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ECONOMIA 2 Il Decreto “Sblocca Italia” del Governo Renzi MISSIONI 3 Le tre suore italiane barbaramente uccise in Burundi GIOVANI 5 L’intervista a Giovanni Melis Rettore dell’Università SCUOLA 6 Attese e speranze all’inizio del nuovo anno scolastico DIOCESI 11 Il 24 e 25 settembre si svolgerà in Seminario il Convegno dei Catechisti Mai più inutili stragi abato 13 settembre il Santo Padre ha visitato il Sacrario Militare di Redipuglia, in occasione del cen- tenario dell’inizio della Prima Guerra Mondiale. Il ricordo della Grande Guerra, nelle parole di Papa Francesco di- venta una chiave di lettura per il presente, se- gnato da sanguinosi conflitti in svariate par- ti del mondo. Tenere desta la memoria del passato è un mezzo indispensabile per non ripeterne gli errori e riuscire a perseverare nella faticosa, ma indispensabile, opera di costruzione della pace. La convinzione espressa dal Papa è che la realtà della guer- ra, dove l’uomo si mette contro il suo fratel- lo, rimane oggi come allora una terribile e “inutile strage”. Pubblichiamo di seguito l’omelia della Ce- lebrazione Eucaristica presieduta da Papa Francesco a Redipuglia. (rp). Dopo aver contemplato la bellezza del pae- saggio di tutta questa zona, dove uomini e donne lavorano portando avanti la loro fa- miglia, dove i bambini giocano e gli anziani sognano… trovandomi qui, in questo luogo, vicino a questo cimitero, trovo da dire sol- tanto: la guerra è una follia. Mentre Dio porta avanti la sua creazione, e noi uomini siamo chiamati a collaborare alla sua opera, la guerra distrugge. Distrug- ge anche ciò che Dio ha creato di più bello: l’essere umano. La guerra stravolge tutto, anche il legame tra i fratelli. La guerra è fol- le, il suo piano di sviluppo è la distruzione: volersi sviluppare mediante la distruzione! S La cupidigia, l’intolleranza, l’ambizione al potere… sono motivi che spingono avanti la decisione bellica, e questi motivi sono spesso giustificati da un’ideologia; ma pri- ma c’è la passione, c’è l’impulso distorto. L’ideologia è una giustificazione, e quan- do non c’è un’ideologia, c’è la risposta di Caino: “A me che importa?”. «Sono forse io il custode di mio fratello?» (Gen 4,9). La guerra non guarda in faccia a nessuno: vec- chi, bambini, mamme, papà… “A me che importa?”. Sopra l’ingresso di questo cimitero, aleggia il motto beffardo della guerra: “A me che importa?”. Tutte queste persone, che ripo- sano qui, avevano i loro progetti, avevano i loro sogni…, ma le loro vite sono state spez- zate. Perché? Perché l’umanità ha detto: “A me che importa?”. Anche oggi, dopo il secondo fallimento di un’altra guerra mondiale, forse si può par- lare di una terza guerra combattuta “a pez- zi”, con crimini, massacri, distruzioni… Ad essere onesti, la prima pagina dei gior- nali dovrebbe avere come titolo: “A me che importa?”. Caino direbbe: «Sono forse io il custode di mio fratello?». Questo atteggiamento è esattamente l’op- posto di quello che ci chiede Gesù nel Van- gelo. Abbiamo ascoltato: Lui è nel più pic- colo dei fratelli: Lui, il Re, il Giudice del mondo, Lui è l’affamato, l’assetato, il fore- stiero, l’ammalato, il carcerato… Chi si prende cura del fratello, entra nella gioia del Signore; chi invece non lo fa, chi con le sue omissioni dice: “A me che importa?”, ri- mane fuori. Qui e nell’altro cimitero ci sono tante vitti- me. Oggi noi le ricordiamo. C’è il pianto, c’è il lutto, c’è il dolore. E da qui ricordiamo le vittime di tutte le guerre. Anche oggi le vittime sono tante… Come è possibile questo? E’ possibile perché an- che oggi dietro le quinte ci sono interessi, piani geopolitici, avidità di denaro e di po- tere, c’è l’industria delle armi, che sembra essere tanto importante! E questi pianificatori del terrore, questi or- ganizzatori dello scontro, come pure gli im- prenditori delle armi, hanno scritto nel cuo- re: “A me che importa?”. E’ proprio dei saggi riconoscere gli errori, provarne dolore, pentirsi, chiedere perdo- no e piangere. Con quel “A me che importa?” che hanno nel cuore gli affaristi della guerra, forse gua- dagnano tanto, ma il loro cuore corrotto ha perso la capacità di piangere. Caino non ha pianto. Non ha potuto piangere. L’ombra di Caino ci ricopre oggi qui, in questo ci- mitero. Si vede qui. Si vede nella storia che va dal 1914 fino ai nostri giorni. E si vede an- che nei nostri giorni. Con cuore di figlio, di fratello, di padre, chie- do a tutti voi e per tutti noi la conversione del cuore: passare da “A me che importa?”, al pianto. Per tutti i caduti della “inutile strage”, per tutte le vittime della follia della guerra, in ogni tempo. Il pianto. Fratelli, l’umanità ha bisogno di piangere, e questa è l’ora del pianto. SOMMARIO DOMENICA 21 SETTEMBRE 2014 1.00 ANNO XI N .34 S ETTIMANALE D IOCESANO DI C AGLIARI Poste Italiane SpA - Spedizione in abb.to postale D. L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/04 n. 46) Art. 1 comma 1 - DCB Cagliari Ascolta! FM: 95,000 - 97,500 - 99,900 102,200 - 104,000 Tel. 070 523162 Fax 070 523844 www. radiokalaritana.it

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ECONOMIA 2Il Decreto“Sblocca Italia”del Governo RenziMISSIONI 3Le tre suore italianebarbaramente uccisein BurundiGIOVANI 5L’intervistaa Giovanni MelisRettore dell’UniversitàSCUOLA 6Attese e speranzeall’inizio del nuovoanno scolasticoDIOCESI 11Il 24 e 25 settembresi svolgerà in Seminarioil Convegno dei Catechisti

Mai più inutili stragiabato 13 settembre il Santo Padreha visitato il Sacrario Militare diRedipuglia, in occasione del cen-tenario dell’inizio della Prima

Guerra Mondiale. Il ricordo della GrandeGuerra, nelle parole di Papa Francesco di-venta una chiave di lettura per il presente, se-gnato da sanguinosi conflitti in svariate par-ti del mondo. Tenere desta la memoria delpassato è un mezzo indispensabile per nonripeterne gli errori e riuscire a perseverarenella faticosa, ma indispensabile, opera dicostruzione della pace. La convinzioneespressa dal Papa è che la realtà della guer-ra, dove l’uomo si mette contro il suo fratel-lo, rimane oggi come allora una terribile e“inutile strage”. Pubblichiamo di seguito l’omelia della Ce-lebrazione Eucaristica presieduta da PapaFrancesco a Redipuglia. (rp).

Dopo aver contemplato la bellezza del pae-saggio di tutta questa zona, dove uomini edonne lavorano portando avanti la loro fa-miglia, dove i bambini giocano e gli anzianisognano… trovandomi qui, in questo luogo,vicino a questo cimitero, trovo da dire sol-tanto: la guerra è una follia.Mentre Dio porta avanti la sua creazione, enoi uomini siamo chiamati a collaborarealla sua opera, la guerra distrugge. Distrug-ge anche ciò che Dio ha creato di più bello:l’essere umano. La guerra stravolge tutto,anche il legame tra i fratelli. La guerra è fol-le, il suo piano di sviluppo è la distruzione:volersi sviluppare mediante la distruzione!

SLa cupidigia, l’intolleranza, l’ambizione alpotere… sono motivi che spingono avantila decisione bellica, e questi motivi sonospesso giustificati da un’ideologia; ma pri-ma c’è la passione, c’è l’impulso distorto.L’ideologia è una giustificazione, e quan-do non c’è un’ideologia, c’è la risposta diCaino: “A me che importa?”. «Sono forse ioil custode di mio fratello?» (Gen 4,9). Laguerra non guarda in faccia a nessuno: vec-chi, bambini, mamme, papà… “A me cheimporta?”.Sopra l’ingresso di questo cimitero, aleggiail motto beffardo della guerra: “A me cheimporta?”. Tutte queste persone, che ripo-sano qui, avevano i loro progetti, avevano iloro sogni…, ma le loro vite sono state spez-zate. Perché? Perché l’umanità ha detto: “Ame che importa?”.Anche oggi, dopo il secondo fallimento diun’altra guerra mondiale, forse si può par-lare di una terza guerra combattuta “a pez-zi”, con crimini, massacri, distruzioni…Ad essere onesti, la prima pagina dei gior-nali dovrebbe avere come titolo: “A me cheimporta?”. Caino direbbe: «Sono forse io ilcustode di mio fratello?».Questo atteggiamento è esattamente l’op-posto di quello che ci chiede Gesù nel Van-gelo. Abbiamo ascoltato: Lui è nel più pic-colo dei fratelli: Lui, il Re, il Giudice delmondo, Lui è l’affamato, l’assetato, il fore-stiero, l’ammalato, il carcerato… Chi siprende cura del fratello, entra nella gioiadel Signore; chi invece non lo fa, chi con lesue omissioni dice: “A me che importa?”, ri-

mane fuori.Qui e nell’altro cimitero ci sono tante vitti-me. Oggi noi le ricordiamo. C’è il pianto,c’è il lutto, c’è il dolore. E da qui ricordiamole vittime di tutte le guerre.Anche oggi le vittime sono tante… Come èpossibile questo? E’ possibile perché an-che oggi dietro le quinte ci sono interessi,piani geopolitici, avidità di denaro e di po-tere, c’è l’industria delle armi, che sembraessere tanto importante!E questi pianificatori del terrore, questi or-ganizzatori dello scontro, come pure gli im-prenditori delle armi, hanno scritto nel cuo-re: “A me che importa?”.E’ proprio dei saggi riconoscere gli errori,provarne dolore, pentirsi, chiedere perdo-no e piangere.Con quel “A me che importa?” che hannonel cuore gli affaristi della guerra, forse gua-dagnano tanto, ma il loro cuore corrotto haperso la capacità di piangere. Caino non hapianto. Non ha potuto piangere. L’ombradi Caino ci ricopre oggi qui, in questo ci-mitero. Si vede qui. Si vede nella storia cheva dal 1914 fino ai nostri giorni. E si vede an-che nei nostri giorni.Con cuore di figlio, di fratello, di padre, chie-do a tutti voi e per tutti noi la conversionedel cuore: passare da “A me che importa?”,al pianto.Per tutti i caduti della “inutile strage”, pertutte le vittime della follia della guerra, inogni tempo. Il pianto. Fratelli, l’umanità habisogno di piangere, e questa è l’ora delpianto.

SOMMARIO

DOMENICA 21 SETTEMBRE 2014

€ 1.00ANNO XI N .34 S E T T I M A N A L E D I O C E S A N O D I C A G L I A R I

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abb.to postale D. L. 353/2003

(conv. in L. 27/02/04 n. 46) Art. 1

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IL PORTICO DOMENICA 21 SETTEMBRE 20142 IL PORTICO DEL TEMPO

Italia, un paese da sbloccare in frettaEconomia.Per affrontare una difficile fase economica il Governo Renzi ha il dovere di attuare delle riforme in tempi rapidi.

fiato e ossigeno a tutta una serie di opere cheper mille ragioni sono bloccate nelle pastoieburocratiche. Inoltre il decreto prevede tuttauna serie di provvedimenti capaci di ridare unpo’ di ossigeno ad alcuni settori trainanti del-la nostra economia, come l’edilizia e l’agroa-limentare.Nel dettaglio possiamo evidenziare alcunipunti importanti del decreto.Grandi Opere: La grande novità è stata fissarela data di inizio di due grossi cantieri dell’Altavelocità, la Napoli-Bari e la Palermo-Messi-na-Catania. Il Ministro Lupi, ha tenuto a pre-cisare che entro la data del 1° novembre del

EUROPA E L’ITALIA in particolare,sono oggi più che mai di frontead un bivio, investire sulla cre-scita e soprattutto proseguiresulla strada delle riforme strut-turali. In tal senso il Governato-

re della BCE, il nostro “Super Mario Draghi” èstato chiaro in più di una circostanza. Al forumdelle Banche Centrali a Jackson Hole, sulleMontagne Rocciose del Wyoming (Stati Uniti),il Governatore Centrale ha evidenziato comele manovre monetarie potranno contribuirealla crescita, ma dovranno essere i singoli Pae-si a completare lo sforzo per la definitiva usci-ta dall’empasse economica.Mario Draghi ha insistito sulle riforme strut-turali, attribuendo ad esse un importanza stra-tegica. Ha evidenziato come la Riforma delLavoro, in senso più flessibile, avesse fatto siche in Irlanda ed in Spagna dal 2012 ad oggi sifosse potuta generare una reale crescita. Perquanto riguarda gli investimenti il Governa-tore ha cercato di dare una strigliata all’Italia ealla Francia, consigliando a Renzi ed a Hol-lande di potenziare gli investimenti pubbliciper poter ridare fiato alle economie naziona-li. Insomma la ricetta è chiara: coniugare ma-novre di politica monetaria (lato BCE) con gliinvestimenti pubblici (governi nazionali) ac-compagnate da serie e concrete riforme strut-turali (mercato del lavoro e spesa pubblica).Ci possiamo porre una domanda: l’Italia comesi sta muovendo in relazione a queste urgen-ze? Come il nostro Paese cerca di dare rispostealla richiesta di modernizzazione e di crescitaeconomica? Per quanto riguarda gli Investimenti, ben sicolloca il Decreto varato qualche giorno fa, ilcosiddetto Sblocca Italia, provvedimento cheha come obiettivo centrale quello di ridare

L’2015 i relativi cantieri dovranno inderogabil-mente aprire. Un altro investimento impor-tante sarà destinato al potenziamento delleinfrastrutture aeroportuali attraverso lo sbloc-co di 4,6 miliardi per gli aeroporti di Malpen-sa, Fiumicino, Firenze, Genova e Salerno. Inol-tre saranno destinati altri 4 miliardi di europer mettere in cantiere altre opere strategichea livello locale come la Linea C di Roma, il pas-sante ferroviario di Torino e il potenziamentodi altri cantieri per poter portare a termine al-cune opere come il Brennero.Per quanto riguarda il settore dell’Edilizia èprevisto un provvedimento che interessa un

po’ tutti i cittadini italiani intenti nella pro-grammazione delle ristrutturazioni delle unitàabitative. D’ora in poi le ristrutturazioni in ca-sa propria potranno essere attivate attraversouna semplice comunicazione al Comune enon più attraverso un’autorizzazione edilizia.Di conseguenza ogniqualvolta che un cittadi-no vorrà operare frazionamenti o accorpa-menti (nell’ambito delle medesime cubature)si potrà presentare solo la cosiddetta SCIA (Se-gnalazione Certificata di Inizio Attività) conrelativo risparmio di contributi relativi allacostruzione.In relazione al settore immobiliare viene da-ta poi la possibilità ad un privato, ma ancheuna Coop Edilizia od una Onlus, di ottenere unbonus fiscale sull’acquisto di un immobilenuovo se successivamente lo stesso viene af-fittato ad un canone convenzionale. Il BonusIrpef è riconosciuto nella misura del 20% su unmassimale d’acquisto di 300 mila euro. In sol-doni questo permetterà ad un contribuente direcuperare 60 mila euro e spalmarli in ottoannualità, con un beneficio Irpef annuale di7.500 euro. Non è poco. Tutti questi provvedimenti certamente da-ranno piccole boccate d’ossigeno, sappiamoperò che la vera partita verrà giocata sulla ca-pacità del Governo Renzi nello sconfiggere lavera burocrazia, ovvero una macchina stata-le che divora miliardi di EURO. Qui sarebbe opportuno dare massima im-portanza e sostegno al lavoro dell’uomo dei ta-gli, Cottarelli. Perchè gli incentivi sopra de-scritti a poco potranno servire se ancora So-cietà Pubbliche, Società Partecipate dallo Sta-to e Società cosiddette in “House” continue-ranno inesorabilmente a bruciare risorse.Chiudiamo le falle e contemporaneamentediamo gli incentivi. Sarà questa una delle gran-di sfide che aspettano Renzi e che gli italiani siaspettano da lui.

