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 L.241/90 (trasparenza del proced amministrativo): l’attività amministrativa è retta da criteri di economicità, efficacia e pubblicità. Obbligo per la P.A. di stabilire termini certi per la conclusione dei procedimenti;  RUP ; da la possibilità a chiunque di intervenire nel procedimento qualora possa derivarne un pregiudizio del procedimento; diritto di accesso ai doc amministrativi; conferenza di servizi (procedura molto frequente per l’esame e l’approvazione di opere e lavori, si fa quando vi sia da effettuare un esame contestuale dei vari interessi pubblici coinvolti nel proc amm, oppure quando si debbano avere intese, nullaosta o assensi da parte di altre amministrazioni pubbliche). La confer di servizi può essere richiesta da un  privato. L.142/90 (Ordinamento delle autonomie locali): Introduzione delle città metropolitane. Accordo di programma : promosso dal presidente della regione/provincia o dal sindaco e richiede l’azione integrata e coordinata di Comune Regione e Provincia; l’accordo deve essere unanime.  Programmaz ione negoziata: regolamentazione concordata fra soggetti pubblici e parti pubbliche o private per l’attuazione di interventi diversi volti ad un’unica finalità. Intesa istituziona le di programma: accordo fra ammin centrale regioni e province con cui tali soggetti si impegnano a collaborare sulla base di una ricognizione programmatica delle risorse finanziare disponibili per realizzare un piano pluriennale di interventi d’interesse comune.  Accordo di pro gramma quadr o, Patto territor iale, Contratto di pro gramma, contrat to d’area. TUTELA PAESAGGI O: (L.1939) Concetto di notevole interesse pubblico. Ha individuato 4 categorie di beni: 1) cose immobili con cospiqua  bellezza naturale o singolarità geologica; 2) ville/giardini e parchi che si distinguono per la non comune bellezza; 3) complessi di cose immobili che compongono un caratteristico aspetto che ha valore estetico/tradizionale; 4) bellezze panoramiche. 1) e 2) bellezze individue, 3) e 4) bellezze d’insieme. Per rientrare in tali categorie occorre “dichiarazione di interesse pubblico”. Il vincolo paesistico ha durata illimitata e non è indennizzato. (L. Galas so, 1985 ) Vincolo pesistico per legge. Ha introdotto una serie di beni sottoposti a vincolo paesistico per legge (cioè senza ulteriori  provvedimenti ) tra cui: territori costieri compresi in una fascia di 300m dalla linea di battigia, territori contermini a laghi (300m), fiumi e torrenti (150m), la parte eccedente i 1600m nelle montagne e 1200m negli appenini, parchi e riserve nazionali, ghiacciai. Obbliga a mandare autorizz a Regio ne, Ministero dei Beni e attiv ità culturali , i quali posso no annullare le auto riz entro 60gg, altrime nti vale il silenzio-assenso. Nel 1986 ha introdotto la VIA; nel 1987 l’ ambiente diventava bene autonomo, distinto dal paesaggio-bene culturale con l’istituzione del Ministero dell’Ambiente. (D.lg s 1999 – Testo unico sui beni cultura li ambienta li) ha solamente decen trato le procedure amministrative. (Convenzione europea del paesaggio, 2002) … .. (D.lgs 2004 – Codice dei beni culturali e del paesaggio)  Beni che possono essere sottoposti a tutela direttamente dai piani  paesistici. Amplia il concetto di patrimonio culturale: beni culturali e beni paesaggistici. Quelli paesaggistici sono immobil i e aree con valore storico, culturale, naturale morfologico ed estetico. TUTELA AMBIENTE: Nel 1991 sono state introdotte  Aree naturali protette: 1) Parchi nazionali 2) parchi naturali regionali 3) riserve anturali. VIA: procedura tecnico-amministrativa finalizzata a individuare gli effetti di una determinata opera sul contesto ambientale e a verificarne la comp atibi lità con esso (198 6). VIA STATALE : per grandi oper e, il comm itten te comu nica il prog etto prima dell ’appr ovazi one al Minis tero dell’Ambiente, dei beni e delle attività culturali e alla Regione territorialmente interessata, dando annunzio sul quotidiano regionale più importante. Si comunica 1) progetto dell’opera 2) incidenza spaziale e territoriale, corrispondenza con i piani urbanistici, paesistici e territoriali 3) scarichi liquidi, rifiuti ed emissioni nell’atmosfera, rumore con conseguenti alterazioni provocate e tecnologie adottate per diminuirle 4) descrizione dei dispositivi di elim e risarcimento dei danni all’ambiente in fase di costruzione gestione e monitoraggio. Vi sono 3 quadri di riferimento: programmatico (relazione tra opera progettata e pianificazione territ), progettuale (soluzioni adottate e caratt opera), ambientale (analisi delle componenti naturalistiche ed antropiche e dei fattori ambientali: aria, suolo, vegetazione, ecc.). VIA REGI ONAL E: Province autonome di attuare procedure per la valutazione dell’impatto ambientale secondo 2 categorie: A) sempre soggette alla procedura (recupero di suoli dal mare, utilizzo non energetico di acqua superficiale, fabbricazione carta dal legno, prod pesticidi e medicine, impianti smaltimento rifiuti pericolosi) B) devono rispettare la procedura solo se ricadenti anche solo parz all’interno di aree naturali protette oppure l’autorità competente decide per il procedimento (cambiamento d’uso di aree non coltivate con sup > 10ha, impianti di allevamento intesivo piccoli, impianti tecnici piccoli, impianti produzione ghise piccoli). VAS (valutazione ambi enta le stra tegic a): non ancora recepita in Italia, trova il suo fondamento in direttive europee. Obbiettivo: garantire un elevato livello di  protezione dell’ambiente e promuove lo sviluppo sostenibile. Stabilisce piani e programmi già all’atto della elaborazione ed adozione.  BENI CULTURALI: normativa di riferimento (Codice dei beni culturali e paesistici, 2004). I beni culturali pubblici sono inalienabili. La tutela spetta allo Stato. Sono cose immobili che hanno interesse pubblico, storico, archeologico. Obbligo, come per i beni paesistici, di richiedere l’autorizzazione per interventi a l Ministero in caso di demolizioni, alle Sopraintendenze per tutto il resto. Su di essi le soprintendenze hanno la podestà di realizz ispezioni, imporre interventi e assicurarne la conservazione. LEGGI URBANISTICHE: (1942) Norma fondamentale della pianificazione urbanistica-territoriale in Italia. Obbliga i vari piani urbanistici. (1962) int rod uce il PEE P. (19 64) stabi lisce le opere di urbanizza zion e prima ria. (19 67, L. Pont e) obbliga dell’acquisizione della licenza edilizia e l’introduzione nella pianificazione comunale delle zone omogenee con rinvio ad un decreto per individuare limiti di densità edilizia e rapporti massimi tra spazi destin ati a insed iame nti residenzi ali/p rodut tivi e spaz i desti nati a servizi pubb lici. (D.M. 1968 ) (stan dard urba nisti ci) limiti inderogabili di densità edilizia, altezza, distanze fra fabbricati, rapporti vari. (Sentenza Corte cost. 1968) dichiara illegittimi gli articoli della legge urbanistica in cui si dichiarava che non venivano indennizzati i proprietari gravati da prescrizioni del PRG comportanti l’inedificabilità a preordinati all’esproprio (1968, L.Tampone) impone un limite temporale di 5 anni alla prescrizione dettata dalla sentenza della corte costituzionale (1971, L. sulla casa) ha stabilito che l’indennizzo per l’espropriazione fosse calcolata sulla base del valor agricolo. Introd dei PIP e l’integrazione con le opere di urbanizzazione secondarie (1975) Servizi igienici non direttamente areati ed illuminati, sistemi di vent. Scale e disimpegni con idonee ventilazion i. (1975,D.M. Sanità) ha stabilito i seguenti parametri: altezza minima dei locali: 2.70m (2.55m nei comuni montani sopra 1000m); 2.40m per corridoi, disimpegni, bagni , gabinetti e ripostigli; sup min della camere da letto: singola 9mq e doppia 14mq; sup finestrata dei locali di abitazione >= 1/8 della sup del pavimento; si possono mettere stanze da bagno senza aperture verso l’esterno purchè provvis di imp di vent. (1977, L.10 Bucalossi)  Edilizia residenziale privata, sostituì la licenza edilizia con la concessione edilizia onerosa (in relazione all’incidenza degli oneri di urbaniz e del costo di costruzione); inoltre stabilì in costituzionalmente l’indennizzo per esproprio sulla base del valore agricolo medio sia pure con l’introduzione di alcuni coeff correttivi; introdusse infine i progra pluriennali di attuazione. (1977, L.513)  Edilizia residenz iale pubblica, altezze virtuale non superiore a 4.5m (rapporto volume vuoto totale e sup abitabile degli alloggi); sup utile min consentita degli alloggi non inf a 45mq e non sup a 90mq. (L.1978) Ha int rod otto il  Piano decennale per l’edilizia residenziale pubblica, indrocudendo le seguenti categ: 1) manutenzione ord e stra 2) restauro e risanamento conservativo 3) ristrutturazione edilizia 4) ristr urbanistica; introdusse anche l’autorizzazione edilizia gratuita al posto della concessione edlizia per le opere di manutenzione straordinaria prevedendo il silenzio-assenso dopo 90gg. (L.1982) semplificazione ammin, esonerando i comuni con meno di 10000ab all’obbligo di dotarsi dei programmi pluriennali di attuazione. Ha introdotto il silenzio-assenso (90gg) per la concessione edilizia (per nuove costr e recupero). (L.19 85) Legge del Primo Condono Edilizio, è una sorta di legge quadro che elenca e codifica le diverse violazioni edilizie; Anticipò la DIA ovvero per certe opere interne alla costruzione vi è bisogno della sola comunicazion e al sindaco, accompagnata da una relazione asseverata dal tecnico. (1989, L.13) Barriere architettoniche, obbligo di osservare le prescrizione in materia di superamento delle b.a.  per quanto concerne gli edifici nuovi privati e la ristrutturazione di interi edifici; sono compresi anche gli edif di edilizia residenziale pubblica, sovvenzionata e agevo lata; infine di alleg are una dichiara zione del prof abilitat o di conf ormità degli elabor ati alle prescrizi oni. (1989, L.122) introdusse il  Programma urbano parcheg gi, allargò le dotazioni di parcheggi = 1mq ogni 10 mc di costruzione; permise di realizzare nel sottosuolo dei parcheggi da destinare a pertinenze anche in deroga agli strumenti urbanistici. (L.14 2, 1990 ) Legge sull’ordinamen to delle Autonomie locali 1

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L.241/90 (trasparenza del proced amministrativo): l’attività amministrativa è retta da criteri di economicità, efficacia e pubblicità. Obbligo per laP.A. di stabilire termini certi per la conclusione dei procedimenti;  RUP ; da la possibilità a chiunque di intervenire nel procedimento qualora possaderivarne un pregiudizio del procedimento; diritto di accesso ai doc amministrativi; conferenza di servizi (procedura molto frequente per l’esame el’approvazione di opere e lavori, si fa quando vi sia da effettuare un esame contestuale dei vari interessi pubblici coinvolti nel proc amm, oppurequando si debbano avere intese, nullaosta o assensi da parte di altre amministrazioni pubbliche). La confer di servizi può essere richiesta da un privato.

L.142/90 (Ordinamento delle autonomie locali): Introduzione delle città metropolitane.  Accordo di programma: promosso dal presidente della

regione/provincia o dal sindaco e richiede l’azione integrata e coordinata di Comune Regione e Provincia; l’accordo deve essere unanime. Programmazione negoziata: regolamentazione concordata fra soggetti pubblici e parti pubbliche o private per l’attuazione di interventi diversi voltiad un’unica finalità. Intesa istituzionale di programma: accordo fra ammin centrale regioni e province con cui tali soggetti si impegnano a collaboraresulla base di una ricognizione programmatica delle risorse finanziare disponibili per realizzare un piano pluriennale di interventi d’interesse comune. Accordo di programma quadro, Patto territoriale, Contratto di programma, contratto d’area.

TUTELA PAESAGGIO: (L.1939) Concetto di notevole interesse pubblico. Ha individuato 4 categorie di beni: 1) cose immobili con cospiqua bellezza naturale o singolarità geologica; 2) ville/giardini e parchi che si distinguono per la non comune bellezza; 3) complessi di cose immobili checompongono un caratteristico aspetto che ha valore estetico/tradizionale; 4) bellezze panoramiche. 1) e 2) bellezze individue, 3) e 4) bellezzed’insieme. Per rientrare in tali categorie occorre “dichiarazione di interesse pubblico”. Il vincolo paesistico ha durata illimitata e non è indennizzato.(L. Galasso, 1985) Vincolo pesistico per legge.  Ha introdotto una serie di beni sottoposti a vincolo paesistico per legge (cioè senza ulteriori provvedimenti) tra cui: territori costieri compresi in una fascia di 300m dalla linea di battigia, territori contermini a laghi (300m), fiumi e torrenti(150m), la parte eccedente i 1600m nelle montagne e 1200m negli appenini, parchi e riserve nazionali, ghiacciai. Obbliga a mandare autorizz aRegione, Ministero dei Beni e attività culturali, i quali possono annullare le autoriz entro 60gg, altrimenti vale il silenzio-assenso. Nel 1986 haintrodotto la VIA; nel 1987 l’ambiente diventava bene autonomo, distinto dal paesaggio-bene culturale con l’istituzione del Ministero dell’Ambiente.(D.lgs 1999 – Testo unico sui beni culturali ambientali) ha solamente decentrato le procedure amministrative. (Convenzione europea del

paesaggio, 2002) … .. (D.lgs 2004 – Codice dei beni culturali e del paesaggio)  Beni che possono essere sottoposti a tutela direttamente dai piani paesistici. Amplia il concetto di patrimonio culturale: beni culturali e beni paesaggistici. Quelli paesaggistici sono immobili e aree con valore storico,culturale, naturale morfologico ed estetico.

TUTELA AMBIENTE: Nel 1991 sono state introdotte  Aree naturali protette: 1) Parchi nazionali 2) parchi naturali regionali 3) riserve anturali.

VIA: procedura tecnico-amministrativa finalizzata a individuare gli effetti di una determinata opera sul contesto ambientale e a verificarne lacompatibilità con esso (1986). VIA STATALE : per grandi opere, il committente comunica il progetto prima dell’approvazione al Ministerodell’Ambiente, dei beni e delle attività culturali e alla Regione territorialmente interessata, dando annunzio sul quotidiano regionale più importante. Sicomunica 1) progetto dell’opera 2) incidenza spaziale e territoriale, corrispondenza con i piani urbanistici, paesistici e territoriali 3) scarichi liquidi,rifiuti ed emissioni nell’atmosfera, rumore con conseguenti alterazioni provocate e tecnologie adottate per diminuirle 4) descrizione dei dispositivi dielim e risarcimento dei danni all’ambiente in fase di costruzione gestione e monitoraggio. Vi sono 3 quadri di riferimento: programmatico (relazionetra opera progettata e pianificazione territ), progettuale (soluzioni adottate e caratt opera), ambientale (analisi delle componenti naturalistiche edantropiche e dei fattori ambientali: aria, suolo, vegetazione, ecc.). VIA REGIONALE: Province autonome di attuare procedure per la valutazionedell’impatto ambientale secondo 2 categorie: A) sempre soggette alla procedura (recupero di suoli dal mare, utilizzo non energetico di acquasuperficiale, fabbricazione carta dal legno, prod pesticidi e medicine, impianti smaltimento rifiuti pericolosi) B) devono rispettare la procedura solo sericadenti anche solo parz all’interno di aree naturali protette oppure l’autorità competente decide per il procedimento (cambiamento d’uso di aree non

coltivate con sup > 10ha, impianti di allevamento intesivo piccoli, impianti tecnici piccoli, impianti produzione ghise piccoli). VAS (valutazioneambientale strategica): non ancora recepita in Italia, trova il suo fondamento in direttive europee. Obbiettivo: garantire un elevato livello di protezione dell’ambiente e promuove lo sviluppo sostenibile. Stabilisce piani e programmi già all’atto della elaborazione ed adozione.  BENI 

CULTURALI: normativa di riferimento (Codice dei beni culturali e paesistici, 2004). I beni culturali pubblici sono inalienabili. La tutela spetta alloStato. Sono cose immobili che hanno interesse pubblico, storico, archeologico. Obbligo, come per i beni paesistici, di richiedere l’autorizzazione per interventi a l Ministero in caso di demolizioni, alle Sopraintendenze per tutto il resto. Su di essi le soprintendenze hanno la podestà di realizzispezioni, imporre interventi e assicurarne la conservazione.

