Art. 34 - Gennaio 2010

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Articolo 34 della Costituzione italiana: ”La scuola è aperta a tutti. L'istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita. I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso.“ Gennaio 2010 Immota publica hic salus manet Renovabitur ut aquilae juventus tua Che foto e che titolo per il giornalino di una nuova era ? La città o l'Università ? Ci siamo lasciati con il numero di Aprile 2009 in distribuzione da pochi giorni. La città, noi, l'Università, travolti dal ter- remoto. “Un blocco di crosta terrestre a Sud Ovest del piano ha scorso verso il basso di circa 90 centimetri e ha causato in superficie l’abbassamento del suolo.” Rottura a soli 10km di profondità, in superficie una rot- tura lunga 8 km, in profondità lunga 25 km. Accelerazione con punte di 0.6g. Pia- no di faglia in profondità sotto la città, in superficie tra San Gregorio e Paganica. Quella notte la Città e l'Università sono state unite nella distruzione. I cittadini e gli studenti insieme vittime dei crolli. Notte di ricerche, di elenchi, di strazianti scavi. Nella sciagura gli studenti tragicamen- te protagonisti del dramma di una città. La storia dell'Udu dell'Aquila è la storia di battaglie per L'Aquila Città Universi- taria. L'Aquila non è, senza la sua Università. L'Università non è, senza la sua Città. Il filo conduttore per noi. L'Università non poteva che ripartire dall'Aquila. L'Aquila non può che ripartire dalla sua Università e dai suoi studenti. I nostri motti sono dunque entrambi. L'Università: Renovabitur ut aquilae ju- ventus tua. Si rinnoveranno come aquile, i tuoi giovani. L'Aquila: Immota publica hic salus Ma- net. Resta ferma, a difesa del pubblico interesse. La foto. Ju Boss. La riapertura. Nel cuore della Città ferita, un simbolo della città degli studenti. IN QUESTO NUMERO Dal 6 aprile ad oggi, diritti e vertenze degli studenti, mese per mese pagg. 2 e 3 L’odissea del diritto allo stu- dio aquilano Bilancio: una sfida da porta- re avanti insieme pag. 4 Soldi di stato, affari di Chie- sa Le 10 domande a Regione Abruzzo & co. pag. 5 Il caos urbano e la proposta Udu Pendolari, due pesi due mi- sure pag. 6 Offerta formativa 10/11, i dettagli Flash dalle sedi pag. 7 Dove va l’università? pag. 8 Il nuovo anno accademico è già iniziato, si riparte da dove ci eravamo lasciati Si riparte dai diritti degli studenti, si riparte dall’Università, si riparte da Art. 34

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Art. 34 - Periodico di informazione del sindacato studentesco Udu L'Aquila - Edizione Gennaio 2010.

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Articolo 34 della Costituzione italiana: ”La scuola è aperta a tutti. L'istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita. I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso.“

Gennaio 2010

Immota publicahic salus manet

Renovabitur utaquilae juventus tua

Che foto e che titolo per il giornalino di una nuova era ? La città o l'Università ? Ci siamo lasciati con il numero di Aprile 2009 in distribuzione da pochi giorni. La città, noi, l'Università, travolti dal ter-remoto.“Un blocco di crosta terrestre a Sud Ovest del piano ha scorso verso il basso di circa 90 centimetri e ha causato in superficie l’abbassamento del suolo.” Rottura a soli 10km di profondità, in superficie una rot-tura lunga 8 km, in profondità lunga 25 km. Accelerazione con punte di 0.6g. Pia-no di faglia in profondità sotto la città, in superficie tra San Gregorio e Paganica. Quella notte la Città e l'Università sono state unite nella distruzione.I cittadini e gli studenti insieme vittime dei crolli. Notte di ricerche, di elenchi, di strazianti scavi.Nella sciagura gli studenti tragicamen-te protagonisti del dramma di una città.

La storia dell'Udu dell'Aquila è la storia di battaglie per L'Aquila Città Universi-taria.L'Aquila non è, senza la sua Università. L'Università non è, senza la sua Città. Il filo conduttore per noi. L'Università non poteva che ripartire dall'Aquila.L'Aquila non può che ripartire dalla sua Università e dai suoi studenti.I nostri motti sono dunque entrambi. L'Università: Renovabitur ut aquilae ju-ventus tua. Si rinnoveranno come aquile, i tuoi giovani. L'Aquila: Immota publica hic salus Ma-net. Resta ferma, a difesa del pubblico interesse.La foto. Ju Boss. La riapertura.Nel cuore della Città ferita, un simbolo della città degli studenti.

IN QUESTO NUMERODal 6 aprile ad oggi, diritti e vertenze degli studenti, mese per mese

pagg. 2 e 3

L’odissea del diritto allo stu-dio aquilanoBilancio: una sfida da porta-re avanti insieme

pag. 4

Soldi di stato, affari di Chie-saLe 10 domande a Regione Abruzzo & co.

pag. 5

Il caos urbano e la proposta UduPendolari, due pesi due mi-sure

pag. 6

Offerta formativa 10/11, i dettagliFlash dalle sedi pag. 7Dove va l’università? pag. 8

Il nuovo anno accademico è già iniziato, si riparte da dove ci eravamo lasciatiSi riparte dai diritti degli studenti, si riparte dall’Università, si riparte da Art. 34

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Di seguito una piccola cronistoria, mese per mese, ripartendo dall'ultimo gior-nalino. E' una cronaca dell'evoluzione della situazione dopo il terribile sisma del 6 aprile: la prima ripresa, la delocalizzazione, la battaglia degli studenti per il diritto allo studio e per i servizi. Una cronaca per flash, non troppo rigorosa, ma che fornisce uno spaccato di quanto avvenuto. Fino ad arrivare ad oggi.

Fine marzo 2009 Ci siamo lasciati a marzo con la battaglia degli studenti per veder rispettata la Carta dei diritti degli studenti. L'ultimo giornalino stampato, dell'aprile 2009, in fase di distribuzione proprio nei giorni a cavallo del sisma del 6 aprile, ave-va come tema principale proprio la difesa della Carta dei Diritti dai continui attacchi dei baroni.

Aprile 2009Il sisma Il 6 aprile è una data che ha segnato in maniera irreversibile la vita di tutti noi. Segna uno spartiacque, un qualcosa difficile da decifrare, a molti mesi da quel tragico e doloroso evento. Impossibile dimenticare i 309 morti e tra essi, i 55 studenti universitari. Stu-denti che come noi erano all'Aquila per costruirsi un futuro e per vivere quella splendida parentesi che è la vita universitaria. Agli studenti venuti a mancare dedichiamo questo numero del giornalino. Tra loro c’era anche uno studente di Ingegneria di 24 anni, che aveva deciso di im-pegnare una parte del suo tempo per la difesa dei diritti degli studenti come rappresentante degli studenti e militante dell’Udu, il compagno Elvio Romano, che tante volte abbiamo visto distribuire questo giornalino.L'Udu ricorda con dolore le vittime del terremoto e pensa che il ricordo vada onorato impegnandosi ogni giorno per un'università migliore e un mondo mi-gliore, senza smettere mai di chiedere verità e giustizia.

Dopo il sisma La situazione logistica è gravissima, essendo tutti gli edifici universitari inagi-bili, tranne Coppito1. Anche l'Udu ritrova la propria sede in via del Gatto danneggiata (classificata E), in piena zona rossa. I giorni dopo il terremoto cominciano i primi piccoli passi della ricostruzione del nostro Ateneo, che colloca la base logistica presso lo stabile della facoltà di Scienze, Coppito 1. L'Udu richiede da subito interventi urgenti per far ripartire l'Università e dare

risposta agli studenti che si trovano in una situazione fortemente disagiata. Tra le primissime istanze da presentare, l'Udu richiede di sospendere le pro-pedeuticità e di avere la sessione d'esame aperta con appelli già dal mese di maggio. Inoltre si propone l'annullamento della seconda rata e di preventivare la gratuità dell'iscrizione per l'a.a. 2009/10.

