APPUNTI ALESSANDRINI N.7-10

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ANNO 4 N. 7 LUGLIO 2010 www Dopo l'accordo di Pomigliano COME CAMBIANO LE RELAZIONI INDUSTRIALI Marco Ciani Si è a lungo discusso nelle scorse set- timane a proposito della stipula dell' accordo tra FIAT e quattro sigle sinda- cali - FIM, FISMIC, UILM e UGL. Come è noto la FIOM, ovvero i metalmeccanici della CGIL, non hanno firmato. Succes- sivamente si è tenuto un referendum tra i lavoratori per approvare o rifiuta- re il testo sottoscritto, referendum vinto dai sì con il 63,4%, ma i voti con- trari sono al 36%, probabilmente più di quanto la Fiat si aspettasse. Ora non voglio in questa sede riaffer- rare gli aspetti di una vicenda ormai nota anche per il clamore suscitato. Mi interessa invece prendere spunto dal dibattito seguito per soffermarmi su due punti specifici: 1) le attuali rela- zioni industriali, in Italia, vanno bene come sono?; 2) in quale senso dovreb- bero eventualmente evolvere? Partiamo dal primo quesito. Chiunque abbia una conoscenza suffi- cientemente fondata del mercato del lavoro nazionale sa benissimo che esso risulta gravato da piaghe molto pro- fonde: salari tra i meno ricchi dei paesi OCSE, dove occupiamo il 23° posto su 30°; percentuale di popolazione attiva estremamente bassa, pari al 57,3%. Siamo i peggiori, ad eccezione di Tur- chia, Ungheria e Messico; tasso di di- soccupazione significativo. Perché è vero che a maggio 2010 il tasso di di- soccupazione era salito "solo" all'8,7% ma, come stima l'OCSE, se non tenes- simo conto del massiccio ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni (in con- tinua crescita) che ha l'effetto di ab- bassare il dato, esso risulterebbe più alto di circa 4 punti. (segue a pag.4) EDITORIALE Pubblicazione non destinata alla vendita a circolazione w.issuu.com/appuntialessandrini appu Fonti energetiche e pregiudizi. Q Vantaggi e limiti di una risorsa d Luciano Ramello (*) Da alcuni anni c’è unrinnovato inte- resse per il nucleare civile nel mon- do, legato a tre fattori: l’aumento del prezzo dei combustibili fossili, le crescenti preoccupazioni per l’effet- to delle emissioni di CO2 e altri gas serra sul clima, i recenti sviluppi nel- la tecnologia delle centrali nucleari. Vediamo da vicino l’ultimo punto: sono sul mercato i reattori di gene- razione III+, tra questi l’EPR di ARE- VA (con ENEL e Ansaldo Energia) e l’ IRIS della Westinghouse (con con- tributi di ENEA, Università italiane, Imprese italiane), dotato di sistemi di sicurezza passiva, con possibile collocazione in caverna o sottosuolo e durata di esercizio 60 anni. Inoltre sono in fase di ricerca e svi- luppo i reattori di generazione IV, che prevedono massima efficienza nell’utilizzo del combustibile, mini- mizzazione del volume dei rifiuti ra- dioattivi e del tempo di stoccaggio, tolleranza anche a gravi errori uma- ni, protezione fisica da attacchi ter- roristici. Insomma, la tecnologia ha fatto progressi soprattutto in tema di si- curezza e un incidente come quello di Chernobyl, o comunque con con- seguenze significative al di fuori del perimetro di una moderna centrale, si può oggi tranquillamente esclu- dere: cfr. le presentazioni di M. Fro- gheri e S. Monti al corso di forma- zione INFN [1]. Resta il problema dello stoccaggio dei rifiuti nucleari, problema consi- derevolmente attenuato con i futuri reattori di generazione IV, che po- tranno bruciare (traendone energia) gran parte del combustibile esausto dei reattori precedenti. In dive deposi che ne to de vrebbe sci rad dopo d ritorne di uran Cosa d are civ fonte n elevato bilanci da un è adat nergia sente a cui le (solare bioma sta di comple Ciò pre dell’en per M medio gli imp a 1 MW dei cos Energy della S Solare termo 101, G Nuclea Questo stimat Gas ci L’ inter dimen mero d numer resse p Newsletter mensile di pol e interna mediante diffusione on-line [email protected] Quel che non si dice da non demonizzare ersi paesi sono in sviluppo i iti geologici a lungo termine, ell’ ipotesi di un ciclo ottimizza- el combustibile nucleare do- ero garantire l’assenza di rila- dioattivi per “soli” 300 anni, di che il livello di radioattività erebbe a quello del minerale nio... dire dell’economicità del nucle- vile? Bisogna premettere che la nucleare è caratterizzata da un o costo di investimento iniziale, iato sul medio-lungo periodo basso costo di esercizio, e che tta a coprire la richiesta di e- a elettrica di base (quella pre- anche di notte). Altre fonti, tra cosiddette nuove rinnovabili e nelle varie forme, eolico, asse), possono coprire la richie- picco e sono in questo senso ementari a quella nucleare. emesso, vediamo i costi attuali nergia in Italia, espressi in Euro MWh prodotto il consumo o pro capite nel 2005, compresi pieghi industriali, corrisponde Wh circa ogni 2 mesi. La stima sti fatta da A. Clerici del World y Council (pag. 15, Corriere Sera 20.01.2010) è la seguente: e fotovoltaico 255-607, Solare odinamico 193-362, Eolico 66- Gas ciclo combinato 52-133, are 44-67, Carbone 38-83. o senza considerare il costo to delle emissioni di CO2 per il iclo combinato e il Carbone. rvallo di costi dipende dalla nsione della centrale e dal nu- di ore di utilizzo annuo. Questi ri spiegano il rinnovato inte- per l’opzione nucleare civile. (segue a pag.4) litica e attualità

