ART for ANT - Il Catalogo

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art for ant arte specchio della solidarietà MOSTRA MERCATO DI SOLIDARIETÀ: PITTURA, SCULTURA, FOTOGRAFIA A SOSTEGNO DEI PROGETTI DI PREVENZIONE ONCOLOGICA DELLA FONDAZIONE ANT IN UMBRIA

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art for antarte specchio della solidarietà

MOSTRA MERCATO DI SOLIDARIETÀ:

PITTURA, SCULTURA, FOTOGRAFIA A SOSTEGNO DEI PROGETTI

DI PREVENZIONE ONCOLOGICA DELLA FONDAZIONE ANT IN UMBRIA

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a cura di

Fondazione ANT Italia Onlus

con la collaborazione di

Andrea Baffoni

Luciano Cancelloni

Emidio De Albentiis

Stefano Chiacchella

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ART for ANTarte specchio della solidarietà

Mostra mercato di pittura, scultura e fotografia a sostegno dei progetti di prevenzione oncologica di ANT in Umbria.

Perugia, Centro Servizi Galeazzo Alessi, Ex Borsa Merci, 13-18 novembre 2013

a cura diFondazione ANT Italia Onlus

con la collaborazione diAndrea BaffoniLuciano CancelloniEmidio De AlbentiisStefano Chiacchella

GraficaBiagini&Co.

Stampa Centro Stampa Regione Umbria

Ufficio StampaMg2 Comunicazione

Si ringrazia

Francesca Sguilla, Fedora Boco, tutti i volontari ANT coinvolti nel progetto e tutti gli artisti e

collezionisti che hanno donato le loro opere

Riferimenti

Fondazione ANT Italia Onlus Delagazione Umbria

Via dei Filosofi, 74 - 06121 Perugia

[email protected] - 340 4106966

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Se il motto per eccellenza dell’estetica pura e incondizionata, “l’art pour l’art”

propugnata tante volte da artisti e poeti del Novecento, diventa, in un riuscito gioco

linguistico, “art for ANT” (Fondazione ANT Italia Onlus), l’arte fine a se stessa che

diventa, senza perdere la sua natura, arte impegnata a favore di una nobilissima

causa, non ci resta che esprimere ammirazione per questa iniziativa. Essa unisce

infatti nello stesso impegno una istituzione che sulla base della Solidarietà è da

trentacinque anni attiva per l’assistenza ai malati di tumore, a salvaguardia del

principio della dignità della vita e della persona, artisti professionisti, giovani artisti

dell’Istituto d’Arte “Bernardino di Betto” e dell’Accademia di Belle Arti “Pietro Van-

nucci” di Perugia, che a questa iniziativa hanno regalato le loro opere. Sono (aldilà

delle differenze di stile e di valore, che siano il frutto di un esercizio di scuola o

espressione di un professionismo, di una vocazione già interamente perseguita e

consapevole di se stessa) opere belle e colorate, che, viste tutte insieme, sembra-

no ripercorrere una sorta di storia dell’arte moderna e contemporanea, facendo

risuonare una tastiera ricca, come si conviene a cinquanta tra artisti professionisti

e studenti d’arte, di suggestioni, rimandi e allusioni, che stanno ad indicare una

volta di più non soltanto che non ci sia opposizione fra la vita e l’arte, ma quanto

quest’ultima aiuti a vivere e a capire. Se la vita è inesauribile nelle sue combinazio-

ni e collisioni, altrettanto lo è l’arte, che nell’infinità delle sue forme moltiplica la

vita e i modi di guardarla.

Credo che la pluralità di visioni offerta da questo caleidoscopio colorato, allu-

sivo di mondi e pluralità ancora più ricche, sia importante per tutti, e tanto più per

chi soffre senza che la sofferenza sottragga l’amore e la capacità di sentire la vita.

L’arte e la cultura possono diventare inimmaginabili terapie.

Il calore di un’attiva presenza amica, com’è quella garantita dai medici di ANT,

si fonde in questa iniziativa con i cinquanta visionari sguardi sul mondo e sull’arte

moderna, offerti dai giovani studenti. Ciò che ne nasce non è la negazione dell’au-

tonomia dell’arte in nome dell’impegno, ma la miglior prova di come, perseguendo

coerentemente se stessa, l’arte ritorni in piena autonomia a quella realtà, da cui si

era originata. Con in più un afflato partecipe, una spinta solidale, che è un sostegno

potente per la vita e la dignità.

Fabrizio Bracco

Assessore alla Cultura della Regione Umbria

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Viviamo un’era in cui troppo spesso il valore delle cose, delle azioni, delle idee

è misurato in chiave economica. Può succedere allora che quanto le istituzioni

spendono per la salute, sia considerato un costo da comprimere piuttosto che un

investimento sociale, che alla prevenzione dei tumori si dedichino le risorse che

residuano dalla spesa ospedaliera e farmaceutica, senza pensare che investire

oggi in screening sistematici consentirebbe di avere ben presto una consistente

ricaduta proprio sulle voci di spesa più impegnative, ma che forse non a tutti inte-

ressa comprimere. Succede che un malato di tumore, dopo un percorso diagnostico

e terapeutico ospedaliero, sia consegnato ad una famiglia che non ha le forze, gli

strumenti e sempre più spesso le risorse per gestire la situazione del proprio caro.

