Arketipo n.10 Gennaio 2007_8390559

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I vecchi edifici sono stati ristrutturati sviluppando il concetto di “casa nella casa” e realizzando un sistema di pannelli autoportanti di legno che limitano fortemente gli interventi sulle murature esistenti Involucro dalla doppia identità Testo di Amalia Siriana Vivian Foto di Gaston Wicky e Studio Arnaboldi MICHELE ARNABOLDI - WWW.ARNABOLDI-ARCH.COM - RECUPERO DEL BORGO RURALE DI PIANEZZO - SVIZZERA L e metodologie di intervento sul patr imonio ar- chitettonico esistente mostrano un ampio spet- tro di possibilità,in relazione alle caratteristiche del manufatto edilizio, del luogo e anche sulla base dell’idea architettonica del progettista. Innovazione e conservazione, apparentemente con- cetti diametralmente opposti,sono i capisaldi del pro- getto di recupero di un antico borgo rurale nel Co- mune di Pianezzo, nella V al Morobbia (Canton Ti- cino-Svizzera),opera di Michele Arnaboldi per il pit- tore e archeologo Jakob Bill. Attraverso una grande abilità tecnica e professionale, il progettista ha saputo valorizzare questo antico ag- glomerato contadino , ormai abbandonato,trasfor- mandolo in un luogo di lavoro e di abitazione, che si inserisce armonicamente in un paesaggio montano incontaminato e con vista sul lago Magg iore. In origine,questo nucleo rurale,le cui parti più anti- che risalgono al XVIII secolo,era composto da sette unità, accorpate in due gruppi,costr uite interamente in pietra Gneis (o pietra di Luserna). Per la sua v alenza storica, era sottoposto a vincolo ar- chitettonico con l’imposizione di azioni progettuali minime e conservatrici.Questi aspetti hanno indotto il progettista a cercare soluzioni di intervento sem- plici ma anche innovativ e, che mettessero in risalto i caratteri dell’architettura v ernacolare del terr itorio svizzero. La scelta del progettista è stata quella di operare se- condo due direttrici. La prima ha previsto un’azione conservatrice sui cin- que rustici più antichi,tutti collegati tra di loro,in cui     f    o     t    o     d     i     G    a    s     t    o    n     W     i    c     k    y “Progetta sempre una cosa considerand ola nel suo più grande contesto,una sedia in una stanza,una stanza in una casa,una casa nell’ambient e, l’ambiente nel progetto di una città” Gottlieb E liel Saarinen

Transcript of Arketipo n.10 Gennaio 2007_8390559

  • I v e c c h i e d i f i c i s o n o s t a t i r i s t r u t t u r a t i s v i l u p p a n d o i l c o n c e t t o d i c a s a n e l l a c a s a e r e a l i z z a n d o u n s i s t e m a d i p a n n e l l i a u t o p o r t a n t i d i l e g n o c h e l i m i t a n o f o r t e m e n t e g l i i n t e r v e n t i s u l l e m u r a t u r e e s i s t e n t i

    Involucro dalla doppia identit

    Testo di Amalia Siriana Vivian

    Foto di Gaston Wicky e Studio Arnaboldi

    MICHELE ARNABOLDI - WWW.ARNABOLDI-ARCH.COM - RECUPERO DEL BORGO RURALE DI PIANEZZO - SVIZZERA

    Le metodologie di intervento sul patrimonio ar-chitettonico esistente mostrano un ampio spet-tro di possibilit,in relazione alle caratteristiche

    del manufatto edilizio, del luogo e anche sulla basedellidea architettonica del progettista.Innovazione e conservazione,apparentemente con-cetti diametralmente opposti,sono i capisaldi del pro-getto di recupero di un antico borgo rurale nel Co-mune di Pianezzo,nella Val Morobbia (Canton Ti-cino-Svizzera),opera di Michele Arnaboldi per il pit-tore e archeologo Jakob Bill.Attraverso una grande abilit tecnica e professionale,il progettista ha saputo valorizzare questo antico ag-glomerato contadino, ormai abbandonato, trasfor-mandolo in un luogo di lavoro e di abitazione,che siinserisce armonicamente in un paesaggio montano

