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Sulla via di San Francesco - Gubbio Informazioni, programmi, attività, a cura del Movimento Adulti Scouts Cattolici Pratesi - Piazza Mercatale 149, Prato - Stampato in proprio www.masciprato.com N N N O O O T T T I I I Z Z Z I I I A A A R R R I I I O O O M M M.A.S.C.I. Prato .A.S.C.I. Prato .A.S.C.I. Prato .A.S.C.I. Prato N° 7 Aprile 2016 Anno XXXIII N° 294

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Sulla via di San Francesco - Gubbio

Informazioni, programmi, attività, a cura del Movim ento Adulti Scouts Cattolici Pratesi - Piazza Mercatale 149, Prato - Stampato in proprio

www.masciprato.com

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Aprile 2016 Anno XXXIII

N° 294

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Sabato 16 e domenica 17

San Giorgio Interregionale a Gubbio. • Dalle 13.30 alle 15.15, accoglienza in Hotel. • Alle ore 15.30, raduno al convento di San Francesco,

presso il chiostro grande - Piazza 40 Martiri. • Ore 16.30, alzabandiera.

Al cibo per la cena di condivisione provvederà il MASCI– Toscana per tutte le Comunità. Mercoledì 20, ore 21,00 Riunione di catechesi con Don Marco. Venerdì 29 ore 21,15 In sede

Assemblea dell’Associazione "Insieme per lo scautismo, onlus”.

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Calendario del mese di Aprile 2016

Sabato 2, ore 19,45

Cena di autofinanziamento dell'Associazione "Insieme per lo scautismo onlus”, che si terrà nella sala parrocchiale di S. Ago-stino. Quota di partecipazione 15 euro. E’ necessaria la prenotazione. Rivolgersi a Fausta Baccetti Mar-tini entro il 28 marzo 2016. Questi i recapiti: e-mail: [email protected] - tel. 0574 984101– cell. 339 6138738. (Vedi a pag. 8). Lunedì 4, ore 17,30

Riunione di Consiglio in sede. Mercoledì 6, ore 21,15

In sede, riunione di comunità. Riflettiamo sul 6° a rt. della Legge Scout. (Vedi a pag. 9) Qualche informazione per aderire oppure non aderire (secondo la propria coscienza) alla Petizione popolare di impegno civile per per i migrantes - Una iniziativa del Consiglio nazionale MA-SCI riportata a pag. 3. Sabato 9

Camminata biblica con don Marco. • Ore 8.30 lodi e 1a lettura di Isaia nella chiesa di San Pietro a

Mezzana (via dell'Agio n.59). Dopo, a piedi, lungo la ciclabile sulla riva dx del Bisenzio ci sposteremo per la 2a meditazione nella chiesa di San Giusep-pe (viale Montegrappa 57).

• Il percorso è di circa 4 km ed occorrerà circa un'ora. Pertanto si può ipotizzare che la 2a lettura nella chiesa di San Giusep-pe sarà fatta fra le 10 e le 10.30.

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Pensieri, aforismi, frasi di San Francesco

Chi lavora con le sue mani è un lavoratore. Chi lavora con le sue mani e la sua testa è un artigiano. Chi lavora con le sue mani e la sua testa ed il suo cuore è un artista.

E tutte le creature che sono sotto il cielo, ciascuna secon-do la sua natura servono, conoscono e obbediscono al loro creatore meglio di te, o uomo.

Non appoggiarti all’uomo: deve morire; non appoggiarti all’albero: deve seccare; non appoggiarti al muro: deve crol-lare. Appoggiati a Dio, a Dio soltanto. Lui rimane sempre!

Cominciate col fare il necessario, poi ciò che è possibile, e all'improvviso vi sorprenderete a fare l'impossibile.

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RIUNIONE DI SEGRETARIATO DEL MASCI TOSCANA DEL 6 FEBBRAIO 2016

Omissis... Punto 1 dell'O.d.G. Relazione del Segretario sul C.N. tenuto a Roma nei giorni

29-31 Gennaio 2016.

Omissis... b) Iniziativa nazionale di impegno civile.