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APPUNTI ALESSANDRINI N.7-10

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ANNO 4 N. 7 LUGLIO 2010 ● www.issuu.com/appuntialessandrini

Dopo l'accordo di Pomigliano

COME CAMBIANO LERELAZIONIINDUSTRIALI

Marco Ciani●

Si è a lungo discusso nelle scorse set-timane a proposito della stipula dell'accordo tra FIAT e quattro sigle sinda-cali - FIM, FISMIC, UILM e UGL. Come ènoto la FIOM, ovvero i metalmeccanicidella CGIL, non hanno firmato. Succes-sivamente si è tenuto un referendumtra i lavoratori per approvare o rifiuta-re il testo sottoscritto, referendumvinto dai sì con il 63,4%, ma i voti con-trari sono al 36%, probabilmente piùdi quanto la Fiat si aspettasse.Ora non voglio in questa sede riaffer-rare gli aspetti di una vicenda ormainota anche per il clamore suscitato. Miinteressa invece prendere spunto daldibattito seguito per soffermarmi sudue punti specifici: 1) le attuali rela-zioni industriali, in Italia, vanno benecome sono?; 2) in quale senso dovreb-bero eventualmente evolvere?Partiamo dal primo quesito.Chiunque abbia una conoscenza suffi-cientemente fondata del mercato dellavoro nazionale sa benissimo che essorisulta gravato da piaghe molto pro-fonde: salari tra i meno ricchi dei paesiOCSE, dove occupiamo il 23° posto su30°; percentuale di popolazione attivaestremamente bassa, pari al 57,3%.Siamo i peggiori, ad eccezione di Tur-chia, Ungheria e Messico; tasso di di-soccupazione significativo. Perché èvero che a maggio 2010 il tasso di di-soccupazione era salito "solo" all'8,7%ma, come stima l'OCSE, se non tenes-simo conto del massiccio ricorso allaCassa Integrazione Guadagni (in con-tinua crescita) che ha l'effetto di ab-bassare il dato, esso risulterebbe piùalto di circa 4 punti.

