Arezzo Sport 85

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U na partita diretta ottimamente per novanta minuti, poi una trattenuta in area non vista, un gol in fuorigioco millimetrico e l’equilibrio della partita che si spezza, a causa di una deci- sione che può segnare il corso dell’incontro e il risultato finale di una stagione. Durante tutto il match, la vita di un arbitro è questione di centimetri, que- stione di istanti. Proprio quel tipo di istanti che noi tutti vorremmo fermare, per avere la lucidità che ci serve per prendere la decisione giusta Ma non possiamo farlo né noi né tanto meno l’arbitro, che deve corr re veloce pro rio come quegli attimi in cui si respira l’aria della decisione importante, quasi fosse un momento solenne. Paolo Bertini (che di attimi così ne ha vissuti tanti) ci spiega la vita dell’arbitro professionista, le cui decisioni vengono, durante ogni partita, sottoposte al giudizio (talvolta affrettato) dell’opinione pubblica. Come giudica l’inizio di questo campionato da parte de- gli arbitri? «Lo giudico positivamente, visto il ringiovanimento e la crescita qualitativa della classe arbitrale. Dopo alcuni anni di sbandamento, adesso c’è una nuova generazione guidata da un grande professionista come Braschi, che sta a sua volta cercando di dare all’arbitraggio italiano un impron- ta più europea. Meno fischi e più gioco». La classe arbitrale e il singolo arbitro, come si pre- parano mentalmente prima dell’inizio del campionato? «Prima della stagione e durante la settimana, molto im- portante è il ruolo del designatore che deve riparare il gruppo arbitrale dalle pressioni provenienti dall’esterno. Poi non dimentichiamoci che un arbitro professionista ha alle sue spalle almeno quindici anni di carriera. Anni fatti di incontri difficili diretti in campi bollenti, che hanno contribuito in modo decisivo alla costruzione di una forte solidità mentale». Per un arbitro, un inizio di campionato negativo quanto può incidere nel prosieguo della stagione? «Può incidere molto, perché rischia di entrare in una spirale negativa. Per questo non è sbagliato dare un periodo di riposo a un arbitro giudicato “fuori forma”, in modo da recuperarlo e averlo nelle giuste condizioni psico-fisiche durante un altro periodo della stagione». Come giudica l’opinione pubblica italiana e quanto quest’ultima riesce a far pesare la sua pressione? «L’opinione pubblica italiana è stata sempre storicamente pressante nei con- fronti della classe arbitrale. Per molti anni, la domenica italiana è stata mo- nopolizzata da programmi scandalistici pallonari, mossi dalla ricerca spasmodica della polemica arbitrale: tutto per alimentare l’evento televisivo e rispettare le esigenze commerciali». All’estero, l’opinione pubblica è sempre così oppressiva? «Assolutamente no. L’arbitro è ritenuto come un elemento ne- cessario per lo svolgimento dell’incontro, quindi il suo ruolo viene visto più marginalmente dai media e dagli stessi tifosi, rispetto allo spettacolo della gara». La partita di Serie A più difficile da arbitrare? «L’emblema delle partite difficili da arbitrare è sen- za dubbio Roma-Juventus, soprattutto nei primi anni Duemila: gli anni di Capello, per intenderci. Prima del match, l’alta tensione regna sovrana nella sponda giallo- rossa di Roma, e tutto questo rende pesante l’atmosfera intorno alla partita». Un giocatore difficile da arbitrare. «Marco Materazzi, per la sua fisicità. Un giocatore che quando entrava, diciamocelo, era pesante. Un animale du- rante la gara, una persona mansueta fuori dal campo». In conclusione: un consiglio per i nostri giovani arbitri. «Ci deve essere un unico spirito alla base di tutto: la passione per il calcio. Inoltre i giovani arbitri devono provare a trasformare l’ansia in godimento. Perché quando vengono a mancare il divertimento e il godimento nel “pren- dersi delle responsabilità”, è il segnale che è giunta l’ora di smettere». Perché è il senso di responsabilità che deve smuovere un giovane arbitro e farlo crescere sia sportivamente che formativamente, magari fino al giorno in cui si ritroverà a trasformare in godimento, l’ansia (enorme) di un match come Roma-Juventus. Omero Ortaggi spedisci con noi pacchi, documenti e posta! sportello via Guadagnoli 37 – 0575/302676 La corazza dell’arbitro L’ex arbitro Paolo Bertini ci parla dell’ambiente che ruota intorno ai “fischietti” di Serie A. Non solo semplici direttori di gara, ma prima di tutto professionisti costantemente sottoposti alle grandi pressioni provenienti dall’opinione pubblica one giusta. Ma non rrere veloce proprio mportante, piega la vita ante ogni pinione de- la ni a nopolizzata spasmodi televisivo All’e «As ces vie ri AREZZO SPORT CERCA TE! Vuoi scrivere di Sport? Hai sempre sognato di diventare giornalista? Entra nella redazione di Arezzo Sport! Contatta il responsabile Marco Cavini al 333/45.35.056 o all’indirizzo [email protected]

