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Anno XXIV Marzo 2012 Anno XXIV Marzo 2012 N.3 N.3 Antico e Primitivo Rito Orientale di Misra Antico e Primitivo Rito Orientale di Misraï m e Memphis m e Memphis Sovrano Gran Santuario Adriatico Sovrano Gran Santuario Adriatico Il Risveglio Il Risveglio Iniziatico Iniziatico La presente pubblicazione non è in vendita ed è riservata ai soli membri del Rito. Stampato in proprio Viene riportata anche in Internet, sul sito dell'Antico e Primitivo Rito Orientale di Misraïm e Memphis : www.misraimmemphis.org

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Anno XXIV Marzo 2012Anno XXIV Marzo 2012

N.3N.3

Antico e Primitivo Rito Orientale di MisraAntico e Primitivo Rito Orientale di Misraïm e Memphism e Memphis

Sovrano Gran Santuario AdriaticoSovrano Gran Santuario Adriatico

Il RisveglioIl Risveglio

IniziaticoIniziatico

La presente pubblicazione non è in vendita ed è riservata ai soli membri del Rito.

Stampato in proprio

Viene riportata anche in Internet, sul sito dell'Antico e Primitivo Rito Orientale di

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SOMMARIOSOMMARIO

RIFLESSIONE SUL PERCORSO INIZIATICO

S. . . G. . . H. . . G. . . - pag. 3

Saggi, dissertazioni, racconti, poesie fantastiche

ed un pochino esoteriche

PENSIERI- Bruno - pag. 4

IL GUARDIANO DELLA SOGLIA - Roberto - pag. 6

TI ABBRACCIO, DIFENDERO' E CUSTODIRO'

LA TUA VERA NATURA, IN TUA ASSENZA

COME IN TUA PRESENZA. - Francesco - pag. 11

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Redazione

Direttore Responsabile: Renato Salvadeo - via Bacchiglione 20 - 48100 Ravenna

IIL RISVEGLIO L RISVEGLIO

INIZIATICOINIZIATICOintuizioni della conoscenza e conoscenza delle intuizioni

RRiflessione

sul percorso iniziatico

Il S.Il S. .. .G..G. .. .H..H. .. .G..G. .. ..

AA mano a mano che procediamo negli anni, con-

statiamo gli errori, che abbiamo commesso nel corsodella nostra vita, e sentiamo il dovere di analizzarli conl’aiuto della esperienza iniziatica.Dio ci aiuta sempre e noi abbiamo il dovere, una voltariconosciuti i guai commessi e i danni provocati dentrodi noi, di trasmutarli nelle virtù corrispondenti.Con l’aiuto di Dio, con il nostro senso di giustizia e conla nostra volontà abbiamo il dovere di riparare gli erro-ri che abbiamo fattocontro di noi e con-tro gli altri.Naturalmente nonpossiamo fermarcima continuiamo adandare avanti e,quando meno ce loaspettiamo, ci accor-geremo che tutto ècambiato.

Sulla Terra esiste ilmale come ostacoloda superare. Il malenon ha vita propria,esso è destinato aperire. Una volta superato,l’ostacolo non esi-sterà più, anzi dire-mo che è stato unbene perché ci haaiutato ad elevarci, arafforzarci.

Una volta, che abbiamo trovato l’Unità nella diversità,il male non vi sarà più.

Tutti noi faremmo bene a finirla di compiangerci, faremobene a non considerare più ciò che dicono o fanno gli altricontro di noi, faremmo bene a finirla di autosuggestio-narci nella negatività.E’ ora di pensare in positivo. Proviamo, sia pure per unsolo giorno, di vedere tutto luminoso, bello, raggiante;apriamo le finestre, facciamo entrare un bel po’ d’ariafresca, cacciamo via la tristezza, la malinconia, e ripetia-mo a noi stessi: “Dio è con noi, niente e nessuno ci potràtogliere la Pace né l’aiuto di Dio”. Pensate che la cosi-detta “vita” è una espiazione per tutti e, al termine dellaespiazione, torneremo da dove siamo partiti, con la con-sapevolezza di avere risvegliato dentro di noi laConoscenza con l’esperienza di tutti gli ostacoli supera-ti.

