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PROGETTO PRÓSOPON

ANTROPOLOGIA TEOLOGICAE CONOSCENZA DELLA PERSONA UMANA

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Direttore

Marco Tommaso RFacoltà Teologica dell’Emilia–Romagna

Comitato scientifico

Fausto AFacoltà Teologica dell’Emilia–Romagna

Erio CArcidiocesi di Modena–Nonantola

François DFacoltà Teologica dell’Emilia–Romagna

Giuseppe MPontificio Ateneo Sant’Anselmo

Bernardino PPsicologo

Marco SUniversità Cattolica del Sacro Cuore

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PROGETTO PRÓSOPON

ANTROPOLOGIA TEOLOGICAE CONOSCENZA DELLA PERSONA UMANA

È il tipo di persona che rende nervoso il caffè.

Leopold F

Il termine “persona” raccoglie un universo di conoscenza,sia nella visione storica che nella visione teoretica, e prendeforma in quella disciplina che oggi annovera il nome di An-tropologia teologica, in una visione aperta e sincera dell’esi-stenza umana e dei suoi problemi. Lo studio complesso dellascienza moderna e le numerose discipline che si occupanodella persona umana, hanno reso questo settore estremamen-te vasto e complesso, affascinante e controverso, così comeè l’insieme della relazione tra la persona e Dio. Questa col-lana raccoglie la ricerca umanistica e teologica sulla personaumana e sulla sua natura, senza dimenticare l’apertura allatrascendenza e all’assoluto, anche nelle nuove traiettorie dellinguaggio contemporaneo. Il logo di collana, invece, rappre-senta le due prime lettere del termine greco προσωπον, in cuil’equivalente traduzione di “persona” sottolinea l’oggetto diindagine della ricerca della collana, includendo le sfumaturedella semantica del termine stesso, dove la parola προσωπονindica la maschera nella tragedia greca, con il desiderio di“smascherare” la persona per scoprirne la vera identità.

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Antonino Sapuppo

Azzardo

L’etica del rischio tra paura e ragione

Prefazione diMaurizio P. Faggioni

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I edizione: febbraio

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Ai miei cari genitori

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Indice

Prefazionedi Maurizio P. Faggioni

Introduzione

Capitolo IAnalisi semantica del concetto di rischio

.. Il rischio e il gioco, – .. Il rischio, – .. La proba-bilità, – .. La fortuna e il fato, – .. L’incertezza, – .. Il dubbio, – .. L’audacia, – .. Il pericolo, –.. Una definizione di rischio, .

Capitolo IIIl vissuto individuale e sociale del rischio

.. La percezione del rischio, – ... Il sistema nervosocentrale dinanzi al pericolo, – ... La percezione soggetti-va, – ... I processi di gruppo dinanzi al rischio, – .. Ilvissuto individuale del rischio, – ... Il pericolo comevissuto e come condizione esistenziale, – ... La paura edil rischio, – ... Il rischio come attesa, – .. Il vissutosociale del rischio, – ... La società del rischio in UlrichBeck, – ... La società del rischio in Antony Giddens, – ... La società del rischio in Mary Douglas, – ... Lasocietà del rischio in Niklas Luhmann, – ... La societàdel rischio in Zygmunt Bauman, – ... Il rischio in unasocietà pericolosa, .

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Indice

Capitolo IIILa causalità

.. L’excursus storico–filosofico sulla causalità, – ... Ari-stotele e la certezza delle cause , – ... Tommaso d’Aquinoe la natura contingente delle cause, – ... Spinoza e lacausa nell’ordine della ragione, – ... David Hume, lacausa e l’esperienza, – ... Immanuel Kant e la necessitàdel principio di causa–effetto, – ... Pierre–Simon Laplacee la concezione meccanicistica del principio di causa–effetto, – ... Eduard von Hartmann, John Stuart Mill, Ernest Mach eHermann von Helmholtz: la valenza descrittiva del concetto dicausalità, – ... Werner Heisenberg, la causa e il principiodi indeterminazione, – .. La crisi del mito del rapportocausale, – ... La causa ed il principio di causalità, –... Il rapporto causa–effetto e la predizione, – ... Laprevisione scientifica, .

