Anno xxxi n 5 9 febbraio 2014

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ANNO XXXI N° 5 - 9 Febbraio 2014 1.00 Abbonamento annuo ordinario 30,00 - sostenitore 50,00 - Taxe parcue - Tassa riscossa Ufficio di AP - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - DL 353/2003 (conv.in L.27/02/2004 n.46) art.1 comma 1 commerciale business Ascoli Piceno Domenica 2 febbraio 2014 A Montalto delle Marche l’inclemenza del tempo non ha impedito l’accoglienza festosa del nuovo vescovo Carlo. La diocesi voluta da papa Sisto V ha mostrato tutta la sua bellezza Segue a pag. 2 ACCOLTO NELLA CONCATTEDRALE L’ingresso del nuovo Vescovo Mons. Carlo Bresciani nella Basilica Concattedrale di Montalto delle Marche è avvenuto Domenica 2 Febbraio, giorno della Candelora, Festa della Presentazione di Gesù al tempio. Tutto il paese era addobbato ad arte con le bandiere gialle e rosse, colori della Città di Montalto. La cerimonia è iniziata alla ore 10,45 presso la Cripta sottostante la Concat- tedrale, dove Mons. Bre- sciani era atteso da una gran folla di fedeli delle 4 comu- nità parrocchiali del Comune di Montalto e di altri Comuni della Vicaria. Com’è consue- tudine quando un Vescovo fa il suo ingresso, per la prima volta, in una chiesa, proprio sulla soglia Sua Eccellenza ha baciato il Crocifisso, por- togli dal nostro parroco don Lorenzo Bruni ed ha asperso l’assemblea con l’acqua be- nedetta. Di seguito, dopo es- sersi raccolto in preghiera sulle tombe dei Vescovi estinti, suoi predecessori, ha ricevuto il saluto del Sindaco Guido Mastrosani e l’omag- gio delle Autorità civili e militari accorse nume- rose, e dopo aver indossato i paramenti sacri di Papa Pio VIII, già Vescovo di Montalto, ha be- nedetto con rito solenne le candele da portare in processione. La nebbia, il vento e la pioggia avrebbero potuto impedire la processione esterna, dalla Cripta alla Concattedrale passando per Viale degli Eroi e Corso Vittorio Emanuele III, come era stata già programmata, ma con lo stu- pore e la meraviglia di tutti i partecipanti il nostro amato Vescovo Carlo ha deciso di svolgerla ugualmente. Mentre le campane suonavano a festa, sotto il porticato della Concattedrale ad ac- coglierlo c’era la Banda Cittadina, un po’ infred- dolita, e tuttavia con una grande voglia di rallegrare questa giornata. Il corteo processionale, composto da bambini, ministranti e ministri, il nostro parroco don Lorenzo, gli altri sacerdoti del circondario, il Vicario Generale della Diocesi Mons. Romualdo Scarponi ed il nostro Vescovo Mons. Carlo Bresciani, ha varcato la soglia della Concattedrale per poter dare inizio alla celebra- zione Eucaristica. ACCOLTO DALLE AUTORITà CIVILI E MILITARI In una giornata particolarmente fredda e uggiosa la Città di Montalto ha accolto con gioia S.E.R. Mons. Carlo Bresciani. Un pro- gramma davvero nutrito ha atteso il nuovo Vescovo nella Città tanto amata da Papa Sisto V, Sede vescovile dal 1586, che per l’oc- casione si è adornata di bandiere rosse e gialle, rappresentanti i colori dello stemma civico. Oltrepassata Porta Patrizia, l’antica porta me- dioevale, Mons. Bresciani è giunto in Piazza Umberto I, cuore pulsante dell’Amministra- zione comunale, dove ad attenderlo vi erano le autorità, unitamente al Parroco Don Lorenzo Bruni e alcuni concittadini. Entrati nello storico Palazzo Civico - voluto da Papa Sisto V come sede amministrativa e giurisdizionale del Pre- sidato Sistino-, il Sindaco Guido Mastrosani, mostrando gli antichi stemmi con l’arme dei vari Governatori, ha descritto Montalto come la terra che raccoglie l’eredità di due grandi personaggi: Papa Sisto V e l’architetto Giu- seppe Sacconi. Giunti nella bellissima Sala Consiliare, il Primo cittadino ha esposto al Vescovo le difficoltà di questo piccolo comune dell’entroterra; le ten- sioni che talvolta si creano per effetto della crisi economica, ma anche la necessità di tro- vare la speranza e una soluzione alle tante problematicità. Mons. Bresciani ha rispo- sto che solo restando uniti e collaborando insieme è possibile affrontare le sfide quotidiane; l’unità è la forza che anima gli uomini. L’Amministrazione ha poi omaggiato il nuovo Vescovo con una pregevole “fo- glietta” (antica misura utilizzata nell’Ita- lia centro-meridionale e corrispondente a circa mezzo litro) e una significativa pub- blicazione dedicata all’architetto Giu- seppe Sacconi. Segue a pag. 2 Azione Cattolica e CSI insieme per il Meeting della pac A pag. 8 A pag. 2 La Compagnia dei Tipi Loschi festeggia S. Giovanni Bosco con il vescovo Carlo

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settimanale della diocesi

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ANNO XXXI N° 5 - 9 Febbraio 2014 € 1.00

Abbonamento annuo ordinario € 30,00 - sostenitore € 50,00 - Taxe parcue - Tassa riscossa Ufficio di AP - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - DL 353/2003 (conv.in L.27/02/2004 n.46) art.1 comma 1 commerciale business Ascoli Piceno

Domenica 2 febbraio 2014

A Montalto delle Marche l’inclemenza del tempo non ha impedito l’accoglienza festosa del nuovo vescovo Carlo.

La diocesi voluta da papa Sisto V ha mostrato tutta la sua bellezza

Segue a pag. 2

ACCOLTO NELLA CONCATTEDRALE

L’ingresso del nuovo Vescovo Mons. Carlo

Bresciani nella Basilica Concattedrale di

Montalto delle Marche è avvenuto Domenica

2 Febbraio, giorno della Candelora, Festa

della Presentazione di Gesù al tempio. Tutto il

paese era addobbato ad arte con le bandiere

gialle e rosse, colori della Città di Montalto.

La cerimonia è iniziata alla ore 10,45 presso laCripta sottostante la Concat-tedrale, dove Mons. Bre-sciani era atteso da una granfolla di fedeli delle 4 comu-nità parrocchiali del Comunedi Montalto e di altri Comunidella Vicaria. Com’è consue-tudine quando un Vescovo fail suo ingresso, per la primavolta, in una chiesa, propriosulla soglia Sua Eccellenzaha baciato il Crocifisso, por-togli dal nostro parroco donLorenzo Bruni ed ha aspersol’assemblea con l’acqua be-nedetta. Di seguito, dopo es-sersi raccolto in preghierasulle tombe dei Vescoviestinti, suoi predecessori, haricevuto il saluto del SindacoGuido Mastrosani e l’omag-

gio delle Autorità civili e militari accorse nume-rose, e dopo aver indossato i paramenti sacri diPapa Pio VIII, già Vescovo di Montalto, ha be-nedetto con rito solenne le candele da portare inprocessione. La nebbia, il vento e la pioggiaavrebbero potuto impedire la processione esterna,dalla Cripta alla Concattedrale passando perViale degli Eroi e Corso Vittorio Emanuele III,come era stata già programmata, ma con lo stu-pore e la meraviglia di tutti i partecipanti il nostroamato Vescovo Carlo ha deciso di svolgerlaugualmente. Mentre le campane suonavano afesta, sotto il porticato della Concattedrale ad ac-coglierlo c’era la Banda Cittadina, un po’ infred-dolita, e tuttavia con una grande voglia dirallegrare questa giornata. Il corteo processionale,composto da bambini, ministranti e ministri, ilnostro parroco don Lorenzo, gli altri sacerdoti delcircondario, il Vicario Generale della DiocesiMons. Romualdo Scarponi ed il nostro VescovoMons. Carlo Bresciani, ha varcato la soglia dellaConcattedrale per poter dare inizio alla celebra-zione Eucaristica.