Il S.Il S. .. .G..G. .. .H..H. .. .G..G. .. ..

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Madre Natura esegue la sua danza della vita con un piede nei fiori e l'altra nelle stelle. Mentre galleggia l'arcobaleno di speranza alle sue spalle

Josephine Wall, 1995

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PPENSIERIENSIERI

BrunoBruno

- I-I l sorriso dell’altro che ci sta di fronte è

pieno di bontà di cuore.L’amore non è soltanto un pro-cesso ormonale. L’amore,quando è veramente amore, èanche una conoscenza spiri-tuale: è cogliere con infinitabenevolenza la presenza del-l’altro.- Non basta elencare alcuneparti visibili e tangibili peravere un’idea del tutto e dellasua origine, questo vale ancheper i sentimenti: l’amore non èpura materialità, non solo tem-pesta di ormoni, ma altro, unAltro, che non si vede e non sitocca, ma che esiste da sem-pre.- Di fronte ad un creato che, difatto, è in evoluzione, anchelungo vie casuali e non fissatesolo a priori, occorre ricono-scere che il Supremo ArteficeDei Mondi stesso ci si mostra,più che come guida dittatoriale

dell’intero processo evolutivo, come un Creatoreanche umile da quando decise di portare all’esi-stenza il Mondo. È un Deus Creator et Evolutorche per amore ha deciso di convivere con un’alte-rità cosmico-evolutiva, ha limitato il proprio pote-re, lasciando all’Universo anche una propria auto-nomia creativa, evolutiva-processionale, nellaquale soltanto possano prendere forma anche l’in-dipendenza e la libertà degli uomini. L’evoluzioneè portata avanti dal Supremo Artefice Dei Mondi, etuttavia rappresenta un autoavanzamento dellaNatura tramite una costante sperimentazione contentativi ed errori, con fallimenti e riuscite.

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SSaggi,dissertazioni,aggi,dissertazioni,

brevi racconti, brevi racconti,

poesie fantastichepoesie fantastiche

ed anche ed anche

un pochino esotericheun pochino esoteriche

“Les amants" - Renè Magritte,1928

- Con riferimento ad un capolavoro della pitturabisogna considerare che non basta fare riferimen-to alla semplice materia per comprendere il com-plesso creativo: non è sufficiente la chimica deicolori, la composizione della tela per dare l’ideadel genio del grande artista. Ci vuole altro, qual-cosa non calcolabile con i numeri e atomi, di cuil’amore gratuito, per altro, rappresenta l’unica,anche se lontana, eco.- “Da oltre due milioni di anni osserviamo la cre-scita di ciò che chiamiamo ominizzazione eseguiamo il percorso dell’umanità sino alPaleolitico superiore alle grotte dipinte: segno,con la già precedente sepoltura dei morti, di ungrande senso della Trascendenza. (cfr. JulienRies)” quindi l’uomo è simbolico e religioso sindal suo primo apparire.- Qualsiasi felicità è un capolavoro: il minimoerrore la falsa, la minima esitazione la incrina, laminima grossolanità la deturpa, la minima insul-saggine la degrada.- La Prudenza deve essere per il Massone la virtùregolatrice generale, perché aiuta a vagliare ciòche è opportuno per raggiungere la meta ultima

della strada dell’esistenza, una meta alta e trascen-dente che talora può appannarsi agli occhi, attrattidal brillio di realtà marginali e caduche, può svani-re come un miraggio: “ i tuoi occhi guardino dirit-to e le tue pupille mirino diritto davanti a te. Badaalla strada dove metti i piedi. Non deviare ne adestra ne a sinistra, tieni lontano il piede dal male.( Prv. 4, 25-27 ) “- I Grandi Uomini della Tradizione noterebberocon sgomento che le regole per l’acquisizione dellaconoscenza del mondo non hanno validità che in unparticolare dominio, e cioè nella relatività deltutto. Viene a delinearsi, dunque, una scienza cheignora i valori alti e umili della vita, che nongarantisce la felicità contro l’insidia dell’ignoran-za, degli istinti cupidi, degli egoismi perversi, unascienza che aggiunge alla morte di Dio lo smarri-mento nel nulla e canta la morte dell’Universocome una nenia di lacerante angoscia.