LEGGI URBANISTICHE: (1942) Norma fondamentale della pianificazione urbanistica-territoriale in Italia. Obbliga i vari piani urbanistici. (1962)

introduce il PEEP. (1964) stabilisce le opere di urbanizzazione primaria. (1967, L. Ponte) obbliga dell’acquisizione della licenza edilizia el’introduzione nella pianificazione comunale delle zone omogenee con rinvio ad un decreto per individuare limiti di densità edilizia e rapportimassimi tra spazi destinati a insediamenti residenziali/produttivi e spazi destinati a servizi pubblici. (D.M.1968) (standard urbanistici) limitiinderogabili di densità edilizia, altezza, distanze fra fabbricati, rapporti vari. (Sentenza Corte cost. 1968) dichiara illegittimi gli articoli della leggeurbanistica in cui si dichiarava che non venivano indennizzati i proprietari gravati da prescrizioni del PRG comportanti l’inedificabilità a preordinatiall’esproprio (1968, L.Tampone) impone un limite temporale di 5 anni alla prescrizione dettata dalla sentenza della corte costituzionale (1971, L.

sulla casa) ha stabilito che l’indennizzo per l’espropriazione fosse calcolata sulla base del valor agricolo. Introd dei PIP e l’integrazione con le opere

di urbanizzazione secondarie (1975) Servizi igienici non direttamente areati ed illuminati, sistemi di vent. Scale e disimpegni con idonee ventilazioni.(1975,D.M. Sanità) ha stabilito i seguenti parametri: altezza minima dei locali: 2.70m (2.55m nei comuni montani sopra 1000m); 2.40m per corridoi,disimpegni, bagni, gabinetti e ripostigli; sup min della camere da letto: singola 9mq e doppia 14mq; sup finestrata dei locali di abitazione >= 1/8 dellasup del pavimento; si possono mettere stanze da bagno senza aperture verso l’esterno purchè provvis di imp di vent. (1977, L.10 Bucalossi) Edilizia

residenziale privata, sostituì la licenza edilizia con la concessione edilizia onerosa (in relazione all’incidenza degli oneri di urbaniz e del costo dicostruzione); inoltre stabilì in costituzionalmente l’indennizzo per esproprio sulla base del valore agricolo medio sia pure con l’introduzione di alcunicoeff correttivi; introdusse infine i progra pluriennali di attuazione. (1977, L.513) Edilizia residenziale pubblica, altezze virtuale non superiore a 4.5m(rapporto volume vuoto totale e sup abitabile degli alloggi); sup utile min consentita degli alloggi non inf a 45mq e non sup a 90mq. (L.1978) Haintrodotto il   Piano decennale per l’edilizia residenziale pubblica, indrocudendo le seguenti categ: 1) manutenzione ord e stra 2) restauro erisanamento conservativo 3) ristrutturazione edilizia 4) ristr urbanistica; introdusse anche l’autorizzazione edilizia gratuita al posto della concessioneedlizia per le opere di manutenzione straordinaria prevedendo il silenzio-assenso dopo 90gg. (L.1982) semplificazione ammin, esonerando i comunicon meno di 10000ab all’obbligo di dotarsi dei programmi pluriennali di attuazione. Ha introdotto il silenzio-assenso (90gg) per la concessioneedilizia (per nuove costr e recupero). (L.1985) Legge del Primo Condono Edilizio, è una sorta di legge quadro che elenca e codifica le diverseviolazioni edilizie; Anticipò la DIA ovvero per certe opere interne alla costruzione vi è bisogno della sola comunicazione al sindaco, accompagnata dauna relazione asseverata dal tecnico. (1989, L.13) Barriere architettoniche, obbligo di osservare le prescrizione in materia di superamento delle b.a. per quanto concerne gli edifici nuovi privati e la ristrutturazione di interi edifici; sono compresi anche gli edif di edilizia residenziale pubblica,

sovvenzionata e agevolata; infine di allegare una dichiarazione del prof abilitato di conformità degli elaborati alle prescrizioni. (1989, L.122)introdusse il Programma urbano parcheggi, allargò le dotazioni di parcheggi = 1mq ogni 10 mc di costruzione; permise di realizzare nel sottosuolodei parcheggi da destinare a pertinenze anche in deroga agli strumenti urbanistici. (L.142, 1990) Legge  sull’ordinamento delle Autonomie locali

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(L.241, 1990) Legge sulla Trasparenza del procedimento amministrativo. (1994) Legge finanziaria, Secondo condono edilizio (1996, L.24)

introduzione DIA; inizialmente non era permesso per zone omogenee classe A e immobili assoggettati a tutela storico-artistica. (D.P.R. 380, 2001) èil frutto della semplificazione della L.Bassanini e contiene Parte 1, titolo I : def degli interventi edilizi(manutenzione ord e straord, risanamento erestauro conservativo, ristrutturazione edilizia, nuova costr) e istituì lo  sportello unico dell’edilizia; titolo II: titoli abilitativi (attività edilizia libera,PdC, DIA) in relazione alle categorie di intervento e procedimento amm per il rilascio degli stessi; contributo commisurato all’incidenza degli oneri diurbanizzazione e al costo di costruzione, convenzione; titolo III: certificato di agibilità e relativo procedimento di rilascio; titolo IV: vigilanzasull’attività urb-edil, responsabilità e sanzioni.  Parte 2: disciplina delle costruzioni in C.A. e C.A.P e strutture metalliche, disp per favorire ilsuperamento e l’elim delle b.a., provvedimenti per le cost in zona sismica, norme sicurezza degli impianti, norme contenimento consumo energetico.(2001, L.Lunardi) ampliamento della DIA in superDIA: comprende interventi che necessitano del PdC. (2003) Terzo condono edilizio.

- STRUMENTI PIANIFICAZIONE:

Piani quadro o di area vasta: fissano obbiettivi e linee programmatiche per l’assetto di un ambito territoriale vasto come provincia o regione. 1)

 Piano territoriale di coordinamento regionale: è concepito come strumento generale di pianificazione riferito all’ambito territoriale della regione.Detta le grandi linee di assetto e sviluppo del territorio e definisce gli indirizzi ai quali deve attenersi la pianificazione dei sottostanti livelli, provinciale e comunale. Esempio: grandi linee di comunicazione, localizzazione di particolare rilievo (industriale, di interesse regionale). E’ fattadall’intesa di Amministrazione ed enti interessati (comune, provincie, consorzi di Bonifica, comunità montane). E’ adottato con delibera della GiuntaRegionale. L’adozione è resa pubblica con affissione agli altri albi pretori dei Comuni interessati e con fissazione di un termine per presentareosservazioni da parte degli enti interessati (non singolo privato). Infine controdeduzioni con delibera della Giunta regionale. Il PTC è approvato conapposita legge del consiglio regionale e pubblicata sul bollettino della Regione. 2) Piano territoriale di coordinamento provinciale:  per problemi diomogeneità si è abbassato il livello alle provincie. Deve indicare: le destinazioni del territorio in relaz alla prevalente vocazione, localizzazioneinfrastrutture e vie di comunicazione, sistemazione idrica idrogeologica forestale e del suolo, istituzione parchi e riserve naturali. 3) Piano territoriale

 paesistico e piano urbanistico-territoriale “con valenza paesistica”: la legge Galasso ha reso obbligatorio per le Regioni la pianificazione paesistica.Il nuovo testo unico in materia di beni culturali e ambientali ha istituito un solo piano:  piano paesistico. 4) Piano territoriale di aree metropolitane: le

sono metrop sono zone comprendenti i comuni di Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Roma, Bari, Napoli e altri i cui insediamentiabbiano con essi rapporti di stretta integrazione territoriale e in ordine alle attività economiche.

Piani urbanistici generali: sono in accordo con le direttive del piano quadro, fissano in modo vincolato le modalità di utilizzazione del suolo. Lascala è quella comunale e intercomunale. 1) PRG: prende in considerazione il territorio comunale e ne disciplina l’assetto complessivo. Contiene: viedi comun, divisione in zone, vincoli per ogni zona, spazi riservati agli edifici pubblici, vincoli da osservare nelle zone a carattere storico, ambientale, paesistico, norme per l’attuazione del piano. La  zonizzazione è la divisione in aree omogenee; la localizzazione individua le opere pubbliche o di pubbinteresse da allocare nell’ambito del territorio comunale. Gli  Elaborati sono preliminari di inquadramento, progettuali grafici, progett normativi,relazione tecnica generale. Il PRG è adottato con delibera del Consiglio Comunale, avviso affisso all’albo pretorio per 30gg; nei 30gg succ aldeposito presso la segreteria comunale si possono fare oss; il consiglio com fa le controdeduzioni; il PRG accompagnato dalle oss e dallecontrodeduzioni viene inoltrato alle Regioni che ha tempo 12mesi per approvare o respingere dichiarando le modifiche da apportare. Una voltaapprovato viene pubb sulal Gazzetta ufficiale e ha validità “teorica” indeterminata; LEGGE REGIONALE EMILIA ROMAGNA 20/2000 : introduce

il -> PSC (piano strutturale comunale: scelte strategiche utilizzo territorio, def. zone e vie di com., giudicato dalla prov.), POC (piano operativo

comunale: detto del sindaco def. cosa fare nelle zone del psc), RUE (regolamento urbano edilizia: strum. tecn. Definisce indici, tipologie, altezzeecc… ). 2) Piano regolatore intercomunale: quando si riconosce un opportuno coordinamento fra 2 o più comuni contermini. 3) Programma di

 fabbricazione: per comuni sprovvisti di PRG, raccoglie una serie di info tra cui limiti di ciascuna zona e precisazione dei relativi tipi edilizi. 4)

 Programma pluriennale di attuazione: individua le aree e le zone nelle quali debbano realizz le previsioni degli strumenti medesimi nell’arco di 3-5anni.

Piani urbanistici particolareggiati o attuativi di tipo tradizionale: nel dettaglio attuano le previsioni dei piani urbanistici generali. 1) Piano

 particolareggiato di esecuzione: strumento di attivazione del PRG; contiene: masse e altezze, spazi riservati ed opere di interesse pubblico, isolatidestinati a demolizione/restauro, suddivisione degli isolati secondo la tipologia prevista dal piano, proprietà da espropriare e da vincolare. E’ adottatodal Consiglio comunale e depositato presso la segreteria comunale, con avviso affisso all’albo pretorio per 30gg consecutivi, vengono fatte le osservda parte degli enti/istituzioni/cittadini. La giunta comunale risponde e approva. Non vi è la necessità di approvazione regionale. Ha durata 10anni. 2)

 Piano di lottizzazione: strumento attuativo del PRG di iniziativa privata consentito in assenza di piano particolareggiato. Si tratta di una convenzionefra privato e comune che prevede: cessione gratuita al comune entro termini stabiliti per le opere di urb primarie e sec, assunzione a carico del proprietario degli oneri di urbanizzazione e di una quota per quelle secondarie, termine non sup a 10 anni per concludere i lavori, congrue garanzie per l’adempimento degli obblighi derivanti dalla convenzione. C’è anche una lottizzazione d’ufficio fatta dal comune che invita i proprietari aurbanizzare. 3) PEEP: obbligo per i comuni con più di 50000ab a formare un piano delle zone da destinare alla costruzione di alloggi a carattereeconomico e popolare, nonché alle opere e servizi complanari urbani e sociali, ivi comprese le aree verdi (rete stradale, lotti con tipologie e opere pubbliche). La sua dichiarazione è subordinata alla dichiarazione di pubblica utilità in quanto le aree appartenenti alle zone vengo espropriate e cedutein proprietà a soggetti attivatori. 4) PIP: hanno lo scopo di incentivare e disciplinare gli insediamenti produttivi (a carattere industriale e artigianale,

commerciale o turistico). 5) Piano Recupero: i Comuni individuano le zone ove le condizioni di degrado rendono necessario un opportuno recuperodel patrimonio edilizio ed urbanistico esistente mediante interventi di conservazione e risanamento. Riguarda immobili, isolati, ecc…

Piani urbanistici attuativi di nuova generazione: sono nuovi strumenti nati prevalentemente attorno al tema della riqualificazione urbana; nasconoda finanziamenti. 1) Programma integrato di intervento: sono progra con lo scopo di riqualificare il tessuto urbanistico, edilizio e ambientale, conriferimento ad una norma del 1992 che destinava fino al 30% delle risorse statali. 2) programma di recupero urbano e contratto di quartiere: sistemadi programmi mirato a manutenzione e ammodernamento delle urbanizzazioni primarie (soprattutto impianti e servizi di rete) e secondarie eedificazioni di completamento e infine all’insediamento di elementi di arredo urbano. Si aggiungono inoltre manutenzione ordinaria straordinaria,restauro e risanamento conservativo, ristr degli edifici. 3) Programma di riqualificazione urbana: lo scopo è quello dei recuperi urbani ma resi possibili con dei fondi che erano rimasti inutilizzati. 4) Programma innovativo in ambito urbano e contratto di quartiere: è mirato ad incrementare ledotazioni infrastrutturali di zone degradate al fine di favorire l’integrazione sociale e l’adeguamento dell’offerta abitativa.

Piani settoriali e di completamento: sono strumenti che in relazione alle problematiche settoriali (mobilità, parcheggi) possono consentirecomplementi e integrazioni ai piani urbanistici. 1) Programma urbano dei parcheggi: dimensioni e localizzazione dei parcheggi finalizzateall’interscambio collettivo (grandi città). 2) Piano urbano del traffico: comuni sopra i 30000ab con la finalità di migliorare la sicurezza stradale, lecondizioni di circolazione, contenere inquinamento acustico ed atmosferico. 3) Piano urbano della mobilità: ha introdotto il mobility manager (zone

ZTL, AP e zone 30). 4) Programma della rete ciclo-pedonale. 5) Piano di risanamento acustico: analisi delle fonti sonore e dei livelli fonometrici inalto, piano di azzeramento acustico e norme tecniche di risanamento acustico.

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- STRUMENTI DI DISCIPLINA EDILIZIA: non vanno confusi con gli strumenti urbanistici in quanto non operano scelte di utilizzazione delterritorio. Essi sono: 1) Regolamento edilizio: è presente nella prima legislazione dello Stato del 1865 e conteneva commissione edilizia comunale, presentazione delle domande di concess edil, altezze min e max dei fabbricati secondo le zone, distacchi dai fabbricati vicini e dal filo stradale,ampiezze cortili e spazi interni, aspetto dei fabbricati, norme igieniche, parchi e giardini privati, numeri civici, ecc… 2) Regolamento d’igiene: è del1901 ed è ancora vigente.

- STANDARD URBANISTICI: le zone omogenee sono lo strumento principale con cui il PRG opera per disciplinare il territorio comunale. Vi èstata la formazione delle sottozone con il Decreto 68. Gli standard urbanistici sono: misura minima e tipologia dei servizi e delle infrastrutture

stabilite oer ogni zona omogenea da recepire obbligatoriamente dagli strumenti urbanistici. E’ necessario avere 18mq per ogni abitante di spazioriservato a spazio pubblico (9 verde, 4.5 istruzione, 2 attrezzature interesse pubblico, 2.5 parcheggi in aggiunta al 1mq ogni 10mc di costruito). Unabitante teorico corrisponde a 25mq di superficie lorda abitabile per 80mc vuoto di pieno (eventualmente espandibile di 5mq). Zona A: centri storici(l’amministrazione deve dimostrare di non poter garantire i minimi stabiliti); Zona B: edificate non storiche (impossibilità di garantire i limiti poichégià edificate; tolti i servizi soddisfatti si devono recuperare entro i limiti disponibili esistenti nelle immediate adiacenze ovvero su aree accessibilitenendo conto di raggi di influenza delle singole attrezzature e organizzazione dei trasporti pubb); Zona C: zone di espanzione (devono essereassicurate integralmente le quantità minime; Zona D: produttive e per insediamenti produttivi (rapporti massimi fra insed produttivi, quali industrie ecommercio, e spazi pubblici destinate ad attviità collettive, a verde pubblico o a parcheggi; Zona E: zone agricole (quantità minima 6mq per istruzione e attrezz di interesse culturale); Zona F: zone per servizi (gli spazi per attrezzature di interesse pubblico devono essere almeno: 1.5mq/ab per scuole dell’obbligo, 1mq/ab per attrezzature sanitarie, 15mq/ab per parchi pubblici urbani e territoriali); Zona G: zone per nuovi servizi diquartiere ancora da destinare.

D.P.R. 380, 2001 (Testo unico)