(segue a pag.4)

EDITORIALE

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www.issuu.com/appuntialessandrini ● [email protected]

Fonti energetiche e pregiudizi. Quel che non si dice

Vantaggi e limiti di una risorsa da non demonizzareLuciano Ramello (*)

●Da alcuni anni c’è un rinnovato inte-resse per il nucleare civile nel mon-do, legato a tre fattori: l’aumentodel prezzo dei combustibili fossili, lecrescenti preoccupazioni per l’effet-to delle emissioni di CO2 e altri gasserra sul clima, i recenti sviluppi nel-la tecnologia delle centrali nucleari.Vediamo da vicino l’ultimo punto:sono sul mercato i reattori di gene-razione III+, tra questi l’EPR di ARE-VA (con ENEL e Ansaldo Energia) el’IRIS della Westinghouse (con con-tributi di ENEA, Università italiane,Imprese italiane), dotato di sistemidi sicurezza passiva, con possibilecollocazione in caverna o sottosuoloe durata di esercizio 60 anni.Inoltre sono in fase di ricerca e svi-luppo i reattori di generazione IV,che prevedono massima efficienzanell’utilizzo del combustibile, mini-mizzazione del volume dei rifiuti ra-dioattivi e del tempo di stoccaggio,tolleranza anche a gravi errori uma-ni, protezione fisica da attacchi ter-roristici.Insomma, la tecnologia ha fattoprogressi soprattutto in tema di si-curezza e un incidente come quellodi Chernobyl, o comunque con con-seguenze significative al di fuori delperimetro di una moderna centrale,si può oggi tranquillamente esclu-dere: cfr. le presentazioni di M. Fro-gheri e S. Monti al corso di forma-zione INFN [1].Resta il problema dello stoccaggiodei rifiuti nucleari, problema consi-derevolmente attenuato con i futurireattori di generazione IV, che po-tranno bruciare (traendone energia)gran parte del combustibile esaustodei reattori precedenti.

In diversi paesi sono in sviluppo idepositi geologici a lungo termine,che nell’ipotesi di un ciclo ottimizzto del combustibile nucleare dvrebbero garantire l’assenza di rilsci radioattivi perdopo di che il livello di radioattivitàritornerebbe a quello del mineraledi uranio..Cosa dire dell’economicità del nuclare civile? Bisogna premettere che lafonte nucleare è caratterizzata da unelevato costo di investimento inizialebilanciato sul medioda un basso costo di esercizio, e cheè adatta a coprire la richiesta dinergia elettrica di base (quella prsente anche di notte). Altre fonti, tracui le cosiddette nuove rinnovabili(solare nelle varie forme, eolicobiomasse), possono coprire la richista di picco e sono in questo sensocomplementari a quella nucleare.Ciò premesso, vediamo i costi attualidell’energia in Italia, espressi in Europer MWh prodottomedio pro capite nel 2005, compresigli impieghi industriali, corrispondea 1 MWh circa ogni 2 mesi. La stimadei costi fatta da A. Clerici del WorldEnergy Council (pag. 15, Corrieredella Sera 20.01.2010) è la seguente:Solare fotovoltaicotermodinamico101, Gas ciclo combinatoNucleareQuesto senza considerare il costostimato delle emissioni di CO2 per ilGas ciclo combinato e il Carbone.L’intervallo di costi dipende dalladimensione della centrale e dal nmero di ore di utiliznumeri spiegano il rinnovato intresse per l’opzione nucleare civile.

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Fonti energetiche e pregiudizi. Quel che non si dice

limiti di una risorsa da non demonizzareIn diversi paesi sono in sviluppo idepositi geologici a lungo termine,che nell’ipotesi di un ciclo ottimizza-

del combustibile nucleare do-vrebbero garantire l’assenza di rila-sci radioattivi per “soli” 300 anni,dopo di che il livello di radioattivitàritornerebbe a quello del mineraledi uranio...Cosa dire dell’economicità del nucle-are civile? Bisogna premettere che lafonte nucleare è caratterizzata da unelevato costo di investimento iniziale,bilanciato sul medio-lungo periododa un basso costo di esercizio, e cheè adatta a coprire la richiesta di e-nergia elettrica di base (quella pre-sente anche di notte). Altre fonti, tracui le cosiddette nuove rinnovabili(solare nelle varie forme, eolico,biomasse), possono coprire la richie-sta di picco e sono in questo sensocomplementari a quella nucleare.Ciò premesso, vediamo i costi attualidell’energia in Italia, espressi in Europer MWh prodotto – il consumomedio pro capite nel 2005, compresi

impieghi industriali, corrispondea 1 MWh circa ogni 2 mesi. La stimadei costi fatta da A. Clerici del WorldEnergy Council (pag. 15, Corrieredella Sera 20.01.2010) è la seguente:Solare fotovoltaico 255-607, Solaretermodinamico 193-362, Eolico 66-

