AS Castello/ Da campo spelacchiato a centro polifunzionale ... · cifra impossibile da mettere...

1
6 Speciale 27 gennaio 2017 Caro vecchio Nebbian... AS Castello/ Da campo spelacchiato a centro polifunzionale Inaugurazione del terreno rifatto (1985). Il terreno come si presenta oggi. Il terreno prima della sistemazione. La parcellizzazione del pianoro prima dell’inizio dei lavori • La storia dell’AS Castello con- tinua con il capitolo sul campo Nebbian. L’Informatore propone in questo articolo l’excursus sul campo di gioco della squadra di Castel San Pietro. Reperire un terreno adatto fu il compito più gravoso affrontato dai pionieri della società. Nei primi due anni di esistenza, per disputare le partite casalinghe, si dovette afttare dapprima il cam- po a Balerna, poi a Morbio Inferio- re. Sistemato il terreno nella zona Nebbian, le difcoltà non erano ancora superate: il doversi cam- biare alla “serena” e il non potersi lavare alla ne dell’incontro non rappresentavano un incentivo per i giocatori. Le opere di drenaggio pesarono in modo rilevante sulla società che si accollò le spese, con- tando solo sull’appoggio dei soci e un piccolo contributo comunale. Arriveranno poi i primi spogliatoi, la sistemazione del fondo, l’acqui- sizione e la sistemazione di tutta l’area da parte del Comune con la costruzione di moderni spogliatoi e del campo in sintetico. Ma par- tiamo dall’inizio. Il nuovo campo La realizzazione della nuova in- frastruttura occupò e preoccupò molto la giovane dirigenza. Il ter- reno scelto apparteneva a svariati proprietari: si rese pertanto neces- sario il contatto diretto con tutti al ne di stipulare i diversi contratti d’aftto. Il terreno era previsto di una lunghezza di 100m e largo 50m. I legni per le porte vennero forniti gratuitamente dalla ditta Pagani e Castelli, industria legnami di Biasca (con la promessa di far avere alla ditta qualche offerta di lavoro). Con l’arrivo delle fatture per la sistemazione del terreno, nel 1968, l’AS Castello si rivolse al Municipio chiedendo un aiuto nanziario, dettagliando le spese che ammontavano a 10mila fr. Il Municipio concesse un contributo di 800 fr, aumentato di altri 100 fr. in caso di vittoria del Premio disciplina. Nell’agosto dello stesso anno ci si rivolse alla Cassa rurale di Castel San Pietro chiedendo un credito di 10mila fr, garantito da Fausto Fontana, direttore della Rirì. Nello stesso mese, il signor Scacchi, della FTC, omologò il nuovo campo. Lasciamo spazio a chi visse gli esordi: Sandro Crivelli Nel ‘66, trovare a Castello un ter- reno da adibire a campo da gioco era molto difcile. Con Giordano Fontana girammo col decametro a misurare prati. Ne trovammo uno adatto a Gorla, ma il contadino chiedeva 2000 fr per l’aftto, una cifra impossibile da mettere assieme. Poi individuammo nel “Nebbian” il luogo dove far giocare la nostra squadra. In parte era una discarica di riuti abusiva e vi si trovava di tutto. La prima terra arrivò da scavi di costruzioni realizzate lì attorno. Carlo Valsangiacomo, proprietario della fattoria (ora deposito d’auto della famiglia Preziosi) aveva già posato dei tubi sotterranei che permisero di fare i primi drenaggi. Quel luogo apparteneva a diversi proprietari, ma la maggior parte era di Primo Valsangiacomo. La Saceba, dove io lavoravo come responsabile del personale, all’inizio ebbe un ruolo importante, mettendo a disposizione un traxista per spia- nare i cumuli di terra. Poi il signor Viscardi, giardiniere e proprietario del grotto Pirett, mandò i suoi uomini per rastrellarlo. Leo- poldo Pagani, sindaco di Lottigna e proprietario di una segheria a Osogna, ci regalò le porte di legno. Il primo anno giocammo a Balerna; il secondo, nell’attesa che crescesse l’erba, le partite casalinghe le di- sputammo al San Giorgio di Morbio Inferiore. Il campo venne omologato dal maestro Scacchi di Mendrisio, responsabile del- la FTC. Non era in regola per la larghezza, man- cavano circa 12 cm, ma chiuse un occhio! Solo