- TITOLO ABILITATIVI: 1) ATTIVITA’ EDILIZIA LIBERA (manut. Ord., eliminazione barriere architett., opere temp.); 2) PERMESSO DICOSTRUIRE (nuova costruz., ristr. Urban., ristr. Edilizia quando variazione dest.d’uso, sagoma, volumi,..); 3) DIA (Tutto ciò che non rientra nelPdC, varianti al PdC che non variano volumetria e standard urb). - PdC: Sono interventi di trasformazione urbanistica ed edilizia del territorio. E’rilasciato al proprietario dell’immobile o a chi l’abbia richiesta; è trasferibile con l’immobile al successore o a chi avente causa. E’ irrevocabile edonerosa. E’ rilasciato in conformità alle previsioni degli strumenti urbanistici, dei reg. edilizi e della discip. Urban. Vigente. E’ sempre subordinataall’esistenza delle opere di urbanizz. Primarie o alla previsione che esse vengano realizzate entro 3 anni. E’ rilasciato dal dirigente/respons. dell’uff.comunale competente (art.13). E’ derogabile solo per edifici ed impianti pubblici, previa deliberaz. del consiglio comunale. In esso sono indicati itempi di inizio e fine lavori (1 anno per partire, 3 anni per finire); questi sono derogabili per fatti avvenuti estranei alla volontà del titolare del Pdc. Per opere non concluse è necess un nuovo PdC, oppure, eventualmente, di una DIA. Il rilascio ne comporta la corrispondenza di un contributocommisurato all’incidenza degli 1) oneri di urbanizz. Primaria e secondaria 2) costo di costruzione. Entrambe vanno corrisposte al comune all’atto delrilascio del PdC: la prima può essere rateizzata, la seconda va corrisposta in corso d’opera e non oltre 60gg dall’ultimaz dei lavori. L’incidenza deglioneri di urbanizzazione (aggiornati ogni 5 anni) è stabilita con delibera comunale in base alle tabelle parametriche stabilite dalla Regione in funzionedell’ampiezza e dell’andamento demograf. dei comuni, caratt geografic del comune e delle destinazioni di zona previste dagli standard urbanistici.Opere urbanizz. Primaria: strade residenziali,spazi di sosta, parcheggi; fognature; rete idrica, rete di distribuzione energia elettrica e del gas; pubblicailluminazione, spazi di verde attrezzato. Opere urbanizz. Secondaria: asili nidi, scuole materne e dell’obbligo; mercati di quartiere, centri sociali,attrezzature culturali e sanitarie; impianti sportivi di quatiere; aree verdi di quartiere. Costo di costruzione: per nuovi edifici è determinato periodicdalle regioni con rifer ai costi max ammissibili per l’edilizia agevolata; nel caso di edifici esistenti il costo di costruzione è in relazione agli interventistessi; nel caso di edilizia abitativa convenzionata, relativa ad edifici esistenti, l’onere del PdC si riduce alla sola quota relativa alle opere di urbanizz,

 purchè il titolare del PdC si impegni a rispettare l’art.18; Il costo di costruzione non è dovuto per: interventi in zone agricole, ristruttur. e ampliamentiin misura <=20% di edifici unifamiliari, opere di urbanizz eseguite anche da privati, interventi di realizzazione a seguito di pubbliche calamità. Il PdCrelativo a costruz o impianti destinati ad attività industr o artigianali comporta un contributo pari all’incidenza delle opere di urbanizzazione, di quellenecessarie per il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti e di quelle necessarie alla sistemazione dei luoghi ove siano alterate le caratteristiche.L’incidenza di tali opere è fissata del Consiglio comunale. Il PdC relativo a costr e impianti destinati ad attività turistiche, commerciali, direzionalicomporta un contributo pari all’incidenza delle opere di urbanizz + una quota (<=10%) del costo del documento di costruzione. La domanda per ottenere il PdC: deve essere sottoscritta da uno dei soggetti legittimati, va presentata allo sportello unico e deve contenere attest. concernente il iltitolo del lettimario, elaborati progett e autocertificazioni circa la conformità del progetto alle norme igenico-sanitarie per l’edilzia resid; Lo sportellounico comunica entro 10gg il nominativo del RUP; Entro 60gg dalla presentazione della domanda, il RUP acquista i pareri dagli uffici competenti;RUP richiede modifiche, l’interessato ha 15gg per integrare la documentazione, il termine 60gg riparte dal momento della ricezione dei docintegrativi; il provvedimento finale viene notificato all’interessato e adottato dal RUP entro 15gg; L’avvenuto rilascio è data notizia medianteaffissione all’albo pretorio; I 60gg diventano 120gg per comuni >100000 abi. - DIA: Il proprietario o chi ne ha diritto presenta la domanda allosportello unico entro 30gg dall’inizio lavori; la denuncia deve essere accompagnata da relazione tecnica dettagliata, firmata da progettista abilitato,con elaborati grafici che osservino la conformità agli strumenti urbanistici approvati, ai regolamenti edilizi, alle norme sulla sicurezza e a quelleigienico-sanitarie. La DIA è corredata dall’indicazione dell’impresa esecutrice e dal termine massimo di durata 3 anni. La realizz della parte nonultimata dell’intervento è subordinata a una nuova DIA. L’interessato è tenuto a comunicare la data di ultimazione lavori. Ultimato l’intervento, il

 progettista o il tecnico rilascia un certificato di collaudo finale che va presentato allo sportello unico con il quale si attesta la conformità del progettoal progetto presentato con la DIA.

- TIPOLOGIE DI INTERVENTO: a) manutenzione ordinaria: opere di riparazione, rinnovamento sostituzione delle finiture, mantenimentodell’efficacia degli impianti tecnologici. b) manutenzione straordinaria: opere e modifiche necessarie per rinnovare e sostituire parti anche strutturalidegli edifici, sempre che non alterino i volumi e le superfici delle singole unità immobiliari e non comportino modifiche delle destinazioni d’uso. c)

restauro e risanamento conservativo: interventi edilizi volti a conservare l’organismo edilizio e assicurarne la funzionalità mediante opere che neconsentano destinazioni d’uso con essi compatibili. Sono il consolidamento, ripristino e rinnovo degli elementi costitutivi dell’edificio, inserimento dielementi accessori e impianti richiesti dalle esigenze d’uso. d) ristrutturazione edilizia: interventi atti a trasformare gli organismi edilizi mediante uninsieme di opere che possono portare lo stesso a uno stato diverso da quello di partenza (anche diverso volume); riguardano anche la demolizione ericostruzione con la stessa volumetria e sagoma. e) nuova costruzione: interventi di trasformazione edilizia e urbanistica del territorio che nonrientrano nei precedenti. f) ristrutturazione urbanistica: interventi rivolti a sostituire l’esistente tessuto urbanistico-edilizio con altro differente.

- SPORTELLO UNICO PER L’EDILIZIA (SUE): le amministrazioni comunali devono istituire tale sportello che curi tutti i rapporti fra ammin eove occorra, con altre ammin tenute a pronunciarsi in merito all’intervento edilizio soggetto della richiesta di PdC o di DIA. Acquisisce ladocumentazione  per tutte le opere inerenti attività edilizie, raccoglie i pareri dell’ASL, dei Vigili del fuoco, dell’AGEA, ACOSEA, ecc… e cura le

incombenze necessarie ai fini dell’aquisizione degli altri atti di assenso. Questi sono ottenuti con la conferenza di servizi.

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- AGIBILITA’: Il certificato di agibilità attesta la sussistenza delle condizioni di sicurezza, igiene, salubrità, risp energetico degli edifici e degliimpianti installati valutato secondo le normative vigenti. Viene rilasciato dal responsabile dell’ufficio competente con riferimento ad edifici nuovacostruz e ristrutturazioni o sopraelevazioni totali o parziali. Il soggetto titolare della DIA è tenuto a chiedere il rilascio del certificato di agib. Lamancata presentazione della domanda implica sanzione amministrativa. Alla domanda del rilascio del certif di agib deve essere allegata copia delladichiarazione presentata per l’iscrizione al catasto. Il rilascio avviene dopo 15gg dalla fine dei lavori. Il titolare della DIA deve presentare domandaallo sportello unico corredata da richiesta di accatastamento, dichiarazione dello stesso richiedente del certificato di abitabilità e di conformità al progetto, dichiarazione dell’impresa installatrice che attesta la confor degli impianti. Lo sportello unico comunica al richiedente entro 10gg il RUP.Entro 30gg dalla ricezione della domanda, il responsabile dell’uff comunale previa eventuale ispezione dell’edficio, rilascia il certificato di agibilità,

verificata la seguente documentazione: cert di collaudo statico, cert dal competente ufficio tecnico della regione, attestante la conformità delle opereeseguite in zona sismica, richiesta di accatastamento, dichiarazione di conformità in materia di accessibilità e superamento delle barrierearchitettoniche. Trascorsi 30gg vale il silenzio-assenso se il potere del rilascio è dell’USL. Nel caso di autodichiarazione 60gg per il silenzio-assenso.

- legge 10 (9/01/91, T.U.cap.VI):  Norme per l’attuazione del piano energetico nazionale in materia di uso razionale di energia, di risparmioenergetico e di sviluppo delle fonti rinnovabili di energia. Scopo della presente norma sono: migliorare i processi di trasf dell’energia, ridurre iconsumi di energia, migliorare le condizioni di compatibilità ambientale, dell’utilizzo dell’energia a parità di servizio reso e do qualità della vita.Incentiva: uso razionale energia, contenimento dei consumi, fonti rinnovabili e riduzione consumi specifici di energia per proc produttivi oltre cherapida sostituzione di impianti obsoleti.

- SICUREZZA DEGLI IMPIANTI (L.46/90; T.U.cap.V): sono soggetti all’applicazione delle norme (qualunque sia la dest d’uso): impianti di prod, trasporto, distribuzione, utilizz energia elettrica all’interno di edifici, impianti radiotelevisivi ed elettronici, imp di riscald e clima, impidrosanitari, imp per il trasporto e l’utilizz del gas, imp protezione antincendi. Sono abilitati all’install, alla trasf, all’ampliamento e alla manutenzionetutte le imprese, singole o associate, regolar iscritte nel registro delle ditte o nell’albo prov delle imprese artigiane (devono essere in possesso diattestazione rilasciata da S.O.A, società organismo di attestazione).

- PREVENZIONE INCENDI: 3 obbiettivi: salvaguardia delle persone, salvag delle proprietà circostanti, limitazione del rischio interno all’edificio.Il progetto deve riguardare: condizioni e grado di isolamento, resistenza al fuoco, sezionamento e compartimentazione verticale e orizzontale, possibilità di sfogo gas di combustione, esame delle risorse idriche esistenti nelle adiacenze, facilità di accesso dei vigili del fuoco, vie di uscitaabbondanti e facil accessibili. La durata di resistenza al fuoco effettiva di una struttura o di un locale, sottop ad incendio, è in relaz diretta con laquantità di materiale combustibile presente ed è espressa dal carico d’incendio.

- STRUTTURE RICETTIVE: Strutture alberghiere:  Alberghi:  esercizi ricettivi aperti al pubblico che forniscono alloggio, servizi generalicentralizzati ed eventualmente vitto ed altri servizi. Esistono alberghi da 1 a 5 stelle, che sono dotati di almeno 7 camere o unità abitative. Il n° dicamere deve essere < del n° di unità abitative. Motel: da 1 a 5 stele, sono dotati di almeno 7 camere o unità abitative, servizio autorimessa con boxauto con tanti posti quanti il n° delle camere, servizio assistenza ai turisti motorizzati, rifornimento, ristorante e tavola calda bar. Villaggi: da 1 a 5stelle, sono dotati di almeno 7 unità abitative dislocate in più stabili, in un’unica area perimetrale chiusa.  Residenze turistico-alberghiere: da 2 a 4stelle, sono costituite esclusivamente da unità abitative. Alberghi diffusi: sono costituiti da unità abitative dislocate in 1 o più stabili separati, integratifra loro da servizi centralizzati quali uffici di ricevimento, sala ad uso comune, eventualmente ristorante con un n° di posti letto complessivo noninferiore ad 80. Strutture ricettive a carattere sociale: sono alberghi ostelli per la gioventù, case per le ferie, ecc… alberghi per la gioventù: senzafinalità di lucro per giovani turisti ed accompagnatori; case per ferie: sono strutture per soggiorno di ferie gestite da Enti pubblici, associazioni,cooperative sena fine di lucro per il conseguimento di finalità sociali, religiose e sportive, nonché enti o aziende per il soggiorno dei propri dipendentie loro familiari;  forestiere: sono strutture presso sedi di enti pubblici, associazioni o aziende per ospitare occasionalmente soci, dipendenti,  partecipanti alle attività.; Centri per soggiorni sociali: sono strutture gestite da enti o associazioni senza finalità di lucro che operano a livellonazionale o locale per finalità ricreative, culturali e sociali, esclusivamente per i loro associati a tariffa agevolata per periodi considerevoli. Strutture

ricettive all’aria aperta: esercizi aperti al pubblico, attrezzati per la sosta ed il soggiorno di turisti, poste in aree recintate con accesso unicocontrollabile da personale si sorveglianza. Campeggi: da 1 a 4 stelle, sono attrezzati per la sosta ed il soggiorno di turisti provvisti di mezzi autonomidi pernottamento, ovvero per l’alloggiamento in mezzi stabili o mobili messi a disposizione della gestione per una capacità ricettiva non superiore al30% di quella complessiva. Se la supera diviene un villaggio turistico. Villaggi turistici: da 1 a 4 stelle, sono dotati d allestimenti di piccoledimensioni, per turisti sprovvisti di mezzi di pernottamento.

ALBERGHI: camere da letto singole (24mc, 8mq) e doppie (42mc, 14mq); i vigili del fuoco sono delegati a rilasciare il nullaosta per proseguirel’attività e prescrivere le prescrizioni tecniche da effettuare entro 6 mesi. Scopi normativa CEE antincendi (edifici esistenti): ridurre i rischi chedivampi un incendio, impedire la propagazione degli incendi, consentire a tutti gli occupanti di lasciare incolumi lo stabile, consentire l’intervento deiservizi di soccorso. Inoltre, soddisfare le esigenze: predisporre vie di evacuazione, chiaramente segnalate, libere ed aperte; garantire la stabilitàdell’immobile in caso di incendio per un tempo minimo necessario per l’evacuazione; limitare accuratamente la presenza e l’uso di materialialtamente infiammabili; assicurare il corretto funzionamento dei mezzi necessari per allarmare gli occupanti; localizzazione delle piantinedell’edificio con indicazione delle vie di fuga; inserire mezzi di primo soccorso (estintori); adeguato addestramento e formazione del personale.Orientamenti tecnici: le vie di evacuazione devo sfociare in modo indipendente in strada/spazio aperto; porte, scale e vie di evac segnalate consimboli normalizzati (ISO) libere e non chiuse, devono aprirsi nel senso di evacuazione; le vie di comunicazione devono essere libere da ostacoli enon si possono disporre specchi che potrebbero forviare il percorso; Per le Scale occorre valutare 1)il n° max di persone o 2) la dist max da percorrere per raggiungere le scale; se il criterio è 1), gli alberghi con 2 o più piani f.t. che ospitano più di 50 persone devo avere almeno 2 scale; se è applicato ilcriterio 2), la lungh dei corridoi cechi non superare i 10m e la distanza dalle scale deve essere < 35m. Caratteristiche costruttive (alberghi esistenti): per edifici con max 3 piani f.t. la resistenza al fuoco (R) = 30min, negli edifici con piani > 3, R = 60min; per i solai, se i piani f.t sono <=3,REI=30min, se piani > 3, REI=60min. Ingabbiamento delle scale: alberghi con più di 2 piani f.t. devono avere pareti REI 30; la parete sup di ogni piano deve finestra in vetro apribile dal p.t. con sup >= 1mq; tramezzi: REI 30 e i loro telai RE 15.

CASE DI RIPOSO: Sono sottoposte a controllo antincendio da parte dei vigili del fuoco con ricettività superiore a 25 posti letto; organizzazionestrategica della mobilità e misure organizzative e gestionali. Deve essere redatto un prospetto contenente: n° dei posti letto, adempimento della prevenzione incendi: provviste d certificato prev incendi, nullaosta provvisorio, sottoposte ad esame progetto in attesa di visita tecnica, sottoposte avisita tecnica in attesa di ulteriori adempimenti, altra posizione.

AGRITURISMO: Sono attività solamente di ricezione e ospitalità, fatte da imprenditori agricoli attraverso l’utilizzazione della propria azienda. Taliattività sono: dare ospitalità, somministrare cibi e bevande costituite prevalentemente da prodotti propri, organizzare attività ricreative e culturalinell’ambito dell’azienda. Possono essere utilizzati per attività agrituristiche e locali siti nell’abitazione dell’imprenditore ed edifici esistenti nel fondo.Le leggi regionali disciplinano gli interventi per il recupero del patrimonio edilizio esistente. Il restauro deve avvenire nel rispetto delle caratteristichetipologiche ed architettoniche degli edifici esistenti e nel rispetto delle caratteristiche ambientali delle zone interessate. Vi è un elenco regionale dei

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soggetti abilitati all’esercizio delle attività agrituristiche. Ci vuole un’opportuna domanda: copia della concessione edilizia, parere favorevoledell’autorità sanitaria competente relativamente a locali da adibire ad attività, certificato di iscrizione nell’elenco, copia del libretto sanitario alle persone che esercitano l’attività. Annualmente l’agriturismo deve dichiarare le tariffe che applica alle diverse attività.

IMPIANTI SPORTIVI: Ci sono 3 tipi di attività: sport di terra (piccoli campi:pallavolo, tennis, calcio a 5; grandi campi:atletica, calcio, rugby,ecc..), sport d’acqua (spazi d’acqua regolamentari: nuoto, tuffi; piste di neve e ghiaccio: bob, sci), sport d’aria. Ogni sport è regolamentato dallenorme di sicurezza per gli impianti di capienza superiore a 100 persone. L’impianto deve essere ubicato in zone dove sia facile l’avvicinamento emanovra dei mezzi di soccorso e possibilità di sfollamento verso aree adiacenti. In particolari accessi e spazi riservati alle manovre dei veicoli di

soccorso devono essere previste: altezze libere non inferiore a 4m, larghezza non inferiore a 3.5m, pendenza non superiore a 10%, resistenze al carico per automezzi di peso complessivo non inferiore a 20t. Le strade per l’allontanamento del pubblico deve essere di una largh pari a ½ della larghcomplessiva delle uscite (se l’allontanamento è in 2 sensi) o pari alla largh complessiva dell’uscita se in un solo senso. Se non è possibile rispettare lelarghezze devono essere prescritti spazi scoperti di superficie tale da contenere il pubblico. Gli impianti al chiuso possono essere inseriti in struttureove vige la prevenzione antincendio (devono essere previste strutture REI 90). L’impianto deve essere ubicato in un’area dove la viabilità garantiscaun rapido sfollamento. Ci vuole un parcheggio adeguato (1mq per ogni spettatore). Capienza zone spettatori:  per ottenere la massima si divide losviluppo in metri lineari per 0.48; sia per gli impianti all’aperto con capienza > 10000persone che quelli chiusi con capienza > 4000p non sonoconsentiti posti in piedi, ossia posti a sedere numerati e larghezza non inf a 0.45m. Settori: impianti all’aperto con spettatori > 10000 e impianti alchiuso con spett > 4000 richiedono la divisione in settori; per manifestazioni calcistiche è necessario un settore opportunamente dimezzato per i tifosidella squadra ospite; ogni settore deve avere vie d’uscita indipendenti facilmente riconoscibili; i settori devono essere divisi con setti di materialeincombustibile di altezza non inferiore ai 2.2m e in grado di resistere a spinta orizzontale non inferiore a 80 kg/m applicata a 2.2m; la zona spettatori equella riservata alle attività sportive, negli impianti all’aperto, deve essere divisa da un fossato di larghezza e profondità pari a 2.5m. Sistema vie

d’uscita: gli spettatori devono avere vie d’uscita indipendenti da quella destinata all’uscita delle attività sportive; la largh compl delle uscite deveessere dimensionata con una capacità di deflusso < 250 per gli impianti all’aperto e < 50 per quelli al chiuso; la larghezza di ogni uscita deve essere>= a 2 moduli; due scale possono essere unite purchè questa abbia largh pari a quella delle due; per scale con largh super a 3m occorre un corrimanocentrale; per gli impianti al chiuso la distanza massima dalle uscite deve essere <= 40m. La biglietteria deve essere a meno di 10m dall’entrata. Impianti igienici: almeno un vaso, 3 orinatoi e 2 lavabi per gli uomini e da 4 vasi e 2 lavabi per le donne (unità igienica); un’unità igienica soddisfa500 uomini e 1000 donne oer impianti con capienza < 30000spett; per capienze superiori occorrono unità igeniche che soddisfino almeno 1000uomini e 1000 donne. Spogliatoi: non meno di 30mq al netto di servizi + docce lavabi e vasi; ogni spogliatoio deve servire 16 praticanti; obbligatorialmeno 2 spogliatoi. Pronto soccorso: se l’impianto ha capienza > 30000spett deve essere previsto il pronto soccorso per ogni settore; se <30000spettil pronto soccorso può essere abilitato per altri usi compatibili con quello sanitario.  Depositi: devono essere previsti depositi comunicanti con la zonaadibita all’attività sportiva. Telecamere a circuito chiuso: se capacità > 30000spett l’impianto televis è obbligatorio, come la registrazione.  Recinzioniesterne: gli impianti con cap > 5000spett devono avere una recinzione esterna costituita di materiale incombustibile di altezza non inf a 2.5m in gradodi sopportare una spinta orizzontale di 80kg/m.  Antincendio: deve essere previsto per  impianti all’aperto con cap > 5000spett e al chiuso con cap >1000spett.   Disposizioni particolari impianti con cap < 100persone (spett+praticanti+addetti): il n° di persone complessive è indicata sottoresponsabilità del titolare; deve avere non meno di 2 uscite di cui una di largh non inf a 2 moduli; per la larg delal seconda uscita non si deve scenderesotto gli 80cm. Il Ministero dell’interno può permettere delle deroghe (perman, temp o altro) a tali prescrizioni. Sono ammesse strutture pressostatiche(teli gonfiabili); tale copertura deve essere in materiale resistente al fuoco; sono necess sostegni che impediscano il rischio di una repentina caduta di pressione.

