ATTI DEL WORKSHOP CAPRAIA 27-28 MAGGIO 2017 I Workshop...e aiuto - per uno sviluppo maggiormente...
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CON IL PATROCINIO DI
COMUNE DI CAPRAIA, PARCO NAZIONALE ARCIPELAGO TOSCANO,ACCADEMIA DEI GEORGOFILI, COORDINAMENTO FREE
ATTI DEL WORKSHOP
CAPRAIA 27-28 MAGGIO 2017
comune
di cAprAiA isolA
CON IL PATROCINIO DIUN'IDEA PROMOSSA DA
AccAdemiA
dei GeorGofili
ITABIAItalian Biomass Association
CNR IIA
INTRODUZIONE AI LAVORI: Presentazione del Progetto
Focus ENERGIA
Focus RIFIUTI
DIBATTITO ex Ante
DIBATTITO ex Post
Focus AGRICOLTURA
DIBATTITO ex Ante
DIBATTITO ex Post
Speciale Usi civici
Focus ACQUA
DIBATTITO ex Ante
DIBATTITO ex Post
Focus PESCA
DIBATTITO ex Ante
DIBATTITO ex Post
Focus ECOPORTO
DIBATTITO ex Ante
DIBATTITO ex Post
FOCUS ECOPORTO: Speciale Liburna
DIBATTITO ex Ante
DIBATTITO ex Post
Focus EFFICIENZA degli EDIFICI
DIBATTITO ex Ante
DIBATTITO ex Post
Focus MOBILITÀ SOSTENIBILE
DIBATTITO ex Ante
DIBATTITO ex Post
Altre tematiche emerse durante il dibattito
Possibili finanziamenti
Futuro di Capraia Smart Island
Ringraziamenti
Gli esperti che hanno aderito al progetto
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SOMMARIOATTI DEL WORKSHOP AVVENUTO A BORDO DEL TRAGHETTO STENIO MONTOMOLI27/28 maggio 2017
SI RINGRAZIALA SOCIETÀ DI NAVIGAZIONE TOREMARper la disponibilità a costruire un ponte
verso la sostenibilità dell’isola.
GRAFICA E IMPAGINAZIONE:GIORGIA MONNI
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INTRODUZIONE AI LAVORI: Presentazione del Progetto
SOFIA MANNELLI. Chimica Verde Bionet – Coordinatrice di Capraia Smart Island
Come prima cosa voglio ringraziare tutti i presenti per la partecipa-
zione a questo evento d’avvio del Progetto Capraia Smart Island. Es-
sere così tanti e motivati è un primo segnale positivo che mi riempie
di soddisfazione e fiducia per il lavoro da fare.
Dalle relazioni che CHIMICA VERDE BIONET (CVB) porta avanti da an-
ni con altre Associazioni e istituti di ricerca è nato un gruppo di lavoro
molto attivo a cui prendono parte: Matteo Monni (Vice Presidente di
ITABIA Italian Biomass Association), Francesco Ferrante (Vicepresidente del Kyoto Club);
Francesco Petracchini (CNR IIA che coordina il progetto Smart Island italiano per il Ministero
della Ricerca) e tutta Chimica Verde Bionet, l’Associazione che sono onorata di presiedere.
Insieme abbiamo pensato ad una Capraia diversa dove si possa ampliare il concetto “smart”
andando oltre al ciclo dei rifiuti, all’energia rinnovabile, alla mobilità sostenibile e all’effi-
cienza sugli edifici. Tali aspetti sono tutti necessari, ma non sufficienti! Vogliamo lavorare e
rendere maggiormente sostenibile l’uso delle risorse ragionando anche su acqua, agricoltu-
ra, pesca, porto da trasformare in “ecoporto”. Recentemente alcuni ricercatori dell’ENEA,
rappresentata qui, da Vito Pignatelli, hanno mostrato interesse a lavorare su altri focus come
il turismo sostenibile e le certificazioni sulla qualità del turismo o su l’ambiente.
Capraia Smart island vuole essere un modello pilota di economia circolare, un progetto Faro
per il Mar Mediterraneo. Operando su un’sola, ci piace fare riferimento al Faro come simbolo
immediato di una meta da raggiungere, di una prospettiva. I progetti “faro” per l’Unione Eu-
ropea sono progetti che danno luce a più territori quindi sono progetti di grande respiro,
progetti importanti.
Capraia, dal 2014, è l’unica isola del Mediterraneo che produce energia elettrica al 100% da
fonte rinnovabile. A partire da questo dato e puntando al potenziamento del concetto di
smart Island, il Gruppo di lavoro ha chiamato a raccolta i più grandi esperti nazionali per cia-
scuno dei tanti settori che abbiamo deciso di analizzare.
Le smart islands già esistono! Ci sono alcune isole europee 100% rinnovabili che si trovano
nel mare del nord e però, su scala globale, sono ancora pochissime le isole che hanno rag-
giunto questo risultato.
La piena rinnovabilità energetica di Capraia è data da una centrale a biodiesel, non certo il mas-
simo della sostenibilità, ma comunque una base di partenza per mettere a punto un modello pi-
lota di economia circolare. Abbiamo in mente un sistema economico capace di rigenerarsi da
solo, dove i rifiuti diventino materia da valorizzare ed utilizzare, dove l’approvvigionamento ener-
getico si discosti dal fossile verso fonti rinnovabili ed efficienza, dove il risparmio e la qualità
delle materie prime rientrino nelle strategie politiche di sviluppo. Ancora oggi l’Europa dipende
fortemente dall’importazione di risorse con cui si alimentano cicli produttivi poco efficienti e ir-
razionali. Chimica Verde, Associazione oggi ampiamente qui rappresentata (presidente, vicepre-
sidente, direttore, presidente del comitato scientifico, soci fondatori) lavora da anni sulla decar-
bonizzazione dell’economia puntando alla sostituzione delle fonti fossili con altre rinnovabili per
la produzione ad esempio bioplastiche, bioedilizia, biolubrificanti, bioenergia.
Il processo di decarbonizzazione richiede, oltre all’impiego di risorse naturali, anche un cor-
retto uso del suolo e delle buone pratiche agricole. Tra noi abbiamo la fortuna di avere dei
grandi esperti in materia che ci potranno illustrare come si possano realizzare dei prodotti
riuscendo ad immagazzinare carbonio nel terreno sottraendolo all’atmosfera per un bilancio
ambientale “carbon negative”.
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https://www.legambiente.it/sites/default/files/docs/isolerinnovabili_2016_legambiente.pdf
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cipata. Mai prima d’ora si era riunito a Capraia un così qualificato gruppo di scienziati e pro-
fessionisti. Spiegheremo alla popolazione che cosa vorremmo costruire - con il loro consenso
e aiuto - per uno sviluppo maggiormente sostenibile dell’isola.
Questo è un esempio di costruzione di un progetto “botton up”, che nasce dal basso, dal con-
fronto tra la popolazione e gli esperti interpellati che hanno accettato la sfida!
FOCUS ENERGIA: Attuale Situazione Energia elettrica di Capraia
La centrale elettrica alimentata a biodiesel
Dal 2014 il fabbisogno di energia elettrica di Capraia è interamente soddisfatto da una centrale
ENEL della potenza complessiva di 2.000 kW, costituita da 4 generatori alimentati con solo
biodiesel. Per collegare la centrale alla rete di distribuzione dell’isola è stata realizzata, secondo
i migliori standard ambientali (in resina e senza olio minerale), una nuova stazione elettrica
dotata di 4 trasformatori da 800 kVA ciascuno. Inoltre il fabbricato della Centrale, lo stesso che
ospitava un precedente impianto, è stato rinnovato ed ampliato con miglioramenti architetto-
nici per ridurre l’impatto visivo ed abbattere ulteriormente le emissioni acustiche.
La realizzazione impiantistica ha richiesto anni di sviluppo e progettazione ed ha comportato
investimenti di circa 2,5 milioni di euro. Già all'inizio del percorso, nel 2008, il progetto è
stato insignito del Premio "Toscana ecoefficiente".
Oggi la centrale è in grado di fornire elettricità in bassa tensione alle 467 utenze dei residenti
dell'isola con punte estive fino a 3.000 presenze. L’esercizio dell’impianto è affidato a Enel
Distribuzione che ha collaborato alla messa a punto della gestione dei motori.
Tutti i contatori delle abitazioni sono contatori elettronici. Il numero totale di Clienti, che sull’isola
usufruiscono dello Smart Meter (contatore elettronico), è di 650; si tratta ovviamente di contatori
attivi, senza tener conto delle forniture cessate. Sull’isola complessivamente vi sono 7 km di linee
elettriche di media tensione, 22 km di bassa tensione e 7 cabine di trasformazione.
Fotovoltaico
Un progetto autorizzato prevedeva la realizzazione di un impianto fotovoltaico “a terra” della
potenza di picco di 85,68 kW, da ubicarsi sull’isola in località San Rocco. Tale impianto rien-
trava nel programma “isola verde” attivato con il protocollo di intesa Enel - Comune di Capraia
Isola - Ministero dell'Ambiente, sottoscritto nel luglio del 2007, di cui è stata siglata la con-
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Parlando di economia circolare ci
piace assegnare un ruolo centrale
all’agricoltura. Oltre al cibo siamo
interessati anche alla produzione di
materiali grezzi ai quali seguono fasi
di trasformazione, distribuzione e
consumo, recupero del post consu-
mo e dove la parte residuale può
tornare ai campi come digestato
(nel caso del biogas) o compost.
A Capraia l’agricoltura sta ripar-
tendo dopo anni di crescente decli-
no ed è giusto che ciò avvenga con
criteri di sostenibilità adeguati al
contesto. Per esempio i concimi da impiegare potranno essere quelli ottenuti in ambito locale
dal compostaggio delle matrici organiche residuali o FORSU con vantaggi non solo ambientali
ma anche economici derivati dai risparmi dei continui viaggi per trasportare carta, umido
e ramaglie in continente.
In conclusione l’obiettivo ambizioso è un incrementare le produzioni quantitative e qualitative del
territorio e nello stesso tempo, potenziare l’energia rinnovabile, stoccarla, efficientare i sistemi
energetici, la mobilità, le abitazioni, le strutture turistiche, i servizi turistici, migliorare la gestione
di tutte le risorse (dall’acqua ai rifiuti), promuovere l’agricoltura e la pesca locale il tutto con una
crescente sostenibilità del sistema. D’altra parte non siamo soli su questo percorso.
Il 5 Maggio 2017, a distanza di 2 anni dalle prime bozze uscite sull’argomento, il Ministero dello
Sviluppo economico ha pubblicato il decreto isole minori che promuove l’energia rinnovabile sot-
toforma di calore ed elettricità in quelle realtà non interconnesse e dotate di una centrale propria.
Tale decreto costituisce un importante banco di prova per attivare le prime iniziative su Capraia.
L’idea è di costruire un teatro delle idee che sfoci nell’applicazione di tecnologie innovative repli-
cabili in altre realtà. L’isola ha dei confini ben definiti su cui quindi è più facile andare a lavorare.
Per avviare il lavoro sono stati pensati 3 momenti principali. Un brainstorming iniziale e uno
conclusivo entrambi in nave durante i viaggi di andata e ritorno tra Livorno e Capraia. Altro
evento è il Convegno pubblico rivolto alla popolazione capraiese per presentare il progetto
fin dalla sua origine. Il gdl ha ritenuto necessario seguire la logica della democrazia parte-
CAPRAIA SMART ISLAND
Fonte: http://www.uci.it/
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FOCUS RIFIUTI: Attuale Situazione Rifiuti Isola di Capraia
Nel Comune di Capraia Isola la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti viene svolta dalla so-
cietà R.E.A. Rosignano Energia Ambiente S.p.A con proprietà al 100 % di Retiambiente
S.p.A. Tale società (165 dipendenti) gestisce nell’insieme 13 Comuni con 94.000 abitanti
nel periodo invernale e 150.000 nel periodo estivo. Sull’isola di Capraia non è attiva la
raccolta porta a porta e la separazione dei rifiuti avviene attraverso l’utilizzo di 3 tipologia
di cassonetti differenziati. Quelli Verdi per i rifiuti solidi urbani (RSU) indifferenziati dove
viene raccolta anche la FORSU, i BIANCHI per carta e cartone e i Blu per multimateriale
(vetro, plastica e alluminio).
Per quanto riguarda pile esauste e farmaci scaduti è previsto il conferimento presso gli
stessi rivenditori di tali prodotti. Infine la materia organica derivante dalla manutenzione
del verde pubblico (ramaglie e sfalci) vie vengono raccolte in un grande piazzale comunale
in vicinanza dell’isola ecologica, diventando un problema per la pubblica amministrazione
che non sa come smaltirla. I rifiuti vengono, separatamente, compattati in un compatta-
tore situato presso l’isola ecologica di proprietà del comune in località San Rocco e poi
portati con la nave in continente dove vengono smaltiti.
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venzione nel settembre 2009, e ottenuto il Nulla Osta dal Ministero. L’Autorizzazione Unica
Regionale (15 maggio 2012) riguardava un'area di 6.900 m2 con una potenza totale di 80
kW. L’autorizzazione da parte della Soprintendenza di Pisa, arrivò troppo tardi e Enel Green
Power, a quanto ci è stato detto, rinunciò all’iniziativa anche perché la potenza installabile
era stata ridotta a circa 19 kW. Sempre all’interno dello stesso programma ENEL Green Power,
è stato realizzato, un impianto fotovoltaico per l’edificio del Comune di Capraia.
Eolico
Secondo un documento comunale (Piano Ambientale 2011) è difficilmente ipotizzabile lo
sfruttamento dell’energia eolica in quanto il territorio di Capraia Isola è compreso nell’elenco
delle aree in cui risulta inopportuna l’installazione delle turbine. Tale orientamento deriva
da un generico principio di tutela degli elevati valori naturalistici, che caratterizzano il ter-
ritorio, prescindendo da qualsiasi valutazione di tipo paesaggistico, storico-culturale. Per-
tanto i progetti degli impianti eolici, che ricadono in area critica (elencate nelle Tabelle 1 e 2
delle linee guida) per gli aspetti naturalistici (tab. 1) dovranno essere sottoposti ad una pro-
cedura di valutazione che presenta importanti vincoli posti a protezione dell’ambiente.
Solare Termico
Sempre secondo il protocollo di intesa tra Enel Green Power e Comune, dovevano essere di-
stribuiti tra gli abitanti 130 impianti solari termici. Ad oggi tale operazione non è ancora stata
realizzata.
POSSIBILI AZIONI-INNOVAZIONI:
1. ATTIVAZIONE DI UN PROGETTO PILOTA DEL DM del Mise 5 maggio 2017 per lo sviluppo
delle energie rinnovabili nelle 20 isole non interconnesse
2. Implementazione ed integrazione con altre FER: mareomotrice: correnti, conversione
del moto ondoso; caldaie e stufe a pellet, verifiche su eolico, verifica utilizzazione olio
esausto da cucina, cogenerazione da FORSU
3. SOLARE TERMICO e FV, linee guida con la Soprintendenza sul modello della Reg. Siciliana
4. Digestione anaerobica per produrre biogas da matrici residuali organiche (ENEA e CNR
hanno messo a punto modelli di DA modulari, da 200 a oltre 3000 persone)
5. Illuminazione Pubblica - Sostituzione luci a led – Lampioni intelligenti
6. Utilizzo di oli e grassi vegetali per la produzione di combustibile per illuminazione
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DESCRIZIONE TECNICA SUI DATI RELATIVI ALL’ANNO 2016, INFORMAZIONI SUL COMUNE Codice fiscale o partita IVA 80011940493 Indirizzo: 57032 Via Vittorio Emanuele, 26
NUMERO ABITANTI AL 31.12.2016 410
NUMERO DI UTENZE DOMESTICHE 591
NUMERO DI UTENZE NON DOMESTICHE 97
UNIONE/CONSORZIO E/O BACINO Nessuna appartenenza
PRESENZE TURISTICHE Si ha significativa presenza turistica nei mesi di maggio, giugno, luglio, agosto e settembreFino a 3.500 presenze in agosto
SOGGETTI CHE EFFETTUANO REA ROSIGNANO ENERGIA AMBIENTE RACCOLTA E TRASPORTO Gestore di Rosignano Marittimo (LI)
IMPIANTI CHE EFFETTUANO REA impianti - Trattamento meccanico SMALTIMENTO O RECUPERO di Rosignano Marittimo (LI)
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DIBATTITO EX ANTE:
27 maggio durante il Brainstorming a bordo della Nave Stelio Montomoli della Toremar
VITO PIGNATELLI. ITABIA/ENEA
Non si può parlare di energia separandola dagli altri elementi, que-
sto può essere pericoloso. Un approccio da evitare, perché può de-
terminare il successo o l’insuccesso di un’iniziativa, è la comparti-
mentazione. Se noi partiamo dall’idea che l’energia sia un qualcosa
di staccato da tutto il resto, sostanzialmente abbiamo la vecchia idea
di energia. Per vecchia idea di energia si intende quella prodotta e fornita, per cui c’è una
centrale alimentata in qualche modo (fonte fossile o fonte rinnovabile), questa distribuisce
l’elettricità in una rete e il resto del mondo che la circonda è un’utenza. Questo concetto che
l’energia è una produzione centralizzata, cioè distribuzione monodirezionale, è un concetto
che si adatta male all’idea di energia rinnovabile e malissimo all’idea di economia circolare.