    incontaminato e con vista sul lago Maggiore.In origine,questo nucleo rurale,le cui parti pi anti-che risalgono al XVIII secolo,era composto da setteunit,accorpate in due gruppi,costruite interamentein pietra Gneis (o pietra di Luserna).Per la sua valenza storica,era sottoposto a vincolo ar-chitettonico con limposizione di azioni progettualiminime e conservatrici.Questi aspetti hanno indottoil progettista a cercare soluzioni di intervento sem-plici ma anche innovative,che mettessero in risalto icaratteri dellarchitettura vernacolare del territoriosvizzero.La scelta del progettista stata quella di operare se-condo due direttrici.La prima ha previsto unazione conservatrice sui cin-que rustici pi antichi,tutti collegati tra di loro,in cui

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    Progetta sempre una cosaconsiderandola nel suo pi grande contesto,una sediain una stanza,una stanza in una casa, una casanellambiente, lambiente nel progetto di una citt

    Gottlieb Eliel Saarinen

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    sono stati inseriti gli spazi per lattivit lavorativa e pergli ospiti.La seconda, invece,ha previsto unazione pi decisacon la demolizione dei due rustici pi recenti e fati-scenti, sostituendoli con un nuovo edificio per labi-tazione dellartista.Questultima azione, inizialmente,ha avuto delle ri-percussioni sul piano amministrativo e burocraticoper limposizione del vincolo storico,ma alla fine ilprogetto ha dimostrato di valorizzare e conservare inmaniera esemplare la memoria,la storia e la materia diquesto tipo di architettura,dispersa in tutto il territo-rio del Canton Ticino.I vecchi rustici sono stati ristrutturati sviluppando ilconcetto di casa nella casa,e realizzando un sistemadi pannelli autoportanti di legno, limitando al mi-

    nimo gli interventi sulle murature esistenti.Questa soluzione ha permesso, inoltre, di far frontealle diverse difficolt di un cantiere che era raggiun-gibile solo attraverso lelicottero,lavorando prevalen-temente con tecnologie a secco.La linearit costruttiva delle nuove unit di legno,in-serite nella struttura originale di pietra,evidenzia lir-regolarit tipologica dei rustici creando un effettospaziale di notevole intensit.Gli edifici esistenti accolgono, al primo piano,unospazio per latelier,uno per le esposizioni e uno per gliospiti con servizi annessi mentre al piano terra ci sonoi locali tecnici, i depositi e un locale lavanderia, spaziche fungono da veri e propri vespai,contro lumiditascendente dal suolo.Il nuovo edificio, totalmente vetrato e con pannelli

    LOCALIZZAZIONE: PIANEZZO, CANTON TICINO SVIZZERAPROGETTAZIONE ARCHITETTONICA:MICHELE ARNABOLDI, LOCARNOCOLLABORATORI: FRANCESCO BIANDA, MICHAEL WINKLMANNIMPRESA DI COSTRUZIONE: LOISI & CO. SA, MONTE CARASSO

    COMMITTENTE: CHANTAL E JAKOB BILL, ADLIGENSWILINGEGNERIA: REGOLATI & SPADEA, MINUSIOSTRUTTURE DI LEGNO: BLUMER-LEHMANN AG, GOSSAUINGEGNERE SANITARIO: SOLISTA GMBH, HORW

    PROGETTO: 2001-2002COSTRUZIONE: OTTOBRE 2002 - AGOSTO 2003SUPERFICIE LORDA COSTRUITA:RUSTICI 105 M2

    EDIFICIO NUOVO 159 M2

    COSTO DI COSTRUZIONE: RUSTICI 473 MILA EURO EDIFICIO NUOVO 600 MILA EURO

    Vista generale del borgo prima del recupero

    Planimetria generale Scala 1:1000 (Studio Arnaboldi)

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    Pianta piano terreno. Scala 1:200 (Studio Arnaboldi)