a partire dalla stagione ‘69-‘70 iniziam- mo a giocare sul nostro campo, ma spuntavano in continuazione sassi e quando pioveva era un disastro. Noi del Castello, nita la partita, tor- navamo a casa a lavarci, mentre gli ospiti lo face- vano nella stalla, utilizzando una canna non lontano dal recinto dove si trovavano i cavalli. Luciano Ronchi Il campo attuale era almeno due me- tri più basso rispetto ad ora ed aveva una pendenza enorme. Quando pio- veva diventava un lago. C’è una foto nella quale si vede una barca, non so chi la portò, attaccata all’asta della porta nord. Nei primi anni ci si cambiava nella fattoria a nord del campo: c’erano le mucche, i maiali e… una fontana per lavarci. All’inizio il nostro cam- po di gioco era una sassaia. Tutte le domeniche passavamo a rastrellarlo, mettendo il “raccolto” in una carret- ta. Era pericoloso e cercavamo di spianarlo. Poi intervenne, grazie a Sandro, la Saceba che mise a dispo- sizione il primo spogliatoio sistemato in una baracca. Il terreno apparte- neva a diversi privati e fu ancora il Sandro a convincere il Municipio ad aiutarci. Stavano costruendo le nuove scuole elementari e il fatto di chiamarci Associazione sportiva, convinse la municipalità a dare sussidi perché si poteva utilizzare il campo per altre attività. Nel gennaio dell’anno successivo, l’Associazione sportiva Salorino concesse un credito di fr. 3000 al Castello (interesse 4% / ammorta- mento minimo 2% annuo). Ma fu ancora la Saceba a venire in soccor- so del club, stanziando 2500 fr per coprire le spese. I signori Suter e Melera, direttori della ditta Saceba, per i favori concessi ricevettero la tessera di socio onorario del club. L ’articolo 4 dello statuto dice che lo scopo della società è promuovere la cultura sica in generale e in par- ticolare il gioco del calcio, motivo in più per chiedere al Comune, nel 1971, di provvedere alla realizza- zione degli spogliatoi. La svolta nel 1981 Scriveva l’Informatore del 6 feb- braio: Castel San Pietro: novità al “Nebbian”: (...) I lavori si svolgeranno in tre fasi successive. Dapprima si scaverà la riva verso Corteglia che permetterà l’allargamento del campo di circa 8 ml., quindi si sistemerà il campo d’allenamento e per nire il campo principale. Rimangono però sempre ancora in allacciamento precario l’impianto elettrico come quello dell’acqua potabile, per avere l’opti- mum. È giusto rilevare che i lavori sono possibili grazie alla compren- sione degli eredi Valsangiacomo, proprietari del terreno. Con gli stessi è stato stipulato un contratto quindi- cinale che abbisogna ancora di… un niente per essere al cento per cento. Sono passati 15 anni dalla fonda- zione della società da parte di un gruppo di ragazzotti d’allora con alla testa il vice sindaco signor Cri- velli. Dopo qualche anno, con non poche peripezie, veniva data forma al “Nebbian”, forma che, con diversi interventi migliorativi, tiene tuttora. Veniva pure costruita una baracca adibita a spogliatoi sul terreno dei signori Sisini, con relativi impianti docce e luci per il campo principale e d’allenamento. Dalla stagione 1970-‘71, e cioè da un decennio, il comitato ha investito nelle varie infrastrutture del Nebbian” la no- tevole somma di 120mila fr., senza contare le diverse ore di lavoro non remunerate fatte da appassionati e disinteressati privati. In più va rile- vato che, dato il particolare rapporto d’aftto con gli eredi Valsangiacomo, non si è mai potuto avere il benché minimo sussidio cantonale. Nella sua modestia il Nebbian” ha sempre risposto, in particolare dopo le migliorie fatte. Ancora oggi giocano 5 squadre. Inoltre aggiun- giamo che senza questo Nebbian” i ragazzi di Castello sarebbero in giro a giocare per qualche campo del Mendrisiotto! Qualche soldino è stato messo da parte in questi duri anni di lavoro. Il comitato attuale, che lavora assieme da parecchi anni, si è trovato di fronte all’interrogati- vo: cosa fare per il futuro? Fermarsi o migliorare ancora? Vi