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Anno XXIII Gennaio 2011 Anno XXIII Gennaio 2011 N.1 N.1 Antico e Primitivo Rito Orientale di Misra Antico e Primitivo Rito Orientale di Misraï m e Memphis m e Memphis Sovrano Gran Santuario Adriatico Sovrano Gran Santuario Adriatico Il Risveglio Il Risveglio Iniziatico Iniziatico La presente pubblicazione non è in vendita ed è riservata ai soli membri del Rito. Stampato in proprio Viene riportata anche in Internet, sul sito dell'Antico e Primitivo Rito Orientale di Misraïm e Memphis : www.misraimmemphis.org

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Anno XXIII Gennaio 2011Anno XXIII Gennaio 2011

N.1N.1

Antico e Primitivo Rito Orientale di MisraAntico e Primitivo Rito Orientale di Misraïm e Memphism e Memphis

Sovrano Gran Santuario AdriaticoSovrano Gran Santuario Adriatico

Il RisveglioIl Risveglio

IniziaticoIniziatico

La presente pubblicazione non è in vendita ed è riservata ai soli membri del Rito.

Stampato in proprio

Viene riportata anche in Internet, sul sito dell'Antico e Primitivo Rito Orientale di

Misraïm e Memphis : www.misraimmemphis.org

SOMMARIOSOMMARIO

ANCORA SULLA INIZIAZIONE - S. . . G. . . H. . . G. . . - pag. 3

Saggi, dissertazioni, racconti, poesie fantastiche

ed un pochino esoteriche

VISIONE DEL MONDO - Bruno - pag. 4

INIZIAZIONE E VIA INIZIATICA - Cesare - pag. 6

IL GIGANTE- Sergio - pag. 7

APPUNTI E CONSIDERAZIONI SUL GRADO DI MAESTRO

Francesco - pag. 10

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Redazione

Direttore Responsabile: Renato Salvadeo - via Bacchiglione 20 - 48100 Ravenna

IIL RISVEGLIO L RISVEGLIO

INIZIATICOINIZIATICOintuizioni della conoscenza e conoscenza delle intuizioni

AANCORA NCORA

SULLA INIZIAZIONESULLA INIZIAZIONE

Il S.Il S. .. .G..G. .. .H..H. .. .G..G. .. ..

SS econdo la definizione data dai Maestri Massoni nei

secoli precedenti al nostro, l’iniziazione massonica èuna influenza spirituale che, trasmessaci mediante Ritiparticolari, é diretta a trasformare l’Umano dallo statodi condizionamento allo stato edenico, portandolo neipiani superiori dell’Essere per raggiungere la coscienzadella propria vera identità .

L’iniziazione, per potere essere trasmessa, ha necessitàdi due elementi essenziali, qualificati entrambi dal col-legamento ininterrotto con i piani superiori dello spiri-to.Tali elementi sono la Tradizione e la Sacralità del Rito.

La Tradizione é quel complesso di verità, di situazioni edi implicazioni, che costituiscono la memoria dell’Uomosulle proprie origini e sulle cause del proprio allontana-mento da queste, nonché sulla ricerca dei mezzi idoneiper il suo ritorno ad esse.Il tutto è manifestato da simboli, da allegorie e da miti.

La Sacralità del Rito è una via attraverso la quale l’in-fluenza spirituale può discendere ed incanalarsi.Questo chiarimento è da me ritenuto essenziale in quan-to nella degenerescenza attuale, spesso, si tende aconfondere la Tradizione con gli usi ed il Rito con la ceri-monia.

Il Rito è costituito dalle parole e dai segni che ci sonostati tramandati dall’inizio, unitamente alla sacralità.Purtroppo, pero’, il Rito si ammanta di cerimoniale, cioèdi una sovrastruttura densificante ed inquinante, chetende ad attenuare sempre di più la via della Luce .

Al punto in cui oggi siamo giunti, occorre ricercare edistinguere cosa è la cerimonia e cosa è il Rito.Mentre la cerimonia agisce nel piano psichico orizzonta-le, il Rito agisce nel piano verticale.

