T.

Felicia De Capua

Il tema del danno da ritardonell’adozione del provvedi-mento amministrativo è statoaffrontato da ultimo dal Consi-glio di Stato, sez. V, con la sen-tenza n. 1239 del 25 marzo2016. La vicenda riguarda unasocietà che ha fatto istanza diampliamento di un impianto dismaltimento e recupero di ri-fiuti non pericolosi, che ha de-terminato la verifica diassoggettabilità a Valutazionedi Impatto Ambientale. Il pro-cedimento in questione si è con-cluso con un ritardo di 154giorni rispetto al termine indi-cato dall’art. 20 del Codicedell’Ambiente. La fattispecie in esame si con-figura quale tardiva adozionedi provvedimento favorevole: laVIA, ancorché il relativo proce-dimento si è concluso oltre i ter-mini di legge, è stata favorevoleall’interessato, e, conseguente-mente, l’autorizzazione all’am-pliamento è stata concessa. IlCollegio ha precisato che i ter-mini di cui all’art. 20 del D.lgs.n. 152/2006 sono da ritenersiordinatori, non perentori, inquanto l’inosservanza non com-porta alcuna causa inficiante lavalidità della procedura conconseguente illegittimità dei re-lativi atti, né implica alcuna de-

cadenza per l’Amministrazionedal potere di provvedere, ben-ché tardivamente. Secondo i principi consolidatinella giurisprudenza ammini-strativa la fattispecie del dannoda ritardo è riconducibile aquella di cui all’art. 2043 c.c.,con conseguente richiamo alprincipio dell’onere della provain capo al danneggiato, circa lasussistenza di tutti i presuppo-sti oggettivi e soggettivi dell’il-

lecito. Riguardo la prova del-l’elemento soggettivo, la giuri-sprudenza sostiene, inoltre, cheessa non possa derivare dalmero superamento del terminedi conclusione del procedi-mento, dovendosi dimostrareche il difettoso funzionamentodell’apparato pubblico sia ri-conducibile ad un comporta-mento gravemente negligente oad una intenzionale volontà dinuocere, in palese contrasto con

i canoni di imparzialità e buonandamento dell’azione ammini-strativa, ovvero ad un colpevoleatteggiamento dilatorio (Cons.St., sez. IV, 12 novembre 2015,n. 5143). Invero la sentenza inesame ha ritenuto provata lacolpa dell’amministrazionecon una sorta di inversionedell’onere della prova, inquanto essa non ha giustificato,né in sede procedimentale négiudiziale, le ragioni dell’inos-

servanza dei termini procedi-mentali. Quanto alla selezionedei danni risarcibili, la sen-tenza ha fatto riferimento almancato guadagno dell’im-prenditore, dimostrato in viapresuntiva con riferimento alladifferenza tra l’utile risultantedal bilancio del 2012 e quelloderivante dal trattamento dellamaggiore quantità di rifiuti, se-condo la richiesta autorizza-zione.

Viaggio nelle leggi ambientali

Il danno da ritardo della Pubblica AmministrazioneIl caso del procedimento di Valutazione di Impatto Ambientale

Sognare nuovi orizzonti per il futuroIo sto dalla parte della cicala, che il più bel canto non vende, regala.

Vi prego, almeno que-st’estate, godete della letturadi un libro... di carta. Vi pro-pongo questa leccornia. Laparola più gettonata da anniè: crisi, ovvero trasforma-zione. Stiamo vivendo unasvolta epocale, simile aquella che oltre diecimilaanni fa ci rese società rurale,noi che eravamo sempliciraccoglitori e cacciatori. Il si-

stema è al collasso ed al-lora ben venga latrasformazione, una vera ri-voluzione che ci farà vederela vita da un altro punto divista e di vedere il domanicon positività. Con gli occhidella cicala, è la provocazioneche ci propone Fausto Gu-smeroli in: “Io sto con la ci-cala. Perché la formica èturbo capitalista”. E sefosse lei ad avere ragione, in-vece della formica di Esopo?Nella favola, la formica è ac-cumulo, crescita a tutti icosti, competizione, fretta...Egoismo. La cicala è utopia.Quest'ultima e vista comeemblema dell'egoismo e avi-

