Arezzo Sport 82

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A d Andrea Fini sono serviti 215 pesci per alzare le braccia al cielo e festeggiare due titoli del mondo. A inizio settembre, in varie regioni italiane, si sono disputati i campionati del mondo di Pesca Sportiva: l’Italia ha dominato la manifestazione centrando 26 medaglie d’oro e, di que- ste, ben due portano la firma dell’aretino Fini. Il pescatore, indossando i colori della Nazionale italiana, ha conquistato un doppio titolo iridato nella pesca al colpo (la pesca con il galleggiante), facendo propria tanto la gara individuale quanto quella a squadre. «I Mondiali di inizio settembre possono essere paragonati alle Olimpiadi della pesca – spiega Fini. – Tra Toscana, Emilia Romagna e Lazio si sono di- sputate gare per tutte le età e per tutte le categorie di pesca. Io ero a Ostellato, a Ferrara, in un bellissimo canale dove ho pescato principalmente la breme, un pesce dell’Est che è arrivato in Italia da qualche anno. Ho avuto la fortuna di essere in un campo di gara che conoscevo benissimo perché, prima del Mondiale, vi ero andato più volte ad allenarmi ed ero riuscito a vincervi qual- che gara. Nonostante questo non mi sarei mai aspettato di conquistare due titoli del mondo: in due gare, davanti a una cornice di quasi 20 mila persone, ho tirato su 215 pesci, un bottino eccezionale che mi ha permesso di ottenere il successo individuale e a squadre». Cosa ha pensato quando ha realizzato di essere il nuovo campione del mondo? «Che più in alto di così sarebbe stato im- possibile arrivare: la gioia è stata immensa perché ero riuscito a raggiungere il massi- mo in un hobby, la pesca, che coltivavo fin da bambino e per cui ho fatto tanti sacrifi- ci. Prima di questo traguardo pensavo che essere in Nazionale potesse rappresentare il massimo dei risultati, ma dopo esser salito sul tetto del mondo mi sono ricreduto: esi- ste sempre qualcosa di meglio». Come è nata in lei la passione per la pesca? «Mio padre era malato di questo sport e, fin da bambino, mi portava in Casentino, lungo l’Arno, a pescare. Col tempo mi sono sempre più innamorato della disciplina e, quando mio padre è diventato presidente della società “Lenza Aretina”, sono entrato nella competizione agonistica e ho iniziato a fare sul serio. Un anno vinsi il campionato to- scano individuale, a coppie e a squadre, e con queste afferma- zioni arrivò la vera svolta della mia carriera, perché mi chiamò la Polisportiva Oltrarno Colmic di Firenze, la società campione d’Europa e del mondo. A quel punto mi sono buttato a capofitto nello sport e ho vinto tutto, dai campionati italiani alla Coppa della Comunità Europea, fino alla prima convocazione, sei anni fa, nella Nazionale italiana». Lei, Fini, è campione del mondo, ma in città la sua vittoria è passata quasi sotto silenzio. È deluso? «Sono stato ricevuto e premiato in Comune dall’assessore Donati e dal presi- dente del Coni Cerbai, ma ritengo che la mia vittoria non abbia avuto il risalto che avrebbe meritato, perché se fossi diventato campione del mondo in un altro sport probabilmente saremmo ancora a lodare le mie imprese. Purtroppo la pesca, nonostante sia praticata da 300 mila persone, rimane uno sport mi- nore e sottovaluto, dunque nessuno ne ha parlato. Mio malgrado ho avuto più risalto a livello nazionale, con la “Gazzetta dello Sport” che mi ha dedicato un’intera pagina, e a livello regionale, dove sono stato più volte premiato, che non a livello cittadino. Nessuno è profeta in patria: in questi anni ho vinto tanti titoli e attualmente sono anche campione italiano, ma purtroppo, ad Arezzo, non si è mai parlato di me. Due anni fa sono stato premiato dal presidente della Regione Toscana come mi- glior atleta dell’anno, invece nella mia città nessuno mi ha mai considerato, nemmeno la Fipsas, la mia federazione. È paradossale che un aretino sia più conosciuto a Firenze che non nella propria città…». Marco Cavini spedisci con noi pacchi, documenti e posta! sportello via Guadagnoli 37 – 0575/302676 “Nemo propheta in patria” la storia del campione del mondo Andrea Fini Ai Mondiali di Pesca Sportiva, l’aretino ha tirato su 215 pesci e conqui- stato due titoli iridati, nella gara individuale e nella gara a squadre AREZZO SPORT inserto staccabile del “Settimanale di Arezzo” © tutti i diritti riservati responsabile: MARCO CAVINI [email protected], 333/45.35.056 redattori: Giacomo Belli, Marco Beoni, Elettra Fiorini, Omero Ortaggi, Luca Stanganini per contattare la redazione [email protected] per le vostre promozione nell’inserto [email protected]