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Inserto sportivo de "Il Settimanale di Arezzo" n. 85, in edicola gratuitamente da Venerdì 2 Dicembre 2011

Transcript of Arezzo Sport 85

Una partita diretta ottimamente per novanta minuti, poi una trattenuta in area non vista, un gol in fuorigioco millimetrico e l’equilibrio della partita che si spezza, a causa di una deci-

sione che può segnare il corso dell’incontro e il risultato fi nale di una stagione.

Durante tutto il match, la vita di un arbitro è questione di centimetri, que-stione di istanti. Proprio quel tipo di istanti che noi tutti vorremmo fermare, per avere la lucidità che ci serve per prendere la decisione giusta Ma non possiamo farlo né noi né tanto meno l’arbitro, che deve corr re veloce pro rio come quegli attimi in cui si respira l’aria della decisione importante, quasi fosse un momento solenne.

Paolo Bertini (che di attimi così ne ha vissuti tanti) ci spiega la vita dell’arbitro professionista, le cui decisioni vengono, durante ogni partita, sottoposte al giudizio (talvolta affrettato) dell’opinione pubblica.

Come giudica l’inizio di questo campionato da parte de-gli arbitri?

«Lo giudico positivamente, visto il ringiovanimento e la crescita qualitativa della classe arbitrale. Dopo alcuni anni di sbandamento, adesso c’è una nuova generazione guidata da un grande professionista come Braschi, che sta a sua volta cercando di dare all’arbitraggio italiano un impron-ta più europea. Meno fi schi e più gioco».

La classe arbitrale e il singolo arbitro, come si pre-parano mentalmente prima dell’inizio del campionato?

«Prima della stagione e durante la settimana, molto im-portante è il ruolo del designatore che deve riparare il gruppo arbitrale dalle pressioni provenienti dall’esterno. Poi non dimentichiamoci che un arbitro professionista ha alle sue spalle almeno quindici anni di carriera. Anni fatti di incontri diffi cili diretti in campi bollenti, che hanno contribuito in modo decisivo alla costruzione di una forte solidità mentale».

Per un arbitro, un inizio di campionato negativo quanto può incidere nel prosieguo della stagione?

«Può incidere molto, perché rischia di entrare in una spirale negativa. Per questo non è sbagliato dare un periodo di riposo a un arbitro giudicato “fuori

forma”, in modo da recuperarlo e averlo nelle giuste condizioni psico-fi siche durante un altro periodo della stagione».

Come giudica l’opinione pubblica italiana e quanto quest’ultima riesce a far pesare la sua pressione?

«L’opinione pubblica italiana è stata sempre storicamente pressante nei con-fronti della classe arbitrale. Per molti anni, la domenica italiana è stata mo-

nopolizzata da programmi scandalistici pallonari, mossi dalla ricerca spasmodica della polemica arbitrale: tutto per alimentare l’evento televisivo e rispettare le esigenze commerciali».

All’estero, l’opinione pubblica è sempre così oppressiva?«Assolutamente no. L’arbitro è ritenuto come un elemento ne-cessario per lo svolgimento dell’incontro, quindi il suo ruolo viene visto più marginalmente dai media e dagli stessi tifosi, rispetto allo spettacolo della gara».

