Cosmoggi luglio

24
ANNO XVIII NUMERO 10 LUGLIO/AGOSTO 2012 DISTRIBUZIONE GRATUITA/COPIA OMAGGIO Speciale Roma pag. 12 e Milano pag. 13 Direzione: via Camillo Guerra, 42 - 80131 Napoli - www.cosmoggi.tv - Tel. 081 3796539 Redazione: Tel. 081 5875216 / Fax 081 5875276 / e-mail: [email protected] cosmoggi sgherzi Scuola calcio Via Ulderigo Masoni, 180 80141 Napoli Tel. 081.2311179 www.marianokeller.it Farmacia - Erboristeria “Pietro Carei” Via M. Semmola, 128 - Napoli - Tel.081.546.11.27 I l principe Raimondo dei Sangro di Sansevero non avrebbe mai nemmeno immaginato che la sua uto- pia delle “macchine anatomiche” - due corpi, di un uomo e di una donna, completamente scarnificati, nei quali è possibile osservare, in modo molto deagliato, l’intero sistema circolatorio. I due corpi, secondo una leggenda popolare, sarebbero il risultato di esperi- menti effeuati dal Principe di San Severo e da un anatomista palermitano, tale Giuseppe Salerno. Al di là della leggenda, grazie anche a documenti rinvenuti in archivi notarili napoletani aestanti un contrao tra il Principe di Sansevero (che si impegnava a fornire “cera colorata” secondo un metodo solo a lui noto) ed il door Salerno, e grazie al nome stesso assegnato alle due “macchine” così come risulta, peraltro, da un antico inventario dei beni della famiglia Sansevero, si ritiene che i due corpi costituiscano una sorta di ausilio didaico realizzato ricostruendo il circuito sanguigno su scheletri autentici mediante fil di ferro e cera colo- rata. Un esame visivo da parte di medici ha comunque consentito di appurare che vi sarebbero “errori” nella riproduzione del circuito sanguigno, il che andrebbe ad avvalorare l’ipotesi “didaica” delle due “macchi- ne” – un giorno sarebbe diventato realtà. Ed invece, i cinesi hanno realizzato quello che il principe sognava. Al Palaolimpico di Torino, dal 5 oobre al 13 gennaio 2013, arriva “The Human Body Exhibition”. Ovvero, una delle mostre più contestate al mondo. Una espo- sizione sui generis. Cadaveri veri, il processo naturale di degenerazione bloccato grazie alla plastilina. Carni rosee e ossa, organi interni, cervelli. Di detenuti cinesi, per la precisione, che in vita erano carcerati e che nes- suno, dopo la morte, ha reclamato. Ma probabilmente questo aspeo della vicenda non importa granché. Ci saranno quelli che si meono in coda per le “opere d’arte con funzione scientifica”, come reclamizzano gli ideatori della mostra, e coloro che non vedono l’ora di vedere cadaveri senza pelle per giunta in posa plastica. Per rendere possibile questa mostra è stata affinata la tecnica della plastinazione che, partendo dall’imbal- samazione e dalla disidratazione, trasforma i liquidi in polimeri. Una volta sooposti a questa lavorazione i corpi, induriti, possono essere conservati in modo permanente, traati, lavorati e colorati. Una sezione è dedicata agli effei dello stile di vita, come quello della caffeina, quello della Coca Cola sulla vescica o dell’o- steoporosi. Ovunque sia stata presentata questa mostra ha suscitato una buona dose di polemiche e indigna- zione. Quando fece tappa in Florida il New York Times pubblicò un articolo sul mercato nero delle salme in Cina, cosa che sollevò dubbi circa l’origine dei corpi in mostra. A Torino sarà mostrato anche un documento del governo cinese che rassicura chi qualche scrupolo di coscienza se lo fa: si traa di salme provenienti da “donatori di corpi”. Che poi i donatori siano stati con- senzienti, non è dato sapere. Ennio Salvia Una mostra macabra e con il senso del groesco Cadaveri da collezione

Transcript of Cosmoggi luglio

Page 1: Cosmoggi luglio

ANNO XVIII NUMERO 10 LUGLIO/AGOSTO 2012 DI ST R I BU Z ION E G R AT U I TA / C OP IA OM AG G IO

Speciale Roma pag. 12 e Milano pag. 13

Direzione: via Camillo Guerra, 42 - 80131 Napoli - www.cosmoggi.tv - Tel. 081 3796539Redazione: Tel. 081 5875216 / Fax 081 5875276 / e-mail: [email protected] cosmoggi sgherzi

Scuola calcio

Via Ulderigo Masoni, 18080141 Napoli

Tel. 081.2311179 www.marianokeller.it

Farmacia - Erboristeria “Pietro Caretti”Via M. Semmola, 128 - Napoli - Tel. 081.546.11.27

Il principe Raimondo dei Sangro di Sansevero non avrebbe mai nemmeno immaginato che la sua uto-pia delle “macchine anatomiche” - due corpi, di un

uomo e di una donna, completamente scarnificati, nei quali è possibile osservare, in modo molto dettagliato, l’intero sistema circolatorio. I due corpi, secondo una leggenda popolare, sarebbero il risultato di esperi-menti effettuati dal Principe di San Severo e da un anatomista palermitano, tale Giuseppe Salerno. Al di là della leggenda, grazie anche a documenti rinvenuti in archivi notarili napoletani attestanti un contratto tra il Principe di Sansevero (che si impegnava a fornire “cera colorata” secondo un metodo solo a lui noto) ed il dottor Salerno, e grazie al nome stesso assegnato alle due “macchine” così come risulta, peraltro, da un antico inventario dei beni della famiglia Sansevero, si ritiene che i due corpi costituiscano una sorta di ausilio didattico realizzato ricostruendo il circuito sanguigno su scheletri autentici mediante fil di ferro e cera colo-rata. Un esame visivo da parte di medici ha comunque consentito di appurare che vi sarebbero “errori” nella riproduzione del circuito sanguigno, il che andrebbe ad avvalorare l’ipotesi “didattica” delle due “macchi-ne” – un giorno sarebbe diventato realtà. Ed invece, i cinesi hanno realizzato quello che il principe sognava. Al Palaolimpico di Torino, dal 5 ottobre al 13 gennaio 2013, arriva “The Human Body Exhibition”. Ovvero, una delle mostre più contestate al mondo. Una espo-sizione sui generis. Cadaveri veri, il processo naturale di degenerazione bloccato grazie alla plastilina. Carni rosee e ossa, organi interni, cervelli. Di detenuti cinesi, per la precisione, che in vita erano carcerati e che nes-suno, dopo la morte, ha reclamato. Ma probabilmente questo aspetto della vicenda non importa granché. Ci saranno quelli che si mettono in coda per le “opere d’arte con funzione scientifica”, come reclamizzano gli ideatori della mostra, e coloro che non vedono l’ora di vedere cadaveri senza pelle per giunta in posa plastica. Per rendere possibile questa mostra è stata affinata la tecnica della plastinazione che, partendo dall’imbal-samazione e dalla disidratazione, trasforma i liquidi in polimeri. Una volta sottoposti a questa lavorazione i corpi, induriti, possono essere conservati in modo permanente, trattati, lavorati e colorati. Una sezione è dedicata agli effetti dello stile di vita, come quello della caffeina, quello della Coca Cola sulla vescica o dell’o-steoporosi. Ovunque sia stata presentata questa mostra ha suscitato una buona dose di polemiche e indigna-zione. Quando fece tappa in Florida il New York Times pubblicò un articolo sul mercato nero delle salme in Cina, cosa che sollevò dubbi circa l’origine dei corpi in mostra. A Torino sarà mostrato anche un documento del governo cinese che rassicura chi qualche scrupolo di coscienza se lo fa: si tratta di salme provenienti da “donatori di corpi”. Che poi i donatori siano stati con-senzienti, non è dato sapere.

Ennio Salvia

Una mostra macabra e con

il senso del grottesco

Cadaveri da

collezione

Page 2: Cosmoggi luglio

ESTERI a cura diGiovanna Potere2

Pag. 2 Il turismo in GreciaPag. 3 Attenti alle tendePag. 4 Gay-pride napoletanoPag. 5 Il mito Dune buggyPag. 6 Riscopriamo la ToscanaPag. 7 Salviamo LennoxPag. 8 La forza rigeneratrice dell’artePag. 9 La stagione del BelliniPag. 10 I giardini di BabukPag. 11 Gelato che passionePag. 12 Il portale VivopositivoPag. 13 Il Dalai Lama a MilanoPag. 14 Un appello per le tartarughePag. 15 Il Giffoni film festivalPag.16-17 MercatinoPag. 18 Zorama in FinlandiaPag. 19 I supervulcaniPag. 20 I consigli letterariPag. 21 Muore il libretto di risparmioPag. 22 La Campania alle Olimpiadi Pag. 23 Bersaglieri nella storia d’ItaliaPag. 24 Il delitto di via San Gregorio

SOMMARIETTO

Veduta di Santorini, (Grecia)

Mentre in questa calda e torrida estate le temperature crescono di giorno in giorno e si respira aria di mare e voglia di vacanza, in Grecia il turismo arranca a fatica. La crisi economica che dal 2009 coinvolge la Grecia ha

contagiato anche il turismo, da sempre il settore trainante dell’economia ellenica. La forte crescita del debito pubblico e il suo declassamento a junk bond, insieme ai timori sulle capacità della Grecia di far fronte agli obblighi di debito hanno portato ad una crisi di fiducia con conseguente allargamento dello spread di rendimento delle obbligazioni e hanno creato allarme nei mercati finanziari. I prestiti di salvataggio del 2010 e del 2011 decisi dai paesi dell’Eurozona e dal Fondo Monetario Internazionale per tentare di risanare la situazione finanziaria disastrosa non sembrano aver ancora aiutato a raggiungere gli obiettivi fissati e nonostante il piano di austerità promosso dal parlamento greco che prevede tagli per ben 28 miliardi di euro entro il 2015, la situazione è ancora grave e rischiosa. Oggi la Grecia, attanagliata dal forte tasso di disoccupazione, vive una nuova era del fenomeno migratorio, dopo quello del dopoguerra, che vede molti giovani laureati cercare fortuna fuori dal territorio ellenico. Il turismo, da sempre la leva trainante dell’economia greca fino a rappresentare il 20% del Pil, vive la sua stagione buia e secondo i dati diffusi dall’Associazione delle imprese turistiche greche (SETE), quest’anno le prenotazioni sono diminuite del 15% rispetto a quelle del 2011. Tra le cause che inibiscono i turisti a trascorre le vacanze in questo paese, da sempre nella classifica dei 20 paesi più visitati al mondo, sono da rintracciare anche nella paura degli scontri e delle rivolte sociali che hanno interessato il paese nei mesi scorsi, in particolare Atene, che ha portato a numerose cancellazioni delle prenotazioni. Per compensare il calo, gli albergatori hanno abbassato i prezzi e se questo da una parte porta a minori introiti, dall’altra conquista i turisti fai-da-te e i vacanzieri low cost che approfittano dei prezzi bassi per organizzare le loro vacanze all’insegna del risparmio e a caccia di occasioni on line, in particolare gli italiani, come spiega Andreas Andreadis, responsabile dell’associazione ellenica di settore, «La tendenza è ormai chiara da qualche mese. I pacchetti organizzati sono in calo del 20-25 per cento, con punte del -40 per cento dopo le elezioni del sei maggio. Mentre, per fortuna, si stanno moltiplicando le richieste d’informazioni per viaggi individuali alle aziende di soggiorno sulle isole o attraverso i siti specializzati in affitto case. Specie dall’Italia». L’età media dei turisti è calata notevolmente e corrisponde, particolarmente, con la generazione dei 2.0 che utilizza la tecnologia in ogni campo della vita, e in questo caso, riesce a godere delle bellezze che la Grecia da sempre offre in formato low cost. Risalire è faticoso sì, ma non impossibile.

Antonio Procentese

Grecia e turismo, un binomio in crisiIl low cost 2.0 può evitare il collasso del turismo greco

Enrique Peña Nieto, del Partito rivoluzionario istituzionale (Pri), è il nuovo presidente della Repubblica messicana. Il leader dell’opposizione ha ottenuto tra il 37,93% e il

39,08% dei suffragi, come ha ufficializzato l’Istituto federale elettorale. Il candidato della sinistra, Andres Manuel Lopez Obrador, che ha ottenuto un risultato migliore rispetto a quanto previsto dai sondaggi, ha raccolto tra il 30,9% il 31,68%, e Josefina Vazquez Mota, candidata governativa del Pan (Partito d’azione nazionale) ha raccolto solo il 25,1% o 26,03% dei voti. La vittoria di Peña Niet è stata riconosciuta dal presidente uscente, Felipe Calderon, che ha offerto collaborazione per il periodo di transizione,

che durerà fino a dicembre. Obrador, invece, ha annunciato che cercherà l’impugnazione dei risultati della votazione, che ha definito “illecita”.Peña Nieto, 45 anni, in televisione ha dichiarato: «Assumo il mandato che mi è stato conferito dai messicani, questa è una fiesta di democrazia», mentre il leader del Movimento progressista Lopez Obrador ha detto in conferenza stampa che «le elezioni presidenziali, e il voto più in generale, sono state evidentemente ingiuste e segnate de molti e gravi irregolarità». Il dirigente della sinistra messicana ha annunciato così la sua intenzione di usare tutti gli strumenti legali per fare annullare i risultati elettorali. Anche sei anni fa, dopo essere stato sconfitto nelle elezioni presidenziali per meno di un punto percentuale dall’attuale presidente uscente Felipe Calderon, Lopez Obrador non riconobbe i risultati, dichiarandosi «presidente legittimo» del Messico e iniziando una vasta campagna di protesta di piazza, durata mesi, che non ebbe però conseguenze. Il Pri, spesso accusato di corruzione e collusione con le attività criminali del narcotraffico, tornerà dunque al potere dopo 12 anni di governo delle sinistre .

Italo Sgherzi

Messico: Peña Nieto è il nuovo presidente

Il leader dell’opposizione stacca del 7% Obrador, candidato delle sinistre

Sa bene che il suo potrebbe essere un lavoro ‘’rischioso’’ in un Paese

come l’Afghanistan, ma allo stesso tempo è consapevole di essere un

simbolo della ‘’fase di cambiamento’’ vissuta dalle donne afghane: Fatima Shefaie, la prima donna speaker di Radio Bayan West, l’emittente dei militari del Comando regionale

Ovest a guida italiana della missione multinazionale Isaf, svolge questa sua

attività come una sfida.

L’obiettivo di Fatima è quello di informare il popolo afghano su quello

che sta accadendo e che porterà ad uno sviluppo della società.

La giornalista afghana ha messo in conto l’eventualità di essere contestata dai settori più integralisti della società.

E di rischiare la vita.

La programmazione della radio è finalizzata principalmente a raccogliere

informazioni sulle possibilità di sviluppo della società.

Radio Bayan West è la componente regionale, realizzata dagli italiani per l’area Ovest del network, di Isaf Radio

Bayan, che trasmette dagli studi di Kabul su tutto l’Afghanistan.

Le trasmissioni da Herat dell’emittente (motto ‘’The wave of your voice’’,

‘’l’onda della tua voce’’) sono iniziate ufficialmente giovedì 22 aprile 2010 con la messa in onda del messaggio di saluto alla popolazione registrato

da Guido Crosetto, all’epoca sottosegretario alla Difesa, in occasione della sua visita al contingente italiano.

Radio Bayan ha una spiccata connotazione informativa, con

particolare attenzione al mantenimento ed alla diffusione della cultura locale.

Per quanto riguarda il palinsesto, tutti i giorni va in onda il programma Bazaar

sounds, un contenitore musicale al cui interno trovano spazio notizie e

previsioni meteo, approfondimenti e consigli su salute e prevenzione, oltre a rubriche culturali sulle principali figure

del panorama artistico e sociale afghano, curiosità dai vari Paesi del

mondo, notizie sportive. Una rubrica speciale è dedicata alla

situazione delle donne nel Paese e alle questioni femminili.

All’emittente lavora personale militare specializzato, effettivo al ‘Regional

PsyOps’ Support Element del comando di Herat.

La direzione artistica e tecnica della Radio è affidata a personale militare italiano del 28° reggimento ‘Pavia’ di

Pesaro, unità dell’Esercito specializzata nelle comunicazioni nei vari ‘teatri operativi’ in cui sono impiegate le

forze armate italiane, con il concorso di un rappresentante dell’Aeronautica

Militare.

Giovanna Potere

Qui Radio HeratLa sfida di Fatima, prima speaker

dell’Afghanistan

“ Nella foto “Fatima Shefaie”

La redazione giornalistica è composta da 5

giornalisti afghani, tra cui la coraggiosa

speaker “

“ Enrique Peña Nieto, del Partito rivoluzionario istituzionale (Pri),

è il nuovo presidente della Repubblica messicana “

Page 3: Cosmoggi luglio

a cura diGiancarlo Saggese ECONOMIA 3

Alessandria e’ il primo comune d’Italia a dichiarare fallimento. La Corte dei Conti ha dichiarato il dissesto finanziario: mancano 19,4 milioni e arriverà un commissario. Il comune piemontese, dalla storia di tutto

rispetto e nodo nevralgico di interscambio importantissimo per Torino, Milano e Genova, collocandosi esattamente nel centro del triangolo immaginario che unisce i tre capoluoghi di provincia, non ha piu’ i soldi per offrire i servizi ai suoi quasi 100 mila cittadini. E’ il primo capoluogo di provincia a non avere i fondi per ripagare i creditori e gli stipendi dei dipendenti pubblici. Come riporta il quotidiano La Stampa, il comune di Alessandria e’ in dissesto. “È il primo capoluogo di provincia a vederselo dichiarare dalla Corte dei Conti, dopo la normativa del settembre scorso che le ha attribuito questa prerogativa. Un record di cui gli alessandrini avrebbero fatto volentieri a meno, viste le pesanti conseguenze sui portafogli”, racconta Piero Bottino. “La pronuncia della Corte è arrivata ieri, dopo mesi di attesa e un’elezione che ha esautorato il principale responsabile di questo crac: l’ormai ex sindaco Pier Carlo Fabbio, all’epoca capo di una giunta Pdl-Lega, oggi capo del Pdl all’opposizione”. “Nei 37 giorni dal suo insediamento il neo-sindaco Rita Rossa (Pd) ha affrontato una grana dopo l’altra nel tentativo di tenere a bada i creditori sempre più inferociti e pagare gli stipendi. È andata anche a parlare ai magistrati contabili, assicurando una nuova linea del Comune, più attenta alle richieste di risanamento fatte dalla Corte. Ma sapeva che la frittata ormai era fatta”.

Ciro De Tommaso

Il Palazzo Roso, sede dell’amministrazione comunale del capoluogo di provincia di Alessandria, nel piemontese.

Il Comune di Alessandria

dichiarato fallitoLa Corte dei Conti ha accertato

un deficit di quasi 20 milioni

Con l’afa di questi giorni chi di noi, se ha fatto montare delle tende da sole, non le ha aperte durante le ore più calde: prima di procedere alla loro applicazione sulla soletta del balcone

del piano superiore, però, abbiamo chiesto il permesso all’inquilino che vi abita? Eh sì! Perché se il balcone è sporgente (cd. aggettante) rappresenta il prolungamento dell’appartamento sovrastante e non va, quindi, considerato condominiale, bensì privato: lo ha stabilito la Cassazione, con la sentenza n. 6624/2012. Richiamandosi ad un indirizzo giurisprudenziale consolidato, la II Sezione civile ha ricordato l’ormai acquisita distinzione tra balconi aggettanti ed incassati: più precisamente, i primi vanno considerati un prolungamento dell’appartamento del piano superiore e devono, quindi, considerarsi di proprietà esclusiva dell’inquilino che vi abita; gli incassati, invece, hanno la funzione di coprire i piani inferiori e sono da considerarsi beni comuni. A nulla sono valse, quindi, le giustificazioni di una coppia di coniugi, che in sede di appello aveva addirittura vinto (la Corte, infatti, disattendendo ogni precedente in merito, aveva ribaltato la decisione di primo grado, confermando il diritto dei proprietari dell’appartamento sottostante ad utilizzare la soletta del balcone sovrastante, in quanto bene comune): se si vuole utilizzare la soletta del piano sovrastante per agganciarci tende, zanzariere o altri manufatti del genere – ribadiscono gli ermellini – bisogna essere stati espressamente autorizzati a ciò.

Adelaide Caravaglios

Attenti ad installare tendeLa soletta del balcone sporgente è di proprietà esclusiva

Un incubo, per molti. Un fastidio, per altri. A nessuno piace ricevere le cartelle esattoriali di Equitalia. Negli ultimi mesi la società pubblica incaricata della riscossione nazionale dei tributi

è finita nel mirino per i suoi metodi. Destando non poche polemiche. Non sono mancati poi i cittadini che hanno fatto ricorso. Adesso, grazie a un giudice di pace di Genova, i “sogni” di molti potrebbero diventare realtà. Dando ragione a una ex impiegata di Sanpierdarena, infatti, una sentenza ha stabilito che le cartelle esattoriali di Equitalia inviate per posta raccomandata - cioè senza il passaggio di un messo comunale o di un ufficio giudiziario - sono da considerarsi nulle. E che il contribuente non è tenuto dunque a pagarle. La donna che aveva presentato ricorso, una ex impiegata finita in cassa integrazione, da un anno aveva smesso di pagare le multe arrivando ad accumulare verbali per oltre 8mila euro. Dopo aver ricevuto le richieste di pagamento, ha deciso di opporsi. E la

sua motivazione - «la legge non permette più a Equitalia di notificare gli avvisi di riscossione tramite raccomandata» - si è rivelata vincente. La sentenza del giudice di pace di Genova potrebbe fare scuola. E dettare la linea nella contesa tra la Corte di Cassazione, secondo la quale è valida la notifica per posta con raccomandata e ricevuta di ritorno, e decine di giudici di pace e commissioni tributarie che stanno annullando le cartelle di pagamento: a loro avviso, deve essere per forza un ufficiale giudiziario o un messo comunale a notificarle al contribuente. Proprio come stabilito dal giudice di Genova. Il rischio, ora, è che migliaia di contribuenti possano seguire l’esempio e presentare altrettanti ricorsi.