LOCALI di PUBBLICO SPETTACOLO: 3 tipologie di edifici: teatri, sale concerto, sale cinematografiche. Certe hanno un uso specifico, alcunealtre possono avere carattere multifunzionale; i vincoli di progettazione sono rappresentati dalla forma e dalla volumetria delle sale, inoltre ci sono

 particolari esigenze di acustica e notevole variabilità dei carichi termici interni dovuti a persone e illuminazione (benessere artisti e pubblico); per consentire l’intervento dei mezzi di soccorso, gli accessi devono essere: larghezza 3.5m, altezza min libera 4m, raggio di volta 13m, pendenza max10m, resistenza al carico 20t. Per locali siti ad altezza antincendio > 12m deve essere assicurata la possibilità di accatastamento delle autoscale deivigili del fuoco. L’affollamento dipende dal numero di posti a sedere previsti; in mancanza di tale dato si considerano i seguenti valori: 0.7/1.5 pers amq nella sala principale, 1.4/2 pers a mq nel layer durante gli intervalli. Il metabolismo di circa 100W a persona, con un’aliquota di calore sensibile di70/80W, il carico specifico varia tra 70-80W in sala e circa 160W layer.  Norme UNI 8199: livelli sonori max, 30db per teatri, 25db per sale daconcerto, 35db per sale cinematografiche. Comportamento al fuoco: atrii, corridoi di disimpegno, scale, rampe devono essere realizzati con materialidi classe 1 per il 50% (pavimenti, pareti, soffitti, proiez orizz delle scale) e per il restante di classe 0; tutti gli altri pavimenti dei rimanenti ambienti possono essere realizz di classe 2; poltrone e mobili imbottiti di classe 1; con particolari accorgimenti nella progett antincend posso assumere classi1,2,3 invece di 0,1,2, tranne che per i tendaggi che rimangono di classe 1; Posso usare legno sul palcoscenico; altrove è ammesso se rivestito di mat diclasse 0.  Pressioni sonore max: 105db a decorre dal 1 Giugno 1999 limitatamente ai luoghi di pubblico spett o intrattenimento danzante; 103db adecorrere da 12 mesi dall’entrata in vigore del presente regolamento; 95 db limitatamente ai luoghi di pubblico spettacolo o di intrattenimentodanzante e da 6 mesi dall’entrata in vigore del presente regolamento per tutti gli altri esercizi pubblici. Il gestore del locale è resp degli impiantielettroacustici in dotazione ed effettua le verifiche sull’imp ogni volta che ci sono modifiche o riparazioni; la relazione da stilare deve contenere:componenti dell’impianto, impost dell’imp elettroacustico corrispondente alla max emissione sonora, valore della pressione sonora, planimetria conindicazione della posizione dei diffusori; nel caso di impianto potenzialmente non idoneo il tecnico competente effettua un nuovo controllo in

esercizio. 

EDILIZIA OSPEDALIERA, CASE DI CURA, STRUTTURE SANITARIE RESIDENZIALI: Decreto del 1939: l’ente che vuole costruire unnuovo ospedale deve tenere in considerazione il Piano Provinciale e deve comunicare al Prefetto della provincia la domanda corredata dal pianofinanziario e dal progetto di massima; nella relazione devono essere specificati: collegamenti della nuova struttura con quelle esistenti, indicarecaratteristiche, numero e tipi di reparto, divisioni sezioni e servizi, caratteristiche dell’area prescelta, particolarità costruttive che garantiscono un buonsoggiorno ai ricoverati, sistemi di riscaldamento, ventilazione, provviste d’acqua, metodi adottati per assicurare l’indipendenza dei reparti eseparazione dei sessi. Il progetto di massima e la relazione che lo illustra devono precisare il n° e le caratteristiche degli edifici ed ambienti, ai singoliservizi di cura; devono dimostrare che attorno al complesso è lasciato uno spazio id 15-20 mq per ogni posto letto, giardino o terrazzo scoperto inmodo che i convalescenti e malati possano facilmente accedervi. Nella costruzione degli ospedali deve essere prevalentemente usata il doppio corpodi fabbrica, in modo che i corridoi, servendo la sola degenza di un lato, abbiano abbondante aereazione ed illuminazione a mezzo finestre e vetrate praticate nel lato interno; attorno ai muri perimetrali, quando non esista contromuro con intercapedine ventilata, deve essere costruito un marciapiedein CLS di almeno 1.2m e spessore 10cm con pendenza verso l’esterno; il pavimento deve essere impostato su vespaio aerato e risultare almeno 60cmsopra il piano campagna, corridoi di largh min 2m; ogni piano servito almeno da 2 scale e se il fabbricato è lungo le scale vanno aumentate proporzionalmente; gradini largh min 1.5cm pedana min 28cm e altezza max 17cm; le rampe devono essere rettilinee; i pianerottoli devono consentireil comodo trasporto dei malati in barella; le porte devono aprirsi verso l’esterno. Legge 1968: gli ospedali devono avere: servizio di accettazione;

idonei locali di degenza divisi secondo natura della prestazione, del sesso ed età dei malati; locali separati per l’isolamento e cura delle malattieinfettive, servizi di disinfestazione, lavanderia, guardaroba, bagni, cucine, dispense, pronto soccorso e mezzi di trasporto, poliambulatori, assistenzareligiosa, sala mortuaria per autopsie. Categorie ospedali: 1) lungodegenti o convalescenti; 2) di zona, provinciali, regionali; 3) reparti medicina

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generale, chirurgia generale, di specialità. D.M. 1977 (Case di cura) distinzione: 1) medico-chirurgiche generali, mediche, specialistiche,monospecialistiche, ad indirizzo particolare; Per le medico-generali devono esserci posti per 150 degenze minimo mentre per le altre 50; i progettidelle case di cura devono essere approvate dagli organi generali; è necessaria una relazione tecnico sanitaria simile a quella richiesta per gli ospedali.D.P.C.M. 1989 strutture residenziali sanitarie per anziani non autosufficienti, non assistibili a domicilio; strutture extraospedaliere finalizzate afornire accoglimento, prestazioni sanitarie assistenziali e di recupero a persone non autosufficienti; gli spazi vanno concepiti per persone portatrici dihandicap; devono poter usufruire di tutti gli spazi e si cerca di ricreare dentro alla struttura condizioni di vita ispirate al proprio domicilio. D.P.R.1997

tutti i presidi devono essere in possesso dei requisiti previsti dalle vigenti leggi in materia di: protezione antisismica, prot antincendio, prot acustica,sicurezza e continuità elettrica, sicurezza anti-infortunistica, igiene nei luoghi di lavoro, protezioni dalle radiazioni ionizzanti, eliminazione delle

 barriere architettoniche, smantellamento dei rifiuti, condizioni microclimatiche, impianti di distribuzione del gas, materiali esplodenti.

EDILIZIA SCOLASTICA: Scuola materna: le caratteristiche dell’area sono importantissime, per la vivibilità dei bambini ci devono essere grandirapporti fra esterno ed interno; le scuole materne vanno obbligatoriamente realizzate ad un solo piano e su terreni pianeggianti, garantendo le miglioricondizioni di soleggiamento nei vari ambienti.  Dimensioni: min 3 sezioni max 9 sezioni, ognuna delle quali formata da 30 bambini; una sezionecorrispon ad una sup di 750mq. Organizzazione: fanno parte di essa gli spazi pedagogici, i servizi igienici e la mensa; i primi vanno definiti in formadinamica e suscettibile di frequenti mutazioni, rappresentano il nucleo più importante della scuola che è ubicato a contatto con gli spazi esternidestinanti a giardino e giochi all’aperto; le attività necessitano di disporre di elementi di arredo finalizzati a sensibilizzare l’apprendimento; i serviziigienici devono servire tra i 90 e i 110 bambini, ci vuole un armadietto personale e il tutto va studiato con il fine di insegnare pulizia ed igiene; lamensa ha un indice standard di sup pari a 0.67mq per alunno, con l’ipotesi di doppio turno (troppo laboriosa); nella maggior parte dei casi si considera1.34mq per alunno senza il doppio turno per scuole con 3 sezioni. Scuola elementare: le caratteristiche del luogo prevedono l’inserimento in zoneove vi sia salubrità dell’aria e lontananza da fonti di rumore; la norma prevede min 5 max 25 aule; le dim del lotto variano da 2300mq (5 classi) a12550mq (25 classi); ogni aula deve essere 45mq ed ospitare al max 4 gruppi di lavoro da 4 persone (max 16 bambini); la biblioteca deve essere disup 30-50mq; la palestra di 200mq ivi compresi i servizi. D.M.1975 In fase di formazione degli strumenti urbanistici si dovrà procedere allalocalizzazione e al dimensionamento delle scuole di ogni ordine e grado, attenendosi ai seguenti criteri: condizioni ecologiche e urbanistiche, sviluppodemografico ed economico del territorio, conseguenze dovute alla scuola, livello delle attrezzature culturali, quantità e stato degli edifici esistenti,

 piani finanziari per attuare il programma tempi di attuazione; la scuola deve essere un continium educativo, inserito in un contesto urbanistico esociale e non come entità autonoma; pertanto gli edifici scolastici devono essere previsti in stretta relazione fra loro e con gli altri centri di servizio(sportivi, ricreativi, culturali e amministrativi). Localizzazione: le destinazioni d’uso e le localizzazioni degli ed scolastici devono discendere da unostudio che ne valuti le conseguenze, perciò si deve tener conto: tipo di scuola, età e n° di alunni destinati a frequentarla; tempo massimo e modo di percorrenza tra scuola e residenza; condizioni ambientali. Scuola materna: alunni non autonomi (ambito residenziale); scuola elementare: consente diraggiungerla a piedi (residenziale) oppure con trasporti pubblico-scolastici (insediamenti sparsi); scuola secondaria: appartiene ad un ambitoterritoriale e quindi deve dare la possibilità agli alunni della più ampia scelta di mezzo per raggiungerla.  Dimensione: scuola materna: min 3 sezioni(15alunni) max 9 sezioni (270al), vicinanza con le elementari; scuola elementare: min 5 classi (75al) max 25 classi (625al); scuola media: min 6 classi(150al) max 24 classi (720al); scuola superiori: min 10 classi (250al) max 60 classi (1500al).  Area: pianeggiante, forma regolare, accessi comodi edampi, arretramento dell’ingresso principale rispetto al filo stradale; non deve avere accesso diretto da strade statali e provinciali; area coperta e verde;area coperta degli edifici non superiore alla terza parte dell’area totale.  Progettazione: max flessibilità dei vari spazi, con lo scopo di contenere i costidi costruzione; bisogna individuare parti fisse e flessibili come ad es parti mobili senza dover cambiare impianti e pavimentazioni-soffitti; materna: piano terra; elementari e medie: max 2 piani; secondo grado: 3 piani; sono indicazioni fornite da enti e provveditorato quindi possono subirevariazioni. L’edificio deve essere fruibile da parte di persone con handicap fisici. Occorre rispettare una precisa disposizione del fabbricato per avereuna certa illuminazione; tra le pareti del fabbricato dove vi sono finestre e le pareti opposte ci devono essere almeno 12m o comunque i 4/3dell’altezza dell’edificio. Spazi:  per la pedagogia, relativi all’insegnamento specializzato, laboratorio e officine, relativi alle comunicazioni alla

informazione e attività parascolastiche, educazione fisica e sportiva: A1 palestre di 200mq, A2 palestre con 2 unità da 200mq, B1 palestreregolamentari da 600mq, B2 come B1 + 150mq per servizi igienici e pubblico. Mensa: max 375mq compresi di servizi, cmq in funzione deicommensali (comprende cucina, dispensa, zona lavaggio stoviglie, spogliatoio e servizi per gli addetti). Spazi per l’amministrazione: ufficio preside,segreteria archivio, sala insegnanti, servizi igienici. Spazi per la distribuzione: hanno la funzione di collegamento e creare unità (disposizione di bacheche); verticalmente ci deve essere almeno una scala normale e una di sicurezza posta all’esterno dell’edificio; odni scala esclusa quella disicurezza deve servire non più di 10 aule per piano; rampa 1.2-2m di largh; ascensore.  Prevenz incendi: DM 1992, Norme di prevenzione incendio per l’edilizia scolastica: si applicano ad edifici nuovi e a quelli che vengono ristrutturati con modifiche sostanziali, ovvero rifacimento 50% solai ostruttura delle scale o aumento di altezza; le scuole sono divise in funzione del numero di persone che possono essere presenti: tipo 0 (0-100), 1 (101-300), 2 (301-500), 3 (501-800), 4 (801-1200), 5 (oltre 1200). La scelta dell’area è fondamentale: sono da escludere zone a grave rischio di incendio e/o di esplosione; per consentire l’accesso ai VF l’accesso all’area deve essere largh 3.5m, alta 4m, raggio di volta 13m, pendenza max 10%, resistenzadi carico 20t. Per locali siti ad altezze superiori a 12m deve essere data la possibilità di accostare autoscale dei VF ad almeno una finestra o balcone;qualora non sia possibile, gli edifici sopra i 24m devono essere provvisti di scale protette e scale a prova di fumo. Fino a 24m: strutture portanti R60 eseparanti REI60, oltre i 24m invece portanti R90 e separanti REI90. Materiali: atri, corridoi, disimpegni, scale, rampe, è possibile usare 50% dellaloro sup totale (pavimento, pareti, soffitto, proiez orizz) in classe 1, mentre il restante in classe 0; per gli altri locali il pavimento può essere classe 2 eil resto di classe 1; i materiali che sono suscettibili all’incendio su entrambe le parti devono essere reazione non superiore alla classe 1. Altrecaratteristiche analoghe ai locali di spettacolo. Affollamento: 26 persone/aula; aree destinate a servizi: 20%;  palestra: densità 0.4pers/mq. La capacità

di deflusso non deve essere superiore a 60 al giorno. Sistema vie d’uscita: organizzate in base al max affollamento ipotizzabile, in funzione dellacapacità di deflusso e dotata di almeno 2 uscite verso luogo sicuro; la largh delle vie d’uscita almeno 1.2m/multipla dei moduli; la lungh deve esserenon sup ai 60me misurata dal luogo sicuro alla porta più vicina del locale frequentato da studenti e personale. La larghezza delle uscite di ogni piano èdata dal rapporto fra max affollamento e capacità di deflusso; se ho + di 3 piani la largh totale delle uscite è calcolata sommando il max affollamentoipotizzabile di 2 piani consecutivi, con riferimento a quelli con max affollamento; sono necessarie almeno 2 uscite contrapposte; i locali destinati aduso collettivo devono essere dotati, oltre che dalle normali porta d’accesso, anche da almeno un’uscita di largh >=2m apribile nel senso di deflusso.Le aule didattiche devono essere servite da una porta ogni 50 persone e di largh 1.2m e devono aprirsi nel senso del deflusso quando ci siano più di 25 persone o rischi esplosioni.

