Appunti per lo sviluppo

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Le priorità per lo sviluppo: donne, famiglia e aspetti sociali

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Le priorità per lo sviluppo: donne, famiglia e aspetti sociali L’UDC è da sempre considerato a ragion veduta come il partito più attento ai problemi sociali ed alle priorità

della famiglia.

Con riferimento alle donne ed al problema dell’occupazione femminile, è importante porre all’attenzione le

seguenti considerazioni.

La Situazione Italiana

(Dati Istat e Cnel)

In Italia, alla fine del 2011, solo una donna su due, di età compresa tra i 20 ed i 64 anni risultava occupata, a

differenza di quanto accade nei paesi nord europei, dove otto donne su dieci hanno un’ occupazione.

Per le donne, il tasso di occupazione in Italia si colloca dunque appena al 47,2%, 12 punti percentuali in meno

rispetto alla media europea (60%). Solo Ungheria e Malta in Europa presentano una situazione peggiore.

La situazione è ancor più critica con riferimento agli squilibri territoriali tra nord e sud.

Nel Mezzogiorno il tasso di occupazione femminile è del 30,6%, contro il 57,3% del Nord Est.

Le donne nella fascia d’età 25-44 anni hanno tassi di occupazione più elevati (vicini alla media europea)

rispetto alle donne della fascia d’età più elevata. Questo perché le donne, da una parte, dopo una certa età

smettono di lavorare. Dall’altra, soprattutto, i tagli alle misure di welfare, la scarsa attenzione alla tutela delle

famiglie e soprattutto la crisi stanno costringendo le donne a privilegiare un ritorno alla vita domestica.

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Il lavoro e la Famiglia

La probabilità di lasciare il lavoro entro 21 mesi dalla nascita di un figlio

per le donne è quasi il 50%.

Mentre nel resto d’Europa l’occupazione femminile aumenta al crescere dell’età dei figli, in Italia diminuisce.

E’ un dato molto più accentuato per le madri giovani.

Le donne sotto i 25 anni trovano più difficoltà ad inserirsi nel mondo del lavoro dopo il parto.

Anche il livello d’istruzione influisce.

Le donne con un elevato livello di istruzione hanno maggiori probabilità di rientrare nel mondo del lavoro.

Il 77% del tempo dedicato al lavoro familiare è a carico delle donne.

Le donne italiane, sommando lavoro remunerato e non remunerato, lavorano ben più degli uomini.

Il reddito delle famiglie monoreddito è del 30% inferiore a quello

delle famiglie con doppio reddito.

Il lavoro delle donne è fondamentale per difendere la famiglia e i figli dalla povertà.

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Anziani, diversamente abili e bisognosi

Il 2012 ha visto dimezzare le risorse per i servizi sociali, a causa della mancanza di finanziamenti nazionali e

dei tagli ai bilanci regionali e comunali. Le nuove misure comporteranno un impoverimento delle famiglie, ed

in particolare la diminuzione di prestazioni per i disabili e dell’assistenza domiciliare e residenziale agli anziani

ed ai soggetti non autosufficienti, nonché dei supporti per il lavoro di cura privato.

Le limitazioni della spesa sanitaria influiscono così sui costi dei servizi integrati per minori, disabili ed anziani.

Si tratta di tagli apportati ad un settore essenziale, caratterizzato da primarie esigenze di sopravvivenza e che

non può essere drasticamente mortificato.

Negli ultimi anni la distribuzione della spesa sociale è stata a favore di minori e famiglia con il 40,2% a cui

sono seguiti gli anziani con il 22,5%, i disabili con il 21,1% e gli interventi per il disagio e la marginalità

sociale con il 16,2%.

Con riferimento ai precedenti aspetti è curioso rilevarne la disomogeneità regionale, che si accompagna a

sistemi culturali differenti, laddove il Meridione si differenzia per la struttura familiare ancora

tradizionalistica, ma che garantisce un sostegno economico reciproco tra le generazioni.

Sono i nuclei familiari del Nord, piccoli ed indipendenti da legami generazionali, ad essere più colpiti, non

potendo contare su quell’assistenzialismo familiare di garanzia invece presente nel Sud del Paese.

Page 4: Appunti per lo sviluppo

Le sfide da affrontare per lo sviluppo: quali interventi?

o INTRODURRE UNA TASSAZIONE EQUA ATTRAVERSO IL “FATTORE FAMIGLIA”,

alternativamente qualunque sistema diversamente denominato in grado di permettere che la

tassazione fiscale sulle famiglie tenga conto della tipologia e della numerosità dei nuclei familiari (più

figli e più anziani o altri soggetti a carico equivale ad avere un’imposizione fiscale in proporzione minore.

o AGEVOLARE L’ACCESSO AL LAVORO DELLE DONNE

o GARANTIRE UNA MAGGIORE QUALITA’ NEI SISTEMI DI

FORMAZIONE SCOLASTICA ED UNIVERSITARIA

o AGEVOLARE L’INCREMENTO DEL TASSO DI NATALITA’ FAVORENDO

L’ASSISTENZA FAMILIARE AI BAMBINI

o GARANTIRE IL SOSTEGNO CONTINUO AGLI ANZIANI ED AI SOGGETTI DISAGIATI,

in particolar modo evitando i tagli alle risorse per i servizi sanitari e sociali a queste categorie.