Cosmoggi giugno

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ANNO XVIII NUMERO 10 GIUGNO 2012 DISTRIBUZIONE GRATUITA/COPIA OMAGGIO Speciale Roma pag. 12 e Milano pag. 13 Direzione: via Camillo Guerra, 42 - 80131 Napoli - www.cosmoggi.it - www.cosmoggi.tv - Tel. 081 3796539 Redazione: Tel. 081 5875216 / Fax 081 5875276 / e-mail: [email protected] cosmoggi sgherzi Caccia al ladro G li anniversari che riguardano i miti dell’immaginario colleivo possono essere lei in due modi, molto diversi tra di loro. La prima chiave di leura è quella celebrativa, aa a dimostrare l’efficacia e la popolarità di un personaggio. L’altro metodo è quello dell’analisi critica, dell’interrogazione che ci porta ad indagare, ad esempio, le ragioni socio-culturali della longevità di un fenomeno di costume quale è stato ed è Diabolik. Diabolik è l’uomo dei mille volti. Non solo per via delle maschere, ma perché la sua personalità può permeersi di essere cinica e spietata così come dolce e sensibile, senza per questo perdere nulla o sembrare altro. E’ il Re del Terrore, l’enigma a due facce, mai svelato ed al contempo mai celato del tuo. Diabolik è il figlio della rinascita economica di una nazione. Il ciclo dell’esistenza è segnato da ricorrenze periodiche. Le popolazioni, dopo l’orrore della guerra, dimenticano velocemente le tragedie che le hanno colpite ed approdano ad un’ era faa di riscao sociale, promesse e speranze. Tornano a sognare e ad immaginare nuove storie. Da uno di questi sogni (o incubi, direbbe qualcuno), nasce Diabolik. L’eroe dark nostrano è partorito dalla fantasia di Angela e Luciana Giussani, due gentili signore della buona borghesia milanese, comparendo in edicola il 1 novembre del 1962. Ispirandosi al francese “Fantomas”, le sorelle Giussani tirarono fuori dal cilindro un character davvero innovativo per l’epoca, amalgamando sapientemente una serie di elementi piuosto eterogenei fra di loro: il dinamico linguaggio del fumeo made in Usa, la colta matrice leeraria europea, la modernità di certe pubblicazioni seriali. E, sopratuo, affiancarono al nostro eroe, a partire dal terzo numero, una degna compagna, la bionda e bellissima Eva Kant. Eva è quanto più di innovativo sia apparso nel fumeo internazionale. Non una semplice comparsa o una co-protagonsita decorativa, non una sciocca ragazza in aesa di essere salvata dal suo eroe, ma una donna intelligente e brillante, capace di essere essa stessa protagonista della testata e di salvare la vita di Diabolik in diverse occasioni. Diversamente da quanto accadeva ed accade ancora nella quasi totalità dei fumei, il rapporto uomo-donna tra i due partner e “colleghi” è di perfea uguaglianza. Diventato un fenomeno “cult”, Diabolik aprì la strada ad una pletora di compagni di lavoro: Satanik, Kriminal, Demoniak, figure con le quali il nostro eroe condivideva il soile fascino del “faore” K e le tematiche forti, ma di certo non la classe e lo stile. Si sa, le mode vanno e vengono e questi (anti)eroi di carta finirono presto nell’oblio. Ma Diabolik no. Diabolik non permee che venga dimenticato. A distanza di 50 anni, egli continua ancora a sognare nuove maschere, a programmare il prossimo colpo, per meere soo scacco l’integerrimo ispeore capo Ginko. Non per sciocca vanagloria, ma per rinnovare una sfida, un agguato che non ha mai fine. E perchè, nel silenzio della noe, imprevedibile ed inesorabile, possa ancora echeggiare lo “swiss” del suo pugnale, fedele amico di sempre. Lunga vita a Diabolik! Eleonora Belfiore Auguri a Diabolik che compie 50 anni Scuola calcio Via Ulderigo Masoni, 180 80141 Napoli Tel. 081.2311179 www.marianokeller.it Farmacia - Erboristeria “Pietro Carei” Via M. Semmola, 128 - Napoli - Tel.081.546.11.27

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ANNO XVIII NUMERO 10 GIUGNO 2012 DI ST R I BU Z ION E G R AT U I TA / C OP IA OM AG G IO

Speciale Roma pag. 12 e Milano pag. 13

Direzione: via Camillo Guerra, 42 - 80131 Napoli - www.cosmoggi.it - www.cosmoggi.tv - Tel. 081 3796539Redazione: Tel. 081 5875216 / Fax 081 5875276 / e-mail: [email protected] cosmoggi sgherzi

Caccia al ladro

Gli anniversari che riguardano i miti dell’immaginario collettivo possono essere letti in due modi, molto diversi tra di loro.

La prima chiave di lettura è quella celebrativa, atta a dimostrare l’efficacia e la popolarità di un personaggio. L’altro metodo è quello dell’analisi critica, dell’interrogazione che ci porta ad indagare, ad esempio, le ragioni socio-culturali della longevità di un fenomeno di costume quale è stato ed è Diabolik. Diabolik è l’uomo dei mille volti. Non solo per via delle maschere, ma perché la sua personalità può permettersi di essere cinica e spietata così come dolce e sensibile, senza per questo perdere nulla o sembrare altro. E’ il Re del Terrore, l’enigma a due facce, mai svelato ed al contempo mai celato del tutto. Diabolik è il figlio della rinascita economica di una nazione. Il ciclo dell’esistenza è segnato da ricorrenze periodiche. Le popolazioni, dopo l’orrore della guerra, dimenticano velocemente le tragedie che le hanno colpite ed approdano ad un’ era fatta di riscatto sociale, promesse e speranze. Tornano

a sognare e ad immaginare nuove storie. Da uno di questi sogni (o incubi, direbbe qualcuno), nasce Diabolik. L’eroe dark nostrano è partorito dalla fantasia di Angela e Luciana Giussani, due gentili signore della buona borghesia milanese, comparendo in edicola il 1 novembre del 1962. Ispirandosi al francese “Fantomas”, le sorelle Giussani tirarono fuori dal cilindro un character davvero innovativo per l’epoca, amalgamando sapientemente una serie di elementi piuttosto eterogenei fra di loro: il dinamico linguaggio del fumetto made in Usa, la colta matrice letteraria europea, la modernità di certe pubblicazioni seriali. E, sopratutto, affiancarono al nostro eroe, a partire dal terzo numero, una degna compagna, la bionda e bellissima Eva Kant. Eva è quanto più di innovativo sia apparso nel fumetto internazionale. Non una semplice comparsa o una co-protagonsita decorativa, non una sciocca ragazza in attesa di essere salvata dal suo eroe, ma una donna intelligente e brillante, capace di essere essa stessa protagonista della testata e di salvare la vita di

Diabolik in diverse occasioni. Diversamente da quanto accadeva ed accade ancora nella quasi totalità dei fumetti, il rapporto uomo-donna tra i due partner e “colleghi” è di perfetta uguaglianza. Diventato un fenomeno “cult”, Diabolik aprì la strada ad una pletora di compagni di lavoro: Satanik, Kriminal, Demoniak, figure con le quali il nostro eroe condivideva il sottile fascino del “fattore” K e le tematiche forti, ma di certo non la classe e lo stile. Si sa, le mode vanno e vengono e questi (anti)eroi di carta finirono presto nell’oblio. Ma Diabolik no. Diabolik non permette che venga dimenticato. A distanza di 50 anni, egli continua ancora a sognare nuove maschere, a programmare il prossimo colpo, per mettere sotto scacco l’integerrimo ispettore capo Ginko. Non per sciocca vanagloria, ma per rinnovare una sfida, un agguato che non ha mai fine. E perchè, nel silenzio della notte, imprevedibile ed inesorabile, possa ancora echeggiare lo “swiss” del suo pugnale, fedele amico di sempre. Lunga vita a Diabolik!

Eleonora Belfiore

Auguri a Diabolik che compie 50 anni

Scuola calcio

Via Ulderigo Masoni, 18080141 Napoli

Tel. 081.2311179 www.marianokeller.it

Farmacia - Erboristeria “Pietro Caretti”Via M. Semmola, 128 - Napoli - Tel. 081.546.11.27

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ESTERI a cura diAntonio Procentese2

Per quanto accade in Italia sen-za che ci siano interventi utili da parte del Governo, viene

da dire che non esiste più una li-nea politica degna di questo nome, non esiste più una sovranità, non esiste una legittimità, non esiste più uno Stato. Ciò che è accaduto ai due fucilieri del “San Marco” ne è una triste conferma. L’India li ha arrestati senza che questo Governo obiettasse pur avendone motivo e diritto. Da poco, però, Massimilia-

no Latorre e Salvatore Girone sono stati liberati anche se con l’obbligo della firma in polizia. Quando la petroliera Erica Lexie navigava al largo della costa sud occidentale della penisola indiana, in acque extraterritoriali, fu avvicinata da un’imbarcazione con cinque per-sone a bordo all’apparenza armate. I nostri marinai mettevano in atto le procedure di riconoscimento, ma l’imbarcazione non rispondeva ai segnali né cambiava rotta, dan-

do l’impres-sione di voler mettere in atto un atto di pi-rateria. A quel punto i mili-tari, che erano stati ingaggiati per tutelare la petroliera, spararono in mare a scopo intimidatorio costringendo l’imbarcazione sospetta ad al-

lontanarsi. Le autorità indiane, no-nostante la petroliera si trovasse in acque internazionali, pretesero che attraccasse nel porto di Kochi, sa-lirono a bordo e arrestarono i due marò accusandoli di aver ucciso due pescatori imbarcati sul natan-te. Resta il grande interrogativo se è stato legittimo l’atto di forza del governo indiano di obbligare una nave che navigava in acque neutrali ad attraccare in un porto indiano. Ma il seguito della vicen-da è ancora più oscuro. L’imbarca-zione dei presunti pirati mostrata dalle autorità indiane sembra non corrispondere a quella della foto scattata dai marò. L’autopsia dei cadaveri è stata effettuata dalle au-torità indiane, ma il risultato non è stato reso noto ai rappresentati italiani presenti in loco. L’arma d’ordinanza dei marò è un fuci-le d’assalto AR/70-90 calibro 5,56 Nato e non è stato dimostrato che i calibri del delitto corrispondano. I militari imbarcati su queste navi, in servizio di scorta armata contro la pirateria che impazza da quelle

parti, sono persone assolutamente in grado di saper gestire con pro-fessionalità tali situazioni. E non avrebbero mai sparato per ucci-dere, se non nel caso di attacco a bordo. Un ulteriore dubbio è poi legato alle reciproche accuse di corruzione tra India ed Italia per compravendita di navi ed elicotte-ri fra i due Paesi. E’ lecito chiedersi quali siano i veri motivi di questa azione di forza dell’India verso l’Italia. Ma è altrettanto lecito chie-dersi perché l’Italia non ha reagito appellandosi al diritto internazio-nale e ha cercato di minimizzare l’accaduto, non dando prova di autorevolezza come la situazione avrebbe richiesto. E’ il caso di dire che questo Governo pensa solo a strumentalizzare i cittadini, spre-mendoli come limoni per impin-guare le tasche dei corrotti, non tutelando i cittadini e addirittura negando loro ogni diritto, a partire dalla dignità personale.

Fausto Marseglia

A tre mesi dall’inizio dei Giochi olimpici di Londra ciò che colpisce maggiormente sono i divieti imposti agli atleti che vi parteciperanno. Tra i “non

si può” ce ne sono alcuni davvero molto particolari, come per esempio quello sull’utilizzo dei Social Network, come Facebook e Twitter che, se infranto, porterà una multa davvero salata: 10mila euro per chi comunicherà informazioni sensibili sul proprio stato di salute e su quello dei colleghi. Il provvedimento è stato preso dal Coni per non favorire le scommesse sportive. Le restrizioni per i campioni nazionali provengono sia dalla squadra che dal proprio Paese, ma lo Stato che ospiterà le Olimpiadi non si è risparmiato in quanto a divieti e sono proprio quelli “made in United Kigdom” a destare maggiori perplessità: il “politically correct” della Gran Bretagna ha contagiato, infatti, molti aspetti dei giochi, dall’abbigliamento per le competizioni sportive alla vita sociale degli atleti. Si comincia, così, con un provvedimento che rimuove l’obbligo per le giocatrici di beach volley di indossare in campo la classica tenuta composta da slip e top, per evitare di urtare la sensibilità dei Paesi più conservatori. Un divieto che colpisce ancora di più riguarda la sfera privata degli sportivi: è vietato sposarsi, o anche solo intrecciare una relazione, con un cittadino residente, per evitare che un atleta extracomunitario possa richiedere un permesso di soggiorno per stabilirsi a Londra. Per fortuna, però, quest’ultimo provvedimento è stato parzialmente ritrattato dal Comitato Olimpico Britannico. Anche la norma che vieta agli atleti britannici di stringere la mano agli atleti di altri Paesi ha sollevato una serie di polemiche, tanto che i fautori hanno dovuto modificarla nella semplice raccomandazione a lavarsi bene le mani dopo ogni contatto. Divieti ci sono anche per i tifosi ed i turisti: è vietato fumare’ sugli spalti di tutte le competizioni, anche quelle che si terranno all’aperto ed in mezzo a prati e corsi d’acqua, come le gare di canoa e canottaggio. In compenso, però, si potrà bere in sicurezza: infatti, sono stati organizzati tendoni con personale qualificato che offrirà trattamento medico e consigli su come tornare a casa. Agli Inglesi, toglietegli tutto, ma non una pinta di birra!

Maria Francesca Cibelli

Una nuova ondata di polemiche è pronta a riversarsi sul mondo della Chiesa negli Stati Uniti. Protagonista

della questione è il cardinale Timothy Dolan che, secondo il New York Times, avrebbe autorizzato l’emissione di 120mila dollari per i sacerdoti accusati di abusi su minori. Insieme ad una pensione di 20.000 dollari al mese oltre all’assicurazione sanitaria. Le buonuscite avrebbero come finalità il ritiro a vita privata e laica dei sacerdoti, fino a quando questi non

troveranno un nuovo lavoro. Il cardinale Dolan che oggi è a capo della conferenza episcopale statunitense, è stato dal 2002 fino al 2009 arcivescovo di Milwakee. All’epoca dei fatti aveva negato tutto e nell’interrogatorio aveva detto: “L’accusa è falsa, pretestuosa e ingiusta”. Le negazioni del Cardinale sono cadute. Causa una firma che è stata trovata sulle autorizzazioni alle transazioni per i preti pedofili. Secondo Jerry Topczewski, portavoce della diocesi di Milwaukee, i soldi sarebbero stati dati ai sacerdoti per accelerare il processo di “laicizzazione”, che tende ad andare per le lunghe laddove un sacerdote si oppone. Alcuni esperti su abusi all’interno della Chiesa Cattolica hanno detto che il pagamento di “buonuscite” per accelerare la “laicizzazione” di sacerdoti coinvolti in scandali è una pratica non inusuale. Il primo caso analogo risale al 1983: in quell’anno infatti padre Franklyn Becker ricevette soldi, pensione e assicurazione sanitaria in cambio dell’addio alla vita ecclesiastica. Becker era stato accusato da undici ragazzini (sia maschi che femmine) di molestie. Fu rimosso dall’incarico solo nel 2004 e si vide versare 10 mila dollari a titolo di aiuto. “Un atto di carità”, questo il commentò dell’allora cardinale Dolan. Inoltre secondo quanto scrive il New York Times, la Chiesa avrebbe pagato ben 16 milioni di dollari per difendere i sacerdoti accusati di pedofilia. La “laicizzazione” dei preti pedofili infatti rappresenta una procedura formale all’interno della Chiesa americana. La giustificazione data da alcuni esperti in materia, secondo cui “quando un uomo diventa prete, la Chiesa è chiamata a soddisfare i suoi bisogni per tutta la vita”, è sin troppo debole. Cifre esose che hanno portato, nel 2011, l’Arcidiocesi di Milwakee a dover dichiarare addirittura il fallimento.

Maria Balsamo

Londra 2012, le Olimpiadi dei divieti

Serie di “no” accompagnano la massima manifestazione sportiva

La debolezza del Governo italianoPiù ombre che luci sulla vicenda dei marò accusati di omicidio colposo in India

La Chiesa elargisce “buonuscite” ai preti pedofili

È questa la nuova punizione per i sacerdoti che

hanno abusato di minori

Massimiliano latorre e Salvatore Girone i due “Marò”

Pag. 2 “Buonuscite” ai preti pedofiliPag. 3 Un futuro a tinte foschePag. 4 L’Italia delle opere incompiutePag. 5 Raduni d’auto d’epocaPag. 6 Nubi sul turismo Pag. 7 Gli impressionisti americani a FirenzePag. 8 L’astrattismo cosmico di FiscardiPag. 9 Il tramonto di un imperatore romanoPag. 10 L’enigma è a pagina 99Pag. 11 Estate, tempo di dietePag. 12 L’inossidabile Massimo RanieriPag. 13 Il Papa e il “Family day”Pag. 14 Premio “Sebetia-ter”Pag. 15 Garrone riconquista CannesPag. 18 Pino Daniele tra blues e sentimentoPag. 19 Il terremoto è inevitabilePag. 20 I consigli letterari di CosmoggiPag. 21 In ricordo di Maurizio EstatePag. 22 L’Italia all’europeoPag. 23 Commemorata Adele Bianca SolePag. 24 Nunziatella, cerimonia al Senato

SOMMARIO

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a cura diGiancarlo Saggese ECONOMIA 3

Finalmente iniziano a pervenire dati realistici sulla fiducia dei consumatori, ridotta ai minimi storici. L’Istat rileva il

livello più basso dal 1996, ovvero dall’inizio delle serie storiche. Un’analisi confermata anche dal rapporto diffuso recentemente, che ha fotografato una situazione drammatica. Tali dati, infatti, non ci sorprendono affatto. Di fronte alla grave crisi che le famiglie stanno

vivendo sarebbe strano il contrario. La situazione economica peggiora di giorno in giorno: il potere di acquisto degli italiani è diminuito di oltre il -9,8% dal 2008, le retribuzioni sono ferme, i consumi sono in continua contrazione, persino il credito al consumo

nel 2012 registrerà, secondo le previsioni, un calo del -2% (anch’esso segno di un livello bassissimo di fiducia in un miglioramento delle condizioni future). In questo scenario, inoltre, non si arresta la corsa di prezzi e tariffe, che nel 2012 (sommati alla ricaduta per le manovre economiche varate quest’anno) raggiungeranno un aumento notevole. Come si ribadisce da anni, infatti, quello di cui il Paese ha veramente bisogno è una seria manovra di rilancio, che punti sulla ripresa della domanda interna e sul rilancio degli investimenti per lo sviluppo tecnologico e la ricerca, necessari per la competitività in campo internazionale, nonché per i rilevanti effetti sul piano occupazionale. Per ridare respiro alle famiglie, è indispensabile annullare l’ulteriore aumento dell’IVA previsto da

settembre, che, se applicata, a maggior ragione dopo la stangata dell’IMU, avrebbe conseguenze disastrose sull’andamento della domanda di mercato e su tutta l’economia. Per riattivare la speranza il Governo, invece di approvare provvedimenti urgenti di ripristino delle commissioni bancarie, o di sanatorie per l’abuso del diritto dei banchieri che hanno sottratto al fisco 3,3 miliardi di euro, ha l’obbligo di reagire al deterioramento

delle condizioni creditizie, di rifiuto o di revoca degli affidamenti con un preavviso di 24 ore, ad aziende e famiglie stremate dalla crisi, rivedendo l’esenzione Imu offerta alle Fondazioni bancarie, per non far gravare il peso delle tasse ancora una volta sui “soliti noti”.