Alfonso Spizuoco

Equitalia: nulle le cartelle inviate per raccomandata

La profonda crisi italiana ha radici lontaneLa stasi economica è conseguenza

della crisi culturale

Nonostante qualche buon ottimista riesca ad intravedere un punto luminoso in fondo al tunnel, la crisi c’è ed è persistente e molto se-ria, soprattutto se guardiamo ai fenomeni della incapacità di risali-

re la china economica e la piaga della disoccupazione, che toglie qualsiasi aspirazione se non addirittura la dignità ai giovani e ai non più giovani. E la cosa è talmente evidente che non ci meravigliamo neanche più se alla guida del Paese ci ritroviamo un governo tecnico, fatto di “professori” di materie economiche. A questi i politici hanno chiesto di “risolvere i pro-blemi”, con l’ingrato sporco compito di aumentare fino al limite possibile la pressione fiscale per arginare le falle ma tutelare comunque i privilegi della classe dirigente. Il professor Monti e la sua squadra ci si sono messi d’impegno e, fedeli al mandato ricevuto, hanno “prelevato” a piene mani dalle tasche dei cittadini, hanno aumentato l’IVA, rimesso l’ICI ribattezzata IMU, naturalmente al rialzo, hanno operato tagli sui servizi pubblici, ridu-cendo al lumicino il Welfare e, guarda caso, lasciando inalterati privilegi ed emolumenti dei parlamentari e dei politici in generale. E anche se c’è stata una levata di scudi popolare per le vessazioni e per l’inammissibile sperequazione di trattamento tra cittadini e politici, ci sono solo state pro-messe, rimandi e interventi marginali, subito colmati con espedienti e raggi-ri. Ogni tanto si affacciano nel linguaggio politichese parole dal significato volutamente equivoco ma presentate come la panacea capace di risolvere i problemi, tanto per dare fumo negli occhi alla gente. Si è parlato così di “flessibilità che, come abbiamo costatato, ha generato il precariato a vita, i

lavori a termine, lo stato di perenne incertezza e solitudine esistenziale. Si è poi parlato di “privatizzazione”, facendo passare il concetto che si sarebbero potuti evitare gli sprechi e si sarebbero abbassati i costi dei prodotti gra-zie alla concorrenza. Ma abbiamo costatato che con questi processi si sono ottenuti risultati esattamente opposti alle aspettative. E la delusione più cocente si è evidenziata soprattutto nella scuola. A quest’ultima sono state tagliate risorse e fondi fino a ridurla una lisca di pesce con la scusa che, con l’autonomia e la personalità giuridica, essa avrebbe potuto autofinanziarsi. Si è pensato di farla accedere ai fondi europei con progetti accattivanti ma senza controllare seriamente la qualità degli stessi. Si è così consentito che la scuola si adeguasse alle mode e alle tendenze polari con l’attivazione di percorsi finalizzati all’acquisizione di competenze di dubbia qualità cultu-rale. Oggi stiamo assistendo non soltanto al depauperamento della cultura e al decadimento dei valori ma anche ad una degenerazione dei costumi con una deriva pericolosa del modo di concepire la vita, improntato al re-lativismo e al rifiuto dell’idea di società nel senso più nobile del termine. Stiamo scontando non solo gli errori del passato di una mancata assunzione di responsabilità di una classe politica che viveva di slogan e di retorica, ma anche gli errori del presente di un disorientamento e di una incompetenza grave di chi ha responsabilità di governo e non sa cosa fare, ma soprattutto non vuole fare le vere cose da farsi.

Fausto MarsegliaCristo in croce con le borse, autore Col Landscape

Tende da casa

Page 4: Cosmoggi luglio

CRONACA a cura diMaria Francesca Cibelli4

Si è tenuto il Napoli Pride 2012. Manifestazione che ogni anno si svolge in contemporanea in diverse città del mondo. Il gay pride è nato per chiedere pari diritti e dignità per tutte

le identità sessuali esistenti. Da piazza Cavour è partita la festa in carovana degli Lgbt (Lesbo gay bisessuali, transgender). A suon di musica il corteo è andato avanti per piazza Dante e via Toledo, in un turbinio di colori e coriandoli. La sfilata ha attraversato la città per poi concludersi sul lungomare di Mergellina, dove sono intervenuti il sindaco di Napoli Luigi de Magistris, la ex deputata Vladimir Luxuria, l’attrice Ornella Muti, la modella Valeria Mazza e la madrina d’eccezione miss Priscilla. Numerosi i partecipanti e le associazioni di genere, tra cui l’ArciGay ed I-Ken, Campania Rainbow e i partiti SEL (Sinistra, Ecologia e Libertà) e Italia dei Valori. È il terzo anno consecutivo che la manifestazione sceglie la città di Napoli per sfilare in festa. C’è da dire però che nel 2010 per

le strade partenopee sfilarono i carri del Gay Pride, evento molto più esteso in termini rappresentativi.Il motto di quest’anno, di cui si sono fatte sostenitrici numerose madri di omosessuali, è stato “etero o gay sono tutti figli miei”. Questo fa capire come la solidarietà e la comprensione si stiano facendo largo tra i pregiudizi e le discriminazioni.”È stata una giornata all’insegna della normalità – ha detto il sindaco De Magistris - La parata è stata concepita come una manifestazione pacifica”. Gli atteggiamenti nei confronti degli omosessuali tendono ad essere, ancora oggi nel nostro Paese, di stampo conservativo. I gay in Italia sono vittime di pesanti pregiudizi, nonostante rappresentino il 10-15% della popolazione.

Maria Balsamo

Napoli made in pride 2012, l’orgoglio gay partenopeo La manifestazione vista come alfabetizzazione culturale dei cittadini

Dopo Milano e Roma, il “moving shop” sbarca anche a Na-poli. Nei giorni scorsi un furgone Ape, carico di vestiti, era parcheggiato nell’isola pedonale di via Scarlatti al Vomero,

destando curiosità ed interesse tra i passanti, specialmente tra le signore. Il “moving shop”, in verità, è già presente in molte regio-ni italiane, ma pare che mancasse in Campania e segnatamente a Napoli. Presumo che ci troviamo al cospetto del primo “avvi-stamento” di questo nuovo modo di approcciare la clientela. Si tratta, si legge nel relativo sito internet, di un nuovo sistema di vendita innovativo, informale e veloce che va incontro alle esigen-ze del cliente con sempre meno tempo a disposizione. Consiste nell’utilizzo di un veicolo Piaggio modello Ape dotato di un ap-posito allestimento per consentire, oltre al trasporto, l’esposizione e la vendita di capi d’abbigliamento ed accessori. Un metodo di vendita che è nato alcuni anni fa a Londra dove però venivano uti-lizzati i caratteristici autobus su due piani, mentre in Italia, dove esistono maggiori difficoltà per il traffico e per il parcheggio, si è preferito un mezzo più snello, qual è appunto il furgone Ape, abbigliato però come una vera e propria sartoria, attrezzato anche con camerino e specchio per consentire alle potenziali clienti di poter provare la merce esposta. Un modo certamente innovativo

di fare commercio dal momento che, con questo sistema invece di essere il cliente che va al negozio, è il negozio che va dal cliente. Purtroppo, però, è stata subito ritirata la licenza al “Moving shop” che aveva fatto la sua comparsa nell’isola pedonale di via Scarlatti. L’apecar trasfomato in negozio di abbigliamento ambulante, che vendeva con tanto di licenza indumenti per uomini e donne, ha dovuto subito dire addio al Vomero. L’assessorato allo Sviluppo, infatti, dopo l’intervento del presidente del Centro Commerciale Vomero Arenella, Vincenzo Perrotta, ha definitivamente bloc-cato l’autorizzazione benefica, ma con evidentissima causale commerciale.”Ebbene - ha dichiarato Perrotta - a ricordarlo è la norma della legge regionale del commercio dove dice che deve es-sere specifica autorizzazione che abiliti il commercio ambulante in sede fissa o mobile. Non basta aver pagato l’occupazione di suolo che nello specifico ha avuto un costo infinitamente più basso visto le finalità benefiche”.

Gennaro Capodanno

Una morte tenuta nascosta per ben sei mesi; non una morte qualunque ma quella di Alexandra Sprüngli, vedova di Rudolph, re del cioccolato svizzero e titolare dell’omonimo marchio internazionale. La donna è stata trovata cadavere nella sua villa di Arosa, celebre località di villeggiatura alpina nel cantone dei

Grigioni: il corpo era immerso nella vasca da bagno. A rivelare la notizia è stato un canale televisivo di lingua tedesca ed è stata successivamente confermata dalla polizia cantonale. Secondo la ricostruzione della polizia, la donna avrebbe perso conoscenza e sarebbe annegata nell’acqua. Una versione sulla quale però circolano molti dubbi, poiché Alexandra non soffriva di alcun disturbo. Le indagini tuttavia escludono la presenza di sostanze tossicologiche e l’intervento da parte di terzi. La morte ha suscitato scalpore, sia per il lasso di tempo trascorso sia perché Heidi Gantenbein , vero nome della signora Sprüngli, era un personaggio da tempo chiacchierato. I siti elvetici l’hanno sempre definita “una ex squillo” che aveva sposato per interesse, nel ’92, il magnate dell’industria dolciaria elvetica, di 28 anni più grande di lei.Anche le nozze sono state avvolte nel più fitto mistero.

Il “moving shop” sbarca a NapoliDopo Milano e Roma, il “moving shop” sbarca anche a Napoli.

Il giallo dell’estate: la misteriosa morte della signora SprüngliLa vedova del re del cioccolato svizzero trovata morta nella vasca da bagno della sua villa di Arosa

Ma c’è ancora dell’altro e di ben più inquietante: la donna si definiva una guaritrice ed apparteneva a una setta religiosa denominata “I am”. Diversi i suoi tentativi di coinvolgere nella setta i membri dell’azienda miliardaria del cioccolato. Nella sua biografia, Alexandra sosteneva di aver cominciato un cammino interiore fin dall’età di 4 anni e di aver capito, all’età di 16 anni, di avere una capacità di percezione superiore a quella della gente comune. Sul suo sito personale, la donna era solita lasciare pensieri e riflessioni da affidare ai suoi adepti. L’ultimo di questi porta la data del primo gennaio scorso e dice: “Ogni momento della tua vita è un momento sacro, un momento di creazione. Ogni momento è un nuovo inizio” Cinque giorni più tardi, è avvenuta la morte. Non resta dunque che aspettare la conclusione delle indagini, in attesa di nuovi risvolti. Una conclusione che, come insegnano i maestri del “giallo”, non è detto che arrivi.

Maya RenziAlexandra Spruengli e Ehemann Rudolph 1993

Alexandra Spruengli

Page 5: Cosmoggi luglio

AUTO E MOTO a cura diVincenzo Adinolfi 5

Le Dune Buggies, il cui termine significa “pulce del deserto”, adoperavano l’intero telaio e la meccanica del Maggiolino. Senza la geniale vettura Volkswagen il fenomeno delle Dune-

buggy non avrebbe potuto sortire il successo che ha consacrato, prima in America e poi in tutto il mondo, queste leggere e maneggevoli fuoristrada. La scocca in vetroresina, per una vettura appositamente progettata per scorazzare sulla sabbia, si rivelò uno dei suoi maggiori pregi dal momento che non si arrugginiva al contatto con l’acqua del mare. Siamo negli anni ’70 ed i ragazzi di allora cantavano “Sognando la California” dei Dik Dik. La contestazione studentesca aveva imposto stereotipi ben più accessibili come i jeans e le scarpe da ginnastica, ma chi poteva permetterselo sbandierava la propria voglia di liberta, il gusto per l’effimero ed il desiderio di ostentare scoprendo, in modo irriverente, l’abbronzatura a bordo di queste strane vetture aperte che ben si adattavano ai nostri arenili. La Dune Buggy costituì non solo un’alternativa eccentrica ed economica alle ben più costose spider, ma un vero e proprio fenomeno di costume, uno status symbol piuttosto che una moda o un’ubriacatura passeggera se è vero che la passione per questo modo tutto particolare di vivere l’automobile non si è mai assopita. Oggi forse più di ieri, esiste in tutto il mondo una nutrita schiera di appassionati pronti a spendere, vicino a questi veicoli completamente aperti, decine di migliaia di euro. L’autotelaio del Maggiolino costituiva infatti la base da personalizzare in infiniti modi con i più disparati optionals. Il risultato finale era un’auto unica, talora bella, bellissima, accattivante, talora goffa, ma mai impersonale. A decretarne il successo in Italia fu il film “Altrimenti ci arrabbiamo” con Bud Spencer e Terence Hill con l’indimenticabile colonna sonora degli Oliver Onions. Dire oggi cosa rappresenta una dune buggy al di là del puro, semplice e divertente giocatolo, non è facile. E’ un oggetto che sa di sole, creme abbronzanti, brezza marina mista a vapori di benzina. Bisogna possederla, o almeno guidarla su una lunga striscia di sabbia per apprezzarla veramente fino in fondo. Per la Dune buggy, il tempo sembra non essere affatto passato. A distanza di 40 anni, infatti, la sua magia funziona ancora. Le forti sensazioni che è in grado di trasmettere mettono mirabilmente d’accordo tutti, vecchi e specialmente i bambini che nella innocenza di quelle poche curve appena accennate intravedono un ottovolante da luna park. Per i sessantenni invece questa curiosa auto eternamente giovane sembra avere il potere di un elisir di lunga vita: spudoratamente allegra, insieme al senso di libertà che solo il vento in faccia tra gli schizzi del bagnasciuga sa trasmettere, sembra infatti raccontare loro la più belle delle favole mai raccontate: quella della loro spensierata giovinezza.

Federica Adinolfi

Con l’estate riscopriamo la leggenda della vettura da spiaggia per antonomasia

L’intramontabile mito “Dune buggy”

Film del 1974 diretto da Marcello Fondato,

con la coppia Bud Spencer e Terence Hill,

il filo conduttore è una dune buggy rossa,

modello costruito dalla Puma, che assurge a “pomo

delle discordia” della vicenda.Prodotto da Mario Cecchi Gori, con le musiche degli “Oliver Onions” (i fratelli

Guido e Maurizio De Angelis)

La Spider Smach della Greppi

La Big Buggy della Sicra

La Dune Buggy della Momo

La Dune Buggy della Puma in una scena del film Altrimenti ci arrabbiamo

La Koala della Hot Car

La Moon Buggy della Automirage

La Deserter della Autozodiaco

La Dune Buggy della Automirage

La Hobbycar della Fontanauto

La Piràna della Automirage

Page 6: Cosmoggi luglio

TURISMO ENOGASTRONOMICO a cura diValterino Ziviello6

Ristorante e Pizzeria via Sementini 28/32 Napoli Uscita Metro “Rione Alto” www.sasapiazzamia.it - [email protected] www.tavernadibacco.com Tel. +39 081 5466119 Telefax. +39 081 0209646

La Toscana è per antonomasia la regione del centro Italia ed evoca paesaggi ubertosi e colline dal fascino straordina-rio. Tra Firenze, Siena e Arezzo troviamo il “Chianti”, una zona veramente bella a vedersi, ma anche famosa per i vigneti e per la produzione del vino che ne riporta il nome. E’ una zona di terreno di colli medio-alti che si estende

per una lunghezza di circa venti chilometri. Il suo punto più elevato è Monte S. Michele, alto 893 metri. E’ bagnato da ben cinque fiumi che ne movimentano la configurazione con le vallate del Pesa, del Greve, dell’Ombrone, della Staggia e dell’Arbia. Per il profilo storico il nome dovrebbe essere attribuito solo ai comuni di Gaiole, Radda e Castellina, detti appunto del Chianti, cioè proprio di quei territori che componevano l’antica Lega militare fiorentina del Chianti aventi come emblema il “Gallo Nero”. In tempi più moderni, anche in virtù della legge sulla denominazione dei vini, con l’e-spressione “Chianti” vengono compresi sia i territori dei tre comuni della “Lega” che quelli fiorentini di San Casciano e Tavernelle nella Val di Pesa, di Greve e parte di Barberino in Val d’Elsa, nonché quelli senesi di Castelnuovo Berardenga e Poggibonsi. Solo i vini provenienti da queste zone ben identificate possono fregiarsi del nome “Chianti Classico” e sono contrassegnati dalla celebre etichetta del Gallo Nero. Le alture non mancano. E l’argento degli olivi, la verde geometria dei vitigni, le strade tra i cipressi ai limiti dei boschi concorrono a formare quadri tanto suggestivi da far pensare al pennello di un artista. L’ideale escursione per la Toscana, prima ancora di visitare gli Uffizi e i celebri monumenti fiorentini e senesi, dovrebbe partire dal cuore, appunto il Chianti, per meglio comprendere ciò che c’è intorno. La viabiltà nel Chianti per fortuna è buona e, non consentendo alte velocità per il susseguirsi di saliscendi, offre uno spettacolo cadenzato di rara bellezza. Da Firenze è un ottimo punto di partenza la statale 222 via Chiantigiana Nuova. Da Siena si imbocca la via Chian-tigiana Vecchia evitando la superstrada per Firenze, per poi ricongiungersi con la Chiantigiana Nuova. Raccordi interni con località minori favoriscono la scoperta di posti invitanti alla sosta. Non per niente si allude al territorio anche come “Chiantishire, o contea del Chianti, per il gran numero di stranieri, e non solo inglesi, che vi risiedono stabilmente. Tutta la zona è ricca di posti incantevoli e suggestivi e, per citarne qualcuno, si può appena indicare quelli di Badia a Passignano, bella e antichissima sede della Lega del Chianti, il borgo medioevale di Volpaia, e il Castello di Brolio, già residenza del Gran Barone Ricasoli, inventore della moderna vinificazione. Per chi abbia voglia poi di scoprirne anche il valore storico, questo luogo è oltremodo interessante, già etrusco e romano e poi famoso come campo di battaglia nei periodi medioevale e rinascimentale, con la presenza di numerosi castelli e borghi fortificati.

Fausto Marseglia

Alla riscoperta enoturistica della Toscana Le dolci colline del Chianti

Vignetow del Chianti

L’estate è alle porte e con i primi caldi passa l’appetito ma aumenta la voglia di cose sfiziose e che richiedano poco tempo in cucina. Parliamo allora di un connubio tra agrumi

e pasta, tipico sia della costiera sorrentina sia di quella amalfitana ma ben noto anche più a sud. In particolare parliamo di limoni (quelli belli grossi e dolci, ricchi di “pane”- la parte bianca sotto la scorza gialla- delle piante presenti nelle colture terrazzate a picco sul mare di Sorrento e lungo tutto il tratto che da Agerola scende fino ad Amalfi e dintorni ma anche di quelli più piccoli ed aciduli del Meridione in genere ma anche delle coste liguri) . Una prima ricetta, più delicata ed elegante, richiede che, a freddo, in una zuppiera, mentre l’acqua dove cuoceranno i tagliolini si avvia al bollore, si mescolino della crema di latte o panna fresca da cucina, del succo di limone (un limone per tre porzioni circa), abbondante scorzetta di limone grattugiata o tagliata a listarelle sottili –senza il sottostante bianco che è di sapore amaro-, del pepe, del basilico fresco e del parmigiano grattugiato. Lessati che siano i tagliolini si uniranno alla crema e con l’aiuto di poca acqua di cottura della pasta, si mescoleranno, aiutandosi semmai con altro parmigiano e si serviranno caldi. La versione più rustica e intensa richiede che, mentre cuociono gli spaghetti, si versi in una capace padella dell’olio, dell’aglio tritato assai finemente e del peperoncino sbriciolato. Appena l’aglio inizia a sfrigolare, aggiungeremo del succo di limone (un limone per tre porzioni circa), abbondante scorzetta di limone grattugiata o tagliata a listarelle sottili –senza il sottostante bianco- e dell’origano e/o basilico fresco e faremo restringere il sugo. A fuoco spento verseremo una manciata di parmigiano grattugiato per creare una cremina. Verseremo poi gli spaghetti nella padella e lasceremo mantecare pochi secondi sul fuoco con l’aiuto di poca acqua di cottura della pasta. E da bere? Un bianco secco e profumato sarà certo una buona scelta.

Gualtiero Guadagno

Limoni metropolitaniDue ricette estive basate

sull’uso dell’agrume sorrentino

Per la terza volta consecutiva il ristorante danese Noma è sul podio della classifica World’s Best 50 Restaurants 2012. L’evento organizzato dal Restaurant Magazine e sponsorizzato da S. Pellegrino - Acqua Panna, ha

decretato i 50 migliori ristoranti del mondo scelti da una giuria composta da oltre 800 tra critici gastronomici, chef, ristoratori e gastronomi. René Redzepi, chef e anima del Noma di Copenaghen, è un esponente della New Nordic Cuisine e con la sua arte culinaria, da diversi anni, si propone di riscoprire ingredienti tipici del territorio e rivalutarli per la loro purezza, semplicità e freschezza. È una cucina in continua evoluzione che rielabora le ricette della cucina tradizionale scandinava a base di carne e pesce e le tecniche più antiche come la marinatura, l’affumicatura e la salatura per esaltarne i sapori naturali. Nel 2003 Redzepi rileva un vecchio magazzino e, in poco tempo, con l’aiuto della sua brigata, gli restituisce una luce nuova, posizionandosi nell’olimpo della ristorazione mondiale e ottenendo due stelle Michelin dalla celebre guida francese. Oggi il ristorante con i suoi dodici tavoli offre un’esperienza unica, ricca di aspettative che sono confermate di portata in portata, in un crescendo che raggiunge l’apice quando lo chef esce della cucina per raccontare agli ospiti le sue creazioni e la serata si conclude con un tour in cucina. L’attesa di oltre un anno per riuscire a prenotare una cena ci sta tutta, il Noma merita! Da veri gourmet addicted…

Giovanna Potere

Metti una cena al “Noma”

Qualificato tra i primi 50 migliori ristoranti del mondo

Cavolo all’insalata

Ingredienti4 Acciughe o alici sott’olio

500 gr Broccoletti300 gr Cavolfiore

300 gr Cavolo biancoQb olio di Oliva extravergine

1 Oeperoncino piccante Qb Sale3 Arance

1 Cappero sotto sale

Preparazione

1. Pulisci i cavoli. Stacca le foglie verdi del cavolfiore, taglialo a meta, lavalo ripetutamente sotto acqua fredda corrente e lascialo sgocciolare. Metti il cavolfiore sul tagliere e, con un coltellino affilato, taglia le cimette nel punto in cui partono dal torsolo. Pulisci, lava e prepara allo stesso modo il cavolo romanesco e broccoletti.

2. Cuoci la verdura. Porta a ebollizione abbondante acqua in una pentola, salala e lessa le verdure per 5 minuti dalla ripresa dell’ebollizione. Scolale e intiepidiscile in acqua fredda. Scolale di nuovo e trasferiscile in una ciotola. Lava il peperoncino, elimina il picciolo, aprilo a meta ed elimina i semini. Taglialo a dadini.

3. Prepara il condimento. Lava e asciuga le arance, grattugia la scorza di una e spremine il succo. Sbuccia al vivo le arance rimaste e taglia la polpa a fette non troppo sottili. Riduci i filetti di acciuga a tocchetti. Metti in un barattolino di vetro 4 cucchiaidi olio, un pizzico di sale, il peperoncino, la scorza e il succo dell’arancia, chiudi con il coperchio e scuoti per emulsionare bene. Condisci i cavoli con la salsina, suddividili nei piatti con le fette di arancia e completa con le acciughe e i capperi ben dissalati.

Lo puoi

gustare

presso la

“Taverna

di Bacco”

Limoni di Sorrento

Page 7: Cosmoggi luglio

ATTUALITA’ a cura diSabrina Ciani 7

FERRAMENTA

MATERIALI EDILI

di Paola Capuozzo

Via Orsolone al Guantai, 174 NAPOLI

tel 081.5874088h

Gli Stati Uniti sono stati colpiti da un giallo. Potrebbe essere una droga la causa dei numerosi attacchi cannibali che stanno sconvolgendo questo Paese negli ultimi mesi. Il primo caso sospetto risale al 28

maggio 2012 quando gli agenti di Miami sono stati costretti a uccidere l’haitiano Rudy Eugene, di 31 anni. Il giovane venne trovato in un sottopasso, mentre stava divorando la faccia di un barbone. Pochi giorni dopo è stata la volta di Alexander Kinyua, un 21enne di origini keniane. Il ragazzo uccise il suo compagno di stanza e tentò di mangiargli cuore e cervello. Il 6 giugno 2012, il senzatetto Brandon De Leon, ventunenne, ha minacciato di “mordere” i poliziotti che volevano arrestarlo in un fast-food durante una lite sfociata con alcuni clienti. Quando è stato portato via con un’auto di pattuglia, De Leon ha rotto il vetro interno della vettura, gridando di voler “mangiare i poliziotti”. Giunto in commissariato, ha tentato di mordere a sangue i presenti mentre grugniva. Gli agenti sono stati costretti a imbavagliarlo. Secondo la CNN uno dei due uomini accusati di omicidio avrebbero testimoniato di aver inalato “sali da bagno” prima delle aggressioni. La polizia di Miami ha lanciato subito l’allarme, annunciando la presenza in giro di una nuova droga, denominata

“Settimo Cielo”. Si tratterebbe di una sostanza sintetica capace di far perdere totalmente il controllo, fino a scatenare l’istinto di cannibalismo.Ma gli esperti cercano di frenare il panico dilagante. Il dott. Gian Luigi Gessa infatti, neurofarmacologo dell’Università di Cagliari, ritiene che la droga non sia la causa delle recenti aggressioni. «In questi individui non sono solo presenti gli istinti violenti, ma anche la perversione. L’effetto delle droghe - spiega lo scienziato - è quello di rendere manifesta la loro condizione, ma non esiste ancora una droga che possa far diventare una persona un cannibale». “Settimo cielo”, quindi, non farebbe altro che acuire istinti bestiali già presenti in chi la assume.Il capo del Dipartimento politiche antidroga, Giovanni Serpelloni, ha inoltre dichiarato: «La sostanza cosiddetta “bath salts” in realtà è un termine generico che indica prodotti sotto forma di polvere bianca oppure giallina, commercializzata su internet come sale da bagno. La sostanza è stata individuata dal Dipartimento politiche antidroga anche in Italia e già posta fuori mercato».