La cerimonia muoveil piano emozionalelimitatamente altempo della suadurata, mentre ilRito proietta unavibrazione nelprofondo spirituale,che non finirà mai.

Rito e Tradizione siincarnano in unOrdine, in seno alquale vengono con-servati e trasmessi.

Il S.Il S. .. .G..G. .. .H..H. .. .G..G. .. ..

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Simbologia massonica - Robert Seuffert, 1965

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VVISIONE DEL MONDOISIONE DEL MONDO

BrunoBruno

LL a visione scientifica e la

visione spirituale del Mondo for-niscono, ambedue, risposte diver-se ma complementari alle piùgrandi questioni della vita.La via della scienza è la solalegittimata per investigare sulmondo naturale.Che essa indaghi sull’atomo, sullanatura del cosmo o la sequenzadel DNA, il metodo scientifico èlo strumento unico e attendibilenella ricerca degli eventi naturali.Gli esperimenti possono fallire, leloro interpretazioni sono a voltefuorvianti e la scienza può sba-gliare; ma per sua natura la scien-za si autocorregge. Nessun errorerilevante può persistere a lungo afronte dell’incremento progressi-

vo della conoscenza.Tuttavia, la scienza non può rispondere a tutte ledomande più importanti.Il significato dell’esistenza umana, la realtà delSupremo Artefice dei Mondi, la possibilità dellavita nell’aldilà, il perché dell’Universo, e moltealtre questioni spirituali sono fuori della portatadel metodo scientifico. La scienza non è l’unicastrada che porta alla Conoscenza.La visione spirituale del Mondo offre un’altra viaverso la Verità. La povertà di una visione oggetti-vistica diventa chiara se, per esempio, prendiamoin considerazione il mistero della musica: da unpunto di vista scientifico non si tratta che di vibra-zioni nell’aria, che percuotono i timpani e stimola-no le correnti neuronali del cervello.

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SSaggi,dissertazioni,aggi,dissertazioni,

brevi racconti,brevi racconti,

poesie fantastichepoesie fantastiche

ed anche ed anche

un pochino esotericheun pochino esoteriche

Fare di musica angeli - Peter Rubens XVI sc.

Come può accadere che questa sequenza di atti-vità temporali abbia il potere di parlare al nostrocuore di un’eterna bellezza?L’intero arco dell’esperienza soggettiva, dal per-cepire una macchia di rosa al restare affascinatidalla Sinfonia in Si minore, al mistico incontrocon l’ineffabile realtà dell’UNO, tutte questeesperienze umane sono al centro della nostrainterrelazione con la realtà e non vanno accanto-nate come schiuma epifenomenica alla superficiedell’Universo.Il nostro Rito ci insegna che se adoperiamo la retedella scienza per pescare la nostra versione dellaVerità, non dovremo sorprenderci che questa noncolga l’evidenza dello Spirito.La complementarietà delle due visioni del mondo,quella scientifica e quella spirituale, non è sem-plicemente una questione speculativa, suscettibiledi una asciutta riflessione filosofica: è una sfidaper ciascuno di noi!Ci sono domande che si attaccano alla radice stes-sa del nostro moto umano: per cosa vale la penache io viva? quale è il significato della realtà?Che senso ha l’esistenza?A queste domande solo ricorrendo al nostro Seinteriore possiamo trovare le risposte. Ci sono,dunque, cose in cui bisogna prima credere perpoterle poi capire.

Aprirsi alla vita dello spirito può arricchire inmaniera insospettabile per poi comprendere che ilS:.A:.D:.M:. opera nel campo della liberazione,non in quello della incarcerazione. Il Suo dominioè nel mondo spirituale, un regno che non è possi-

bile indagare con gli strumenti e il linguaggio dellascienza, ma che va esaminato con il cuore, lamente e l’anima, e la mente deve trovare una viaper riuscire ad abbracciare entrambi i regni.Il numero e il Logos trovano il loro punto di incon-tro più certo nel confronto reciproco se si allude auna Sapienza, a uno Spirito, a un Logos preesisten-te vicino all’Essere Supremo fin da principio e dacui sarebbe dipesa tutta la creazione. È in questoLogos, che si incontra dentro di noi, che risiedel’intelligenza matematica delle cose.“ La Sapienza che viene dall’Alto è anzitutto pura,poi pacifica, mite, arrendevole, piena di misericor-dia e di buoni frutti, senza parzialità, senza ipocri-sia” ( Gc 3, 17 ).