RAFFAELE PONTIS

IL PORTICO DEGLI EVENTI 3DOMENICA 21 SETTEMBRE 2014 IL PORTICO

Burundi. Tre suore italiane, da tanti anni in Africa, sono state barbaramente uccise.

UELLO CHE È accadutonon è interruzione macompimento della loromissione”.

Così commentano le Suore Save-riane Missionarie di Maria a pro-posito del brutale assassinio del-le loro consorelle in Burundi. SuorLucia Pulici, suor Olga Raschiettie suor Bernardetta Boggian sonostate ritrovate senza vita tra il 7 el’8 settembre nella missione di Ka-menge, alla periferia di Bujum-bura, dove vivevano. Le modalitàdel massacro sono preoccupan-ti: le tre consorelle sono statesgozzate da un assassino che haagito indisturbato.Il pomeriggio del 7 settembre ilkiller ha ucciso suor Lucia e suorOlga; è poi tornato nella notte, in-troducendosi nella casa delle mis-sionarie e uccidendo suor Ber-nardetta. Solo una suora è scam-pata all’attentato. Ancora scono-sciuto il movente di un delitto co-

QSUSANNA MOCCI

sì efferato, che ha lasciato sgo-menta la popolazione locale e ilmondo cattolico.Le tre anziane suore da anni ope-ravano in vari paesi dell’Africa set-te anni fa erano approdate in Bu-rundi dove erano benvolute dallapopolazione.Avevano tra i 75 e gli 83 anni e, no-nostante avessero problemi di sa-lute, avevano insistito per potertornare in Africa e donare la lorovita fino alla fine.Prestavano il loro servizio nellapastorale e in un centro parroc-chiale di formazione per ragazze edonne, aiutavano i poveri, stava-no a contatto con la gente. Tre vi-te dedicate agli ultimi, la cui finelascia attoniti.Il Santo Padre ha espresso la suavicinanza con un telegramma in-

dirizzato a Suor Giordana Bertac-chini, Superiora Generale delleMissionarie Saveriane nel qualeha auspicato che «il sangue ver-sato diventi seme di speranza percostruire l’autentica fraternità trai popoli».“Noi cristiani siamo chiamati aportare il Vangelo dove non è co-nosciuto e nei luoghi più marto-riati -spiega Padre Gianni, re-sponsabile del centro saverianodi Cagliari- Siamo presenti da tan-to tempo in Burundi, dove abbia-mo un centro di ritrovo per gio-vani, che conta circa 45.000 tes-serati. Lì lavoriamo per l’integra-zione e la riconciliazione delle et-nie Hutu e Tutzi attraverso atti-vità come lo sport, il teatro, la mu-sica. La presenza dei missionari èsempre sgradevole per chi vuole

Una vita al servizio dei poverispezzata da una violenza assurda

il fattoIl divorzio è consensuale

ALLA FERRARI

Dopo 23 anni la Ferrari cambiapresidente. Luca Cordero di Mon-tezemolo ha lasciato a favore diSergio Marchionne, a capo di FiatChrysler. Una separazione con-sensuale, consumatasi sotto laluce dei riflettori mediatici di tuttoil mondo, in una conferenza stam-pa dalle caratteristiche più an-glosassoni che italiane.La buonuscita è di tutto rispetto,26 milioni di euro, è possibile an-che che il brizzolato di nobile ca-sata diventi presto il nuovo boss,di quella che un tempo era lacompagnia di bandiera, l’Alitalia.La fine dell’era Montezemolo se-gna un cambiamento importante“Perché - come ha detto il nuovopatron Marchionne - la Ferrari nonsi ferma, ci sono le premesse peruna ulteriore crescita”.Eppure nei quasi cinque lustri digestione Montezemolo sono sta-ti numerosi i risultati sul fronte For-mula 1 e su quello delle venditedelle auto dai costi proibitivi.

Negli ultimi sei anni i podi dellegare di F1 non si sono distinti peril rosso Ferrari, se mai per quellodi vergogna e delusione. In com-penso crescono ancora le ven-dite di auto negli Stati Uniti, cosìcome aumenta l’interesse per ilpubblico americano sulle vicendedella Formula Uno. Questi sonosintomi di un’azienda che, al di làdelle scaramucce dei due topmanager, è in salute. I propri di-pendenti a fine anno ricevono ilbonus produzione in busta paga,una rarità di questi tempi.Ora la sfida sarà rilanciare la Fer-rari sia in pista (nessun titolo mon-diale dal 2008), “non certamentein questa stagione”, come ha det-to lo stesso Marchionne, sia nel-le vendite, considerato che il nu-mero delle persone in grado dispendere tanto per una vetturacosì costosa è in forte calo, e nelcontempo la disponibilità finan-ziaria di chi è già ricco è in cresci-ta. Quindi molte Ferrari anche sein mano a pochi, Balotelli docet.Resta alta l’attenzione anche de-gli investitori: il processo di ag-gregazione societaria di Fiat eChrysler è alle ultime battute, maresta lo scoglio delle richieste dirimborso da parte dei creditoriper concludere il trasferimentodelle sedi in Olanda e Regno Uni-to e la quotazione a Wall Street.Una cosa è certa. “La Ferrari è eresterà italiana. Sarebbe incon-cepibile fare la Ferrari fuori da Ma-ranello. Stiamo esagerando a de-scrivere gli eventi dei prossimimesi”. Così Sergio Marchione.Gli italiani si fidano, sperando dinon rimanere delusi, come già ac-caduto per altri loro simboli trico-lore, ad esempio l’Alitalia, tantoper restare “sul pezzo”. (rc)

fare i propri interessi - continua ilsacerdote-. Quello che è successoè difficile da interpretare, ma cer-to è che lì la vita non vale niente edè facile uccidere. Ci dobbiamobuttare con gli occhi della fede,certi che il martirio sia la semen-te dei nuovi cristiani.Quando il corteo funebre – diret-to al cimitero di Panzi, nella Re-pubblica Democratica del Con-go, dove sono sepolti altri missio-nari uccisi- è passato davanti allevarie comunità ci sono state tan-tissime manifestazioni di affetto evicinanza da parte dei burundesi.Questo ci fa capire che la gente civuole bene”.Toccanti le parole del VescovoMonsignor Enrico Solmi nella cat-tedrale di Parma durante la cele-brazione eucaristica in memoriadelle saveriane :“Siamo certi chele persecuzioni, l’angoscia, la spa-da non hanno prevalso perché intutte queste cose siamo più chevincitori grazie a Colui che ci haamati (…).Nessuno ha un amorepiù grande di questo: dare la vitaper i propri amici”.I missionari saveriani di Cagliarihanno organizzato un momentodi preghiera aperto a tutti coloroche desiderino partecipare. Ap-puntamento giovedì 18 settem-bre alle 18.00 per la recita del Ro-sario e la celebrazione della San-ta Messa nella casa dei Saverianiin via Sulcis 1.

ONTINUA IL dibattito con-tro le servitù militari do-po il presidio di alcune

migliaia di persone al poligonodi Capo Frasca, nell’oristanese.Tra i manifestanti presenti saba-to scorso anche i soliti esagitati, iquali hanno pensato bene di ol-trepassare la recinzione ed en-trare nella base militare. Per loro,ha giustamente detto Filippo Di-spenza, Questore di Cagliari,scatteranno i provvedimenti pre-visti dalla legge. Ora però, archiviata la manife-stazione la palla passa al tavoloStato – Regione, con il presiden-te della Regione Francesco Pi-gliaru e il Ministro della Difesa,Roberta Pinotti, che cercherannoun accordo in grado da un latodi sgravare l’eccessivo carico diservitù sull’Isola (oltre il 60% èlocalizzato in Sardegna) e dal-l’altro di salvaguardare le neces-sità della Difesa.

Nel frattempo si sta per celebrareil processo per il disastro am-bientale (su questo si incentrerà ildibattito giudiziario) per il qualela Regione si è costituita parte ci-vile, così come i parenti di alcunitra militari e civili vittime dell’in-quinamento a Quirra. Si è giunti agiudizio, è bene ricordarlo, per lacaparbietà di Domenico Fiorda-lisi, ex - procuratore di Lanuseied oggi in Procura a Tempio.Negli ultimi giorni, passata latempesta molto mediatica sullebasi, qualcuno ha iniziato a fare iconti economici di un’eventualefuoriuscita dei militari dall’Isola.C’è chi ha parlato di almeno10mila buste paga che verrebbe-ro a mancare, e chi invece hacontestato questa cifra, chieden-do progetti di riconversione e diripristino ambientale. Sarebbeinteressante capire con quali fon-di e chi dovrebbe pagare questiprogetti. C’è chi ha chiesto “l’a-pertura in Sardegna di stabili-menti produttivi delle diverse in-

dustrie da cui si forniscono leForze Armate, dai mezzi e dai si-stemi di armamento (Agusta,Alenia, Oto Melara) fino alle divi-se”. Insomma servitù sì, ma an-che attività produttive per assi-curare l’attività delle basi. Altriinvece hanno fatto presente che,dopo la partenza da La Maddale-na degli americani e dei som-mergibili nucleari, viene lamen-tata la mancanza di alternative.Insomma gli americani se ne so-no andati ma nulla è stato creatoin alternativa dal punto di vistaeconomico.E qui sta il vero problema. Qua-lunque sia la strada che verrà se-

guita, riduzione o completosmantellamento delle servitù,sarà necessario assicurare a queiterritori alternative economico –occupazionali. Se così tante par-ti dell’Isola sono finite in manoai militari è certo che nessuno fi-nora ha proposto possibilità disviluppo alternativo a quello del-le basi. Un po’ come nel Sulcisdove alla presenza di industriaprimaria energivora e ad alto im-patto ambientale non si è creataun’alternativa, per cui la popo-lazione è in forte sofferenza.In questo la politica ha delle pre-cise responsabilità. Sarebbe orache se le assumesse.

La complessa questionedelle servitù militari

I. P.

C

Dopo la manifestazione a Capo Frasca

Papa Francesco:“Il sangue versato diventi seme di speranza percostruirel’autentica fraternità”

Manifestanti a Capo Frasca.

Le tre suore trucidate in Burundi.

4 IL PORTICO DEL TEMPIOIL PORTICO DOMENICA 21 SETTEMBRE 2014

pietre

I cristiani aiutano gli yazidi giunti dall'Iraq

SIRIA

È durata solo 72 ore la campagnapopolare per la raccolta di cibo,medicinali e vestiti realizzata da cri-stiani della città di Qamishli a favo-re dei profughi yazidi fuggiti dall'Iraqsotto minaccia dei jihadisti del Ca-liffato islamico per trovare rifugio interritorio siriano,presso il campoprofughi di New-roz. Comitati po-polari hannomontato unatenda che per tregiorni ha rappre-sentato il puntodi raccolta di beni di prima neces-sità destinati all'ultima ondata di ri-fugiati giunti in Siria e provenientisoprattutto dall'area montuosanord-irachena del Sinjar. Un grup-po di giovani volontari ha poi prov-veduto al trasporto dei beni al cam-po profughi, annunciando anchel'intenzione di porre in atto altre ini-ziative umanitarie a favore dei pro-fughi, come il lancio di una cam-pagna di vaccinazioni e l'istituzionedi équipe di supporto psicologicoper le donne e i bambini.

Ancora detenutii cristiani innocenti

IN LAOS

Cinque cristiani accusati dell'omi-cidio di una donna convertitasi alcristianesimo sono stati riconosciuti“non colpevoli”, ma non sono an-cora stati rilasciati. I cinque sonodetenuti senza aver commesso al-cun reato e nessuna data è statafissata per il loro rilascio. I cinquecristiani furono accusati di aver uc-ciso la signora Chan, una donnaconvertitasi al cristianesimo, de-ceduta dopo due anni di malattia. Icristiani conoscendo le sue gravicondizioni di salute, erano andati avisitarla nel villaggio dove viveva,per portarle conforto. Decedutamentre i cinque erano là, ai cristia-ni locali è stato anche impedito di

Preside cristianomalmenato e arrestato

INDIA

L’assalto immotivato ad una scuo-la cattolica ha generato sdegno eamarezza tra i cattolici dello stato diChhattisgarh, in India centroset-tentrionale. Nei giorni scorsi lascuola è stata bersaglio di un at-tacco ingiustificato da parte di tep-pisti violenti vicini al partito nazio-nalista indù, che accusavano inmodo del tutto pretestuoso il pre-side, p. Ligo Mathew, di aver insul-tato e parlato in modo violento adalcune allieve. Hanno fatto irruzio-ne nella scuola, insultandolo e per-cuotendolo. Anche alcune docen-ti, accorse all’udire grida e rumori,sono state malmenate. La poliziaha condotto il religioso nella sta-zione di polizia locale, mentre unafolla di estremisti di radunava e ur-lava slogan contro di lui. Il sacer-dote è stato condotto davanti a unmagistrato che l’ha condannato a14 giorni di detenzione.

LL’ANGELUS IL Santo Padresi è soffermato in partico-lare sul significato dellaFesta dell’Esaltazione

della Santa Croce. Quale motivo – siè chiesto Papa Francesco – hanno icristiani per “esaltare” la Croce? «Possiamo rispondere che noi nonesaltiamo una croce qualsiasi, otutte le croci: esaltiamo la Croce diGesù, perché in essa si è rivelato almassimo l’amore di Dio per l’uma-nità […] Perché? Perché è stata ne-cessaria la Croce? A causa della gra-vità del male che ci teneva schiavi.La Croce di Gesù esprime tutt’e duele cose: tutta la forza negativa delmale, e tutta la mite onnipotenzadella misericordia di Dio. La Crocesembra decretare il fallimento diGesù, ma in realtà segna la sua vit-toria». La Croce del Signore Gesù è il segnopiù eloquente del suo amore cherealizza la salvezza: « Quando vol-giamo lo sguardo alla Croce doveGesù è stato inchiodato, contem-pliamo il segno dell’amore, dell’a-more infinito di Dio per ciascuno dinoi e la radice della nostra salvezza.Da quella Croce scaturisce la mi-sericordia del Padre che abbracciail mondo intero. Per mezzo dellaCroce di Cristo è vinto il maligno, èsconfitta la morte, ci è donata la vi-ta, restituita la speranza. Questo èimportante: per mezzo della Crocedi Cristo ci è restituita la speranza.

A

La Croce di Gesù è la nostra unicavera speranza! Ecco perché la Chie-sa "esalta" la santa Croce, ed eccoperché noi cristiani benediciamocon il segno della croce. Cioè, noinon esaltiamo le croci, ma la Crocegloriosa di Gesù, segno dell’amoreimmenso di Dio, segno della no-stra salvezza e cammino verso laRisurrezione. E questa è la nostrasperanza».Sono uniti in modo speciale allaCroce di Cristo, ha mostrato il Papa,quei cristiani che sperimentano lapersecuzione a causa della fede:«Questo accade specialmente làdove la libertà religiosa non è an-cora garantita o pienamente rea-lizzata. Accade però anche in Paesie ambienti che in linea di princi-pio tutelano la libertà e i dirittiumani, ma dove concretamente icredenti, e specialmente i cristia-

ni, incontrano limitazioni e discri-minazioni».Al termine dell’Angelus Papa Fran-cesco ha ricordato in particolare laMissione delle Nazioni Unite nellaRepubblica Centroafricana e la suavisita a Redipuglia per ricordare imorti della Grande Guerra.Sempre domenica il Santo Padreha celebrato la Santa Messa con ilrito del Matrimonio per venti cop-pie della Diocesi di Roma.Nell’omelia il Papa ha invitato glisposi a perseverare nella fedeltàcon l’aiuto della grazia: « L’amore diGesù, che ha benedetto e consa-crato l’unione degli sposi, è in gra-do di mantenere il loro amore e dirinnovarlo quando umanamentesi perde, si lacera, si esaurisce. L’a-more di Cristo può restituire aglisposi la gioia di camminare insie-me; perché questo è il matrimonio:

il cammino insieme di un uomo edi una donna, in cui l’uomo ha ilcompito di aiutare la moglie ad es-sere più donna, e la donna ha ilcompito di aiutare il marito ad es-sere più uomo […] Non è un cam-mino liscio, senza conflitti: no, nonsarebbe umano. E’ un viaggio im-pegnativo, a volte difficile, a volteanche conflittuale, ma questa è lavita! E in mezzo a questa teologiache ci dà la Parola di Dio sul popo-lo in cammino, anche sulle fami-glie in cammino, sugli sposi in cam-mino, un piccolo consiglio. È nor-male che gli sposi litighino, è nor-male. Sempre si fa. Ma vi consiglio:mai finire la giornata senza fare lapace. Mai».In settimana il Papa ha ricevuto inudienza i membri dell’Associazio-ne Biblica Italiana, con i quali hamesso in luce il legame tra lo studiodella Scrittura e la vita spiritualepersonale: «La fede, per risplende-re, per non essere soffocata, dev’es-sere nutrita costantemente dallaParola di Dio […] È necessario na-turalmente che lo stesso esegetasappia percepire nei testi la Paroladivina, e questo è possibile solo sela sua vita spirituale è fervida, riccadi dialogo con il Signore; altrimen-ti la ricerca esegetica resta incom-pleta, perde di vista il suo obiettivoprincipale».All’Udienza Generale, il Papa ha ap-profondito il tema della Chiesa ma-dre che insegna le opere della mi-sericordia.