PARCHEGGI: la legge basilare sui parcheggi è la 122/89, attuata poi con successivi decreti. Essa prevede che i parcheggi siano pertinenze immobiliche non possono essere cedute separatamente dall’unità immobiliare alla quale sono legati da vincoli di pertinenza. Il primo decreto di attuazionedella L.122 fissa le disposizioni per usufruire dei contributi: parcheggi finalizzati a ridurre l’afflusso nei centri urbani e storici (interscambio); parcheggi situati fuori dai centri storici e finalizzati a favorire la fluidità del traffico veicolare soprattutto pubblico; parcheggi finalizzati ad agevolarela fruizione di aree pedonali, zone ZTL e con sosta a tempo determinato/pagamento. Standard minimo di parcheggio: 1mq ogni 10mc di costruzione. Normative attuali: autorimesse < 9 veicoli: strutture R60, separanti REI60; la superficie di areazione >=1/3 della sup in pianta; altezza interna >=2m;le stesse regole si attuano per autorimesse miste o isolate a box che siano affacciate su spazi a cielo libero con numero di box < 9.  Autorimesse isolate

e aperte: non si possono superare i 7 piani fuori terra ed i 6 interrati; ci vogliono elementi REI120 di separazione se non c’è l’impianto dispegnimento automatico, altrimenti REI90; ci vuole 2.4m fra pavimento e soffitto, con 2m minimo sotto la trave per autorimesse a rampe. Sup. di  parcamento: rapp fra la suo di parcheggio e il numero di autoveicoli; min 20mq per quelle non sorvegliate e 10mq per quelle sorvegliate e

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meccanizzate. Gli impianti di spegnimento automatico sono obbligatori ai livelli superiori al quarto piano f.t. e inferiori al secondo sottoterra per autorimesse chiuse; per quelle aperte superiori al quinto f.t. I compartimenti sono le superfici con estensione massima consentita, separata da altrivolumi attigui tramite barriere non combustibili con adeguato REI120. L’inserimento del sistema Sprinkler, tranne nei livelli dove è prescritto, faraddoppiare le aree di compartimento nelle autorimesse chiuse e triplica in quelle aperte; nei parcheggi automatizzati, l’impianto fisso di spegnimentoè obblig in tutti i piani. La lunghezza delle corsie a senso unico interne al parcheggio deve essere almeno 5m; ogni compartimento deve essere servitoda almeno 2 rampe a senso unico (largh=3m) o da una a doppio senso di marcia (larhg=4.5m). La pendenza non deve superare il 20%. Ventilazione

naturale, aperture distribuite in pareti e soffitti ad una dist min di 40m; in autorimesse interrate si usano camini tipo shunt ad intercapedine; la sup diventilazione deve essere >=1/25 della sup del compartimento. Il sistema di aerazione meccanica integra quella naturale nel caso di autorimesse

interrate con n° max di veicoli superiore a 125 al 1° piano, a 100 al 2°piano, a 75 al 3°piano e a 50 oltre il 3°piano interrato; e nelle autorimesse fuoriterra chiuse nei piani che passono tenere più di 250 veicoli. Ventilazione meccanica: ogni impianto deve essere indipendente per ogni piano; i camini possono sostituire l’impianto meccanico e devono essere indipendenti oltre che arrivare in superficie, devono avere sezione >= 0.2mq/100mq. Gliimpianti nel caso di posti di parcamento > 500 devono essere doppi e finalizzati all’immissione di aria, comandati manualmente o automaticamente.Misure di sfollamento: le vie di uscita devono sempre avere lungh multiplo di 60cm considerando che il min deve essere 120cm; max affollamento:1persona/10mq in autorimesse sorvegliate e 1persona/100mq in quelle non sorvegliate; capacità di deflusso: 50 piano terra, 37.5 1°,2°,3° fuori terra einterrato, 33 per i piani oltre il 3° sia fuori che entro terra; devono esserci almeno 2 uscite: se a 1 solo piano e il percorso max verso uscita è al max30m, l’uscita può essere 1 sola e coincidere con la rampa d’accesso. Per autorimesse di altezza > 32m le scale e gli ascensori devono essere a prova difumo. Impianti: se il parcheggio ha più di 300 veicoli occorre l’impianto di illuminazione autonomo e alimentato con generatori; idranti: autorimesseal PT e 1°P interrato con più di 50 veicoli, un idrante ogni 50 posti auto; oltre il 1°P interrato di autorimesse di capacità superiore ai 30 veicoli nevanno posizionati 1 ogni 30 posti auto; autorimesse chiuse oltre il 2° piano interrato e il 4° f.t. e aperte oltre il 5° vanno protette con sprikler oimpianti di spegnimento automatico a miscela acqua-schiuma; l’impianto idrico deve garantire l’erogazione di almeno 30min e quindi o sistema rete oserbatoi. Estintori: 1/5veicoli fino a 20veicoli, 1/10 fino a 200veicoli, 1/20 oltre i 200 veicoli.  Dimensione posti auto: 4.75x1.8x1.7m oppure 5x2.5mmacchine; 6x3.7m camper-furgoni; 15/30x3.5m autobus-camion; 3x1.5m moto; 5x3.7m disabili.

PREVENZIONE INCENDI: evitare e limitare le conseguenze degli incendi; il compito spetta ai VF; tutti gli ambiti sono soggetti alla prevenzione

incendi; i titolari delle attività devono richiedere: analisi preventiva dei progetti, emissione del certificato di prevenzione incendi, rinnovo delcertificato una volta scaduto. Resistenza al fuoco: capacità di un elemento di mantenere nel tempo la propria resistenza meccanica, la tenuta a fiamma,vapori o gas e l’isolamento termico.  Reazione al fuoco (classe 0-5): grado di partecipazione di un materiale combustibile al fuoco al quale èsottoposto. Stabilità R: attitudine di un elemento da costruzione a conservare la resistenza meccanica sotto l’azione del fuoco; Tenuta E: attitudine diun elemento da costr a non lasciare passare né produrre, se sottoposto a fuoco su un lato, fiamme, vapori o gas caldi sul alto non esposto.  Isolamento

 I: attitudine di un elemento da costruzione a ridurre entro un dato limite la trasmissione del calore.  Presidi antincendio: elementi principali della prevenzione incendi: attrezzature, sistemi e impianti di protezione attiva antincendio; devono essere progettate, collaudate e mantenute efficienti. Liquidi infiammabili: cat.A: i vapori possono dare origine a scoppi (punto di infiammabilità inferiore a 21°C); cat.B: liquidi infiammabili (p.i. fra21°C e 65°C); cat.C: liquidi combustibili (p.i. 65°C-125°C). Strutture civili: elenco delle attività nel D.M.16/2/1982 con indicazione di quellesoggette a prevenzione antincendio; un parametro comune è il corretto dimensionamento delle vie d’esodo e delle uscite di sicurezza in modo che glioccupanti possano abbandonare l’edificio in tempi brevi.  Altezze antincendio: altezza massima misurata a livello inferiore dell’apertura più altadell’ultimo piano abitabile o agibile sino al esterno più basso.  Area protetta: area lungo il percorso di sfollamento che permette un temporaneoricovero delle persone in attesa di introdursi in successivi tratti dei percorsi di sfollamento; l’affollamento non deve essere superiore a 5persone/mq. Autosilo: volume destinato al ricovero, alla sosta e alla manovra degli autoveicoli eseguita a mezzo di dispositivi meccanici. Capacità di deflusso: n°max di persone che possono defluire attraverso un’uscita di modulo 1. Carico d’incendio: potenziale termico della totalità dei materiali combustibili presenti nel locale: q= Somma(gi Hi)/(4400 A), ove gi peso in kg del generico mat fra gli n presenti che si prevedono presenti, H i potere calorifero in

Kcal/kg superiore del generico combustibile, 4400 potere calorifero superiore a quello del legno, A sup orizz in mq del locale o del piano delfabbricato. Distanza di protezione: dist min fra il perimetro esterno di ciascun elemento pericoloso e il confine dell’area su cui sorge l’attività stessa. Dist di sicurezza: dist min fra perimetro esterno di ciascun elemento pericolo ed il perimetro del più vicino fabbricato esterno (oppure della zonaedificabile).  Impianto sprinkler: rete di tubazione di varia grandezza, installata in un’opera di costruzione; le tubazioni sono munite di erogatoridisposti a determinati intervalli e sono collegate a un insieme di valvole di controllo e a fonti adeguate di approvvigionamento idrico. Locali di tipoventilazione naturale: hanno aperture a livello del pavimento di sup non inf al 10% della sup del pavimento interessante almeno 2 lati del locale,nonché aperture disposte sulla parte alta del locale di sup non inf a 5% della sup tot del pavimento. Muro tagliafuoco: è di tipo REI. Rampa a prova

di fumo: costituisce compartimento antincendio; si può accedere da porte tipo RE a chiusura automatica. Scala a prova di fumo: scala in vanocostituente compatimento antincendio; si accede ad ogni piano da porte RE con autochiusura. Scala a prova di fumo interna: scala in vano costituentecompatimento antincendio; si accede ad ogni piano da filtro a prova di fumo. Scala protetta: scala in vano costituente compatimento antincendioavente accesso diretto ad ogni piano da porte REI con autochiusura. D.M. 246 del 1987 (antincendio per civile abitazione): oggetto della norma sonoedifici civile abit di altezza < 12m; nuove costruz o ristrutturazioni con sostanziali modifiche (50% rifacimento solai/scale o aumento altezza); in baseall’altezza dell’edificio si distinguono: a (12-24m), b (24-32m), c (32-54m), d, e da cui una certa REI prescritta. Area: accesso largh 3.5m, altezza4m, raggio di volta 13m, resistenza al carico 20t. Scale: a,b,c (minimo 1.05) d,e (min 1.20) tutte rettilinee e con vano con sup di areazione di 1mq insommità. Ascensori: stesse caratt delle scale in funzione alla categoria dell’edificio; deve avere una sup di areazione del 3% dell’area della seztrasversale e cmq non inf a 0.2mq. Locale macchine diviso dagli ambienti dell’edificio con strutture di resistenza al fuoco equivalente a quella del

vano corsa dell’ascensore e aperture del 3% della sup del pav con minimo di 0.05mq (possono esserci camini o finestre). Scale e gradini di classe 0(ignifugo), rivestimenti di androni e passaggi comuni per edifici classe a e b con materiale classe 1. Deve essere installato impianto elettrico diilluminazione in grado di garantire segnalazione vie di fuga negli edifici categoria c,d,e. Impianti antincendio edifici b,c,d,e idranti con seguenticaratteristiche: la rete idrica deve essere costituita di almeno una colonna montante in ciascun vano scala dell’edificio; al piede di ogni colonnamontante deve essere installato idoneo attacco autopompa; impianto dimensionato per garantire portata min 360 l/min; se l’acquedotto non è in gradodi fornire la portata è necessaria una vasca di riserva idrica.

BARRIERE ARCHITETTONICHE: sono: 1) ostacoli fisici che sono fonti di disagio per la mobilità, in particolare di coloro che hanno unacapacità motoria ridotta, permanente o temporanea; 2) ostacoli fisici che limitano o impediscono a chiunque la comoda utilizzazione delle parti; 3)mancanza di accorgimenti o segnalazioni che permettano l’orientamento e la riconoscibilità dei luoghi e delle fonti di pericolo per chiunque (in particolare non vedenti e sordi)  Accessibilità:  possibilità anche da persone con impedita o ridotta capacità motoria e sensoriale, di raggiungerel’edificio e le sue singole unità immobiliari e ambientali, di entrarvi agevolmente e di fruire degli spazi e attrezzature in condizioni di adeguatasicurezza e autonomia.  Adattabilità: possibilità di modificare nel tempo lo spazio costruito a costi limitati allo scopo di renderlo completamente edagevolmente fruibile anche da parte di persone con ridotta o impedita capacità motoria o sensoriale. Visibilità: si intende la possibilità anche da persone con impedita o ridotta capacità motoria e sensoriale, di accedere agli spazi di relazione (soggiorno, pranzo) e ad almeno un servizio igienicodi ogni unità immobiliare.  Edilizia residenziale privata (nuove costruzioni e ristrutturazioni): Residenze unifamiliari o plurifamiliari prive di parti

comuni: devono essere adattabili con interventi minimi senza alterare la struttura portante e gli impianti;  Residenze plurifamiliari con parti comuni(case a schiera, a blocco): devono essere accessibili le parti comuni, le parti esterne di collegamento con la viabilità; è obbligatorio l’ascensore nelcaso di accesso alle unità immobiliari siano poste oltre il terzo piano (negli altri casi deve essere garantita la possibilità di installare degli impianti di

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sollevamento); devono essere visitabili tutti gli alloggi. Il requisito è soddisfatto se se risulta accessibile il soggiorno/pranzo, un servizio igienico e irelativi spazi di connessione; è infine richiesta l’accessibilità delle altre zone . Autorimesse: Pubbliche: devono esserci posti auto gratuiti (1posto/50 ofrazioni di 50), comunque 70 posti totali di cui 2 riservati; tali posti devono essere ubicati nelle immediate vicinanze delle entrate; i posti devonoessere opportunamente segnalati; ci devono essere ascensori o rampe con pendenza max 8%; se non è possibile realizzare certi accorgimenti vi è la possibilità di utilizzare la visibilità condizionata (pulsante di chiamata per assistenza). Singole o collettive, negli interventi di edilizia residenziale

 pubblica: deve esserci un posto riservato per ogni alloggio accessibile (ovvero nella misura del 5% del totale, con un min di 1); se non c’è l’obbligodell’ascensore, è sufficiente raccordare il paino di parcheggio dell’autorimessa al piano terra dell’edificio con rampe pedonali di pendenza max 8%; lerampe carrabili e pedonali devono essere dotate di corrimano.  Edilizia scolastica: ricadono in questa categorie asili nidi, scuole materne-elem-medie-

sup professionali e università; tutte le tipologie devono essere accessibili, pertanto: almeno un percorso esterno di collegamento della viabilità pubblica fino all’accesso dell’edificio, ove previsto quota parte dei posti auto di pertinenza, piena utilizzazione di ogni spazio, almeno un servizioigienico accessibile.  Servizi igienici: dimensioni minime 1.8x.18m; vaso o bidet: sedile non aperto davanti; asse sanitario abbia una dist minima di40cm dalla parte laterale; bordo superiore altezza compresa fra 45 e 50cm dal pavimento; bordo anteriore dist 75-80cm dalla parete di fondo; il vasodeve essere corredato da corrimano o maniglione a seconda della distanza laterale dell’asse del sanitario dalla parete; deve essere previsto un impiantoa cordicella per le emergenze che arriva sino al piano terra; nei casi di adeguamento è consentita l’eliminazione del bidet. Il lavabo deve essere amensola con il piano superiore ad altezza 80cm; vasca 140x80cm; è consentito sostituire la vasca con doccia; doccia porta >=0.85cm apribile versol’esterno. Servizi igienici accessibili in edif pubbl o aperti al pubbl: porte scorrevoli con aperture verso l’esterno; ecc.. deve essere previsto almeno unservizio igienico accessibile per ogni nucleo di servizi installati.  Attrezzature ricettive: attività turistiche destinate al soggiorno temporaneo; leattrezzature devono essere visitabili ovvero: posto-auto di pertinenza, percorso accessibile di collegamento fra viabilità fino all’accesso dell’edificio; parti e servizi comuni agevolmente fruibili; 2 stanze accessibili di 40mq o frazioni di 40mq (tot 50 stanze = 46 persone+4riservate) collocate preferibilmente al PT o cmq in prossimità di un luogo sicuro statico o vie di fuga; se impossibilità di superamento elementi di ostacolo deve esseregarantita la visibilità condizionata.  Edilizia residenziale pubblica: sono tutti i casi di edilizia sovvenzionata ovvero l’edilizia abitativa promossa erealizzata da enti pubblici con finanziamenti statali; ricadono anche l’edilizia privata agevolata (è di iniziativa privata ma finanziata con mutuiagevolati assistiti dal contributo statale); edilizia sovvenzionata e agevolata: le tipologie plurifamiliari devono essere accessibili gli spazi interni e icollegamenti, le parti comuni, il 5% degli alloggi previsti, con un min di 1 unità immobiliare per ogni intervento insediativo, quota parte dei posti auto

riservati.  Parcheggi:   posto auto gratuiti, 1 posto ogni 50 o frazioni; evidenziati da segnaletica orizz e vert; localizzati vicini al percorso diuscita/ingresso; il posto deve avere largh 320cm (130cm fascia di trasferimento); se sulla pubblica via in parallelo al senso di marcia devono averelungh < 6m.   Strutture sociali: ospedali, biblioteche, edifici pubblici,ecc…; le strutture devono essere accessibili, ovvero spazi esterni nelcollegamento fra viabilità e ingresso, quota parte dei posti auto, 1 servizio igienico ogni livello utile dell’edificio.  Edifici di culto: devono esserevisitabili ma con: quota parte dei posti auto riservati, almeno un percorso accessibile dalla via pubblica, zone accessibili per assistere alle funzioni,ove non possibile visibilità condizionata. Metrò/ferrovie: ascensori per raggiungere il piano di transito, presenza di passerelle, rampe mobili, sistemidi sollevamento; in deroga per la stazione le passerelle possono collegare dislivelli superiori a 3.2m; ci deve essere un sistema di chiamata per assistere i viaggiatori; i servizi (ristorante, bagni, negozi) devono consentire la piena fruibilità.  Strutture sportive: devono essere visitabili, però iservizi igienici accessibili; invece gli impianti sportivi intesi come attrezzatura a carattere sociale devono essere accessibili.  Ascensori: l’installazioneè obbligatoria nel caso di edifici residenziali con più di 3 livelli fuori terra; edifici di nuova edificazione non residenziali: cabina140(profondità)x110(largh)cm, porte con luce netta 80cm, posta sul lato corto; spazio libero antistante la cabina di 150x150cm; edifici di nuova

edificazione residenziali: cabina 130(profondità)x95(largh)cm, porte con luce netta 80cm, posta sul lato corto; spazio libero antistante la cabina di150x150cm; porte scorrevoli automatiche, bottoni breille e piastrine di riconoscimento ogni piano.  Rampe:  per i dislivelli max di 15cm possoutilizzare una pendenza di 15%; non dislivelli > 3.2m (solo ferrovie); pendenza max 8%; ogni 10m ripiano con dim minime 1.5x1.5m oppure1.4x1.7m; percorsi pedonali esterni di norma pendenze <=5% con ripiani di sosta ogni 15m; caratteristiche rampe: pav antisdrucciolo, altezza paramento > 1m e in attraversabile da una sfera di diametro 10cm (se il paramento è pieno ci vuole corrimano almeno di 10cm), su entrambi i lati ci

vuole un corrimano disposto ad altezza compresa fra 90 e 10cm, se largh rampa > 6m corrimano centrale.