La partita di Serie A più diffi cile da arbitrare?«L’emblema delle partite diffi cili da arbitrare è sen-

za dubbio Roma-Juventus, soprattutto nei primi anni Duemila: gli anni di Capello, per intenderci. Prima del match, l’alta tensione regna sovrana nella sponda giallo-rossa di Roma, e tutto questo rende pesante l’atmosfera intorno alla partita».

Un giocatore diffi cile da arbitrare.«Marco Materazzi, per la sua fi sicità. Un giocatore che

quando entrava, diciamocelo, era pesante. Un animale du-rante la gara, una persona mansueta fuori dal campo».In conclusione: un consiglio per i nostri giovani arbitri.

«Ci deve essere un unico spirito alla base di tutto: la passione per il calcio. Inoltre i giovani arbitri devono provare a trasformare l’ansia in godimento. Perché quando vengono a mancare il divertimento e il godimento nel “pren-dersi delle responsabilità”, è il segnale che è giunta l’ora di smettere».

Perché è il senso di responsabilità che deve smuovere un giovane arbitro e farlo crescere sia sportivamente che formativamente, magari fi no al giorno in cui si ritroverà a trasformare in godimento, l’ansia (enorme) di un match come Roma-Juventus. Omero Ortaggi

spedisci con noi pacchi, documenti e posta!

sportello via Guadagnoli 37 – 0575/302676

La corazza dell’arbitroL’ex arbitro Paolo Bertini ci parla dell’ambiente che ruota intorno ai “fi schietti” di Serie A. Non solo semplici direttori di gara, ma prima di tutto professionisti

costantemente sottoposti alle grandi pressioni provenienti dall’opinione pubblica

one giusta. Ma non rrere veloce proprio mportante,

piega la vita ante ognipinione

e e e de-

la nia

nopolizzataspasmoditelevisivo

All’e«Ascesvieri

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UNA NOVITÀ ASSOLUTA SULLE PAGINE DI “AREZZO SPORT”: ha preso il via la rubrica BAR AREZZO SPORT, uno spazio dedicato ai lettori che darà voce a tutti gli appassionati di sport di Arezzo.

In questa rubrica potete raccontare le vostre storie, esprimere le vostre opinioni, lamentele o perplessità sul mondo sportivo locale, commentare i nostri articoli, suggerirci nuovi argomenti da trattare e fornirci ulterio i spunti: la redazione sportiva darà attenzione a tutte le vostre lettere e pubblicherà le più interessanti sulle pagine del “Settimanale di Arezzo”. Vi offriamo inoltre la possibilità di avere un fi lo diretto con le società, gli sportivi e gli enti del Comune di Arezzo. Se volete chiedere qualcosa a qualcuno, se desiderate esprimere dubbi, avere informazioni o ricevere chiarimenti, inviateci le vostre domande e noi ci impegneremo per farvi avere la risposta.

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spazio

ul ri e deli enti ioni o

Era il 1200, quando Jacopone da Todi, poeta e religioso umbro dell’epoca, scriveva la sua particolare richiesta al Creatore. Quasi un millennio dopo,

senza bisogno di chiederlo, l’Arezzo del presidente Severini, presentatosi a Todi con piglio deciso e velleità di alta classifi ca, ha sì evitato la febbre quartana ma non l’ennesimo arbitraggio tutt’altro che amichevole, capace di pilotare l’esito della gara disputata nella terra del Grechetto.

Il testacoda con la compagine umbra infatti ha portato in dote un solo pun-to, la recriminazione per non aver saputo sfruttare il mezzo passo falso casa-lingo della capolista Pontedera e – cosa ancora più pericolosa – l’alibi di una direzione di gara casalinga che ha permesso al Todi, con un rigore generoso realizzato dall’ex Tarpani, di dividere la posta con gli uomini di Bacis.