BrunoBruno

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LA GROTTA DI LASCAUX- sala dei tori-- 17.000 anni fa.

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IIL GUARDIANO L GUARDIANO

DELLA SOGLIADELLA SOGLIARobertoRoberto

II l tema della morte è ricorrente nella tematica

della Iniziazione e lo è in perfetta simbiosi edintima relazione con quello della rinascita. Non viè l’una senza l’altra, tanto che la distanza che lesepara diviene quasi impercettibile ai sensiumani, vero e proprio mistero di fronte al quale ilSupremo Artefice Dei Mondi ci spinge incessan-temente ad indagare.La morte è, in effetti, dal punto di vista di coluiche crede in Dio e nell’immortalità dell’anima, unmutamento, un cambiamento dello stato dicoscienza, un passaggio che può condurlo verso

piani spirituali sempre più puri (nel caso di unavita spesa cercando di purificarsi costantementedai vizi e dalle passioni umane) o viceversa versole regioni più oscure, nelle tenebre dell’ignoranzae della superstizione, sempre più lontane da Dio,dalla sua Intelligenza e dal suo Amore. Da quanto detto risulta evidente che lo scopodell’Iniziazione ai Misteri è indagare la Morte den-tro noi stessi, comprendere la necessità di rivivereogni passaggio importante della nostra esistenza inquesta manifestazione quale prova di carattere spi-rituale da oltrepassare e superare, in direzione delritorno verso la patria originaria. La Morte fa paura sia all’ignorante, che la teme efa di tutto per allontanarla dai suoi pensieri quoti-diani, che all’Iniziato, il quale invece, pur temen-dola anch’egli, la rispetta e la rammenta costante-mente per non perdere l’umiltà necessaria a supe-rarla e trascenderla. Nel passaggio doloroso dellamorte è occultato il segreto di una nuova rinascita,questo è ciò che dobbiamo intuire attraversol’Iniziazione, questo è quanto insegnavano e inse-gnano gli antichi rituali misterici. San Francesco lachiamava “Sorella Morte”. Osservate la Natura,imitate la Natura, seguite i suoi ammaestramenti:non si rinasce se prima non si impara a morire!Dobbiamo perciò entrare nella nostra interiorità,

combattere il nostro drago, inostri istinti animali ebestiali, le deviazioni seco-larizzate dagli ambienti neiquali ci siamo trovati nellevarie apparizioni karmiche,l’orgoglio, la vanità, lavolontà di potenza, la logicae la ragione fini a se stesse, iflussi illusori, relativi e ste-rili del piano mentale.

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Morte di S.FrancescoGiotto, 1325

Dobbiamo trasmutare quell’energia profonda chesappiamo essere nel nostro Io più nascosto e vol-gerla verso Dio, verso il Bene Supremo, perché