Maria Balsamo

Arriva dagli USA la droga che rende cannibaliLa polizia di Miami lancia l’allarme: si tratterebbe di una sostanza psicotropa

Oltre 150 mila persone hanno espresso il loro parere contro i funzionari di Belfast, in Irlanda delNord, firmando una petizione. Perché

vogliono che il cane Lennox, strappato brutalmente alla propria famiglia e condannato a morte per la sua somiglianza con un Pitbull, venga liberato. Una valanga di firme è arrivata sul sito petitiononline.com. Con così tante firme, siamo di fronte alla petizione con il maggior numero di sigle raccolte per un caso di questa portata. Palloncini blu sono inoltre in vista in tutto il mondo e molti contengono il messaggio “Save Lennox”. E’ nato anche un sito per portare avanti la campagna: si chiama savelennox.co.ukCaroline Barnes, ex infermiera veterinaria, ha adottato

Lennox da cucciolo pensando fosse un incrocio di american bulldog, labrador e forse un pò anche di staffordshire. Il tribunale di Belfast, però, ha deciso che Lennox è un pitbull, e questo gli vale una condanna a morte. In Irlanda del Nord, la legge sui cani pericolosi prevede che un cane che rientra in certi standard debba essere soppresso. Si misurano lunghezza delle zampe e larghezza del muso, e si determina così l’appartenenza alla razza “pericolosa”. Ovviamente, le stesse misure possono valere anche per un cane di tutt’altra specie, ma il punto è che non sta al tribunale provare che il cane sia un pitbull, ma al proprietario

che non lo sia. Così, da maggio 2010 i proprietari non vedono Lennox, che aspetta la morte in una gabbia senza aver commesso alcun crimine. Il reato, secondo la legge nordirlandese, lo avrebbero commesso i padroni: è infatti vietato possedere un cane identificato come pitbull. Tuttavia, le prove che Lennox sia un cane pericoloso non ci sono e nessuno si è mai lamentato del comportamento dell’animale. L’unica testimonianza che i giudici portano a evidenza dell’aggressività del cane, è quella di uno dei tre guardiani mandati dal tribunale in casa Barnes per sequestrare il “pericoloso criminale”. Lennox gli

sarebbe saltato addosso, «ma d’altronde se tutti i cani che saltano addosso agli sconosciuti che entrano in casa loro fossero considerabili pericolosi, non ce ne sarebbero molti in giro» ha commentato l’addestratrice Victoria Stilwell. Accanto a lei, molti altri addestratori e esperti in cani pericolosi si sono schierati a favore della causa del meticcio, insieme a 150.000 persone che hanno firmato la petizione della famiglia. In particolare, Jim Crosby ha chiesto di poter valutare l’aggressività di Lennox. Famoso in tutto il mondo per le sue capacità di riabilitazione dei cani pericolosi, Crosby si è interessato alla causa anche attraverso il tamtam creatosi su twitter e facebook. I giudici, però, hanno ignorato l’offerta. Intanto il cane, rinchiuso in un “canile di massima sicurezza”, sta impazzendo. Le immagini diffuse dalla famiglia mostrano come in due anni ha perso molto pelo e dà evidenti segni di stress. Lennox, che un tempo era stato addirittura riconosciuto come cane da assistenza per la figlia disabile di Caroline, potrebbe essere diventato così davvero diventato un animale irrecuperabile. La legge nordirlandese, comunque non transige: l’ultima speranza di Lennox, ormai, è un intervento della Regina, l’unica a poter salvare l’animale.

Eleonora Belfiore

Il web commosso per la storia dello sfortunato

meticcio irlandesePer Lennox, scatta la mobilitazione internazionale

I termini “proletario” e “ceto medio”, secondo Ulrich Beck, sono termini ampiamente superati. E’ il mercato che definisce le nostre scelte. Ci isola

impedendo a chiunque di mettere in discussione il modo in cui tali scelte sono definite. Chi fa una scelta sbagliata sarà punito. La crudeltà del mercato consiste nel fatto di non tenere in alcun modo conto che certe persone posseggono gli strumenti per operare le scelte giuste perché possiedono il capitale sociale, il sapere o le risorse finanziarie.Muovendo dall’assunto di Beck, che si dipana l’intervento del sociologo Zygmunt Barman. Il precariato e l’incertezza esistenziale che ne deriva, determinano un mix d’ignoranza e di impotenza che è fonte inesauribile di umiliazione. Sebbene il precariato sia un insieme estremamente diversificato, ciò che lo rende una categoria coesa è la sua condizione di massima frammentazione. Ogni precario, quale che sia la sua provenienza o appartenenza, soffre da solo. Diviso e isolato, gli viene negato il conforto di un destino comune facendo apparire risibile gli appelli alla solidarietà.Per quanto tenti di dissimularla con ogni mezzo, tale condizione chiama in causa le responsabilità delle autorità che hanno negato loro i diritti riconosciuti ad altri esseri umani.Una condizione umiliante e indegna che coinvolge una parte della popolazione la cui ignominia e disperazione trova l’avallo di una parte della società.Tutte le varietà di disuguaglianza sociale scaturiscono dalla divisione fra ricchi e poveri.

Quello di possedere o meno determinati oggetti, ha rappresentato, in epoche diverse, rispettivamente la condizione più appassionatamente desiderata e quella più appassionatamente sofferta. Nell’ Europa di due secoli fa ciò che poneva in contrasto i ricchi e i poveri era principalmente la contesa per il pane o per il riso. Oggigiorno, invece, gli oggetti del desiderio la cui assenza è più acutamente sentita sono molti e di diversa natura. L’impossibilità di ottenerli fa crescere l’ira, l’umiliazione e il risentimento. Quest’ultimo, accompagnato dal desiderio di distruggere ciò che non si può avere, innesca improvvise esplosioni di violenza. Come disinnescare una mina dal potenziale così esplosivo da mettere a rischio la coesione

sociale? Richard Sennet suggerisce che una collaborazione informale e senza limiti prefissati è la via migliore per fare esperienza della differenza. E infine, collaborazione: si suppone che le varie parti ci guadagnino tutte dallo scambio, e non che una sola guadagni a scapito delle altre. Sia guadagnare e sia perdere sono concepibili solo insieme. O guadagnamo tutti o perdiamo tutti. Tertium non datur.

giuseppe orso

Vademecum per una società miglioreA Pistoia la terza edizione del festival “Dialoghi sull’uomo”

“L’intervento di Bauman dedicato alla solidarietà”

La foto segnaletica di Brandon De Leon

Zygmunt Bauman

TUTTI I COMPONENTI DEL GIORNALE FORMULANO FELICISSIMI AUGURI ALLA GIORNALISTA MARIA FRANCESCA CIBELLI, CAPOSERVIZIO ALLA CRONACA DI COSMOGGI PER IL SUO MATRIMONIO (NEL PROSSIMO NUMERO VERRA’ CURATO UN SERVIZIO GIORNALISTICO DETTAGLIATO INERENTE L’EVENTO).

Page 8: Cosmoggi luglio

ARTE a cura diAntonio Caccese8

La forza rigeneratrice dell’arte

Alla Galleria “Open Art”, “Energia in Fluire” la prima mostra personale di Elena Tabarro

“Energia in Fluire”, un titolo ambivalente per la prima mostra personale di Elena

Tabarro svoltasi presso la Galleria “Open Art Toledo-L’Arte in movimento”, in via Toledo 406, a Napoli, che rimanda, per un verso, alle peculiarità dei flussi energetici di influenzare l’animo umano, e per un altro verso alle proprietà dinamiche di ogni forma d’energia. L’esposizione è stata articolata in due sezioni pittoriche più convenzionali che hanno rappresentato anche due opposte modalità dell’energia, l’una positiva, l’altra negativa, d’influire sullo spirito degli uomini, mentre una terza sezione è stata dedicata alle sculture e alle istallazioni, opere attraverso le quali l’autrice sperimenta i risvolti artistici di materiali ed oggetti comuni quali ad esempio la lana, i sassi, le bottiglie di plastica.Nell’opera “Energia del vento (e della vela)” la sinuosità delle linee si sviluppa in una traiettoria vorticistica per raffigurare l’estremo dinamismo dell’energia eolica, identificando nel segno quello che è anche il significato di fondo della sua produzione artistica, il cui principio si estende all’arte stessa come avviene nell’opera “Piazza del Plebiscito (energia dell’arte)”. In questo lavoro si riscontrano alcuni tratti caratterizzanti dell’artista Elena Tabarro, quali l’inserimento materico, e in questo

caso si tratta di lamine di rame con cui costruisce la criniera di un leone, un’icona che nell’intento dell’autrice supera ancora una volta i limiti angusti di una semplice figurazione pittorica per divenire il simbolo dell’arte stessa e della sua forza rigeneratrice capace di far risorgere l’uomo dall’oblio e di ricondurlo ad una dimensione più consona al suo essere. Agli osservatori più attenti non sarà sfuggito il particolare che nell’opera Piazza del Plebiscito l’intera veduta urbana della città partenopea sia calata in un’atmosfera notturna, perché la notte è quella fase in cui il tempo allenta la sua pressione sull’uomo, risucchiato nella spirale frenetica della civiltà moderna, e lo riporta in uno spazio ancestrale in cui i suoi ritmi si coniugano con i tempi della natura. È questo un concetto in qualche modo riconducibile ad uno dei principi dell’Esasperatismo, il Movimento Culturale fondato dal Prof. Adolfo Giuliani, al quale Elena Tabarro ha aderito in toto rafforzando le sue convinzioni, e che l’ha vista anche esporre nel febbraio nel 2011 alla Terza Mostra Internazionale tenutasi al Castel dell’Ovo.

Domenico Raio

“Trascendance matérique” sarà il titolo della mostra personale che l’artista Rafael Espada terrà dal 13 al 26 luglio alla Galerie Barthélémy de Don di Sanary Sur Mer, in Costa Azzurra.

Espada interpreta la struttura materica con un approccio informale, e sempre in un’ottica personale dettata dal suo temperamento artistico. L’artista si rende così artefice di un’esecuzione immediata che tralascia la finalità dell’opera stessa, per seguire l’impulso creativo spontaneo e autonomo, lontano dagli schemi preconfezionati. È questa la sintesi realizzativa dell’opera, quella che riesce ad appagare, nel suo esito, le pulsioni dell’esecuzione. “Pur lasciando libero arbitrio alla creatività – spiega Rafael Espada - nella creazione di un’opera, non sempre si trova il giusto connubio fra concretizzazione dell’emotività e compimento realizzativo. Pertanto, non tutte le volte, ad opera finita, si trova anche conferma di quelle tendenze istintive e spinte emotive avvertite in fase di progettazione e di esecuzione, ed è per questo che tante opere vengono distrutte. Resta comunque in me – continua l’artista – la volontà di una costante ricerca e sperimentazione che mi porta a non tralasciare nessun campo o strada da percorrere, pur essendo cosciente che gli intenditori d’arte a volte possono non apprezzare o trovare indefinita questa mia ricerca. Le opere sono quelle che sono per il solo fatto di essere al di là delle preferenze e secondo il mio parere vanno oltre la spasmodica tendenza a classificare tutto e comunque.” Aderente al Movimento Culturale “Esasperatismo Logos & Bidone”, Espada ha esposto a Napoli nel 2007 in una mostra personale svoltasi presso il Centro d’Arte e Cultura “Il Bidone”, e sempre nel capoluogo partenopeo ha preso parte alla Seconda e alla Terza Triennale Internazionale del Movimento, svoltesi rispettivamente nel 2007 e 2011.

Domenico Raio

La ricerca artistica di Rafael

EspadaDal 13 al 26 luglio a Sanary

sur Mer, in Francia, la mostra personale “Trascendance

matérique”

Con la mostra “I 5 sensi di FEMINA” il M.I.A.- Movimento Artisti Indipendenti “St’art over Art” ha proposto una sperimentazione sensoriale dell’opera d’arte. La collettiva è stata inaugurata presso la sede di via Pallonetto a S. Chiara 7, a Napoli, con un happening di

poesia, musica e moda. Reading di Stefania D’Urso, Mira Masillo e Ferdinando Tricarico. Performance di Lisa Greco e della trombettista Emanuela Cavallaro; sfilata dell’abito multiuso di AMALIA. Ideata da Stefania Colizzi e Arianna Ziccardi, la mostra ha inteso coinvolgere

attivamente lo spettatore, spingendolo a interagire con le opere attraverso l’utilizzo dei 5 sensi (Vista, Udito, Olfatto, Gusto e Tatto). In esposizione le opere di 13 artisti che hanno interpretato l’universo femminile utilizzando almeno 3 dei 5 sensi: Azimut, Loretta Bartoli,

Giancono Cammarano, Daniela Capuano, Andrea Carlino, Stefania Colizzi (SCO), Tonia Erbino, Concetta Marroccoli, Silvia Rea, Vincenza Rotondo, Samandel, Manuela Vaccaro, Anna Verde.

Maria Bellucci

“I 5 sensi di FEMINA”, sperimentazione sensoriale

dell’opera d’arte

“Rivolta perturbante” è il titolo di un’opera dell’artista Luciano Romualdo presentata anche nell’ambito di un’esposizione collettiva svoltasi a Striano

(Na). “Metà cerchio bianco un po’ incantatore un po’ perturbante si legge in una nota interpretativa del Prof. Salvatore Romualdo a breve distanza l’altra metà nera, rugosa, con un contorno irregolare con qualche lembo slabbrato. Viene spontaneo

un interrogativo: cosa c’era prima di questa frattura?”

Rita Ragni

Un’opera di Luciano Romualdo

In piazzetta Fuori Sant’Anna, ad Aversa, si è svolta la Prima Rassegna d’Arte Collettiva “Giugno si veste di Colori e Poesia”. La mostra, curata da Giovanna D’Amodio, ha voluto celebrare l’avvento della

stagione più amata rappresentando, artisticamente, gli aspetti che maggiormente la caratterizzano. Il mese che introduce l’estate si è sempre rivelato una fonte d’ispirazione privilegiata, per pittori e poeti, per le particolari atmosfere che riesce a donarci, per l’energia che la sua luce c’infonde, per gli odori della natura che ci fa riscoprire: i pittori vi colgono i colori in tutte le loro infinite sfumature, i poeti intercettano i gesti e le voci delle diverse creature che popolano gli stessi paesaggi, ma entrambi provano sostanzialmente a riprodurre le emozioni che caratterizzano questo periodo. Può avvenire con la pittura, attraverso le figure calate nei floridi paesaggi campestri o marini, ma può accadere anche su un piano puramente simbolico, quando si tratta di opere astratte; può avvenire con la poesia descrivendo quel sentimento di pace interiore che ci trasmette un ritrovato rapporto con la natura, con i suoi elementi come con i suoi prodotti, dopo l’oblio della stagione più rigorosa e dei mesi di transizione. In esposizione opere degli artisti: Mario Bova, Giovanna D’Amodio, Mario Fabozzi, Franco Giraldi, Celeste Maisto, Ernesto Nicchio, Anna Poerio, Ermelindo Ponticello, Enrico Rosato. Sponsor dell’evento è stato Mario Lama.

Ermelinda Ponticiello

Le emozioni di una stagioneAd Aversa la Prima Rassegna d’Arte Collettiva “Giugno si

veste di Colori e Poesia”

“L’incanto delle sirene”

Un ritrovato rapporto con la natura favorisce la creatività degli artisti

Page 9: Cosmoggi luglio

TEATRO a cura diStefano Vosa 9

Con grande consenso di pubblico il Laboratorio Teatrale “Cavoli a

merenda” ha rappresentato al Teatro “Il Piccolo” di Napoli lo spettacolo di Vincenzo Cacciuttolo “Sognando il varietà”, per la regia di Giuseppe Iacono. Una rappresentazione brillante, di facile accesso, ma comunque non priva di spunti di riflessione. La trama è

semplice: il pubblico, al suo arrivo, nota una serie di manifesti di un’opera drammatica di un autore (fittizio), “Morte degli Ideali”, di Vasilji Ivanovic Nietzin. Agli spettatori è inoltre consegnata una brossure, con la biografia dell’autore ed alcune note sullo spettacolo (anch’esse inventate). Il sipario è aperto, ci sono dei pannelli e degli oggetti di scena. È questa l’ambientazione della rappresentazione. Ecco, infatti, all’improvviso, apparire una serie di persone che

dovrebbero provvedere all’allestimento del dramma: carpentieri, addetti alle pulizie, sarte, bigliettaie, fattorini, e così via. Suona la sirena del pranzo. Si assiste ad uno spaccato di varia umanità, dove ognuno mette a nudo le proprie debolezze, le frustrazioni, i sogni nel cassetto. Molti avrebbero voluto calcare le scene, piuttosto che stare ai margini dello spettacolo. È questo il pretesto per mostrare agli altri la propria bravura ed alternarsi nelle scenette, allestite con ciò che si trova al momento: una scopa può sostituire una chitarra elettrica, un fazzoletto messo in testa può dare l’idea del personaggio femminile... Dopo una serie di gustosissime performance, arriva furibondo il regista (in fuoricampo) che, constatato il mancato allestimento, abbandona il teatro. È questa l’occasione che i nostri aspettavano. All’aprirsi del sipario, il pubblico convenuto in sala dovrà assistere ad uno spettacolo differente da quello previsto ma non per questo meno valido: “Sognando il varietà”. Gli interpreti sono stati: Marianna Ambrosino, Annamaria Aulicino, Rita Esposito, Adelaide Giuliani, Giuseppe Iacono, Aaron Insegna, Chiara Menafro, Miriam Mirando, Antonio Muro, Luigi Sansone, Danilo Scherillo, Rosaria Somma. Marina de Franchis ha provveduto all’allestimento e alla direzione di scena; Rosaria Tarallo è stata maestra di prove; i movimenti coreografici sono stati affidati a Fabrizia Limone.

Francesca Russo

Performance in

palcoscenico

Al Teatro “Il Piccolo” il Laboratorio Teatrale

“Cavoli a merenda” ha messo in scena

“Sognando il varietà”

Scoppia anche a Napoli la One Direction Infection e a quanto pare ne risulterebbe come la città più afflitta. Stiamo parlando dei One Direction, la giovane boy band inglese che è riuscita nell’arco di un anno a conquistare fan e riconoscimenti in ogni

parte del mondo. Secondo i dati ufficiali, Napoli risulterebbe al primo posto per le città ita-liane con più fan dei One Direction, fan che prendono il nome di Directioner. Proprio per questo motivo, la città non ha voluto sentirsi inferiore alle sue connazionali Roma e Mila-no ed ha organizzato il terzo Flash Mob ita-liano per la band Sabato 23 Giugno presso Piazza del Plebiscito. L’evento si è distinto dai due precedenti per la formazione della più grande scritta umana 1D al mondo. Gli stessi artisti hanno commentato sul social network twitter che grazie a questa brillante iniziativa, l’Italia e probabilmente la città partenopea, saranno tappe del tour euro-peo di questo autunno. Ma a cosa è dovu-to l’enorme successo di questa boy band?I ragazzi Harry Styles (18 anni), Liam Payne (18 anni), Zayn Malik (19 anni), Niall Horan (18 anni) e Louis Tomlinson (20 anni), han-no raggiunto la notorietà grazie al famoso reality show X Factor UK, al quale si erano presentati dapprima come solisti e poi, gra-zie ad un’idea del giudice Simon Cowell, sono stati riuniti in un gruppo. Cinque ragazzi che non si conoscevano per nulla e che nel giro di un anno sono diventati inseparabili, performance dopo performance sul palco del talent show. Quasi sempre sono stati apprezzati dai quattro giudici della trasmissione e hanno avuto un buon successo di pubblico. Migliaia di teenagers in tutto il mondo sono rimasti affascinati da questi giovani ragazzi talentuosi che hanno passato sugli ultimi due anni a realizzare un sogno: cantare.A seguito della trasmissione X-Factor, i ragazzi hanno firmato un contratto con la casa discografica Syco Records di proprietà di Simon Cowell. Il loro primo singolo What Makes You Beautiful è uscito l’11 Settembre 2011 piazzandosi al primo posto come numero di preordini mai ricevuti dalla Sony Music, segue Gotta Be You,nota in Italia per essere diventata la colonna sonora di una pubblicità di Mediaset Premium. Il loro album di debutto è uscito nel Novembre dello stesso anno col titolo di Up All Night e si è piazzato nella top ten degli album più venduti in oltre diciannove paesi in tutto il mondo. Con quest’album i One Direction vincono un British Award per il miglior singolo What Makes You Beautiful e si posizionano direttamente al primo posto in classifica negli Stati Uniti, ottenendo il record della prima boy band europea a piazzarsi direttamente al primo posto delle classifiche con un album di debutto. A seguito del suc-cesso ottenuto i ragazzi intraprendono il loro primo tour mondiale l’Up All Night Tour che ha toccato USA, Canada, Nuova Zelanda e Australia e conclusosi a Londra. Dopo un riposo dal tour, viene annunciata l’incisione del nuovo disco in Svezia. Si riprospettano collaborazioni col cantautore inglese Ed Sheeran, già autore del brano Moments dell’al-bum precedente.Il tour mondiale è stato registrato ed è uscito in DVD col titolo Up All Night Live Tour, scalando le classifiche mondiali al primo posto. Tuttora dopo circa venti settimane dall’uscita dell’album e dopo quattro settimane dall’uscita del DVD, questi resi-stono ai primi posti delle classifiche mondiali. Ultimamente i ragazzi stanno proseguendo il loro tour mondiale negli Stati Uniti e sono stati ingaggiati per chiudere le celebrazioni olimpioniche di Londra 2012.A quanto pare un roseo futuro si prospetta per i One Direc-tion e tutti noi aspettiamo con impazienza il loro secondo album e il nuovo tour mondiale.

