ArtInTime - N.5 Ottobre

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ART IN TIME MUSICA CINEMA LETTERATURA MIX-ART EVENTI INTERVISTE n.5 - Ottobre 2012

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Rivista dedicata al mondo dell'arte in tutte le sue forme

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ARTIN

TIME

MUSICACINEMALETTERATURA MIX-ARTEVENTI INTERVISTE

n.5 - Ottobre 2012

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“Portate soluzioni, fate casino, ribellatevi. Al potere la cultura non interessa, lo capite da soli e se ci credete davvero, dovete sapere che siete soli, allora occorre fare rete, stare insieme e rompere le scatole al Potere per averne a vostra volta. Portate idee”.

Ad Artintime piace aprire così l’editoriale di ottobre, con il caldo invito suggerito da Paola Calvetti, giornalista e scrittrice, l’intervista alla quale impreziosisce il numero che state sfogliando. Un invito a non mollare, un incentivo ottimistico e combattivo, per noi che abbiamo a cuore questo progetto, a proseguire sulla strada della qualità, delle idee, quel-le buone, a passo con i tempi ma non per questo scontate. Ecco così nuovi spunti per questo numero di ottobre. Anche questo mese torneranno le classiche rubriche dedicate alle arti. Andremo insieme al cinema per scoprire il divertente ultimo prodotto Disney Pixar, con una recen- sione di The Brave, la favola moderna della ri- belle ragazzina scozzese dai capelli rossi. E sem- pre di grande schermo ci occuperemo con The Story of Film: an Odys-sey, un documentario sulla storia del cinema in quindici puntate, che uscirà in esclusiva in sole otto sale cinemato- grafiche in tutta Italia. Da non perdere, la Mo- vielist di ottobre, con tutti gli appuntamenti da rincorrere al cinema in questo mese. Lo spa- zio musica resterà come sempre con un piede in Italia, insieme ai The Unsuiteds, un gruppo il cui album-concept racconta la storia di un amore perduto, e con uno in Australia, per co- noscere Xavier Rudd, un polistrumentista che mescola le tradizioni musicali aborigene in chiave acustica con al-tri generi. La street art tornerà con le illusioni in 3D di Julian Beever, conosciuto in tutto il mondo per i suoi spetta- colari disegni su strada, e il progetto Radio City, una web series dall’am-bientazione post-apocalittica, a budget zero e basata sull’unione tra cinema e musica in-dipendente. I libri ci porteranno nei depositi di una biblioteca di provincia, con il delizioso esordio della francese Sophie Divry e il suo La custode di libri. Secondo appuntamento con Londra, in diretta dalla capitale brittanica, e in doppia lingua italiana e inglese, Artin-time vi racconterà le curiosità dell’attesissima Vogue Fashion’s Night out. Gli eventi non finiscono qui: la rassegna dei migliori festival e incontri di ottobre vi farà da spunto per organizzare qualche weekend fuori porta o in città. Ma non è tutto! La grande novità del mese sarà la rubrica dedicata al teatro, si parlerà di Residenze Multidisciplinari, un pro-getto che ha preso il via in Piemonte undici anni fa e che si occupa della diffusione della cultura teatrale fuori dai circuiti delle grandi città, con il Teatro delle Selve, una compagnia che lavora nel novarese e vanta collaborazioni in tutta Italia. Pronti per un nuovo viaggio nelle arti? Allora voltate pagina, e scoprite Artintime di ottobre!

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L’EDITORIALE

SOMMARIO

ARTINTIME

4 . THE SOUND OF AUSTRALIA : XAVIER RUDDby Alngelica Magliocchetti

6 . THE STORY OF FILM : AN ODYSSEY by Francesca Cerutti

8 . RADIOCITY: The web seriesby Ilaria Chiesa

12 . IL TEATRO RISVEGLIA LA STORIA E LA CULTURAby Barbara Mastria

16 . Ribelle – The Braveby Francesca Cerutti

18 . INTERVISTANDO : PAOLA CALVETTIby Alessandra Chiappori

22 . JULIEN BEEVERby Ilaria Chiesa

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10. IL FASCINO SEGRETO delle biblioteche di provinciaby Alessandra Chiappori

26 . MOVIELIST-OTTOBREby Francesca Cerutti

28 . EVENTSby Anna Moschietto

14. THE UNSUITEDS, il concept.by Angelica Magliocchetti

24. VOGUE FASHION’S NIGHT by Cristina Canfora

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ARTINTIME

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MUSIC

Ottobre, tempo di pioggia, tem-po di freddo, tempo di Australia. Già, per sopravvivere a que-sti mesi autunnali quale tera-pia migliore se non una piccola fuga nella terra dei canguri?A farci da guida lui, Xavier Rudd, trentaquattro anni, sette album pubblicati, polistrumentista. E’ in grado, infatti, di suonare ben sedici strumenti, alternando me-lodie e ballate, voce roca o lieve, chitarra e didgeridoo. Partiamo allora da Follow the Sun, sin-golo contenuto nel suo ultimo album ‘Spirit Bird’, che ci tra-sporta immediatamente in una produzione dalle sonorità vicine a personaggi quali Ben Harper e Paul Simon, ma che, nella sua personalissima interpretazione delle tradizioni musicali aborige-ne in chiave acustica e squisita-mente indie, ci offre un risultato del tutto diverso. Fin dall’inizio del brano, il suono pigro dell’ar-monica e il battito costante della percussione creano un sottofon-do essenziale e accattivane alla voce dell’artista; una miscela che va ad aggiungersi ad un intero paesaggio sonoro, ricostruito con precisione quasi documen-taristica (lui stesso ha dichiara-to di aver utilizzato il canto di 30 diverse specie di uccelli che accompagnano il ritmo della mu-sica dell’EP). Non mancano poi nella sua produzione numerose

contaminazioni indigene come nel brano Lioness Eye o in Butterfly, ritmi più dub come in Come Let Go o toni più lievi di cui Spirit Bird è un ottimo esempio. Un vero universo di generi per un artista che ha de-ciso nel suo ultimo tour di esibirsi senza band: sul palco solo lui e una composizione colorita quanto ingegnosa di vari strumenti. In-somma, uno spettacolo per occhi

The Sound of Australia: XAVIER RUDD

Angelica Magliocchetti

e orecchie assolutamente da non perdere. Non resta dunque che aspettare che il nostro cantauto-re dall’Australia passi di qui, e vi-sta la sua propensione ai viaggi e la sua produttività musicale, po-trebbe essere molto presto. Per allora, vorrete mica farvi trovare impreparati? So, listen and enjoy!

