San Pio da Pietrelcina e il suo angelo custode

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    P. ngel Pea O.A.R.

    San Pio da Pietrelcina eil suo angelo custode

    Lima Per

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    Nihil obstatP. Ignacio Reinares

    Vicario provinciale del PerAugustino Recoleto

    ImprimaturMons. Jos Carmelo MartnezVescovo di Cajamarca (Per)

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    INDICE GENERALE

    INTRODUZIONE

    PRIMA PARTE LA SUA VITALa sua famiglia.Infanzia e adolescenza.Noviziato.Sacerdozio.San Giovanni Rotondo.Il diavolo.Il suo carattere.Chiamato alle armi.Le piaghe.Calunnie.Doni soprannaturali:

    a) Bilocazioneb) Profumo soprannaturalec) Vivere senza mangiare?d) Febbre altissimae)Conoscenza soprannaturale.

    La messa.La Vergine Maria.Casa Sollievo della Sofferenza.Gruppi di preghiera.La sua morte.

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    SECONDA PARTE RAPPORTO CON IL SUO ANGELOCUSTODE

    Angelo traduttore.Angelo infermiere.Angelo che provvede.Angelo autista.Raccomandazioni sullangelo.Angelo difensore.Angelo predicatore.Mandami il tuo angelo.Angelo viaggiatore.Altri servizi.Angelo accolito.Angeli cantori. Il cane da guardia.

    RIFLESSIONICONCLUSIONEBIBLIOGRAFIA

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    INTRODUZIONE

    San Pio da Pietrelcina un santo mistico estigmatizzato che intratteneva una comunicazionefrequente e familiare con il suo angelo custode. Per questomotivo desideriamo soffermarci sul rapporto con il suoangelo e con quei suoi figli spirituali, i quali sapevano che,

    in caso di una qualsiasi difficolt, dovevano mandare ilproprio angelo a Padre Pio perch gli comunicasse ci di cuiavevano bisogno, ed egli avrebbe provveduto nel modo piadatto.

    Langelo gli comunicava i peccati dei suoi penitenti, glitraduceva le lettere, a volte lo portava via in bilocazione inaltri posti e gli prestava una quantit di servizi quando eramalato. Era certamente un vero amico che rimanevasempre al suo fianco per aiutarlo. Dobbiamo quindiricordarci che anche noi abbiamo un angelo mandato daDio per aiutarci e che, se non lo invochiamo, rischiamo diperdere molte benedizioni che Dio desidera darciattraverso di lui.

    I dati del presente libretto provengono principalmentedalla Positio super virtutibus , una silloge delletestimonianze di coloro che lo hanno conosciuto e chefurono presentate in 7 tomi (I/1; I/2; II; II/1; III/2; IV; IV/A)alla Sacra Congregazione per le cause dei santi con tutta ladocumentazione autentica e abbondante dei testimoni inordine al Processo di beatificazione e di canonizzazione diPadre Pio da Pietrelcina.

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    PRIMA PARTE

    LA SUA VITA

    LA SUA FAMIGLIA

    Padre Pio visse nel paesino di Pietrelcina, a 12 km da

    Benevento e a 50 da Napoli, in Italia. Attualmente il paeseha circa 3400 abitanti ed situato in una zona agricolacollinare a circa 351 m. sopra il livello del mare. I suoigenitori erano dediti allagricoltura e possedevano unterreno di un ettaro in un luogo chiamato Piana Romana, amezzora di distanza dal paese.

    Il padre, Grazio Forgione, veniva chiamato zio Orazio ozio Razio. Era analfabeta ma energico, intelligente e abilesul lavoro. Alla ricerca di risorse economiche per farstudiare il nostro futuro santo, dovette emigrare, primanegli Stati Uniti dal 1898 al 1903, e in seguito in Argentina,dove rimase sette anni.

    La madre si chiamava Maria Giuseppa di Nunzio, e tuttila chiamavano Mamma Peppa. Era una persona piacevole,dal carattere risoluto e molto religiosa. Entrambi avevanocostruito un matrimonio molto unito, pur tra i lavori e lerestrizioni della vita quotidiana. Ebbero sette figli: Michele,Francesco (che non visse neanche un mese), Amalia,Francesco (il nostro padre Pio), Felicita, Pellegrina e Grazia(suor Pia).

    Erano poveri, ma non manc mai ci che erasufficiente per vivere, anche se non avevano denaro incontanti. Anni dopo Padre Pio dir: A casa mia era difficile

    trovare dieci lire, ma non mancava mai nulla.1

    1 Positio III/1, p. 11.

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    Suo padre mor nellottobre del 1946 a San GiovanniRotondo, vicino al convento del figlio, in casa di Maria Pyle.Padre Pio pot fargli visita varie volte negli ultimi giornidella sua malattia. 2

    Sua madre mor nel gennaio del 1929, anche lei nellacasa di Maria Pyle. Padre Pio rimase al suo fianco finoallultimo istante, portandole la comunione tutti i giorni esomministrandole lestrema unzione.

    INFANZIA E ADOLESCENZA

    Il nostro santo, Francesco Forgione di Nunzio, nacque il25 maggio del 1887 a Pietrelcina e fu battezzato il giornodopo nella chiesa di S. Anna. Gli venne dato il nome diFrancesco a causa della devozione della madre per il santodi Assisi. Fin da bambino manifest la sua inclinazione perle cose religiose e si teneva lontano dai bambini chedicevano bugie, bestemmiavano e avevano cattiveabitudini. 3

    Padre Agostino di San Marco in Lamis, suo direttorespirituale, afferma nel proprio Diario che le estasi e leapparizioni ebbero inizio in lui a cinque anni, quandocominci a pensare di consacrarsi per sempre al Signore. 4

    Anche le molestie diaboliche iniziarono quando avevacinque anni. A sei anni i suoi genitori gli affidarono ilcompito di sorvegliare le pecore e di portarle al pascolo.

    Con esse si recava ogni giorno a Piana Romana e quigiocava con lamico Luigi Orlando, altro pastorello, o sidedicava alla preghiera. Amava la solitudine, e tra i nove egli undici anni si faceva chiudere dentro la chiesa dalsagrestano, stabilendo con lui lora in cui sarebbe andatoad aprirgli, ma senza dire niente a nessuno. 5

    2 Positio II/1, p. 789.3 Positio II, p. 500.4 Positio III/1, p. 14.5 Positio II, p. 501.

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    Aveva circa dieci anni quando si ammal gravemente edovette rimanere a letto per un mese. Sua madre pregavala patrona di Pietrelcina, la Madonna della Libera. Dato cheera tempo di raccolto, la madre prepar un piatto di

    peperoni per i lavoratori. Padre Pio ricordava: Sentii il profumo dei peperoni e mi venne fame. Mia madre usc conla met dei peperoni e lasci a casa laltra met. Mi alzai emangiai i peperoni che mia madre aveva lasciato. Miaddormentai profondamente. Al suo ritorno mia madre mitrov ancora addormentato, con il viso rosso e madido disudore. I peperoni avevano funzionato come sonnifero e

    poco dopo come purga. Il giorno dopo ero ristabilito e in

    salute.6

    Gi a questa et si imponeva la disciplina (frustate) perassomigliare a Ges, che gli ebrei avevano picchiato. 7 I suoigenitori lo mandarono a scuola. Studi con i professoriCosimo Scocca e Mandato Saginario, come pure con donDomenico Tizzani, che era stato sacerdote ed era sposato eaveva una figlia; lo pagava cinque lire al mese. Dasacerdote avrebbe avuto la gioia di riconciliare don Tizzani

    con la Chiesa. Ogni volta che ricordava questo episodio,alzava gli occhi al cielo e si emozionava al punto da nonriuscire quasi a parlare, mentre implorava la divinamisericordia. 8

    A scuola era un bravo alunno. Per, dal momento cheera serio e non si univa ai compagni nelle loro marachelle,un giorno questi fecero scrivere da una compagna unalettera damore e la misero nellastuccio di Francesco,dicendo al professore che era innamorato della suacompagna. Il maestro lo perquis, trov la lettera e lopicchi. Il giorno dopo la stessa compagna, pentitasi,raccont come erano andate le cose. Un altro compagno,per invidia, scrisse una lettera dicendo che Francescocorteggiava la figlia del capostazione. Il parroco gli credette

    6 Positio II, p. 5017 Positio I/1, p. 606.8 Fernando da Riese Pio X, Padre Po da Pietrelcina, ed. Padre Pio daPietrelcina, S.Giovanni Rotondo, pag. 349

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    e gli imped di servire messa come chierichetto; ma, dopole apposite ricerche, laccusatore dovette ammettere cheaveva scritto la lettera mosso dallinvidia. 9

    Francesco fece la prima comunione a undici anni, nel

    1899. Il 27 settembre dello stesso anno ricevette lacresima. Quando, giovane sacerdote, prepar 450 ragazzinidi Pietrelcina alla cresima, pianse di emozione ricordandoci che lo Spirito Paraclito mi aveva fatto provare il giornodella mia cresima, giorno unico e indimenticabile in tutta lamia vita. Che emozioni soavi mi fece conoscere questoSpirito consolatore! Nel ricordo di questo giorno mi sentointeramente divorato da una fiamma vivissima che brucia,

    consuma e non provoca dolore.10

    LA VOCAZIONE

    Fin da piccolissimo Francesco avvertiva uninclinazioneper la vita religiosa cos il padre emigr per avere il denaronecessario a sostenere le spese per farlo studiare. Ilragazzino scelse di farsi cappuccino perch spesso arrivavain paese frate Camillo, un religioso cappuccino dalla lungabarba, molto gioviale e amichevole con tutti, chedistribuiva medagliette, castagne e noci ai bambini.Francesco lo osservava e lo seguiva, desiderando esserecome lui. Quando Padre Pio era molto anziano ricordava:La barba di frate Camillo mi era rimasta stampata in testa,e nessuno pot levarmela dalla mente. 11

    Inoltre Dio lo aveva scelto per una missione specialenel mondo. Lui stesso ce lo racconta in terza persona: Ungiorno, mentre stava meditando sul problema della suavocazione e su come avrebbe potuto decidersi a dareladdio definitivo al mondo e dedicarsi totalmente a Dio, lasua anima fu rapita e riusc a vedere con gli occhidellintelligenza oggetti diversi da quelli che si vedono con

    9 Positio I/1, p. 60410 Lettera a padre Agostino del 12 maggio del 191411 Positio II, p. 502.

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    gli occhi del corpo. Vide al suo fianco un uomo dallaspettomaestoso, di straordinaria bellezza, splendente come ilsole. Questi lo prese per mano e gli disse: Vieni con me,

    perch devi combattere contro un potente nemico. Quindi

    lo condusse in un campo grandissimo dove cera unagrande moltitudine di uomini. Erano due eserciti che sifronteggiavano.