Incontrare l’ANT non è solo un modo per sapere che grazie al loro volontariato a

questo qualcuno sta ponendo rimedio, ma è il modo più semplice ed allo stesso

tempo più confortante per sapere che la solidarietà è ancora un valore, che la no-

stra società ha una speranza.

Ho incontrato l’ANT grazie al mio ruolo istituzionale e non ho speso nemmeno

un attimo per pensare di offrire loro il mio impegno, anche se preferisco pensarlo

non come “istituzionale”, ma piuttosto “personale”. L’ANT non ha infatti bisogno di

etichette, ma semplicemente di un contributo da parte di tutti quelli che possono

darlo, piccolo o grande che sia, perché sempre più persone possano eubioticamen-

te avere il piacere di augurare buona vita al prossimo.

Aviano Rossi

Vice Presidente della Provincia di Perugia

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L’arte tocca il cuore. Non uno slogan ma il concept di una mostra che, attraver-

so l’arte, vuole sollecitare l’attenzione del pubblico nei confronti delle attività di

sostegno e assistenza che la Fondazione ANT Italia Onlus persegue con tenacia da

trentacinque anni.

Un’attenzione ai pazienti oncologici che si declina attraverso l’applicazione pra-

tica, quotidiana, del concetto di “buona vita”.

Chi si occupa con passione di cultura, sa bene che essa non è un modo per

riempire gli spazi vuoti della nostra esistenza, ma è al contrario ciò che conferisce

senso e significato, in ogni momento.

ART for ANT rappresenta l’idea stessa della cultura come intero, il luogo in cui

amore e sofferenza, dedizione e talento concorrono al perseguimento della “buona

vita”.

Con questa mostra diretta da Andrea Baffoni, i cinquanta artisti coinvolti ci

regalano appunto una straordinaria occasione di impegno e riflessione, testimo-

niando come le migliori energie della nostra comunità possano mettersi e metterci

in gioco, rinnovando un tacito appello alla condivisione della bellezza, intesa come

orientamento etico ed estetico insieme: l’arte che incontra l’alter.

Non posso infine che sottolineare con gratitudine l’entusiasmo con cui il Liceo

Artistico e l’Accademia di Belle Arti hanno voluto partecipare a questo evento; la

curiosità con cui le istituzioni culturali cittadine guardano alla comunità nella quale

operano, rappresenta un capitale sociale di primaria importanza per conferire un

senso pieno alla parola cultura.

Andrea Cernicchi

Assessore alla Cultura e alle Politiche Sociali del Comune di Perugia

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Di fronte all’iniziativa promossa dalla Fondazione ANT non potevamo non offrire

il nostro sostegno, mettendo a disposizione gli spazi espositivi del Centro Servizi

Galeazzo Alessi per una mostra che, più di altre in quegli stessi spazi ospitate, fa

vibrare corde profonde della nostra sensibilità e mette in gioco valori fondanti di una

comunità, primo fra tutti quello della dignità umana.

Nella Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo del 1948 si legge che «l’unico

e sufficiente titolo necessario per il riconoscimento della dignità di un individuo è la

sua partecipazione alla comune umanità». Evidentemente una società giusta può

essere realizzata solo nel rispetto e nella promozione della dignità di ogni persona,

che diventa vero e proprio cardine dello stato di diritto. Tanto più quando al centro

dell’attenzione è la dignità del “sofferente”, come il fondatore di ANT preferisce,

opportunamente, definire i destinatari delle attività.

Il patrocinio che la Camera di Commercio di Perugia ha concesso a questa

iniziativa trova fondamento anche nella piena condivisione della scelta di mettere

l’arte, e gli artisti, “al servizio” di una iniziativa di sensibilizzazione e raccolta fondi

che renderà possibili azioni concrete di solidarietà.

Desidero concludere esprimendo la personale vicinanza, e di tutta la Giunta

camerale, alla Fondazione ANT, ai cittadini e al territorio, e il piacere di aver dato il

nostro contributo a creare qualcosa di speciale.

Giorgio Mencaroni

Presidente Camera di Commercio di Perugia

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Fondazione ANT Italia Onlus

Nata a Bologna nel 1978 per iniziativa dell’oncologo Franco Pannuti, la Fonda-

zione ANT Italia Onlus opera in nome dell’Eubiosia (dal greco antico, eu/bene-bios/

vita) intesa come insieme di qualità che conferiscono dignità alla vita, dal primo

all’ultimo respiro. Dal 1985 ad oggi ANT ha assistito, in modo completamente gra-

tuito, oltre 96.000 Sofferenti oncologici (dato aggiornato al 30 giugno 2013). In 9

diverse regioni italiane, circa 4.000 malati vengono assistiti ogni giorno a domicilio

da 20 équipes di operatori sanitari ANT che assicurano, al Malato ed alla sua Fami-

glia, tutte le necessarie cure di tipo ospedaliero e socio-assistenziale.