era la pos- sibilità di costruire un nuovo campo sportivo nella proprietà dell’OBV in zona Loverciano, ma tutto è andato a monte per il disinteresse dimo- strato dalle autorità comunali. Così non restava che dare ducia al caro Nebbian”. Sono così stati preventi- vati lavori per circa 100mila fr. per garantire alla gioventù castellana un centro sportivo accettabile. Tutto questo discorso anche perché il comi- tato ha bisogno di appoggio morale e materiale per far fronte al gravoso impegno e dare quell’incentivo che in queste occasioni non deve venire meno. Sono pure in costruzione 60 tavoli, dei quali 20 già pronti, per feste campestri. Gli altri verranno niti per marzo e verranno noleg- giati ad enti e società interessate, al prezzo di fr. 4 al giorno. È pure intenzione creare una sezione sci. Per questo si cerca qualche interessato ad assumersi l’incombenza che avrà tutto l’apporto dovuto. Sentiamo l’allora presidente, Fernando Coltamai, espri- mersi a questo riguardo Un grosso impegno portato avanti dal comitato da me diretto fu quello di rimettere a nuovo il terreno di gio- co. Eravamo saliti in III.a Divisione e, se no in IV.a si poteva giocare su quel campo, per la nuova ca- tegoria la ridotta larghezza non era più tollerata. Es- sendo la supercie in aftto, non po- tevamo disporre di alcun sussidio da parte di enti quali Gioventù e Sport, Sport Toto e aiuti dalla LIM. Il Luciano ed io abbiamo iniziato la trattativa per l’acquisto e la sistemazione da parte del Comune, purtroppo senza suc- cesso. Ci arrangiammo ugualmente. Grazie alla mia ex-moglie, proprie- taria del fondo connante, riuscim- mo ad avere quei metri necessari per allargarlo e renderlo conforme alle misure richieste dalla nuova categoria, innalzandolo pure di ben 2 metri in quanto prima era in pen- denza. Costo dell’opera 500’000 fr. Durante la sistemazione le squadre si cambiavano al “Nebbian” per sportarsi a Gorla dove giocavano su un terreno ricavato alla bell’e me- glio. Il nuovo campo fu dotato di drenaggi più efcaci, innafandolo con l’acqua ricavata dallo stagno posto al di là della strada. Bisognava poi tenerlo rullato. Dal Comune di Mendrisio ottenni un vecchio schiaccia ghiaia che si trattava di portare a Castello, ma nessuno voleva assumersi la responsabilità. Lo feci io. Era un mezzo che procedeva a 2 km al- l’ora. A ripensarci mi viene ancora la pelle d’oca. Ritenni che la strada migliore da percorrere fosse quella che sale da Villa Foresta. Aveva un peso enorme e arrancava; a un cer- to punto cominciò pure a retrocede- re! A poco a poco raggiunsi la cima, si trattò poi di scendere e non fu facile. Lo utilizzammo per qualche tempo, poi fu demolito. Lo sosti- tuimmo con la mitica Volkswagen Maggiolino (nella foto) con due rulli posti nella parte posteriore. Nel 1985, il terreno rinnovato ven- ne inaugurato, presidente era Nano Cometti, con la partita amichevole Chiasso - Lugano, preceduta da un incontro tra vecchie glorie. Nel 1993 vennero messi a dispo- sizione i nuovi spogliatoi costati circa un milione, metà dei quali garantiti da sussidi e nanzia- menti vari, il resto dal Comune, col quale si stipulò una conven- zione che, tra l’altro, prevede: l’ASC permetterà l’uso del campo da gioco per la ginnastica scolasti- ca e concederà l’accesso ai giovani del comune. Una curiosità: il telefono fu istal- lato solo nell’ottobre del ‘93. Una tappa successiva sarà quel- la di sistemare ulteriormente il drenaggio del terreno. La manu- tenzione di quello che è ormai divenuto un piccolo centro spor- tivo spetterà, almeno in parte, al Municipio. Servizio a cura di GC/MDC Palmira, gh'u da ná gió a giüstà quii rop chì, però al su mia cum'è fá... www.conconi.com • [email protected] • Tel. +41 91 646 50 44 Par l'amúr, tóca nagót e fá mia disàstri... ivanart.net Soluzioni per impianti sanitari, riscaldamento, climatizzazione, lattoniere e impermeabilizzazione che'l tröva la sulüziùn! che'l tröva la sulüziùn! Ciàma ul Cuncùn Ciàma ul Cuncùn

