ANNUNCIATE - Barnabiti

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VITA CONSACRATA Eco dei Barnabiti 3/2017 8 A nnunciate. Ai consacrati e alle consacrate, testi- moni del Vangelo tra le genti: è il titolo della quarta e ultima lettera circolare che la Con- gregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica ha pub- blicato lo scorso settembre. La Congregazione dei re- ligiosi, in coda all’anno del- la vita consacrata, invia ai religiosi e alle religiose una quarta lettera il cui tema è quello dell’annuncio del Vangelo che l’identità pro- fetica dei consacrati è chia- mata a rinnovare senza rinchiudersi nei problemi e nei limiti del momento. Le tre lettere precedenti, come sappiamo, portano i titoli: Rallegratevi, Scrutate e Contemplate, che abbiamo avuto modo di approfondire nei numeri precedenti. In Rallegratevi siamo sta- ti invitati a prendere co- scienza che non c’è santità nella tristezza. La gioia non è inutile ornamento, ma è esigenza e fondamento del- la vita umana. In Scrutate l’invito è sta- to quello di scrutare l’oriz- zonte, ed entrare in un diverso ordine di valori, cogliendo un senso nuovo e differente della realtà. Non c’è maggiore libertà di quella di lasciarsi con- durre dallo Spirito, rinun- ciando a calcolare e con- trollare tutto. Contemplate, accompa- gnata da una riflessione sul Cantico dei Cantici, ci ha introdotto alla contemplazione come compito di ogni sequela che trova particolare urgenza e riconoscibilità nella vita consacrata. E infine Annunciate, sulla testimo- nianza e annuncio del Vangelo e co- me nuova conferma di quanto Papa Francesco disse all’inizio dell’anno della vita consacrata. «Sve- gliate il mondo, seguite il Signore in modo profetico, siate annunciatori della gioia del Vangelo». «Continuiamo, oggi, il no- stro cammino di riflessione, percorso insieme attraverso le lettere Rallegratevi, Scru- tate, Contemplate. Esso si ferma a leggere la missio Dei, come mistero affidato da Cristo alla sua Chiesa e confermato a Pentecoste con potenza dallo Spirito Santo». I titoli delle quattro lette- re sono tutti all’imperativo, con l’intenzione di eviden- ziare atteggiamenti e im- pegni che evidentemente si ritengono prioritari, dei veri e propri imperativi per la vita consacrata dei pros- simi anni. La gioia che è annuncia- ta dalla Parola di Dio di- venta criterio di discerni- mento con cui scrutare la storia e gli avvenimenti, per valutare con serietà gli impegni da assumere. Un discernimento, da esercitare attraverso la di- mensione contemplativa, unica capace di coniugare la profondità della relazio- ne con il Signore e la soli- darietà con la storia da cui scaturiscono l’annuncio e la testimonianza. La struttura del testo è costituita da un prologo, ANNUNCIATE Testimoni del Vangelo tra le genti Abitare il mondo e abitarlo con l’atteggiamento di chi sa ascoltare il grido dell’umanità, sembra essere l’imperativo suggerito nella quarta lettera che la Congregazione dei religiosi, in quest’anno della vita consacrata, invia ai religiosi e alle religiose e qui presentata, nelle sue linee essenziali dal p. Eugenio Brambilla. sinossi dei frontespizi delle quattro lettere circolari della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica

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VITA CONSACRATA

Eco dei Barnabiti 3/20178

Annunciate. Ai consacratie alle consacrate, testi-moni del Vangelo tra le

genti: è il titolo della quarta e ultimalettera circolare che la Con-gregazione per gli Istituti diVita Consacrata e le Societàdi Vita Apostolica ha pub-blicato lo scorso settembre.La Congregazione dei re-

ligiosi, in coda all’anno del-la vita consacrata, invia aireligiosi e alle religiose unaquarta lettera il cui tema èquello dell’annuncio delVangelo che l’identità pro-fetica dei consacrati è chia-mata a rinnovare senzarinchiudersi nei problemi enei limiti del momento.Le tre lettere precedenti,