Sono complessivamente 400 i professionisti che lavorano per la Fondazione

(medici, infermieri, psicologi, nutrizionisti, fisioterapisti, farmacisti, operatori socio-

sanitari e funzionari) cui si affiancano circa 1.600 Volontari, iscritti nel registro ANT.

Il supporto affronta ogni genere di problema nell’ottica del “benessere globale” del

Malato. La Fondazione ANT è inoltre fortemente impegnata nella prevenzione on-

cologica, con progetti di diagnosi precoce del melanoma, delle neoplasie tiroidee,

ginecologiche e mammarie. Nell’ambito del solo Progetto Melanoma, che ha preso

il via nel 2004, sono stati visitati 67.283 pazienti in 63 diverse province italiane

(dato aggiornato al 30 giugno 2013). Le campagne di prevenzione si attuano sia

presso strutture sanitarie offerte gratuitamente ad ANT, sia negli ambulatori ANT,

sia all’interno dell’ambulatorio mobile - BUS della Prevenzione. Il mezzo, dotato di

strumentazione diagnostica all’avanguardia (mammografo digitale, ecografo e vide-

odermatoscopio) consente di realizzare sul territorio visite di prevenzione nell’am-

bito dei vari progetti ANT.

La Fondazione ANT opera in Italia attraverso 120 Delegazioni, dove la presenza

di Volontari è molto attiva. Alle Delegazioni competono, a livello locale, le iniziative

di sensibilizzazione e raccolta fondi e la predisposizione della logistica necessaria

all’assistenza sanitaria domiciliare.

Prendendo come riferimento il 2012, ANT finanzia la maggior parte delle proprie

attività grazie alle erogazioni di privati cittadini e alle manifestazioni di raccolta fon-

di organizzate (56%) al contributo del 5x1000 (11%) a lasciti e donazioni (12%) al

contributo di banche e fondazioni (1%).

ANT è la 10^ Onlus nella graduatoria nazionale su oltre 30.000 aventi diritto

nel medesimo ambito.

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Il Progetto Eubiosia in Umbria... incontro tra arte e solidarietà

In Umbria la Fondazione ANT è presente da più di tre anni e lavora costantemen-

te per realizzare l’opera di prevenzione gratuita e di diagnosi precoce del melanoma.

Dall’ottobre 2011 al mese di giugno di quest’anno, i nostri dermatologi hanno som-

ministrato gratuitamente 1.308 visite alla cittadinanza, eseguite mediante l’ausilio

di un videodermatoscopio (donato da un’importante realtà industriale del nostro

territorio, Umbracuscinetti).

A partire dal mese di ottobre, invece, oltre a riprendere le visite gratuite per tutti

i Cittadini, il Progetto melanoma ha fatto il suo ingresso proprio all’interno di una

grande realtà aziendale, la stessa Umbracuscinetti, che ha voluto mettere a disposi-

zione dei propri dipendenti visite gratuite di prevenzione.

In questi anni, la crescita di ANT in Umbria è stata possibile grazie al contributo

di moltissime persone: una rete della Solidarietà che si allarga ogni giorno di più,

con un capillare coinvolgimento di istituzioni (enti territoriali, sanità, scuole) impre-

se, strutture associative, persone che hanno consentito la crescita degli eventi, in

numero e qualità, e delle manifestazioni organizzate per la raccolta di fondi: tutti

in campo, in nome di un diritto naturale ed inviolabile dell’essere umano, la dignità

nella sofferenza.

Il progetto ART FOR ANT nasce proprio dall’intento della Fondazione di continua-

re a sperimentare in questa direzione, una sperimentazione che si traduce nella

fiducia in coloro che si incontrano lungo il cammino.

La persona che ha dato l’opportunità alla delegazione umbra di affacciarsi an-

che nel mondo dell’arte e di arrischiarsi in questo nuovo progetto è Andrea Baffoni:

la nostra conoscenza è avvenuta in un pomeriggio della scorsa primavera e da

subito c’è stato il grande desiderio di avviare insieme la costruzione di un progetto

comune che unisse l’arte alla solidarietà per ANT.

Con estrema attenzione e professionalità, Andrea è stato il “catalizzatore” dell’i-

niziativa: da subito, ha iniziato a coinvolgere persone che potessero unirsi nella

realizzazione e nell’ampliamento di questo progetto esemplare per l’impegno di

solidarietà e contattando artisti che potessero donare le loro opere d’arte alla

Fondazione. Abbiamo proseguito così, coinvolgendo l’amico Luciano Cancelloni che,

con grande umanità ha iniziato ad avvicinarsi al mondo di ANT e, carpendone l’es-

senza, ha ravvisato nei nostri principi ispiratori, tratti comuni al pensiero del filosofo

perugino Aldo Capitini: Libertà, Fratellanza, Solidarietà, Amore.