Sì, perché alla fi ne l’aspetto preoccupante è proprio quello di non riuscire a dare continuità ai risultati, o meglio mettere a segno quel fi lotto di vittorie che servirebbero per stabilire la gerarchia in modo netto e spostare i valori della classifi ca.

È un limite appurato, sul quale l’allenatore dovrebbe lavorare per capire il motivo. L’impressione è che gli amaranto non possano fare a meno della quota di esperienza dei vari Pecorari, Speranza e Raso.

I giovani sono interessanti, ma forse ancora poco avvezzi a gestire le pres-sioni. Tra poco riaprirà il mercato, sicuramente Martucci ha già le idee chiare a proposito.

Stefano RUBECHINIDa qualche settimana a questa parte, il suo impatto sugli esiti

delle partite è decisamente aumentato. Due gol – importantissimi – contro Pierantonio e Sporting Terni, e l’assist per il gol di Raso a Todi. Questa è una bella notizia per una squadra alla

quale, spesso, fa difetto una delle qualità che in queste categorie possono sbilanciare gli equilibri: l’imprevedibilità.

Pierpaolo GALASSOAl rientro, dopo un bel po’ di settimane di assenza, non riesce a

scrollarsi la ruggine di dosso, e alla fi ne di lui si ricorda il (presunto) fallo sul giocatore del Todi che ha scaturito la decisione di concedere il rigore, trasformato poi da Tarpani. Ha buone potenzialità che per il momento sono rimaste sulla carta. Coraggio, altrimenti rischia di diventare

l’ennesimo giovane calciatore con un radioso futuro… alle spalle!Michele BACISPer fare il pane buono ci vuole il mugnaio con la

farina buona, ma anche il fornaio che la sa impastare e cuocere con esperienza. L’impressione è che ogni tanto il fornaio Bacis si distragga, e la pagnotta gli venga qua-si bruciata. Tenga d’occhio il forno, altrimenti i clienti

il pan e lo comprano a Pontedera… Luca Stanganini

O Signor, per cortesia, manname la malsania…

Con l’attività spor-tiva che, in tutte

le discipline, è ripresa a pieno ritmo, torna a essere problematica la scelta dei tre migliori risultati da piazzare sul podio. Anche per novembre, ai tre nomi scelti fanno da contraltare una serie di risultati che si pongono ai piedi del podio ma sono degni di ricevere almeno una citazione: Matilde Comanducci e Viola Faltoni (due giovani atlete della Ginnastica Falciai che a Torino sono arrivate seconda e terza ai Campionati Italiani Aics di ginnastica ritmica), le Esordienti della Stella Azzurra (capaci di ottenere la loro prima storica vittoria in campionato battendo i coetanei maschili dell’Olmoponte), Sara Marignani (ragazza del Judo Ok Arezzo che ha esordito con la Nazionale italiana giovanile al Trofeo “Città di Lodi” e ha ottenuto tre vittorie in tre incontri)…

11°° posto: posto: MARCO MARIGNANI (Judo Ok Arezzo)MARCO MARIGNANI (Judo Ok Arezzo)Esaltante affermazione di Marco Marignani [in alto a destra], giovane atleta del Judo Ok Arezzo che sabato 12 novembre ha vinto l’argento ai

Campionati Italiani Esordienti. Nei 55 kg Marignani ha disputato un torneo perfetto, vincendo cinque incontri consecutivi e perdendo il tricolore nella fi nale solo per una “scellerata” decisione dei giudici, che hanno favorito l’avversario causando l’indignazione di tutti gli spettatori presenti al PalaFijlkam di Ostia.

22° posto:° posto: AURORA CIABATTI e SAMUELE CARNIANI (Circolo Schermistico Aretino)AURORA CIABATTI e SAMUELE CARNIANI (Circolo Schermistico Aretino)Partono con il piede giusto gli atleti del Circolo Schermistico Aretino che, alla prima prova nazionale del “Grand Prix KinderSport”, riservato alle

categorie Under 14, sono riusciti a centrare due podi: Aurora Ciabatti [qui sotto a sinistra] ha conquistato il primo posto nella categoria Bambine della Spada, mentre Samuele Carniani si è accontentato dell’argento nella Spada Allievi.