Segnano questo mese soprattutto tristi episodi caratterizzati dai tentativi di sciacallaggio da parte di altre Università e di personaggi politici che cercano di "accaparrarsi" risorse, studenti e interi pezzi dell'Università e quindi della vita aquilana. Iniziano numerose proposte di delocalizzazione di Corsi di Laurea in tutto l'Abruzzo e zone limitrofe, per completare le lezioni del secondo semestre, ma con la malcelata intenzione di rimanere almeno un altro anno. Solo l'Udu ha il coraggio, sin dall'inizio, di opporsi a questa scelta, proponendo innanzitutto di mettere a disposizione il materiale didattico on line,viste le difficoltà logisti-che, e con la convinzione che l'Ateneo dell'Aquila dovesse rimanere a L'Aquila perchè solo in questo modo la Città poteva ricostruire il proprio tessuto socia-le, economico e culturale che prima la caratterizzava. Ma si comincia a pensare anche a come far fronte all'enorme fabbisogno abi-tativo di noi studenti, per questo abbiamo immediatamente chiesto che gli alloggi presenti alla Reiss Romoli e alla Caserma della Guardia di Finanza di Coppito fossero destinati ad alloggi universitari. La scuola della Guardia di Finanza, infatti, si presta perfettamente ad accoglie-re gli studenti universitari con le loro esigenze, sia abitative(per la presenza di alloggi) che didattiche. Ed è proprio per questo che si porta avanti come slogan della nostra rivendicazione "Se la scuola della guardia di finanza dell'Aquila può ospitare il G8, perchè non può ospitare l'Università?"

Maggio 2009Il mese di Maggio ci vede ancora impegnati a contrastare i tentativi messi in atto, in primo luogo da componenti dell'Ateneo e di parti politiche, di deloca-lizzare l'Università in altre sedi, al di fuori dell'Aquila, posizione che ci vede fortemente contrari in quanto esistono strutture disponibili, che continuiamo a proporre nei nostri documenti, come caserme per gli alloggi e capannoni in-dustriali inutilizzati, da adattare alle esigenze didattiche.La nostra battaglia per l'Università e per la Città dell'Aquila costituisce il tema centrale di un intervento di una nostra compagna, in occasione della giornata del 1° maggio a L'Aquila.Manifestazione e contestazioni nei confronti delle decisioni assunte dal Senato Accademico sono messe in campo dall'Udu, per richiedere all'Ateneo di garan-tire uniformità di trattamento a tutti gli studenti.A partire dalle modalità di erogazione della didattica, per cui si continua a richiedere di mettere a disposizione degli studenti materiale didattico on-line (dispense, lezioni in streming o varie forme di e-learning) ed un buon numero di libri di testo (rimasti per molti sotto le macerie), per consentire agli studenti di poter riprendere a studiare e sostenere gli esami. Richiesta la prima che ri-mane inascoltata dalla stragrande maggioranza dei docenti.

Viste le condizioni in cui versano l'Ateneo e la Città, gli studenti richiedono prioritariamente alla Regione e al Governo interventi urgenti per trasporti gra-tuiti, borse di studio e politiche abitative. Ad ogni modo, il centro dello scontro, è a tutto campo sulla delocalizzazione, soprattutto alla luce del "caso Celano" (vedasi www.uduaq.org), viste le pres-sioni politiche per smembrare l'Università dell'Aquila, vista come una grande opportunità economica per i territori.

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Per ripristinare un canale diretto con gli studenti, si organizzano sul territorio assemblee studentesche, segnatamente a Rieti e Avezzano, vista soprattutto la necessità di diffondere man mano le decisioni assunte negli organi accade-mici. Dopo le ripetute proteste studentesche, il Senato Accademico finalmente ap-prova di sospendere le propedeuticità (solo per la sessione estiva). Viene siglato anche l'accordo di programma tra Ministero dell'Università e Ateneo dell'Aquila, in cui, tra le altre cose, viene previsto l'esonero dal pa-gamento della seconda rata e la gratuità dell'iscrizione al successivo anno accademico(2009/2010), accogliendo così le reiterate istanze studentesche.

Giugno 2009Il mese di Giugno si apre a valle del congresso nazionale dell'Udu in cui viene eletto nell'organismo di dirigenza nazionale un membro della città dell'Aqui-la - il compagno Tino Colacillo - e, su proposta aquilana, si mette al centro dell'azione politica l'Aquila e la ricostruzione della città universitaria. Nei primi giorni di giugno, anche l'Udu trova una collocazione provvisoria, nel container sistemato presso il parcheggio della Facoltà di Scienze MM.FF.NN. a Coppito, subito diventato un punto di riferimento per tanti ragazzi. Dopo le proteste e la battaglia studentesca seguita alla dislocazione delle sedi, il Senato Accademico decide di tornare sui suoi passi e di definire L'Aquila come la sede unica dei vari corsi di laurea. Una scelta fondamentale soprattutto nel-la prospettiva di ricostruzione reale della città e di rilancio socio-economico. Tuttavia, rimangono sospesi i problemi per gli studenti legati all'assenza di provvedimenti degli enti preposti, Governo e Regione in primis. Particolarmen-te sentita la questione degli alloggi per le migliaia di fuori sede intenzionate a proseguire i propri studi a L'Aquila. Da questo punto di vista, è molto importante la partecipazione degli studenti alla manifestazione del 27 giugno indetta dai comitati cittadini, in cui si con-tinua la battaglia affinchè siano destinate strutture all'Ateneo e agli studenti, per chiedere di compiere una scelta strategica di ricostruzione, a partire anche dall'Università e dai suoi studenti, riassunta con lo slogan: "L'Aquila: città mi-litare o città dei saperi?".

Luglio 2009Nel mese di luglio ci si è concentrati sulla vertenza con la Regione, che continua a non rispondere alla necessità di interventi immediati sul diritto allo studio. L'Udu lancia l'ennesimo appello alla Regione Abruzzo, sottoscritto da oltre 5000 studenti per richiedere fondi straordinari per borse di studio, servizi agli studenti, trasporti gratuiti e alloggi. Richieste rinnovate, in occasione del sit-in alla Regione Abruzzo, in un incontro con lo stesso Presidente della Regione, senza avere risposte accettabili. Per avere un quadro sulla condizione studentesca, l'Udu lancia un questiona-rio compilato da 1700 studenti: il 43% di essi avrebbe abbondanato l'Aquila senza la garanzia di alloggi.

Agosto 2009 Nel mese di Agosto, la Protezione Civile lancia un censimento rivolto a tutti coloro che abitavano in zona rossa o in case classificate E o F. Al censimento partecipano oltre 4000 studenti chiedendo un alloggio universitario. Questo dato ha dimostrato una richiesta abitativa enorme, che non ha trovato risposte nelle scelte degli Enti preposti. Ad agosto si svolge anche l'incontro dell'Udu con il Prefetto Franco Gabrielli, in cui si sottolineano tutte le problematiche studentesche, prime fra tutte quelle abitative, che però non trovano soluzione.

Agosto si caratterizza anche per l'annuncio, del Rettore e del Vice Presidente del Consiglio Regionale, di 1000 alloggi nei comuni limitrofi all'Aquila per gli studenti. Annuncio poi rivelatosi infondato.