Si sono aggiunti poi Emidio De Albentiis e Stefano Chiacchella, dando un con-

tributo appassionato, entusiasta e professionale, gestendo i rapporti sì con gli

artisti, ma in particolar modo con l’Accademia di Belle Arti “Pietro Vannucci” e il

Liceo Artistico “Bernardino di Betto” di Perugia, anche loro donatori di molte opere.

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ART for ANT rappresenta, dunque, un meraviglioso esempio di Solidarietà: so-

lidarietà di persone e professionisti che hanno voluto dedicare volontariamente il

loro tempo alla causa; solidarietà di artisti (professionisti ed emergenti) che hanno

voluto donare la propria arte per sostenere i progetti attivi nella Regione Umbria, so-

lidarietà delle Istituzioni (Comune di Perugia, Provincia di Perugia, Regione Umbria,

Camera di Commercio di Perugia), che hanno dimostrato grandissima attenzione a

tutti i bisogni della Fondazione.

Ciò che ANT cerca ogni giorno di fare è unire persone intorno alla buona cau-

sa dell’assistenza domiciliare e della prevenzione oncologica e lo fa, tentando di

costruire progetti che possano creare una rete tra tutti i sostenitori: l’insieme di

relazioni, oltre ai contributi economici, potranno aiutarci nel perseguire, con ancora

più efficacia, i nostri obiettivi, in attuazione globale del Progetto Eubiosia.

Un grazie di cuore, dunque, a tutti coloro che hanno dato anche il loro più piccolo

apporto in questo progetto e che hanno permesso ad ANT di essere protagonista di

una mostra – mercato artistica, all’insegna della solidarietà, nel cuore della Città di

Perugia: siamo convinti che ART for ANT darà un nuovo impulso al nostro cammino.

Sotto l’egida dell’Eubiosia ed uniti nelle maglie della solidarietà, porteremo

avanti, nei prossimi mesi, progetti multidisciplinari, che investano ambiti diversi di

interesse dell’essere umano (salute, arte, sport…), proseguendo nell’erogazione

dell’opera gratuita di prevenzione, mossi dal preciso obiettivo di sensibilizzazione

all’apertura dell’ospedale oncologico domiciliare gratuito, anche nella nostra Re-

gione.

Il principio contrassegnato al numero 10 del nostro Codice Etico recita: “Il no-

stro molto sarebbe niente senza il poco di tanti”.

Grazie perciò a tutti coloro che già condividono i nostri valori ed obiettivi e ben-

venuti a tutti quelli che vorranno unirsi a noi, in questo meraviglioso cammino di

Amore e Solidarietà.

Elisabetta Torzuoli

Delegata ANT Umbria

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ART for ANT. ARTE PER L’ESSENZA DEL VIVERE

Era il 26 maggio 1918 quando a Roma, nella sede del quotidiano “L’Epoca”, si

apriva la Mostra d’Arte Indipendente pro Croce Rossa. Esponevano artisti di tutti i

generi: astrattisti, figurativi, futuristi, pseudo cubisti, l’uno accanto all’altro senza

troppe distinzioni. Il momento di crisi imponeva di mettersi in mostra liberamente,

sfruttando ogni possibilità. Tra essi, per la prima volta, esponevano insieme Giorgio

de Chirico e Carlo Carrà, i padri della pittura Metafisica: in questo modo, per la pri-

ma volta, il pubblico della Capitale ebbe coscienza del nuovo corso artistico.

La storia dell’arte non ricorda mai questo piccolo episodio, ci dice tutto sulla

Metafisica, di come e quando nacque, l’importanza e gli effetti, ma per sapere che

uno dei più significativi movimenti artistici italiani ebbe uno dei suoi battesimi in

una mostra di beneficenza, bisogna ricorrere alle stesse lettere di questi due prota-

gonisti, e al rarissimo catalogo.

Com’è immaginabile, rispetto a questa sintesi, l’episodio è molto più comples-

so, anche perché le mostre pro Croce Rossa tenutesi negli anni della guerra videro

la presenza di altri importanti artisti. Vale la pena, tuttavia, cogliere l’occasione per

sottolineare il senso umano della vicenda immergendosi, anche solo per un breve

momento, nel clima di quei tempi, dove era proprio la Croce Rossa a farsi promo-

trice di eventi culturali finalizzati a raccogliere fondi per la sussistenza sanitaria. Il

momento era drammatico, ma non per questo gli artisti stavano fermi, tutto serviva

a sostenere il paese e in questo modo, se da un lato ci si rendeva utili, dall’altro si

mostrava il valore, anche pratico, della cultura.