33° ° posto:posto: CITY EXPRESS SBA (basket)CITY EXPRESS SBA (basket)Con 8 vittorie in 8 turni, è inarrestabile la

corsa della City Express Under 19 della Scuola Basket Arezzo. La squadra, impegnata nel cam-pionato regionale Elite, veleggia a punteggio pieno, un risultato eccezio-nale pensando che i ragazzi nel roster di coach Bindi sono impegnati anche nei campionati di C2 o di Promozione.

Marco Cavini

IL PODIO DI NOVEMBREMarco Marignani a un passo dal sogno; due medaglie

della scherma al Grand Prix Nazionale, mentre la City Express della Sba rimane a punteggio pieno

Il C.T. Giotto festeggia la vittoria del I Trofeo “Tennis Aretino”, il torneo amichevole disputato contro il Blue Team Tennis Academy.

Dall’Under 10 alla Seconda Categoria, alcuni tra i migliori atleti delle due società si sono sfi dati in 25 incontri di altissimo livello tecnico in cui il Giotto ha dominato, vincendone ben 16 e lasciandone 9 al Blue Team.

Questa netta vittoria ha confermato il Giotto come una delle realtà di tennis più importanti dell’intera provincia, con un settore agonistico compe-titivo in ogni fascia di età. «Abbiamo assistito a un torneo di elevato livello – afferma Jacopo Bramanti, direttore tecnico del Giotto. – Noi siamo partico-larmente soddisfatti perché abbiamo ottenuto una netta vittoria, schierando solo parte dei ragazzi della nostra scuola tennis: vincendo 16 dei 25 incontri in programma, con atleti di tutte le età, possiamo affermare di aver raggiunto un livello assoluto nel tennis aretino».

L’amichevole si è giocata in un clima piace-vole, con un atteggiamento sereno e di collabo-razione tra Giotto e Blue Team, due società che sembrano aver ormai superato le ruggini del re-cente passato. Il Giotto custodirà il trofeo nella propria bacheca per tutto l’anno, per rimetterlo poi in palio nel 2012 e rendere questa amiche-vole un appuntamento fi sso.

«La speranza – conclude Bramanti – è che nella prossima stagione vi partecipino anche gli altri circoli cittadini, per fare di questa amichevole un’occasione che unisca e porti al confronto tutto il tennis aretino».

Marco Cavini

I Trofeo “Tennis Aretino”: da sx Jacopo Bramanti e Alessandro Caneschi, C.T. Giotto, Giancarlo Petrazzuolo e Max Dell’Acqua, Blue Team

Il Circolo Tennis Giotto conquista il Trofeo “Tennis Aretino”

Il maestro Hermann Di Mauro e la sua società – lo Zen Shin Club – diventano protagonisti del gran-de schermo, in un fi lm-documentario sulle arti marziali. Il 3 e 4 dicembre sarà ad Arezzo una

troupe cinematografi ca americana che, capeggiata dal regista Daniel Latteo, sta girando un documentario sugli stili di combattimento e le arti marziali, con interviste e fi lmati ai migliori maestri e alle migliori società: per rappresentare il Kung Fu è stato scelto lo Zen Shin Club, i cui atleti, nei due giorni di riprese in terra d’Arezzo, metteranno la loro tecnica al servizio delle telecamere.

«Questo documentario, girato nei principali Paesi europei, porta alla scoperta di tutte le arti mar-ziali – spiega Di Mauro. – Le riprese ripercorrono tutte le discipline di combattimento, con maestri e società che saranno immortalati sul grande schermo per insegnare e divulgare le arti marziali. Il fi lm, una volta terminato, verrà prima trasmesso in America e poi divulgato a livello internazionale».

