ARTE INFORMALE - Università degli studi di Macerata

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1 ARTE INFORMALE IMMEDIATO DOPOGUERRA: STATO DI FATTO (1) Fine della guerra - milioni di morti, militari e civili - Shoah - bombardamenti delle città (soprattutto da parte degli anglo-americani: i “buoni”!1) - bombe nucleari a Hiroshima e Nagasaki (sempre i “buoni”!!!) Il post-guerra - guerra fredda ed equilibrio del terrore (Usa contro Unione sovietica - minaccia atomica - decolonizzazione non è più possibile progettare un’opera su moduli formali stabiliti forma (realistica o geometrica) = senso informale = non senso Informale occorre una nuova creazione, un ordine nuovo e quindi un linguaggio nuovo, una nuova Genesi basata, come l’antica, su MATERIA E GESTO Ricominciare da zero degli ideali assoluti, della storia come flusso positivo verso un fine, della razionalità. Caos e insensatezza sembrano governare il mondo. NON E’ PIÙ POSSIBILE PROGETTARE UNA SOCIETÀ SU MODELLI UTOPISTICI Crisi la cultura è morta, l’arte è morta (quantomeno quella espressa in occidente dai greci in poi, cioè l’ARTE FORMALE), non ha realizzato una società migliore Dio è morto morte, orrore, distruzione, campi di sterminio, bombardamenti, bomba atomica Sensazione L’Arte si STACCA DAL MONDO per farsi ESPRESSIONE DI UN PESSIMISMO INDIVIDUALE - CONTA SOLO L’ESPERIENZA nasce NON DA UN PROGETTO A PRIORI, ma da un processo di IMPROVVISAZIONE PSICHICA per prove ed errori, da un FARE il cui risultato si COMPIE SOLO A POSTERIORI

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ARTE INFORMALE

IMMEDIATO DOPOGUERRA: STATO DI FATTO (1) Fine della guerra - milioni di morti, militari e civili - Shoah- bombardamenti delle città (soprattutto da parte degli anglo-americani: i “buoni”!1) - bombe nucleari a Hiroshima e Nagasaki (sempre i “buoni”!!!)

Il post-guerra - guerra fredda ed equilibrio del terrore (Usa contro Unione sovietica - minaccia atomica - decolonizzazione

non è più possibile progettare un’opera su moduli formali stabiliti forma (realistica o geometrica) = senso informale = non senso

Informale

occorre una nuova creazione , un ordine nuovo e quindi un linguaggio nuovo, una nuova Genesi basata, come l’antica, su MATERIA E GESTO

Ricominciare da zero

degli ideali assoluti, della storia come flusso positivo verso un fine, della razionalità. Caos e insensatezza sembrano governare il mondo. NON E’ PIÙ POSSIBILE PROGETTARE UNA SOCIETÀ SU MODELLI UTOPISTICI

Crisi

la cultura è morta, l’arte è morta (quantomeno quella espressa in occidente dai greci in poi, cioè l’ARTE FORMALE), non ha realizzato una società migliore

Dio è morto

morte, orrore, distruzione, campi di sterminio, bombardamenti, bomba atomicaSensazione

L’Arte si STACCA DAL MONDO per farsi ESPRESSIONE DI UN PESSIMISMO INDIVIDUALE -CONTA SOLO L’ESPERIENZA

nasce NON DA UN PROGETTO A PRIORI, ma da un processo di IMPROVVISAZIONE PSICHICA per prove ed errori, da un FARE il cui risultato si COMPIE SOLO A POSTERIORI

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INFORMALE- Non è un movimento o una corrente precisa, ma un atteggiamento creativo che interesso Europa, America e Giappone- Termine coniati nel 1952 dal critico francese Michel Tapiè (peinture informelle o arte altra)

E’ difficile catalogare le varie esperienze del periodo. Si propongono qui TRE TENDENZE1) INFORMALE EUROPEO

1.1) GESTUALE-SEGNICO 1.2) MATERICO

2) ESPRESSIONISMO ASTRATTO AMERICANO2.1) ESPRESSIONISMO ASTRATTO VERO E PROPRIO2.2) ACTION PAINTING2.3) COLOR FIELD 2.4) SCUOLA DEL PACIFICO

