Assodimoda Giugno

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Pubblicazione mensile digitale Registrata presso il tribunale di Milano il 27/11/2008 nr 702 Distribuzione gratuita. Editore Grafiche Milani s.p.a. Milano P.le Cadorna 6 Direttore responsabile Massimo Costa. [email protected] organo ufficiale di ASSOMODA Notizie su aziende, showroom, distribuzione e novità ..... 5 numero Pubblicazione mensile Editoriale Azienda del mese Showroom del mese Temporary news Fashion designers Giovani Moda/Economia La Vetrina annunci Manifestazioni /09 E... C O NV E N ZIONI IL CAMINETTO DEL PRESIDENTE Nicola Bardelle di Jacob Cohen Giulio di Sabato incontra Incontriamo oggi il titolare di Jacob Cohen, Nicola Bardelle, che guida l’azienda insieme al padre e fonda- tore Tato. Cominciamo dall’attualità, come sta vivendo la tua azienda l’attua- le situazione di crisi? Devo dire che, almeno finora, la cri- si non ci ha toccati. Del futuro non c’è certezza, tuttavia pensiamo di a- ver operato con lungimiranza po- nendoci al riparo dalle contingenze più negative, come l’attuale. In ge- nerale, io credo che chi non ha inve- stito su prodotto e qualità oggi sof- fre di più. Alcune aziende hanno guardato soprattutto al marketing e alla comunicazione, trascurando il prodotto, e oggi si torna alla sostan- za, cioè al prodotto. Credo sia il momento della verità e nei momen- ti cruciali il mercato riconosce l’au- tenticità, la qualità e la correttezza. Come nasce Jacob Cohen? Il marchio nasce nel 1985 da un’i- dea del fondatore, mio padre, che operava sul mercato con altri mar- chi noti del denim; l’intuizione fu quella di creare un jeans di culto, per distinguerlo nettamente dal je- ans tradizionale. Il nome del mar- chio è l’unione di due nomi, Jacob – uno dei soci della Lewis – e Co- hen, che è il Sig. Rossi del mondo ebraico.

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Magazine Giugno

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Pubblicazione mensile digitale Registrata presso il tribunale di Milano il 27/11/2008

nr 702 Distribuzione gratuita. Editore Grafiche Milani s.p.a.

Milano P.le Cadorna 6 Direttore responsabile Massimo Costa.

[email protected]

organo ufficiale di ASSOMODA Notizie su aziende, showroom, distribuzione e novità .....

5 numero

Pubblicazione mensile

Editoriale Azienda del mese

Showroom del mese

Temporary news

Fashion designers Giovani

Moda/Economia

La Vetrina annunci

Manifestazioni /09

E...

CONVENZIONI

IL CAMINETTO DEL PRESIDENTE

Nicola Bardelle di Jacob Cohen Giulio di Sabato incontra

Incontriamo oggi il titolare di Jacob Cohen, Nicola Bardelle, che guida l’azienda insieme al padre e fonda-tore Tato.

Cominciamo dall’attualità, come sta vivendo la tua azienda l’attua-le situazione di crisi?

Devo dire che, almeno finora, la cri-si non ci ha toccati. Del futuro non c’è certezza, tuttavia pensiamo di a-ver operato con lungimiranza po-nendoci al riparo dalle contingenze più negative, come l’attuale. In ge-nerale, io credo che chi non ha inve-stito su prodotto e qualità oggi sof-fre di più. Alcune aziende hanno guardato soprattutto al marketing

e alla comunicazione, trascurando il prodotto, e oggi si torna alla sostan-za, cioè al prodotto. Credo sia il momento della verità e nei momen-ti cruciali il mercato riconosce l’au-tenticità, la qualità e la correttezza. Come nasce Jacob Cohen? Il marchio nasce nel 1985 da un’i-dea del fondatore, mio padre, che operava sul mercato con altri mar-chi noti del denim; l’intuizione fu quella di creare un jeans di culto, per distinguerlo nettamente dal je-ans tradizionale. Il nome del mar-chio è l’unione di due nomi, Jacob – uno dei soci della Lewis – e Co-hen, che è il Sig. Rossi del mondo ebraico.

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Azienda del Mese Jacob Cohen

Il marchio ha vissuto nel limbo al-meno fino al 2003. Poi l’incontro con un agente, Claudio Antonioni, ha fatto scattare l’idea di realizza-re un jeans diverso, non presente nel mercato: i 700 capi sul pronto della prima stagione sono andati esauriti in un battibaleno, poi è stato tutto chiaro. Il segreto del successo è stata la vestibilità e di-rei che Jacob Cohen non è andata a cercare la sua nicchia di merca-to, ma ha creato una nicchia di mercato. La ricerca del materiale è stata sempre fondamentale, con u-na cura maniacale delle collezioni, in maggioranza denim.

E negli anni più recenti? Direi che è stata una cavalcata delle valchirie, che ha visto una costante crescita con risultati straordinari sta-gione dopo stagione. Il 2008 è stato chiuso con +40% e le previsioni per il 2009 sono per un +25%. L’azienda ha registrato a fine 2008 un giro d’affari di 30 milioni di euro e per il 2009 abbiamo ordinativi per 35 milioni di euro.

Quali sono i vostri principali mer-cati? Il 2009 sarà il momento dello sbarco definitivo negli Stati Uniti e del con-solidamento nei mercati in cui siamo già presenti. Pensiamo soprattutto al-l’Europa la quale rappresenta oggi il 33% del nostro giro d’affari: è evi-dente che in quest’ultimo mercato cercheremo di ampliare la nostra cre-scita avendo ampi margini per uno sviluppo del brand. Devo precisare che in alcuni Paesi dell’Europa, co-me Germania, Belgio ed Olanda – ma lo stesso discorso vale per il

Giappone – non abbiamo avuto la necessità di promuoverci poiché siamo stati direttamente contattati dagli operatori e dai buyers locali; Francia e Spagna hanno invece immediatamente recepito le pecu-liarità, diciamo pure l’unicità del nostro prodotto e lo stile che lo contraddistingue.