Per valutare cosa siamo in grado di fare dobbiamo discutere su: quanta energia serve, quale
forma di energia serve e quanta energia possiamo ricavare da un insieme di fonti rinnovabili
che sono reperibili in loco. Un sistema di produzione e uso di energie rinnovabili funziona
tanto meglio quanto più integra diverse fonti e diversi soggetti produttori di energia; perché
ogni fonte di energia rinnovabile ha i suoi punti di forza e i suoi punti di debolezza. L’altro
elemento importante e che spesso sfugge a livello generale, è che quando si parla di energia,
si parla di elettricità e questo non è vero, se non in parte. In un paese come l’Italia, ma anche
in Europa, solo un quarto circa dei consumi finali è sotto forma di elettricità, perché un’infinità
di energia viene consumata sotto forma di energia termica, laddove serve per scaldarsi, men-
tre moltissima viene consumata sotto forma di energia per i trasporti. La particolare situa-
zione di Capraia è tale per cui questa diversificazione degli usi pesa tantissimo. In un concetto
di economia circolare, l’energia è un elemento, ma il fondamento dell’economia circolare è
che tutto quello che si produce si ricicla all’interno del sistema, per quanto possibile chiuso.
Una Smart Island, per quanto possibile deve tendere ad un sistema chiuso. Il che vuol dire
integrare con la produzione di energia e l’uso di energia anche i flussi di materia che si creano
sull’isola. La materia che si può riutilizzare nel miglior modo possibile per produrre energia
sono i rifiuti, attraverso una pianificazione e gestione corretta della loro raccolta, si può pro-
durre biogas che può essere destinato ad un uso elettrico e termico. Qualsiasi attività di que-
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Costi dei servizi
Il costo totale annuo dell'intera gestione dei rifiuti urbani ammonta a circa 190.000 euro.
Tale importo potrebbe ridursi notevolmente evitando il trasporto in continente di quelle
tipologie di rifiuti che potrebbero essere riutilizzate in vario modo sull’isola (es. energia
e compost). Manca totalmente il recupero delle erba e ramaglie sia da verde pubblico che
da privato.
POSSIBILI AZIONI-INNOVAZIONI:
1. Raccolta con cassonetti intelligenti
2. Tariffa puntuale
3. Differenziazione FORSU e utilizzo sull’isola del compostato/digestato per l’agricoltura
4. Possibile Digestione anaerobica e Compostaggio Digestato
5. Co-compostaggio fatto da FORSU con carta
6. Produzione Di BIOCHAR da ramaglie
7. Inserimento del biochar nel compost
8. Produzione ammendanti per agricoltura
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(6 mila abitanti in inverno che diventano 30 mila in estate), abbiamo progettato un piccolo
impianto digestione aerobica e anerobica che lavora con la FORSU e lo abbiamo installato at-
tualmente in un paese Cleto di 500 abitanti in Calabria. Abbiamo ottimizzato i processi: lavo-
riamo prima in digestione aerobica in un primo stadio, dopo aver estratto tutta la parte solida,
passiamo sulla parte liquida mentre la prima parte va in compostaggio. Riusciamo a ridurre
i costi e perdite; (a Lampedusa la FORSU viene pagata 160 euro a tonnellata, mentre nel paese
di Cleto in Calabria siamo su 120 euro). Secondo il business plan che abbiamo preparato, questi
impianti in 3-4 anni di attività, sarebbero ripagati dal solo risparmio. Un secondo problema
che abbiamo incontrato è l’accessibilità sociale di questi cambiamenti, infatti gli stessi cittadini
molto spesso non sono interessati a cambiare la situazione attuale per mancanza di fiducia
in operazioni che cambiano lo stato attuale delle cose.. Su Cleto, su questa sperimentazione
che stiamo facendo sulla digestione anaerobica ci ha portato a capire la difficoltà di avere una
FORSU di ottima qualità e siamo dovuti andare in giro casa per casa a spiegare alla popolazione
come fare bene la raccolta differenziata. Tutto questo per migliorare le prestazioni dell’im-
pianto e aumentarne l’efficienza.
DAVID CHIARAMONTI. Consorzio RE-Cord
Il Consorzio di ricerca Re-Cord dell’Università di Firenze ha lavorato a
lungo sul tema del biochar combinato al compost (COMBI). Si trova in-
fatti in letteratura che il compost mescolato al biochar proveniente dalla
carbonizzazione delle biomasse lignocellulosiche, migliora le proprie
caratteristiche (ancor più se i due elementi sono combinati già nella fase
stessa di compostaggio). Focalizzandosi poi in maniera molto precisa su terreni aridi, dove manca
capacità di ritenzione idrica, si possono ottenere i risultati migliori. L’area del Mediterraneo è,
come noto, in via di desertificazione, e molti terreni o sono già usciti o stanno uscendo dalla pro-
duzione attiva. Il ragionamento su cui stiamo lavorando a proposito del biochar combinato con
il compost, è un’azione Land Use Change positiva: in pratica cerchiamo di agire prima che quel
terreno vada perso, aumentando la sostanza organica nel suolo e la resistenza agli stress idrici.
Le politiche necessarie in realtà già esistono, quali la politica agricola comunitaria, la politica
sull’energia, la politica sullo stoccaggio del carbonio. A livello internazionale Parigi-Cop 21 ha in-
dicato chiaramente come non si debba mirare più a realizzazare progetti semplicemente carbon
neutral, ma carbon negative. Questo è ciò che avviene con i progetti sul biochar, che inoltre ge-
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sto genere richiede appunto non elettricità, ma calore. Bisogna quindi individuare il modo
di legare la produzione all’uso dell’energia, la chiusura dei cicli di materia prima in modo
che da lì esca quanta meno materia possibile come scarto o rifiuto, e questo legare insieme
gestione dei rifiuti e gestione del territorio, con particolare riferimento all’agricoltura, con-
siderando che per esempio, che il biogas produce un sottoprodotto un digestato che viene
utilizzato “in loco” dagli agricoltori è chiaramente una delle soluzioni che possono contribuire
a realizzare questo modello di energia rinnovabile con l’ambizione che questo sia un modello
metodologico e non solo un modello di soluzioni ideali per questo posto. L’abbinamento di-
gestione anaerobica e compostaggio presenta tutta una serie di vantaggi del prodotto finale
ed è sicuramente migliore del semplice spandimento del digestato sul terreno, anche perché
consente di utilizzare sostanzialmente gli scarti agricoli di due tipi: quelli biodegradabili e
quelli ad alto contenuto di lignina, che difficilmente sono digeribili. In questo caso specifico,
smistando e utilizzando i rifiuti organici, la parte digeribile va nella produzione di biogas, la
parte non digeribile serve per il compost di qualità e può essere quindi riutilizzata all’interno
del territorio.
FRANCESCO PETRACCHINI. CNR IIA
Con il nostro istituto il CNR-IIA (Consiglio Nazionale delle Ricerche, Isti-
tuto sull’Inquinamento Atmosferico) da qualche anno lavoriamo nelle
isole Minori italiane con il Progetto Smart island. Occasione dell'inizio
di queste attività, è stato un Bando del MIUR denominato Social Inno-
vation Cluster, che intendeva sviluppare progetti innovativi nei settori
chiave per lo sviluppo dei territori localizzati in Area obiettivo 1, come la Sicilia. Nel 2015 abbiamo
presentato insieme a “EXALTO srl “ (società di ingegneria di Palermo), un progetto di innovazione
tecnologica e di transizione energetica nelle isole minori del mediterraneo; come caso studio fu
scelta l’isola di Lampedusa. Da questo progetto, sono stati sviluppati diversi accordi di program-
ma con isole minori del mediterraneo come Capraia. Un grosso problema che abbiamo riscon-
trato a Lampedusa, ma anche sulle altre isole minori, è che molto spesso chi detiene la proprietà
dell’impianto di produzione di energia elettrica così come della rete, sono aziende private, e que-
ste società non hanno interesse a cambiare lo status quo, quindi in questi mesi abbiamo lavorato
con loro per far capire che la situazione sta cambiando e per spiegare l’importanza di investi-
menti sule energie rinnovabili. Abbiamo unito il tema rifiuti con il tema energia a Lampedusa,
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SOFIA MANNELLI. Chimica Verde Bionet – Coordinatrice di Capraia Smart Island
Il costo energetico per kWh di un’isola minore è spaventoso, ma il costo che gli isolani pagano è
il Prezzo Unico Nazionale, PUN, ovvero il prezzo di riferimento dell’energia elettrica rilevato sulla
borsa elettrica italiana, cioè quello che pagano tutti anche in continente, il costo energetico na-
zionale. Noi tutti parliamo della componente A3, riferibile alle rinnovabili, della bolletta elettrica,
esiste anche la componente UC4 che è la componente che spalma il maggior costo dell’energia
elettrica prodotta nelle isole minori su tutte le bollette elettriche italiane. Dal 1 gennaio 2018 verrà
riformata la struttura delle componenti tariffarie ma l’aliquota a sostegno del costo energetico
per le isole minori rimarrà. Un’altra problematica che riveste un ruolo strategico a Capraia è la
corretta integrazione tra energia e rifiuti. I rifiuti rappresentano una questione problematica per
la loro difficile gestione, da questo derivano gli alti costi per le amministrazioni e dunque per i cit-
tadini. Una soluzione valida al problema ritengo che vada cercata in una differenziazione dei rifiuti
spinta al massimo del potenziale. Sarebbe importante che Legambiente, grande esperta sui rifiuti,
ci aiutasse a studiare dei percorsi che vadano dalla comunicazione alla messa in atto di buone
pratiche come i cassonetti intelligenti, la tariffa puntuale, ecc. Tali aspetti costituiscono una realtà
oggettiva sulla quale hanno lavorato moltissimo e su quest’isola non sono conosciuti. Una tariffa
puntuale vuol dire una tariffa più bassa, vuol dire una raccolta differenziata ben fatta.
LAURA BRAMBILLA. Responsabile nazionale sui rifiuti – Legambiente
Mettere la tariffa puntuale come primo obiettivo per favorire la raccolta
differenziata, rappresenta esattamente quello che noi di Legambiente
da anni continuiamo a chiedere, ovvero l’applicazione del principio chi
inquina paga. Scegliere la tariffa puntuale, significa che chi sta attento
alla differenziazione viene riconosciuto virtuoso, pagando meno, men-
tre chi non lo fa pagherà di più. Questo consente di perseguire un altro importante risultato, la
qualità della raccolta differenziata. Per questo motivo nella nostra campagna nazionale di “Co-
muni Ricicloni” abbiamo cambiato il sistema premiante che da qualche anno tiene conto della
qualità della raccolta (è inutile raggiungere elevati risultati di differenziazione se poi la qualità
è pessima) . Questa è la nostra più grossa battaglia perché c’è un obiettivo di legge che è total-
mente disatteso e i comuni che non fanno raccolta differenziata proseguono imperterriti ag-
grappati sulla collettività che paghiamo tutti.
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nerano anche energia rinnovabile (calore ad alta temperature), disponibile per molteplici scopi.
Con questa tecnologia si riesce dunque a lavorare su terreni difficili con destini segnati, mante-
nerli produttivi, ridurre il consumo di acqua e sequestrare carbonio. Ho visto Capraia, la dimen-
sione non piccola, micro del sistema, fa pensare ad un progetto pilota, valorizzando quanto com-
postabile (eventualmente integrato con il digestato della Digestione Anaerobica) dove sperimen-
tare delle soluzioni, delle ricerche per poi estrapolarle nel Mediterraneo.
Davide Astiaso Garcia, Segretario generale del Coordinamento FREE. Sono il coordinatore di
un progetto europeo sulla penetrazione dell’energia rinnovabile nelle piccole isole del Me-
diterraneo chiamato PRISMI - Promoting RES Integration for Smart Mediterranean Islands
(https://prismi.interreg-med.eu/) finalizzato all’elaborazione di un toolkit che integra in una
serie di scenari un’analisi della disponibilità di energia prodotta da fonti rinnovabili in loco,
con uno studio delle reti e dei consumi esistenti in un’ottica di smart grid e di micro gene-
razione distribuita; il tutto considerando sia il termico che l’elettrico e la mobilità ove possi-
bile. Il progetto dura 18 mesi, e include 5 casi studi di 5 isole del mediterraneo. In Italia ab-
biamo coinvolto l’isola di Favignana e abbiamo dentro l’ANCIM.
CARLO DURANTE. eTa Blade
Le risorse sono qui infinite perché abbiamo tanta acqua, quella
sorgente e quella del mare, abbiamo tanto sole, tanto vento e tan-
to bio. I problemi sono due: il primo è che per rendere autonomo
questo sistema, il tema delle rinnovabili è sempre la programma-
bilità, perché sole e vento non sono programmabili, mentre il bio
è la tecnologia che più può aiutare. Il secondo problema è che questa isola ha 415 abi-
tanti, ma ne ha 3.000 di picco e siccome sappiamo che l’accumulo costa troppo, bisogna
ridimensionare questo sistema sul piccolo, cioè il massimo prelievo con il minimo delle
persone. Quindi devi avere un mix di risorse, e questo ha un costo e le devi dimensionare
su un numero di utenti o massimo consumo che avviene due/tre mesi all’anno. Quindi
è un sistema potenzialmente anti-economico, costi d’investimento elevato e chi paga gli
investimenti? Bisogna studiare un sistema di quanti sono gli impianti e quante diverse
tecnologie sfruttano per la conservazione dell’energia lo storage, è importante inoltre,
cercare di ripartire il costo tra la popolazione residente e il turista, ovvero: deve pagare
il turista.
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DIBATTITO EX POST:
28 maggio durante il Dibattito conclusivo a bordo della Nave Stelio Montomoli
della Toremar
PUBBLICO.
C’è una start up italiana che di recente ha presentato un prodotto innovativo sull’accumulo
stazionario quindi adatto per le fonti rinnovabili che funziona sul principio delle batterie
a flusso organico per cui non impiega prodotti chimici pericolosi per l’ambiente ma chironi
derivanti dal Rabarbaro quindi assolutamente innocui per l’ambiente, non pericolose, ad
alta efficienza. Questa Start Up italiana che ha acquisito un brevetto da parte dell’Univer-
sità di Harvard in America adesso lo presenterà entro fine anno questo prodotto in Italia
perché l’ha sviluppato in collaborazione con l’Università di Harvard e lo ha sviluppato in
Italia questo prodotto che si prepara ad immettere nel mercato quindi stiamo parlando di
prodotti che vanno da una taglia domestica, a livello domestico, a taglio industriale di Me-
gawatt quindi l’isola rappresenta il laboratorio ideale per questo quindi proprio il discorso
legato al decreto si sposa in maniera perfetta perché il decreto fa riferimento a fonti rin-
novabili e a sistemi di accumulo rivolta ai progetti pilota quindi finanziabili fino al 60%,
cumulabile all’80%.
CARLO DURANTE.
Non puoi fare soltanto l’eolico, non puoi fare soltanto il fotovoltaico. Sapete tutti che io faccio
l’eolico ma per me l’eolico non va fatto perché è bellissimo ma non serve a nulla a Capraia,
perché è troppo grande poi io faccio le pale per Enel quelle bellissime pensate da Renzo Pia-
no, quelle invisibili, che vanno benissimo per le valutazioni di impatto ambientale perché
hanno le misure giuste ecc….ma forzare il loro utilizzo in questo caso sarebbe un esercizio
di stile!!! Secondo me questa isola ha bisogno più di fotovoltaico, perché ha tanto spazio che
abbiamo già detto essere inutilizzato e lo fai in una valle lontana dove nessuno vede niente,
ci metti un po’ di biomassa da rifiuti da cui fai bioliquidi, con cui puoi fare un po’ di biogas e
hai risolto e poi pensi anche all’Accumulo!!
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LEONARDO MANNARI. Rosignano Energia Ambiente, REA, SpA
Noi rappresentiamo il gestore del servizio pubblico, ovvero chi fa la raccolta pubblica dei ri-
fiuti a Capraia. Quello che per noi è interessante sono le opportunità, perché quando ci si
approccia nei confronti di un’amministrazione pubblica per gestire il servizio per fare rac-
colta differenziata, quello che più ci interessa è fare un buon servizio da un punto di vista
ambientale, ma soprattutto un servizio che abbia meno impatto dal punto di vista economico,
meno noi raccogliamo rifiuti e meglio è, per cui le considerazioni sono sulla prima parte dove
si è parlato di rifiuti organici. Per noi una migliore gestione del rifiuto organico, separata dal
restante, può essere un’opportunità, quindi condividiamo l’idea, se fattibile, di realizzare pic-
coli impianti all’interno dell’isola in modo tale che non ci sia un flusso di ritorno dall’isola e,
in questo modo, si abbassa anche la tariffa. Sull’isola di Capraia c’è poca estensione, ma quel-
lo che potremmo andare a sviluppare è il compostaggio domestico.
IRENE IVOI. Architetto ambientale -esperta rifiuti
Visto che abbiamo a che fare con un sistema chiuso e che quindi
si può avvalere di mezzi per misurarne i flussi, inviterei a pensare
a qualcosa per ridurre a monte la quantità di rifiuti e pensare a
qualcosa su misura per quel contesto territoriale. Io mi occupo in
particolare di politica di prevenzione. Prima si parlava di 2 - 3 idee:
il discorso della FORSU, il fatto che a Capraia non ci sia la raccolta differenziata dell’or-
ganico e grossi problemi di trasporto. Lancio una provocazione, una gallina a famiglia,
dimezza la quantità del rifiuto organico prodotto, sembra strana ma un progetto di questo
tipo è stato già fatto in Francia ottenendo dei risultati straordinari, la gallina ogni famiglia
se la compra uno sponsor che può essere un allevamento e lo dimostra, siccome devi nu-
trirla è ovvio che la userai quindi è ovvio che produrrai meno rifiuto, automaticamente
scatta uno sconto della Tari.