DOCUMENTO DI PRESENTAZIONE DELL’INIZIATIVA Ci siamo tutti profondamente commossi nel vedere il corpicino di Aylan adagiato sulla spiaggia di Bo-drum in Turchia. Aveva solo 3 anni e tanta voglia di giocare! Dopo Aylan tanti, troppi bambini, anche di più tenera età, sono morti in mare, e la forte commozione si è andata lenta-mente trasformando in una sorta di normalità che provoca, anche inconsapevolmente, quella indifferenza globalizzata vigorosamen-te denunciata da papa Francesco. Nel mediterraneo, nel 2015, sono morti oltre 3.000 perso-ne. Uomini, donne, anziani alla disperata ricerca di pace e benes-sere. Di un benessere che si colloca ben al disotto del limite che noi riteniamo di mera sussistenza. Di questi ben 800 erano bam-bini. Bambini più sfortunati dei nostri, semplicemente perché nati in luoghi di povertà ec1onomica, culturale e valoriale, in luoghi dove non v’è altro che guerra e violenza. I numeri parlano di una strage. Una strage di innocenti. Una strage che ci chiede, ci impone, come persone, credenti e scout, di non tacere, di non contribuire a vestire di normalità fenomeni che nulla hanno a che fare con la normalità. A Madaya, in Siria, si muore letteralmente di fame. I gior-nalisti e gli operatori di organizzazioni umanitarie, raccontano di bambini e adulti che si cibano di foglie di alberi, di piccoli animali domestici e di rifiuti. La brama di potere indurisce i cuori dei po-tenti, i cuori di chi potrebbe mettere fine a tutto questo. Non ci meravigliamo, dunque, se milioni di persone conti-nuano ad alimentare i flussi migratori verso l’occidente opulento e pacifico, né possiamo illuderci di poter attivare strumenti in grado di bloccare i flussi. Nessuno può fermare una parte dell’umanità in cerca di ci-bo, pace, benessere e dignità. Di fronte a tragedie come questa,

noi preferiamo assumere il ruolo del samaritano che soccorre l’uomo sen-za nulla chiedersi circa la sua identi-tà, la sua storia, la sua appartenenza, i motivi per cui è ridotto in quello sta-to, piuttosto che quello di quanti (il sacerdote e il levita), nel timore di diventare “impuri” (paure, egoismi, indifferenza, ecc.) tirano dritti per la loro strada. Questa nostra scelta di servizio è testimoniata dal quotidiano impegno di tante nostre comunità e singoli adulti scout in attività di accoglienza e collaborazione con le istituzione pubbliche per of-frire ai nostri fratelli in Cristo quel calore umano di cui, forse, ne hanno dimenticato l’esistenza. Ma non basta! Il servizio è necessario, ma non è più suffi-ciente! Gli sbarchi continueranno e con essi naufragi e le morti si-no a quando non saranno assunte iniziative strutturali finalizzate a rimuovere le condizioni che favoriscono i flussi dei migranti. Recuperando una riflessione proprio sulla parabola del Buon Samaritano di don Tonino Bello, indimenticato vescovo e presiden-te di Pax Christi, all’ora giusta dell’intervento umanitario, bisogna aggiungere l’ora prima che è proprio l’intervento finalizzato a pre-venire situazioni di sofferenza. Con questo spirito e con queste motivazioni, il Consiglio Na-zionale chiede a tutte le comunità di partecipare alla raccolta di firme per presentare una PETIZIONE POPOLARE al Parlamento Italiano e ad altre Istituzioni Pubbliche, affinché si adottino stru-menti e procedure per evitare il ripetersi di stragi come quelle ve-rificatesi in questi anni e per rendere più dignitosa la permanenza in Italia degli emigrati.

Si auspica che l’adesione della comunità all’iniziativa, possa essere:

• un'opportunità di crescita per la Comunità con l'avvio di una riflessione su un tema di civiltà da affrontare all'interno ed all'esterno la comunità, coinvolgendo altre realtà, confessionali e laiche, che si interessano o che potrebbero interessarsi alla problematica.

• Un rafforzamento del legame con le strutture del Movimento, in particolare con la segreteria regionale che assumerà la regia dell’iniziativa anche per individuare le associazioni con cui col-laborare, i tempi per le riflessioni, i luoghi per la raccolta firme.