Torniamo agli Usa, come opere-rete? Premesso che gli Stati Uniti, come e più di altre nazioni, ha sofferto e soffre una stagione di crisi assai pesante, siamo consapevoli di an-dare senza dubbio “nella tana del lupo”. Il denim è stato inventato in Italia ma è in America che ha co-nosciuto il suo sviluppo, secondo una concezione che ha sempre vi-sto prevalere gli elementi di prati-cità, di divertimento e ancor più di utilizzo del capo denim per lavoro. Questa abitudine americana ad un certo tipo di jeans è la vera sfida per la nostra azienda,

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che porta con sé la cultura e la profondità tipicamente italiana, del made in Italy. Si tratta di comuni-care un nuovo stile, di far passare un messaggio innovativo che fa del denim un capo pratico ma ele-gante, funzionale ma raffinato. In-somma non venderemo jeans. Per completare il tema della distri-buzione, la collaborazione con Sa-ri Spazio ci ha consentito una pe-netrazione significativa nei merca-ti dell’Est Europa, Russia e Paesi dell’Est. Purtroppo la crisi econo-mica si è accanita pesantemente su queste realtà, in particolare sull’U-craina. Nonostante le difficoltà, esse rappresentano il mercato del futuro e siamo convinti che, supe-rata questa fase critica, si apriran-no notevoli prospettive per il no-stro brand.

So che c’è un'altra grande novi-tà per il 2009? Direi che la più importante novità per quest’anno sarà il “su misura”. È un prodotto denominato “denim

atelier”, che prevede la realizzazione di capi completamente su misura, per cui il cliente potrà scegliere il lavag-gio, il colore, le cuciture e gli acces-sori: un mix di particolarità che ren-derà il capo assolutamente unico.

Il concetto del “Taylor” è presente in ogni capo Jacob Cohen, tuttavia il “su misura” si adatterà in particolare al cliente sofisticato che vuole per sé un “pezzo unico”, magari con fili d’oro o altri dettagli preziosi.

La “tiratura” sarà limitata e i prezzi andranno da mille euro in su, i punti vendita saranno una decina nel mon-do e, pensiamo, un paio in Italia, tutti selezionatissimi. Chiudiamo con la comunicazione, mi pare che non sia la vostra prio-rità? È vero, siamo arrivati a 15 milioni di fatturato senza praticamente spende-re nulla in comunicazione.

Anche oggi gli investimenti non su-perano il 3% e sono concentrati

sulle riviste più affini alla nostra sensibilità. L’immagine dell’azien-da è focalizzata sul prodotto, il ca-po emerge chiaramente e fa la dif-ferenza. Anche la confezione è curatissima, l’aspetto visivo è oggetto di atten-zione speciale così come l’aspetto olfattivo: infatti i profumi che e-manano delle confezioni vengono studiati e rinnovati costantemente.

Noi non siamo nemmeno frequen-tatori di fiere, né italiane né estere, perché preferiamo non mescolarci con altre aziende; non è snobismo, ma una scelta strategica, frutto della consapevolezza di produrre capi “unici”, non generalizzabili: non siamo nel segmento sportswe-ar e nemmeno nella jeanseria e, se in quest’ultima categoria dobbia-mo essere catalogati, allora dicia-mo che siamo “il Kiton del de-nim”.

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LE ORIGINI DI JACOB COHËN

Il marchio Jacob Cohën, come riporta fedelmen-te l’Enciclopedia del Jeans, nasce nel 1985 a Pontelongo (Padova) da un’intuizione di Tato Bardelle, già creatore e proprietario di brand di successo come Outsider, Americanino e Kinghi-no.

Ma è Nicola Bardelle (classe ’67) figlio di Tato, che nel 2003, in piena Era del denim, riprende in mano il brand dandogli una nuova impronta: il jeans non è più un pantalone da lavoro, ma un “lifestyle”, un nuovo modo di sentirsi. Questo era il sogno di Nicola, cresciuto tra un denim e l’altro, ma sempre alla ricerca del modello per-fetto, “che gli calzasse a pennello”.

Obiettivo del giovane Bardelle, volto e anima di Jacob Cohën, è “creare un jeans che possa es-sere così comodo ed elegante da essere indossato in ogni occasione anche da chi non è mai stato abituato ad usarlo”.

Dopo anni di ricerche e duro lavoro, Nicola dà alla luce il nuovo logo, la di Jacob, e con lui il nuovo Jeans sartoriale di lusso destinato alle migliori vetrine internazionali.

La vestibilità perfetta è il punto di forza di tutte

le collezioni, è l’elemento che contraddistingue il je-ans Jacob Cohen e fa si che chi lo compra dopo la pri-ma volta non lo faccia per caso. La produzione e distribuzione di Jacob Cohën è affi-data a Giada SpA, che a fine 2008 ha registrato un giro d’affari di 30 milioni di euro.

Arrivati a vendere oltre 250 mila capi con la primave-ra-estate 2009, la stima per l’anno in corso si attesterà su un fatturato globale di circa 40 milioni di euro, con un incremento del 30%. Attualmente il 65% del fatturato è italiano, ma nei piani dell’imprenditore veneto sono previsti importanti inve-stimenti anche sui mercati esteri.

Questo jeans di cultura ha già saputo affermarsi al fianco delle principali griffe nelle vetrine dei “trend setter” mondiali dell’eleganza.

All’estero la presenza più forte è in Giappone, Olanda, Belgio, Germania, Francia e Spagna, e con contratti di distribuzione già siglati con alcuni tra i più importanti imprenditori del settore per i territori dell’ex Repubbli-ca Sovietica.

Ma Jacob Cohën è pronto a sbarcare entro il 2009 an-che negli Stati Uniti, Canada, Paesi Scandinavi e Cina con la sua mission sartoriale.

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JACOB COHEN PREMIUM: VINTAGE PHILOSOPHY

Punta di diamante della collezione Jacob Cohën primavera-estate 2009 è la nuova linea “Premium”, trenta modelli dedicati a un pubbli-co giovane, consapevole, affascinato da un’idea di moda sofisticata e non banale. Qui il concetto di vintage non è solo un vezzo, ma un’autentica filosofia: il denim più pregiato è trattato con fi-nissaggi rigorosamente naturali, lavato con pie-tra pomice in infinite variazioni, consumato ad arte nei punti più critici, qualche volta rattoppa-to artigianalmente per creare un mood vissuto e intensissimo. Ai dettagli il compito di amplifica-re il concetto: rivetti d’ottone con una patina ef-

fetto ruggine, l’etichetta di cavallino color baio,

il “baffo” sulla tasca ricamato e la cimossa so-no realizzate con tessuti da esterno, in fantasie

inattese al maschile, come le microrighe e i piccoli dot e i bottoni, che vengono applicati prima dei lavag-gi finali e assumono anch’essi un aspetto “old”. La li-nea “Premium” non si accontenta dei toni indaco, ma esplora una palette colori energetica, dal bianco al viola passando attraverso infinite sfumature di lilla, rosa, azzurro, beige o gli abbinamenti sorprendenti che nascono da finissaggi originali: come il cinque ta-sche bicolore che presenta due toni diversi tra l’inter-no e l’esterno, grazie a un procedimento di scoloritura selettivo. Il pantalone, un autentico pezzo unico alla fine della creazione, viene confezionato sottovuoto in una sacca che ne conserva l’aspetto “used”, conferito dall’esperienza artigianale di Jacob Cohën, fino al mo-mento di indossarlo. Milano, 29 ottobre 2008