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ARTINTIME

Raccontare la storia del cine-ma ha sempre affascinato molti registi e studiosi di questo me-dium, sono diversi quelli che si sono lanciati in questa impre-sa, oserei dire titanica, e hanno regalato al pubblico opere che hanno segnato indelebilmente il panorama sia visivo che di stu-dio sul cinema. Tra i nomi noti, che hanno cercato di raccontare questa storia, ricordiamo l’opera di George Sadoul Storia del cine-ma, studio incominciato a partire dagli ani trenta e terminato solo nel 1964, o la più recente e al-trettanto complessa Storia del cinema e dei film di Bordwell e Thompson, realizzata negli anni novanta. È bene limitarsi solo a citarle, perché ognuna di esse meriterebbe uno studio specifico per evidenziare e comprendere come l’autore si sia posto in re-lazione con la storia del cinema e la storia dei film, cercando di prendere in considerazione an-che il periodo storico in cui esse sono nate e i mezzi a disposizio-ne dei singoli studiosi. A partire dal 1988 Godard ha provato a raccontare la sua storia del cine-ma suddividendola in otto episodi per la televisione: Histoire(s) du cinéma. Egli ha creato così un prodotto caratterizzato da scelte ben precise e riflessioni scaturite da anni e anni di esperienza come spettatore, critico e regista. Una

storia tutt’altro che lineare e con-venzionale, un lavoro però molto interessante che tende a disorien-tare lo spettatore, regalandogli un’esperienza unica e allo stesso tempo molto difficile da leggere e interpretare. Nel 2012 ecco che arriva in alcune sale cinematogra-fiche italiane un’altra proposta di storia del cinema: The Story of Film: an Odyssey prodotto dalla Hopscotch Films, scritto e diretto da Mark Cousins. Quest’opera di notevole entità è stata realizzata in cinque anni e abbraccia la sto-ria del cinema dalle sue origini

(1895 prima proiezione pubblica dei Fratelli Lumiere) ai giorni no-stri. Presentato in anteprima al Toronto Film Festival, The Story of Film: an Odyssey è suddiviso in quindici puntate dalla durata ognuna di un’ora circa. Il regista ha scelto di creare la sua storia del cinema perché esso ha avuto un ruolo importante nella sua infan-zia, quando abitava a Belfast negli anni settanta e c’era la guerra, il cinema era il suo rifugio, un mo-mento e un mezzo per staccarsi dalla realtà. Ho molta fiducia in questi prodotti, credo infatti re-

THE STORY OF FILM: AN ODYSSEY La storia del cinema in 15 puntate

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MOVIES...galino momenti indimenticabili e sono convinta che spesso posso-no essere il punto di partenza per riscoprire periodi cinematografici talvolta dimenticati o poco consi-derati dal panorama nazionale.The Story of Film: an Odyssey sarà proiettato al cinema in Ita-lia tutti i martedì (due puntate ogni volta) per sette settimane, ma solo ed esclusivamente in otto sale: Bari – Piccolo, Bologna – Lu-mière, Firenze – Odeon (qui ini-zierà lunedì 17 e sarà sempre in questo giorno), Genova – Coral-lo, Milano – Apollo, Padova – Por-to Astra, Roma – Greenwich, Tori-no – Massimo.

The Story of Film: an Odyssey sarà proiettato al cinema in Ita-lia tutti i martedì (due puntate ogni volta) per sette settimane, ma solo ed esclusivamente in otto sale: Bari – Piccolo, Bologna – Lu-mière, Firenze – Odeon (qui ini-zierà lunedì 17 e sarà sempre in questo giorno), Genova – Coral-lo, Milano – Apollo, Padova – Por-to Astra, Roma – Greenwich, Tori-no – Massimo.

Francesca Cerutti

ELENCO DELLE PUNTATE:

Parte 1: 1895-1918 – Il mondo scopre una nuova forma d’arte 1903-1918 – Il brivido diventa raccontoParte 2: 1918-1928 – Il trionfo del cinema americano e i suoi primi ribelliParte 3: 1918-1932 – I grandi registi ribelli nel mondoParte 4: Gli anni ‘30 – I grandi film americani di genere e la brillan-tezza dei film europeiParte 5: 1939-1952 – La devastazione della guerra e un nuovo lin-guaggio filmicoParte 6: 1953-1957 – Il racconto enfatico. Il cinema mondiale sul punto di esplodereParte 7: 1957-1964 – La scossa del nuovo. Forme moderne di cine-ma nell’Europa occidentaleParte 8: 1965-1969 – Le “Nouvelles Vaugues”. Nuove ondate si pro-pagano nel mondoParte 9: 1967-1979 – Il nuovo cinema americanoParte 10: 1969-1979 – I registi radicali negli anni ‘70 raccontano lo stato della NazioneParte 11: Gli anni ‘70 e oltre – Nuovi linguaggi nel cinema popolare

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ARTINTIME

www.radiocitywebseries.wordpress.com

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MIX-ART

RadioCity racconta di un futuro parallelo attraverso la vita di alcuni fuggitivi, che schiavi di una patria a regime oligarchico, si troveranno a far parte di una resistenza che farà di tutto per sopravvivere. L’ambien-tazione post apocalittica, i rifugi di

fortuna e i forti antagonisti fanno di RadioCity una serie avventurosa e

scenograficamente adatta a raccon-tare la sua storia; i dialoghi moderni,

contemporanei e spesso dialettali rendono lo scenario realistico e con i

piedi per terra.

RADIOCITY:

Ilaria Chiesa

The web series

www.radiocitywebseries.wordpress.com

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ARTINTIME

IL FASCINO SEGRETO

È un’esilarante e inarrestabile flus-so di coscienza a costituire le ses-santacinque pagine di La custode di libri, l’esordio letterario della trentenne francese Sophie Divry. Difficile definire romanzo questa sorta di sfogo appassionato di una bibliotecaria di provincia di cui non si conosce nulla, se non la frustra-zione di essere stata rifiutata al concorso per diventare insegnan-te, e il successivo ingresso nella biblioteca civica di una cittadina, dove da anni si occupa di catalo-gare e riordinare lo scaffale dedi-cato alla geografia. Nel seminterrato, regno celato ai lettori di massa che la nostra bi-

bliotecaria non tollera, eppure comprende così umanamente da perdonarli per la bassezza intellet-tuale e le cattive abitudini, si anni-dano racconti, segreti e malinconie di questa bizzarra e chiacchierona protagonista. La classificazione Dewey, metodo universalmen-te utilizzato per la catalogazione, lascia presto spazio al cuore pul-sante di una maniaca dell’ordine, che non tollera un libro spostato o nella posizione sbagliata, e che in silenzio osserva i frequentatori della biblioteca, e deduce. Nel suo dialogo irrefrenabile con un lettore, rimasto chiuso duran-te la notte nel seminterrato e lì ri-

trovato da lei al mattino, prima dell’apertura della biblioteca, la donna spazia dalla politica, all’attualità, alla solitudine che l’avvolge nella sua esistenza abitudinaria, memore di un pas-sato ingiusto, e tuttavia ancora intensamente sognante. Croce-via di esistenze abbandonate e tristi, la biblioteca, grande culla della cultura, con i suoi metri e metri di scaffali rigorosamente catalogati, riesce a consolare un’umanità sola, persa nell’im-passe della finitezza della vita e del numero di libri letti. Qui anche una bibliotecaria ferita da un amore passato trova il suo

delle biblioteche di provincia

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BOOKS

A lessandra Chiappori

La custode di libri, Sophie Divry, Einaudi 2012.