come sappiamo, portano ititoli: Rallegratevi, Scrutate eContemplate, che abbiamoavuto modo di approfondirenei numeri precedenti.In Rallegratevi siamo sta-

ti invitati a prendere co-scienza che non c’è santitànella tristezza. La gioia nonè inutile ornamento, ma èesigenza e fondamento del-la vita umana.In Scrutate l’invito è sta-

to quello di scrutare l’oriz-zonte, ed entrare in undiverso ordine di valori,cogliendo un senso nuovoe differente della realtà.Non c’è maggiore libertàdi quella di lasciarsi con-durre dallo Spirito, rinun-ciando a calcolare e con-trollare tutto.Contemplate, accompa-

gnata da una riflessione sulCantico dei Cantici, ci ha

introdotto alla contemplazione comecompito di ogni sequela che trovaparticolare urgenza e riconoscibilitànella vita consacrata.

E infine Annunciate, sulla testimo-nianza e annuncio del Vangelo e co-me nuova conferma di quanto PapaFrancesco disse all’inizio dell’anno

della vita consacrata. «Sve-gliate il mondo, seguite ilSignore in modo profetico,siate annunciatori dellagioia del Vangelo».«Continuiamo, oggi, il no-

stro cammino di riflessione,percorso insieme attraversole lettere Rallegratevi, Scru-tate, Contemplate. Esso siferma a leggere la missioDei, come mistero affidatoda Cristo alla sua Chiesae confermato a Pentecostecon potenza dallo SpiritoSanto».I titoli delle quattro lette-

re sono tutti all’imperativo,con l’intenzione di eviden-ziare atteggiamenti e im-pegni che evidentementesi ritengono prioritari, deiveri e propri imperativi perla vita consacrata dei pros-simi anni.La gioia che è annuncia-

ta dalla Parola di Dio di-venta criterio di discerni-mento con cui scrutare lastoria e gli avvenimenti,per valutare con serietà gliimpegni da assumere.Un discernimento, da

esercitare attraverso la di-mensione contemplativa,unica capace di coniugarela profondità della relazio-ne con il Signore e la soli-darietà con la storia da cuiscaturiscono l’annuncio ela testimonianza.La struttura del testo è

costituita da un prologo,

ANNUNCIATETestimoni del Vangelo tra le genti

Abitare il mondo e abitarlo con l’atteggiamento di chi sa ascoltare il grido dell’umanità, sembraessere l’imperativo suggerito nella quarta lettera che la Congregazione dei religiosi, in quest’annodella vita consacrata, invia ai religiosi e alle religiose e qui presentata, nelle sue linee essenzialidal p. Eugenio Brambilla.

sinossi dei frontespizi delle quattro lettere circolaridella Congregazione per gli Istituti di Vita Consacratae le Società di Vita Apostolica

intitolato «Abitiamo ilmondo» e da tre capito-li: «Fino ai confini dellaterra», sullo stile con ilquale deve essere vissu-to il mandato missiona-rio; «Chiesa in uscita»,sulle modalità con lequali l’annuncio deveattuarsi; «Fuori dalla por-ta», dove lo sguardo siconcentra sui luoghi del-l’annuncio. Con alcuneprovocazioni finali. A suavolta, ogni capitolo haalcune pagine di ascoltoe commento di un testobiblico, seguita da ele-menti di riflessione e diprogetto per gli Istituti diVita Consacrata.Proprio per il carattere

urgente e attuale che as-sume il contenuto di que-sta lettera, vorrei, nel cor-so di quest’anno, analiz-zarne il contenuto peroffrire alla vita consacra-ta opportunità di crescitae apertura alle domandedel tempo che stiamo vivendo.