Irene Ivoi - Sulla Toremar non fanno raccolta differenziata?
Sofia Mannelli - Si loro la fanno. Sono le imbarcazioni private a non farla.
CAPRAIA SMART ISLAND
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VITO PIGNATELLI .
Volevo soltanto fare un’osservazione direi metodologica: il problema è che noi dobbiamo
realizzare comunque una serie di interventi, non solo in campo energetico perché se uno
parte dal presupposto di fare di Capraia una Smart Island allora d’accordo sulla diversi-
ficazione delle fonti, ma non dimenticare che non devi risolvere soltanto il problema del-
l’energia, e tutti i discorsi che sono stati fatti prima, dalla qualità dell’acqua al ciclo dei
rifiuti, sono importantissimi, con una condizione che non é semplice perché noi abbiamo
questo problema della popolazione fluttuante e non è banale immaginare soluzioni che
possano servire allo stesso modo a coprire le esigenze di una popolazione che vada da
un minimo di 120 persone a un massimo di 3.500 o più.
Noi tutti abbiamo la nostra formazione professionale, la nostra esperienza e tantissime
ipotesi di soluzione, però una cosa dovrebbe essere chiara: se cominciamo ad avviare una
serie di iniziative dobbiamo farlo con tecnologie, impianti e sistemi iper collaudati. Perché
esiste una ragionevole probabilità che qualcosa vada storto.
La prima cosa che va storta qui noi Capraia Smart Island ce la scordiamo! Invece possiamo
fare un’altra cosa: il discorso dell’isola laboratorio ha un suo senso in seconda battuta:
guardate quanto siamo bravi, abbiamo messo questo, fatto quell’altro, Capraia si sta av-
viando ad essere una Smart Island…un elemento anche di prospettiva per il futuro è in
questo contesto positivo, ma introduciamone uno per volta, così da capire quali sono gli
effetti (se introduciamo troppe cose diverse per volta la matrice diventa complicata e noi
non ci capiamo più niente. Uno per volta introduciamo un elemento di innovazione, così
siamo un’isola smart e innovativa; però, io non so quali sono le soluzioni, ma ripeto ciò
che ho detto ieri, studiare molto bene la situazione, avere in mano i dati, decidere gli in-
terventi a seconda della priorità, ma per favore almeno i primi, visto che dai primi si de-
termina la reazione che ha la popolazione, i primi devono essere roba sicura al 100%,
commerciale, cioè la cosa nuova è mettere insieme gli elementi che di per sé non hanno
innovazione e non presentano alcun rischio, poi dopo si fa tutto il resto, comprese le azioni
con un elevato grado di innovazione – e qualche incertezza sui risultati - altrimenti ri-
schiamo che le nostre iniziative siamo rigettate perché ritenute estranee al contesto e
alle esigenze locali.
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KATIUSCIA EROE. Legambiente Nazionale, responsabile Energia
Vorrei aggiungere solo un altro elemento. Ragionavamo ieri sulla questione dei picchi. Noi
abbiamo dei consumi elettrici e nell’isola abbiamo prima dei consumi termici. Uno dei ragio-
namenti sul quale si può pensare di investire, secondo me, per poter provare a riequilibrare
le cose è tra i consumi estivi elettrici ed il consumo termico invernale.
Questo vuol dire che, in quei pochi mesi in cui hai Capraia nel basso
periodo di turismo trasformi l’elettrico in termico e quindi si ottiene
una riduzione dei consumi in quanto si soddisfa il consumo termico
con la parte elettrica, studiandola bene. Sono inoltre completamente
d’accordo che la vittoria di un territorio come quello di un’isola che
è perfetta per lo sviluppo di un sistema autosufficiente in autopro-
duzione è il mix delle fonti. Non ho mai visto neanche nelle isole 100% rinnovabili una vittoria
delle rinnovabili e di quelle tecnologie, fatta da un’unica tecnologia. È un sistema ad oggi
perdente. Qualsiasi cosa ti cambia anche in un’ottica di cambiamenti climatici, noi lo viviamo
anno per anno, il sistema dei venti, dell’insolazione ecc…cambiano!! Cambiano tante cose!
Quindi noi abbiamo bisogno di fare un ragionamento molto più ad ampio spettro rispetto ad
un’unica tecnologia che non sarà mai soddisfacente. Autoproduzione e mix delle fonti rin-
novabili secondo me è la strada giusta.
MARCO BENEDETTI. Greenevolution
Io non sono esperto di fotovoltaico però ho un mandato ed il man-
dato è di portare in Europa una tecnologia che sono le vernici foto-
voltaiche. La cosa più semplice che potrei fare è proporre un modello
una volta, perché a me interessa l’Italia più che l’Europa, che possa
attirare l’attenzione dei media e dire anche alle aziende, ti interessa
portare su un’isola anche prototipo anche un esempio di pannello ecc…creato chiaramente
per un uso civile, sperimentiamolo gratuitamente facendolo per un uso pubblico su un esem-
pio di un tot di metri quadri a vernice perché questo può essere una strategia di marketing
anche all’azienda. (Sofia Mannelli A Capraia abbiamo per esempio l’Ipogeo…non so com’è
scaldato ma potrebbe essere un’idea interessante e utile per la popolazione, dato che la sala
ipogea è l’unico luogo di aggregazione per i residenti).
CAPRAIA SMART ISLAND
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Per il turista va bene la tassa di soggiorno ma piantare o adottare un albero, diventa sensi-
bilizzazione, partecipazione e presa di coscienza del problema. Tale attività darebbe comun-
que una integrazione di reddito alla comunità agricola dell'isola.
DAVIDE ASTIASO GARCIA. FREE
Io volevo sottolineare le possibilità di collaborazioni e sinergie tra il
progetto PRIMI, che vi ho brevemente illustrato e di cui sono il Project
Coordinator, e quanto stiamo portando avanti qui insieme. PRISMI è
un progetto di ricerca e di cooperazione trasnfrontaliera nei paesi
del Mediterraneo finalizzato ad elaborare un toolkit e delle linee gui-
da proprio per cercare di risolvere quello che stiamo facendo noi ora. Il progetto è sulla so-
stenibilità e l’indipendenza energetica delle piccole isole del Mediterraneo, ma se poi se si
riesce insieme all’energia ad avere una ricaduta ambientale anche nel settore dei rifiuti, delle
acque o altro è ancor meglio. Il progetto è finalizzato quindi ad elaborare una metodologia
che possa essere applicabile a diverse municipalità delle piccole isole del mediterraneo cer-
cando poi che l’applicazione di questa metodologia aiuti le amministrazioni locali a trovare
il loro mix energetico ottimale, il loro optimum energetico nel contesto naturale, paesaggi-
stico e sociale della loro isola. In altre parole: che disponibilità di energia rinnovabili è pre-
sente in ogni isola, qual è il mio fabbisogno termico, elettrico, che situazione di mobilità ho,
quali sono i vincoli ambientali o paesaggistici che possono limitare le istallazioni, che super-
fici di tetti ho, per poi trovare quel mix famoso di cui si parlava e che io condivido in pieno.
Ho portato qualche leaflet del progetto e qualche dichiarazione di intenti poiché una delle
finalità del progetto è quella di creare un network tra gli stakeholders, i decision makers quin-
di i portatori di interesse e i decisori politici e le pubbliche amministrazioni locali , senza vin-
coli economici, senza vincoli di dover far qualcosa ma semplicemente dichiarando di essere
interessati alle risultanze progettuali per poi provare magari a fare qualcosa in più nei ter-
ritori di competenza. In conclusione vorrei che il progetto PRISMI rappresenti solo un tram-
polino di lancio per altre iniziative progettuali più grandi in cui collaborare tra noi e con altre
realtà internazionali, magari anche in una prossima call Interreg Med il cuibando di finan-
ziamento si divide in 3 tipologie di progetto: studying (più teorico), testing e capitalizing. Il
mio progetto è studying ed è il più piccolo in termini di tempo e di soldi (18 mesi per circa
700.000 euro finanziati a fondo perduto e al 100%).
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BIAGIO BERGESIO. Responsabile nazionale per l’Innovazione
per Legacoop Agroalimentare partecipa anche come LegaPesca
Condivido quello che ha detto Vito Pignatelli. È vero che bisognerà
verificare che funzioni tutto il meccanismo ma lancio un’idea: chiun-
que arriva qui, dato che ognuno di noi ha portato qualche tonnellata
di CO₂ attraverso la nave, attraverso tutto quello che abbiamo fat-
to…quindi con tutto quello che abbiamo fatto abbiamo prodotto tonnellate di energia. Si parla
di avere per ogni persona viva un ettaro di boschi (questo lo dicono i forestali!) A questo
punto chiunque venga qui, dovrebbe dare un contributo per piantare un’essenza, un albero,
una qualsiasi tipologia di pianta autoctona che funzioni con il territorio, che sia piantabile
sul territorio, per il turista va bene la tassa ma quella è la tassa, l’altro fa anche pubblicità,
immagine, fa crescere anche questa cosa. È un’idea, lo so che bisognerà verificare che fun-
zioni tutto il meccanismo. Inoltre per diversificare le fonti energetiche, oltre quello che è stato
detto: se l'impianto di produzione ENEL non è sufficiente si potrebbe integrare con un nuovo
generatore a bioolio da installare in porto in modo di fornire energia alle imbarcazioni senza
pesare sul sistema energetico dell'isola. Generatore che inquinerebbe sicuramente molto di
meno dei motori del traghetto. perché non valutare il solare termodinamico almeno per al-
cune attività produttive? ENEA ha omologato una serra prodotta da una ditta Toscana con
tetto solare termodinamico ad acqua surriscaldata (senza olio e quindi ecologica al 100%)
in grado di funzionare in trigenerazione sia combinata che singola (E.E. Caore, freddo a se-
conda delle esigenze aziendali. Tra l'altro la tipologia rientra nelle incentivazioni FER. Ancora,
per il fotovoltaico, viste le problematiche legate alle autorizzazioni paesaggistiche, si potreb-
be valutare l'opportunità di installare pannelli con il rivestimento in pellicola mimetica. Bi-
sogna anche ricordare che il costo dei pannelli è ormai al 15% di 6 anni fà. Esistono, infine,
pannelli a vela per l'illuminazione del porto.
Ritornando all’idea della piantumazione degli alberi, chiunque arrivi sull'Isola porta in dote
qualche tonnellata di CO₂ attraverso: l'uso della nave; il trasporto dal porto all'hotel; la gita
in barca a motore; le nostre azioni vitali quali cibo, respirazione, servizi, ecc.; consumo di
energia. Si ipotizza che per compensare le emissioni di ogni persona (6-7 T/anno) serve avere
a disposizione un ettaro di boschi (20-50 kg CO₂/anno per albero).
A questo punto proporrei che chiunque venga qui, acquisti presso un vivaio dell'isola, un al-
bero o una qualsiasi tipologia di pianta autoctona che si integri con il territorio.
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ne del Piano di massima ed assegnazione a categoria delle terre di proprietà collettiva, in attua-
zione del Decreto Dirigenziale n. 3648 del 13.08.2008. Dal 2012, in virtù del Piano di valorizzazione
degli usi civici, molti terrazzamenti dell’ex Colonia sono stati affidati in uso per esercitarvi attività
agricola attraverso domanda in comune per l’affidamento in utilizzazione. Adesso, dopo una pau-
sa di oltre 25 anni, 107 ettari sono stati affidati a giovani agricoltori, principalmente locali, che
stanno facendo ripartire un’agricoltura isolana per il fabbisogno locale.
POSSIBILI AZIONI-INNOVAZIONI:
1. Ripristino dei terrazzamenti e rimessa in produzione (Ettari? Colture vocate? Nuove colture?)
2. Ripristino e riattivazione dei vasconi e delle condotte per il recupero dell’acqua meteorica
da destinare all’irrigazione dei terrazzamenti.
3. Valutazione del livello di fertilità dei suoli agrari dell’isola e definizione degli eventuali interventi
agronomici atta a migliorare la qualità di terreni soprattutto nel caso di terreni abbandonati
da tempo. Valutazione delle potenzialità di carbon sink agricolo sulla realtà dell’isola.
4. Attivazione di tutte le forme possibili di agricoltura sostenibile legata al territorio con l’uso
di ridotti input e alla massima attenzione all’autoproduzione dei mezzi tecnici per la
gestione e la difesa delle colture, tra le altre utilizzo di compost da FORSU, produzione
ed utilizzo del digestato locale, utilizzo Biochar, uso di molecole bioattive, corroboranti,
sovesci e tecnologie da chimica verde , ammesse, se richiesto, anche in agricoltura
biologica ecc.).
5. Valutazione delle esperienze storiche e delle realtà presenti sul territorio come base di
partenza di nuove linee di sviluppo in settori emergenti del mercato quali la cosmesi o gli
integratori alimentari puntando sulla qualità delle produzioni.
In quest’ottica si può rilanciare l’uso di erbe officinali, l’allevamento di api, l’introduzione
in aridocoltura di colture di pieno campo per impiego nella chimica verde, ecc.
6. Seguire anche sotto il profilo agricolo lo specifico relativo al piano di valorizzazione
degli usi civici (demanio civico) che dovrebbe prevedere indicazioni conformi alle strategie
che emergeranno dall'evento del 27 e 28 maggio.
Nota: Sarà utile riprendere i risultati del Progetto PYRGI, “Strategia d’impresa in settori di nicchia
per l’economia agroindustriale del Mediterraneo”, e temnere presente “Le piante aromatiche e da
profumo dell’arcipelago toscano” a cura di: L. Pistelli, L. Angelini, M. Lucchesi; “Le piante coloranti
dell’arcipelago toscano” a cura di: L. Angelini, S. Tavarini, I. Lecchini, B. Pieve, L. Pistelli.
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FOCUS AGRICOLTURA: Inquadramento storico dell’agricoltura a Capraia
Da lungo tempo e fino a qualche decennio fa l’agricoltura e anche la pesca hanno giocato un
ruolo centrale nell’economia isolana, con produzioni abbondanti di olio, vino, frutta e ortaggi. Già
nel Cinquecento, la produzione agricola di Capraia era basata essenzialmente sulla coltivazione
della vite e la produzione di vino, che, secondo dati riferiti al 1504, era di 530 botti di vino (3.140
ettolitri). Il vino costituiva dunque una preziosa risorsa che veniva in gran parte trasferita sulla
terraferma, Genova e Maremma, per ottenere in cambio grano e orzo con cui soddisfare il fab-
bisogno locale. Nel 1873 il Comune ha ceduto al Ministero dell’interno 552 ettari per farvi realizzare
una Colonia Penale dove i reclusi scontavano le proprie pene attraverso il lavoro nei campi con
indubbie ricadute positive sul territorio. La fotografia dell’uso del suolo nel 1940 ci informa che
allora sui terrazzi dell’isola erano coltivati 22 ettari di vigna, 25 di colture erbacee, 4,5 ettari di
oliveto e 2 ettari di coltivazioni ortive. Con la chiusura della Colonia Penale Agricola, avvenuta nel
1986, si è verificato un fenomeno inesorabile di abbandono dei terreni al punto che l’attività agri-
cola nel 1991 risulta totalmente scomparsa Il dato che attesta in modo più significativo la flessione
in atto è quello relativo alla Superficie Agricola Utilizzata (SAU), che risulta drasticamente ridotta
in un solo decennio, passando dai 458 ettari nel 1982, a zero nel 1990 (rispettivamente dal 24%
allo 0% della superficie comunale totale), anche a causa della chiusura della colonia penale av-
venuta nel 1986. Nel 2008, dopo un iter giudiziario di oltre 20 anni, la Corte di Cassazione ha sta-
bilito la destinazione ad "usi civici" di un'area di ben 500 ettari, quella su cui insisteva la dismessa
Colonia Penale di cui il Demanio Statale rivendicava la proprietà. Per effetto della decisione as-
sunta dai giudici romani l'area sarà (al pari di altri 1.000 ettari dei quali si era già deciso la per-
tinenza) destinata ad uso civico, diviene di
proprietà dei singoli cittadini residenti a
Capraia, anche se la gestione del bene sarà
necessariamente esercitata dal Comune. Il
territorio del Comune di Capraia Isola è in-
teressato da una vasta area di Demanio ci-
vico (circa 1.744 ha), per cui è stato avviato
un percorso amministrativo di riordino vol-
to ad una pianificazione territoriale ade-
guata alle risorse disponibili ed al loro mi-
gliore uso. Questo ha portato alla redazio-
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LUCIANA ANGELINI. Dipartimento di Scienze Agrarie,
Alimentari e Agro-ambientali- Università di Pisa
Quello che vedo io in questa isola è un laboratorio per salvaguardare
la biodiversità naturale, con particolare riferimento alla flora parti-
colarmente ricca di endemismi e di specie officinali, ma anche una
possibilità straordinaria di promuovere una agricoltura biodiversi-
ficata, produttiva e resiliente basata sui principi dell’agroecologia. La protezione del suolo e
la preservazione della sua qualità come risorsa non rinnovabile, sono alla base di qualsiasi
processo produttivo agricolo, in particolare in un territorio così fragile e difficile, interessato
nel tempo dall’abbandono di quelle pratiche agricole tradizionali e di quegli interventi di mi-
glioramento fondiario (es mantenimento dei muretti a secco e dei terrazzamenti) così fon-
damentali per contrastare l’erosione, mantenere la fertilità del suolo, e custodirne la biodi-
versità. L’inversione di tendenza che si sta osservando oggi su quest’ isola, con il rinnovato
interesse verso un tipo di agricoltura sostenibile e biologica, la maggiore sensibilità nei con-
fronti della tutela del suolo e la protezione del paesaggio, il ripristino di sistemi alimentari
locali, sono tutti segnali incoraggianti da considerare con grande attenzione.