noi sappiamo, intelligentemente; perché noi “sen-tiamo” un “desiderio”; perché noi, in qualchetempo remoto e lontano, eravamo assolutamente consapevoli della nostra natura immortale e divinae poi ci siamo “scordati”, “dimenticati” …….siamo “precipitati”, “caduti”……Non si può desi-derare ciò che non si conosce ma solo ciò che, purse in maniera molto vaga e tenue, si conosce o si ègià conosciuto. Per noi il desiderio di conoscereDio è come il desiderio d’acqua per colui che èdivorato dalla sete: avendola perduta disidratando-si vive solo per riacquistarla. Dio è quell’acquamiracolosa che sgorga nella sorgente del nostro Iopiù profondo, da quella Pietra occulta celata nelmeraviglioso insegnamento del V.I.T.R.I.O.L. :Visita Interiora Tua (Terrae) Rectificando InveniesOccultum Lapidem. Quella Pietra, quella Sorgente,quella Fontana e quell’Acqua sono reali e sonodentro ognuno di noi. La conditio sine qua non perraggiungerla è imparare gradualmente a “morire”presentandosi al suo cospetto nudi, puri, semplici,poveri di spirito, nuovi, per affrontare la catarsirigenerativa. La morte non dovrebbe essere vissuta subendolapassivamente, bensì andrebbe guardata in faccia,giorno per giorno, attivamente, ringraziando Dioper ogni istante in più che ci concede di vivere,nella prospettiva di esserGli sempre più vicini,vicini alla Verità, all’Amore universale con il qualeEgli pervade ogni luogo ed ogni cosa della SuaCreazione. Tra l’Uomo e Dio c’è una porta chiusa,una porta protetta da un Guardiano, colui che laTradizione chiama “Il Guardiano della Soglia”.Noi desideriamo aprire questa Porta e risolvere ilGrande Mistero che si cela al di là di essa. Spessoci avviciniamo così tanto che ci pare di avere lechiavi giuste, la parola di Passo adatta, la formularichiesta, ma in ultimo siamo sempre ricacciatiall’indietro, nell’illusione del divenire, nella gra-vità invincibile di questo piano materialistico,incatenati alle leggi di causa ed effetto. Questo Guardiano della Soglia è una entità reale,interiore, che ognuno di noi crea (o risveglia dagliabissi del proprio Io) individualmente. Esso si ali-menta delle nostre paure più ancestrali, la pauradell’ignoto e del nulla. Questo Guardiano si nutre del dubbio irrisolto, diquel dubbio che in una prima fase, positiva, rap-presenta il lievito della ricerca spirituale ma che in

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Cherubino a guardia della soglia del Paradiso - Masaccio 1424-28

un secondo tempo va superato e dissolto, pena lastagnazione ed il ritorno nelle tenebre dell’igno-ranza. Ogni paura genera un dubbio ed ogni dub-bio genera un Guardiano della Soglia. Il supera-mento di questi oppositori rappresenta tante pic-cole conquiste spirituali in attesa di quella defini-tiva. Vi sono due modalità per tentare di superareIl Guardiano della Soglia: la prima, che prevedel’inganno e l’aggiramento, è sempre destinata alfallimento e questo perché non si comprende conchiarezza iniziatica che, essendo il Tutto dentro dinoi e perciò anche il Guardiano, non possiamoingannare noi stessi. La seconda modalità è inve-ce fatta di due aspetti. La prima istanza può con-durre al fallimento, qualora la nostrapurificazione interiore non risultasseperfettamente completata, con rima-nenza di scorie troppo grandi edingombranti. Altrimenti, in secondaistanza, riusciti ad ottenere ermetica-mente il Nero più Nero del Nero,avremo l’opportunità di risolvere,attraverso la chiave giusta, la Parolaadatta, la Vibrazione perfetta, l’enig-ma della Sfinge, altro simbolo anti-chissimo equivalente del Guardianodella Soglia. Ritornando brevemente sul primopunto, quello sempre destinato al fal-limento e causa dei disastri e dellecadute cicliche dell’Uomo edell’Umanità nell’oscurantismo spiri-tuale, è giusto ammonire con leseguenti parole: gli “apprendisti stre-goni”, gli “operatori di magie e diprodigi”, i “grandi maghi” che millan-tano il potere della preveggenza, tutticoloro che pensano di poter dominarela Terra, l’Acqua, il Fuoco e l’Aria e ipiani intermedi, tutti costoro dovreb-bero meditare instancabilmente sullaincommensurabile grandezza di Dio,sulla Sua Natura e sulla Sua Volontàdi dirigere la Creazione! “Chi haorecchi per intendere intenda”.L’ambizione e l’orgoglio sono nemiciimplacabili, sempre in agguato, spes-so si abbracciano e interagiscono conl’ira e con la collera è ciò deve essere

ben compreso perché il Guardiano della Soglia nonsopporta la presunzione, Egli accerta la Verità, nul-l’altro.Alla fin fine ed in ultima analisi, meditando anco-ra più in profondità, senza più veli e infingimenti,scopriremo che il Guardiano della Soglia è laproiezione, in punto di morte, del nostro Sé, dellanostra Scintilla divina. Il Sé e l’Io, inteso quest’ul-timo come personalità, illusione, divenire….siritrovano uno di fronte all’altro ad un passo dalGrande Mistero. Tutto è in realtà dentro ognuno dinoi, individualmente e singolarmente. Senza temad’essere accusati di blasfemia possiamo affermareche quest’ultimo Guardiano, essendo una proiezio-