Capitolo IVL’etica del rischio

.. La teoria del rischio, – ... Il corretto utilizzo deldato probabilistico, – ... L’approccio concettuale , – ... L’approccio statistico, – .. L’Etica del Rischioversus l’Etica del Limite, – ... Il concetto di limite, –... L’abbandono al giudizio di Dio, l’ordalia, – ... Lacrisi dei valori, – ... Il rischio come simbolo di rinno-vamento dei significati, – ... Gli aspetti che fanno ladifferenza, – .. L’etica del rischio, – ... Soggettidecisionali, – ... La persona umana come fondamentonormativo per l’etica del rischio, – ... Etica della respon-sabilità, – ... Etica della precauzione, – ... L’eti-ca della prudenza, – ... Etica del prendersi cura, –... Etica del dubbio, – ... Etica della speranza, –... L’etica del rischio come etica composita, .

Conclusioni

Bibliografia

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Prefazionedi M P. F

Esistono persone che si nutrono di azzardo e che fannodel rischio l’elemento cardine della loro esistenza. Chesiano le ingorde slot–machine o l’aleatoria previsione diun concorso ippico o l’inafferrabile sortilegio cabalisticodel lotto, l’azzardo diventa per alcuni soggetti un fattorevitale indispensabile e la fonte ambivalente di piacere edi delusione. Nel romanzo di Dostoevskij Il giocatore,si fissa una scena emblematica che l’Autore, giocatoreostinato e assediato dai debiti di gioco, ben conosceva nellesue più riposte risonanze emotive. Si descrivono diversigiocatori, alcuni impegnati a calcolare la matematica delleprobabilità, altri abbandonati alla fortuna cieca, ma tuttidelusi nelle loro attese di vincita e rivincita. «Certi — scriveil grande romanziere, identificandosi con il protagonistaAleksej Ivànovic — se ne stanno lì seduti davanti a deipezzi di carta rigata, segnano tutti i colpi, li contano, nededucono le probabilità, fanno i loro calcoli e alla finepuntano e perdono proprio come noi, semplici mortaliche giochiamo senza calcolare niente». Aleksej dapprimatitubante, poi sempre più rapito nel vortice dell’azzardo,punta alla roulette, vince e poi di nuovo e di nuovo con “lavoglia di sfidare la sorte”, finché non perde tutto e allorasi allontana dal tavolo incredulo e “stordito”.

L’azzardo vissuto come una droga è un veleno che cor-rode la vita e sembra il contrario esatto di ciò che ciascuno

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Prefazione

desidera per sé e i propri cari: essere messo al sicuro daicolpi e dagli strali dell’avversa fortuna. L’uomo è creaturafragile e di vita breve, secondo il Sapiente. L’uomo è impa-stato di vulnerabilità e di incertezza. Il suo dominio sullecose è contrastato dall’insorgere di eventi sottratti al suopotere e controllo e, non solo, sottratti ad una previsioneconnotata di certezza. La catena delle cause e degli effettidovrebbe garantirci la assoluta prevedibilità degli eventi,ma l’alea sta nel cuore dell’essere e la complessità dellecostellazione causale rende incerto lo sguardo di chi siprotende al sicuro.