In quest’isola la gestione agricola è molto complessa, le pratiche agricole sono difficilmente
meccanizzabili, la disponibilità idrica naturale è insufficiente, la scelta di colture e/o di pro-
duzioni animali limitata dai forti vincoli ambientali e agronomici (molte aree sono svantag-
giate/marginali), economici e fondiari (a questo proposito si pensi al demanio collettivo di
uso civico che interessa gran parte del territorio). Tra gli interventi che ricordava Sofia Man-
nelli, la possibilità di migliorare la gestione idrica delle colture mediante opere di invaso e/o
di canalizzazione delle acque meteoriche è sicuramente importante, così come il migliora-
mento dei pascoli e della loro gestione, la valorizzazione di alcune s varietà locali e di specie
officinali presenti sull’isola, il miglioramento della sostenibilità e dell’efficienza dei sistemi
colturali già esistenti, attraverso la loro ottimizzazione in base ai principi dell’agroecologia
(ad es. mediante consociazioni, inerbimenti, uso di sovesci e ammendanti, pacciamatura,
scelta di varietà locali, utilizzo di compost e/o digestato, utilizzo di mezzi naturali di difesa
dai parassiti e dalle piante infestanti etc.) sono tutti aspetti parimenti importanti. Infine vorrei
ricordare che alla base di qualsiasi progettazione si possa ipotizzare, è fondamentale una vi-
sione d’insieme sui diversi Focus qui analizzati (la gestione dei residui non può prescindere
dalla gestione agricola, la gestione della risorsa suolo, acqua e energia coinvolge il settore
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DIBATTITO EX ANTE:
27 maggio durante il Brainstorming a bordo della Nave Stelio Montomoli della Toremar
SOFIA MANNELLI.
L’Agricoltura, ecco un grande tema che normalmente non viene considerato nelle Smart Islands.
Al gdl è sembrato necessario prendere in considerazione l’isola nel suo intero. L’agricoltura è
sempre stata, insieme alla pesca, determinante per la popolazione. L’isola a lungo è stata auto-
sufficiente. Chimica Verde Bionet ha la sua anima e la sua base nell’agricoltura e anche nei con-
cetti espressi già di economia circolare, resilienza e sviluppo integrato del sistema, abbiamo de-
ciso di invitare dei grandi esperti.
LUCA LAZZERI. Primo ricercatore CREA-CI – Presidente Comitato
Tecnico Scientifico, Chimica Verde Bionet
Un messaggio già importante è che l’agricoltura venga considerata
una delle sezioni più interessanti sulle quali lavorare, visto che non
è così scontato, ma in realtà il paradigma che si può anche pensare
è proprio quello di una sostenibilità diffusa sul territorio e che com-
prenda tutti i settori. È chiaro che con un obbiettivo così importante si debba prevedere di
ripartire dal sistema agricolo, non come immagine ma come struttura produttiva primaria
per ogni futuro sviluppo e soprattutto per un’isola . La realtà agricola di Capraia è complessa
e nello stesso tempo interessante per la storia centenaria di autosostentamento dell’isola
che può oggi ancora rivivere non solo con il turismo ma anche a partire dagli usi civici dei
terreni ex penitenziari per rilanciarsi per una nuova e giovane agricoltura pur in condizioni
climatiche prossime all’ aridocoltura ma per certi versi ottimali per produzioni di nicchia su
terreni privi di qualsiasi apporto di chimica, rilanciando con metodi naturali la loro fertilità
quell’agricoltura che esisteva e che ha supportato non solo dal punto di vista alimentare, per
centinaia di anni l’intera popolazione dell’isola.
È chiaro che le condizioni dell’intera agricoltura mondiale nel frattempo è stata stravolta e
areali che solo qualche anno fa non erano sostenibili economicamente oggi, proprio per la
loro diversità dall’agricoltura globalizzata, possono prevedere sviluppi commerciali nei pro-
dotti tipici biologici, nei prodotti conservati e freschi fortemente collegati al territorio , il vino,
l’olio , i formaggi, così come prodotti da chimica verde per la salute .
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di insito nel modello stesso. Questo ci permette di ragionare meglio su cosa vuol dire eco-
nomia circolare, perché Capraia consente di definire quello che entra e quello che esce da
questo pezzo di mondo. Nel sistema isola la logistica delle merci è importante: potremmo
adottare soluzioni innovative per una logistica modulare e frazionata che consenta di carat-
terizzare le merci, capendo bene e distinguendo quello che va sull’isola per restare e quello
che va per tornare indietro: cioè, ad esempio, la plastica va nell’isola e torna, mentre la bio-
plastica compostabile va ma poi potrebbe restare contribuendo a fertilizzare i suoli, quindi
(se producessimo compost sull’isola) l’impatto sarebbe così misurabile: un viaggio per gli
imballaggi di bioplastica, due per quelli in plastica; solo ciò che torna “paga” due volte il bi-
glietto. Pertanto considerare il trasporto obbligato delle merci via mare ci permetterebbe
di capire bene quello che si sviluppa all’interno dell’isola come economia circolare e quello
che esce dal sistema producendo impatti all’esterno. Le prospettive, da un punto di vista di
valutazione di modelli di economia circolare, sono estremamente interessanti perché avendo
i confini del sistema ben delimitati si potrebbero quantificare impatti e incrementi di circo-
larità del sistema.
Un secondo punto che vorrei sottolineare è l’importanza delle buone pratiche agricole. La
mineralizzazione spinta del terreno a seguito delle elevate temperature estive qui rischia di
lasciare un suolo nudo: abbiamo una perdita di sostanza organica notevole nei suoli che può
essere irreversibile. In agricoltura un suo aumento grazie al compost e con altre metodologie
può essere indispensabile; per gli stessi motivi anche l’inerbimento interfilare di olivo e vite
diventa fondamentale.
Terzo punto è quello di insegnare agli agricoltori e agli abitanti in genere che quello che han-
no sotto i loro piedi ha un valore e che potrebbe essere definito dal carbon stock, ovvero dal
quantitativo di sostanza organica presente nel suolo superficiale. Che dovrebbero impegnar-
si ad aumentare in modo da accrescere fertilità e valore dei loro terreni. Questo approccio
a Capraia ha due peculiarità: primo, la necessità di creare un punto di partenza (la cosiddetta
baseline), perché nessuno ha veramente la misura del carbon stock di Capraia (nella recente
mappa mondiale della global soil partnership promossa dalla FAO Capraia non è presente).
Il risvolto positivo è che la stima del carbonio su un’isola è relativamente più facile, ancora
una volta perché i confini del sistema sono ben definiti. Seconda caratteristica è che una volta
definito il carbonio iniziale potrebbe essere più facile aumentarlo con le corrette pratiche
perchè il valore del suolo è già importante sull’isola e perché gli abitanti ci tengono al fatto
che venga mantenuta e rispettata.
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agricolo, etc.) e da un’attenta analisi delle esperienze pregresse e delle realtà/iniziative già
presenti sul territorio, secondo un approccio culturale che richiede la partecipazione costan-
te dei soggetti interessati alla promozione del territorio a diverso titolo. Quello che vedo io
in questa isola è un laboratorio per salvaguardare la biodiversità, sia presente a livello na-
turale perché abbiamo tantissime specie, endemismi e piante officinali, ma anche una tipo-
logia di agricoltura sostenibile, andrei oltre al biologico come un modello di agri ecologia
che possiamo applicare a questa isola, con tecnologie rinnovabili. La gestione agricola è mol-
to delicata a causa dei cambiamenti climatici, i processi erosivi sono intensi, i terrazzamenti
sono da mantenere e recuperare, perché in parte sono decaduti, c’è questa gestione degli
usi civici che ha un livello partecipativo più complesso, quindi andando a lavorare sui sistemi
colturali già presenti e andandoli a capire, con le esigenze delle persone del luogo. Chiara-
mente vedo un’ottimizzazione delle pratiche agricole come ad esempio nei vigneti nel di-
scorso dell’inerbimento, di pratiche di difesa che siano vicino alle pratiche dell’agricoltura
biologica. La Decarbonizzazione dell’isola con attenzione all’aumento del carbonio organico
nel suolo è la cosa più importante e quindi gestire tutte le risorse organiche che possono de-
rivare da un processo di agricoltura, ma anche da un processo di gestione delle energie, come
il compost o il digestato, attenzione alla lavorazione del terreno per la sostenibilità ambien-
tale dell’agricoltura stessa. Un’attenzione particolare va sulle colture erbacee e officinali che
sono presenti sull’isola, quindi valorizzare gli endemismi con dei processi di lavorazione con
gli abitanti dell’isola.
LORENZO D’AVINO. Agricoltura e Ambiente sede di Firenze
Per me Capraia è innanzitutto una grande opportunità per studiare
un modello di economia circolare. Per valutare un sistema spesso ra-
gioniamo in termini di modelli: questi possono essere fisico-mate-
matici, che riducono un sistema complesso a più sistemi semplici, op-
pure olistici, che sono riproduzioni in scala dell’ambiente indagato,
porzioni di ecosistemi isolati, tramite barriere, dal loro contesto naturale. Capraia è questo,
pertanto invece di semplificare tutte le particolarità di un sistema, noi abbiamo un pezzo di
mondo con tutte le sue caratteristiche: da un punto di vista della ricerca ambientale sulla
circolarità dell’economia questa è una grande opportunità. Anche l’auspicabile integrazione
di fonti energetiche di cui abbiamo tanto parlato (sole, acqua vento ad esempio), è qualcosa
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ELENA VENANZI. Facoltà di Agraria, Università di Firenze
Vi presento una relazione su un progetto coordinato da Enrico Palchetti dell’Università di Fi-
renze presentato dove Capraia è coinvolta -PIT (Progetto integrato territoriale)che, succes-
sivamente è stato approvato. È un progetto che ha visto la partecipazione diretta delle azien-
de agricole con 29 partner sulle 3 isole (Giglio, Elba e Capraia). Su Capraia hanno aderito
tutte le aziende agricole compreso gli usi civici, con l’aiuto del comune di Capraia. Questi
progetti non sono direttamente focalizzati sulla produzione agricola, ma sulla gestione del
territorio da parte delle aziende agricole, quindi l’aspetto positivo è la fattiva collaborazione
tra soggetti privati e soggetti pubblici che talvolta su queste isole può essere conflittuale,
mentre in questo caso, il partenariato che ha partecipato a questo progetto è veramente im-
portante e soprattutto può dare una linea per il futuro.
EDI CAMPOLMI. Regione Toscana- Usi Civici
Probabilmente non è chiaro quale sia il mio ruolo qui, però l’isola di
Capraia per l’80% del suo territorio è di demanio collettivo di uso ci-
vico. Il demanio collettivo, spesso è vissuto come un vincolo perché
ha dei grossi limiti di utilizzazione e la Regione Toscana in questo mo-
mento, con una legge regionale di recente costituzione, la l.r. 27/2014
e suo regolamento dpgr 52/R/2015, vuole cambiare prospettiva, è vero che questi beni de-
vono essere tutelati per impedirne il degrado ma soprattutto devono essere un’opportunità
per le collettività proprietarie perché questi beni non sono né pubblici né privati, sono col-
lettivi, appartengono a chi risiede a Capraia e la Comunità deve poter decidere dell’utilizzo
dei propri beni.
CAPRAIA SMART ISLAND
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DIBATTITO EX POST:
28 maggio durante il Dibattito conclusivo a bordo della Nave Stelio Montomoli
della Toremar
Durante il ritorno, sul settore Agricoltura si è unanimemente deciso di lavorare così come
pensato durante il dibattito ex ante, ovvero di procedere in collaborazione ed assistenza per
un aumento della sostenibilità con le aziende agricole già presenti sul territorio. È intervenuta
Edi Campolmi Regione Toscana- Usi Civici, per spiegare il concetto della recente legge to-
scana sugli usi civici e l’importante strumento che potrebbe diventare anche per Capraia.
Lasciamo per intero il suo intervento.
SPECIALE USI CIVICI
EDI CAMPOLMI.
Sicuramente tutte le esperienze che sono state proposte nell’ambito del progetto Capraia Smart
Island non potranno che favorire la tutela e la valorizzazione degli usi civici di Capraia.
Come ho già detto l’’85% dell’isola è di uso civico con destinazione agro silvo pastorale e bi-
sogna tenerne conto perché, così come definito dalla legge nazionale in materia (L.1766/27
e suo regolamento R.D. 332/28) e come recepito anche dalla normativa regionale, ogni in-
tervento che comporti un mutamento di destinazione deve essere preventivamente autoriz-
zato dalla Regione ai sensi della l.r. 27/2014 e del suo regolamento dpgr 52/R/2015, nel ri-
spetto dell’iter amministrativo lì previsto. Ci sono degli elementi fondamentali da rispettare
per cui le istanze possano essere accolte o meno e quindi bisogna sempre tenerne conto.
Qualunque cosa si intenda progettare, ancorché nell’ambito dello sviluppo sostenibile, come
in questo caso, il progetto deve essere costruito nel rispetto dei criteri previsti nella legge,
affinché possa essere accoglibile ed autorizzabile, altrimenti è inutile lavorare.
È per questo che sono qui per spiegare cosa sono gli usi civici e cosa prevede la normativa
di riferimento in materia. Che abbiano avuto origine con la prima apprensione della terra da
parte di una comunità al momento del suo originario insediamento o siano diritti acquisiti
in epoca feudale, comunque sono sempre nati quale integrazione di reddito per aiutare gli
abitanti di un luogo a rimanere in quel luogo.
Dove ci sono gli usi civici non ci sono recinzioni, non ci sono muri, è un paesaggio definito “a
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questo comporterà un mutamento di destinazione? Le linee guida sono principalmente queste:
dimostrazione della necessità dell’opera, che questa comporterà un reale beneficio per la col-
lettività e non andrà a compromettere la trasmissibilità del bene alle generazioni future. Il reale
beneficio deve essere dimostrato non solo per il singolo ma per l’intera comunità anche se a volte
il problema del singolo è sentito come problema della comunità.
Ora so che possono sembrare cose fuori dal tempo, però anche per installare una pala eolica
è necessaria una preventiva autorizzazione. Per mutare di destinazione l’area su cui deve in-
sistere la pala eolica è necessario redigere una relazione tecnica che dimostri che il moderno
legnatico oggi può essere l’utilizzo del vento, che il ricavato ottenuto con tale operazione,
non potendo per legge essere suddiviso tra gli abitanti, sarà destinato al miglioramento del
restante patrimonio civico o per fornire servizi alla comunità.
Facevo altri esempi con qualcuno di voi, legati alla gestione moderna del legnatico, come
per esempio l’esperienza di una comunità dell’appennino che ha veramente tanti ettari di
bosco, dove pur mantenendo la gestione tradizionale del legnatico, tramite la fornitura an-
nuale di una quota di legna da ardere ad ogni famiglia per il riscaldamento familiare, sta an-
che ipotizzando di lavorare ad un progetto di teleriscaldamento per la loro frazione, questo
perché non sono chiusi all’innovazione.
Inoltre, per la parte di legna eccedente le necessità familiari legate al legnatico, queste vengono
trasformate in cippato. Con il ricavato della vendita del cippato, finanziano tante attività del paese
compreso un contributo alle famiglie per il mantenimento agli studi dei giovani della frazione.
Ecco cosa vuol dire dare ricadute in servizi e quindi anche Capraia dovrebbe arrivare a questo
un domani, attraverso una accorta gestione del proprio demanio collettivo civico che in que-
sto caso è prevalentemente a pascolo e in parte agricolo.
Ed i progetti come il vostro saranno sicuramente di stimolo per tutti gli usi civici toscani.
Sofia Mannelli - Ci sono delle costruzioni fatte sugli usi civici ad uso assolutamente privato
(San Rocco)
Edi Campolmi - La storia, il vissuto di un territorio, non si possono cambiare. In Capraia la gestione
civica è stata compressa per tutto il tempo in cui è esistito il carcere che appunto fu costruito sui
pascoli di uso civico. Con la chiusura del carcere tutti i beni che insistono sui terreni di uso civico
sono automaticamente entrati a far parte del patrimonio civico anche se non sono strettamente
legati alla destinazione tradizionale degli usi civici. In questi casi è inevitabile affidare i beni a sin-
goli utenti. Il reale beneficio è il pagamento di un canone che verrà utilizzato per il miglioramento
del demanio civico. In questi casi i residenti hanno una priorità per il loro utilizzo.
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campi aperti” perché legati all’utilizzo collettivo. Spesso catastalmente si configurano come
grosse particelle che nel tempo non hanno mai subito frazionamenti, come invece è successo
nelle aree di proprietà privata.