    Da una parte cerano uomini dal volto bellissimo,vestiti con paramenti bianchi; dallaltra uomini dallaspettoorribile, vestiti tutti di nero, che sembravano ombre oscure.Tra gli uni e gli altri cera un grande spazio. Colui che loguidava lo mise in mezzo ai due gruppi. Allora il giovane

    Francesco vede avvicinarsi un uomo di straordinariastatura, talmente alto che sembrava toccare con la frontele stesse nubi, dal volto bruttissimo. Il personaggioluminoso lo avverte che deve combattere con questoterribile mostro, ma lui prova un indicibile terrore. Allora ilragazzo lo sente dire: Qualsiasi resistenza inutile. Devilottare con lui. Avanza valorosamente, io rimarr vicino ate. Ti aiuter. Non permetter che ti sconfigga! Come

    premio per la vittoria ti regaler una splendida corona.La lotta venne accettata. Lo scontro fu spaventoso,terribile ma alla fine, con laiuto della guida luminosa,Francesco lo sconfisse e lo costrinse a una vergognosafuga. Il mostro, rabbioso, si rifugi dietro gli uominidallaspetto orribile. Laltro stuolo di uomini di bellaspettoscoppi in applausi e grida di giubilo. E gli posero unasplendida corona sulla testa, che per il personaggioluminoso ordin di rimuovere mentre gli diceva: Ne ho inserbo per te unaltra molto pi bella, se riuscirai a lottaresempre con valore contro questo perverso personaggio cheoggi hai combattuto. Tieni presente che torner ancora eancora allassalto. Combatti con valore e non dubitare maidel mio aiuto. 12

    Il significato di questa visione gli divenne pi chiarocinque giorni prima della sua partenza per il noviziato. Erail 1 gennaio del 1903: La sua anima si vide avvolta in una12 Epistolario, 4. ed., San Giovanni Rotondo, 2007, pp. 1280-1282

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    luce interiore molto intensa. Compenetrato da questa luce purissima, cap in modo chiarissimo che lingresso nelconvento per dedicarsi al servizio del Re celeste implicavaesporsi alla lotta contro quelluomo, mostro dellinferno,

    con cui aveva sostenuto una dura battaglia nella visione precedente. 13Il giorno in cui Francesco doveva recarsi in convento,

    rimase in chiesa a pregare. Tornando a casa, incontrmolta gente che accompagnava sua madre. Mentre andavaad abbracciarlo questa svenne e, quando ritorn in s, glidisse: Figlio mio, perdonami. Sento che mi si spezza ilcuore, ma san Francesco ti chiama e tu devi andare. Prese

    dalla tasca un rosario e glielo diede, dicendogli: Prendilo,ti far compagnia al mio posto. Padre Pio, ogni volta cheraccontava questo episodio, si commuoveva fino allelacrime. 14

    Il 6 gennaio del 1903 part per il convento di Morcone.

    NOVIZIATO

    Part con il maestro Caccavo e altri due ragazzini delpaese. Al suo arrivo a Morcone fu ricevuto da frate Camillo,che lo abbracci con gioia e simpatia, dicendogli: Bravo,Francesco, sei stato fedele alla promessa e alla chiamata disan Francesco. 15

    Il 22 gennaio del 1903 il ragazzo vest labito di novizio

    cappuccino, prendendo il nome di Pio da Pietrelcina. La suamortificazione pi grande avveniva in refettorio dato chemangiava pochissimo e doveva render conto al padremaestro o al guardiano (Priore) quando lasciava il cibo,spiegando il perch. In quel periodo era magro ma sano.Durante lorazione comune pregava sulla Passione delSignore e questo lo faceva piangere, al punto da lasciaresul pavimento una piccola pozza di acqua. Per questo13 Epistolario, op.cit., p. 1283.14 Positio II, p. 29515 Positio III/1, p. 46.

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    dovette mettere un fazzoletto per terra in modo che non sivedesse lacqua. 16

    La sua professione religiosa di voti temporanei, per treanni, avvenne il 27 gennaio del 1904. In occasione di

    questo evento arrivarono sua madre, suo fratello maggioreMichele e suo zio Angelantonio. Dopo la cerimonia la madrelo abbracci e gli disse: Figlio mio, adesso s che seiinteramente figlio di san Francesco.

    Il giorno 25, accompagnati da padre Pio da Benevento,frate Pio e frate Anastasio partirono per il convento diSantElia a Pianisi per proseguire gli studi. Il 27 gennaio del1907, nel convento di SantElia a Pianisi, Francescopronunci i voti perpetui. Nellottobre dello stesso annopart con i suoi confratelli per San Marco la Catola perstudiare filosofia. Qui incontr padre Benedetto da SanMarco in Lamis e padre Agostino di San Marco in Lamis, chediventeranno i suoi direttori spirituali e ai quali scrisse daglialtri conventi molte delle sue lettere.

    Durante gli anni da studente di filosofia e teologia, isuperiori dovettero mandarlo varie volte a casa perch imedici gli avevano diagnosticato la tubercolosi polmonaree desideravano evitargli losservanza della severa regolacappuccina, oltre a scongiurare il possibile contagio deisuoi compagni, sebbene egli avesse puntualizzato con isuperiori stessi: La mia malattia, in forza di una graziaspeciale di

    Dio, non contagiosa. 17 Nei periodi in cui si trovava

    in paese, i sacerdoti del posto lo aiutavano a proseguire ilsuo percorso di studio, cos che il 18 luglio del 1909 potessere ordinato diacono da Monsignor Benedetto, vescovodi Termopoli.

    16 Positio III/1, p. 50.17 Positio I/1, p. 553

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    SACERDOZIO

    I superiori, pensando che non sarebbe vissuto a lungoa causa del suo grave stato di salute, ottennero per lui unadispensa di nove mesi rispetto allet canonica di 24 anni.Francesco fu ordinato sacerdote allet di 23 anni nellacattedrale di Benevento il 10 agosto del 1910. Il giornodellordinazione sacerdotale egli rinnov la sua offertacome vittima per la salvezza del mondo. 18 I superiori gliregalarono un calice e dei paramenti per uso personale alfine di evitare allarmi agli altri sacerdoti a causa della suamalattia, che era ritenuta contagiosa.

    Il giorno della sua ordinazione Padre Pio si sent felice.Cos raccont due anni dopo a padre Agostino in unalettera del 9 agosto 1912: Il mio pensiero volaallincantevole giorno della mia ordinazione sacerdotale.Ho cominciato a fruire di nuovo della gioia da quel giorno

    per me sacro. Da quella mattina ho goduto della gioia del paradiso. Cosa sar quando la gusteremo eternamente? Ilgiorno di San Lorenzo (10 agosto 1910) fu il giorno in cui ilmio cuore stato come non mai acceso di amore per Ges.Quanto fui felice e quanto ho gioito quel giorno!

    Dopo lordinazione, Padre Pio dovette rimanere pervari mesi al paese perch malato. I superiori, vedendo chela malattia andava per le lunghe e che non potevaadempiere ai suoi doveri religiosi, pensarono seriamente dichiedere che venisse fatto uscire dallOrdine per restaresoltanto sacerdote diocesano. Il generale dellOrdinecomunic a Francesco questo proposito, che lo fece soffriremolto perch egli voleva vivere e morire come cappuccino.

    In una delle sua estasi si lamentava di questo con ilpadre suo san Francesco dicendogli: Padre mio, adesso mivuoi cacciare dallOrdine? Per carit, meglio farmimorire. Ma il padre san Francesco gli rivel che sarebberimasto nella sua casa con labito religioso senza uscire

    18 Positio I/1, p. 647.

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    dallOrdine. 19 Fortunatamente il generale dellOrdinericonsider la sua posizione, e chiese solo il permessonecessario perch Padre Pio potesse rimanere fuoridallOrdine pur continuando a essere cappuccino. Ottenne

    il permesso per tre anni, dal 1911 al 1914. Permesso che difatto, per, si prolung fino al 1916.Padre Tarcisio Zullo racconta che negli anni 1910-

    1916, in cui Padre Pio rimase nel suo paese di Pietrelcina,faceva catechismo ai bambini e preparava i canti per ilmese di maggio e per la Settimana Santa, dal momentoche aveva una bella voce. Celebrava la messa verso lecinque e mezza della mattina per unora e mezza. Quando

    era in estasi durante la messa o in altre ore del giorno,tornava in s quando larciprete Salvatore Pannullo glielochiedeva mentalmente. Tutto questo mi stato confidatoda sua nipote Graziella. 20

    Dice padre Agostino: A Pietrelcina lunico che sapevaqualcosa dei fenomeni soprannaturali di Padre Pio eralarciprete Pannullo, dato che io lo informai dal momentoche il cappuccino doveva confessarsi con lui mentre era al

    paese. Gi da allora la gente lo considerava un santo. 21Un giorno, dopo la messa, Padre Pio si trovava a

    rendere grazie dietro allaltare e cadde svenuto. Amezzogiorno ancora non si era svegliato. Il sacrestano lovide per terra come morto e corse a dirlo allarciprete, chelo rassicur dicendogli di non preoccuparsi, che sarebbe

    presto risuscitato. And in chiesa e disse: Padre Pio, tornain te, e cos lo svegli. Padre Pio chiese:

    - Che ore sono?- gi passato mezzogiorno.- Mi ha visto qualcuno?- No, non ti ha visto nessuno.

    19 Positio II/1, p. 111.20 Positio I/1, p. 641.21 ib. P. 642.

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    laspetto del padre spirituale o del padre provinciale.Addirittura gli apparve sotto figura del suo angelo custode,di san Francesco o della Vergine Maria. A volte era unasolo, altre erano in molti. Lui li riconosceva, chiedendo loro

    di ripetere con lui: Viva Ges! Ma loro non volevanoripeterlo. Quasi sempre, dopo le apparizioni diaboliche, gliapparivano Ges, Maria o il suo angelo custode. 23

    In una lettera a padre Agostino del 18 gennaio del1912 il santo dice: Barbabl non si vuole dare per vinto.Da vari giorni in qua mi viene a visitare assieme con altrisuoi satelliti armati di bastoni e di ordigni di ferro. Chi saquante volte mi ha gettato dal letto trascinandomi per la

    stanza. Ma pazienza! Ges, la Mammina, l'Angioletto, SanGiuseppe ed il padre San Francesco sono quasi sempre conme". 24

    In unaltra lettera del 13 dicembre del 1912 gli dice:L'altra notte Barbabl mi si presentato sotto lasembianze di un nostro padre, trasmettendomi unseverissimo ordine del padre provinciale di non scrivere

    pi, perch contrario alla povert e di grave impedimentoalla perfezione. Confesso la mia debolezza, babbo mio, piansi amaramente, credendo essere ci stato una realt. Enon avrei potuto mai sospettare, anche debolmente,essere questo invece un tranello di Barbabl, se l'angiolinonon mi avesse svelato l'inganno. Il compagno della miainfanzia cerca di smorzarne i dolori che mi affliggonoquegl'impuri apostati.

    IL SUO CARATTERE

    Padre Pio era alto 1,66 cm, pesava 83 chili e avevaocchi vivi e brillanti. Era estremamente generoso e moltosensibile alle attenzioni degli altri. Intuiva a distanza i lorodesideri e cercava di esaudirli secondo le sue possibilit.Perfino il cagnolino del convento era felice al suo fianco: se23 Positio I/1, p. 659.24 Positio III/2, p. 1155.