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    1. soggiorno2. cucina3. bagno4. atelier5. spazi espositivi

    6. camera per ospiti7. camera matrimoniale 8. ufficio9. deposito10. lavanderia - locale tecnico

    Pianta piano primo. Scala 1:200 (Studio Arnaboldi)

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    frangisole di legno, stato concepito come segnocontemporaneo e distintivo, senza per ostacolarnelintegrazione naturale e paesaggistica con lintorno,diventando nello stesso tempo elemento comple-mentare del costruito esistente.Esso si sviluppa su due livelli collegati da una scala dicemento armato a ununica rampa.Al primo pianosi trova uno spazio open space con cucina e ampio sog-giorno, mentre al piano terra distribuita la zonanotte e un grande ufficio-studio.Il progettista ha dimostrato una forte attenzione allasostenibilit, intesa come contenimento energeticoglobale degli edifici e impiego di materiali ecologicie naturali.Michele Arnaboldi ha previsto,infatti,un isolamentocontinuo in ambedue gli interventi,con materassinidi lana di roccia dello spessore variabile (5-8 cm) aseconda della partizione, e intercapedini daria perisolare maggiormente ledificio e prevenire fenomenidi condensa e di umidit.Sono stati impiegati pan-nelli radianti a pavimento alimentati ad acqua calda

    con impianto di riscaldamento a gas.I serramenti utilizzati sono di legno per i rustici e dialluminio a taglio termico per la nuova costruzione.I vetri sono del tipo bassoemissivo,stratificati 6/16/6con interposizione di gas argon, ad alte prestazionitermiche.In prima istanza,i due interventi sembrano contrap-porsi ma, in realt, nella loro diversit si ritrova unrapporto continuo e dialettico tra la massa delle co-struzioni di pietra e la leggerezza del nuovo edificio,tra le forme irregolari dellesistente e la linearit e lageometria del nuovo, tra la frammentazione deglispazi dei rustici e la compattezza del nuovo volume.Il risultato quello di un chiaro esempio di riuso edi rivalorizzazione del patrimonio architettonicovernacolare che mette in luce la tecnica e labilit delprogettista atte a soddisfare esigenze e problemi:dalrispetto per i vincoli al sapersi interfacciare con tec-nologie costruttive esistenti, dalle difficolt di ge-stione di un cantiere inaccessibile da mezzi pesantiallinserimento ambientale e paesaggistico.

    Vista esterna dellatelier dal retro

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    Prospetto nord. Scala 1:200 (Studio Arnaboldi)

    Sezione AA. Scala 1:200 (Studio Arnaboldi)

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    Nella pagina a fianco,vista generale del complesso

    Vista dellingresso alle sale esposizione

    1. soggiorno2. cucina3. bagno4. atelier5. spazi espositivi6. camera per ospiti7. camera matrimoniale 8. ufficio9. deposito10. lavanderia - locale tecnico

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    Sezione BB. Scala 1:200 (Studio Arnaboldi)

    Sezione CC. Scala 1:200 (Studio Arnaboldi)

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  • Tecnologia avanzata in un boxNella scelta di conservare e restaurare lantico nucleo, il progettista haelaborato, sulla base del concetto di casa nella casa e considerando ladifficolt di accessibilit al cantiere, un sistema strutturale autoportan-te per cui lazione manutentiva sulle pareti murarie esistenti ridotta alminimo. Sono state eseguite, infatti, leggere operazioni di consolidamen-to murario attraverso limpiego di cavi di acciaio e profilati HEA per irrigi-dire nellinsieme le scatole dellinvolucro e, in alcuni punti, sono state rea-lizzate anche sottofondazioni di calcestruzzo armato. I rustici sono statisventrati rimuovendo completamente il tetto a falde e sono stati inseritisolette, pareti e soffitti composti da pannelli autoportanti multistrato dilegno di pino. Il manto di copertura stato realizzato in piode che appog-giano su unorditura di listelli di legno uniformemente distribuiti per sud-dividere il carico sui pannelli strutturali della scatola prefabbricata.