ACCOLTO DALLE AUTORITà CIVILI E MILITARI

In una giornata particolarmente fredda e

uggiosa la Città di Montalto ha accolto con

gioia S.E.R. Mons. Carlo Bresciani. Un pro-

gramma davvero nutrito ha atteso il nuovo

Vescovo nella Città tanto amata da Papa

Sisto V, Sede vescovile dal 1586, che per l’oc-

casione si è adornata di bandiere rosse e

gialle, rappresentanti i colori dello stemma

civico.

Oltrepassata Porta Patrizia, l’antica porta me-dioevale, Mons. Bresciani è giunto in PiazzaUmberto I, cuore pulsante dell’Amministra-

zione comunale, dove ad attenderlo vi erano leautorità, unitamente al Parroco Don LorenzoBruni e alcuni concittadini. Entrati nello storicoPalazzo Civico - voluto da Papa Sisto V comesede amministrativa e giurisdizionale del Pre-sidato Sistino-, il Sindaco Guido Mastrosani,mostrando gli antichi stemmi con l’arme deivari Governatori, ha descritto Montalto comela terra che raccoglie l’eredità di due grandipersonaggi: Papa Sisto V e l’architetto Giu-seppe Sacconi. Giunti nella bellissima Sala Consiliare, il Primocittadino ha esposto al Vescovo le difficoltà diquesto piccolo comune dell’entroterra; le ten-sioni che talvolta si creano per effetto della crisi

economica, ma anche la necessità di tro-vare la speranza e una soluzione alle tanteproblematicità. Mons. Bresciani ha rispo-sto che solo restando uniti e collaborandoinsieme è possibile affrontare le sfidequotidiane; l’unità è la forza che animagli uomini. L’Amministrazione ha poi omaggiato ilnuovo Vescovo con una pregevole “fo-

glietta” (antica misura utilizzata nell’Ita-lia centro-meridionale e corrispondente acirca mezzo litro) e una significativa pub-blicazione dedicata all’architetto Giu-seppe Sacconi.

Segue a pag. 2

Azione Cattolica e CSI insieme per il Meeting della pac

A pag. 8 A pag. 2

La Compagnia dei Tipi Loschi

festeggia S. Giovanni Bosco

con il vescovo Carlo

La Compagnia

dei Tipi Loschi

festeggia

S. Giovanni Bosco

con il vescovo Carlo

GROTTAMMARE – Con grande gioia, ve-nerdì 31 gennaio, la nostra Compagnia deiTipi Loschi del beato Pier Giorgio Frassati,ha accolto a casa San Francesco de Paola in-sieme alle missionarie del Sacro Cuore, S.E.

Mons. Carlo Bresciani, che ha accettato difesteggiare con una messa, uno dei patronidella nostra Compagnia, San GiovanniBosco, grande educatore dei giovani. L’acco-glienza del vescovo è stata calorosa ed affet-tuosa, c’erano famiglie con bambini e molti

giovani. Il nostro pastore ha distribuito sorrisied incoraggiamenti come un padre per i figlie si è creato da subito un clima familiare.Nella chiesetta abbiamo chiesto l’interces-sione di san Francesco de Paola sul vescovoe abbiamo invocato con un canto lo SpiritoSanto. La messa si è celebrata nel tendone edurante l’omelia il vescovo ci ha esortato aseguire l’esempio educativo di San GiovanniBosco. Il vescovo ci ha ricordato che l’edu-cazione non è solo frutto di conoscenze accu-mulate in anni di studi, pur importanti enecessari, ma è anche frutto di una forma-zione globale della persona. La persona cre-sce quando la si educa alle virtù, cioè la siorienta al bene, all’onestà e al rispetto dell’al-tro. Educare un ragazzo significa orientarlo afare buone scelte che comportano anche sa-crifici, rinunce, non per un di meno, ma perun di più, perché la sua volontà sia allenata aorientarsi verso il Bene, cioè verso la volontà

ACCOLTO DALLE AUTORITà CIVILI E MILITARI

Il Vescovo Carlo, strin-gendo nella mani il librodel Sacconi, ha infine ri-cordato con simpatia cheun legame più profondolo lega a Montalto: il bre-sciano Giuseppe Zanar-delli, Ministro degliInterni, nel 1878 presentòalla Camera il progetto dilegge per l’edificazionedell’Altare della Patria aRoma, impresa poi rea-lizzata dal montalteseSacconi. La permanenza nel Pa-lazzo Comunale si è con-clusa con l’omaggio dialcune pubblicazioni daparte di due rappresen-tanti della BCC Picena econ la visita della Pina-coteca Civica e delMuseo delle Carceri.Successivamente il Ve-scovo Carlo si è recatopresso la Chiesa dellaSantissima Trinità (dettadi Santa Chiara) per unavisita privata alla Comunità monastica delleSuore Clarisse urbaniste, in quegli ambienti chedalla metà del XVII secolo accolgono quellepie donne che hanno scelto di dedicare intera-mente e totalmente la loro vita a Cristo, proprionella Festa della Presentazione del Signore, aloro particolarmente dedicata. PercorrendoCorso Vittorio Emanuele III, fino a Viale degliEroi, il Mons. Vescovo è stato accolto con untripudio di applausi nella Cripta della Basilica

Anno XXXI

9 Febbraio 2014

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Dalla prima pagina

Il 1 febbraio Mons. Gervasio Gestori

ha festeggiato il suo primo compleanno da Emerito.

Lo ricordiamo con tanto affetto e formuliamo tantissimi AUGURI

con la promessa di ricordarlo al Signore nelle nostre preghiere,non dimenticando il tanto bene che ha saputo seminare tra noi.

Grazie Eccellenza

ACCOLTO NELLA CONCATTEDRALE

Concattedrale. Qui infatti ad attenderlo vi eranoil Parroco Don Lorenzo Bruni con i sacerdotidelle frazioni del Comune ed altri ministri, i mi-nistranti, le Autorità di Montalto, Ripatransonee San Benedetto del Tronto, ma anche i Sindacidi alcuni paesi limitrofi, giovani, ragazzi ebambini delle quattro comunità montaltesi e vi-ciniori, il gruppo giovanile di Rotella e tanti fe-deli. Beatrice Barbizzi

La cerimonia è stata allietata dai canti propostidal coro parrocchiale e dal coro “La Cordata”. Iprimi banchi erano occupati da tanti bambini egiovani, i bambini della Scuola Materna ODA, icomunicandi e i cresimandi, che hanno volutodare il benvenuto al nuovo Vescovo in manieragioiosa e festosa. Erano presenti anche le Autoritàcittadine, i Sindaci delle Città Vescovili e dei co-muni limitrofi, le varie Istituzioni ed Associazionipresenti sul territorio, come la Banca Picena, laCroce Azzurra, l’Avis e la Protezione civile, coni loro gonfaloni, e soprattutto tantissimi fedeli,che durante la processione offertoriale hanno vo-luto omaggiare il nuovo Vescovo di molti prodottitipici del territorio montaltese ed altri regali si-gnificativi. La Chiesa, anche se transennata nellenavate laterali, era veramente gremita e strari-pante. Al termine della celebrazione ha preso laparola il nostro parroco, sottolineando il rapportopaterno che deve intercorrere tra presbiteri e Ve-scovo per l’unità della Diocesi. Infine ha volutoringraziare tutti i suoi più stretti collaboratori, daipiù piccoli ai più ricchi di anni, per confermarela grande unione che già esiste nella nostra par-rocchia e che sotto la guida del Presule vorrebbeessere consolidata, ancor più ampliata ed ampli-ficata dall’amore divino. Quindi, dopo la solenneBenedizione episcopale, il Segretario del Consi-glio Pastorale, Sig. Cristian Lupidi, ha illustratoegregiamente la situazione religiosa e sociale