Quasi un secolo dopo possiamo dire che ci ritroviamo nuovamente in crisi, non

a causa di una guerra fortunatamente, ma pensando alle difficoltà di oggi, partico-

larmente sentite proprio da chi vive l’arte, torna alla mente quel periodo in cui gli

artisti si adoperavano autonomamente per far percepire la propria presenza. Si riu-

nivano nelle case, organizzavano mostre, spettacoli teatrali, tenendo vivo il tessuto

culturale del paese.

Questa mostra organizzata da ANT ricorda in qualche modo quei fermenti d’i-

nizio Novecento, non tanto perché unisce l’arte alla beneficenza (come scrive giu-

stamente Emidio De Albentiis, sono molte le manifestazioni che periodicamente si

adoperano a fin di bene), ma perché nelle settimane di preparazione si è assistito

ad un tale crescendo di entusiasmi da far comprendere come per tutti sia giunto il

momento riscoprire il senso nascosto del fare cultura. L’arte deve unire le coscien-

ze nel profondo, supportare le domande esistenziali che ci sovrastano, indicare la

strada che abbiamo di fronte, permettere agli uomini di sentirsi parte di un tutto. Gli

affreschi che adornavano le chiese del passato avvolgevano i fedeli proiettandoli in

massa entro una comune dimensione ultraterrena, come parte di una collettività.

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Oggi abbiamo perso quel senso di comunanza, ma nel momento della difficoltà

l’uomo torna inevitabilmente a cercare il sostegno dell’altro.

Qui convivono artisti di vario genere: dagli studenti (la mostra contiene una

sezione dedicata agli studenti del Liceo Artistico “Bernardino di Betto”, e dell’Ac-

cademia di Belle Arti “Pietro Vannucci”) ai professionisti; pittori, scultori, fotografi,

figurativi o astrattisti. Non c’è limite di età o di stile, ma c’è una consapevolezza,

e gli artisti presenti sono tutti coscienti del proprio lavoro e del valore di tale ap-

partenenza. Una fetta di comunità artistica umbra si è mossa; in favore di ANT,

certamente, che è comunque un favore per tutti, per il proprio tempo, per il proprio

esistere e il senso stesso dell’esistere. Sono più di cinquanta voci, per altrettanti

artisti, ognuno dei quali ha donato una propria opera. Un movimento di anime che

non lascia indifferenti, mossi dal principio d’Eubiosia da cui prende vita ANT, reso

in Umbria ancor più tangibile dal parallelismo con il pensiero capitiniano, come

esplicato in questo catalogo da Luciano Cancelloni.

Una mostra, questa per ANT, dove l’arte sposa la solidarietà, riscattando il va-

lore di un gesto che diventa storia e di un esempio che si fa emblema di rinascita.

Andrea Baffoni

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IL PENSIERO CAPITINIANO CONVERGE NELL’EUBIOSIA E NELL’ARTE

Il Dolore dissocia, isola il corpo dal mondo. L’Amore e la compassione soccor-

rono per un suo ricongiungimento.

Il male, il dolore e con essi la sofferenza, categorie, sulle quali filosofi, pensatori

hanno da sempre riflettuto ed elaborato teorie, con visioni di un profilo religioso e

filosofico nell’intento di conseguire risoluzioni dalle pene e affanni della realtà uma-

na. Purtroppo, causa la misera condizione dell’umanità, a tutt’oggi, l’uomo non è

riuscito a liberarsi dalle sofferenze, dal male, dalle guerre e dall’egoismo, si trova

a fare i conti, con l’impotenza dell’uomo stesso a porre in essere rimedi per una

conversione, nella realizzazione di un mondo migliore, e non far spegnere il sogno

dell’utopia.

È in questa temperie che il pensatore Aldo Capitini ha caratterizzato costante-

mente la tensione umana e intellettuale del proprio pensiero declinato nell’agire.

Nel filosofo, ricco di religiosità, è fortemente presente il problema della sofferenza

e del dolore, lambisce il problema escatologico in chiave laica. Nel Suo essere è

vivo il sentimento e la passione per il riscatto dell’uomo dal male e dalla violenza

in qualsiasi forma; pertanto, il suo contributo ad un vita attiva, in un orizzonte fatto

di tolleranza e solidarietà. A Capitini sta a cuore l’aspetto finalistico dell’uomo. Con

i suoi scritti sulla “compresenza dei morti e viventi” ha elaborato il pensiero nella

fratellanza e partecipazione, nel profondo rispetto tra tutti gli esseri viventi, per una

convivenza fatta di amore e tollerante pacificazione. Il dramma dell’uomo consiste

nella consapevolezza della finitezza, della precarietà dell’esistenza e pone l’uomo

davanti all’angosciosa realtà della natura, non sempre benigna. È nella compassio-

ne, nella meditazione, nella condivisione con l’altro, trovandosi in situazioni di mi-

norità sia fisica che morale a non far venir meno la dignità. È nell’atto dell’Amore,

la speranza per una “realtà liberata” nell’atteggiamento di un sano amor proprio.