Transcript of AS Castello/ Da campo spelacchiato a centro polifunzionale ... · cifra impossibile da mettere...

6 Speciale 27 gennaio 2017

Caro vecchio Nebbian...AS Castello/ Da campo spelacchiato a centro polifunzionale

Inaugurazione del terreno rifatto (1985). Il terreno come si presenta oggi.

Il terreno prima della sistemazione.La parcellizzazione del pianoro prima dell’inizio dei lavori

• La storia dell’AS Castello con-tinua con il capitolo sul campo Nebbian. L’Informatore propone in questo articolo l’excursus sul campo di gioco della squadra di Castel San Pietro.Reperire un terreno adatto fu il compito più gravoso affrontato dai pionieri della società. Nei primi due anni di esistenza, per disputare le partite casalinghe, si dovette affi ttare dapprima il cam-po a Balerna, poi a Morbio Inferio-re. Sistemato il terreno nella zona Nebbian, le diffi coltà non erano ancora superate: il doversi cam-biare alla “serena” e il non potersi lavare alla fi ne dell’incontro non rappresentavano un incentivo per i giocatori. Le opere di drenaggio pesarono in modo rilevante sulla società che si accollò le spese, con-tando solo sull’appoggio dei soci e un piccolo contributo comunale. Arriveranno poi i primi spogliatoi, la sistemazione del fondo, l’acqui-sizione e la sistemazione di tutta l’area da parte del Comune con la costruzione di moderni spogliatoi e del campo in sintetico. Ma par-tiamo dall’inizio.

Il nuovo campoLa realizzazione della nuova in-frastruttura occupò e preoccupò molto la giovane dirigenza. Il ter-reno scelto apparteneva a svariati proprietari: si rese pertanto neces-sario il contatto diretto con tutti al fi ne di stipulare i diversi contratti d’affi tto. Il terreno era previsto di una lunghezza di 100m e largo 50m. I legni per le porte vennero forniti gratuitamente dalla ditta Pagani e Castelli, industria legnami di Biasca (con la promessa di far avere alla ditta qualche offerta di lavoro). Con l’arrivo delle fatture per la sistemazione del terreno, nel 1968, l’AS Castello si rivolse al Municipio chiedendo un aiuto fi nanziario, dettagliando le spese che ammontavano a 10mila fr. Il Municipio concesse un contributo di 800 fr, aumentato di altri 100 fr. in caso di vittoria del Premio disciplina. Nell’agosto dello stesso anno ci si rivolse alla Cassa rurale di Castel San Pietro chiedendo un credito di 10mila fr, garantito da Fausto Fontana, direttore della Rirì. Nello stesso mese, il signor Scacchi, della FTC, omologò il

nuovo campo.

Lasciamo spazio a chi visse gli esordi: Sandro CrivelliNel ‘66, trovare a Castello un ter-reno da adibire a campo da gioco era molto diffi cile. Con Giordano Fontana girammo col decametro a misurare prati. Ne trovammo uno adatto a Gorla, ma il contadino chiedeva 2000 fr per l’affi tto, una cifra impossibile da mettere assieme. Poi individuammo nel “Nebbian” il luogo dove far giocare la nostra squadra. In parte era una discarica di rifi uti abusiva e vi si trovava di tutto. La prima terra arrivò da scavi di costruzioni realizzate lì attorno. Carlo Valsangiacomo, proprietario della fattoria (ora deposito d’auto della famiglia Preziosi) aveva già posato dei tubi sotterranei che permisero di fare i primi drenaggi. Quel luogo apparteneva a diversi proprietari, ma la maggior parte era di Primo Valsangiacomo.La Saceba, dove io lavoravo come responsabile del personale, all’inizio ebbe un ruolo importante, mettendo a disposizione un traxista per spia-nare i cumuli di terra. Poi il signor Viscardi, giardiniere e proprietario del grotto Pirett, mandò i suoi uomini per rastrellarlo. Leo-poldo Pagani, sindaco di Lottigna e proprietario di una segheria a Osogna, ci regalò le porte di legno. Il primo anno giocammo a Balerna; il secondo, nell’attesa che crescesse l’erba, le partite casalinghe le di-sputammo al San Giorgio di Morbio Inferiore. Il campo venne omologato dal maestro Scacchi di Mendrisio,

responsabile del-la FTC. Non era in regola per la larghezza, man-cavano circa 12 cm, ma chiuse un occhio!Solo a partire dalla stagione ‘69-‘70 iniziam-mo a giocare sul nostro campo, ma spuntavano in continuazione sassi e quando pioveva era un disastro. Noi del Castello, fi nita la partita, tor-navamo a casa a lavarci, mentre gli ospiti lo face-vano nella stalla, utilizzando una

canna non lontano dal recinto dove si trovavano i cavalli.