In questo nodo esistenziale si inabissa la ricerca pensosae affascinante di Sapuppo, il quale getta il suo scandaglionegli abissi di un oceano oscuro e con mano sicura ciguida nel terreno incerto del dubbio e dell’azzardo, delfato e della speranza. La stessa analisi semantica della va-riegata terminologia che ruota intorno alla categoria dirischio si apre a illuminanti prospettive di comprensione eci permette di scrutare i sottofondi dell’animo umano alconfronto con l’incertezza e con il pericolo. Il lettore sco-prirà, forte delle conquiste della neuroetica, come il nostrocervello, frutto di centinaia di migliaia di anni di lotta conun ambiente ostile, abbia sviluppato strategie decisionali difronte agli eventi rischiosi e abbia imparato ad elaborare leemozioni che l’attesa del pericolo comporta: la paura e latrepidazione. Nel nostro tempo questa condizione costan-te dell’uomo sembra essersi intensificata e accentuata e,mentre cresce la possibilità umana di dominare il mondo,cresce anche la percezione del rischio, tanto da parlare disocietà del rischio.

La vita si fa sempre più scivolosa e incerta. La mate-matica può aiutarci ad accettare i rischi? Il calcolo delleprobabilità può metterci al sicuro dai pericoli? Il nostro

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Prefazione

testo illustra diversi orientamenti per affrontare (o esor-cizzare?) il rischio: dall’approccio tecnico–ingegneristico aquello economico a quello socio–culturale. Per formazio-ne e sensibilità l’Autore — che è chimico esperto in chi-mica applicata e moralista esperto in morale applicata —privilegia l’approccio decisionale basato sulla valutazione,identificazione e gestione del rischio. Si tratta dell’approc-cio di chi sa di dover affrontare situazioni rischiose per isingoli e la collettività e sa che occorre spesso prendere de-cisioni che possono comportare effetti non voluti o danni,anche letali. Come decidere in condizioni di incertezza,come gestire i rischi, come valutare la ragionevolezza diuna decisione che può comportare effetti indesiderati, so-no tutti aspetti che Sapuppo tematizza con competenzaoffrendo, fra l’altro, originali formalizzazioni sotto formadi algoritmi decisionali. L’etica del rischio è un’etica dellaresponsabilità che si articola in aspetti di precauzione, pru-denza, cura e che sa armonizzare l’oscurità del dubbio e laradiosità della speranza, nella persuasione che l’uomo puòprocedere verso il futuro soltanto se è capace di assumerecoraggiosamente e saggiamente il limite conturbante eaffascinante del rischiare.

Ho avuto la fortuna di accompagnare Sapuppo nel si-nuoso itinerario che ha portato alla stesura del presentelavoro ed ho potuto apprezzare il rigore del metodo, laricchezza della documentazione, l’ampiezza dello sguardo,la persuasività degli argomenti. Con gioia lo presento e gliauguro di essere diffuso e apprezzato virtute duce, comitefortuna, guidato dalla virtù, accompagnato dalla fortuna.

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Introduzione

Ci sono argomenti sui quali sembra che non ci sia piùnulla da aggiungere. Inoltre accade spesso che quanto piùqualcosa è vicina all’esperienza quotidiana tanto più risultadifficile convincersi della necessità di studiarla scientifi-camente. Del resto, lo studio dello straordinario ha sem-pre avuto un certo fascino, a cui però non dedichiamo lastessa attenzione che prestiamo a ciò che consideriamoordinario.

Nel nostro tempo il sapere assume sempre più i caratte-ri del sapere particolare, ma le questioni che appartengonoalla sfera della vita umana nel suo complesso resistonoalla facile semplificazione e allo sguardo particolare. Unacategoria che ricade perfettamente nel campo dell’ordi-nario, ma che spesso assume i tratti dello straordinario,ponendo non di rado l’uomo nella difficoltà di prendereuna decisione, è il rischio.

Il tema scelto per questa ricerca riguarda l’etica delrischio, con particolare riferimento all’ambito bioetico.

Le motivazioni che ci hanno indotto a fare questascelta sono molteplici. In primo luogo c’è l’interesse per-sonale per l’approfondimento di tematiche di carattereantropologico e scientifico. Fra i possibili temi che rien-trano in questo ambito la scelta sul rischio è stata deter-minata dalla constatazione che le interazioni crescentitra le realtà naturali e le attività umane generano nuoveclassi di rischi che non sempre possono essere affrontate,

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Introduzione

né concettualmente né praticamente, con i criteri che sihanno a disposizione.