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    Una volta disse a padre Carmelo, suo superiore, cheanche lui soffriva nel respingerli, ma aggiunse: Io tratto leanime a seconda di come se lo meritano davanti a Dio. Apadre Tarcisio di Cervinara disse: Amo le anime come

    amo Dio. Per questo non poteva essere debole rispetto aipeccati dei penitenti e li correggeva con rigore. Lottava inmodo particolare contro i peccati dellaborto, delladulterio,del mancare alla messa domenicale, dellindecenza nelvestire, la bestemmia o i peccati contro leucarestia. 26

    CHIAMATO ALLE ARMI

    Era lanno 1915, in piena guerra mondiale. LItalia erain guerra contro lAustria. Padre Pio dovette presentarsi il 6novembre del 1915 al centro di reclutamento di Beneventoper andare in guerra. Si present in caserma e il capitanomedico gli diagnostic la tubercolosi, mandandoloallospedale militare di Caserta. Qui rimase 10 giorni, fino ache il colonnello medico che torn a esaminarlo non lo

    dichiar abile al servizio militare. Il 5 dicembre il fratericevette lordine di presentarsi alla decima compagnia disanit di Napoli. Quando arriv chiese di essere visitato daun medico, che lo dispens dallindossare la divisa militaree gli permise di alloggiare fuori. Il 17 una commissione dimedici lo esamin di nuovo e gli concesse un permessostraordinario di un anno per ristabilirsi poich avevauninfiltrazione ai polmoni. Dovette ritornare in paese.

    Il 16 dicembre 1916, scaduto il permesso, dovettepresentarsi alla caserma di Napoli. Qui lo visitarono dinuovo e gli concessero altri sei mesi di convalescenza. Il 20agosto del 1917 fu sottoposto ad unaltra visita medico-militare e, pochi giorni dopo, il colonnello medico lodichiar abile per servizi interni.

    Per alcune settimane conobbe la vita della caserma egli esercizi di base della formazione militare. Insaccatonella sua uniforme militare faceva le guardie e spazzava la26 Positio II, p. 625.

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    caserma, portando messaggi e obbedendo ai superiori. Maquesta vita era molto pesante per il suo spirito a causadelle bestemmie e dei cattivi costumi dei suoi compagni.Inoltre non poteva celebrare la messa e la sua salute

    peggiorava ogni giorno, fino ad arrivare a vomitare sangue.Scriveva da Napoli il 26 agosto del 1917 a padreBenedetto, suo direttore: Sono estremamente afflitto

    perch non posso celebrare la messa. Manca la cappella enon ho il permesso di uscire. Che desolazione! Speriamoche il Signore possa liberarmi da questo carceretenebroso.

    In unaltra lettera allo stesso padre Benedetto del 4

    settembre scrive: Tutto il mio corpo un corpo patologico.Catarro bronchiale diffuso, aspetto scheletrico, ciboinsufficiente e misero e cos via. Stava tanto male dapensare di morire. Nella

    lettera a padre Benedetto del 19 settembre del 1917dice: Mi liberer il Signore dalla vita militare? Morir inconvento o in caserma?

    Finalmente, dopo 147 giorni di vita militare, venneliberato. Cos scriveva a padre Benedetto nella lettera del15 marzo del 1918: Sono infinitamente felice, la grazia diDio mi ha liberato completamente dalla vita militare. Nonvedo lora di partire, dato che sono pieno di pidocchi fin neicapelli.

    E tuttavia il santo riconosce anche che, nonostante unasofferenza cos grande, la sua permanenza in ambito

    militare era stata pi fruttuosa di un ritiro spirituale, e cheaveva potuto offrire i suoi dolori per la patria. Non sidisinteressava agli eventi della guerra. Il 24 agosto del1917 avvenne la grande disfatta degli italiani a Caporetto,dove morirono 40.000 uomini, ne furono feriti 90.000 e300.000 vennero fatti prigionieri. Il generale Cadorna,generale in capo dellesercito italiano, venne sostituito dalgenerale Armando Diaz e, non sopportando il disonore

    della disfatta, disperato e depresso, decise di suicidarsi.Una notte diede ordine alla sentinella di non far passarenessuno, dato che non voleva essere disturbato.

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    Pioveva, i tuoni si alternavano agli scoppi dei cannoniaustriaci e i lampi brillavano nelloscurit. Il generale sidecise, prese una pistola dal suo cassetto e si risolse atogliersi la vita. Ma in quel preciso istante vide di fronte a

    s la figura di un frate e avvert uno strano profumo di rosee violette. Prima di potergli chiedere chi era e chi lo avevafatto entrare, si sent abbracciare da lui e ud una voce chegli parlava in nome di Dio e lo invitava a farsi coraggio e ariporre larma. Il generale Cadorna, pentito della suadebolezza, volle parlare con il frate, il quale perscomparve.

    Il comandante pens in continuazione a questo frate.

    Terminata la guerra, vide la sua foto su un giornale eseppe che si chiamava Pio. Non perdette tempo e si precipit a San Giovanni Rotondo, dove lo riconobbe easpett che passasse. Quando padre Pio gli fu vicino, disseal generale: Labbiamo passata brutta quella notte! 27

    LE PIAGHE

    Gi il 23 agosto del 1912 Padre Pio aveva ricevuto ildono della transverberazione , che si ripet il 5 agosto del1918 come preludio alla stigmatizzazione. I dolori dellepiaghe erano presenti gi dal 1910, ma esse si reserovisibili il 20 settembre del 1918. Padre Pio lo racconta cos:

    Era la mattina del giorno 20 dello scorso mese disettembre. Ero nel coro dopo la celebrazione della messa,quando fui colto da uno stato di pacatezza simile a undolce sonno I miei sensi interni ed esterni erano in unaquiete indescrivibile. Una grande pace si impadron di me e mentre succedeva tutto questo vidi davanti a me un

    personaggio misterioso, simile a quello che avevo visto lasera del 5 agosto. Lunica differenza era che questo aveva i

    piedi, le mani e il costato, da cui scaturiva sanguecopiosamente. La sua vista mi riemp di terrore. Mairiuscir a spiegare quello che provai in quei momenti. Mi27 Positio IV, problemi storici, pp. 535-536

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    http://it.wikipedia.org/wiki/Transverberazionehttp://it.wikipedia.org/wiki/Transverberazione
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    sentivo morire, e certamente sarei morto se il Signore nonfosse venuto a sostenermi il cuore, che mi sembrava usciredal petto.

    Il personaggio scomparve e, in quel momento, mi resi

    conto che le mie mani, i piedi e il costato erano trafitti esprizzavano sangue a fiotti. La ferita del cuore quella chebutta sangue di continuo, soprattutto dal gioved sera finoal sabato mattina Padre mio, ho paura di moriredissanguato se il Signore non ascolta i miei gemiti Gesmi conceder questa grazia? Non allontaner almeno dame questa confusione che provo a causa di questi segniesterni?. 28

    A padre Giuseppe Orlando spieg laccaduto il 20settembre: Ero nel coro, rendendo grazie dopo la messa, esentii che a poco a poco venivo portato a una soavitsempre crescente, che mi faceva gioire mentre pregavo; equanto pi pregavo, tanto pi grande era la gioia. A uncerto punto una grande luce mi fer la vista. Non mi dissenulla, e scomparve. Quando me ne resi conto ero per terra,ferito. Le mani, i piedi e il costato sanguinavano e mi

    procuravano un dolore tale da non riuscire ad alzarmi. Afatica mi trascinai dal coro alla cella, percorrendo un lungocorridoio. I padri erano tutti fuori dal convento e mi misi aletto e pregai per tornare a vedere Ges, per in seguitoritornai in me stesso, guardai le mie piaghe e piansi,

    profondendomi in inni di azione di grazie e di preghiera. 29Le piaghe di padre Pio erano rotonde, come una

    moneta di due centimetri di diametro, al centro delle manie dei piedi. La ferita al costato, a forma di X, aveva un latodi 7 cm. di lunghezza e laltro di 4 cm.

    La notizia delle piaghe si diffuse rapidamente in tutto ilmondo. Il primo medico che lo visit e vide le piaghe fu ildottor Luigi Romanelli, il 15 e 16 maggio del 1919. Secondolui si trattava di un fenomeno inspiegabile per la scienza. Ilsecondo medico che lo visit, Amico Bignami, scettico e

    razionalista, scrisse nella sua Relazione del 26 luglio 1919:28 Lettera a padre Benedetto del 22 ottobre del 191829 Fernando da Riese Po X, op.cit., p. 93

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    denunce il SantUffizio gi nel 1921 mand un visitatoreapostolico, monsignor Raffaele Rossi, che riconobbe chePadre Pio era un sacerdote esemplare in ogni senso. Ma ledenunce contro il frate e i religiosi cappuccini continuarono

    e il SantUffizio consigli che lo cambiassero di convento. Tuttavia, quando questa notizia divenne pubblica, lamaggior parte della gente, che lo amava e lo ritenevasanto, si ribell. Il 23 novembre del 1922 il padre generaledei cappuccini dovette rispondere al SantUffizio che, difronte alle minacce della gente del paese, non avevanopotuto cambiarlo di convento.

    Il 31 maggio del 1923 il SantUffizio emise un

    comunicato dichiarando di non constatare lasoprannaturalit dei fatti legati alla vita di Padre Pio, eraccomandandogli di non celebrare in pubblico. Il 25 giugnodel 1923 il frate celebr la messa in una cappella internadel convento, ma la sera circa 3000 persone del postodiedero vita ad una manifestazione per chiedere checelebrasse la messa in pubblico. Il superiore, davanti alleminacce, dovette cedere. Il 10 agosto di quello stesso

    anno, dopo la benedizione eucaristica, Padre Pio si trovavain sacrestia e gli si avvicin un giovane con una pistola.Gliela punt al petto gridando: Se non possiamo avertivivo, ti avremo morto . Grazie a Dio venne disarmato e nonsuccesse nulla, ma Padre Pio rimase commosso epreoccupato del fatto che, per colpa sua, potesseroverificarsi gravi disordini se i superiori avessero insistitoper spostarlo in un altro convento. I superiori furono

    costretti a desistere.Le denunce e le minacce da parte dei nemici del fratee dei cappuccini, per, non cessarono, e il SantUffizioadott una misura estrema.

    Il 23 maggio del 1931 emise un decreto con cuivenivano tolte a Padre Pio tutte le facolt ministeriali. Nonpoteva confessare nessuno, neppure i religiosi delconvento, e poteva celebrare messa solo in privato e dasolo in una cappella interna del convento. Questa decisionefu una sorta di Segregazione da qualsiasi attivit esterna,

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    dato che pass due anni recluso in convento, dove sidedicava alla lettura di libri spirituali, ascetici e mistici e,soprattutto, a pregare. Tutti i giorni celebrava la messa,accompagnato da un unico chierichetto, per due o tre ore.

    Questa situazione dur fino al 14 luglio del 1933.Dopo alcuni anni di relativa calma, le cose tornarono apeggiorare nel 1960. Laccusa pi pesante gli venne daElvira Serritelli, una ragazza psicologicamente disturbata,che gi aveva calunniato altre persone e che testimonisotto giuramento di essere stata per quasi dieci annilamante di Padre Pio. Padre Giustino, della sua comunit,insieme al fratello frate Masseo, le credettero e misero dei

    registratori nella cella di Padre Pio e nella foresteria, allaricerca di prove a carico. Tutto questo indusse di nuovo ilSantUffizio a mandare un altro visitatore apostolico,monsignor Carlo Maccari.

    A conclusione della visita, il SantUffizio decise chePadre Pio celebrasse la messa a ore diverse per evitare lapresenza massiccia di pubblico, lasciandogli la proibizionedi parlare con le donne e ordinando ai superiori cheevitassero qualunque forma di devozione verso la suapersona. Padre Pio accett sempre con spirito diobbedienza queste disposizioni, pregando per i suoicalunniatori.