Luciano RonchiIl campo attuale era almeno due me-tri più basso rispetto ad ora ed aveva una pendenza enorme. Quando pio-veva diventava un lago. C’è una foto nella quale si vede una barca, non so chi la portò, attaccata all’asta della porta nord. Nei primi anni ci si cambiava nella fattoria a nord del campo: c’erano le mucche, i maiali e… una fontana per lavarci. All’inizio il nostro cam-po di gioco era una sassaia. Tutte le domeniche passavamo a rastrellarlo, mettendo il “raccolto” in una carret-ta. Era pericoloso e cercavamo di spianarlo. Poi intervenne, grazie a Sandro, la Saceba che mise a dispo-sizione il primo spogliatoio sistemato in una baracca. Il terreno apparte-neva a diversi privati e fu ancora il Sandro a convincere il Municipio ad aiutarci. Stavano costruendo le nuove scuole elementari e il fatto di chiamarci Associazione sportiva, convinse la municipalità a dare sussidi perché si poteva utilizzare il campo per altre attività.

Nel gennaio dell’anno successivo, l’Associazione sportiva Salorino concesse un credito di fr. 3000 al Castello (interesse 4% / ammorta-mento minimo 2% annuo). Ma fu ancora la Saceba a venire in soccor-so del club, stanziando 2500 fr per coprire le spese. I signori Suter e Melera, direttori della ditta Saceba, per i favori concessi ricevettero la tessera di socio onorario del club. L’articolo 4 dello statuto dice che lo scopo della società è promuovere la cultura fi sica in generale e in par-ticolare il gioco del calcio, motivo in più per chiedere al Comune, nel 1971, di provvedere alla realizza-zione degli spogliatoi.

La svolta nel 1981Scriveva l’Informatore del 6 feb-braio: Castel San Pietro: novità al “Nebbian”:(...) I lavori si svolgeranno in tre fasi successive. Dapprima si scaverà la riva verso Corteglia che permetterà l’allargamento del campo di circa 8 ml., quindi si sistemerà il campo d’allenamento e per fi nire il campo principale. Rimangono però sempre ancora in allacciamento precario l’impianto elettrico come quello dell’acqua potabile, per avere l’opti-mum. È giusto rilevare che i lavori sono possibili grazie alla compren-sione degli eredi Valsangiacomo,

proprietari del terreno. Con gli stessi è stato stipulato un contratto quindi-cinale che abbisogna ancora di… un niente per essere al cento per cento.Sono passati 15 anni dalla fonda-zione della società da parte di un gruppo di ragazzotti d’allora con alla testa il vice sindaco signor Cri-velli. Dopo qualche anno, con non poche peripezie, veniva data forma al “Nebbian”, forma che, con diversi interventi migliorativi, tiene tuttora. Veniva pure costruita una baracca adibita a spogliatoi sul terreno dei signori Sisini, con relativi impianti docce e luci per il campo principale e d’allenamento. Dalla stagione 1970-‘71, e cioè da un decennio, il comitato ha investito nelle varie infrastrutture del “Nebbian” la no-tevole somma di 120mila fr., senza contare le diverse ore di lavoro non remunerate fatte da appassionati e disinteressati privati. In più va rile-vato che, dato il particolare rapporto d’affi tto con gli eredi Valsangiacomo, non si è mai potuto avere il benché minimo sussidio cantonale.Nella sua modestia il “Nebbian” ha sempre risposto, in particolare dopo le migliorie fatte. Ancora oggi giocano 5 squadre. Inoltre aggiun-giamo che senza questo “Nebbian” i ragazzi di Castello sarebbero in giro a giocare per qualche campo del Mendrisiotto! Qualche soldino è stato messo da parte in questi duri anni di lavoro. Il comitato attuale, che lavora assieme da parecchi anni, si è trovato di fronte all’interrogati-vo: cosa fare per il futuro? Fermarsi o migliorare ancora? Vi era la pos-sibilità di costruire un nuovo campo sportivo nella proprietà dell’OBV in zona Loverciano, ma tutto è andato a monte per il disinteresse dimo-strato dalle autorità comunali. Così non restava che dare fi ducia al caro “Nebbian”. Sono così stati preventi-vati lavori per circa 100mila fr. per