dità e fautrice di una praticadi rapina dell'ambiente. Lacicala viene valorizzata per isuoi valori più immateriali eprofondamente umani. Co-nosciamo tutti la favola dellaformica e della cicala. Siamocresciuti imparando a lodarela laboriosa e virtuosa for-mica e a condannare la pigrae stolta cicala. Ma siamo si-curi che sia questa la moralevalida per noi oggi? Siamoproprio sicuri che sia la for-mica il buon esempio da se-guire? L’autore, riprende lafavola di Esopo e le sue dueprotagoniste, approfondendoil modello di rilettura propo-sto da Gianni Rodari. Lariattualizza così nel contesto,in cui agiamo, di una societàdella crescita illimitata enella quale il tempo è oro.Dietro alla prudenza e allalaboriosità della formica, Gu-smeroli fotografa dunque latendenza all’accumulo sfre-nato di beni e risorse, la com-petizione e l’individualismo,lo sfruttamento dell’am-biente. Tutti tratti tipici dell’

homo consumens descrittoda Bauman sostenitore di unmodello di sviluppo insoste-nibile. La cicala diventa in-vece modello di unorientamento diverso, dovec’è spazio anche per l’utopiae per un approccio più soste-nibile nei confronti della so-cietà, del pianeta e dellostesso senso del vivere: unrapporto meno competitivo eviolento nei confronti dellanatura e dei propri simili, unmaggiore distacco dai benimateriali, “uno schema esi-stenziale orientato all’esseree non solo al fare”, comescrive Gusmeroli.

MS KALASHNIKOV. Un libro sulle donne, non vit-time ma combattenti, chehanno scelto un percorso di re-sistenza e non hanno smesso divivere e di sognare. Una narra-zione serrata, che concedemolto poco alla fiction e che re-spira con il reale, con l’espe-rienza vissuta, toccata, per-cepita. Ms Kalashnikov è il rac-conto tutto in presa diretta diuna giovane fotografa di guerrache esce dalla comfort zone delquotidiano e porta il suo corposul campo, in diversi angoli delpianeta, per ascoltare e darci lapossibilità di ascoltare le voci dialtre donne. Da Capo Verde alconfine tra Libano e Siria, allaRepubblica democratica delCongo, il viaggio di F. finisce inun continente depredato primadal colonialismo e ora dalla glo-balizzazione, nelle zone deva-

state dalla violenza della lottacivile o della guerriglia, nei luo-ghi del mondo che sfruttiamoogni giorno mentre viviamo lenostre comodità mai in discus-sione.F. vuole vedere e scoprirecon i suoi occhi un mondo altro,senza più tutti i filtri di una cul-tura dominante. Lo fa accom-pagnando in mare i pescatoricapoverdiani che non hannopiù niente a pescare; lo fa im-provvisando passi di batuquecon le raccoglitrici di sabbia del-l’isola costrette, per sopravvi-vere, a devastare le spiaggeormai ridotte a ciottoli; lo fa in-contrando le combattenti con-golesi del gruppo ribelle MaiMai Shetani.Storie toccanti, didonne che amano, sognano,ballano, si truccano, e al tempostesso si ribellano, lottano, uc-cidono.(a cura di Andrea Tafuro)