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L'inserto sportivo de "Il Settimanale di Arezzo" n. 82, in edicola gratuitamente da Venerdì 10 Novembre 2011

Transcript of Arezzo Sport 82

Ad Andrea Fini sono serviti 215 pesci per alzare le braccia al cielo e festeggiare due titoli del mondo. A inizio settembre, in varie regioni italiane, si sono disputati i campionati del mondo di Pesca Sportiva:

l’Italia ha dominato la manifestazione centrando 26 medaglie d’oro e, di que-ste, ben due portano la fi rma dell’aretino Fini. Il pescatore, indossando i colori della Nazionale italiana, ha conquistato un doppio titolo iridato nella pesca al colpo (la pesca con il galleggiante), facendo propria tanto la gara individuale quanto quella a squadre.

«I Mondiali di inizio settembre possono essere paragonati alle Olimpiadi della pesca – spiega Fini. – Tra Toscana, Emilia Romagna e Lazio si sono di-sputate gare per tutte le età e per tutte le categorie di pesca. Io ero a Ostellato, a Ferrara, in un bellissimo canale dove ho pescato principalmente la breme, un pesce dell’Est che è arrivato in Italia da qualche anno. Ho avuto la fortuna di essere in un campo di gara che conoscevo benissimo perché, prima del Mondiale, vi ero andato più volte ad allenarmi ed ero riuscito a vincervi qual-che gara. Nonostante questo non mi sarei mai aspettato di conquistare due titoli del mondo: in due gare, davanti a una cornice di quasi 20 mila persone, ho tirato su 215 pesci, un bottino eccezionale che mi ha permesso di ottenere

il successo individuale e a squadre».Cosa ha pensato quando ha realizzato

di essere il nuovo campione del mondo?«Che più in alto di così sarebbe stato im-

possibile arrivare: la gioia è stata immensa perché ero riuscito a raggiungere il massi-mo in un hobby, la pesca, che coltivavo fi n da bambino e per cui ho fatto tanti sacrifi -ci. Prima di questo traguardo pensavo che essere in Nazionale potesse rappresentare il massimo dei risultati, ma dopo esser salito sul tetto del mondo mi sono ricreduto: esi-ste sempre qualcosa di meglio».

Come è nata in lei la passione per la pesca?

«Mio padre era malato di questo sport e, fi n da bambino, mi portava in Casentino,

lungo l’Arno, a pescare. Col tempo mi sono sempre più innamorato della disciplina e, quando mio padre è diventato presidente della società “Lenza Aretina”, sono entrato nella competizione agonistica e ho iniziato a fare sul serio. Un anno vinsi il campionato to-scano individuale, a coppie e a squadre, e con queste afferma-zioni arrivò la vera svolta della mia carriera, perché mi chiamò la Polisportiva Oltrarno Colmic di Firenze, la società campione d’Europa e del mondo. A quel punto mi sono buttato a capofi tto nello sport e ho vinto tutto, dai campionati italiani alla Coppa della Comunità Europea, fi no alla prima convocazione, sei anni fa, nella Nazionale italiana».