Il Papa.Nell’udienza con i biblisti italiani l’insistenza sul legame tra studio e spiritualità.

L’amore di Gesù sostiene gli sposinelle prove della vita di coppia

ROBERTO PIREDDA

Guardare a Maria

ggi possiamo guardarela Madonna, piccolina,santa, senza peccato,pura, prescelta per di-

ventare la Madre di Dio e ancheguardare questa storia che è die-tro, tanto lunga, di secoli e do-mandarci: ‘Come cammino io nel-la mia storia? Lascio che Dio cam-mini con me? Lascio che Lui cam-mini con me o voglio camminareda solo? Lascio che Lui mi carezzi,mi aiuti, mi perdoni, mi portiavanti per arrivare all’incontrocon Gesù Cristo?’ Questo sarà il fi-ne del nostro cammino: incon-trarci col Signore. Questa doman-da ci farà bene oggi. ‘Lascio cheDio abbia pazienza con me?’. E co-sì, guardando questa storia gran-de e anche questo piccolo paese,possiamo lodare il Signore e chie-dere umilmente che ci doni la pa-ce, quella pace del cuore che sol-tanto Lui ci può dare, che soltantoci dà quando noi lasciamo Luicamminare con noi.

(8 settembre 2014)

Vicino ai peccatori

L’amore non guarda se uno ha lafaccia brutta o la faccia bella: ama! EGesù fa lo stesso: ama e sceglie conamore. E sceglie tutti! Nella lista,non c’è nessuno importante - fravirgolette - secondo i criteri delmondo: è gente comune. C’è gentecomune. Ma hanno una cosa - sì -da sottolineare in tutti: sono pec-catori. Gesù ha scelto i peccatori.Sceglie i peccatori. E questa è l’ac-cusa che gli fanno i dottori della leg-ge, gli scribi: ‘Questo va a mangiarecon i peccatori, parla con le prosti-tute….’. Gesù chiama tutti! Ricor-diamo quella parabola delle nozzedel figlio: quando gli invitati nonsono venuti, cosa fa il padrone dicasa? Invia i suoi servi: ‘Andate eportate a casa tutti! Buoni e cattivi’,dice il Vangelo. Gesù ha scelto tutti!Non è un professore, un maestro,un mistico che si allontana dallagente e parla dalla cattedra, lì. No!È in mezzo alla gente; si lascia toc-care; lascia che la gente gli chieda.Così è Gesù: vicino alla gente.

(9 settembre 2014)

Amare i nemici

È proprio dare se stesso dare il cuo-re, proprio a quelli che ci voglionomale, che ci fanno male, ai nemici.E questa è la novità del Vangelo. Pa-dre, io … io non me la sento di farecosì!’ – ‘Ma, se non tela senti, è un proble-ma tuo, ma il cammi-no cristiano è que-sto!’. Questo è il cam-mino che Gesù ci in-segna. ‘E cosa devosperare?’. Andate sul-la strada di Gesù, cheè la misericordia; sia-te misericordiosi co-me il Padre vostro èmisericordioso. Sol-tanto con un cuoremisericordioso po-tremo fare tutto quello che il Si-gnore ci consiglia. Fino alla fine. Lavita cristiana non è una vita auto-referenziale; è una vita che esce dase stessa per darsi agli altri. E’ undono, è amore, e l’amore non tornasu se stesso, non è egoista: si dà.

(11 settembre 2014)

La correzione fraterna

Non si può correggere una perso-na senza amore e senza carità.

Il cammino di Cristo

O

Non si può fare un intervento chi-rurgico senza anestesia: non sipuò, perché l’ammalato morirà didolore. E la carità è come una ane-stesia che aiuta a ricevere la cura eaccettare la correzione.Prenderlo da parte, con mitezza,

con amore e parla-gli. La correzionefraterna è un attoper guarire il corpodella Chiesa. C’è unbuco, lì, nel tessutodella Chiesa che bi-sogna ricucire. Ecome le mamme ele nonne, quandoricuciono, lo fannocon tanta delicatez-za, così si deve farela correzione frater-na. Se tu non sei ca-

pace di farla con amore, con ca-rità, nella verità e con umiltà, tufarai un’offesa, una distruzione alcuore di quella persona, tu faraiuna chiacchiera in più, che feri-sce, e tu diventerai un cieco ipo-crita, come dice Gesù. ‘Ipocrita,togli prima la trave dal tuo oc-chio….’. Ipocrita! Riconosci che tusei più peccatore dell’altro, ma chetu come fratello devi aiutare a cor-reggere l’altro.

(12 settembre 2014)

LE OMELIE DEL PAPA A SANTA MARTA

La celebrazione del rito del matrimonio presieduta dal Papa.

5IL PORTICO DEI GIOVANIDOMENICA 21 SETTEMBRE 2014 IL PORTICO

Cultura. Giovanni Melis, professore di economia aziendale, dal 2009 è Rettore Magnifico a Cagliari.

UNIVERSITÀDEGLIStudi diCagliari ha iniziato lasua attività nel 1626, do-po essere stata istituitanel 1606 da Papa Paolo

V ed aver ottenuto, nel 1620, il pri-vilegio di fondazione da Filippo IIIdi Spagna. Il suo stemma rappre-senta Maria e riporta le mitre di Pa-pa Ilario e dei Vescovi Eusebio e Lu-cifero, tre sardi che la Chiesa Cat-tolica venera come Santi. A capo dell'Ateneo v'è, dal 2009, il59esimo Rettore Giovanni Melis,professore ordinario di EconomiaAziendale dal 1990.Quanti Corsi di Laurea sarannoattivi all'Università di Cagliari nelnuovo Anno Accademico?Saranno 78 tra quelli triennali,biennali ed a ciclo unico.Il polo di Monserrato si sta espan-dendo e, secondo quanto è statoanticipato, le strutture della clini-ca pediatrica Macciotta potrebbe-

ro andare al polo economico-giu-ridico di viale Sant'Ignazio: è vero?La clinica pediatrica stava nellastruttura Macciotta, che è stata li-berata: tutta la pediatria e la neo-natologia sono state trasferite al-l’Ospedale Microcitemico. I localidella clinica Macciotta saranno de-stinati per aule, biblioteche e servi-zi vari in particolare al polo econo-mico-giuridico e ci sarà anche unincubatore di impresa.Sempre parlando degli spazi uni-versitari, non si può non notarecome esista un deficit di alloggipubblici per gli studenti fuori sede.In tal senso dovrebbero iniziare ilavori per il campus di viale LaPlaya: quanti posti letto si riusci-ranno ad ottenere?Noi abbiamo collaborato, ma que-sta è un'attività dell'ERSU (Ente Re-gionale Studio Universitario), nondell'Ateneo. Credo che i posti lettopotrebbero essere 500 in questaprima fase. Forse si possono faredegli ampliamenti successiva-mente. È bene dire che l'Ateneo diCagliari, tenendo conto delle diffi-

L’GIAN MARIO ARESU

coltà che hanno soprattutto gli stu-denti fuorisede, sta finanziando an-che con la collaborazione dellaFondazione Banco di Sardegnanuove borse, aggiuntive rispetto aquelle dell'ERSU, per circa un mi-lione di euro.Quest'anno ci sono state, tra leal-tre, delle manifestazioni per ri-vendicare un maggior numero diappelli soprattutto per la Facoltà

di Scienze Economiche, Giuridi-che e Politiche, ma anche per il po-lo umanistico: cos'è successo?C'è una convinzione, che non è as-solutamente confermata dai dati,per cui, più appelli ci sono, più fa-cile sia superare gli esami. In realtàle Facoltà dove ci sono più appellisono quelle dove il numero dei fuo-ricorso è più elevato. Probabil-mente questo dipende dal fatto checi sono troppi studenti, spesso pen-dolari o a tempo parziale, che nonseguono le lezioni e quindi preferi-scono avere tanti appelli a disposi-zione. Comunque abbiamo previ-sto, soprattutto per gli studenti fuo-ricorso, delle misure particolari inmodo da cercare di aiutarli.Questione tasse: a Cagliari sonocare?No, sono mediamente tra le piùbasse d'Italia. E abbiamo 5.000 stu-denti che sono totalmente esone-rati.Su una popolazione studentescadi quanti iscritti?Circa 29.000.Intanto ci sono delle novità, tra le

quali la Tessera Unica Studenti...Sì, si tratta di una delle richieste de-gli studenti che noi abbiamo ac-colto. La tessera è in fase di realiz-zazione e mi auguro che faciliti l'ac-cesso a tutti i servizi.Si tratterà di una tessera per servi-zi solo universitari o anche ex-trauniversitari?Noi partiamo da quelli universita-ri. Poi, se avremo la collaborazione,vedremo di estenderla ai servizidell'ERSU ed anche a quelli dellealtre amministrazioni.Dal punto di vista della valuta-zione dell'Ateneo, i ricercatori del-l'Università di Shangai hanno in-serito quella di Cagliari nella listadelle prime 500 al mondo. È qual-cosa di cui andare orgogliosi? Noi riteniamo sia un fatto positivoche quello di Cagliari sia fra i 21 Ate-nei, su più di 70 in Italia, ad esserestati inseriti tra i primi 500 al mon-do. Per noi è un riconoscimento ri-spetto agli sforzi che abbiamo fat-to per migliorare la qualità della ri-cerca.Parlando di internazionalizza-zione, come si pone il più grandecentro culturale dell'Isola, che èl’Università di Cagliari, rispetto ai

L’Università di Cagliari, una lunga tradizionedi formazione al servizio dei giovani dell’Isola

programmi di mobilità, di frontealle nuove tecnologie ed alla ne-cessità di conoscere le lingue stra-niere?Il nostro Ateneo ha accordi con ol-tre un centinaio di Università in tut-to il mondo. E si fanno anche piùaccordi con lo stesso Ateneo, quin-di sono molto più di 100. Noi ab-biamo una mobilità importanteper quanto riguarda gli studentiErasmus: quest'anno ci sono a di-sposizione 800 borse. Ma nel con-tempo possiamo contare anche su

un buon rientro di studenti chevengono da altre Università. Rela-tivamente alle lingue straniere, ab-biamo attivato un intero corso di

Economia, indirizzo InternationalManagement, in lingua inglese. Epoi c’è il Centro Linguistico d’Ate-neo. Per quanto riguarda le nuovetecnologie, sono tre i Corsi di Lau-rea online attivati per quest'anno e,in più, ci sono 33 insegnamenti, inparticolare dei primi anni, tutti inrete. Abbiamo fatto una proposta airesponsabili dell'Università diffusadi Nuoro ed Oristano perché si isti-tuiscano dei punti d'ascolto in cuigli studenti possano seguire le le-zioni. È un impegno importanteche pensiamo di estendere ad al-meno altri tre Corsi di Laurea.Il suo mandato scade nel 2015: po-trebbe fare un bilancio degli anniche ha vissuto come Rettore?Credo si possa dire che sono statianni molto difficili per i tagli mini-steriali. Primo punto: l’Università èl’unica Pubblica Amministrazioneche deve guadagnarsi il finanzia-mento statale con i risultati delladidattica e della ricerca, i fondi nonsono più scontati. Secondo punto:ciò ha comportato una riorganiz-zazione complessiva di tutto l’Ate-neo, una nuova cultura. In partico-lare noi abbiamo superato la cul-tura del numero e siamo alla cultu-ra del merito. Tutte le risorse sonoassegnate sulla base dei meriti con-seguiti, sia per la didattica che per laricerca. Abbiamo migliorato e po-tenziato la ricerca in termini di ri-sorse ed anche di strumenti. La di-dattica è stata incrementata, in par-ticolare sotto il profilo dell’orien-tamento e dei laboratori, ed è statogarantito un organico adeguato.Stiamo mettendo in campo tantis-simi concorsi: nel 2014 ci sarannocirca 100 assunzioni. Per quanto riguarda il progetto delnuovo ospedale universitario, ab-biamo potenziato il Policlinico, su-perando le cliniche con struttureobsolete ed iniziando ad accorpar-le a Monserrato. In cantiere c’è un progetto per edi-ficare un nuovo blocco. Stiamo co-struendo anche un centro di ser-vizi per la ricerca ed una nuovastruttura per la Facoltà di Farmaciaed alcuni Dipartimenti di Scienze,in modo da trasferire e liberare ilPalazzo delle Scienze.

L’Ateneo di Cagliariconta circa 29.000studenti che seguono78 corsi di laurea.L’intervista al RettoreGiovanni Melis.

IL PORTICO DEI GIOVANIIL PORTICO DOMENICA 21 SETTEMBRE 20146

che dagli stessi ragazzi e dalle lorofamiglie: occorrerebbe più fidu-cia verso il nostro lavoro e verso lenostre persone. A patto, s’inten-de, che noi stessi la sappiamo me-ritare, ma servirebbe un creditoiniziale. Quanto si può realizzarecon un ragazzo dal quale ricevia-mo stima e fiducia! Tutto cambianel rapporto docente-alunno, tut-to diventa più appassionante edavvero fruttuoso. Quando que-sto accade, la scuola diventa unavera e propria comunità educati-va ed educante”.In attesa della sua prima lezionetra i banchi della prima ginnasiodel Liceo classico “Siotto” di Ca-gliari, alla tredicenne Maria AdelePiano non mancano certo desi-deri e progetti: “Ho molte aspet-tative sul nuovo anno scolastico,come trovare professori in gam-ba che mi diano la formazione ne-cessaria per affrontare le classisuccessive e per creare le basi perla carriera di giornalista e scrittri-ce che vorrei intraprendere daadulta”. Con la certezza che “stu-diare è più importante di quantonoi crediamo”, concludendo lasua riflessione, la giovane liceale citiene a precisare che è convintache “studiare significa darsi unacultura, acquisire le conoscenzenecessarie per vivere la vita di tut-ti i giorni, e che studiare oggi si-gnifica essere ricompensati do-mani”.