    Ogni pannello stato calcolato e dimensionato sulla base dellanalisi deicarichi a cui ledificio sottoposto, dellergotecnica del trasporto con eli-cottero e delle movimentazioni in cantiere. Attraverso una macchina acontrollo numerico, i pannelli sono stati tagliati con elevata precisione inofficina e assemblati successivamente in opera; le giunzioni sono statepensate a incastro con ulteriore ausilio di viti e agganci metallici. I pan-nelli sono stati montati allinterno della struttura originaria lasciandounintercapedine daria per laerazione naturale delledificio e per glialloggiamenti impiantistici. Inoltre, tutto ledificio stato isolato termi-camente attraverso materassini di lana di roccia.Tutte le aperture esistenti sono state mantenute, cos da evitare ulterio-ri interventi importanti sulla muratura esterna. Infatti, i serramenti sonostati fissati alla struttura prefabbricata raccordandola allesistente soloa posa ultimata, attraverso un davanzale di pietra naturale.

    La chiusura di un ordine di arcate vista dal corridoio interno

    Posa dei pannelli prefabbricati autoportanti (foto di Studio Arnaboldi)

    Vista interna della sala espositiva

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    1. stratificazione della copertura in corrispondenza del lucernario:- rivestimento di lastre di zinco-titanio graffate - assito di legno, sp. 20 mm- orditura di listelli di legno e strato di ventilazione,

    sp. 30-40 mm- manto impermeabilizzante- isolamento di lana di roccia, sp. 80 mm- barriera al vapore - soletta di legno di pino multistrato incollato,

    sp. 160 mm2. stratificazione parete perimetrale esterna:- muratura esistente di pietra naturale Gneis

    (o pietra di Luserna), sp. 500 mm- strato di ventilazione e orditura di legno

    per fissaggio isolante, sp. 120 mm - isolamento di lana di roccia

    e impermeabilizzazione, sp. 50 mm- pannello di legno di pino multistrato incollato,

    sp. 100 mm3. pensilina esterna di cemento armato con finitura a vista, pendenza 2%4. serramento di alluminio scorrevole su binari:- vetri bassoemissivi a doppia camera con

    interposto gas argon- sistema di schermatura avvolgibile esterno a

    lamelle orizzontali5. stratificazione solaio interno: - pavimento di legno multistrato incollato,

    sp. 30 mm- pannelli radianti per sistema di riscaldamento a

    pavimento, sp. 50 mm- soletta di legno multistrato incollato, sp. 100 mm- isolamento di lana di roccia con barriera al vapore,

    sp. 50 mm- travi portanti di acciaio di tipo HEA 1806. bocca di lupo per aerazione e ventilazione dellinterrato:- griglia di acciaio 9x31 mm- traversine intermedie di metallo a sostegno

    della griglia

    Sezione verticale dellingresso allatelierScala 1:10

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    Atmosfera creativaNella parte destinata ad atelier stata realizzata, su tutta la lunghezzadel colmo del tetto, unapertura con lucernario strutturale di alluminio.Esso posizionato asimmetricamente rispetto alle falde del tetto, conorientamento a est. La struttura del lucernario si inserisce nella scatolalignea prefabbricata con grande cura per il nodo di interfaccia tra i dueelementi. I raccordi e i giunti sono stati adeguatamente impermeabiliz-zati per evitare infiltrazioni dacqua.

    Il rivestimento esterno del lucernario realizzato in lastre di zinco-titaniograffate che si integrano cromaticamente con le piode del manto di coper-tura dellatelier. I vetri impiegati sono rinforzati, di tipo bassoemissivi estratificati con interposizione di gas argon in unottica prevalentementesostenibile di risparmio energetico. Leffetto complessivo quello di unalama di luce che si diffonde e si riflette sulla superficie delle pareti bianchedellambiente interno creando, nello spazio dedicato allattivit dellartista,unatmosfera suggestiva e avvolgente.