Gas ciclo combinato 52-133,Nucleare 44-67, Carbone 38-83.Questo senza considerare il costostimato delle emissioni di CO2 per ilGas ciclo combinato e il Carbone.L’intervallo di costi dipende dalladimensione della centrale e dal nu-mero di ore di utilizzo annuo. Questinumeri spiegano il rinnovato inte-resse per l’opzione nucleare civile.

(segue a pag.4)

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APPUNTI ALESSANDRINI Ap ● PER UN DIBATTITO POLITICO2

LL’INTERVISTAL Resoconto dall'Afghanistan in mano ai signori della guerra

Quello che i media non dicono nelle parole di un testimone d'eccezione

A cura di Gian Pietro Armano●

Il Vice Presidente della Provincia diAlessandria Maria Rita Rossa ha re-centemente visitato l'Afghanistan.Approfittiamo di questa occasioneparticolare per porle alcune domandesulla sua "missione" in quello che puòessere definito a tutti gli effetti un te-atro di guerra.L'intervista, di cui per ragioni di spazioriportiamo solo alcune risposte, saràdisponibile integralmente a breve sulsito www.cittafutura.al.it (NdR).

Quale è stato il motivo che l'ha spin-ta a fare un viaggio in Afghanistan?Sono stata a Kabul dal 5 all'11 maggioper verificare i progetti di cooperazio-ne decentrata promossi dall'IstitutoCooperazione allo Sviluppo di Ales-sandria insieme al CISDA (Coordina-mento italiano a sostegno delle donneafghane), in funzione del completa-mento di un centro culturale, median-te la realizzazione di una tipografiagestita dall'ong afghana HAWCA chelavora dal 1999, e di una indagine sul-la violazione dei diritti umani avvenu-ta durante la guerra civile e da partedel governo talebano, indagine gestitada SAAJS, una organizzazione che la-vora sul fronte della giustizia transna-zionale.Come è stato il primo impatto con larealtà afghana?Dopo lo scalo a Dubai, atterri all’ae-roporto di Kabul e ti rendi immedia-tamente conto che sei in un luogo do-ve la tragedia è a portata di mano.La guerra siamo abituati a vederla nona percepirla, i TG ci restituiscono im-magini e situazioni che per lo più fa-gocitiamo insieme al cibo del pranzo odella cena e così non ci rendiamo con-to che la guerra uccide le persone e leciviltà. Toccare con mano tutto que-sto provoca subito un senso di smar-rimento profondo.Non potrò mai dimenticare le stradedi fango, le case anch’esse di fango epaglia distrutte dalle bombe e la deso-lazione di una città nel caos e feritaquanto i suoi abitanti.

RITA ROSSAVice Presidente della Provincia

Se non fosse per le auto sembra di es-sere precipitati nel Medioevo: donnecol Burqa, bambini abbandonati sullestrade che mendicano in condizionipaurose, bambini torturati dalla vitatanti invalidati da quegli ordigni intel-ligenti che sono l’onta della presenzadell’occidente in Afghanistan.Appena entri in Afghanistan sai che nonpotrai più essere la stessa persona. Ro-vine, soldati, polizia, talebani, bambinisenza infanzia, pallottole, polveri.Quando l’aereo plana verso l’aeroportopercepisci di essere giunto in un paesein guerra: elicotteri, aerei militari, sol-dati armati e polizia afgana. I visi e gliocchi hanno una fierezza non rassegna-ta, l’ospitalità è sincera e tradiscel’orgoglio antico di un popolo fiero.Ci racconti qualche momento dellasua esperienza che ci aiuti a capire dipiù e meglio la situazione , dato chequanto ci viene comunicato dai me-dia è poco e camuffato.E’difficile scegliere qualche momentoin particolare. Tanti episodi hanno se-dimentato in me la sensazione del do-lore profondo di questa gente a cui èstato rubato il futuro.Una dei momenti più toccanti è statala partecipazione alla jirga dei popoli,centinaia di persone riunite per chie-dere giustizia.