    DONI SOPRANNATURALI

    a) Bilocazione

    la presenza simultanea di una stessa persona in dueluoghi diversi . Alcuni teologi sostengono che in uno dei dueluoghi si tratta solo di apparenza, dato che il suo angelo aprenderne il posto. Comunque sia, questo uno dei doni in

    cui Padre Pio eccelse maggiormente, ma riferiremo solodue casi. Verso la fine del 1919, un giorno il santo stava

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    togliendosi i paramenti in sacrestia, dove cera un signoreche lo guardava fisso e disse:

    - Si proprio lui, non mi sbaglio.Quando la gente usc, si avvicin, si mise in ginocchio

    e piangendo gli disse:- Padre grazie di avermi salvato dalla morte.Padre Pio gli pose la mano sul capo e disse:- Non devi ringraziare me, figliolo, ma nostro Signore

    e la Vergine.Poi rimasero a parlare per alcuni minuti. Quando usc,

    qualcuno gli chiese cosa fosse successo, ed egli rispose:

    - Ero un capitano di fanteria e un giorno, sul campo dibattaglia, in un'ora terribile di fuoco, poco distanteda me vidi un frate, pallido e dagli occhiespressivi,che non aveva il distintivo di cappellano eche mi chiam e disse: "Signor Capitano, si allontanida quel posto" - andai verso di lui e, prima ancora diarrivare, sul posto dove mi trovavo prima scoppiuna granata che apr una voragine. Se fossi rimastol, sarei volato in aria. Mi girai verso il fraticello, manon c'era pi.

    - Un altro collega, lo stesso giorno, mi raccont cheun frate aveva salvato anche lui da un grave

    pericolo di morte; la stessa cosa fu detta da alcunisoldati. Tra loro ce nera uno che disse che eraPadre Pio, il santo del convento di San GiovanniRotondo, che si faceva vedere nei campi dibattaglia. E io, pi per curiosit che per fede, andai avedere se il frate che mi aveva salvato era lui,

    perch avevo ben stampata in mente la sua figura.Quando lo vidi, potete immaginare la mia sorpresa ela gratitudine che provai verso di lui. Sono felice diaverlo potuto ringraziare personalmente e di averglibaciato le sue sante mani. 32

    32 Positio III/1, p. 812.

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    Scrive padre Damaso da SantElia a Pianisi, superioredel convento:

    Vari piloti dellaviazione angloamericana di varienazionalit (inglesi, americani, polacchi, palestinesi) e di

    diverse religioni (cattolici, ortodossi, musulmani, protestanti, ebrei) che durante la seconda guerramondiale, dopo l8 settembre del 1943, si trovavano nella

    zona di Bari per compiere missioni in territorio italiano,furono testimoni di un fatto clamoroso. Ogni volta che nelcompimento delle loro missioni militari si avvicinavano alla

    zona del Gargano, vicino a San Giovanni Rotondo,vedevano in cielo un frate che proibiva loro di sganciare l

    le bombe. Foggia e quasi tutti i centri della Puglia furono pi volte bombardati, ma sopra San Giovanni Rotondo noncadde nemmeno una bomba. Testimone diretto di questoevento fu il generale della forza aerea italiana, BernardoRosini che, allora, faceva parte del "Comando unit aerea"operante a Bari a fianco delle forze alleate.

    Il generale Rosini mi raccont che tra di loro parlavanodi questo frate che appariva in cielo e faceva s che gliaerei tornassero indietro. Tutti ridevano increduliascoltando quei racconti. Ma poich l'episodio si ripeteva, econ piloti sempre diversi, il generale comandante decise diintervenire di persona.

    Prese il comando di una squadriglia di bombardieri per andare a distruggere un deposito di materiale bellicotedesco che era stato segnalato proprio a San GiovanniRotondo. Eravamo tutti curiosi di conoscere il risultato diquell'operazione. Quando la squadriglia rientr andammosubito a chiedere informazioni.

    Il generale americano era sconvolto. Raccont che,appena giunti nei pressi del bersaglio, lui e i suoi pilotiavevano visto ergersi nel cielo la figura di un frate con lemani alzate. Le bombe si erano sganciate da sole, cadendonei boschi, e gli aerei avevano fatto uninversione di rotta,

    senza alcun intervento dei piloti''.

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    Tutti si chiedevano chi fosse quel fantasma cui gliaerei avevano misteriosamente obbedito. Qualcuno disseal generale comandante che a San Giovanni Rotondoviveva un frate con le stigmate, da tutti considerato un

    santo e che forse poteva essere proprio lui il dirottatore. Ilgenerale era incredulo ma disse che, appena gli fosse stato possibile, voleva andare a controllare.

    Dopo la guerra, il generale, accompagnato da alcuni piloti, si rec nel convento dei Cappuccini. Appena varcatala soglia della sacrestia, si trov di fronte a vari frati, tra iquali riconobbe immediatamente quello che aveva fermatoi suoi aerei. Padre Pio gli si fece incontro e, mettendogli

    una mano sulla spalla, gli disse: "Dunque sei tu quello chevoleva farci fuori tutti. Il generale si inginocchi davanti alui. Padre Pio aveva parlato, come al solito, in dialettobeneventano, ma il generale era convinto che il frateavesse parlato in inglese. I due divennero amici. Ilgenerale, che era protestante, si convert alcattolicesimo. 33

    b) Profumo soprannaturale

    Era una manifestazione della presenza di Padre Pio.Cos disse il frate stesso a Cleonice Morcaldi nel 1922,quando gli chiese cosa significasse il profumo. Moltissimefurono le persone che lo sentirono, perfino a moltichilometri di distanza dal convento. Era una manifestazionesensibile della sua presenza in bilocazione in luoghidistanti. Padre Tarcisio Zullo lo sent molte volte e unavolta era cos forte che gli chiese:

    - Padre Pio, da dove viene questo profumo?Lui rispose:- Dal sangue. 34

    33 Positio III/1, pp. 689-690.34 Positio II, p. 630.

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    Padre Agostino nel suo Diario dice: Di tanto in tantosento il profumo, alcuni giorni pi di frequente. 35

    Padre Pellegrino, che fu suo superiore, rivel:Personalmente, ho notato il profumo. Cerano due tipi di

    profumo. Uno era quello del sangue delle piaghe, ma nonsgradevole. Laltro era un profumo soprannaturale che hosentito due volte. Una nel 1953, e la seconda la notte dellamorte di padre Pio mentre lo vestivamo. Io e il dottor Salaci rendemmo conto della straordinariet dellevento. Non

    posso dire di che profumo si trattasse, ma eraintensissimo. 36

    Padre Rosario da Aliminusa afferma di aver sentito ilprofumo che emanava dalla persona di Padre Pio per tremesi consecutivi. Dice: Uscendo dalla mia cella, che eracontigua a quella di Padre Pio, sentivo questo profumospeciale che non sono in grado di definire. 37

    Padre Raffaele, che per tanti anni visse nello stessoconvento di Padre Pio, testimoni: Nel coro, durante larecita dellUfficio divino, a volte si sentiva un profumo

    particolare che emanava dalle piaghe delle sue manisanguinanti. Avvertii lo stesso profumo pi di una voltanella sua cella, quando andavo a parlargli di qualchefaccenda. Una sera, dopo la cena, mentre tutta la comunitsi recava al coro, Padre Pio, che era appena passato, lascidietro di s una scia di profumo che inond tutto ilcorridoio. Padre Anastasio, che mi precedeva, si gir e midisse:

    - Raffaele, senti, passato adesso Padre Pio, che gi alla porta della sua cella. 38

    35 Positio I/1, p. 840.36 Positio II, p. 239.37 Positio II, p. 1551.38 Positio III/1, p. 816.

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    c) Vivere senza mangiare?

    Una cosa che meravigliava i medici era come il fratepotesse sopravvivere quasi senza mangiare, se non il

    minimo indispensabile. Padre Damaso da SantElia a Pianisidice: Una volta stette senza mangiare per 20 giorni. 39 Padre Agostino garantiva che mangiava solo circa 20grammi di cibo ogni 24 ore. 40 Fra Modestino afferma cheun giorno Padre Pio gli disse: Figlio mio, prega per me. Hoil ventre gonfio e mi fa male. Oggi ho mangiato solo 30grammi di cibo. Il regalo pi grande che mi pu fare ilsuperiore dispensarmi dal mangiare. 41

    La cosa pi strabiliante quello che raccontava conumorismo per far ridere i fratelli, ma che era stato un fattoreale. Durante una malattia si pes, e pesava 83 chili. Allaguarigione, dopo tre giorni senza aver toccato cibo, pesava86 chili. Era ingrassato tre chili senza aver mangiato nullaper tre giorni. Queste sono le meraviglie di Dio, chealimenta il corpo dei santi solo con la santa comunione!Questo miracolo fu testimoniato nel Processo dal suosuperiore, padre Raffaele. 42

    Non c quindi da meravigliarsi di ci che riferisce il 5maggio del 1956 padre Carmelo Durante, in occasione delSimposio internazionale di malattie coronariche. Il medicoinglese Ewans dichiar: Per noi medici, padre Pio biologicamente morto. Bisogna tener conto della quantitdi calorie che brucia quotidianamente nello svolgimentodella sua attivit, e, dallaltra parte, di quelle che assumemangiando cos poco, al limite della sopravvivenza.Bisogna anche pensare al sangue che perde tutti i giornicome egli stesso ha testimoniato e che provatodallesame delle bende del costato. Quindi, in forza del

    principio scientifico delle calorie necessarie per lesistenzaumana e delle leggi che regolano lequilibro fisico-psichico39 Positio I/1, p. 569.40 Positio I/1, p. 945.41 Positio II, p. 147.42 Positio II, p. 1405.

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    dellorganismo, per noi medici biologicamente morto. Inaltre parole, umanamente non possibile che un uomo intale situazione possa sopravvivere, e tanto meno operarecome lui opera senza interruzione, tutti i giorni. 43

    d) Febbre altissima

    Unaltra cosa incomprensibile per i medici era laconstatazione delle sue febbri altissime, che avrebberoportato alla tomba qualunque essere umano. Il dottorGiorgio Festa, dopo aver visitato Padre Pio con il dottorRomanelli, dichiar che aveva una febbre che arrivava finoa 44 e 44,5 gradi. 44

    Padre Paolino afferma che, quando Padre Pio era incaserma, i termometri che venivano usati per misurargli lafebbre si rompevano, perch arrivavano solo fino a 42 o 43gradi. Padre Ezechia Cardone testimonia che lultimadomenica di agosto del 1945 Padre Pio era a letto con lafebbre. Il superiore gli ordin di misurarsela e il dottorAvenia gli diede il termometro. Dopo pochi secondi si ruppeper leccessivo calore. Il medico conferm che si era rottoper la pressione interna del mercurio, dal momento chePadre Pio non aveva fatto nessun movimento strano. 45

    Padre Paolino nelle sue Memorie racconta che neldicembre del 1916, quando era superiore, il frate siammal. Dice: Grande fu il mio stupore quando,togliendogli il termometro da bagno, vidi che la colonnina

    di mercurio era arrivata a 52 gradi.46

    Padre Pio diceva che questa temperatura altissima eradovuta al fatto che ardeva di tanto amore per Dio e per glialtri. Per questo poteva continuare a vivere in forza dellagrazia di Dio.

    43 Positio II, p. 82044 Positio IV, studi particolari, p. 293.45 Positio I/2, p. 1406.46 Paolino da Casacalenda, Le mie Memorie intorno a padre Pio, Ed.San Giovanni Rotondo, 1954, p. 86.