delle parrocchie montaltesi, auspicando una sem-pre più attenta e proficua collaborazione tra le“parrocchie dei monti”, quelle “sulle colline” equelle “lungo la marina”, che, nonostante le lorodivergenze geografiche, sono unite dallo stessoPastore verso l’unica meta, che è Cristo, Luce delmondo. Da ultimo ha preso la parola il Presidentedella Pro-Loco, Sig. Emanuele Di Stefano, cheha sottolineato l’importanza della storia del no-stro territorio, che fa capo alla grande figura diPapa Sisto V ed ha donato alcune pubblicazionidi storia e cultura montaltese. L’accoglienza delVescovo Bresciani è proseguita con un brindisi dibenvenuto da parte di tutti i convenuti, presso ilocali del Seminario Vescovile, dove i bambinidel Catechismo nei giorni precedenti avevanopreparato ed allestito le sale con cartelloni, dise-gni e frasi di benvenuto al nuovo Vescovo Carlo.Dopo una breve visita al Museo Sistino Vesco-vile, al secondo piano del Palazzo, la giornata difesta si è conclusa con un Pranzo familiare pressoil Centro di aggregazione comunale organizzatoe preparato dalle Catechiste della parrocchia delcapoluogo montaltese, durante il quale il VescovoCarlo ha donato ai presenti la sua rinnovata Be-nedizione. Il suo arrivo e la sua presenza hannodato all’intera Comunità montaltese, civile ed ec-clesiale, una grande gioia ed un rinnovato desi-derio di servire il Signore. Sonia e Daniela

di Dio, perché solo in essa scopre la felicità e ilsenso della sua vita. Questo era l’intento di San

Giovanni Bosco che usava appunto il metodoeducativo preventivo: prevenire è meglio checurare e rifacendosi alla pagina evangelica delgranellino di senapa che se ben coltivato portamolto frutto, il vescovo ci ha ricordato di pre-parare il terreno del nostro cuore, della nostravolontà, ad accogliere la grazia di Dio cheopera in noi frutti di santità. La grazia di Dioagisce se però il nostro cuore, cioè la nostra vo-lontà glielo permettono. Il seme della santitàmesso in noi con il Battesimo va alimentato,con la preghiera, i sacramenti e le opere di ca-rità. Il vescovo ha citato anche la prima letturadove Davide ha usato male il suo potere pren-dendo la moglie di un suo suddito e per coprireil suo peccato, prima ha ingannato e poi uccisoil marito di Betsabea. Qui Davide non ha rinun-ciato al peccato, si è lasciato ingannare dallatentazione, ha chiuso la porta alla grazia e que-sto rischio lo corriamo tutti noi quando ci al-lontaniamo dalla Volontà di Dio e seguiamo lanostra volontà. Per questo San Giovanni

Bosco ci insegna che l’educazione è cosa delcuore non solo della mente. Ci siamo tutti sen-titi coinvolti dalle parole del vescovo, perchéanche noi come Compagnia dei Tipi Loschi,abbiamo a cuore l’educazione dei giovani e livogliamo accompagnare perché crescano comepersone, buoni cristiani e onesti cittadini checamminano dietro a Gesù in una via di santità.

Mario Vagnoni

Auguri

3Anno XXXI

9 Febbraio 2014 PAG

Carissimi ragazzi e giovani della diocesi di San Benedetto del Tronto-Ripatransone-Montalto,

ho letto con molto interesse le lettere che avetevoluto scrivermi nell’occasione del mio ingressoin diocesi domenica 19 gennaio. Innanzitutto:grazie di avermi scritto e di quello che mi avetescritto. Mi dite con molta sincerità, e questo mipiace, tutte le vostre speranze, i vostri desideri,le vostre ansietà e anche le vostre difficoltà conla fede e con la Chiesa. Mi comunicate i limitiche vedete e che rendono a volte un po’ difficileil vostro sentirvi parte delle comunità parroc-chiali. Sinceramente vi dico che non ne sono stu-pito. Sapete perché? Perché non ho mai pensatoche la Chiesa fosse perfetta, esente da colpe e da

difetti e questo oscura il bel volto di Gesù che dovrebbe mostrare in tutta la sua bellezza. Qualcunomi chiede perché mi son fatto prete: perché mi sono innamorato di Gesù e volevo aiutarlo a rendereun po’ più bello (con il suo aiuto spero non più brutto) questo suo corpo che è la Chiesa. Ne vedevola bellezza, ma anche le rughe, amavo (e amo) la sua bellezza, volevo (e voglio) renderla più bella.Non so se ci sono riuscito, a volte il mio peccato ha fatto tutto l’opposto. Non so se ora ci riuscirò, mase mi aiutate forse qualcosa di più si può fare. Quando si ama una persona, ci si innamora sì della suabellezza esteriore, ma soprattutto di quella interiore. A volte quella esteriore non è proprio l’ideale,ma quella interiore è quella che resiste al decadimento dell’età. Questo è anche della Chiesa essendofatta di uomini e donne, quindi da esseri limitati: esteriormente ha i suoi acciacchi, ma la sua ricchezza,di cui non posso fare a meno, è che mi dà Gesù.

Carissimi, vi invito a guardare a questa bellezza interiore della Chiesa: senza di essa nonpossiamo avere Gesù, la sua parola e i suoi sacramenti. Chiedeteci di essere migliori, ma aiutate mee i vostri preti a costruirla come una casa più accogliente e ospitale anche per voi. Uno di voi michiede se ho fatto tutto da solo: certamente no, non ne sarei stato capace. Fin da quando ero ragazzomi ha aiutato un sacerdote a cui confidavo i miei progetti, i miei desideri e … i miei peccati. E’ statolui che mi ha aiutato a capire, tra tanti dubbi e tante paure, quello che Gesù mi stava chiedendo. Nonvi dico con quale trepidazione ho deciso di accettare di farmi prete: avevo il cuore in gola, comequando si dice per la prima volta a una ragazza che si ama davvero: “Ti amo”. Ma come ringrazio diaver aperto il mio cuore a quel sacerdote e di aver avuto il coraggio di dire sì a Gesù. Avrei certamentemolte altre cose da dirvi, molte domande che mi fate a cui dare risposta. Spero che mi comprendiatese qui non le trovate: è impossibile rispondere a tutte. Resta il fatto che ho detto sul serio che mi pia-cerebbe incontrarvi, ascoltarvi personalmente, condividere con voi le vostre fatiche. Non sono sicurodi avere risposte per tutto, ma vorrei condividere le vostre fatiche.

Un caloroso abbraccio nel Signore. Vi voglio bene come siete.Il vostro vescovo

+ Carlo

Il vescovo Carlo risponde alle lettere dei ragazzi e dei giovani San Benedetto, 29 gennaio 2014

Signor Direttore,mi permetto di sottoporle una mia riflessione dopo aver partecipato, do-menica 2 febbraio, alla santa messa pomeridiana presieduta dal vescovoCarlo. C’è stata la partecipazione di un buon numero di fedeli, con tantesuore, normale celebrandosi la giornata mondiale della vita consacrata.Ma c’era da ricordare la Giornata per la vita con il vangelo della pre-sentazione al Tempio di Gesù, ancora in fasce, portato da Maria e Giu-seppe, per cui l’omelia del vescovo non poteva ignorare il secondoavvenimento che necessariamente avrebbe coinvolto la famiglia e

quindi il matrimonio. Niente di straordinario, ma quelle parole che mettevano insiemela vita consacrata e il matrimonio mi hanno fatto l’effetto di una certa novità in un ambiente dove siè portati a privilegiare la prima. Un altro passaggio ha richiamato la mia attenzione: il valore dato siaai giovani sia agli anziani, cosa difficile da trovare in un mondo in cui i valori vengono stabiliti inbase all’efficienza. L’anziano viene considerato come un’aggiunta ogni giorno che passa in attesa delproprio turno per essere annoverato tra i tanti che l’hanno preceduto. Ma proprio su questa attesa hosentito parole nuove. In fondo l’anziano ci si adatta, preoccupato solo di attutire la noia passando orein ritrovi tra amici a giocare a carte, a discutere di avvenimenti sportivi guardando la televisione, onei ricordi. L’attesa in cui non si sa come ammazzare il tempo è un anticipare la morte, mentre la sipuò valorizzare aggiungendo ricchezza spirituale da portare agli altri. Veramente non si finisce maiad imparare, ma ancor più a dare quello che si è appreso nella vita. Far capire all’anziano che non c’ètempo da perdere è un compito sul quale riflettere anche nelle parrocchie dove si fa tanto, giustamente,per i ragazzi e i giovani, poco per questa età. Signor Direttore, chiedo scusa per il tempo che le hofatto perdere con questo mio scritto. Sono tornato a casa contento domenica sera ed ho pensato chequesta gioia avrei potuto comunicarla ad altri della mia stessa età. Grazie. Filippo