Lei, Fini, è campione del mondo, ma in città la sua vittoria è passata quasi sotto silenzio. È deluso?

«Sono stato ricevuto e premiato in Comune dall’assessore Donati e dal presi-dente del Coni Cerbai, ma ritengo che la mia vittoria non abbia avuto il risalto che avrebbe meritato, perché se fossi diventato campione del mondo in un altro sport probabilmente saremmo ancora a lodare le mie imprese. Purtroppo la pesca, nonostante sia praticata da 300 mila persone, rimane uno sport mi-nore e sottovaluto, dunque nessuno ne ha parlato. Mio malgrado ho avuto più risalto a livello nazionale, con la “Gazzetta dello Sport” che mi ha dedicato un’intera pagina, e a livello regionale, dove sono stato più volte premiato, che non a livello cittadino. Nessuno è profeta in patria: in questi anni ho vinto tanti titoli e attualmente sono anche campione italiano, ma purtroppo, ad Arezzo, non si è mai parlato di me. Due anni fa sono stato premiato dal presidente della Regione Toscana come mi-glior atleta dell’anno, invece nella mia città nessuno mi ha mai considerato, nemmeno la Fipsas, la mia federazione. È paradossale che un aretino sia più conosciuto a Firenze che non nella propria città…». Marco Cavini

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sportello via Guadagnoli 37 – 0575/302676

“Nemo propheta in patria”la storia del campione del mondo Andrea Fini

Ai Mondiali di Pesca Sportiva, l’aretino ha tirato su 215 pesci e conqui-stato due titoli iridati, nella gara individuale e nella gara a squadre

AREZZO SPORTinserto staccabile del “Settimanale di Arezzo”

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responsabile: MARCO [email protected], 333/45.35.056redattori:Giacomo Belli, Marco Beoni, Elettra Fiorini, Omero Ortaggi, Luca Stanganiniper contattare la redazione [email protected] le vostre promozione nell’inserto [email protected]

UNA NOVITÀ ASSOLUTA SULLE PAGINE DI “AREZZO SPORT”: ha preso il via la rubrica BAR AREZZO SPORT, uno spazio dedicato ai lettori che darà voce a tutti gli appassionati di sport di Arezzo.

In questa rubrica potete raccontare le vostre storie, esprimere le vostre opinioni, lamentele o perplessità sul mondo sportivo locale, commentare i nostri articoli, suggerirci nuovi argomenti da trattare e fornirci ulteriori spunti: la redazione sportiva darà attenzione a tutte le vostre lettere e pubblicherà le più interessanti sulle pagine del “Settimanale di Arezzo”. Vi offriamo inoltre la possibilità di avere un fi lo diretto con le società, gli sportivi e gli enti del Comune di Arezzo. Se volete chiedere qualcosa a qualcuno, se desiderate esprimere dubbi, avere informazioni o ricevere chiarimenti, inviateci le vostre domande e noi ci impegneremo per farvi avere la risposta.

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Con l’evolversi della stagione calcistica arrivano anche nuovi entusiasmanti risultati per il calcio femminile aretino! Dopo le amichevoli di rito e gli incontri di Coppa Toscana, la

svolta per le aretine è arrivata con l’inizio, lo scorso 24 ottobre, del campionato regionale di Serie C che sta mettendo a dura prova tutte e tre le squadre di casa nostra.

È proprio questo inoltre un periodo decisamente sui generis in quanto, in meno di un mese, ha visto disputarsi ben tre derby durante i quali l’Arezzo Calcio Femminile, la Stella Azzurra e le Free Sister si sono trovate coinvolte in un testa a testa senza esclusione di colpi.

Ma procediamo con ordine. La Stella Azzurra, che pure ha faticato a decollare, sembra adesso aver preso il volo senza alcuna intenzione di fermarsi. Si è assistito infatti a una par-tenza incerta delle maggiori squadre (Juniores e Prima Squadra), che non hanno registrato risultati brillanti nelle prime giornate di campionato. Ma dopo una sconfi tta nel primo turno con l’Aglianese, la Stella Azzurra ha ritrovato la carica grazie al derby del 30 ottobre contro l’Arezzo, un incontro nel quale si sono particolarmente distinte le giocatrici Giulia Bruci, Ilaria Lucarini e Andrea Toppi, autrici delle reti che ha portato il team alla vittoria (3-2).