Sophie DivryAl suo esordio letterario, la trentenne autrice francese di questo delizioso libricino mostra ottime idee

narrative e una dose notevole di frizzantezza, cultura, ironia e profondità, oltre a una conoscenza piutto-sto approfondita di quell’universo, spesso troppo nascosto al grande pubblico, costituito dal mondo delle

biblioteche. Dopo un libro che parla di libri, quali altre sorprese ci attenderanno dalla penna di Sophie Divry? Non resta che iniziare a conoscerla, e proseguire la scoperta!

spazio, e può addirittura innamorarsi di un lettore, un habitué dello scaf-fale di storia. È un amore silenzioso e contemplato, ma che proprio per questo riesce a trasmettere ugual-mente tutta la passione di quella che si definisce “operaia della cultura”. Un avvincente monologo per imparare a guardare con occhi nuovi le piccole biblioteche comunali, assolutamente da cercare tra gli scaffali… In libreria o in biblioteca, scegliete voi!

‘Leggo molto, il che mi rincuora. Non si è mai soli quando si vive in mezzo ai libri. Mi elevano. Quel che importa è venire elevati.’…‘Preferisco la compagnia dei libri. Quando leggo, non sono più sola, converso con il libro. Può essere mol-to intimo. Saprà di cosa sto parlando, forse. La sensazione di avere uno scambio di idee con l’autore, di po-terne seguire il percorso, di esserne accompagnata per settimane intere.‘…‘Uno che passa il tempo a leggere li-bri, creare riferimenti bibliografici, ca-talogare testi, e tutto per scrivere un altro libro, è ammirevole, davvero. E allo stesso tempo per niente preten-zioso. Molto umile. Vorrei proporgli di venire a prendere un darjeeling da me. Perché no? Si accomoderebbe sul mio divano. Sono fatti per questo, i sofà: per sedersi, prendere un tè e parlare di letteratura. Se non altro io la vedo così.’

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ARTINTIME

La cultura teatrale in Italia sembra svilupparsi e vivacizzarsi esclusiva-mente nei grandi centri urbani. Le iniziative e i festival organizzati in città offrono a tutti la possibilità di fruire di spettacoli di qualità, o per-lomeno, di potervi assistere sen-za difficoltà. Il dislivello culturale acuisce allontanandosi dai centri maggiori e inoltrandosi nella pro-vincia; è un dato di fatto, questo, non trascurabile. La svolta sembra apparire nel 2001, quando il Pie-monte, attraverso un regolamento regionale, istituisce il progetto del-le Residenze Multidisciplinari. Esse rappresentano un luogo fisico nel quale i giovani vengono coinvolti nella pratica dell’arte teatrale e in cui la valorizzazione delle risorse umane e del patrimonio storico-culturale sono obiettivi primari. Il rapporto diretto col pubblico è

alla base delle loro attività: esse volgono lo sguardo alla forma-zione del pubblico e alla crescita artistica delle nuove generazioni, garantendo in questo modo la trasmissione del patrimonio tea-trale. Le Residenze non operano chiuse nel loro spazio, ma scon-finano sul territorio in cui opera-no promuovendo spettacoli nel-le scuole, laboratori teatrali con bambini e ragazzi del liceo, col-laborando con le istituzioni già esistenti, usando il teatro come forma di incontro. La responsa-bilità della Residenza, secondo il regolamento, è quella di creare un progetto qualificato al fine di promuovere la crescita sociale e culturale della comunità locale, integrando fra di loro le discipli-ne dello spettacolo. Il finanzia-mento è erogato dalla regione e

dagli enti locali che sostengono il progetto a scadenza triennale.Un’esperienza interessante è quel-la del Teatro delle Selve, attivo nelle province di Novara e Verba-nia con sede a Pella, sulle spon-de del Lago d’Orta. La compagnia nasce con Franco Acquaviva e Anna Olivero, formatisi al Dams di Bologna. L’esperienza li porta in tutta Italia, poi in Europa, mante-nendo vivi rapporti di formazione con l’Odin Teatret in Danimarca fino a cimentarsi in tournée in tutto il mondo. La compagnia è riuscita nel tempo ad accreditarsi un pubblico, che fedele, segue le rassegne estive e invernali. “Tea-tri Andanti” in estate e “Teatri in Limine” in autunno contribuiscono ad avvicinare il pubblico meno av-vezzo alle scene nazionali. Il teatro delle Selve ha abbrac-

IL TEATRO RISVEGLIA LA STORIA ELA CULTURA. Le residenze multidisciplinari sul territorio italiano.

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TEATRO

Barbara Mastria

ciato il progetto di Residenza già da qualche anno creando una rete di rapporti e collaborazioni sul territo-rio capace di risvegliare il desiderio di una cultura con la C maiuscola. Con le Selve andare a teatro significa partire alle 4 di mattina inoltrandosi nel bosco e attendere l’alba, circon-dati lungo il percorso da suggestioni uditive e visive; o ancora percorrere fiumi in notturna accompagnati dal racconto di miti e leggende. Per la compagnia è importante il rapporto dell’uomo con la natura e tanti spet-tacoli sono nati in spazi aperti, lungo fiumi, nei prati e in sentieri boschivi: l’interazione tra l’uomo e la natura sia dalla parte dell’attore che dello

spettatore crea una suggestione tale da lasciare il pubblico rinnovato. L’in-terazione si verifica anche tra artisti: sul territorio si è creata una rete con altri teatranti, poeti, scrittori e storici al fine di ricercare nella storia locale punti di incontro e di partenza intor-no ai quali soffermarsi e che rimandi-no a un patrimonio comune.Per saperne di più sul progetto delle Residenze multidisciplinari e sul Tea-tro delle Selve non bisogna fare altro che navigarehttp://www.teatrodel leselve.it/ http://nuke.piemontedelleresidenze.org/ .

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ARTINTIME

Un secondo di silenzio. Quello che anticipa l’inizio della canzone, l’at-tacco del violino, la lenta melo-dia che culla l’ascolto per tutto il brano. E’ Alaine, primo brano dei cinque che compongono l’EP d’e-sordio dei ‘The Unsuiteds’. L’atmo-sfera è soffusa, con delle contami-nazioni ambient, ma è l’idea alle spalle del progetto che attribuisce al lavoro della band un aspetto più profondo. L’album, che si intitola “Leaves without trees”, è strut-turato come una narrazione e si

sviluppa intorno ad un unico rac-conto portandolo avanti per tut-te le tracce. Sulla scia degli archi (tranne per qualche lieve sonorità blues in più in A pretended hap-piness ) si intrecciano le storie di un uomo e del suo amore perduto: Alaine. E’ con il brano dedicato a questa figura quasi magica che si apre il sipario, immergendoci ‘in fieri’ nella vicenda, senza spiegarci troppo il perchè della fine di que-sta storia, ma lasciandoci in balìa della malinconia del protagonista.

THE UNSUITEDS, il concept.

Il brano è forse uno tra i più riusci-ti dell’EP: una ballata dalla melo-dia affascinante, caratterizzata dal rincorrersi della voce maschile e di quella femminile fino all’inevitabi-le intreccio delle due. Da questo punto in poi l’album (e la vicenda) è tutto da scoprire. Sicuramente, è un prodotto notevole per un grup-po con meno di un anno di vita. Il progetto dei the Unsuiteds, infatti, nasce nel giugno 2011 e, dopo va-rie fasi, è composto oggi da Donato Perrone (voce e chitarra), Michele

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MUSIC

Angelica Magliocchetti

Canistro (voce e chitarra), France-sca Ruberto (voce e violino), Mi-chele Cassano (batteria) e Matteo Perrone (basso). Ad aggiungere un tocco ancor più personale è la presenza costante di Alessandro Pavino, ideatore delle illustrazioni e curatore grafico dell’intero pro-getto. Si tratta quindi di un’impo-stazione già ben strutturata, con qualche piccolo ritocco ancora da fare a livello di arrangiamento, ma che porta i The Unsuiteds ad avere tutte le carte in regola per stupir-ci in futuro. Nell’attesa, nel freddo di ottobre, vi lascio a farvi culla-re, magari sotto coperta calda, dai toni fiabeschi della band. Enjoy!