Il 19 maggio di ogni anno, inGrecia e nelle comunità gre-che sparse in tutto il mondo,si celebra la Giornata dellamemoria del genocidio deigreci del Ponto. All’inizio delsecolo scorso, circa settecen-tomila greci vivevano sullesponde del Mar Nero. Di fedecristiano-ortodossa, avevanosalvaguardato la loro identitàetnica, culturale e religiosa,pur facendo parte dell’Imperoottomano, in una situazionedi convivenza pacifica. Con loscoppio della Prima guerramondiale, tutto cambiò.Prima il genocidio degli ar-meni (1915), quindi la perse-cuzione dei greci e degliassiri. La politica attuata trail 1916 e il 1923 nei confrontidei greci del Ponto portò amassacri, deportazioni,marce forzate in pieno in-verno, arruolamento degliuomini in battaglioni di la-voro. Dei settecentomila abi-

tanti originari,circa la metàtrovò la morte, mentre i so-pravvissuti fuggirono in Gre-cia. Maria Tatsos ci raccontala storia di una di loro: EratòEspielidis (1896-1989), natasulle sponde del Mar Nero aKotyora, l’odierna Ordu, edella sua famiglia. Dall’infan-zia felice nella sua casa sulmare all’angoscia di giovanesposa cui è portato via il ma-rito e di madre che lotta perla sopravvivenza del suobambino di due anni. Dallalettura di questa pagina diStoria vedremo le tragedie ele persecuzioni di oggi.

“L’attenzione che dobbiamo aipartiti non ci consente di igno-rare più a lungo un’altra ironiadella situazione: la vittoriadella democrazia, in questaforma, pone ardui problemi dilegittimità rappresentativaalla nuova classe di governo.”Peter Mair . Le competizionielettorali sono in declino, imaggiori partiti registrano uncalo di iscritti e di partecipa-zione, e anche coloro che ri-mangono fedeli militanti sonofiaccati nel loro entusiasmo.

Peter Mair, uno dei più grandiscienziati politici del nostrotempo, prematuramentescomparso a 60 anni nel 2011,pesa l’impatto di questi cam-biamenti che hanno portato glielettori, dopo un secolo di aspi-razione e di pratica democra-tica, a disertare l’arenapolitica. Mair esamina lo svi-luppo parallelo allarmante cheha visto le élite politiche euro-pee chiudersi sempre più su sestesse, in circoli autoreferen-ziali che le hanno portate a ri-modellarsi come classeprofessionale omogenea e adarroccarsi all’interno delle isti-tuzioni statali, come un riparoin grado di offrire relativa sta-bilità in un mondo popolato daelettori volubili. Nel frat-tempo, guadagnano potere leagenzie e le pratiche non de-mocratiche che vanno prolife-rando, non ultima tra loro lastessa Unione europea, un’or-ganizzazione che contribuisce

alla depoliticizzazione degliStati membri e il cui famige-rato “deficit democratico” ri-flette le intenzioni deliberatedei suoi fondatori. Questo testooffre una valutazione autore-vole e agghiacciante delle pro-spettive della rappresentanzapolitica popolare di oggi, nonsolo nelle varie democrazied’Europa, ma in tutto il mondosviluppato. Mair scrive:“Quando incominciai a occu-parmi del concetto di non-so-vranità, lo associavosoprattutto dall’indifferenza:verso la politica e, di fatto,verso la democrazia. Questoera uno dei fattori più trascu-rati nella letteratura sulla fi-ducia e sulla sfiducia politicadella fine degli anni No-vanta”…”In altre parole, enfa-tizzare l’importanza dellademocrazia diventa un obiet-tivo politico nel momento incui essa corre il rischio di es-sere altrimenti irrilevante.”

Governare il vuoto. La fine della democrazia dei partiti.

La ragazza del Mar Nero. La tragedia dei greci del Ponto

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Domenica 26 giugno 2016 - Visita della famiglia Reale Borbone Due Sicilie a Nola e a BacoliIl Principe Carlo di Borbone delle Due Sicilie Duca di Castro in visita con sua moglie la Principessa Camilla di Borbone, le sue figlie

Maria Carolina Duchessa di Calabria e Principessa Ereditaria, Maria Chiara Duchessa di Capri e sua sorella Beatrice di Borbone.