Un risultato questo che ha risollevato il morale della squadra, la quale ha sfoderato il bis il 6 no-vembre nella terza giornata di campionato, dedicata nuovamente a un derby, quello con le Free Sister conclusosi con una vittoria della Stella Azzurra 4-2.

Prosegue inoltre a vele spiegate il percorso intrapreso dalla scuola calcio di Chiarini, che con-tinua a regalare forti emozioni. Anche l’Arezzo Calcio ce la sta mettendo tutta nella scalata della classifi ca. Dopo aver messo in saccoccia i primi tre punti della stagione a discapito del Montecatini, è da segnalare la meritata vittoria 2-1 di domenica scorsa contro il Lucca, resa possibile dalla te-nacia della ragazze di mister D’Addona, che hanno giocato 90 minuti di altissima intensità, e in special modo, grazie ai gol di Rosignoli e Pepe. Last but not least, le Free Sister di Chiara Tavanti, neopromosse in C, nonostante la sconfi tta subita dalle loro concittadine, stanno dimostrando grande determinazione e intesa di squadra, come già in varie altre occasioni quali il derby giocato contro la Stella Azzurra in Coppa Toscana, che le ha designate vincitrici con un risultato di 2-1.

Attendiamo adesso il prossimo turno di campionato, che vedrà l’ACF scontrarsi con il Valdarno CF, la Stella Azzurra con il Pisa CF e le Free Sister con il Lucca. In gamba ragazze. Elettra Fiorini

Stagione al femminile: al via il campionato!Prosegue a vele spiegate il percorso calcistico delle ragazze aretine

Interdisciplinarietà e apertura mentale. Queste sono le chiavi di volta della Kick-Jitsu, un’ar-

te marziale leggera e moderna nata dalla fusione di Kickboxing e Ju-Jitsu. E proprio nella Kick-Jitsu si è specializzata la Budokan Arezzo di Lucio Piccioli, l’unica scuola della provincia aretina che ha raccolto la sfi da di farla conoscere al pubblico. All’attivo ormai da tre anni, la Budokan (termine che letteralmente signifi ca “scuola di arti marzia-li”) ha trovato il suo habitat nella palestra di piazza San Gemignano, uno spazio che Lucio ha saputo trasformare in un confortevole e attrezzato dojo (spazio per l’allenamento), disponendo per gli al-lenamenti estivi anche di un campo all’aperto.

Perché la scelta della Kick-Jitsu?«Frequentando le varie palestre, prima da allie-

vo poi da istruttore, ho notato un certo settarismo tra le arti marziali tradizionali. Una sorta di lotta per stabilire chi tra queste detenesse il primato. La Kick-Jitsu è invece una disciplina, che metten-do a confronto stili e tecniche diversi, arricchisce

continuamente il suo bagaglio. È un’arte relativa-mente giovane, perché nasce nel 1988 dal mae-stro livornese Patrizio Rizzoli e viene riconosciuta dal Coni soltanto nel 1992. A oggi ancora fatica ad affermarsi, ma possiamo già trovarne nuclei consistenti, oltre che in Toscana, anche in Lazio e Liguria».

Quali corsi possiamo trovare alla Budokan?«Tengo corsi per allievi di tutte le età, adulti e

bambini. Spesso mi ritrovo a seguire famiglie in-tere. Oltre ai corsi canonici di Kick-Jitsu, il vener-dì ho attivato un corso di difesa personale che dà ai partecipanti le capacità base per districarsi in situazioni pericolose e nozioni utili per la gestio-ne dell’aggressività propria e dell’avversario, e il mercoledì un corso di Tai-chi, che essendo un’arte marziale fondata su movimenti lenti e fl essibili, interessa soprattutto persone di una certa età.