I SONO AUGURI, desideri,aspettative, ma anchetimori, tra i pensieri dichi, seppure con ruoli e

responsabilità diverse, da dirigen-te scolastico, insegnante o stu-dente, ha atteso il suono dellacampanella che segna l’inizio del-le lezioni del nuovo anno scolasti-co.Vincenzo Porrà, dirigente dell’I-stituto Servizi per l’enogastrono-mia e l’ospitalità alberghiera di Pu-la, alla vigilia dell’inizio delle le-zioni ritiene di dover rivolgere unaugurio: “Buona scuola a tutti!Questo è per la nostra società tra imigliori auguri che possano esse-re indirizzati a tutti. Ai ragazzi, an-zitutto, perché siano e si sentanoaccolti come meritano, trovino unambiente sereno e siano aiutati acomprendere l’importanza per illoro futuro di impegnarsi nel loro

CFRANCO CAMBA

lavoro di tutti i giorni. Buona scuo-la alle famiglie, perché i genitori sirendano conto dell’importanzadella scuola per i loro figli e dellaindispensabilità di collaborare congli operatori tutti per rendere l’am-biente della scuola consono allenecessità. Buona scuola agli ope-ratori della scuola, perché senten-do tutta l’importanza del loro ruo-lo nel nostro Paese, siano motiva-ti a svolgere ciascuno la propriaparte con impegno, passione per igiovani, consapevolezza delle pro-prie responsabilità. Buona scuolaal Governo, perché porre la scuo-la fra gli obiettivi centrali della pro-pria azione è una buona partenza,

ma per arrivarci occorre com-prendere quali sono davvero i pro-blemi e affrontarli”. Tra i principa-li problemi il professor Porrà in-dividua: “la perdita della consa-pevolezza da parte della societàdell’importanza della formazionedella gioventù, con la conseguen-te demotivazione allo studio deiragazzi ed al lavoro degli operato-ri scolastici finiti al fondo dello sta-tus sociale, non solo per ragionieconomiche, l’invecchiamentoormai drammatico della classe do-cente, la fatiscenza di parte consi-derevole delle strutture”.Alla domanda su cosa si aspettadal nuovo anno scolastico, don

“La buona scuola significa voler beneai ragazzi, saperli ascoltare e valorizzare”

Alessandro Simula, da dieci annidocente al Liceo scientifico e arti-stico “Brotzu” di Quartu Sant’Ele-na, risponde: “È dura avere aspet-tative perché l’inizio della scuolaspesso è accompagnato da an-nunci di tagli e di riforme, che so-vente si traducono in un progres-sivo impoverimento delle risorse equindi delle possibilità di fare unabuona scuola. Quest’anno, ap-punto, il Governo parla di “buo-na” scuola. Al di là di cosa questovoglia dire nelle menti di chi pia-nifica l’istruzione, “buona scuola”per me significa anzitutto volerbene ai ragazzi. Ossia volere il lorobene. Essere capaci anzitutto diascoltarli e farsi compagni di viag-gio, nella consapevolezza che perloro siamo figure alternative ai lo-ro amici e ai loro genitori, ma pursempre significative se vogliamoandare al di là delle valutazioni,dei giudizi e di quanto tecnica-mente comporta la professione diinsegnante”.Poi, proseguendo sull’esperienzamaturata tra i liceali, don Simulaafferma: “Personalmente cerco diessere qualcuno che si mette a di-sposizione degli alunni anzituttoascoltandoli e cercando, se loroconsentono, di dare buoni consi-gli facendo in modo che loro stes-si si accettino e si stimino: moltiragazzi e ragazze sono carenti ditutto ciò. Sono convinto che la“buona scuola” deve nascere an-

vede che gli alunni delle scuole sta-tali con cittadinanza non italianasaranno settecentoquarantamila,di questi quasi cinquemila fre-quenteranno le scuole sarde: set-tecentocinquanta circa nelle scuo-le dell’infanzia, i restanti suddivisitra le primarie e le secondarie diprimo e secondo grado.Infine, il Ministero ha reso noto an-che il numero complessivo degliinsegnanti impegnati nelle scuolestatali di ogni ordine e grado: sa-ranno complessivamente più disettecentoventunomila. Di questi,quasi ventiduemila presterannoservizio in Sardegna.Sul fronte sindacale regionale, in-tanto, si solleva la protesta sul di-mensionamento della scuola sardache, secondo Ignazio Ganga, dellasegreteria regionale della Cisl, au-spica che il Consiglio regionale ap-provi una legge che possa “resti-tuire autorevolezza alla scuola sar-da, mettendola in condizione dierodere l’emergenza educativa,che si manifesta nell’indice di di-spersione scolastica pari al 25,5%”.Un dato questo che non può esse-re ignorato, soprattutto nel mo-mento in cui in Italia prende avvioil dibattito sulla riforma della scuo-la. E il Consiglio dell’Unione euro-pea si prepara a discutere sul ruo-lo dell’istruzione e della formazio-ne nel contesto della revisione del-la “Strategia Europa 2020”.

ti definitivi, si stima che le scuoleparitarie sarde concorreranno nelsistema dell’istruzione accoglien-do sui propri banchi oltre sedici-mila alunni. Durante il precedenteanno scolastico, oltre dodicimilabambini hanno frequentato nelleistituzioni paritarie sarde le scuoledell’infanzia, mentre gli alunni del-le primarie (ex elementari) sonostati quasi duemilacinquecento, epoco più di milleseicento ragazzihanno frequentato le scuole se-condarie di primo (conosciute an-cora come scuole medie) e di se-condo grado, note ai più come

scuole superiori.Tra circoli didattici, istituti com-prensivi e istituti principali di pri-mo grado, in Sardegna si arriva a201 istituzioni del ciclo primario(che si conclude con l’esame “diterza media”), mentre le istituzio-ni del secondo ciclo, compresequelle educative, sono 114. Perquanto riguarda le paritarie, l’annoscorso hanno operato nell’isola263 scuole dell’infanzia, 22 scuoleprimarie, 6 scuole secondarie diprimo grado e 29 scuole seconda-rie di secondo grado.Mentre a livello nazionale si pre-

Le attese per il nuovoanno nelle paroledi Vincenzo Porrà,dirigente scolastico,don Alessandro Simula,docente di religione,e la giovane Maria Adele

Scuola. Il 15 settembre ha preso il via in Sardegna il nuovo anno scolastico. Le voci di chi vive ogni giorno in questa realtà.

L NUOVO ANNO scolastico è ini-ziato. E se il primo settembre èper gli insegnanti il Capodan-

no della scuola, caratterizzato dal-la ritualità della “presa di servizio”e, di norma, dalla partecipazione alprimo Collegio dei docenti, per lastragrande maggioranza degli stu-denti italiani lo è stato il quindicisettembre. Giorno in cui, trannepoche eccezioni, il suono dellacampanella ha dato il via alle le-zioni del nuovo anno scolastico peroltre otto milioni e mezzo di alun-ni.Un nuovo anno che ha preso l’av-vio dopo un’estate durante la qua-le l’argomento scuola è stato al-l’ordine del giorno del dibattitopubblico, sulla carta stampata esui social network, in attesa di unapreannunciata nuova riforma, che,stando ai recenti documenti delGoverno, dovrebbe portare alla“buona scuola, per far crescere il

Paese”. E mentre si percepisce che l’annoappena avviato potrebbe essere ri-cordato come quello di una nuovaprimavera per la scuola italiana, ilServizio statistico del Ministerodell’Istruzione ha reso noti i datirelativi al nuovo anno scolastico,che derivano dagli organici di fat-to.Con un totale di 368.341 classi, glialunni previsti sui banchi dellescuole statali, da quelle dell’infan-zia alle secondarie di secondo gra-do, saranno quasi sette milioni enovecentomila.A questi si devono poi aggiungeregli oltre novecentonovantamilaalunni che frequenteranno le scuo-le paritarie.In Sardegna il numero complessi-vo degli alunni delle scuole stataliè di poco più di duecentododici-mila, suddivisi in 10.906 classi. Diquesti alunni, circa cinquemila-cinquecento hanno disabilità. Poi-ché ancora non si conoscono i da-

Un nuovo anno al via tradifficoltà e speranze

F.C.

I

La complessa realtà dell’istruzione in Sardegna

Alunni all’ingresso del liceo classico “Siotto” di Cagliari.

Studenti all’uscita dell’Istituto “don Bosco” di Cagliari.

DOMENICA 21 SETTEMBRE 2014 7IL PORTICO DI CAGLIARI IL PORTICO

ONUNADELIBERAapprova-ta all'unanimità durantela seduta dello scorso 10settembre, il Consiglio

Comunale di Cagliari ha deciso diabbassare le aliquote della Tasi –Tassa sui servizi indivisibili, impo-sta comunale istituita dalla Legge diStabilità 2014 – relative a una seriedi immobili “secondari”. Nello spe-cifico la manovra prevede l'azze-ramento della tassa relativa alle se-conde case sfitte (immobili di ca-tegoria catastale da A/1 a A/9) e unosconto per aree fabbricabili, localicommerciali e quelli della categoriaD come alberghi, banche, centrisportivi, case di cura e altri.Introdotta dall'ultima legge di sta-bilità, la Tasi è, insieme all'Imu e al-la Tari (Tassa sui rifiuti, che sosti-tuisce la Tares), una delle compo-nenti della Iuc (Imposta unica co-munale) e riguarda i servizi comu-nali rivolti alla collettività, come lamanutenzione stradale, la gestionedel verde pubblico o l’illuminazio-ne comunale. Da pagare in due ra-

CFRANCESCO ARESU

te – 16 giugno e 16 dicembre –, labase imponibile della Tasi è la stes-sa dell’Imu, ma la sua peculiarità èche il soggetto passivo non è sol-tanto il proprietario dell'immobilema anche l'eventuale affittuario,con quest'ultimo tenuto a versaresolo una parte del totale (fra il 10 eil 30 per cento, secondo quanto sta-bilito dal regolamento comunaledella Tasi, che a Cagliari corrispon-de al 15 per cento).«Meno tasse per i cittadini cagliari-tani. Approvata oggi la proposta didelibera che riduce di 2,3 milionidi euro la Tasi», ha scritto soddi-sfatto il Sindaco Massimo Zedda

sul proprio profilo Facebook. «ACagliari – prosegue la nota del Pri-mo cittadino – era già tra le più bas-se in Italia tra le grandi città e i ca-poluogo di Regione, come pubbli-cato oggi da Repubblica. Presen-tiamo a fine mese la delibera perridurre di 2 milioni di euro anche laTari (la tassa sui rifiuti)».Secondo le stime fatte dalla Giunta,nelle casse del Comune dovrebbe-ro entrare poco meno di due mi-lioni e mezzo di euro in meno ri-spetto a quanto preventivato adaprile scorso: a fronte dei 21 milio-ni e 630 mila euro previsti allora perfinanziare i servizi, lo sconto ap-

Nella rete caotica dei tributi localiun po’ meno tasse per i cagliaritani

provato porta la cifra a quota 19 mi-lioni e 330 mila euro. La misura approvata dall'assem-blea comunale prevede innanzi-tutto l'abbassamento dell'aliquotada 1,5 per mille a 1 per mille deicontributi dovuti per gli immobilidi categoria catastale A/10 (“uffici estudi privati”), gli immobili di ca-tegoria C/1 (“negozi e botteghe”),C/6 (“stalle, scuderie, rimesse, au-torimesse”), C/7 (“tettoie chiuse oaperte”) e C/2 (“magazzini e localidi deposito”) che non costituisconopertinenze, immobili affittati noncome abitazione principale, areefabbricabili e tutti gli altri ai quali siapplica l'aliquota Imu del 9,6 permille. Svolta, infine, per quanto riguardagli immobili delle categorie da A/1a A/9 – quelli a uso abitativo – nonaffittati: la delibera stabilisce chel'aliquota passi dallo 0,8 per mille a0. Su questi tipi di immobili rimarràperò da pagare l'aliquota massimadell'Imu, ovvero lo 10,6 per mille.Per immobili di categoria D – tracui alberghi, centri sportivi, case dicura – e terreni edificabili l'aliquo-ta scenderà di mezzo punto,dall'1,5 all'1 per mille. Stesso “scon-to” per quanto riguarda garage eposti auto non considerati perti-nenza dell'abitazione principale.Ai proprietari delle seconde casenon affittate resterà dunque da pa-gare l'aliquota massima dell'Imu,prevista al 10,6 per mille, così comerimarranno invariate aliquote e de-trazioni per le abitazioni principa-li.

La Tasi è la tassa suiservizi indivisibili,un’imposta localeche va a finanziarestrade, illuminazione,e verde pubblico

Fisco. Il Consiglio Comunale ha deliberato l’abbassamento delle aliquote della Tasi.

APRIMAVERAdel 2014 ha segna-to il rinnovo delle cariche di-rettive in molte associazioni

cattoliche. Anche il Gruppo di Ca-gliari del M.E.I.C. – Movimento Ec-clesiale di Impegno Culturale - haproceduto il 29 aprile allo svolgi-mento dell’Assemblea per eleggere lasua nuova dirigenza. Pur diretta-mente interessato a questa vi¬cendaperché ero il Presidente uscente, so-no lieto di riferirne perché è stata unatappa certamente impor¬tante per ilnostro Gruppo, che pur nello scorsoottobre aveva celebrato l’80° anni-versario della fondazione del nostroMovimento avvenuta proprio a Ca-gliari nel 1932.In quella occasione, alla presenza delPresidente Carlo Cirotto e di altri di-rigenti nazionali, sono state ricor¬da-te le tre grandi figure dei fondatori:l’Assistente Nazionale Mons. Gio-

vanni Battista Montini divenuto poiPapa Paolo VI; il primo Presidentenazionale Dr. Igino Righetti, grandeesempio di intellettuale cattolico; el’allora amatissimo Arcivescovo diCagliari Mons. Ernesto Maria Piovel-la, al quale il nostro Gruppo volle in-titolarsi.Siamo lieti di aver perseguito anchenegli ultimi anni il nostro mandato ditestimonianza realizzando iniziati-ve di studio e di preghiera a serviziodella comunità cristiana di Cagliari.I tre indirizzi fondamentali della no-stra attività sono stati infatti lo stu-dio della Parola , con l’aiuto validodel nostro Assistente Mons. MarioLedda; l’incontro degli insegnamen-ti del Magistero con la cultura altadel nostro tempo, con il sostegno an-che della Pontificia Facoltà Teologicadella Sardegna; e l’attenzione ai pro-blemi della nostra società, nella di-mensione della politica e dell’eco-nomia.

È questa la griglia attraverso la qualein questi anni nel nostro Gruppo sisono svolti incontri, talvolta a ca-denza settimanale, per favorire an-che l’avvicinamento di nuovi soci.Siamo infatti un gruppo di cinquan-ta iscritti, che nella realtà del MEICnon sono pochi, ma in gran parte an-ziani. Quindi non è stato facile l’in-dicazione del nuovo presidente, e sia-mo felici perché il 29 aprile avevamogià individuato il nome sul quale con-centrare la nostra fiducia: l’Architet-to Ingegnere Maria Lucia Baire. Fi-gura laicale di impegno ecclesiale dasempre, è, fra l’altro, direttore del Mu-seo Diocesano di Cagliari, che lo hapraticamente istituito rendendoloanche sede di iniziative culturali del-

la nostra città.Le siamo molto riconoscenti quindiper aver accettato la carica e ci sen-tiamo impegnati tutti ad offrirle lanostra collaborazione.Ci aspettiamo da Lei proposte nuovein linea con la sua professione nellaquale l’arte intreccia con la tecnicaun legame virtuoso assecondandolocon l’ideale della bellezza.Guiderà anche la delegazione del no-stro Gruppo all’Assemblea Naziona-le, a Roma, del 19 ottobre nella qua-le il MEIC rinnoverà la sua dirigenzae discuterà proposte ed iniziative inquesto tempo difficile ma suggestivo.Il tempo di Papa Francesco e dellaChiesa che deve “uscire” e dell’Italiache deve rinnovarsi.

Meic, un’associazioneche unisce fede e cultura

GIANFRANCO DEL RIO

L

Maria Lucia Baire è il nuovo presidente

L’architetto Maria Lucia Baire, presidente Meic Cagliari.

Una veduta della via Roma a Cagliari.

breviConvegno ecclesialeregionale sulla crisi

IL 25 OTTOBRE

È stata definita la data e la sede delConvegno ecclesiale regionale suitemi della crisi sociale, economicae lavorativa, annunciato dai vescovidella Sardegna in occasione dellafesta dell'Assunzione, lo scorso 15agosto. Si terrà sabato 25 ottobre2014 a Cagliari, presso la Fiera in-ternazionale della Sardegna.Questo il titolo ufficiale: «Conve-gno eccle-siale regiona-le. Per uncammino disperanza. Lacomunità cri-stiana in Sar-degna difronte alla cri-si a un annodalla visita diPapa Francesco».Il lavoro preliminare di studio e or-ganizzazione è stato condotto, giàda diversi mesi, dalla delegazioneregionale, composta dai respon-sabili diocesani per la pastorale so-ciale e del lavoro, e presieduta dalvescovo d'Iglesias Giovanni PaoloZedda.Martedì 2 settembre, presso la se-de Caritas Oristano si è tenuto unincontro con i responsabili regio-nali delle aggregazioni laicali e del-le organizzazioni di ispirazione cri-stiana affinché questo evento ec-clesiale possa essere espressionecorale di tutte le componenti dellacomunità cristiana sarda. Il conve-gno si propone, infatti, tre obiettiviprincipali: il rilancio delle tematichedella lettera pastorale dei vescovidella Sardegna consegnata lo scor-so 19 marzo, il coinvolgimento del-le comunità parrocchiali e delle ag-gregazioni laicali sulle attuali pro-blematiche sociali, l'individuazio-ne di alcune linee di azione dentrola realtà ecclesiale e di richiesta al-le istituzioni.A partire dall'ultima decade del me-se di settembre sarà possibile da-re la propria adesione all'evento.Le notizie relative al Convegno ec-clesiale regionale saranno rese frui-bili anche attraverso il sito internetwww.camminodisperanza.it.