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COMUNICATO STAMPA ATMOSFERE TRENDY

COLLEZIONE DONNA P/E 2009

Raggiunge l’ideale equilibrio tra forma e contenuto la collezione primavera-estate 2009 di Jacob Co-hën. Il Tailored Jeans di Nicola Bardelle per lei in-fatti sa coniugare la ormai leggendaria vestibilità dei cinque tasche in denim con atmosfere trendy e attualissime, irresistibili. Il punto focale dell’innovazione è, come sempre, da ricercare nella scelta dei materiali e nei diversi procedimenti di lavaggio, studiati e messi a punto nella lavanderia di proprietà di Jacob Cohën, e per-ciò inimitabili. Qui nascono mani piacevolissime anche per il denim, gradazioni e profondità di colo-re inaspettate, spettacolari aspetti vintage, superfi-ci spalmate, lucide, delavé…I materiali accendono l’estate: aldilà del jeans, troviamo in collezione il freschissimo misto lino, il drill di cotone, ma anche superfici lavorate come il barré di misto seta, riga-ti, stampe floreali e quadretti stretch che suggeri-scono atmosfere accattivanti e il fresco lana, fem-minilissimo grazie a gessature e cuciture in grada-zioni soft. Alla sostanza di materiali e lavorazioni curatissime si va ad aggiungere in questa stagione un’ispira-zione moda molto accentuata: la St.Tropez di Bri-gitte Bardot con i pantaloni alla pescatora a qua-dretti Vichy con il dettaglio

ricercato di passanti per la cintura over-size per poter accogliere cinturoni strizza-vita. O il bon ton di Ne-wport, tradotto in pantaloni in seersucker dai toni ac-quarello, azzurro cielo, rosa baby, lilla che ritorna an-che in blazer con il crest sul taschino e le piccole ma-niche a campana. Irresistibili i pantaloni con zip sul fondo con il piping che corre lungo le impunture a di-segnare la silhouette.

Nuovi e seducenti i cinque tasche che fanno parte del-la Limited Edition, in denim o drill bianco, con maxi ricami fatti a mano: teschi, rose, scritte per moderne avventuriere. Anticipano la moda i pantaloni palazzo in leggera lana, ma anche in denim, misto lino o coto-ne a vita alta con doppio bottone e gamba ampissima. Must di stagione gli shorts che esplorano una irresi-stibile gamma di varianti: sono classici o hanno la gamba asciutta talvolta finita da un orlo sfilacciato, sono bloomers con grandi tasche cargo, hanno le bre-telle o accennano a una salopette. Completa il guarda-roba la serie degli abitini passepartout, in denim, coto-ne o misto lino hanno un aspetto ingenuo e bon ton, quasi da divisa british, impreziositi da dettagli-moda come il volant piatto che sottolinea lo scollo, le bretel-line piatte, il colletto e i polsi a contrasto, l’effetto ca-micia più gonna dato dall’uso di due denim differenti nella costruzione. Milano, 29 ottobre 2008

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classici o ancora in croccanti freschi di lana. Tocco supremo di eleganza i dettagli: passanti cuciti e ripas-sati a mano che sostituiscono i rivetti, ricamo-griffe sulla tasca, bottoni in palladio, finiture in tessuti rubati alla camiceria. Continua anche la storia della Limited Edition, fiore all’occhiello di Jacob Cohën, caratterizzata dall’uso esclusivo di denim Kurabo e quindi dall’uso della ci-mosa come decoro, il logo d’argento applicato sull’eti-chetta di cavallino, i ricami manuali sulla tasca. E’ nuova invece la linea RELAX che gioca la carta del-la felpa, bellissima, in uno splendido cotone, pantaloni cinque tasche dall’aspetto glamour e dalla infinita co-modità, dettagli hi tech come bottoni in carbonio, da completare con polo in diverse varianti, anche con fi-niture a contrasto o colletti camicia e con t-shirt col taschino. I bermuda rappresentano la riposta alle esi-genze dell’estate, nella versione con coulisse in lino, cotone o denim o in quella di taglio formale in princi-pe di Galles o tela chambray. Da annoverare tra le novità anche la curatissima colle-zione di camicie, tutte realizzate artigianalmente, in popeline, mussola e “piumino” di cotone: asole cucite con filo di seta, bottoni in madreperla australiana, mouche ricamata, barrette applicate a mano. Speciale la camicia in denim che coniuga l’innata sportività del capo con un’attenzione artigianale per la realizzazione che conta ben 25 passaggi manuali! Milano, 29 ottobre 2009

COMUNICATO STAMPA DENIM SARTORIALE

COLLEZIONE UOMO P/E 2009 Pensa a un uomo giovane ed evoluto l’art director Nicola Bardelle, quando delinea la collezione Tailo-red Jeans di Jacob Cohën per la primavera estate 2009. Riflette su un uomo curioso, innovativo nella ricerca estetica, che non rinuncia mai alla perfezione del suo vestire. Che sceglie il denim come materiale d’elezione per l’aspetto vissuto e sofisticato insie-me, per la duttilità che gli consente di essere facil-mente sportivo, ma anche di scoprirne l’anima più sartoriale. Per lui Jacob Cohën esplora una dimen-sione nuova del jeans, multiforme protagonista sem-pre impeccabile anche nelle versioni più spiccata-mente vintage, grazie a un fit di stagione in stagione sempre più vicino alla perfezione e a dettagli che se-gnano la nuova frontiera dell’esclusività. La ricerca di nuove soluzioni passa attraverso materiali che so-no già di culto, come il denim giapponese Kurabo, lavorato su telai a navetta e su misure che consento-no di interpretare la cimosa come un elemento di de-coro e di distinzione, ma anche, filtrati dalla creativi-tà di Nicola Bardelle, inattese interpretazioni di tes-suti come il fresco di lana o il check. Cambia l’ambiente, ma non la voglia di sperimenta-re, nella serie Wool. Progettata a partire dalle pregia-te lane del lanificio Carlo Barbera esprime in pieno il concetto di Luxury Jeans tanto caro a Jacob Cohën: il cinque tasche si libera definitivamente della suo retaggio worker per sposare uno stile formale se è declinato in gessati con filetti colorati o finestrati