3) GRUPPO GUTAJ IN GIAPPONE

Si usano NUOVE TECNICHE1) MESCOLARE I COLORI CON MATERIALI POVERI (cemento, sabbia, sassi, pezzi di

giornale, frammenti di vetro) e stenderli sulla tela a creare grumi, spessori (Jean Dubuffet)2) COLARE IL COLORE SULLA TELA stesa a terra e senza che il pennello la tocchi; i colori

sono smalti sintetici e vernice all’alluminio (Jackson Pollock)3) UTILIZZARE CATRAME, CRETA (che poi si fanno seccare), SACCHI DI TELA, LEGNI

BRUCIATI, PLASTICA FUSA, MUFFE (Alberto Burri) 4) BUCARE E TAGLIARE LE TELE (Lucio Fontana)

come amano molto fare i bambini!

MATERICOARNALDO POMODORO (1926)

GESTUALE-SEGNICOTOTI SCIALOJA (1914-1998)

ESPRESSIONISMO ASTRATTO VERO E PROPRIO

WILLEM DE KOONING

SCUOLA DEL PACIFICOMARC TOBEY

GESTUALE-SEGNICOJIRO YOSHIHARA (GRUPPO GUTAJ)

GIAPPONE

MATERICOALBERTO BURRI (1915-1995)

MATERICOLUCIO FONTANA (1899-1968)

GESTUALE-SEGNICOGIUSEPPE CAPOGROSSI (1900-1972

MATERICOENNIO MORLOTTI (1910-1992)

GESTUALE-SEGNICOEMILIO VEDOVA (1919-2006)

GESTUALE-MATERICOAFRO (1912-1976)

GESTUALE-SEGNICORENATO BIROLLI (1906-1959)ITALIA

COLOR FIELDMARK ROTHKO (1903-1970

ACTION PAINTINGJACKSON POLLOCK (1912-1956)

ESPRESSIONISMO ASTRATTO VERO E PROPRIO

ARSHILE GORKY (19041948STATI UNITI

MATERICOJEAN FAUTRIER (1898-1964)

MATERICOJEAN DUBUFFET(1901-1985)

GESTUALE-SEGNICOWOLS (1913-1951)

GESTUALE-SEGNICOHANS HARTUNG (1904-1989)FRANCIA

AUTORI E COLLOCAZIONE

Ben sapendo che è quasi impossibile ingabbiare un artista in un genere

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il fantasma blu, 1951 (73x60)

INFORMALE GESTUALE- SEGNICO EUROPEO

L158, 1968

WOLS Colore denso, materico, graffiato con oggetti appuntiti; sovrapposizione di macchie (tache in francese da cui tachisme). Sul fondo blu graffiato si staglia una sagoma nera, un essere umano o zoomorfo(Wols era molto interessato al mondo biologico), “un’apparizione, quasi una figura allucinatoria, un profilo scuro che emerge dalle profondità dell’insondabile”

HANS HARTUNGI segni scuri compongono una sorta di ideogramma che rimanda alle scritture orientali. Il dinamismo e la velocità di stesura rimandano all’automatismo psichico dei surrealisti

Sole di mezzanotte

GIUSEPPE CAPOGROSSIUna pluralità di segni (di fatto riconducibili ad una specie di forchetta o elefante stilizzato) si ripetono, si inseguono, si intersecano seguendo un ordine che resta oscuro (una scrittura primitiva? microrganismi visti al microscopio che lottano per conquistare lo spazio?). Tema dell’inconscio, dei meccanismi profondi della psiche

Emilio Vedova – Scontro di situazioni, 1951

Arnaldo Pomodoro, Colonna spaccata, 1967-68

EMILIO VEDOVALarghe strisce nere o colorate, curvilinee o appuntite, sottili e curvilinei grovigli, aree colorate dalle geometrie irregolari, colori primari: si confrontano, si scontrano tra loro quasi ad evocare la realtàconflittuale del primo dopoguerra italiano o alludere alla violenza e all’asprezza del contesto storico mondiale che si avvia alla Guerra fredda, senza ricorrere a elementi figurativi