Abbiamo poi sviluppato nel tempo numerosi progetti esterni, come corsi extradisciplinari con le scuole e per ragazzi diversamente abili, e colla-

borazioni con i cam-pi solari».

Cosa può dare la Kick-Jitsu?

«È una disciplina adatta a tutti. Un vestito che ti si cuce addosso, in quanto chi è più veloce può lavorare di calcio e pugno, mentre chi è più piantato d’afferro. Inoltre la Kick-Jitsu è una pratica che si basa su un con-tatto leggero, non prevede il ko e chi combatte è sempre protetto da caschetti e guantoni. Aiuta anche ad aumentare il livello di concentrazione, risultati che si hanno già nel breve periodo, per-ché una forma fi sica fl essibile ti permette di avere una forma mentis altrettanto aperta. Più che un percorso agonistico è un percorso di sviluppo del soggetto, perché chi studia arti mar-ziali per accaparrarsi due medaglie si brucia in partenza, mentre chi studia per crescita personale va avanti tutta la vita». Elettra Fiorini

Budokan Arezzo: confronto e apertura mentaleGrazie alla Budokan di Lucio Piccioli Arezzo ha conosciuto la Kick-Jitsu

Da chi ha pochi mesi fi no a chi

ha 100 anni, il nuo-to è uno sport per

tutte le età. Questa idea da sempre anima l’attività della Chimera Nuoto, società che all’interno del

Centro Sport Chimera organizza tutte le attività didattiche connesse alla pratica natatoria, dalla scuola nuoto al nuoto agonistico.

LA STORIA DELLA CHIMERA NUOTOIl G.S. Chimera Nuoto è nato ad Arezzo nel

1980 da un gruppo di genitori e di appassionati di nuoto; da subito, la nuova società si è orien-tata verso lo sviluppo dell’attività di nuoto gio-vanile, privilegiando la crescita della scuola nuo-to e dell’attività agonistica del vivaio. Nel 2004 viene inaugurato il nuovo palazzetto del nuoto, il Centro Sport Chimera, che permette alla so-cietà di poter contare sul più moderno impianto della Toscana. Negli stessi anni, la Chimera, che nel frattempo era diventata l’unica Scuola Nuoto Federale di Arezzo, ha riorganizzato la propria attività per sviluppare ulteriormente il settore giovanile agonistico e per diffondere in città una

nuova cultura dell’acqua, attraverso le attività del-la scuola nuoto volte a promuovere la sicurezza negli ambienti acquatici e lo sviluppo armonioso della persona.

LE ATTIVITÀ SPORTIVEPropaganda – Il settore agonistico del-

la Chimera Nuoto trova le proprie basi nel Propaganda, un settore giovanile pre-agonistico, in cui la società può fare affi damento su oltre 100 atleti. L’attività è rivolta a bambini e ragazzi tra i 5 e i 18 anni, prevede un minimo di 3 allenamenti settimanali e pone le basi per far crescere il vero nuotatore.

Agonistica – Il vero e proprio settore agonistico è diviso tra le categorie Esordienti, Ragazzi, Cadetti e Juniores: l’Agonistica è un settore in costante crescita con tanti atleti (circa 60) che si stanno mettendo in luce conquistando medaglie in com-petizioni regionali e nazionali. Nell’Agonistica il nuoto è inteso come una palestra di vita che, attra-verso un impegno quotidiano, permette al ragazzo di crescere come atleta e come persona.

Master – L’ultima categoria sportiva è rivolta agli agonisti che hanno superato i 25 anni di età; in questo settore, la Chimera Nuoto può contare su 20 atleti, tra cui spicca Stefania Roncolini, me-daglia di bronzo ai campionati italiani.

LE ATTIVITÀ DELLA SCUOLA NUOTONuoto Baby da 0 a 3 anni – La scuola nuoto

inizia con i corsi di nuoto neonatali per bambi-ni da 0 a 3 anni. La Chimera Nuoto è associata alla Scuola Nazionale di Educazione Acquatica Infantile: il nuoto baby, tramite il Metodo Giletto, ha come obiettivo quello di stimolare lo sviluppo armonioso della personalità del bambino attraver-so l’acqua.