Settembre 2009 Nel mese di settembre quasi tutte le facoltà hanno una sede definita all'Aquila . Tali strutture però hanno bisogno di interventi di arredo o ripristino. I servizi essenziali per gli studenti in città sono ancora lontani dall'essere attivi. Per via della precarietà della situazione in città e all'università, l'Udu richiede il posticipo dell'inizio dell'anno accademico e, contestualmente, l'inserimento di un ulteriore appello di esame, proposte accolte dal Senato Accademico non senza difficoltà. Lettere e filosofia continua ad essere l'unica facoltà senza sede. Gli studenti organizzano, quindi, un sit-in al Senato Accademico, chiedendo di essere ospi-tati alla Reiss Romoli. Proposta bocciata dal Consiglio della facoltà stessa e dal Senato Accademico. Nel mese di settembre si è svolto anche il secondo incontro dell'Udu con il Prefetto, l'Assessore Regionale al Diritto allo Studio e il Commissario dell'Adsu per le problematiche sul diritto allo studio, borse, mense e alloggi.

Ottobre 2009Viste le mancate risposte sulle politiche degli alloggi, l'Udu lancia un sondag-gio sulla condizione abitativa proponendo una serie di alternative percorribili nel breve termine. Il sondaggio viene compilato da 1500 studenti e ben il 49% indica come preferenza un "modulo removibile", rispetto ad una sistemazione a media distanza. Continuano le proposte sulla mobilità nella Regione Abruzzo, per l'istituzione di nuove linee e per garantire gratuità per gli studenti. L'Udu richiede anche interventi per viabilità e urbanizzazione in corrispon-denza delle varie sedi universitarie, presso il Comune dell'Aquila (www.uduaq.org). Dopo le pressioni degli studenti e l'interessamento del Prefetto dell'Aquila, il 19 ottobre vengono aperte le mense universitarie, anche se solo 2 delle 5 richieste. Visti i disagi riscontrati dagli studenti, in particolare per delle penalizzazioni legate alla nuova offerta formativa, viene richiesta la riattivazione di alcuni in-dirizzi specialistici di Scienze della formazione e di Psicologia, senza ottenere risposte positive dall'Ateneo.

Novembre 2009L'Udu contesta l'affidamento della gestione della casa dello studente costruita dalla regione Lombardia, dato dalla Regione Abruzzo alla Curia dell'Aquila, organizzando un sit-in nel giorno dell'inaugurazione ed intraprendendo anche le vie legali. Gli studenti della facoltà di Lettere, ormai collocata a Bazzano, fanno un sit-in davanti alla Reiss Romoli per portare all'attenzione del Senato Accademico i di-sagi che gli studenti si trovano ad affrontare quotidianamente: la mancanza di una biblioteca, di un centro linguistico, l'assenza del servizio mensa, di spazi per vivere e studiare nella struttura ex Acron, la carenza e inefficienza di col-legamenti per e da Bazzano. Riescono così ad ottenere un incontro, purtroppo deludente, con il Rettore. L'Ateneo distribuisce una tessera per usufruire del servizio di trasporto gra-tuito organizzato da Regione, Università e Protezione Civile. Tuttavia le condi-zioni del servizio non risultano soddisfacenti, ma soprattutto non garantisce a tutti lo stesso trattamento. Per questo 3200 studenti firmano una petizione dell'Udu per estendere l'utilizzo della tessera gratuita su tutte le tratte e per richiedere il potenziamento del trasporto extra-urbano. L'Udu propone al Comune dell'Aquila l'istituzione di navette urbane per il mi-glioramento dei collegamenti in città.

Dicembre 2009 L'Udu organizza il ricorso al TAR contro la scelta della Regione Abruzzo sulla gestione della Casa dello Studente della Regione Lombardia.L'8 dicembre la riapertura de "Ju Boss" rappresenta un passo concreto verso la riconquista della normalità. Un momento di festa a cui abbiamo dedicato anche la prima pagina di questo numero del giornalino. Il mese di Dicembre si caratterizza anche per una serie di contestazioni degli studenti sulla riorganizzazione del trasporto urbano, dai disagi degli studenti residenti e non, nella struttura della Reiss Romoli e dalla richiesta dell'Udu, respinta, dell'abolizione dei contributi per riconoscimento CFU.

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Nonostante i continui cambiamenti che ha subito e continua a subire la nostra univer-sità e la nostra città, ci sono situazioni che restano sempre uguali.In tutti questi anni, se non in fortunate oc-casioni, il Diritto allo Studio è sempre stato materia di scontro, e continua inesorabil-mente anche adesso.Il terremoto ha peggiorato una situazione già grave, ma che con tanti sforzi si cercava di migliorare, anno dopo anno.Di fatto la situazione attuale vede una gra-duatoria per borse di studio 2008/2009 ancora da coprire, una 2009/2010 che non presenta ancora un beneficiario.Le mense sono solo due situate presso la Fa-coltà di Scienze MM. FF. NN., con una qualità non eccelsa vista la mancanza di una cucina disponibile a L'Aquila e quindi, del trasporto dei pasti.I posti letto pubblici sono attualmente 212, e nonostante i tanti decantati aumenti, re-stano tali. Gli unici posti letto disponibili sono situati nella ex-scuola superiore Reiss Romoli con non pochi problemi di gestione e di malfunzionamenti. Manca completamente un punto di ristoro, sia esso bar, sala mensa o punto cottura. Gli studenti residenti nella struttura possono usufruire a pranzo delle uniche due mense disponibili, mentre a cena dell'unica mensa aperta presso la Facoltà di

Scienze MM. FF. NN, a Coppito.In poche parole, oggi gli studenti vedono due graduatorie di borse di studio ancora da coprire, posti letto minimi e con molti dis-servizi, poche mense e bassa qualità, e natu-ralmente mancanza di qualsiasi tipo di sala studio o sala informatica.La graduatoria 2008/2009 dovrebbe andare a copertura il prima possibile; la graduatoria 2009/2010 dovrebbe arrivare anche essa a copertura totale, sempre se la regione decida di investire un pò di più, ad oggi ancora non si conosce la somma stanziata in bilancio; i posti letto, come detto prima, dovrebbero aumentare con l'acquisizione di una parte della Reiss Romoli, e con la gestione della Campo Mizi (natualmente di tutto questo non si sà quando e come...); se l'Ateneo deci-desse di sgombrare alcuni locali della Reiss Romoli e di permettere all'Adsu di gestire al meglio la struttura, si potrebbero aprire bar e mensa, risolvendo molti dei problemi degli studenti residenti nella struttura e mi-gliorando il servizio mensa.Alcune piccole battaglie sono state vinte, come quella di far gestire tutti i posti letto della Reiss Romoli all'Adsu, come rendere valido il contratto di locazione anche infe-riore a 10 mesi per la conferma delle borse di studio. Manca ancora la certezza sulla co-pertura delle borse, mancano ancora posti

letto disponibili, mancano i servizi colletti-vi.E' possibile una riapertura del bando del-la borsa di studio (speriamo, finalmente), quindi attenzione a tutti gli avvisi se siete interessati.Purtroppo il DSU è sempre limitato in risor-se, e specialmente in una situazione come quella aquilana, in cui non bisogna solo mi-gliorare, ma purtroppo ora bisogna ricostru-ire, la Regione Abruzzo dovrebbe osare quel-lo che non ha mai osato, se non in rari casi: deve aumentare il fondo per il Diritto allo Studio. Solo con un fondo adeguato, si può pensare di risollevare il dsu e di migliorare i servizi per la generalità degli studenti.Inoltre sarebbe opportuno che tutti gli enti, tra Regione, Comune, Adsu e Università ri-uscissero a colloquiare in maniera migliore, mettendo da parte i propri interessi, affinchè lo studente possa avere il Diritto allo Studio che merita. E' evidente che prima ritornano i servizi collettivi e le piccole certezze che può avere uno studente (borse di studio, al-loggio, mensa), e prima può risollervarsi il nostro ateneo e la nostra città. Fare finta di niente, o peggio ancora, fare ''orecchie da mercante'' di certo non aiuta gli studenti che hanno scelto di continuare il proprio percor-so formativo all'Aquila, e quindi non aiuta L'Aquila. Geraldine D’Alfonso