Valterino Ziviello

Un futuro a tinte foscheRilevazioni Istat sugli Italiani fotografa il grave momento del Paese

«All’italia serve una seria manovra di rilancio che punti sulla ripresa della domanda interna»

Fra crisi economica, le famigerate strette sui mutui e l’effetto Imu, il mercato immobiliare rischia di crollare. Secondo il Censis, a fine anno

i valori delle case si ridurranno del 20% con punte superiori al 50%. Nel frattempo, l’Istat specifica che il crollo della produzione nelle costruzioni registrato nei primi mesi dell’anno è pari a -20,3%, ed è il dato peggiore da gennaio del 2009, quando si registrò un tonfo del 23,3%. Nella misurazione del calo, spiegano ancora i tecnici dell’Istituto di statistica, il fattore da prendere in considerazione è quello che da circa tre anni la produzione nel settore edile è in crisi. Lo dimostra anche il fatto drammatico che il 45% dei suicidi che si sono r e g i s t r a t i d a l l ’ i n i z i o d e l l ’ a n n o r i g u a r d a imprenditori e artigiani che o p e r a v a n o proprio nel settore delle costruzioni. In questo contesto, il rischio è quello di vedere molte famiglie costrette a vendere le seconde case per far fronte alle spese, innescando così una spirale ribassista sui prezzi. Quella sulla casa è, infatti, una vera e propria manovra recessiva, che non tiene conto del fatto che l’edilizia può rappresentare un volano fondamentale per la ripresa economica, e che quindi andrebbe sostenuta, come accade in tanti altri Paesi europei, e non depressa. Gli effetti negativi dell’Imu, insomma, preoccupano non solo le famiglie, ma anche gli imprenditori. E una conferma in questo senso arriva, ad esempio, dalla Confartigianato di Como che ha elaborato una petizione per chiedere ai Comuni di applicare per laboratori e negozi l’aliquota minima dell’Imu. Già 6.000 i firmatari. Quello che serve, infatti, in particolare al settore edilizio, è un rilancio degli investimenti, e non un carico di tasse, sostengono gli imprenditori.

Alfonso Spizuoco

Cresce l’allarme sanità a fronte dei ripetuti annunci di tagli, ticket e piani di rientro. Nessuna riflessione viene

fatta, però, sulle condizioni di crescente impoverimento della nostra popolazione, dei bisogni di salute e di cure e diagnosi, dell’effetto fuga dal sistema pubblico e del rischio sempre più concreto del collasso del sistema. Quel che è certo è che i futuri interventi del Governo non possono andare a discapito delle famiglie. Non è possibile continuare con la tecnica del “fare cassa”, gravando sulle famiglie già colpite pesantemente dalla crisi. Le intenzioni del Governo non sono ancora chiare, tanto è vero che il Ministro Balduzzi parla di ipotesi (a proposito di un possibile sistema cosiddetto a franchigia) e per quanto riguarda la qualità dell’attività sanitaria parla di “limitati poteri di controllo e vigilanza da parte del Ministero”. In questo senso preoccupa fortemente anche

la revisione dei criteri di calcolo e gli ambiti di applicazione dell’Indicatore della Situazione Economica Equivalente (ISEE), il parametro utilizzato per l’accesso agevolato

a servizi e prestazioni sociali: asili nido, trasporto, mense scolastiche, servizi per anziani e disabili, agevolazioni tariffarie su elettricità e gas, tasse universitarie e molto altro. L’allarme riguarda sicuramente le famiglie con persone con disabilità o malattie croniche, ma è molto concreto il rischio che tale revisione danneggi tutte le famiglie. Sarebbe auspicabile mettere da

parte ogni provvedimento incentrato su logiche di bilancio anziché sull’esigenza di riportare i diritti del cittadino al centro del sistema delle prestazioni sanitarie e sociali.

Valterino Ziviello

Allarme sanità, in pericolo i diritti dei cittadini

Calano qualità e quantità dei servizi erogati

«Allarme rossoper l e famigl ie

con personecon disabi l i tà

o malatt iecroniche»

Effetto Imu, il valore della casa calerà del 20%

Crolla la produzione nelle costruzioni, dato peggiore

da gennaio 2009

A fronte di una crescente domanda di erogazione dei servizi sanitari la risposta dello Stato è decisa-mente imposta-ta su una scure indiscriminata sulle spese. Chi ne fa le spese sono le fasce più deboli: gli anziani, i malti cronici e le fami-glie sempre più povere.

tipiche case

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CRONACA a cura diMaria Francesca Cibelli4

Eccola qua, dopo tanta attesa e qualche inevitabile compromesso, la Festa di fiori 2012: la manifestazione evento che dovrà fare

da trait d’union tra la “Battaglia di fiori” del passato e le celebrazioni del cinquantenario della kermesse, fissate per il prossimo anno. Con un occhio al budget, sensibilmente limato rispetto al passato, ma con l’ambizione di realizzare comunque un appuntamento degno della fama di Ventimiglia, i carristi ce la metteranno tutta. E l’ente, attraverso Bruno Manera e Guido Maccario, già preannuncia che sarà sicuramente una grande festa. Al nastro di partenza, per la sfilata in notturna del sabato sera e la manifestazione di domenica pomeriggio alle 14, ci saranno infatti ben 9 carri più quello dei “bumbardei”. Saranno addobbati con fiori di diverso tipo, senza la tradizionale predominanza dei garofani e, soprattutto, per risparmiare sui costi, senza le monumentali e tradizionali sculture della “Battaglia di fiori”. «Anche se - sottolinea Roberto Berio - qualche sorpresa i carristi la vorranno pur fare». Novità? Tante. La più significativa è legata al fatto che dopo la sfilata il carro verrà “spogliato” completamente. Con i fiori che, dopo i tre giri di rito, verranno lanciati al pubblico. «Ritengo - ha sottolineato il commissario Luciana Lucianò - che si sia trovato l’equilibrio necessario. Tenendo conto sia dei problemi economici che vive Ventimiglia sia della volontà di salvaguardare la manifestazione. Siamo consapevoli che il commissariamento di un comune è un atto di mortificazione molto forte. Proprio per questo abbiamo scelto di salvaguardare la manifestazione che più di ogni altra rappresenta la cultura e la tradizione della città. L’auspicio è che l’evento sia anche un importante traino per il turismo». Le previsioni sono positive. «Continuano ad arrivarci telefonate da parte delle agenzie per chiedere la conferma delle date. E noi siamo ottimisti», sottolinea il patron Bruno Manera. «So per esperienza che l’interruzione di un anno avrebbe decretato la morte della nostra manifestazione». Resistono, nonostante la crisi, anche alcuni sponsor storici della kermesse: la Conad, che pubblicizzerà l’evento a livello nazionale, Gianfranco Maccario di Eurodrink, Cala del Forte, ditta costruttrice del porto di Ventimiglia. Accanto a loro ci saranno lo storico stabilimento Marco Polo, la ditta Rossi di Vallecrosia, la libreria Sally’s, il centro carni della Valle Nervia e Cactusmania. Ad accompagnare i carri nella sfilata in notturna che si concluderà con i fuochi d’artificio, ci saranno numerosi gruppi folcloristici, mentre il giorno successivo la parte del leone, oltre che ai carri ovviamente, toccherà alle bande. Prima della sfilata dei carri è prevista la “marcia delle cinquecento” con numerose auto d’epoca.

Maria Francesca Cibelli

Ventimiglia, festa di fiori

La città ligure in festa nonostante

la crisi ed il commissariamento Nel corso del c o n v e g n o annuale di

C o n f c o m m e r c i o , è stato presentato il Libro Bianco sui trasporti, un’indagi-ne ampia e articolata sullo “stato di salute di infrastrutture e trasporti nel nostro Paese”. Il rapporto non presenta dati confortanti: le ope-re incompiute sono ben 27 e attraversano tutta la Penisola, isole comprese. I record negativi spettano a Napoli, Roma e Milano. Sono le cosiddette “incompiute”: un gruppo di 27 infrastrut-ture viarie, quelle più spesso invocate dagli imprendito-ri sul territorio, in qualche modo cominciate e mai por-tate a termine. Tutte insieme valgono 31 miliardi di euro ed hanno ormai accumula-to ritardi che variano da un minimo di 5 anni (la terza corsia dell’A11 in Toscana e il prolungamento dell’A27 in Veneto) a un massimo di 50 (il tunnel Rapallo Fonta-nabuona in Liguria e la tra-sversale Fano-Grosseto in Toscana). Ma l’elenco è lungo e attraversa la penisola da un

capo all’altro, isole incluse: va dalla ormai celeberrima Pedemontana Veneta, che si trascina in una interminabile gestazione da 46 anni e an-cora non vede la luce, all’au-tostrada Roma-Latina (11 anni), o, ancora, la statale 96 Bari-Matera (20 anni). Tutte insieme valgono 31 miliardi di euro . Una cifra agghiac-ciante per l’andamento dell’e-conomia italiana. Se si guar-da allo stato di attuazione del PIS10 - Programma per le infrastrutture strategiche -attualmente valutato oltre 367 miliardi di euro, emerge che solo il 9,3% delle opere è stato portato a termine e oltre metà è ancora in fase di progettazione. Le risorse per nuove infrastrutture hanno

subito nell’ultimo biennio 2009-2011 una riduzione del 34%, toccando il li-vello più basso da venti anni a questa parte ed è facile pre-vedere che il taglio di 18 miliardi negli stanziamenti per il triennio 2012-2014 finirà per pesare soprattutto, ancora una volta, sulla spe-sa destinata ad in-

vestimenti pubblici. Ma allo stesso tempo, va ricordata la pericolosa lentezza con cui si stanno utilizzando i 41,2 miliardi di fondi strutturali e FAS ( Fondo Aree Sottouti-lizzate ) stanziati per il quin-quennio 2007-2013. Si tratta di stanziamenti destinati a programmi di infrastrutture nazionali (11,7 mld) e regio-nali (29,5 mld) destinati per l’85% nel Mezzogiorno. Al momento risulta utilizza-to solo il 12% delle risorse.

Italo Sgherzi

La ZTL è stata il provvedimento più con-testato, amato/ odiato del primo anno del sindaco De Magistris. Il lungomare

liberato da auto e smog, pacificamente invaso da turisti e cittadini ha costituito una cartolina di grande efficacia nei giorni della Americas’ Cup. Subito dopo sono arrivati però i pro-blemi e le rimostranze dei commercianti che hanno visto diminuito il proprio volume d’af-fari a causa di dispositivo che isola il lungomare dal resto della città. De Magistris però non intende mollare e ha riba-dito che come amministratore ha un dovere nei confronti dei cittadini: quello di migliorare la qualità della vita. «Le per-sone vogliono riappropriarsi della città senza auto perchè vogliono vivere meglio; per-chè il livello di tumori in città ha raggiunto dati allarmanti e l’inquinamento è una delle cause principali». Il primo cittadino ha spie-gato anche che il progetto di pedonalizzazio-ne della città è da considerarsi come una ri-sposta concreta alla crisi: « Il mezzo pubblico e l’uso delle “gambe” consentono sostanziali economie e questa è una visione strategica dalla quale non torneremo indietro». Nono-stante i buoni propositi l’inefficienza ( con i lavori per la stazione metro di San Pasquale ancora in alto mare) rende nei fatti l’area più svuotata che liberata. Un lungomare ancora deserto ad oggi, in attesa che si crei attraver-so concessioni ai privati l’opportunità di ria-nimare l’intera area sfruttandone in pieno le

grandi potenzialità. Il Consigliere Attanasio della Federazione dei Verdi plaude comun-que al lavoro dell’assessore Donati per “ la conquista di civiltà rappresentata dalla ZTL e per aver intrapreso finalmente un piano orga-nico della mobilità raccogliendo le proposte arrivate da consiglieri, associazioni, cittadi-ni”. Una conquista da sostenere e condivide-re ma che ha presentato indubbie criticità sul-

le quali è necessario riflettere apportando i dovuti cambia-menti. “Una delle priorità per la viabilità dev’essere quella di liberare dalle auto in divie-to di sosta le grandi direttrici di marcia e gli incroci princi-pali come piazza Mazzini, via Cilea, corso Europa, Cappella Cangiani”. L’obiettivo è anche quello di spegnere i semafori

“ inutili” posizionandoli sul giallo lampeg-giante cosi da rendere il traffico scorrevole pur senza la presenza di vigili. Parlare di ZTL significa anche parlare di parcheggi d’inter-scambio che ospitino auto e bus turistici, parcheggi da costruire presumibilmente sotto i ponti della tangenziale di Via Cilea. Attana-sio e i Verdi credono che l’ obiettivo della ZTL sia quello di essere “per tutti” e quindi di non arrecare danno a nessuna fascia della po-polazione. Per questo propongono la riaper-tura di Viale Dohrn con parcheggio sul lato mare e la predisposizione di due attraversa-menti pedonali con ponti rimovibili in legno.

Stefano Vosa

L’Italia delle opere incompiuteSono ben 27 le infrastrutture che da circa mezzo

secolo aspettano di essere ultimate

Napoli, Una “ZTL per Tutti”Carmine Attanasio, consigliere comunale,

fa il punto della situazione

carro floreale pasadena 500

Lungo mare “caracciolo”

Braccio scavatore

Page 5: Cosmoggi giugno

AUTO E MOTO a cura diVincenzo Adinolfi 5

Con l’arrivo della stagione primaverile ed estiva le ‘signore a quattro ruote’

preparano i muscoli e dopo un anno passato sotto i teli nei garage, amorevolmente accudite dai loro proprietari, non aspettano altro che di essere spolverate, di abbassare la capote, aprire i finestrini e sgranchire le ruote sfilando attraverso i più incantevoli borghi della nostra bella regione per esplorare le bellezze naturali del territorio e degustare i prodotti tipici locali Le più affascinanti auto del passato si apprestano dunque a far rombare i motori facendo bella mostra di sé nelle piazze. Non mancheranno avvincenti sfide in prove di regolarità e gare di abilità. Ripartono dunque gli appuntamenti tra appassionati.

Attesissimi gli eventi in programma del CAMEC (Club Auto e Moto d’Epoca Campano) con i suoi trentaquattro anni di attività e oltre 3.000 soci. Fitto il calendario degli appuntamenti nei prossimi fine settimana. Il primo si è già tenuto al molo di Monte di Procida, poi a Capua, Santa Maria Capua Vetere e Caserta con la sua Reggia Borbonica.Per gli appassionati, fieri possessori di modelli storici, i raduni sono occasione di incontro all’insegna del divertimento e della comune passione sposandosi col pretesto di mettere in mostra i propri gioielli non senza malcelato orgoglio.Oltre alle auto storiche, sarà interessante anche osservare le mise dei partecipanti, sempre più spesso in abbigliamento rigorosamente ispirato all’epoca e alla tipologia della loro autovettura, con tanto di concorso e premiazione finale.

Federica Adinolfi

Balilla 3 marce del 1933

Primo piano per una Dune Buggy e una Morgan

Vetture in Piazza a Capua

In primo piano la Lancia Lambda del 1927

Vetture sul molo di Monte di Procida

MP Lafer

Alfa Romeo 2500 6C

Lambretta 150 D del 1955

Il via ai raduni d’auto d’epocaRiparte la stagione e i collezionisti possono mettere in mostra i loro “gioielli”

Auto d’epoca in bella mostra

Page 6: Cosmoggi giugno

TURISMO ENOGASTRONOMICO a cura diValterino Ziviello6

Ristorante e Pizzeria via Sementini 28/32 Napoli Uscita Metro “Rione Alto” www.sasapiazzamia.it - [email protected] www.tavernadibacco.com Tel. +39 081 5466119 Telefax. +39 081 0209646

Fa caldo ma non ancora in modo asfissiante, avete appetito ma vorreste qualcosa di diverso: fresco, profumato,

buono ma anche leggero. Avete un piccolo orticello o, almeno, un terrazzino dove coltivate erbette e odori da cucina e un bravo fruttivendolo che vi conserva i migliori pomodori di stagione per farne ricche insalate e le prime golose capresi con l’aiuto di una signora mozzarella di bufala o, per chi ama un gusto più deciso, di provola affumicata.Ecco allora che nella vostra mente il piatto comincia a prendere forma e cominciate a eseguire le fasi della preparazione che ideate in quello stesso momento: si metta a stufare in padella ampia l’olio con un pochino di cipollina bianca trita e dei tocchetti fini di pancetta tesa. A rosolatura s’aggiunga il riso (vialone nano, carnaroli o arborio) e lo si tosti a dovere; lo si sfumi con vino bianco, si aggiunga poi acqua

calda sino a coprire a filo il riso, si sali. Si proceda aggiungendo acqua calda un paio di volte, comunque sino a cottura del riso quasi ultimata; si aggiunga un goccio di latte e si mescoli; a latte incorporato e riso quasi pronto e all’onda si spenga e si unisca pomodoro cuore di bue tritato il più piccolo possibile, erbette fini fresche (salvia, rosmarino, basilico, e poca mentuccia) e buccia di limone tritati finemente, fiordilatte o, meglio ancora, provola a tocchetti sottili e un paio di cucchiai di parmigiano. Si mescoli vigorosamente per aiutare la rottura dei cuticoli dei chicchi e la conseguente fuoriuscita dell’amido che dona cremosità ed ecco fatto, il piatto è pronto. Si serva il risotto e lo si gusti accompagnato da un bicchiere di Falanghina o da una flute di prosecco ben freddi.

Gualtiero Guadagno

INGREDIENTIRisoOlioCipolla bianca (tritata)PancettaLattePomodoroCuore di bue (tritato)SalviaRosmarinoBasilicoMenta (poca)Limone (buccia)ProvolaParmigiano

Da tutte le categorie e da tutti i punti di osservazione, pur con sfumature espressive diverse, sono giunte infatti

considerazioni negative per il settore turistico negli ultimi mesi. Risultati decisamente deludenti, con l’unica previsione: la ‘tenuta’ del solito periodo ferragostano. L’Istat, attraverso la sua rilevazione campionaria sull’attività alberghiera nella settimana dall’11 al 18 agosto dello scorso anno 2011, ha diffuso infatti i seguenti dati: nella settimana di ferragosto 2011 gli alberghi italiani hanno registrato, rispetto all’anno precedente, una diminuzione del 2,1% degli arrivi e un aumento dell’ 1,6% delle giornate di presenza. Nel complesso, la durata media della permanenza negli esercizi rilevati è stata di 4,16 giornate, con un aumento, in termini assoluti, di 0,15 giornate rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. La clientela italiana ha registrato, nel confronto con lo stesso periodo dell’anno precedente, una diminuzione del 2,6% negli arrivi e una crescita del 2,6% nelle presenze, quella straniera ha presentato

flessioni dell’1,3% negli arrivi e dello 0,8% nelle giornate di presenza. Si è parlato addirittura di “emergenza turismo’, derivante da un crollo

del 10% dei viaggi in Italia e il 10% in meno di camere d’albergo occupate in agosto, anche

in città d’arte come Roma, Firenze e Venezia. Nel 2007, secondo l’associazione aderente a Confindustria, l’industria turistica ha fatturato 150mld di euro, pari al 10,5% del Pil nazionale. Quest’anno, invece, -continua l’analisi- la crisi economica ha indotto le famiglie a tagliare la spesa media per una settimana di ferie a 900 euro e ad accorciare la durata media della vacanza a 10 giorni. Le difficoltà hanno fatto emergere la debolezza strutturale di un sistema che non sa valorizzare le enormi risorse di cui il paese dispone. I cinque maggiori musei italiani fatturano il 12,7% del British Museum, il 6% del Metropolitan Museum e il 13% del Louvre. Il ritorno “commerciale” dei siti culturali degli Usa è pari a circa 16 volte quello italiano. Il ritorno “commerciale” degli asset culturali di Francia e Regno Unito è tra 4 e 7 volte il nostro.