Il rischio accompagna l’operare dell’uomo in tutti gliaspetti della vita sia individuale che sociale: le scelte pic-cole o grandi che siano presentano spesso una compo-nente di incertezza, comunemente definita come rischio opercentuale di rischio.

Il tema del rischio assume una rilevanza ed un fascinoparticolari nel contesto delle questioni attuali di caratterebioetico. Lo sviluppo scientifico ha assunto caratteri im-ponenti ed è ineludibile la richiesta di elaborare strategieper affrontare in modo corretto i casi inediti che ormaiquotidianamente emergono nel campo della biomedicina.

Il peso della decisione, che è tanto più grave quantopiù incide sulla salute dell’uomo, è strettamente legatoall’esperienza della libertà e con essa della responsabilità.Le categorie di pericolo, dubbio, coraggio, prudenza, for-tuna ed audacia, influiscono nella dinamica del processodecisionale, accelerandolo o rallentandolo.

Si parla frequentemente di rischio, ma spesso se ne faun’analisi etica ed antropologica sommaria. La letteraturanazionale ed internazionale è carente di una riflessione si-stematica sull’etica del rischio poiché spesso la questione èposta su piani troppo settoriali per evidenziarne gli aspettigenerale e teoretici. Questo dato ci incoraggia ad appro-fondire l’argomento offrendo un contributo alla riflessionesul rischio.

Prima di iniziare una qualsiasi indagine, occorre averein mente le domande a cui si vuole dare risposta.

Alla luce di queste considerazioni ci poniamo i seguentiinterrogativi: cosa significa rischiare? Entro quali limiti lopossiamo fare, soprattutto nei casi in cui la scelta del sin-golo coinvolge la vita o il benessere dell’altro? Vale la pena

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Introduzione

rischiare per un bene più grande? Quali sono i criteri discelta? Quali le componenti antropologiche, sociologichee culturali che le influenzano e condizionano? Quale eticada perseguire per un’etica del rischio?

Il rischiare per l’uomo appare come una costante del-le sue decisioni, una stigmate della sua imprudenza, deldesiderio di uscire dalle convenzioni e di contrapporsi al-le norme convenzionali. Quasi come il vivere un’eternagiovinezza che diventa stile di vita, avendo la sensazio-ne di percorrere la strada dell’onnipotenza, che conduce adominare la vita anziché viverla. Il rischio si potrebbe confi-gurare anche come la sfida al limite, la necessità di scarnirel’ordine paludato della società che altri hanno realizzatocon interessi e necessità personali.

Il rischio come scelta di giocare la propria sicurezza ela propria vita per guadagnare la legittimità della propriapresenza nel mondo o per strappare nella forza di questoattimo il sentimento di esistere, di sentirsi fisicamentecontenuti nella propria identità.

Il rischio come passione per l’avventura, o sulle attivi-tà fisiche che mirano ad un impegno fisico estremo, chesignificava un ritorno su se stessi, un’attrazione quasi ir-razionale verso innumerevoli imprese che rasentano lamorte. Si moltiplicano iniziative pericolose che spingonol’uomo a rischiare in prove fisiche e sportive: spedizioni,gare podistiche, escursioni, raid in macchina, raft, trekking,sci fuori pista, gare di sopravvivenza, il benji, il paracadu-tismo. L’avventura in terre difficili da attraversare comegiungle, montagne, deserti diventano nuove mete turisti-che, poiché andare all’estremo delle proprie forze, giocarel’esistenza per guadagnare quel sovrappiù di senso chesembrerebbe rendere più piena la vita. Nascono i corsi allasopravvivenza o all’avventura, vengono pubblicati manua-

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Introduzione

li, guide e diffuse riviste su questo tema, la televisione dif-fonde programmi che rilanciano un modello di avventura,in cui lo slogan principale è scommettersi per riconoscersi.