Principalmente sono terreni destinati ad attività agro-silvo-pastorali. In alcuni casi i demani
civici comprendono anche edifici rurali o comunque storici, (a Capraia l’ex carcere) anch’essi
sono sottoposti allo stesso regime giuridico.
In epoca medioevale quella della proprietà collettiva era una realtà molto diffusa .
Oggi, le cose sono cambiate e quindi sono residuati soltanto nelle zone svantaggiate o periferiche
rispetto ai principali centri urbani, ma soprattutto sono residuati in quelle zone dove non era pos-
sibile veramente nessun’altro tipo di organizzazione territoriale, pena il suo abbandono, come è
poi avvenuto in gran parte della Toscana in conseguenza delle “allivellazioni leopoldine” della
seconda metà del XVIII secolo, quando furono imposte le divisioni delle terre collettive in quote
e la loro vendita, trasformandole in terre allodiali (Il termine allodio - di origine germanica: Allod,
latinizzato in allodium - era utilizzato nel Medioevo per indicare i beni e le terre possedute in
piena proprietà, in opposizione ai termini feudo o "beneficio", con i quali si indicavano invece i
beni ricevuti in concessione da un signore dietro prestazione di un giuramento di fedeltà, nota
del curatore del progetto). Le popolazioni non potendo più usufruire dell’integrazione di reddito
dato dalla gestione collettiva dei pascoli, dall’utilizzo dei boschi per ricavarne legna da ardere
e da lavoro, spesso emigrarono verso il piano abbandonando i loro territori di origine.
Oggi però possono ancora avere un valore per le comunità proprietarie, tornando ad essere
dei beni a servizio di quei residenti che eroicamente continuano ad abitare in aree spesso
marginali rispetto alla Toscana più fertile e ne devono poter disporre liberamente, pur nel-
l’ambito dello sviluppo sostenibile.
In via di principio gli usi civici sono beni che afferiscono ad un regime di inalienabilità, inusuca-
pibilità ed immutabilità di destinazione, però a leggere meglio la normativa nazionale è più cor-
retto dire che sono beni ad alienabilità e mutamento di destinazione controllati perché sottoposti
a preventiva verifica regionale.
Quindi il regime di questi beni non è poi così cristallizzato, perché deve poter evolversi nel tempo
per il soddisfacimento anche delle più moderne esigenze delle comunità titolari. La recente legge
regionale ha messo in evidenza la necessità che gli usi civici non siano solo beni con valenza pae-
saggistica che è comunque una buona cosa, ma che siano soprattutto beni che ancora oggi deb-
bano fornire una integrazione di reddito per le comunità, per il loro sostentamento.
Quali sono gli elementi da tener conto quando si andrà a progettare su aree di uso civico, se
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zione separata del Demanio collettivo civico del Comune di Capraia e solo successivamente potrà
essere presentato il “Piano di valorizzazione” del Demanio collettivo, sono atti che pianificano
l’utilizzo del bene collettivo al fine di valorizzarlo al meglio, assicurandone la trasmissibilità alle
generazioni future.
In particolare se, se ne vuole vendere una porzione, dargli altre destinazioni d’uso, o com-
primerne temporaneamente l’utilizzo collettivo, tutto questo va previsto e motivato nel “Pia-
no di valorizzazione”.
È chiaro che anche le idee fin qui presentate se ricadenti all’interno del Demanio collettivo
civico, inevitabilmente andranno a incidere sulla pianificazione e gestione del demanio e do-
vranno essere recepite, se condivise dalla Comunità capraiese, nel futuro Piano di valorizza-
zione che ancora non è approvato sarà bene quindi che il progetto Capraia Smart Island dia-
loghi con il soggetto gestore del demanio civico, prima che il Piano di valorizzazione venga
trasmesso alla Regione toscana per la sua approvazione.
Carlo Durante - Il percorso è molto articolato e quindi potenzialmente molto lungo perché
devi fare dei passaggi formali per cui il nostro progetto viene poi presentato, trasformato,
approvato ecc…quindi ti si allunga molto il tempo quindi bisognerebbe anche capire subito
quali sono gli interventi che non saranno mai possibili, lo dico brutalmente, per evitare di
perderci tempo e per poter prendere un’altra strada altrimenti si comincia poi a diventare
filosofi contro i mulini a vento…
Edi Campolmi - Per questo sarà utile instaurare da subito un confronto con il soggetto gestore
del demanio civico che dovrà necessariamente condividere e preventivamente approvare i vostri
progetti, se ricadenti nella parte ad uso civico e comportino un mutamento di destinazione. Sarà
quello il soggetto che presenterà alla Regione le vostre richieste.
Sofia Mannelli - In realtà almeno adesso sull’agricoltura come idea abbiamo soltanto di as-
sistere aziende agricole, migliorare nella sostenibilità, migliorare nella produzione quindi in
questo momento noi rientriamo bene.
Edi Campolmi - Per arrivare ad aumentare la parte agricola c’è il problema acqua. per questo il
vostro lavoro può essere di aiuto e coerente con la filosofia degli usi civici e la loro valorizzazione.
Sofia Mannelli - Di questo potrei occuparmene io prendendo contatto con il Comune
Edi Campolmi - Ma più che entrare nel dettaglio della legge regionale mi preme parlare di
realtà già operanti perché tali esperienze possono offrire degli spunti interessanti per moti-
vare anche i vostri progetti. A volte certe destinazioni d’uso possono sembrare, ad una prima
valutazione, incompatibili ma a seconda della ricaduta che hanno sulla comunità possono ri-
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Per certi versi gli edifici preesistenti possono avere la finalità ancorchè indiretta di mantenere il
lavoro in loco, perché chiaramente se alla popolazione non gli dai un luogo e gli strumenti per
lavorare, poi gli abitanti vanno via, quindi questa è una delle motivazioni per cui puoi mutare de-
stinazione a delle parti o sottrarle temporaneamente all’utilizzo collettivo se portano un benefi-
cio, come ad esempio posti di lavoro! Se si dimostra che con questa operazione un disoccupato
che non lavora lavorerà e avrà un reddito, e così non se ne andrà, l’operazione è accoglibile.
Nelle piccole Comunità titolari di usi civici, spesso i problemi dei singoli son vissuti come pro-
blemi di tutti e quindi è per questo che il “reale beneficio” di un’operazione va tarato sulle
singole realtà.
Sofia Mannelli - A me è stato mandato dal comune il nuovo piano di valorizzazione degli usi civici
ed Edi diceva di non volerlo neanche vedere…perché?
Edi Campolmi - Semplicemente è troppo presto per parlarne, prima deve essere approvato lo
Statuto che è in corso di esame e creata l’Amministrazione separata.
Già la legge nazionale per la gestione dei beni frazionali, imponeva dei comitati di gestione au-
tonomi, ma non lo imponeva per i beni comunali, cioè quando gli usi civici spettano a tutti gli abi-
tanti di un Comune, come in questo caso, però ne imponeva l’amministrazione separata da quella
comunale, nel senso che la gestione economica dell’uso civico non può essere confusa con la ge-
stione comunale; è un capitolo a sé stante che non può essere utilizzato per i servizi di competenza
comunale ma solo per essere investiti per la valorizzazione del patrimonio civico e dei suoi utenti.
Con la nuova legge regionale è stata rimarcata ancora di più questa separazione tra le due realtà.
Questi beni sono inalienabili e non sempre lo sono i patrimoni comunali e quindi è bene che le
due gestioni siano separate.
Pubblico - Premettendo che sono avulso dall’argomento e la ringrazio per la sua competen-
za… i progetti a volte si vanno a scontrare con la burocrazia…secondo me oltre a tener conto
della parte finanziaria legata all’investimento è utile anche vagliare il progetto dal punto di
vista burocratico perché è inutile decidere ad esempio di voler piantare un albero se poi lì
non è possibile farlo.
Edi Campolmi - Sì, ne va tenuto conto, per questo dicevo che secondo me questi progetti e queste
idee pur sposandosi benissimo con queste realtà, vanno però costruiti nel rispetto della filosofia
degli usi civici, così come determinati dall’Amministrazione separata di Capraia e dalla normativa
regionale, anche in ambito paesaggistico.
Quale primo atto fondamentale previsto dalla legge regionale 27/2014 vi è la redazione dello
“Statuto” che attualmente è in corso di redazione ed a seguito del quale nascerà l’Amministra-
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nistrazione comunale, senza fideiussioni.
La legge regionale per quanto riguarda la gestione dei patrimoni civici è andata nella dire-
zione del regime privatistico, ancorché sotto verifica regionale, perché era impensabile che
5 volontari potessero funzionare come un’amministrazione comunale applicando il testo uni-
co degli enti locali. Sia chiaro che la gestione è legata al regime privatistico ma non i beni! I
beni sono collettivi e così rimangono.
È per questo che è stato deciso di dargli uno statuto il più vicino possibile a quello civilistico
dove il presidente del Comitato di Amministrazione ha pieno titolo a rappresentare la comu-
nità ed i suoi beni.
Per tanti gli usi civici sono un vincolo. In realtà se sono pensati in maniera più aperta, possono
diventare un’opportunità e questo devono tornare ad essere, un’opportunità per le comunità
proprietarie, quale aiuto per poter rimanere nel proprio territorio. Però deve un po’ cambiare
l’approccio anche mentale, per evitare di dire “Sono solo dei vincoli in più e non si può far
nulla!” Non è vero che non si può far nulla. Nell’ambito dello sviluppo sostenibile sono tanti
gli usi che se ne possono fare anche non tradizionali. Certo non possono essere venduti o
mutati irreversibilmente.
Per concludere vorrei riportare i primi due punti dei considerata della legge regionale
27/2014 che ben riassumono quanto fin qui discusso: 1. L’originaria funzione della tutela e
della disciplina degli usi civici era quella di permettere il permanere delle popolazioni in aree
svantaggiate attraverso la possibilità di ricavare integrazione di reddito per mezzo dell’eser-
cizio di diritti d’uso che in Toscana erano, prevalentemente, di legnatico, di pascolo, di rac-
colta dei frutti del sottobosco, di pesca nelle acque interne. Ancorché attualmente l’esercizio
di tali diritti si sia in parte affievolito, soprattutto a causa dei fenomeni migratori delle po-
polazioni residenti, l’obiettivo principale della tutela dei beni civici resta attuale e consiste
nel favorire la permanenza delle popolazioni nei territori di residenza, a presidio del territorio
stesso, rilanciando l’istituto in quanto vitale e finalizzabile anche al soddisfacimento delle
più moderne esigenze sociali;
2. Per i pochi residenti ancora custodi della memoria degli usi civici, e per i residenti di ritorno,
tali aree rappresentano un valore storico identitario che ancora oggi garantisce il persistere
di un legame forte con il territorio. Di qui la riscoperta e l’esercizio di forme di gestione col-
lettiva dei terreni, la manutenzione del territorio e la conservazione attiva dell’ambiente, fino
alla creazione di comportamenti cooperativi in campo economico, sociale e ambientale;
L’ufficio regionale rimane comunque disponibile per qualsiasi altro chiarimento.
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sultare invece compatibili con la destinazione civica.
Per esempio nella Comunità di Montorsaio a fronte della richiesta di utilizzare una cava ormai
in disuso, ricadente nel territorio di uso civico, a servizio di un ampliamento di una strada,
il comitato di amministrazione ha dato parere positivo a condizione che venissero assunti
due suoi disoccupati. Oggi creare posti di lavoro, soprattutto nelle piccole comunità perife-
riche è una priorità.
Poi devo dire che ogni comunità si dà una mission. A Montorsaio si sono dati la mission di recu-
perare la parte edilizia della loro frazione e quindi con il canone di questa cava, via via stanno
acquisendo e recuperando edifici abbandonati. In uno ci hanno ricavato un centro polivalente,
lo hanno restaurato a servizio di tutti; lo danno anche per gli esterni se vogliono fare feste o altro,
però a pagamento e il ricavato va nel bilancio della comunità. Come è successo in tante piccole
realtà anche qui non non avevano più la posta che in questi posti è l’equivalente della banca, per
ovviare a queste carenze, si son fatti carico di assumere una persona a tempo parziale che tenesse
aperta la sede dell’ ASBUC (Comitato per l'Amministrazione separata dei beni di uso civico, nota
del curatore) che praticamente funziona come uno sportello comunale. Si fanno carico del sup-
porto agli anziani per la riscossione delle pensioni, per il loro trasporto se non riescono a muoversi
da soli, inoltre in uno di questi edifici restaurati hanno aperto un ambulatorio medico perché la
frazione ne era sprovvista. Ultimamente hanno dato in affidamento un terreno agricolo perché
servisse ad un giovane ad integrazione del proprio, per poter accedere ai contributi previsti per
i giovani in agricoltura, questo perchè potesse iniziare la sua attività agricola. Questi sono esempi
di “reale beneficio per la comunità”, di quale deve essere oggi il ruolo degli usi civici.
Pubblico Lei si interfaccia anche con i PSR?
Edi Campolmi - In alcune misure è stata prevista una priorità per i soggetti gestori di uso civico
principalmente in quelle forestali.
Carla De Carolis - Ogni regione ha un proprio Piano di Sviluppo Rurale. Non conosco a fondo il
PSR della Regione Toscana ma so che è molto attento alla cura e allo sviluppo territoriale.
Edi Campolmi - Una delle principali difficoltà che hanno i soggetti gestori di usi civici è il fatto
che non riescono ad accedere al credito perché essendo i beni civici inalienabili sono anche in-
sequestrabili e quindi non possono essere messi a garanzia di un mutuo.
Sofia Mannelli - Però non possono prendere un mutuo effettivamente.
Edi Campolmi - Per questo la legge regionale, per le particolari ricadute di tutela del territorio
che hanno gli usi civici, per l’accesso ai contributi pubblici ha assimilato le Amministrazioni Se-
parate dei Beni di Uso Civico (ASBUC) ai Comuni così anche queste accedono al pari di un’ammi-
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FOCUS ACQUA: Attuale Situazione Acqua Isola di Capraia
Per quanto riguarda la risorsa idrica, sull’isola sono presenti torrenti, sorgenti oltre a numerose
cisterne e pozzi, specialmente nelle zone un tempo coltivate, ed oggi in stato di abbandono.
Le cisterne e i pozzi: Nella parte ovest de L'Aghiale furono realizzate durante il periodo di
attività della colonia penale due cisterne (vasconi), tuttora in buono stato di conservazione.
Vi è la volontà di rimettere in funzione il Pozzo de L'Aghiale, che garantirebbe una fornitura
costante nei serbatoi (piano strutturale).
I serbatoi di accumulo: Fin dal settecento le case capraiesi erano dotate di cisterne di accu-
mulo delle acque piovane. Molte sono rimaste nonostante le importanti ristrutturazioni che
gli edifici hanno subito. Attualmente. Gran parte degli edifici del centro abitato (circa l’80%)
del porto e del paese si era dotato autonomamente di serbatoi di accumulo delle acque pio-
vane, di capacità variabile tra i 1.000 e i 2.000 litri, in modo da far fronte ad eventuali situa-
zioni di insufficienza della risorsa idrica, soprattutto nei mesi estivi. Nel caso di condomini o
edifici plurifamiliari sono stati installati più serbatoi di accumulo condominiali, pari a un ser-
batoio di 1.000 litri per nucleo familiare.
Considerazioni: In conclusione, il sistema idrico capraiese presenterebbe nei mesi estivi e anche
invernali livelli di deficit, dovuti alla mancanza di adeguate opere di captazione, regimazione e
raccolta delle acque piovane (il cui notevole potenziale andrebbe stimato con la dovuta atten-
zione.).Tale carenza ha portato
alla realizzazione di un im-
pianto di dissalazione di acqua
marina a osmosi inversa con
cui soddisfare il fabbisogno
idrico dell’isola. L’impianto,
inaugurato nell’aprile 2005,
comprende un sistema inte-
grato di opere civili e apparec-
chiature quali pozzi presa ac-
qua di mare, tubazioni e cavi
collegamento, edificio, appa-
recchiature di processo e un si-
stema di automazione che
CAPRAIA SMART ISLAND
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rende possibile il telecontrollo dell’impianto da Livorno. La realizzazione ha permesso di rendere
la fornitura idrica della popolazione residente e turistica, fino a 5.000 persone in estate, indi-
pendente dalla variabilità dei venti e del mare che spesso rendono l’isola irraggiungibile. L’im-
pianto, ad alta efficienza energetica, è inoltre dotato di una pompa ad alta pressione abbinata
ad un sistema di recupero energetico che consente un risparmio di energia del 45 per cento,
con un consumo massimo è di 120 kW.
L’impianto, realizzato dal Comune con un finanziamento della Regione Toscana, è gestito dal-
la ASA (Azienda Servizi Ambientali) di Livorno. Concludendo le dotazioni idriche attuali quin-
di, potenziate dall’impianto di dissalazione, sono in grado di soddisfare il fabbisogno di re-
sidenti e turisti a sostegno dello sviluppo dell'isola. Le caratteristiche morfologiche ed idro-
grafiche dell'isola consentirebbero un buon approvvigionamento delle acque superficiali, in
quanto gli afflussi di acqua, dovuti alla piovosità presente sull'isola, possono far pensare ad
una ottimizzazione dello sfruttamento di questa risorsa, riducendo il ricorso alla desaliniz-
zazione che necessariamente comporta dei costi.