Lettera

al Direttore

AVVISOCarissimo parroco, riteniamo che sia quanto mai ur-gente impostare un accompagnamento alle giovanifamiglie che hanno figli dalla nascita a 6 anni, per-tanto vi proponiamo un percorso di formazione pa-storale pre e post battesimale diocesana, una formaconcreta di nuova evangelizzazione, per coppie chevoi già mandate o potreste mandare nelle case dichi richiede il battesimo per i propri figli. Comepotete comprendere questo percorso è esclusivamente a servizio della parrocchia. Vi invitiamoa individuare una o più coppie che possano effettuare questo servizio e a comunicarci i loronomi entro e non oltre il 9 febbraio ai seguenti numeri don Alfredo 347/1815718 Marco e Ane-lide 347/8255179. Il percorso si svolgerà in tre pomeriggi presso il Biancazzurro dalle ore 15.30alle ore 18.30. I giorni fissati sono:

16 febbraio (aspetto psico-relazionale)30 marzo (aspetto biblico)25 maggio (aspetto pastorale).Vi ringraziamo fin d’ora per la vostra preziosa collaborazione.

Un abbraccio fraterno

don Alfredo, Marco e Anelide

Perché la saggezza e l’esperienza delle persone anziane siano riconosciute”

Le intenzioni affidate all’Apostolato della Preghiera per il mese di febbraio 2014Due sono le intenzioni di preghiera – una generale (o universale),

l’altra “per l’evangelizzazione” (o missionaria) – che il Santo Padre affida ogni mese all’Apostolato della preghiera. Ecco le intenzioni per il mese di febbraio 2014.

Quella generale dice: “Perché la saggezza e l’esperienza delle persone anziane siano riconosciute nella Chiesa e nella società.”

“Perché sacerdoti, religiosi e laici collaborino generosamente nella missione di evangelizzazione”, afferma invece l’intenzione missionaria.

Cari fratelli e sorelle,1. In occasione della XXII Giornata Mondialedel Malato, che quest’anno ha come tema Fedee carità: «Anche noi dobbiamo dare la vita per i

fratelli» (1Gv 3,16), mi rivolgo in modo partico-lare alle persone ammalate e a tutti coloro cheprestano loro assistenza e cura. La Chiesa rico-nosce in voi, cari ammalati, una speciale presenzadi Cristo sofferente. È così: accanto, anzi, dentrola nostra sofferenzac’è quella di Gesù,che ne porta insiemea noi il peso e ne ri-vela il senso.Quando il Figlio diDio è salito sullacroce ha distrutto lasolitudine della sof-ferenza e ne ha illu-minato l’oscurità.Siamo posti in talmodo dinanzi al mi-stero dell’amore diDio per noi, che ciinfonde speranza ecoraggio: speranza,perché nel disegnod’amore di Dioanche la notte deldolore si apre allaluce pasquale; e co-raggio, per affron-tare ogni avversitàin sua compagnia,uniti a Lui.2. Il Figlio di Dio fatto uomo non ha tolto dal-l’esperienza umana la malattia e la sofferenza,ma, assumendole in sé, le ha trasformate e ri-dimensionate. Ridimensionate, perché nonhanno più l’ultima parola, che invece è la vitanuova in pienezza; trasformate, perché in unionea Cristo da negative possono diventare positive.Gesù è la via, e con il suo Spirito possiamo se-guirlo. Come il Padre ha donato il Figlio peramore, e il Figlio ha donato se stesso per lo stessoamore, anche noi possiamo amare gli altri comeDio ha amato noi, dando la vita per i fratelli. Lafede nel Dio buono diventa bontà, la fede nel Cri-sto Crocifisso diventa forza di amare fino alla finee anche i nemici. La prova della fede autentica inCristo è il dono di sé diffondersi dell’amore peril prossimo, specialmente per chi non lo merita,per chi soffre, per chi è emarginato.3. In forza del Battesimo e della Conferma-zione siamo chiamati a conformarci a Cristo,Buon Samaritano di tutti i sofferenti. «In que-sto abbiamo conosciuto l’amore; nel fatto che egliha dato la sua vita per noi; quindi anche noi dob-biamo dare la vita per i fratelli» (1Gv 3,16).Quando ci accostiamo con tenerezza a coloro chesono bisognosi di cure, portiamo la speranza e ilsorriso di Dio nelle contraddizioni del mondo.Quando la dedizione generosa verso gli altri di-venta lo stile delle nostre azioni, facciamo spazio

al Cuore di Cristo e ne siamo riscaldati, offrendocosì il nostro contributo all’avvento del Regno diDio. 4. Per crescere nella tenerezza, nella ca-rità rispettosa e delicata, noi abbiamo un mo-dello cristiano a cui dirigere con sicurezza losguardo. È la Madre di Gesù e Madre nostra, at-tenta alla voce di Dio e ai bisogni e difficoltà deisuoi figli. Maria, spinta dalla divina misericordiache in lei si fa carne, dimentica se stessa e si in-

cammina in frettadalla Galilea allaGiudea per incon-trare e aiutare la cu-gina Elisabetta;intercede presso ilsuo Figlio alle nozzedi Cana, quandovede che viene amancare il vino dellafesta; porta nel suocuore, lungo il pelle-grinaggio della vita,le parole del vecchioSimeone che le pre-annunciano unaspada che trafiggeràla sua anima, e confortezza rimane aipiedi della Croce diGesù. Lei sa come sifa questa strada e perquesto è la Madre ditutti i malati e i sof-ferenti. Possiamo ri-

correre fiduciosi a lei con filiale devozione, sicuriche ci assisterà, ci sosterrà e non ci abbandonerà.È la Madre del Crocifisso Risorto: rimane ac-canto alle nostre croci e ci accompagna nel cam-mino verso la risurrezione e la vita piena.5. San Giovanni, il discepolo che stava conMaria ai piedi della Croce, ci fa risalire allesorgenti della fede e della carità, al cuore diDio che «è amore» (1Gv 4,8.16), e ci ricordache non possiamo amare Dio se non amiamo ifratelli. Chi sta sotto la Croce con Maria, imparaad amare come Gesù. La Croce «è la certezza del-l’amore fedele di Dio per noi. Un amore cosìgrande che entra nel nostro peccato e lo perdona,entra nella nostra sofferenza e ci dona la forza perportarla, entra anche nella morte per vincerla esalvarci…La Croce di Cristo invita anche a la-sciarci contagiare da questo amore, ci insegna aguardare sempre l’altro con misericordia e amore,soprattutto chi soffre, chi ha bisogno di aiuto»(Via Crucis con i giovani, Rio de Janeiro, 26 lu-glio 2013). Affido questa XXII Giornata Mon-diale del Malato all’intercessione di Maria,affinché aiuti le persone ammalate a vivere la pro-pria sofferenza in comunione con Gesù Cristo, esostenga coloro che se ne prendono cura. A tutti,malati, operatori sanitari e volontari, imparto dicuore la Benedizione Apostolica

Vaticano 6 dicembre 2013

Francesco

4 Anno XXXI

9 Febbraio 2014PAG

11 FEBBRAIO

FESTA

DELLA MADOnnA

DI LOURDES San Benedetto del Tronto

Novena presso la parrocchia S. Maria della Marina

RipatransoneNovena presso

la Chiesa S. Maria della Valle

Papa: capaci di gridare quando la squadra segnaun goal e non di cantare le lodi al Signore.Come re Davide che ha danzato di gioia per il ritorno dell’Arca,

il cristiano deve lodare Dio “con tutto il cuore”. La Parola di Dio

dice “che la gioia, che la preghiera di lode ci fa fecondi!”.