In edicola “AvvenireCagliari Mese”

DOMENICA

Come ogni terza del mese, dome-nica è prevista la pubblicazione diquattro pagine sul quotidianoAvvenire. È un’esperienza comu-

nicativa che la Diocesi di Cagliariha intrapreso per dotarsi di unostrumento che, congiuntamente a“Il Portico”, contribuisce a riflette-re più approfonditamente sui temiche stanno maggiormente a cuoree per i quali vale la pena utilizzareun ulteriore canale comunicati-vo.Le modalità di ricezione dellapubblicazione sono disponibilisul sito www.chiesadicagliari.

IL PORTICO DE IL PORTICO8

n quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa para-bola: «Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì al-l’alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna.Si accordò con loro per un denaro al giorno e li mandònella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, nevide altri che stavano in piazza, disoccupati, e disse loro:“Andate anche voi nella vigna; quello che è giusto ve lodarò”. Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogior-no e verso le tre, e fece altrettanto. Uscito ancora verso lecinque, ne vide altri che se ne stavano lì e disse loro: “Per-ché ve ne state qui tutto il giorno senza far niente?”. Gli ri-sposero: “Perché nessuno ci ha presi a giornata”. Ed eglidisse loro: “Andate anche voi nella vigna”.Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fatto-re: “Chiama i lavoratori e dai loro la paga, incomincian-do dagli ultimi fino ai primi”. Venuti quelli delle cinque delpomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. Quando ar-rivarono i primi, pensarono che avrebbero ricevuto dipiù. Ma anch’essi ricevettero ciascuno un denaro. Nel ri-tirarlo, però, mormoravano contro il padrone dicendo:“Questi ultimi hanno lavorato un’ora soltanto e li haitrattati come noi, che abbiamo sopportato il peso dellagiornata e il caldo”. Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: “Amico,io non ti faccio torto. Non hai forse concordato con me perun denaro? Prendi il tuo e vattene. Ma io voglio dare an-che a quest’ultimo quanto a te: non posso fare delle miecose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché iosono buono?”. Così gli ultimi saranno primi e i primi, ul-timi».Mt 20, 1-16

I

XXV DOMENICA DEL T. O. (ANNO A)

dal Vangelo secondo Matteo Per la sua vigna...

La pagina evangelica che ci viene offerta dal-la liturgia domenicale presenta dei trattinotevolmente interessanti per la com-prensione dei vangeli, da poter essere pa-radigmatica. Il testo liturgico fa precedereil racconto dall’annotazione: ‘In quel tem-po, Gesù disse ai suoi discepoli questa pa-rabola’. Senza voler entrare nella ricca ecomplessa economia liturgica, è doverosofar notare che tale introduzione non è pre-sente nel testo biblico di Matteo. È aggiun-ta nella proclamazione celebrativa per con-testualizzare la narrazione, dando una pre-cisa chiave interpretativa, dal momentoche si decide inserire il racconto sotto la ca-tegoria di parabola, sebbene si tratti di unasimilitudine (‘Il Regno dei cieli è simile…’).Come orientarsi davanti ad un tale snodo?La similitudine e la parabola non sono nar-razioni finalizzate ad un insegnamento mo-rale, né a presentare modelli da essere imi-tati tout court. Al contrario, esse rappre-

sentano il scintillio di un Regno e di un Pa-dre che superano qualsiasi logica umana,qualsiasi forma di giustizia retributiva, ogniassetto sociale perfetto. Il Regno non simuove con logiche statali: non ha esercito,non batte moneta, non tassa i suoi cittadi-ni, non ha un re che pretende. Invece, il Re-gno è governato da un Padre che ha mani-festato il suo amore attraverso il dono del Fi-glio. Tenendo presente questa precisazionedi fondo, ci si può addentrare nel branoevangelico presentando le apparenti in-sensatezze del racconto. Il padrone esce dicasa all’alba decidendo di non mandare ilfattore per assolvere un compito di meraorganizzazione lavorativa; la prima uscitanon è sufficiente a trovare operai per la suavigna, così ripete la sua azione per ben cin-que volte; gli orari delle ripetute uscite se-guono divisione classica della giornata (pri-ma, terza, sesta, nona, undicesima) evi-denziando la ritmicità dell’azione; il paga-mento è tutt’altro che conveniente all’eco-

nomia del padrone. Se questi ipotizzassedi uscire il giorno seguente, tra gli operainessuno cercherebbe lavoro nelle primeore, ma si siederebbe astutamente a finegiornata, per ottenere il massimo col mi-nimo sforzo. Per questo, a nessun impren-ditore potremmo proporre un atteggia-mento simile coi suoi dipendenti, poichéogni legge sindacale e di mercato andrebbepresto distrutta, favorendo la logica del piùfurbo e lavativo. Per questi e altri motivi ènecessario porre la dovuta attenzione albrano evangelico e alla sua corretta lettura.Ciò che Gesù sta proclamando non è il me-todo di assunzione aziendale, né un nuovosistema economico basato sulla presuntagenerosità dei manager, ma è l’assurdità diun Regno che è offerto senza distinzioni,senza appartenenze, senza meritocrazia,senza il timbro risolutorio di cartellini. Aglioperai scontenti il padrone rivolge una do-manda retorica: ‘Sei invidioso che io sonobuono?’. In essa è presente il senso com-

In questa sezione della Evangelii Gaudium (nn.187-192), Papa Francesco partendo dalla Parola di Dio in-vita i cristiani a porsi in ascolto delle necessità dei po-veri per agire di conseguenza, e dunque, pone l’accen-to a farsi ascoltatori di quel grido per la giustizia.“Voi stessi date loro da mangiare, e ciò implica, sia lacollaborazione per risolvere le cause strutturali dellapovertà…, sia i gesti più semplici e quotidiani di soli-darietà di fronte alle miserie molto concrete che incon-triamo”.Perciò è urgente che coloro che si dichiarano cristiani,si impegnino prima di tutto a riconoscere che la desti-nazione universale dei beni precede la proprietà priva-ta e si adoperino per custodire quei beni e condividerliliberando la cultura predominante dalla corruzione, an-nunciando il Vangelo di Gesù in tutte le realtà con la con-vinzione che la pace, di cui oggi, più che mai abbiamo

bisogno, si fonda e si realizza nel riconoscimento del ri-spetto dei diritti dell’uomo, ma anche dei diritti dei po-poli. Non ci si deve scoraggiare se in un primo momento sipensa che il lavoro da compiere sia immenso e certa-mente non può essere risolto da un’azione o un gestoisolati, è importante, comunque, incominciare da ciòche cade sotto la propria esperienza diretta e quotidia-na, cioè da ciò che si vede…ma è ovvio che bisognaavere gli occhi educati a intravedere le varie necessitàcosì da analizzarle per poter operare a soddisfare e acolmare quelle esigenze: sono i piccoli gesti che mes-si assieme possono cambiare il volto di certe realtà.Si comincia da poco, e ci si impegna per contagio: cer-tamente è importante prima di tutto educare alla soli-darietà, alla pace e al dialogo.Questo tipo di educazione passa attraverso una coo-

perazione tra ciò che è l’ideale e ciò che deve esserecondiviso operando e facendo concretamente, anchenel poco.La profonda crisi economica che oggi attraversa tutti icontinenti, anche quelli più ricchi, non può rendere sor-di e ciechi i cristiani, i quali, al contrario debbono rima-nere vigili per aprire spazi di fraternità e di giustizia pertutti…”ascoltando il grido dei poveri”!Come si potrà fare, ci si domanderà?Papa Francesco indica varie vie tutte riconducibili allavia maestra che è l’ascolto della Parola di Dio. Da lì possiamo attingere ispirazione per il nostro agire daveri discepoli di Cristo, dunque: amore fraterno, servi-zio umile e generoso, promozione della giustizia, mise-ricordia verso il povero.

di Maria Grazia Pauil portico della fede ASCOLTARE IL GRIDO DEI POVERI

MICHELE ANTONIO CORONA pleto del gesto di un padrone che non sicomporta come tale, che non fa calcoli di in-teresse personale, che non premia i miglioriperché lavorino di più e siano modelli per glisfaticati. Il Regno dei cieli è rivoluzionario.La pretesa dei primi operai è spesso da noigiustificata, poiché hanno fatto il loro do-vere fino in fondo. In altre parole sono sta-ti giusti, si sentono giusti, vogliono essere ri-conosciuti giusti. Invece il padrone non sipreoccupa di farli sentire giusti, ma di ren-dere tutti giustificati, cioè inseriti nel fiu-me di bontà, di giustizia illogica. La primalettura di Isaia apre bene questo quadro diassurdità del regno scrivendo: ‘I miei pen-sieri non sono i vostri pensieri e le mie vienon sono le vostre vie’. Su questo sistema siriesce a intravvedere come ‘i primi sarannoultimi e gli ultimi i primi’. Non per sempli-ce contrappasso, ma poiché entrare nellalogica del Regno significa cambiare men-talità, sentirsi giustificati, condividere il do-no della gratuità ricevuta.

ELLA FAMIGLIA DOMENICA 21 SETTEMBRE 2014 9

n maniera pressoché costante,viene sottolineata dalle rispostel’importanza della famiglia di

Nazareth come modello ed esempioper la famiglia cristiana. Il misterodell’Incarnazione del Verbo nel se-no di una famiglia ci rivela come es-sa sia un luogo privilegiato per la ri-velazione di Dio all’uomo. Di fatto,si riconosce come proprio la fami-glia sia il luogo ordinario e quotidia-no dell’incontro con Cristo. Il popo-lo cristiano guarda alla famiglia diNazareth come esempio di relazionee di amore, come punto di riferi-mento per ogni realtà familiare e co-me conforto nella tribolazione. Allafamiglia di Nazareth la Chiesa si ri-volge per affidare le famiglie nella lo-ro realtà concreta di gioia, di speran-za e di dolore.37. Viene evidenziata dalle rispostepervenute l’importanza dell’amorevissuto in famiglia, definita come “se-gno efficace dell’esistenza dell’Amo-re di Dio”, “santuario dell’amore edella vita”. La prima esperienza diamore e di relazione accade in fami-glia: si sottolinea la necessità che ognibambino viva nel calore e nella curaprotettiva dei genitori, in una casadove abita la pace. I bambini devonopoter percepire che Gesù è con loro enon sono mai soli. La solitudine deibambini a causa dell’allentamentodei legami familiari è presente, inparticolare, in alcune aree geografi-che. Anche le correzioni devono es-sere finalizzate a far sì che i bambinipossano crescere in un ambiente fa-miliare dove si viva l’amore, e i geni-tori realizzino la loro vocazione adessere collaboratori di Dio nello svi-luppo della famiglia umana.38. Si sottolinea con insistenza il va-lore formativo dell’amore vissuto infamiglia, non solo per i figli, ma pertutti i suoi membri. La famiglia è co-sì definita “scuola di amore”, “scuoladi comunione”, una “palestra di rela-zioni”, il luogo privilegiato dove si im-para a costruire relazioni significati-ve, che aiutino lo sviluppo della per-sona fino alla capacità del dono disé. Alcune risposte sottolineano co-me la conoscenza del mistero e del-la vocazione della persona umanasia legata al riconoscimento e all’ac-coglienza all’interno della famiglia

dei differenti doni e capacità di cia-scuno. Emerge qui l’idea della fami-glia come “prima scuola di umanità”:in questo essa è considerata comeinsostituibile.

39. Il ruolo dei genitori, primi edu-catori nella fede, è considerato es-senziale e vitale. Non di rado si ponel’accento sulla testimonianza dellaloro fedeltà e, in particolare, sullabellezza della loro differenza; talvol-ta si afferma semplicemente l’im-portanza dei ruoli distinti di padre emadre. 40. In riferimento ancora alla diffe-renza, viene talvolta sottolineata laricchezza della differenza interge-nerazionale che si può sperimenta-re in famiglia, al cui interno si vivonoeventi decisivi come la nascita e lamorte, i successi e le sventure, le me-te raggiunte e le delusioni. Attraver-so questi ed altri eventi, la famigliadiventa il luogo in cui i figli crescononel rispetto della vita, nella forma-zione della loro personalità, attra-versando ogni stagione dell’esisten-za. 41. Si evidenzia insistentemente nel-le risposte l’importanza che la fedesia condivisa e resa esplicita da par-te dei genitori, a cominciare dallostile di vita della coppia nella rela-zione tra loro e con i figli, ma ancheattraverso la condivisione della loroconoscenza e consapevolezza di Cri-sto, il quale – come costantementeribadito – deve essere al centro dellafamiglia.42. È unanimemente sottolineatal’importanza della preghiera in fa-miglia, come Chiesa domestica (cf.LG 11), ove alimentare una vera epropria “cultura familiare di pre-ghiera”. L’autentica conoscenza diGesù Cristo è infatti promossa in fa-miglia dalla preghiera personale e,in particolare, familiare, secondo leforme specifiche e le ritualità dome-stiche, ritenute un modo efficace pertrasmettere la fede ai bambini

Sinodo dei VescoviLe sfide pastorali della famiglia

nel contestodella nuova evangelizzazione

Instrumentum laborisnn. 36-42

26 giugno 2014

La Santa Famigliae l’educazione all’amore

L’Instrumentum laboris del prossimo Sinodo/7

RISC

RITT

URE

Gesù racconta proprio la parabola del padrone dellavigna che a diverse ore del giorno chiama operai a la-vorare nella sua vigna. E alla sera dà a tutti la stessa pa-ga, un denaro, suscitando la protesta di quelli della pri-ma ora. E’ chiaro che quel denaro rappresenta la vitaeterna, dono che Dio riserva a tutti. Anzi, proprio quel-li che sono considerati "ultimi", se lo accettano, di-ventano "primi", mentre i "primi" possono rischiare difinire "ultimi". Un primo messaggio di questa parabo-la sta nel fatto stesso che il padrone non tollera, per co-sì dire, la disoccupazione: vuole che tutti siano impe-gnati nella sua vigna. E in realtà l’essere chiamati è giàla prima ricompensa: poter lavorare nella vigna delSignore, mettersi al suo servizio, collaborare alla suaopera, costituisce di per sé un premio inestimabile, cheripaga di ogni fatica. Ma lo capisce solo chi ama il Si-gnore e il suo Regno; chi invece lavora unicamente per

la paga non si accorgerà mai del valore di questo ine-stimabile tesoro.A narrare la parabola è san Matteo, apostolo ed evan-gelista, di cui tra l’altro ricorre proprio oggi la festa li-turgica. Mi piace sottolineare che Matteo, in primapersona, ha vissuto questa esperienza (cfr Mt 9,9).Egli infatti, prima che Gesù lo chiamasse, faceva di me-stiere il pubblicano e perciò era considerato pubblicopeccatore, escluso dalla "vigna del Signore". Ma tut-to cambia quando Gesù, passando accanto al suobanco delle imposte, lo guarda e gli dice: "Seguimi".Matteo si alzò e lo seguì. Da pubblicano diventò im-mediatamente discepolo di Cristo. Da "ultimo" si trovò"primo", grazie alla logica di Dio, che – per nostra for-tuna! – è diversa da quella del mondo.

Benedetto XVI - 21 settembre 2008

LA GRAZIA DELLA CHIAMATA

I

IL PORTICO DOMENICA 21 SETTEMBRE 2014IL PORTICO DEI LETTORI10

diocesana così come, da attento os-servatore delle dinamiche della San-ta Sede e dunque dell’agire del Pa-pa, era capace di spiegare meglio al-cune indicazioni che dal Vaticanovenivano proposte ai fedeli di tutto ilmondo.L’ho incontravo negli uffici della Cu-ria. Il sorriso era il suo biglietto da vi-sita, assieme al saluto amichevole ealla volontà di ascoltarmi, anche perdelle notizie frivole. Avevamo in co-mune una data: la mia di nascitacoincideva con quella della sua or-dinazione presbiterale. Così mi piace ricordarlo. Un uomosorridente che accoglieva gli altri,capace di vivere in pienezza il suoessere sacerdote della Chiesa di Ca-gliari e nel contempo essere studio-so desideroso di trasmettere i suoisaperi. Grazie per l’eventuale pub-blicazione.