La confusione dei punti di riferimento, la discontinuitàdi senso, del significato e del valore dell’esistenza porta-no ciascun uomo a realizzare una visione personale dellapropria identità, una sorta di fai da te culturale in cui leinfluenze sociali dipendono prevalente dalle mode del mo-mento. L’individuo tende sempre più ad autoriferirsi acercare in se stesso ciò che prima trovava all’interno dellacultura e nella compagnia degli altri.

Si fa spesso confusione tra lo stato di rischio e le cau-se che lo originano, fra le aspettative e la prevenzione,sull’individuazione della responsabilità. Nei confronti delrischio possiamo avere un approccio fatalista, ascrivendole conseguenze di una decisione all’imperscrutabile fato,o un atteggiamento rigido, puntando il dito su chi ha laresponsabilità decisionale.

Non è possibile tenere sotto controllo tutti i rischi a cuiè esposto un pericolo, non è possibile avere una visionecompleta dei rischi, tanto meno sperare che la scienza ciaiuti a colmare questo gap.

Soprattutto quando «con la dissoluzione del mondobipolare ci spostiamo da un mondo di nemici ad uno dipericoli e rischi».

Ecco perché vogliamo svolgere non solo una ricercaper l’identificazione e la valutazione sistematica di cosa è

. Ulrich B, La società globale del rischio, Asterios, Trieste , .Testo originale: World risk society, Polity Press, Cambridge . Traduzioneitaliana di Floriana Pagano. Il rischio è il moderno approccio per prevederee controllare le conseguenze future dell’azione umana, i vari effetti indesi-derati della modernizzazione radicalizzato, un tentativo istituzionalizzato diuna mappa cognitiva per la colonizzazione del futuro.

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Introduzione

rischio, ma anche identificazione e relazione con i diversiconcetti di rischio che variano nel tempo e nello spaziogeografico e sociale.

È vero il contesto culturale valorizza il rischio e lo fa sol-tanto in certe circostanze, mentre in altre valorizza soltantola prudenza.

Roger Brown scrive: «Non abbiamo nessuna normagenerale per costruire i problemi che sollecitano alla pru-denza o al rischio e ci manca pure una norma genera-le per identificare i problemi che provocheranno unospostamento verso il rischio o verso la prudenza».

Generalmente quando si parla di rischio vengono ri-chiamati una serie di modelli teorici predittivi, di naturapsicologica, sociologica, probabilistica, con una spropor-zione tra la grande mole di mezzi teorici e pochi criterietici di riferimento.

Il lavoro di ricerca necessita di fonti approfondite edi una opportuna metodologia che ne garantiscano lascientificità e ci permettano di mettere a fuoco tutti gliaspetti dell’argomento trattato.

Il percorso che ci proponiamo di intraprendere pro-cede in modo ordinato, a passaggi differenti e gradualiattraverso una prima fase analitica, che ha lo scopo di chia-rire i termini che semanticamente sono correlati con lacategoria rischio.

Quando i risultati delle nuove teorie sono usciti dal-la cerchia dei dotti e sono arrivati alla portata di tutti, il

. Roger B, Psicologia sociale, Einaudi, Torino , . Testooriginale: Social Psychology, Free Press, New York . Traduzione italianadi Lucio Ristori. Si tratta di un testo datato ma di sconvolgente attualitàin quanto solleva un problema etico ancor prima che sociale: l’assenza dinorme che permettano di comprendere ed interpretare il rischio. È lo scopodella nostra ricerca.

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Introduzione

problema del linguaggio è diventato critico ed ha prodot-to enormi incomprensioni, vane speranze, opposizioni,contrasti e soprattutto tanta confusione. I primi malintesisono nati con alcune categorie come il bene, la causalità,la certezza, il pericolo, il rischio, che si continuò ad usa-re allo stesso modo, per abitudine, ma non con gli stessisignificati.