    1. stratificazione copertura:

    - tetto di piode, circa 450 Kg/m2

    - orditura portante in listelli di legno

    e strato di ventilazione, sp. 30-40 mm

    - assito di legno, sp. 27 mm

    - manto impermeabilizzante

    - isolamento di lana di roccia, sp. 80 mm

    - barriera al vapore

    - soletta di legno multistrato incollato, sp. 160 mm

    2. lucernario:

    - serramento chiuso con vetro stratificato

    e rinforzato di tipo bassoemissivo a doppia

    camera con interposto gas argon

    - rivestimento esterno di lastre zinco-titanio

    continue graffate

    3. stratificazione parete esterna:

    - muratura esistente di pietra naturale, sp. 500 mm

    - strato di ventilazione e orditura di legno

    per fissaggio isolante, sp. 120 mm

    - isolamento di lana di roccia

    con impermeabilizzazione, sp. 50 mm

    - pannello di legno di pino multistrato

    incollato, sp. 100 mm

    Sezione verticale del lucernario. Scala 1:20

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    Vista interna dellatelier con il grande lucernario

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    Il padiglione luminosoIn contrapposizione alla pesantezza della pietra del nucleo esistente, ilnuovo edificio stato progettato con una struttura portante di legno,simile a quella delle scatole dei vecchi rustici, con ausilio di travi HEA diacciaio, con muri controterra e un sistema di fondazioni continue a pla-tea di calcestruzzo armato. La nuova costruzione si presenta come unvolume compatto dalle forme geometricamente pulite e dallaspettoessenziale per limpiego di materiali semplici quali il vetro, lalluminio eil legno. La copertura piana ed realizzata con strato di zavorra di ghiaia color

    grigio-bianco che si inserisce cromaticamente nellambiente. I tampona-menti dellinvolucro sono realizzati attraverso serramenti modulari scor-revoli di alluminio ad ampie specchiature per rendere lidea di leggerez-za e per portare, metaforicamente, il paesaggio circostante allinternodelledificio. Il progettista, inoltre, ha previsto, su tutta la superficie dellinvolucro, unsistema di pannelli frangisole scorrevoli uno sullaltro, con lamelle oriz-zontali di legno di abete americano (o Douglas), che regolano lapportodi luce. Si crea una composizione architettonica dove vecchio e nuovotrovano una mimesi perfetta e coerente con lintorno.

    Dettaglio del serramento

    visto dallinterno

    Vista generale

    del nuovo edificio

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    1. stratificazione copertura:

    - lattoneria di protezione con rompigoccia

    - strato di protezione di geotessile non tessuto

    - strato di zavorra di ghiaia, pezzatura 16/32 mm

    - guaina impermeabilizzante

    - isolamento di lana di roccia, sp. 50 mm

    - struttura portante di legno di pino multistrato,

    sp. 275 mm

    - intercapedine per alloggiamenti impiantistici,

    sp. 90 mm

    - finitura interna di lastre

    di cartongesso, sp. 20 mm

    2. pareti vetrate:

    - serramento a tutta altezza di alluminio,

    h. 2450 mm, con vetri di tipo bassoemissivo

    a doppia camera con interposto gas argon

    - schermatura esterna di lamelle orizzontali di legno

    su montanti metallici scorrevoli, sp. 80 mm

    3. stratificazione solaio primo piano:

    - pavimentazione di lastre di marmo Cristallina,

    sp. 20 mm

    - sottofondo di malta cementizia, sp. 70 mm

    - isolamento di lana di roccia, sp. 40 mm

    - struttura portante di legno e profili di acciaio tipo

    HEA 260, sp. 274 mm

    - intercapedine per alloggiamenti impiantistici,

    sp. 90 mm

    - finitura interna di lastre

    di cartongesso, sp. 20 mm

    4. stratificazione solaio controterra:

    - pavimentazione di lastre di marmo Cristallina,

    sp. 20 mm

    - sottofondo di malta cementizia, sp. 70 mm

    - isolamento di lana di roccia, sp. 40 mm

    - platea continua di fondazione di cemento armato,

    sp. 250 mm

    Sezione verticale del nuovo edificio

    Scala 1:20