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    e) Conoscenza soprannaturale

    Padre Pio aveva il dono di conoscere le coscienze deisuoi penitenti e anche altre cose che poteva conoscere solo

    per opera della grazia di Dio. Molte volte, come disse inalcune occasioni, le sapeva perch gliele diceva il suoangelo.

    Un giorno salirono a San Giovanni Rotondo due figlie diun dottore di San Marco in Lamis. Il padre aveva proibitoloro di baciare la mano di Padre Pio perch non sicontagiassero con la sua malattia. Le due, vedendo chetutti baciavano la mano del frate, per non essere da menosi avvicinarono, ma Padre Pio disse loro: No. Ubbidite avostro padre . Le poverette divennero tutte rosse,meravigliate che il cappuccino sapesse qualcosa che nonavevano detto a nessuno. 47

    Il cardinal Giuseppe Siri, il 23 settembre del 1972,raccontava: Ricordo un fatto personale. Un giorno ricevettida Padre Pio un telegramma, senza che io gli avessichiesto nulla, in cui mi esortava a prendere unadeterminata iniziativa in merito a un problema su cuiesitavo da molto tempo. Non ricordo di averne parlato connessuno e non riuscii a capire come potesse saperlo. Miarriv il telegramma che mi indic il cammino. Lo seguii etutto and per il meglio. 48

    Nina Campanile, figlia spirituale di Padre Pio, scrissenelle sue Memorie di Padre Pio che nel 1917 sua madre si

    ammal gravemente. Il medico di famiglia non cera, e lavisit un altro medico che le diagnostic una polmonitedoppia e le prescrisse lapplicazione di sanguisughe. Lasignorina Nina and a chiedere a Padre Pio di pregare, edegli le disse: Ma che polmonite e polmonite, ha lamalaria! Nina si precipit a casa, butt via le sanguisughee le medicine che la madre stava prendendo e, quandotorn il medico di famiglia, riconobbe che si trattava di

    47 Positio III/1, p. 807.48 Positio I/1, p. 59.

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    malaria. Con un trattamento adeguato guar in pocotempo. 49

    Altri doni soprannaturali che si manifestarono nella vitadel frate cappuccino furono il dono della profezia, la

    levitazione, lestasi, le luci soprannaturali E molti furono iconvertiti da Padre Pio, alcuni solo per averlo vistocelebrare la messa.

    LA MESSA

    Erano talmente tanti coloro che volevano assistere allasua messa che Padre Pio sconvolgeva gli orari deglialberghi; regolava quello degli autobus e attraeva ognigiorno alle prime ore della mattina gente che si accalcavanella piccola chiesa del convento. Per tutti eraunesperienza di fede che li commuoveva e fortificava.Durante la seconda guerra mondiale molti soldati, ancheprotestanti di vari paesi, andavano a vederlo celebrare lamessa.

    Lo scrittore Guido Piovene, che assistette ad unamessa di Padre Pio, scrisse: Padre Pio celebra la messa inuno stato di estasi e di rapimento. Non un rapimentoimmobile, perch si alternano sentimenti diversi. Le mani,che durante il giorno copre con mezzi guanti, sono nudesullaltare e mostrano la grande chiazza rossa dellestigmate. Si vede che gli fanno male; in particolare soffrenel genuflettersi, come il rito richiede, aggrappandosiallaltare, e unombra di dolore fisico appare sul suo volto. chiaro che rivive nel corpo e nellanima il sacrificio diCristo. Pi che una messa, il suo un colloquio con Cristo. Ivari sentimenti di gioia o di dolore che appaiono sul suovolto sono provocati in lui dai fatti a cui partecipa. Ho vistoPadre Pio prendere dalla manica un fazzoletto, usarlo e poilasciarlo sopra laltare. La sua messa , a un tempo, tragicae confidenziale. Celebrare messa per Padre Pio un eventofondamentale di ogni giorno. In altri momenti prega e49 Positio I/1, p. 1269.

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    confessa. Dorme poco, mangia un po di verdura e beve unbicchiere di birra. Le sue occupazioni sono celebrare lamessa, confessare e pregare. Queste assumono per lui unvalore di funzione pubblica. 50

    Nino Salvaneschi scrisse sulla messa di Padre Pio: Maiun uomo di Cristo ha potuto celebrare con pi semplicitsullesempio di Cristo, quando pregava in Galilea.Pallidissimo, con gli occhi socchiusi come chi sta vedendouna luce troppo intensa, Padre Pio celebra la messa comese giungesse da una umanit superiore alla nostra,celebrando su quellaltare semplice e quasi grossolanoattraverso unatmosfera di un altro mondo. Intorno a lui la

    gente di San Giovanni Rotondo riempie la chiesa. La gentesi siede fin sui gradini sotto laltare Non ci sono dubbi,quando questuomo celebra la messa, veramente conDio.51

    Padre Carmelo, parlando della messa di Padre Pio neisuoi ultimi quattro anni, racconta: La messa durava da 35a 40 minuti. Ho visto in che modo quel sacerdote di Cristoriviveva e offriva con Lui il sacrificio del Calvario. Sembravanon accorgersi delle luci, dei flash dei fotografi, di tutto ciche succedeva intorno a lui. Immedesimandosi totalmentein Dio, contemplava la sacra ostia con i suoi grandi occhi,da cui sembrava uscire tutta la sua fede e il suo amore. Simuoveva sui piedi doloranti. Spesso si asciugava le lacrimecon un fazzoletto bianco che il sagrestano teneva semprein mano. A volte non riusciva a contenere e dominarelemozione interiore e, oltre alle lacrime, la voce e tutta lasua persona tremavano. 52

    Alcuni forestieri dicevano: Finalmente ho assistito auna messa vera. E bench la celebrasse in latino, si notavachiaramente che non era il solo che si trovava sullaltare,dato che presenze invisibili lo assistevano.

    50 Positio IV, problemi storici, p. 46.

    51 Fernando da Riese Pio X, op. cit., p. 191.52 ib. p. 201.

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    Padre Vincenzo da Casacalenda dichiar: Non ci sistancava di guardarlo. Qui si stava rivivendo il misterodella Passione. Sembrava che fosse nato per celebrare lamessa. Quando alzava la patena e il calice, le maniche

    scendevano un po e lasciavano vedere le piaghe dellemani, su cui si posava lo sguardo di tutti. E, dopo laconsacrazione e lelevazione, si notava qualcosa di insolitosul suo volto. La gente diceva: Sembra Ges E chi

    poteva dimenticare quel grido: Signore, non son degno?Si percuoteva il petto, e i colpi erano tanto forti dasuscitare stupore. La gente tratteneva il respiro quandoarrivava la comunione. Il divino crocifisso si univa a quel

    povero frate crocifisso come Lui.53

    LA VERGINE MARIA

    Il suo amore per Maria era come quello di un figlioinnamorato della madre, considerato che non poteva viveresenza di Lei, che gli appariva spesso e che la vedeva

    chiaramente con Ges durante la messa. A lei rivolgevacostantemente le sue preghiere con la sua arma preferitacontro il demonio: il rosario.

    Nel 1959 limmagine della Vergine pellegrina di Fatimagiunse a San Giovanni Rotondo, quando era molto malato.Padre Agostino scrisse nel suo Diario l8 settembre del1959: Padre Pio attribu la sua guarigione alla Madonna diFatima, quando giunse il 5 agosto. Egli disse alla Verginecon il cuore che ardeva di amore, quando lelicottero conlimmagine della Vergine faceva alcuni giri sopra ilconvento prima di partire: O Mammina mia, quando seigiunta in Italia, mi hai trovato con questa malattia. Mi seivenuta a trovare qui a San Giovanni e mi hai trovatoancora ammalato. Ora te ne stai andando e non mi dicinulla! In quello stesso momento avvert una forzamisteriosa nel suo corpo e disse: Sono guarito Padre

    53 ib. p. 197.

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    Pio ripeteva: La Vergine giunse fin qui perch volevacurare Padre Pio. 54

    Padre Alessio Parente dichiara: Negli ultimi anni divita Padre Pio si faceva lavare la faccia da me o dal padre

    Onorato. Una sera gli disse: Padre, non sono mai stato aLourdes, perch non andiamo insieme a vedere laMadonna? E lui mi rispose: Non necessario che io civada, perch vedo la Madonna tutte le notti. Allorasorridendo gli dissi: Ah, per questo allora che si fa belloe si lava la faccia la sera e non la mattina? Non mirispose, ma sorrise. 55

    Nella sua camera aveva unimmagine grande dellaMadonna che pendeva dalla parete fino ai piedi del letto eguardandola dormiva come un bambino che aspetta dallamamma il bacio della buonanotte. 56

    Secondo padre Rosario da Aliminusa, Padre Pio era lapersonificazione della preghiera. Era un uomo da orazionepermanente. Nei corridoi del convento aveva sempre unrosario in mano e anche le notti, in cui quasi non dormiva,le passava recitando il rosario. 57

    Padre Tarcisio Zullo una volta chiese a Padre Pio quantirosari recitasse al giorno, ed egli rispose: Se le cose vannomale, circa 30. 58

    Due giorni prima di morire, a chi gli chiedeva di direqualcosa, rispondeva: Amen alla Vergine e fatela amare.Recitate il rosario e recitatelo sempre e recitatelo pi che

    potete. 59

    Una sera, mentre stava andando a letto, non riusciva atrovare il suo rosario per recitarlo durante le ore di riposo.Allora chiese aiuto a padre Onorato, dicendogli: Dammilarma. 60

    54 Positio I/1, p. 1013.55 Positio II, p. 205.56 Positio II, p. 1534.57 Positio I/1, p. 572.58 Positio II, p. 624.59 Positio III/1, p. 849.60 Positio II, p. 519.

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    A volte ripeteva: Vorrei avere una voce potente per invitare tutti i peccatori del mondo ad amare la Vergine.Ma dal momento che questo non in mio potere, chiederal mio angioletto di svolgere per me questo compito. 61

    CASA SOLLIEVO DELLA SOFFERENZA

    La Casa Sollievo fu unopera gigantesca che Padre Piopot realizzare con la grazia di Dio e laiuto di milioni dipersone del mondo intero. Quando il frate diede inizioallopera, perfino i suoi fratelli religiosi pensarono che fosse

    unutopia e che costruire un ospedale in quella zonaprecaria fosse, da ogni punto di vista, quantomenosconveniente.

    La Casa Sollievo della sofferenza nacque il 9 gennaiodel 1940. Quel giorno Padre Pio si riun con tre amici, suoifigli spirituali, e costitu il Comitato di fondazione. Ilfondatore era Padre Pio, il segretario il dottor GuglielmoSanguinetti e il responsabile dellorganizzazione lasignorina Ida Seitz. Padre Pio disse: Questa sera inizia lamia Opera terrena. Benedico voi e tutti coloro checollaboreranno a questa Opera che sar ogni volta pigrande e bella. La prima pietra fu benedetta dalcappuccino stesso nella primavera del 1947.

    Il 19 maggio del 1947 cominciarono a preparare ilterreno con uno sbancamento massiccio della dura rocciagarganica. E, fin dallinizio, cominciarono ad arrivare fiumidi denaro per lOpera. Fu necessario chiedere al papalesonero dal voto di povert per poter amministrare ildenaro, cosa che Pio XII concesse volentieri.