È necessario, allora, porre in chiaro il concetto di rischioe i termini che lo richiamano, così come vengono intesied utilizzati nel gergo comune.

Quindi si procede con la fase antropologica che approfon-disce gli aspetti antropologici, psicologici e sociologici delrischio. La nostra epoca è costituita da rapide e significativetrasformazioni culturali. Ogni cultura esprime la visionedella realtà, gli adattamenti rispetto ad essa, i concetti edi valori condivisi e trasmessi in un determinato grupposociale, presenta le sue certezze. Sono queste che orien-tano l’individuo o il gruppo nella comprensione e nellavalutazione dei fenomeni che appartengono all’uomo, difornire dei modelli di comportamento. Senza queste cer-tezze non si potrebbe formare nessun gruppo sociale. Inaltre parole, l’essere umano vive ordinariamente inseritoin un sistema culturale in cui le certezze rappresentano lanecessaria struttura di base.

Le certezze che vengono propugnate dalla società pos-sono presentare dei pericoli che costituiscono dei rischiper la convivenza civile e per la vita del singolo.

Inoltre assistiamo anche ad una serie innumerevole discissioni all’interno dei sistemi culturali attuali: linguistici,per i quali si attribuiscono dei significati inusuali a certeparole, fino alla creazione di nuovi neologismi; ideolo-gici, all’interno delle varie ideologie e dottrine religio-se, politiche, ecc.; scientifici, all’interno delle varie disci-

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pline con la parcellizzazione del sapere, grazie alle variespecializzazioni nei diversi ambiti della scienza.

Non meno importante è sottolineare la separazionedella scienza dall’etica; del progresso dal rispetto dell’ecosi-stema; della finanza dalla produzione; dei macrosistemi daimicrosistemi economici; della politica dall’etica; del dirittodall’etica; dei doveri dai diritti; dell’avere dall’essere. Unasequenza di dissociazioni che alimentano senza dubbiol’individualismo ed il relativismo etico, di cui è impregnatoil vissuto odierno.

La cultura altamente tecnica e specializzata odierna for-nisce una grande quantità di dati che spesso non riescono afornire una chiave di intelligibilità, cioè un denominatorecomune che possa in modo trasversale poter essere lettoallo stesso modo nelle diverse discipline affrontate.

Frequentemente ci imbattiamo in un complesso insie-me di nozioni, di dati empirici, formule e sofismi, ma serimangono incomprensibili servono a poco.

La fase sistematica analizza la teoria del rischio e l’e-tica del rischio. Si tratta di una parte che presenta unasua difficoltà, che nasce dalla mancanza di una sistematicaanalisi sul rischio. Ritroviamo una riflessione matemati-ca, economico–finanziaria sulla teoria del rischio ma nonantropologica ed etica.

La difficoltà nasce anche dal mantenere un rapportologico e sequenziale tra gli aspetti concettuali, quelli quan-titativi e l’etica. Inoltre, alla luce di tale complessità, ritenia-mo studiare il principio della causalità, per evidenziare lacrisi del mito delle certezze nel rapporto causa–effetto, ela misura del rischio attraverso il calcolo delle probabilità.

La piattaforma complessiva, costruita dalle diverse partianalizzate, ci consente di delineare un’etica del rischio,avendo come riferimento l’antropologia personalista.

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Introduzione

La stesura di un testo non è mai un lavoro solitario: rin-grazio tutti coloro che a vario titolo mi sono stati accanto,fra mille difficoltà e preoccupazioni, condividendone lafatica e il lungo periodo di ricerca.

Un particolare ringraziamento desidero rivolgere almio Arcivescovo, Mons. Salvatore Gristina, che ha resopossibile la pubblicazione di questo libro.