vita apostolica

Prima di addentrarci nello specifi-co della lettera e sul suo prologo cre-do opportuno suggerire una semplicepremessa sul carattere apostolico emissionario proprio della vita consa-crata, e delle sue implicanze per ilnostro tempo.Originariamente il concetto di ‘vita

apostolica’ era riferito alla vita evan-gelica vissuta dagli apostoli.In seguito, questo concetto è as-

sunto per indicare la vita evangelicadi coloro che, come gli apostoli, ac-cettano l’invito del Signore a seguirlonella castità, povertà e obbedienza.Oggi, questo concetto è usato per

indicare la vita evangelica di coloroche si consacrano a opere di evange-lizzazione e di carità.Con il Concilio Vaticano II la vo-

ce ‘apostolato’ è stata estesa a qua-lunque forma di attività evangeliz-zatrice e caritativa; in questo sensoil termine ‘apostolato’ è ormai allar-gato a indicare in concreto la vitacondotta a norma del Vangelo: intal modo diventa sinonimo di vitacristiana.

Il Concilio Vaticano II nel decretoApostolicam Actuositatem (n° 2) haaffermato espressamente che la vo-cazione cristiana «è per sua naturaanche vocazione all’apostolato».Tutti i cristiani, vivendo a norma delVangelo esercitano l’apostolato nel-la fede, nella speranza e nella cari-tà: virtù che lo Spirito Santo diffon-de nel cuore di tutti i membri dellaChiesa.Se per essere apostoli si richiede di

essere radicati nelle virtù teologalidella fede, della speranza e della ca-rità, l’apostolato è ricondotto prima-riamente al precetto della carità. L’ef-ficacia dell’apostolato non è desuntadalle attività apostoliche che si svol-gono, ma dalla carità con la quale sicompie.Ora, se la vita cristiana è vocazio-

ne all’apostolato, a maggior ragioneè vocazione all’apostolato la vitaconsacrata perché espressione piùcompleta della consacrazione batte-simale.Poiché la vita consacrata s’ispira

alla vita degli apostoli, che hanno se-guito il Signore abbandonando ognicosa in questo mondo, l’apostolicitàdella vita cristiana e l’apostolicitàdella vita consacrata si presentano

come due diverse realtà, con diffe-renti motivazioni istituzionali: men-tre l’apostolicità della vita cristiana sifonda sul battesimo, l’apostolicitàdella vita consacrata si fonda sullaprofessione religiosa, che è un pattodi alleanza sponsale contratto perso-nalmente con Cristo.La vita consacrata è costituzional-

mente apostolica, perché i religiosi,come gli apostoli, lasciano tutto, inquesto mondo, per rispondere all’in-vito del Signore che li chiama allasua sequela, con un patto di confor-mazione di vita con la sua vita casta,povera e obbediente.L’apostolicità della vita consacrata

non consiste semplicemente nellosviluppo dell’apostolicità della vitacristiana, ma consiste nel fatto nuovoe successivo dell’alleanza sponsaleche i religiosi contraggono con Cri-sto, per rimanere con lui e vivere co-me lui.Per avviarci alla comprensione del-

l’apostolicità della vita consacrata, ènecessario riaffermare esplicitamenteche i religiosi sono tali perché con-traggono personalmente un pattod’amicizia con Cristo, con il quales’impegnano a conformarsi alla suavita casta, povera, obbediente.

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Giotto - Battesimo del Signore - il battesimo: carta d’identità del cristiano e del consacrato

Il decreto Perfectae Caritatisafferma al numero 25: «Tutti ireligiosi, animati da fede inte-gra, da carità verso Dio e ilprossimo, dall’amore alla cro-ce e dalla speranza nella futu-ra gloria, diffondono in tutto ilmondo la buona novella diCristo, in modo che la loro te-stimonianza sia palese a tutti esia glorificato il Padre nostroche è nei cieli».A questo proposito merita