Valterino Ziviello

Favignana, “la grande farfalla sul mare”, come venne definita dal pittore Salvatore Fiume, è la maggiore delle isole che compongono l’ar-

cipelago delle Egadi e ne rappresenta il capoluogo. L’isola è situata a 9 miglia da Trapani, sviluppa una superficie di 19,38 kmq ed è lunga 9 km e larga 4 km. La sua particolare forma la fa sembrare una

farfalla con le ali spiegate, divisa in due parti ben distinte dal colle di Santa Caterina che, con i suoi 300 mt, rappresenta il punto più alto dell’Isola. Attual-mente Favignana conta 3.407 resi-denti. Il comune

di Favignana, comprendente le altre due isole dell’arcipelago (Levanzo e Marettimo) conta invece 4.300 residenti. L’isola fu chiamata in molti modi a seconda delle epoche e dei suoi dominatori: Apo-niana, Katria, Gilia, Aegusa in latino o Auegusa (dal greco “isola delle capre” per la loro abbondante pre-senza sull’isola, abbondanza tutt’ora notevole, così come maiali e mucche…attenzione per strada per-ché capita di incontrare i pastori con i loro animali mentre si spostano da o verso i pascoli). Favignana venne ricordata anche da molti scrittori antichi quali Plinio, Polibio, Nepoziano e dai geografi arabi che la chiamavano di “Djazirat ‘ar Rahib” (“isola del monaco o del romito”, grazie al castello eretto sulla sommità dell’isola, nel quale, si narra, abbia vissuto un monaco). Il nome attuale dell’isola risale al Me-dioevo e deriva dal vento Favonio proveniente da Ovest. Favignana è nota, oltre che per le sue bellezze naturali e per il mare cristallino, per la caratteristica tonnara che ebbe una notevole e lunga floridezza grazie a Florio e permise all’isola di diventare la regina delle tonnare in Sicilia. Oggi, purtroppo, la tonnara che ogni anno, a maggio, attraeva numerosi turisti per la mattanza dei tonni, non è più attiva, dal 2009, per mancanza di fondi e lo stabilimento Florio è stato adibito a museo di reperti archeologici oltre che all’esposizione dei manufatti tipici della pesca e lavorazione del tonno.

Vincenzo Chiummo

Previsioni pessimistiche per il turismo E’ un coro unanime quello che accompagna la prospettiva della stagione turistica

Favignana, un’isola da riscoprireUna natura incontaminata

tra vestigia del passato

Risotto a primaveraUna ricetta fresca ed appetitosa

Una spiaggia affollata

Isola di Favignaa

La puoi gustare presso “La ta-verna di bacco”

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ATTUALITA’ a cura diSabrina Ciani 7

FERRAMENTA

MATERIALI EDILI

di Paola Capuozzo

Via Orsolone al Guantai, 174 NAPOLI

tel 081.5874088h

L’affascinante mostra fiorentina è dedicata allo sbarco americano avvenuto

nel capoluogo toscano da pittori e scrittori tra la metà dell’ottocento e la prima guerra mondiale.In Italia, e soprattutto a Firenze, si veniva per studiare la grande arte del passato. Inoltre, ciò che affascinava i protagonisti anglosassoni del Gran Tour era l’opportunità di immergersi in un paesaggio bucolico e civilizzato come la campagna toscana. Un mondo avvolto da un’aura alimentata dall’immaginazione poetica che vi ricercava quel “genious loci” costantemente evocato nei romanzi di Edith Wharton, di Henry James e di Elisabeth Pennel.Firenze non era solo la città dei monumenti, ma anche dei vicoli affollati di plebe e mercati, sporchi, ma brulicanti di vita. Elementi che, per un viaggiatore a caccia di emozioni,

costituivano una ghiotta occasione per un’avventura tra il proibito, il pericoloso e l’estatico. Ed è anche questo il filo conduttore della mostra ben rappresentato dai quadri di Frank Duveneck e di sua moglie Elizabeth Boott Duveneck che rievocano la loro relazione nata all’ombra dei cipressi di Villa Castellani a Bellosguardo. Frank era calato a Firenze da Monaco. In Italia si era liberato dei toni scuri degli inizi a vantaggio di una pittura fresca e luminosa. Lo seguono un gruppo di amici-allievi battezzati i “Duveneck boys”. Due le figure di maggior spicco: Frederik Childe Hassam,

dalla tavolozza chiara e luminosa: il più impressionista tra loro. A seguire, Joseph De Camp e John White Alexander autori di quadri incantevoli che rappresentano figure femminili in interni e all’aperto. E sono proprio le donne a rivestire un ruolo di primissimo piano all’interno della rassegna fiorentina. Su tutte la pittura di Cecile Beaux e Mary Cassatt. Le modelle spesso vestite di bianco e gli interni con i suoi familiari sono la cifra stilistica della Cassat. Un percorso artistico rivelatore di una palese ammirazione per Degas. Del resto, il candore delle vesti è il segno distintivo delle opere

qui raccolte.Le donne raffigurate da Frank Weston Benson, Edmund Charkes Tarbell, Thomas Wilmer Dewing si richiamano manifestamente alle magnifiche opere di James Abbot Whistler. Del grande pittore americano si può ammirare il “Ritratto di George W. Vanderbilt”. Di Sargent, invece, si rimane colpiti dal capolavoro “A Torre Galli: signore in giardino”. Tra le altre opere di Sargent presenti alla mostra, si rimane rapiti di fronte alla bellezza del “Ritratto di Henry James” o della sua “Stanza d’albergo”, opera che apre la sezione della mostra intitolata “Camera con vista”.Ed è proprio il romanzo che il giovane E.M. Forster scrisse nel 1908- tutto Firenze e Arno- a cogliere lo sguardo stupito ed ammirato dei viaggiatori del Gran tour nel Belpaese.

Giuseppe Orso

Impressionisti americani a FirenzeA Palazzo Strozzi, i capolavori

dei pittori del Nuovo Mondo

Il sequestro dei siti di quella che il Dipartimento di Giustizia statuni-tense ha definito “Mega Conspira-

cy” ha destato scalpore e riacceso il dibattito sulla difesa del diritto d’au-tore. Negli ultimi mesi si è ampia-mente dibattuto sulle presunte viola-zioni del diritto d’autore da parte del network Mega, ma poco si è parlato del suo grande successo economi-co. Attraverso i servizi per la con-divisione e fruizione on demand di

contenuti multimediali, il network dei siti Mega ha raggiunto risultati impressionanti: 180 milioni di utenti registrati, 50 milioni di contatti giornalieri introiti quantificati in non meno di 175 milioni di dollari. Il network offriva servizi di per sé legittimi. I guadagni derivavano princi-

palmente da due attività: la sottoscrizione da parte degli utenti di account premium e la pubblicità online, fortemente correlata alla popolarità dei contenuti condivisi. A fronte di ricavi tutto sommato esigui, perlomeno in relazione all’enorme volume di traffico, il Dipartimento di Giustizia USA ha quantificato danni all’industria dell’intrattenimento per 500 milioni di dollari. Questa roboante cifra, tuttavia, non è in alcun modo approfondi-ta nell’atto di accusa. Se da un lato i numeri sul traffico complessivo sono facilmente determinabili, risulta quasi impossibile calcolare quanta parte degli utenti del servizio abbiano usufruito illegalmente di materiale co-perto da copyright. Una misurazione precisa dei danni prodotti dalla vio-lazione del diritto d’autore, stando ai fatti, appare quantomeno difficile.

Paolo Zaccaria

Tra pirateria e business legale

Con la sentenza n. 6498/2012, i Supremi Giudici sono intervenuti in materia di lavoro, chiarendo che: “per stabilire in

concreto una giusta causa di licenziamento, che deve rivestire il carattere di grave negazione degli elementi essenziali del rapporto di lavoro, ed in particolare di quello fiduciario, occorre valutare, da un lato, la gravità dei fatti addebitati al lavoratore, in relazione alla portata oggettiva e soggettiva dei medesimi, alle circostanze nelle quali sono stati commessi ed all’intensità dell’elemento intenzionale, dall’altro la proporzionalità fra tali fatti e la sanzione inflitta, stabilendo se la lesione dell’elemento fiduciario su cui si basa la collaborazione del prestatore di lavoro sia in concreto tale da giustificare o meno la massima sanzione disciplinare”. Così argomentando, hanno accolto il ricorso presentato da un noto istituto di credito avverso la decisione della Corte d’Appello che aveva previsto la reintegra nel posto di lavoro di un impiegato,

sorpreso in possesso di ingenti quantità di hashish e marijuana: per i giudici di merito, infatti, l’intero episodio ineriva esclusivamente “la sfera rigorosamente privata” dell’uomo e non poteva considerarsi più grave di quello “del dipendente che viene trovato nella notte tra sabato e domenica ubriaco”, avendo acquistato una “massiccia dose di alcolici”. La particolarità dell’episodio sul quale sono stati chiamati i giudici di legittimità stava nel fatto che l’impiegato era in vacanza, in una località di mare, ed il controllo delle forze dell’ordine, che aveva – poi – dato origine al licenziamento, era avvenuto durante la notte tra sabato e domenica: questo non doveva significare – hanno precisato gli ermellini – che la condotta poteva essere scusata. Essa, infatti, andava ricondotta nell’alveo dell’art. 2119 c.c., norma che autorizza il recesso per giusta causa anche se i comportamenti che ledono la fiducia con il proprio datore di lavoro sono tenuti fuori dall’azienda. A nulla, quindi, sono

valse le argomentazioni dei giudici di merito, ritenute “assertive, non fondate su prove” e, soprattutto, non riconducibili “ai canoni delle massime di esperienza, o dei fatti notori”.

Adelaide Caravaglios

La Cassazione ed il consumo di droga Chi fuma spinelli rischia di perdere il posto

Page 8: Cosmoggi giugno

ARTE a cura diDomenico Raio8

Un meraviglioso viaggio transculturale , dove mondi diversi si incontrano e

si abbracciano, un’atmosfera surreale tra sogno e realtà, tra caos e dinamicità; presso il centro d’arte e cultura “Il Ramo D’Oro” in Via Omodeo, Maggio dei monumenti di Napoli, ha regalato “Partire con la testa” una mostra organizzata e ideata da Vincenzo Montella che ha dato la possibilità di ammirare filmati, fotografie, dipinti e disegni di due grandi artisti Setyo Mardiyantoro e Rino Vellecco. L’artista Giavanese Setyo Mardiyantoro ha presentato numerosi dipinti e disegni di elevato impatto visivo, riuscendo infatti, ad unire attraverso lo stile grafico orientale, elementi che raccontano il mondo occidentale, come il quadro che raffigura un paesaggio veneziano con i suoi elementi tipici e le sue architetture, unito al tipico stile

surreale e fantastico intrinseco nei segni figurativi della cultura orientale, creando un contrasto tra caos e staticità, che rappresenta il cammino culturale e la natura interiore dell’artista indonesiano che dal 1991 risiede in Italia. E’ stato possibile anche ammirare un meraviglioso salotto, che l’artista ha trasformato con i suoi dipinti sulle pareti, in una veranda meravigliosa, che raffigura il Palazzo Reale che rappresenta per la cultura Indonesiana il centro dell’Universo. Inoltre sono state esposte pitture su stoffa, numerose stilizzazioni Giavanesi, la porta della Primavera, la porta dell’Autunno e una rappresentazione del Ramayana. All’interno della mostra si “Parte con la testa” con Rino Vellecco, l’artista napoletano che presentato opere audiovisive e numerose

fotografie come quella che raffigura un venditore di monili da donna che vende anche corni portafortuna, richiamando il concetto di superstizione, il Carnevale, fotografie che riguardano la fede raffiguranti una Grazia ricevuta, il Sacrificio di una pecora, un Pellegrinaggio e i Battenti che si autoinfliggono dolore fisico. Nelle fotografie di Vellecco si intravedono anche le tematiche dell’ Estate, con la sua allegria e spensieratezza, e il Viaggio, raffiguranti panorami mozzafiato del Machu Picchu, del Titicaca, e la fotografia incredibile di un arcobaleno rotondo. Rino Vellecco ha presentato anche quattro opere audiovisive, che rappresentano la Memoria del Passato, la Vita dell’artista, il Viaggio, e le Acrobazie, dei veri e propri virtuosismi artisitici, di grande impatto, che legano lo spettatore con lo sfera interiore e più intima dell’artista napoletano. La mostra ha rappresentato un viaggio tra sogno e realtà, passando tra mondi diversi uniti armonicamente in una perfetta cornice artistica.

Antonio Caccese

“Partire con la testa”Al centro d’arte “Il ramo d’oro” mostra degli artisti Setyo Mardiyantoro e Rino Vellecco

Il segno di Francesco Fiscardi s’imprime sulla tela per sintesi cromatiche e geometriche,

attraverso le quali le sue opere evocano o riflettono precisi ambienti ed atmosfere geografiche di cui l’artista ci restituisce luci e forme in un dinamico groviglio dal tratto ora centrifugo, ora centripeto. Nel suo astrattismo il colore raggiunge sovente esiti plastici, mentre la tecnica di stesura in alcuni casi sembra mutuata direttamente dal dripping, pur proiettandosi sul supporto nella direttrice orizzontale. Fiscardi interpreta la sostanza cromatica nella sua peculiarità e nelle sue applicazioni materiche, prima ancora che tonali, attraverso impasti ora finissimi, ora più marcati, con un costante richiamo alla natura e alle sue

forme indomite. È qui che lo stile si coniuga con i contenuti della sua pittura tesa a cogliere la natura nella sua essenza, nella sua smagliante vitalità e nelle forze misteriose che la governano. Francesco Fiscardi costruisce così quel dedalo di forme e colori per rappresentare il creato nella sua espressione più pura, dove la disarmonia apparente è da intendersi quale armonia superiore non sempre accessibile al genere umano. Le sue opere raggiungono pertanto un equilibrio la cui logica è esterna alle opere stesse e alle quali il pittore fa riferimento in una raffigurazione cosmica che ha nell’infinito la sua ragion d’essere.

Domenico Raio

Massimo Pacilio, artista ed organizzatore di mostre d’arte, due ruoli che il

pittore e scultore napoletano sta interpretando con notevoli risultati associando ad una costante crescita stilistica nelle sue opere, un nuovo modo d’intendere l’esposizione artistica che sta riscontrando considerevoli apprezzamenti nel pubblico. L’idea, semplice ed efficace al tempo stesso, è stata quella di estendere le collettive anche ad altre espressioni dell’arte e la formula, a giudicare dal seguito di visitatori alle mostre, si sta rivelando vincente. Fondatore del “Forum degli Artisti”, Pacilio ha dato vita ad una fattiva collaborazione con Stelvio Gambardella, direttore del Centro d’Arte e Cultura “Gamen”: “Ho conosciuto Stelvio Gambardella ed

ho scoperto che avevamo le stesse idee. Insieme abbiamo organizzato diverse mostre iniziando ad unire le arti figurative anche con la musica, la poesia e persino la moda. Abbiamo cercato di creare attrazioni di varia natura per il pubblico ed il riscontro c’è stato.” Nella riuscita di una mostra d’arte, come fa notare Massimo Pacilio, molto importante è la location. “La sede espositiva – spiega il maestro – determina l’immagine stessa di una mostra, le conferisce quella classe che valorizza anche il nostro lavoro.” Per il futuro l’obiettivo è di “divulgare l’arte a 360 gradi, richiamare l’attenzione di chi altrimenti non sarebbe mai interessato a questo affascinante universo.”

Giada Pistacchio

Incontro con Massimo Pacilio, artista ed organizzatore di mostre d’arte

Nuove formule per le esposizioni artistiche

Forme e colori dagli esiti plastici per rappresentare la purezza del creatoL’astrattismo cosmico di Francesco Fiscardi

La Seconda Collettiva “Insieme

per l’Esasperatismo”

Il Centro d’Arte e Cultura “Il Bidone”, ha ospitato presso la sede di via Salvator Rosa, a Napoli,

“Insieme per l’Esasperatismo”, la Seconda Mostra collettiva degli Artisti del Movimento Culturale fondato da Adolfo Giuliani.All’esposizione, curata da Adriana Caccioppoli e Lucia Iovino, hanno preso parte gli artisti: A. De Chiara, F. Iuliano, C. Fabbri, L. Galdo, R. Lepore, G. Maddaluno, M. Marciello, G. Martone, P. Napolitano, S. Pellegrino, G. Pozzo, S. Provenzale, A. Pugliese, M. A. Robucci, I. Sicurezza, A. Siringnano.

Giulia Sgherzi

La mostra collettiva “Arte

in comune”

Arte in comune” è stato il titolo di un’esposizione collettiva di pittura, scultura e fotografia,

curata da Giovanni De Rosa e allestita al Museo di Pulcinella, presso il Castello baronale di Acerra (Na), nell’ambito della XIV Settimana della Cultura promossa dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali. In esposizione le opere degli artisti: Pina Candileno, Giovanni De Rosa, Antonella Esposito, Ilaria Ferrantini, Rosa Fortunato, Giovanni Grasso, Maria Annunziata Orsini,Vincenzo Piscopo, Michelangelo Riemma, Cristina Russo, Antonio Scaramella, Anita Scola.

Liana Capuozzo

L’artista Massimo

Pacilio, fondatore del

“Forum degli Artisti”

“L’alba dei colori” Francesco Fiscardi

Setyo Mardiyantoro

Page 9: Cosmoggi giugno

TEATRO a cura diStefano Vosa 9

Il tramonto di un imperatore romanoSuccesso per “Lo specchio di Adriano” con Arnolfo Petri

Nell’ambito del ciclo di spettacoli “Default metropolitano” svoltosi

al Teatro Spazio Libero, è andato in scena “Triangolo liquido nel mare del web” di Cosimo Sinforini, per la regia di Vittorio Lucariello, con Cosimo Sinforini, Ivano Russo, Melania Balsamo, Miriam Martine Manco, Claudia Gherardelli.La rappresentazione si è caratterizzata per aver riprodotto sul palco atteggiamenti e linguaggi tipici della società contemporanea. Il modo di vivere, ma anche i sentimenti, sembrano essere mutuati direttamente dai nuovi mezzi di comunicazione come internet e i cellulari, mentre si tende sempre più a confondere la società con i social network. Tutto è veloce,

disimpegnato, il dialogo è ridotto al minimo e non sembra essere

mai fondato su grandi temi morali o su una prospettiva

futura perché conta solo il momento e tutto può disfarsi in un istante. Così, proprio attraverso i comportamenti dei personaggi di “Triangolo liquido nel mare del web”, si possono cogliere tutti i cambiamenti in atto nella moderna civiltà e che si rivelano davvero radicali se confrontati a quelli di un recente passato. “Sullo sfondo – spiega il regista Vittorio Lucariello – vi è un’educazione culturale fortemente concentrata sui temi del lavoro e dell’occupazione, che in parte esclude, necessariamente, la sfera umana, per non dire quella morale e sentimentale della vita.”

