“SCOPRI LA NATURA PIU’ BELLA DELLA CAPITANATA” · Celano si giunge a San Gio-vanni Rotondo,...

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cato il Monte Celano si dirige- va a San Giovanni Rotondo e da qui, attraverso il Casale di Sant’ Egidio, il Vallone della Fratta e la Valle Carbonara, raggiungeva una ripida mulat- tiera che si inerpicava verso il Santuario dell’ Arcangelo Mi- chele. La VIA TRAIANA era una va- riante della VIA APPIA e colle- gava Beneventum (BENEVENTO) a Brundisium (BRINDISI) attraverso Aecae (TROIA), Herdonia (ORDONA), Canusium (CANOSA DI PU- GLIA), Rubi (RUVO DI PUGLIA), Butuntum (BITONTO). In epo- ca Longobarda la Via Traiana era parte della VIA FRANCIGE- NA che univa numerosi centri religiosi Longobardi ed in par- ticolare era percorsa dai pelle- grini diretti a MONTE SANT’ ANGELO, presso il santuario di San Michele Arcangelo. All’ epoca delle CROCIATE la via fu percorsa sia da eserciti che da fedeli in viaggio verso la TER- RA SANTA. Durante il MEDIO- EVO era parte integrante del sistema delle grandi vie di pellegrinaggio tanto che i CA- VALIERI TEMPLARI e GERO- SOLIMITANI lungo il suo per- corso edificarono alberghi ed ospizi per i viandanti. STORIA Agli inizi del primo millennio a.c. un Popolo Italico di lingua Osca, strettamente affine ai Sanniti, si insediò nel territo- rio costiero dell’ Adriatico centrale compreso tra i fiumi Sangro e Biferno. In seguito i confini meridionali di questo territorio furono segnati dal fiume Fortore. Fu in quest’ area che si affermò il popolo dei FRENTANI, e la regione assunse la denominazione FRENTANA. Questo territorio era attraversato da una fon- damentale via di comunicazio- ne verso l’ Apulia : la VIA FRENTANA. I principali centri abitati dislocati presso questa via erano Larinum (LARINO), Epineion (ORTONA), Anxa- num (LANCIANO), Histonium (VASTO), Interamna Frenta- norum (TERMOLI), Arx Calela (CASACALENDA). Ai tempi di Roma il tracciato della via Frentana servì come base per la realizzazione della VIA LITORANEA, strada consolare che da Rimini percorreva la costa adriatica centrale. Roma era collegata a questa impor- tante arteria stradale tramite la VIA TIBURTINA VALERIA CLAUDIA. La Via Litoranea dopo aver attraversato il terri- torio dei Frentani si dirigeva verso l’ APULIA dove confluiva nella VIA TRAIANA. La TABU- LA PEUTINGERIANA ci indica che la Via Litoranea lambiva la collina dove sorgeva SERRA- CAPRIOLA ed attraversava il Fortore per giungere a TEA- NUM APULUM, situata sulle colline che sovrastano la riva destra del fiume. Da questa città proseguiva poi per ERGI- TIUM ( generalmente identifi- cata con la località Brancia, nei pressi dell’attuale fermata di San Marco in Lamis delle Ferrovie del Gargano ), e SI- PONTUM; mentre altre strade si dirigevano da Teanum verso Lucera, Arpi e altri antichi abitati della Daunia. Da Ergi- tium si poteva raggiungere il Gargano attraverso due stra- de : - La prima seguiva un antico sentiero che tagliava trasver- salmente i rilievi meridionali del promontorio sino a rag- giungere Mattinata. A partire dall’ Alto Medioevo questo sarà uno dei tragitti più battu- ti per giungere a Monte Sant’Angelo. - La seconda imboccava la Valle di Stignano risalendo fino a San Marco in Lamis, cittadina sorta vicino l’ Abba- zia Benedettina di San Giovan- ni de Lama ( oggi Convento di San Matteo ). Dopo aver vali- TREKKING “LA VIA SACRA LANGOBARDORUM” da LUCERA a MONTE SANT’ANGELO “SCOPRI LA NATURA PIU’ BELLA DELLA CAPITANATA” www.pietrocaforio.onweb.it Associato ad A.I.G.A.E.