CASE D’ABITAZIONE: Case unifamiliari: Singole: edifici liberi su tutti e 4 i lati destinate a ospitare 1 sola famiglia;  Associate: sono complessicomposti da più alloggi ma ogni alloggio risulta essere indipendente dall’esterno con ingresso; le associazioni possono essere: associate con alloggi

combinati (hanno in comune solo un muro perimetrale e gli alloggi sono simmetrici), associate con alloggi raggruppati in genere compostidall’unione di 4 alloggi, ove ognuno ha 2 pareti in comune; grandi problemi di ventilazione e illuminazione), associate con alloggi a schiera (hanno 2muri ciechi e sono proprio quelli che precedono e seguono l’edificio; possono essere a schiera longitudinale, trasversale, a dente di sega, sfalsati, ecc..; sono generalmente multipiano con scala interna all’alloggio), associate con alloggi sovrapposti (appartamento al PT e uno al PP; quello al PP siaccede solamente con scala esterna; le piante coincidono ma sono ribaltate così come gli ingressi). Case plurifamiliari:  Isolate: sono case libere daogni lato; gli alloggi sono accumunati dallo stesso ingresso, che nel caso di edifici multipiano diventa corpo scala/ascensore; Contigue: diversielementi sono collegati tra loro da muri perimetrali in comune; possono essere in linea (unico corpo scale che può servire 2 o 4 alloggi) o a blocco

(blocchi poligonali aperti o chiusi, racchiudendo al loro interno uno spazio libero, ossia il cortile); Collettive: composte da numerosissime celluleabitative per lo più di piccole dimensioni in cui c’è un’ampia dotazione di servizi in comune: ristorante, lavanderia, negozi, ecc.. Tipologie storiche:

 A Corte: nasce in età romana; è caratterizzata da spazio recintato e chiuso verso l’esterno, nel quale su uno o più lati si edifica la vera e propriaabitazione; caratterizzata da parte signorile e non; servizi igienici in comune, forno e aia.  A torre: nasce in età medievale; raggruppa varie unitàabitative e si sviluppa in altezza; vi abitavano famiglie dello stesso ceto sociale e l’altezza rappresentava l’importanza della famiglia.  A schiera: è

l’elemento edilizio più caratterizzanti le espansioni medievali; sono elementi autonomi di 2/3 piani che si sviluppano sul fronte stradale; il lato cortoda sulla strada mentre quello lungo è in comune e usato quindi per l’associazione; una volta al PT vi era l’attività lavorativa e agli altri pianil’abitazione. Offre autonomie, un minimo di corte e servizi a contenere i costi.  In linea: si sviluppa nel tardo medioevo quando gli aspetti della casa inlinea si erano già definiti (monofamiliarità, altezza 2/3 piani); la casa a schiera perde di singolarità e si accorpano 2/4 alloggi per piano accumunatidallo stesso vano scale o ascensore; l’abitazione si estende su un unico piano e si ripete lo schema su tutti i piani, abbandonando il concetto diunitarietà abitativa in verticale; non c’è più la limitazione in altezza ai 2/3 piani, spariscono le scale interne, sostituite da un unico corpo scale che è aservizio di tutti gli alloggi.  Spazi della casa: vi sono spazi serventi (ingressi, corridoi, disimpegni) e spazi serviti che possono essere principali(soggiorno, pranzo, camere da letto) e di servizio (cucine, gabinetti, ripostigli). Edifici a carattere pubblico:  Palazzo comunale: nei piccoli centrideve essere localizzato nel centro dell’abitato ove convengono gli interessi della comunità; in un municipio l’ambiente più importante è la salariunioni del consiglio comunale, il max organo del comune; in essa prendono posto il sindaco, gli assessori, i consiglieri ma anche il pubblico e irappresentanti della stampa; gli altri ambienti devono essere più o meno agevolmente accessibili a seconda che vi sia affluenza di pubblico; al PT cidovrebbero essere l’anagrafe, esattoria, tributi, assistenza, ecc… ove l’affluenza è massima. Chiesa: fino a pochi decenni fa lo schema era rigoroso (acroce latina, a croce greca, a pianta centrale), è stato poi oggetto di evoluzioni con grande varietà di soluzioni; altare maggiore staccato dalle pareti acostituire centro dell’assemblea; altari minori in n° ridotto collocati in cappelle quanto possibile autonome; il senso della comunità deve essereaccentuato dalla disposizione del coro, dell’organo e dei posti dei fedeli (deve essere abolito il senso gerarchico e permettere la completa partecipazione alla liturgia); tutti gli ambienti necessari al soddisfacimento delle esigenze del cattolico (casa del sacerdote, locali per attività sociali,

ricreativi ed assistenziali) devono essere considerati integranti e non collaterali. Cimitero: deve essere mantenuto a 200m dal centro abitato (si puòarrivare a 100m e per i centri con meno di 20000ab anche a 50m); dovrebbe essere a valle a sottovento rispetto alle abitazioni; gli elementi costituentisono: spazi per le fosse (2.4x1.4m le dimensioni unitarie), colombari (loculi 2.15x0.78x0.75m), punti di approvvigionamento idrico, servizi igienici,

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abitazione del custode, uffici direzione, recinzione con ingresso carrabile, camera mortuaria, cappella, chiesa, ossario, magazzino, deposito. Scuola:

non si adotta più lo schema tradizionale che prevede la disposizione in linea delle aule lungo un corridoio di disimpegno; l’indirizzo è quello di crearespazi comuni centrali attorno al quale trovano spazio le normali aule (maggior contatto); bisogna tenere in considerazione l’età degli studenti,l’indirizzo, il n° di studenti e le attività svolte; è importante l’illuminazione: fino a 6m di larghezza è suff l’illuminazione unilaterale; orientamento: si preferisce evitare l’ingresso diretto del solo nelle aule; l’arredo deve essere mobile e flessibile (pareti scorrevoli). Biblioteca: ce ne sono di vario tipo:1) Bibl tipo solo lettura-magazzino: la sala ha anche la funzione di contenere libri; si usa per piccole biblioteche (luce per lettura non adatta per ilibri); 2) Bibl tipo magazzino-sala lettura: è predominante il magazzino anche se è cmq presente lo spazio per la lettura che cmq risulta molto limitato;3) Bibl tipo sala di lettura e magazzino separato: sono composte da 3 ambienti principali, il magazzino, la sala lettura e la zona cataloghi; molte sale e

l’esigenza di libri e lettori sono pienamente soddisfatte. In quelle importanti c’è una zona ove leggere i quotidiani e servizi di microfilm e audizionemusica. 

STRADE: 1) autostrade: carreggiate separate per senso di marcia con ognuna 2 corsie; assenza di intersezioni a raso e accessori privati; assistenzalungo il tracciato; riservata ad alcune categorie di veicoli. 2) extraurbane principali: stesse caratt delle autostrade con accessi alle proprietà laterali;mancanza assistenza 3) extraurbane secondarie: unica carreggiata ed almeno una corsia per ogni senso di marcia; 4) urbane di scorrimento

(tangenziali): carreggiate separate con almeno 2 corsie per ogni senso di marcia + corsia per mezzi pubblici con marciapiedi ed intersezioni a raso consemafori; 5) urbane di quartiere: unica carreggiata con almeno 2 corsie,   banchine pavimentate e marciapiedi; 6) strade locali: strade urbane edextraurbane che non rientrano nelle precedenti categorie.   Elementi costituenti: carreggiata (sup lungo la quale transitano i veicoli, può esseresuddivisa in più corsie da 2.75-3.7m di largh), banchina (fascia laterale della carreggiata, è delimitata dal margine della carreggiata e un altroelemento quale marciapiede, spartitraffico, ecc..; ha larghezza 0.5-3m). La sede stradale può essere in rilevato (completamente fuori dal pianocampagna) o in trincea (completamente sotto il piano campagna), oppure misto o mezza costa. Scarpa: sup laterale; rapporto fra distanza orizzontalee dislivello; è l’inverso della pendenza; rilevato (scarpa 3:2), trincea (scarpa 1:1). Strati: 1) terreno di riporto (il piano campagna deve esserescorticato; il terreno di riporto deve essere consolidato) 2) strato capillare (calcare o sabbia, 20cm); 3) fondazione in misto granulometrico-calcareo(ciottoli di calcare di diametro variabile; costituisce la fondazione; deve avere pendenza trasversale min 2.5%; spessore 30-35cm); 4) strato in mistogranulometrico-bituminoso (pietrisco legato da bitume, grandi vuoti, strato “aperto”, 15cm); 5) binder (granulometria fine in modo che il bitume

riempia i vuoti, strato “chiuso”, 6cm); 6) strato di usura (granulometria ancor più fine del binder (spess 5cm). Al posto di queste sovrastrutture flessibili, possono esserci quelle rigide (fondazione, misto cementato di 15-25cm e cls armato o non di 18-28cm). Traffico: Annuale (n° di veicoliall’anno; misurazione in deter ore di 14gg dell’anno), giornaliere medio (traffico annuale /365), orario (traffico che transita in 1 ora).  Andamento planimetrico: la strada è un insieme di tratti rettilinei raccordati da curve; lunghezze max e min da rispettare in rettilinei; raggio minimo delle curve(forse in gioco: resistenza al rotolamento, dovute al mezzo, salita-discesa, forze d’inerzia) deve essere inoltre fissato in base alla visibilità per l’arrestodel veicolo. Andamento altimetrico:  pendenze max non superabili (5% autostrade, 7-10% per le altre strade in funz della categoria); tratti a pendenzacostante, dette livellette, sono progettate per avere lungh inf alla critica; raccordi concavi e convessi.  Progetto stradale: 1) profilo planimetrico:tracciolino: è una spezzata a pendenza costante che congiunge due punti; esso rappresenta il tracciato ideale che congiunge 2 punti con pendenzacostante fissata; si sostituisce poi con una poligonale d’asse caratterizzata da tratti più lunghi; si raccorda poi con curve e con le tracce delle sezionitrasversali. 2) profilo longitudinale: scala 1:1000 come per il profilo planimetrico; scala dislivelli 1:100 (1/10 del precedente); costituito da dist parziali e progressive, quote terreno e progetto; si devono avere: sterri circa uguali ai riporti, livellette non troppo corte, variazioni di pendenza dellelivellette fuori dalle curve, nei tornanti pendenze 2-3%, nei ponti 3-5%. 3) sezioni trasversali: con esse si determina l’ingombro effettivo della sedestradale sia l’entità dei movimenti di terra; le sezioni trasversali sono in scala 1:100; sono disegnate a ritroso (dalla n+1 vedo l’n); posso avere anchemuri di sostegno. 4) Profilo delle aree: devo calcolare il volume mobilitato fra due sezioni; vi è la formula semplice per calcolare il volume del prismoide V = (A1+A2)d/2 ove d è la dist tra 2 aree; nel profilo delle aree si indicano i paleggi, ovvero i trasporti trasversali di terreno ove si hannosezioni miste. 5) Profilo di Bruckner: le aree indicate nel profilo delle aree da un’idea dei movimenti di terra da eseguire in senso longitudinale, ma

non permettono una valutazione della loro entità; il profilo di bruckner non è altro che una curva derivante dall’integrazione del profilo delle areeovvero dal profilo delle aree si calcolano i volumi; esso permette di valutare in ogni sezione la somma algebrica dei volumi di terreno nel tratto distrada che precede la sezione considerata; tratti in discesa (riporti) e in salita (sterri).

CONSOLIDAMENTO EDIFICI: MURATURA: DEGRADO: 1) degrado delle malte (dilavamento malte di gesso, carbonatazione delle malte dicalce aeree, solfatazione delle malte di calce idraulica e cementizia) 2) degrado chimico degli elementi resistenti; 3) degrado fisico (variazioni di tempe quindi diverse dilatazioni, assorbimento di acqua e quindi formazione di ghiaccio).  INTERVENTI IN GENERALE: 1) sbarramento dell’umidità dirisalita (elettrosmosi, barre magnetiche, taglio meccanico, taglio chimico, protezione dall’acqua meteorica con vernici); 2) ripristino delle lezioni(cuci e scuci partendo dal basso, iniezioni di malte speciali, cuciture con elementi in acciaio o c.a.); 3) instabilità di murature, dissesti diffusi(integrazione degli spessori con nuove murature o betoncini di spessore 10-15cm o intonaci armati).   INTERVENTI SULLE PARETI: 1) Risanamento

 superficiale di muri ben connessi . Muri ben organizzati ma poveri di malta sulle facce esterne possono essere risanati scarnendo con getto d’acqua in pressione gli interstizi tra le pietre e quindi sigillando accuratamente le commessure con malta di calce idraulica e sabbia. Le iniezioni possono essereimpiegate per migliorare l’omogeneità e la resistenza di malte deboli e porose, la resistenza della muratura, riempiendo le cavità, ottenendo un buoncollegamento tra i paramenti e ristabilendo la continuità attraverso le lesioni; per raggiungere questi benefici, tuttavia, bisogna analizzare attentamentele caratteristiche della muratura e in particolare la porosità che influenza di molto il tipo e la tecnica d’iniezione ; 2) Chiusura delle scorticature e

degli scassi presenti all’altezza dello scarico delle coperture; 3) Ricostruzione di porzioni di muratura in prossimità di fessure localizzate: Quando lo

stato fessurativo si presenta localizzato è possibile intervenire con tecniche di scuci e cuci nelle porzioni di muro compromesse; 4) Ricostruzionetotale delle pareti: Quando una parete è attraversata per intero da lesioni passanti indotte dai cedimenti in fondazione l’unica soluzione che si puòadattare è quella della ricostruzione. I RINFORZI SULLE MURATURE E SUL PATRIMONIO STORICO-ARTISTICO-MONUMENTALE: Gli edificiin muratura in Italia costituiscono un patrimonio edilizio che è rappresentato in larga parte da edifici di carattere storico monumentale degni disignificativo interesse e che pertanto vanno conservati e preservati da fenomeni di degrado sia di carattere strutturale che dei materiali che licostituiscono. Le metodologie e le tecniche di intervento per il restauro e il consolidamento di questi edifici devono quindi porsi in una logica che, pur tenendo adeguatamente conto delle aspettative in merito ai problemi della sicurezza, risulti compatibile con la tutela di questo patrimonioarchitettonico e storico. D'altra parte gli eventi sismici degli ultimi anni hanno portato ad avere sempre minori incertezze sulla reale efficacia di quegliinterventi di consolidamento che trasformano la fabbrica muraria in un ibrido a comportamento misto fra quello della muratura storica e quello deglielementi in c.a. o in acciaio ivi inseriti, con tutte le incoerenze, le incompatibilità e i maggiori pesi che ne conseguono. La comprensione di queste problematiche sta portando, in particolare nella ricostruzione-consolidamento delle aree terremotate, ad una nuova sensibilità e ad una nuova cultura.Abbandonate le tecniche di consolidamento che tendono a trasformare un organismo murario in un edificio intelaiato in c.a. con tamponature inmuratura, si privilegiano oggi soluzioni leggere ma resistenti e con funzioni dissipanti, che riescano quindi a coniugare la richiesta di sicurezza con ilrispetto delle autenticità del bene, evitando tecniche invasive, poco reversibili o che non diano garanzia di un buon funzionamento nel tempo(durabilità). È in questo contesto di evoluzione delle tecniche di consolidamento che si inseriscono i Materiali Fibrorinforzati, comunemente noti conl'acronimo inglese FRP (Fiber Reinforced Polymer)

 

, che consentono di intervenire su un bene culturale con criteri del tutto rispettosi delle sue

caratteristiche, basandosi sui seguenti principi chiave: elevata elasticità e resistenza dei materiali impiegati; leggerezza e non invasivitàdell'installazione; facilità e brevi tempi di installazione; rimovibilità futura. A fianco di questa oramai consolidata tecnologia, è oggi disponibileun'altra famiglia di materiali similari agli FRP, realizzati con fili di acciaio ad alta resistenza (Ultra High Tensile Steel) intrecciati a formare corde e

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orditi similmente ai tessuti unidirezionali fatti di fibra di carbonio, vetro o aramide in modo da essere poi facilmente installati in sito con la tecnica del"manual lay-up". Il vantaggio principale di tali materiali è che possono essere impregnati tanto con resine epossidiche, acquistando l'acronimo di SRP (Steel Reinforced Polymer), quanto con malte cementizie, assumendo l'acronimo SRG (Steel Reinforced Grout). Tali materiali presentano gli stessivantaggi degli FRP in termini di leggerezza, resistenza e facilità di installazione, ma con diversi vantaggi aggiuntivi che li hanno resi particolarmenteadatti per applicazioni su strutture in muratura. Prima fra tutte la possibilità di impregnazione con malte cementizie o di calce favorisce una drasticariduzione dei costi di installazione, nonché una maggiore dimestichezza delle maestranze nel loro utilizzo. Secondo, essendo tali tessuti realizzati confili di acciaio, hanno una loro elevata resistenza al taglio, di cui gli FRP sono carenti, rendendoli particolarmente adatti a superfici non perfettamentelisce e ad ancoraggi anche meccanici, proibitivi con gli FRP. Grazie infine alla recente pubblicazione da parte del Consiglio Nazionale delle Ricerche,

delle "Istruzioni per la Progettazione, l'Esecuzione ed il Controllo di Interventi di Consolidamento Statico mediante l'utilizzo di CompositiFibrorinforzati" (CNR-DT 200/2004) l'impiego di questi materiali nell'edilizia civile ha avuto un notevole incremento. CLS: DEGRADO CHIMICO:

attacco solfatico (si forma ettringite, tipico nelle zone industriali), attacco da solfuri (nelle fognature), anidride carbonica (attraverso la carbonatazionediminuisce la basicità con ossidazione delle armature, ne segue dilavamento), attacco da cloruri (zone vicine al mare con corrosione localizzata dellearmature). DIAGNOSTICA: prove non distruttive (endoscopia con fibra ottica, magnetometria, prove soniche e prove ad ultrasuoni (servono per individuare zone di discontinuità), martinetti piatti per murature per vedere lo stato tensionale con 1 mart mentre con 2 si fanno prove di carico); prove distruttive: analisi chimica, analisi con microscopio, rifrattometria ai raggi X, prove colorimetriche.