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Azienda del Mese

alle sue collezioni, alla perfetta vestibilità, alla qualità massima dei materiali impiegati, Jacob Cohën è di-ventato il pantalone di chi: “ il jeans, non l'ho mai messo prima.” Oggi, i capi di Bardelle sono distribuiti in circa 750 tra le migliori boutiques del mondo: questo jeans di cultura ha già saputo affermarsi al fianco delle principali griffe nelle vetrine dei “trend setter” mondiali dell’eleganza. Attualmente il 65% del business è ancora realizzato in Italia, mercato che mantiene incontrastato il ruolo di officina del luxury wear, con circa 450 boutiques, ma Germania, Olanda e Belgio, sono realtà ormai consoli-date, rappresentando un 14% del giro d'affari, mentre Spagna e Francia sono arrivati a contribuire per il 6% per cento. Inoltre sono già stati siglati contratti di di-stribuzione con alcuni dei più importanti imprenditori del settore per i territori dell’ex Repubblica Sovietica. Altro importante mercato di riferimento è il Giappone, che rappresenta per chi “pratica” l’arte del jeans un vero e proprio banco di prova: in una realtà in cui la cultura, la ricerca nel settore è tra le più avanzate del mondo (tra i produttori di Denim, il Giappone, con il Kurabo, è uno dei più importanti ed evoluti), avere successo significa laurearsi a pieni voti. Jacob Cohën è pronto a sbarcare entro il 2009 anche negli Stati Uni-ti, Canada, Paesi Scandinavi e Cina con la sua mis-sion sartoriale. Milano, Marzo 2009

JACOB COHËN AVANZA SUL BLUE DENIM CARPET

Jacob Cohën prosegue il suo cammino nel Taylored Jeans interamente Made in Italy festeggiando a fine 2008 il traguardo dei 30 milioni di fatturato, convin-cendo sempre più Nicola Bardelle, imprenditore e direttore creativo del marchio, che il suo sogno si sta avverando. Il successo di Jacob Cohën non è visibile solo dal numero di pantaloni che si “incontrano” camminan-do per strada, ma anche dal giro d'affari in progres-siva e costante crescita. Arrivati a vendere oltre 250 mila capi con la primave-ra-estate 2009, la stima per l’anno in corso si atteste-rà su un fatturato globale di circa 40 milioni di euro, con un incremento del 30% circa. Nato e cresciuto in una famiglia che negli anni Ot-tanta, nel cuore del laborioso Nord Est, aveva già compiuto un’ impresa a dir poco impensabile solo pochi anni prima: sfidare gli americani su un prodot-to storicamente a stelle e strisce, il jeans. Sono fir-mati Bardelle, per esempio, i successi di brands co-me Americanino, Outsider, Frank Scozzese. Ma la nuova frontiera, il sogno di Nicola Bardelle era quello di “sdoganare” il denim da uniforme al servi-zio di movimenti e mestieri, per incoronarlo sul tro-no dei capi d’abbigliamento con la A maiuscola. Dal 2003, anno di rifondazione del marchio, grazie all'in-terpretazione sartoriale che Nicola Bardelle ha dato

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DADODORO ha il più importante sviluppo di vetrine su Via Garibaldi, la via pedonale più lunga d’Europa e a maggior tasso di traffico pedonale della città. Le nove vetri-ne sulla via consentono un’integrazione na-turale anche con esposizioni sul suolo pub-blico per cogliere il passaggio pedonale più importante della città.

DADODORO. TORINO V.GARIBALDI 37

TEMPORARY news

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“TEMPORARY RETAIL : una forma di comunicazione che si paga con il commercio Questa la chiave di lettura proposta nell’intervento di Roberto Gai - consigliere ASSOTEMPORARY, presi-dente DADODORO e TEMPORARY RETAIL - che ha raccolto un acceso interesse durante Il 1° CONVE-GNO NAZIONALE ASSOTEMPORARY realizzato in collaborazione con l’Università IULM a Milano.

“Una soluzione chiavi in mano TEMPORARY RETAIL la cui realizzazione e pub-blicità si possano pagare con i risultati di vendita”

E’ in sintesi il contenuto dell’intervento …“ il fenome-no temporary retail risponde in modo efficace alle at-tuali difficoltà strutturali della distribuzione , per favo-rirne la diffusione DADODORO ha ideato una solu-

zione chiavi in mano di temporary retail la cui rea-lizzazione e pubblicità si pagano con i risultati di vendita al consumatore fi-nale ".

Particolarmente interes-sante la soluzione chiavi in mano VENDITE PRIVEE IN TEMPORARY RETAIL.

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Liga. Responsabile Dadodoro Temporary Shop

TEMPORARY news

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della durata di 1 mese, veicolate via sms ai clienti fide-lizzati, in forma strettamente riservata, senza cartelli vetrina o uso di altri media. Nella prima settimana - periodo di comunicazione one to one - viene allestito un TEMPORARY SHOP com-pletamente dedicato all’accoglienza dei Clienti Soci per la presentazione dei prodotti e delle proposte in campagna.

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TEMPORARY news

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NEXT SOON

Morellato Giugno/luglio Altri in short list

DADODORO. Temporary BREIL TRIBE (maggio 2009)

TEMPORARY news

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TEMPORARY RETAIL è un punto di incontro tra domanda ed offerta di temporary retail in Italia. Interlocutore naturale per le grandi proprietà immobiliari e gli investi-tori ai quali fanno capo I PIU’ IM-PORTANTI CENTRI COMMER-CIALI E LE MIGLIORI LOCA-TIONS NEI CENTRI URBANI. Un operatore capace di dare solu-zioni chiavi in mano ai brands : di-sponibilità a calendario annuo di centinaia di mesi/locations ; ufficio progettazio-ne e realizzazione di allestimenti con criteri di industrializzazione dei processi su tutto il territo-rio nazionale; presa in carico degli aspetti am-ministrativi e di quelli operativi , dall’attrezzatu-ra al personale di vendita; format altamente ca-ratterizzato , modulare, scalabile, personalizzabi-le e low cost ; soluzioni innovative di marketing mix per OPERAZIONI TEMPORARY EFFICA-CI E VINCENTI.