Maria Bellucci

Straordinaria interpretazione di Arnolfo Petri che al Teatro Il Primo ha proposto “Lo specchio di Adriano” liberamente

tratto da “Memorie di Adriano” di Marguerite Yourcenar, per la regia dello stesso Petri. La rappresentazione si apre sulle suggestive scene di Armando Alovisi, una serie di candele disposte a gruppi davanti a frammenti di specchi, mentre tutto il palco è cosparso di sabbia, ed è un lungo, intenso monologo del quale ogni singola frase sentenzia l’angoscia di un uomo costretto a confrontarsi con la realtà della vita. Adriano è un uomo di immensa cultura, amante del bello e dell’arte, della filosofia, curioso viaggiatore, imperatore pacifico e raffinato, e nell’opera della Yourcenar è raccontato partendo dalla sua vecchiaia. A 62 anni, l’imperatore sente avvicinarsi la morte e decide di scrivere una lunga lettera al giovane

pupillo Marco Aurelio, destinato a divenire imperatore solo molti anni più tardi. La lettera è un poema d’amore alla vita, evoca ed esalta il vigore della conoscenza, fa brillare nei ricordi i viaggi e le conquiste di un uomo assetato di conoscenza e “costretto” al comando. La riduzione drammaturgica di Arnolfo Petri affonda la sua lente indagatrice sulle ferite dell’anima di un uomo incapace di “sentirsi grande”. Adriano, spogliato di ogni storicismo, diventa solo un uomo come tanti, alla disperata ricerca di un modo per conciliare felicità e dovere, intelligenza e sentimento, desiderio e volontà. Un uomo alle prese con il tramonto della vita e soprattutto con la morte, fine del dolore o inizio della felicità?

Francesca Russo

Un primo piano dell’attore Arnolfo Petri, straordinario interprete di un monologo intenso e suggestivo andato in scena al teatro dei Colli Aminei, a Napoli.

I dialoghi al tempo di internet In scena “Triangolo liquido nel mare del web”

G razie all’enorme suc-cesso ottenuto nelle precedenti edizioni, ri-

torna il progetto di rassegna teatrale amatoriale del Teatro Augusteo. La Rassegna, tenuta presso i Teatri Politeama ed Aca-cia, è destinata alle compagnie amatoriali,per offrire ad attori e registi un’opportunità unica per essere individuati e scelti per reali meriti. Fra gli spetta-coli selezionati per quest’edizione vi è “Filumena Marturano” della Compagnia “Lasciatevi Incantare” (già vincitrice del Premio Miseno, Mario Manduca e Mario Masuot-tolo) Filumena Marturano è torna-ta al Politeama, dove la commedia debuttò nel lontano 1946. Ispiran-dosi ad un fatto realmente acca-duto, Eduardo De Filippo scrisse questa commedia per la sorella Titina che lamentava la mancanza di ruoli femminili da protagonista. “Filumena Marturano” è un testo di intatta freschezza, che ha la sua forza primaria nel dramma di una donna che lotta per affermare la propria dignità di donna e madre.Certe interpretazioni pesano più

di un macigno ed i paragoni sono sempre antipatici. Ma chi decide di mettere in scena uno dei più gran-di capolavori drammaturgici del Novecento italiano lo fa senz’altro consapevolmente. E la rappresen-tazione proposta da “Lasciatevi Incantare” appare talmente convin-cente ed innovativa da meritare la “Menzione Speciale” della Giuria. Numerose le risate del pubblico, molte delle quali frutto di due ec-cezionali Patrizia Abenante e Ciro Ferraro, rispettivamente nei panni della cameriera Lucia e di Alfredo Amoroso. Brava anche Lucia Man-darini nei panni di Rosalia Solime-ne. Lo spiccato tono “scanzonato”,

fortemente voluto dalla regista Diamante Martone e da Angela Giuliano, da anni sua fedele assi-stente alla regia,e che rappresenta la ventata di innovazione nella ri-lettura di questo classico, non fa comunque mancare momenti sug-gestivi che toccano il culmine du-rante i lunghi monologhi (accom-pagnati dal suggestivo sottofondo musicale proposto da Giuseppe Troise) dell’inquieta protagonista, interpretata sapientemente pro-prio dalla regista. Notevoli anche Salvatore Valentino, Ciro D’Am-brosio e Raffaele Fiorenza (i figli di Filumena) che, proprio per la loro interpretazione brillante, sono stati

a loro volta p r e m i a t i dalla Giu-ria. Da segnalare a n c o r a , la grande p r e s e n z a scenica del c o p r o t a -g o n i s t a , G i u s e p p e Vent re l l i .

Non deve essere per nulla sempli-ce interpretare questo ruolo magi-stralmente e tuttavia, l’attore sem-bra essere perfettamente a suo agio nelle vesti di Domenico Soriano ed è capace di trasmettere al pubblico il percorso tormentato di un uomo complesso e testardo. A comple-tare il cast in scena: Anna Diano e Rino Scuotto,rispettivamente nelle vesti della perfida Diana e dell’av-vocato Nocella, Nunzia Abenante (la sarta), Giuseppe Schioppa ed Aldo D’Urso (i due facchini). In-teressante la scelta della regista di aprire la commedia con una sorta di breve amarcord della gioventù della protagonista (la giovane Filu-mena è interpretata da Alessandra Cicala) vissuta al fianco di due inseparabili compagne di sventura (Susy Muro e Carmen Bruna Can-tiello).Grazie anche alla suggestiva scenografia realizzata da Massimo Malavolta,”Lasciatevi Incantare”ha reso così testimonianza della bel-lezza di un teatro amatoriale, in grado di far divertire, stupire ed al contempo commuovere.

Eleonora Belfiore

Al Teatro Politeama, “Lasciatevi Incantare” ripropone “Filumena Marturano”La forza di una donna che lotta per affermare la propria dignità

Teatro Politeama

Page 10: Cosmoggi giugno

CULTURA a cura diFausto Marseglia10

Quando, nella metà degli anni Ottanta, le prime imbarcazioni di immigrati fa-cevano la loro apparizione sulle nostre

coste, per l’Italia erano anni prosperi e felici. In questo contesto apparvero i “Vu’ cumpra’”, immigrati africani coperti da tappeti, collanine e chincaglierie che vendevano la loro mercanzia a prezzo stracciato sulle spiagge, ai semafori e sui marciapiedi. Non sfuggiva però ai più attenti l’incongruenza di questa situazione. Quando gli italiani emigravano in America e in Europa lo facevano perché potevano trovare collocazione in grandi complessi industriali e andavano in zone territoriali scarsamente popolate. Quindi c’era compensazione tra domanda ed offerta lavorativa, oltre che possibilità di inserimento e sviluppo abitativo territoriale. La nuova im-migrazione, di contro, ha gonfia sempre più le sacche del sottobosco lavorativo determinando, inoltre, insediamenti umani in luoghi diroccati e abbandonati o in campi e baraccopoli improv-visate. Poi si è cominciato a notare anche spaccio di droga, criminalità e prostituzione. Però l’im-migrazione era diventata un tabù e non si poteva

“toccare”. Molti intellettuali di una sinistra or-fana di ideologia configuravano nell’immigrato il nuovo simbolo della loro affabulazione. E il clero, a corto di vocazioni, cercava di riempire i seminari con ragazzi dell’Africa Nera o dell’In-dia. Dall’America poi giungeva anche la “politi-cally correct”, una sorta di benedizione per l’ac-coglienza degli immigrati, con cui gli americani lavavano con grande ipocrisia le vecchie colpe

dello schiavismo e dell’ apartheid. Per evitare di essere considerati antirazzisti bisognava fare un atto di fede e accettare tout court l’invasione degli immigrati. Il mostro razzista per eccellenza era quel Jean Le Pen francese, che andava dicen-do che “il re è nudo”, a voler mostrare le inevi-tabili conseguenze del fenomeno immigrazione. E quando i governi campioni di antirazzismo organizzavano le “missioni di pace” a suon di bombe sull’Irak e sulla Serbia, il subdolo razzi-sta, che invocava buon senso nella neutralità, appariva ancora più perfido perché si permet-teva di obiettare contro le “campagne di pace” dell’ “impero dei buoni”. Oggi c’è una prorom-pente presenza di immigrati che fa sprofondare le città verso un progressivo degrado fornendo manovalanza alla criminalità, sottobosco lavo-rativo e sfociando nella prevaricazione. Spesso fa perdere addirittura l’identità e la dignità agli autoctoni. E, mentre i flussi immigratori non si arrestano, l’Europa non sembra volersene fare carico, tanto è l’Italia il primo punto d’approdo.

Fausto Marseglia

Antirazzismo per convenzioneE’ facile lasciarsi coinvolgere nell’ipocrisia generale

I lettori italiani ( come francesi ed in-glesi del resto) si lasciano condurre volentieri dalla fascetta rossa del pre-

mio letterario. Quelli più assidui amano farsi consigliare dal proprio libraio di fiducia o dal quasi infallibile passaparo-la degli amici. Ma se scegliere un libro dalla copertina vi sembra ormai passa-to di moda, se non vi fidate del parere della critica o se troppo spesso vi siete imbattuti in una storia che ha tradito le speranze accese dall’ incipit , provate con la pagina 99. Lo scrit-tore inglese Ford Madox Ford, autore del celebre “Buon Soldato”, ne era cer-to: «Apri il libro a pagina 99 e leggi: ti verrà svelata la qualità di tutto il testo». Sembra proprio che questa enigmatica pagina sia in grado di svelare la qualità generale di tutta l’opera. In effetti, a pagina 99 si è gene-ralmente arrivati ad un ter-zo del libro e si può quindi capirne il ritmo (posto che ne abbia uno), i personaggi sono già tutti o quasi entrati in azione, la storia è ormai nel suo pieno svolgimento ma allo stesso tempo è difficile incappare in un colpo di scena decisivo che rischi di rovinare la suspense. Dunque, è il punto perfetto per capire se c’è tensione e se il libro ci interessa. Per verificare la veridicità di questa tesi, il noto setti-manale <<L’Express>> ha deciso di fare un rigoroso test scientifico. Sulla scia di

questo esperimento, è stato creato un sito che si basa sullo stesso principio, Page99test. Il sito, per ora esclusiva-mente dedicato ai libri inglesi, permette agli scrittori, affermati e non, di inviare le proprie pagine 99 e sottoporle anoni-mamente al giudizio dei lettori. Arrivati in fondo, la sentenza: bisogna scegliere con un clic se il libro valga la pena di essere letto o no, spiegando in poche parole il perché della scelta. Uno stru-mento potente per far conoscere non

solo opere di scrittori emer-genti, ma anche per mettere autori affermati a contatto con il giudizio diretto del pubblico, non influenza-to dalle strategie, spesso fuorvianti, del marketing. Attenzione a non sbagliare: per essere valido, l’esperi-mento deve essere svolto esclusivamente sulla pa-gina 99. André Gide, che usò il metodo del brano casuale aprendo il mano-scritto di “Dalla parte di

Swann” di Proust alla pagina 62 non ci capì nulla e sconsigliò a Gallimard la pubblicazione della Recherche, ge-nerando così il più clamoroso errore editoriale del Novecento. E se arrivati in fondo alla pagina vi viene voglia di andare avanti, quella sarà la dimostra-zione provata che il libro fa per voi.

Eleonora Belfiore

La soluzione dell’enigma è a pagina 99Su Internet un test per valutare il ritmo

narrativo di una storia

E’ stata appena inaugurata, negli spazi sempre spalancati alla cultura del Suor Orsola Benincasa di Napoli, “Transi-ti”, una personale dell’irachena Hadeel Azeez, curata da

Antonello Petrillo. L’allestimento, che mette in mostra 20 opere ed abbraccia differenti linguaggi dell’arte, racconta il viaggio personale e simbolico di un’anima in perenne movimento. Una metafora chiara sulle continue “esperienze di transito dell’u-niverso globale sociale, politico ed in particolar modo umano che ci circonda”, chiarisce l’artista, che nata a Baghdad è fuggita dall’Iraq per vivere da immigrata in Italia. Le scelte sono for-ti, talvolta sussurrate, e riflettono urgenze e paure di culture e tempi diversi, millenari eppure così contemporanei. Maschere, specchi, simboli e segni ci guardano negli occhi, e noi capiamo pur senza capire. La sua arte, lucida e malinconica, che parte da lontano senza mai sottrarsi alla sua vera identità ci scaraventa nei pensieri di speranza e di solitudine del nostro tempo, tragi-camente uguali un po’ ovunque. “La pittura è il mio mondo, non ho un’immaginazione che non abbia l’odore dell’olio di lino!”

Ivana Porcini

Un viaggio millenario nelle opere di Hadeel Azeez

«Apri il libro a pagina 99 e leggi: ti verrà

svelata la qua-lità di tutto il

testo»

Pitture, sculture e installazioni di un’irachena al Suor Orsola

Benincasa di Napoli

Emigranti in Italia

Page 11: Cosmoggi giugno

SALUTE a cura diGennaro Musella 11

Trenta milioni in Europa, più di undici solo in Italia. Di que-sti ultimi, il 15% sono adolescenti, mentre il 30% sono donne. Sono i numeri impressionanti delle persone con problemi

di calvizie, una patologia in continua e vertiginosa crescita. Predisposizione genetica, carenze alimentari, assunzione di composti iperproteici, stress, alterazioni ormonali, in-fezioni, farmaci e uno stile di vita inappropriato: tutti fattori che contribuiscono al fastidioso e imbarazzante diradamento dei capelli. Ma la difficoltà di chi, guar-dandosi allo specchio, non ritrova più la chioma fol-ta che ricordava, non è solo estetica. “L’alopecia ha un impatto psicologico notevole sui pazienti che ne sono affetti - spiega il prof. Marco Toscani - in quanto la perdita di capelli o la convinzione di perdere i capelli, potrebbero rappresentare la motivazione razionale di forme di ansia, depressione o di di-sturbi della personalità”.Imbarazzo, tendenza a isolarsi, ansia, perdita di autostima sono gli stati d’animo di chi sente di non essere più a posto con la propria immagine. Un grande aiuto in questo senso può arrivare dalla chirurgia, alla quale si affidano ogni anno ben sessantamila europei. Le principali novità in materia sono state presentate a Roma, dal 24 al 27 maggio, durante il XIV Congresso Internazionale ISHR (Società Italiana per la cura e la chirurgia della calvizie). “Ritengo importan-te - commenta il prof. Toscani - aver dato l’opportunità a tante per-

sone, con questo Congresso, di documentarsi debitamente. La paura induce i pazienti a consultare non solo lo specialista ma, purtroppo,

anche numerosissimi individui abili unicamente a far leva sulla loro fragilità psicologica, con scopi prettamente speculativi e

talvolta oltre i limiti della legalità”. Nel corso del convegno si è parlato di prevenzione e delle più recenti scoperte

sulla calvizie. Ampio spazio è stato riservato ai risultati delle sperimentazioni condotte sulle cellule staminali, come la coltivazione in vitro e la clonazione dei bul-bi piliferi. Si è discusso anche dell’efficacia della PRP HT (Platelet Rich Plasma Hair Therapy), un’innova-tiva terapia avanzata, basata sulla stimolazione delle cellule staminali dei bulbi piliferi.Ma quale tecnica

chirurgica è da preferire? Al momento le tecniche più all’avanguardia sono la FUT (Follicular Unit Transplantation, l’asportazione dei bulbi in blocco e separazione degli stessi al microscopio) e la FUE ( Follicular Unit Extraction, asportazione dei bulbi

singolarmente). La scelta però deve essere valutata caso per caso. “Non esiste una terapia chirurgica - precisa Toscani - che possa essere valida per tutte le situazioni. La cura e la chirurgia della calvizie sono legate al grado di perdita dei capelli, al tipo di situazione locale dell’area donatrice e alle aspettative del paziente”.

Emilio Cirillo

11 milioni di calvi in ItaliaAl Policlinico di Roma il XIV Congresso Internazionale ISHR

Con la sentenza n. 107/2012, la Corte Costituzionale ha dichiarato “l’illegittimità costituzionale dell’art. 1, comma 1, della L. 25 febbraio 1992, n. 210” nella parte in cui esclude la risarcibilità dei

danni irreversibili derivanti da vaccinazioni non obbligatorie, ancorché raccomandate. La norma richiamata, infatti, limiterebbe l’indennizzo alle sole ipotesi di danni prodotti dalle vaccinazioni obbligatorie, statuendo che: “chiunque abbia riportato, a causa di vaccinazioni obbligatorie per legge o per ordinanza di una autorità sanitaria italiana, lesioni o infermità, dalle quali sia derivata una menomazione permanente della integrità psico-fisica, ha diritto ad un indennizzo da parte dello Stato, alle condizioni e nei modi stabiliti dalla presente legge”. Questa restrizione andrebbe, in altre parole, ad incidere pesantemente sull’intero assetto di interessi tutelato dall’ordinamento giuridico, ledendolo. Leading case, il caso, cioè, dal quale è partita la valutazione costituzionale, è stato sollevato dal Tribunale ordinario di Ancona ed aveva ad oggetto il ricorso presentato dai genitori di una bimba per ottenere il risarcimento dei

danni che la piccolina aveva subito a seguito della vaccinazione contro morbillo-parotite-rosolia (MPR), la quale “ancorché non obbligatoria e, dunque, non suscettibile di dar luogo, ove generatrice delle complicanze previste dalla normativa denunciata, all’indennizzo ivi previsto si presentava, però, fortemente incentivata dalle pubbliche autorità, avendo essa formato oggetto di una intensa campagna di sensibilizzazione, attestata da numerosi atti emanati a tale riguardo dalla pubblica amministrazione”. Nella sentenza, i Giudici hanno disposto il diritto ad un indennizzo “alle condizioni e nei modi stabiliti dalla medesima legge, nei confronti di coloro i quali abbiano subito le conseguenze previste dallo stesso articolo 1, comma 1, a seguito di vaccinazione contro il morbillo, la parotite e la rosolia”. Questo non significa equiparare i due diversi tipi di vaccinazione (uno obbligatorio, l’altro semplicemente raccomandato), ma garantire, in entrambe le ipotesi di danni irreversibili, un ristoro.

Adelaide Caravaglios

La Corte Costituzionale interviene in materia di vaccinazioni non obbligatorie E’ risarcibile anche il danno derivante da vaccinazioni “raccomandate”

Arriva l’estate, tempo di dieteSensibilizzare ad un sano recupero del peso forma

I caratteristici personaggi di Botero

Sta per iniziare l’estate e siamo pronti per la ‘temuta’ prova costume? Per otto

italiani su dieci, questo periodo è fonte di stress e ansia e si ricorre a metodiche sbagliate e pericolose per la propria salute.Nel mese di maggio inizia la battaglia contro i kg di troppo ma soprattutto sovrappeso e obesità si combattono in farmacia, in occasione della campagna “Bilancia il tuo peso, misura la tua salute”. L’iniziativa è promossa da Apoteca Natura, il primo network di farmacie specializzate in rimedi naturali, integratori, omeopatia e alimentazione speciale. Oltre 500 negozi distribuiti su tutto il territorio italiano, grazie alla collaborazione di esperti Simg ( società italiana di medicina generale), con la finalità di divulgare l’informazione ai cittadini, i quali, se interessati, possono compilare una scheda in cui verranno indicati: il peso, l’altezza, l’indice di massa

corporea bmi, circonferenza di polso, coscia, fianchi. Si riceverà una mappa personalizzata del comportamento alimentare consigliato su misura. Quali sono le regole da osservare? Le cause dell’obesità possono essere svariate ma alla sedentarietà e alla

dieta sono attribuite le maggiori responsabilità. L’organizzazione mondiale della Sanità lancia segnali allarmanti e fotografa un paese sempre più “grasso”, con una notevole percentuale riscontrata nei bambini tra gli 8 e i 10 anni. E’ indiscusso

che l’aumento della massa corporea predisponga a malattie cardiovascolari, ipertensione arteriosa, diabete, dislipidemia (aumento della quantità di grassi o lipidi normalmente presenti nel sangue), maggior frequenza di calcolosi biliare, alcune malattie

neurologiche , aterosclerosi. Per questo motivo si attivano le campagne pro alimentazione corretta atte a modificare le abitudini di ciascuno. Bisogna iniziare dalla scelta strategica degli alimenti, entrare in sintonia con il cibo, considerarlo un alleato

e non un nemico da sconfiggere. In realtà questo comportamento nasce dalla difficoltà a mettersi in discussione e a valutare l’obesità per quella che è: una malattia che se trascurata, può provocare gravi conseguenze.Inutile sottoporsi a rigidi regimi e rinunce, sarebbero poco equilibrate e darebbero luogo a meccanismi di frustrazione ed incapacità a proseguire per raggiungere l’obiettivo. La dieta ideale deve essere preceduta da un’attenta valutazione del soggetto, numerosi studi accertano che quella mediterranea sia ancora la più favorita perché bilanciata grazie all’olio di oliva, i carboidrati, la carne bianca, i legumi, il pesce e un ridotto consumo di zuccheri. I tempi di attesa per il traguardo sono lunghi e faticosi, è auspicabile quindi instaurare un rapporto tranquillo e non ansiogeno con il cibo.