Francesco Spada

Il Bellini gioca d’anticipo e regala ai suoi abbonati un pro-gramma già ben definito per la stagione che verrà. Un car-tellone che sa integrare con criterio sperimentazione e nomi

di richiamo com’è nella tradizione di questo teatro. Previsto il ritorno di alcune compagnie che hanno già riscosso un buon successo nella passata stagione: è il caso della danza acrobati-ca dei Momix e dei surreali “pupazzi” tedeschi Familie Floz che presenteranno “Infinita.” Gabriele Russo, invece, propor-rà al grande pubblico una spiazzante “Odissea napoletana” scritto e diretto da lui stesso. Non mancheranno, ancora una volta artisti amati dal grande pubblico come Geppy Gleijeses (lo scorso anno in scena al Mercadante) quest’anno alle pre-se con il teatro di Raffaele Viviani nella commedia “A Santa Lucia”. Per l’artista napoletano è un ritorno al teatro classico partenopeo ma anche una nuova sfida, Gleijeses nasce infatti nella compagnia di Eduardo, l’altro grande interprete del No-vecento Napoletano molto distante per lingua e radici poetiche dal quasi contemporaneo Viviani. La vera sorpresa è però la presenza di Alessandro Gassman, reduce dal grande successo

di pubblico e critica “La parola ai giurati” che lo ha consa-crato, aldilà della semplicistica etichetta di figlio d’arte tra i migliori talenti teatrali italiani. Un talento la cui ascesa viene consacratanel 2008 con la vittoria al David di Donatello per “Caos Calmo”.La lista di grandi nomi non termina qui, Giulio Scarpati, Lello Arena, Giuseppe Battiston ( che si cimenterà in Macbeth)sono solo alcuni dei protagonisti che calcheranno le scene del Teatro di Via Conte di Ruvo. Una menzione a parte la merita lo scrittore e interprete Pippo Delbono, irriveren-te sperimentatore che da anni divide pubblico e critica con i suoi testi di cruda denuncia. L’ultimo lavoro “La Menzogna” dramma sulle morti all’acciaieria Tyssenkrupp di Torino il cui protagonista era l’attore sordomuto Bobò non ha ancora smes-so di suscitare polemiche. Ma, come tiene a precisare lo staff del Teatro Bellini, queste si tratta solo di alcune delle sorprese che attendono il pubblico… per una stagione tutta da seguire.

Stefano Vosa

Teatro Bellini, la nuova stagione è già pronta

Diffusi gli spettacoli del prossimo cartellone

One Direction Infection

Un fenomeno nato da un reality

Spettacolo “Sognando il varietà” 

One Direction

NEL SUPPLEMENTO, SPECIALE LITORALE DOMITIO TRATTEREMO IN ESCLUSIVA IL GRANDE FERVORE ED IMPEGNO DELLA REGISTA ANTONELLA FABBRICATORE CHE HA RISCOSSO PLAUSI MERITATI PER LE OPERE TEATRALI MESSE IN CAMPO

Page 10: Cosmoggi luglio

CULTURA a cura diFausto Marseglia10

E’ sorprendente come possano coesistere in perfetta armonia nello stes-so luogo l’antico e il moderno e come vecchi palazzi possano celare nei loro cortili risorse tanto importanti dal punto di vista storico e

archeologico, oltre che proporsi come location di straordinaria scenografia per eventi ed incontri culturali. Napoli è piena di queste sorprese. E basta addentrarsi con occhio attento e indagatore per le vie della città per andare a scoprirne sempre qualcuna di nuovo. Una di queste è, senza dubbio, “Il Giardino di Babuk”, un’oasi verde leggermente sottoposta al livello stradale, a cui si accede scendendo una rampa di scale dopo aver attraversato l’atrio di un antico palazzo sito al civico n.55 di via Giuseppe Piazzi, una strada che si snoda leggermente in salita di fronte alla caserma Garibaldi a via Foria. Qui giunti ci si trova magicamente immersi in una realtà che ha il sapore ge-nuino di altri tempi. Il giardino è ricco di vegetazione sapientemente curata ed offre spazi di accoglienza con sedute lungo i viali. C’è un ampio gazebo, ove si organizzano spesso incontri culturali. C’è un varco dal quale si accede ad un ipogeo, con lunghi ed articolati cunicoli collegati fra loro che si snoda-no intorno ad una cava estrattiva di tufo, utilizzata nel passato anche come cisterna d’acqua e come rifugio antiaereo nell’ultimo conflitto mondiale. Vi si trovano interessanti segni, probabilmente a valenza esoterica, di incerta datazione e dubbia finalità. E’ un contesto di eloquente testimonianza del

palinsesto naturale che è il sottosuolo di Napoli. La denomi-nazione del giardino e dell’ipogeo riman-da al nome orientale di Babuk, un gatto del professor Gennaro Oliviero, che acquistò il giardino in stato di degrado e lo trasfor-mò in un luogo incan-tato. In questo posto si organizzano eventi culturali, presenta-zioni di libri, salotti letterari, arricchiti da esibizioni di valenti cantori, poeti, musici e artisti vari. Recente-

mente si sono alternate diverse manifestazioni di questo tipo sotto la sapien-te guida della scrittrice Enza Alfano e di Aldo Putignano, titolare della casa editrice “Homo Scrivens”, con filo conduttore un immaginario viaggio tra l’Inferno, il Purgatorio e il Paradiso, con apparizioni dello stesso Dante che declamava passi della Divina Commedia. L’incontro con il sommo poeta si è avuto nel corso dei quattro appuntamenti della rassegna - curata da Enza Alfano, Lucio Rufolo e dallo stesso Putignano - “Homo Scrivens di sera… bel libro si spera” in cui ogni serata è stata dedicata a una Cantica del famoso poema. Tra reading, intermezzi musicali e degustazioni finali, si è proceduto alla scoperta di libri e autori “infernali”, in un simbolico cam-mino di purificazione nella serata Purgatorio, fino all’ascesi del Paradiso, condotti per mano da Dante Alighieri in persona. Tanti i nomi coinvolti, tra cui: Pino Imperatore, Michele Serio, Patrizia Rinaldi, Maurizio De Angelis, Guido Pocobelli Ragosta, Armida Parisi, Floriana Coppola, Luca Dresda, Al-fonso Severino e molti altri. Essere presenti ed assistere a tali manifestazioni in una cornice così suggestiva è veramente una grande emozione.

Fausto Marseglia

I giardini di BabukUn’oasi di verde e di misteri nel centro cittadino di Napoli

“Le vie nascoste”, il viaggio nelle città fantasma d’Italia è approdato alla prestigiosa Saletta Rossa della Libreria Guida Port’Alba di Napoli. Un grande interprete, Roberto Azzurro, un esperto moderatore, Gianmarco Cesario, un coraggioso editore, Gino

Giammarino, e l’autore hanno incontrato pubblico e stampa per un evento che ha fatto rivivere, per qualche istante, i paesi abbandonati del Belpaese, che Antonio Mocciola ha descritto con l’amore e l’insaziabile curiosità di un appassionato viaggiatore. Si tratta della prima guida dei paesi abbandonati d’Italia. Un viaggio insolito, tra borghi cancellati e immobili da decenni, spesso da secoli. Archeologia moderna mai esplorata, mai descritta e mai studiata abbastanza. Questo libro, edito da Giammarino editore e giunto alla seconda edizione, colma un vuoto e regala inedite emozioni. Antonio Mocciola, giornalista e appassionato del Belpaese, ci porta per mano attraverso luoghi sconosciuti e disabitati, dai nomi arcaici (Craco, Buonanotte, Romagnano al Monte, San Pietro Infine, Argentiera, Stramentizzo, Nardodipace) e abbandonati dall’uomo. Ventuno “Pompei del Novecento”, scrigni di tesori inesplorati, al termine di strade impervie e spesso desolate. Un’Italia diversa, persa nel buio della storia. Una storia da rileggere, da riscoprire, da amare.

Giulia Sgherzi

I paesi abbandonati d’ItaliaAlla Saletta Rossa di Guida Port’Alba

è stato presentato “Le vie nascoste” di Antonio Mocciola

La ricerca di Kirka de Jorio parte dalla materia: tela, carta, cera e pigmenti. Con passione e con lentezza i suoi lavori nascono da lontano e prendono forma, inseguendo i fili aggrovigliati dell’inconscio. Le sue tele, tanto grandi o pure piccole, mettono in scena brandelli di memoria. C’è silenzio nei suoi colori densi, dove scorre la vita senza

il tempo. Allora ti perdi, mentre tracima la lava dal Vesuvio, il bucaneve abbaglia sulle pietre nere, entra negli occhi la sabbia del deserto. E provi a ritrovare la strada affidandoti alla scrittura, a quei lucidi versi annotati con una grafia da

bambina ad accogliere con semplicità il mistero dei pensieri, che nemmeno il tempo sedimentato in fragili pagine antiche si è ricordato di svelare con il loro sperduto significato. Kirka conosce i luoghi dell’incanto dell’arte povera, i paesaggi dell’anima e della carne, che declina ugualmente nel buio e in piena luce senza avere timore degli ossimori. Volatili di piombo e carte incerate svolazzano nei sogni impossibili di tutti i giorni e qui indossano la persistenza di Krónos e la fragilità di Kairos, attraverso una tavolozza esigua di colori ma ricca di toni sinestetici. Il nero squillante che inventa, impastato ai toni chiari, le sfumature dubbiose delle scelte. Il bianco, a strati palpabili e coprenti, che medita e aiuta a distinguere e a capire. Infine il rosso, linfa di una natura fiorita e matrigna. Come può essere un anemone nel mare

torbido, accogliente come il corallo e urticante come una medusa.

Ivana Porcini

I “Blumen” di Kirka de JorioAl Pan di Napoli è in mostra una personale poetica

ispirata alla natura e curata da Andreas Ryll

I COMPONENTI DELLA RUNIONE DI DIREZIONE ALLA UNANIMITA’ HANNO STABILITO CHE DAL PROSSIMO NUMERO LA PRESENTE PAGINA DI CULTURA SARA’ ARRICCHITA DI ARTICOLI INEREN-TI LA TOSCANA. IL REFERENTE SARA’ IL PROFESSO-RE FRANCESCO FERRANTE, ORDINARIO DI FILO-SOFIA DEL LICEO CLASSICO “DANTE” DI FIRENZE

Page 11: Cosmoggi luglio

SALUTE a cura diGennaro Musella 11

Estate uguale gelato. Seduti al tavolino del bar in compagnia dei propri ami-ci, durante una passeggiata nel parco

cittadino oppure in spiaggia come pausa golosa e rinfrescante sotto l’ombrellone-Giovanile, “democratico”, metropolitano e sempre più alla moda. Il gelato d’estate è un vero e proprio fenomeno a cui gli italia-ni non sanno proprio rinunciare. Insomma, il gelato mette d’accordo tutti, soprattutto le mamme italiane che lo considerano un vero e proprio “must” per l’alimentazione dei propri figli: 6 su 10 acquistano gelato per la prole almeno 1 volta alla settimana, scegliendo indifferentemente tra quello artigianale (62%) e quello confezionato (61%). Questi sono i dati della ricerca EU-RISKO/IGI (Istituto del gelato Italiano) “Gli Italiani e il gelato confezionato fuoricasa d’estate”, realizzata con l’obiettivo di in-dagare le principali tendenze sull’alimento compagno di strada dell’estate “outdoor” dei nostri connazionali. Oggi sono quasi 23 milioni gli italiani che consumano gelato fuori casa d’estate (pari al 56% del totale), con una media di 20 “porzioni” pro capite acquistate durante l’intera stagione. Una grande passione collettiva per questo ali-mento che, tuttavia, non è una prerogativa esclusiva del periodo estivo, se è vero che 4 italiani su 10 consumano gelato fuori dalle mura domestiche anche d’inverno. In generale durante l’estate, il momento della giornata preferito dai nostri con-nazionali per gustare un buon gelato è al pomeriggio come merenda (62%). A seguire troviamo la sera (40%) e al termi-

ne della cena come dessert (13%). Mentre il 7% degli italiani sceglie di consumare un gelato durante la bella stagione come sostituto del pasto a pranzo... Ma cosa

spinge gli italiani ad acquistare un gelato d’estate fuori casa? In primo luogo la voglia di mangiare in “compagnia” (61%). Subito dopo troviamo la necessità di soddisfare

un impulso (55%), la voglia concedersi un break (53%) e il bisogno di rinfrescar-si dalla calura estiva (50%). Mentre per il 33% il gelato è una coccola: un premio

di gusto da concedersi ogni volta che si può. Insomma…. gelato che passione!!

Emilio Cirillo

Gelato, che passione!

L’ Istituto del gelato

Italiano ha fotografato

le ultime tendenze

sul consumo

del gelato durante

la bella stagione

Con l’estate si torna a parlare di forma fisica, di diete, di allenamento per gli addominali, ma soprattutto di come impostare una corretta tabella fitness, che vada ben oltre il periodo della famigerata

‘prova costume’.

Fondamentale è l’ allenamento aerobico che include anche la semplice camminata a passo svelto. Dieta, allenamento con i pesi e attività aerobiche sono dunque tutti collegati tra loro. Per dimagrire innanzitutto è necessario seguire un’alimentazione equilibrata, sana e a basso contenuto calorico, privilegiando soprattutto frutta e verdura.

L’alimentazione è al primo posto, perché “noi siamo ciò che mangiamo”. E’ possibile quindi dimagrire tonificando contemporaneamente seguendo soprattutto la nostra amata “dieta mediterranea”.Le attività da seguire in palestra o a casa per dimagrire e tonificare sono tantissime ma dobbiamo considerare che per ottenere risultati reali (tenendo conto che ognuno di noi ha una condizione fisica diversa), anche l’allenamento deve essere diverso per ognuno e quindi fatto su misura in base alla propria condizione fisica ed età.

E giunti a questo punto, possiamo finalmente sfatare la leggenda che più ripetizioni si fanno e più si brucia.

Magari si potesse consumare grasso localmente facendo solamente tantissime ripetizioni localizzate!!

Come ben sostenuto da medici ed esperti del settore, è giusto allenare profondamente l’addome ,ma il grasso localizzato si consuma introducendo meno grassi e calorie con l’alimentazione. Inoltre, bisogna ricordare che, una volta ottenuto i risultati sperati, la forma fisica deve essere mantenuta nel tempo.

Il corpo è una macchina complessa come tale va trattato. Soprattutto è necessario avere rispetto per sé stessi e volersi bene.

Sara Belfiore

Dimagrire senza stress, con esercizio aerobico e dietaCon l’estate arrivano puntuali i consigli su come perdere peso e tonificare il corpo

Smettere di fumare attraverso un vaccino: è il progetto in fase di sperimentazione cui sta lavorando un gruppo di scienziati della Weill Cornell Medical College di New York, che dovrebbe essere perfezionato nell’arco di due anni. Il vaccino, sinora sperimentato solo sui topi,

contiene geni programmati per produrre anticorpi in grado di neutralizzare la nicotina prima che raggiunga il cervello, togliendo quindi “gratificazione” ai fumatori e impedendo addirittura, se iniettato in tenera età, che si possa sviluppare il vizio: durante i test condotti sui topi gli scienziati hanno dimostrato che il vaccino, grazie agli anticorpi, è in grado di tagliare la quantità di nicotina dell’85 % senza produrre effetti collaterali su comportamento, pressione sanguigna o frequenza cardiaca.

Il vaccino è in fase di sviluppo e, se la ricerca dovesse rivelarsi efficace anche sull’uomo, potrebbe essere disponibile entro i prossimi cinque anni, come ha dichiarato il capo ricercatore, Ronald Crystal: «Se la ricerca andasse a buon fine e il vaccino si rivelasse sicuro e efficace, si potrebbe introdurre nelle scuole un programma di vaccinazioni in grado di impedire ai giovani di iniziare a fumare».

Maria Francesca Cibelli

Vaccino antifumoPresto un vaccino per smettere di fumare

Alle prese con un vaccino

Page 12: Cosmoggi luglio

Via Tiburtina Antica,46a

00185 RomaTel. 06.44.60.402 - 329.56.73.867

Chiuso il Martedi

a cura di Alessandro Falfari e Paolo Veccia

ROMALa Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma presenta

“Vetri a Roma”, una mostra interamente dedicata all’arte del vetro, prevalentemente incentrata sulla produzione di età romana. Fino

al 16 settembre, presso la Curia Iulia, saranno esposti circa 300 pezzi tra vasellame prezioso, gioielli e mosaici, che raccontano il periodo di massimo fulgore della lavorazione del vetro nel mondo romano, a partire dal II sec. a.C.. Le guerre di conquista intraprese da Roma negli ultimi due secoli della repubblica non consentirono solo l’accesso nell’urbe dei favolosi tesori strappati alle regge dei sovrani orientali, ma favorirono anche lo straordinario sviluppo delle rotte commerciali in tutto il bacino del Mediterraneo e il trasferimento a Roma, più o meno forzato, di artigiani

altamente specializzati depositari di raffinatissime tecniche di produzione e di una spiccata sensibilità artistica. Articolata in un percorso cronologico, la mostra si apre con un nucleo di balsamari provenienti dal bacino del mediterraneo e databili tra il V e il IV sec. a.C., per passare poi agli esemplari di età ellenistica, come il prezioso piatto in vetro mosaico millefiori con inserzioni a foglia d’oro proveniente da Canosa di Puglia o lo splendido piatto in vetro dorato con scena di caccia da Tresilico, in Calabria. Il nucleo più consistente della mostra

illustra la produzione di età imperiale, caratterizzata da beni di lusso destinati all’élite della società. Infatti,la versatilità del vetro consentì la realizzazione di gemme e gioielli di straordinaria bellezza. Tra questi spicca il medaglione in foglia d’oro incisa e dipinta tra due strati di vetro con ritratto maschile, conservata al museo di Arezzo ed il cammeo in vetro molato con raffigurazione di Arpocrate. Il vetro rientrava anche nella decorazione parietale e pavimentale sostituendosi al marmo. Esemplari di rara bellezza per il realismo della rappresentazione sono l’opus sectile di lastre di vetro dalla villa di Lucio Vero sulla via Cassia, ed il tondo che rappresenta un fondale marino con due pesci e un delfino, proveniente dal

triclinium della domus del Chirurgo di Rimini. Il percorso prosegue con la produzione di preziosi manufatti monocromi dai colori sgargianti: blu, verde, viola, o anche nero negli oggetti che imitano la rara ossidiana; dei vasi a mosaico che si arricchiscono di nuove forme e di nuove combinazioni di disegni e di colori, come la pisside in vetro mosaico “a bande d’oro” da Pompei e la coppa in vetro mosaico “millefiori” con motivo a stelle da Adria. In particolar modo, la mostra si sofferma sul I sec. d. C., quando la rivoluzionaria invenzione della soffiatura portò alla nascita di una vera e propria industria del vetro e, di conseguenza, all’abbattimento dei prezzi e alla diffusione degli oggetti in vetro presso tutte le classi sociali. Chiudono questa importante mostra, le insegne imperiali di Massenzio trovate lungo le pendici del Palatino. I globi in vetro fuso sulla sommità dello scettro sono i segni del potere universale di Roma, e forniscono l’ulteriore testimonianza della preziosità e duttilità di questo materiale, la “fragile bellezza” descritta da Plinio nella Storia Naturale. Da vedere.

Eleonora Belfiore

Il culto del vetro al centro di una prestigiosa mostra

Antichi riflessi

Il progetto è nato con lo scopo di realizzare un portale con “Vivopositivo”

il nuovo servizio web che l’Assessorato alla Famiglia e all’Educazione ha ideato per tutti i giovani sotto i 35 anni. Su “Vivopositivo” sarà utile navigare anche per le associazioni che si occupano della prevenzione del disagio giovanile. Il sito ha come scopo quello di offrire ai giovani una visione positiva di se stessi e del rapporto con gli altri. Insegnerà anche a informarsi e comunicare all’insegna della legalità.“Vivopositivo” rappresenterà anche uno spazio libero dove poter scambiare opinioni e fare nuove conoscenze, condividendo le proprie storie con i membri della community. Il sito offre ai membri anche una mappa aggiornata dei servizi e dei centri giovanili attivi sul territorio del Comune di Roma. A chiarezza informativa di un servizio di orientamento, secondo la logica partecipativa

delle community e dei social network (come Facebook e Twitter). Su “Vivopositivo” i giovani diventano protagonisti con le loro storie. Non si tratta di semplici notizie, ma di racconti veri di giovani che vogliono mettersi in gioco, testimonianze spontanee che diventano esempi concreti di “vita positiva”. Il Comune di Roma ha ideato il portale con lo scopo di trasmettere valori positivi. Quando viene presentato un problema viene fornito anche l’esito positivo a riguardo, cioè una soluzione vera e quindi possibile. Il progetto di “Vivopositivo” è stato realizzato in collaborazione con l’Associazione Generazioni Moderne Forum Europeo delle Aggregazioni Giovanili e con fondi a valere sul Piano Locale Giovani di Roma Capitale.

Alessandro Falfari

“Vivopositivo” il portale

dedicato ai giovani

Nasce un servizio web di

Roma Capitale sui problemi della gioventù

Roma, città dei record, non perde neanche il primato di città più congestionata d’Italia. Anzi sale

sul terzo gradino del podio europeo, dietro soltanto a Varsavia e a Marsiglia, ma nella classifica delle venti città più caotiche hanno l’<<onore>> di entrare anche Milano, al dodicesimo posto – ma era settima -, Napoli al sedicesimo posto e Torino, che segue a ruota la città di Partenope. La fotografia delle città europee più congestionate è dell’osservatorio sul traffico TomTom: il quadro della situazione comprende anche l’hinterland ed è basato sui tempi di percorrenza dei veicoli. Tra le 31 città analizzate risulta in testa Varsavia, che supera Marsiglia solo di un punto percentuale. Quando le strade sono bloccate, gli spostamenti in auto nella capitale della Polonia aumentano in media del 42% rispetto ai momenti in cui sono libere: una crescita che nella città francese è del 41%. Roma e il suo hinterland sono invece le più congestionate d’Italia: staccano di nove posizioni Milano e ottengono la meda-glia di bronzo europea, battendo Parigi (al quinto posto), Londra (all’ottavo), Stoccolma (al nono) e Amburgo (al de-

cimo). Stando ai risultati dell’indagine nella Capitale, rispetto agli anni pre-cedenti, il traffico è diminuito del 4%

circa, ma l’incremento medio dei tempi di percorrenza si attesta comunque attorno al 34%, con picchi del 76% nelle prime ore del mattino. Insomma, un vero incubo per gli automobilisti, che tra raccordo anulare bloccato, lavori in corso, manifestazioni in ogni dove e auto blu che gremiscono le strade, devono rassegnarsi a perdere circa tre anni della loro vita nel traffico.