Come saranno strutturati i due giorni di riprese?«I miei atleti dovranno eseguire tecniche e sequenze di combattimento davanti alle telecamere, dun-

que ho selezionato un numero ristretto di allievi, scegliendo non i più forti ma quelli più capaci e più sciolti nelle forme tradizionali e nei gesti, quelli con i movimenti migliori e più aggraziati, quelli maggiormente spettacolari e scenici. Sabato 3 dicembre inizierò illustrando i principi del Sanda, il combattimento libero cinese, mostrando le tecniche fondamentali e le metodologie di allenamento, poi i ragazzi faranno qualche minuto di combattimento per far vedere la disciplina. Il giorno dopo ci dedicheremo alla parte più antica dell’arte del Kung Fu, esibendoci nelle forme tradizionali con scia-bola, bastone e a mano nuda, con tecniche dinamiche in cui simuleremo un combattimento contro un avversario immaginario».

Per lei e per la sua scuola, la partecipazione a questo fi lm rappresenta un importante attestato internazionale.

«È un riconoscimento signifi cativo soprattutto nei miei confronti: io tengo molto alla mia forma-zione, per questo ogni anno vado in Cina, a Yantai, dove mi perfeziono con il maestro Qu Zi Jun nel Tang Lang, lo stile della “mantide religiosa”. Sono onorato del fatto che tra tutte le società italiane, sia stato scelto proprio lo Zen Shin, una scuola di arti marziali in continua crescita e con un numero sempre più alto di atleti».

Giocando sul nome di un celebre fi lm di Bruce Lee, è dunque possibile affermare che “da Arezzo con furore”, lo Zen Shin insegna il Kung Fu a tutto il mondo. Marco Cavini

Sulle tracce di Bruce LeeHermann Di Mauro e lo Zen Shin Club protagonisti di un fi lm sulle arti marziali

UN POMERIGGIO DI… “INCONTRI PREZIOSI”Roberto Duranti, titolare della “Duranti Gioielli”,

ha organizzato domenica 27 novembre, presso i lo-cali del Giotto, una giornata rivolta a tutti i soci del Circolo dal titolo Incontri preziosi. L’incontro ha rappresentato una piacevole occasione per parlare di gemme e pietre preziose, con il dottor Zancanella che ha tenuto un discorso sulle gemme dell’Africa Orientale e il dottor Cascapera, che ha spiegato come “investire in diamanti”. La serata si è conclusa in un clima di convivialità con un buf-fet, musica dal vivo e balli.

Il progetto per la “pesca di selezione al Siluro nelle acque della pro-vincia” sta portando i primi frutti: quasi 170 pescatori, formati da

Arci Pesca Fisa di Arezzo, sono già al lavoro per arginare e monitorare la presenza del pericoloso predatore che, con la sua presenza, rischia di mettere a repentaglio l’intero ecosistema fl uviale aretino. Negli ultimi due mesi, un gran numero di pescatori ha partecipato ai corsi di formazione in cui il dottor Stefano Porcellotti, ittiologo della Provincia, e Pietro Donati, segretario di Arci Pesca Fisa, hanno spiegato la biologia del Siluro e il regolamento per la pesca di selezione. Il progetto ha riscontrato un successo inaspettato, con un numero elevato di iscritti e tanto entusiasmo: tra i 170 partecipanti al corso erano presenti, oltre che pescatori di tutta la provincia aretina, anche molti pescatori dell’Est europeo (ungheresi, rumeni e albanesi), che hanno deciso

di impegnarsi attivamente per salvaguarda-re i fi umi aretini.

«Il bilancio di questi primi mesi di lavoro è positivo – affer-ma Alfredo Rondoni, presidente di Arci Pesca Fisa di Arezzo. – Il succes-so dell’iniziativa va attribuito al crescente senso di responsabilità dei pescatori, aretini e non, verso l’ecosistema fl uviale e la fauna it- tica: quasi 170 iscrizioni testimoniano una lodevole mobilitazione dei pescatori, i quali, consapevoli dell’impatto che il pesce Siluro esercita negli ambienti acquatici, hanno scelto la via della responsabilità e dell’intervento per tutelare il fi ume Arno, i pesci e la propria passione.