Lettera firmata

Qualunque cosa si possa dire opensare su La Buona Scuola, ilpiano presentato da Renzi, non sipuò negare che abbia fatto unamossa intelligente.Ha detto subito quello che altrihanno o avrebbero detto o alla finedi lunghe dissertazioni.Ed è quello che si aspettano di ve-dere realizzato molte migliaia dipersone e le rispettive famiglie. Haproseguito poi sulle motivazioni esulle modalità di possibile attua-zione della proposta. Ha infine

aperto le consultazioni alle qualitutti, e non solo un gruppo ristrettodi esperti o delegati, possonopartecipare. Infine, si è assunto l'o-nere di presentare lui stesso, ilPresidente del Consiglio in carica,e non il Ministro di un settore o unvicario, il corposo documento. Aqueste condizioni ritengo che siadoveroso per quanti hanno a cuo-re le sorti della Scuola e delle futu-re generazioni dare il proprio con-tributo di idee, il loro assenso odissenso all'iniziativa. Basta colle-garsi al sito del Ministero dellaPubblica Istruzione e dare il pro-prio indirizzo mail. Insomma, co-munque vada, e speriamo bene, laScuola sarà nei prossimi mesi alcentro delle nostre attenzioni,

Adolfo Valguarnera

LETTERE A IL PORTICO

Carissimi amici de Il Portico,il 23 settembre le comunità di Se-legas e Seuni ricordano il 25° annodi sacerdozio del nostro carissimoe amato parroco, don Gigi Pisano.Egli è in mezzo a noi da tanti anni evorremmo ricordarlo anche attra-verso il giornale diocesano di Ca-gliari, per ringraziarlo di tutto il be-ne attivo e gioioso che, con gra-tuita, offre alla popolazione di Se-legas e Seuni.Assicuriamo fervente preghiera,perché possa ancora per tanti an-ni essere di aiuto ai vicini e lontani,esempio di unità pastorale e sa-cerdotale in messo a noi. Auguria-mo tante grazie e benedizioni.Con grande affetto e riconoscenza.Ad multos annos!!I parrocchiani di Selegas e Seuni.

Avvicinandosi il giorno del 25° anni-versario di sacerdozio desidero at-traverso il settimanale diocesanoesprimere il mio grazie a Dio per la vi-ta e per avermi “nella sua immensabontà chiamato all’intima comunio-ne con Cristo eterno sacerdote nelservizio della Chiesa”.Grazie alla mia famiglia per l'affetto ela presenza nei momenti lieti e diffici-li della mia vita sacerdotale.Grazie a quanti ho avuto la gioia di in-

contra nel mio cammino: vescovi,sacerdoti, diaconi, suore , laici, ami-ci, e i cursillisti della Diocesi di CagliariRingrazio la comunità di Samatzai,dove sono cresciuto, e le parrocchiedove sono stato e sono: S. Maria delSuffragio, Goni, Gergei, Selegas eSeuni.Chiedo perdono a tutte le persone acui ho fatto del male.Vi invito a pregare per me, insiemeai cari defunti che ho conosciuto, inparticolare i miei genitori.

S. Messa di ringraziamento.Martedì 23 settembre ore 18,Chiesa parrocchiale, Selegas.

Don Gigi Pisano

Gent.mo Direttore,con queste poche righe sul giorna-le da Lei diretto vorrei ricordare unamico. Si tratta di monsignor Gian-carlo Atzei, Cancelliere della CuriaArcivescovile, scomparso sei mesiorsono.Vorrei farlo per la stima e l’amicizia dicui ho potuto godere fino al mo-mento della sua scomparsa, lo scor-so mese di marzo. Una persona,quella di don Giancarlo, come ama-va farsi chiamare, che non ha maiusato l’alto livello culturale conse-guito per segnare distanze o peggio

ancora per discriminare qualcuno.Anzi di lui era possibile apprezzare lacapacità nel mettere a proprio agioqualunque interlocutore, dallo stu-dioso alla casalinga che a lui si rivol-geva.Non sto qui ad elencare i meriti ac-cademici, già proposti in altre occa-sioni.Come laico ho apprezzato il suo es-sere disponibile al confronto conchiunque gli chiedesse conto discelte fatte all’interno della Chiesa

Inviate le vostre lettere a Il Portico, via mons. Cogoni 9, 09121 Cagliari o utilizzare l’indirizzo [email protected], specificando nome e cognome, ed una modalità per rintracciarvi. La pubblicazione èa giudizio del direttore, ma una maggiore brevità facilita il compito. Grazie.

Il Campo scuola dell’Azione Cattolica

Oggi parliamo di… arte e fedeLe parrocchie di Serri ed Esocolca(Terenzio Puddu)Lunedì 22 settembre ore 8.30

Cantantibus organisAscolto guidato alle interpretazioniorganistiche bachiane di Marie-Claire Alain(a cura di Andrea Sarigu)Domenica 21 settembre ore 21.30

Oggi parliamo di… comunica-zioneIl dialogoA cura di Simone BellisaiMartedì 23 settembre ore 19.10Mercoledì 24 settembre ore 8.30

L’ora di NicodemoBibbia e LiturgiaLa struttura della fede - 1^ parteA cura di Sabino Chialà.Monaco di Bose Mercoledì 24 settembre 21.30

Oggi parliamo con… Michele CarrusSegretario regionale CIGLMercoledì 24 settembre 19.10Giovedì 25 settembre ore 08.30

L’udienzaLa catechesi di Papa FrancescoIl giovedì ore 21.10 circa

Lampada ai miei passi (22 - 28 settembre)Commento al Vangelo quotidiano a cura del diacono Ignazio BoiDal lunedì al venerdì 5.00 / 6.48 /21.00Sabato 5.00 / 6.48 / (21.00 van-gelo domenicale)Domenica 5.00 / 7.30 / 21.00

Oggi è già domaniNel cuore della notte con losguardo verso il nuovo giorno(A cura di don Giulio Madeddu)Al termine sarà possibile ascolta-re le cantate Sacre di Bach.Ogni giorno alle 00.01 circa

Frequenze in FM: 95,000 - 97,500 - 99,900 - 102,200 - 104,000

In onda su Radio Kalaritana

Il Campo scuola diocesano "Tutto da scoprire, stando al passo!" rivolto ad Educatori Acr e Giovanissimi -Giovani- Giovanissimi si è svolto ad Arborea dal 4 al 7 settembre. Il tema del campo, declinato diversa-mente a seconda del settore di appartenenza, è stato la Sequela partendo dal brano del Vangelo di Marco"Coraggio, sono Io, Non temete!"

IL PORTICO DELLA DIOCESI 11DOMENICA 21 SETTEMBRE 2014 IL PORTICO

brevi

I RINNOVA IL 24 e 25 set-tembre prossimi l'an-nuale appuntamentocon il Convegno Dioce-

sano dei Catechisti. “L’IniziazioneCristiana oggi: Il catechista con ipreadolescenti” è il tema scelto perla due giorni. “La scelta deriva pri-ma di tutto dalla volontà di dedi-care un momento di riflessione ededucazione alla preadolescenza -spiega don Emanuele Mameli, Di-rettore dell'Ufficio Catechistico dio-cesano dal 2013 e alla guida dellacomunità di cittadina Madonnadella Strada dal 2010. Anche a livel-lo nazionale si sta puntando moltosu questa fascia d'età soprattuttoin relazione all'aspetto che riguar-da l'iniziazione cristiana”. In questosenso la riflessione, che verrà pro-posta nel corso della due giorni, sipone in continuità con il pensieroespresso nelle lettere pastorali del-l’Arcivescovo sull’Iniziazione Cri-stiana. Con questa scelta si intendeinoltre rispondere ad un’avvertita ediffusa esigenza di approfondi-

SMARIA LUISA SECCHI

mento sul ruolo del catechista nel-la delicata e nodale fase di vita deipreadolescenti. “Una volta conclu-so il percorso formativo, dopo averricevuto il Sacramento della Cresi-ma, c'è il tempo del servizio dedi-cato allo spendersi per la comunitàcristiana che va valorizzata – pro-segue don Emanuele. A livello dio-cesano mi sembra sia importanteaiutarsi tra Pastorale Giovanile eUfficio Catechistico in quelli chesono i cammini previsti per i ra-gazzi. Sono queste in sostanza lemotivazioni che ci hanno portatoalla scelta del tema”. Anche a livel-lo nazionale, riflettendo sul tempodella “mistagogia” (il percorso fatto

di apprendimento e conoscenzanonché di testimonianza che il cri-stiano fa dopo avere intrapreso ericevuto i sacramenti dell'inizia-zione cristiana) l’attenzione è statadedicata proprio ai preadolescen-ti. Si impone l'esigenza di capiremeglio la fase di passaggio esisten-ziale che coinvolge anche la ricercanella fede e i relativi cammini di di-scernimento spirituale. In virtù ditale constatazione si apre il venta-glio di appuntamenti proposti dal-l'Ufficio Catechistico Diocesano.“Tra le iniziative in programma, ol-tre il Convegno, la prossima è quel-la del 28 settembre, data nella qua-le è previsto l'incontro con i nuovi

Accompagnare i nostri ragazzinel cammino dopo la Cresima

catechisti parrocchiali – affermadon Mameli. Si tratta di una sorta disupporto per le parrocchie. Spessoi parroci si ritrovano a non averecatechisti, per diversi motivi, e chidecide di rispondere a questa chia-mata ha bisogno quindi di inco-raggiamento, di sostegno e mo-menti di formazione. E' necessa-rio inoltre sentirsi parte di un am-biente diocesano nel quale potercondividere la propria esperienza.In questo senso abbiamo pro-grammato un primo incontro manulla vieta ce ne siano altri nei pros-simi mesi – conclude il Direttore”. IlConvegno, in sinergia con l’UfficioDiocesano di Pastorale Giovanile,che curerà alcuni momenti di ri-flessione, provocazione e proget-tazione, si avvale dell’esperienzadel Professor Alessandro Ricci, del-l’Istituto di Psicologia dell’Univer-sità Pontificia Salesiana, per ciò checoncerne la conoscenza delle po-tenzialità e dei rischi insiti nellapreadolescenza, e della Professo-ressa Suor Cettina Cacciato Insilla,della Facoltà di Scienze dell’Edu-cazione Auxilium per l’aspetto re-lativo a competenze e attenzionidel catechista con i preadolescen-ti. Il dibattito con i relatori, le co-municazioni sulle attività dell’Uffi-cio Catechistico e altri contributisulle buone pratiche della catechesicon i preadolescenti, consegnanoal Convegno il compito di rilancia-re, in modo operativo e deciso, lacatechesi parrocchiale in tutte lesue componenti ed espressioni.

“L’iniziazione cristianaoggi: il catechistacon i preadolescenti”è il tema dei lavori condotti insieme allaPastorale giovanile

Evangelizzazione. Il 24 e 25 settembre si terrà il Convegno Diocesano dei Catechisti.

Corso di Scienze del matrimonio

AD OTTOBRE

L’Ufficio di Pastorale Familiare el’Istituto Superiore di Scienze Re-ligiose hanno organizzato il VIICorso in Scienze del Matrimonioe della Famiglia per coppie e fa-miglie. Il corsopartirà ad otto-bre, le iscrizionisi ricevono dallunedì al mer-coledì, dalle 17alle 19 a partiredal 22 settem-bre fino all’8 ot-tobre 2014, presso l’Istituto Su-periore di Scienze Religiose aCagliari. La durata del corso èbiennale, per tre ore di corso al-la settimana e un totale di 200ore, suddivise in due semestri.Per informazioni contattare i nu-meri 3482603149 - 3337468785.

Messa in ricordodella visita del Papa

NELLA BASILICA DI S. ELENA

In occasione del primo anniver-sario della visita di Papa France-sco a Cagliari, il 21 settembre al-le ore 19 sarà celebrata una San-ta Messa nella basilica di Sant'E-lena presieduta da don AndreaSecci e con la partecipazione deigiovani della Pastorale Giovanilee animata dal coro diocesano deigiovani. Sono invitati tutti i giova-ni della diocesi e chi vuole ricor-dare la visita di Papa Francesco.

Catechisti nell’Aula Magna del Seminario Arcivescovile.

L’iniziazione cristiana oggi:I catechisti con i preadolescenti

Convegno dei Catechisti24-25 settembre 2014Aula Magna Seminario Arcivescovile Cagliari

24 settembreh. 16 introduzione al Convegno. Preghiera.h. 16.30 “Le solite scuse!” Preadolescenti in parrocchia. A cura di don Alberto Pistolesi,incaricato della Pastorale Giovanile della Diocesi di Cagliari.h. 17 L’età delle grandi migrazioni. Prof. Alessandra Ricci, Istituto di Psicologia, Facoltà

di Scienze dell’Educazione – UPS.h. 18.15 Dibattito. Comunicazione sulle attività dell’Ufficio CatechisticoDiocesano.

h. 19.45 Conclusione.

25 settembreh. 16. Preghiera. Saluto di Mons. Arrigo Miglio, Arcivescovo di Cagliari.

Consegna degli “Orientamenti per l’annuncio e la Catechesi”.h. 16.45. Il catechista: discepolo e maestro tra tradizione e innovazione. Suor CettinaCacciato Insilla. Facoltà di Scienze dell’Educazione – Auxilium.h. 18 Dibattitoh. 18.45 Oratorio e catechesi. A cura di don Alberto Pistolesi, incaricato della PastoraleGiovanile della Diocesi di Cagliari.Comunicazione sulle attività dell’Ufficio Catechistico Diocesanoh. 19.45 Conclusione.

Programma

uffcatechistico@diocesidicagliari.it.www.ufficiocatechisticocagliari.it

È gradito il contributo di 5 euro per partecipante a sostegno delle spese del Convegno.Per informazioni. Tel. 07052843216; cell. 3661504634

Ritorna “Ora et Laboratorio”

A SAN PIETRO DI SORRES

La quinta edizione di “Ora et labo-ratorio”: laboratorio di comunica-zione a ritmo di silenzio e preghie-ra, si svolgerà dal 17 al 19 ottobrenel Monastero Benedettino di SanPietro di Sorres (Borutta - Sassari).“Ora et labo-ratorio” èun'esperien-za di comuni-cazione per-fettamente in-tegrata nellavita del mo-nastero. Il La-bora (lavoro) che scandisce le gior-nate dei monaci benedettini diven-ta, nella nostra proposta, labora-torio di comunicazione: lezioni teo-rico-pratiche durante le quali i par-tecipanti si confronteranno con laloro capacità di ascolto e comuni-cazione.La tre giorni, introdotta da padreAntonio Musi, Abate di San Pietrodi Sorres, sarà guidata da Seàn-Patrick Lovett, docente di comuni-cazione alla Pontificia UniversitàGregoriana, direttore della sezioneinglese della Radio Vaticana. L’ini-ziativa è organizzata da MedianteAssociazione di promozione so-ciale, in collaborazione con LibreriaPaoline di Cagliari e Unisola. Perinformazioni e prenotazioni MarcoBiggio: 339.15.83 - Giorgio Costa:328.43.29.128.