un accenno, lo splendido pa-ragrafo dedicato alla testimo-nianza evangelizzatrice deireligiosi nell’esortazione diPaolo VI, Evangelii Nuntiandi(n. 69): «I religiosi incarnanola Chiesa in quanto desiderosadi abbandonarsi al radicalismodelle beatitudini. Con la lorovita sono segno della totale di-sponibilità verso Dio, verso laChiesa, verso i fratelli… grazie alla lo-ro consacrazione religiosa, essi sonoper eccellenza volontari e liberi perlasciare tutto e per andare ad annun-ziare il Vangelo fino ai confini delmondo».L’ultimo messaggio sulla vita apo-

stolica dei consacrati e delle consa-crate lo troviamo nell’esortazioneapostolica Vita Consecrata, sintesi dellungo e fruttuoso dibattito al Sinodosulla vita consacrata. C’è un passag-gio molto importante da recuperareoggi in questo tentativo di rilanciarela nostra dimensione apostolica.

Al numero 76: «Il contributo speci-fico dei consacrati e consacrate al-l’evangelizzazione sta innanzituttonella testimonianza di una vita total-mente donata a Dio e ai fratelli, aimitazione del Salvatore che, peramore dell’uomo, si è fatto servo…Le persone consacrate rendono visi-bile, nella loro consacrazione e totalededizione, la presenza amorevole esalvifica di Cristo, il consacrato delPadre, inviato in missione».In questo modo nella funzione apo-

stolica dei consacrati l’essere è piùimportante della funzione; la missio-

ne della vita consacrata non èl’attività professionale, ma ilsuo essere carismatica; la suamissione specifica consiste nelvivere l’esperienza carismati-ca e lasciare che la vita ne di-venti testimonianza trasparen-te e affascinante. Ciò che im-porta non è quel che si fa perl’umanità, ma quello che si si-gnifica: il “perché” della vitaconsacrata.

abitiamo il mondo

È il titolo del prologo dellalettera. Un prologo che è radi-ce capace poi di generare lealtre parti del testo. L’invito èdi guardare al mondo non co-me realtà nella quale si è anzi-tutto inviati, o da evangelizza-re, ma come casa da abitare.Non mancano certo consi-

derazioni interessanti che ci aiutanoa leggere il nostro tempo e l’impattoche questo nostro tempo ha sulla vitaconsacrata.Tempo di profondi cambiamenti,

di frantumazione e moltiplicazionedelle visioni della vita, tempo in cuidomina l’individualismo e di conse-guenza la fragilità delle relazioni in-terpersonali.«Si moltiplicano visioni della vita

che poste tutte sullo stesso piano,relativizzano il valore di ciascuna diesse: diverso il modo di pensare lapersona, la famiglia, l’amicizia, l’amo-

re, il lavoro, l’impegno,la morte… Si vive comein un grande supermer-cato non solo di cosema anche di opportuni-tà, idee, modi di com-portamento, che produ-cono il rischio e la sfidadi scegliere, autodefinir-si, trovare le ragioni per-sonali per i propri com-portamenti».E ancora sull’indivi-

dualismo: «L’individuali-smo, enfasi sull’io e sulleesigenze personali, ren-de più fragili le relazioniinterpersonali e avverteogni legame come muta-bile, mai definitivo, an-che nelle scelte più im-portanti, come lo statodi vita».

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consacrati per rimanere con Cristo e viverecome lui

abitare il mondo con l’atteggiamento di chi sa ascoltare il grido dell’umanità...

Si tratti quindi di valutare bene itempi, di guardare con occhi attenti,e cambiare con loro, restando peròsaldi nella verità del Vangelo.Abitare il mondo sembra essere

l’imperativo suggerito in questo pro-logo della lettera, abitarlo con l’at-teggiamento di chi sa ascoltare il gri-do dell’umanità.«Spesso noi consacrati e consacra-

te siamo immersi e intimiditi da taleprocesso. Sopraffatti dalla complessi-tà dei tempi dimentichiamo l’attitudi-ne all’ascolto del grido umano e, al-tresì, la portata spirituale dell’annun-cio del Vangelo che può risvegliareanche in contesti difficili l’adesionedel cuore con la vicinanza, l’amore ela testimonianza».Seguono, poi, una serie d’indica-