DSU Mancanza di posti letto, graduatorie prive di copertura finanziaria e servizi mensa privi di punti cottura

L’odissea del diritto allo studio aquilano

L'approvazione da parte degli organi d'ate-neo del bilancio di previsione del 2010 è sta-ta segnata da un percorso complicato, evin-to sin dalle prime commissioni d'ateneo. Tralasciando solo per un momento i tagli che il governo ha fatto sul Fondo di Finan-ziamento Ordinario delle Università, che sta portando ad una lenta asfissia degli Atenei Italiani, e concentrandoci solo sulla nostra peculiare situazione, fissiamo alcuni punti fermi nella nostra discussione per semplifi-care e capire bene la situazione che ci siamo trovati di fronte:

1) l'accordo di programma stipulato dal Magnifico Rettore e il Ministro Gelmini a seguito del sisma, prevede il congela-mento dell'FFO (fondo di finanziamento ordinario) alla cifra del precedente eser-cizio 2009, pari a 68,9 milioni e garanti-sce l'entrata della contribuzione studen-tesca fino ad un tetto di 14 milioni, che corrisponde all'entrata della contribu-zione studentesca del 2009; 2) una parte del denaro derivante dallo scudo fiscale dovrebbe essere redistribu-ito tra le università italiane, ma sempre in virtù dell'accordo sopra citato non si è sicuri se il nostro Ateneo possa parteci-pare alla ripartizione di questi fondi.

Partiamo da queste due considerazioni per-chè sono fondamentali per chiarire il resto.

Nonostante il congelamento del Fondo di Fi-nanziamento Ordinario, infatti, ci siamo tro-vati di fronte ad una situazione che prevede-va diverse criticità. Gli aumenti stipendiali del personale, previsti per legge, andavano ad erodere per intero il fondo di finanzia-mento del nostro ateneo, lasciando ben po-che speranze per le altre voci di bilancio e mettendo in seria difficoltà il nostro ateneo e quindi i servizi dedicati agli studenti. Inoltre, come sappiamo, l'entrate derivanti dalla contribuzione studentesca sono sem-pre state un capitolo importante di bilancio, ossigeno per gli Atenei sempre più colpiti dai drastici tagli degli ultimi anni. Nel no-stro caso specifico l'accordo di programma sopra citato garantisce al momento solo la copertura delle tasse degli studenti attual-mente iscritti al nostro ateneo.Quindi ci siamo trovati davanti un bilancio complicato: da una parte un FFO “mangiato” dalle spese per il personale, dall'altra la non certezza di avere fondi per tutte le altre voci di funzionamento dell'ateneo, in particolare i servizi per gli studenti. L'ateneo ad un certo punto ha rotto gli in-dugi, ponendosi due obiettivi, cercando di ottenere una parte dei soldi derivanti dallo scudo fiscale e la copertura della contribu-zione studentesca sulla base degli iscritti del 2008/2009, garantendo per quest'anno

il funzionamento dell'ateneo e i servizi per gli studenti, pur sottolineando le difficoltà in cui le Università italiane si trovano a cau-sa delle politiche governative. È evidente che ci siamo trovati di fronte ad una situazione ricca di incognite, che ci ha portato ad una lunga riflessione. Alla fine abbiamo scelto di votare questo bi-lancio di previsione, che nonostante tutto, prevedeva buoni capitoli di spesa per noi studenti, ad esempio per le biblioteche sono stati stanziati 2 milioni di euro, per i labora-tori didattici 2,5 milioni di euro, per borse di studio part-time 350 mila euro e per borse di dottorato 860 mila euro. Noi questa sfida l'abbiamo accettata, abbia-mo deciso di condividere una battaglia per il recupero di queste risorse, vigilando affin-chè gli impegni presi da Ateneo e Istituzioni della formazione nazionale siano rispettati. Sempre pronti a far sentire la nostra voce e a scendere in piazza per la difesa dei diritti degli studenti. Oggi come non mai, l'ateneo dell'Aquila deve riorganizzarsi per ripartire e in una situa-zione delicata come questa appare chiaro a tutti che non può prescindere dagli studen-ti, che devono diventare oggi più che mai il fulcro della nostra università.

Chiara Juchich

ATENEO - Nonostante il congelamento dell’FFO, i servizi dedicati agli studenti sono a rischio estinzione

Bilancio: una sfida da portare avanti insieme

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La Regione Lombardia decide nel mese di giugno di destinare circa 7 milioni di euro dei Fon-di FAS (Fondi Aree Sottosvilup-pate), fondi pubblici quindi, per la costruzione di una Casa dello Studente all'Aquila.La Curia dell'Aquila offre il suo terreno agricolo in località Cop-pito per la possibile localizza-zione della struttura.Il 16 Luglio viene firmato l'ac-cordo di programma per la rea-lizzazione e gestione della casa dello studente da tutti gli Enti interessati: Regione Lombardia, Regione Abruzzo, Protezione Ci-vile, Comune dell'Aquila, Curia dell'Aquila.Nell'Accordo di Programma vie-ne sancito chiaramente che la struttura viene donata al Comu-

ne dell'Aquila. Il Comune a sua volta cede la struttura alla Re-gione Abruzzo purchè la gestis-se direttamente o con sue artico-lazioni, quindi tramite l'Adsu.Nell'Accordo si ribadisce che in ogni caso l'attribuzione degli al-loggi debba avvenire attraverso i criteri del DSU abruzzese. L'ac-cordo di programma sancisce che dopo 30 anni, la struttura comunque sarebbe diventata di proprietà della Curia.L'Udu ha ribadito più volte nei giorni precedenti all'inaugura-zione prevista per il 4 novembre 2009, la necessità che la Regione Abruzzo mettesse in atto tutte le procedure utili a permettere la gestione da parte dell'Adsu. Nel frattempo, infatti, l'Adsu aveva già stialto una graduatoria per

l'attribuzione degli alloggi della Reiss romoli, con diverse cen-tinaia di idonei non beneficiari che, secondo il bando, avrebbero avuto diritto ad accedere ai po-sti letto che si rendessero via via disponibili.Il 2 novembre la Giunta Regiona-le delibera di affidare la gestio-ne della Casa dello Studente alla Curia dell'Aquila, violando pale-semente l'accordo di program-ma. Questa delibera di fatto con-segna alla Curia la gestione di un immobile costruito con fondi pubblici, per motivi di urgenza legati all'impossibilità di formu-lare una graduatoria, in realtà già esistente.Il 4 novembre l'Udu organizza un sit-in davanti alla casa dello studente, poi denominata "San

Carlo Borromeo", per contestare la scelta della regione Abruzzo.La Giunta non fa marcia indietro e gli alloggi vengono assegnati dalla Fondazione Falciola, a cui la Curia affida lo stabile, in ma-niera tutt'altro che trasparente.L'Udu intraprende le vie legali aiutando gli studenti idonei non beneficiari della Reiss Romoli a ricorrere al Tar e predisponendo un esposto alla procura della Re-pubblica contro la delibera delle Regione Abruzzo che viola tutte le leggi e le norme sul diritto allo studio.L'Udu ha posto pubblicamen-te "10 domande alla Regione Abruzzo" alle quali si attende ancora una risposta.

Udu L’Aquila

CASA DELLO STUDENTE - La Regione Abruzzo viola l’accordo di programma e le leggi sul dsu. L’Udu ricorre al Tar.