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Petizione popolare

I sottoscrittori della presente petizione popolare, richiamandosi ai principi sanciti dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani che:

A) considera il riconoscimento della dignità di tutti i membri della famiglia umana e dei loro diritti, uguali ed inalienabili, fonda-mento della libertà, della giustizia e della pace nel mondo;

B) ritiene il disconoscimento e il disprezzo dei diritti umani quale causa di atti di barbarie che offendono la coscienza dell'umani-tà, e che l'avvento di un mondo in cui gli esseri umani siano li-berati dall’oppressione e dal bisogno è la più alta aspirazione dell'uomo;

Convinti, inoltre, che è urgente interveni-re per mettere fine alla ormai quotidiana strage di donne, di uomini e bambini alla disperata ricerca di pace e dignità, si ri-volge al Parlamento e al Governo Italiano affinché, ciascuno per le proprie compe-tenze, si impegni:

• ad individuare corridoi umanitari sicuri per consentire il transito ai migranti vittime di guerre, persecuzioni, catastrofi e dittatu-re;

• a garantire un’accoglienza degna e rispettosa dei diritti della persona;

• ad accelerare le procedure di identificazione e definizione delle richieste di asilo, al fine di ridurre al minimo la permanenza nei centri di concentrazione e detenzione dei migranti;

• a far superare, a livello europeo, i vincoli del Regolamento di Dublino;

• a progettare e realizzare veri percorsi di integrazione;

• a realizzare interventi politici/economici nelle nazioni di parten-za dei migranti.

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08/03/2016 - Avvenire - Pagina 4 ROMA Una rotta sicura. Dopo la prima famiglia siriana atterrata il 4 febbraio, dopo i 93 profughi sbarcati a Fiumicino il 29 febbraio, il corridoio umani-tario aperto da Comunità di Sant' Egidio, Federazione delle chiese evangeliche e Tavola valdese si prepara a trasbordare in tutta sicu-rezza dai campi libanesi altre 150 persone fuggite ai bombardamen-ti di Assad e ai tagliagole del Daesh. Il progetto per cui hanno speso parole di apprezzamento sia il presidente Mattarella, il 3 marzo, che il Papa all' Angelus di dome-nica funziona a pie no regime, in collaborazione con i ministeri di Esteri e Interno, totalmente sostenuto dalle organizzazioni religiose che l' hanno promosso in spirito ecumenico. Entro la fine del 2017 saranno almeno mille i siriani tratti in salvo dribblando i trafficanti. «Tra sei mesi sarà fatta una verifica con le istituzioni coinvolte e non escludiamo che il numero finale possa essere ampliato», rivela Maria Quinto, responsabile per Sant' Egidio del progetto in Libano. Altri due cor-ridoi potrebbero essere aperti in Etio-pia, per i profughi da Eritrea e Sudan, e in Marocco, per l' Africa subsaha-riana. «Ora ci stiamo concentrando sul Libano dove la situazione è difficilissima», spiega Maria Quinto. Il primo gruppo era arrivato dall' area di Tripoli, Nord del Paese: «I prossimi 150 arriveranno dal Sud: periferia di Beirut, Sidone, Tiro. E Valle della Beqa', dove ci sono molti piccoli campi profughi au-togestiti: le famiglie affittano un fazzoletto di terra dove costruisco-no baracche e pagano l' affitto lavorando come braccianti». Diversamente dal primo gruppo arrivato il 29 febbraio spiega la responsabile di Sant' Egidio stavolta ci saranno diversi cristiani che fuggono da zone devastate come Aleppo, Malula, il governato-rato di Hassaké.

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Corsi singoli della SCUOLA DI TEOLOGIA della Diocesi di Prato

Sono ancora aperte le iscrizioni al seguente corso: “Gesù Cristo e le religioni” - P. Alessandro Cortesi o.p. - marzo-aprile 2016, giovedì ore 21,00, Seminario Vescovile. Le iscrizioni vanno effettuate presso l’Ufficio parrocchiale della parrocchia di S. Maria del Soccorso, tel. 0574 607219. E’ aperto dal lunedì al venerdì dalle 18,30 alle 19,30 (esclusi giorni festivi e feste liturgiche).