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ROBERTO GAI. Consigliere ASSOTEMPORARY. Presidente DADODORO e TEMPORARY RETAIL

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TEMPORARY news

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superficie di 250 mq., con cinque sale, nove vetrine e ingressi indipendenti sia da Via Borgonuovo, che da

Via Monte di Pietà. L’elegante struttura offre il massimo del comfort ed il me-glio della tecnologia multime-diale conservando, nel contem-po, lo stile neoclassico dell’e-dificio. La vasta gamma di impianti (luci ambienti e vetrine, barre elettrificate ad uso dei Clienti, reti Internet, telefono, TV, vide-o sorveglianza…) consente di soddisfare le più svariate tipo-logie d’utilizzo.

Non manca l’assistenza di segreteria multilingue e il servizio reception, custodia e vigilanza nonché locali adibiti a deposito. La personalizzazione dei servizi spazia inoltre dalla progettazione all'allestimento, dalla comunicazione al catering. BORGONUOVO EVENTI è la risposta di grande qualità ed efficacia a chiunque intenda presentarsi - anche per pochi giorni -, ad una ribalta promoziona-le di risonanza nazionale ed internazionale.

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Sala Brera: ha il cielo per soffittatura! Una grande vetrata apribile, a copertura di un tradizionale cortile. Un’intera parete a specchi impreziosisce l’ambiente.

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Sala Giardini: e’ l’ambiente più spazioso (circa 60 mq), con 5 vetrine d’angolo ed un altro portale di in-gresso dalla Via Borgonuovo. A disposizione di BORGONUOVO EVENTI è altresì il grande atrio di ingresso del fabbricato, tipico dello storico Quartiere di Brera.

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CONTATTI

BORGONUOVO EVENTI

Via Borgonuovo 1 – 20121 Milano Tel.: 02 7729.7729

www.cogesta.eu email: [email protected] N° verde 800895562

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TEMPORARY news BORGONUOVO EVENTI Sala Verdi

Il PREGIO DEGLI IMPIANTI Il sistema di illuminazione, volutamente differente in ogni sala per riguardo all’architettura neoclassica degli ambienti, è stato progettato per creare sce-nari molteplici e duttili. Strutture nascoste nel controsoffitto (barre elettrificate) permettono l’aggancio meccanico ed elettrico di proiettori tecnici per valo-rizzare al massimo gli spazi.Le nove vetrine, che si affacciano sia sulla Via Borgonuovo che sulla Via Monte di Pietà, dispongono di un impianto di illumi-nazione distribuito su due accensioni.Tutti gli impianti del BORGONUOVO EVENTI sono stati studiati in modo tale da non intralciare le esigenze delle più svariate tipologie di utilizzo e per rispondere, nel contempo, alle più sofisticate tecnologie impiantistiche.

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COGESTA SERVIZI ORGANIZZATI

PER IL BUSINESS E LA RICETTIVITA’

Dal 1970 imprese e professionisti trovano in Cogesta una pluralità di servizi che rispondono a molteplici esigenze: dall’alloggio in strutture residenziali alber-ghiere, alla disponibilità di uffici arredati immediata-mente operativi con personale di alta professionalità e tecnologie d’avanguardia, nonché di sale per con-vegni ed esposizioni. Ora, in linea con le nuove tendenze di mercato, CO-GESTA propone BORGONUOVO EVENTI, un raf-finato Temporary Shop a due passi dalla Via Monte-napoleone. Questa Location, avente superficie di 200 mq, è ubi-cata in un piccolo palazzo ottocentesco tipico del quartiere di Brera e dispone di 5 grandi sale, con 9 vetrine d’angolo e 3 ingressi indipendenti. Non man-ca l’assistenza di un pacchetto completo di servizi, tutto ciò che serve per l’organizzazione di eventi (segreteria multilingue, servizio reception, custodia e vigilanza, nonché disponibilità di locali adibiti a de-posito). La personalizzazione dei servizi spazia inol-tre dalla progettazione all'allestimento, dalla comuni-cazione al catering.

TEMPORARY news

Le forme architettoniche di grande immagine e le possibili suddivisioni degli ambienti consentono l’u-tilizzo di BORGONUOVO EVENTI non soltanto co-me negozio temporaneo dove il Cliente può vendere il proprio prodotto, per una settimana, un mese …: è anche sede ideale per mostre, showroom, manifesta-zioni commerciali e culturali importanti con partico-lare richiamo per i “Press-Day”. La vasta gamma di impianti (luci modulabili per am-bienti e vetrine, barre elettrificate ad uso dei Clienti, Internet, telefono, TV, video-sorveglianza …) con-sente di soddisfare le più svariate esigenze di chiun-que intenda presentarsi - per il tempo desiderato -, ad una ribalta promozionale di risonanza nazionale ed internazionale. Davvero possiamo affermare che, nel cuore di Mila-no, nella sua parte più intima e nobile, in un luogo ad un tempo centralissimo ed aristocraticamente appar-tato, è nato un nuovo strumento valido ed efficace di marketing e comunicazione.

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Hermès inaugurerà un temporary store al 63 di Main Street negli East Ham-pton a New York, che resterà aperto per quattro mesi. Non si tratta di un’i-niziativa isolata per la maison francese specializzata nei foulard e negli acces-sori di lusso. Altre tre o quattro location di vendita temporanee potrebbero essere avviate nel corso dell’anno anche in Europa. Lo ha dichiarato alla stampa interna-zionale Patrick Thomas, chief executive officer di Hermès Internatio-nal, specificando come questi negozi

TEMPORARY news

significhino altrettante opportunità: “Il temporary store è un modo per fare una verifica e rispondere alla doman-da: abbiamo potenziali clienti in una determinata area?”. Pare dunque che gli shop a tempo si stiano affermando anche come test per le griffe del lusso - al di là delle esi-genze contingenti di “supplenza”, os-sia quando sono in corso i lavori di ri-facimento della boutique ufficiale - in location prestigiose e ad alto tasso di shopping.

Temporary store anche per le griffe del lusso: è la volta di Hermès

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uno scenario di debolezza del consumo di moda in italia, gli acquisti di capi per bambini risultano una spesa non comprimibile per la famiglia ita-liana. Oltre questo aspetto, occorre sottolineare che, nel primo semestre 2008, le nascite hanno fatto regi-strare un + 2,1% con una punta del +5,6% nel centro italia. Da ultimo rileviamo che gli ottimi risultati sul mercato interno non sono disgiunti da un consolidamento del processo di internaziona-lizzazione del segmento, passato dal 24% di due anni or sono al 27% del 2008. Un ulteriore punto della situazione si farà dal 25 al 27 giugno al 69esimo Pitti Immagine Bimbo, in programma a Firenze e da anni punto di riferi-mento mondiale per il settore.