IMPIANTI: Benessere termoigrometrico: stato psicofisico in cui il soggetto esprime soddisfazione nei riguardi del microclima, dipende datemperatura ambiente, radiante e operante, umidità relativa, velocità dell’aria, flusso metabolico, abbigliamento (UNI EN ISO 7730).- LEGGE 10 del1991: indicazioni generali per il risparmio energetico. D.P.R 412 del 1993 : norme relative alla progettazione, installazione, esercizio impiantitermici -> def. zona climatica, cat. edificio, temp. aria prog., inizio-fine periodo riscaldamento…) D.M. 30/07/86 : valori per il coefficiente

volumetrico limite Cd lim

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  Pt= pot. termica dispersa xtrasm.verso esterno,locali non risc.,

terreno.

 Dipende dalla trasmittanza degli elementi, ovvero dall’inverso della loro resistenza termica, sup. int, ext (coeff. adduzione dipendente direz. flussotermico, e di ogni strato S/λ) e dai ponti termici. UNITA’ TERMINALI:-> convezione naturale: radiatori, piastre radianti termoconvettori. ->

convezione forzata: aerotermi, ventilconvettori. -> scambio radiante: pannelli radianti a pavimento, parete e soffitto. -> unità di termoventilazione e

condizionamento invernale – estivo. Radiatori : ghisa o acciaio, funz. acqua calda 75÷85°C, modulari,

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 Posizionare in nicchia sotto finestra e

non coprire con tende. moti convettivi.

Termoconvettori : bat. alettata attraversata naturalmente da aria amb  Piastre radianti : lamiere stampate attraversate da acqua caldaVentilconvettori : convezione forzata attraverso batteria -> caldo/freddo  Mobili a induzione: trattamento completo con condotta aria + batteria

 Aerotermi : grandi ambienti, aria forzata contro batteria caldo/freddo   Pannelli radianti : serpentine caldo/freddo, attenzione condensa  Strisce

radianti : ambienti alti, hanno inerzia termica bassissima Unità terminali impianti trattamento aria: funz. per induzione e effetto parete, diffusori a

 parete, soffitto, lineari.. - 192/2005: involucro, limiti trasmittanza, apporti gratuiti no FEN.

SICUREZZA CANTIERE:  D.lgs. 626/1994 Responsabilità, Obblighi datore di lavoro (non delegabili

 

 ): valutare per la salute dei lavoratori nellascelta di attrezzature e sostanze, sistemazione dei luoghi di lavoro; elaborare un documento contenente: valutazione dei rischi, individuazione dellemisure, programma delle misure; designare il responsabile del servizio di prevenzione; autocertificare l’avvenuta effettuazione della valutazione deirischi e adempimento degli obblighi collegati. Obblighi datore di lavoro (delegabili a dirigenti e preposti

 

 ): custodire presso l’azienda il documento divalutazione dei rischi; designare gli addetti al servizio di manutenzione; nominare il medico competente; designare preventivamente i lavoratoriincaricati: prevenzione incendio e lotta antincendio, evacuazione, salvataggio, pronto soccorso, gestione dell’emergenza; aggiornare le misure di prevenzione: mutamenti organizzativi e produttivi, evoluzione della tecnica di prevenzione e protezione; valutare le capacità del singolo nell’affidarecompiti; fornire dispositivi di protezione individuale; fornire adeguate istruzioni al personale esposto a rischio grave e specifico; richiedere a singolilavoratori l’osservanza delle norme; richiedere al medico competente l’osservanza delle norme informandolo su processi e rischi; adottare le misure per il controllo delle situazioni di rischio in caso di emergenza; informare i lavoratori di un pericolo grave ed immediato; astenersi di chiedere ailavoratori di riprendere il lavoro qualora persista un pericolo grave ed immediato; permettere ai lavoratori di verificare l’attuazione delle misure disicurezza ai loro rappresentanti; prendere provvedimenti per evitare rischi per la salute della popolazione o deteriorare l’ambiente esterno; tenere unregistro degli infortuni ove annotare: nome, cognome, qualifica professionale dell’infortunato, causa e circostanza dell’infortunio, data di abbandonoe ripresa lavoro; conservare il registro sul luogo di lavoro (a disp dell’organo di vigilanza); redigere il registro conformemente al modello approvatodal Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale; consultare il rappresentante della sicurezza (valutazione rischi, org della prevenzione,

designazione degli addetti, org della formazione dei lavoratori); adottare le misure necessarie a prevenire gli incendi e a evacuare lavoratori;rielaborare la valutazione e il documento in caso di modifiche al processo produttivo.  D.lgs. 494/1996 Responsabilità, Committente o resp lavori:

osserva le misure generali della legge; determina durata e fasi di lavoro; valuta quando è necessario il Piano della sicurezza; designa il Coordinatore per la progettazione del Piano; designa il Coordinatore per l’esecuzione dei lavori; comunica i nominativi dei Coordinatori alle imprese; chiede allaImprese l’iscrizione alla CCIAA; chiede alle Imprese il Contratto Collettivo applicato; chiede alle Imprese dichiarazione di responsabilitàsull’osservanza degli obblighi contributivi e previdenziali; trasmette, prima dell’avvio del cantiere, all’Organo di vigilanza competente la “notifica preliminare”; Imprenditore: si assume gli obblighi della sicurezza; si adopera per fare le norme; rende edotti i lavoratori dei rischi della produzione.Coordinatore della sicurezza in fase di progettazione: Piano di sicurezza e coordinamento; Piano generale di sicurezza; Fascicolo contenente leinformazioni utili ai fini della prevenzione e protezione dei rischi cui sono esposti i lavoratori. Coordinatore della sicurezza in fase di realizzazione

dell’opera: coordina l’attuazione delle disposizioni dei Piani; coordina l’applicazione delle disposizioni; adegua il Piano in relazione alla evoluzionedei lavori; organizza il coordinamento delle attività fra i vari datori di lavoro e favorisce la reciproca informazione; verifica l’attuazionedell’attuazione dell’Art.15, propone la sospensione dei lavori, allontanamento di imprese o lavoratori; sospende le singole lavorazioni in caso di pericolo grave imminente. Pianificazione della sicurezza: l’organizz del cantiere assume configurazioni diverse in funzione dell’ubicazione, del tipodi opere e di lavorazioni da eseguire, ma si può affermare in generale, che le variabili fondamentali sono: barriere contro l’accesso di personeestranee, accessi e viabilità interna chiaramente identificati e definiti in base a criteri economici e di sicurezza, dislocazione delle aree di stoccaggio,dislocazione di macchine e impianti fissi, dei servizi per l’impresa (uffici, depositi e magazz) e per i lavoratori (servizi igienici e assistenziali)

secondo criteri di minima intersezione con: le attività di cantiere, il movimento di mezzi, dei materiali e delle maestranze. Determinazione dei rapportidi sicurezza del cantiere con l’area esterna, con delimitazione del cantiere per impedire l’ingresso agli estranei (rete elettros, lamiera ondulata,tavolato, rete plastificata) e protezione dei terzi contro cadute di materiali in tratti prospicienti vie di passaggio (tavolati, teli, mantovane, tettoie,

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illuminazione notturna). Lista di controllo per la viabilità interna di cantiere: separazione d’ingresso pedonale e veicolare, vie di passaggio veicolare(eliminazione di buche e sporgenze, formazione di carreggiata solida per sopportare i carichi veicolari), vie per transito di persone e cose (largh suff  per passaggio persone e cose, margini di sicurezza), transito sotto ponti sospesi-ponti a sbalzo-scale aeree (impedito con barriere, protetto con misureo cautele adeguate), rispetto delle norme stradali (segnali appositi, dislocazione opportuna).  Strumenti della pianificazione della sicurezza: sono didue tipi: il  piano generale della sicurezza e il  piano delle fasi lavorative. Il  Piano generale della sicurezza descrive l’organizzazione della sicurezzain cantiere e gli interventi necessari allo svolgimento delle attività lavorative in sicurezza e riguarda: opera e soggetti coinvolti (descrizione e progr lavori, tipo di opera, tecniche materiali, progr lavori, attività lavorative), coordinamento piani (piano della sicurezza per lavori diretti e per lavorisubappaltati), contesto ambientale (caratteristiche dell’area, potenziali rischi e pericoli), struttura e organizzazione del cantiere (distr aree funzionali,

  percorsi), servizi igienico-assistenziali (dotazione), assistenza sanitaria (criteri), informazione e formazione, dispositivi di protezione individuali,documentazione su macchine-attrezzature-impianti-maestranze (a scopo preventivo), compiti e responsabilità, macchine-attrezzature-impianti(schede), fattori a rischi fisico. Il  Piano delle fasi di lavoro riguarda le specifiche lavorazioni che si svolgono nel cantiere e si può sviluppareattraverso la preparazione di schede delle singole lavorazioni delle macchine utilizzate, delle attrezzature impiegate, degli impianti installati. Per ogni procedimento lavorativo, ad esempio, vanno indicate le caratt delle lavorazioni, i rischi probabili e le prevenzioni attuate, ecc.. secondo una check-listdel tipo: impresa esecutrice, squadra di lavoro (responsabili, numero operai), tecniche utilizzate, tecnologie costruttive impiegate, materiali da metterein opera, macchine utilizzate, attrezzature impiegate, impianti installati per specifiche lavorazioni, tempi di realizzazione, eventuali interferenze, siaspaziali che temporali, di diverse operazioni contemporanee in fase di svolgimento delle lavorazioni.

RUP: Il procedimento amministrativo è la sequenza degli atti necessari per il conseguimento di un determinato risultato. La L.214/1990 ha introdottola figura del RP con lo scopo di conseguire una duplice finalità: da una parte, un migliore funzionamento dei pubblici uffici e, d’altra parte, un piùstretto ed immediato rapporto tra i cittadini e la pubblica amministrazione in senso lato. Il RP è una figura obbligatoria a cui è affidata la gestione del procedimento e a cui il cittadino può rivolgersi per informazioni, chiarimenti e determinazioni che attengono alle varie fasi procedimentali. Per ciascun tipo di procedimento va determinata l’unità organizzativa responsabile, cioè qualsiasi struttura dell’ente secondo la propria organizzazione amezzo di regolamento o qualsiasi altro provvedimento. A ciascuna unità organizzativa fa capo un dirigente che il compito di designare il funzionarioresponsabile del procedimento. In generale e salva specifica disposizione di legge si può avere un unico responsabile del procedimento (RUP) come

diversi responsabili per ciascuna fase procedimentale, dal momento che il procedimento amministrativo è formato da una pluralità di fasi. Il RP deveessere un tecnico e, qualora l’organico delle amministrazioni aggiudicatrici presenti carenze accertate o non disponga delle adeguate competenze professionali in relazione alle caratteristiche dell’intervento, i compiti di supporto alla attività del RP possono essere affidati, con le procedure e lemodalità di cui al D.lgs 157/1995, a professionisti o singoli associati, ecc. .. , aventi le necessarie competenze specifiche di carattere tecnico,economico-finanziario, amministrativo, organizzativo e legale e che abbiano stipulato a proprio carico adeguata polizza assicurativa a copertura deirischi di natura professionale. Per tutte le 3 fasi della progettazione, dell’affidamento e dell’esecuzione di ogni singolo intervento le amministrazioniaggiudicatrici nominano un responsabile del procedimento. Sono compiti peculiari del RP: formulare all’amministrazione proposte e fornire dati einformazioni ai fini della predisposizione del programma triennale dei lavori pubblici e quelli relativi alle principali fasi di svolgimento del processoattuativo in funzione dell’attività di coordinamento, di indirizzo e controllo di competenza di questa; accertare la libera disponibilità delle aree e degliimmobili necessari per l’attuazione dell’intervento; assicurare in ciascuna fase di attuazione degli interventi il controllo sui livelli di prestazione, diqualità e di prezzo determinati in coerenza alla copertura finanziaria, ai tempi di realizzazione del programma e al corretto e razionale svolgimentodelle procedure; segnalare eventuali disfunzioni, impedimenti e ritardi nell’attuazione degli interventi; proporre all’amministrazione la conclusione diun accordo di programma qualora si renda necessaria l’azione integrata e coordinata di diverse amministrazioni statali, regionali o locali.

GARA DI APPALTO: Intervenuta la progettazione dell’opera, segue il procedimento per l’aggiudicazione dei lavori, che ha inizio con ladeliberazione a contrattare con cui, in particolare, viene indicato il sistema di gara e criterio di aggiudicazione da seguire. Gli appalti (art.20, legge

quadro n.109/1994) vanno affidati mediante  pubblico incanto o licitazione privata e, soltanto nei casi espressamente previsti, mediante appaltoconcorso o trattativa privata. Prima di iniziare le procedure per l’affidamento dei lavori, le stazioni appaltanti devono verificare, nei termini e con lemodalità stabilite dal regolamento attuativo, la rispondenza degli elaborati progettuali agli elementi di cui all’art.16, commi 1 e 2 della legge quadro ela loro conformità alla normativa vigente. Tale verifica può essere effettuata da organismi di controllo accreditati ai sensi delle norme europee dellaserie UNI CEI EN 45000 o dagli uffici tecnici delle stazioni appaltanti. Le procedure per gli appalti di lavori pubblici sono: aperte, ristrette enegoziate, caratterizzate dai principi della par condicio e della non discriminazione dei partecipanti. Nella procedura aperta (pubblico incanto) può partecipare qualsiasi soggetto avente i requisiti prescritti mentre nelle procedure ristrette (licitazione privata e appalto-concorso) l’invito alla garaavviene previa selezione (prequalificazione) dei concorrenti. Il ricorso alla gara negoziata (trattativa privata) è eccezionale ed è sottoposta alla pubblicazione di un bando di gara, con deroghe nei casi espressamente previsti. L’affidamento dei lavori mediante appalto-concorso è divenuto,rispetto alla pregressa disciplina, del tutto eccezionale, essendo consentito, in seguito a motivata decisione, previo parere del Consiglio superiore deilavori pubblici, per speciali lavori o per la realizzazione di opere complesse o ad elevata componente tecnologica, la cui progettazione richieda il possesso di competenze particolari o la scelta tra soluzioni tecniche differenziate. Il pubblico incanto è un metodo alternativo a quello della licitazione privata, nel senso che il ricorso alla licitazione non richiede una particolare giustificazione ma comunque sempre un’idonea motivazione in relazioneal principio generale della motivazione degli atti amministrativi di cui all’art.3 della L.241/1990. Ciò anche per una questione di efficienza, del proseguimento cioè di migliori risultati in termini di tempo e di denaro del pubblico incanto rispetto alla licitazione. Infatti, se oramai la licitazione privata è in pratica assimilabile al pubblico incanto per il fatto che tutti i concorrenti che hanno chiesto di partecipare alla gara e sono in possesso dei

 prescritti requisiti vanno invitati, gli adempimenti procedurali della licitazione privata sono notevolmente superiori a quelli del pubblico incanto,atteso che in quest’ultimo la fase dell’aggiudicazione segue immediatamente quella della preselezione, a differenza della licitazione privata, in cui iconcorrenti selezionati devono attendere l’invito dell’amministrazione appaltante. La gara mediante asta pubblica va dichiarata deserta ove non sianostate presentate almeno 2 offerte, salvo il caso che l’amministrazione in sede di bando abbia stabilito di procedere all’aggiudicazione anche in presenza di una sola offerta; questo rappresenta un principio di carattere generale al quale va conformata l’attività contrattuale posta in essere da tuttele amministrazioni aggiudicatrici ed i soggetti aggiudicatori. Criteri di aggiudicazione: l’aggiudicazione degli appalti mediante pubblico incanto èeffettuata con il criterio del prezzo più basso, inferiore a quello posto a base di gara, determinato: per i contratti da stipulare a misura, medianteribasso sull’elenco prezzi posto a base di gara ovvero mediante offerta a prezzi unitari per quanto compatibile; per i contratti da stipulare a corpo,mediante ribasso sull’importo del lavori posto a base di gara ovvero mediante offerta a prezzi unitari; per i contratti da stipulare a corpo e a misura,mediante offerta a prezzi unitari. Criterio del prezzo più basso: nell’offerta prezzi unitari, l’aggiudicazione avviene mediante offerta di ribasso sui prezzi determinati non dall’amministrazione appaltante ma mediante offerta di prezzi ad opera dei concorrenti, con riferimento ad un elencodescrittivo delle voci relative alle varie categorie di lavoro predisposto dalla stazione appaltante. Il criterio più basso comporta in concreto: ladescrizione delle voci relative alle varie categorie di lavori; le unità di misura e le quantità; il prezzo unitario per ciascuna voce e i prodotti risultantidalla moltiplicazione delle quantità per i prezzi. La sommatoria degli importi formerà il prezzo complessivo richiesto per l’appalto. Nell’ipotesi dimancata indicazione da parte dell’amministrazione delle quantità ed unità di misura di una o più voci dell’elenco, non è possibile l’eventualeindicazione di un prezzo da parte dell’impresa concorrente. Criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa: nei casi di appalto-concorso,

l’offerta economicamente più vantaggiosa va determinata sulla base dei seguenti elementi variabili in relazione all’opera da realizzare: il prezzo, ilvalore tecnico ed estetico delle opere progettate, il tempo di esecuzione dei lavori, il costo di utilizzazione e di manutenzione, ulteriori elementiindividuati in base al tipo di lavoro da realizzare. Per l’affidamento di concessioni, gli elementi da prendere in considerazione sono i seguenti: il

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 prezzo, il valore tecnico ed estetico dell’opera progettata, il tempo di esecuzione dei lavori, il rendimento, la durata della concessione, le modalità digestione ed il livello delle tariffe da applicare alle utenze. I parametri di valutazione vanno indicati nel bando di gara e possono essere formulati intermini di coefficienti numerici. La graduazione dei criteri prescelti rientra nella discrezionalità valutativa dell’amministrazione appaltante e deveessere logica e coerente con la natura e l’oggetto dell’appalto dell’opera o del servizio.