Con il progetto ART for ANT, la Fondazione ANT Italia Onlus delegazione di Pe-

rugia, in occasione del 35mo anniversario della stessa ANT, ideata nel 1978 dal

prof. Franco Pannuti, organizza una mostra-mercato, la finalità del progetto nobilita

il termine "mercato”, con il sottotitolo (il pensiero Capitiniano converge nell’Eubio-

sia) termine composto dal greco “eu” buona e “bios” vita (buona vita). Il progetto

EUBIOSIA nasce per opera del Prof. Pannuti, e prevede assistenza socio-sanitaria

domiciliare gratuita ai Sofferenti di tumore, e programmi gratuiti di prevenzione

oncologica.

L’arte, per definizione, secondo il pensiero classico è buona e bella, espressio-

ne della sensibilità dell’uomo, e della propria spiritualità, che nasce con l’uomo,

accompagnandolo nel bene e nelle avversità nel corso della storia. Diviene prolun-

gamento della realtà, e rifugio appariscente dalle inquietudini.

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In tempi recenti, l’arte, è uscita dai luoghi canonici, quali gallerie musei per

andare in luoghi pubblici e privati per fare “altri” incontri. Negli ultimi tempi, cliniche

ospedali arredano corsie, ambulatori con lavori artistici: dipinti, sculture di vari

linguaggi espressivi contemporanei, per rendere più accoglienti luoghi di afflizione,

di dolore.

A suffragare il valore di questi nuovi contributi, negli anni quaranta nasce l’ARTE-

TERAPIA, in appoggio e/o cura di indirizzo psichico in soccorso alla medicina tradi-

zionale. Si deve all’artista Edith Kramer pioniera nell’applicare questa terapia, che

vede nell’arte visuale, ed elementi di psicologia congiunti, un contributo terapeu-

tico, non alternativo ma aiuto e sostegno concreto. Strumenti capaci di suscitare

condizioni oniriche tra realtà e immaginazione, e nel paziente potenziano risorse, a

volte sconosciute, e aiutano a elaborare immagini fantastiche, ed è in questo “vuo-

to” lo scopo di lenire la sofferenza. Inoltre le rappresentazioni cromatiche applicate

alle terapie tradizionali riequilibrano le disarmonie emotive.

È in questa visione di sinergie tra il pensiero capitiniano; teorico della nonvio-

lenza, persuaso pacifista, autore prolifico di scritti politici e sociali, e il titolo della

mostra-mercato di arte contemporanea che convergono per un contributo significa-

tivo agli obiettivi dell’ANT di Perugia.

Il profilo religioso, secondo il filosofo perugino, è liberazione da dogmi e chiusu-

re, abbraccia l’uomo nel suo essere ontologico, in stato di perenne condivisione.

Nel volume Vita Religiosa, del 1942, Capitini condensa in modo inequivocabile la

Sua significativa persuasione per un mondo più compassionevole, scriveva: “La

religione è farsi vicino ai drammi delle persone, interiorizzare. La vita religiosa è la

libera aggiunta, il di più; è il superamento del pregiudizio storico, dove il più forte

domina sul più debole, e diventi una costante rivoluzione pacifica e nonviolenta, con

il fermo proposito per una fraterna comunità universale”.

Luciano Cancelloni

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MALATTIA, ARTE E SOLIDARIETÀ

Nel 1978 la grande scrittrice americana Susan Sontag pubblicò un saggio

davvero centrale sulla moderna riflessione filosofico-antropologica sul cancro (Ill-

ness as Metaphor [Malattia come metafora], poi esteso, dieci anni dopo, anche

all’AIDS): tesi fondamentale del volume, allora veramente rivoluzionario e originale,

era il concreto rischio di marchiare a fuoco – come già era successo per la tuber-

colosi – gli ammalati di tumore come se fossero in qualche modo moralmente

colpevoli di essersi ammalati, nonché persone che sarebbe stato meglio evitare,

colpiti da chissà quale anatema. E io stesso ricordo che da ragazzino, per l’ap-

punto negli anni ’70, parlare apertamente di “cancro” e di “tumore” era non dico

disdicevole, ma in qualche modo poco consigliabile, essendo preferibile ricorrere

ad espressioni velatamente censorie e metaforiche come “male incurabile”, “ma-

laccio”, “malattia che non perdona”, evitando accuratamente – per l’appunto – di

chiamare le cose con il loro nome.

Forse non è del tutto casuale che un’associazione illuminata come l’ANT sia

sorta proprio nei primi anni ’80 quando, anche grazie alle considerazioni corag-

giose e geniali di Susan Sontag, si cominciò ad affrontare il cancro per quello

che era, una malattia grave (ma sul piano clinico, naturalmente, i medici si erano

sempre prodigati per progredire nelle cure indipendentemente dal “sentire popola-

re” che vedeva nel cancro, come detto, una malattia di cui era addirittura meglio

non pronunciare il nome): merito dell’ANT e di altre consimili organizzazioni attive

sul territorio è stato ed è soprattutto il considerare i malati di tumore non come

“appestati”, ma come persone cui necessitano – oltre alle cure mediche – anche e

soprattutto assistenza psicologica, conforto morale e, in una parola, calore umano

da affiancare a quello di amici e parenti.