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La Sfinge ed Edipo- Giorgio De Chirico, 1968

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ne del Sé, è anche, per estensione, Dio Stesso! LaTradizione e l’Iniziazione ci offrono il Metodoattraverso il quale poter scoprire il segreto persuperare lo scoglio della dissociazione e dell’o-blio, per impedire la vittoria delle tenebre dell’i-gnoranza sulla Luce della Conoscenza, della men-zogna sulla Verità….. Questo Metodo si chiama V.I.T.R.I.O.L. e non cistancheremo mai di ripeterlo, soprattutto a noistessi, per non perdere l’orientamento giusto, ladirezione esatta, evitando il più possibile lo stor-dimento nei vicoli ciechi e bui della Controini-ziazione, nei piani astrali, nei boschi incantatidove entità illusorie promettono poteri che non ciappartengono.

Esiste un luogo, che non è un luogo; esiste untempo, che non è un tempo; esiste un punto dovegli antagonismi cessano la loro eterna rivalità,dove le tenebre arretrano per cedere il passo allaluce. E’ l’aurora dello Spirito. Punto d’equilibriotra il sonno e la veglia, tra due stati di coscienza.I Saggi danno enorme importanza a questi punti

d’incontro, tanto che molte delle loro meditazionisi realizzano e si concretizzano in quei brevi istan-ti. Alcuni pensieri illuminano la nostra mente pro-venienti dal mondo dei sogni, quasi fossero mes-saggi subliminali capaci di dissolvere le illusioni,le menzogne e le paure, avvicinandoci alla Veritàultima e prima delle cose. E’ nel cosiddetto “dor-miveglia” che spesso si ristabilisce un contatto colSé interiore.

Ritornando al tema del Guardiano della Sogliaricordiamo in analogia la figura mitologica diProteo, divinità antichissima, (si dice ancor piùvecchio di Poseidone stesso, d’altronde l’etimo delsuo nome ce lo suggerisce poichè Proteo, dal grecoantico “protogonos”, significa nato per primo) Repastore che pascolava il gregge di foche diPoseidone sulle rocce dell’isola di Faro, pocodistante dal delta del fiume Nilo. Egli emergevasugli scogli tutti i giorni, quando il sole raggiunge-va il suo zenit al meriggio, e si assonnava profon-damente. In quel preciso istante poteva essereaggredito, dominato e sfruttato per le sue capacità

divinatorie e peri suoi esatti ora-coli e vaticinii.Prima di venirespossato e vinto,Proteo lottavaper sottrarsi alproprio avversa-rio, assumendodi volta in voltaforme elementa-ri, minerali, ve-getali ed anima-li.

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Aristeo assale Proteo

Sébastien Slodtz18 sc.

Proteo è per noi un simbolo, un simbolo chenasconde un grande segreto, un segreto che è unarisposta. E’ la risposta che ci chiede il Guardianodella Soglia. Perchè ognuno di noi la possa intui-re e comprendere nella grandezza che gli compe-te voglio qui di seguito riportare all’attenzionedei benevoli lettori la parte finale dell’interventoa firma del Fratello Vergilius S. I. Sovrano GranMaestro Generale dell’Ordine Martinista estrattodagli atti del Convento del 1982, che recita così:“Il dubbio è la sfinge dinanzi alla quale l’uomointerroga sé stesso nelle più profonde latebredella propria coscienza. E’ l’ostacolo più forteche bisogna affrontare e superare, è il Guardianodella Soglia che bisogna interrogare e vincere odi fronte al quale ci si ritira e si soccombe. ICavalieri che partivano alla cerca del Graalerano mossi dal dubbio che è ricerca diConoscenza. Il dubbio è il lievito della trasmuta-zione ermetica del piombo in Oro. Guai a coloroche di fronte al dubbio si fermano e abbandonano