Paolo Veccia

Roma al terzoposto per il traffico

in EuropaNella capitale in auto si accumulano 42

minuti di ritardo su tragitti di un’ora

Mostra “vetri a roma”

Page 13: Cosmoggi luglio

a cura di Rosaria La Greca

MILANO

Via Pirandello, 2Milano

Cell. 392 57.62.139E-mail: [email protected]

Entra nel vivo la lotta del Comune di Milano contro le zanzare con la posa di ben 1.200 rifugi in legno per pipistrelli

nei parchi e nei giardini di Milano. L’ausilio dei pipistrelli e delle bat box nella lotta alle zanzare è un esempio di come si possano co-niugare innovazione e rispetto per l’ambiente, intervenendo in modo deciso per fronteggiare un problema che si ripresenta naturalmente con l’arrivo dell’estate- ha dichiarato l’asses-sore alla Mobilità, Ambiente, Arredo urbano e Verde Pierfrancesco Maran. La lotta integrata alle zanzare richiede professionalità e risorse, ma è un’azione importante per rendere mi-gliore la qualità della vita e il benessere dei nostri cittadini, specialmente dei bambini. Il progetto delle bat box si aggiunge ai tradizio-nali interventi di lotta contro le zanzare che il Comune mette in atto ogni anno con la fina-lità di limitarne il più possibile il numero e i relativi disagi, ed è il risultato di uno studio

per la lotta bio integrata alle zanzare affidato ad Amsa e realizzato dal Dott. Huanhauari, specializzato in tecniche biologiche e agro-nomiche di contrasto alle zanzare. Come base operativa per l’attuazione di questa prima fase sperimentale è stata individuata la Cascina Caldera, di proprietà comunale, all’interno del Parco delle Cave. Per l’attuazione del piano è stato coinvolto anche il Consorzio di Cooperative Sociali “EX.it”, che ha garantito l’impiego di lavoratori svantaggiati, tra cui alcuni detenuti che operano nella falegna-meria del carcere di Monza, impegnati nella realizzazione dei manufatti, e altri in regime di libertà giornaliera per la loro installazione e il successivo monitoraggio. L’Ufficio Vigilanza ecologica si è reso disponibile, inoltre, a una attività complementare di controllo e monito-raggio dello stato di conservazione delle bat box installate. Nel complesso delle azioni di lotta annuale alle zanzare iniziate il 19 marzo,

con i trattamenti larvicidi nei tombini stradali, il Comune di Milano è l’unico in Lombardia ad aver avviato anche i trattamenti bio inte-grati antilarvali mediante lo spandimento di prodotti biologici sulle risaie utilizzando pic-coli elicotteri monoposto. A questa innovativa azione antizanzare, predisposta e coordinata dal Settore Politiche ambientali del Comune, collaborano anche il Settore Arredo urbano e Verde e il Settore Valorizzazione Patrimonio artistico e Sviluppo Servizi, il Presidio del Ter-ritorio e i Vigili di Quartiere, Amsa, il Consor-zio di Cooperative Sociali “EX.it”, la Direzione del Carcere di Monza e una rappresentanza di lavoratori svantaggiati, la Ditta Elicuneo, i risicoltori di Milano, la Società Consortile del Distretto Agricolo Milanese e A.T.I. Agriparco.

R.L.G

Parte un progetto sperimentale di lotta bio integrata che coinvolge anche lavoratori svantaggiati e detenuti

Arrivano le Bat box nei parchi

milanesi, ecco la mappa

A meno di un mese dalla visita di Papa Benedetto XVI, Milano ospita un’altra importante autorità religiosa, il XIV Dalai Lama Tenzin Gyatzo. Il monaco, Premio

Nobel per la Pace nel 1989 e massimo esponente del buddi-smo tibetano, ha soggiornato nel capoluogo lombardo da martedì 26 a giovedì 28 giugno. L’occasione è il seminario La via della Felicità Interiore organizzato dall’Istituto Studi di Buddhismo Tibetano e tenutosi al Forum di Assago. L’arrivo a Milano del leader spirituale del Tibet non è rimasto un momento riservato ai buddisti o agli studiosi di filosofia orientale, ma ha trovato anche un appuntamento istituzionale, il primo nel programma della tre giorni: una lezione in Consiglio Comunale presso il Palazzo Marino. Un evento, se si pensa che è la prima volta che che il Dalai Lama varca le soglie del primo palazzo delle istituzioni milanesi. La visita milanese del Dalai Lama non ha mancato di suscitare polemiche: nei mesi scorsi, la giunta Pisapia aveva deciso di conferire al leader religioso la cittadinanza onoraria, ma le pressioni diplomatiche della Cina hanno fatto desistere dall’intento. Le richieste autonomistiche del Tibet, di cui il monaco è portavoce, sono infatti fermamente osteggiate dal governo di Pechino. Il comune di Milano ha però trovato un escamotage per poter opportunamente omaggiare il

Dalai Lama: Il Sindaco in carica, Giuliano Pisapia ha donato al premio nobel il sigillo della città, riconoscimento che il primo cittadino può conferire in maniera autonoma, senza passare per l’approvazione del consiglio comunale, come invece è previsto per il conferimento della cittadinanza onoraria. La lezione del Dalai Lama a Palazzo Marino si conclude con una riflessione sul concetto del perdono. “L’a-zione sbagliata - dice- non va identificata nelle persone che devono essere invece oggetto della compassione. Il perdono

non è dimenticarsi dell’a-zione negativa che è stata compiuta. Noi con i cinesi, per esempio, davanti alle tante azioni negative che compiono nei nostri confronti non diciamo che sono bravi. Ci opponiamo anche con veemenza contro di loro ma con compassione perché queste azioni negative fanno male proprio a loro”. Infine agli studenti, presenti in sala Alessi, da dove hanno visto l’incontro tramite un mega schermo, l’esortazio-

ne “un mondo migliore dipende da voi che siete fratelli e sorelle. La pace nel mondo dipende dalla pace interiore di ogni individuo. Vi prego, voi che siete giovani, costruite un mondo migliore”.

R.L.G

La via della Felicità interiore Il XIV Dalai Lama in visita a Milano

Page 14: Cosmoggi luglio

SOCIETA’ E FATTI a cura diEmanuele Boccia14

OTTICA CONTEOPTOMETRISTA

CONTATTOLOGIAFOTOGRAFIA

VIA NAPOLI, 251/D - MUGNANO (NA)TEL. 081 5864886

VIA NAPOLI, 1 - MUGNANO (NA)TEL.081 7453200

Ciascuno di noi, e non per scelta, ha dei ricordi. In fondo siamo fatti di memoria, di ricordi del passato e di sogni sul futuro. Le nostre vite sono popolate di memoria, cui è impossibile sottrarsi. Dentro

tutte le cose c’è, infatti, un tempo della memoria e un tempo attuale. E pare innegabile non riconoscere che quel che chiamiamo realtà sia un fragile equilibrio tra l’esperire e il ricordare. Da questa relazione continua tra quello che è stato ieri e ciò che è invece oggi, l’individuo costruisce la propria vita, che è tanto più intensa quanto più memoria di sé possiede. Perché come ha suggerito, meglio di tutti, Leopardi la sensazione presente non scaturisce direttamente dalle cose, non è un’immagine rivelata dagli oggetti, non deriva da quello che si vede ma fluisce dalla memoria, che ha impresso con lentezza la sua forma. Proust dedica alla memoria tutta la sua poetica, distinguendo nell’À la recherche du temps perdu una memoria volontaria, suscitata dall’intelligenza, da una memoria involontaria, spinta fuori da una sensazione già provata; come una sorta di metafora, che accostando due momenti simili ce ne restituisce uno dentro l’altro. In una giornata d’inverno, il sapore della madeleine che si scioglie in bocca fa riemergere il vissuto. La memoria non è perduta, può ridivenire presente, ritornando come un dono a vivere con noi, evocata da un profumo, da un sapore, da una musica; attraverso i sensi, trascendendo il tempo. Eppure il tempo incornicia tutte le cose, risistemandole e restituendo ad esse un significato. Per Seneca, come lucidamente argomenta nel De brevitate vitae, il tempo passato è la forza dei probi. “La vita si divide in tre tempi: passato, presente, futuro. Di essi il presente è breve, il futuro incerto, il passato sicuro. Solo su questo la fortuna ha perduto il suo potere, solo questo non può essere ridotto in balia di nessuno. … Nessuno, se non chi ha agito sempre sotto il controllo della sua coscienza, che mai s’inganna, si volge volentieri al passato; ma colui che ha avuto mire ambiziose, atteggiamenti insultanti, vittorie smodate, una condotta subdola, non può non temere la sua memoria. E’

privilegio esclusivo di una mente serena e tranquilla spaziare in ogni parte della sua vita”. Sant’Agostino ancora di più insiste sul valore della memoria e sulla relatività del tempo vissuto. Nelle Confessiones riflette: “Tre sono i tempi, il passato, il presente, il futuro; ma forse si potrebbe propriamente dire: tre sono i tempi, il presente del passato, il presente del presente, il presente del futuro. Infatti questi tre tempi sono in qualche modo nell’animo, né vedo che abbiano altrove realtà: il presente del passato è la memoria, il presente del presente la visione diretta, il presente del futuro

l’attesa... Il tempo non mi pare dunque altro che una estensione, e sarebbe strano che non fosse estensione dell’animo stesso“. Più in generale, tutti i

popoli hanno imparato i sentimenti attraverso la memoria dei miti e degli dei, che hanno illuso gli uomini con una falsa promessa di immortalità. La letteratura ha da sempre tentato di dissolvere l’immagine cupa, orrida della morte, e il suo annientamento senza possibilità di scampo. Foscolo nei Sepolcri suggerisce la possibilità di morire senza angoscia, nella certezza di continuare a esistere nel ricordo dei sopravvissuti, di rivivere nella memoria. La memoria rappresenta un miscuglio disordinato e inscindibile di pensieri terribili e felici. Agli inizi del secolo scorso, Freud ha dimostrato il ruolo innegabile dell’infanzia e della sua memoria nella formazione della personalità. Il vissuto ci resta dentro ed è tutto lì il lavoro dell’analista che, attraverso le percezioni, i simboli e le libere associazioni, riesce a condurlo fuori. E se neI fiumi Ungaretti ripassa attraverso la memoria tutte le epoche della sua vita, pure Pavese è investito dai luoghi e dai tempi della memoria, ritenendo che l’età dell’infanzia sia quella delle esperienze fondamentali e indelebili. E’ nell’infanzia che si ha il primo contatto con il mondo ed è lì che si creano i simboli, i miti, corrispondenti alle singole rivelazioni delle cose. Le successive esperienze non sono che un conoscere una seconda volta, un riscoprire e ridurre a chiarezza quei miti. E il tentativo che si fa nel provare a ritornare in quei luoghi dà solo un senso di perdita e di amarezza, perché lì c’é solo “un paese di morti, saturo soltanto di cose e persone scomparse”. La nostalgia, in questi casi, è la più agrodolce delle malattie. Questa volontà ad abitare per forza il passato, preferendo il suo ritmo ovattato alla durezza dell’oggi, può far male sul serio e allora, per non soffrire, ci si impegna per sbarazzarsi dei ricordi: la memoria si rimuove. La memoria è vita e serve a dare un senso al presente. La memoria è al di là del tempo e nell’arte acquista voce e significato.

Ivana Porcini

Al PAN va in scena “Memory” Una collettiva di dieci artisti, provenienti da sei paesi, indagano il tema della memoria

Le spiagge sempre più calde minacciano le grandi tartarughe marine mettendo a rischio

la sopravvivenza delle uova. Nelle sole spiagge del Costa Rica è prevista una riduzione del 7% delle nascite ogni dieci anni: è quanto indicano alcuni modelli elaborati in uno studio internazionale coordinato da ricercatori dell’Università di Princeton e pubblicato su Nature Climate Changes. Lo studio, guidato dai ricercatori statunitensi, evidenzia che il riscaldamento globale sta minacciando, in maniera indiretta, la sopravvivenza delle grandi tartarughe marine, in particolare la tartaruga liuto, la ‘regina’ degli oceani. La ricerca ha analizzato le possibili conseguenze dell’aumento delle temperature sulla singola specie, dall’accoppiamento alla disponibilità di cibo. Dalla ricerca sembra proprio che l’impatto più grave si avrà sulla sopravvivenza delle uova in spiagge sempre più calde. Se anche venisse eliminato il problema legato alla pesca e alla mortalità causata dall’ingestione di sacchetti di plastica scambiati per meduse, questi grandi rettili marini

dovrebbero sfidare i problemi del clima. Utilizzando una serie di modelli climatici messi a punto in questi anni da organizzazioni internazionali, la ricerca stima una diminuzione del 7% ogni 10 anni delle nascita dai siti di nidificazione del Costa Rica, tra i più importanti al mondo. Il riscaldamento delle spiagge di circa 2,5 gradi porta infatti alla riduzione delle uova che arrivano a schiudersi. Gli stessi ricercatori suggeriscono la possibilità di un aiuto umano per contrastare il fenomeno: ombreggiature artificiali o irrigazione dei siti di cova potrebbe aiutare il mantenimento di una temperatura corretta. La tartaruga liuto (Dermochelys coriacea) è la più grande delle tartarughe marine, può arrivare a superare i 2 metri di lunghezza e raggiungere fino a 700 kg di peso; misure che ne fanno il quarto rettile vivente più grande e l’unico dotato di un metabolismo a sangue ‘caldo’, in grado di controllare senza calore esterno la temperatura del corpo. Occorre dunque intervenire prima che sia troppo tardi.

Vincenzo Chiummo

Allarme per la sopravvivenza

delle tartarughe Il riscaldamento delle spiagge

all’origine del problema

Lonesome George, l’ultima tartaruga gigante della sua specie, un’icona degli

ambientalisti, è morta per cause sconosciute. Lo ha reso noto il parco nazionale delle Galapagos. Lonesome George, che si ritiene avesse quasi cento anni, era stato trovato nel 1972 ed era diventato un simbolo delle Isole Galapagos dell’Ecuador. La tartaruga attirava ogni anno migliaia di turisti (oltre 180mila solo lo scorso anno). Si ritiene che Lonesome George (George il solitario) fosse l’ultima tartaruga vivente della sua sottospecie, ovvero le tartarughe giganti dell’isola di La Pinta, una delle più piccole e misteriose delle Galapagos. Invano, nel 1993, si era anche cercato di farlo accoppiare, con due tartarughe femmine di una diversa sottospecie. Le tartarughe giganti delle Galapagos, che possono vivere fino a 200 anni, sono state tra le specie che aiutarono Charles Darwin a elaborare la sua teoria sulla evoluzione, nel XIX secolo. Il Parco Nazionale delle Galapagos sta valutando l’opportunità di imbalsamare il corpo di George, in modo che possa comunque essere

visto dai turisti. Un portavoce ha spiegato comunque che verrà effettuato un esame necroscopico sul cadavere per capire di cosa sia morto.

Rosario Sannino

Morta Lonesome George,

la tartaruga centenaria delle

Galapagos Addio all’ultima tartaruga gigante

simbolo delle isole equadoregnee star dei turisti

Tutti noi sappiamo riconoscere una tartaruga, animale incon-fondibile grazie alla bizzarra

corazza, il guscio che avvolge e protegge il suo corpo. Le tartaru-ghe sono animali antichi, la loro “storia” inizia circa 300 milioni di anni fa. Le tartarughe marine, come molti animali sono in via

d’estinzione ed alcune specie ad-dirittura estinte del tutto; questi

fattori dipendono sopratutto dalle predazioni delle uova e dei piccoli

nati che tentano di raggiungere la spiaggia, sono inoltre sotto-

poste allo sfruttamento per scopi alimentari ed artigianali, nelle

catture occidentali e all’inquina-mento. Molto diffusa è anche la caccia alle tartarughe marine da parte di popolazioni indigene e le loro uova sono raccolte e vendute nei mercati locali perchè risulta-no essere afrodisiache. Vengono inoltre usate per l’artigianato in quanto oggetti preziosi possono esere ricavati dalle loro armatu-re. Dai dati riportati dalla FAO

organizzazione mondiale per l’alimentazione e l’agricoltura,

riportano che fino a 60.000 tarta-rughe marine vengono catturate accidentalmente ogni anno nel Mediterraneo durante le opera-zioni di pesca professionale. Di

queste più di 10.000 solo in Italia, con una mortalità degli animali che va dal 10 al 50%. Le tarta-rughe marine sono degli esseri

viventi molto ricercati per questo oggi si sta cercando di fare cam-pagne promozionali per evitare

l’estinzione in quanto come tutti gli altri animali fanno parte del nostro patrimonio acquatico e

come tali sono una meraviglia per l’occhio umano.

Page 15: Cosmoggi luglio

CINEMA a cura diVincenzo Vinciguerra 15

Il 29 agosto, nelle sale italiane, vedremo la bella Anne Hathaway vestire i panni dell’oscura Catwoman nell’ultimo capitolo della trilogia dedicata a Batman, siglata Christopher Nolan. Il mito della celebre donna-gatto vive così una nuova esaltante stagione, diventando ancora una volta, fenomeno di costume. “Catwoman è una vera icona

del mondo di Batman, ma non riuscivo a immaginarla nella nostra versione” ha affermato il celebre regista. Tuttavia, conscio del carisma di questo personaggio, lo ha fortemente voluto nel capitolo finale della sua tenebrosa saga, riuscendo a “riadattarlo” alle sue esigenze. Catwoman, al secolo Selina Kyle, vive in un’area grigia che serve allo stesso Batman per definire chi è. Infatti, la sua relazione con Batman non fa che dare spessore alla storia dell’uomo-pipistrello. Catwoman è costantemente in bilico: è cattiva o non lo è? E in questo interrogativo sta il suo elisir di lunga vita .... Selina, creata da Bob Kane e Bill Finger nel 1940, dedita al furto ed originariamente antagonista di Batman, con il passare degli anni, ,pur mantenendo le caratteristiche di fuorilegge, è divenuta un’eroina ed una vera e propria icona socio-culturale. Perchè Catwoman rappresenta l’ emblema della femminilità e dell’inesauribile forza che le donne hanno dentro di loro. Complice il look fetish e la sensualità avvolgente del felino amato da Baudelaire e Burroughs, il personaggio ha lasciato e continua a lasciare il segno anche nella vita di tutti i giorni, perché ogni donna, almeno una volta, ha voglia di tirare fuori gli artigli e graffiare. Ma la Hathaway , entusiasta del ruolo da gatta, non lo è stata altrettanto per il suo costume, che ha definito un “terrorista psicologico”. In effetti, la maledizione dell’attillatissimo abitino aveva già colpito Michelle Pfiffer in Batman Returns (di Tim Burton), che lo aveva giudicato malsano per la pelle oltre che scomodo. Anne, che sognava sin dagli esordi cinematografici di interpretare la malefica gatta, ha raccontato di come vestire gli attillati panni di scena sia stato un vero e proprio incubo. L’attrice ha dimostrato tutto il suo disappunto per le interminabili sessioni di palestra cui si è dovuta sottoporre per poter indossare il mitico costume. Non solo, pare che il risultato finale non abbia nemmeno convinto completamente la ragazza. A noi comuni spettatori non resta che attendere la fine di agosto per poter giudicare l’effetto finale. Ma siamo quasi pronti a scommettere che, scomoda o no, la grintosa attrice newyorkese sarà convincente come sempre. Aspettando, poi, la prossima reincarnazione dell’astuto felino....

Eleonora Belfiore

Nelle sale, la nuova “reincarnazione” dell’enigmatica Catwoman

L’artiglio del gatto graffia ancora

L’abbinamento non è nuovo. I due linguaggi si sono spesso intreccia-ti. Ma quello che accadrà a luglio a Giffoni Valle Piana è qualcosa di completamente nuovo: il GiffoniExperience (ex Giffoni Film Festival)

e il Neapolis Festival, le più importanti rassegne campane rispettivamente in campo cinematografico e musicale, firmano un’alleanza. Conservando ciascuno la sua identità, ma agendo in forte sinergia. Al punto di dar vita a un’unica grande kermesse “diffusa”, come ama dire il fondatore-diret-tore del Giffoni Experience, Claudio Gubitosi. Giffoni Valle Piana ospite-rà il Neapolis Festival dal 14 al 20 luglio e il Giffoni Experience dal 14 al 24. Con un’ospite in comune, Patti Smith. La rocker americana terrà una master class con i ragazzi di Giffoni nel pomeriggio del 19, per poi esibirsi la stessa sera. Sul palco del Neapolis anche Pino Daniele ( il 15 ). Le altre master class saranno tenute dai registi Daniele Vicari(il 17) e Ivan Cotro-neo (il 18), dal critico Tatti Sanguineti (il 20), dagli attori Fabrizio Gifuni e Fabrizio Bentivoglio(il 22 e il 23). Il 24 luglio chiusura in musica con Nina Zilli. Conclude il 24un altro musicista, Franco Battiato, per il quale però non è previsto alcun concerto (ma si sarà esibito la sera prima all’Arena Flegrea di Napoli).Tra le star del cinema e della tv che saranno ospiti a Gif-foni spiccano Jessica Alba (15 luglio) e Jean Reno (il21). Ma ci saranno anche Mara Venier(14), Marco Giallini e Ale e Franz(15), Il 16 luglio arriveranno al Festival Leonardo Pieraccioni, il conduttore Carlo Conti e il regista e sceneggiatore Luca Miniero, mentre il 17 sarà la volta di Martina Colom-bari e l’attore Filippo Nigro. Il18 luglio l’attore americano Nicolas Cage sarà ospite della 42esima edizione.L’ attrice americana Dianna Agron, tra le protagoniste della fortunata serie tv della Fox “Glee. Diverse centinaia

di “gleeks” (si chiamano così i fan della serie) si sono organizzati in gruppi per raggiungere Giffoni per vedere da lontano il loro idolo: arriveranno da tutta Italia — ma anche da altri paesi d’Europa — in bus, treni e aerei. Poi naturalmente ci sono i film, divario formato e varia nazionalità, che dovreb-bero formare il cuore del festival. Divisi nelle varie sezioni scorreranno 75 lungometraggi, 84corti, serie tv, teaser, spot e documentari. Le varie giurie totalizzano 3300 giovani dai 3 ai 23 anni provenienti da 54 nazioni e 160 città italiane. Previsto un omaggio a Francois Truffaut .Spazio anche a una maratona Tim Burton, con sette film incluso l’ultimo “Dark Shadows”. E come tutti gli anni, le anteprime: “Madagascar 3”,“L’era glaciale 4”, “All You CanDream”, “Un mostro a Parigi” e il docufilm “ A 18 anni mi rifaccio”.

Vincenzo Vinciguerra

Giffoni e rockCinema e musica danno via al Giffoni Film Festival

In un momento in cui il cibo pervade ogni dimensione della vita sociale, e la Tv ci offre ogni giorno, direttamente nelle nostre case, programmi culinari

e ricette che sembrano così facile da farci venire subito l’acquolina in bocca e la voglia di sperimentare la nostra creatività ai fornelli, la cucina conquista anche al cinema. La pellicola, diretta da Daniel Cohen, racconta la storia di Jack Bonnot (Michaël Youn), trentenne appassionato di alta gastronomia che sogna di aprire un suo ristorante. La situazione economica disastrosa lo costringe ad accantonare il suo sogno in un cassetto e ad accontentarsi di lavorare in bistrot e taverne. Tutto cambia quando un giorno incontra Alexandre Lagarde (Jean Reno) rinomato e pluristellato chef, la cui fama è minacciata dal gruppo finanziario proprietario dei suoi ristoranti. Il famosissimo chef in crisi creativa, non riesce a trovare nuove idee culinarie per il suo menù, così si troverà costretto a chiedere aiuto a Jack, per evitare di vedersi portare via la stella Michelin della critica gastronomica. I due tenteranno di salvare e cambiare insieme le loro vite, non senza diverse incomprensioni iniziali, cimentandosi nella nuova tendenza rappresentata dalla cucina molecolare, riuscendo, alla fine, a ritrovare l’onore e a recuperare la gestione del ristorante più famoso di Parigi. La commedia, che si avvale di una produzione italo-francese, è brillante e esilarante, senza però cadere nel banale e nel volgare. Tra pentole, padelle e posate si riderà di gusto, ma si sperimenterà anche la tradizione mescolata all’innovazione, per sentirci un po’ tutti Ferran Adrià, genio della cucina molecolare.