L’arte ha molto da dire in questo campo: non solo perché da gran tempo e, si

può dire, nei luoghi geografici più disparati, gli artisti si prodigano in concreti gesti

di solidarietà per le categorie più sfortunate e per una casistica davvero ampia

di cause umanitarie (e non solo: penso anche a mostre di artisti organizzate, ad

esempio, per favorire la sensibilità verso il mondo animale), ma per un’altra ragio-

ne molto importante. È proprio l’arte in sé che, come si sta ormai riconoscendo da

più parti, costituisce una forma preziosa di aiuto terapeutico: naturalmente esisto-

no specialisti del settore che convogliano al meglio tali energie verso le persone

che più hanno bisogno di avvalersene, ma in generale, il nutrimento per l’occhio

e per lo spirito che un’opera d’arte sa dare può spingere davvero a ritenere che il

celebre quanto utopico auspicio ne L’idiota di Dostoevskij, secondo cui “il mondo

sarà salvato dalla bellezza”, possa avere qualche barlume di speranza.

Emidio De Albentiis

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ARTE E BENEFICENZA: NELLA NATURA DELLE COSE

Quando vengo invitato come artista o interpellato come “consulente” per even-

ti benefici, cerco sempre di verificare la bontà dell’iniziativa e le reali potenzialità

dell’evento prima di aderire.

In questo caso non ho avuto dubbi sulle positive ricadute di questa mostra

benefica.

In primis per la reputazione della onlus ANT ed i suoi fini, nobili e concreti;

per la validità del “comitato organizzativo” che annovera personalità di pregio,

dal profilo operativo con reale esperienza nel campo dell’Arte che hanno garantito

la qualità degli artisti, delle opere proposte a collezionisti e sostenitori.

Con l’occasione ringrazio i docenti Marco Balucani, Paolo Bellegrandi, Carla

Mancini e Rita Fortunelli di cui mi onoro di esser collega presso il Liceo Artistico

“Bernardino di Betto” di Perugia per la preziosa collaborazione e la Dirigente Dott.

ssa Giuseppina Boccuto per la sensibilità dimostrata.

Non è il mio ruolo, in questo catalogo, sottolineare il rapporto spesso presente

tra artista e la cosiddetta “malattia” condizione questa dove il disturbo o l’handi-

cap diventa il vero motore della creatività: “grido disperato, richiesta di attenzione

o tentativo di sopravvivere alla propria sorte… ansia di immortalità o rabbia esi-

stenziale”.

Patologie psichiche o drammi fisici che si riverberano nelle opere di Van Gogh,

Toulouse Lautrec, ma anche nella “visionarietà apparentemente domestica” di Lac-

cabue…senza addentrarci nei prematuri dolorosi “the end” dei divi della Pop Art

americana cresciuti e corrosi dalle “Nuove malattie”.

Tutto ciò per segnalare, se ve ne fosse ancora bisogno, come l’arte sia parte

integrante della natura creativa dell’uomo anche tramite la malattia che a volte lo

colpisce… quella patologia che tendiamo invece ad esorcizzare rimuovendola an-

che dal nostro vocabolario quotidiano.

Ma non ora e non oggi… qui noi facciamo vivere solo la speranza.

Stefano Chiacchella

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Rita Albertini, Radio Cosmica, 2013tecnica mista su pannello piuma, cm 27,5x25

Raffaele Ariante, Peccato originale. Scegli e cogli la prima mela, 2013 olio su tavola

IL TEMPO LO SPIRITO E LA MATERIA

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Marco Balucani, Senza titolo, 2013olio su tavola, cm 25x25

Sestilio Burattini, Masse rotanti, 2007travertino, h cm 25

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Stefano Chiacchella, Le amanti, 2013 tecnica mista su carta, cm 15x25

Francesca Chiozza, Fantasmi, 2009olio su tela, cm 50x50

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Luca Costantini, A lume spento, 2013tecnica mista e candela, h cm 30

Daniele Covarino, Senza titolo, 2013 terracotta, cm 30x5

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Massimo Diosono, Ensō, 2012inchiostro su carta, cm 35x50

Fabrizio Fabbroni, Opera unica, 2005 monotipo con decorazione in oro zecchino

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Fernando Fabbroni, Incontro, 2001 tecnica mista

Danilo Fiorucci, Ghost, 2013 olio e bitume su carta tela Fabriano, cm 70x50

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Stefano Frascarelli, Senza titolo (dittico), 2011 smalto su cartone, cm 20x30 c.da uno