la ricerca! Essi rimarranno nel labirinto e non ver-ranno più fuori alla Luce e saranno divorati dalminotauro perché perderanno il filo di Arianna chenel nostro caso è costituito dal N.V.O.E per finire desidero citare delle metamorfosi diProteo il breve di Eldorado quale dubbio che ilmio Maestro Artephius insinuò alla mia compren-sione ed io desidero insinuare alla vostra com-prensione: “Come tu ti possa trasformare in albe-ro, in uccello, in rupe questo io comprendo, oProteo. Ma come tu ti possa trasformare in fuocosull’acqua, questo io non comprendo, o Proteo.Dimmi, con quale miracolo tu lo fai?”

Nel cuore d’ognuno di noi si cela, in paziente atte-sa d’essere rivelata, la risposta a quest’ultimo que-sito.

Roberto Roberto

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Il dubbio di Tommaso - Caravaggio, 1601

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TTi abbraccio, difenderò ei abbraccio, difenderò e

custodirò la tua vera natucustodirò la tua vera natu--

ra, in tua assenza come inra, in tua assenza come in

tua presenza tua presenza Francesco Francesco

AA l termine del rituale di iniziazione a maestro,

il Venerabile fa apprendere all’iniziato i cinquepunti della Maestria simboleggiati dai gesti ritua-li del toccamento. L’ultimo ma forse il più signi-ficativo di questi si manifesta con l’abbraccio,accompagnato dall’assunzione di un impegnosolenne di difendere, custodire la vera natura delfratello in sua assenza ma anche in sua presenza Tuttavia prima di tentare una esamina particolaredel significato simbolico del particolare gesto, misi permetta di evidenziare, ponendo particolareaccento, il valore la funzione e l’importanza delrituale e l’uso dei simboli nella nostra confrater-nita. Genericamente si designano "rituali" quelleazioni umane, realizzate consapevolmente in ade-renza a moduli tradizionali, alle quali viene attri-buito valore simbolico. Esaminando gli aspetti delrito dal nostro punto di vista massonico, quindi inchiave esoterica, esso non può essere consideratocome un semplice insieme di formule, d’espres-sioni solenni, di prescrizioni, di regole, d’attimeccanici, ma va penetrato nella sua essenzialità.Nell'ottica del suo significato più profondo lacaratteristica della nostra ritualità è il SIMBOLI-SMO.Il simbolo - cui la Massoneria attribuisce valoreassoluto - è l’espressione di un linguaggio univer-sale, ed è qualificato da una particolare prerogati-va: in esso, l'elemento essenziale non è il segno,ma il significato inserito nel segno; quest'ultimo,infatti, solo ed esclusivamente attraverso il signi-ficato trae valore e giustificazione. Il simbolomassonico riveste un suo specifico valore pre-gnante e intensivo, ed assume sempre una duplicefunzione riassuntiva ed evocatoria.

Tutti gli studiosi d’esoterismo concordano nelsostenere che solo attraverso lo studio della formasimbolica è possibile accedere alla conoscenzadelle verità d’ordine superiore: metafisiche, inizia-tiche, religiose. Unicamente attraverso il simboli-smo può essere trasmessa la conoscenza dottrinaletradizionale, in quanto il simbolo è idea, e pertan-to non individuale, ma infinito, universale. Esso èoggettività pura, che prescinde da inquinamentiambientali e settari, esprimendo delle verità comu-ni a tutti gli uomini, solo che ne sappiano penetra-re il recondito significato.

