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ATA corso qualificazione avanzata Area B Area Comunicazione Formatore Prof. Enrico BASILE

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ATA corso qualificazione avanzata Area B

Area Comunicazione

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URP Direttiva Frattini7/2/2002L’URPdeve contribuire, per il tramite del proprio Responsabile, al coordinamento delle funzioni di comunicazione dell’Ente.

Responsabile URP

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Direttore ufficio stampa

Portavoce

Piano di comunicazione

Direttiva Frattini 7/2/2002Ascolto cittadini: gestione dei suggerimenti e reclami

Gestione dell’eventuale disservizio.

Partecipazione dei cittadini all’attivitàdell’amministrazione

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Normativa• L. 150/2000 prevede l’ Ufficio Relazioni con il Pubblico URP organizzato con la

finalità di garantire al cittadino• la partecipare e l’accesso all’attività della pubblica

amministrazione, attraverso il coinvolgimento e l’aggiornamentocostanterispetto agli iter dei procedimenti amministrativi.

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ComunicazioneEsterna : trasferire le informazioni e comunicazioni verso l’esterno;Interna: la comunicazione interna all’organizzazione deve risultareefficace e funzionaleall’organizzazione.

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URPArt. 97 Costituzione - Imparzialità e buonandamento

T r a s p a r e n z a a m m i n i s t r a t i v a

Q u a l i t à d e i s e r v i z i

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Urp e funzioni L. 150 7/06/2000

In particolare all'URP sono assegnate funzionidi:·Informazione sulle disposizioni normative, su temi di rilevante interesse pubblico e sociale, sulle attività e i servizi

dell'Amministrazione di appartenenza;·Comunicazione Esterna;·Accesso agli atti;·Comunicazione Istituzionale on line, essenzialmente attraverso la promozione dell'adozione di sistemi di interconnessione telematica e il coordinamento delle reti civiche;·Ascolto e misurazione della qualità dei servizi;·Comunicazione interna;·Comunicazione interistituzionale, attraverso l’istituzione di flussi informativi tra gli uffici per le relazioni con il pubblico delle varie amministrazioni.

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Comunicazione esternaCostituire un canale permanente di ascolto e verifica del livello di soddisfazione del cliente/utente

ENTE

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Amministrazioni / entiImprese /associazioni

Utenza/cittadini

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Comunicazione esterna -scopifar conoscere l'Amministrazione, i servizi e i progetti dell'ente;

· facilitare l'accesso ai servizi e agli atti dell'Amministrazione;

· conoscere e rilevare i bisogni dell'utenza;

·migliorare l'efficacia e l'efficienza dei servizi;

· favorire i processi di sviluppo sociale, economico e culturale;

· accelerare la modernizzazione di apparati e servizi;

· svolgere azioni di sensibilizzazione e policy making.

Comunicazione esterna - Strumenti

strumenti

Scritti:Lettere, newsletter,opuscoli,questionari

Parlati:Lezioni, conferenze

focus group,interviste

Visivi: foto, immagini

Tecnologici:Tv,computer, telefono

(smart)

Eventi: mostre,fieri, spettacoli

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Comunicazione interna - flussi

Top down

Bot

tom

-up

Rete

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Organizzazione gerarchica Gli utenti, dipendenti trasmettono richieste, info ai respondabili, manager, direttori

Sviluppata con il crescente utilizzo di internet

Comunicazione interna ed efficienza

Studio del tipo di utenza,del contesto, delle necessità,

delle criticità

Stabilire modelli e standards da utilizzare dagli

attori

Individuare criteri

condivisibili Pianificazione

dettagliata, condivisa

Verifica e monitoraggio

del gradimento e dell’efficacia

Stabilire obiettivi da raggiungere

Migliorare la condivisione diinformazioni e le buone pratiche tra uffici (ATA) e tra uffici e docenti

.

Aumento del senso di appartenenza del lavoratore e diminuisce possibilità di commettere errori, migliora il climadell’organizzazione

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Comunicazione interna e climadell’organizzazione

Una buona comunicazione interna permette di creare un clima aziendale collaborativo, l’efficace inoltre l’efficienza dell’operato si accresce egli obiettivi si ottengono in minor tempo.Determinanti per l’ambiente in cui si opera, risultano il numero di riunioni interne, le occasioni discambio e di incontri, di formazione, di addestramento, la turnazione. Gli strumenti adottati si ripercuotono sul senso di appartenenza e partecipazione al sistema percepito dal dipendente.