POSSIBILI AZIONI-INNOVAZIONI:
1. Garantire l’autosufficienza idrica dell’isola attraverso il recupero sostenibile acqua meteorica
e miglioramento e ripristino condotte idriche, vasconi, pozzi e serbatoi
2. Analisi del potenziale di accumulo delle acque piovane sulla base delle strutture esistenti fun-
zionanti e da ripristinare;
3. Analisi costi dell’impianto di dissalazione;
4. Analisi dei possibili impieghi delle acque negli usi agricoli, domestici, industriali, portuali, ecc.
5. Stima dei costi necessari per interventi di ripristino;
6. Possibile installazione di due “case dell’acqua” (Porto e Paese) per diminuire l’utilizzo di bot-
tiglie di PET
Nota: Dopo le giornate capraiesi, siamo entrati in contatto con l’ing. Camillo Palermo, project ma-
nager di ASA spa. ASA spa è entrata del gdl di Capraia Smart Island e molte altre idee sono scaturite
nelle riunioni post Evento Capraiese:
A. Potenziamento del dissalatore;
B. Realizzazione di impianti FER a supporto della dissalazione che ha alti costi energetici;
C. Realizzazione di un terzo stadio di depurazione al depuratore fognario e produzione di acqua
per usi irrigui e per il lavaggio delle barche in area portuale.
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visto, andrebbe fatta praticamente, non dico immediatamente ma quasi. Cioè mi stupisco
che ancora non sia stata fatta.
Sofia Mannelli - Il Comune quest’anno ha chiesto dei preventivi alla stessa ASA (soggetto
che si occupa dell’acqua a Capraia): 13.000 euro per ogni casetta. L’ENEA mi ha riferito
che quelle che ha messo a Favignana sono costate la metà. L’acqua che viene distribuita
è la stessa della rete che è assolutamente potabile. Devo dire che io a casa ho il filtro a
carboni attivi. L’acqua a Capraia rovina gli scaldabagni che hanno una vita media di 3 anni
quindi ora iniziamo a comprarli anche se costano 10 volte tanto, Boldrini che è di Asso-
frigoristi ma ha anche messo il mio solare termico qui a Capraia lo sa…quindi per quale
motivo durano poco?
Armando Boldrini - Perché l’acqua è quasi completamente demineralizzata quindi potreb-
be essere troppo salina, penso che in alcuni momenti, secondo me, contenga anche un re-
siduo di sale. Ieri ad esempio ero a casa di Della Rosa e ho notato la formazione di alcune
scorie e secondo me era sale.
Sofia Mannelli - Ecco quindi quello che in realtà si propone è quella del desalatore, una
accanto alla casina, accanto al desalatore al porto, una nel paese accanto alla chiesa, ci
sono le due vie, che non è altro che mettere quella e mettere un paio di carboni attivi perché
effettivamente bevendo quell’acqua in bocca provi qualcosa di fastidioso.
Armando Boldrini - Intervengo anche su questo perché tra le mie preoccupazioni c’era
anche il trattamento acqua. A Capraia io ho portato una macchinetta che tratta acqua.
Sofia Mannelli - Voi come Assofrigoristi, finanziare in parte o vedere esattamente quali
sono i costi di una casetta dell’acqua (io ho visto quella dell’ENEA, ho visto quella che è
stata messa a Bracciano c‘è, ma in quasi tutti i paesi c’è e te poi le metti a pagamento
perché da noi per esempio c’è (dove vivo quando non sono a Capraia), costa 5 centesimi
al litro la naturale, 6 centesimi la lievemente gassata e 7 centesimi la frizzante perché ad
esempio il nostro assessore non vuol mettere l’altro tipo ma chi vuole bere frizzante con-
tinuerà a comprare le bottiglie ma diamogliela noi se si può fare. Per cui quanto coste-
rebbe messa da voi magari con un finanziamento. Potreste valutare come Assofrigoristi
questa opportunità?
Armando Boldrini - Certo! Il discorso però è questo: teniamo presente che sono macchine
che comunque hanno bisogno di manutenzione. Io sull’isola ci lavoro, mi ci trasferisco
spesso, tu lo sai, però non ti puoi basare sulle persone messe a disposizione dall’isola per-
ché morirebbe. Lo dico apertamente! Non ho vergogna di dirlo! Perché quando ti ritrovi
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DIBATTITO EX ANTE: 27 maggio durante il Brainstorming a bordo della Nave
Stelio Montomoli della Toremar
IRENE IVOI.
Un’altra cosa intelligente che si potrebbe fare sull’acqua, sui consumi alimentare dell’acqua
perché sappiamo che da lì soprattutto d’estate ne vengono fuori dei flussi di rifiuti pazzeschi
e questa può essere una soluzione da una parte tailor made , dall’altra parte ti consente di
avere durante l’estate dei rendimenti costanti.
Sofia Mannelli - Con l’Enea abbiamo pensato alle casette dell’acqua, già fatto a Pantelleria,
che con 3/5 centesimi ci da la bottiglia d’acqua e metterne una in porto e una in paese che
in realtà è l’acqua del rubinetto.
Irene Ivoi - Però devi fare anche qualcosa per disincentivare il turista a comprare la bottiglia
dell’acqua usa e getta. Un’altra cosa che mi veniva in mente che d’estate si può montare un
container per produrre funghi dai fondi di caffè.
DIBATTITO EX POST: 28 maggio durante il Dibattito conclusivo a bordo della Nave Stelio
Montomoli della Toremar
IRENE IVOI.
Non ero mai stata, adesso ci sono stata e ho visto un po’ di cose che tornano e non tornano.
I consumi di acqua che ci sono folli nel senso che l’acqua è davvero poca, di fatto comprate
continuamente acqua minerale, nessuno beve volentieri l’acqua di rubinetto. Quindi quel-
la cosa che diceva Sofia Mannelli in riferimento alla casa dell’acqua da chiedere, da pre-
tendere o da autofinanziarsi, potrebbe anche essere un ottimo modo per smettere di com-
prare.
Sofia Mannelli - Nasce con quell’idea anche perché per gli stessi commercianti non gli an-
diamo contro perché di acqua se ne consuma tantissima. Questo è quello che ci siamo detti
già con il Comune. Ne parlavo con l’assessore che avete conosciuto Marida Bessi.
Irene Ivoi - Non solo ma le attività ristorative che sono poche potrebbero tranquillamente,
come si fa ormai in tanti posti in Italia, servire acqua trattata anziché continuare a servire
acqua minerale imbottigliata. Per cui questa sarebbe una cosa che, nel contesto che ho
CAPRAIA SMART ISLAND
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27-28 MAGGIO 2017 ATTI DEL WORKSHOP
FOCUS PESCA: Attuale Situazione Pesca Isola di Capraia
L’isola di Capraia (Livorno) è stata la prima area marina protetta dell’arcipelago toscano. Lo
ha deciso il direttivo del parco nazionale nel 2016 approvando all’unanimità, la variante al
piano del parco che zonizza i vincoli provvisori a mare dell’isola, istituendo così di fatto la
prima vera area marina protetta dell’arcipelago. La Pesca è presente con una piccola pesca
costiera, operata da pescatori locali e soprattutto all’importante Soc. Coop Maricoltura e Ri-
cerca che dispone di 8 gabbie in mare aperto in uno specchio acqueo di 42 mila metri quadrati
su una profondità di 40 metri. Le gabbie hanno un volume di circa 4.800 metri cubi ciascuna.
Sono composte da una parte emersa in polietilene di 22 metri di diametro e da una parte
sommersa ben ancorata sul fondo. Si sviluppa in profondità con 18 metri di rete in maglia,
larga abbastanza da permettere una corretta ossigenazione dell’acqua, indispensabile per
il filtraggio e la pulizia. Ogni gabbia contiene circa 15.000 pesci. Vengono allevate orate e
branzini e inviati alla Coop Firenze come maricoltura di qualità. Stanno certificandosi con il
CCPB per maricoltura biologica. Nuove scatole e etichette in PLA biodegradabile composta-
bile sono possibili. La pesca sostenibile è certamente un’opportunità valida da considerare
con gran serietà.
POSSIBILI AZIONI-INNOVAZIONI:
1. Pesca sostenibile
2. Recupero e riciclo reti da pesca
3. Vassoi e cassette, etichette e altro materiale
in Biofoam
4. Biodistretto pescacoltura
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che smonti parti di un bollitore di caldaia e si è rovinato in sei mesi quando mediamente
durano anni, e qui tra una manutenzione e l’altra, quindi in un anno, lo vai a sfilare e ce
n’è rimasto metà tu capisci bene che c’è sicuramente qualcuno che dovrebbe gestire l’ac-
qua e non viene gestita secondo i canoni previsti. Da Enrico Della Rosa la caldaia è stata
montata nel 2007. In questi 10 anni sì ho cambiato qualche raccordo, ma da qualche tempo
i raccordi di ghisa sono una cosa, ma i raccordi di ottone vederli proprio sbriciolarsi.
Sofia Mannelli - Questo però va comunicato, voi che lo potete fare, all’ASA spa, perché la
gestione è proprio ASA
Armando Boldrini - Io me ne sono accorto ieri sera, perché i raccordi sono stati montati
l’altro anno, in fase di manutenzione. Sono stati sostituiti tutti i raccordi di ghisa e sono
stati montati quelli di ottone. Sono tornato ieri sera (la manutenzione l’ho fatta io l’altro
anno).
Purtroppo non ci sono interventi di esperti sul recupero delle acque piovane (Potremmo
coinvolgere Laureano per un suo contributo “da remoto”?)
CAPRAIA SMART ISLAND
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27-28 MAGGIO 2017 ATTI DEL WORKSHOP
durre biogas. Queste realtà erano collegate esclusivamente alle esigenze delle aziende, non
per fare business, e questo funzionava perché l'impianto era realizzato in regime di auto-
consumo con la possibilità di produrre energia elettrica (Totem) o calore in funzione delle
esigenze aziendali. L'anno scorso Cortea scrl, Area Science Park di Trieste, ha ricostruito uno
di questi impianti a Crotone, in Calabria, con un costo equiparabile a quello dell'impianto di
circa 80 kW realizzato nel 1985 con deiezioni di vacche da latte. Allora era costato circa 62
milioni di lire. Il progetto Cortea voleva dimostrare che il prezzo attuale di mercato è un bu-
siness per i costruttori che basano il costo di vendita sugli incentivi e non sul reale costo di
costruzione a discapito degli utilizzatori finali. Legacoop è una grossa scatola con all’interno
ci sono i vari settori di appartenenza: settore consumo Conad e Coop, il settore bancario Uni-
pol Banca, il settore agroalimentare è diviso per sezioni, quindi cereali, ortofrutta, vino e
tutte le attività che ci sono e dall’anno scorso ha anche assorbito Legapesca che era una
scatola a parte, è stata assorbita e all’interno ha una sua struttura. Nel 2012 abbiamo pre-
sentato un progetto legato al settore pesca perché quando è nata l’indicazione europea di
portare a casa il rigettato, cioè il pesce non viene venduto ma ributtato in mare, tutti gli scarti
del pesce hanno creato un aumento di costi notevole per chi pesca, con un conseguente pro-
blema per un settore che già era in crisi. Si ipotizzava, di creare queste isole galleggianti col-
legate ad un discorso energia e ambiente all’interno, abbiamo anche valutato l’impatto am-
bientale con una ricerca sui sistemi eolici e praticamente sono a impatto visivo zero, sistemi
fotovoltaici, con una start up a Torino, che sta sviluppando una pellicola sul fotovoltaico che
simula l’ambiente circostante e una volta montata il pannello sparisce, non si vede più. Tor-
nando alla Legacoop, occupandomi di agro energia ed arrivando da un settore produzione
lavoro, cioè dall’industria, ho avuto l’opportunità di collegarmi con tutti i settori della ricerca
e sperimentazione sia in Italia che all’estero. Abbiamo aderito all’Associazione Chimica Verde
Bionet, perché si mettono insieme questi studi di ricerca. La regione Piemonte ha finanziato
nella prima crisi petrolifera, sei impianti di biogas mini, 27/25 -60 kW di dimensione, per il
tipo di allevamento e mini caseificio, quindi già si ipotizzava l’uso del siero per produrre bio-
gas. Queste realtà erano collegate esclusivamente alle aziende, non per fare business e que-
sto funzionava perché c’era la doppia veste, energia elettrica o calore. L’istituto di ricerca di
Trieste, ha ricostruito uno di questi impianti in Calabria a Crotone, un impianto più grosso
che era circa 80 kW come dimensione su vacche da latte, era costato circa 62 milioni di lire.
Oggi se facciamo rapporto sono circa 600 mila euro, quindi l’altro business che si è sviluppato
è quello dei portatori d’interesse, promotori d’idee e utilizzatori finali.
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DIBATTITO EX ANTE: 27 maggio durante il Brainstorming a bordo della Nave
della Toremar Stelio Montomoli
BIAGIO BERGESIO. Responsabile nazionale per l’Innovazione
per Legacoop Agroalimentare partecipa anche come LegaPesca
Legacoop è un grosso contenitore nel quale vi sono varie associazioni: consumo: Conad e
Coop; bancario e assicurativo: Unipol e Unipol Banca; agroalimentare diviso per filiere: ce-
reali, ortofrutta, vino, latte, forestale, ecc. e dall’anno scorso anche la pesca che era rap-
presentata da una filiera autonoma: Legapesca. Nel settore della pesca, nel 2012, sono stati
presentati più progetti che spaziavano dalla valorizzazione di prodotti ittici di acqua dolce
alla risoluzione di problemi ambientali quali quello nato dall’indicazione UE di portare a casa
il rigettato, cioè il pesce fuori misura non commercializzabile e tutti gli scarti della lavorazione
in mare. Risoluzione che ha creato e crea tutt'ora un aumento di costi, con un conseguente
problema per un settore in crisi. Nel progetto suddiviso in due aree progettuali si prevedeva:
di realizzare a terra, per gli scarti ed il rigettato, un impianto di trasformazione in biocarbu-
rante di nuova generazione, utilizzando una tecnologia Russa (se le informazioni in mio pos-
sesso sono corrette dovrebbe esserci in corso di costruzione un impianto in Friuli), per ali-
mentare le barche degli stessi pescatori; per l'allevamento in mare si era ipotizzato di creare
isole galleggianti dotate di impianti di produzione di energia a basso impatto ambientale uti-
lizzando generatori eolici ad asse verticale a impatto visivo zero e sistemi fotovoltaici mime-
tizzati con l'ambiente esterno, applicando sugli stessi una pellicola che simula l’ambiente cir-
costante. Pellicola sviluppata da una start up di Torino. Occupandomi di agro energia ed ar-
rivando dal settore produzione lavoro, cioè dall’industria, ho avuto l’opportunità di confron-
tarmi con molti enti di ricerca e sperimentazione sia del mondo agricolo che di quello ma-
nifatturiero sia in Italia che all’estero. Questo ha fatto si che mi impegnassi per fare aderire
Legacoop Agroalimentare all’Associazione Chimica Verde Bionet, per ampliare la rete di col-
legamento tra le produzioni agricole e agroalimentari con la Chimica Verde per cercare di
attuare al meglio l'economia circolare.
Tornando alle esperienze progettuali vorrei ricordare la nostra partecipazione ad un progetto
finanziato dalla Regione Piemonte nella prima crisi petrolifera (inizio anni 80) per la realiz-
zazione di sei impianti di biogas da 25/27 - 60/80 kW. Cinque impianti dedicati alle varie ti-
pologie di allevamento e uno per un caseificio. Già allora si ipotizzava l’uso del siero per pro-
CAPRAIA SMART ISLAND
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27-28 MAGGIO 2017 ATTI DEL WORKSHOP
FOCUS ECOPORTO: Attuale Porto Isola di Capraia
Il porticciolo dell'isola di Capraia è racchiuso tra due mo-
li: il molo Nord di circa 140 m ed il molo Sud di circa 100
m. Il molo Nord e la riva ad esso prospiciente sono inte-
ramente banchinati. L'attracco è possibile lungo tutto il
banchinamento del porto ad eccezione del molo Sud che
non è banchinato e del tratto compreso tra il pennello e
lo scalo d'alaggio. Piccole imbarcazioni possono trovare
riparo presso l’approdo Fiumarella .
Il porto ha una banchina principale e tre banchine gal-
leggianti. Un distributore di benzina è posto proprio di fronte all'imboccatura del porto e,
più o meno alle sue spalle, è posto l'ufficio operativo, ove è possibile richiedere i servizi di
acqua ed energia per le imbarcazioni. Gestito dalla soc Soprotur al 49 % del Comune di Ca-
praia, gli altri sono soci privati.
SERVIZI OFFERTI: Vigilanza diurna - Rifornimento idrico - energia elettrica - Servizi igienici
e docce - Rifornimento carburante, con possibilità di gasolio per motopesca e yacht com-
merciali.
POSSIBILI AZIONI-INNOVAZIONI:
1. Sistema efficace per la raccolta ed il trattamento dei rifiuti prodotti sulle unità da diporto,
ed in particolare di quelle ormeggiate nel porticciolo turistico;
2. Realizzare un percorso di rifiuti differenziati per le barche ospiti del porto di Capraia;
3. Utilizzazione olio fritto isolano per N°….. luci sul pontile
4. Verifica possibilità punto di presa corrente per la nave al fine di ridurre l’utilizzo del generatore
che alimenta servizi interni, durante le soste prolungate
5. Sistemi per evitare spreco acqua dolce da parte dei natanti
6. Realizzare una linea specifica di acqua non potabile, proveniente da un terzo stadio
di depurazione del depuratore fognario, per lavare le barche o altri usi non alimentare
7. Zona pescatori:
a. Raccolta reti e stoccaggio per conferire poi e mandare a riciclo
b. Punto vendita mercato ittico locale in bioedilizia
c. Area FORSU specifica
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EMANUELE TROLI. Direttore Blue Marine Service
Ci occupiamo di ricerca applicata in campo marino, quindi cerchia-
mo di rendere più ecosostenibile tutte le attività che hanno a che
fare con il mare, quindi la pesca, la trasformazione anche il turismo.