Giovanna Potere

“Chef”: la cucina sul grande schermo

Un film diretto da Daniel Cohen

“La cucina francese, raffinata ed elaborata, fa da sfondo ad una commedia sicuramente esi-le, ma garbata e non pretestuosa,

che gioca dichiaratamente la carta della simpatia ”

Catwoman

Le vite di Gino D’Anna e Antonella Simone, residenti nella zona dei Camaldoli, furono stroncate dieci anni

fa. I due giovani si trovavano a Mondragone per andare a mare, il giorno 23 settembre del 2002. Stavano percorrendo le strade della cittadina a bordo del loro scooter quando un pirata della strada li travolse con la sua auto. L’uomo non si fermò nemmeno ad assistere i due ragazzi. Per ricordarli, i genitori hanno fondato l’associazione “Amici di Gino e Antonella-Larusso Luigi”. L’associazione ha organizzato, in occasione dei dieci anni dalla scomparsa dei due ragazzi, una partita di beneficenza presso i campetti calcio Kennedy. L’incasso della partita è devoluto in beneficenza alle Case Famiglia della zona, centri specializzati nel recupero di minori.

Maria Balsamo

Partita di beneficenza

al campo kennedy Sono passati dieci anni dal tragico incidente

in cui morirono Gino e Antonella

Page 16: Cosmoggi luglio

MERCATINO a cura diLello Minervino16

Lo puoi trovare

· C . D. C . O Vi a D o s s Tr e n t o, 3 0 – Tr e n t o· C . D. C . O Vi a l e M i r a m a r e , 2 9 – Tr i e s t e· C . D. C . O P i a z z a Me l o z z o d a Fo r l ì , 5 – M i l a n o· C . D. C . O Vi a S . D o n at o, 5 1 – To r i n o· C . D. C . O C o r s o Ta z z o l i , 1 3 - To r i n o· C . D. C . O Vi a d e l l e G i n e s t r e , 1 5 – G e n o v a· C . D. C . O Vi a D e C a s t r o , 9 9 C a b r a s ( O r i s t a n o )· C . D. C . O Vi a I V No v e m b r e , 2 – C e n t o ( Fe r r a r a )· C . D. C . O Vi a E r a r d o M a r c i a n o, 6 ( R i m i n i )· P. I . A r t i s t i a l l a r i b a l t a , Vi a Pa r i n i 3 4 , S e s t o F i o r e n t i n o ( F i r e n z e )· C . D. C . O Vi a d e l l e P i n e t e , 4 8 – M a r i n a d i M a s s a ( M a s s a C a r r a r a )· C r e a z i o n i d i Lu n a , Vi a A s c a n i o S o m b r e r o 1 8 , ( z o n a M a r c o n i ) , R o m a· C . D. C . O Vi a Fe d e r i c o Pa o l i n i , 2 9 - O s t i a l i d o ( R o m a )· C . D. C . O Vi a S a n t a C r o c e , 3 A l v i t o ( F r o s i n o n e )· C . D. C . O Vi a M a r e s c a , 8 9 G a e t a ( L at i n a ) · C . D. C . O Vi a To r r e L i q u e r i z i a , 8 – C i t t à S a n t a n g e l o ( Pe s c a r a )· A s s o c i a z i o n e “ Nu o v e P r o p o s t e” – Vi a B e l l i n i , 9 1 – M at i n a f r a n c a ( Ta r a n t o )· C . D. C . O Vi a To g l i a t t i , S a s s o d i C a s t a l d a ( Po t e n z a )· C . D. C . O Vi a S a n Vi t o , 3 0 1 T i t o ( Po t e n z a )· E d i c o l a “ D i M au r o” – Vi a l e S p i n e l i , 1 9 4 - S a n G i o r g i o d e l S a n n i o ( B e n e v e n t o )· C . D. C . O Vi a Ta g l i a m e n t o, 1 2 5 – Av e l l i n o· P i a n e t a B a r n – d i G u a r d i l l o G e n n a r o – Vi a Na z . D e l l e P u g l i e , 8 S i r i g n a n o ( Av e l l i n o )· C . D. C . O Vi a M . Ve r n i e r i , 1 1 9 S a l e r n o· C . E . S . A . P Vi a R e c a l o n e C a s a g i o v e ( C a s e r t a )· E d i c o l a Eu r e k a , Vi a R o m a , 1 0 1 A l i f e ( C a s e r t a )· S t a z i o n e d i S e r v i z i o Ta m o i l – s s 1 5 8 A l i f e ( C a s e r t a )· C l i n i c a M a r i a R o s a r i a , Vi a S a n B a r t o l o m e o 5 0 , Po m p e i ( Nap o l i )· B i b l i o t e c a Vi l l a B r u n o S . G i o r g i o a C r e m a n o ( Nap o l i )· C e n t r o Ip p i c o – Vi a F i l a r o , 2 E r c o l a n o ( Nap o l i )· Fa r m a c i a “ D e l C a s s a n o” d i Va l l e f u o c o, Vi a l e M i c h e l a n g e l o 6 / 8 – C a s a v at o r e ( Nap o l i )· A n d r e a e G i o v a n n i Pa s t i c c e r i a , Vi a R o m a , 1 5 Vi c o E q u e n s e ( Nap o l i )· B a r D e S i m o n e – P i a z z a S e i a n o, 6 Vi c o E q u e n s e ( Nap o l i )· R e l a i s O a s i c o r s o F i l a n g i e r i Vi c o E q u e n s e ( Nap o l i )· C . D. C . O Vi a C e r a , 3 8 A n a c ap r i ( Nap o l i )· L i b r e r i a G a g l i a r d i A n d r e a , C o r s o It a l i a , 3 8 / A – M a r a n o d i Nap o l i ( Nap o l i )· E d i c o l a S i n i s c a l c o – Vi a S a n R o c c o, 1 1 4 – M a r a n o d i Nap o l i ( Nap o l i )· C e n t r o M a r a n e s e C at t o l i c o – Vi a C at a l a n o, 6 – M a r a n o d i Nap o l i ( Nap o l i )· S t z i o n e d i s e v i z i o Q 8 C o r s o It a l i a Mu g n a n o ( Nap o l i )· C . D. C . O Vi a Mo n t e r u s s o, 6 9 / b Po z z u o l i ( Nap o l i )· B e au t y Q u e e n b a r, Vi a G i o t t o , 5 5 / 5 8 A r e n e l l a Nap o l i· E d i c o l a D i M a r z a n o C ap o d i m o n t e Nap o l i· C a f f è S . G i o r g i o , C . s o D u c a D’Ao s t a , 7 3 P i a n u r a Nap o l i· S t a z i o n e d i s e r v i z i o To t a l , Vi a P r o v i n c i a l e 6 7 , P i a n u r a Nap o l i· S t a z i o n e d i s e r v i z i o To t a l , Vi a C a m i l l o G u e r r a , 3 6 C a m a l d o l i Nap o l i· L a Ta v e r n a d i B a c c o, Vi a A n t o n i o e Lu i g i S e m e n t i n i , 2 8 / 3 2 R i o n e A l t o Nap o l i· S u p e r m e r c at o C a r r e f o u r, Vi a A n t o n i o S e l a r i o , s p a l l e p i a z z a Me d a g l i e d ’O r o Nap o l i· Ta b a c c h e r i a D’A n g e l o , Vi a C o n s a l v o 1 0 7 Fu o r i g r o t t a Nap o l i· S u p e r m e r c at i S u n r i s e , Vi a L e p a n t o 5 5 Fu o r i g r o t t a Nap o l i· S t a z i o n e d i s e r v i z i o A g i p d i R a f f a e l e Ru s c i a n o – Vi a S . M a r i a a C u b i t o C h i a i a n o Nap o l i· F i n - C o m p a ny, Vi a F i u m i c e l l o , 7 z o n a p o r t o – Nap o l i· C . D. C . O L i d o G a l l o , Vi a Fo c e Ve c c h i a , 5 ( L a g o Pat r i a ) , G i u g l i a n o ( Nap o l i )· E d i c o l a G r a v a n t e E l p i d i o , C o r s o S e c o n d i g l i a n o – Nap o l i· S m o o C a f f è , Vi a M i r a n d a , 3 3 ( R i o n e A l t o ) Nap o l i· E d i c o l a d i G i u s e p p e Fe r r i g n o, Vi a O n o f r i o F r a g n i t o – ( R i o n e A l t o ) Nap o l i· C A F U I L d i S c a m p i a , Vi a Nap o l i - R o m a , 3 3 Nap o l i· Te r m i n a l p a r t e n z e Ae r o p o r t o d i ( C ap o d i c h i n o ) Nap o l i· S a l i e Ta b a c c h i f r a t e l l i Fe n z a , L a r g o C ap p e l l a C a n g i a n i – ( A r e n e l l a ) Nap o l i· A s s o c i a z i o n e Me g a r i s , Vi c o S t r e t t o l e a ( C h i a i a ) – Nap o l i· E d i c o l a , P i a z z a C a r o l i n a , ( C h i a i a ) – Nap o l i· Nap o l i No b i l i s s i m a , P i a z z a Vi t t o r i a , ( C h i a i a ) – Nap o l i· E d i c o l a G a r g i u l o , Vi a Ne v i o – Pe t r a r c a , ( Po s i l l i p o ) – Nap o l i· AC I Nap o l i , P i a z z a l e Te c c h i o – Nap o l i· A s s . “ Ni n o Pe t r i c c i u o l o” Vi a Ne r v a , 2 5 ( S o c c a v o ) Nap o l i· C a f f e t t e r i a M a c a r i o , Vi a C e r v a n t e s , 8 8 / 9 0 ( l a t o P i a z z a Mu n i c i p i o ) Nap o l i

Legenda: C.D.C.O = Centro Diffusione Copie Omaggio

COMPRO E VENDO CASA

Fittasi grazioso appartamento via Simone Martini 2 vani ed accessori libero a fine giugno. € 700 mensili. Chiamare 3318217549

Pozzuoli alta appartamento di 105 mq + spazi esterni giar-dino e posto auto totalmente ristrutturato costituito da : salone triplo, cucina, 2 camere , 2 wc, lavanderia, doppio ingresso , riscaldamento, condizionamento , antifurto, impianto di rete. Prezzo € 370.000, Mariano 3392886392

In via Fosso del Lupo in parco privato al 4 piano con ascensore,con portierato, libero appartamento di tre camere cucina ,bagno, luminosissimo, vendesi € 210,000 Tratt. Tel 3283533044

Vendo via Solimena appartamento centro Vomero ottimo stato buone rifiniture 95 mq 3 vani cucina abitabile 2 bagni riposti-glio balconi piano alto luminoso. € 690.000 Chiamare Ornella ore serali 3356088161

Bagnoli in contesto molto tranquillo disponiamo di graziosa soluzione con giardino da rimodernare. Ingresso doppio sia da palazzo che dal cancello pedonale del giardino, spazio esterno pavimentato ed alberato di 50 mq. La casa e composta da salon-cino camera da letto e cucinotto. Classe energetica G, Prezzo 150000,00 euro Tel. 081 19364963

Page 17: Cosmoggi luglio

17

LUCIO COSTA

RESTAURATORE DI CERAMICHE E PORCELLANE

PITTORE D’ARTE

MUSICISTA

VICOLETTO ECCE HOMO, 11 80134 NAPOLI TEL. 081.5517684

LO SHOP DI SNOOPY

SERVIZI PER ANIMALI

VIA DELL’EREMO, 77 CAMALDOLI, NAPOLI TEL. 331.8149021

CENTRO CARNI

POLVERINO

VIA MARANO PIANURA, 234 NAPOLI TEL. 081.5872392

C.so Duca d’Aosta 73

(Pianura) Napoli

step, evolution pump, corpo libe-ro, body-builing ,

evolution combat, g.a.g , pilates, fit

jump, balli di gruppo, salsa cubana, team

walking

MERCATINO Caffetteria Macario

Via Cervantes 88/90 Napoli

Tel. 081.5510671

COMPRO E VENDO AUTO

COMPRO E VENDO MOTO

COMPRO E VENDO BARCHE

Via L. Bianchi, 16Via Quagliariello, 31(Parco Angiola Scala C) Napoliwww.fitnessanddance.net

PRIMA LEZIONE GRATUITA!!!

VARIE

Acquisto il mensile del turismo anni 80-90 il catalogo caf-fè del professore fumetti e libri su feste patronali e sagre paesane di Napoli e provincia. Raffaele Santaniello Tel. 333.4785008

Cerco in regalo cellulare UMTS con internet. Tel. 338.9369074

Ragazzo cerca amiche/i per scambio idee sperimentazio-ni su yoga parapsicologia e altre tematiche dell’occulto.Tel. 334.1391671

Villa Reginella

Ristorante PizzeriaSala convegni e feste

Viale della resistenza, 135

Calvizzano (NA)

Tel. 081. 7131267

Renault Clio 3° serie, 1.5 70CV 5 porte Dynamic, diesel, anno di immatricolazione 2007, auto in ottime condizio-ni vendo causa inutilizzo, antifurto, vetri elettrici, in ot-timo stato. Prezzo € 5.000 per info chiamare 3923232236

Peugeot 206 , 1.6 16 valvole, euro 4, tenuta in perfetto stato, carrozzeria originale, interni come nuovi, 45.000 km originali, full optional, motore garantito 12 mesi per qualsiasi prova stiamo a vostra disposizione. Prezzo € 4.000, per contatti Domenico 3357831795

Vendo Fiat Punto 1.28v unico proprietario dotata di climatizzatore, abs, idroguida+city, vetri e chiusure elet-triche, full optional ottimo stato solo qualche graffio da parcheggio. Euro 2800, chiamare Giuseppe 3922545134

Vespa d’epoca appena finita di restaurare (guarnizioni motore, guaine fili impianto elettrico comunque tutti ri-cambi nuovi) e da rifare i documenti o la denunzia dai Carabinieri. Il prezzo di € 1.300 è leggermente trattabi-le. Fabio 3286668352

Vendo splendida Suzuki faro Xenon, scarico mivv xco-ne da poco tagliandata, freni Brembo,gomme all’ 80%,la vendo per passaggio a MV Agusta. Lieve graffio lato destro posteriore. Tel. 347258962

Causa inutilizzo vendo Vespa 50 Special d’ epoca, 4 marce, completamente restaurata di carrozza e di mec-canica, con ricambi originali Piaggio, completa di libret-to originale. € 2.500, telefonare a Giuseppe 3382334289

Vendo lancia sorrentina lunghezza f.t. mt. 7 in VTR con ponte interamente in legno anno di costruzione 1997 mo-tore Yamaha 25 HP completa di cuscineria, tendalino e dotazioni di bordo rimessaggio annuale presso il cantie-re costruttore condizioni perfette, max 20 uscite per anno. € 9.000 prezzo trattabile. Chiama Giuseppe 3351255021

Barca Fiart 4,50 Mt in vetroresina, messa a nuovo lo scor-so anno , rinforzata e riverniciata. Con pratico cassone anteriore con anta. Rivestimento fondo in compensato marino. Ottima per la pesca e lo svago. Accessori in do-tazione: remi, 2 salvagenti, scaletta, moquette, ecoscan-daglio, in più regalo serbatoio Selva nuovo 12Lt. € 1.000, Andrea 3382332743.

Page 18: Cosmoggi luglio

MUSICA E SPETTACOLO a cura diZorama18

Cinque concerti acustici, da solo, con chitarra e pianoforte, ed una forte carica adrenalinica di consensi e progetti futuri da riprendere presto. E’ questo il bottino dal cantautore rock Zorama

portato dalla Finlandia. Organizzato dall’amico manager Paco Nucci, il mini-tour promozionale di “Involitudine” (il nuovissimo concept-

album del trentanovenne cantante) si è snocciolato, a distanza di tre anni dall’ultima

esibizione del musicista campano in terra scandinava, in una serie di esibizioni unplugged, alternandosi tra pianoforte

e chitarra acustica ed eseguendo alcuni brani estratti dai sui tre dischi più una serie

di cover rivisitate per l’occasione. Durante il soggiorno nella terra dei laghi e delle renne, Zorama ha realizzato

ben tre videoclip per i brani “Involitudine”, “Prima

Ero Più Sensibile” e “La Morte Sulla Lingua”- quest’ultimo con

la straordinaria partecipazione della poetessa e attrice finlandese Riina

Sarkilahti, ed ha registrato una featuring per il nuovo album del cantautore italiano trapiantato ad Helsinki, Zambrano. Da alcuni giorni, sempre dal paese scandinavo,

giunge la notizia che “Involitudine” è entrato a rotazione nella radio nazionale finlandese, ovvero Yle Radio. A novembre il novello

Baudelaire, così come una Professoressa di Letteratura Francese ha definito Zorama in una sua personale recensione, sarà nuovamente in tourneè in Finlandia, dove toccherà le città di Espoo, Kuopio, Seinajoki, Turku, Vantaa ed Helsinki. Finita la seconda parte del “Suomi-Tour” , il musicista napoletano proseguirà probabilmente la sua serie di concerti promozionali con una band mista russa-finalndese, toccando tra le altre, anche le città di SanPietroburgo e Mosca in Russia, Tallinn in Estonia e Stoccolma in Svezia

Paolo Zaccaria

Zorama, al rientro dal mini-tour promozionale in Finlandia

Il prossimo novembre il rocker sarà ancora in tour in

Finlandia e in Russia

Il respiro è l’attimo prima di cantare. E si intitola proprio “Respiro” l’ultimo cd di Joe Barbieri. Un disco che nasce d’istinto e che viene distribuito in 60 paesi nel mondo.

Un prodotto estremamente raffinato in equilibrio tra suadenti atmosfere jazz, la struggente malia del tango, la melodia napoletana e il delicato incedere ritmico della bossa nova.Definito da Pino Daniele, ai tempi del suo esordio, come il suo unico erede, il cantautore partenopeo ricorda piuttosto, per la sua propensione ad un certo swing e l’ironia un po’ surreale dei testi, Sergio Caputo; come si evince dal brano “Diamoci del tu”.Il suo amore per il Brasile e la sua musica lo accomuna ad un altro interprete come Mario Venuti, con il quale traspare une certa vicinanza nel brano “Sostanza e forma”.Cantore dell’introspezione sentimentale, Barbieri si muove all’interno di composizioni dagli arrangiamenti assai curati. La sua vocalità è un canto leggero che si deposita soave su un mare di note cristalline. Un alito di vento caldo che riscalda i cuori e predispone all’abbandono delle menti. Un’elegia musicale che avvince.Impreziosito dalla presenza di jazzisti del calibro di Stefano Bollani, al pianoforte (“Un regno da disfare”), di Fabrizio Bosso, alla tromba (‘E vase annure” e “ Etape par étape par étape”) e la voce di Gianmaria Testa (“ Le milonghe del sabato”) l’album seduce per la sua calibrata bellezza. E’ l’arte del sottrarre che procede creando un clima d’attesa e di note sospese. Una sorta di Zen della musica. Una tavolozza di colori pastello come nel brano d’apertura “Zenzero e cannella”.

Giuseppe Orso

Una delle più grandi leggende della musica con-temporanea raccontata dai suoi amici e familiari in un ritratto veloce. Bob Marley e la sua musica

indimenticabile rivivono grazie all’enorme lavoro di Kevin Macdonald, Con un doc commovente, ma sen-za balzi. Il regista è noto per un paio di film apprezzabili come La morte sospesa e L’ultimo re di Scozia. La ricerca d’archivio e le numerosissime interviste hanno portato a un ritratto artistico e storico molto approfondito, in cui la figura pubblica ben si bilancia con il lato priva-to. Tale gigantesco accumulo di materiale e di evidente entusiasmo per il progetto ha però portato il regista a non sapere restringere il discorso, e le due ore e mezzo di durata alla fine pesano più di quanto avrebbero do-vuto. Di bellissimo però c’è comunque lui, Bob Marley,

con la sua sincerità, il suo carisma e soprattutto la sua straordinaria musica. Quando partono le note di No Woman No Cry o Redemption Song è praticamente impossibile non cantarle insieme a lui ancora una volta, e di conseguenza commuoversi. A livello pura-mente cinematografico, Marley è un documentario ben organizzato nella evoluzione narrativa ma senza partico-lari guizzi che lo rendono degno di nota. A farlo svettare è il soggetto, un mito destinato a non conoscere fine.

Emanuele Boccia

Marley, un mito intramontabile

Kevin Macdonald

sulle orme del mito Bob

Il “Respiro” profondo di Joe Barbieri

L’ultimo cd del cantautore tra morbide melodie

jazz e il Brasile nel cuore

Art Invasion Evolution non è altro che una rappresentazione artistica, dove in una calda e magica notte d’estate in molte

città del mondo sono state sviluppate diverse forme di arte, di cui hanno fatto parte fantastici cavalieri e amazzoni, sirene e tritoni, spose e veggenti... Figli di nostra signora arte armati di divina creatività hanno lottato contro il degrado e la non cultura. Nella nostra città l’happening si è tenuto nella movimentata piazza del Gesù, un sabato pomeriggio prolungato fino a tarda notte, con il body painting e una performance collettiva “la Rinascita di Partenope”, con una spettacolare danza del ventre della giovane artista Emanuela Futia, che ha interpretato la “Sirena di Partenope”. Non sono mancati canti, balli e musica come la tammurriata del gruppo popolare

Ammescafrancesca diretto da Carmen Percontra. Il giorno successivo ci si è ritrovati in piazza Dante per la sfilata lungo via Roma, con tutti gli artisti di strada, fino a piazza Plebiscito, dove tutti gli artisti partecipanti hanno indossato abiti “bianco e rosso”, colori in cui purezza e passione confluiscono nel simbolo della pace; coordinatrici artistiche sono state Ermelinda Ponticiello e Giovanna D’Amodio. Poi le performance come “La Vedova e Veggente dell’Arte” interpretata dall’artista Assunta Improta, e la esibizione” Le spose dell’Arte”.