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ARTINTIME

Una folta chioma rossa, un arco, le distese selvagge della Scozia ed è subito film: The Brave, il nuovo prodotto Disney Pixar, con la regia di Brenda Chapman. Una nuova storia avvincente, un’av-ventura che lascia con il fiato sospeso e che porta lo spettato-re a scoprire mondi mozzafiato, magici e affascinanti. Merida non è la classica principessa Disney che si siede alla finestra e can-ticchia canzoni melense in attesa del principe azzurro, a lei non in-teressa fidanzarsi, almeno per il momento. Vuole semplicemente scoprire e seguire il suo destino, vivere avventure, arrampicarsi sulle impervie pareti rocciose del-la Scozia e onestamente come si può darle torto visti i primogeniti dei capi dei vari clan tra i quali deve scegliere il futuro marito!The Brave è una storia di ribel-lione, come dice il titolo italia-no, ma è soprattutto una storia di crescita personale della prin-cipessa Merida e della madre, la Regina. Quello che la Dinsey

Pixar porta sullo schermo è l’eter-no conflitto generazionale dell’a-dolescente che si scontra con il volere dei genitori: da sempre le mamme e i papà proiettano suoi loro figli sogni e speranze che non sempre coincidono con la volontà di questi ultimi. Ecco quindi che nascono i litigi e la richiesta co-mune è sempre quella di ascoltare i pensieri e le opinioni dell’altro. Questa volta però siamo in Scozia e oltre alle normali diatribe acca-de qualcos’altro che sconvolgerà la vita di questa famiglia, orsi, leggende, fuochi fatui e streghe intagliatrici entreranno nella vita di Merida con consigli più o meno utili e causeranno qualcosa che lo spettatore, fidatevi, non si aspet-terà.Ancora una volta la Disney Pixar riesce a intessere un racconto fan-tastico adatto a grandi e bambini, è impossibile non lasciarsi trasci-nare dagli eventi, non esultare o piangere insieme alla principessa Merida, non ridere di fronte ai capi dei clan e alla loro prole, ai

tre fratellini gemelli di Merida che sembrano la versione umana dei pinguini di Madagascar. Non sono mancate le critiche nei confronti di questo film, molti han-no voluto evidenziare che la man-canza di un personaggio cattivo rende il film meno accattivante. È vero, non abbiamo il solito antago-nista in carne e ossa, ma attenzio-ne, Merida è causa del suo male, sono le sue scelte a diventare an-tagoniste, è la sua ostinazione a creare scompiglio nel regno. La madre stessa è colei che ostacola la volontà della principessa, cer-cando di farle fare quello che lei crede sia giusto per la figlia. Cre-do che The Brave per la Disney sia un netto passo in avanti, questo cartone animato mette in eviden-za che l’uomo ha in sé una per-centuale di bene e una di male. Biancaneve era un personaggio completamente positivo, non era cattiva, ma proprio per questo era finta; Merida invece è vera perché commette errori, sbaglia, cerca di rimediare. Non riuscire a concilia-

Ribelle – The Brave

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MOVIES...

re le proprie scelte con le volon-tà di famiglia, combinare disastri con dolcetti magici, ribellarsi, sono forme di antagonismo. Cer-to, Merida alla fine riesce nei suoi intenti, come era logico che fosse, però nel passaggio da A (Merida è costretta a scegliersi un mari-to) a B (Merida non è costretta, può attendere il momento giusto) accadono molte cose che cambia-no fortemente il personaggio e la stessa madre con la quale è nato il conflitto iniziale.Si nota molto in The Brave come la tecnica del digitale sia cambiata anno dopo anno, senza arrivare a fare un confronto con Toy Sto-ry 1, che a questo punto è come confrontare il modello T della Ford con una Ferrari, ma pensiamo ai castelli, alle Highlands scozzesi, ai monoliti: questi esistono davvero, sono stati ricostruiti in digitale ed è proprio la digitalizzazione della realtà a colpire. La Scozia che ci viene riproposta è molto realistica, l’acqua dei laghi sembra esistere davvero, i capelli di Merida sono vivi, si muovono con lei e così i vestiti, i peli degli orsi, le texture dei tessuti e della pelle dei perso-naggi, le rughe di espressione sul volto della Regina sono naturali come le pieghe sulla pelle di una persona in carne ed ossa. Un ultimo appunto è da fare ri-guardo le musiche di Patrick Doyle, che, riecheggiando i suoni delle cornamuse scozzesi, dei balli delle feste medievali, frutto di un approfondito studio della cultura musicale scozzese, sono una cor-nice perfetta per un prodotto già di per sé vincente.

Francesca Cerutti

ARTINTIME

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Storie immaginarie, quelle rac-contate dai romanzi, eppure, molto spesso, storie reali, che ci parlano del mondo circostan-te, della contemporaneità e dei suoi problemi. Niente “mattoni” deprimenti e desolanti, ma la leggerezza ottimistica di Olivia, ovvero la lista dei sogni possibili, l’ultimo lavoro di Paola Calvetti, edito da Mondadori. Artintime ha intervistato l’autrice per appro-fondire uno dei temi centrali del romanzo, quello della precarietà giovanile, e per capire se e quali vie esistano per superare la diffi-cile ondata di crisi, economica e non solo, che caratterizza il no-stro tempo.

La storia di Olivia inizia con il suo licenziamento. È quasi la vigilia di Natale, nevica, e in-vece di immergersi in una cal-da atmosfera natalizia, la pro-tagonista si ritrova come in un sogno – o meglio un incubo – catapultata nel giro di pochi minuti fuori dal suo ufficio e dall’azienda per cui curava l’ufficio stampa. Un incipit che colpisce per la sua attualità: è un mero espediente narrativo, o in questa scelta c’era anche la voglia di affrontare un tema caldo oggi più che mai? Per quale motivo ha scelto questa problematica?Non ho scelto questo tema… È

il tema che ha scelto me. Sono stata licenziata e so cosa signifi-ca trovarsi da un giorno all’altro senza un… Ufficio dove andare, ma, soprattutto, nella mia pre-cedente attività di dirigente della Comunicazione mi sono trovata a dover “licenziare” almeno quattro Olivia, quattro collaboratrici tren-tenni, brave e a termine. Non so quale sia stata la parte dolorosa: se essere protagonista o osserva-re da vicino le mie protagoniste. Non so se la narrativa avvicina alla realtà o viceversa: nel mio caso, però, tutto è nato dalla fotografia dei due bambini. Per mesi mi sono chiesta chi erano quei due bam-bini e se sarebbe stato possibile,

PAOLA CALVETTIPaola Calvetti: libri, giovani e mondo del lavoro

Due chiacchiere con l’autrice di Olivia, ovvero la lista dei sogni possibili per approfondire l’attua-

lissimo tema del precariato giovanile

INTERVISTANDO...