Sabrina Ciani

“ L’OMS lancia segnali allar-manti e foto-

grafa un Paese sempre più “grasso”

Calvizie sotto tiro

Page 12: Cosmoggi giugno

Via Tiburtina Antica,46a

00185 RomaTel. 06.44.60.402 - 329.56.73.867

Chiuso il Martedi

a cura di Alessandro Falfari e Paolo Veccia

ROMA

“Canto perché non so nuotare … “da 500 repliche . Nato in oc-

casione dei 40 anni di attività, lo show è andato ben oltre quella ri-correnza. Massimo Ranieri torna ancora una volta al Sistina dopo il grande successo ottenuto in tutt’Italia nelle passate stagioni con il suo spettacolo più amato. Anche questa volta Ranieri can-ta i suoi brani più famosi e tanto amati dal pubblico, oltre ad alcu-ne fra le più belle canzoni d’au-tore degli ultimi decenni: brani di grandi cantanti come Battisti, Battiato, Mina ed altri. In scena un’orchestra di tutte donne ed un corpo di ballo sempre comple-tamente al femminile. Le coreo-grafie sono di Franco Miseria, ar-ricchite dagli splendidi costumi di Giovanni Ciacci che rendono ogni brano un quadro a sè. Nello spettacolo, scritto con Gualtiero Peirce, lo showman canta , balla e recita raccontando aneddoti della sua vita. Un “animale” da palcoscenico che mantiene sem-pre la stessa energia nonostante i sessantun’anni suonati .Sul palco insieme all’artista presente anche

il piccolo Lele D’Angelo, cam-pione mondiale di tip tap, nei panni di un amico immaginario che sorprenderà gli spettatori con un numero degno di Bro-adway. Nei prossimi appunta-menti lo spettacolo si arricchisce di novità: Ranieri interpreta una canzone inedita, che si aggiunge al suo repertorio più amato, dal titolo: “Tutte le mie leggerezze”. All’orchestra e al balletto di sole donne si uniscono tre formidabi-li, giovani voci femminili. E non mancherà qualche spettacolare sorpresa nel racconto delle tappe più emozionanti della sua vita, che costituisce il filo conduttore dello show. Lo Show Man verrà accompagnato da un corpo di ballo diretto dal Maestro Franco Miseria. “Canto perchè non so nuotare...” rivela in musica la sto-ria di Ranieri. Uno spettacolo che fonde musica, canzoni di grande successo e storia vissuta dell’ar-tista. Tutto nella grande corni-ce del Teatro Sistina di Roma.

Alessandro Falfari

L’inossidabile“Ho

comin-ciato a

cantare a 8 anni... sempli-cemente

per paura”

A Palazzo Incon-tro a Roma, fino al 30 settembre,

sarà possibile visitare la mostra “Valentina Movie”, interamen-te dedicata al mitico personaggio creato da Guido Crepax nel 1965. La mostra ce-lebra una delle donne di “carta” più sensuali del fumetto italiano, la bella fotografa Valen-tina, unico personag-gio del mondo delle strisce ad invecchiare naturalmente. Orga-nizzata per sale tema-tiche, la mostra propo-ne 120 tavole originali, scelte tra le circa 2.600 disegnate da Cre-

pax, ed arricchite da spunti e ricostruzioni sulla saga, disegni di grandi dimensioni, installazioni e contri-buti video. Sagome a grandezza naturale di Valentina guidano lo spettatore lungo un percorso unico ed in-novativo che, a partire dalle origini cinemato-grafiche del personag-gio di Valentina e del suo legame con il mito dell’attrice Louise Bro-oks, indaga i principa-li personaggi delle sue storie, il rapporto di Valentina con il mon-do della moda e della pubblicità, il tema del-le città in cui Crepax

ha ambientato le sue avventure, quello del-la “colonna sonora” suggerita da Crepax ad accompagnare molte delle sue tavole, fino a quello della for-te componente psica-nalitica presente nella sua opera. Sono pre-senti anche bozzetti e storyboard originali mai esposti. Interes-sante la ricostruzione originale dello stu-dio del disegnatore. La mostra è curata da Archivio Crepax e Vincenzo Mollica.

Paolo Veccia

A proposito di Valentina

“Valenti-

na movie”

al palazzo

Incontro

fino al 30

settembre

Page 13: Cosmoggi giugno

a cura di Rosaria La Greca

MILANOUn gruppo di giovani artisti mette in mostra la propria passione:

la fotografia. “Ritratti a km zero” si propone di andare al di là del ruolo che ogni soggetto fotografato ricopre, nel tentativo di

scavalcare la superficialità e la distanza che divide gli individui di uno stesso quartiere. Succede in via Pirandello, 2 presso lo studio fotografico ELEVEN, dove Max Chianese, proprietario dello studio, ha messo a disposizione i suoi spazi per dare voce alla vita quotidiana che si svolge nella zona 7. “Ritratti a km zero”, infatti è il titolo che racchiude l’idea di Max, “avvicinare le persone così dette comuni, all’arte fotografica, rendendole protagoniste”. Agli artisti partecipanti alla mostra è stato infatti chiesto, di immortalare gli abitanti del quartiere nelle loro faccende quotidiane. Ogni artista ha interpretato a suo modo la richiesta. Il risultato è stato di 6 lavori la cui principale didascalia è il nome di uno dei soggetti fotografati, e solo dopo si scopre chi è e cosa fa. A significare che dietro ogni ruolo, negozio, istante vissuto, è sempre importante, soprattutto per il fotografo, andare oltre le prime impressioni. Quattro i fotografi emergenti, Domenico Basanisi, Andrea Grecchi, Costanza Longhini, Andrea Vullo, affiancati dai due due fotorgrafi professionisti Max Chianese e Cosimo Filippini. Lasciandosi ispirare dal senso del progetto, ogni fotografo è stato libero di proporre le sue tematiche, in base alla propria creatività e sensibilità. Dodici i lavori esposti, 2 per ogni fotografo. Ad Andrea Vullo chiediamo qual’è stato il criterio di uno dei suoi lavori esposti, dal titolo “In Ascensore”. “Nello scattare quello foto - dice Andrea - ho chiesto ai miei soggetti, di calarsi in uno stato d’animo a loro lontano e di guardarsi, in ascensore, per scoprire, negli attimi che divide l’intimità della casa dal mondo esterno, in un’espressione che non li caratterizza ma che fa comunque parte della loro essenza”. Questa mostra vuole essere la prima di una lunga serie, ci spiega Max Chianese. “Eleven studio - dice - offre il suo spazio, le sue energie, i suoi collaboratori ,per ospitare ed organizzare altre mostre di “Ritratti

a km zero” di tutte le zone di Milano.” E’ già pronto un calendario per poter proseguire il progetto che si concluderà nel marzo 2015. Giuliana Elleni

“Ritratti a km zero” la fotografia in primo pianoUna mostra allo studio Eleven dà voce alla vita della zona 7

Un milione di fedeli hanno partecipato alla grande messa di Papa Benedetto XVI, presso l’Aeroporto del parco di

Bresso, a nord di Milano, tappa conclusiva della tre giorni che ha visto il Papa impegnato nel capoluogo lombardo per il VII incontro mondiale con le famiglie. Vari appuntamenti hanno scandito la visita del Papa, nei due giorni precedenti. Tra i più rilevanti l’accoglienza sul sagrato del Duomo, dove il pontefice è stato salutato dal Cardinale arcivescovo della diocesi Ambrosiana Angelo Scola e il primo cittadino Giuliano Pisapia. Sabato è stata la volta dei cresimati e i cresimandi a cui, il pontefice, presso lo stadio San Siro, ha ricordato la vocazione alla santità che ogni cristiano ha il dovere di seguire. La messa all’aeroporto di Bresso, a cui hanno partecipato tra le varie autorità, il primo ministro Mario Monti e l’on. Rosi Bindi, ha il sapore dell’internazionalità, dell’universalità che caratterizza la Chiesa. Le lingue spagnola, inglese e italiana infatti, sono state scelte per le tre letture canoniche dettate dalla liturgia. Immancabile la lingua

tedesca, lingua madre del pontefice, per la preghiera dei fedeli dedicata al pastore della Chiesa universale. Durante l’omelia Benedetto

XVI, ha voluto sottolineare, nell’ottica della giornata della famiglia, l’importanza del piccolo nucleo sociale che deve essere formato dall’ uomo e la donna che nell’amore possono

dare vita alle generazioni future e che restando unito, rappresenta una grossa arma contro la crisi economica che sta interessando il mondo intero. Alle famiglie spezzate, il Papa ha assicurato grande vicinanza della Chiesa e sostegno alla sofferenza che la divisione comporta. Ha ringraziato inoltre la diocesi e le autorità civili milanesi per quanto fanno in favore dei separati. Prima dell’Angelus, il Papa ha ricordato le popolazioni dell’Emilia, duramente colpite dal sisma che da due settimana non da tregua ai circa 16.0000 sfollati. A loro il pontefice assicura le sue preghiere e una concreta solidarietà in termini economici. 500.000 euro saranno devoluti a molte diocesi emiliane, per far fronte all’emergenza terremoto. Papa Ratzinger annuncia, poi, che il prossimo incontro mondiale delle famiglie, previsto per il 2015, si svolgerà a Filadelfia. Una piccola delegazione della diocesi di quella terra con il suo Cardinale, Charles Chaput, hanno accolto con gioia la lieta novella.

Rosaria La Greca

Una delle fotografie in mostra

Il Papa e le famiglie insieme per il VII Family day Nella tre giorni milanese Benedetto XVI è stato salutato da oltre un miline di fedeli

Papa Benedetto XVI

Via Pirandello, 2Milano

Cell. 392 57.62.139E-mail: [email protected]

Page 14: Cosmoggi giugno

SOCIETA’ E FATTI a cura diEmanuele Boccia14

OTTICA CONTEOPTOMETRISTA

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Si è tenuto, nell’auditorium della prestigio-sa Accademia Aeronautica di Pozzuoli, incastonata in un incantevole anfiteatro

naturale, il trentennale del Premio Internazio-nale “Sebetia-ter” alla presenza delle più alte autorità civili e militari della Repubblica e di un selezionato pubblico. Cultura e ingegno. Con la solenne cerimonia dell’alzabandiera, ha avuto inizio la 30esima edizione del Premio Internazionale “Sebetia-Ter”, che da anni asse-gna riconoscimenti a personalità di rilievo nel mondo della cultura, delle scienze, dell’arte, dell’economia, della comunicazione, della ri-cerca e a giovani laureati. Quest’anno il Premio è dedicato allo Spazio ed all’Astronautica con l’attribuzione di un riconoscimento all’astro-nauta italiano Roberto Vittori; da qui la scelta dell’Accademia Aeronautica come opzione logistica. Il Premio, istituito per iniziativa del Presidente del Centro Studi di Arte e Cultura di Napoli “Sebetia-ter”, prof. Ezio Ghidini Citro. Si avvale - come ogni anno - della partecipazio-ne ed esibizione del presidente onorario, Amii Stewart che ha concluso brillantemente l’impo-

nente manifestazione, cantando “ La voce del silenzio”. In particolare il Premio, ormai dive-nuto un importante appuntamento fisso nel panorama culturale italiano ed internazionale, si segnala come una specialissima occasione che vede riunirsi le migliori intelligenze del momento. Quest’ann0, tra gli altri, sono stati premiati : Giacomo Cerisola, per l’Ingegneria dei materiali; Francesco Amirante ( presiden-te emerito della Corte Costituzionale ) per la Magistratura, Carlo M.Croce e Matteo Antonio Russo per la Medicina e chirurgia; Alessandro Meluzzi per la Psichiatria; Marino Bartoletti – non presente in sala per impegni lavorativi – e Gianfranco Coppola per il Giornalismo; Lello Giulivo , componente della Compagnia di can-to popolare, e Monica Sarnelli che ha sfoggiato le sue doti canore cantando “ Un posto al Sole” e “ Chesta sera” per l’attività artistica. << Sono emozionatissima e onorata di ricevere un pre-mio così prestigioso>> ha dichiarato la cantan-te napoletana. Premiati anche Roberto Fiore, ex patron della S.S.C Napoli negli anni ’60, il quale ha confessa di aver consigliato a De

Laurentis l’acquisto della squadra azzurra. Tra i militari premiati : il Gen.C.A Biagio Abrate, Capo di Stato Maggiore della Difesa, Gen.Sq.A. Giuseppe Bernardis, Capo di stato Maggiore Aeronautica . Tutto ciò con la magistrale con-duzione di Antonello Perillo e Lello la Pietra.

Vincenzo Vinciguerra

Premio Internazionale “Sebetia-Ter ” Trentennale del Premio all’Accademia Aeronautica di Pozzuoli

Si è appena conclu-sa la mostra di arte pittorica per artisti

esordienti “All’Orizzon-te”, tenutasi nella Sala delle Prigioni del presti-gioso Castel Dell’Ovo di Napoli. Hanno esposto i loro dipinti ben tredici artisti esordienti, i quali si sono distinti per l’uso dei colori, per gli stili e le diverse tecniche pittori-che. Gli artisti in questio-ne sono Letizia Caiazzo, Lorenzo Cataneo, Bianca De Maio, Antonella De Rose, Daniele Fissore, Stefano Miele, Antonella Pagnotta, Stefania Ri-naldi, Serena Rossi, Lo-redana Salzano, Egidio Scardamaglia, Giuseppe Sticchi, Marcello Urso-mando. Tra le opere, quelle che più colpiscono l’immaginario collettivo, sono senza alcun dubbio: Senza Titolo di Bianca De Maio, Marina, Green e Mare di Daniele Fissore, La Dama Bianca di Stefa-no Miele e Corpo + Mare di Antonella Pagnotta. La prima opera è a cura della pittrice Bianca De Maio, nata a Napoli nel 1976. Quest’artista, for-matasi da autodidatta, lavora costantemente come ritrattista e non solo. La sua opera, inti-tolata Senza Titolo, nasce

da un momento di noia della pittrice, la quale dipinge un fondale mari-no nel quale specchiarsi. La prima idea che si ha è quella di un tranquillo letto di fiume, con l’ac-qua che scorre tranquilla entro i suoi limiti. Il qua-dro esprime sentimenti di calma e tranquillità. Un’opera assolutamente coinvolgente. Le opere Marina e Green e Mare sono dell’artista Daniele Fissore. Questi quadri rappresentano due me-ravigliosi e splendenti paesaggi. Luminosi. Bel-li gli utilizzi del verde e dell’azzurro. Nella prima opera cielo e mare sono quasi un unico essere, l’orizzonte si staglia pla-cido, proiettando il no-stro sguardo verso punti lontani che solo la nostra

mente può immaginare. La seconda, invece, rap-presenta un campo da golf, con i colori verdi dei prati inglesi. Brillano di luce propria, danno allo spettatore un senso di pace. La Dama Bianca è l’opera dell’eclettico pit-tore Stefano Miele, me-dico di professione ma pittore e scrittore per pas-sione. Il quadro ci presen-ta un paesaggio enigma-tico, quasi astratto, dove un personaggio (la dama bianca del titolo) si leva come un fantasma tra la vegetazione. Un’opera che richiama sicuramen-te la pittura tormentata di Van Gogh, o l’enigma della pittura di Chagall. Ultima ma non meno importante, l’opera di Antonella Pagnotta Cor-po + Mare. Sicuramente molto singolare, dà allo spettatore un senso di in-quietudine interiore pro-fonda. I corpi ripiegati su loro stessi in posizione fetale si lasciano traspor-tare dalle onde del mare, in una fusione di mare e corpi che dà quasi i bri-vidi. Molto d’impatto la scelta dei colori che rendono il quadro molto verosimile, in grado di coinvolgere enormemen-te lo spettatore, lascian-dolo con un profondo senso di disagio. Senza alcun dubbio una mostra piena di ottimi elementi che speriamo di rivede-re al più presto in mo-stre dedicate ai singoli.

Francesco Spada

Emozioni d’autorePresso Castel dell’Ovo una mostra

pittorica dedicata agli esordienti

“L’orizzonte“ un’opera in esposi-zione presso Castel

Dell’Ovo

Quando si parla di Cari-tà Cristiana dovremmo andare a conoscere a

Pianura la Signora Carolina Piscopo (zia Chicca per tut-ti) che l’11 Marzo scorso ha festeggiato i suoi 79 anni. Le parole, in breve, non potran-no mai spiegare l’immane e silenziosa missione che que-sta donna ha sempre svolto a favore di tantissimi bisogno-si. In particolare, a favore di quelli che in una fase della loro vita in cui non parlano, non possono e neanche san-no ringraziare. Mi si perdoni l’ardire ma allo scrivente, l’ amore di questa donna per i bambini è paragonabile all’a-more che la Beata Teresa di Calcutta donava ai poveri. E se a detta Beata le è stato ri-conosciuto il merito che tutti conosciamo, alla nostra zia Chicca in una occasione della sua vita ha ricevuto piccolo spazio. Nel 2005 vinse (si fa per dire) il San Giorgio d‘oro, rilasciato da una commissio-ne presieduta dall’on. P. Dio-dato. Poi è calato il silenzio. Questo riconoscimento, Zia Chicca, lo custodisce con ve-nerazione ed orgoglio. Ma se queste sono cose terrene, cor-re voce che a ricordarsi di zia Chicca sia stato il nostro papa polacco: Karol Woityla. Que-sti avrebbe (il condizionale è d’obbligo) guarito la nipotina di zia Chicca, Karol, da un male incurabile. Il Papa San-to sarebbe andato in sogno ad un’amica di zia Chicca e

le avrebbe detto “di essere lì” per due persone una delle quali era Karol, la nipote di zia Chicca affetta da leucemia da anni e che ora, dopo que-sta apparizione, sembra gua-rita. Da più di cinque mesi, infatti, dopo anni di malattia, i medici, che hanno in cura la piccola Karol, hanno sospeso tutti i medicinali che assume-va, anche se, per prudenza, non hanno sospeso i controlli ed analisi. Tante sono le anali-si fatte dopo questo evento e nessuno medicinale le è sta-to più somministrato! Cosa dire? E’ un riconoscimento divino alla diuturna missione di Zia Chicca? Personalmente auguro a Zia Chicca di vedere la sua Karol completamen-te guarita, libera da ulteriori controlli , analisi e medicina-li. Spero che questo sia il mi-glior augurio da fare ad una donna che ha sempre dato con spirito altruistico e vera carità cristiana.Tantissimi sono i bambini (alcuni ormai genitori e forse anche nonni) innamorati di zia Chicca per-ché sono affascinati dal suo sorriso,dalla sua naturalezza, dal suo modo di porsi e, so-prattutto, il suo modo di far sentire utili ed importanti an-che coloro ch si rivolgono a Lei per ottenere un aiuto. Il suo è amore vero verso il prossimo.

Carlo Perna

Carità cristiana Quella vera e genuina!