BrunoBruno

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Angeli musicanti

IINIZIAZIONE NIZIAZIONE

E VIA INIZIATICAE VIA INIZIATICA

CesareCesare

DD all'inizio dei tempi sono state date

all'uomo due differenti vie per giunge-re al Divino.La loro discriminante sta in ciò che èpalesemente manifesto e in ciò che èocculto. Da qui la distinzione fra reli-gione esteriore e religione segreta omisterico-iniziatica. La prima a cui puòaccedere la grande massa delle genti, laseconda che è riservata solo a coloroche accettano di sottoporsi ad un lungopercorso di perfezionamento interio-re.Ciò non significa che esista una pre-clusione verso qualcuno,ma vuol solodire che coloro che vogliono cogliere ilpiù profondo senso dell'esistenzaumana, devono superare i limiti dellavita ordinaria e della materialità che lacontraddistingue, ed affrontare un pro-cesso di trasformazione interiore chenecessita di abnegazione, sacrificio edimpegno quotidiano. La via misterico-iniziatica, attraversole sue cerimonie, i simboli, i gesti e leparole segrete, toglie gradatamente iveli che separano gli occhi del profanodalla percezione della luce divinasenza accecarlo. Egli dovrà poi renderereale nella propria coscienza e nellapropria vita quotidiana ciò che ha vistosimboleggiato nel rituale.I vari gradi iniziatici promuovono il

risveglio delle sopite facoltà interiori dell'uomo.Attraverso una rappresentazione simbolica dellasofferenza, della morte e della resurrezione dellaDivinità con la quale l'iniziato deve identificarsi,egli trova il Divino Amore che regna nel suo cuoreed in quello dei suoi fratelli; impara che Dio èdisceso nella materia condividendo con noi lanatura inferiore per consentirci di risalire con lui econdividere la natura spirituale.

CesareCesare

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Resurrezione - Johfra 1988

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IIl Gigantel Gigante

Fenix Fenix

SS ulla strada che porta a casa mia, che ora è

stata allargata per consentire un piùagevole accesso alle nuove case,costruite nelle vicinanze, c’erano duequerce secolari molto grandi e vec-chie; ma in ottima salute. Distavano30 metri, l’una dall’altra.Questa mattina, dopo alcuni giorniche non percorrevo la strada predetta,quando sono arrivato in prossimitàdelle due querce ho provato una stra-na sensazione, e poi ho notato cheuna di Queste (quella più vecchiaalta quasi 25 metri) era stata abbattu-ta. Mi sono fermato e sono andato avedere il suo tronco tagliato allabase. Era intatto, senza alcun segno dimalattia o difetto e con almeno unmetro di diametro – anche il troncosuperiore, che era stato accantonatonelle vicinanze, sezionato in piùparti era integro al suo interno, senzamalattie e difetti. La Quercia aveva270/300 anni – Un conoscente, incon-trato sul posto, mi ha informato chela Quercia era stata “rimossa” perdecisione di alcuni “tecnici del comu-ne” al fine di non portare ombra efogliame al nuovo nucleo di abitazio-ni, costruito di recente nell’area diterreno attigua, dove si ferma loScuola Bus che porta i bimbi a lezio-ne, tutti i giorni. Il territorio dove

risiedo è collinare e boschivo, quindi è, innanzitutto la “residenza” degli alberi, (già ne sono statiabbattuti molti per consentire l’edificazione dellecase); ci si potrà domandare il perché di tanta leg-gerezza - o, dico io - forse di tanta malafede unitaad interessi personali un poco pelosi – i qualiabbiano contribuito ad una scelta così efferata ebanale. C’erano tutti gli spazi per il passaggio diogni veicolo, grande e piccolo e le due querce d’e-state erano piene di animali festosi ed utili.Passandoci vicino specialmente al tramonto, se nesentiva il brusio insieme allo stormire delle foglie.Anche in inverno i suoi rami, apparentementevuoti e spettrali e gelati, si riempivano di Storniche vociavano ininterrottamente, sino al calare delSole . Ora l’altro Gigante è rimasto solo. Comeuna Vedova – Come ISIDE.