Umberto D’Orsi

Art Invasion EvolutionIn una performance

collettiva

“la Rinascita

di Partenope”

In alto e a sinistra, due momenti

delle performances artistiche

Page 19: Cosmoggi luglio

SCIENZA E TECNICA a cura diEnnio Salvia 19

Ristorante Villa “Er Più” Via Domitiana km 44,200 Lago Patria, Giugliano in Campania

Tel. Tel. 081 509 1405

Svelato il mistero dei “cerchi nel grano” – opera di buontemponi notturni ! – l’attenzione, a questo tipo di fenomeni, si è spostato sui “cerchi delle fate” (Faity circe) della Namibia. Sono particolari zone

circolari prive di vegetazione che caratterizzano il paesaggio di questo Stato dell’Africa fra i più “sconosciuti” al grande pubblico ma dalla natura ricca, dal mutevole ed incantevole paesaggio. Si tratta di un fenomeno molto antico (le tribù locali lo “conoscono” da sempre) e molto singolare. Non sarebbe corretto pensare al fenomeno namibiano come uno di quei “misteri” dei quali, solo di recente, la scienza si è occupata. Ad una attenta valutazione delle cose ci si rende conto come dei “Fairy circe” la scienza si occupa da più di 30 anni. Si ha conoscenza di studi pubblicati dal 1974 al 2000. Ultimo, in ordine di tempo, lo studio del ricercatore Gretel van Roo-yen, un botanico della università di Pretoria, che, in esclusiva dalle pagine di New Scientist, ha dichiarato come le opportune prove di laboratorio da lui effettuate suggeriscano come il fenomeno dei “Fairy circe” possa essere legato a qualcosa di tossico che non permette alla vegetazione di crescere all’interno dei cerchi e rigettando, alla luce dei nuovi test, alcune vecchie ipotesi. Una caratteristica tipica dei “Fairy circle” è il bordo che delimita i cerchi e che è costituito da tussocks, erbe alte e fitte. Il diametro medio dei cerchi è compreso fra i 5 e gli 8 metri e il loro interno è privo di qualsiasi vegetazione. Nel 1974 un ricercatore, Tinley, considerò i cerchi come la risultante di resti fossili dell’attività delle termiti, fossili risalenti al periodo in cui le precipitazioni erano più abbondanti rispetto ad oggi. Dei misterio-si cerchi se ne è occupata anche la rivista scientifica “PLoS ONE”. Spiega

Walter Tschinkel, biologo della Florida State University, che ha cercato di dare delle risposte al mistero: «Perché si formano tali cerchi è difficile da spiegare. Ci sono diverse ipotesi, ma nessuna è convincente in termini as-soluti». C’è che ha ipotizzato la presenza di terminati sotto ciascun cerchio,

ma non si è trovata una reale correlazione, chi invece ha ipotizzato diversi nutrienti nel suolo che potevano determinare la formazione di vapori tossi-ci, ma neppure questa ipotesi è stata suffragata da prove e così via. Tschinkel iniziò ad interessarsi del problema dopo un viaggio condotto nel 2005 all’interno della NamibRand Nature Reserve, quando osservò migliaia di cerchi disposti in modo apparentemente casuale, cerchi che nelle praterie della Namibia portavano a giorno la sabbia rossa del deserto sottostante. Tschinkel ha iniziato con lo studio di foto aeree e immagini satellitari riprese tra il 2004 e il 2008, un periodo durante il quale i cerchi rimasero stabili. Successivamente ha continuato le ricerche anche sul cam-po giungendo ad una sua conclusione: «È possibile che la causa di tutto sia una qualche forma di autoregolazione tra le piante esistenti. Faccio riferimento – continua il ricercatore – ad alcuni modelli matematici che ipotizzano che alcune piante possono attrarre risorse minerarie presenti nel suolo verso di loro, ma se da un lato comporta un beneficio per tali piante, dall’altro determina l’impossibilità per altre piante di occupare aree più lontane».In effetti i modelli matematici a cui fa riferimento Tschinkel portano alla formazioni di cerchi, ma al momento non si capisce come facciano concretamente le piante a creare tali cerchi. La soluzione al miste-ro dunque, è ancora lontana

Assunta Imperatore

Cerchi misteriosi segnano il paesaggio della NamibiaDiverse le ipotesi dei ricercatori ma ancora non vi sono conferme

C’è una minaccia piuttosto seria che mina l’integrità del nostro pia-neta. Al di là di profezie più o meno catastrofiche, l’attenzione degli scienziati i sta concentrando su strutture particolari chiamate “super-

vulcani”. Si tratta di grandi caldere, 10 o 12 in tutto, ubicate nel sottosuolo in varie zone del pianeta. Larghe diverse decine di chilometri, sono gene-rate da un punto caldo - in inglese “hot spot” - situato in profondità sotto di esse. Non si tratta di veri e propri vulcani, anche se al loro interno ci sono crateri più o meno grandi e una costante attività di tipo secondario, tra cui geyser, fumarole e sorgenti termali. Le più note strutture di questo tipo sono i Campi Flegrei in Italia, Yellowstone negli Stati Uniti e il lago Toba in indonesia.Secondo Guilherme Gualda della Vanderbilt University di Nashville (Tennesse), la pressione del magma all’interno degli immen-si depositi sotterranei che alimentano i supervulcani potrebbe aumentare fino al punto di rottura nel giro di qualche centinaio di anni e non 100.000 o 200.000 come si è creduto fino ad oggi.Se queste caldere dovessero esplodere le conseguenze sarebbero devastanti e seconde solo all’impatto di un grande asteroide: il boato sarebbe così potente da essere sentito in ogni angolo del pianeta, i cieli si oscurerebbero per anni e un’intensa piog-

gia, nera di cenere e detriti, cadrebbe incessante per giorni o settimane. Tra i supervulcani più nervosi, negli ultimi anni c’è sicuramente quel-lo di Yellowstone: appena 7000 metri sotto al celebre parco ribolle infatti un lago di magma profondo più di 400 chilometri formatosi oltre 600.000 anni fa, all’epoca dell’ultima grande eruzione avvenuta in quell’area. A partire dal 2004 il livello del magma è aumentato a velocità mai registrate prima, facendo scattare l’allerta nella comunità scientifica.La più recente super eruzione risale a 74.000 anni fa e ha interessato la caldera indone-siana del lago Toba: è stato un evento potentissimo, 10 volte più violento rispetto all’esplosione del Mt. St Helens, e con conseguenze che hanno interessato ogni zona del pianeta. «Le nostre ricerche dimostrano che questi laghi di magma sono piuttosto instabili, e non possono resistere all’infinito senza esplodere», spiega Gualda ai media. «Il fatto che le eru-zioni avvengano in tempi storici e non geologici cambia radicalmente la natura del problema e le attività di monitoraggio da intraprendere»

Ennio Salvia

I supervulcani, strutture da studiare attentamente

Ricalcolati i tempi di possibili eruzioni: sarebbero catastrofiche

Sarà lanciato nello spazio fra cinque anni, nel corso del 2017, e dovrà “fare la guardia” alla Terra. Sentinel è un telescopio realizzato da un ex astronauta della Nasa che sorveglierà il no-

stro pianeta da possibili impatti con asteroidi. Lo strumento, a raggi infrarossi, verrà messo a punto dalla fondazione americana B612 e sarà spedito all’interno del sistema solare dal vettore “SpaceX Falcon 9” per poi collocarsi nell’orbita di Venere, in un punto tra 0,6 e 0,8 volte la distanza fra il Sole e la Terra. Una volta che avrà raggiunto la sua posizione, Sentinel inizierà ad analizzare e controllare tutti gli asteroidi che incontrerà sul suo cammino. Secondo i dati diffusi dalla fondazione a stelle e strisce, in cinque anni, il telescopio riuscirà ad esaminare il 90 per cento degli ammassi rocciosi, aventi un diametro maggiore di 150 metri. Questo lavoro è necessario per calcolare se e quando qualcuno di questi corpi finirà per impattare il nostro globo. In tal caso, dovrebbero essere prese opportune contromisure per de-viarne l’orbita, per esempio usando cariche termonucleari. Secondo le stime, in un solo mese Sentinel analizzerà ben sedicimila oggetti. Il telescopio rappresenterà così uno strumento in più per la difesa del nostro pianeta e, in caso di asteroide pericoloso, consentirà agli esperti di organizzarsi per tempo.

Mattia Di Passio

Un “Sentinel” a guardia

della TerraIl telescopio a raggi infra

rossi controllerà gli asteroidi

pericolosi per il pianeta

Yellostone, negli Stati Uniti, è il più antico parco nazio-nale del mondo e si trova al di sopra di un “supervulcano“ in stato quiescente da circa 600.000 anni. secondo un team di geologi un profondo serbato-io di magma che copre circa 1400 kmq, e aumentato di volume ad un tasso record a partire dal 2004, e addirittura si sono toccati i 7,5 cm di sollevamento per anno negli ultimi 3 anni, registrando la risalita più elevata dallìinizio delle ri-levazione a partire dal 1923

Fairy circles Namibia

Yellowstone

L’asteroide 2010 TD54

BLU BARDi Musella Margherita

Via Casalanno n° 36/EMarano Di Napoli (NA)

Tel. 081. 19579166

BLU BAR

Tel. 081. 19579166

Page 20: Cosmoggi luglio

LIBRI a cura diEleonora Belfiore20

Colpo d’autore - I consigli letterari di CosmoggiQuesto mese, Cosmoggi segnala:

La leggenda del cacciatore di vampiri (Grahame-Smith Seth)Chi ha amato la sceneggiatura del nuovo capolavoro di Tim Burton “Dark Shadows”, realizzata dallo scrittore statunitense Grahame-Smith Seth, sicuramente troverà pane per i suoi denti con “La leggenda del cacciatore di vampiri “. Siamo nell’Indiana, nel 1818, ed Abramo Lincoln aveva solo nove anni, quando vide sua madre sul letto di morte. Solo più tardi comprese che la causa della morte di sua madre fu il morso di un vampiro. Da quel momento sterminare tutti i vampiri presenti sul suolo americano divenne la sua principale ragione di vita. Da adulto entrò in politica, fino a diventare persino il presidente degli Stati Uniti d’America, ma il suo desiderio

più grande rimase sempre lo stesso: far sparire i vampiri dalla faccia della terra. Durante la sua lunga carriera politica fu costretto, quindi, a condurre una doppia vita, celando a tutti le sue azioni come cacciatore delle terribili creature della notte. E sarebbe anche riuscito nell’ intento di nascondere la sua doppia identità, se un commesso

non fosse venuto in possesso del suo diario segreto...La storia che ci viene raccontata da Grahame-Smith Seth mescola sapientemente l’horror, genere particolarmente amato dall’autore, alla storia americana.

La vicina (Lisa Gardner)Sembra serena la vita nel tranquillo quartiere di Boston, tra giardini ben curati e famiglie irreprensibili. Fino alla notte in cui Sandra, moglie giovane, madre devota

scompare nel nulla. La detective D.D. Warren deve risolvere un puzzle inquietante: con un marito fin troppo calmo di fronte alla sparizione della moglie, una bimba adorabile, un algido suocero che si ostina per aver la custodia della nipotina, e un giovane vicino di casa... Tutti nel vicinato diventano potenziali sospetti e sembrano nascondere qualcosa di sporco, sinistro.Con questa storia, Lisa Gardner tratteggia un quadro impietoso della classe media americana, con i suoi difetti e peccati celati

dietro la rassicurante facciata del perbenismo.

Il paesaggio nei Campi Flegrei. Tra realtà e metafora (Salvatore Di Liello) Pubblicato qualche anno fa, il libro sta vivendo ora una nuova sorprendente”rinascita”.

Tra “visione infernale” e “locus amoenus”,viene raccontato il fascino “terrifico” dei Campi Flegrei, attraverso i secoli e i personaggi che, riscoprendo l’antichità, li rivalutarono. Salvatore Di Liello segue il filo conduttore e i percorsi dei viaggiatori italiani e stranieri che, dal XV secolo fino ai nostri giorni, hanno visitato i Campi

Flegrei, attirati dalle testimonianze romane, dal vulcanesimo e dal termalismo.

“Anna vestita di sangue”, di Kendare Blake è il primo, apprezzato volume della serie horror di Kendare Blake. Il secondo volume

della serie, Girl of Nightmares, è previsto per agosto 2012.“Anna vestita di sangue” s’incentra sulle truculente e movimentate avventure di Cas Lowood, un diciassettenne uccisore di fantasmi che, dopo la misteriosa morte del padre, ne eredita il lavoro e il pugnale athame e si sposta di città in città per eliminare i fantasmi “cattivi”, quelli che fanno concretamente male agli esseri viventi.L’ultima chiamata arriva a lui e alla sua squadra da Thunder Bay, Ontario, Canada. Nella cittadina esiste il fantasma di una ragazza, detto Anna vestita di sangue, che, indossando

l’abito insanguinato del giorno della sua morte, avvenuta nel 1958, continua a uccidere chiunque si rechi nella casa vittoriana in cui “abita”.Tuttavia, una volta entrato nella magione infestata, Cas non solo non viene ucciso da Anna, ma ne rimane in qualche modo affascinato… Decide così di volerla salvare da ciò che è diventata.Cas scoprirà che non tutto è come sembra e che qualcosa di oscuro sta possedendo Anna che, intrappolata nella vecchia casa vittoriana, viene spinta a massacrare la gente.E mentre sulla tragica situazione verrà gettata un po’ di luce, così come sul passato della povera ragazza, un legame sentimentale impossibile si farà strada…Questa ghost story sarà nelle librerie dal 28 giugno. Pronti per farvi catturare?

Kendare Blake, Anna vestita di sangue, Newton Compton Editore,pp. 284 12.90 euro

Sara Belfiore

C’è una ragione se Sophie Hannah viene considerata da più parti la regina del thriller psicologico di matrice anglosassone, e questo romanzo, “La

culla buia”, edito da Garzanti, conferma la validità di quest’affermazione.Caratterizzato da una trama piuttosto complessa, ricco di personaggi e di colpi di scena, l’ultimo romanzo della Hannah affronta una tematica complessa e controversa di cui si sente spesso parlare nella cronaca. Si tratta delle madri accusate dell’omicidio dei propri figli piccoli, spesso poco più che neonati. Al centro delle vicende narrate, infatti, c’è un gruppo di giovani donne accusate del crimine peggiore imputabile ad una madre. Tutte vengono tutte assolte in appello, ma il dubbio sussiste: hanno davvero ucciso i loro figli, oppure, come sembra credere l’opinione pubblica, i neonati sarebbero morti per via della SIDS, la sindrome della morte in culla, così chiamata perché causerebbe la morte di molti neonati apparentemente sani, senza malattie pregresse né segni di violenza? Si tratta di una patologia che paradossalmente sta a indicare una morte senza motivo, che la scienza e la medicina non sono in grado di spiegarsi.Il mistero s’infittisce una delle accusate viene ritrovata morta nella sua abitazione, assassinata da uno sconosciuto che presumibilmente è rimasto con lei un intera giornata, anche se sul corpo della donna non ci sono segni di violenza né di colluttazione.Pur mantenendo la tensione alta per tutto il romanzo, la Hannah dà il suo meglio sul finale, quando un ribaltamento di prospettiva rende la vicenda ancora più ambigua e ingarbugliata. “La culla buia” certamente non deluderà gli amanti del genere e in particolar modo i fan della Hannah, ma nemmeno coloro i quali hanno bisogno di qualche brivido profondo a raffreddare le lunghe giornate estive.

Sophie Hannah, La culla buia, Garzanti Editore. Pagg. 438. Euro 18,60.Anna Aita

Un mistero rosso sangueIn libreria, una romantica ghost story

La leggenda di NapoliIl mito della sirena Partenope in un pregiato volume pubblicato da E.S.A.

Un’opera bilingue, in italiano e in inglese, corredata di numerose fotografie di antiche opere raffiguranti la sirena Partenope, ma anche di scenari della Napoli dei secoli scorsi. Un libro che ci fa conoscere le origini della città

partenopea, per poi raccontarci del mito delle sirene, il cui massimo cantore è stato Omero, il padre della letteratura greca. Interessante è scoprire come gli antichi

immaginassero il corpo della sirena Partenope disteso lungo l’intero golfo di Napoli, da oriente ad occidente, motivo per il quale determinate zone della città, nella loro denominazione, facevano riferimento ad una sua parte. Il volume, nel suo capitolo centrale, prende in considerazione le diverse versioni sulla fondatrice della città omonima, con un’analisi comparata delle varianti riconducibili al mito di Partenope. Attraverso le suggestive descrizioni del culto della Sirena, si comprende il significato di reperti, di tradizioni e di

segni distintivi della città di Napoli. Basti pensare ai colori, giallo e rosso, dello stemma del Comune, anch’essi riconducibili al mito di Partenope.L’età romana coincise con un declino del mito delle Sirene e di Partenope, decadenza che si protrasse fino al medioevo per poi riaffiorare in età umanistica. Il testo si conclude con un particolare approfondimento della leggenda di Partenope e Sebeto, e proprio nel paragrafo finale è rivelato come nasce l’affascinante connubio tra la storica pasticceria “Vincenzo Bellavia” e la figura mitologica della Sirena. “Peccato di Partenope” ora è anche un dolce preparato in omaggio alla Sirena, nato grazie alla riscoperta della leggenda.

Claudio Canzanella, Antica Pasticceria Vincenzo Bellavia (a cura di), “Peccato di Partenope”, Edizioni Scientifiche e Artistiche, pp. 72, € 7,50

Edy Ferraiuolo

Morti misteriose“La culla buia”, il nuovo thriller di Sophie Hannah

Page 21: Cosmoggi luglio

VARIE a cura diAntonio Starace 21

Cartoleria ARMICARTdi Armano Martuclli

Via G. D’Oria, 121 - Napoli

Tel. 081.5561280

[email protected]

Ditta Chiariello PasqualeMateriale Elettrico - Ferramenta - Idraulica Detersivi - Giocattoli

Nuova Sede

III Trav. Ippolito, 18 - Napoli

Tel. 329.1861080

Secondo i dati della Commissione Vigilanza sul doping, il 10% di chi fa palestra a livello ama-toriale fa uso di sostanze dopanti, il cui princi-

pale risultato è quello di gonfiare più rapidamente i tessuti muscolari. Il fenomeno dei muscoli finti è alquanto allarmante. Sembrerebbe ovvio parlare del rischio per la salute dovuto all’assunzione di sostan-ze che non fanno avvertire la fatica o potenziano esponenzialmente la quantità di creatina o proteine necessarie. Il fattore più delicato che si nasconde dietro il fenomeno dei muscoli finti è legato al desi-derio di apparire nel miglior modo e nel minor tem-po le sostanze avvicinano evidentemente il risultato “finale”. La motivazione principale che spinge mol-tissimi giovani, in particolare maschi, a ricorrere alla palestra e all’uso di queste sostanze potrebbe essere la dimensione di accettazione dell’apparenza. Il mo-dello che si ripropone ormai costantemente, dalla piazza ai media, in particolar modo tra i giovani, è fondato su un aspetto perfetto. E se per le donne

questo messaggio sembra delle volte più assillante, tanto che si parla, toccando l’argomento bellezza e apparenza, prevalentemente di loro, troppo spes-so non ci si intuisce che anche gli uomini ne sono vittime, forse anche di più. Scolpire il proprio fisico significa conquistare un aspetto che permetterà di sentirsi accettati dagli altri: è necessario apparire per essere, e non il contrario, confessato solo a parole. Non ci si rende conto, però, che così si impoverisce lo sport, piegandolo a un fine limitato e limitante come l’apparenza esteriore. E non parliamo neanche della dimensione di possedere un fisico perfetto. Lo sport è una pratica straordinaria, che consente di far sentire l’uomo – e la donna – vivo, in equilibrio con il proprio corpo. Allenare i muscoli non è altro che gioire del movimento, della salute e del benessere. Nulla a che vedere con i muscoli finti o con il doping.

Vincenzo Vinciguerra

Muscoli fintiIl problema è l’apparenza

Cosa fare se l’immobile acquistato si rivela fin troppo rumoroso? Ma, soprattutto, come quantificare il danno che ne è derivato agli inquilini? Per i Supremi Giudici «in materia di vendita e di minor prezzo è possibile ricorrere al criterio equitativo

ed al prudente apprezzamento del giudice». È quanto si legge nella sentenza n. 1066/2012, nella quale gli ermellini, nel confermare il decisum di primo e secondo grado, hanno definito come «logico e razionale» il criterio individuato dalla Corte di Torino, che aveva preso come parametro di riferimento – al fine di definire quantitativamente il pregiudizio – «il costo degli eventuali lavori di messa a norma dell’immobile», opere che avrebbero richiesto l’evacuazione dell’appartamento sovrastante.

Più precisamente, il criterio utilizzato dai giudici di merito – quello, cioè, del 20% del prezzo pagato al rogito – avrebbe dovuto comprendere sia i danni derivanti dall’eccessivo rumore causato da un insufficiente isolamento del calpestio, proveniente dall’appartamento sovrastante, sia l’ipotetico (in quanto non avvenuto) trasloco dell’inquilino del piano superiore, inevitabile per sanare il difetto e procedere al rifacimento del pavimento.

Dal momento che non erano state, però, evidenziate le vere cause che avrebbero generato il danno, non si è potuto fare altro che rimettere il quantum al prudente apprezzamento del giudice; ove, invece – prosegue la Corte in sede di legittimità – fosse stato possibile individuare l’origine del pregiudizio, la quantificazione dell’«entità della diminuzione di valore del bene» avrebbe avuto una valutazione diversa, basata sulla correzione del prezzo alla luce di tutti quei «fattori peculiari di ogni singola contrattazione», come, per esempio, l’interesse dell’aspirante acquirente di comprare quell’immobile in funzione di ubicazione, esposizione, dimensioni, etc., oppure il bisogno del venditore di realizzare il prezzo e quindi la disponibilità a sopportare maggiore o minore abbattimento di costi.

Adelaide Caravaglios

Se i rumori vengono dal piano di sopra

Carenze di isolamento acustico? Ci pensa la Cassazione

Un anabolizzante è una sostanza chimica che aumen-ta l’anabolismo, ossia che stimola la formazione di molecole complesse (proteine, lipidi complessi e polisac-caridi) a partire da molecole semplici (aminoacidi, acidi grassi e monossaca-ridi). Esempi tipici sono l’insulina, il testosterone, gli steroidi anaboliz-zanti e l’ormone della crescita

Chi non ricorda il vecchio caro “libretto di risparmio” tanto amato dalle vecchie generazioni con cui padri, nonni e “padrini” palesavano il loro affetto ai nuovi

nati regalando loro un “libret-to” con un piccolo deposito per orientare e incentivare al rispar-mio il piccolo beneficiario?Anche nella forma e nella struttura si presentava austero con una co-pertina rigida e accattivante e con spazi ben visibili in cui si dava ri-salto ai versamenti effettuati, alle somme depositate e agli interessi maturati. Nel suo insieme, anche sostenuto dalla pubblicità veico-lata da mass media e celebrazioni di rito, come la “giornata del ri-sparmio”, e l’emissione di franco-bolli encomiativi, sembrava dare una certa sicurezza per l’avvenire. Ma erano altri tempi, in cui c’era fiducia nella politica, c’erano risorse e c’erano prospettive di crescita per il Paese. Oggi la filosofia del risparmio e lo strumento simbolico che la rappresentava sono stati gettati alle ortiche, travolti dallo tzunami della politica della pressio-ne fiscale. Ora sentire parlare di risparmio e addirittura di “li-bretti di risparmio” viene da ridere. Innanzitutto non ci sono soldi da mettere da parte. Poi non si ha fiducia nella politica e nelle banche. Gli stessi “libretti di risparmio” sono concepiti al risparmio. Si presentano come semplici pieghevoli, di compli-cata lettura, con indicazioni che tutto sembra meno che regi-strazioni di depositi o di accrediti di interessi. Anzi spesso gli addebiti per spese di gestione e tassazioni rosicchiano le stesse

somme depositate.Lo staff dei “professori” del governo tec-nico, nella sua caccia alle streghe, ha individuato perfino nel piccolo risparmio uno strumento di evasione fiscale, colpen-

dolo con mano pesante, dimentican-do che tutto ciò che è regolarmente depositato è solo il frutto di faticose economie ed e già stato sottoposto a controlli e prelievi fiscali. Ucciso il micro-risparmio della saggezza dei padri e dei nonni della migliore tradizione borghese e contadina ita-liana, il governo Monti ha usato la mannaia colpendo ogni settore della vita pubblica, mentre è andato con mano leggera sui “patrimoni scuda-ti” ed ha ignorato i “megarisparmi” dei soliti noti. Le incursioni a Corti-na ed in altri luoghi di villeggiatura hanno solo seminato il panico e fatto

il prurito ai detentori di grandi patrimoni. Non si guarda agli sperperi del mondo degli spettacoli, a cominciare dalla Rai, e dello sport, nel cui ambito girano soldi veri. Si glissa sui compensi dei parlamentari e sui costi della politica e si con-sentono ancora doppi e triplici incarichi. Si lasciano ancora in vita le Province e tantissimi enti inutili. Si evitano ad arte i provvedimenti, più volte invocati dai succubi cittadini, contro malversazioni e sperperi della Pubblica Amministrazione. Ma il piccolo risparmio doveva essere perseguito e mettere in sof-fitta il “libretto di risparmio”. Complimenti professor Monti.