Benedetta Galli, White Circus, 2012ritagli di giornale, silicone su carta, cm 45x45

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Elfrida Gubbini, Senza titolo, 2012 gesso e pigmenti su carta, cm 50x70

Luca Laurini, Interference particolare dell’opera

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Donatella Marinucci, Piccola Venere (bozzetto per scultura), terracotta e colori acrilici, h cm 32

Paolo Mirmina, FerroMir, 2013 decoupage su ferro da stiro

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Nilo Negroni, Littere Ignote, 2013 tecnica mista su tela, cm 50x50

Paolo Pasticci, Senza titolo, 1964 ceramica, h cm 13

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Laura Patacchia, Senza titolo, 2013 tecnica mista su foto, cm 44x27,5

Alessandra Pierelli, Cuore, 2013puntine, polistirolo, carta, cm 10x10

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Attilio Quintili, Esplosione, 2013 ceramica smaltata a lustro, h cm 25

Silvia Ranchicchio, Planets, 2013 terracotta, legno, cm 40x33

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Gennj Trentini, Scirocco, 2013tecnica mista su carta, cm 35,8x35,8

Cinzia Verni, L’altra, 2005 polimaterico e carte di pregio, misure variabili

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Agata Kwiatkowska, Senza titolo, 2013tecnica mista su tavola, misure variabili

Sara Sargentini, 4332 segni, 2013 cera d’api e cemento, cm 26x41

ESPRESSIONI DALL’ACCADEMIA DI BELLE ARTI “PIETRO VANNUCCI”

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Skizzo, Neuromante, 2012 linoleografia, cm 50x50

Tommaso Faraci, Senza titolo, 2013 tecnica mista su carta, cm 33x33

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Natascia Becchetti, Fratellanza pura, 2013 fotografia digitale

Vinicio Drappo, Tango fotografia, 50x70

FOTOGRAFIA

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Andrea Priorelli, Alla fontanastampa fotografica su forex, cm 35x52

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Serena Cavallini, PerugiaPiazza IV novembre, acquaforte, cm 50x35

Pippo Cosenza, Palermo, 2013 acrilici su tela, cm 40x40

PAESAGGI REALI E PAESAGGI SOGNATI

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Maria Luisa De Rita, Little girl, 2012collage su carta, cm 29x41

Valerio Doddi, Senza titolo, 2013 acrilici su tela, cm 40x40

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Alessandra Gentili, Senza titolo, 2013 tecnica mista su tela, cm 60x40

Marco Giacchetti, Paese, 2013acrilico su tela, cm 50x35

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Silvana Iafolla, Pappagalli, 2013acrilico su tela, cm 50x35

Giovanni Iovene, Paesaggiolitografia

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Adele Lo Feudo, Tunnel, 2012 acrilico, cm 40x40

Saverio Martino, Senza titolo, 2013tecnica mista su carta, cm 50x70

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Ferdinanda Romeo, L’alba che verrà, 2013 polimaterico su tavola, cm 30x80

Veronica Severi, Paesaggio, 2006 acquerello su carta, cm 31x43

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Giovanna Sisani, Notturno fiorito, 2013acrilico su tavola, cm 59x32

Monia Spinelli, Piatto maiolicato, 2013 ø cm 41

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Nicoletta Tarli, La spensieratezza, 2012 olio su tela, cm 40x40

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ELABORATI DI STUDENTI DEL LICEO ARTISTICO “BERNARDINO DI BETTO”

Alessia Aristei, Il mio prato, a.s. 2009/2010acrilico su tavola, cm 30x30

Alessia Aristei, Ninfee, a.s. 2006/2007 tecnica mista su cartone, cm 25,5x36

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Francesca Clemente, Rosa, a.s. 2009/2010 tempera su tavola, cm 30x30

Elisa Pituello, Alla Modì, a.s. 2007/2008acrilico su cartone, cm 26x17,5

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Elisa Pituello, Villa Adrianaa.s. 2008/2009, acrilico su tavola, cm 27x12

Federico Timi, Senza titolo, a.s. 2007/2008acrilico su tavola, cm 19,5x25,5

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Andrea Zampa Pereira, Nel piccolo l’immensoa.s. 2009/2010, acrilico su tavola, cm 30x30

Laboratorio di mosaico, Drago celticoa.s. 2007/2008, cm 35x50

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Laboratorio di mosaico, Fenicotteria.s. 2007/2008, cm 41x31,5

Laboratorio di mosaico, Pappagallia.s. 2005/2006, cm 42x30

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Laboratorio di mosaico, Stargate, a.s. 2005/2006 cm 47,5x38

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A questa serie di opere si aggiungono:

la cartella con sei litografie degli artisti

Roberto Banfi Rossi

Serenella Della Vita

Giovanna Bruschi

Massimo Di Brina

Valeria Bucefari

Marco Vergoni

donata da Gaetano Lucaroni;

la cartella con litografie di

Bruno Orfei

donata da Enrico Matteucci

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