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Iside

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Mi rendo conto di citare delle notizie che tutti noiabbiamo sentito migliaia di volte e che, apparen-temente, non fanno parte degli interessi e deglistudi, propri ad una Tradizione come la Nostra.Sono, però, un essere umano, con le sue debolez-ze e avvenimenti come questo, mi colpiscono . Molti di noi coltivano il proprio giardino,o hannoin casa piccole piante, allevano in gabbia anima-letti o tengono presso di loro cani e gatti spesso,a volte regolarmente castrati o sterilizzati e cosìtutti riteniamo di fare ciò che è giusto. Io credoche la Natura (ISIDE) non possa essere violenta-ta, mai e che tutti noi siamo anche i custodi dellasua integrità. Anche gli Egizi, nostri antichi padri, avevano ilculto degli animali, feroci e domestici - i loro deierano prevalentemente zoomorfi. Parimenti ono-ravano gli Astri del firmamento, adoravano il dioNilo ed il suo Limo benefico, costituito da alghee micro organismi e attribuivano ai vegetali illoro giusto ruolo di condivisione degli elementi edi convivenza del nostro pianeta Terra – La cultu-ra egizia è stata tramandata ai posteri con il papi-ro – Essi, non conoscevano nei dettagli e scien-tificamente, cosa realmente fossero il limo e leinondazioni stagionali, le maree, la impollinazio-ne, ma avevano perfettamente compreso che laNatura è un fattore Sovrano che appartieneall’Universo e che ci è stata concessa in usufrut-

to, ma non in nostra esclusiva proprietà - Essa èsempre stata , Tradizionalmente, la rappresenta-zione materializzata, di quella Potenza Supremache Noi invochiamo riunendoci intorno all’ara,insieme ai Nostri Maestri Passati e Invisibili.Quando noi tagliamo un Gigante, come la Querciacentenaria, che era sana e perfettamente al proprioposto, qualche equilibrio si sconvolge – Forseanche un Gigante come la quercia centenaria ha inse una sorta di anima – Con il legno abbiamocostruito le palafitte, le navi, le armi – La stessacittà di Venezia, a Noi sacra, ancora poggia sopra itronchi di legno infissi nel fondo della laguna. MA noi uomini, sovente, distruggiamo in pochiminuti, ciò che la natura e a volte anche ciò che noistessi, abbiamo costruito in centinaia di anni.Gioverà ricordarci che anche Seth, chiamato daiGreci Tifone, quando compiva la propria operadoveva agire nel rispetto delle Regole – E ciò chenoi, spesso vittime dei nostri limiti, definiamocome “Male”, risponde invece alle regole che ten-gono in armonia i Mondi e in azione perenne laNatura, della quale siamo parte – A volte il veroMale, Artefatto e sterilizzante, siamo proprio noi.Eppure, noi essere umani, abbiamo l’arroganza diritenere che la Natura possa essere sottoposta ainostri desideri – che tutto ciò che apparentementesi contrappone ai nostri interessi, sia male.

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Taranis raffiguratosul Calderone di

GundestrupI° sc. a.c.

Sono convinto che la controiniziazione, per noiche seguiamo questa meravigliosa Via iniziatica,debba essere sempre individuata dove i nostrisensi, se equilibrati dal S. Lavoro, percepisconola presenza di eventi e fatti, verificatisi contronatura. Siamo arrivati al punto di sporcare ainostri figli, il mondo dove essi dovranno poi cre-scere e vivere – Per Noi appartenenti al Ns. Rito,è bene sapere che ci illudiamo quando pensiamoche un percorso iniziatico e spirituale, possa esse-re compiuto, esclusivamente nel chiuso delleStanze dove meditiamo. Quando usciamo in stra-da, o camminiamo nel mondo, siamo tutti sotto lostesso cielo. Nel libro di Jean Mallinger “I Segreti esoterici diPlutarco” (con prefazione del Ns. Fr.’. GastoneVentura) nei Prolegomeni, vengono riportati iseguenti insegnamenti del Maestro e FilosofoIniziato -