    Un passo importantissimo nellesecuzione delle Operedella clinica Sollievo, chiamata la cattedrale della carit, fulappoggio offerto da Barbara Ward, redattrice del giornaleThe economist di Londra. La donna giunse a San Giovanni

    Rotondo per conoscere Padre Pio e vide che con 20 operai61 Lettera del 1 maggio 1912 al padre Agostino

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    stava aprendo una strada per la costruzione della grandeOpera. Chiese, e Padre Pio rispose che occorrevano circa400 milioni di lire.

    La donna gli chiese di pregare per una grazia speciale.

    Lei era cattolica, ma il fidanzato era protestante e volevache si convertisse. Il padre rispose: S, se il Signore vuole,si convertir. E, se il Signore vuole, proprio adesso. Lasignorina Word non rimase soddisfatta della riposta, maquando torn a Londra, ebbe la sorpresa di sapere chequello stesso giorno e alla stessa ora in cui lei parlava conPadre Pio il fidanzato si era convertito e battezzato comecattolico.

    Riconobbe che era un miracolo e come ringraziamentochiese al fidanzato di andare a trovare e ringraziarepersonalmente Padre Pio. Il fidanzato, il comandante

    Jackson, australiano, era consigliere delegato della UNRRA(United Nations Relief and Rehabilitation Administration),unorganizzazione nata nel 1943 per aiutare le nazioni instato di bisogno, gi liberate.

    Luomo disse a Padre Pio, che se avesse accettato didare alla Clinica che voleva costruire il nome di Fiorello LaGuardia , ex sindaco di New York, lui poteva presentare ilsuo progetto per chiedere aiuti. E fu cos che, grazie allaprovvidenza di Dio, il 28 giugno del 1948 furono destinatialla Clinica 400 milioni di lire. I soldi furono spediti algoverno italiano che alla fine si tenne 150 milioni e nediede solo 250 per lOpera di Padre Pio.

    Quando Barbara Ward e il marito Jackson ritornarononel 1950 a San Giovanni Rotondo a trovare Padre Pio,ebbero la sorpresa di vedere che nella cappella cera unavetrata con la Vergine Maria che aveva proprio il volto dellasignora Ward. Si trattava di unidea realizzata da AngeloLupi, dato che tutti la consideravano la madrina dellaclinica.

    Nel 1951 erano stati spesi nellOpera 450 milioni di

    lire, con i contributi di gente di tutto il mondo. Il 24 lugliodel 1954 vennero aperti al pubblico i servizi ambulatoriali.

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    Il 10 maggio del 1956 venne ricoverato il primo malato. Findagli inizi del 1957 erano stati allestiti 300 letti, sempreoccupati. Nel 1972 erano disponibili 900 letti e i ricoveratifurono 19.462.

    Attualmente lo stabile ha 2000 letti disponibili, ed classificato come ospedale generale provinciale a carattereprivato con autonomia amministrativa. Padre Pio, nel suotestamento dell11 maggio del 1960, nomin il Santo Padrecome erede universale di tutti i beni della Clinica, chequindi dipende dalla Santa Sede. Al segretario di Stato delVaticano spetta la nomina del Presidente o direttoreamministrativo. LOpera fu costituita ufficialmente come

    Fondazione di religione e di culto, riconosciuta dallo Statoitaliano.Quando Padre Pio era ancora vivo, visitava spesso i

    malati della Clinica. A volte dava loro la benedizioneeucaristica e, in alcune rare occasioni, celebr la messa.Alcuni testimoni riferiscono di palesi miracoli compiuti daPadre Pio su alcuni malati.

    interessante notare che Padre Pio desiderava chefosse non un ospedale come gli altri, ma una Casa, unFocolare Ospedale, un luogo dove i malati si sentissero aproprio agio e fossero resi pi forti dal conforto dellareligione. Il frate diceva: Nel malato c Ges che soffre.Nel malato povero c Ges due volte. E volle che questaClinica fosse deccellenza. Per questo oggi uno deimigliori ospedali dItalia, allavanguardia in tutti i ritrovatimoderni della scienza.

    GRUPPI DI PREGHIERA

    Padre Pio fond gruppi di preghiera nel mondo intero.Allorigine ci fu la chiamata alla preghiera che Papa Pio XIIfece il 27 ottobre del 1940 in piena guerra mondiale:

    Ordiniamo che in tutto il mondo, il 24 del prossimonovembre, si elevino con Noi a Dio pubbliche preghiere. Enutriamo fiducia che tutti i figli della

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    Altre opere da lui promosse furono il santuario di SantaMaria delle Grazie, inaugurato nel 1959, e una nuovachiesa per 10.000 persone. Nel 1987 Papa Giovanni Paolo IIinaugur varie opere. Secondo la rivista Voce di Padre Pio

    dellottobre del 1995, per quella data erano stati eretti pidi 165 monumenti in onore del frate cappuccino, e non soloin Italia, ma anche in altri paesi come Stati Uniti, Germania,Costarica, Venezuela, Belgio, Ucraina

    LA SUA MORTE

    Il 21 settembre del 1968 Padre Pio si sent male e noncelebr la messa, gli diedero solo la comunione perch eraestremamente debole e stanco, con un terribile attacco diasma che gli impediva di respirare. A sera salut la gentedal coro. Cera unenorme quantit di persone riunita a SanGiovanni Rotondo per celebrare il Congresso internazionaledei Gruppi di preghiera il giorno successivo, il 22.

    Il 22 settembre Padre Pio voleva celebrare la messasemplice come tutte le mattine, ma il padre superiore locostrinse a celebrare la messa solenne cantata per i Gruppidi preghiera che iniziavano il loro Congresso. Padre Pio, perquanto esausto, obbed. Era molto provato e stanco, e tuttilo applaudivano e gridavano: Viva padre Pio! Alla finedella messa, mentre si alzava dallo scranno prima discendere i gradini dellaltare, perse lequilibrio e, se non loavessero sorretto, sarebbe caduto. Prima di ritirarsibenedisse la gente dicendo: Figli miei, figli miei! Dopoaver reso grazie per la messa volle andare a confessare,ma dovette ritirarsi perch era molto debole, bianco comeun foglio di carta, e sembrava assente e lontano da tutto.

    Alle 10,30 del mattino impart da una finestra labenedizione alla folla che si era radunata davanti allapiazza della chiesa. Poi si ritir nella sua cella. Nella nottedel 22 padre Pellegrino, che lo aspettava, gli chiese labenedizione per tutti ed egli rispose: S, benedico contutto il cuore i miei familiari, la Casa Sollievo della

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    Sofferenza, i malati, i Gruppi di preghiera e tutti i miei figlispirituali. E chiedo al padre superiore che impartisca a mionome questa benedizione. 63

    Padre Paolo Covino racconta: Ero con Padre Pio venti

    minuti prima che spirasse. Fui io a impartirgli lunzionedegli infermi, preceduta dalla assoluzione sub conditione e dalla benedizione apostolica. Era molto affaticato erespirava con enorme fatica. Non rispondeva alle preghieree stava seduto sullo scranno dove mor. Erano presenti il

    padre superiore, padre Carmelo, padre Raffaele, padreMariano Paladino e altri fratelli. Cera anche il dottor Sala,suo medico personale e il dottor Gusso, direttore della

    Casa Sollievo, qualche altro medico e due infermiere. Morripetendo i nomi di Ges e Maria il 23 settembre del1968. 64

    Al momento della morte le piaghe scomparvero. Ilcardinal Corrado Ursi dichiar a San Giovanni Rotondo il 25maggio del 1971: Ieri sera mi diceva il padre

    guardiano (priore): - Quando Padre Pio mor, a mano amano che il suo corpo si raffreddava, le piaghe sparivanodalle mani e dal costato. I tessuti si ricostituivano e la pelleappariva morbida e fresca. Non forse questo un segnaledi resurrezione? Noi usciremo dai nostri sepolcri come unanuova creatura, come angeli di Dio in cielo (Mt 22, 30) Dio ha voluto in questo modo manifestare la certezza dellaresurrezione finale. 65

    Le spoglie di Padre Pio furono esposte per quattro

    giorni alla venerazione dei fedeli. Secondo stime degne difede, passarono davanti al suo feretro, in quei quattrogiorni, circa 100.000 persone. Il 26 settembre del 1968,dopo i funerali, fu sepolto nella cripta del Santuario diSanta Maria delle Grazie, a San Giovanni Rotondo, alle10,30 di notte. Lo seppellirono con il rosario tra le mani. Enella cella che aveva occupato in vita sono scritte queste

    63 Positio III/1, p. 737.64 Positio II, p. 242; Positio II, p. 180.65 Positio I/1, pp. 54-55.

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    parole di san Bernardo: Maria tutta la ragione della miasperanza.

    Dopo la morte, il suo corpo incorrotto viene visitatocontinuamente dai suoi devoti e dai figli spirituali. Papa

    Giovanni Paolo II lo visita nel 1987. Sono milioni e milioni ifedeli che continuano a visitarlo chiedendo il suo aiuto e lasua intercessione. Visitano anche la sua cella, il crocifissodelle stigmate, la vecchia chiesa dove celebrava la messain pubblico, limponente via Crucis costruita sul posto e ilSantuario di Santa Maria delle Grazie, oltre alla CasaSollievo della Sofferenza.

    Padre Pio dal cielo continua a pregare per i suoi figlispirituali. Un giorno arriv a dire: Se fosse possibile vorreiottenere dal Signore soltanto questo: non lasciarmi andarein paradiso finch lultimo dei miei figli, lultima personaaffidata alle cure sacerdotali, non ci sia andata prima di me Ho fatto un patto con il Signore: quando la mia anima sisar purificata nelle fiamme del purgatorio e sar diventatadegna di entrare in cielo, io mi metter vicino alla porta enon entrer finch non avr visto entrare lultimo dei mieifigli.66

    Dopo la sua morte Dio continu a fare miracoli perintercessione di Padre Pio. Fu beatificato da papa GiovanniPaolo II il 2 maggio del 1999 e canonizzato dallo stessopapa il 16 giugno del 2002. I suoi resti furono esumati il 28febbraio del 2008. E il corpo fu trovato incorrotto. Il 24aprile del 2008 fu posto in una teca di vetro per lavenerazione dei fedeli. Solo sul volto gli hanno messo unamaschera speciale di cera, fatta a Londra, che riporta i suoilineamenti naturali.

    66 Fernando da Riese Pio X, op.cit., p. 294.

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    Il rapporto di Padre Pio con il suo angelo fu strettissimoe familiare e sempre inculcava questa devozione ai suoifigli spirituali. Nelle sue lettere lo chiamava con vari nomi:angioletto, angiolino buono, celeste personaggio,

    compagno inseparabile, messaggero celeste, buon angelocustode, buon segretario, piccolo compagno della miainfanzia.

    Vediamo ora alcune delle esperienze di Padre Pio conlangelo.