Buona comunicazione interna

All’esterno si percepisce una organizzazione

efficace ed efficiente.Affidabile

Aumenta il senso di appartenenza e partecipazione i

risultati si raggiungono rapidamente

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Comunicazione interna – studio di uncasoAnalisi del contesto

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Possibile indagine…

Quale tipo di comunicazione si percepisce almomento? I dipendenti conoscono degli obiettivi dell’istituto?I dipendenti si ritengono sufficientementeinformati?Quali sono Le fonti di informazione preferite dai dipendenti?Gli strumenti utilizzati sono comprensibili a tutti?Quale il grado di diff La necessità e l'utilità della comunicazione è prioritaria?

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Comunicazione scritta

1. Chi?2. Che cosa?

3. Dove?4. Quando?5. Perché?

Comunicazione scritta1. Prossimità (deve essere in stretto rapportocol lettore)2. Immediatezza (deve precedere o seguire con tempestività l'avvenimento di cui siparla)3. Conseguenze (deve avere conseguenze per illettore)4. Progresso5. Tensione6. Conflitto7. Emozioni

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Comunicazione scritta1.Le frasi devono esse re brevi e lineari.2.Bisogna preferire le frasi di forma coordinata a quelle di forma subordinata;3.Ogni frase deve contenere una sola informazione.4. E' preferibile usare la forma attiva del verbo, e non

la formapass iva o impersonale5.E' opportuno specificare sempre il soggetto.

Comunicazione scritta6. E' preferibile usare la forma affermativa della frase;7. L'indicativo è preferibile al congiuntivo o al condizionale;8. Occorre preferire congiunzioni in u so nella lingua parlata (s e , a n c h e s e , pe rché , poiché, quando , ecc . ) a quelle di tono e levato ( a condizione che , ove , qualora , affinchè, dal m o m e n t o che , ecc . ) .9. Usare tutte le volte che è possibile parole semplici efamiliari. Ad esempio , al pos to di reca rs i -andare , encomio-lode, inter loquire-parlare , all 'uopo-perciò, t e s t è -poco fa , a l t res ì -anche, eccepi re -contes ta re .

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Comunicazione scrittaLavoro interattivo

TRASMISSIONE DI DELIBERAZIONE DI GIUNTA REGIONALE N. 138 DEL11/02/1997 AVENTE PER OGGETTO "CRITERI DI APPLICAZIONE DELLA DISCIPLINA RELATIVA AI TERMINI DI

PREAVVISO PER LA RISOLUZIONE DEL RAPPORTO DILAVORO.Si trasmette, in allegato alla presente, copia della deliberazione specificata in oggetto.Tale deliberazione, adottata dalla Giunta Regionale in data 11 febbraio 1997, èattualmente all'esame della C.C.A.R.E.R.Invitando i responsabili di Servizio a curare l'opportuna preventiva informazione neiconfronti di tutto il personale regionale, si precisa che i criteri relativi all'istituto delpreavviso stabiliti nel provvedimento di cui trattasi saranno applicati a partire dallapubblicazione del provvedimento stesso sul B.U.R.E.R. Cordiali saluti

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Comunicazione scritta soluzione

TERMINI D I PREAVVISO PE R LA CESSAZIONE DEL RAPPORTO D I LAVOROVi informiamo che la Giunta Regionale h a definito i nuovi "Criteri di applicazione dei

termini di preavviso pe r la cessaz ione del rappor to di lavoro."

La disciplina è s t a t a a d o t t a t a con Deliberazione di Giunta n . 1 3 8 del 2 febbraio

1 9 9 7 .

Ve n e inviamo u n a copia, invitandovi a diffondere l ' informazione al persona le del vos t ro

Servizio.

Precisiamo che al m o m e n t o il t e s to è a l l ' esame della Commiss ione Regionale pe r

il Controllo sugli Atti e che i criteri en t r e r anno in vigore dopo la pubblicazione sul

Bollettino Ufficiale.