I dati confermano chiaramente il buon momento della moda junior italiana, cioè l’abbigliamento in maglia e tessuto per ragazzi/e fino ai 14 anni, accessori ed intimo inclusi, con un volume d’af-fari, anche in crescita del 2,6%, che si attesta sui 2, miliardi di euro. Sembra dunque che questo segmento sia al riposo dalla congiuntura sfavorevole che caratterizza il settore tessile e il sistema economico internazio-nale. Va precisato inoltre che, a differenza della media del sistema moda italiano il quale realizza ben ol-tre la metà delle vendite all’estero, la domanda interna risulta fondamentale per il segmento ju-nior, dove non si arriva ancora ad esportare il 30-% del fatturato. Il quadro indica che, nonostante la persistenza di

Moda/Economia

IL SEGMENTO DELLA MODA JUNIOR BRILLA NEL TESSILE

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ha invece mantenuto lo stesso livello di spesa, mentre solo il 12% l’ha diminuito. Sono aumentati anche gli acquisti di inte-gratori vitaminici, di trattamenti per il cor-po e di abbigliamento sportivo. È in cresci-ta anche il numero degli appassionati che si recano in centri ed impianti sportivi per ci-mentarsi in altre attività, come il calcetto e il ciclismo. Tagli invece agli ingressi in pi-scina e per l’acquisto di articoli sportivi.

Dal sondaggio “come cambiano i consumi e comportamenti di wellness di fronte alla crisi economica”, realizzato da Net5 mar-keting research per Rimini Wellness, emer-ge un quadro di costante crescita e di forte interesse per i prodotti legati al benessere. Infatti un quarto degli italiani che frequen-tano una palestra o un centro wellness, no-nostante il clima necessario, ha aumentato il budget di questo consumo legato al pro-prio tempo libero. La maggioranza, circa il 55%,

Moda/Economia

CREME, MASSAGGI E PALESTRE: L’ITALIA SPENDE 5,5 MILIARDI

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Purtroppo, invece, la situazione è difficile in ogni set-tore e nella moda il calo negli ordini non è inferiore al 25/30%per quanto riguarda il mercato italiano. Non va molto meglio all’estero, ma indubbiamente alcuni mer-cati come Medio ed Estremo Oriente consentono il rag-giungimento di obbiettivi importanti, che in parte com-pensano il tracollo di Russia e Paesi dell’Est.

Se c’è una categoria che si trova in prima linea nell’af-frontare la crisi economica, con una pressione psicolo-gica farse mai provata prima, è quella dei venditori – agenti e rappresentanti. Perché la produzione rallenta, la domanda ristagna, le banche chiudono i rubinetti del credito, ma dai vendi-tori ci si aspetta sempre che tutto proceda meglio.

Moda/Economia

VENDITORI NELLA TRINCEA DELLA CRISI

E’ stata recentemente inaugurata nel centro di Milano, in C.so Vittorio Emanuele, il flagship store di Max Ma-ra – gruppo che ha 4540 dipendenti nel mondo e 2632 negozi. Negli anni il salotto di Milano è cambiato, lo shopping in C.so Vittorio Emanuele è diventato più de-mocratico. Ecco perché è stata data una struttura inno-vativa al negozio.

Nel basement ci sono il denim e la linea weekend, la più economica e sportiva. Accanto a jeans, golf e ma-gliette ci sono accessori a prezzi accessibili. Al piano terra ci sono invece gli impermeabili, parenti stretti dei capi-icona di Max Mara, vale a dire i cappotti. Al se-condo piano troviamo gli abiti da sposa, altro segmento importante delle collezioni realizzate dal gruppo.

MAX MARA APRE UN “MULTITASCA”

UNO SHOWROOM MILANESE PER LUISA SPAGNOLI Guarda all’internazionalizzazione Luisa Spagnoli, brand di abbigliamento femminile fondato all’inizio del secolo scorso e presente con oltre 150 negozi nei centri storici di tutta italia. L’opening in Via Montena-poleone 1 Milano ne è la testimonianza più concreta ed

evidente.Già forte di un’importante distribuzione nell’-Est Europa, l’azienda di Perugia punta a portare avanti in maniera determinata il suo percorso di sviluppo in-ternazionale e, anche grazie alla nuova apertura milane-se, a valorizzare il suo made in italy, elemento basilare del successo del brand.

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all’edizione del 2007. La manifestazione nel 2009 si presenta con una nuova immagine, con la finalità di un posizionamento ancora più alto nella rassegna. Sono quattro le sezioni in cui è suddivisa: designer, bride, men’s wear e accessories. La sede è Fierlamilanocity, padiglione 3 con ingresso in Porta Teodorico.

Dal 19 al 22 giugno Si Sposaitalia Collezioni accoglie-rà oltre 150 espositori: le più famose griffe internazio-nali ed italiane si danno appuntamento alla rassegna di riferimento a livello internazionale. Già nella scorsa e-dizione gli operatori esterni avevano raggiunto il 35% della presenze, con una crescita del 10% rispetto

Moda/Economia

APPUNTAMENTO A GIUGNO A MILANO, LA CAPITALE MONDIALE DELLA SPOSA

Jacob Cohen, con la sua linea jeanswear high-end pro-dotta e distribuita da Giada Spa, viaggia in aperta con-trotendenza e fa registrare a fine 2008 un giro d’affari di 29 milioni di euro. Il 2009 – afferma Nicola Bardelle, titolare con il padre e fondatore toto dell’azienda veneta – sarà l’anno dello sbarco definitivo negli Usa nonché del consolidamento dei mercati in cui siamo già presenti. In Europa, che rappresenta oggi circa il 30% del volume d’affari,

l’azienda ritiene di avere ampi margini di crescita così come considera molto importante sviluppare e rendere più selettiva la distribuzione in Italia. C’è poi la grande novità del “su misura”. L’obbiettivo dell’azienda, sempre per quest’anno è di realizzare capi completamente su misura, in modo che il cliente possa scegliere il materiale, il lavaggio, il colore, le cuciture e gli accessori. Insomma un capo davvero unico.