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Abbraccio per il ritorno del figlio (particolare)- Rembrant, 1668

Si pone in una dimensione cosmica, rapportando-si sia al pensiero che alla natura dell'uomo, e rap-presenta quindi la vera espressione dell’universa-lità.Ognuno di noi, ad un certo momento della suavita, ha sentito la necessità di evadere dagli sche-mi dell'esistenza quotidiana, caratterizzata da uncomplesso di funzioni e di attività variamenteordinato, il cui significato non viene colto.Subentra quindi inevitabilmente un atteggiamentodi scetticismo in ordine alla reale portata delsignificato e della finalizzazione delle nostreazioni quotidiane. Insorge allora l'esigenza di unapiù profonda realizzazione; della ricerca di unaspetto più elevato del nostro vivere, ed il deside-rio di conoscere i veri significati della vita, conl'aspirazione a sviluppare la nostra interiorità. Inaltri termini, ci si è resi conto che per riconosce-re la nostra autentica essenza dobbiamo percorre-

re la via della ricerca spirituale.Ed allora abbiamo bussato alla porta del Tempio:quivi c’è stata indicata la via dello spirito, cheabbiamo appreso non essere scienza, ma arte, lapiù elevata e sublime, quell'arte che trasforma in"Re" e "Sacerdote" - rispetto agli altri uomini - chila pratica ed in essa si perfeziona, e per ciò defini-ta ARTE REALE.Ma come ogni arte richiede una tecnica per opera-re ed esprimersi, anche l'ARS REGIA necessita diun suo strumento operativo: i rituali appunto.Si è detto che ritualità equivale ad azione, ma èazione che si diversifica dall'azione istintiva e daquella economica, in quanto non è destinata a sod-disfare immediatamente istinti primari o esigenzeeconomiche: tali soddisfacimenti infatti rientranonegli schemi della vita ordinaria, e condanna l'uo-mo per i costanti rischi di fallimento e di insucces-so ingenerando stati angosciosi di attesa, di ricer-

ca, di non riuscita, di sconfitta.La ritualità ci salvaguarda dalla nondisponibilità del reale e ci riscatta dallecariche d’angoscia e d’incertezza chepermeano la vita profana. I rituali (sipensi all'apertura e chiusura dei lavoridi Loggia) spezzano gli automatismipsicologici della vita quotidiana, rico-stituiscono 1'equilibrio messo in crisidalle emergenze d’alea ed angoscia, edattribuiscono nuova fiducia al gruppo edal simbolo. i rituali - nella Massoneria -sono costituiti da una serie formale diatti e procedimenti di natura simbolicache implica di per sé un codice di comu-nicazione sociale, in quanto questeespressioni simboliche si incentranonella costruzione del Tempio diSalomone.L'io individuale, con tutti i suoi egoi-smi, si spersonalizza e subentra un sen-timento di compartecipazione: ci sisente con gli altri uguali e fratelli.

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Incontro tra il Patriarca Abramo e Melchisedec

Dirk Bouts, 1464–67

I rituali costituiscono un mezzo comunicativo pri-mario, poiché rendono operante il simbolo, spri-gionandone quindi tutta l'essenza e l'universalità,e facendo vivere in ciascuno di tutti di noi l'es-senza dello psicodramma che descrivono. Ognipasso, "ogni gesto, ogni parola è un richiamo:vengono risvegliate le energie latenti dell'incon-scio; risulta favorita la concentrazione simulta-nea; la mente di ognuno sconfina in uno stato diabbandono della coscienza normale, e da quelleparole, da quelle idee, da quei gesti, anche seripetuti e non razionalmente compresi, si sprigio-na una particolare energia psicologica che deter-mina quella nota circolazione di fluidi che tuttibeneficamente avvolge. In sintesi, è la ritualitàche determina la saldatura degli spiriti e consentela magia della "Catena d'Unione".L'utilità dei rituali può anche non essere avvertitaimmediatamente, ma non v'è dubbio che si depo-sita nel nostro subconscio: ed inevitabilmente.prima o poi, ne emergerà 1'efficacia.L'efficacia dei rituali non si esaurisce nella cate-na empirica delle cause e degli effetti; essa non simanifesta per vie squisitamente naturali, in quan-to non costituiscono la pratica tecnica, ma tendo-no attraverso la ripetizione ed il simbolo a realiz-zare la natura più vera dell'uomo, rendendolo con-