Tante donne lì per dare dignità allaloro esistenza in nome della verità,hanno infranto la paura e la timidezzae si sono accomodate in sala, unamassa blu e nera di Burqa da cui e-scono voci ferme e disperate che rac-contano di violenze e di massacri.Quelle donne interrogano la coscienzadi ciascuno di noi, del nostro comodooccidente, dobbiamo approfondire,capire e agire pur nel ristretto ambitodelle nostre possibilità.Per esempio prendendo coscienza chele forze militari, le nostre missioni so-no in Afghanistan a garantire uno sta-tus quo ingiusto. Legittimare al poterecoloro che si sono macchiati di atrocicrimini non costruisce ponti di pace.Occorre abbracciare la convinzioneche la democrazia non si può esporta-re con le bombe.Un altro momento difficile è stata lavisita alla casa di rifugio delle donnemaltrattate. Ho parlato con una bim-ba di 12 anni uscita dall’inferno. Eratutta bendata e aveva subito già dieciinterventi. Sposa bambina ha vissutoper due anni con il marito di 56 anni,la madre e i fratelli di lui che si senti-vano liberi di trattarla da schiava epicchiarla tutti i giorni poiché lei rap-presentava il risarcimento per l’ontasubita a causa della fuga della sorellamaggiore, di un anno appena, scap-pata alle nozze forzate.E così dopo l’ennesima violenza la ri-bellione le è costata cara. L’hanno co-sparsa di benzina e le hanno dato fuo-co per poi accompagnarla all’ospedaledove ha avuto la forza di confidarsicon le volontarie del rifugio per ledonne. Oggi vive protetta e accoltadal calore di donne coraggiose chesfidano le consuetudini barbare perdare dignità alla parte più deboledell’Afghanistan: le donne e i bambini.Altro contesto, stessa sofferenza.Reparto infantile dell’Ospedale diEmergency. Molti bimbi, piccoli,senza arti inferiori lasciati sulle mi-ne. Ma in particolare gli occhi verdesmeraldo di una pastorella di 8/9anni da qualche giorno arrivata lì esalvata dalla tempestività dei medi-ci di Emergency. Mi rendo contosolo dopo averla vista che le mineinvalidano non solo perché portano

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via gli arti ma scoppiando dal bassoverso l’alto devastano tutto l’appa-rato gastro-intestinale e genitale. Oc-chi rassegnati ma nonostante tuttospalancati sul futuro.Non si può restare uguali a quando siè partiti quando si attraversa tantasofferenza.C'è un governo e c'è una popolazio-ne: esiste una sintonia tra le due re-altà, c'è collaborazione o sono realtàche non si cercano e non si trovano?La popolazione è sotto lo scacco digruppi di potere, legati per lo più aitraffici di droga e di armi, che nonhanno alcuna considerazione delleloro sofferenze.Il governo Karzai non rappresenta unasperanza ma l’equilibrio fra quei si-gnori della guerra che dopo il ritirodei sovietici hanno scatenato una lot-ta civile fratricida aprendo la strada alterribile terrore dei talebani.La jirga della pace del presidente Kar-zai è la legittimazione di tutto ciò, unafacciata rassicurante, per l’occidente,dietro la quale si nasconde l’equilibriofra i Criminali di guerra, responsabilidella tragedia di questo popolo.La deputata Malalai Joya che ha avu-to il coraggio di denunciare tutto ciòin parlamento è stata picchiata, allon-tanata ed ora perseguitata.Tra la popolazione esiste la consape-volezza e il bisogno di pace ma anchela disperazione di vedere al governo ipeggiori criminali di guerra, coloroche si sono macchiati di atroci crimini.Ci sono gruppi democratici clandesti-ni, ma organizzati che lavorano perdare dignità alle richieste di giustiziadi sempre crescenti fette di popola-zione.Le diverse etnie afgane hanno parte-cipato ad una toccante assemblea, lajirga dei popoli organizzata in contra-sto con quelle di Karzai, per rivendica-re giustizia. Quei volti, quelle voci,quelle tragiche storie chiedevano chealmeno i signori della guerra ricono-scano le loro colpe, ammettano i cri-mini. Solo dopo questo atto potrà es-serci perdono e si potrà ricominciaresu basi nuove. Mi sembra una dignito-sa posizione civile.La guerra continua... per colpa di chi?Chi sono gli attori principali? Cheruolo hanno le presenze militari stra-niere?Il Parlamento afghano in carica ècomposto per la maggior parte dai si-gnori della guerra, fondamentalisti(che sono il 72%, oltre a un 6% di traf-ficanti di droga, 4% di talebani “mo-derati”, 3% di religiosi conservatori e15% di opposizione democratica) re-sponsabili della distruzione del paesee della dilagante corruzione.