JACOB COHEN PUNTA SUGLI USA

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Trasformare l’informazione in formazione, questa è la “mission” del prossimo futuro, e non solo la nostra. Ridare cultura alla par-te della filiera che ci compete e riequilibra-re la comunicazione:

a) meno messaggi di tipo virtuale quali quelli basati su: “Stile di vita” “Forza evocativa del logo” ecc… diamo invece più spazio al reale, all’intelligenza, alla capacità critica del cliente. Parliamo di prodotto, di qualità vera, di creatività ed innovazione a prescindere dal-l’etichetta e dal numero di pagine pubblicate.

b) SI ad emozione + sostanza, NO ad emozione + illusione. Il lusso non è per tutti e l’oro non sgorga dai rubinet-ti di casa ma al prezzo di un prodotto, deve corri-spondere il massimo della qualità reale sostenibile.

c) Il lupo perde il pelo ma non il vizio. Il consumatore si è impoverito ma difficilmente tor-nerà indietro, non modificherà le abitudini acquisite, più semplicemente cercherà di soddisfarle intelli-gentemente, cercando:

il massimo della soddisfazione al miglior prezzo possibile.

EDITORIALE

d) Le offerte di standard + basso si alzano e quelle di standard + alto si abbassano, intendo dire che le pizzerie di oggi non sono cer-to quelle di qualche anno fa, hanno migliorato il loro appeal e la loro offerta. I ristoranti, di contro, creano situazioni di forte coinvolgimento e si in-ventano piatti unici o menù a prezzi ridotti. Nel

tessile catene come ZARA ed H&M lo hanno già fatto nell’area di loro competenza.

Tutto si adatta al nuovo standard, dove la rinuncia non è al-la qualità reale ma agli aspetti inutili, a quelli virtuali per l’appunto.

e) Su questi punti dobbiamo ritrovarci uniti e riporci al centro del sistema di comunicazione: Azienda < > Cliente e portare il nostro interlocutore a fare lo stesso con il con-sumatore finale. In questi anni, abbiamo migliorato le no-stre capacità, acquisendo varie professionalità, da quelle gestionali a quelle organizzative ma trascurando o meglio lasciandoci scippare il nostro ruolo di comunicatori.

f) Riappropiamoci della nostra anima ricordandoci che comunicare ed informare in modo produttivo, non significa far vedere l’inesistente, anzi, è nostro compito primario ri-portare l’asticella al livello del buon senso. Evidenziare il giusto valore dei prodotti, più che i valori virtuali di un lo-go non potrà che far bene a tutto il sistema.

RIMETTERE UN PO’ D’ORDINE FACENDO CULTURA

Massimo Billi Vice presidente vicario

ASSOMODA

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Manifestazioni

Sono tanti i progetti speciali e le anteprime in Fortezza per questa edizio-ne: da Brooks Brothers, che partecipa per la prima volta, il rientro di Al-legri che presenta le sue tre linee, inclusa la main firmata da Francesco Scognamiglio, fino al debutto del primo total look e del nuovo corso stili-stico del marchio beachwear Vilebrequin; e ancora i rientri illustri come quelli di Lardini e di Malo, accanto alla proposta consolidata di aziende top dell’eleganza maschile come Corneliani, Church’s e Brunello Cuci-nelli nel Padiglione Centrale, o come Cruciani che a questa edizione am-plia i propri spazi al Piano Inferiore. E a questo Pitti Uomo presenta u-n’importante novità il Classico Italia, l’area che raggruppa i migliori mar-chi del Made in Italy, con un nuovo layout allestitivo curato dal designer Piero Lissoni. L’area dell’informale dichiara la sua natura sempre più e-stesa e vitale con un pool di novità, come l’anteprima e gli spazi speciali dedicati alla collezione di Scotch & Soda e ai nuovi progetti dei marchi del Gruppo Tomasoni Topsail (North Sails e Henri Lloyd Italy), accanto ai rientri di Sergio Tacchini e di Helly Hansen. Infine, da segnalare la partecipazione a Pitti Uomo di Culti, che porta alla Fortezza da Basso il suo progetto di lifestyle. Tra le iniziative in città da segnalare la parteci-pazione di Ballantyne, che sarà a Firenze nei giorni di Pitti Uomo per un evento e l’anteprima esclusiva della collezione S+arck with Ballantyne, realizzata in collaborazione con Philippe Starck; la performance-evento che celebra il debutto della collezione uomo e i 50 di una griffe storica co-me Mila Schön.

Dal 19 al 22 giugno si svolgerà a Milano, Fieramilanocity – ingresso P.ta Teodorico – l’edizione 2009 di SI SPOSA ITALIA, dove saranno presentate le collezioni 2010 di ol-tre 70 aziende espositrici, selezio-nate con cura dall’Ente organizza-tore. All’interno del Salone vi sarà anche uno stand di Assomoda, al quale possono fare riferimento gli agenti, distributori e titolari di showroom italiani ed esteri.

LE NOVITA’ E I PROGETTI SPECIALI DI PITTI UOMO 76

SI SPOSA ITALIA 2009

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L’intervista con Giuseppe Di Mauro, detto Peppo, è la chiacchierata con un caro amico, un Consigliere di As-somoda ma, soprattutto, con un grande professionista della vendita nel settore della moda. Ripetendo il titolo di un libro “agente moda, professione storica proiettata nel futuro”. Ha cominciato presto con la sua attività di agente Peppo Di Mauro; dopo aver fatto alcuni mestieri per sbarcare il lunario, come accade a quasi tutti i giovani, l’incontro a Milano con il Sig. Papini apre a Di Mauro una nuova prospettiva. Papini era titolare di un’importante azienda, che tra i suoi ispiratori aveva un personaggio del calibro di Wal-ter Albini: grande designer, un autentico genio dello sti-le, che il giovane Peppo ha potuto vedere all’opera im-parando molto e incominciando a scoprire la sua voca-zione: lo stesso Albini riconobbe in Di Mauro un sicuro talento per la vendita e una notevole predisposizione per la moda.

Parliamo un po’ degli inizi della carriera. Con Papini ho cominciato subito a operare come agente, nel Veneto, in Toscana e in Umbria. Ricordo un episodio particolarmente significativo a Siena: in una boutique, non avendo trovato la titolare, la feci

chiamare in azienda dalla commessa e riuscii a combi-nare un incontro nel quale lei apprezzò la qualità della collezione. Il problema sorse quando, tornato per l’ap-puntamento conclusivo, seppi da Papini che era urgen-tissimo un altro impegno e che non si poteva conferma-re l’appuntamento: ebbene, alla presenza del Papini, te-lefonai alla titolare della boutique e riuscii a fare un or-dine strepitoso, praticamente senza che lei avesse modo di vedere colori e dettagli dei capi. Quell’ordine è di-ventato una specie di trofeo e anche un diploma di pro-fessionalità conquistato sul campo. Nel 1970 sono diventato direttore commerciale di un’a-zienda che, in seguito alla sua chiusura, ho rilevato con-tinuandone la produzione e vendendone le linee: è stata un’esperienza importante da piccolo imprenditore.