Soldi di stato, affari di Chiesa

Le 10 domande a Regione Abruzzo & co.Ancora nessuna risposta dagli

organi regionali. Intanto numerosi

studenti idonei per bando ADSU

rimangono senza posto letto.1.Con quale atto la REGIONE ABRUZZO ha affidato la gestione della residenza universitaria alla CURIA?

2.La Curia e’ una articolazione della Regione Abruzzo? Opera in regime pubblico, privato o cari-tatevole?

3.La Regione Abruzzo non ha, tra le sue articolazioni, la Azienda per il Diritto agli Studi Universi-tari dell’Aquila, ente strumentale della Regione Abruzzo?

4.Con quali modalita’ e’ gestita la Residenza Universitaria di cui all’Accordo di Programma?

5.Con quale bando pubblico sono stati individuati gli studenti be-neficiari del posto letto?

6.Quali sono stati i CRITERI uti-lizzati e dove si trova l’ELENCO PUBBLICO dei beneficiari?

7.Sapete dell’esistenza di una gra-duatoria dell’ADSU nella quale figurano centinaia idonei di stu-denti pubblica e ancora non be-neficiari?

8.Sapete che il bando dell’ADSU specifica che le graduatorie po-tranno essere utilizzate per l’as-segnazione di ulteriori posti letto, qualora dovessero rendersi di-

sponibili?

9.Sapete che gli studenti assegna-tari di posto letto dell’ADSU PA-GANO il posto letto mediante la quota alloggio della borsa di stu-dio e/o la tariffa? Per la Residen-za Universitaria dell’Accordo di Programma gli studenti pagano una tariffa? Se no, PERCHE’? Se sì, QUANTO E A CHI?

10.Sono ancora in vigore: la legge 390/91 la legge regionale 91/94 il DPCM 2001 il piano di indiriz-zo regionale, ovvero le norme del diritto allo studio in Abruzzo? Ne conoscete il contenuto? Sono compatibili la gestione della Cu-ria (ossia la Fondazione Falciola) e le modalita’ della gestione stes-sa con queste norme?

Ancora nessuna di queste do-mande ha trovato una risposta, né da parte della Presidenza del-la Regione Abruzzo, né da par-te degli organi competenti della Regione stessa, né tanto meno dalla Curia dell’Aquila.Quasi quattrocento studenti ido-nei non beneficiari di un posto letto sono rimasti con un pugno di mosche in mano, derubati di un loro diritto fondamentale.L’Udu non si è comunque ferma-ta davanti a questa palese viola-zione messa in atto dalla Regio-ne Abruzzo.Le norme per il diritto di studio non sono un optional, né tanto meno il diritto all’alloggio.Suonano tutt’ora pesanti le pa-role del Presidente Chiodi, che lo scorso 2 ottobre affermò che «non tutti gli studenti possono vantare un generico diritto ad un alloggio per studiare».

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In seguito al sisma la città dell'Aquila ha subito una vera e propria "dilatazione" tra la zona est e la zona ovest della città. Il centro storico non è più il pun-to focale della vita socio-cultura-le e economica della città. Molti quartieri della periferia e molte frazioni hanno visto crescere in maniera esponenziale i propri abitanti e sono diventati tra i luoghi più frequentati. Questa espansione ha compor-tato e comporta ancor oggi la necessità di una revisione del piano di viabilità organico e re-almente efficiente, che permetta la mobilità in tempi brevi tra una zona e l'altra della città. Pur essendo apprezzabili le ini-ziative dell'Ama per il migliora-mento del servizio di trasporti urbani, tra cui la gratuità dei tra-sporti all'interno della città, ad oggi persistono problematiche a vario livello. I punti nevralgici per il nuovo assetto della città universitaria sono le varie sedi delle facoltà e i luoghi in cui si convogliano gli studenti pendolari, cioè Via-le Gran Sasso (Terminal Arpa),

Amiternum – Motel Agip e la Sta-zione FF. SS.. Le corse attuali rendono diffi-coltosi i collegamenti tra le va-rie zone, hanno tempi di percor-renza molto lunghi e lasciano isolata la stazione ferroviaria dell'Aquila. Inoltre la scelta di individuare come punto di snodo delle nuo-ve linee il centro commerciale l'Aquilone, congestiona ulterior-mente una zona già estrema-mente trafficata. È necessario un maggiore colle-gamento tra i tre snodi di arrivo del pendolarismo extra-urbano e le varie facoltà, prestando parti-colare attenzione alll’Ex – Acron, sede della Facoltà di Lettere e Filosofia e la Reiss Romoli, sede della Facoltà di Economia e di al-cuni corsi di Ingegneria e dove sono situati anche gli alloggi del-la Casa dello studente. Il ripristino delle linee 81 e 90 e l'intensificazione delle corse che collegano le zone periferiche e le frazioni della città sono un passaggio fondamentale per ga-rantire un piano adeguato, fun-zionale e continuo di trasporto

pubblico. Per far fronte a queste esigenze, l'UdU ha presentato al Comune già nel mese di novembre un documento in cui si prevedeva-no diverse navette attraverso un progetto cofinanziato dall'Anci, che ha come partner il Comune dell'Aquila, l’Ama, Università dell'Aquila e Adsu dell'Aquila. Le linee di navette che abbiamo proposto sono: - Tratta Reiss Romoli - Fontana Luminosa: questa tratta preve-de il passaggio della navetta su via P. Borsellino, viale Comunità Europea, il passaggio nella parte posteriore della Caserma Cam-pomizzi, passaggio a Valle e Col-le Pretara, giungendo alla Fon-tana Luminosa, punto di snodo con la tratta Stazione Paganica - Fontana Luminosa; - Tratta Stazione FFSS di Paga-nica-Fontana Luminosa: colle-gamento diretto con ex-Acron, sede della Facoltà di Lettere e Filosofia, passando da Paganica, Tempera per poi giungere alla Fontana Luminosa; - Tratta Stazione FFSS dell'Aquila - Stazione di Sassa: passando da

dall'ex-Italtel, SS17, motorizza-zione (punto di incontro con la tratta Optimes - San Salvatore) - Tratta Optimes - Ospedale San Salvatore Coppito: ex-Optimes, passaggio davanti alla Motoriz-zazione, punto di incontro con la linea Stazione l'Aquila-Stazio-ne Sassa, passaggio davanti alla Reiss Romoli, punto di incontro con la tratta Reiss-Fontana Lu-minosa. Inoltre abbiamo richiesto una na-vetta in servizio nelle ore nottur-ne che colleghi i vari punti della città e in particolare: Paganica - Tempera - Cimitero - Via Aldo Moro - Caserma Campomizzi - SS80 - Ospedale San Salvatore - Scuola Guardia di Finanza - Cese di Preturo- Sassa- SS17-Via Cor-rado IV - Croce Rossa - Via Stri-nella - S. Elia - SS 17 – Paganica. La soluzione prospettata per-metterebbe di avere un collega-mento veloce, rapido e continuo tra tutte le zone della città, co-niugando le esigenze sia dei cit-tadini che degli studenti univer-sitari.

Armando Coia

La mancanza di alloggi per gli studenti e il mercato degli affitti fuori controllo ha costretto mol-tissimi studenti ad essere pen-dolari per gran parte dell’anno accademico.Da un sondaggio che ha promos-so l’Udu in tutto l’Ateneo a cui hanno risposto 1500 studenti, appare chiaro che il pendolari-smo è aumentato di circa 10 vol-te rispetto a gli anni passati.Un dato, quello del sondaggio, molto significativo rispetto ad un riordino del trasporto pub-blico extraurbano, dove appare chiaramente che i bacini di uten-za dove è necessario un poten-ziamento dei trasporti sono Ri-eti, la zona della Valle Peligna, il frusinate (Cassino, Sora), la zona di Vasto e Lanciano, la zona del teramano, della Marsica e del pe-scarese.A fronte di questo dato, l’Udu ha richiesto potenziamento del tra-sporto pubblico, su gomma e su rotaia , da e per l’Aquila e la gra-tuità nei titoli di viaggio per tutti gli studenti iscritti all’università dell’Aquila.