    ANGELO TRADUTTORE

    Langelo gli traduceva le lettere o faceva da interpretequando venivano persone che non sapevano litaliano.Padre Pio non aveva studiato lingue straniere, per lecapiva. Non aveva studiato il francese, ma lo scriveva. Alladomanda del suo direttore, padre Agostino, su chi gliavesse insegnato il francese, Padre Pio rispose: Se lamissione dellAngelo custode grande, quella del mio ancor pi grande, dovendomi fare anche da maestro nellaspiegazione di altre lingue. 67

    Allinizio del 1912 avvenne che padre Agostinodovesse valutare la santit di padre Pio, scrivendogli inlingue che non conosceva. Tra i due inizi unacorrispondenza in francese e greco. Padre Pio superbrillantemente la prova perch faceva tradurre le lettere aqualcuno. Su questo c una testimonianza del parroco diPietrelcina che, sotto giuramento, asser che Padre Pio,quando era a Pietrelcina, ricevette una lettera del padre

    Agostino in greco. La testimonianza firmata dice cos:Pietrelcina, 25 agosto 1919. Certifico sotto giuramento, io,Salvatore Pannullo parroco, che Padre Pio, dopo aver ricevuto la presente lettera, me ne spieg letteralmente ilcontenuto. Quando gli chiesi come aveva potuto leggerla e

    67 Positio III/1, p. 809.

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    spiegarla, dato che non conosceva il greco, mi rispose: Malo sapete. Il mio angelo custode mi ha spiegato tutto. 68

    Padre Agostino scrisse nel suo Diario: Padre Pio nonsapeva n il francese n il greco. Il suo angelo custode gli

    spiegava tutto e il padre rispondeva bene. Laiuto di questosingolare maestro era tanto efficace che poteva scrivere inlingue straniere. Tra le sue lettere scritte ce ne sono alcuneche, almeno in parte, furono scritte in francese. 69

    Un giorno arriv dagli Stati Uniti una famiglia perch labambina, figlia di genitori italiani, desiderava fare la primacomunione con Padre Pio. La signorina americana, MariaPyle, la prepar bene, dal momento che la bambina nonsapeva una parola di italiano. La vigilia della comunione,Maria Pyle la condusse da Padre Pio perch confessasse labambina, offrendosi di fare da interprete, ma il frate nonaccett.

    Dopo la confessione Maria Pyle chiese alla bambina sePadre Pio lavesse capita e lei rispose di s.

    - E tu lo hai capito?

    - S- Ma ti parlava in inglese?- S.70Padre Ruggero afferma che un giorno si presentarono

    cinque austriaci che volevano confessarsi con Padre Pio,nonostante non sapessero una parola di italiano. Pens cheil frate avrebbe rifiutato, visto che non li capiva. Ma,quando usc il primo, usc ridendo, e anche gli altri uscironocon grande allegria. Alcuni giorni dopo gli chiesi comeaveva fatto a confessare i cinque austriaci, che nonsapevano litaliano, e lui mi rispose: Quando voglio,capisco tutto. 71

    Nel 1940 arriv un sacerdote svizzero e parl in latinocon Padre Pio. Prima di andarsene, il sacerdote gli68 Parente Alessio, op.cit., p. 64.69 Parente Alessio, op.cit., p. 65.70 Ib. Pp. 65-6671 Positio IV, studi particolari, p. 249.

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    raccomand una malata. Padre Pio gli rispose in tedesco:Ich werde Sie an die gottliche Barmherzigkeit empfehlen(la raccomander alla divina provvidenza). Il sacerdoterimase colpito da questo fatto. 72

    Padre Luigi Lo Viscovo riferisce che un giorno arriv unsacerdote francese, residente a Lourdes, che desideravaconfessarsi con Padre Pio. Padre Lo Viscovo gli disse chePadre Pio non confessava in francese perch non sapeva lalingua. Il sacerdote rispose che doveva essere come aLourdes, dove si facevano confessioni in varie lingue. Miavvicinai a Padre Pio e gli dissi che questo sacerdote stavaparlando del fatto che non conosceva il francese n altre

    lingue. Padre Pio rispose: Digli che so il francese, linglese,il greco, il latino, lebraico, laramaico, il tedesco e altrelingue, ma che non voglio confessarlo. 73

    Padre Tarcisio Zullo dichiar: Quando arrivavano aSan Giovanni Rotondo pellegrini di altre lingue, Padre Pio licapiva. Una volta gli chiesi: Padre, ma come fa a capiretante lingue e dialetti? Lui rispose : Il mio angelo mi aiutae mi traduce tutto. 74

    ANGELO INFERMIERE

    Quando il frate era malato e non cera nessuno che lopotesse aiutare in determinate circostanze, era il suoangelo a fargli piccoli servizi. Padre Paolino racconta inproposito: Vivendo con Padre Pio, arrivai ad avere con luiuna certa confidenza. Quando era malato sudava molto eaveva bisogno di aiuto per cambiarsi. Spesso ero cosstanco che, appena andavo a letto, mi addormentavo. Ungiorno gli dissi:

    - Se hai bisogno che ti aiuti di notte, mandami il tuoangelo a svegliarmi.

    72 Positio III/1, p. 80973 Positio II, p. 1584.74 Positio II, p. 630

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    - Daccordo.Quel giorno a mezzanotte venni svegliato

    bruscamente. Pensai subito a Padre Pio, ma miaddormentai di nuovo. La mattina dopo gli dissi che avevo

    sentito che mi svegliavano e che mi ero addormentato dinuovo. Gli dissi:- Perch venuto il tuo angelo a svegliarmi, se ha

    lasciato che mi riaddormentassi? Se viene, che misvegli in modo tale che io mi alzi.

    La sera di quello stesso giorno glielo ricordai di nuovo.La notte mi svegliai e di nuovo mi addormentai. La terzanotte mi svegliai di nuovo e mi alzai correndo per andarenella cella di Padre Pio. Gli chiesi di cosa avesse bisogno emi rispose:

    - Sono tutto sudato, e non posso cambiarmi dasolo. 75

    E le altre notti chi lo cambiava? Sicuramente il suoangelo.

    Nel 1965 io (p. Alessio Parente) passavo parte della

    notte a far compagnia a Padre Pio, e la mattina dovevoaccompagnarlo fino allaltare. Dopo di che teneva i suoiguanti e io andavo nella mia cella a riposarmi un po. Moltevolte, quando non mi svegliavo in tempo, sentivo qualcunobussare forte alla mia porta. A volte sentivo nel sonno unavoce che mi diceva: Alessio, alzati. Un giorno non misvegliai, n per la messa n per accompagnarlo dopo leconfessioni. Svegliato da altri fratelli, andai nella cella diPadre Pio e gli dissi: Perdonami, padre, non mi sonosvegliato. Lui mi rispose: Credi che io stia a mandartisempre il mio angelo custode a svegliarti?. 76

    75 Parente Alessio, op .cit., pp. 129-13176 Positio II, p. 206.

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    ANGELO CHE PROVVEDE

    Capit che Padre Pio, vestito da militare, non avesse isoldi per pagare il biglietto dellautobus per andare al suopaese, e che langelo pagasse per lui. Era il 1917, in pienaguerra mondiale. Padre Pio era andato a Napoli per unavisita di controllo della sua salute allospedale militare. Il 6novembre gli diedero una licenza di otto giorni. Si rec allastazione e prese gratis il biglietto sul treno da Napoli aBenevento. Aveva una lira di indennit di trasferta per ilviaggio. Racconta: Alluscita dallospedale attraversai una

    piazza dove cera il mercato. Mi trattenni un po per guardare quello che vendevano e mi si avvicin un uomoche vendeva ombrellini da sole di carta per una lira; non

    potevo per restare senza nulla dato che dovevo pagare ilviaggio (da Benevento a Pietrelcina).

    Continuai a camminare e giunse un altro venditore diombrellini per 50 centesimi. Vedendo quelluomo cheinsisteva cos tanto per portare a casa il pane ai suoi figli,ne presi uno e gli diedi 50 centesimi. Lui, contento, se neand. Io ero stanco e febbricitante. Il treno arriv aBenevento con molto ritardo. Appena sceso dal treno andaialla stazione per prendere lautobus per Pietrelcina, che

    per era gi partito. Dovetti fermarmi per la notte aBenevento, e pensai di fermarmi in stazione per nonimportunare gli amici che avevo. Cercai un posto nella saladaspetto, che per era piena di gente. La febbreaumentava sempre pi e non avevo la forza di stare in

    piedi. Quando mi stancavo di star fermo camminavo un po dentro e fuori dalla stazione. Il freddo e lumidit

    penetravano nelle mie ossa: passarono cos molte ore. Mivenne la tentazione di entrare nel bar della stazione perchil locale era caldo, ma era pieno di ufficiali e di soldati cheaspettavano i treni, e ognuno aveva pagato laconsumazione. Avevo solo 50 centesimi e pensavo: Seentro, come faccio? Il freddo si faceva sentire sempre di

    pi e la febbre mi consumava. Erano le due del mattino e

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    non cera n un posto libero nella sala daspetto n lospazio per sdraiarmi a riposare per terra.

    Mi raccomandai a Dio e alla nostra Madre celeste. Non potendo pi resistere entrai nel bar. I tavoli erano occupati

    e aspettavo con ansia che qualcuno si alzasse e milasciasse un posto vuoto. Verso le 3 e mezza arriv il trenoFoggia Napoli, e molti tavoli si liberarono, ma a causadella mia timidezza non feci in tempo a occuparenemmeno una sedia. Pensavo: Ho soldi per consumaresoltanto un caff e, se mi siedo, cosa potr guadagnarequesto povero padrone del bar che passa tutta la nottelavorando?. Alle quattro arrivarono alcuni treni e rimasero

    due tavoli liberi. Mi sedetti in un cantuccio, sperando che icamerieri non se ne accorgessero. Dopo qualche minutoarrivarono un ufficiale e due sottoufficiali che si sedetteroal tavolo vicino. Subito si avvicin il cameriere e chieseanche a me cosa volevo. Dovetti prendere un caff. I tre

    presero qualcosa e subito se ne andarono, ma io mi dicevo:Se lo bevo subito, sar costretto a uscire, e voglio che ilcaff mi duri finch non arriva lautobus. Quando il

    cameriere mi guardava, muovevo il cucchiaino come sestessi girando lo zucchero nel caff.Finalmente arriv lora; mi alzai e andai a pagare. Il

    cameriere mi disse gentilmente: Grazie, soldato, ma tutto pagato. Pensai: Visto che il cameriere anziano,forse mi conosce e vuole farmi una cortesia. Pensaianche: Avr pagato lufficiale?. A ogni modo lo ringraziaie uscii. Arrivai al posto degli autobus e non trovai nessuna

    persona conosciuta che mi potesse fare un prestito per pagare il biglietto da Benevento a Pietrelcina: avevo solo50 centesimi e il biglietto costava 1,80. Affidandomi alla

    provvidenza di Dio, salii sullautobus e presi posto in unsedile in fondo per poter parlare con il bigliettaio eassicurargli che avrei pagato la cifra allarrivo. Al miofianco prese posto un uomo alto, di bellaspetto. Aveva cons una valigetta nuova e la teneva sulle ginocchia.

    Lautobus part e il bigliettaio si stava avvicinando almio posto. Il signore che stava al mio fianco prese dalla

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    ANGELO AUTISTA

    Non mancarono casi in cui il suo angelo si trov adaiutare persone che si erano addormentate al volante o avegliare perch non capitasse nessun incidente.

    Il signor Piergiorgio Biavate dovette viaggiare inmacchina da Firenze a San Giovanni Rotondo. A metstrada si sent stanco, e si ferm un po da un benzinaio perprendere un caff. Poi continu il viaggio. Dice ilprotagonista: Mi ricordo solo una cosa, che accesi ilmotore e mi misi al volante, poi non ricordo nientaltro.Non ricordo nulla delle tre ore passate al volante. Quandogi ero di fronte alla chiesa di San Giovanni Rotondo,qualcuno mi scosse e mi disse: Adesso prendi tu il mio

    posto. Padre Pio, dopo la messa, mi conferm: Haidormito per tutto il viaggio e la stanchezza se l tenuta ilmio angelo, che ha guidato al posto tuo. 79

    Attilio de Sanctis, avvocato esemplare, raccont unfatto che gli era capitato personalmente: Il 23 dicembredel 1948 dovevo andare da Fano a Bologna con mia mogliee due dei miei figli (Guido e Gianluigi) per andare a

    prendere il terzo figlio, Luciano, che studiava al collegioPascoli di Bologna. Partimmo alle sei della mattina, ma,

    poich non avevo dormito bene, ero in cattive condizionifisiche. Guidai fino a Forl, poi cedetti il volante a mio figlioGuido. Una volta recuperato Luciano dal collegio, cifermammo un po a Bologna e decidemmo di tornare aFano.