Sfera con sfera, 1979-80

ARNALDO POMODORO Colonne e sfere in bronzo lucido (spesso in movimento e che riflettono l’ambiente modificandosi con il mutare della luce) sono corrose e “mostrano l’interno con i loro fitti segni incisi che alludono a scritture arcaiche, ma anche ai circuiti elettrici stampati” (da qui quel senso di straniamentoin chi le osserva)

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INFORMALE MATERICO EUROPEO

Ostaggio, 1943

Ritratto di Dhotel con sfumature albicocca, 1947

DUBUFFETInteressato all’arte degli alienati e dei bambini (Paul Klee), il cui istinto creativo non è imbrigliato nelle norme della ragione, definì il suo lavoro Art Brut (arte rozza) nel senso di originaria, non mediata da un pensiero consequenziale. Nei suoi viaggi nel Sahara conobbe rituali primitivi. Impastava gesso, sabbia, terra. Il ritratto del poeta, caratterizzato da lineamenti aguzzi e da un’espressione quasi ferina, allude al tema del volto specchio dell’anima, luogo in cui affiorano pulsioni inconscie.

Dea Madre, 1945

JEANFAUTRIER Tra il 1943-45 dipinge una serie di trenta quadri dal titolo Ostaggi, corpi caduti degli internati in un campo delle SS folgorati dal filo spinato.

Spoglia, 1946In Spoglia, ammassi di pasta cromatica, colla, gesso stesi con la spatola come un intonaco rimandano forse a un brandello d’uomo, a un torso, un feto. L’orrore, la sofferenza, l’umiliazione sono trasfigurati.

ALBERTO BURRI laureato in medicina, ufficiale medico negli ospedali da campo della Seconda G.M., prigioniero in un campo di concentramento in Texas, quando ritorna lascia la medicina per l’arte. I “sacchi”, le “combustioni” e i “cretti” che inventa hanno titoli che non suggeriscono associazioni simboliche (Combustione C1, Rosso plastica L.A., Cretto G1) lasciando allo spettatore la personale e molteplice interpretazione: pelle? carne? sangue? il caso? l’imponderabile? una vita semplice?

sacchi; plastiche; cretti Incolla sacchi di iuta usati, vissuti, rattoppati, ricuciti; legni e plastiche bruciate; catrame e argilla

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LUCIO FONTANA

Mentre Burri indaga la materia, Fontana indaga lo spazio (fonda anche il movimento Spazialismo). Inizia nel 1949 bucando la tela disponendo i buchi in forma di vortice o spirale poi sperimenta altri ritmi più o meno regolari. Succesivamente cosaprge la tela bucata con pezzi di vetro, pietruzze e altri materuali impastati al colore. Nel 1958 taglia le tele con uno o più squarci verticali (i titoli sono “Concetto spaziale” a volte seguito da una sigla e dalla parola Attesa).

Sulla tela “si apre uno spazio completamente “altro”, un luogo oscuro che si può solo intravedere, dal quale si attende qualcosa e da cui si aspetta che qualcosa sgorghi, una nuova aspettativa legata ad uno spazio vero mai realizzato nella storia della pittura, proteso verso il futuro.

Senza titolo, 1944

ESPRESSIONISMO ASTRATTO AMERICANOfondono l’Astrattismo (cogliere l’invisibile) con la carica espressiva dell’Espressionismo

Woman 1, 1950-52

ARSHILE GORKY rielabora il linguaggio dei Surrealisti, soprattutto Mirò, ma anche di Kandinskij. Immagine uguale diretta espressione dell’inconscio. Forme dai contorni curvilinei che si fondono, linee rapide e spezzate, colori luminosi e brillanti, sbavature creano (o evocano) un “ammasso” organico, forme vitali, organismi che pullulano

WILLEM DE KOONING il vero interprete dell’E.A. Distrugge la distinzione figura-sfondo; mescola i colori direttamente sulla tela in modo rozzo, contorni tracciati con il nero che all’improvviso scompaiono, pennellate veementi che mettono in luce l’importanza del gesto invadono la figura disarticolandola. La figura non scompare ma è torturata, disfatta, diventa aggressiva, il viso ha un ghigno, gli occhi spalancati. “diventa insieme vittima del pittore e carnefice dello spettatore”.