“Ma sei capace di gridarequando la tua squadrasegna un goal e non sei ca-pace di cantare le lodi alSignore?”. Papa France-sco ha ammonito in questomodo, durante la messacelebrata a Casa santaMarta, quanti “preganosoltanto con la bocca e noncon tutto il cuore” e nonhanno “la gioia” nel lodareDio. Il Papa, riferisce laRadio Vaticana, ha presospunto dalla danza con laquale re Davide accoglie ilritorno dell’Arca dell’Alleanza, raccontata dal secondo Libro di Samuele: “Davide danzava contutte le forze davanti al Signore”. La preghiera di lode di Davide “lo portò a uscire da ogni compo-stezza e a danzare davanti al Signore” con “tutte le forze”. Questa “era proprio la preghiera dilode!”. Questo passo, ha aggiunto, fa pensare a Sara dopo aver partorito Isacco: “Il Signore mi hafatto ballare di gioia!”. Questa anziana. come il giovane Davide “ha ballato di gioia” davanti al Si-gnore. “A noi - ha poi osservato - è facile capire la preghiera per chiedere una cosa al Signore,anche per ringraziare il Signore”. Anche capire la “preghiera di adorazione”, “non è tanto difficile”.Ma la preghiera di lode “la lasciamo da parte, non ci viene così spontanea”. “Ma, Padre, questo èper quelli del Rinnovamento nello Spirito, non per tutti i cristiani!’. No, la preghiera di lode è unapreghiera cristiana per tutti noi! Nella Messa, tutti i giorni, quando cantiamo il Santo... Questa èuna preghiera di lode: lodiamo Dio per la sua grandezza, perché è grande! E gli diciamo cose belle,perché a noi piace che sia così. ‘Ma, Padre, io non sono capace... Io devo...’. Ma sei capace digridare quando la tua squadra segna un goal e non sei capace di cantare le lodi al Signore? Di uscireun po’ dal tuo contegno per cantare questo? Lodare Dio è totalmente gratuito! Non chiediamo, nonringraziamo: lodiamo!” Dobbiamo pregare “con tutto il cuore”. “E’ un atto anche di giustizia, per-ché Lui è grande! E’ il nostro Dio!”. Davide “era tanto felice, perché tornava l’arca, tornava il Si-gnore: anche il suo corpo pregava con quella danza”. “Una bella domanda che noi possiamo farcioggi: ‘Ma come va la mia preghiera di lode? Io so lodare il Signore? So lodare il Signore o quandoprego il Gloria o prego il Sanctus lo faccio soltanto con la bocca e non con tutto il cuore?’. Cosami dice Davide, danzando qui? E Sara, ballando di gioia? Quando Davide entra in città incominciaun’altra cosa: una festa!”. “La gioia della lode ci porta alla gioia della festa. La festa della famiglia”.Il Papa ha poi ricordato che quando Davide rientra nel palazzo, la figlia del re Saul, Mikal, lo rim-provera e gli domanda se non provi vergogna per aver ballato in quel modo davanti a tutti, lui cheè il re. Mikal “disprezzò Davide”. “Io mi domando quanto volte noi disprezziamo nel nostro cuorepersone buone, gente buona che loda il Signore come le viene, così spontaneamente, perché nonsono colti, non seguono gli atteggiamenti formali? Ma, disprezzo! E dice la Bibbia che Mikal è ri-masta sterile per tutta la vita per questo! Cosa vuol dire la Parola di Dio qui? Che la gioia, che lapreghiera di lode ci fa fecondi! Sara ballava nel momento grande della sua fecondità, a novant’anni!La fecondità che ci dà la lode al Signore, la gratuità di lodare il Signore. Quell’uomo o quella donnache loda il Signore, che prega lodando il Signore, che quando prega il Gloria si rallegra di dirlo,quando canta il Sanctus nella Messa si rallegra di cantarlo, è un uomo o una donna fecondo”. Invece,“quelli che si chiudono nella formalità di una preghiera fredda, misurata, forse finiscono comeMikal: nella sterilità della sua formalità”. Il Papa ha concluso invitando a immaginare Davide chedanza “con tutte le forze davanti al Signore e pensiamo che bello sia fare le preghiera di lode”. Cifarà bene ripetere le parole del Salmo 23 che abbiamo pregato oggi: “Alzate, porte, la vostra fronte;alzatevi soglie antiche ed entri il re della gloria. Il Signore, forte e valoroso, è il re della gloria!”

Proprietà: “confraternita SS.mo Sacramento e cristo Morto”

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Messaggio del Santo Padre Francesco per la 22ª Giornata Mondiale del Malato

(11 febbraio 2014) Fede e carità: «Anche noi dobbiamo dare la vita

per i fratelli» (1Gv 3,16)

5Anno XXXI

9 Febbraio 2014 PAG

Parola del Signore

QUINTA TEMPO ORDINARIO A

Dal VANGELO secondo MATTEO

Voi siete il sale della terra; ma se il sale

perdesse il sapore, con che cosa lo si potrà

render salato? A null’altro serve che ad es-

sere gettato via e calpestato dagli uomini.

Voi siete la luce del mondo; non può re-

stare nascosta una città collocata sopra un

monte, né si accende una lucerna per met-

terla sotto il moggio, ma sopra il lucerniere

perché faccia luce a tutti quelli che sono

nella casa. Così risplenda la vostra luce

davanti agli uomini, perché vedano le vo-

stre opere

buone e rendano gloria al vostro Padre che

è nei cieli.

(VANGELO DI MATTEO 5,13-16)

Gesù in questo brano affermache i suoi seguaci, i cristianisono il sale della terra e la lucedel mondo. Certamente è unabella affermazione, ma se mi cisoffermo un po’, se vado un po’più a fondo al significato diqueste parole, o dico che Gesùsbagliava o devo ammettere di non essere cri-stiano. Probabilmente la seconda ipotesi èquella giusta.Se il compito del cristiano è quello di dare sa-pore alla propria vita e a quella degli altri, eanche di essere luce per tutti sul cammino cheporta alla casa del Padre, non posso non pen-sare di essere fuori strada. Io, che sono un tra-ditore come Pietro, un vigliacco come gliapostoli alla crocifissione di Gesù, un dubbiosocome Tommaso, un avvilito come i discepolidi Emmaus, come posso pensare di essere salee luce? Eppure Gesù mi chiama a questo, comeè possibile? Sicuramente Gesù mi risponde-rebbe: “NULLA è IMPOSSIBILE A DIO”, ea quegli uomini che hanno fede quanto un gra-nello di senapa. Questa è la risposta: la fede.La fede in Cristo risorto, la fede in Dio che èmorto per me, perché mi ama, ama me perso-nalmente, che è sceso dal cielo per salvarmi eportarmi con Lui dal Padre. Questa è la fede che devo riscoprire, che devocoltivare, ma soprattutto devo chiederla comefaceva Pietro: “SIGNORE AUMENTA LAMIA FEDE”.

In questa fede, devo riuscire a capire che il Si-gnore è sempre pronto ad aiutarmi, mi è sempreaccanto, è mio compagno di strada come conquelli di Emmaus, mi perdona come con Pietro,mi rassicura come con Tommaso. Solo cre-dendo in Lui, potrò essere capace di dare sa-pore e luce alla mia vita, solo nella fede nel suoamore potrò con Lui compiere quelle operebuone che sono il frutto dell’amore. Soloquando la fede è vera, gioiosa, forte diventauna fede contagiosa, come quella che tutti iSanti hanno sperimentato e noi possiamo con-statare. Gesù è la vera luce che brilla per coloroche sono nelle tenebre, luce che rivela la suaParola, le sue opere e il suo amore.