Ci siamo conosciuti con l’Associazione Chimica Verde Bionet perché
cercavamo un sostituto biodegradabile al polistirene, da lì con Marco
Benedetti siamo andati avanti, ci siamo riusciti ed effettivamente abbiamo creato molto in-
teresse, forse più all’estero che in Italia su questo prodotto. Inizieremo a Barcellona la di-
stribuzione di cassette biodegradabili che diventeranno compost, è il primo esempio di eco-
nomia circolare reale applicata all’economia marina. Noi come filosofia aziendale abbiamo
quella di progettare e realizzare progetti che offrono opportunità concrete al pescatore, al-
l’imprenditore ittico piuttosto che alla comunità. Di soluzioni ce ne sono tantissime, infatti
abbiamo fatto un altro progetto con l’utilizzo della pelle del pesce per produrre pelletteria
(bracciali, scarpe…).
DIBATTITO EX POST: 28 maggio durante il Dibattito conclusivo a bordo della Nave
della Toremar Stelio Montomoli
Durante il viaggio di ritorno non si è dibattuto sulla tematica
CAPRAIA SMART ISLAND
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27-28 MAGGIO 2017 ATTI DEL WORKSHOP
FOCUS ECOPORTO: Speciale Liburna
Varata nel maggio 1988 alla Fincantieri di
Livorno e consegnata alla compagnia nel
dicembre dello stesso anno, la nave è en-
trata in servizio sulla linea Livorno-Gor-
gona-Capraia nel gennaio del 1989 con
una capacità di 554 passeggeri e 78 auto-
vetture. Nel 2014 la motonave Liburna è
stata interessata da un completo proces-
so di “refitting”. È stato eseguito un mi-
glioramento dei ponti a sbalzo per il tra-
sporto degli autoveicoli (Car Deck), am-
pliando le corsie al fine di rendere più confortevole l’accesso e la scesa dalle vetture ed age-
volare le manovre. È stata effettuata una completa manutenzione ai motori principali e au-
siliari nonché alle pinne stabilizzatrici e agli organi di governo. Inoltre sono stati installati
automatismi di controllo sui motori principali e sui tre generatori che sono stati sostituiti da
tre nuovi gruppi con motori diesel Doosan e alternatori Mecc. Migliorati anche gli interni,
progettati e disegnati dallʼarchitetto Carlo Ciribì, con una ristrutturazione completa di am-
modernamento di tutti gli spazi dedicati ai passeggeri, insieme a un nuovo progetto di illu-
minazione e all’introduzione di nuovi servizi per l’intrattenimento a bordo, tra cui un atrio
passeggeri con area snack bar e una nuova sala giochi per i più piccoli.
Caratteristiche generali:
Dislocamento 480
Stazza lorda 1551,48 tsl
Lunghezza 71,15 m
Larghezza 14,01 m
Pescaggio 3,6 m.
Caratteristiche principali Motori LIBURNA:
traghetto alimentato con motore due 12 cilindri GMT, 4.270 kW
Identificazione Numero IMO: 8706727
Costruttori Fincantieri
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DIBATTITO EX ANTE: 27 maggio durante il Brainstorming a bordo della Nave
della Toremar Stelio Montomoli
SOFIA MANNELLI.
Il porto deve essere il biglietto da visita di Capraia. Le barche ormeggiate rappresentano una
grande opportunità per l’economia isolana, ma anche qui occorre studiare una maggiore so-
stenibilità per la gestione del porto, dei rifiuti provenienti dalle imbarcazioni, dall’uso, a volte
poco razionale dell’acqua potabile. Su questi punti è venuto il dr. Emanuele Troli, il nostro
responsabile a San Benedetto del Tronto dell’ecoporto, lavora con una società che svolge at-
tività di ricerca e servizi per tutto quello che riguarda il mare, infatti con lui Chimica Verde
Bionet ha fatto le famose cassette di PLA espanso biodegradabile, idea nata dalla collabo-
razione tra Troli e Marco Benedetti.
DIBATTITO EX POST: 28 maggio durante il Dibattito conclusivo a bordo della Nave della
Toremar Stelio Montomoli
Durante il viaggio di ritorno non si è dibattuto sulla tematica. Emanuele Troli ha dato la sua
disponibilità per collaborare sia sulla Pesca che sul porto sostenibile.
CAPRAIA SMART ISLAND
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27-28 MAGGIO 2017 ATTI DEL WORKSHOP
DIBATTITO EX ANTE: 27 maggio durante il Brainstorming a bordo della Nave
della Toremar Stelio Montomoli
Durante il viaggio di andata non si è dibattuto sulla tematica
DIBATTITO EX POST: 28 maggio durante il Dibattito conclusivo a bordo della Nave
della Toremar Stelio Montomoli
BIAGIO BERGESIO. Responsabile nazionale per l’Innovazione per Legacoop Agroalimentare
partecipa anche come LegaPesca
Vorrei segnalare un problema: non so se avete visto oggi siamo stati due ore al porto, la nave
… continuava a fumare … con una quantità notevole di emissioni in atmosfera. Se si calcolano 2
ore per 365 giorni quante tonnellate di gas serra e gas inquinanti vengono emessi in un anno in
porto? A mio parere non serve tanta tecnologia. Probabilmente con un cavo ed un minimo di
connessione a terra si riescono a tenere attive le funzioni vitali della nave in porto riducendo
l'inquinamento. Questo intervento è forse più semplice da realizzare che cambiare i motori della
nave. Magari coinvolgendo la Toremar. Risolvere il problema aiuta anche a migliorare la loro im-
magine ambientale. Vorrei segnalare una questione: non so se avete visto oggi siamo stati due
ore al porto, la nave …continuava a fumare…c’è una quantità di emissioni in atmosfera spaven-
tosa…per tenere in moto una nave quando con un cavo ed un minimo di connessione, non serve
probabilmente tanta tecnologia, si potrebbe cercare di risolvere un problema diretto, tutti i giorni
dell’anno per ? 365 giorni? Queste cose sono semplici! Magari coinvolgendo la Toremar…è im-
magine anche per loro. Si diceva prima che il marketing diventa uno strumento forte.
MARCO MASINI. Direttore Operativo di Assofrigoristi
L’impianto elettrico che c’è a Capraia non reggerebbe la nave
VITO PIGNATELLI. ENEA/ITABIA
Cambiare il combustibile, non è facile passare per esempio in una nave che ha avuto per
esempio qualche anno a diesel, passare a biodiesel scioglie completamente tutto quello che
c’è tutti i giorni in un sistema di filtrazione, te lo giochi! In una nave che per anni ha usato
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Varo: maggio 1988
Entrata in servizio 29 gennaio 1989
Motori GMT TIPO BL 230.12 MATRICOLA MOTORI N° 1624-1625 COSTRUITI DALLA GMT grandi
motori Trieste (ora WARTSILA) nel 1988 con il n° di commessa 1.839.10 per conto di Cantieri
di Livorno.
Dati Utili:
Ciclo Diesel 4 tempi
Potenza cadauno 2900 KW
Alimentazione con gasolio denaturato con percentuale di zolfo 0.1
Capacità di carico 60 veicoli
Passeggeri: inv 554 | est 592
POSSIBILI AZIONI-INNOVAZIONI:
1. Nuovo carburante, BIOCARBURANTE - biodiesel o HVO- oppure anche HVO
e gasolio miscelati.
2. Possibile Biometano
3. Presa elettrica a terra almeno per parte dei consumi quando la nave è ferma in soata.
CAPRAIA SMART ISLAND
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27-28 MAGGIO 2017 ATTI DEL WORKSHOP
DIBATTITO EX ANTE: 27 maggio durante il Brainstorming a bordo della Nave
della Toremar Stelio Montomoli
SOFIA MANNELLI.
Sull’efficienza degli edifici non abbiamo in questo momento chi rappresenta nel progetto il Kyoto
Club (Ne Francesco ferrante, ne Gianni Silvestrini), ma lascio la parola ad Asso Frigoristi, il diret-
tore operativo per parlare di pompe di calore, efficienza energetica, ricordo che Capraia è la pri-
ma sull’allegato del decreto delle isole minori di recente uscita che finanzia energia elettrica e
termica da rinnovabili sulle isole minori non interconnesse.
MARCO MASINI. Direttore Operativo di Assofrigoristi
Il vero problema è generare il freddo, si è parlato di disaccoppiamento con il tema delle
energie, lo storage non si fa soltanto con l’energia ma soprattutto con il termico. Noi
stiamo lavorando molto in questa direzione e produrre storage di energia termica è uno
dei punti fondamentali per eliminare il problema delle fonti non continue, quindi con
il biogas si può fare elettricità che si può utilizzare in un ciclo di compressione vapore
facilissimo ad alta intensità energetica, con le ultime ricerche con la CO₂ si riesce a fare
COP molto elevati e si scalda l’acqua fino a 90 gradi, quindi si risolve anche il problema
del riscaldamento, non soltanto per la generazione di acqua calda sanitaria per i pro-
cessi. Poi si è parlato di agricoltura, si è parlato di tante cose, pesca, dovunque c’è ne-
cessità di freddo. Il problema fondamentale è che tutte le cose che avete parlato, gene-
rano il freddo, quindi noi stiamo investendo molto, da decenni l’Italia è il regno della
meccanica del freddo è l’unico settore che non è calato in questi anni di crisi, continuan-
do a crescere in doppia cifra.
Abbiamo un parco installatori che stanno crescendo ed è molto attento a questi tipi di
problematiche. Abbiamo partecipato come asso frigoristi perché il decreto che è stato
fatto sulle isole minori, per me è veramente limitativo perché parla soltanto di pompe di
calore per l’acqua calda sanitaria e l’incentivo è solo per le piccole pompe di calore per
le caldaiette di casa. La trasversalità del freddo è fondamentale proprio per il disaccop-
piamento dal punto di vista delle fonti energetiche per il mantenimento della bontà del
cibo, per storare, per lavorare.
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un certo tipo di combustibile puoi introdurre un po’ di miscela ma non puoi cambiare com-
bustibile.
SOFIA MANNELLI.
Ma quello che diceva Biagio Bergesio e che io avevo sottolineato era allacciamo l’energia
elettrica della centrale ENEL alla nave, ma mi spiegano che in queste navi non esista la pos-
sibilità, proprio per come è costruito l’impianto elettrico, attacchiamo una presa ad alta ten-
sione alla nave in maniera tale che possa alimentarsi quand’è ferma quando mantiene accesi
solo i generatori per i servizi. Ho parlato con due comandanti che portano le nostre navi ed
entrambi mi hanno spiegato tecnicamente che non si può fare ma è una questione di distri-
buzione di energia elettrica all’interno della nave. Le nuove navi sono preparate per questo
però queste sono navi che hanno 30 anni e nessuno le cambia.
FOCUS EFFICIENZA DEGLI EDIFICI
Dal Censimento 2011 della popolazione e delle
abitazioni risulta che vi sono 361 abitazioni, di
queste sono 233 quelle in cui vivono stabilmente
i capraiesi. Le altre sono seconde case. Il moni-
toraggio non si allinea con il numero totale di
Clienti che usufruiscono dell’energia elettrica,
che è di 650.
La casa tipica capraiese risale al ‘700, ed è costi-
tuita da tre ambienti in verticale. Ciascuna stanza
ha mediamente una superficie di circa 25 mq e
un’altezza intorno ai 2,5 m. Le finestre sono pic-
cole e, anticamente non avevano imposte. Le case
sono state costruite per essere scaldate attraverso i camini a legna e sono fresche in estate.
Ogni casa era dotata di propria cisterna per la raccolta dell’acqua piovana che dei tetti veniva
incanalata e raccolta in tali serbatoi. Molte case sono state ristrutturate negli ultimi 20 anni
e trasformate in monolocali.
CAPRAIA SMART ISLAND
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27-28 MAGGIO 2017 ATTI DEL WORKSHOP
Due minibus, alimentati a gasolio, svolgono costantemente un servizio di trasporto pubblico dal
Porto al Paese. Un terzo minibus, anch’esso alimentato con fonti fossili, è stato recentemente
acquistato (2016) con una quota di fondi UE.
POSSIBILI INTERVENTI NEL SETTORE:
1. Orientare lo sviluppo del Servizio Pubblico con lì adozione di vetture elettriche.
2. Favorire il noleggio di biciclette, sia normali che a pedalata assistita
3. Favorire l’uso di barche con sistemi di propulsione elettrici
DIBATTITO EX ANTE: 27 maggio durante il Brainstorming a bordo della Nave
della Toremar Stelio Montomoli
SOFIA MANNELLI.
Sulla mobilità è interessante sapere che la ditta che gestisce il trasporto capraiese sta per com-
prare un nuovo pulmino, l’ultimo pulmino gli è stato dato e pagato con un cofinanziamento della
provincia di Livorno, ma alimentato a gasolio, dobbiamo cominciare ad esigere una mobilità
maggiormente sostenibile, quella elettrica.
Accordo generale sul tema
DIBATTITO EX POST: 28 maggio durante il Dibattito conclusivo a bordo della Nave
della Toremar Stelio Montomoli
Durante il viaggio di ritorno non si è dibattuto anche sul tema della mobilità sostenibile. A di-
cembre 2017 il Comune, in collaborazione con la Provincia di Livorno ha presentato un progetto
sulla decarbonizzazione dell’isola, prevendendo l’acquisto di biciclette a pedalata assistita sia
interventi per la realizzazione di servizi e infrastrutture di mobilità sostenibile con la previsione
di realizzare e/o potenziare servizi e infrastrutture di mobilità collettiva e/o condivisa a basse
emissioni. Tra le azioni del progetto si prevede l’acquisto di 1 minibus elettrico con ricarica Home
Charger, 10 biciclette MTB con pedalta assistita per uso promiscuo (residenti e turisti), 10 Trackers
satellitari GPS oltre alla realizzazione di 2 Ciclo-stazioni. Inoltre saranno realizzate delle pensiline
per le fermate dei mezzi di trasporto pubblico, le aree di ricovero e sosta per biciclette anche
dotate di apposite colonnine per la ricarica delle batterie di quelle a pedalata assistita.
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DIBATTITO EX POST: 28 maggio durante il Dibattito conclusivo a bordo della Nave
della Toremar Stelio Montomoli
Durante il viaggio di ritorno non si è dibattuto sulla tematica. Rimane la disponibilità dell’asso-
ciazione Assofrigoristi a partecipare alle iniziative riguardanti l’efficienza sugli edifici. Il Comune
ha predisposto progetti per incrementare l’efficienza energetica nel complesso delle scuole co-
munali e per lo stesso edificio sede del Comune.
FOCUS MOBILITÀ SOSTENIBILE: Descrizione Situazione viaria
La struttura viaria del territorio comunale di Capraia si caratterizza per la presenza di un’unica
strada asfaltata che unisce il porto al centro abitato del paese, con uno sviluppo di circa 800
metri. Un secondo tracciato in discrete condizioni è quello che dal paese si dirige verso sud ovest,
in direzione del Piano, dove si interrompe in località San Rocco per diventare un sentiero che si
dirige verso le pendici meridionali dell’isola. Dal Porto in direzione nord verso i territori dell’ex
Colonia penale la strada sterrata è stata recentemente resa carrabile con un finanziamento re-
gionale per far in modo che i concessionari riescano a raggiungere i terreni. La strada è vietata
al transito per i non residenti in modo da limitare la circolazione.
Un secondo tracciato in discrete condizioni è quello che dal paese si dirige verso sud ovest, dove
si interrompe in località il Piano per diventare un sentiero che si dirige verso le pendici meridio-
nali dell’isola. Le strade vicinali hanno uno sviluppo piuttosto ridotto e rappresentano tuttavia il
potenziale fulcro per la realizzazione di una sentieristica finalizzata ad un uso alternativo del
territorio a fini turistici, compatibilmente con la necessità di valorizzarne le risorse; ad alcuni
tracciati ben conservati, utilizzati di frequente da parte di un certo tipo di utenza turistica, si af-
fiancano percorsi contraddistinti dal progressivo avanzare dell’abbandono e del degrado, e in
molti casi in via di cancellazione.
Sull’isola sono presenti alcuni veicoli elettrici (motorini e biciclette) in dotazione ai residenti ac-
quistati con contributo del Ministero dell'Ambiente attraverso il "Programma Sostenibilità Isole
Minori" ci sono anche due punti di ricarica funzionanti.
Dal 15 giugno al 15 settembre di ogni anno, una delibera del Comune proibisce il movimento di
mezzi, non autorizzati, un’ora prima e un’ora dopo la partenza della nave. Sono esentati dalla
disposizione i commercianti e le persone con problemi fisici.