Già dal mese di settembre sono stati richiesti a tutti gli enti pre-posti interventi per potenzia-re alcune tratte con le Regio-ni limitrofe. In particolare si è chiesto di intensificare le corse sulla L’Aquila-Rieti; istituire un collegamento diretto Cassino-Sora-L’Aquila, l’istituzione di una linea Tivoli-valle dell’Aniene -L’Aquila.Richieste sentitissime dagli stu-denti che hanno portato anche qualche risultato positivo so-prattutto sulla direttrice Rieti-L’Aquila, con le corse gratuite dell’Asm.Una soluzione parziale e insuffi-ciente, ma che ha permesso agli studenti di viaggiare gratuita-mente per le prime settimane di lezione.Purtroppo per le altre tratte si è registrato un sostanziale immo-bilismo degli Enti preposti, sia abruzzesi che delle regioni limi-trofe.Allo stesso modo, quasi conte-stulamente, si è proposto alla Regione Abruzzo di potenziare il trasporto pubblico, con isti-

tuzione di nuove linee e il po-tenziamento di quelle esistenti, garantendo la gratuità del ser-vizio.Le richieste studentesche han-no trovato una parziale rispo-sta nella tessera per il trasporto gratuito che la Regione Abruzzo ,insieme all’Ateneo dell’Aquila , hanno distribuito agli studenti.Questa soluzione ha però una serie di criticità: le tessere han-no avuto un tempo limitato di distribuzione, le destinazioni scelte ,attraverso un censimento escludono alcune località (Roma ad esempio) ; da alcune località il servizio con corse dedicate limi-ta di molto gli orari di fruizione; la tessera non è utilizzabile per il trasporto sul rotaia.Ad oggi il servizio di linee de-dicate è alquanto deficitario vi-sto l’esiguo numero di autobus e di linee che collegano la città dell’Aquila, basti pensare che per molte destinazioni è stata stabilita un solo orario per rag-giungere L’Aquila e uno per al-lontanarsi.L’Udu ha lanciato una petizione

sottoscritta da ben 3200 studen-ti iscritti all’Ateneo aquilano, in cui si richiede uniformità di trat-tamento per tutti, permettendo che le tessere del trasporto gra-tuito, distribuite dall’Università, siano utilizzabili su tutte le linee di trasporto pubblico, su gomma e su rotaia da e per L’Aquila, al-largando le agevolazioni anche ai dottorandi e agli specializzandi.Inoltre, si richiede di investire fortemente sul sistema di tra-sporto pubblico, implementan-do nuove linee e nuove corse, in modo da rafforzare i collega-menti non solo per gli studenti, ma anche per tutti coloro che giornalmente si recano nel capo-luogo.L’Udu continua a richiedere con forza a tutti gli enti predisposti, Regione Abruzzo in primis, di ri-vedere il progetto sul trasporto gratuito, per garantire uniformi-tà di trattamento a tutti gli stu-denti pendolari.

Michele Di Biase

TRASPORTI - Nonostante le apprezzabili iniziative dell’AMA, i disagi sono ancora molti

Il caos urbano e la proposta Udu

TRASPORTI EXTRAURBANI - Molti studenti non possono usufruire del servizio trasporti gratuito. E la Regione tace.

Pendolari: due pesi, due misure

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Lo scorso anno accademico le facoltà del nostro ateneo hanno trasformato gli ordinamenti di tutti i Corsi di Laurea, per ade-guarsi ai provvedimenti legati al DM 270/04. La strutturazione dell’offerta formativa non è stata convincen-te, soprattutto per una serie di criticità legate all’intera organiz-zazione didattica del nostro ate-neo. E' mancato, a nostro avviso, un disegno complessivo di riordino dei Corsi di Laurea e dei Corsi di Laurea Magistrali, che consen-tisse di proporre agli studenti un’offerta formativa che fosse veramente di qualità. Una delle proposte fatte lo scorso anno dai rappresentanti degli studen-ti era avere una rosa più ristretta di corsi triennali, a fronte di un diversificato ventaglio di scelta sulle magistrali. Invece,la linea seguita dalle fa-coltà è stata semplicemente tra-sformare gli ordinamenti, quin-di i piani di studio, o effettuare dei tagli nell'offerta formativa là dove non erano sufficienti i re-quisiti numerici di docenza. Una politica di tagli, senza lungimi-

ranza e senza un quadro gene-rale in cui operare, costituisce solo uno svantaggio per gli stu-denti che si ritrovano una serie infinita di transitori e di disagi quotidiani rispetto alla propria carriera accademica. Entro la fine di Gennaio, l'Ate-neo dovrà approvare l'offerta formativa per il prossimo anno accademico. Da questo punto di vista, riteniamo che non si pos-sano rimandare riflessioni più ampie rispetto alle criticità già evidenziate dagli studenti. Lo scorso anno, infatti, abbiamo più volte manifestato la nostra contrarietà rispetto alle scelte di quelle facoltà (come Psicologia e Scienze della formazione) che trovandosi "a corto" di docenti preferivano chiudere le lauree magistrali (che in alcuni casi era-no l'unico sbocco possibile delle relative triennali) invece che ra-zionalizzare in modo efficace la loro offerta formativa.Se pensiamo ad esempio al fat-to che la laurea specialistica di "Psicologia del Lavoro, delle Or-ganizzazioni e della Sicurezza sociale" , oltre ad essere un'op-portunità in un campo innovati-

vo per gli studenti di Psicologia, era l'unico sbocco per gli stu-denti di Scienze dell'investiga-zione non si capisce per quale motivo sia stata completamente eliminata.Questa scelta di fatto vincola questi studenti a dover scegliere tra il trasferimento in un altro ateneo o l'iscrizione ad un'altra magistrale non comple-tamente affine al proprio per-corso di studio,dovendo in en-trambi i casi affrontare tutti gli svantaggi conseguenti a queste scelte. Da questo punto di vista, si ribadisce che la nostra propo-sta è sempre stata quella di per-mettere agli studenti in possesso della Laurea di primo livello di scegliere liberamente il percorso magistrale. Questo presuppone che si costruiscano ordinamenti didattici che consentano nei fat-ti il libero accesso. E' per questo motivo che l'Udu anche quest'anno si pone come obiettivo l'attivazione di un ade-guato ventaglio di magistrali con un riordino e una razionalizza-zione delle triennali. Una scelta sensata è stata fatta, per esempio, dalla Facoltà di In-gegneria che ha trasformato la

propria offerta di lauree trienna-li, portandole ad una per classe di laurea. Questo permette di recuperare risorse in termini di docenza per ampliare l'offerta formativa delle magistrali. Noi riteniamo necessario un ripensamento complessivo dell’offerta formativa che si va a proporre. E’ evidente che non possono essere elusi certi vincoli che il ministero impone, quindi, proprio per queste ragioni, è op-portuno rivedere e ridimensio-nare se necessario, garantendo comunque un panorama forma-tivo di qualità, che per noi signi-fica avere una base contenuta di lauree triennali, a fronte di un diversificato ventaglio di scelta per le magistrali. Per queste ragioni, sarà necessa-rio l'impegno di tutti gli studenti affinchè si strutturi un'offerta formativa di qualità, con una lar-ga scelta di percorsi: garantendo buone basi attraverso le trienna-li, ma soprattutto consentendo il libero accesso alla formazione magistrale che sia ampia e diver-sificata.