Il cristiano deve partecipare alla costruzione delRegno di Dio diffondendo questa luce perchéraggiunga tutti, perché tutti conoscano e ren-dano gloria al Padre nostro che è nei cieli. Epoter dire come San Giovanni nella sua PrimaLettera: noi testimoniamo l’Amore del Cristoperché anche voi siate in comunione con noi ela nostra gioia sia perfetta. E allora tutti noi,non possiamo che pregare: Signore aumentala mia fede, perché possa essere un tuo testi-mone verace e fedele. Aumenta la mia fedeperché io non sia più dubbioso ma credente.RICCARDO

PILLOLE DI SAGGEZZA

CIO’ CHE CONTA E’ LA FEDE CHE OPERA PER MEZZO

DELLA CARITA’(SAN PAOLO Gal. 5,6)

ATTRAVERSO LA FEDE DIO SI MANIFESTA ALL’ANIMA.

QUANTO PIU’ GRANDE E’ LA FEDETANTO PIU’ GRANDE E’ L’UNIONE.

(GIOVANNI DELLA CROCE)

Alcune parole di introduzione

143. LA FEDE NELLA RISURREZIONE AL TEMPO DI GESÙ

La rivelazione biblica si inserisce nella storia;di conseguenza essa progredisce man manoche l’uomo è in situazione adatta per acco-glierla. E’ questo un principio fondamentale datenere sempre presente, soprattutto quando sidiscute con i Testimoni di Geova.1. Nel lungo periodo antico. Si crede che Dioricompensa il giusto, ma solo su questa, conabbondanti beni terreni, con una vita lunga eserena; poi il tutto si conclude con la morte ecol riunirsi agli antenati nella sheol, il soggior-nano indistinto di tutti i defunti. Questo fu ilcaso di Abramo e di tutti gli altri giusti.«Abramo spirò e morì in felice canizie, vec-chio e sazio di giorni, e si riunì ai suoi antenati»(Gen 25,8). Buona parte dell’Antico Testa-mento offre solo questa dottrina.2. Nell’ultima parte dell’Antico Testamento.Durante gli anni 167-164 avanti Cristo ilpopolo ebraico subìuna feroce persecu-zione da parte del redi Siria Antioco IVEpifane che domi-nava anche nella Pa-lestina, persecuzioneraccontata in 1 Mac-cabei e 2 Maccabei.Se prima valeva inprincipio: sii fedele aJahvè e vivrai a lungo, nella nuova situazionedi persecuzione avrebbe dovuto valere il prin-cipio blasfemo: rinnega la fede in Jahvè vivraia lungo; altrimenti, sarai stroncato. In similesituazione il pio israelita è ben facilitato per ac-cogliere la dottrina della ricompensa nell’al dilà e la risurrezione beata. Ciò avviene sia nella Bibbia ebraica che inquella greca. In Daniele, libro biblico scrittomentre infieriva la persecuzione di Antioco, ladottrina della risurrezione corporale viene pre-sentata in questi termini: «Molti di quelli chedormono nella regione della polvere si risve-

glieranno [risorgeranno]: gli uni alla vitaeterna e gli altri alla vergogna e per l’infamiaeterna» (Dan 12,2). Dopo la morte c’è la risur-rezione universale, sia per il fedele che perl’apostata; c’è però anche la diversità essen-ziale: “alla vita eterna” i martiri; “alla vergognae per l’infamia eterna” gli apostati. Nella Bib-bia greca (LXX) la dottrina sulla risurrezione,sempre nello stesso periodo, viene presentatacon maggiore frequenza. Si pensi all’epopeadei sette fratelli che muoiono martiri pronun-ciando la loro professione di fede nella risur-rezione corporale: «Si misero a straziare ilquarto [fratello] con gli stessi tormenti. 14Ri-dotto in fin di vita, egli diceva: “È preferibilemorire per mano degli uomini, quando da Diosi ha la speranza di essere da lui di nuovo risu-

scitati; ma per te non ci sarà davvero risurre-

zione per la vita”» (2Mac 7,13-14; si leggatutto il brano 2Mac 7,21-41) e il libro della Sa-pienza cc. 3-5.3. Al tempo di Gesù. I farisei erano risurrezio-nisti, i sadducei, no; e si accapigliavano volen-tieri fra di loro. Paolo ne approfittò. «Paolo,sapendo che una parte era di sadducei e unaparte di farisei, disse a gran voce nel sinedrio:“Fratelli, io sono fariseo, figlio di farisei; sonochiamato in giudizio a motivo della speranzanella risurrezione dei morti”. 7Appena ebbedetto questo, scoppiò una disputa tra farisei esadducei e l’assemblea si divise. 8I sadducei in-fatti affermano che non c’è risurrezione né an-geli né spiriti; i farisei invece professano tuttequeste cose» (At 23,6-7). Oltre che i due gruppi ricordati, vi erano ancheebrei che non conoscevano la dottrina della ri-

surrezione, compresigli stessi Apostoli.Gesù chiese ad essiche non parlasserodella sua trasfigura-zione «se non dopoche il Figlio del-l’uomo fosse risortodai morti. 10Ed essitennero fra loro lacosa, chiedendosi che

cosa volesse dire ri-

sorgere dai morti»(Mc 9,9-10). Si capisce perché si trovano im-preparati a credere alla risurrezione di Gesùuna volta che questa avverrà. 4. Nella predicazione di Gesù. Come sap-piamo (puntata n. 111) Gesù difende la risur-rezione nella discussione che ebbe con isadducei, ma nello stesso tempo, la corregge,dicendo che essa non è un ritornare alla vitaprecedente, perché «Alla risurrezione infattinon si prende né moglie né marito, ma si ècome angeli nel cielo» (Mt 22,30), cioè fuoridella condizione terrestre.Gesù non fa sua neppure la posizione dei fari-sei. Perché egli radica la risurrezione alla suapersona e alla sua missione, risurrezione an-nunciata insieme alla sua morte (cf 16,21;17,22; 20,18-19) e realizzate il venerdì santo ela domenica di Pasqua. 5. Nella Chiesa apostolica. “Dio lo ha risusci-tato dai morti” è il grande tema della nuovafede.Conclusione. Se Cristo è risorto, risorgeremoanche noi (1Cor c. 15). L’Eucaristia è il pegnodella risurrezione: «Chi mangia la mia carne ebeve il mio sangue ha la vita eterna e io lo ri-susciterò nell’ultimo giorno» (Gv 6,54). Gesùchiede: «Padre, voglio che quelli che mi haidato siano anch’essi con me dove sono io, per-ché contemplino la mia gloria» (Gv 17,24).Quindi, risurrezione e vita beata.

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Domenica 9 febbraioOre 9.00 S. Benedetto Tr. - Biancazzurro:

Assemblea Azione CattolicaOre 11.00 S. Messa per Azione Cattolica

Martedì 11 febbraioOre 10.30 S. Benedetto Tr. - Ospedale:

S. MessaOre 16.30 S. Benedetto Tr. - Cattedrale:

S. Rosario e S. Messa, in occasione della XXII Giornata Mondiale del Malato

Giovedì 13 febbraio ritiro del Cleroore 17,30 Cattedrale S. Messa

nell’Anniversario della Dedicazione

Domenica 16 febbraio ore 11,00 Grottammare

Inizio adorazione perpetua

Impegni Pastorali del Vescovo

DAL 9 AL 16 FEBBRAIO 2014

Martinsicuro festeggia Sant’Antonio Abate, protettore degli animaliDomenica 26 gennaio a Martinsicuro si è tenuta la tradizionale processione in onore di Sant’An-tonio Abate, protettore degli animali, che la Chiesa ricorda nel giorno della sua morte avvenuta il17 gennaio del 357 d.C.. A distanza di una settimana rispetto alle altre parrocchie della Diocesi,anche nel Comune truentino abbiamo assistito alla consueta benedizione degli animali, tradizionericonducibile fin dall’antichità al mondo contadino e conservata fino ad oggi in tutta Italia, specienei centri rurali. Sovente, infatti, potrete trovare nelle stalle di campagna l’immagine del Santo aproteggere il bestiame. La statua del Santo è stata condotta in processione per le vie del quartiereSant’Antonio seguita da un gran numero di fedeli e dei loro amici animali. Presenti le autorità

religiose e civili: Don PatrizioSpina, che ha presieduto la ceri-monia e il Sindaco di Martinsi-curo, Paolo Camaioni. Al terminedella processione, molti degli ani-mali domestici e di fattoria hannoricevuto la benedizione del Santoprotettore per intercessione delparroco del Sacro Cuore di Gesù,Don Patrizio. Come da tradizionepopolare, dopo l’aspersione conl’acqua santa, il sacerdote ha di-stribuito i “pani di Sant’Antonio”.Ilaria Mungo