Cordiali saluti

Comunicazione pubblica

Comunicazione del

SOGGETTO PUBBLICO

Attività NORMATIVA

Attività di GOVERNO

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Comunicazione pubblica

CITTADINOSTATO Fiducia reciproca Collaborazione

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Comunicazione istituzionale obiettivi

Allargare la conoscenza delle strutture e dei compiti dellapubblica amministrazione

Promuovere comportamenti socialmente utili in appoggio aprovvedimenti di legge orientati in sensodemocratico anche attraverso una maggiore partecipazione civica

Comunicazione istituzionale e l’immagine della P.A.

PAAttua un piano coordinato di

interventi atti a salvaguardare la

propria immagine

Pregiudizi

Convinzioni

Rafforzare il sentimento di appartenenza e

identificazione con l’Ente pubblico

CONTESTO STRATEGIA OBIETTIVO

Giudizi

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Comunicazione istituzionale

FRONTOFFICEIl rapporto con ilpubblico

è fondamentale

E’ l’immagine dell’enteDipendenti P.A.

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Comunicazione istituzionale

RISORSE UMANE DELLA PUBBLICAAMMINISTRAZIONE

INTERPRETI DELLA CULTURA DEL SERVIZIO E DISPOSTI A RIMETTERSI CONTINUAMENTE INDISCUSSIONE

INTERPRETARE E SODDISFARE I BISOGNI DELCITTADINO

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Comunicazione interpersonaleLa comunicazione si svolge per mezzo di segni: fenomeni che significano qualcos'altro rispetto al fenomeno stesso. La scienza dei segni si chiama semiotica.

Codici o linguaggi Istruzioni per l’uso mettono in relazione I segni l’uno conl’altro

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Comunicazione interpersonale

TIPOLOGIE diComunicazione

VERBALENON VERBALE

MEDIATA

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Comunicazione interpersonale

LE FUNZIONI DELLACOMUNICAZIONE

INFORMATIVA

DICONTROLLO SOCIALE

ESPRESSIVA

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COMUNICAZIONEINTERPERSONALE

CLIMAORGANIZZATIVO

ATMOSFERA PSICOLOGICA CHE SI PERCEPISCE

GENERALE ATTEGGIAMENTO DELLE PERSONE VERSOL’ORGANIZZAZIONE

COMPORTAMENTO DI INDIVIDUI E

GRUPPI ALL’INTERNO

DELLASTRUTTURA

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COMUNICAZIONEINTERPERSONALEIL CLIMA ORGANIZZATIVO – COMUNICAZIONEEFFICACE

CONDIVIDERE I PROBLEMI DELL’ENTE

COINVOLGIMENTO DELLEPERSONE

OGNUNO SI FA CARICO DELLA SOLUZIONE ASSUMENDONE E

CONDIVIDENDONE LA RESPONSABILITA’

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COMUNICAZIONEINTERPERSONALECLIMAORGANIZZATIVO

CLIMA DISUPPORTO

Le persone condividono le informazioni Lavorano insieme

Risolvono i problemiGli errori visti come opportunità per

imparare;Le persone si sentono apprezzate

Questo tipo di clima incoraggia e migliora la comunicazione

CLIMA DIDIFESA

Le persone si tengono per sé le informazioni ; lavorano in competizione;

gli errori sono visti come disgrazie da evitare; i successi degli altri suscitano

gelosie; le persone sono convinte che si voglia esplicitare un continuo controllosu

di loro per poterle sfruttare

Polarizzazione NOI contro gliALTRI

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COMUNICAZIONEorganizzativa

ORGANIZZAZIONECaratteristiche

Struttura comunicativa formalizzata

Obiettivo esplicitamente definito

Sistema di procedure standardizzate

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COMUNICAZIONEorganizzativa

Comunicazione Formale Comunicazione Informale

Fra individui che occupano differenti posizioni

Fra individui in quanto tali che però devonooccupare una posizione ben precisa

nell’organizzazione

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COMUNICAZIONEorganizzativaComunicazione

INFORMALE

Funzionale NONFunzionale

AFunzionale

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COMUNICAZIONEorganizzativa

Livelli della Comunicazione O

FUNZIONALE

STRATEGICA CREATIVA

FORMATIVA

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COMUNICAZIONEorganizzativaCOMUNICAZIONEFUNZIONALE