<<Provate il desiderio di uscire da Voi stessi? –

Posate il Vostro sguardo sulle meraviglie del

cielo e della terra…>> La chiave della saggez-

za è là. Ossia, non soltanto guardare ma vede-

re ….. Leggere senza errore il magnifico Libro

della Natura manifestata che costituisce la

prima e la più pura delle rivelazioni – Avere

degli occhi e non assomigliare a quei ciechi stig-

matizzati dalla Scrittura: “Oculos habent et non

vident …” .

Certamente, chi avrà acquisito gli strumenti adattial proprio Cammino ne sarà avvantaggiato e potràmeglio comprendere i Cicli, ai quali siamo sotto-posti e le Reintegrazioni da ottenere, per compiereciò cui auspichiamo. Ma a tutto c’è un inizio, eappena entrato nel Tempio, ognuno di Noi<Apprendista> rappresenta il seme e la pianta chene scaturirà, attraversando la nera Terra, e dirigen-dosi verso l’alto e la Luce. Poi dovremo crescere,come le Querce, solide e flessibili alla spinta delvento, ma dure e ostiche ad ogni intromissione di“parassiti” nel Nostro Tronco. L’insegnamento delNs. Rito e la Strada iniziatica, mi fanno credere inciò che scrivo. Nel libro “La terra delle quattrogiustizie” del Ns. Fr.’. Gastone Ventura, gli eventi,le difficoltà, le avversità ed i pericoli, corsi dal-l’uomo iniziato, sono espressi simbolicamente. Ilprotagonista, attraversa una sorta di “prova dellapazzia, o dell’oblio” riuscendo a superarla ed arigenerarsi per poi combattere la sua battaglia,vincendola. Il superamento delle nostre prove,viene rappresentato dalle “radici” che noi riuscia-mo a piantare nella Tradizione del Nostro Rito,alimentandoci delle sostanze spirituali scaturentidall’Eggregore e dai Ns. S. Lavori, per crescerealimentati dalla Linfa Regolare, Autentica ePerfetta. Forse qualche evento, potrà abbatterci ospezzarci, ma al nostro interno dovremo cercare direstare, per quanto possibile, incontaminati; lavita umana è così e non possiamo che accettare ciòche ci viene incontro nella nostra esistenza, madovremo cercare di crescere come la quercia,affrontando la Vita con i giusti mezzi, poi ognicosa accadrà secondo quanto ci spetta e conforme-mente a ciò che il nostro grande scrittore,Alessandro Manzoni ,con sensibilità e chiara cono-scenza, del Sacro e del profano, chiama “MassimoFattore” e “Provvida Sventura” . Ricordo a mestesso, il Gallo posto nel Gabinetto di Meditazionee Riflessione ed il relativo motto, associato a que-sto chiaro Simbolo “Vigilanza e perseveranza”.

Fenix Fenix

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Yggdrasil - l’albero “mondo” - mitologia nordica

AAppunti e considerazionippunti e considerazioni

sul grado di Maestrosul grado di Maestro

Francesco Francesco

TT rattando questo argomento non posso tratte-

nermi dal ricordare il mito di Hiram, richiamatoin una parte del rituale di iniziazione (e comunqueconosciuto dalla maggioranza degli Ordini masso-nici). La leggenda che ha ispirato e tutt’ora ispirain modo incisivo il comportamento del Maestromassone, rappresenta una guida fondamentale su