zioni concrete per il rinnovamentodella nostra vita consacrata e per unrinnovato impegno nella storia e nelmondo, attraverso l’annuncio delVangelo.Anzitutto «non è possibile rinuncia-

re a interrogarsi sull’oggi di Dio, sulleopportunità e sui problemi posti allamissione della Chiesa dal tempo incui viviamo e dai mutamenti che locaratterizzano». Tutto ciò ci chiede lafatica e la gioia dell’ascolto nellacultura del nostro tempo, per discer-nere in essa i semi del Verbo, le trac-ce della presenza di Dio.È necessario interrogarci su quello

che Dio e l’umanità di oggi doman-dano. «L’uomo e la donna soffrono laperdita del volto, immersi in identitàplurime, spesso virtuali, d’occasionee di maschera».Non possiamo, dunque, vivere la

nostra missione se non rimanendo inascolto di questo grido, cercando diascoltarlo come Dio per primo ascolta.In secondo luogo, «il nostro tempo

ci invita a costruire progetti di sensoin cui la cultura di un nuovo umane-simo cristiano possa generare capaci-tà di dare significato all’esistenza, unorizzonte di comunicazione, di com-prensione, di riferimenti valoriali».In questo modo il nostro abitare il

mondo, ascoltando il grido dell’uma-nità, significa recuperare coraggioper annunciare una nuova liberazio-ne: «La luce del Vangelo può realiz-zare il reincanto del mondo con lapossibilità di riaccendere un cammi-no verso la verità».Papa Francesco nella Evangelii Gau-

dium affermava: «Un annuncio rinno-

vato offre ai credenti, anche ai tiepi-di o non praticanti, una nuova gioianella fede e una fecondità evange-lizzatrice. In realtà, il suo centro ela sua essenza è sempre lo stesso: ilDio che ha manifestato il suo im-menso amore in Cristo morto e ri-sorto».Infine, le persone consacrate sono

chiamate a mostrare al mondo la bel-lezza di Cristo e del suo Vangelo.Giovanni Paolo II, in Vita Conse-

crata affermava: «Primo compito del-la vita consacrata è di rendere visibilile meraviglie che Dio opera nella fra-gile umanità delle persone chiamate.

Più che con le parole, esse testimo-niano tali meraviglie con il linguaggioeloquente di un’esistenza trasfigura-ta, capace di sorprendere il mondo…la nuova evangelizzazione esige daconsacrati e consacrate piena consa-pevolezza del senso teologico dellesfide del nostro tempo».Passaggi ancora profondamente at-

tuali capaci di ricordarci che siamochiamati ad abitare gli ambientiumani con profondità, radicalità, finoal punto di dare volto ed espressionealle tracce di presenza di Dio. Si trat-ta di non allontanarsi mai dalla veritàdi se stessi, del rapporto con gli altri

e con il creato; di vivere la sequeladi Cristo come un fare spazio alla ve-rità dell’umano.

in conclusione

Termina così la parte introduttivadella lettera, dove emerge in modoevidente come la missione dei con-sacrati e delle consacrate va ben ol-tre la somma delle attività apostoli-che: il compito essenziale primad’ogni altra cosa è «essere vita con-sacrata».I consacrati non sono dei sempli-

ci corpi specializzati al servizio

della società e della Chiesa, e le lo-ro opere apostoliche non copronola totalità, né la specificità dellamissione della vita consacrata. Og-gi i consacrati fanno molte cose etuttavia questo non risolve il pro-blema della loro identità e della lo-ro missione.Più che mai emerge la necessità di

riscattare la dimensione carismaticae profetica della Vita Consacrata e lasua dimensione simbolico-politica.Saranno i passi successivi che An-

nunciate, ci farà compiere!

Eugenio Brambilla

VITA CONSACRATA

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...specialmente di quella vittima della sofferenza in tutte le sue infinitevariazioni