Fausto Marseglia

Anacronistico e controproducente, ucciso dalla pressione fiscale

Addio caro, vecchio libretto di risparmio

Internet, con i suoi canali di diffusione molteplici e difficilmente gestibili, è il responsabile principale del cambiamento radicale del concetto in sé di informazione, che ha avuto luogo negli ultimi anni. All’interno

del mondo di internet, l’ascesa dei blog, a partire dalla fine degli anni novanta, ha costituito un altro elemento di rivoluzione nella diffusione di notizie, su di sé e sul mondo. La parola blog nasce dalla riduzione di web-log, “diario in rete”.Alla sua comparsa, il blog aveva la caratteristica principale di essere una sorta di “diario segreto”, quello in cui si scrivono i pensieri più intimi, o gli episodi quotidiani. Solo che il diario non era più cartaceo, ma veniva condiviso con tutti gli utenti interessati a leggere. Oggi, l’avvento dei social network, che consentono una condivisione molto più capillare e immediata dei pensieri, ha causato la restrizione di questi tipi di blog. Quello che si è andato sempre più diffondendo è stato il blog di informazione sul modello giornalistico. I blogger, invece, hanno la possibilità di esprimere in totale libertà le loro idee, di fabbricare la notizia

come più credono, perché sono indipendenti. O almeno così dovrebbe essere. Tuttavia, la sua struttura e i suoi contenuti spesso sono stati criticati. Il blog è stato messo in dubbio per la sua veridicità o per la diffusione di notizie dal messaggio molto forte o eccessivamente polemico. Come attestare allora che una notizia riportata su un blog sia veridica? Come tutelare le fonti di una notizia?. Districarsi nella selva dell’informazione giornalistica online non è sicuramente una questione facile da affrontare. Ed è certo che i blog rimangono un canale fondamentale di espressione. La loro libertà ne è una caratteristica forse imprescindibile e limitarne o inquadrarne la possibilità di espressione sarebbe forse un ucciderne l’essenza più autentica, oltre che un compito obiettivamente arduo da affrontare.

Giada Pistacchio

Blog, che passioneInformazione libera e blog sono due termini che ormai vanno di pari passo

Page 22: Cosmoggi luglio

SPORT a cura diCarlo Perna22

Saranno solamente 19 gli atleti campani che parteciperanno alla XXX edizione dei Giochi Olimpici, in programma a Londra dal 27 luglio al 12 agosto. Nove in meno rispetto alla passata competizione di Pechino, in omaggio ad una atmosfera di

austerity che il CONI ha voluto mantenere. La spedizione italiana conterà su soli 292 partecipanti, tanti quanti furono a Barcellona nel 1992. Non sono state sfruttate le wild cards per gli atleti che, pur non avendo raggiunto i minimi imposti dalle Federazioni, lo avevano sfiorato, e quindi, contrariamente al passato, sono stati lasciati a casa. Ma il calo dei partecipanti è frutto della mancata qualificazione degli italiani agli sport di squadra come calcio e basket. Un segnale importante è la presenza femminile: ben 128 in quota rosa, più del 43%. La Campania, invece, va in controtendenza e su 19 atleti solo 4 vestono al femminile. Sono le pallavoliste Antonella Del Core, napoletana, e la sorrentina Monica De Gennaro; nel nuoto gareggerà la beneventana Stefania Pirozzi, mentre, la lecchese di nascita ma napoletana “verace” che gareggia per i colori del prestigioso Circolo Posillipo, Gioia Marzocca, tirerà di sciabola mentre l’idolo di Cava de’ Tirreni, Antonietta Di Martino, una delle possibili medaglie, è stata costretta al forfait all’ultimo per la lesione muscolare alla gamba sinistra da cui non è riuscita a guarire in tempo.

La Campania tira pugni a LondraUn quarto della pattuglia azzurra salirà sul ring dell’ExCel Arena

Ma sarà il pugilato a fare la parte del leone. Su sette boxer in totale ben cinque sono campani: quattro casertani – tutti provenienti da Marcianise dove il solo Vittorio Jahin Parriniello non è nativo ma solo residente – ed uno di Casoria, Vincenzo Picardi (52 Kg), bronzo a Pechino. Grande entusiasmo, quindi, in Terra di lavoro e saranno in molti ad andare a Londra per tifare i loro beniamini. Con Clemente Russo (91 Kg), su cui gli addetti ai lavori puntano ad occhi chiusi e già argento a Pechino, Domenico Valentino (60 Kg) e Vincenzo Mangicapra (64 Kg), alla sua prima prova olimpica. Completano il gruppo campano Vincenzo Picardi (52 Kg), bronzo alla passata olimpiade, e il già nominato Vittorio Jahin Parriniello (56 Kg), alla sua seconda olimpiade. Ma la provincia di Caserta ha un altro gioiello da presentare agli inglesi: Ennio Falco, campione di tiro a volo (specialità skeet), erede di una dinastia di tiratori, alla sua quinta partecipazione olimpica. Fu proprio alla prima apparizione, ad Atlanta nel ’96, che raggiunse l’alloro più prestigioso, la medaglia d’oro. Poi, non è più riuscito a qualificarsi per la fase finale a sei. Forse stavolta la sua indubbia classe, e la raggiunta maturità agonistica, potrebbero premiarlo.

Nutrito anche il gruppo degli schermidori, antica tradizione napoletana, con be tre elementi. Alla già citata Gioia Marzocca, si aggiungono gli sciabolatori Luigi Tarantino, una volta a argento e due volte bronzo sempre nel concorso a squadra, e Diego Occhiuzzi, che a Pechino fu compagno di squadra di Tarantino vincendo il bronzo. Due i canottieri presenti negli armi azzurri: Mario Paonessa, nativo di Vico Equense, che gareggerà nel quattro senza, e Andrea Caianiello, napoletano, sul carrello del quattro senza pesi leggeri. Sui tatami, altro gruppo di tradizione nel judo; I due aversani, Francesco Faraldo, nei 66 Kg. ed Elio Verde, nei 60 Kg., combatteranno con il torrese Antonio Ciano che si esibirà nella categoria fino ad 81 kg; mentre nel taekwondo Mauro Sarmento tenterà di bissare, o migliorare, l’argento conquistato a Pechino. Nel tiro a volo Giuseppe Giordano gareggerà nella specialità della pistola libera. Una chiosa a parte merita Enzo Di Bennardo, altro prodotto casertano – è nato a S. Nicola la Strada - che prenderà parte alle XIV Paralimpiadi in programma, sempre a Londra, dal 29 agosto al 9 settembre. Il forte pivot, che gioca nel Santa Lucia Roma, sarà uno dei punti di forza della nazionale di basket in carrozzina.

Da sinistra in senso orario:

Le pallavoliste, Monica de Gennaro e

Antonella Del Core;

la sciabolatrice Gioia Marzocca;

la nuotatrice; Stefania Pirozzi

I due canottieri

a sinistra

Andrea Caianiello

(4 senza pesi leggeri)

a destra

Mario Paonessa

(4 senza)

I pugiliDomenico ValentinoVincenzo Picardi

Clemente Russo

Vittorio Jahin Parriniello

Domenico Valentino

Giuseppe Giordano tiro a segno

Ennio

Falco

tiro a volo

Judo

A sinistra

Elio Verde

Francesco Faraldo

a destra

Antonio Ciano

Diego Occhiuzzi

Luigi Tarantino

Enzo Di Bennardo paralimpico

basket in carrozzina

Mauro Sarmientotaekwondo

Sciabola

a sinistra

a destra

Page 23: Cosmoggi luglio

ULTIMISSIME a cura diPaolo Zaccaria 23

Periodico di attualita’, informazione, cultura, cronaca, politica e sport

ANNO XVIII NUMERO

1 0 L U G L I O / A G O S T O 2 0 1 2

Autorizzazione Trib.Napolin. 4740 del 19/03/1996

Direttore responsabileItalo Sgherzi

CondirettoreEmilio Cirillo

(per i servizi sanitari)

VicedirettoreEnnio Salvia

CaporedattoreAdelaide Caravaglios

Caporedattore per i supplmeneti

Domenico RaioVicecaporedattoreFrancesco Cecere

Segretaria di redazioneGiulia Sgherzi

Pubbliche relazioniMartina Di Giorgio, Ciro De Tommaso, Luigi Guarino, Franco Patalano, Alberto La Greca, Teresa Nastri, Nicola Lettieri, Rita Ragni, Mattia Di Passio, Luigi Pi-gnatelli, Vito Di Maro, Maria Balsamo,

Pino Celli.

Officer telematicoPiero Cristilli

Direzione - RedazioneVia Camillo Guerra, 42 - 80131 - Napoli

Tel. 081.5875216 - Fax 0815875276e-mail: [email protected]

Redazione di RomaVia Lorenzo il Magnifico, 8

tel.329.0726942

Redazione di MilanoVia Longanesi, 26

e-mail: [email protected]

Progetto graficoMarco Vinciguerra

e-mail: [email protected]

StampaRotostampa Lioni (AV)

Tel. 0827.607019

Tiratura: 50.000 copieLa collaborazione è libera a tutti e completa-mente gratuita, compresa quelladella Direzione e Redazione. Le foto e i manoscritti non si resti-tuiscono. I lavori pubblicati riflettono il pensiero dei singoli autori i quali assumono la respon-sabilità di fronte alla legge. Attività editoriale di natura non commerciale nei sensi previsti dall’art. 4 del DPR 26/10/!972 n. 633 e successi-ve modifiche. Tutti gli avvisi pubblicati ospita-ti sono un omaggio della Direzione a Ditte ed Enti che offrono un contributo benemerito per il sostentamento del periodico. Per eventuali controversie è competente il Foro di Napoli. Il pubblico si riceve il giovedì dalle 16:00 alle 20:30

Non vi è alcun dubbio: nelle forze armate e, in particolare nell’Esercito, uno dei corpi più amati è quello dei Bersaglieri. Alla presenza delle più alte cariche mi-litari e civili, si è svolta, presso la caserma “Ferrari Orsi”, sede del Comando

Brigata Bersaglieri “Garibaldi”, la “lectio magistralis” , conferenza sul tema: “I bersa-glieri nella storia d’Italia”. Il relatore, Dott. Vincenzo Cuomo,- Giornalista pubblicista, Cavaliere al merito della Repubblica Italiana, - è un noto studioso di storia militare ed autore di molteplici pubblicazioni sulle Forze Armate e Corpi Armati dello Stato. Alla conferenza, presso la sala intitolata al leggendario Generale “Rubio”, presente il Colonnello Sergio Cuofano, comandante alla sede, hanno assistito una rappresentanza di personale appartenente a tutti i Reggimenti della “Garibaldi” ed una rappresentan-za delle associazioni Combattentistiche e d’Arma e, in particolare, dell’Associazione Nazionale Bersaglieri – Sezione di Caserta. La relazione dello storico ha descritto in forma semplice la storia d’Italia attraverso il percorso nel tempo del Corpo dei Ber-saglieri, dal 18 giugno 1836, anno di nascita della specialità dei bersaglieri grazie al Capitano Alessandro Ferrero La Marmora, fondatore del Corpo. Oggi, ancora atti-vo e operante. Basta vedere i successi delle operazioni svolte in Patria e all’estero dai fanti piumati della Brigata Bersaglieri “Garibaldi”, che attualmente è impegnata nella missione ISAF (International Security Afghan Force) in Afghanistan. Il Dott. Cuo-mo ha concluso la conferenza affermando: “la storia d’Italia ha avuto tanti artefici, tanti protagonisti, tanti pensatori, tanti eroi degni di essere ricordati, ma penso che i Bersaglieri siano stati la forza trainante e senza il contributo, prima dell’Armata Sar-da e poi dell’Esercito Italiano l’Unità d’Italia sarebbe rimasto un sogno bellissimo”.

Vincenzo Vinciguerra

Bersaglieri nella storia d’Italia C o n f e r e n z a d e l l o s t o r i c o m i l i t a r e V i n c e n z o C u o m o

“Il Colonnello Sergio Cuofano consegna il crest al Cav. Vincenzo Cuomo,studioso di tematiche e problematiche storiche. Cuomo ha pubblicato volumi dedicati ad armi e corpi dell’esercito italiano”

La vicenda della squadra di calcio del Napoli, che nel giro di pochi anni è ascesa dalla serie C alla Champions

League, somiglia molto a una favola, il genere letterario forse a lei più congeniale nella prima fase della sua carriera di autrice, ma in “Anima azzurra” Argia di Donato riesce a narrare, su due diversi livelli, ma assolutamente paralleli, la storia più recente della compagine partenopea e la storia di un gruppo di ragazzi napoletani parimenti impegnati in un percorso di riscatto, anche se di natura sociale ed umano.Su un piano più puramente simbolico la rivincita sportiva del Napoli, come il raggiungimento dei loro obiettivi di vita, da parte dei giovani tifosi, rappresentano il desiderio di riscossa di una città da troppo tempo bistrattata, ma che conserva ancora capacità umane che, se impiegate in un progetto costruttivo, possono riservare all’antica capitale europea immense soddisfazioni come quelle colte dalla squadra napoletana in campo calcistico. Per questo il volume di Argia di Donato assume un significato altamente pedagogico e potrebbe risultare particolarmente indicato per essere adottato nelle scuole, sin dalla prima media, quale opera di narrativa. È una storia che appassionerà i tifosi per farci rivivere i momenti più emozionanti di un campionato strepitoso per la compagine partenopea, ma che affascinerà anche ragazzi e ragazze per come gli appuntamenti calcistici s’incrociano con le vicende quotidiane di

questi giovanissimi e delle relative famiglie. Senza mai scadere nei luoghi comuni, con molta delicatezza l’autrice riproduce ambienti ed atmosfere napoletane lasciando sempre intravedere una speranza, una soluzione possibile anche nelle situazioni

più problematiche che caratterizzano la metropoli: “Il sole è alto nel cielo di Napoli e le nuvole pazzerelle corrono sospinte dal vento.” È il vento che spazzerà i mali e riporterà la città di Napoli in Europa proprio com’è avvenuto per la squadra del Napoli e questo non sarà una favola, ma una realtà possibile. Basterebbe amare Napoli come si ama il Napoli.

Annarita RuffoArgia di Donato, “Anima azzurra”, Photocity Edizioni, pp. 136, € 12,00

Amare Napoli come il Napoli

“Anima azzurra” è il terzo libro

della giovane scrittrice partenopea

Argia di Donato

Svolta pacifista per Google. Mentre nelle sale del Palazzo di Vetro di New York si negozia l’adozione di un trattato per regolare il commercio delle armi nel mondo, il gigante del web ha deciso di eliminare dal suo motore di ricerca tutte le informazioni relative a siti bellici che vendono pistole, fucili e relativi componenti. A darne la notizia è stato il sito Outdoor Hub che ha pubblicato una lettera

inviata dal colosso di Mountain View ai commercianti nella quale si legge come fucili da caccia, coltelli, pistole e munizioni non potranno più essere presentati e messi in vendita su Google Shopping. Una decisione - si legge - che è stata presa dall’azienda in riferimento ai suoi principi ispiratori. Nei quattro punti elencati nella lettera si fa, infatti, riferimento alla cultura e ai forti valori della società, che non consentono di pubblicizzare prodotti e servizi con essi incompatibili. Immediata la reazione dei sostenitori delle armi da fuoco. Appellandosi al Secondo Emendamento della Costituzione Americana - il quale tutela il diritto di possedere pistole e fucili - sono scesi sul piede di guerra con una petizione promossa su Internet per chiedere a Google di rivedere immediatamente la sua decisione, cosa che ci auguriamo non avvenga.

Maria Francesca Cibelli

Zonta club, organizzazione mondiale no-profit, ha partecipato al Tavolo regionale Campania per diffondere la “Carta delle Pari Opportunità e l’uguaglianza del lavoro”. Zonta, fondata negli

USA nel 1919, conta 1260 centri in 71 nazioni, con oltre 35.000 socie di cui 15.000 in Europa. Nata come organizzazione di donne attive nel commercio, nell’industria e nelle libere professioni, si impegna per migliorare le condizioni economiche e professionali delle donne. La Carta suggerisce una serie di valori a cui attenersi nel guidare le imprese e nell’espletamento del lavoro. L’iniziativa napoletana è

stata promossa da Luisa Festa, consigliere di Parità della Provincia di Napoli, e dalla presidente dello Zonta club – Area Napoli Teresa Imperatore Marrone, ed ha visto l’adesione di rappresentanti poli-tici, sindacali, di ordini professionali, di Ong. La firma ufficiale sul documento ha impegnato Zonta a “diffondere in Campania una moderna ed inclusiva cultura del lavoro, libera da ogni pregiudizio e preclusione e capace di valorizzare il talento in tutte le sue diversità”

Ilaria Felaco

Google, svolta pacifistaIl famoso portale elimina i siti che vendono armi da fuoco

Anche in Campania la “Carta per le Pari Opportunità e l’uguaglianza sul lavoro”

Page 24: Cosmoggi luglio

ANNO XVIII MARZO 2012 DISTRIBUZIONE GRATUITA/COPIA OMAGGIOANNO XVIII NUMERO 10 LUGLIO/AGOSTO 2012 DI ST R I BU Z ION E G R AT U I TA / C OP IA OM AG G IO

E’ nata la televisione del futuro:

Che è visibile sul Web all’indirizzo www.cosmoggi.tv Il direttore: Italo Sgherzi

Lo staff redazionale: Enrico Teperino, Anna Santoro, Liana Capuozzo, Adelaide Caravaglios Carmela Di Caprio, Paola Grattagliano, Anna Schettino, Angelo Moscati e Vittoria Panarese. Sono partecipi di questo evento. La direzione è sita in Napoli in via Camillo Guerra, 42 - Tel.081.5875216 Chi desiderasse collaborare, non a fini di lucro, può inviare i propri filmati che saranno trasmessi via web.

TV

Direzione: via Camillo Guerra, 42 - 80131 Napoli - www.cosmoggi.tv - Tel. 081 3796539Redazione: Tel. 081 5875216 / Fax 081 5875276 / e-mail: [email protected] cosmoggi sgherzi

TABACCHERIA RICEVITORIA

D’ANGELO

LOTTOSUPERENALOTTOCORNER IPPICOTOTOCALCIO

VIA CONSALVO, 107FUORIGROTTA

NAPOLITEL. 081.2398238

È la Milano del primo dopoguerra lo scenario di uno dei più terribili delitti del tempo: il 30 novembre 1946, in un’abitazione di via San Gregorio, nelle vicinanze di Porta Venezia, vengono scoperte le salme di una donna

e dei suoi tre figli piccoli, un maschio di sette anni, una bambina di cinque e un altro bambino di soli dieci mesi. Sono stati uccisi con una spranga. Si tratta della moglie e dei tre figli di Pippo Ricciardi, un commerciante dagli affari incerti, immigrato nel capoluogo lombardo dalla lontana Sicilia. L’appartamento è stato messo a soqquadro, è pieno di sangue e manca solo qualche gioiello, motivo per il quale non si pensa a una rapina. Gli interrogativi sono tanti: perché una simile ferocia anche su tre bambini? Ma il caso è presto risolto: responsabile del crimine è la trentunenne Caterina Fort, che aveva già lavorato come commessa in un negozio di Pippo Ricciardi che da qualche tempo è anche suo amante. La confessione arriva dopo un interrogatorio di diciotto ore, poi la donna ritratta in parte le sue ammissioni. Conferma di aver ammazzato Franca Pappalardo, moglie del Ricciardi, ma nega di aver ucciso anche i bambini. Condannata all’ergastolo nei tre gradi di giudizio, Caterina Fort continuerà a sostenere la sua versione: in quell’appartamento non era entrata da sola, ma con un fantomatico “Carmelo”, amico di Ricciardi. Poiché il commercio non andava bene, ella e Pippo avevano pensato di simulare una rapina con lo scopo di tacitare i creditori. Alla rapina doveva prendere parte anche “Carmelo” ed era stato proprio quest’ultimo a drogarla con una sigaretta forse oppiata. Caterina Fort aveva perso la testa e con una spranga, che lo stesso “Carmelo” le aveva passato, aveva ammazzato la Pappalardo, ma non i tre bambini, quelli non li aveva uccisi lei. Per questa accusa, un cinquantenne catanese, Giuseppe Zappulla, trascorrerà quasi due anni in carcere da innocente. Caterina Fort otterrà la grazia presidenziale nel 1975, ma sino alla morte, avvenuta nel 1988, negò di aver ucciso quei bambini.

Francesco Cecere

Il 30 novembre 1946 in un appartamento di Milano furono scoperte le salme di una donna e dei suoi tre bambini

Il massacro di via San Gregorio

L’ interrogatorio di Rina Fort fatto dal commissa-rio Serafini e dal capo della mobile Nardone alla presenza del cronista del Tempo Franco di Bella

“Tortello” al borgo San LorenzoRiflessioni su un luogo immerso nel verde tra antichi richiami

Nei giorni 4, 5, 10, 11, 12, 14 e 15 agosto torna la Sagra del Tortello a Borgo San Lorenzo, in località Sagginale - Firenze. Il tortello di patate deve la sua tradizionalità alla particolare

combinazione degli ingredienti e ai sistemi di lavorazione, che sono rimasti gli stessi nel tempo.Il tortello era già conosciuto da secoli nella cucina toscana, come decanta nel 1400 il Pulci, poeta alla corte di Lorenzo il Magnifico, il quale dice: Ma soprattutto nel buon vino ho fede Credo che sia salvo chi gli crede Credo nella torta e nel tortello L’uno è la madre e l’altro il suo figliolo” Il tortello di patate nasce come piatto povero: il ripieno diventa di patate con la raccolta delle prime patate seminate verso la metà del 1800. La Sagra del Tortello prevede un menù ricco di prelibatezze tipiche toscane, in cui non mancheranno carni alla brace, contorni sfiziosi e tanto buon vino. Domenica 5, domenica 12 e mercoledì 15 la cucina è aperta anche a pranzo, durante gli altri giorni sarà possibile cenare a partire dalle ore 19:00.

Francesco Ferrante

Il periodo delle sagre e un momentogaio e sereno per tutti gli Italiani.

Ogni paese ha i suoi piatti tipici da offrire, i suoi santi da festeggiare

Augurio ai neo giornalisti!

Cosmoggi è lieta di comunicare ai suoi lettori che, grazie alla sua testa-ta, sono stati iscritti all’Ordine dei Giornalisti della Campania quattro praticanti della Redazione. Eleonora Belfiore, Antonio Caccese, Sabri-

na Ciani e Vincenzo Vinciguerra cominceranno da domani una brillante car-riera. Eleonora Belfiore, laureata in Storia ed esperta in Storia dell’arte, ha una forte inclinazione verso la letteratura. Da tempo sul nostro giornale ha curato la rubrica dei libri, molto seguita dai nostri lettori.Antonio Caccese, laurean-do in Legge, procuratore della Federazione Calcio, amministra un gruppo di calciatori di cui è procuratore; è specializzato nel campo dello sport e si occupa in particolare del settore del calcio. Sabrina Ciani, laureata in Lettere, si è sempre interessata dei problemi riguardanti la sanità ed è specializzata in problematiche sociali. Cura il settore dell’attualità che offre spunti interessan-ti ai lettori. Vincenzo Vinciguerra, iscritto a Scienze Politiche, con un passato nei Corpi Militari, segue con attenzione tutte le novità che vengono dal mon-do del cinema, di cui è cultore e stesore della rubrica interna al giornale.Essi hanno superato il biennio e raggiunto i settanta articoli a firma, a norma di legge e successivamente hanno predisposto i documenti richiesti. E’ pervenu-to loro il benvenuto ed il plauso del Presidente Ottavio Lucarelli. Il ventisette c.m. alle ore 11:00 presso la sede dell’Ordine si svolgerà la consegna delle tessere.La redazione tutta si è stretta attorno ai neogiornalisti brindando ga-iamente presso un ristorante della Collina dei Camaldoli. Tortello