La diocesi di Trento ospita, tra città e provincia, 30 persone. Altre 27 sono nelle diocesi di Reggio Emilia e Torino accolte da Caritas e Associazione Papa Giovanni XXIII. A Roma 15 gli assistiti da Sant' Egidio, più un' altra famiglia alloggiata presso le Mis-sionarie serve dello Spirito Santo. Tra Firenze e Aprilia gli evangelici ne seguono altri 22. Tutti sono arrivati con un visto umanitario e hanno fatto domanda di asilo. I minori sono in fase di inserimento scolastico, molti sono in cura al Bambino Gesù di Roma come a Bologna per le protesi orto-pediche, tutti studiano l' italiano. «Per gli adulti c' è l' avviamento professionale per raggiungere l' autonomia. C' è anche chi non vede l' ora tornare. Grande la risposta dei cittadini italiani: «Molti i contributi e-conomici (cfr www.santegidio.org), ma anche le offerte di seconde case. I corridoi umanitari possono essere la risposta che in molti attendevano di fronte all' apparente ineluttabilità di questa trage-dia». Luca Liverani (A cura di Egisto)

Ass. Insieme per lo scoutismo – onlus

Via E. Boni, 19 – 59100 Prato

C.F. 92074460483 Carissimi,

l’Associazione Insieme per lo scoutismo - onlus è lieta di invitarvi alla

CENA di CENA di CENA di AUTOFINANZIAMENTO AUTOFINANZIAMENTO AUTOFINANZIAMENTO

per sostenere il Progetto: annesso agricolo per la Base scout,

che si terrà presso la sala parrocchiale di S. Agostino

Sabato 2 aprile 2016, alle ore 19,45.Sabato 2 aprile 2016, alle ore 19,45.Sabato 2 aprile 2016, alle ore 19,45.

E’ necessario prenotarsi, e farlo è possibile, scrivendo entro il 28 marzo a questa mail: [email protected] , oppure con-tattando telefonicamente: Fausta Baccetti 0574 984101 – 3396138738, indicando un nominativo e il numero di coperti che si intendono prenotare. Di seguito il menù, prezzo fisso 15 euro CENA con prodotti tipici toscani : • antipasto misto • primo: penne strascicate alla fiorentina • secondo: porchetta – patate • dolci fatti in casa – crostate – biscotti • frutta.

Invitate e venite numerosi !

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6° art. della LEGGE:

”L'Adulto Scout ama e rispetta la natura”

Lo scautismo conduce ad amare e rispettare la natura, sen-tirsene parte viva e rivivere dentro di sé il dinamismo, le dimen-sioni, i segreti che si riscoprono nelle uscite, nei campi. La natura prima si respira, poi si guar-da,poi si comprende e si ama. Quando guardi un albero e vedi un albero, tu non hai visto davvero l'albero. Quando guardi un albero e vedi un miracolo, allora finalmente, hai visto un albero. Signore, io preferisco chia-mare la natura “Creato” per presentare la natu-ra come tuo dono, frutto del tuo disegno mera-viglioso e anche come punto di riferimento per scoprire le tracce di un gioioso cammino umano. Aiutami a farmi misurare da essa, quando mi cimento in un hike e devo convivere con essa. Quando non posso che amarla ed apprezzare ed apprezzare nei suoi ritmi e nei suoi doni: la rugiada del mattino, il caldo del sole, le piante ombrose, la sorgente limpida, il prato morbido, il ramo secco che prende fuoco subito e il cielo stellato per la veglia e la preghiera. La preghiera dello scout nasce e si fonda nella meraviglia di un mistero d'amore che si legge nella creazione. Aiutami Signore ad accettare il vento, il freddo, il caldo, i disagi come un tuo lin-guaggio, la tua Parola che m'insegna la povertà, la pazienza ed a sentire i tuoi passi, di Te che mi vivi accanto. (Littorio Prezioso – Pensieri e Preghiere per fare Strada in Comunità) Il 6° art. nello “Scouting for boys” (il testo per gli esploratori e guide scritto da Baden Powell nel 1908), è così enunciato “A scout is friend to animals”, è amico degli animali. Questa espres-sione per ha per l'A.S. ha un significato ampio, che comprende il rispetto per l'ambiente e l'evitare ogni forma di sperpero di beni naturali, dall'acqua all'aria, dall'energia alle diverse forme di vita; essere amico di piante ed animali significa sforzarsi di rinunciare a tutto ciò che nella nostra vita è sovrastruttura, imposta dalla so-cietà del consumo; di rinunciare almeno per qualche giorno all'an-no, alle sicurezze a cui siamo abituati a casa nostra, ed alle sicu-rezze che ci vengono offerte dalle agenzie di turismo di massa per vivere in modo semplice ed essenziale, contando anzitutto su sé stesso. (Gabriella e Paolo Linati – Adulti Scout).