CAPRAIA SMART ISLAND
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27-28 MAGGIO 2017 ATTI DEL WORKSHOP
dove non ci dobbiamo nascondere, lungo le coste delle isole sono i rifiuti, gli scarti plastici
e gli imballaggi. Uno de punti che la ricerca sta cercando di risolvere è quello di lavorare e
trasformare gli imballaggi in risorsa, non solo le bioplastiche, vi sono molti altri materiali in-
teressanti che possono portare ad una decarbonizzazione dell’economia. In un’isola è cer-
tamente più facile se facciamo la giusta formazione e informazione alla cittadinanza. Lavo-
riamo per un’isola plastic-free!
Possibili finanziamenti
Carla De Carolis - Nei finanziamenti europei è tutto legato a quello che diceva Vito Pignatelli.
Solitamente i bandi che finanziano infrastrutture non finanziano ricerca. Per ques'ultima ci
sono appositi programmi specifici come il programma HORIZON 2020. Pertanto bandi di fi-
nanziamento orientati alla realizzaizone di impianti e infrastrutture richiedono che queste
siano già validate e presenti sul mercato.
Futuro di Capraia Smart Island
Francesco Petracchini - Capraia Smart Island prenderà una forma più definita? Assumerà
una forma associativa?
Sofia Mannelli - Come si fa normalmente nei progetti un gruppo di lavoro che continua a lavorare
e a coordinare senza forme associative lavora meglio, almeno all’inizio, spesso le organizzazioni
specifiche hanno molti costi e noi, al momento non abbiamo finanziamenti. Al momento ogni
gruppo farà il suo lavoro, farà la sua parte. Per esempio il CNR IIA, fa parte del gruppo Smart
Island mondiale, avete la capacità e professionalità per poter dare tanti in-put, di poter inserire
l’idea Capraia magari in altre proposte, Itabia e Chimica Verde credo che rimangano fondamen-
talmente nella comunicazione, nella diffusione, nel coordinamento, nel fare rete, il Kyoto Club
ha un ruolo un po’ come il nostro, politico (ricordiamoci che il Kyoto Club ha una presidente che
non è una donna, e ci auguriamo un prossimo premio Nobel!!! Catia Bastioli conosciuta in tutto
il mondo). Io l’ho sempre visto come un progetto comunitario all’interno del quale hai tanti par-
tner che fanno tante attività diverse, legate al concetto di smart island e isola sostenibile ed hai
un gruppo di gestione. L’importante che non si esca dalle idee principali di sostenibilità che ci
siamo dati fin dall’inizio. Se sei d’accordo non farei una società, un’associazione Capraia Smart
Island…ci sono mille associazioni!!! Noi siamo altro secondo me se siete tutti d’accordo.
PAGINA 55
ALTRE TEMATICHE EMERSE DURANTE IL DIBATTITO
Tassa di soggiorno – Turisti - Destagionalizzazione
Irene Ivoi - Altra cosa che volevo capire: a Capraia esiste una tassa di soggiorno per i turisti?
Sofia Mannelli - Si, i turisti pagano direttamente sul biglietto di arrivo a Capraia 1.50 euro
quando arrivano. Ecco perché all’andata si paga qualcosa in più per arrivare a Capraia. Non
conosco l’uso che se ne faccia.
Irene Ivoi - Sarebbe una cosa utile da capire. Un blocco di servizi per la comunità potrebbero
essere utili visto che ci sono questi problemi che creano maggior oppressione.
Pubblico<< In teoria loro con la tassa di ormeggio dovrebbero pagare tutti i servizi invece
chi è rada non paga e può arrivare con l’imbarcazione e portare tutti i rifiuti
Irene Ivoi - E magari donargli anche un souvenir dell’isola…una borraccia così te la vai a
riempire alla future fontanelle.
Katiuscia Eroe - Dal decreto le tasse di soggiorno devono essere finalizzate anche su que-
stioni ambientali. Noi abbiamo tutti gli anni il rapporto sulle isole…Capraia non ci ha rispo-
sto…I temi erano l’accoglienza, ecc…, e le questioni ambientali e non c’è nessuna percentuale
indicata…Quelle sono risorse che l’isola può usare. Ogni isola ha un minimo e un massimo
stabilito da decreto e possono deciderla in base a ciò che ritengono più opportuno ma gli
obbiettivi di utilizzo sono prestabiliti. Posso spedirvi il decreto !!!
Marco Benedetti - È molto importante dare un messaggio forte ad altre persone in giro per
il mondo a percorrere un cammino similare.
Sofia Mannelli - Il problema è anche turistico perché le 3000 persone arrivano 10 giorni in
un anno. Quindi se costruiamo un modello pilota, le persone verranno a vedere le tecnologie
che andremo a realizzare quindi, noi destagionalizziamo la stagione turistica più classica. La
gente non verrà per fare il bagno, ma per vedere un’azione pilota importante su un’isola.
Magari non ci verrà a Gennaio, Febbraio in cui le giornate sono corte ma c’è molto margine
per destagionalizzare un turismo evoluto.
Marco Benedetti - Usando la rete si può promuovere un movimento di questo tipo a costo
zero. Risolvere tematiche di questo tipo che abbiamo discusso in questi due giorni è un fe-
nomeno di interesse, ormai di massa e porta turisti quando si riesce o si prova a risolverli. I
temi dell’energia vengono considerati come un problema, vi sono anche altri materiali che
sfuggono al discorso del cibo che serve per produrre biogas o compost. I grandi problemi
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Il tuo prezioso contributo sarà sicuramente da sfruttare meglio perché è veramente valido. Quin-
di Carlo Chiostri aleggia! È stato un grande dirigente dell’ARSIA, Regione Toscana e adesso presta
il suo volontariato. come dice lui, all’Accademia dei Georgofili. Da quando c’è lui l’accademia ha
fatto 50 accordi di collaborazioni: tutti possiamo andare a fare convegni all’Accademia. Grazie
a tutti! Aspettiamo i contributi e vi aspettiamo tra un anno di nuovo a Capraia!
Ancora i doverosi ringraziamenti a Matteo Monni (Vice Presidente di Itabia) che, insieme a me,
è stato il primo del gruppo di lavoro a crederci ed ad aver lavorato sodo per poter realizzare
tutto questo, Francesco Ferrante vicepresidente del Kyoto Club. Lui in contemporanea al fe-
stival dell’economia circolare in Italia saluta tutti si scusa per non esserci ma ha lavorato tanto;
Francesco Petracchini che coordina il progetto Smart Island italiano per il CNR, tutta Chimica
Verde Bionet, la mia associazione, Maria Cristina Corazza dell’Enea che non è potuta venire
(ex sub commissario ENEA: loro hanno già fatto progetti come questi, non così ambiziosi ma
altrettanto belli!!); la comunità capraiese che ci ha creduto fin da subito, Marida Bessi e Gaetano
Guarente; Marida è uno dei due assessori capraiesi, assessore al turismo nonché una delle più
grandi ambientaliste dell’isola e Gaetano Guarente, il nostro sindaco (purtroppo deceduto il 3
novembre 2017) che, da subito ha amato questo progetto. Edy Deiana Mameli, artista, com-
merciante capraiese che ha seguito l’idea fin dagli albori; il
Prof. GianPaolo Traversari, il grande professore del Gruppo
Outdoor in Rete che si è fatto coinvolgere e ci ha affascinato
con il suo lavoro insieme ai ragazzi delle scuole sull’isola
per la riapertura dei sentieri. La società di navigazione To-
remar che ci ha ospitati a bordo mettendo a disposizione
la sala per il workshop, la Famiglia Riva che ci ha aperto ap-
positamente il Castello San Giorgio e Giusi Iadicicco che, no-
nostante fosse un giorno festivo, ci ha accompagnato con
gentilezza, professionalità e passione, infine i tanti, tantis-
simi capraiesi presenti al Convegno.
La Società di Navigazione Toremar ci ha aiutato a costruire un ponte verso isole sostenibili mentre
in questo momento nel mondo tutti costruiscono muri; le istituzioni che ci hanno concesso il pa-
trocinio quindi il Comune, il Parco Nazionale Dell’Arcipelago Toscano che purtroppo non è venuto
e ci dispiace moltissimo lo ribadisco e sono molto delusa per questo; l’accademia dei Georgofili
la più importante e antica accademia di agricoltura nel mondo ed il coordinamento FREE che è
il coordinamento di tutte le associazioni delle rinnovabili e dell’efficienza energetica in Italia.
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RINGRAZIAMENTI
Sofia Mannelli - Siamo quasi a Livorno e con questo viaggio di ritorno sta per terminare
un’esperienza decisamente bella e molto utile. Intanto grazie per aver partecipato a queste
due giornate, faticose ma anche piacevoli avendo potuto oggi visitare l’isola e godere della
sua bellezza. Vi ringrazio anche come padrona di casa perché mi considero a tutti gli effetti
una capraiese. Grazie a chi ha pensato il progetto, a chi lo ha reso possibile condividendo la
propria esperienza e passione con gli altri. È stato sicuramente bello. Il sole splendente e il
mare calmo ci hanno certamente aiutati, penso a quanto avremmo faticato a lavorare su
questa nave che rolla e beccheggia, per questo dobbiamo ringraziare la buona sorte. D’altro
canto la fortuna aiuta gli audaci! Quindi grazie a tutti voi. Carlo Chiostri e Luca Lazzeri hanno
dato l’idea di fondare l’associazione Chimica Verde e Carlo Chiostri che non è potuto venire,
prima dirigente della Regione, adesso direttore scientifico dell’Accademia dei Georgofili mi
ha chiamato apposta dicendomi di invitare Edi Campolmi ed Edi nel giro di 24 ore ha chiesto
al dirigente e ha detto di poter venire.
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Gaetano Guarente e Sofia Mannelli
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GLI ESPERTI CHE HANNO ADERITO AL PROGETTO
Tutti partecipanti sono venuti a proprie spese. Si ringrazia la società di navigazione Tore-
mar ha permesso agli esperti di viaggiare a costo zero e agli accompagnatori di venire con
tariffa scontata.
Abbiamo raccolto gli amici che sappiamo essere interessati nello svolgere un qualcosa per
Capraia, realizzare non tanto per Capraia, ma a realizzare un progetto pilota particolare per-
ché i progetti pilota hanno la caratteristica di essere ripetibili, qui siamo di fronte ad un pro-
getto pilota su un’isola già alimentata al 100% da energia elettrica rinnovabile, ma noi vor-
remmo andare oltre, migliorare l’attuale sistema a biodiesel e aumentare la sostenibilità
dell’intera economia isolana. A Capraia vi sono molte criticità: I rifiuti, la loro strana diffe-
renziazione ed il fatto che vengano tutte compattate e inviate a Livorno, la questione rama-
glie, per questo abbiamo invitato il prof. David Chiaramonti presidente del Consorzio Record
e docente di energia rinnovabile a Firenze all’Università di Firenze, che è appena stato insi-
gnito dell’unico premio che la Commissione Europea riconosce agli esperti di energie da bio-
masse. In 22 anni è il secondo italiano al quale viene conferito.
Altri importanti ospiti sono: l’ing. Biagio Bergesio, dirigente di Legacoop agroalimentare e
responsabile per l’Innovazione, che questo momento rappresenta l’intera Legacoop e l’intera
Legapesca in quanto delegato, Beppe Croce il nostro direttore di Chimica Verde, anche pre-
sidente di Federcanapa ed è anche responsabile dell’agricoltura per Legambiente. Altri che
conoscerete in questa due giorni.
La dottoressa Edi Campolmi è funzionaria della Regione Toscana e rappresenta gli usi civici.
L’isola ha un’enorme territorio in gestione agli usi civici che era l’ex colonia penale ed è uno
dei pochissimi e con edifici normalmente sono aree boschive o pascolo.
Abbiamo Carla de Carolis, che è la nostra esperta di finanziamenti, lei è la responsabile ita-
liana di un importante società di Bruxelles che lavora sui finanziamenti e di progetti approvati
ne ha avuto molti, è anche consigliera di Itabia
Noi abbiamo diviso le attività in focus: energia, mobilità, rifiuti, agricoltura, pesca, ecoporto,
edifici sostenibili e acqua e utilizzo dei finanziamenti.
Avete ricevuto le schede, che presentano lo status quo dell’isola, quindi cosa c’è sull’isola,
com’è la situazione, delle possibili proposte di innovazione condivise con il gruppo di lavoro:
Matteo Monni, vicepresidente di ITABIA, e Francesco Petracchini ricercatore dell’Istituto per
l’Inquinamento atmosferico e Francesco Ferrante, vicepresidente del Kyoto Club che non è
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presente in nave ma ha seguito i lavori e condiviso i documenti che sono usciti.
Enea e Cnr sono presenti anche perché hanno due progetti per la digestione anearobica tarati
sulle piccole comunità e modulabili, quindi il problema capraiese legato alla forsu che non
viene differenziata ma compattata nella frazione indifferenziata e mandata in continente,
potrebbe avere una soluzione. Per i capraiesi sarebbe utile ottenere le tariffe puntuali, è ov-
vio che meno rifiuti si portano sul continente, più bassa sarà la loro bolletta, quindi queste
sono le attività che immediatamente potrebbero avere anche un impatto di risparmio imme-
diato per la popolazione.
Enel doveva essere presente con Armando Giacomi che è il responsabile Enel Roma dell’in-
novazione, aveva iniziato a studiare nell’area marina protetta, qualcosa con il mare motrici
o le correnti o l’altezza dell’onda.
Abbiamo Carlo Durante di ETA Blade, grande esperto di eolico, Alida Specialeanche lei di ETA
Blades grande esperta di fotovoltaico e di comunicazione. Carlo Durante da sempre esperto
di eolico, ha fatto i grandi parchi eolici in Italia, produttore di pale eoliche e di tante altre at-
tività, è uno dei pochi economisti dell’energia in Europa, studia l’energia rinnovabile.
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NOME/COGNOME RUOLO
Laura Brambilla Responsabile rifiuti LegambienteFausto Ferruzza Presidente Legambiente ToscanaUmberto Mazzantini Legambiente Parco Nazionale arcipelago ToscanoDavid Chiaramonti Presidente Consorzio RE-CordCarla de Carolis Consulenza Finanziaria Progetti BruxellesMatteo Fabbri Convegno Capraia Smart IslandSara Guerrini NovamontArmando Giacomi Responsabile Marine Energy EnelLeonardo Mannari REA Ambiente, Direttore TecnicoMatteo Trumpy REA Ambiente, Amministratore UnicoGuido Soldi Convegno Capraia Smart IslandPier Paolo Traversari Responsabile Scuole Outdoor in reteMarina Pardini Convegno Capraia Smart IslandElena Valenzi Università Firenze Dipartimento di Scienze delle Produzioni
Agroalimentari e dell’Ambiente (DISPAA)Giulia Spada Università Firenze Dipartimento di Scienze delle Produzioni
Agroalimentari e dell’Ambiente (DISPAA)Giordano Fossi Società Myricae srlFilippo Reschiglian Società Myricae srlFranco Faggi Vice presidente di Assofrigoristi italianiDinella Bruno Convegno Capraia Smart IslandArmando Boldrini consigliere del direttivo di AssofrigoristiMarco Masini Direttore operativo di AssoffrigoristiIrene Ivoi Architetto Esperta di rifiuti e DesignAda Baldi Fondazione Clima e SostenibilitàFederico Lazzotti Il Tirreno, giornalistaLorenzo D'Avino Vicepresidente CVBFausto Morelli Responsabile Commerciale Morelli S.p.A.Alessandro Gibbi coresponsabile del progetto MicroWater Marco Coronini responsabile comunicazione Morelli divisione greenValerio Cipollini marketing director Morelli divisione green
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NOME/COGNOME RUOLO
Sofia Mannelli Presidente Chimica Verde Bionetcoordinatrice Gruppo di lavoro Gdl
Matteo Monni Vice Presidente ITABIA, gruppo di lavoroVito Pignatelli Responsabile del coordinamento Tecnologie Biomasse
e Bioenergie ENEA e Presidente ITABIA, GdLFrancesco Petracchini CNR istituto inquinamento atmosferico, GdlMarco Segreto CNR istituto inquinamento atmosferico, GdlNicola Pirrone Direttore CNR istituto inquinamento atmosferico, GdlMaria Cristina Corazza Responsabile Comunicazione ENEA, ex Sub Commissario ENEAFabio Di Marzo Convegno Capraia Smart IslandMario Gamberale Kyoto ClubCesare Agnello Convegno Capraia Smart IslandMarina Stevanato Convegno Capraia Smart IslandBiagio Bergesio Responsanile Nazionale Innovazione Legacoop Agroalimentare
viene anche come LegapescaAngela Viassone Convegno Capraia Smart IslandMassimo Centemero direttore Consorzio Compostatori ItalianoLuca Lazzeri primo ricercatore CREA Cin BolognaMarco Benedetti Consigliere Chimica Verde Bionet e Green EvolutionNiccolò Benedetti Chimica Verde Bionet, sportelloPratoGiuseppe Croce Direttore Chimica verde Bionet e responsabile nazionale
Agricoltura di Legambiente.Luciana Angelini UniPi -Prof. ordinario, Consigliere CVBUgo Montanari Prof. Emerito. Dipartimento Informatica Università di PisaEmanuele Troli Direttore Blue marine service, san Benedetto del TrontoEdi Campolmi Direzione generale Competitività del sistema regionale
e sviluppo delle competenze . Responsabile usi CiviciCarlo Durante Partner Etablades, managing partner di eLeMeNS Alida Speciale eLeMeNS - società di consulenza indipendente per l'energia,
PartnerKatiuscia Eroe Responsabile energia rinnovabile Legambiente