In che settore hai lavorato all’inizio?

Le prime esperienze sono state nel settore donna, che peraltro non ho mai abbandonato: anche oggi ho azien-de di abbigliamento femminile. Da circa vent’anni ho iniziato ad operare nell’ambito “uomo”: due aziende molto note, come Sartoria Partenopea e Piacenza Ca-shmere, sono con me da più di due decenni.

Per la “donna” ho una valida azienda di maglieria, co-me Amina Rubinacci, e la Bresciani, che produce calze “uomo – donna”.

Showroom del mese

Intervista a Peppo Di Mauro di Massimo Costa

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come Amina Rubinacci, e la Bresciani, che produce calze “uomo – donna”.

Hai sempre operato a Milano? Si, cambiando diverse location. Prima di arrivare in Via Monterosa, dove opero da una decina di anni, ho avuto lo showroom in Via P. Cossa, per ben 17 anni,

poi in Via Giulini e in Via Monte di Pietà. Lo showroom di Via Monterosa è stata una scelta di vita, prima ancora che professionale: qui sono vicino a casa e, soprattutto, non ho più i problemi di parcheggio che tanto mi hanno assillato in passato. A due anni dalla pensione mi sembrava giusto allentare un po’ le tensioni.

Showroom del mese

Peppo Di Mauro

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So che la passione per il lavoro non ti manca nean-che oggi? Quella rimane intatta: il mio lavoro mi è sempre pia-ciuto. Dai tempi di Daniela Vizzi, l’azienda bolognese di abbigliamento donna, con cui sono cresciuto come agente, fino agli anni ’90, quando con Abla ho comin-ciato a lavorare nell’uomo, per arrivare a oggi, con Sartoria Partenopea che ha rilevato Abla e con Piacen-za, la passionaccia per questo lavoro non mi ha mai abbandonato. Ci sono differenze nella vendita di abbigliamento “uomo” e di abbigliamento “donna”? Al di là di alcuni aspetti tecnici, più complessi nella vendita “uomo”, direi che non ci sono grandi differen-ze. Piuttosto è importante sottolineare che l’agente non può più essere un semplice porgitore di prodotti, ma un vero consulente. Ho sempre cercato nel mio lavoro la massima collaborazione con i clienti e, nella mag-gior parte dei casi, sono arrivato ad avere con loro un rapporto di autentica fiducia e anche di amicizia. La stessa attività di consulente occorre svolgerla nei con-fronti delle aziende, soprattutto quelle nuove. A volte il rapporto è difficile, in particolare quando si trovano

direttori commerciali incompetenti o arroganti: ho sempre preferito il rapporto diretto con i titolari delle a-ziende, come del resto ho con le mie attuali rappresen-tante. Se penso al mio passato, e ancora più al mio pre-sente, mi rendo conto che il lavoro che avrei voluto fare è quello che in tutti questi anni ho fatto. Per questo, ad

un giovane che inizi oggi l’attività direi di valutare con se-rietà e sincerità le proprie caratteristi-che e, se sente la predisposizione per la relazioni interper-sonali e per l’auto-nomia professiona-le, di scegliere con attenzione le azien-de con cui operare, facendo della quali-tà del prodotto il primo test di am-missione.

Showroom del mese

Peppo Di Mauro

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Showroom del mese

Peppo Di Mauro

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Fashion designer giovani

Alessia 339 3942013

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Alessia 339 3942013

Fashion designer giovani

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FASHION DESIGNER Ragazza anni 22 diploma Scuola di Moda Burgo. Gamma completa: uomo/donna(modellistica) , si propone per stage in aziende (Milano e dintorni) (Tel. 339 3942013)

TEMPORARY Un nostro socio ha disponibilità per subito di ampio Tempo-rary Shop - Showroom: superficie 200 mq, 9 vetrine d'ango-lo, in via Borgonuovo 1, in fondo alla via Montenapoleone. Splendida opportunità per presentare/vendere i Vostri pro-dotti, a prezzi last minute! Numero verde 800 895562

RICERCA AGENTI Siamo una ditta di servizi spagnola. Il nostro obbiettivo principale è presentare ai produttori interessati ad esportare o importare prodotti in tutto il mondo attraverso agenti o rappresentanti commerciali. Noi lavoriamo con una ditta spagnola, che ricerca agenti di commercio in Italia e produce vestiti di cerimonia per donna. Contattare la Segreteria di Assomoda (Tel. 02.7750.363) LOCAZIONE IMMOBILE Situato in posizione estremamente centrale in palazzo d’epo-ca a pochi passi da Via V. Veneto e a ridosso di Villa Borghese in un punto strategico di Roma, di grande passaggio, e ben collegato, Vi proponiamo esclusivo locale commerciale di 230 mq fronte strada. L’immobile in oggetto ha n. 3 ingressi su strada ed essendo ottimamente posizionato gode di una elevata visibilità ed è particolarmente adatto per uffici finanziari , sportelli banca-ri o primaria attività commerciale.

Nei pressi del locale in oggetto c’è ampia possibilità di parcheg-gio pubblico e privato. (parcheggio di Villa Borghese, o il parking Ludovisi ). Per informazioni rivolgersi alla Segreteria Assotemporary Tel. 02.7750.363/250 – Fax. 02.7750.409 E-mail: [email protected] RICERCA AGENTI Agente plurimarca cercasi per Italia e paesi europei, marchio prestigioso di cravatte “MILA SCHON”. Contattare - Dr. Aldo Milli - tel.02/4367971 – [email protected] STOCK Si richiedono grandi quantitativi stock di t-shirt, beach wear e bermuda. Contattare la Segreteria Assomoda. 02-7750363/250 RICERCA AGENTI Azienda lombarda, specializzata in camicie uomo medio/alto livello ricerca agenti per Marche, Abruzzo, Lazio e Campania. Inviare email o contattare la Segreteria di Assomoda: [email protected]—02 7750 363/250 AGENTE MODA OFFRESI Agente specializzato nel settore moda valuta possibilità di nuo-vi mandati di agenzia e/o di collaborazioni nell’ambito di agen-zie e showroom lombarde. Contattare la Segreteria di Assomoda (Tel. 02.7750.363) STAGE IN SHOWROOM Assomoda valuta candidature da offrire ai propri associati per stage in showroom, anche attraverso la collaborazione con lo sportello Informagiovani del Comune di Milano.

LA VETRINA DEGLI ANNUNCI Per inserire i vostri annunci [email protected]

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