“La vita nella natura e non il semplice contatto del turista, ri-porta l'uomo ai suoi ritmi fondamentali, gli rende a sua insaputa il senso del suo posto nell'universo, il senso del mistero della vita,il senso delle creature, e anche il senso della potenza di un creatore.” Michel Rigal, Commissaire General des Scout de France. La vita all'aperto, la vita a contatto con il creato per lo scauti-smo adulto, è fondamentale come per lo scautismo giovanile; mini-mizzarlo o toglierlo significa svuotare il metodo stesso. “Lo studio della natura vi mostrerà di quante cose belle e meravigliose Dio ha riempito il mondo per la vo-stra felicità” (B.P. Testamento). Mons. Ghetti (Baden – RS Servire maggio-giugno 1959)parlando ai Rover della natura ne fa ben capire l'importanza ed il significato nel meto-do scout: “Bisogna uscire dall'equivoco che educa-zione all'aperto voglia dire trasportare i banchi dalle aule al giardino nelle giornate di sole … la vita all’aperto implica un senso di scoperta, di os-servazione, di apertura sulla natura. Bisogna co-noscerla e studiarla nel suo svolgersi stagionale, nelle sue ricchezze, nel suo potente respiro, diffu-so in mille piccole creature .....” Continua Baden “Vi sono scuole diverse nella spiritualità cat-tolica per educarci alla interiorità: lo scoutismo ne segue una che dagli eremiti al monachesimo occidentale, al francescanesimo ha fatto della Natura il grande libro le cui lettere sono state tracciate dal creatore.” La Natura - è segno di una Intelligenza - è segno di un Ordine - è segno di una Provvidenza … - E’ segno di un Amore. Sono trac-ce che aprono lo spirito alla lode di Colui che queste cose ha creato e governa........ ed al rendimento di grazia al Signore. L’irreligiosità moderna sorge appunto dal rifiuto di una dipendenza da Dio: l’uomo si crede autosufficiente. Pensa di conquistare il mondo con le sole sue forze. La Natura, grandiosa talora potente, terribile e forte dandoci il senso della nostra fragilità ci apre al senso dell’Assoluto. ”Per lo scoutismo la Natura è dunque una grande palestra ove si sviluppa il gusto delle cose semplici, si ritempra e si sviluppa il nostro corpo ma soprattutto è il luogo, ove l’uomo può ritrovare la spinta interio-re per cercare il vero volto di Dio, ed aprirsi alla Rivelazione ed al dono soprannaturale della Fede. Lo scout ha attenzione e rispetto per la Natura, come lo ha per propria casa.