Alessia Ettorre Elisa Lozzi

DIDATTICA - Obiettivo: vasto ventaglio di magistrali e razionalizzazione delle triennali

Offerta formativa 10/11, i dettagli

POLO BAZZANO

Ebbene siamo qui, in quel di Bazzano, noi di Let-tere e Filosofia… Da subito dopo il sisma è cominciato il toto-se-de: Capestrano? Sulmona? E chissà cos’ altro, fin quando si è giunti alla decisione di tenere tutte le sedi dell’ateneo a L’Aquila, com’è giusto, legit-timo ed ovvio che sia! Per qualche motivo che ci resta ancora diffici-le capire noi letterati siamo finiti a L’Aquila est mentre tutto il resto dei poli universitari, come noto, sono nella parte opposta della città. (a di-viderci e niente meno che un’ora di autobus!!!) Peccato non si sia voluto… o potuto… sistemare la nostra Facoltà nello stesso contesto delle al-tre!!! Sta di fatto che ora siamo qui e ci rimarremo a lungo si suppone, visto che nessuno si espri-me al riguardo e tralasceremo le polemiche sull’ipotetica... (continua su www.uduaq.org)

POLO REISS ROMOLI

Il polo della Reiss Romoli, ex sede di una scuola di formazione della Telecom, è posta nella loca-lità di coppito, oggi è sede del Rettorato, della Facoltà di Economia e in parte di quella di Inge-gneria e della Casa dello Studente, quest’ultima gestita dall’ADSU.La struttura nata e pensata per essere un cam-pus, è situata sulla direttrice che collega il polo di Coppito con quello della ex-Optimes, risul-ta non facilmente raggiungibile con i mezzi di trasporto pubblico, e, a seguito di insistenti ri-chieste fatte dall’Udu ad oggi è disponibile un parcheggio che soddisfa, almeno in parte, le esi-genze della normale affluenza di studentiPer quanto riguarda le dotazioni del polo oltre a spazi utilizzabili per conferenze ed eventi pub-blici, la struttura ha a disposizione un ampio parco e, a disposizione degli studenti...

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POLO DI VINCENZO

Il polo didattico è una delle poche strutture ad avere la stessa situazione pre-terremoto.Nonostante le ripetute richieste, manca ancora una mensa raggiungibile, una sala studio e per la consultazione dei libri della biblioteca, una rete wireless che copra tutta la struttura.Già la biblioteca, in comune con Lettere e filoso-fia, situata ad oggi ha una stanzetta a Bazzano.I problemi di organizzazione della facoltà di Scienze della Formazione fanno il resto, renden-do davvero difficile la vita degli studenti.I problemi didattici che si creano ogni giorno sono sicuramente pesantissimi e vanno a inter-secarsi con un a situazione logistica, slegata da tutte le altre facoltà.Noi studenti però dobbiamo farci sentire mag-giormente, per impedire che i nostri diritti siano calpestati ogni giorno!

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POLO COPPITO

Il polo di Coppito è l’unico polo che non avendo subito complessivamente gravi danni permette una ripresa delle attività paragonabili a quella pre sisma.In questo polo infatti vengono ospitate, come nella situazione pre 6 aprile, le facoltà di Sciene MM.FF.NN., Biotecnologie, Medicina, e parte del-la facoltà di Psicologia.Il 19 ottobre sono riprese le lezioni non con poche difficoltà. Molte sono state le proposte messe in campo dall’Udu per migliorare l’or-ganizzazione dell’attività didattica, vista anche l’impossibilità dell’utilizzo del plesso di Coppi-to 2 lesionato maggiormante rispetto agli altri edifici.Infatti è pesante la carenza di luoghi per lo stu-dio personale all’interno delle facoltà di Coppi-to.In una situazione in cui la maggior parte della popolazione studetesca è costretta al pendola-rismo, è quantomai importante avere a disposi-zione spazi comuni per la rielaborazione e per lo studio personale;

in tal senso l’udu ha proposto da tempo che nel-le varie Facoltà vengano aumente le postazioni studio e installati e potenziati i laboratori infor-matici.Tra i problemi riscontrati dagli studenti per quanto riguarda le strutture didattiche, c’è la mancanza dei laboratori didattici, indispensabi-li per i corsi di laurea di carattere scientifico.Per risolvere almeno in parte questa situazione si sta predisponendo una tensostruttura che possa accogliere laboratori di vario genere, si-tuata vicino a quella di Farmaindustria, che do-vrebbe essere pronta per l’inizio delle lezioni del secondo semestre. Sicuramente un ulteriore ritardo renderebbe davvero drammatica la si-tuazione difficile vissuta dagli studenti nel pri-mo semestre.Per quanto riguarda i servizi del’Adsu che ve-nivano erogati all’interno dell’edificio posto da-vanti a Coppito1 dobbiamo purtroppo dire che l’unico in parte ripristinato è quello della men-sa, accolto al momento in una tensostruttura situata nel parcheggio adiacente all’edificio in questione...

(continua su www.uduaq.org)

POLO OPTIMES

Per gli studenti di ingegneria e scienze motorie la localizzazione per l’anno accademico corren-te è stata individuata presso un capannone in-dustriale: la ex-Optimes, nella zona di Pile. Sono state moltissime le richieste portate avanti dagli studenti nel corso dei mesi, per riuscire a migliorare la situazione iniziale. A partire dalla condizione delle aule, inizial-mente addirittura prive di lavagne e con caren-za di banchi e sedie. Ad oggi, le condizioni sono un po’ migliorate, anche con l’attivazione della rete wireless nei locali. Permane comunque una situazione difficile in questa struttura causa la scarsità di aule studio, di postazioni internet, di spazi per gli studenti e per il mal funzionamen-to di tutti i servizi igienici. E’ evidente che ad oggi gli spazi sono ancora insufficienti, soprattutto per la parte di inge-gneria, per l’assenza quasi totale di laboratori didattici.Sulla situazione dei trasporti urbani rispet-to alle condizioni iniziali si è fatto qualche progresso... (continua su www.uduaq.org)

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UDU L’AQUILA Container Udu c/o Facoltà di Scienze MM.FF.NN., 67100 L’Aquila Telefono: 0862 701846 Email: [email protected]: www.uduaq.org

Gerenza: “Art. 34” è un foglio dell’Associazione Udu L’Aquila in distribuzione gratuita solo presso le sedi universitarie. “Art. 34” non è un periodico. Stampato su Carta riciclata.

L’Italia è tra gli ultimi paesi in Eu-ropa per spesa per istruzione e formazione e nonostante questo il sistema universitario subisce in continuazione tagli ai finanziamenti e tentativi di privatizzazione. Dopo le imponenti mobilitazioni studen-tesche del 2008 contro la Legge 133 che prevede la trasformazione delle università in fondazioni private, la Gelmini è tornata di nuovo ad at-taccare l'Università italiana. Questa volta lo ha fatto con un Disegno di Legge (DDL) complessivo di riforma del sistema universitario che va dal sistema di governo degli atenei, al diritto allo studio fino al reclu-tamento dei professori universita-ri. La logica complessiva di questo ddl è un misto di privatizzazione, restrizione della partecipazione de-gli studenti e precarizzazione dei ricercatori. Questi tre aspetti sono strettamente legati tra loro e rap-presentato al meglio l’idea di uni-versità che ha il Governo: privata, per pochi, non democratica e con lavoratori precari.Oggi le università sono amministra-te da organismi poco democratici ma che comunque sono formati da tutte le componenti del mondo ac-cademico (professori, ricercatori, studenti, personale amministrati-vo). Il principio è sostanzialmente quello dell’autogoverno della comu-nità accademica, che se fosse ben utilizzato dovrebbe garantire l’au-tonomia nelle scelte di didattica e ricerca e democrazia nelle scelte. I principali sono il Senato Accademi-co e il Consiglio di Amministrazio-ne (cda) insieme poi agli organi di Facoltà e Corso di Laurea. Il Senato ha oggi le competenze sull’appro-vazione dei regolamenti didattici e della programmazione didattica e di ricerca , mentre il Cda ha le fun-zioni di bilancio e programmazione finanziaria. Tuttavia negli anni si è costituita una prassi per cui nell’ap-provazione del bilancio c’è una pa-rità sostanziale tra senato e cda che di fatto potenzia l’autogoverno del-