IL PORTICO DELLA DIOCESIIL PORTICO DOMENICA 21 SETTEMBRE 201412

IMARRANNO INSardegna fi-no al 30 settembre, le reli-quie di San Pio da Pietrel-cina. Arrivate in città ve-

nerdì scorso, l’abito, la corona delRosario e il cingolo utilizzati dalSanto durante la sua vita, sonoesposte alla venerazione e alla pre-ghiera di tanti devoti in diverse par-ti dell’isola. “Questa peregrinatioorganizzata dai gruppi di preghie-ra Padre Pio, ha anche l’obiettivo diraccogliere fondi per la costruzio-ne nella città del Santo, di unagrande Via Crucis per tutti i pelle-grini che ogni giorno arrivano daogni parte del mondo”, spiega pa-dre Roberto Sardu, assistente re-gionale dei Gruppi di Preghiera S.Pio.Prima tappa del pellegrinaggio èstata il convento delle MonacheCappuccine di Cagliari e la cap-pella dell’ospedale “Brotzu” per unincontro con gli ammalati. “È sta-to scelto questo luogo in quanto èla struttura per i malati più grandedella città e perché – racconta ilcappuccino – il miracolo vivente

FABIO FIGUS

L’esempio di San Pio è una viaper imitare la carità di CristoParla Padre Roberto Sardu:“La presenza delle reliquierichiama alla conversione,alla vita di preghiera,ai sacramenti, e ricorda l’amore verso il prossimo”.

di padre Pio è stato la Casa Sollievodella Sofferenza, dotata di mille-cinquecento posti letto e centro dieccellenza scientifico. La sua ideaera quella che gli ammalati uscis-sero da quella struttura guariti nel-l’anima e nel corpo”.Le reliquie sono poi state portatenel convento dei cappuccini a Puladove, accolto con una fiaccolata, siè svolto l’incontro di preghiera. Tap-pe anche a Capoterra, nella par-rocchia S. Efisio dove è presente ungruppo di preghiera, e a Pirri nellaparrocchia San Giuseppe di cuiquest’anno ricorre il sessantesimoanniversario della fondazione. Le reliquie potranno essere vene-

rate a Cagliari, nel convento diSant’Ignazio fino a martedì 23 set-tembre, dove dal 18 al 20 si terrà ilTriduo in preparazione alla festa diSan Pio. Lunedì 22, è prevista ancheuna veglia di preghiera in Catte-drale alle 21, con la rievocazionedel Transito di San Pio alla qualeseguirà la fiaccolata di rientro ver-so la chiesa dei Frati Cappuccini.Mercoledì 24 nella parrocchia cit-tadina di Sant’Anna è previsto ilRaduno diocesano dei gruppi dipreghiera alle 9, durante il quale lareliquia sarà esposta alla venera-zione dei presenti.Dal 25 settembre la peregrinatioproseguirà verso tutti i conventi

R

cappuccini in Sardegna. Tappe a Oristano, Mores nel San-tuario S. Antonio di Padova, a Sas-sari, Sorso e a La Maddalena doveè presente un attivo gruppo di pre-ghiera. Ultima tappa sarà la nuovacomunità cappuccina di Olbia do-ve martedì 30 settembre, Mons.Sebastiano Sanguinetti presiederàla Santa Messa, prima della par-tenza della reliquia alla volta diPietrelcina.“E’ una benedizione per la nostraamata isola la presenza delle reli-quie di San Pio – riprende il cap-puccino padre Roberto Sardu. Ladevozione al santo è molto diffusain Sardegna, non si può dimenti-care che Mons. Paolo Carta, vesco-vo di Foggia negli anni Cinquanta,amico di padre Pio, fu lui ha con-sacrare la chiesa Santa Maria delleGrazie di San Giovanni Rotondo,così come era presente all’inaugu-razione della Casa Sollievo dellaSofferenza. Anche fra Nazareno –prosegue padre Roberto – era figliospirituale di padre Pio, ma comelui, tanti in Sardegna sono stati suoifigli spirituali ed è per questo mo-tivo che nell’Isola si è diffusa questadevozione che non è fine a se stes-sa, perché chi si reca a Pietrelcina,lo fa per confessarsi, per parteci-pare all’Eucarestia, quindi comesegno di conversione. La presen-za di quest’abito nelle nostre co-munità testimonia come Padre Piosia in mezzo a noi, e ci richiama al-la conversione, alla preghiera, aisacramenti e all’amore verso ilprossimo, come lui stesso fu uomodi carità”.

Devozione.Fino al 30 settembre saranno in Sardegna le reliquie del Santo di Pietrelcina.breviFestival “Lawrence”.nuovo successo

MANDAS

Con la consegna del premio Du-cato d'oro 2014 al giornalista escrittore Francesco Abate (chesuccede nei vincitori ad AnthonyMuroni e a Marcello Veneziani,premiati nel 2013) si è conclusacon successo a Mandas l'VIII edi-zione del Festival Lawrence. Tregiorni densi di appuntamenti edincontri segnati, quest'anno, dal"Viaggio nella storia". Particolar-mente apprezzata e partecipata laconferenza del prof. Stefano Pira,su "Governare e viaggiare nellaSardegna del Settecento". Ma,come ogni anno, i momenti clousono stati gli incontri con gli autoriche hanno dato vita a momenti diinteressante confronto e dibattito,a partire dai due romanzi storicipresentati da Nicolò Migheli e Pie-tro Picciau. Massiccia presenza femminile perapprezzare la prima opera di Lo-riana Pitzalis. Successo anche perla rassegna di accostamento tra li-bri e prodotti locali che, sulle pa-gine scritte da Lawrence, ha ri-proposto gusti, sapori e profumidella Sardegna dei primi di No-vecento. “Questo piccolo Festi-val” - ha spiegato Umberto Op-pus, sindaco di Mandas “ è stato,come per le precedenti sette edi-zioni, un luogo da abitare: che sitrattasse delle stanze del “Circo-lo di Lettura”, ritornato dopo de-cenni agli anti fasti, soprattuttoculturali, dell’Ottocento quandofu fondato, o di quelle dell’ex con-vento francescano, con le suesplendide sale, le storie e i libri delFestival Lawrence , nelle inten-zioni di chi lo ha organizzato, era-no pagine, voci, suoni, colori dacondividere, per conoscere le sto-rie del nostro Paese.

San Pio in visita alla Casa Sollievo della Sofferenza.

IL PORTICO DELLA DIOCESIDOMENICA 21 SETTEMBRE 2014 IL PORTICO 13

ESTAGRANDEa Decimoput-zu per San Basilio.Anche quest’anno si è rin-novato l’appuntamento di

settembre con le celebrazioni inonore del monaco orientale, alquale i putzuesi e molti fedeli pro-venienti dal diverse parti dell’Iso-la sono devoti. “In particolare - di-ce il parroco don Gianmarco Casti- spiccano le persone provenientidal Sulcis - Iglesiente, che ogni an-no non mancano mai. Molti poigli emigrati che ritornano, ai qua-li viene dedicata una celebrazio-ne particolare, così come agli am-malati, presenti in un buon nu-mero alla loro messa”.La sequenza dei riti è oramai con-solidata. Venerdì scorso la vesti-zione del Santo, il cui simulacroviene portato in processione conquello della Vergine, verso la chie-sa campestre.Lì, fino a martedì, è stato un sus-seguirsi di celebrazioni e appun-tamenti civili, con centinaia di per-

FI. P.

sone presenti. Domenica sera lostesso Arcivescovo di Cagliari,monsignor Arrigo Miglio, ha pre-sieduto la messa vespertina allapresenza di tantissimi fedeli chenon sono voluti mancare all’ap-puntamento. Per Decimoptuzu lafesta di San Basilio diventa occa-sione certamente di condivisionema anche per ripartire con le atti-vità della parrocchia. Quest’anno poi una piacevole no-vità impegnerà particolarmentetutta la comunità. “Abbiamo ac-quistato un edificio nei pressi del-

la parrocchia - prosegue il parroco- da destinare alle aule catechisti-che. In diverse occasioni i parrociche si sono susseguiti, hanno avu-to difficoltà nell’avere delle auleper la catechesi. Oggi grazie alladisponibilità dei fondi dell’8x1000,del contributo dei parrocchianima soprattutto di una somma elar-gita dalla Fondazione Banco diSardegna abbiamo potuto acqui-stare le stabile, che deve essere si-stemato. Per far fronte a tutte lespese abbiamo acceso un mutuo acinque anni, ed alcuni lavori di

Fede, devozione e catechesinella comunità di Decimoputzu

piccola entità sono stati già avvia-ti. La nuova struttura consentiràdi avere delle aule a disposizioneper la catechesi, oltre che per al-tre attività, e sarà un punto di rife-rimento per l’intera comunità”.La disponibilità di questi nuovi lo-cali consentirà alla parrocchia diportare avanti meglio le proprieattività. Dall’arrivo di don Gian-marco i ragazzi ed i bambini di De-cimoputzu hanno visto crescere leopportunità per avere momenti diaggregazione. “Dal Grest alle visi-te ad alcune realtà ecclesiali, soloper fare degli esempi- concludedon Gianmarco. Mi riferisco allevisite a strutture caritative, piutto-sto che ad altre realtà importantiper la Chiesa di Cagliari. I ragazzihanno avuto ed hanno la possibi-lità di vedere come la Chiesa è fat-ta, oltre la dimensione della par-rocchia, e quindi abbiamo pro-grammato visite e gite a luoghi erealtà della nostra Diocesi”.Grazie all’acquisto di un autobusdon Gianmarco e i collaboratoridella parrocchia, in primis i geni-tori, hanno permesso ai più pic-coli di poter andare al mare neimesi estivi, oppure di fare delle gi-te, molto apprezzate dai più pic-coli, che insieme ai propri familia-ri hanno così vissuto giornate nelquale conoscere nuove realtà.La parrocchia di Nostra Signoradelle Grazie si conferma dunqueun punto di riferimento per tutta lacomunità di Decimoptuzu.

La parrocchia guidatada don Gianmarcodi recente ha ancheacquistato un nuovoedificio per le aulecatechistiche

Ricorrenze. La Parrocchia di N.S. delle Grazie ha celebrato la festa di San Basilio.

La festa di San Basilio

Foto Elio Piras

brevi

Al via le iscrizioniper il nuovo anno

SCIENZE RELIGIOSE

Lunedì 17 Settembre sono stateaperte le iscrizioni presso l'IstitutoSuperiore di Scienze Religiose.La Segreteria, situata a Cagliari invia Sanjust 13, è aperta nei giorni dilunedì, martedì e mercoledì dalle17 alle 19.Per informazioni si può consultareil sito www.issrcagliari.it o telefo-nare al numero 070 4071556.

“Lo sport in gioco. Per giocare,educare, divertire” di Nicola Si-monelli è un testo rivolto a educa-tori, allenatori, animatori e inse-gnanti, ricco di riflessioni e pro-poste concrete per riprogramma-re le propostesportive in chia-ve educativa, econiugare inmodo creativotermini comesport, gioco edivertimento.L’attività fisicapuò essere fon-te di amicizia, digioco e di festa, perché è espe-rienza ludica e liberante; essa pre-senta, inoltre, molteplici valenzeeducative, oltre che tecniche, ed èun vero e proprio tirocinio di vita.Uno strumento pratico per alle-natori, educatori sportivi, animatoridi oratorio, insegnanti di educa-zione fisica. È un testo che aiuta ariflettere e a riprogrammare le pro-poste sportive in chiave educativa,e che sa coniugare in modo crea-tivo termini come sport, gioco e di-vertimento.I giochi di questo libro possonoessere proposti anche nei centriestivi, nei campeggi, oppure nelleore di educazione motoria nellascuola dell’infanzia, primaria e se-condaria.

Lo sport in giocodi Nicola Simonelli

NOVITÀ EDITORIALI

Corso di Missiologiaall’ISSR

DAL 7 OTTOBRE

Il Centro Missionario Diocesano el’Istituto Superiore di Scienze Reli-giose di Cagliari, organizzano unCorso di Missiologia pastorale espiritualità missionaria. Le lezionisi svolgono ogni Martedì dal 7 Ot-tobre al 27 Gennaio dalle 19,15 al-le 20,45, all’Istituto Superiore diScienze Religiose via Sanjust 13Cagliari, tel. 070 4071556. Docen-te sarà il professor don GianmarioPiga e i destinatari del corso sonooperatori pastorali, tutti coloro chedesiderano approfondire la cono-scenza della missionarietà dellaChiesa. Le Iscrizioni si ricevonopresso la Segreteria dell’Istituto Su-periore di Scienze Religiose, dal lu-nedì al mercoledì dalle 17 alle 19,oppure presso il Centro Missiona-rio Diocesano,martedì e giovedìdalle 10 alle 12. Al termine del cor-so sarà rilasciato attestato di par-tecipazione.

14 IL PORTICO DELLA DIOCESIIL PORTICO DOMENICA 21 SETTEMBRE 2014

ue settimane di festeg-giamenti e celebrazioniper ricordare e celebra-re la memoria di

Sant’Eusebio. Dal primo al quat-tordici di settembre, diverse atti-vità e manifestazioni, sia civili chereligiose, sono state organizzatedalla parrocchia di Sant’Eusebioper vivere insieme la festa patro-nale. La Chiesa, costruita nel 1958e riconosciuta civilmente nel 1960,è situata in Via Quintino Sella, allependici del colle di San Michele,nel quartiere di Is Mirrionis.Secondo la tradizione, Eusebio,fondatore della Chiesa nel Pie-monte e primo vescovo di Vercel-li, nacque in Sardegna tra la finedel III e l’inizio del IV secolo. Tra-sferitosi a Roma, in seguito allamorte del padre, intraprese gli stu-di ecclesiastici. Papa Giulio I, co-noscendo Eusebio per le sue gran-di attitudini morali e spirituali, eavendo intenzione di fondare unanuova diocesi nella città di Vercel-li, volle eleggerlo primo vescovodella nuova diocesi.In Piemonte, oltre a seguire atten-tamente l’attività pastorale delladiocesi, si occupò della formazio-ne spirituale degli aspiranti sacer-doti. Durante il suo mandato at-tirò le ostilità degli Ariani e dellostesso imperatore Costanzo, chedecise di mandarlo in esilio in Asia

MATTEO PIANO

S. Eusebio, maestro della fedee modello di evangelizzatore

(tra la Palestina e l’Egitto). Mortol’imperatore Costanzo e visitatenumerose diocesi dell’Asia, dopoaver soggiornato a Roma, ritornò aVercelli dove morì nel 371. Mons. Miglio, durante la S. Messapatronale, ha voluto ricordareSant’Eusebio, come modello di vi-ta e di carità: “Il dono della carità.Questa è stata la caratteristica diEusebio, maestro e testimone del-la fede. Non solo si fece carico deiproblemi dei bisognosi, ma ebbè ilcompito di portare il Vangelo adun'altra terra, vivendo la parola delSignore come un dono che si rice-ve e si comunica. Oggi siamo con-vinti di dover comunicare il Van-gelo a terre lontane, ma la nostraisola, la Sardegna ha quotidiana-mente necessità della parola diDio. Perciò dobbiamo accoglieree testimoniare nelle nostre comu-nità la Buona novella”. Il Vescovoha ricordato che per seguire Cri-

sto, ci vuole coraggio: “Sant’Euse-bio dovette partire in esilio, per-ché rimase in minoranza, duranteil periodo delle eresie. Il Nord-Ita-lia seguiva l’Arianesimo, per il qua-le Cristo era considerato solo uo-mo e non Dio. Eusebio non hapaura di andare contro corrente enonostante rimanga solo, non per-

D

de il coraggio e continua a testi-moniare la propria fede. Questo èun insegnamento importantissi-mo per tutti noi”. Durante queste settimane di festa,tante attività vengono propostedal Comitato per i festeggiamenti,proprio come ci spiega il parrocoDon Giuseppe Cadoni: “La festapatronale viene seguita da un Co-mitato, che si occupa di organiz-zare le diverse attività che coin-volgono la comunità parrocchiale.L’obiettivo è vivere questo mo-mento in fraternità come una co-munità. Il Comitato organizza tut-te le manifestazioni civili, che sonodedicate soprattutto ai giovani, co-me le “Eusebiadi”, che si svolgononegli ambienti dell’oratorio. Inol-tre ogni sera, c’è sempre qualcheattività: soprattutto musica, maanche esibizioni di danza, tornei didiverso genere e incontri culinari.Un attenzione particolare è statadedicata al Convegno sul diabete,tenuto dalla Dott.ssa FrancescaSpanu.” Il Comitato della festa, con l’aiutodel parroco, si occupa anche de-gli aspetti religiosi. Particolar-mente sentite dai fedeli, sono laprocessione del Santo, con sostelungo le vie del quartiere, e la mes-sa celebrata dall’Arcivescovo.