6 Anno XXXI

9 Febbraio 2014PAG

Una giornata indimenticabile affianco a PapaFrancesco, è stata quella trascorsa il 20 Gennaioda una folta delegazione dellafondazione monsignor France-sco Traini contro l’usura ON-LUS. Il presidente Edio Co-stantini, il vice Mons. RomualdoScarponi, accompagnati daicomponenti del consiglio diret-tivo e da alcuni membri delgruppo di ascolto hanno presoparte all’udienza generale diSua Santità in piazza San Pietro.Nell’affrontare la questionedell’usura, Papa Bergoglio nonha fatto mancare la sua schiet-tezza. Infatti dopo aver rivoltoun saluto alle fondazioni associate alla consultanazionale antiusura, ha lanciato un duro anatemacontro l’usura, auspicando che le istituzioni“possano intensificare il loro impegno al fiancodelle vittime dell’usura, drammatica piagasociale che ferisce la dignità inviolabile dellapersona umana.” Il pontefice ha poi aggiuntoche “quando una famiglia non ha da mangiareperché deve pagare il mutuo agli usurai, quellonon è cristiano, non è umano”. La giornata si èconclusa con la Messa celebrata nella Basilica

di San Pietro da S.E. il Card. Angelo Comastri,arciprete della basilica papale di San Pietro in

Vaticano, concelebrata con isacerdoti, tra cui Mons. Ro-mualdo Scarponi, vice presi-dente della nostra fondazione.Innanzi a più di duemila per-sone, più volte è stata citatala fondazione Mons FrancescoTraini che ai suoi esordi haavuto proprio la benedizionedel Cardinale Comastri, al-l’epoca delegato pontificiodella Santa Casa di Loreto.La condanna chiara , esplicita,senza ambiguità dell’usura edel gioco d’azzardo, che sfrut-

tano la fragilità delle persone per derubarle eincatenarle, già espressa da Papa Francesco, èstata ribadita dal cardinale durante la celebra-zione. “Occorre avere il coraggio”, ha sottolineatoComastri, “di dichiarare che l’usura è un’autenticabestemmia, un oltraggio a Dio, una prostituzionedella dignità umana, è usare il denaro per cro-cifiggere le persone in difficoltà.” Rivolgendosiai membri della fondazione, li ha definiti come“buoni samaritani, che soccorrono i fratelli de-rubati dai nuovi briganti”. Simone Caffarini

“Quando una famiglia non ha da mangiare e devepagare il mutuo ricorre all’usura: non è umano!”.Sono le parole forti pronunciate oggi da Papa Fran-cesco al termine dell’udienza generale in piazzaSan Pietro, rivolgendo anche un forte appello af-finché “le Istituzioni possano intensificare il loroimpegno al fianco delle vittime dell’usura, dram-matica piaga sociale che ferisce la dignità della per-sona umana”. Presenti in piazza oltre 4000volontari, famiglie a ri-schio usura ed ex-gioca-tori d’azzardo che fannocapo a 28 fondazionisparse in tutta Italia, ade-renti alla Consulta nazio-nale antiusura “GiovanniPaolo II”. Tutti hannopartecipato, nel pomerig-gio, ad una messa solennea San Pietro, presiedutadal cardinale Angelo Co-mastri, arciprete della basilica. Ha portato un saluto anche monsignor Nunzio Ga-lantino, segretario generale della Cei, mentre sul-l’altare, tra i concelebranti, c’erano l’arcivescovodi Bari e presidente della Conferenza episcopalepugliese, monsignor Francesco Cacucci e il presi-dente della Consulta padre Massimo Rastrelli.Oggi la Consulta ha reso ufficiale l’indizione dellaGiornata nazionale di lotta all’usura promossa datutte le Fondazioni antiusura, che sarà celebrata perla prima volta il 21 settembre, festa di San Matteo,ex-usuraio diventato apostolo di Gesù. Ancoracommosso e tremante per l’importante giornata èmonsignor Alberto D’Urso, segretario generaledella Consulta.Con la crisi e la perdita del lavoro sono aumen-

tate le persone che vi chiedono aiuto. O è anche

frutto della vostra presenza e azione?

“è aumentato il disagio ma anche la sensibilitàdella gente. E abbiamo una Chiesa molto più vi-cina. C’è una coscienza di popolo che cresce. Per

noi è stato importante celebrare l’eucarestia nellabasilica di San Pietro, per passare simbolicamentedal pane negato (l’usura), al pane donato e al panecondiviso. Sono per noi passaggi fondamentali,educativi, e appartengono alla cultura pastorale cheè alla base dell’attività di prevenzione”.Il Papa ha fatto riferimento al problema dei

mutui che le famiglie talvolta non riescono a pa-

gare. Un appello implicito alle banche?

“Certamente sì. Le banche inquesto periodo hanno ristretto lepossibilità di mutui, pur avendoconcesso la sospensione di unanno per chi non riesce a pagarele rate. Ma le persone che hannoiniziato anni fa a pagare unmutuo e hanno perso il lavorooggi stanno rivendendo le case.E tanti vendono le case per so-pravvivere. Chiedo anch’io allebanche, che usufruiscono del de-

posito dei fondi delle fondazioni, di essere più at-tente, vicine e veloci nell’approvazione delle nostrerichieste. La sospensione di un anno è stata, percerti versi, una provvidenza. Ma se, dopo un anno,le persone non riescono a lavorare di nuovo, i pro-blemi continuano”.   Cosa chiedete invece, di

nuovo, al governo italiano?

“Non basta fare una legge contro l’usura, bisognaanche rifinanziarla annualmente. Lo Stato non puòfare delle leggi per combattere l’usura e poi tenerein vita esperienze come il gioco d’azzardo, chesono una delle cause principali. Con la mancanzadi lavoro le persone diventano dipendenti dalgioco, che poi affama e disgrega le persone, cau-sando suicidi e altre tragedie. La gente non può vi-vere sotto minaccia e nella paura. Noi ci auguriamoche lo Stato dia il lavoro e non l’incentivazionedella fortuna attraverso il gioco d’azzardo, in modoche la gente possa ricominciare a pagare il mutuoe a fare una vita normale. Ma devono essere messiin condizione di poterlo fare”.