Negli ultimi nove anni questi criminalinon hanno fatto altro che intascare,attraverso un sistema perverso di cor-ruzione denunciato anche dall'ONU, ifondi destinati al popolo afghano ehanno oppresso le donne quanto ecome nel passato. Ne è un chiaro e-sempio la “Legge sul diritto di famigliacontro le donne sciite”, firmata daKarzai solo per compiacere i religiosisciiti e rastrellare i loro voti.Inoltre la legge sulla “RiconciliazioneNazionale, l'Amnistia Nazionale e laStabilità Nazionale” emanata dal Par-lamento afghano nel 2007 e pubblica-ta sulla Gazzetta Ufficiale alla fine del2009, è stata approvata solo per ga-rantire la completa impunità ai re-sponsabili di atroci crimini.I Paesi che prendono parte alle opera-zioni militari NATO e ISAF in questi no-ve anni di occupazione hanno garanti-to e finanziato con i soldi delle tassedei loro cittadini questo sistema di cor-ruzione e protezione dei criminali, as-sicurando ai suoi rappresentanti dipresentarsi alla comunità internaziona-le come democratici. In questo modo inostri paesi hanno ignorato le soffe-renze del popolo afghano, a cui nonsono arrivate che le briciole dei fondidestinati alla ricostruzione, e che nonha avuto alcuna giustizia per i criminisubiti. La popolazione afghana conti-nua a vivere in guerra, sotto il fuocodelle nostre bombe e degli attentatidei talebani che stanno causando im-mani perdite e ulteriori sofferenze.Ora, con la inclusione dei cosiddetti“talebani moderati” e di criminali diguerra del calibro di Gulbuddin He-khmatayr e del suo partito (Hezb-e-Islamì) nel processo elettorale, il par-lamento afghano rischia sempre più didiventare un covo di fondamentalisti,pronti a scatenare una nuova guerracivile e a continuare a opprimere lapopolazione con il sostegno della co-munità internazionale.Inoltre Karzai ha cambiato la legge e-lettorale per poter controllare lacommissione di controllo delle vota-zioni (ECC). L'emendamento consenteal presidente di eleggere i cinquemembri della commissione, mentrecon la legge precedente tre membrierano eletti da UNAMA.Questa politica, portata avanti per ga-rantire agli USA e ai paesi NATO diportare a casa le truppe dichiarandosivincitori, chiuderà definitivamente leporte a tutti coloro che in Afghanistanhanno lottato e lavorato per creare lecondizioni di una ripresa, a coloro chehanno difeso i diritti delle donne e deibambini, la libertà di espressione, chesi sono battuti perché le vittime deicrimini di guerra avessero giustizia.