Page 15: Cosmoggi giugno

CINEMA a cura diVincenzo Vinciguerra 15

Erano gli anni Sessanta quan-do, negli Stati Uniti, la ABC cominciò a trasmettere una

soap opera che, nei cinque anni successivi, sarebbe divenuta un vero e proprio cult. Si chiama-va Dark Shadows, era stata creata da Dan Curtis e ruotava intorno alle vicende del vampiro Barna-bas Collins, allora interpretato da Jonathan Frid. Dark shadows comincia nel ‘700 con il giovane Barnabas Collins (Johnny Depp) che corteggia la sua innamorata Josette. Ma la sua ex amante Ange-lique (Eva Green), che è anche una strega, uccide la giovane e lancia una maledizione su Barnabas, che si trasforma in un vampiro. La trasposizione dell’horror-soap tv «Dark Shadows» che inanellando più di mille episodi tra il 1966 e il 1971 divenne di culto in Usa. Da

bambino, Tim Burton (classe 1958) era appassionato di questa serie tv - oltre 1.200 puntate in onda fra il ’66 ed il ’71 - di cui anche John-ny Depp, benché di cinque anni più piccino, è stato fan. Tanto che il cineasta ha raccontato di esser-si risolto a portare Dark Shadows sullo schermo proprio per esau-dire un suo sogno: quello, cullato fin dall’infanzia, in cui aspirava a essere Barnabas Collins, romanti-co eroe trasformato in vampiro da una strega, Angèle. Cinquant’anni dopo, vista la comune passione per quella soap, Tim Burton e Johnny Depp decisero di trasformarla in un film (esperimento già tentato dallo stesso Dan Curtis con La casa dei vampiri nel 1970). L›ultima fatica di Burton è ottimale nell›intrattenimento più sofisticato, il film regala un cast

straordinario capitanato dal sem-pre bravissimo Johnny Depp che con il suo vampiro tormentato d’a-more, ma anche maledetto, regala una performance divertente e pro-fonda allo stesso tempo, un perso-naggio che esprime la modernità della figura vampiresca che osser-viamo in film del nostro tempo con un tocco puramente burtoniano ad avvolgere il tutto. Intrattenimen-to unito a riflessione creano un opera per tutte le età il tutto con-dito in una bella storia d’amore . Laddove tutti si buttano sul 3D e sulle nuove tecnologie, Burton si diverte a giocare con rimandi al passato. Tutta la storia è imprezio-sita da un cast memorabile, dal già citato Depp a Michelle Pfeiffer alla Helena Bohan Carter fino ad una favolosa, quanto inquietante, Eva Green, bellissima e perfetta nel

suo ruolo malvagio; tutti i caratteri sono ben descritti, tutti i personag-gi narrati a tutto tondo. Niente è fuori posto e l’ironia è perfetta-mente calata nella storia. Da se-gnalare un momento meraviglioso e assolutamente memorabile con la partecipazione di Alice Cooper con la sua musica. Burton ci rega-la un nuovo delizioso capitolo del suo favoloso e inquietante mondo che non riesce a far paura ma che è irresistibilmente affascinante. Tim Burton e Johnny Depp di nuovo insieme nel segno dei vampiri, con l’attore americano indiscusso protagonista assoluto. Il regista realizza con Dark Shadows un film visivamente ricchissimo ma anche pieno di “spirito”.

Vincenzo Vinciguerra

Il sogno di

TimBurton e Depp ancora insieme

nel segno dei vampiri

L’ultima fatica di Tim Burton, si chiama “Dark Sha-dows” ripresa da una serie tv ameri-cana degli anni ses-santa, il film regala un cast straordina-rio capitanato dal sempre bravissimo Johnny Depp in un miscuglio di generi come: horror, fan-tasy, drammatico

I supereroi invadono di nuovo il grande schermo. Dopo averli visti in imprese solitarie, Iron

Man (Robert Downey Jr,), Capi-tan America (Chris Evans), Thor (Chris Hemsworth) e Hulk (Mark Ruffalo), si alleano per sconfiggere un nemico comune e per salvare ancora una volta il nostro povero mondo. Parte il progetto The Aven-gers, in italiano “I Vendicatori”, una squadra di superuomini pronti a dare la vita per il bene del nostro pianeta. Nati dalle menti geniali di Stan Lee, Jack Kirby e Dick Ayers, i Vendicatori ottennero un albo tut-to loro a partire dal settembre del 1963. Rivivono ora al cinema grazie all’abile mano di Joss Whedon, il fa-moso regista della serie cult Buffy L’Ammazzavampiri. Il film, non è altro che un crossover cinemato-grafico di alcuni dei precedenti film già dedicati all’universo Marvel e distribuiti dalla Walt Disney Pictu-res, che ne detiene i diritti. Il film si apre con Nick Fury che raggiunge una base della NASA all’interno della quale il dottor Erik Selvig sta effettuando dei test sul Tesseract, recuperato da Howard Stark negli anni ‘40, il tutto sotto lo sguardo dell’agente Clint Barton (Occhio di Falco). Improvvisamente il Tesse-

ract apre un varco dimensionale dal quale spunta il temibile Loki, fratel-lo di Thor, il quale vuole scatenare una guerra tra i mondi grazie all’in-tervento di un esercito di creature aliene chiamati Chitauri. Loki ucci-de parte di coloro che vogliono fer-marli e porta al suo servizio il dottor Selving e l’agente Barton. È il mo-mento tanto atteso. Parte il progetto Avengers. Steve Rogers/Capitan America, Bruce Banner/Hulk, Tony Stark/Iron Man e Natasha Roma-noff/Vedova Nera (Scarlett Johans-son) si incontrano sull’enorme por-taerei volante chiamata Elivelivolo, quartier generale dello S.H.I.E.L.D., per impedire che Loki metta in atto il suo diabolico piano. Un film a dir poco strabiliante, che tutti colo-ro che amano i fumetti Marvel e i supereroi devono necessariamente vedere. La grafica in 3D rende il tutto più coinvolgente e fa sentire lo spettatore come se vivesse nel mon-do parallelo che ha sempre imma-ginato. The Avengers si è piazzato al primo posto tra i film che hanno incassato di più nel primo weekend di produzione surclassando di mol-to l’ultimo film di Harry Potter, con un ammonto di 1.180.378.000 di dollari. Assolutamente da vedere.

Francesco Spada

Le voci avevano ragione: al Festival di Cannes il Grand Prix del-la giuria è andato all’unico film italiano in concorso, “Reality” di Matteo Garrone. C’è tanta Napoli nel suo film. Nel cast Nando

Paone, Ciro Petrone (il “Pisellino” di Gomorra), Aniello Arena, Nunzia Schiano, Loredana Simioli. Il suo «Reality» ha strappato il Gran Prix del-la giuria (guidata da Nanni Moretti), il secondo premio più importante dopo la Palma (assegnata ad Haneke per ”Amour”). «È festa per tutti quelli che hanno fatto il film - ha detto Garro-ne - Il cinema è un arte collettiva, condi-vido il premio con tutto il cast, i tecnici, i produttori. Tutti coloro che hanno par-tecipato con me al film, e’ una squadra, una bella squadra». Il film Ambienta-to in una Napoli grottesca e felliniana, “Reality” racconta il sogno di celebrità, attraverso la tv, del pescatore Luciano, interpretato dall’attore detenuto Aniello Arena, che ha impressionato pubblico e critica. Luciano e` un pescivendolo napoletano che per integrare i suoi scarsi guadagni si ar-rangia facendo piccole truffe insieme alla moglie Maria. Grazie a una naturale simpatia, Luciano non perde occasione per esibirsi davanti ai clienti della pescheria e ai numerosi parenti. Un giorno, spinto dai fami-liari, partecipa a un provino per entrare nel “Grande Fratello”. Da quel momento la sua percezione della realtà non sarà più la stessa. Quel che è certo è che anche in questo caso si affronta con grande originalità il tema del delicato equilibrio tra finzione e realtà che una certa televisio-ne cerca di minare quotidianamente. Il regista italiano, allertato dalle indiscrezioni, era già sulla Croisette, la sua équipe lo ha raggiunto suc-cessivamente. Proprio a Cannes, nel 2008, Garrone ha avuto il suo più grande successo vincendo il Gran Premio della giuria con “Gomorra”. Insomma, una soddisfazione ‘’Made in Italy’’ che chiude il 65° Festi-val del Cinema di Cannes con la vittoria del Gran Premio della Giuria.

Emanuele Boccia

Quando il mondo ha bisogno degli eroi, questi arrivano …

Cast d’eccezione per “The Avengers”, omaggio al mondo Marvel

Garrone riconquista CannesIl regista vince il Gran Prix al festival

del cinema dopo il successo di “Gomorra”

Il regista Matteo Garrone

Page 16: Cosmoggi giugno

MERCATINO a cura diLello Minervino16

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G i o r g i o , C . s o D u c a D’Ao s t a , 7 3 P i a n u r a Nap o l i· S t a z i o n e d i s e r v i z i o To t a l , Vi a P r o v i n c i a l e 6 7 , P i a n u r a Nap o l i· S t a z i o n e d i s e r v i z i o To t a l , Vi a C a m i l l o G u e r r a , 3 6 C a m a l d o l i Nap o l i· L a Ta v e r n a d i B a c c o, Vi a A n t o n i o e Lu i g i S e m e n t i n i , 2 8 / 3 2 R i o n e A l t o Nap o l i· S u p e r m e r c at o C a r r e f o u r, Vi a A n t o n i o S e l a r i o , s p a l l e p i a z z a Me d a g l i e d ’O r o Nap o l i· Ta b a c c h e r i a D’A n g e l o , Vi a C o n s a l v o 1 0 7 Fu o r i g r o t t a Nap o l i· S u p e r m e r c at i S u n r i s e , Vi a L e p a n t o 5 5 Fu o r i g r o t t a Nap o l i· S t a z i o n e d i s e r v i z i o A g i p d i R a f f a e l e Ru s c i a n o – Vi a S . M a r i a a C u b i t o C h i a i a n o Nap o l i· F i n - C o m p a ny, Vi a F i u m i c e l l o , 7 z o n a p o r t o – Nap o l i· C . D. C . 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MUSICA E SPETTACOLO a cura diZorama18

Il tour 2012 di Pino Daniele fa tappa in Liguria. L’inizio del concerto è tutto passione e sentimento. Al centro del palco, pantaloni e maglietta nera, la sua voce dalle inconfondibili tonalità e colore e una Fender

bianca a tracolla, colpisce al cuore con le note di “Invece no”, “Amore senza fine” e “Quando”. Una nuvola di emozioni che si depositano con grazia nel profondo dell’anima e delle menti del pubblico con la leggerezza di una languida carezza. I musicisti che lo accompagnano: Omar Hakim (ex Weather Report), alla batteria; Solomon Dorsey, al basso; Rachel Z, al piano; il maestro Gianluca Podio, alle tastiere, sono tutti di altissimo livello e prendono posto sul palco a turno. Il primo a farlo è proprio quest’ultimo che accompagna il nostro in “Se mi vuoi” e “Putesse essere allero”.Subito dopo, con la band al completo, è il momento dell’esecuzione di “Coffee time” e “ ‘O fra”, il concerto vira, grazie anche al plastico sviluppo ritmico di un batterista dall’incedere fluido ed elegante come Omar Hakim, verso una dimensione decisamente jazz-rock. Con “Melodramma”, grazie agli armonici della sua chitarra incantata e l’aulica impostazione vocale, si respira il soffio nostalgico della romanza. “Sara”, “A testa in giù”: qui recuperando quelle sonorità “on the road” tipiche dei suoi anni ’80. Dalla profonda intensità emotiva l’interpretazione di “Se tu fossi qui”.La voce nuda di Pino supportata dalle tastiere di Gianluca Podio per momenti ad alto tasso di poetica musicalità. Non poteva certo mancare un capolavoro come “Napul’è (un estratto dall’album “Terra mia”, del 1977) cantata all’unisono dal pubblico. Ritorna il supergruppo, e “ il nero a metà” recupera la sua anima funky e ribelle impegnandosi in classici come “A me me piace ‘o blues” e “Yes I know my way”. Senza dimenticare una

versione elettrica, quasi acida, di “Che male c’è”. Il seducente afflato romantico di “Quando” e l’incedere teatrale di “Due s c a r p e ” . U n a magica alchimia che avvince e rapisce. L “uomo in blues”, seduto su uno sgabello e imbracciando una chitarra acustica intona prima, la delicata “I still love you” poi, la celebre “Je so pazzo” e “Boogie boogie man” in cui fa emergere tutta la sua anima nera e il suo virtuosismo chitarristico. “Io per lei”, anch’essa rivestita di blues, ma più elettrica. E, per concludere, la bellissima “Anna verra’ ”. Unico bis, “La grande madre”. Poco più di un’ora e mezzo di grande musica in equilibrio tra seducenti melodie mediterranee, sfumature jazz, accelerazioni rock e blues. L’opera di un maestro di note e parole. Di un poeta con la chitarra dal suono e dallo stile inconfondibile.

Giuseppe Orso

Pino Daniele tra blues e sentimentoAl Carlo Felice di Genova in scaletta i suoi classici e brani dal cd “La grande madre”

Tre musicisti napoletani. Tre musicisti rumeni di etnia rom. Un incontro all’insegna dello scambio musicale e

umano, della reciproca conoscenza di melodie, armonie e ritmi diversi. Questa la filosofia dell’ensemble ‘o Rom, il primo e più longevo esperimento di fusione e sintesi tra musiche tradizionali dell’Italia Meridionale e musiche balcaniche di area rom e sinti. Un progetto nato a Napoli tra vicoli e piazze, tra concerti improvvisati in strada e battaglie civili, con l’obiettivo di divulgare con passione e vivacità l’incontro tra culture diverse, apparentemente inconciliabili. Nati nel 2008, subito apprezzati dal vivo per le trascinanti performance, gli ‘o Rom mostrano il loro “sincretismo” a partire dal nome: “o rom” in lingua romanes (o romanì) significa l’uomo “zingaro”, in napoletano la “o” con l’aggiunta di un apostrofo diventa un articolo, per cui ‘o rom si traduce “lo zingaro”. Dopo quattro anni

di incessante attività live, gli ‘o Rom pubblicano con “Terre in Moto” Vacanze Romanes, prodotto da Carmine D’Aniello e Carlo Licenziato. “Abbiamo parafrasato il titolo del film Vacanze romane - dichiara D’Aniello - dove romanes indica la lingua parlata da rom e sinti, e abbiamo affrontato in modo sarcastico il tema degli stereotipi e dei luoghi comuni legati ai rom. Alcuni di essi vivono nei campi da oltre 20 anni non per scelta o perché amanti della vita da campeggio ma nella speranza di avere un’abitazione e una vita dignitose”. Il cd è dedicato a Adnan Hozic, considerato “il promotore della musica Balcanica in Italia ancor prima di Bregovic negli anni ’90, da lui il gruppo trae ispirazione e raccoglie la sua esperienza. Quello che la parte napoletana del gruppo sa della musica balcanica e zingara lo deve a lui”. Carmine D’Aniello (voce, bouzuki, tamburi a cornice), Carmine Guarracino (chitarre), Ilie Pipica (violino), Ion

Tiţa e Doru Zamfir(fisarmonica), Ilie Zbanghiu (contrabbasso) e Amedeo Della Rocca (percussioni) sono un concreto esempio di convivenza, simbolo della fusione di diverse esperienze personali e professionali tra Romania e Italia, tra strada e studi. Vacanze Romanes è concepito come un vero e proprio live in studio, senza soluzioni di continuità tra un brano e l’altro, per restituire all’ascoltatore la freschezza e la visceralità delle inconfondibili performance dei sei. Un’avventura tra Campania, Est europeo e Mediterraneo: 11 pezzi vorticosi e raffinati, con reminiscenze swing, gipsy e manouche. Vacanze Romanes è stato presentato in anteprima nazionale alla FNAC di Napoli: un appuntamento patrocinato dall’Assessorato alle Politiche Sociali del Comune di Napoli. Il disco è in vendita anche nei principali stores digitali.

Aniello Rapa

“Vacanze-Romanes” al debutto discograficoAll’insegna dello scambio fraterno

Rock, pop, folk in questa sua nuova avventura discografica

targata Disastro Records e Malintenti Dischi.Autore ispirato, tra i più convincenti della generazione neo cantautorale, Oratio (vero nome Andrea Corno) è un artista che si conferma un validissimo autore di canzoni e lo dimostra seguendo la strada meno semplice, ovvero cambiando rotta.Rispetto all’album d’esordio (“Ora ti ho”, 2009), che aveva colpito per le canzoni di folk

garbato, incentrate su temi generazionali, oggi Oratio è un cantautore in fuga, un vivace compositore di brani che non vogliono più essere contenuti in un unico genere. Vengono fuori in un nuovo album dalle influenze pop come psichedeliche, fatto di “canzonette” da quattro accordi o di lunghe code strumentali, ariose e suggestive. Se l’esordio era stato leggero ed in punta di piedi, quì il prolifico autore siciliano si è voluto divertire, pur mantenendo

alcuni tratti che lo hanno sin da sempre contraddistinto, ovvero una (sempre utile) leggerezza, ironia e, al tempo stesso, un’ottima sensibilità interpretativa. Un disco, insomma, che lo affranca da certi accostamenti a senso unico, che lo volevano appartenente solo alla nuova scuola cantautoriale italiana. Oratio è sempre più Badly Drawn Boy oltre che Battisti, più Wilco oltre che De Gregori.

Rosalia Fiengo

Oratio, tra pop, rock e folkElogio vivente della Sicilia

Andrea Corno, in arte “Oratio”

Pino Daniele

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SCIENZA E TECNICA a cura diEnnio Salvia 19

Ristorante Villa “Er Più” Via Domitiana km 44,200 Lago Patria, Giugliano in Campania

Tel. Tel. 081 509 1405

Il terremoto dell’Emilia ha ancora una volta dimostrato, se pur ce ne fosse stato bisogno,

che gli studi sulla sismologia sono soggetti a profondi cambiamenti. Fino ad oggi, questo territorio, ora martoriato, sembrava dovessero essere meno soggetto a questi fenomeni. Si diceva, infatti, che i depositi alluvionali della pianura padana fossero praticamente dei terreni a basso rischio sismico e come tali venivano catalogati. Quanto avvenuto il 20 maggio ha sottolineato la impossibilità, alla luce delle conoscenze attuali, di poter prevedere un terremoto. L’unico dato, su cui gli studiosi allo stato possono basare le loro proiezioni, è quello statistico ovvero la conoscenza di eventi sismici nel passato, dei loro effetti sui manufatti e della loro frequenza. Sapere ogni quanto tempo si ripresenta il fenomeno tellurico in una certa zona è un indice importante perché l’energia liberata poi dovrà avere un certo tempo per riformarsi e riuscire alla superficie. Ma, come tutti i fenomeni complessi della natura, possono essere imprevedibili, non rispettare la ciclicità, presentarsi sotto forme diverse. In Emilia, in effetti, dopo la prima grande scossa si aspettavano, come quasi sempre, una serie di scosse

minori, liberanti l’energia residua. Ed invece, probabilmente, la prima fatturazione di una faglia ne ha generato altre. Non c’è dubbio che parlare di “scosse di assestamento”, nel corso di una crisi sismica come quella che ha interessato la Pianura Padana Emiliana, è stato fuorviante. Si è data la falsa impressione che dopo la scossa iniziale (20 maggio, magnitudo 5.9) la sequenza dovesse necessariamente evolvere con scosse minori. Invece nella Pianura Padana si sta ripetendo un meccanismo che abbiamo già osservato nel corso delle recenti crisi sismiche dell’Aquilano

(2009) e dell’Appennino Umbro-Marchigiano (1997): non è un un’unica faglia a rompersi e a generare le forti scosse, ma faglie diverse che si attivano una in conseguenza dell’altra; oppure segmenti diversi di una stessa faglia che si attivano uno dopo l’altro. Un episodio assolutamente imprevedibile. Da secoli il sistema di fratture nascoste sotto i sedimenti della Pianura Padana Emiliana si caricava di energia per effetto della compressione esercitata dal margine settentrionale dell’Appennino, che spinge da sud. L’energia liberata dalla rottura della prima

faglia, molto probabilmente, ha perturbato tutto il sistema, facendo scattare anche altre faglie o segmenti vicini. Ecco perché, a distanza di nove giorni (29 maggio) si sono replicati terremoti di violenza paragonabile alla prima scossa. In questi casi parlare di sequenza destinata a esaurirsi è un azzardo: nessuno può dire come evolverà la crisi sismica, se declinerà o se si riaccenderà per la rottura di una nuova faglia. In Italia si è cominciato tardi a pensare alla prevenzione solo dopo il disastroso sisma del Friuli (1976) e quello altrettanto distruttivo dell’Irpinia (1980) ma solo nel 2003 vennero elaborati i criteri da rispettare nelle costruzioni. Ma se si pensa a tutte le costruzioni abusive di cui è disseminato il nostro Paese e a tutti i condoni edilizi concessi, allora viene da pensare che solo una piccola parte dei nostri manufatti sono idonei a reggere una scossa tellurica. Il pericolo maggiore, però, ora è l’oblio: passata l’emozione dell’avvenimento luttuoso tutto ritornerà come prima, tra l’indifferenza delle Istituzioni. Fino al prossimo terremoto.