DIRETTORE DEI LAVORI: Tipologie di COMPITI: tecnici (attinenti alla migliore esecuzione secondo le regole dell’arte e delle prescrizioni dicapitolato, alla tempestiva verifica del progetto e all’adattamento del progetto), economici (attinenti all’economia dei lavori, secondo quanto stimatonel computo metrico estimativo), legali (attinenti alla più corretta interpretazione ed applicazione delle varie leggi, regolamenti nazionali e locali,

urbanistici ed edilizi, tecnici e tecnologici), amministrativi (attinenti all’interpretazione ed al rispetto del contratto e di tutti i documenti che locompongono, quali capitolato generale, speciali, ecc..) contabili (attinenti alla misurazione ed alla valutazione dei lavori). COMPITI: prima della

consegna dei lavori: verifica  (del progetto e delle condizioni previste, della regolarità delle concessioni, dello stato delle calcolazioni, dellecondizioni antimafia, dei nullaosta di Soprintendenze, di regolarità occupazione temporanea di urgenza, dei compiti del personale dipendente, delcontratto d’appalto, dei poteri di rappresentanza e di firma del personale dell’appaltatore, della comunicazione di inizio lavori, della presenza disondaggi geognostici, della preventiva risoluzione di problemi per l’inizio lavori); all’atto della consegna dei lavori: verifica  (consegna dell’area,indicazione capisaldi e confini, illustrazione progetto all’appaltatore, consegna all’appaltatore di autorizzazione, permessi, licenze; richiamo ai terminidi ultimazione, compilazione del verbale di consegna lavori); ); In corso d’opera: compiti tecnici  (1. sorveglianza esecuzione lavori in economiadiretta ossia regolare avanzamento lavori, coordinamento lavori ditte specializzate, verifica qualità materiali impiegati e rispondenza a leggi ecapitolati, allontanamento di personale negligente, tempestiva trasmissione di disegni e approvazione calcoli e disegni, varianti d’urgenza,misurazione in contradditorio, collaborazione col collaudatore in corso d’opera, verifica regolarità tecnica delle varianti; 2. Compilazione eventuali perizie di variante e suppletive; 3. Redazione stato di consistenza dei lavori eseguiti in caso di rescissione del contratto od esecuzione d’ufficio);compiti economici (concordamento nuovi prezzi, verifica regolarità economica delle varianti, redazione stati di avanzamento); compiti amministrativi(interpretazione di contratti e capitolati, tenuta del Manuale del DL, verifica continua del Giornale dei lavori, emanazione di verbali di sospensione eripresa lavori, emanazione di “ordini di servizio” scritti, compilazione documenti contabili e amministrativi, controdeduzioni alle riservedell’appaltatore); compiti legali (interpretazione e applicazione di leggi, decreti, regolamenti; compilazione relazione per sinistri a persone;

compilazione relazione per danni alle proprietà); compiti contabili (misurazione e valutazione dei lavori). Al termine dei lavori: verifica  (emissionecertificato ultimazione lavori, richiesta di pubblicazione degli avvisi “ad opponendum”, richiesta di dichiarazione eventuali cessioni di credito,richiesta dichiarazioni liberatorie Enti assicurativi e previdenziali, compilazione conto finale e relativa relazione, allestimento documentazione daconsegnare al collaudatore, eventuale redazione certificato regolare esecuzione, comunicazione ultimazione lavori alle Autorità competenti,  presentazione certificato di collaudo statico, allestimento fascicolo completo della documentazione dell’opera eseguita). DOCUMENTI :

Amministrativi (Manuale del Direttore dei Lavori, Giornale dei Lavori); Formali (verbali di consegna dei lavori, ordini di servizio, verbali disospensione dei lavori, verbali di ripresa dei lavori, atti di sottomissione, atti aggiuntivi, verbali di concordamento nuovi prezzi, verbali diaccertamento danni di forza maggiore, certificato di ultimazione lavori); Contabili (libretti delle misure, sommario dei libretti delle misure, registro dicontabilità, sommario del registro di contabilità, stati di avanzamento lavori, certificati di pagamento, liste settimanali di manodopera e mezzi d’operain economia, liste per le provviste in economia, verbali di pesatura odi misurazione, stato finale, relazione del DL al conto finale). ATTIVITA’: leattività del DL si compiono sostanzialmente attraverso: controlli preventivi, attività preparatorie all’esecuzione, consegna del cantiere, disposizioniesecutive, controllo del cantiere e delle opere, compiti amministrativi.

COLLAUDO DEI LAVORI:  Scopo: Il collaudo dell’opera deve stabilire se questa è stata realizzata a regola d’arte e secondo le prescrizionitecniche stabilite, in conformità al progetto ed al contrario ed in conformità alla varianti approvate. Il collaudo è un’attività di diritto privato posta inessere dalla stazione appaltante. Deve verificare i certificati delle prove dei materiali impiegati. Deve verificare i dati contabili. Deve verificare e

certificare le prove di carico statiche ed impiantistiche effettuate. Lo scopo del collaudo non è quello di verificare l’idoneità dell’opera alla suadestinazione, ma quello di verificare l’adempimento contrattuale da parte dell’appaltatore. Campo di applicazione: tutte le opere fatte ad appalto,salvo le speciali disposizioni contrarie, sono soggette a collaudazione finale o parziale. Ricevuti i documenti della liquidazione finale il ministero o ilcompetente organo della regione o dell’ente attuatore, designa il collaudatore o la commissione collaudatrice a cui trasmette i documenti medesimi. Ilcollaudatore non svolge funzioni di arbitro, ma agisce per conto dell’amministrazione. Le opere pubbliche eseguite in c.a. normale precompresso e instruttura metallica, devono essere sottoposte a collaudo statico, prima del collaudo definitivo. Il collaudo si riferisce al relativo contratto. Pertanto,nell’appalto di un’opera pubblica, ad esempio, un edificio scolastico, si avranno distinti collaudi per il contratto d’appalto della opere murarie, per quello di costruzione dell’impianto di riscaldamento, per quello dell’impianto audio-visivo, per le opere di abbellimento artistico e così via. Responsabilità: committente  (nomina il collaudatore); direttore dei lavori (mette a disposizione dei lavori la documentazione di cantiere necessaria,inoltre stila una relazione sull’andamento dei lavori); dell’appaltatore (mette a disposizione mezzi a operai necessari per effettuare gli accertamentiutili per consentire la verifica di conformità dell’opera; fino a collaudo avvenuto ha i compiti di graduatoria e custodia dell’opera); collaudatore(svolge tutti i controlli necessari con scrupolo e coscienza al fine di accertare la conformità tecnico-economica dell’opera; il collaudatore decide sulleriserve e, alla fine, stila il certificato di collaudo. Modalità di gestione:  nomina del collaudatore:   per le operazioni di collaudo le amministrazioniaggiudicatrici nominano, nell’ambito del proprio apparato organizzativo, da 1 a 3 tecnici in possesso di elevata e specifica qualificazione con precisoriferimento alla tipologia e alle caratteristiche dei lavori cui il collaudo si riferisce. Qualora nella struttura appaltante non siano disponibili tali figure professionali, potranno essere nominati collaudatori tecnici esterni comunque in possesso dei requisiti richiesti. Gli incaricati del collaudo non

devono, per espressa disposizione di legge, avere svolto alcuna funzione nelle attività autorizzate, di controllo, di progettazione, di direzione, divigilanza, di esecuzione dei lavori da collaudare. Inoltre, nell’ultimo triennio, non devono avere avuto alcun rapporto o di consulenza con l’esecutoredei lavori che devono essere collaudati, e non possono far parte di organismi ai quali siano affidate funzioni di vigilanza, di controllo o di naturagiurisdizionale; esame della documentazione: il collaudatore deve innanzitutto esaminare la documentazione relativa all’appalto e alla esecuzione deilavori; deve esaminare i documenti del contratto, i disegni del progetto, i capitolati, i computi metrici e la documentazione di cantiere. Visita dicollaudo: il termine per l’inizio del collaudo è stabilito nel capitolato speciale d’appalto. E’ stabilito che l’inizio della visita di collaudo deve avvenirenon oltre sei mesi dalla data di ultimazione dei lavori e che tale termine decorre dalla data sotto la quale giunge alla direzione dei lavori lacomunicazione dell’appaltatore concernente l’avvenuta ultimazione dei lavori. E’ stabilito inoltre che la collaudazione dei lavori pubblici deve essereconclusa entro 6 mesi dall’ultimazione lavori; tale termine può essere prolungato fino ad un anno per lavori complessi o di particolare natura. L’attodel collaudo si articola sostanz in 3 distinti documenti: processo verbale di visita, relazione del collaudatore sui risultati della visita e certificato dicollaudo. Tipologie: collaudo provvisorio: qualora la stazione appaltante abbia necessità di utilizzare l’edificio, quando sia necessario verificare ilfunzionamento dell’opera senza ostacolare il pagamento dell’appaltatore o per altri motivi di particolare urgenza; il collaudo provvisorio non pregiudica assolutamente il giudizio finale del quale costituisce una semplificazione sommaria. collaudo parziale: si riferisce solo ad una parte dellavoro eseguito e costituisce atto definitivo; al collaudo parziale si può far ricordo in caso di opere particolarmente complesse sempre che sia possibileindividuare le varie parti e che l’esecuzione avvenga per fasi distinte; il carattere definitivo dell’accertamento è però subordinato al funzionamentogenerale dell’opera oggetto del collaudo finale non necessariamente costituito dalla risultante dei collaudi parziali. collaudo in corso d’opera: può

rendersi necessario nel caso di costruzioni molto complesse ed assume particolare rilevanza quando non è possibile verificare la qualitàdell’esecuzione a lavori ultimati, come per esempio avviene in alcuni manufatti subacquei; il collaudatore dovrà perciò seguire i lavori nel corso delloro svolgimento per verificarne l’andamento, evitando di interferire con l’operato della direzione lavori che ha compiti e ruoli; nel corso delle visite,

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sarà cura del collaudatore rilevare lo stato d’avanzamento di lavori accertando lo stato fisico e contabile per costituire una serie di documenti su cui basare il collaudo finale. collaudo statico: appare preponderante rispetto agli altri in quanto ha lo scopo di accertare la stabilità del manufatto; sicompone del controllo della documentazione, controllo materiali e soprattutto dell’analisi statica (controlli non distruttivi e prove di carico).

STRUTTURE DI ORIZZONTAMENTO: Dopo aver individuato i limiti e le condizioni geometriche dettate dal progetto architettonico, occorreimpostare la maglia strutturale generale (posizione pilastri e scale, individuazione setti portanti, grandi aperture, ecc.) definendo l’orditura deglielementi portanti quali travi e solai, scegliendone nel contempo la tipologia ed il materiale. Nell’individuazione degli elementi strutturali che formanole travi portanti ed i solai occorre tenere conto dei seguenti aspetti: disposizione in pianta delle strutture principali e numero di piani: negli edifici a

 pianta rettangolare allungata è preferibile adottare un sistema di telai principali che sia disposto longitudinalmente secondo lo sviluppo in pianta chesegue i prospetti di maggiori dimensioni, perché le possibili disuniformità del terreno, che possono aumentare in funzione della distanza,risulterebbero avere maggiore influenza in questa direzione ed i telai principali risultano più adatti, in quanto più rigidi, a sopportare cedimentidifferenziali maggiori; per edifici di notevole altezza, 6-7 piani, l’effetto delle azioni orizzontali non può essere trascurato ed in alcuno casi diventa preponderante nel dimensionamento delle strutture, in tali casi risulta più conveniente disporre i telai principali in direzione parallela all’azione delvento agente sul prospetto di maggiore sviluppo; adozione travi in spessore o in altezza: la tendenza nelle scelte progettuali, maggiormente adottata aigiorni nostri, è quella di prediligere sempre più frequentemente travi in spessore rispetto a quelle in altezza per i minori limiti architettonici che talesoluzione presenta e per i ridotti oneri delle casseforme nella formazione di travi; per le travi in spessore si adotterà la soluzione di telai longitudinalicollocando le stesse secondo la luce minore di un ipotetico reticolo formato dalla disposizione in pianta dei pilastri ed il solaio invece sarà dispostosecondo la luce maggiore; occorrerà verificare lo spessore minimo delle due componenti trave e solaio seguendo la più restrittiva fra le seguenticondizioni:  spessore solaio>= 1/25 luce solaio, luci orientative 2-10m; altezza trave >=1/18-1/20 luce trave, 4-7m; larghezza trave = 3-5 volte lo  spessore; per travi in altezza, altezza >= 1/7-1/14 luce trave. SOLAI: è l’elemento strutturale che svolge la funzione di supporto del piano di pavimento o di copertura di ogni edificio; è possibile progettare solai di tipo assai diversificato in funzione dei materiali impiegati, delle tecniche diesecuzione, del comportamento statico loro richiesto; in base ai materiali impiegati si distinguono in: omogenei: in legno (semplice/doppia orditura,legno normale, lamellare), in cemento armato normale e/o precompresso, in acciaio (orditura semplice o doppia); misti: in legno e acciaio, in c.a. elaterizio, in c.a. e acciaio, in acciaio e laterizio; in funzione delle tecniche di esecuzione: costruiti in opera, prefabbricati, semiprefabbricati o

 parzialmente costruiti in opera; La suddivisione generale che può essere adottata in base al comportamento statico è: monodirezionali (a nervaturesemplici, incrociate o a losanga), bidirezionali (a nervature, a lastre nervate), a piastra semplice o continua, a fungo. SOLAI OMOGENEI: legno(orditura semplice, doppia, capriate, lamellare a cassettone o con forme irregolari), in laterizio (volte), laterizio armato (solai SAP), in conglomeratocementizio armato (a cassettone, secondo le isostatiche, a fungo, a lastra, a lastre alleggerite “predalles”), in acciaio (lamiera grecata, striata o bugnata, in grigliato, coperture), prefabbricati (alveolari, tegoli prefabbricati, travi doppia pendenza, copponi prefabbricati, sezioni speciali quali alari,shed, ecc..), nuovi materiali (in cemento cellulare tipo Ytong, Gasbeton, ecc..). SOLAI MISTI: Legno-acciaio, acciaio-laterizio (travetti in acciaio evoltine di mattoni, profili in acciaio e volterranee, profili in acciaio e tavelloni in laterizio), laterocemento (Rex e Cirex, Varese, Pagano, Stimip,Celersap, Bausta, a pannelli), in c.a. e laterizio (a travetti prefabbricati e laterizi), c.a. e acciaio (sezione mista collaborante), nuovi materiali (solaicemento-polistirolo – tipo “Plastbau”). SOLAI BAUSTA: monodirezionale costituito da travetti tralicciati e pignatte in laterizio che costituisconoalleggerimento e cassero a perdere; assemblato in opera con possibilità di avere altezze differenti in funzione della luce e dei carichi e di costituirecondizioni di vincolo di volta in volta rispondenti agli schemi di calcolo; il traliccio che costituisce la base della sezione in c.a. portante è costituito daun fondo (cassero a perdere) in laterizio entro il quale è sistemato e gettato in stabilimento un traliccio elettrosaldato necessario per il supporto in fasedi costruzione e per il trasporto. SOLAI PREDALLES: in lastre prefabbricate in cemento armato vibrato dotate di alleggerimento in pani di polistiroloe getto di c.a. integrativo in opera secondo orditura comunemente monodirezionale ma con possibilità di ottenere anche orditure bidirezionali; possibilità di eseguire in opera solai di “qualsiasi” altezza; le lastre possono essere sagomate e seguire dimensioni variabili in funzione delle esigenzedel cantiere; la larghezza delle lastre non risulta sup a 2.5m per limiti di trasportabilità; l’alleggerimento è usualmente costituito da “pani” di

 polistirolo ma può essere agevolmente sostituito con pignatte o altri elementi leggeri; lo spessore delle lastre varia spesso in funzione di vari fattori: portanza del solaio, protezione al fuoco, protezione all’umidità, entità dei carichi e luci. SOLAIO “TRAVETTI PRECOMPRESSI”: con travetti in c.a. precompresso a supporto di pignatte in laterizio (quale alleggerimento) con interasse variabile tra 50 e 60cm. SOLAIO PLASTBAU CON SOLETTA

COLLABORANTE: monodirezionale con alleggerimento in “pignatta” di polistirolo e getto integrativo in opera; le prime soluzioni prevedevano ilgetto del travetto autoportante in stabilimento e la realizzazione in opera soltanto della soletta; all’intradosso è predisposta rete striata porta intonaco per la rasatura e finitura finale.  LAMIERA GRECATA COLLABORANTE (“BONDERIZZATA”): monodirezionale in lamiera di acciaio con prestazioni equivalenti al tipo Fe360 resa collaborante con il cls mediante impronte (bonderizzate) che impediscono sia lo scorrimento orizzontale siail distacco verticale; la lamiera grecata svolge la funzione di cassaforma durante la fase di getto e funzione di armatura tesa dopo la presa del cls sottoil carico utile di esercizio del solaio; le sagome geometriche della lamiera si differenziano secondo i produttori, i carichi e le luci di calcolo. SOLAIO“PREFABBRICATO ALVEOLARE”: è composto da lastre autoportanti in c.a. precompresso di largh standard 120cm mentre le lunghezza e glispessori vengono determinati in base alle caratteristiche costruttive di progetto; gli alleggerimenti del solaio sono costituiti da fori vuoti (alveoli) didim diversa in rapporto allo spessore del solaio; il pannello viene interamente prodotto in stabilimento con precompressione a cavi aderenti in assenzadi armatura taglio-resistente.

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