garantire alla gioventù castellana un centro sportivo accettabile. Tutto questo discorso anche perché il comi-tato ha bisogno di appoggio morale e materiale per far fronte al gravoso impegno e dare quell’incentivo che in queste occasioni non deve venire meno. Sono pure in costruzione 60 tavoli, dei quali 20 già pronti, per feste campestri. Gli altri verranno fi niti per marzo e verranno noleg-giati ad enti e società interessate, al prezzo di fr. 4 al giorno. È pure intenzione creare una sezione sci. Per questo si cerca qualche interessato ad assumersi l’incombenza che avrà tutto l’apporto dovuto.

Sentiamo l’allora presidente, Fernando Coltamai, espri-mersi a questo riguardoUn grosso impegno portato avanti dal comitato da me diretto fu quello di rimettere a nuovo il terreno di gio-co. Eravamo saliti in III.a Divisione e, se fi no in IV.a si poteva giocare su quel campo, per la nuova ca-tegoria la ridotta larghezza non era più tollerata. Es-sendo la superfi cie in affi tto, non po-tevamo disporre di alcun sussidio da parte di enti quali Gioventù e Sport, Sport Toto e aiuti dalla LIM. Il Luciano ed io abbiamo iniziato la trattativa per l’acquisto e la sistemazione da parte del Comune, purtroppo senza suc-cesso. Ci arrangiammo ugualmente.Grazie alla mia ex-moglie, proprie-taria del fondo confi nante, riuscim-mo ad avere quei metri necessari per allargarlo e renderlo conforme alle misure richieste dalla nuova categoria, innalzandolo pure di ben 2 metri in quanto prima era in pen-

denza. Costo dell’opera 500’000 fr. Durante la sistemazione le squadre si cambiavano al “Nebbian” per sportarsi a Gorla dove giocavano su un terreno ricavato alla bell’e me-glio. Il nuovo campo fu dotato di drenaggi più effi caci, innaffi andolo con l’acqua ricavata dallo stagno posto al di là della strada. Bisognava poi tenerlo rullato. Dal Comune di Mendrisio ottenni un vecchio schiaccia ghiaia che si trattava di portare a Castello, ma nessuno voleva assumersi la responsabilità. Lo feci io. Era un mezzo che procedeva a 2 km al-l’ora. A ripensarci mi viene ancora la pelle d’oca. Ritenni che la strada migliore da percorrere fosse quella che sale da Villa Foresta. Aveva un peso enorme e arrancava; a un cer-to punto cominciò pure a retrocede-re! A poco a poco raggiunsi la cima, si trattò poi di scendere e non fu facile. Lo utilizzammo per qualche tempo, poi fu demolito. Lo sosti-

tuimmo con la mitica Volkswagen Maggiolino (nella foto) con due rulli posti nella parte posteriore. Nel 1985, il terreno rinnovato ven-ne inaugurato, presidente era Nano Cometti, con la partita amichevole Chiasso - Lugano, preceduta da un incontro tra vecchie glorie. Nel 1993 vennero messi a dispo-sizione i nuovi spogliatoi costati circa un milione, metà dei quali garantiti da sussidi e fi nanzia-menti vari, il resto dal Comune, col quale si stipulò una conven-zione che, tra l’altro, prevede: l’ASC permetterà l’uso del campo da gioco per la ginnastica scolasti-ca e concederà l’accesso ai giovani del comune. Una curiosità: il telefono fu istal-lato solo nell’ottobre del ‘93.Una tappa successiva sarà quel-la di sistemare ulteriormente il drenaggio del terreno. La manu-tenzione di quello che è ormai divenuto un piccolo centro spor-tivo spetterà, almeno in parte, al Municipio.

Servizio a cura di GC/MDC

Palmira, gh'u da ná gió a giüstà quii rop chì,

però al su mia cum'è fá...

www.conconi.com • [email protected] • Tel. +41 91 646 50 44

Par l'amúr, tóca nagót e fá mia disàstri...

ivan

art.n

et

Soluzioni per impianti sanitari, riscaldamento, climatizzazione, lattoniere e impermeabilizzazione

che'l tröva la sulüziùn!che'l tröva la sulüziùn!Ciàma ul Cuncùn Ciàma ul Cuncùn