Laboratori Acquatici da 3 a 6 anni – Per chi ha tra i 3 e i 6 anni, la società organizza i Laboratori Acquatici, corsi pomeridiani in cui i bambini, nella piscina piccola, conoscono l’ambiente ac-

quatico tramite esperienze concrete: attraverso giochi e attrezzi, il bambino impara a stare bene in acqua e ca-pisce che “se cado non affo-go”, prendendo confi denza con l’ambiente acquatico e acquistando sicurezza.

Scuola Nuoto dai 7 ai 18 anni – Dai 7 ai 18 anni, la scuola nuoto prevede corsi per imparare prima a galleggiare e poi a nuotare: la peculiarità di questi corsi è che considerano il nuoto come uno sport di squadra, con allenamenti svolti con metodi attivi in gruppo e a circuito.

Scuola Nuoto per Adulti – La scuola nuoto si conclude con i corsi per adulti da 18 a 100 anni: “Non è mai troppo tardi per imparare a nuotare” è il motto che guida l’attività per adulti, perché pos-sono diventare nuotatori persone di tutte le età, anche completamente inesperte. La scuola nuoto per adulti è anche un ottimo mezzo per mantener-si in forma e dimagrire.

I prossimi corsi della scuola nuoto della Chimera Nuoto prenderanno il via a partire da lu-nedì 14 novembre; per iscriversi o avere ulteriori informazioni è possibile rivolgersi alla segreteria del Centro Sport Chimera o chiamare o scrivere un sms a Marco Magara al 347/42.49.641.

di Marco Cavini

IL NUOTO COME STILE DI VITADA 0 A 100 ANNI, ALLA CHIMERA NUOTO

TUTTI POSSONO DIVENTARE NUOTATORI

Dha 100 anni, il nuo-to è uno sport per

IL NUOTO COME STILE DI VITADA 0 A 100 ANNI, ALLA CHIMERA NUOTO

Una sconfi tta ha riacceso i cuori e l’orgoglio dei Lions Hockey: nella quinta giornata del campionato di

Serie A, l’Arezzo ha incontrato il Padova in una gara che, nonostante il pesante passivo fi nale, potrebbe por-tare nuova linfa alla compagine aretina. Alla vigilia, la sconfi tta dell’Arezzo, squadra giovane e inesperta, era quasi scontata perché il Padova vantava nella propria rosa ben 4 giocatori della Nazionale italiana: invece, contro ogni previsione, ecco che i Lions hanno giocato la partita che nessuno si aspettava. Dopo aver subito 4 reti nei primi 4 minuti di gioco, è scattato qualcosa nei giocatori e la partita ha cambiato completamente volto. «Dal campo sono iniziate a salire nuove vibrazioni – afferma la presidente Paola Salvi. – L’Arezzo non subiva, perdeva ma combatteva, e dove non arrivavano le gambe arrivava il cuore: i giocatori hanno iniziato a lottare su ogni disco e hanno iniziato ad attaccare e tirare in porta. Purtroppo la sfortuna è stata tutta dalla nostra parte e, fermati da pali e traverse, nel primo tempo abbiamo realizzato una sola rete con Domenicali.

Il secondo tempo è stato ancora più bello, e tutto questo ha scaldato gli animi dei tifosi che, con il loro calore e il loro vociare, han-no dato carica ai ragazzi in campo, capaci di segnare un altro gol con Gallorini. Alla fi ne i padovani hanno vinto con 12 reti, ma i Lions, che possono recriminare per un goal an-nullato dall’arbitro, un goal non visto, 10 tiri in porta e almeno 3 pali e traverse, meritano

tutti un lungo e caloroso ap-plauso».