Informazioni che supportano la realizzazione del processo lavorativo

ES. ISTRUZIONI CHE I CAPI DI TUTTI I LIVELLI E SETTORI FORNISCONO AI

LOROCOLLABORATORI

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COMUNICAZIONEorganizzativaCOMUNICAZIONESTRATEGICA

Informazioni necessarie a far conoscere l’ente nel suo complesso

Strumenti utilizzati:Riviste aziendali, brochure, articoli redazionali, pubblicità sui giornali,

interviste rilasciate dal top management, posta elettronica

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COMUNICAZIONEorganizzativaCOMUNICAZIONEFORMATIVA

Attività formativa vera e propria su temi comunicazionali

Obiettivo: acquisire conoscenze esviluppare capacità per aumentarel’efficacia dei processi comunicativi

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COMUNICAZIONEorganizzativaCOMUNICAZIONECREATIVA

Scambio e dialogo all’interno della struttura organizzativa

Riguarda la trasmissione di un sapere innovativo, la soluzione di problemi

attraverso una comunicazione interpersonale, in particolare utilizzando

tecniche di Brainstorming e gruppi di studio

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COMUNICAZIONEORGANIZZATIVAOBIETTIVITRASVERSALI

TIPOSTRATEGICO

TIPO GESTIONALE

TIPOOPERATIVO

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COMUNICAZIONEORGANIZZATIVATIPOSTRATEGICO

PROPOSTA ORIENTAMENTO DELL’ENTE ATTRAVERSO

VALORIGUIDACOIVOLTI

ATTORIINTERNI

ATTORIESTERNI

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COMUNICAZIONEORGANIZZATIVATIPO GESTIONALE

SUPPORTOCAMBIAMENTO

GESTIONALE

ORGANIZZATIVO

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COMUNICAZIONEORGANIZZATIVATIPOOPERATIVO

SUPPORTO PROCESSO

EROGAZIONE

PRODUZIONE

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COMPETENZE DI COMUNICAZIONEINTERPERSONALE

La comunicazione deve facilitare i processi decisionali, gestionali e produttivi

favorendo sempre più la partecipazione/cooperazione e il

trasferimento /condivisione diskills professionali e relazioni

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COMUNICAZIONEOgni attività di comunicazione dev’essere pianificata in modo integrato, collegata alle strategie dell’azienda e inserita in un piano organico.

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TEORIE E MODELLIORGANIZZATIVIEvoluzione

Organizzazione scientifica del lavoro.

Le relazioni umane.

La scuola comportamentista e motivazionale.

I modelli socio tecnici e le teorie della contingenza

Le teorie « costi di transazione» delle « reti organizzative» e l’approccio«cognitivo»

TEORIE E MODELLIORGANIZZATIVIEvoluzione – 1903/1915

I lavoratori considerati –ingranaggi- di una grande macchina produttiva; estrema parcellizzazione dell’organizzazione del Lavoro; misurazione dell’attività lavorativa; riduzione del lavoro a compiti elementari; assegnazione di un tempo standard

Organizzazione scientifica del lavoro

Il lavoratore deve essere concentratonella sola esecuzione e deve essere addestrato a

farlo

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TEORIE E MODELLIORGANIZZATIVIEvoluzione – 1933/1945

Relazioni Umane - Mayo

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• L’azione del lavoratore deve esserevista nel suo complesso;

• Le motivazioni e le aspettative dei lavoratori influenzano l’esecuzione del compito;

• Il tempo standard non tiene contodelle diversità individuali;

• Il lavoro individuale non è migliore (piùproduttivo) del lavoro di gruppo.

TEORIE E MODELLIORGANIZZATIVIEvoluzione da 1950 a 1980

Scuola comportamentista e motivazionale Maslow, Herzberg, Argyris, Drucker, Mintzberg

• Teoria dei bisogni in chiave evolutiva;• Organizzare la produzione attraverso i metodi di

coinvolgimento e rotazione periodica;• Organizzare gruppi di lavoro;• Il management riveste ruolo fondamentale nella

gestione della complessità aziendale.

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TEORIE E MODELLIORGANIZZATIVIEvoluzione da 1950 a 1980

Scuola comportamentista e motivazionale Maslow, Herzberg, Argyris, Drucker, Mintzberg

• Teoria dei bisogni in chiave evolutiva;• Organizzare la produzione attraverso i metodi di

coinvolgimento e rotazione periodica;• Organizzare gruppi di lavoro;• Il management riveste ruolo fondamentale nella

gestione della complessità aziendale.