cosa deve fare il maestro nel suo percorso iniziati-co. Com’è noto, si collega strettamente alla costruzio-ne del Tempio di Salomone. Il Compagno d’Artesente parlare di Hiram allorché è elevato al gradodi maestro. Il ‘Venerabile’ Maestro della suaLoggia lo descrive come il grande architetto pre-scelto dal re Salomone per la costruzione delTempio. Hiram aveva diviso gli operai in tre categorie:apprendisti, compagni e maestri dando a ciascunacategoria precise parole di passo per farsi ricono-scere e riscuotere il salario dovuto. Ben sappiamocome un giorno, tre compagni invidiosi, ritenendodi meritare il salario di maestro, assalgono e ucci-dono il maestro cercando di carpirne, prima, laparola segreta. Secondo la tradizione più comune,il grande architetto, morendo, grida ai tre compa-gni parole che tutti noi dovremmo meditare a lungoe in ogni circostanza: ‘Non così io l’ho ricevuta!Non così si deve chiederla!’. Da ciò ognuno di noideve essere consapevole che al grado di maestro siaccede soltanto dopo un indispensabile percorsofinalizzato al sicuro superamento dei legami mate-

riali che ancora pregnanoi gradi inferiori. Li ammonisce inoltrea g g i u n g e n d o : ‘ L a v o r a ,persevera, impara. Solo così avrai diritto allamaggior ricompensa!’. Voglio ancora rammenta-re che, nel nostro Rito, èalla soglia della maestriache il massone viene con-dotto alla scoperta dellatomba di Osiride, pressoun albero di acacia, edattraverso una dramma-tizzazione, che caratteriz-za il cuore stesso dellacerimonia, comincia aprendere coscienza del-l’eterno ciclo della mortee della rinascita. Il superamento del “sestesso” individuale chedeve morire nei confrontidi un’elevazione del sestesso cosmico.

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Cerimonia nella Massoneria Francese XVIII sc

E così l’«iniziando», nel ruolo di Hiram, finisceper rappresentare, per analogia inversa, la mortedi se stesso, quando, dopo aver lottato contro lapropria ignoranza, fanatismo e ambizione, la suaparte migliore arriverà a prevalere su quei «difet-ti» che, impedendogli di riconoscere la vera iden-tità che si incontra oltre il velo del suo effimero«io», lo mantenevano prigioniero del «desideriodell’esistenza individuale».Chi è allora il Maestro Massone? Solo il compa-gno che è finalmente in grado di passare attraver-so la morte per giungere alla resurrezione. Lamorte è un fenomeno che colpisce il singolo; laresurrezione, invece, illumina e feconda molti.Hiram, infatti, è morto da solo colpito dal tradi-mento, il suo sacrificio, però ha ispirato e tuttoraispira il nostro operato, così che egli vive ancorain tutti noi. Allo stesso modo accade per tutti iveri illuminati, dal cui atto estremo sgorga linfanuova, eterna, per il bene di tutta l'umanità.In particolare nel 3° grado, il lavoro deve esserefinalizzato alla "reintegrazione" interiore con l’o-biettivo del ritorno allo stato di purezza primor-diale. Il Maestro spazia nel campo dellaConoscenza metafisica avvalendosi dell'intuizio-ne intellettuale, al fine di poter costruire il massi-mo per l'umanità sotto la guida illuminante delloSpirito. Tale è simbolicamente il processo dimorte e di rinascita; morte dell'uomo fondatosull'Anima, intesa come mente e sentimento e

rinascita dell'uomo imperniato sullo Spirito (intel-letto puro). Il Maestro traccia i piani costruttivisulla Tavola da disegno avvalendosi della Squadrae del Compasso e ogni costruzione deve essere deltutto armonica, e cioè giusta, perfetta e regolare.E’ d’uopo ricordare a questo punto il passo delrituale di iniziazione che viene pronunciato dalVenerabile Maestro l’attimo prima della consacra-zione a Maestro: “Fratello, voi siete entrato nellacamera di mezzo del Tempio della Piramide, aspi-rando a divenire Osiride, e per ottenere questoavete recitato la “Confessione Negativa”, ben com-prendendone il valore puramente simbolico. Tale confessione viene recitata dal defunto quandogiunge nel regno delle tenebre e si presenta al tri-bunale di Osiride per identificarsi con lui se la suavita e’ stata pura. Se l’importanza, la forza e lapotenza che state per ricevere - che saranno al loromassimo grado quando potrete sedere sul trono cherappresenta la vedova Iside e che, in quanto tale,potrà permettervi di spargere il seme fecondo del-l’iniziazione - e le conseguenti responsabilità nonvi rendono superbo; se le rinunce, il sacrificio, l’e-quità di giudizio che vi attendono in contropartitanon vi spaventano; se vi sentite di essere veramen-te Osiride e cioè colui che dà luce ma che viveanche nelle tenebre dominandole, fonte della primae padrone delle seconde; se avete compreso tuttociò, siamo pronti a ricevervi nella camera di mezzodel Tempio della Piramide.