Una sconfi tta riaccende i cuori dei Lions

Emozione, gioco e scoperta sono i tre pilastri su cui fonda le proprie basi l’attività del Minibasket “Nova Verta” della Scuola Basket Arezzo. Questi tre elementi si ritrovano nella loro massima espressione nel gruppo d’ingresso nel Minibasket, i Pulcini: in

questa categoria non esistono le tecniche e le tattiche della pallacanestro, ma dominano il gioco e il divertimento allo stato puro. Nei Pulcini giocano i 14 bambini più piccoli della Sba, quelli nati tra il 2005 e il 2007, che insieme all’istruttore Paolo Bruschi vivono lo sport esclusivamente come attività motoria e di crescita.

In questa categoria la Sba è attenta allo sviluppo armonioso e completo del bambino: attraverso allenamenti con esercizi o percorsi tesi a migliorare la corsa, la coordinazione e i rifl essi, questi piccoli atleti imparano a conoscere il proprio corpo e a utilizzare la palla. «A noi interessa che i bambini si divertano – spiega l’istruttore Bruschi. – Nei Pulcini gioca-no i bambini all’ultimo anno della scuola materna e ai primi anni delle elementari, una fascia d’età con cui è fondamentale svolgere una buona attività motoria, senza alcun riferimento alla pallacanestro: questi bambini scoprono il minibasket con vari giochi con

cui fanno le prime esperienze di palleggio e di lancio della palla. A li-vello didattico, gli esercizi sono spesso calati in un mondo fantastico in cui, attraverso il racconto di storie o favole, ai bambini vengono

proposti circuiti diversi e giochi nuo-vi. Con questi strumenti permettiamo ai nostri piccoli atleti di stare con gli altri, di fare un’attività sana e di iniziare ad appassionarsi alla pallacanestro».

I bambini dei Pulcini fanno due allenamenti settimanali, di un’ora, il lunedì e il mercoledì dalle 17.30 alle 18.30, pres-so la palestra della Sba a San Lorentino; per informazioni o iscrizioni, è possibile recarsi alla segreteria della palestra (aperta ogni pomeriggio dalle 16 alle 19) o contattare lo 0575/299719.

Gioco e divertimento allo stato puro per i Pulcini della Scuola Basket Arezzo

Il giocatore della settimana: Gabriele Gori

Gabriele Gori, classe 1987, è un giocatore aretino che da quasi dieci anni veste la maglia 22 dei Lions. «Quando

iniziò – ricorda Salvi, – era grande e grosso e non sapeva nem-meno stare sui pattini, ma da subito Gori mostrò tanta buona volontà: negli anni si è allenato con impegno e abnegazione fi no a diventare uno dei titolari dell’Arezzo. Di stagione in sta-gione, ha sempre dovuto accettare di convivere con compagni che già erano professionisti affermati, e questo gli ha impedito di giocare con regolarità. Nonostante ciò, la maglia 22 è sem-pre stata presente, a difendere i colori aretini, stando al fi anco dei compagni con umiltà e coraggio. Ora la difesa dei Lions ha in Gori uno dei suoi capisaldi: di partita in partita cresce la sua cattiveria agonistica, non sbaglia mai un passaggio e, nel mo-mento in cui capirà tutte le sue potenzialità, potremo vantare in rosa uno dei più forti difensori italiani».

ROSTER PULCINI

Tommaso AlbianiLapo Altieri

Tommaso CapacciGabriele Garbinesi

Leyla YldirimMattia Lanucci

Alessandro Lo FrancoClaudio Maddaluno

Samuele MarcantoniRiccardo Nocentini

Tommaso NucciCesare Salvi

Francesco Tersillo

IL BASKET SBARCA A CAPOLONA

La Sba porta il basket a Capolona. La so-cietà aretina, insieme alla Polisportiva

Olimpia, ha dato il via ai propri corsi di Minibasket nella palestra della scuola ele-mentare di Capolona: a partire dal 5 novem-bre, tutti i sabati mattina, dalle 10 alle 11, gli istruttori della Sba faranno giocare a pal-lacanestro tutti i bambini tra i 5 e gli 11 anni del comune casentinese.