Occorre chiedere ai Parlamenti deinostri Paesi, al Parlamento Europeo,all'ONU, se hanno realmente a cuorela pace nell'area, di vigilare attenta-mente sul corso delle elezioni afgha-ne, imponendo legalità e trasparenza,di chiedere ai loro governi di fermarela guerra e ritirare le truppe, di smet-tere di sostenere i criminali di guerrache hanno appoggiato e finanziato intutti questi anni e di dar voce e soste-gno ai veri democratici afghani rimastifino ad oggi inascoltati.Quali priorità urgenti e necessarie hacolto per aiutare in modo costruttivoed efficace la situazione del paese?Le priorità sono: i diritti umani,l’autodeterminazione, l’istruzione dibase e la formazione. Un’economialibera dalla filiera della coltivazionedell’oppio. Ambulatori medici, ospe-dali, attenzione all’infanzia e prote-zioni sociali. Ma soprattutto controllosull’erogazione dei fondi, verifica suitanti milioni di euro della cooperazio-ne internazionale che dati a gruppi dipotere legittimati finiscono pressochéinteramente nelle tasche dei funzio-nari corrotti.Si pensi che l’Italia spende 3 milioni dieuro al giorno per mantenere la mis-sione militare in Afghanistan e gli USAil corrispettivo di 1.250.000 euro mol-tiplicato per ogni afghano, una mon-tagna di denaro che avrebbe potutoessere spesa per ricostruire strade,villaggi, acquedotti, scuole, ospedali,assistenza, dignità e portare i veri e-lementi di vita civile, in una parola ifondamenti della vita democratica.

Il resto dell'intervista saràdisponibile a breve sul sito

www.cittafutura.al.itcon ulteriori approfondimentiriguardanti i problemi relativi

alla scolarizzazione; le etnie e lastoria, anche recente, del paese

asiatico; i nuovi fermenti cheanimano la popolazione, con

particolare attenzione allacondizione delle donne e allosviluppo delle prime, timideforme di democrazia reale

RITA ROSSA

Non abbisogna certo di grandipresentazioni essendo conosciutada tempo, malgrado l'età ancora

giovane, sia come insegnanteche come politico. Attualmente

l'incarico di maggior rilievoricoperto è costituito dalla VicePresidenza dell'amministrazione

provinciale alessandrina

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CCOOMMEE CCAAMMBBIIAANNOO LLEE RREELLAAZZIIOONNII IINNDDUUSSTTRRIIAALLII(Editoriale - continua da pagina 1)

Ma l'aspetto più drammatico, comeha rammentato recentemente ilgiuslavorista Pietro Ichino in un'in-tervista su Gioia dell’8 luglio scor-so, è rappresentato dal fatto cheper ora, lavoratori con il contratto“buono” e lavoratori precari sonocaste separate da una barriera invi-sibile. La casta senza certezze è an-che la più giovane.«L'esistenza di un vero e proprioregime di apartheid, aggravato daaltre prepotenze della nostra gene-razione», lo definisce Ichino.In sostanza esiste una solidissimabarriera tra chi, pubblico dipenden-te o lavoratore con contratto atempo indeterminato in un'aziendacon più di 15 dipendenti gode di tu-tele significative e tutti gli altri,precari, disoccupati o anche lavora-tori in aziende di dimensioni ridot-te che sono invece molto più espo-sti alle intemperie del mercato.Su questo problema la destra faspesso demagogia, ma la sinistra nonha argomenti e finisce spesso percontraddirsi. Non deve quindi stupirese un sondaggio svolto da IPSOS peril Sole 24 ore del 26 giugno, osser-vando le intenzioni di voto disaggre-gate per gruppi socio-demograficisvela che tra gli operai il PDL godedel consenso del 28% contro il 20%del PD, mentre, tra i disoccupati, laforbice diventa 45% a 18% in favoredella destra. Evidentemente i "nonprotetti" non si sentono rappresen-tati dalla sinistra. Meditate gente,meditate, come suggeriva una vec-chia reclame!Dunque - e siamo al secondo punto -sembra imprescindibile riformare, as-sieme al mercato del lavoro, anche ilsistema di relazioni sindacali che necostituisce un corollario fondamentale.