sapevole della sua partecipazione all'umanità edella sua discendenza divina; inoltre, soddisfano inlui le esigenze di un occasionale isolamento dallavita quotidiana, per prendere contatto con ciò che èpiù essenziale.I Fratelli in Loggia - attraverso i rituali - sentonoprofondamente di essere membri di una stessaComunione, ed avvertono consapevolmente il vin-colo che li unisce. Ognuno si sente riscattato dallasua insignificanza e casualità. Sempre, con la ripe-tizione di un gesto, di una frase, di un rito, qualco-sa di nuovo si verifica.Poiché alla Massoneria non si accede per imposi-zione, nella Loggia la coesione può contare sull'af-fetto che gli iniziati sentono reciprocamente. Matale coesione - che quanto è più intensa tanto piùrafforza la Loggia - si forma e si sviluppa con ilfrequentarsi assiduamente, con il conoscersi, con illavorare ritualmente insieme e spesso: tutti indi-stintamente i Fratelli di Loggia sono protagonistidel lavoro muratorio rituale.Vorrei anche aggiungere che tutti i segni. i tocca-menti, le parole ed i riti che la Massoneria conosceper ogni suo grado debbono essere consideraticome strumenti magici intesi ad attirare nel corpoe nel gruppo speciali influenze occulte ed a deter-minare e mantenere il risveglio iniziatico.

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IL RISVEGLIO INIZIATICO IL RISVEGLIO INIZIATICO - Marzo 2012- Marzo 2012

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Cerimonia d’iniziazione a Maestro- Stampa del XVIII sc.

I segni della Maestria vengono indicati al neomaestro, alla sua iniziazione. E allora cosa vorràdire essere Maestro. Un Maestro, nel suo lavorodi perfezionamento, deve sentirsi svincolato dalcontingente ed elevarsi su di un piano puramentespirituale; se i riti iniziatici hanno avuto pienoeffetto su di lui, egli è stato veramente trasforma-to in un uomo nuovo che tende con tutto se stessoverso la conoscenza dell’Assoluto, per mezzodella quale spariscono, a poco a poco, tutte lerelatività dell’esistenza materiale. Si trova scrittonegli antichi Doveri: “tutte le preferenze tra iMuratori sono fondate soltanto sul valore reale esul merito personale; perciò nessun Maestro siascelto per anzianità, ma per il suo merito; èimpossibile descrivere tali cose per iscritto edogni Fratello deve stare al suo posto e addestrarsiin una via peculiare a questa fraternità”. LaMaestria implica pertanto una trasformazioneradicale, totale e profonda del comportamento, intutta la gamma dei significati attribuiti a tale ter-

mine. Solo per trattare un aspetto importante, ilcomportamento corretto del Maestro nel corso deilavori rituali è basilare per non turbare l’animodegli altri Fratelli, e in particolare degliApprendisti e dei Compagni d’Arte, i quali vedonoi Maestri come punto di riferimento e come esem-pi da imitare.Il Maestro deve evitare qualunque atteggiamento diintolleranza, di malcelata sopportazione, di insof-ferenza; deve ascoltare con serenità e serietà chiprende la parola, senza lasciarsi andare a smorfie,sogghigni o battute ironiche.L’ultimo punto della Maestria rappresenta senzadubbio nell’abbraccio il massimo livello di scam-bio di energia e di spiritualità. Un segno inequivo-cabile della messa in comune del lavoro spiritualesvolto per costruzione del Tempio. La disponibilitàa offrire la propria pietra squadrata affinché diven-ti parte di una crescita collettiva e fraterna dellaLoggia. Il sublime sentimento della solidarietàviene degnamente rappresentato dalla difesa della

natura, qualunqueessa sia, del fratel-lo. La comprensionee l’accettazione sen-za limiti di chi siunisce a noi permeala natura e il signifi-cato di essere Mae-stro.Credo che sianoquesti i profondiconcetti sui quali siimpernia il tema dioggi, ed è sulla so- lidarietà, sulla com-prensione e sulla ac-cettazione dell’al-tro, che ci aspettia-mo che i fratelli ri-volgano la loro me-ditazione odierna.

Francesco Francesco

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Maestro ed Allievo - Giorgione,1505,06

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INIZIATICOINIZIATICOintuizioni della conoscenza e conoscenza delle intuizioni

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