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TEORIE E MODELLIORGANIZZATIVIEvoluzione anni ‘50-’70

Modelli socio-tecnici e le teoriedella «contingenza» Woodward, Emery, Trist, Simon, Thompson

• L’impresa è un sistema aperto, influenzato dai fattori ambientali;• introduzione del concetto di razionalità limitata ed analisi dei

principali processi decisionali;• rapporto tra struttura organizzativa e cicloproduttivo;• organizzazione come

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risultato coerente del rapporto tranorme/tecnologie/processo produttivo;

• partecipazione dei lavoratori alla definizionedell’organizzazione.

TEORIE E MODELLIORGANIZZATIVIEvoluzione anni ‘80-’90

Teorie dei «costi di Transazione», delle «reti organizzative» e l’approccio «cognitivo» Williamson, Nacamulli, Rugiadini, Butera, Beccatini, Weick,Zan

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• le relazioni nell’impresa e tra imprese, analizzate come costi di transazioni;

• la gerarchia, il mercato, ilclan;• Evoluzione dei modelli dell’impresa verso l’impresa rete e la rete di

imprese;• l’impresa che apprende.

TEORIE E MODELLIORGANIZZATIVILEAN Production 2000-2016

Si riducono le figure che svolgono solo una funzionegerarchica, si passa da un modello d’impresa di tipopiramidale (basato

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piatta (con menosulla gerarchia) livelli gerarchici

ad un’impresa e basata sulla

cooperazione).

L’EVOLUZIONE DELLE PUBBLICHEAMMINISTRAZIONI

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ELEMENTIORGANIZZATIVI MODELLOBUROCRATICO MODELLOTELOCRATICO

1. ambiente di riferimento prevedibile turbolento

2. strategia atti amministrativi

conservazione/mantenimento

nicchia

obiettivi evolutiva/innovativa

personalizzazione/qualità

3. struttura Piramide; accentrata; rigida;

compartimenti stagni

a rete; decentrata;flessibile;

circolarità/feedback

4. sistema decisionale scarsa responsabilità; scarsadelega;

poco tempestivo

responsabilità sugliobiettivi; delega per

competenza; tempestività

5. leadership Autoritaria;burocratica

adattiva

Partecipativa; innovative;

Professionale.

6. sistema di relazioni

sindacali

Consociativo; corporativismo Partecipativo; obiettivi condivisi.

IL CONCETTO DILEADERSHIPDIRIGENTE PUBBLICO, ATTORE FONDAMENTALE PER UNA GESTIONE EFFICACE DEL

CAMBIAMENTO , NUOVO PROFILO PROFESSIONALE E SUOI AGGREGATI

Le prestazioni, cioè il raggiungimento dei risultati sulla base della propria attività amministrativa e gestionale, come consuntivati dal controllo di

gestione.

Le competenze organizzative, cioè la verifica dei comportamenti dirigenziali

relativi allo sviluppo delle risorse professionali, umane e organizzative.

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Principali modelli di leadership1) Autocrazia;2) Burocrazia;3) Relazioni umane;4) Partecipazione;5) Autonomia.

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Modello - Leadership AutocraticaVARIABILI

ORGANIZZATIVE

AUTOCRAZIA

Caratteristiche strutturali Metodi autoritari (forza e tradizione).Viene esercitato il controllo completo su tutti gli aspetti del

comportamento dei collaboratori

Contesto organizzativo Primitivo. Poco evoluto.Guerra, caccia, agricoltura, sono situazioni che implicano la

ricerca dei mezzi fondamentali di

vita a livello disussistenza

Motivazione dei collaboratori Fisica.Orientamento motivazionale verso i bisogni fisici di

"sopravvivenza”

Modello Leadership - Burocratica

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VARIABILI ORGANIZZATIVE BUROCRAZIA

Caratteristiche strutturali Rapporto razionale e utilitario tra capo ecollaboratori.I compiti assegnati sono molto specializzati e lemodalità di esecuzione completamente stabilite dal superiore.