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cato il Monte Celano si dirige-va a San Giovanni Rotondo e da qui, attraverso il Casale di Sant’ Egidio, il Vallone della Fratta e la Valle Carbonara, raggiungeva una ripida mulat-tiera che si inerpicava verso il Santuario dell’ Arcangelo Mi-chele. La VIA TRAIANA era una va-riante della VIA APPIA e colle-g a v a B e n e v e n t u m (BENEVENTO) a Brundisium (BRINDISI) attraverso Aecae (TROIA), Herdonia (ORDONA), Canusium (CANOSA DI PU-GLIA), Rubi (RUVO DI PUGLIA), Butuntum (BITONTO). In epo-ca Longobarda la Via Traiana era parte della VIA FRANCIGE-NA che univa numerosi centri religiosi Longobardi ed in par-ticolare era percorsa dai pelle-grini diretti a MONTE SANT’ ANGELO, presso il santuario di San Michele Arcangelo. All’ epoca delle CROCIATE la via fu percorsa sia da eserciti che da fedeli in viaggio verso la TER-RA SANTA. Durante il MEDIO-EVO era parte integrante del sistema delle grandi vie di pellegrinaggio tanto che i CA-VALIERI TEMPLARI e GERO-SOLIMITANI lungo il suo per-corso edificarono alberghi ed ospizi per i viandanti.

STORIA Agli inizi del primo millennio a.c. un Popolo Italico di lingua Osca, strettamente affine ai Sanniti, si insediò nel territo-rio costiero dell’ Adriatico centrale compreso tra i fiumi Sangro e Biferno. In seguito i confini meridionali di questo territorio furono segnati dal fiume Fortore. Fu in quest’ area che si affermò il popolo dei FRENTANI, e la regione assunse la denominazione FRENTANA. Questo territorio era attraversato da una fon-damentale via di comunicazio-ne verso l’ Apulia : la VIA FRENTANA. I principali centri abitati dislocati presso questa via erano Larinum (LARINO), Epineion (ORTONA), Anxa-num (LANCIANO), Histonium (VASTO), Interamna Frenta-norum (TERMOLI), Arx Calela (CASACALENDA). Ai tempi di Roma il tracciato della via Frentana servì come base per la realizzazione della VIA LITORANEA, strada consolare che da Rimini percorreva la costa adriatica centrale. Roma era collegata a questa impor-tante arteria stradale tramite la VIA TIBURTINA – VALERIA – CLAUDIA. La Via Litoranea dopo aver attraversato il terri-torio dei Frentani si dirigeva verso l’ APULIA dove confluiva nella VIA TRAIANA. La TABU-

LA PEUTINGERIANA ci indica che la Via Litoranea lambiva la collina dove sorgeva SERRA-CAPRIOLA ed attraversava il Fortore per giungere a TEA-NUM APULUM, situata sulle colline che sovrastano la riva destra del fiume. Da questa città proseguiva poi per ERGI-TIUM ( generalmente identifi-cata con la località Brancia, nei pressi dell’attuale fermata di San Marco in Lamis delle Ferrovie del Gargano ), e SI-PONTUM; mentre altre strade si dirigevano da Teanum verso Lucera, Arpi e altri antichi abitati della Daunia. Da Ergi-tium si poteva raggiungere il Gargano attraverso due stra-de : - La prima seguiva un antico sentiero che tagliava trasver-salmente i rilievi meridionali del promontorio sino a rag-giungere Mattinata. A partire dall’ Alto Medioevo questo sarà uno dei tragitti più battu-ti per giungere a Monte Sant’Angelo. - La seconda imboccava la Valle di Stignano risalendo fino a San Marco in Lamis, cittadina sorta vicino l’ Abba-zia Benedettina di San Giovan-ni de Lama ( oggi Convento di San Matteo ). Dopo aver vali-

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trice si affronta l’ ultimo tratto

di strada che conduce a Mon-

te Sant’ Angelo (850 m.s.l.m.)

cittadina meta di antichi e

recenti pellegrinaggi alla

Grotta dell’ Arcangelo Miche-

le. Monte Sant’ Angelo (sito

UNESCO) è celebre per il San-

tuario di San Michele Arcan-

gelo, meta sin dal V secolo di

pellegrinaggi. La storia del

culto di S. Michele sul Garga-

no è stata a noi tramandata

dal Liber de apparitione san-

cti Michaelis in monte Garga-

no, chiamato per brevità Ap-

paritio, redatto tra la fine del

sec. VIII e gli inizi del IX. In

esso si parla della consacra-

zione della basilica fatta per-

sonalmente dall' Arcangelo; si

parla anche delle guarigioni

operate da S. Michele per

mezzo dell'acqua, la Stilla, che

veniva raccolta dallo stillicidio

della roccia.