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una volta diventati adulti, che quei due bambini si sarebbero ricono-sciuti. Tutto è partito da lì, fino a che la bambina non è diventata Olivia e il bambino Diego.

Olivia, come si scopre andan-do avanti nella lettura, è lau-reata in lingue e si occupa di comunicazione, una parola passe-partout degli anni Due-mila, abusata, fondamentale, svuotata e ricorrente. Cosa significa oggi lavorare nella comunicazione? C’è il rischio di perdere più facilmente il la-voro, come accade alla prota-gonista, o di non trovarlo? Ha un senso, oggi, occuparsi di comunicazione?Ho lavorato nella comunicazione ai massimi livelli e anche in uno dei posti più belli e affascinanti (ma anche più difficili) del mondo: il Teatro alla Scala. Poi ho diretto la comunicazione a Industria con Fabrizio Ferri e al Touring Club Ita-liano. So di cosa parlo, insomma. E devo riconoscere che per la mia generazione è stato un lavoro af-fascinante, stimolante, bellissimo. Oggi c’è troppo conformismo o, al contrario, troppa volontà di stu-pire. La comunicazione ha regole serie e molto concrete e l’essere stata una giornalista mi ha aiuta-to a capire chi c’è dall’altra parte del filo, chi sono gli interlocutori. Il comunicatore è semplicemente un mezzo fra una notizia (o un pro-dotto) e l’utenza (brutta parola, che definisce però chi riceve la no-tizia e/o il prodotto). Nonostante siano aumentati i media (dai gior-nali si è passati all’immenso mon-do del web, ai social network, alle web radio eccetera), ma le regole sono sempre le stesse. Anzi, pen-

so che oggi, il web obblighi a una trasparenza e a codici di verità: se imbrogli dal web non c’è ritor-no. La rete archivia tutto e questo costringe vivaddio ad essere one-sti. Certo che ha un senso oggi occuparsi di comunicazione, ma occorre studiare molto per evita-re la superficialità, occorre restare sempre aggiornati sui nuovi media e sulle regole che governano la comunicazione. Il lavoro si trova sempre meno, ma ci sono molte scuole inutili: il lavoro di comu-nicazione si impara sul posto e questo è un ostacolo per i giovani, che, come è noto non vengono as-sunti né, spesso, presi in conside-razione. Se oggi dovessi scegliere, personalmente punterei su un la-voro concreto: un po’ come Olivia che vorrebbe fare la giardiniera o la panettiera…

“Io amo le parole”, ammet-te Olivia, dimostrando attac-camento al proprio lavoro e competenza, data innanzi-tutto dalla passione. Come ci suggerisce questa storia, non basta però la passione per mantenere un impiego, so-prattutto se si tratta di paro-le, ineffabili quanto potenti. Giornalisti, scrittori, pubbli-citari sono “professioni delle parole”, ambite da molti gio-vani che impiegano forze e sacrifici per ottenere risultati, spesso inutilmente. Lei lavora da anni in questo campo: le sembra che sia ancora possi-bile sognare di fare delle pa-role il proprio mestiere? E se sì, qual è la ricetta giusta per non trovarsi a spasso come Olivia?Non ho ricette, sorry. Ma sognare

e desiderare è lecito e direi obbli-gatorio: che senso avrebbe una vita – anche professionale – sen-za sogni. Obbligatorio però co-noscere e approfondire, leggere molto (non assumerei mai un’a-spirante che confessa di non leg-gere - mi è capitato e ho scartato il candidato. Come si può comu-nicare e dunque scrivere senza avere la passione per la lettura e dunque per le parole?) e parlare correttamente l’inglese.

La protagonista ripercorre lungo le pagine del roman-zo le tappe della sua carrie-ra, dagli studi, alla stesura del curriculum, al primo sta-ge. Spesso la tappa “stage” del cammino professionale di un giovane si rivela un’e-sperienza umiliante, talvolta inutile e ancora di più im-produttiva, se non un vero e proprio sfruttamento non re-tribuito. Lo stridore contro la realtà e l’autentico impegno dei giovani si fa ancora più forte per chi, come Olivia, dà il massimo per riuscire a ottenere un misero posto che, è già chiaro dal contrat-to, non durerà a lungo. Vede una situazione a questo vor-tice a ribasso? E se sì, quale?Non ho soluzioni. E non ho fidu-cia nel mio Paese. Io, come han-no fatto i miei figli, me ne an-drei. Sono brutalmente sincera, ma è così. Se avessi vent’anni me ne andrei dall’Italia e sceglie-rei una professione diversa. Con le parole… Non si campa. Met-terei la mia passione al servizio di un mestiere concreto: anche per aprire una piccola pasticceria di successo occorre conoscere

ARTINTIMEle regole del marketing. Poi, mi metterei in società con qualcuno che SA fare un mestiere e mi oc-cuperei della parte comunicazio-ne. Ecco, oggi farei così.

“Mi chiamo Olivia, ho tren-tatré anni, undici mesi e do-dici giorni. Quanto basta per essere delusa un migliaio di volte, ma abbastanza pochi per lasciarmi ancora sor-prendere”: giovani, una “ca-tegoria” sottovalutata ma dal potenziale altissimo, il futuro di un mondo che non sembra però capirli. Giovani impegnati e volenterosi, resi cinici e disillusi, però, dalle circostanze: si può ancora essere fiduciosi nel destino?Ragazzi, la prima tappa è non la-mentarsi. la categoria “giovani” chi comprende? Allora scalzate i vecchi, provateci almeno, ci sono giovani che riescono a farlo. Alla ribellione va aggiunta l’azione: oggi il lavoro si cerca dove c’è. Il mondo è grande, molto più accessibile del nostro: quando ero giovane non ho mai pensato che qualcuno dovesse capirmi, suvvia! Agire, fare, scegliere e magari sbagliare, ma muoversi… Lamentarsi non serve. Nessuno vi ascolta. Ma non mi sono mai posta il problema di essere ascol-tata e tuttavia non sono diventa-ta cinica: occorre avere un sano senso della realtà e preservare comunque la propria integrità. Il cinismo non porta posti di la-voro, anzi, il mondo vero, quello del futuro sarà migliore solo per-ché VOI lo renderete tale. Ecco, pensiamo all’ambiente e alla so-stenibilità, ma pensiamoci sul se-rio. Quello è il futuro. Un futuro NECESSARIO.

Come accade a Olivia, la pre-carietà lavorativa attiva una serie di meccanismi a effetto domino che scatenano do-mande e angosce più profon-de: “Più passano le ore e più mi accorgo che in effetti non si tratta solo di una questio-ne di lavoro, ma piuttosto del mio posto nel mondo”. C’è un modo per superare la paura che questo periodo di crisi infonde in tutti i ven-tenni e trentenni precari o senza impiego?Non c’è un unico modo, ma oc-corre avere una consapevolezza: la generazione dei 30/40enni è più o meno “spacciata”, quella dei ventenni no. Occorre fare rete, rinunciare agli egoismi e immaginare un mondo diverso. La paura è sempre stata un fre-no nella vita di chiunque: Olivia consiglia di prenderla fra le mani, guardarla, capire DI CHE COSA HO PAURA e piano piano smon-tarla… Provarci eh! Funziona. Vogliono farci vivere nella paura, ma noi dobbiamo superarla.