Contesto organizzativo Attività di routine. Compiti ripetitivi.E' necessario uno stretto controllo dall'alto per assicurare l'ottenimento di prestazioni ottimali.

Motivazione dei collaboratori Sicurezza.I collaboratori trovano le ricompense economiche, la stabilita' e l'ordine di questo tipodi leadership e di questa forma di tecnologia molto soddisfacenti.

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Modello delle relazioniumaneVARIABILIORGANIZZATIVE RELAZIONIUMANE

Caratteristiche strutturali Aspetto sociale del rapporto fra capo e collaboratori;Il capo incoraggia l'interazione sociale e l'affiliazione;Per ottenere l'acquiescenza si impiegano ricompense e sanzioni di tipo sociale

Contesto organizzativo Attività di serviziTecnologie che comportano l'erogazione di servizi personali per assistere gli altri sono le piùappropriate a questo stile di direzione

Motivazione dei collaboratori SocialeBisogni sociali di dare e ricevere affetto e approvazione

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Modello della partecipazioneVARIABILI

ORGANIZZATIVEPAR T E C I PAZ I ONE

C a r a t t e r i s t i c h e s t r u t t u r a l i R a p p o r t o e g u a l i t a r i o n e l q u a l e i c o l l a b o r a t o r i v e n g o n o i n c o r a g g i a t i a c o n d i v i d e r e l er e s p o n s a b i l i t à d e l s u p e r i o r e n e l l a s o l u z i o n e d e i p r o b l e m i

C o n t e s t o o r g a n i z z a t i v o I n f l u e n z a e c o m p e t e n z a .I compiti dei collaboratori comportano l'esercizio di una " i n f l u e n z a " o d i u n “ c o n t r o l l op r o f e s s i o n a l e ” s u l c o m p o r t a m e n t o d i a l t r e p e r s o n e

Motivazione dei collaboratori E g o .I c o l l a b o r a t o r i s o n o c a r a t t e r i z z a t i d a l b i s o g n o d i m i g l i o r a r ee d i r a f f o r z a r e l a v a l u t a z i o n e c h e e s s i d a n n o d i s e ' ,o t t e n e n d o p r e s t i g i o , r i c o n o s c i m e n t o .

Modello dell’autonomia

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VARIABILI ORGANIZZATIVE

AUTONOMIA

C a r a t t e r i s t i c h e s t r u t t u r a l i Sui collaboratori non viene esercitato alcun c o n t r o l l o :Il superiore fornisce soltanto informazioni e s u p p o r t o a m m i n i s t r a t i v o .I c o l l a b o r a t o r i s o n o l ibe r i d i s c e g l i e r e i c o m p i t id as v o l g e r e e l a l o r o m o d a l i t à .

C o n t e s t o o r g a n i z z a t i v o At t i v i t à c r e a t i v a .E ' e f f i c a c e p e r i c o m p i t i " c r e a t i v i " c h ec o m p o r t a n o l a c r e a z i o n e d i s i s t e m i c o m p l e s s i o d i i d e e .E ' e s s e n z i a l e p e r t r a d u r r e l e i n t u i z i o n i i n l a v o r o c r e a t i v o .

M o t i v a z i o n e d e i c o l l a b o r a t o r i I n t e l l e t t u a l e ;B i s o g n i c h e r i g u a r d a n o i d e a l i a s t r a t t i ec o n c e t t u a l i q u a l i : l ’ a u t o r e a l i z z a z i o n e , l a c o m p r e n s i o n e t e o r i c a e l ’ a p p r e z z a m e n t o e s t e t i c o

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LEADERSHIPle a de rsh ip è p iù e ffica ce n e lle pu bb lich e

La sce lt a m ig liore in a s s olu to n on e s is t e ,Quale tipo di

amministrazioni?dipende d a :

• contes to organizzativo, ( s t a to di evoluzionedella cultura organizzat iva) ;

• te cn olog ia de l com pito, (da lla t ipolog ia de i p roce s s i necessar i alla funzione pubblica d a eserc i ta re , dallaforn itu ra de i s e rvizi) ; m ot iva zion i de i co lla bora tori, (dal s i s t ema di relazioni di lavoro,

• dalle carat ter ist iche personal i e professionali dei sogget t i coinvolti).

LEADERSHIP

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Grazie per l’attenzione