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Confessione negativa e pesaturadell’anima

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Siete convinto, in piena coscienza, di poterlofare?”E il successivo giuramento dell’iniziando:……….”Prometto e giuro di consacrare la miavita al conseguimento della reintegrazione spiri-tuale alla luce della conoscenza tradizionalecustodita dal nostro Venerabile Rito; prometto egiuro di obbedire ai miei superiori e di fare quan-to è possibile per dare sempre la mia disinteressa-ta assistenza ai miei fratelli”.Il Rituale induce a pensare che il Maestro masso-ne, in quanto “veramente” tale, sia perfettamentein grado di insegnare, cioè di seguire i nuoviFratelli, di essere loro di esempio, di portare inambienti profani gli insegnamenti massonici, diimprontare la propria e l’altrui vita ai precetti chegli sono stati inculcati nella Loggia, e per fare ciònon abbia necessità di ulteriore perfezionamento.L’iniziazione, partendo dai principi basilari dellaTradizione e sulla loro applicazione al piano

umano, consente al Maestro di sviluppare in sé ilseme che ha ricevuto nei tre gradi di apprendimen-to, mettendolo in condizione di non venire maimeno al proprio compito. Questo Rito ha ben pre-sente che l’evoluzione riguarda lo stato di coscien-za e non la cultura, e partendo da una solida baseoperativa conduce i suoi Maestri Architetti ad unprogressivo affinamento di pensiero e di sensibi-lità, offrendo loro una visione non frazionata maglobale di quelli che sono i fondamenti e gli scopidella Massoneria.Allora tra i Doveri attribuiti dalla Tradizione alMaestro, egli deve:• conseguire il definitivo controllo su quantoè terreno, soprattutto sugli istinti che guidano la“bestia umana”, senza tuttavia sopprimerli, poichésono necessari. Un dovere, tra l’altro, evidenziatodal Segno dell'Ordine, posto sul ventre, sede degliappetiti che il maestro vuole ridurre al silenzio. • Collaborare al rinnovo delle tradizioni

affrancandole dalla consuetudine, tendendoa migliorare quanto rappresentato da unostile decaduto o quanto tende a fossilizzarsinel cieco culto del passato.• Sapersi completare passando dallameditazione silenziosa al confronto dellalibera discussione, tanto più feconda quantopiù ricca di idee scambiate, cercando diistruirsi e di istruire nel dialogo con i fra-telli ritenuti in buona fede.• Essere sempre d'esempio al prossi-mo, sia all'interno che all'esterno dellaLoggia nella piena coerenza comportamen-tale ed ideologica con tutte le regole edprincipi istituzionali.

Per quanto riguarda il grado, mentre ilprimo, quello dell’Apprendista, è caratteriz-zato dall'etica. Con esso comincia l'educa-zione del massone. Tale Grado è incentratosul rapporto massone-massone e massone-non massone. E' il grado in cui il massonemigliora se stesso ed instaura relazioni conaltri uomini, sia massoni sia non massoni e,seguendo la via illuminata dai Rituali, tendea sviluppare, al massimo grado le virtùumane della solidarietà, dell'amore fraterno,della carità limitatamente alla sua capacitàdi discernere il bene dal male.