Questo progetto si protrarrà per i prossimi due anni, fi no al 31 di-cembre 2013, con nuovi corsi di formazione per un’azione sempre più concreta: Arci Pesca Fisa ringrazia tutti coloro che hanno aderito al progetto e che aderiranno nei prossimi mesi, perché il futuro del fi ume è anche nelle loro mani». I pescatori “formati” si sono immediatamente messi all’opera su fi umi e torrenti della provincia, e stanno già arrivando ad Arci Pesca Fisa le prime schede sulle catture effettuate: al momento, il tratto dove sono stati pescati più Siluri è quello in cui la Chiana confl uisce nell’Arno.

«Già stiamo vedendo i primi risultati concreti – conclude Rondoni. – Chi ha partecipato al corso sta facendo il proprio dovere, riempiendo le schede che gli abbiamo consegnato e indicandoci i luoghi e le dimensioni dei Siluri catturati. Al momento il pesce è in semi-letargo, dunque fi nora ne sono stati pescati solo di piccole dimensioni, e le catture più numerose sono state nella confl uenza della Chiana nell’Arno, dove l’acqua ha una temperatura più alta e i Siluri sono ancora in movimento».

170 pescatori per arginare la minaccia del SiluroUn primo bilancio del progetto “pesca di selezione al Siluro” promosso da Arci Pesca Fisa

È possibile impegnarsi nel nuoto e gareggiare anche in età adulta: da

circa un anno la Chimera Nuoto ha rilan-ciato l’attività sportiva con gli adulti dan-do nuova linfa al settore Master, il settore rivolto ai nuotatori sopra i 25 anni. Gli atleti del Master si impegnano nel nuoto con un allenamento intenso e regolare, che permette loro di partecipare, divisi in varie categorie a seconda della fascia d’età, a svariati meeting comprendenti il circuito di gare nazionali Supermaster e i vari campionati regionale, italiano, europeo e mondiale.

«Può entrare nel settore Master chi ha fatto la scuola nuoto e possiede già i fondamentali della disciplina – spiega il direttore tecnico Marco Magara. – Questa attività permette di abbinare tutte le caratteristiche benefi che della pratica sportiva, tra cui la possibilità di mantenersi in forma, dimagrire e stare in gruppo, alle caratteristiche proprie della pratica agonistica, dunque la possibilità di gareggiare, di conoscere i propri limiti, di lavorare in vista di un risultato e di migliorare tecnicamente nel confronto con gli altri».

I Master si allenano tre volte a settimana (il martedì dalle 13.00 alle 14.30, il mercoledì dalle 20.30 alle 22.30 e il sabato dalle 13.00 alle 14.30), ma potendo accedere in piscina in ogni orario, possono integrare la loro preparazione con allenamenti liberi, in cui seguono un piano rilasciato dai tecnici Marco Licastro e Marco Magara.

La Chimera Nuoto fa oggi affi damento su 25 atleti, un bel gruppo in cui spicca Stefania Roncolini, for-te atleta capace di vincere la medaglia di bronzo nei 100 Dorso agli ultimi Campionati Italiani. «Vogliamo creare un gruppo ancora più numeroso – continua Magara. – Lavoriamo per aggregare persone di tutte le età, fi no ad arrivare agli Over 50, una categoria in cui non abbiamo alcun atleta. A livello sportivo, per la prossima stagione puntiamo a ottenere il tempo per partecipare ai Campionati del Mondo in programma nel 2012 a Riccione».

A metà tra la scuola nuoto e il Master, si colloca l’attività Pre-Master. Questo set-tore permette a chi pratica il nuoto libero, ai nuotatori più bravi della scuola nuoto o a chi ha meno di 25 anni, di avvicinarsi all’attività dei Master allenandosi con loro e disputando le prime gare. Nel Pre-Master sono previsti due allenamenti a settimana, con la scuola nuoto o di nuoto libero, a cui si aggiunge la possibilità di allenarsi il sabato insieme ai Master.

Per iscriversi o ricevere ulteriori informazioni, rivolgersi alla segreteria del Centro Sport Chimera o chiamare o scrivere un sms a Marco Magara al 347/42.49.641.

IL NUOTO PER ADULTI DIVENTA SPORTIVO CON LE ATTIVITÀ DEI SETTORI MASTER E PRE-MASTER

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