Artintime è un progetto di giovani per giovani, dedi-cato alle arti e ai talenti emergenti: c’è spazio per un giro di boa che dia ossigeno all’imprenditoria giovane in questo Paese? La cultura ha davvero un potenziale altis-simo e non sfruttato?Siamo il Paese che investe meno nella cultura… È un discorso vec-chio, ma nuove idee troveranno spazio. Ecco che torna il lavoro CONCRETO: portate soluzioni, fate casino, ribellatevi. Al potere

la cultura non interessa, lo capi-te da soli e se ci credete davvero, dovete sapere che siete soli, allora occorre fare rete, stare insieme e rompere le scatole al Potere per averne a vostra volta. Portate idee: dire cultura, oggi, cosa significa? Erosione del territorio, costruzioni abusive e non, cementificazione eccessiva, stupro dei beni cultu-rali: ecco, bisogna lottare perché questo Paese è il nostro Paese. Difendetelo. Pensate a nuovi modi per difenderlo: è vostro, no?

“Da grande voglio fare lo scrit-tore”: è un’utopia oggi? Paola Calvetti consiglierebbe a un giovane appassionato di libri e/o scrittura di intraprendere una carriera in ambito edito-riale? Perché? Che consigli dà, infine, a chi custodisce questo sogno nel cassetto?Chi vuole fare lo scrittore oggi deve avere un reddito extra. Io campo scrivendo, ma ad esempio, accetto ogni genere di collabora-zione: articoli, interviste, spesso mal pagate, ho studiato da sola di-gital marketing, leggo almeno un sito al giorno in inglese per impa-rare, insomma non mi fermo mai. Per scrivere occorre avere umiltà e coraggio. Lavorare su se stessi e leggere almeno due ore al giorno. Tecnicamente farsi leggere dagli editori è difficilissimo, ma pensate al self-publishing e ai nuovi media. Il sogno del romanziere staccato dalla realtà è roba da ricchi. Ma anche in ambito editoriale si pos-sono trovare delle strade. Anche

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INTERVISTANDO...

Alessandra Chiappori

se, confesso, se mia figlia mi di-cesse che vuole fare la giornali-sta la esorterei a cambiare idea. Ho detto e scritto che sarei stata sincera: occorre trovare lavoro laddove il lavoro c’è. Se c’è trop-pa offerta e poca domanda… Lo-dicono le leggi del mercato, me-glio cambiare strada. O trovare nuove modalità: quelle vecchie sono vecchie, appunto. E non funzionano più. E i sogni devono uscire dai cassetti.

Paola CalvettiPaola Calvetti ha lavorato alla redazione milanese della “Repubblica”, dal 1993 al 1997 ha diretto l’Ufficio Stampa del Teatro alla Scala e, in seguito, è stata Direttore della Comunicazione del Touring Club Ita-liano. Oggi scrive per il “Corriere della Sera” e il settimanale “Io Don-na”. Ha pubblicato L’amore segreto (Baldini&Castoldi 1999), L’addio (2000), Né con te né senza di te (2004), Perché tu mi hai sorri-so (2006), tutti in edizione Bompiani, e Noi due come un romanzo (Mondadori 2009). Olivia, ovvero la lista dei sogni possibili, è il suo nuovo romanzo, la storia dolce-amara, piena di realtà e ottimismo, che coinvolge la neo-disoccupata Olivia e il cinico Diego, due anime legate da un filo invisibile che inizierà a farsi evidente pagina dopo pagina. Una lettura attualissima e positiva, che tra un bar-tabacchi, una polaroid, liste di progetti, ricordi e sogni, riesce a scaldare il cuore di ogni lettore.

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ARTINTIME

3D STREET-ART

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MIX-ART

Ilaria Chiesa

“I got started when I was in a pe-destrian street in Brussels where an old garden had been removed. This left an unusual rectangle of paving slabs which gave me the idea to convert this in to a drawn swimming pool in the middle of the high street! It worked so well I tri-ed other variations such as a well with people falling in. I soon rea-lized that if you could make things appear to go into the pavement you could equally make them appear to stand out of it.” says Beever

JULIEN BEEVER

““

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ARTINTIME

La febbre per la moda ha avu-to inizio il mese scorso quando, per il quarto anno consecutivo, le porte dorate dei negozi più “in” di Londra si sono spalancate durante la Vogue Fashion’s Night Out, in una serata indimenticabi-le. Si è trattato del primo appun-tamento, quello che ha segnato l’inizio di un’eccitante stagione di shopping, l’immancabile evento sull’agenda di ogni fashionista che si rispetti. Le etichette del lusso, di base a Bond e New Bond Street, hanno richiamato star del calibro di Pixie Lott e Pixie Geldof, entrambe avvista-te al party ufficiale tenutosi da Mulberry, rinomato brand ingle-se noto per i suoi prodotti forte-mente legati al patrimonio stori-co, alla manifattura e al design.Marchi più abbordabili, come H&M, Banana Republic e Juicy Couture hanno sfoderato il loro lato più creativo per promuove-re i loro vestiti. Per spingervi a dilapidare tutti i vostri risparmi hanno partorito alcune trovate veramente interessanti: mani-chini viventi in vetrina, modelli di Vespa personalizzati e molto femminili ed eleganti servizi fo-tografici. A questo proposito,

l’azienda d’abbigliamento svede-se ha sfidato le sue acquirenti a sfoggiare le loro pose migliori da cover-girl sotto gli sguardi incu-riositi dei passanti, in palio fino a 250 sterline da spendere tra la colorata merce del negozio. E parlando di competizioni, Cheap Monday, concept store situato in Carnaby Street, ne ha organizza-ta una molto divertente: stampa il tuo messaggio modaiolo su una t-shirt o una shopper, che potrai portare a casa con te, il migliore verrà prodotto e venduto. Quin-di, durante tutta la serata, una continua offerta di variopinte manicure e sedute dal parruc-chiere, del tutto gratuite, ha vi-ziato le londinesi che sorseggian-do champagne hanno esplorato il nuovissimo punto vendita di Victoria’s Secret. Inaugurato il 29 agosto, il negozio si sviluppa

in quattro piani ricchi di pizzi e cor-setti. È il paese delle meraviglie che ogni donna sogna. Neanche la mu-sica è mancata in questo gigantesco evento. Topshop ha offerto un’e-sibizione acustica della cantante e compositrice inglese Delilah, che ha incantato il pubblico e quasi blocca-to totalmente il traffico nella zona limitrofe. Momento preferito, poi, il concerto dei Dog Is Dead, tenuto-si da Pull&Bear. In prima fila, pro-prio di fronte al cantante, abbiamo goduto appieno dei brani freschi di questo gruppo, composto da cinque ventenni, mentre intorno a noi le bi-bite gratuite sollevavo gli animi dei “fashion addicted”. I ragazzi, facce giovani e pulite, hanno un grande talento, apprezzabile non solo dagli estimatori del genere indie-rock.