Feste patronali. La parrocchia cagliaritana ha celebrato la ricorrenza di Sant’Eusebio.segnalazioni

Pellegrinaggionotturno di San Pio

INIZIATIVE

La notte tra il 22 ed il 23 si vivrà(per le strade di Cagliari) il nonopellegrinaggio itinerante a piedi“San Pio da Pietrelcina”, unanotte di preghiera così struttu-rata. Il raduno dei pellegrini è previstoalle 23 del 22 settembre all'o-spedale Marino, con benedizio-ne. Alle 23.30 i pellegrini parti-ranno alla volta dell'ospedaleBinaghi, breve sosta di preghie-ra al Santuario di Bonaria perpoi dirigersi verso l'ospedaleSan Giovanni di Dio (osp. Civile),raggiungeranno il carcere, arri-veranno all'ospedale SS. Trinità.

Da lì i pellegrini si dirigerannoverso l'Hospice, l’Ospedale Bu-sinco (Oncologico), l’OspedaleMicrocitemico e l'ospedaleBrotzu, raggiungendo la metadi quest’anno: la parrocchia del-la Madonna della Strada”, doveverrà celebrata la Santa Messa.Lo spirito del pellegrinaggio èquello di “iniziare” da un luogo disofferenza (portando ognuno lapropria, ma pregando fiducio-samente per tutte le persone)per “arrivare” a lodare e ringra-ziare Dio, condividendo la “Pa-squa”, vivendo insieme la San-ta Messa, facendo memoria im-portante per tutti, del vissuto diSan Pio da Pietrelcina e chie-dendo a Dio Padre, il dono del-la stessa fede.Per informazioni 3391576025.

Il programma dei festeggiamentiha unito i momentiliturgici agli incontriculturali e alle iniziativedi sport e spettacolo

Momenti della festa patronale. (foto Elio Piras)

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IL PORTICO DELL’ANIMADOMENICA 21 SETTEMBRE 2014 IL PORTICO 15

Tutti i quotidiani di martedì 9 set-tembre hanno riportato la notiziadell’orrendo omicidio di tre suore inBurundi, una decapitata e 2 sgoz-zate forse dopo essere state vio-lentate. Si tratta di 3 suore saveria-ne impegnate in missione da 7 an-ni. Suore tra l’altro anziane (75, 79 e83 anni), che nulla hanno potuto perdifendersi dal bruto (o bruti) che nonhanno avuto nessuna pietà ma sisono accaniti come fossero assa-tanati. Il Papa ha fatto sentire la suavoce indignata: “il sangue versatodiventi seme di speranza per co-struire l’autentica fraternità tra i po-poli”. Lo stesso hanno fatto il presi-dente della repubblica Giorgio Na-poletano e il ministro degli esteri chehanno sottolineato che l’uccisionedelle suore “è un atto vile, esecrabi-le ed è un grande dolore per tutti”. Lestesse autorità religiose e civili delBurundi hanno espresso l’indigna-zione e promesso di fare luce sullavicenda quanto prima. Il Burundi èuno dei Paesi più poveri dell’Africache nel 2006 è uscito da oltre 10anno di guerra civile e i conventierano già stati presi di mira. Le suo-re appartenenti alla congregazionedelle missionarie saveriane, sorta aParma nel 1945 ed hanno come ca-risma la lotta all’analfabetismo e ladiffusione della cultura e del Van-gelo tra i ragazzi e i giovani, con unparticolare aiuto per i bambini piùpoveri. Notizie di questo genere nonhanno bisogno di lunghi commen-ti: si commentano da se. Da unaparte le suore, indifese e innocenti e,dall’altra parte, uno o più delin-quenti, meglio definibili bestie fero-ci. È il vecchio e sempre in atto con-trasto tra il bene e il male, tra la lucee le tenebre, tra il peccato e la gra-zia. Gesù definisce beati “i perse-guitati a causa della giustizia” e,quindi, anche le tre suore così mal-vagiamente uccise, con l’efferatodelitto, sono annoverate tra i “bea-ti” e, pertanto, “di loro è il regno deicieli”. Ma, intanto, non possiamonon condannare chi non osserva ilquinto comandamento “non ucci-dere” che insegna che la vita è sacradal concepimento alla morte natu-rale e solo Dio ha il potere di darla etoglierla come e quando vuole. Giànell’antichità Eschilo aveva coniatoquesta espressione: “tutta l’acquadei fiumi non riuscirà a lavare la ma-no insanguinata degli omicidi”. Lacarità ha due sorelle: la verità e lagiustizia. Chi commette questo ealtri delitti deve rispondere, oltre chealla giustizia divina, anche a quellaumana. E se anche non si riuscissea trovare i colpevoli, azioni di talegravità producono il rimorso che ègià una condanna inscritta nel cuo-re dell’uomo. Proprio nel sacrariodel cuore risuona una voce inquie-tante ed inconfondibile che dice al-l’omicida: “dov’è tuo fratello e tuasorella?”. E la domanda che Dio ri-volse a Caino dopo l’uccisione delfratello Abele e che si ripete ognivolta che uno commette queste e si-mili nefandezze. Le suore riposanoin pace, godono la gioia dei beati,pregano certamente per i loro car-nefici e li affidano alla misericordiadivina….se si convertono.

detto tra noi

di D. TORE RUGGIU

Quelle tre suoremassacrate in Burundi

Incontriamo Gesù/2. Il testo degli Orientamenti per la catechesi in Italia.

Bambini impegnati nella catechesi.

ROVIAMO A tracciare alcu-ne linee di riferimentoche ci possano aiutare aleggere gli Orientamenti

per l’annuncio e la catechesi in Ita-lia, rispettando quelle che possia-mo definire le caratterizzazionifondamentali e che, in certo qualmodo, risultano essere le scelteoperative dell’evangelizzazione edella pastorale. In primo luogo, ilDocumento ribadisce l’assolutaprecedenza della catechesi e del-la formazione cristiana degli adul-ti e, all’interno di essa, del coin-volgimento delle famiglie nella ca-techesi dei più piccoli. Anche allaluce del nuovo scenario, semprepiù distante dall’adesione al Van-gelo, il Documento, rinnovandol’invito alla nuova evangelizzazio-ne, avverte l’urgenza di promuo-vere la formazione permanente digiovani, adulti , e soprattutto fa-miglie, perché siano testimoni si-gnificativi e annunciatori credibi-li del Vangelo negli areopaghi delnostro tempo, capaci di racconta-re la loro esperienza di fede (IG,n.24). Altra direttrice fondamen-tale per la Chiesa italiana, risultaessere l’ispirazione catecumenaledella catechesi, con un’esplicitaattenzione all’Iniziazione Cristia-na degli Adulti, il Catecumenato, eintesa come processo formativo evera scuola di fede. Il percorso e letappe del Catecumenato, in que-sto senso, rappresentano il mo-

PDON EMANUELE MAMELI

dello per l’Iniziazione Cristiana,nelle diverse e molteplici espres-sioni e possibilità in cui si intra-prende il cammino: sia nella fan-ciullezza che nel risveglio della fe-de in età adulta. Aspetto irrinunciabile, nel rinno-vamento della catechesi e nel-l’annuncio in una prospettivamissionaria, è certamente la for-mazione degli evangelizzatori edei catechisti, intesa come pro-cesso che sviluppa le competenzedell’annuncio e dell’educazione,e coinvolge il soggetto accompa-gnandolo nell’attitudine all’au-toformazione (IG, nn.79-86). Taleformazione riguarda non solo il

catechista ma anche, in formacurricolare e permanente, il pre-sbiteri e i diaconi. Gli Orienta-menti si soffermano, poi, sulla ne-cessità di attenzione e di coinvol-gimento ecclesiale per ciò checoncerne la proposta mistagogicaai preadolescenti, adolescenti egiovani, in continuità con la cate-chesi per l’Iniziazione Cristianae, in modo specifico, in riferi-mento ai “passaggi esistenziali”,ai “nuovi inizi” di cui è ricca l’etàdella crescita verso la maturità.Con ciò si intende lavorare sullastrutturazione di cammini, espe-rienze e opportunità di servizioche permettano a chi ha concluso

Il grande valore della formazioneper chi annuncia il Vangelo di Cristo

l’Iniziazione Cristiana in sensostrettamente sacramentale (Bat-tesimo, Cresima ed Eucarestia), eche quindi è “diventato cristiano”,di “vivere da cristiano”, di conti-nuare a percorrere la strada dellavita custodendo e facendo ri-splendere la fiamma della fede.Proprio la feconda fase esisten-ziale della preadolescenza costi-tuisce l’argomento del ConvegnoDiocesano dei Catechisti di Set-tembre, evidenziando la preoc-cupazione della comunità eccle-siale nell’accompagnamento dichi vive la gioia e la fatica dellacrescita e, in essa, della scoperta edella scelta di fede.

diMICHELE ANTONIO CORONA

ei mesi freddi moltecoppie di fidanzati e disposi scelgono di pas-seggiare teneramente

sull’arenile facendosi rinfrescaredal vento. È curioso notare come ci si pren-da per mano, ci si scambino pic-coli gesti d’affetto, si raccolganopiccoli oggetti e li si mostrino al-l’altro. Essere spettatori di questeattenzioni aiuta a risistemarequanto siano importanti i detta-gli in un rapporto d’amore e lamisura in cui la distanza, la man-canza, l’assenza diventino dram-mi enormi. ‘L’ho cercato, ma nonl’ho trovato’ è il grido che la spo-sa del Cantico dei Cantici lanciaripetutamente in riferimento alsuo amato. È il dramma di chiama: non trovare più il propriopartner. Non esiste dolore peg-giore di non riuscire più a trova-re la persona che si ama (si pen-

si anche una madre che perde unfiglio). I due sposi del Canticohanno dichiarato il loro amore, laloro decisione di sentirsi legaticome un sigillo. Entrambi han-no avuto il coraggio di confessa-re il proprio amore ed ora spera-no di non lasciarsi mai, di nonvedersi mai ad oltre un metro l’u-no dall’altra. Nella fase dell’innamoramentola vicinanza è elemento fonda-mentale per sentirsi uniti, dediti,coinvolti. I poemi di cui è com-posto il cantico sono delle colla-ne di complimenti sublimi per idue: ‘gli occhi tuoi sono colombe;i tuoi denti come un gregge di pe-core tosate (bianchissimi); la tuabocca è piena di fascino; i tuoiseni come due cerbiatti; il suopetto è come d’avorio; dolcezza èil suo palato; …’. Elogi tipici didue innamorati che non vedononull’altro che il/la partner e ri-

volgono ogni complimento co-me estasiati dalla sua presenza.Se il Cantico presenta evidentisegni che è un poema scritto ori-ginariamente per una more rea-le, vero, passionale, corporale,sponsale, la tradizione ebraica ecristiana hanno riletto questi ver-si come il canto di Dio per la suaamata e viceversa. Un amore che fa impazzire, checoinvolge, stravolge, infuria,drammatizza. I due sposi sonoprotagonisti di un sentimento

I due sposi

N

PERSONAGGI DELLA BIBBIA che non si ferma a far caldo ilcuoricino, ma che investe pre-potentemente tutti gli ambitipersonali. In questo senso, lapassione travolgente è tutt’al-tro che stigmatizzata e da de-monizzare, poiché suggella ladedizione totale dell’uno al-l’altra. Dice a lui l’amata: ‘Mettimi co-me sigillo sul tuo cuore, comesigillo sul tuo braccio; perchéforte come la morte è l’amore,tenace come il regno dei mor-ti è la passione: le sue vampesono fiamme di fuoco, unafiamma divina’. I due sposi siamano e si perdono, si ritrova-no e si uniscono, si rincorronoe si donano completamente.Proprio questo doppio bina-rio di presenza ed assenza con-tinua rende il rapporto affetti-vamente sano e fortemente ve-race, al punto che l’ultimo spa-simo del canto non è nel segnodella possessione che annien-ta, ma occasione per mostrarela ricchezza dell’amore conce-dendo spazi di libertà all’al-tro/a: ‘Fuggi, amato mio, co-me una gazzella o un cerbiattosopra i monti dei balsami’.

IL PORTICO DOMENICA 21 SETTEMBRE 201416 IL PORTICO DI PAPA FRANCESCO

Il Santo Padre. La catechesi sulla Chiesa Madre che ricorda le opere di misericordia.

essenziale del Vangeloè la misericordia. Dioha inviato suo Figlio,Dio si è fatto uomo persalvarci, cioè per darci

la sua misericordia. La madre Chiesa ci insegna a dareda mangiare e da bere a chi ha fa-me e sete, a vestire chi è nudo. Ecome lo fa? Lo fa con l’esempio ditanti santi e sante che hanno fattoquesto in modo esemplare; ma lofa anche con l’esempio di tantissi-mi papà e mamme, che insegnanoai loro figli che ciò che avanza anoi è per chi manca del necessario.E’ importante sapere questo. Nel-le famiglie cristiane più semplici èsempre stata sacra la regola del-l’ospitalità: non manca mai unpiatto e un letto per chi ne ha bi-sogno. Una volta una mamma miraccontava - nell’altra diocesi - chevoleva insegnare questo ai suoi fi-gli e diceva loro di aiutare e dare damangiare a chi ha fame; ne avevatre. E un giorno a pranzo - il papàera fuori al lavoro, c’era lei con itre figli, piccolini, 7, 5, 4 anni più omeno - e bussano alla porta: c’eraun signore che chiedeva da man-giare. E la mamma gli ha detto:"Aspetta un attimo". E’ rientratae ha detto ai figli: "C’è un signore lìche chiede da mangiare, cosa fac-ciamo?" "Gliene diamo, mamma,gliene diamo!". Ognuno aveva sulpiatto una bistecca con le patatefritte. "Benissimo – dice la mam-ma -, prendiamo la metà di cia-scuno di voi, e gli diamo la metàdella bistecca di ognuno di voi"."Ah no, mamma, così non va be-ne!". "E’ così, tu devi dare del tuo".

E così questa mamma ha inse-gnato ai figli a dare da mangiaredel proprio. Questo è un bell’e-sempio che mi ha aiutato tanto."Ma non mi avanza niente…"."Da’ del tuo!". Così ci insegna lamadre Chiesa. E voi, tante mam-me che siete qui, sapete cosa do-vete fare per insegnare ai vostri fi-gli perché condividano le loro co-se con chi ha bisogno.La madre Chiesa insegna a starevicino a chi è malato. Quanti san-ti e sante hanno servito Gesù inquesto modo! E quanti sempliciuomini e donne, ogni giorno, met-tono in pratica quest’opera di mi-sericordia in una stanza di ospe-dale, o di una casa di riposo, o nel-la propria casa, assistendo unapersona malata.La madre Chiesa insegna a starevicino a chi è in carcere. "Ma Padre

no, è pericoloso questo, è gentecattiva". Ma ognuno di noi è ca-pace… Sentite bene questo: ognu-no di noi è capace di fare lo stessoche ha fatto quell’uomo o quelladonna che è in carcere. Tutti ab-biamo la capacità di peccare e difare lo stesso, di sbagliare nella vi-ta. Non è più cattivo di te e di me!La misericordia supera ogni muro,ogni barriera, e ti porta a cercaresempre il volto dell’uomo, dellapersona. Ed è la misericordia checambia il cuore e la vita, che può ri-generare una persona e permet-terle di inserirsi in modo nuovonella società.La madre Chiesa insegna a starevicino a chi è abbandonato e muo-re solo. È ciò che ha fatto la beataTeresa per le strade di Calcutta; èciò che hanno fatto e fanno tanticristiani che non hanno paura di

La Chiesa insegna ai suoi figlile opere di misericordiaL’

stringere la mano a chi sta per la-sciare questo mondo […]Cari fratelli e sorelle, così la Chiesaè madre, insegnando ai suoi figli leopere di misericordia. Lei ha im-parato da Gesù questa via, ha im-parato che questo è l’essenzialeper la salvezza. Non basta amarechi ci ama. Gesù dice che questo lofanno i pagani. Non basta fare ilbene a chi ci fa del bene. Per cam-biare il mondo in meglio bisognafare del bene a chi non è in grado diricambiarci, come ha fatto il Pa-dre con noi, donandoci Gesù.Quanto abbiamo pagato noi perla nostra redenzione? Niente, tut-to gratuito! Fare il bene senzaaspettare qualcos’altro in cambio.Così ha fatto il Padre con noi e noidobbiamo fare lo stesso. Fa’ il benee vai avanti!

(10 settembre 2014)

curiositàRegistrazione Tribunale Cagliari

n. 13 del 13 aprile 2004

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