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Salvaguardia della Natura, non deve significare come per certi gruppi politici, trasformare l’ambiente naturale in un luogo, inavvi-cinabile, inaccessibile, da conservare come un museo, nel quale o-gni attività è vietata, in cui non è possibile toccare un albero, un fiore o piantare una tenda; al contrario è favorevole a un’interrelazione uomo natura, a condizione che non vengono scon-volti quegli equilibri biologici, da cui dipende la vita di tutti gli uo-mini del nostro pianeta. Un modo per avvicinarsi alla natura … è fare Strada concreta-mente (altrimenti è un simbolo che oggi, nello scautismo adulto si fa fatica a comprendere in senso metaforico, per le lunghe ore tra-scorse a discutere con i piedi sotto al tavolino, e la scarsa abitudine a camminare!). Anche se le primavere ormai sono tante, fare strada insieme resta uno degli elementi più qualificanti del metodo, e non può es-sere messo da parte. Anche per il MASCI è valido il vecchio detto che “lo scoutismo entra per i piedi”. Pertanto una uscita a piedi al-meno una volta al mese dovrebbe essere un impegno per tutte le comunità MASCI serie e degne di questo nome. Per continuare a camminare, però, bisogna preparare il fisico; è assurdo, che qualcuno, che fa una vita del tutto sedentaria, ma-gari usa l’auto anche per comprare il gior-nale a tre passi da casa, che in inverno ed in estate vive sempre in un ambiente clima-tizzato, il giorno dell’uscita si trasformi in una specie “Rambo” che fa chilometri e chi-lometri sotto il sole, nel vento e nella neb-bia. E' necessario riscoprire l’importanza del movimento nella nostra vita: B.P. al mattino consigliava di fare regolarmente i famosi 5 esercizi per il risveglio muscolare, ma va bene qualunque altro esercizio di stretching, usare di più le gambe per gli sposta-menti nelle normali attività della vita quotidiana, controllare il peso rinunciando un poco ai piaceri della tavola, evitare di introdurre tossici, fumo alcool.....e medicine.

Interroghiamoci: • Siamo forti consumatori di cibo, acqua, energia? • Abbiamo un rapporto disinvolto con l'ambiente? • Ci preoccupiamo di custodirlo e conservarlo per le generazioni

future? • Riusciamo a superare la nostra pigrizia e vivere a contatto con la

natura, momenti di silenzio e di “deserto”? • Ci informiamo sulle questioni affrontate nel campo della bioetica

e ci preoccupiamo dei rischi eventuali? (a cura di Egisto)

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SAN FRANCESCO SAN FRANCESCO SAN FRANCESCO

E IL LUPO DI GUBBIOE IL LUPO DI GUBBIOE IL LUPO DI GUBBIO

I Fioretti (cap. XXI) raccontano che nel periodo in cui S. Francesco si trovava a Gubbio, nei pressi della “Vittorina”, un vecchio lupo (molto più probabilmente una vecchia lupa), con la sua ferocia, seminava il terrore nell’intero contado.

Il Santo assisiate, messo al corrente del fatto, va alla ricerca del lupo, lo incontra, parla con lui; alla fine del colloquio la bestia gli porge la zampa e il patto è stipulato: da quel giorno il lupo, come un buon cristiano, diviene il trastullo dei bambini e l’idolo della cittadina.

«E poi il detto lupo vivette due anni in Agobbio; ed entravasi domesticamente per le case a uscio a uscio, senza fare male a persona e senza esserne fatto a lui; e fu nutricato cortesemente dalle genti; e andandosi così per la terra e per le case, giammai niun cane gli abbaiava dietro.

Finalmente, dopo due anni, frate lupo si morì di vecchiaia. Di che i cittadini molto si dolsero; imperò che, veggendolo andare così mansueto per la città, si ricordavano meglio della virtù e del-la santità di santo Francesco» (Fioretti, cap. XXI).

Molti si chiedono: Ma davvero la storia del famoso lupo di-ventato «a modo d’uno agnello mansueto» è solo leggenda o una parabola, che narra, attraverso simboli, una vittoria del bene sul male? Una volta lo si pensava; oggi non più. L’opinione prevalente è che i Fioretti riportino un fatto realmente accaduto.

Il principale indizio a favore di detta tesi è una pietra custo-dita nella chiesa di S. Francesco della Pace, nel centro di Gubbio. Si tratta di un coperchio di un antico sarcofago, decorato da una croce, similmente a mille altre pietre tombali d’ogni epoca. Eppu-re quel sarcofago, stando alle specifiche competenze, risulta esse-re anomalo: le sue dimensioni, infatti, sono troppo piccole per contenere un uomo.

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Per capire l’importanza di questa pietra, occorre fare un salto a ritroso nel tempo: all’anno 1873. A quell’epoca il quartiere limi-trofo alla chiesa di S. Francesco della Pace era chiamato “Morte del Lupo”, perché, secondo la tradizione, l’ex terrore della città era stato seppellito lì, nel cuore del centro.