Purtroppo la soluzione al problemanon consiste nel riempirsi la bocca didiritti inesigibili o di improbabili ri-chiami alla Costituzione che lasciano iproblemi irrisolti. Il lavoro non si creaper decreto, ma lo si può tutelare effi-cacemente stando sul mercato graziealle proprie forze, in special modo conriforme condivise dalle parti sociali.Altrimenti le aziende chiudono (c'eraun posto dove le aziende decotte nonchiudevano: l'Unione Sovietica. Manon ha funzionato granché). Questonon comporta necessariamente unariduzione delle tutele. Non esiste solola Cina, ma anche la Danimarca, gliStati Uniti e molte altre varianti.Difficile non essere ancora una voltad'accordo con il Professor Ichinoquando indica tre obiettivi: detassa-zione dei redditi più bassi, migliora-mento incisivo del servizio scolastico(qualità significa soprattutto buonaistruzione) e una riforma ispirata allaflexsecurity nordeuropea, dove tuttisono a tempo indeterminato, manessuno inamovibile. Ciò significache non sarebbe più impossibile li-cenziare i dipendenti, ma che essigodrebbero di tutele decenti e sa-rebbero facilitati nel trovare un nuo-vo lavoro, percependo, nella maggio-ranza dei casi, salari più elevati.Inoltre è necessario che tutti i sinda-cati responsabili si evolvano. Devonoimparare a scommettere assieme alleimprese sul successo dei piani indu-striali e contrattare la ripartizione deibenefici piuttosto che arroccarsi.Spesso questo avviene già, ma non èancora diffuso in modo sistematico;almeno non quanto dovrebbe. L'im-portante è sapere che le aziende nonstanno in piedi se il rapporto tra pro-duttività e costi non risulta competiti-vo. Dovere delle parti coinvolte è tro-vare il giusto mix tra queste due com-ponenti nelle situazioni concrete, sen-za irrigidimenti anacronistici e conmolto buon senso. Pomigliano, luogodove tra l'altro l'alternativa più pros-sima al lavoro è la Camorra, va lettoprobabilmente in quest'ottica.Anche per questo sarebbe bene, a de-stra come a sinistra, piantarla con leletture ideologiche contrapposte ecercare invece di agevolare, con spiri-to pragmatico e costruttivo, la ricercadi soluzioni ai problemi veri. Si rende-rebbe un miglior servizio tanto ai la-voratori, quanto ai tanti che tutti igiorni lottano nella speranza di trova-re un'occupazione dignitosa per acce-dere a una vita finalmente normale.

Questa Newsletter non é una testata giornalistica, pertanto non deve essere considerato un prodotto editoriale soggetto alla disciplina della legge n. 62 del 7.3.2001Questa Newsletter non é una testata giornalistica, pertanto non deve essere considerato un prodotto editoriale soggetto alla disciplina della legge n. 62 del 7.3.2001

(continua da pagina 1)

Per un’analisi dettagliata di tutte lefonti energetiche (tradizionali e in-novative) si veda il Libro bianco del-la Società Italiana di Fisica [2]; perulteriori approfondimenti si veda ilcorso di formazione [1] già citato.Infine: quale strada prenderà l’Ita-lia? L’Europa con il piano SET e ilpacchetto Clima-Energia si è postaobiettivi ambiziosi tra cui la riduzio-ne delle emissioni di gas serra del20% nel 2020 (rispetto al 1990) edel 50% nel 2050; l’energia nuclea-re è ritenuta indispensabile per ga-rantire il carico di base in Europa econseguire gli obiettivi suddetti.Il Parlamento ha approvato la Legge23 luglio 2009, n. 99 in tema di Im-prese ed Energia che prevede tral’altro il ritorno al nucleare, conampie deleghe al Governo per lalocalizzazione di impianti produttivie stoccaggio rifiuti radioattivi, con-sorzi per sviluppo e utilizzo impiantinucleari. È auspicabile che questoavvenga con la massima trasparen-za e che i cittadini siano corretta-mente informati dei benefici e deirischi delle centrali di produzione dienergia, incluse quelle nucleari.

(*) Università del Piemonte Orientale“Amedeo Avogadro” e Gruppo colle-gato INFN, Alessandria

Note:

[1] http://formazione.to.infn.it/2009/energianucleare/ (cliccare su Agen-da)

[2] ‘Energia in Italia: problemi e pro-spettive (1990-2020)’ (158 pagine):http://www.sif.it/SIF/resources/public/files/LibroBianco.pdf

APPUNTI ALESSANDRINIAp ● per un dibattito politico

ANNO 4 N.7 Luglio 2010

Coordinatore: Agostino Pietrasanta

Staff: Marco Ciani ● Walter FiocchiDario Fornaro ● Roberto Massaro

Carlo Piccini

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