Ennio Salvia

Grazie a questa nuova scoperta, tanti altri patrimoni naturali marini potrebbero es-sere preservati da eventuali maree nere.

La nave da crociera Costa Concordia giace lì, immensa e minacciosa, a tenere tutti col fia-to sospeso. Oltre al peso della perdita di vite umane, le preoccupazioni sono anche altre: scongiurare un disastro ambientale. La Con-cordia porta ancora con sé tonnellate e tonnel-late di carburante che potrebbero disperdersi in mare e provocare danni irreparabili a tutto l’ambiente circostante. Se la nave abbandonasse la sua attuale posizione inclinata su un fianco, per poi sprofondare negli abissi di un mare che in poco tempo diventerebbe color petrolio, sa-rebbe l’inizio di un caos con pochi precedenti. L’idea che potrebbe servire a scongiurare una tragedia di tale portata arriva dall’Inghilter-ra, precisamente dall’Università di Bristol. Un gruppo di scienziati, guidati dal professor Ju-lian Eastoe, ha di recente pubblicato i risultati di un’interessante ricerca su Angewandte Che-mie, rivista accademica tedesca che si occupa di chimica. Il team di ricercatori ha messo a punto un sistema innovativo di rimozione del

petrolio e degli idrocarburi dall’acqua: un sapo-ne sensibile al campo magnetico, manovrabile dall’esterno e in grado di bonificare l’acqua in-quinata, senza l’apporto di componenti chimi-che nocive per l’ambiente. Il sapone magnetico è in grado di vincere, con buoni risultati, la forza di gravità anche se utilizzato in tubi ap-positamente riempiti di acqua e petrolio. L’at-tuazione di questo nuovo sistema di pulizia dei mari potrebbe, garantire la preservazione non solo della bellezza delle coste e delle attrazioni turistiche e naturalistiche tipiche dei paesaggi marini, ma anche della fauna. Se la Costa Con-cordia dovesse malauguratamente disperdere il proprio carburante, sarebbe auspicabile una tempestiva applicazione del sistema ideato dagli scienziati di Bristol. Per salvare le coste dell’Italia tirrenica, da un futuro nero petrolio.

Rosario Sannino

Il terremoto è inevitabile non così i morti e le distruzioniLa ferita emiliana, e quella aquilana, devono indurre ad una prevenzione più efficace

Un sapone magnetico per salvare l’isola del GiglioArriva dall’Università di Bristol l’invenzione

che potrebbe cambiare in positivo le sorti dell’isola

La Costa Concordia ripresa dietro il fanale rosso all’im-

boccatura di Giglio PortoInchinatasi il 13 gennaio 2012 si sta operando per la rimo-

zione della nave

“Chiesa di Buona compra” in provincia di Ferrara

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LIBRI a cura diEleonora Belfiore20

Colpo d’autore - I consigli letterari di CosmoggiDopo aver suggerito le letture più in voga del momento, “Colpo d’autore” si rinnova, proponendo ai suoi fedeli lettori una “controclassifica”,

basata più sulla nostra sensibilità che sulle tendenze del mercato letterario.Da questo numero, vi verranno consigliati volumi, anche poco conosciuti, che hanno lasciato una traccia indelebile nel cuore e nelle menti del nostro staff.Non venendo mai meno al criterio della qualità delle letture da noi consigliate, abbiamo operato una scelta più “emotiva” e, pur seguendo le “indicazioni” del nostro cuore, crediamo che tale criterio non deluderà neppure i lettori più sofisticati.Perché, prima di consigliarvele, queste letture le abbiamo sperimentate in prima persona e sappiamo di certo che... provocano assuefazione!!Dunque, come sempre, buona lettura! In questo mese, lo staff di Cosmoggi vi segnala:“Gloria al posto fisso” di Domenico Raio (Edizioni Scientifiche ed Artistiche, €5,00) Piccolo ma vigoroso pamphlet che analizza in maniera chiara ed esaustiva, le cause della crisi storico-economica che stiamo vivendo.“La gioia di scrivere” di Wislawa Szymbroska (Adelphi, €19)Il volume racchiude tutte le poesie del Premio Nobel per la Letteratura 1996. Scrittrice intelligente e brillante, ha scritto per sé stessa un ironico epitaffio: << Qui giace come virgola antiquata/ l’autrice di qualche poesia. La terra l’ha degnata/ dell’eterno riposo, sebbene la defunta/ dai gruppi letterari stesse ben distante .>> “I cacciatori di vampiri- La saga completa dei Gardella” di Colleen Gleason (Newton Compton, € 9,90). In un unico volume, tutti gli episodi di una saga tenebrosa, sexy ed avventurosa che ha conquistato il cuore di milioni di lettori in tutto il mondo. Deliziosamente oscuro ed avvincente. “La vita quotidiana nel Medioevo” di Robert Descort (Editori Laterza, €10,00). Un saggio intenso ed unico. Protagonisti assoluti del libro sono contadini e cavalieri, monaci e mercanti, maghi e misteriose nobildonne. Con tocco sapiente e brio, Descort tesse le trame della loro vita e dei loro pensieri.“I colori dell’acqua” di Umberto Druschovic (Stylos, €10,00). Le stagioni del tempo e del cuore scorrono veloci tra le pagine di questa intensa raccolta poetica.Struggente e pregno di malinconia, il volume tocca gli abissi più profondi dell’animo umano. Da leggere.

Laura Calosso descrive con minuziosità di situazioni la crisi dell’uomo cinquantenne, il declino psicologico e fisico, il crepuscolo dell’età, che vuole essere racconto lungimirante per i

più giovani, riflessione per chi quell’età dei cinquanta la sta vivendo o l’ha oltrepassata. Come espellere le tossine di non essere più giovane quando si deve affrontare la crisi dei cinquanta? Quando si è trascorsa

una vita a sobbarcarsi di lavoro rinunciando ai divertimenti, riponendo i sogni in un cassetto segreto, come l’acquisto di una giacca per le grandi occasioni di svago, mai avvenute. Giacca, stipata nell’armadio, indossata poi col passar del tempo, quando la si vede tirar sui fianchi e sulle braccia per la pinguedine. Questo è Gerbi, il macellaio che si ritrova a cercar la gioventù persa di proprio nell’avvenente e giovane donna di cui s’innamora pazzamente tanto da dilapidare tutto il patrimonio accumulato in anni di sudato lavoro. Questa donna è Veruska che passa da un uomo all’altro, e che anche

il personaggio centrale, il notaio, nota dalla finestra, riconoscendola solo un giorno per caso per una sua foto sul giornale. Anche il notaio è un uomo sui cinquanta che si occupa solo di lavoro, di individui, rifugiandosi dall’umanità e pettegolezzi a seguito. A un certo punto della sua vita si apre a una sua amica del liceo. Dall’individuo che è, diventa persona, con i suoi limiti e le sue inquietudini, prima cieche al suo essere timoroso. Il contatto con il suo io, fa risorgere brevi ma lucenti verità che non ha mai voluto ammettere. Egli trapassa la crisi con il sostegno amorevole e non disinteressato dell’amica. Laura Calosso ci fa pensare al grande vuoto che si crea come una rottura inspiegabile negli uomini dei cinquanta, che si ritrovano a ripercorrere gli anni trascorsi, il senso di solitudine nel presente come una lama dai piccoli e ripetuti tagli, il senso d’inadeguatezza alla propria vita che fugge via, e a pensare al bisogno d’amore, ultimo baluardo di noi stessi.

Annarita Ruffo

Laura Calosso, “A ogni costo, l’amore”, Oscar Mondadori, pp. 188, € 10,00

Limiti ed inquietudini di un’età nel romanzo “Ad ogni costo l’amore” di Laura Calosso

Gli uomini e la crisi dei cinquanta

A vent’ anni dalla sua prima pubblicazione , il Pompeo di Andrea Pazienza mantiene intatta la sua potenza letteraria ed umana. Ed il mito rivive grazie alla nuova proposta editoriale “Gli

ultimi giorni di Pompeo” A portarlo in libreria, con una preziosa veste cartonata è la Fandango Libri. Dal 2005 la casa editrice ha intrapreso un piano di pubblicazione di tutte le opere di Andrea Pazienza. La volontà è quella di rendere omaggio al controverso artista, prematuramente scomparso all’età di 32 anni nel 1988. L’intero volume è, in un certo senso, il testamento ideale dell’artista. Se è vero che qualunque narratore tende a raccontarsi nelle sue storie, attraverso questo bizzarro personaggio Pazienza si è svelato completamente, quasi fosse sul lettino dello psicoanalista. Gli Ultimi giorni di Pompeo è l’episodio conclusivo della mitica serie di fumetti del controverso artista ma si presenta anche come una storia a sé stante e come tale è stato edito. Narra la vita quotidiana dell’insegnante di disegno Pompeo nei suoi ultimi giorni di vita e la sua morte annunciata. Il protagonista è un giovane stanco della sua vita, con una voglia di riscatto troppo debole e una visione del proprio futuro tutt’altro che definita. Pompeo è un fumetto anomalo, con poca china e molto pennarello, con pochi dialoghi e molti pensieri. La forma particolarissima di questo lavoro è quella di un diario , fatto solo di immagini, di sensazioni fisiche e di frasi apparentemente prive di senso e che spuntano dall’inconscio saltando i nessi logici con il contesto del racconto. I personaggi che compaiono non hanno una storia e non vengono precisamente identificati nei loro rapporti con il protagonista, come se la loro storia venisse data per scontata. Scorrendo le 116 tavole che formano il libro, precedute dal racconto di Paolo Rossi e dal bel tributo della moglie di Andrea Pazienza, si avvertono le inquietudini profonde di un artista unico e suggestivo, e la sua vorticosa vita fatta di sogni e disillusioni, delirio e speranza. Un’esistenza vissuta perennemente in bilico fra paradiso ed inferno. Da riscoprire

Eleonora Belfiore

Andra pazienza, “Gli Ultimi giorni di Pompeo”, Fandago Libri, pp.125, €20

Arte e fumetto nel volume della Fandango Libri, “Gli ultimi giorni di Pompeo”

Autoritratto di un ‘anima inquieta

Primo libro di una nuova serie, intitolata Daughter of Smoke and Bone, caso editoriale negli Stati Uniti, “La chimera di Praga”, rappresenta una ventata di originalità nel panorama ormai saturo di angeli e

demoni. Karou ha 17 anni, è una studentessa d’arte e per le strade di Praga, la città in cui vive, non passa inosservata: i suoi capelli sono di un naturale

blu elettrico, la sua pelle è ricoperta da un’intricata filigrana di tatuaggi, parla più di venti lingue e riempie il suo album da disegno di assurde storie di mostri. Spesso scompare per giorni, ma nessuno sospetta che quelle assenze nascondano un oscuro segreto. Figlia adottiva di Sulphurus, un demone chimera, la ragazza attraversa porte magiche per scovare i macabri ingredienti dei riti del demone. Ma quando Karou scorge il nero marchio di una mano impresso su una di quelle porte, comprende che qualcosa di pericoloso sta accadendo e che tutto il suo universo, scisso tra l’esistenza umana e quella tra le chimere, è

minacciato. Ciò che si sta scatenando è il culmine di una guerra millenaria tra gli angeli, esseri perfetti ma senz’anima, e le chimere, creature orride e grottesche solo nell’aspetto esteriore. Nel disperato tentativo di aiutare la sua “famiglia”, Karou si scontra con la terribile bellezza di Akiva, il serafino che, per amore le risparmierà la vita. Karou, infatti, gli ricorda una persona, una chimera che, in un regno ed un tempo lontanissimi, amò follemente.... Ogni libro che si apre con un” tanto tempo fa” genera

grandi prospettive. E’ una frase che inevitabilmente rimanda alle fiabe e ai classici che trattano di grandi avventure. Ed anche in questo caso, la frase apre un romanzo romantico ed avventuroso che ha come temi fondamentali il destino, la speranza e la ricerca della propria identità. La storia proposta da Laini Taylor necessita del “suo tempo” per essere pienamente apprezzata e compresa. Il romanzo, infatti, non è semplice, poichè è pregno di mitologia, citazioni letterarie colte e significati metaforici. Anche lo stile narrativo è complesso; mentre nei primi capitoli il tono è leggero e scanzonato, man mano che si procede nella lettura diventa poetico, amaro, riflessivo, intenso. Tuttavia, superato questo impatto, i lettori si ritroveranno coinvolti in un mondo spettacolare ed accattivante. Del resto, i punti forte del libro sono molti: trascinati in un fantastico vortice di emozioni e sensazioni, in un finale mozzafiato come da anni non si leggeva in storie di questo tipo,è quasi impossibile non finire per perdersi in questo romanzo. Con tocco sapiente, Laini Taylor racconta una storia d’amore dolce e tragica che non cade mai nel cliché adolescenziale che sembra imperare in molti libri di questo genere. Non resta dunque che godersi questo interessante libro, in attesa del secondo capitolo della trilogia che, si spera, possa arrivare presto in Italia.

Sara Belfiore

Laini Taylor, “La Chimera di Praga”, Fazi Editore-collana Lain 98, pagg. 387, €

Una città magica e deliziosamente oscura nel libro di Laini Taylor “La chimera di Praga”.C’era una volta, in un regno lontano....

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VARIE a cura diAntonio Starace 21

Un tatuatore del New Jersey ha inventa-

to iDermal, quattro magneti impiantati sottopelle per non separarsi mai dal suo iPod Se siete davvero inseparabili dal vo-stro iPod, l’invenzio-ne di Dave Hurban, tatuatore del New Jersey vi stuzzicherà forse l’idea di sotto-porvi all’intervento per l’applicazione di iDermal. Si tratta di quattro supporti magnetici, impiantati nel polso, sottopelle, con la stessa tecnica del body piercing e che assicurano l’assoluta efficienza anche durante l’allenamento in pale-stra o durante una corsa all’aria aper-ta. Un’idea che può sembrare folle ma che ha riscosso un discreto successo: già un centinaio persone avrebbero chiesto di sottoporsi a un intervento identico per avere sempre con sé l’a-dorato iPodPer chi pensa che l’iPod Nano abbia per forza bisogno di un cinturino per poterlo mettere al polso come se fosse un orologio si sbaglia. Qualcuno ha voluto decisamente strafare e ha “ben” pensato di impiantarsi nel polso 4 magneti per poter attaccare e staccare con facilità il proprio iPod Nano. Questa pratica dolorosa, bizzarra, folle e chi più ne ha più ne metta è stata poi ribattez-zata come iDermal. La fantasia di certo non manca. iDermal non è un nuovo prodotto Apple, ma il nome

che Dave Hurban ha attribuito al suo particolare supporto per iPod nano. Anziché affidarsi agli accessori che consentono di portare il piccolo letto-re musicale al polso, Hurban ha pre-ferito impiantarsi nel braccio quat-tro magneti in grado di sostenerne il peso, sottoponendosi a una vera e propria operazione. Il risultato è visibile nell’immagine di apertura e nel video in streaming all’interno dell’articolo. L’autore di questa par-ticolare (e discutibile) iniziativa ha fatto tutto da sé, togliendosi dei lem-bi di pelle e posizionando all’altezza del polso le quattro calamite. Un’ini-ziativa che, stando ai pareri lasciati dagli utenti di YouTube, sembra aver suscitato più sdegno che ammirazio-ne. Il commento più votato tra quelli che compaiono per la clip iDermal è infatti “iDiot”. Inutile dire che la visione del filmato seguente è scon-sigliata agli stomaci più deboli.

Antonio Procentese

Maurizio Estate, il gio-vane ammazzato per aver difeso un pas-

sante nel corso di una rapina avvenuta al largo Ventriera a Chiaia il 17 maggio del 1993, è oramai un eroe dimentica-to. In questo giorni è caduto il 19esimo anniversario dal grave episodio ma né il Comune né la Municipalità hanno organiz-zato iniziative per ricordare la giovane vittima dell’efferato crimine. In occasione della commemorazione del 2005, il sindaco di Napoli, nel ricorda-re il giovane, che, quando fu ucciso, aveva appena 23 anni e stava per sposarsi, all’atto dell’intitolazione di una piaz-za a Scampia, lo paragono a Nicola Calipari, il funzionario del Sismi che si gettò su Giulia-na Sgrena per difenderla. Nel luogo ove avvenne il crimine è stata posta, tempo addietro, una lapide. Leggendo la lapide

dedicata alla vittima vengono in mente le parole del fratello: “ Spero che questa lapide sia di monito per i giovani, altrimen-ti ci piegheremo alla barbarie. Ricordare è importante, una città senza memoria non ha futuro. È facile andare via, il difficile è vivere qui a Napoli. Ma non possiamo andarcene. Dobbiamo sperare ed essere sempre di più a farlo “. Parole che avrebbero dovuto far ri-flettere coloro che quest’anno hanno deciso di non ricordare l’evento con alcuna cerimonia tra la delusione dei ragazzi che, ispirandosi alla figura di Maurizio Estate, ancora cre-dono in valori come l’altrui-smo e l’amore per il prossimo.

Gennaro Capodanno

Presso la sala della Loggia al Maschio Angioino si è svolta la presentazio-

ne delle poesie di Francesco Scollo. L’artista ha raccolto sue poesie e numerosi testi di canzoni in due corposi volumi di circa 300 pagine. Le raccolte non saranno messe sul mercato, ma donate dall’autore agli Enti che aiutano la ricerca per la lotta contro il cancro e ed altri Enti similari. Il programma è stato pre-sentato dall’Associazio-ne “Fabrizio Romano onlus”. Il pomeriggio è stato aperto da Ornella Romano che ha salu-tato i presenti e gli amici che hanno partecipato alla mani-festazione. Ha preso poi la pa-rola il poeta Giulio Pacella. Lo

spettacolo è iniziato con Gian-ni Festinese che si è esibito con canzoni scritte da Francesco Scollo. Si sono succeduti du-rante la manifestazione il poeta

Arrichiello, la dotto-ressa Joe Siciliano e il cantante Luca Nasti con canzoni e poesie dello stesso Scollo. Lo spet-tacolo è stato allietato dall’intervento del ma-estro Angelo Mosca che si è esibito con la fisar-monica e al pianoforte. Le riprese dell’evento sono state fatte dal fo-

toreporter Alberto del Grosso e da Pasquale Travi. Ospite d’o-nore il Presidente della Quinta Municipalità Mario Coppeto.