Il Santuario di Stignano, di

fatto, costituisce la porta set-

tentrionale del Gargano misti-

co. Da questo luogo la Via

Sacra Langobardorum entra

nel vivo con una tappa densa

di altissima spiritualità Maria-

na e Francescana. Stignano è

il luogo da cui il pellegrino

incomincia il suo vero cammi-

no penitenziale fatto di soffe-

renza, ma anche di intensa

gioia. Si narra che nel 1216

San Francesco d'Assisi nel suo

pellegrinaggio verso la Grotta

dell’ Arcangelo Michele sia

passato per la Valle di Stigna-

no e che sia rimasto estasiato

per l'amenità del luogo, per la

sua luce, per la maestosità

delle montagne verdi e seve-

re, per la feracità del suolo, il

profumo dell'aria, i colori dei

fiori. Dopo Stignano si rag-

giunge l’ altro importante

Convento Francescano di San

Matteo ( uno dei più antichi e

rinomati santuari del Garga-

no ) che fu fondato dai Bene-

dettini col nome di San Gio-

vanni de Lama. L’ edificazione

sulle pendici del Monte Cela-

no rispondeva all' esigenza di

accudire i pellegrini che dalla

fine del sec. V incessantemen-

te giungevano sul Gargano

per dirigersi alla Grotta

dell'Arcangelo Michele. Attra-

verso il Bosco della Difesa e

dopo aver valicato il Monte

Celano si giunge a San Gio-

vanni Rotondo, cittadina resa

famosa in tutto il mondo gra-

zie alla figura di Padre Pio da

Pietrelcina, il frate che con la

sua fede ed il suo esempio ha

costituito un punto fermo

nella storia religiosa e civile

del Gargano. San Giovanni

Rotondo fu fondata nel 1095

sulle preesistenti rovine di un

villaggio del IV secolo a.C.; in

questo borgo era presente un

battistero di forma circolare

destinato al culto del Dio Gia-

no ( IANUM ) e che in seguito

fu consacrato a San Giovanni

Battista. Il paese è noto in

tutto il mondo dato che ospita

il complesso conventuale di

Santa Maria delle Grazie e l’

ospedale Casa Sollievo della

Sofferenza, luoghi in cui si

avverte ancora la presenza di

San Pio da Pietrelcina. Da San

Giovanni Rotondo (624

m.s.l.m.) il cammino lungo la

Via Sacra Langobardorum si

inoltra nell’ alveo di Sant’

Egidio (463 m.s.l.m., antico

lago, ora prosciugato) la Valle

della Fratta (si percorre in

salita da quota 540 m.s.l.m. a

quota 623 m.s.l.m.) la località

Cassano (643 m.s.l.m.) la loca-

lità Orefice (676 m.s.l.m.) la

località Cima della Costa (827

m.s.l.m.) per giungere presso

l’ antica chiesa di Madonna

degli Angeli (863 m.s.l.m.),

dopo una breve sosta ristora-

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ore 1 e minuti 30 - Tempo

totale di percorrenza ore 9

e minuti 45

DIFFICOLTA' PERCORSO: TURISTICO [T] / ESCUR-SIONISTICO [E] Si cammina su strade pavi-mentate, strade sterrate e carrarecce, mulattiere e facili sentieri. N.B. le tappe (seppur lun-ghe) presentano significa-tivi tratti pianeggianti o in discesa che ne agevolano la percorrenza

PERCORSO

1^ TAPPA: da LUCERA a

SAN SEVERO — km.24,1 -

Quota partenza 162m -

Quota arrivo 102m - Quo-

ta minima 67m - Quota

massima 258m - Massimo

dislivello in salita 37m -

Massimo dislivello in di-

scesa 114m - Tempo in

movimento ore 8 - Tempo

in sosta ore 1 e minuti 30 -

Tempo totale di percor-

renza ore 9 e minuti 30

2^ TAPPA: da SAN SEVE-

RO al CONVENTO DI STI-

GNANO — km.21,2 - Quo-

ta partenza 53m - Quota

arrivo 263m - Quota mini-

ma 34m - Quota massima

293m - Massimo dislivello

in salita 254m - Massimo

dislivello in discesa 66m -

Tempo in movimento ore

7 - Tempo in sosta ore 1 e

minuti 30 - Tempo totale

di percorrenza ore 8 e mi-

nuti 30

3^ TAPPA: dal CONVENTO

DI STIGNANO a SAN GIO-

VANNI ROTONDO —

km.19,5 - Quota partenza

240m - Quota arrivo 665m

- Quota minima 240m -

Quota massima 951m -

Massimo dislivello in salita

644m - Massimo dislivello

in discesa 281m - Tempo

in movimento ore 6 e mi-

nuti 30 - Tempo in sosta

ore 1 e minuti 30 - Tempo

totale di percorrenza ore 8

4^ TAPPA: da SAN GIO-

VANNI ROTONDO a MON-

TE SANT’ANGELO —

km.24,5 - Quota partenza

584m - Quota arrivo 828m

- Quota minima 240m -

Quota massima 873m -

Massimo dislivello in salita

210m - Massimo dislivello

in discesa 132m - Tempo

in movimento ore 8 e mi-

nuti 15 - Tempo in sosta

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