    Alle due di pomeriggio, dopo aver ceduto il volante aGuido, volli guidare ancora. Una volta passata la zona diSan Lorenzo, notai in me una stanchezza pi grande. Varievolte chiusi gli occhi e mi assopii. Volevo lasciare il volantea Guido, ma si era addormentato. Dopo non ricordo nulla. Aun certo punto recuperai bruscamente la coscienza a causadel rumore di unaltra macchina. Guardai e vidi che

    mancavano solo due chilometri per arrivare a Imola.79 Parente Alessio, op. cit., pp. 195-196.

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    Cosera successo? I miei stavano chiacchierandotranquillamente. Gli spiegai cosera successo, ma non micredettero. Potevano credere che la macchina era andatada sola? Poi ammisero che ero stato immobile per molto

    tempo e non avevo risposto alle loro domande, n erointervenuto nella conversazione. Fatto il calcolo, il miosonno al volante era durato il tempo impiegato a

    percorrere circa 27 chilometri. Dopo un paio di mesi, il 20febbraio del 1950, tornai a San Giovanni Rotondo e chiesiuna spiegazione a Padre Pio che mi rispose: "Tu dormivi e iltuo angelo ti guidava la macchina. S, tu dormivi e il tuoangelo ti guidava la macchina". 80

    RACCOMANDAZIONI SULLANGELO

    Dice una delle figlie spirituali di Padre Pio: Una delledevozioni che ci inculcava maggiormente era quelladellangelo custode perch, come diceva, il nostrocompagno invisibile che sta sempre unito a noi dalla

    nascita alla morte e per questo la nostra solitudine soloapparente. Il nostro angelo sempre al nostrofianco, dalla mattina quando ci svegliamo e per tutta

    la giornata fino alla notte, sempre, sempre, sempre. Quantiservizi ci fa il nostro angelo senza che noi lo sappiamo nce ne accorgiamo! 81

    Il 15 luglio del 1915 il frate scrisse ad Anna Rodote:Che il buon angelo custode vegli sempre sopra di te. Egli la tua guida, che ti accompagna sullaspro sentiero dellavita. Che ti mantenga sempre in grazia di Ges, ti sostengacon le sue mani perch tu non inciampi in qualche pietra, ti

    protegga sotto le sue ali dalle insidie del mondo, deldemonio e della carne.

    Abbi una grande devozione per questo angelobenefattore. Che consolazione il pensiero che accanto a

    noi ci sia uno spirito che, dalla culla alla tomba, non ci80 Siena Giovanni, op. cit , pp. 127-129.81 Positio III/1, p. 1023.

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    lascia un istante, nemmeno quando osiamo peccare!Questo spirito celeste ci guida e ci protegge come unamico o un fratello. Ed una consolazione anche sapereche questo angelo prega incessantemente per noi, offre a

    Dio tutte le buone azioni e le opere che facciamo; e i nostri pensieri e desideri, se sono puri. Per carit, nondimenticarti di questo compagno invisibile, sempre

    presente e sempre pronto ad ascoltarci e ancora di pi aconsolarci. Oh, felice compagnia, se sapessimo capirla!

    Tienilo sempre davanti agli occhi della mente, ricordatispesso della sua presenza, ringrazialo. Apriti e confidaglitutte le tue sofferenze. Abbi sempre il timore di offendere

    la purezza del suo sguardo. cos delicato e sensibile!Chiedigli aiuto nei momenti di suprema angoscia esperimenterai i suoi benefici effetti. Non dire mai che seisola a lottare contro i tuoi nemici. Non dire mai che non hainessuno con cui aprirti e confidarti. Sarebbe una grandeoffesa a questo messaggero celeste. 82

    Il 20 aprile del 1915 il cappuccino scriveva a RaffaelinaCerase (1868-1916): Quante volte ho fatto piangerequesto buon angelo! Quante volte ho vissuto senza iltimore di offendere la purezza del suo sguardo! tantodelicato e sensibile! Oh Dio mio, quante volte ho rispostoalle cure pi che materne di questo angelo senza nessunsegno di rispetto, di affetto o di riconoscenza! E questo

    pensiero ora mi riempie di confusione, e la mia cecit tale che non provo nessun sentimento di dolore e, peggioancora, tratto questo amato angiolino non dico come unamico, ma come un famigliare. E langiolino non si offende per queste maniere. Come buono!

    O Raffaelina, quanto consola il sapere che siamosempre sotto la custodia di un celeste spirito, il quale nonci abbandona nemmeno nellatto che diamo disgusto a Dio!

    Quanto riesce dolce per lanima credente questagrande verit! Di chi dunque pu temere l'anima devota

    che si studia damare Ges, avendo sempre con s un cos82 Positio III/1, p. 1104.

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    insigne guerriero? O non fu egli forse uno di quei tanti cheassieme all'angelo san Michele lass nell'empireo difeserolonore di Dio contro Satana e contro tutti gli altri spiritiribelli ed infine li ridussero alla perdita e li rilegarono

    nell'inferno?Ebbene, sappiate che egli ancor potente controSatana e i suoi satelliti, la sua carit non venuta meno,n giammai potr venir meno dal difenderci. Prendete labella abitudine di pensar sempre a lui. Oh se gli uominitutti sapessero comprendere ed apprezzare questograndissimo dono che Iddio, nelleccesso del suo amore per l'uomo, a noi assegn questo celeste spirito! Invocate

    spesso questo angelo custode, ripetete spesso la bella preghiera: Angelo di Dio, che sei custode mio, illuminami,custodiscimi, guidami ora e sempre. Che grandeconsolazione, quando nel momento della morte lanimavedr questo angelo cos buono, che ci ha accompagnatolungo tutta la vita con tante cure materne! 83

    LANGELO DIFENSORE

    Molte volte langelo lo difendeva dal potere delmaligno. In una lettera a padre Agostino del 13 dicembre1912 Padre Pio dice: Non avrei mai sospettato il benchminimo tranello di Barbabl (il diavolo) se il mio angiolinonon avesse scoperto linganno al posto mio. Il compagnodella mia infanzia cerca di alleviarmi i dolori che questiapostati impuri mi provocano.

    E sempre lui assicura: Dopo le apparizioni diabolichequasi sempre apparivano Ges, Maria o langelocustode. 84

    Langelo gli diceva: Difenditi (dal maligno), allontanada te e abbi in spregio le sue maligne insinuazioni e nonaffliggerti, amato del mio cuore, perch io sto vicino a te.

    83 Lettera del 20 aprile 1915 a Raffaelina Cerase.84 Positio I/1, p. 659.

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    Oh Signore, cosa ho fatto per meritare tantaamabilit dal mio angioletto? Ma non mi preoccupo diquesto. Non forse il Signore padrone di dare le sue graziea chi vuole e come vuole? Io sono il balocco del bambin

    Ges, come lui stesso mi ripete, il guaio che Ges hascelto un balocco di poco valore. Mi dispiace solo chequesto giocattolo scelto da Lui sporchi le sue manidivine. 85

    Un giorno gli arriv una lettera tutta annerita daldiavolo, al punto che non si riusciva a leggere. Il 13dicembre del 1912 il frate scrive a padre Agostino: Conlaiuto dellangioletto questa volta ho trionfato sul perfido

    cosaccio. Langelo mi sugger, allarrivo della lettera, diaspergerla di acqua benedetta prima di aprirla. E cos fecicon lultima, ma chi pu descrivere la rabbia di Barbabl?

    In unaltra lettera a padre Agostino del 5 novembre1912 scriveva : Sabato mi sembr che i demoni mivolessero proprio finire, non sapevo pi a qual santovotarmi; mi rivolgo al mio angelo e dopo d'essersi fattoaspettare per un pezzo eccolo infine aleggiarmi intorno econ la sua angelica voce cantava inni alla divina Maest.Successe una di quelle solite scenate; lo sgridaiaspramente d'essersi fatto cos lungamente aspettare,mentre io non avevo mancato di chiamarlo in miosoccorso; per castigo, non volevo guardarlo in viso, volevoallontanarmi, volevo sfuggirlo, ma egli poverino miraggiunse quasi piangendo, mi acciuffa, finch sollevato losguardo, lo fissai in volto e lo trovai tutto dispiaciuto. Midisse:

    Sono sempre al tuo fianco. Sar sempre vicino a tecon amore. Il mio affetto per te non scomparir nemmenocon la tua morte. So che il tuo cuore generoso palpitasempre per il nostro comune Amato. Povero angioletto! troppo buono. Riuscir a farmi comprendere limportantedovere della gratitudine?

    85 Positio III/1, p. 800.

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    ANGELO PREDICATORE

    Spesso, quando langelo gli appariva, gli dava consiglispirituali o piccole prediche per rafforzarlo nella fede enella certezza che, per quante sofferenze avesse dovutopatire, mai il Signore lo avrebbe abbandonato. Langelostava sempre al suo fianco, anche se talvolta noninterveniva per volont di Dio, per dargli la possibilit ditrionfare con la grazia di Dio.

    Vediamo alcuni dei suoi consigli spirituali. In unalettera del 18 gennaio del 1913 Padre Pio scriveva a padreAgostino: Ges oltre la prova dei timori e tremorispirituali, va aggiungendo anche quella lunga e varia provadel malessere fisico, servendosi a questo fine di quei brutticosacci. Ne mossi lagnanza all'angiolino, e questi dopoavermi fatta una bella predichina, soggiunse: "RingraziaGes che ti tratta da eletto a seguire lui da vicino per l'ertadel Calvario; io vedo, con gioia e commozione del miointerno questa condotta di Ges verso di te. Credi tu forseche sarei cos contento, che non ti vedessi cos sbattuto? Ioche nella carit santa molto desidero il tuo vantaggio, godonel vederti in questo stato. Ges permette questi assaltidel demonio, perch vuole che tu lo rassomigli nelleangosce del deserto, dell'orto e della croce. Tu difenditi,allontana sempre e disprezza le maligne insinuazioni edove le tue forze non potranno arrivare non ti affliggere,diletto del mio cuore, io sono vicino a te". Oh, padre mio,cosa ho io mai fatto da meritare tanta squisitaamorevolezza dal mio angiolino? 86

    MANDAMI IL TUO ANGELO

    Padre Pio raccomandava ai suoi figli spirituali diinviargli, in caso di difficolt, il loro angelo a implorare per

    le loro necessit: lui li avrebbe aiutati. Padre Alessio86 Positio III/1, p. 1106.

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    Parente dichiar: Quando confessava, diceva ai penitentiche, se non potevano venire di persona, mandassero il

    proprio angelo. Un giorno ero in terrazza con lui. Gli chiesiconsiglio per una persona e mi rispose: Lasciami in pace,

    non vedi che ho da fare? Io mi zittii, ma lo vedevo recitareil rosario e non mi sembrava eccessivamente occupato. Maegli soggiunse: Non hai visto tutti questi angeli cust