Ebbene, nel 1873 alcuni operai stavano lavorando per siste-mare i gradini di un vicolo prossimo alla chiesa, quando, scavan-do, trovarono una pietra lavorata, e sotto la pietra uno scheletro di animale.

Incuriositi, gli operai portarono quei resti a un veterinario - tale Giovanni Spinaci - il quale non ebbe dubbi: le ossa erano quelle di un lupo!

In altri tempi la scoperta avrebbe fatto scalpore; allora, inve-ce, creò solo imbarazzo.

E si può capire il motivo: lo Stato Pontificio era “crollato” solo da tre anni; l’Italia era ancora divisa tra papalini e anticlericali; quindi, accreditare o screditare l’importanza di un reperto di quel genere era un problema più politico che storico-scientifico. Fu così che sui resti del lupo si scatenò una gara a “scaricabarile”: il Comune arrivò a irridere gli autori del ritrovamento e persino il vescovo, Innocenzo Sannibale, rifiutò di custodire le ossa, forse temendo di scontrarsi col potere civile.

Così lo scheletro del vicolo sparì chissà dove. Le ossa sono andate perdute: non potremo mai sapere se appar-tenevano alla “belva” più famosa della storia. Certo è che se non fosse così ci trove-remmo davanti a una ben strana coinci-denza: non è usuale trovare un lupo se-polto come un cristiano, per lo più nel cuore di una città, e proprio dove la tra-dizione colloca l’epilogo del racconto dei Fioretti.

Tra l’altro, alla scoperta del vicolo si aggiungono altri indizi, che rendono tutta la vicenda molto verosimile.

Il primo è che tra Gubbio e dintorni i lupi sono sempre stati di casa (lo sono tuttora!).

Il secondo indizio riguarda una chiesetta fuori porta, detta da tutti “la Vittorina”: tradizione vuole che il lupo si sia arreso a S. Francesco proprio lì.

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Ebbene: si sa da fonti storiche che il Santo visse a Gubbio in due fasi (nel 1220 e 1222) e che soggiornò pro-prio alla Vittorina, presso alcuni confra-telli.

Il terzo indizio è l’estremo reali-smo con cui i Fioretti trattano la vicen-da.

Da notare, inoltre, che l’autore non usa una sola volta la parola “miracolo”, né toni favolistici, ma si li-mita a descrivere in modo distaccato e “scientifico” un animale che si sotto-mette: più che una biografia di un Santo, sembra di leggere un testo di etologia.

Ciò, senza dubbio, non dimostra che la storia del lupo di Gubbio sia vera, ma almeno sottolinea che chi l’ha tramandata aveva i “piedi per terra” e ben sapeva di cosa stava parlando.

Il punto debole dei Fioretti - sempre evidenziato dagli scetti-ci - è che quel testo sia relativamente tardivo: fu scritto nel ‘300, quando Francesco era già venerato come Santo, e attribuirgli pro-digi era perciò quasi un obbligo letterario. Obiezione respinta, poi-ché del lupo di Gubbio esistono tracce più antiche dei Fioretti: la più bizzarra è un sigillo del ‘200, conservato a Gubbio, che raffi-gura il Santo con un lupo al guinzaglio.

Ci sono poi affreschi della stessa epoca e quattro testi, fra cui un poemetto (“Legenda versificata”), scritto da Enrico d’Avranches negli anni 1232-34, cioè quando molti testimoni dell’avvenimento erano ancora in vita. Sarebbe errato, quindi, chiamarla “fiaba”!

Che un lupo selvaggio sia stato davvero “addomesticato” e sia poi vissuto tra le case di Gubbio è più che probabile! “Francesco d’Assisi - sottolinea Sidney F. Wichs - è l’Uomo mira-colo!

A lui Dio concesse il potere di infrangere le barriere, che di-vidono l’uomo dall’uomo, che dividono l’uomo dagli animali. Francesco ha spalancato tutte le porte chiuse e ha liberato tutti i cuori prigionieri, i cuori degli uomini, degli uccelli o degli altri ani-mali; i cuori dei feroci saraceni, dei briganti, dei prìncipi superbi, dei poveri di spirito, delle pecorelle cristiane rimaste senza pasto-re”.

La Vittorina

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