VOGUE FASHION’S NIGHT OUT

Cristina Canfora

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FROM LONDON

Last month the Fashion’s fever began. For the 4th year in a row the Vougue Fashion’s Night Out opened the golden doors of the most glamorous shops in London for a night hard to forget. It was the first appointment, the one that marked the start of a new exciting season of shopping, on top of all the fashionistas’ agenda. Luxury labels, with their headquarter in Bond and New Bond Street, at-tracted celebrities like Pixie Lott and Pixie Geldof both spotted at

the official party hosted by Mulber-ry the British brand known for its strong ties to heritage, craft and design. More affordable stores, like H&M, Banana Republic and Juicy Couture, didn’t lack in creati-vity when it comes to promote their clothes. Living mannequin behind the windows, really girly customi-zed Vespas and stylish photo-sho-ots definitely gave you a boost to spend all your savings. In-fact, the Swedish brand challenged you to strike your best “cover star” pose under the curious eyes of those who walked by the shop, in order to win up to £250 to plunder its shelves. In terms of competitions, Cheap Monday, located in Carnaby Street, arranged a funny and en-tertainment one: write your fashion message on a tee or tote bag in the store, yours to keep, the best one will be produced and sold. So during the night, nail art treatments and free hairdresser sessions spoi-led the Londoners, who sipping champagne discovered the brand new Victoria’s Secret store. Four floors of lace and corsets. Every women’s wonderland. There was space even for music. Topshop of-fered an acoustic performance of the British singer-songwriter Deli-lah, that enchanted the audience and almost stopped the traffic in the area nearby. Our favourite mo-ment, at the end, was Dog Is Dead concert, hosted by Pull&Bear. Li-terally in the front row we enjoyed the fresh five-piece band’s tunes, while the booze set the spirits high. These guys, with young and clean faces have a great talent to share, not just for indie-rock fans.

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ARTINTIMEDA OTTOBRE AL CINEMA!

Bimr

Regia: Jacques AudiardGenere: DrammaticoTrama: Alì si ritrova improvvisamente sulle spalle il figlio di cinque anni che conosce appena, trova accoglienza a casa della sorella. Tutto sembra procedere al meglio. Alì inizia a lavorare come buttafuori in una discoteca e una sera conosce Stephane, addestratrice di orche marine. Una tragedia però cambierà le loro vite.Interpreti: Marion Cotillard, Matthias Schoenaerts, Bouli Lanners, Céline SalletteLo attendiamo perché: troviamo ancora una collaborazione tra il regista Audiard e Cotillard. Curiosità: il film è tratto dal racconto del canadese Craig Davidson.Uscita: 4 ottobre

Un sapore di ruggine e ossa

Medusa

Regia: Walter SallesGenere: On the road, Avventura, DrammaticoTrama: Stati Uniti, seconda metà degli anni Quaranta. Sal Paradise, rimasto da poco orfano del padre incontra Dean Moriaty sposato con Marylou, i due uomini diventano subito amici, entrambi vogliono una vita spensierata. Cominciano così un viaggio in compagnia della donna alla ricerca di se stessi. Interpreti: Kirsten Stewart, Garret Hedlund, Kirsten Dunst, Sam Riley, Viggo Mor-tensen.Lo attendiamo perché: On the road è tratto da un romanzo di Kerouac che ha segnato un’intera generazioneCuriosità: L’on the road è propriamente un genere cinematografico, a questo è possibile ascrivere film come Central do Brasil e I diari della motocicletta. Uscita: 11 ottobre

Bolero

Regia: William FriedkinGenere: CommediaTrama: Chris, uno spacciatore di 22 anni, scopre che la madre gli ha rubato la scorta di droga e ora deve procurarsi in fretta diverse decine di migliaia di dollari. Insieme al fratello decidono di assumere un killer per uccidere la madre e per otte-nere i soldi dell’assicurazione. Interpreti: Matthew McConaughey, Emile Hirsch, Thomas Haden Church, Gina Gershon, Juno TempleLo attendiamo perché: sembra una commedia divertente, secondo la critica ha uno stile tarantiniano e in alcuni punti ricorda La fiamma del peccato.Curiosità: è stato annunciato come un film in stile pulp, con tratti noir ma molto divertente.Uscita: 18 ottobre

On The road

Killer Joe

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MOVIELIST - OTTOBRE...A cura di Francesca Cerutti

Eagle Pictures

Regia: Andrew DominikGenere: CommediaTrama: Jackie Cogan è un agente che investiga su una rapina avvenuta durante una partita di poker sotto protezione della mafia. Interpreti: Brad Pitt, Bella Heathcote, Ray LiottaLo attendiamo perché: il regista neozelandese Andrei Dominik ha preso spunto per questo film dall’opera di George V. Higgins, ex procuratore aggiunto di Boston, fonte di ispirazione per molti film tarantiniani. Curiosità: è tratto dal romanzo Cogan’s Trade del 1974, ma adattato ai giorni no-stri, nel momento in cui Bush sta per spostarsi in Louisiana per lasciare il posto a Obama.Uscita: 18 ottobre

Bim

Regia: Mike NicholsGenere: CommediaTrama: Kay e Arnold sono una coppia annoiata dai tanti anni di matrimonio, sono stanchi della routine quotidiana e vorrebbero riaccendere la passione. Kay sconvol-ge il marito con una proposta folle: una settimana in una cittadina per fare terapia da un consulente matrimoniale, nessuno dei due però sa cosa accadrà.Interpreti: Meryl Streep, Steve Carrel, Elisabeth Shue, Tommu Lee JonesLo attendiamo perché: visto il cast, sembra essere un film comico da guardare con spensieratezza in compagnia di amici. A firmare la regia è lo stesso regista de Il diavolo veste Prada.Curiosità: il titolo originale del film era Great Hope Springs, poi cambiato definiti-vamente in Hope Springs.Uscita: 19 ottobre

Universal Pictures

Regia: Oliver StoneGenere: ThrillerTrama: Due amici di Laguna Beach vivono coltivando marijuana in casa, un giorno la ragazza di cui sono innamorati viene rapita dal cartello della droga della Mexican Baja. I due amici inizieranno una guerra spietata contro il cartello con l’aiuto di un agente della DeaInterpreti: Blake Lively, John Travolta, Aaron Johnson, Uma Thurman, Salma Ha-yek. Lo attendiamo perché: è il nuovo film di Oliver Stone e il cast è davvero degno di un così grande nome.Curiosità: è tratto dal romanzo di Don Wislow, co-sceneggiatore insieme a Shane Salerno Uscita: 25 ottobre

Il matrimonio che vorrei

Le belve

Cogan - Killing Them Softly

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ARTINTIME

Il 6 e 7 ottobre torna la manifesta-zione che ogni anno coinvolge e riu-nisce sotto i portici del centro storico di Torino più di cento librai, Portici di Carta, che per la sua sesta edizione sarà dedicata ad Elsa Morante. Lo spazio principale destinato all’evento sarà piazza San Carlo, dove si svolge-ranno i numerosi incontri con gli au-tori, presentazioni, reading e dibattiti. Mentre la “libreria” correrà lungo tutta via Roma. Non mancheranno, inoltre, mostre, esposizioni e concerti. Per ul-teriori informazioni vi invitiamo a visi-tare www.porticidicarta.it.