Senza titolo, 1944

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One: Number 31, 1950

ACTION PAINTING

JACKSON POLLOCK

Uomo inquieto, ribelle, dipendente dall’alcool e fragile psicologicamente. Nel 1947 stende la tela a terra e stacca il pennello da essa facendo sgocciolare (dripping) il colore che avvolge in grovigli con gesti rapidi del braccio e del corpo (action painting); aggredisce la tela da tutti i lati, lo spazio non ha più centro ne periferia, sembra proseguire oltre i bordi (all over). Dipinto come dichiarazione di uno stato d’animo, di una visione della propria interiorità, ma anche del mondo esterno dove si combattono pulsioni e forze violente.

GESTO SPONTANEO, IMPROVVISAZIONE, AZIONE DINAMICA CHE RIFLETTE L’INCONSCIO COME LA NUOVA MUSICA CHE STAVA SOSTITUENDO LO SWING BALLABILE: IL BE-BOP DI DIZZY GILLESPIE E CHARLIE PARKER DALL’ANDAMENTO DISARTICOLATO E DINAMICO

https://youtu.be/JZ3glUYHa3Q

Vedere il filmPollock diretto e interpretato da Ed Harris nel 2000. Il soggetto è tratto daPollock: anAmerican Saga di Steven Neifeh e Gregory White

Smith (1989)

Per il be-bop e Dizzy Gillespie vedere https://youtu.be/09BB1pci8_o

Arancione e giallo, 1956

MARK ROTHKOstesure monocromo rotte da tre o quattro presenze quadrangolari dai margini sfumati (in pratica solo sfondo), colore opaco, diverso per spessore da zona a zona, sensazione di movimento del colore; opere dalle dimensioni grandi e verticali, bilanciate nei pesi. Bagliori? Teofanie? Silenzio meditativo? Spiritualità?

New crescent - 1953

SCUOLA DEL PACIFICOSuggestioni orientali, diffusione del buddismo

COLOR FIELDuna pittura dalla natura non gestuale, ma dall’emotività più controllata

MARK TOBEY apertura alle suggestioni della filosofia orientale, qui è il gesto meditato e controllato della mano come nelle calligrafie giapponesi. Nell’opera un ritmo frenetico di piccoli segni occupa tutta la superficie alludendo al movimento della folla o della natura come se fossero viste al microscopio

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Il termine significa “volontà di concretizzare la spiritualità della materia”. Nel corso di performances,al limite tra teatro e pittura, gettavano secchi di colore su enormi tele ondeggiando da una altalena, dipingevano muri con le mani, sfondavano tele con gesti delle arti marzialiGli occidentali erano attratti da alcuni elementi della filosofia orientale quali:- La convinzione che il vuoto, sede del tutto, sia più importante del pieno- Che qualsiasi atto concentrato, frutto di una lunga disciplina, sia una via verso la salvezza- Che accogliere il caso piuttosto che forzare il corso delle cose sia una regola di vita rasserenante

GRUPPO GUTAJ – INFORMALE GIAPPONESE

Shozo Shimamoto, The 2th Gutai Art Exhibition, Ohara Hall, Tokyo, 1956

Saburo Murakami, Six holes, 1955 - Performance

https://youtu.be/JHaraRJ4Do4

INFORMALE – ricapitolando

- superare la storica contrapposizione tra realismo e astrattismo, entrambi “figli” di una cultura che aveva fallito- rifiuto radicale della forma preordinata rigidamente (tuttavia alcuni artisti non la rifiuteranno completamente)- privilegiare il rapporto tra soggetto e mondo mediato dalla “materia” e dal “gesto”: come una nuova creazione- ripresa di alcuni concetti dell’avanguardia storica: molteplicità dei materiali usati, scrittura automatica, velocità ed energia (come nel cubismo, dadaismo, futurismo, surrealismo)

- predilezione per opere di grande dimensioni- piattezza delle superfici (uguale abolizione di ogni illusione di profondità)- processo di improvvisazione psichica- esperienza fisica dell’artista - accettazione volontaria e sapiente del caso