la comunità accademica. Il DDL Gel-mini invece attribuisce al Cda tutti i poteri in materia di bilancio, didatti-ca, ricerca e attivazione dei corsi se-parando così la gestione economica degli atenei dal resto della compo-nente accademica. Il Cda viene tra-sformato in un organo composto almeno per il 40% da esterni (privati o enti locali) su un totale di undici membri. In questo modo le scelte fondamentali dell’ateneo saranno prese senza che studenti, docenti e personale possano avere peso de-cisionale, e soprattutto la presenza degli esterni condizionerà gli obiet-tivi formativi a seconda di chi quale ente o privato è nel in Consiglio di amministrazione. Il disegno è com-pletato dalla cancellazione di tutti i poteri del Senato Accademico, e dalla riduzione complessiva del-la rappresentanza degli studenti e del personale amministrativo. Una scelta ancora più drastica viene presa per quanto riguarda i Rettori. Il DDL infatti prevede che il Rettore di un Ateneo possa anche non esse-re un docente dello stesso ateneo e soprattutto che l’elezione spetta ai soli docenti ordinari e non a tutte le componenti (con voto pesato) come avviene oggi. Di fatto il Rettore di-venta un piccolo monarca slegato dalla comunità accademica che rap-presenta.L’obiettivo dell’Udu è invece oppo-sto. Non vogliamo più sentir parla-re di governance, ma di democrazia degli atenei. Bisogna chiedere l’au-mento della rappresentanza in tut-ti gli organi, la difesa del carattere pubblico dell’università e dell’auto-nomia degli organi di amministra-zione dai poteri economici.Sul diritto allo studio il DDL porta una vera e propria rivoluzione in negativo. La Gelmini nascondessi dietro la propaganda del merito e della meritocrazia sta cercando di smantellare un diritto allo studio che, seppur con tutti i limiti, oggi garantisce borse di studio, alloggi per gli studenti che ne hanno dirit-

Dove va l’università? Tra tentativi di privatizzazione, lotte degli studenti e ruolo del sindacato studentesco

to. Il DDL prevede l’introduzione di un Fondo per il merito per la con-cessione di borse e prestiti d’onore senza solo in base a criteri di me-rito senza considerare il reddito degli studenti. In questo modo il diritto allo studio da strumento di solidarietà sociale diventa solo un premio, ed un mezzo per accresce-re le diseguaglianze. In un contesto in cui mancano i fondi per coprire le borse di studio, costruire alloggi, mense, garantire assistenza sani-taria l’istituzione di un Fondo per prestiti e borse di merito è una vera e propria offesa a tutti coloro che hanno difficoltà a frequentare l’uni-versità per motivi economici. Tut-tavia la cosa non stupisce perché da questa proposta emerge chiara-mente che il Governo ha un’idea di diritto allo studio fondata si presti-ti e slegata dalle condizioni sociali degli studenti, ovvero tutto il con-trario di quello che dovrebbe es-sere soprattutto in un fase di crisi economica ed occupazionale. In ag-giunta il DDL contiene una delega legislativa al Governo per riformare l’intero sistema legislativo del dirit-to allo studio (oggi regolato dalla L. 390/91 e dai DPCM). Mentre il governo parla inutilmente di merito e meritocrazia migliaia di studenti anche questo anno non avranno la borsa di studio, un alloggio, mense e servizi accessibili e di qualità.Sul terreno della didattica e dell’of-ferta formativa si stanno abbat-tendo sugli Atenei gli effetti dei tagli previsti dalla 133 e dall’ex-Dl 180. Interi corsi di laurea vengono chiusi o accorpati senza tenere in dovuta considerazione i diritti de-gli studenti e il valore culturale dei corsi. Dietro la propaganda della “razionalizzazione dell’offerta for-mativa” si nasconde solo il tenta-tivo di adattare l’offerta formativa alle risorse disponibili (e sempre in di munizione), mentre la strada da seguire per migliorare efficienza e qualità dei percorsi didattici è l’au-mento dei fondi e la costruzione di un sistema di valutazione (naziona-le e locale) autonomo e partecipato dagli studenti.Invece ancora una volta assistiamo all’ennesima finzione sull’Agenzia di valutazione del sistema universi-tario di cui ci sarebbe tanto bisogno ma che per come è progettata sarà praticamente sotto il controllo del Ministrato e quindi non autonoma dai poteri baronali e accademici. Infine la nota n. 160 emanata dalla Gelmini, se trasformata in atto legi-slativo, prevederebbe un durissimo inasprimento dei requisiti minimi comportando un ulteriore accor-pamento e taglio generalizzato di corsi e curricula. Questo disegno di smantellamento dell’offerta forma-

tiva va contrastato duramente!Il quadro che emerge del sistema universitario italiano è quindi mol-to preoccupante perché da un lato i problemi veri dell’università non vengono affrontati (pochi fondi, sistema di valutazione, diritto allo studio) e dall’altro il Governo ri-sponde con un misto di demagogia e populismo che serve a nascondere il tentativo di privatizzare e rende-re di classe l’accesso all’università. Negare l’accesso alla cultura signi-fica costruire una società di classe, controllata e controllabile, in cui la mobilità sociale è negata e gli ele-menti di critica siano meno estesi e fastidiosi per chi governa.L’Unione degli Universitari ha inve-ce un’altra idea di università. Pen-siamo che poter accedere al alla formazione significa avere il diritto a costruire un futuro e a migliorare le condizioni sociali collettive e di ognuno di noi. L’università pubblica e di massa è anche la possibilità di costruire una cultura critica capace di inventare alternative al sistema di poteri dominanti oggi sulla so-cietà. In questo senso difendere ed estendere il diritto allo studio è una lotta indispensabile.E’ necessario continuare ed inten-sificare la battaglia contro il DDL Gelmini, per l’aumento dei fondi per didattica e ricerca, per contra-stare i tagli indiscriminati ai corsi di laurea e per la democrazia negli Atenei.Il tentativo di privatizzare e ridur-re gli spazi di partecipazione degli studenti si inserisce poi in un dise-gno molto più complessivo portato avanti dal Governo. C’è un legame molto stretto tra il tentativo di eli-minazione della rappresentanza studentesca e la negazione dei di-ritti dei lavoratori e del loro potere di decidere sui contratti. L’attacco ai diritti sociali e democratici acco-muna sia gli studenti che i lavora-tori e lo fa proprio in un momento di forte crisi economica, momento in cui chi Governa cerca sempre di ridurre al minimo le proteste e conflitti. Per gli studenti è quindi fondamentale sostenere le lotte dei lavoratori perché si tratta di difen-dere non solo il diritto alla demo-crazia, ma anche il diritto a riven-dicare condizioni di vita, di studio e di lavoro migliori per tutti. Nei prossimi mesi ci attendono quindi importanti lotte e rivendicazioni per costruire una università libera, pubblica, di qualità, democratica e per tutti. Per difendere la demo-crazia e lo stato di diritto, il lavoro e la pace. Il ruolo degli studenti e dell’UDU è fondamentale! Parteci-piamo in massa.

Tino Colacillo