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IL RISVEGLIO INIZIATICO IL RISVEGLIO INIZIATICO - Gennaio 2011- Gennaio 2011

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Rappresentazione di Osiride e IsideEpoca Tarda (715-332 aC)

Il Secondo Grado, quello di Compagno, è invececaratterizzato dalla metafisica intellettuale, ossiadal rapporto uomo-Dio. E' proprio qui che si svi-luppa la proiezione del massone, verso il SupremoArtefice dei Mondi e si rifiuta ogni forma dimaterialismo ateistico. Il Compagno stabilisce unrapporto con Dio, che lo porterà, alla fine, davan-ti al suo trono. Il Terzo Grado, ovvero quello diMaestro, è sempre caratterizzato dalla metafisica,la quale, tuttavia, non è più fondata solo sull'in-telletto ma anche sull'intuizione. La metafisicaintuitiva non è più qualificabile ma è indefinibile. Da ciò segue che il Supremo Artefice dei Mondi,nei Gradi di Apprendista e di Compagno, è il Diovivente, il Dio delle religioni delquale libri e documenti sacri rendonotestimonianza. Nel grado di Maestro,è invece il Dio di cui non si può par-lare poiché ogni sua qualificazione lorivelerebbe e lo limiterebbe. Tuttavia anche se Il Compagno, chesi ritiene abbia imparato a lavorare esquadrare la pietra, in cui lo Spiritodomini la Materia e che con modestiaporti, giorno per giorno, il suo con-tributo all’edificazione dell’Opera,perviene al grado di Maestro, pensoche egli continui ad avere di fronte asé una lunga scala da salire e che lasua strada risulti ancora molto irta epiena di ostacoli. Con molta umiltàpenso che sia difficile per molti sen-tire veramente di meritare fino infondo il titolo di Maestro: è possibi-le soltanto cercare di esserne degniin una prospettiva futura, sostanzial-mente ideale e pertanto irraggiungi-bile. Non c'è e non può esserci limitealla possibilità e alla volontà di pro-gredire. A sostegno aggiungo ancheche, se è pur vero, che compito delMaestro è quello di insegnare col suocomportamento virtuoso, stimolandola sensibilità di chi lo incontra, risul-ta fondamentale il principio secondocui spetta a ciascuno di noi trovare ilsignificato e l’ammaestramento pro-fondo connesso al verificarsi di unacerta esperienza. Ovvero, dobbiamoaffidarci al Maestro interiore che è,

di norma, difficile da ascoltare ed il cui insegna-mento è quanto di più soggettivo ed aleatorio sipossa immaginare. Anche se da ciò, con osserva-zione superficiale, potrebbe sembrare che siamo,fatalmente, solitari Maestri di noi stessi, con tutti irischi che questa situazione comporta; ciascuno sulproprio cammino: "selva oscura" piena di incertez-ze e di inganni, tuttavia, sorretti dalla consapevo-lezza di non essere soli, avvertendo la presenza deiFratelli che avanzano attorno a noi, ed i cui lumitalora ci fanno meglio intravedere la "diritta viach'era smarrita" e che ci condurrà, forse, un giorno,"a riveder le stelle".

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Inferno, Canto 34 - Gustave Dorè

Voglio concludere riportando l’attenzione alladomanda iniziale: cosa deve fare un Maestro.Innanzitutto credo che debba accertarsi, proprioper la sua funzione, di far cadere abbondanteacqua purificatrice, prima di tutto su se stesso,poi, con molta, cosciente cautela e consapevolez-za, sotto forma di corretto indirizzamento, di con-tinua assistenza e di grande comprensione, su suo"Fratello". E’ fondamentale che si preoccupi di dispensare iltutto solo attraverso ciò che egli ritiene, in giusti-zia ed in buona fede, sia la verità.

Non lasciare mai solo il neofita durante il percorsoe accertarsi che egli cammini verso la promessache ha fatto a se stesso e cioè quella di percorrereincessantemente la Via della Tradizione. Consapevole, comunque, che il fratello debba tro-vare una sua Via, cercando tra ciò che dispone econvinto di non possedere la completa e veraVerità; umilmente, forse la miglior cosa che è pos-sibile fare per lui è Amarlo e sostenerlo in caso dibisogno rispondendo, come sappiamo meglio fare,alle sue possibili e innumerevoli domande.

FrancescoFrancesco

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Maestro insegna e redarguisce un allievo - Jan Steen, XVII sc.

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