Enrico Fontanarosa

Vecchia casa e ingresso a una villa di campagna” è il titolo dell’opera con

la quale l’artista partenopeo Giovanni Rapicano ha partecipato ad una mostra collettiva svoltasi di recente presso un noto albergo di Napoli. Si tratta di un disegno a matita con penna a china della misura di 24x31 cm dalle linee essenziali, ma che esprime un profonda nostalgia nel rievocare ambienti del nostro Paese che sono stati gli scenari di quella civiltà rurale che sarebbe stata sopraffatta dall’industrializzazione. Alla stessa serie appartengono anche opere come “Masseria” o “Paesaggio”, nelle quali l’autore raggiunge esiti poetici davvero notevoli.

Anna Aita

Toglietemi tutto ma non il mio iPodQuattro supporti magnetici

impiantati nel polso, sottopelle

Maurizio Estate un eroe dimenticato

Dopo 19 anni nessuno lo ricorda

Francesco Scollo

il poeta impegnato con asso-ciazioni Onlus

“Vecchia casa e ingresso a una villa di campagna”

è il titolo dell’opera di Giovanni Rapicano

Presentate al Maschio Angioino le poesie di Francesco Scollo I disegni di Giovanni Rapicano

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SPORT a cura diCarlo Perna22

La nazionale italiana inizia l’avventura europea, quest’anno dall’ 8 giugno al 1 luglio, l’Ucraina e la Polonia ospiteranno

la 14° edizione del torneo, che vedrà le nazio-nali del vecchio continente dare spettacolo. Un inizio di preparazione per gli azzurri di mister Prandelli molto turbolento, a causa del-le vicissitudini legate al calcioscommesse, che hanno non poco destabilizzato l’ambiente (vedi l’esclusione di Criscito), spostando l’attenzio-ne del calcio nostrano nelle aule giudiziarie, piuttosto che al calcio giocato. Per i tifosi più scaramantici, questo evento che sta sconvol-gendo l’ambiente del calcio, sembra essere un segno del destino, ricordando il 2006 quando la nazionale italiana fu incoronata campione del mondo, proprio a ridosso del processo di cal-ciopoli. L’Italia affronterà un “girone di ferro”

il gruppo C, insieme ai campioni del mondo in carica della Spagna, considerati i superfavori-ti del torneo, l’Irlanda allenata da Trapattoni e la Croazia. Cesare Prandelli, per superare le difficoltà di questo temibile girone, si affiderà alle prodezze di Mario Balotelli e Antonio Cas-sano, i “ragazzacci” del calcio italiano, genio e sregolatezza, le stelle di questa nazionale, quei giocatori capaci inventare e creare prodezze da fuoriclasse. La squadra considerata titolare sarà un 3-5-2 con tutta probabilità formata da: Buf-fon, Maggio, Chiellini, Bonucci, Giaccherini, Pirlo, De Rossi, Marchisio, Thiago Motta, Cas-sano e Balotelli. Anche se il mister studia alcune varianti sul fronte offensivo con un 4-3-3, aven-do a disposizione Giovinco, Di Natale, Borini e Diamanti, che in alcune partite, o durante al-cune fasi dell’incontro, possono dare più spinta

agli azzurri. Le basi per andare il più possibile avanti nel torneo, e magari arrivare alla vittoria, ci sono tutte; l’europeo del 2000 ancora rimane indigesto per noi italiani, arrivati secondi, bat-tuti in finale contro la Francia, trafitti nei mi-nuti supplementari da Trezeguet. Nel torneo europeo, l’Italia è stata eletta campione, solo in una circostanza, nel 1968, allo stadio olimpi-co di Roma, quando la nostra nazionale vinse contro la Jugoslavia per 2-0, gara ripetuta dopo lo 0 a 0 della prima finale. L’europeo 2012 ha inizio, l’Italia spera di sfruttare il suo spirito di rivalsa, e la sua rabbia, accumulata in que-sta calda estate giudiziaria, che si spera sia ric-ca di vittorie e soddisfazioni per una nazione intera di tifosi appassionati, ma anche delusi e sfiduciati dal movimento calcistico italiano.

Antonio Caccese

Italia,inizia l’avventura europea

I moschettieri Azzurri: Da sinistra a destra:

Bonucci, Thiago Motta, Chiellini, Balotelli, Barzagli,Maggio, Ogbonna, Abate (fila in alto)

Balzaretti, Nocerino, De Rossi, Albertini (vicepresi-dente F.I.G.C), Abete (Presidente F.I.G.C), Prandelli (C.T.), Montolivo, Marchisio, Diamanti (seconda fila)

Borini, Di Natale, Cassano, De Sanctis, Buffon, Sirigu, Pirlo, Giovinco, Giccherini (seduti)

L’Avion Center è una struttura nata nel 1991, nei locali dell’ex cinema Avion. Da più di vent’anni vuole dare ai suoi iscritti

il massimo della preparazione. In primis il nuoto, ma a pochi passi dalla piscina è presente anche una palestra attrezzata per preparazione atletica e vari corsi. La piscina annovera tra i suoi soci molti professionisti i quali nel tempo libero fre-quentano i vari corsi organizzati in tale struttu-ra. La società riunisce ex e attuali campioni di nuoto tra le varie categorie. Emilio Magnani, ex maresciallo della Guardia di Finanza e allenatore della Fiamme Gialle. Capo istruttore che da oltre 40 anni allena intere generazioni il quale lavora con passione e dedi-zione. E poi ci sono Stefano Stanislao, istruttore di nuoto adulti. Giuseppe Te-sta, allenatore setto-re giovanile. Genny Coda, Arianna Espo-sito, istruttrice di gal-leggiamento e Teresa Fioretti. Fiore all’oc-chiello della società è proprio la fucina di istrut-tori di qualità. Personale altamente specializzato. L’Avion vanta anche di una squadra di pallanuo-to militante nel campionato di serie B, che punta a raggiungere categorie superiori. La società pen-sa anche al futuro, essa è sempre all›avanguardia con i tempi e ha deciso di investire dando vita a un progetto chiamato HABA WABA per l’av-viamento alla pallanuoto. Consiste nell’inse-gnare ai bambini fin dalla più tenera età la passione per il gioco della palla in acqua, che poi si evolverà man mano nella pallanuoto.

Vincenzo Vinciguerra

Un marchio di qualita’L’impianto dei Colli Aminei fonderia di ottimi istruttori

Con la presentazione del nuovo sponsor tecnico e della campagna abbonamenti, entra subito nel vivo la stagione

2012/2013 del Napoli Basketball. Ad affiancare la società guidata da Salvatore Calise per ciò che concerne l’abbigliamento e il materiale di gioco sarà Legea, azienda di abbigliamento, accessori e materiale tecnico per lo sport, fondata nel 1993 a Pompei da Luigi Acanfora, che in pochi anni è riuscito a portare il brand a livello mondiale. “Iniziamo l’anno col passo giusto, trovando un accordo biennale con un marchio prestigioso e noto in tutto il mondo. È di certo il primo passo di una collaborazione che sarà molto lunga, una bella avventura che speriamo porti fortuna”, dichiara Calise. “È innanzitutto una importante sinergia tra due belle realtà del nostro territorio. Abbiamo sempre creduto in questo progetto, già lo scorso anno siamo stati vicini all’accordo”, dice il responsabile dell’area marketing di Legea, Lorenzo Grimaldi. “Finalmente ci confrontiamo con una società che vuole

riportare a Napoli la pallacanestro di grande livello. Insieme ai dirigenti azzurri vogliamo creare articoli personalizzati per dare una nuova identità al club”. Il marchio ha esordito nella serie A di calcio nel 2004/2005 con il Messina, nel 2009 l’esordio in Europa League col Palermo e nel 2010 lo storico accordo con la Nord Corea che portò l’azienda ai Mondiali. Numerose anche le partnership con squadre di pallacanestro, pallavolo, ciclismo e hockey. Oggi Legea distribuisce i propri prodotti in più di 50 Paesi. Presentata anche la campagna abbonamenti, i cui prezzi non varieranno in caso di ripescaggio in LegaDue. Si parte con il Club dei Tifosi: entro e non oltre il 30 giugno gli appassionati avranno la possibilità di entrare a farne parte pagando 55 euro, il 45% in meno dello scorso anno. Gli iscritti usufruiranno di sconti e benefit, oltre all’abbonamento per un settore interamente dedicato al Club. Dal 1 luglio via alla vendita degli abbonamenti ordinari, che costeranno 40 euro per le curve e 65 per la tribuna centrale (lo scorso anno costavano 120 e 150 euro). Gli abbonati avranno la possibilità di usufruire di sconti anche per i singoli biglietti, mentre l’ingresso “classico” per una partita di campionato costerà 5 e 8 euro. Ingresso gratuito per gli Under 12. “Si conferma in questo modo il nostro tentativo di riportare tanti appassionati al palasport”, spiega ancora Calise. “Crediamo che questi prezzi siano alla portata di tutti. È anche un segnale che lanciamo ai tremila che ci hanno seguito contro Trento, e che speriamo possano continuare a farlo”.Sarà possibile prenotare le tessere per il Club dei Tifosi inviando una mail a [email protected]

Rosanna Fiorillo Posillipo

Sarà la Legea il nuovo sponsor tecnico dell’NbbParte la campagna abbonamenti del Napolibasket

per la prossima stagione

La presentazione dello sponsor

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ULTIMISSIME a cura diPaolo Zaccaria 23

Periodico di attualita’, informazione, cultura, cronaca, politica e sport

ANNO XVIII NUMERO

5 - G i u g n o 2 0 1 2

Autorizzazione Trib.Napolin. 4740 del 19/03/1996

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L’A s s o c i a z i o -ne “Rinascita Artistica Par-

tenopea” che riuni-sce sotto la sapiente guida del Presiden-te Lino Cavallaro amanti della poesia e dell’arte in genera-le e si incontra con cadenza quindici-nale alla Biblioteca Comunale“Benedetto Croce” al Vomero di Napoli per condivi-dere liriche, scam-biarsi commenti e avviare discussioni su argomenti di in-teresse comune, ce-lebra anche comme-morazioni ed eventi per i soci e per per-sone che onorano la cultura partenopea. L’ incontro è stato dedicato al ricordo di Adele Bianca Sole,

socia di spicco dell’ Associazione, recen-temente scomparsa. Erano presenti il Pre-sidente della V Mu-nicipalità Dr. Mario Coppeto, l’assessore D.ssa Ida Francioni ed il consigliere Dr. Gianpaolo De Rosa. Si sono alternati nei discorsi commemo-rativi il giornalista Pietro Gargano, il poeta Giulio Men-dozza, il giornalista-reporter Alberto Del

Grosso. Hanno dato il proprio contributo Annamaria Acker-mann, Liliana Paler-mo, Nora Palladino, Gianni Festinese, Tullio Sabella, Anto-nio Giorgio, Bruno Basurto, Rodolfo Ru-bino e tanti altri ami-ci che hanno voluto salutare ancora una volta la loro amica poetessa.L’atmosfera era di grande com-mozione e di rim-pianto per una per-

sona che viveva una grande tensione spirituale interiore e riusciva a comuni-care le sue emozioni attraverso la poesia a tutti coloro che le orbitavano intorno. E il ricordo di Bianca ri-spunta puntualmente ogni giorno col sorge-re del “sole”.

Fausto Marseglia

Ricordata la poetessa Adele

Bianca SoleCommemorata la promotrice del Salotto letterario “Tolino”

Teano ospita la prima tappa del Festival dell’impegno civile - Le terre di Don Peppe Diana. Promosso dal Comitato

“Mille Scopi+1”.Un’iniziativa di valore culturale e sociale. Campo da calcio in località Pugliano, frazione di Teano, ex terreno agricolo del clan Magliulo, venne confiscato alla camorra nel lontano 1997, dopo anni di lotta giudiziaria è stato restituito alla collettività per uso sociale. L’incontro è stata occasione anche per inaugurare una mostra fotografica sui beni confiscati presenti sul territorio. La lotta civile alla camorra approda a Teano, per la prima volta. Lo fa grazie ai giovani del Comitato Mille Scopi+1. Presenti all’evento il magistrato Raffaele Cantone passato alle cronache nazionali per il suo impegno nella lotta alla criminalità dei nostri territori che, per l’occasione , ha presentato il suo nuovo libro “Operazione Penelope”. Dichiara “ C’è bisogno di una rivoluzione copernichiana, creare una White list e non solo aggiungere nomi alla Black list , mettere in atto idee imprenditoriali per le imprese sequestrate dalla magistratura”,

poi aggiunge “ La certificazione antimafia serve a poco se non ha burocratizzare tutto . Il nuovo testo ha rallentato il procedimento “ l’ On.Pina Picierno, che ha parlato del decreto legge 9 febbraio 2012, n. 5 ( concessione non onerosa

dei beni confiscati ). “ Cancellare dal nostro vocabolario la parola Ormai , quei patrimoni, vanno riconvertiti a legalità, vanno cioè riutilizzati per far nascere lavoro ” tra gli ospiti anche Valerio Taglione referente di Libera coordinamento di Caserta e del Comitato Don Peppe Diana, presenti le associazioni Emercency Alto Casertano e Piccola Libreria 80mq. L’azione condivisa tra i referenti casertani di ‘Libera’ e i giovani del comitato ‘Mille Scopi +1’ hanno

reso possibile la realizzazione di questa grande giornata di legalità a Teano. Grazie ai giovani del Comitato, che sono il fiore all’occhiello della legalità campana, i cittadini si vedono restituire un bene. ‘Adottare’ un bene appartenuto alle mafie e inventarci sopra un’attività socialmente rilevante è azione notevole per diversi ordini di motivi. La restituzione di questi beni alla società assume altresì importanti significati simbolici. Anzitutto, le attività ‘liberate’ sui terreni e sugli altri beni confiscati alle mafie rappresentano dei cunei di legalità là dove le cosche esercitano il loro potere. I ragazzi del ‘ Comitato Mille Scopi +1’ hanno tante idee per come “ sfruttare “ il bene. Decideranno il da farsi nelle prossime riunioni. L’incontro si è concluso con un ricco assaggio di prodotti squisitissimi della terra. Una torta per festeggiare il loro primo anno di vita, tanto di foto con gli ospiti. Il nostro più vivo augurio è che il comitato di anni ne festeggi ancora e continui la lotta per la confisca di altri beni.

Vincenzo Vinciguerra

Un “calcio” alla camorraGrazie al Comitato ‘Mille Scopi Più Uno’ a Teano la prima tappa del ‘Festival dell’impegno civile

La Presidente della Società Italiana So-ciologi, Patrizia Magnante, docente in discipline sociologiche e demo antro-

pologiche presso l’Università Tor Vergata di Roma, ha inaugurato il primo incontro fina-lizzato a rilanciare la SoIS in Campania, che si è svolto presso la redazione del periodico Cosmoggi di Napoli. Dopo i saluti iniziali di Michela Pietropaolo, segretaria nazionale della SoIS e responsabile della Campania, e del direttore di Cosmoggi Italo Sgherzi, la presidente Magnante ha subito chiarito l’intento di rilanciare la SoIs in un partico-lare momento della sua attività. “Affinché la Sociologia venga riconosciuta – ha ribadito la presidente - come la scienza della quale soprattutto oggi, il mondo non può fare a meno, dobbiamo ripartire dalla Sociologi”. A tal proposito si è anche discusso del fat-to che, lo scorso 17 aprile, è stata approvata alla Camera dei Deputati la proposta di leg-ge per la regolamentazione delle professio-ni non ordinistiche. Ora, dunque, si attende solo che il testo passi al Senato. Dopo un momento di impasse per la Campania, il rin-novato direttivo della SoIs, vuole dare nuovo impulso alle attività. In qualità di sociologi professionisti, o di neo-laureati, i membri di quest’associazione intendono offrire e con-dividere le loro competenze occupandosi

di ricerca, convegni, seminari e formazione. Come membro della COLAP (Coordinamen-to delle Libere Associazioni Professionali) si accredita anche e soprattutto per aver istitu-ito il “Repertorio dei Sociologi Accreditati” come garanzia delle competenze professio-nali del socio nel campo in cui opera. Grande importanza riveste anche l’informazione, in-fatti, proprio in seno alla presentazione degli obbiettivi da parte delle responsabili interve-nute al convegno, è stato reso noto anche il notiziario online “informa SoIS” che sevirà a pubblicizzarne le attività. Ma anche l’edi-toria non è trascurata, in quanto la collana della SoIs “Sociologia Professionale”, edita da Franco Angeli, fa da supporto per tutte le pubblicazioni inerenti a studi e ricerche. Il convegno ha raccolto idee interessanti dagli intervenuti, in primis dal direttore editoriale di Cosmoggi Italo Sgherzi, che ha preannun-ciato una viva collaborazione. “Un maggior numero di Sociologi campani – ha concluso Pietropaolo - intenzionati a coltivare la pro-pria scienza con la Sois, farebbe spostare almeno un quarto delle iniziative nazionali nella propria regione!” Per qualsiasi infor-mazione c’é il sito www.societàitaliansocio-logia.it

Adele Consola

Rilancio in Campania della Società Italiana Sociologi

La poetessa Sole

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ANNO XVIII MARZO 2012 DISTRIBUZIONE GRATUITA/COPIA OMAGGIOANNO XVIII NUMERO 10 GIUGNO 2012 DI ST R I BU Z ION E G R AT U I TA / C OP IA OM AG G IO

E’ nata la televisione del futuro:

Che è visibile sul Web all’indirizzo www.cosmoggi.tv Il direttore: Italo Sgherzi

Lo staff redazionale: Enrico Teperino, Anna Santoro, Liana Capuozzo, Adelaide Caravaglios Carmela Di Caprio, Paola Grattagliano, Anna Schettino, Angelo Moscati e Vittoria Panarese. Sono partecipi di questo evento. La direzione è sita in Napoli in via Camillo Guerra, 42 - Tel.081.5875216 Chi desiderasse collaborare, non a fini di lucro, può inviare i propri filmati che saranno trasmessi via web. Ilaria Felaco

TV

Direzione: via Camillo Guerra, 42 - 80131 Napoli - www.cosmoggi.it - www.cosmoggi.tv - Tel. 081 3796539Redazione: Tel. 081 5875216 / Fax 081 5875276 / e-mail: [email protected] cosmoggi sgherzi

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NAPOLITEL. 081.2398238

Nunziatella, patrimonio del MediterraneoCerimonia al Senato con il ministro Di Paola

Gli Eventi della Storia

a cura diItalo Sgherzi

ROMA. L’Assemblea Parlamentare del Mediterraneo (APM) ha conferito alla Scuola Militare Nunziatella di Napoli, quale istituto ed istituzione, lo Status

di ‘Patrimonio storico e culturale degli Stati del Mediterraneo.

«Quest’alto riconoscimento - si legge in una nota - è stato attribuito per l’ec-

cellente ruolo assicurato dalla scuola, senza soluzione di continuità da tre

secoli, nel settore dell’alta formazione, quale motore accademico, sociale ed

economico per lo sviluppo dell’Italia e dei paesi del Mediterraneo».

La targa commemorativa e la pergame-na di conferimento sono state consegna-te al Ministro della Difesa, Giampaolo Di Paola, dal senatore Francesco Maria

Amoruso, vicepresidente dell’APM e segretario della Commissione Affa-ri Esteri del Senato, nel corso di una

cerimonia al Senato della Repubblica, alla presenza del presidente Renato

Schifani.

All’evento in Palazzo Madama - pro-segue la nota - hanno partecipato oltre

ad una delegazione di parlamentari italiani, autorità civili e militari, una

rappresentanza della Scuola e dei suoi Ex-Allievi, ed il segretario generale

dell’APM, l’ambasciatore Sergio Piazzi. La consegna del riconoscimento in Se-

nato è stata preceduta dalla deposizione di una corona d’alloro all’Altare della Patria, organizzata dall’Associazione

Ex-Allievi Nunziatella.

Tratto da:IL MATTINOdel 23 - 05 - 2012sezione Napoli