PORTICI DI CARTA

Dal 16 al 19 ottobre la città di Tori-no ospiterà la tredicesima edizione dell’International Computer Graphics Conference. L’evento, dedicato alla computer grafica, al cinema digitale, all’animazione, ma anche a videogio-chi, effetti visivi e tecniche interattive, proporrà attraverso conferenze, wor-kshop e mostre, alcune delle maggiori novità del campo. Inoltre non manche-ranno incontri con ospiti internaziona-li come Gary Rydstrom, Eric Darnell, Dan Attias e Genndy Tartakovsky, che presenterà in anteprima il suo ultimo lavoro. Per maggiori approfondimenti http://viewconference.it

VIEW CONFERENCE

Presso il Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino, tra il 30 ottobre e l’11 novembre si svolgerà l’ottava edi-zione del concorso che ogni anno pre-mia i migliori artisti digitali, il Piemon-te Share Festival. I sei candidati che verranno selezionati dalla giuria inter-nazionale proporranno opere sul tema Open Your City, una serie di espres-sioni artistiche e culturali caratterizza-te dal rapporto con i nuovi media e la digital culture. Per maggiori informa-zioni sul programma dell’evento con-sultate il sito www.toshare.it.

PIEMONTE SHARE FESTIVAL

Molte novità per la settima edizione di Movement Torino Music Festival, che dopo la parentesi introduttiva itinerante Road to Movement, per la prima volta approderà anche a Roma (31 ottobre). Le serate torinesi si svolgeranno dal 27 ottobre al 3 no-vembre e avranno come protagonisti alcuni dei maggiori artisti della musica elettronica, tra cui Derrick May, Kevin Saunderson, Seth Troxler, Maceo Plex, Brandt Brauer Frick, Chris Liebing. Un programma ricco di performance arricchito da workshop, forum e in-contri. Per maggiori info http://move-ment.it.

MOVEMENT

Dal 16 al 20 ottobre nella città di No-vara si svolgerà la nona edizione del Novara Cine Festival, kermesse dedi-cata al ci nema breve che come ogni anno premierà le migliori produzioni nazionali ed internazionali con l’obiet-tivo di vitalizzare e diffondere il ge-nere. Le sezioni in concorso saranno quattro: Scenari Orizzontali, le cui opere saranno incentrate sul tema della Pianura, Altri Territori, sezione a soggetto e tema liberi, Laboratorio, per produzioni di animazione e speri-mentali o di documentazione, Scuole. Inoltre non mancheranno attività e incontri. Maggiori info su www.nova-racinefestival.it.

NOVARA CINE FESTIVAL

A Milano dal 1° al 7 ottobre arriva il terzo appuntamento con La Settimana della Comunicazione, evento gratuito e collettivo che, come di consueto, si svilupperà in diverse location della cit-tà. La manifestazione sarà incentrata sui nuovi modelli di comunicazione legati alla rete ed in particolare sulla contrapposizione tra logica maker e logica user. Argomento che sarà svi-luppato durante la settimana attraver-so incontri, seminari e convegni, mo-stre ed eventi. Maggiori informazioni sul programma sul sito ufficiale www.lasettimanadellacomunicazione.org.

SETTIMANA DELLA COMUNICAZIONE

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EVENTSA cura di Anna Moschietto

A Bologna torna anche quest’anno Human Rights Nights, manifestazio-ne cinematografica dedicata ai diritti umani. Il festival si svolgerà dal 16 al 21 ottobre e premierà le migliori produzioni (corti, medio e lungome-traggi, documentari, fiction) sui temi: diritti civili, politici, culturali ed econo-mici; corpo e cibo, a cui sono dedica-te sezioni speciali. Per la dodicesima edizione sono inoltre previsti incontri con registi, autori e attivisti di fama internazionale, concerti e spazi dedi-cati ad arte e cibo. Per consultare il programma dell’evento www.human-rightsnights.org.

HUMAN RIGHTS NIGHTS FILMFEST

Dal 5 al 7 ottobre a Villanova di Ba-gnacavallo (RA) si svolgerà Villanova in Corto, manifestazione culturale de-dicata al cinema breve, che proporrà al pubblico cortometraggi di genere, originali, sperimentali e di produzio-ne non professionale, con l’obiettivo di ampliare la visibilità del genere nei piccoli centri. Le sezioni in concorso saranno quattro: Alta Tensione, per i corti di genere horror, thriller, giallo e azione, Corrente Alternativa, per le opere di genere comico, trash e de-menziale, Ricezione Libera, per pro-duzioni di altri generi, e PhotoShock, per le fotografie di “backstage”. Per ulteriori info www.villanovaincorto.net.

VILLANOVA IN CORTO

Trentaseiesima edizione per il Roma Jazz Festival, che quest’anno sarà de-dicato alle affinità tra la storia del ge-nere e il cinema. Un tema che nasce dall’esigenza di cogliere tendenze ed evoluzioni della musica jazz a livello nazionale ed internazionale. Le nuove tecnologie e i nuovi media negli ulti-mi decenni hanno infatti reinventato il concetto di creatività sia per le im-magini che per la musica, e il jazz non ne è rimasto escluso. Di qui Visual Jazz, che vi da appuntamento dal 12 ottobre al 28 novembre con concerti, mostre e ospiti internazionali. Info su www.romajazzfestival.it.

ROMA JAZZ FESTIVAL

Nella marchigiana città di Fano, dal 18 al 20 ottobre, si svolgerà la ven-tiquattresima edizione della rassegna cinematografica Fano International Film Festival, che annualmente pre-mia corti e mediometraggi di giovani registi che si cimentano in produzio-ni innovative. La manifestazione, che si propone come un’opportunità di interscambio culturale tra il cinema indipendente italiano e straniero, pre-senterà le pellicole dei registi in gara e proporrà al pubblico eventi, mostre e convegni. Ulteriori informazioni sull’e-vento sono disponibili su www.fano-filmfestival.it.

FANO INTERNATIONAL FILMFEST

Dal 26 al 29 ottobre presso il Parco Esposizioni Novegro si terrà la prima edizione della Fiera del Libro di Mila-no. Il nuovo appuntamento con l’edi-toria si svilupperà sul tema dell’Intel-ligenza Artificiale e prevede spazi e attività per editori nazionali ed inter-nazionali, scrittori e giornalisti, e per l’ampio pubblico di lettori che si pre-vede interverrà all’evento. Il program-ma includerà inoltre incontri con ospiti illustri, tra cui Ronald Everett Capps, Gilles Leroy, Desmond O’Grady e Da-niel Maximin, e numerosi concerti di artisti italiani e stranieri. Per maggio-ri informazioni www.milanobookfair.com.

MILANO BOOK FAIR

Secondo appuntamento con il Festival dedicato a Internet, che dal 4 al 7 ot-tobre affollerà le strade, le piazze e i principali centri della città di Pisa. L’evento ospiterà esperti e protagoni-sti del Web e verterà su tre aree te-matiche: Internet for Citizens, spazio dedicato alle nuove forme di svilup-po e aggregazione urbana; Internet for Makers, che attraverso contest, confronti, eventi affronterà l’influen-za della Rete su economia e impre-se; Internet for Tellers, momento di riflessione sul ruolo di Internet come mezzo di espressione e opinione. Per maggiori informazioni www.inter-netfestival.it.

INTERNET FESTIVAL

STORIE DI GIOVANI CHE INVESTONO SUL LORO FUTURO

WWW.YOURGENERATIONTV.IT