La “Fondazione antiusura Francesco Traini”

in piazza S. Pietro da Papa Francesco

Vogliamo ricordare don Gaetano Gemmi,

parroco emerito di Villa Lempa, morto il 28 gennaio

2014, con uno scritto-testamento rivolto ai parrocchiani

“Carissimi miei parrocchiani, l’approssimarsi della fine dei miei lunghissimi giorni, e di questogrande dono ringrazio con tutto il cuore il buon Dio, sento il bisogno impellente di farvi giungerequesta mia ultima lettera, che ha significato di testamento, nella quale il Padre, parte per un lungoviaggio senza ritorno, rivolge ai figli gli ultimi consigli, gli ammonimenti e il cordiale arrivederci.Sono stato in mezzo a voi per lunghissimi anni, per svolgere il ministero sacerdotale, affidatomida S.E.R. Luigi Ferri di padre e di pastore. Quante peripezie, quanti affanni ed ansie in questilunghi anni! Mi sono sforzato di essere sempre padre, pastore e maestro, insegnando la parola diDio senza sconto alcuno, per questo, forse, non sono stato compreso  e seguito. Il Vangelo, “Paroladi Dio” è scomodo, difficile nell’applicazione nella quotidianità della vita. Cari parrocchiani,ripensando la mia attività in mezzo a voi mi consola il ricordo di avervi rigenerati a vita nuovatramite il battesimo oltre 900, di avervi confermato nella cresima, di avervi nutriti “Pane discesodal cielo” di avervi riconciliato con Dio nel sacramento della penitenza, di aver benedetto e con-sacrato l’amore di molte coppie che hanno giurato davanti all’altare reciproca fedeltà e impegnonell’educazione Cristiana dei propri figli e di aver consolato e confortato gli ultimi momenti dellavita dei nostri morti. Avrei dovuto fare di più, questo non per mancanza di volontà, ma per tantialtri motivi, e quello che ho fatto è frutto dell’aiuto di Dio e della mia collaborazione attraversola quale ho realizzato tutto ciò che ora costituisce decoro e vanto della nostra parrocchia e che ri-mane a voi maggiore corrispondenza e una fede profonda cristianamente vissuta. Il mio amoreper voi è stato costante e sincero, ma non semprecontraccambiato e vi assicuro che continuerò adamarvi anche quando sarò davanti a Dio mite e mi-sericordioso e lo pregherò che siate ferventi nellafede, radicati nella speranza e operosi nella carità,perché siate uniti perdonandovi a vicenda e realiz-zare così una parrocchia – famiglia che non sia untana ma un nido d’amore. Operate concordementeper il bene e il progresso spirituale della parrocchiaperché vi regni costantemente l’amore, la concordiae l’interesse comune, così sarete additati in benedi-zione. Conservate e rileggete questa lettera, perchéè l’attestato di amore del vostro parroco per voi, diun amore che tramonta si nel tempo ma che si per-petua nell’eternità. La mia ultima benedizionescenda copiosa su ciascuno di voi e non vi dimen-ticate di me nelle vostre preghiere. Arrivederci viattendo tutti in paradiso.

Affezionatissimo Don Gaetano

In PIAZZA COn IL PAPA Contro l’usura crescono la coscienza del popolo e la presenza di ChiesaOltre 4000 volontari, famiglie a rischio usura ed ex-giocatori d’azzardo che fanno

capo a 28 fondazioni sparse in tutta Italia, aderenti alla Consulta nazionale an-

tiusura “Giovanni Paolo II” hanno partecipato all’udienza. Per loro le parole di

affetto e di incoraggiamento di Francesco. Poi la messa in San Pietro. Un bilancio

con monsignor Alberto D’Urso, segretario generale della Consulta

Patrizia Caiffa

Don Gaetano con l’amico Cardinale StanislawDziwisz, Arcivescovo di Cracovia,

segretario particolare di Giovanni Paolo II

La mafia a molti può sembrare un qualcosa chenon ci riguarda, lontana da noi geograficamente,ma le parole forti e appassionate di don Toniodell’Olio hanno ricordato che così non è. DonTonio responsabile di Libera internazionale si oc-cupa delle diverse mafie e consoce il mondo suda-mericano. Anche nelle Marche ad esempio ci sonouna ventina di beni confiscati alla mafia e ricon-vertiti in attività sociali, anche nella nostra città,veniva ricordata la recente intimidazione nellazona di Pesaro verso un terreno confiscato, da dovesono state portate via ben 40 piante di ulivo. L’in-vito che è arrivato dall’incontro promosso da Li-bera e da molte altre associazioni del Territorio aPagliare, è stato quello di individuare la mafia cheè dentro di noi, non quella dell’immaginario conla coppola, ma di quegli atteggiamenti mafiosi cheriscontriamo un po’ tutti: quando non si sa parlaredi giustizia, si chiude un occhio tollerando formedi non legalità che portano un apparente ricchezza,si agisce con forme di ricatto, si chiedono favori... Toccante la testimonianza degli zii di Attilio Ro-manò ucciso dalla mafia proprio il 23 gennaio dinove anni fa, che hanno fortemente ribadito con lavoce spezzata che solo l’unione può combattere lamafia, che si appropria di tutto proprio la dove c’èil degrado e l’incapacità di difendere insieme la co-munità in cui si vive. Attilio come don Pino, donDiana e tutte le altre vittime delle mafie, vittimesenza distinzioni che fanno appello alla memoriacome dovere di impegno. Forte è stato il richiamodi don Tonio alla memoria del nome per tutte levittime, ci sono vittime ricordate come ad esempiola scorta di…. perciò senza nome. È un compitoquello di custodire la memoria per il valore per cuiognuna di queste persone ha dato la vita. Dal-l’esperienza viva e concreta di incontro con i fa-miliari delle vittime don Tonio ha ricordato comespesso questi dicano che i loro familiari si siano

trovati nel posto sbagliato nel momento sbagliato,ma non è così non erano loro ad essere nel postosbagliato perché erano nel loro luogo di lavoro, fa-cendo il loro servizio, ma sono gli “altri” ad esserenel posto sbagliato. Così come bisogna combatterela criminalizzazione delle vittime che insinua ildubbio sul perché siano state uccise, o che se lasiano cercata la morte avendo scelto di comportarsia favore della legalità. Tutti atteggiamenti da cam-biare. Tante vittime di provenienze diverse, sceltediverse, ma tutte hanno camminato nella stessa di-rezione, per una cittadinanza responsabile. La me-moria non ha colore. Ci ricorda che tutti, sonochiamati a fare bene il proprio dovere, nell’impe-gno nelle proprie associazioni, perche antimafia sifa insieme, non è esclusivo delle forze dell’ordine.Don Tonio ha quindi sottolineato il coraggio di donPino Puglisi e don Peppe Diana, che hanno trovatonella fede, il coraggio cioè della Parola, del van-gelo, e delle parole, accanto al coraggio dei segnie dei gesti con i quali traducevano le parole e chele illuminavano. Parole con le quali hanno indicatoil male dei loro quartieri, segni e parole nel conte-sto politico , sociale, geografico, nel quale hannotestimoniato anche il coraggio della vita, di unavita appassionata vissuta con uno sguardo capacedi guardare negli occhi e parlare. Don Tonio ha te-stimoniato con i suoi tanti incontri, da don ToninoBello a papa Francesco, che ha incontrato quandoera cardinale a Buenos Aires mostrando di cono-scere bene il male della tangente come mentalitàmafiosa presente ovunque. Un richiamo forteanche alla Chiesa che non ha saputo parlare di giu-stizia e dire con forza che ad esempio non pagarele tasse è peccato. E con questo richiamo a guar-dare la mafia dentro di noi per costruire insiemeun paese più libero e giusto, ci impegniamo.

Monica Vallorani

Promosso dall’associazione Libera

A Pagliare in un incontro si è parlato di tutti i “tentacoli” della mafia

7Anno XXXI

9 Febbraio 2014 PAG

“Symbolum. Percorsi e approfondimenti sul Catechismo della Chiesa Cattolica”

“Symbolum. Percorsi e approfondimenti sul

Catechismo della Chiesa Cattolica” è stato pre-sentato venerdì 31 gennaio presso l’Auditoriumdi San Benedetto del Tronto all’interno deglieventi culturali promossi da L’Ancora. A presen-tare il libro è intervenuta l’autrice Maria Rosa

Poggio, 57 anni, antropologa, per vent’anni inse-gnante di religione nelle scuole di ogni ordine egrado, ora scrittrice e madre di una figlia. Così siè presentata la professoressa torinese che ha par-lato in modo chiaro e schematico delle motiva-zioni e del contenuto della sua opera. Già il titolo ha molti richiami, scegliendo “Symbolum”, si ègiocato su una parola di origine greca, scritta in latino, dal greco infatti simbolo significa mettere insieme,Simbolo è il credo, simbolo è sempre il richiamo a qualcosa che rimanda ad altro. Il testo infatti nascedalla richiesta della stessa casa editrice LEV (Libreria Editrice Vaticana), che le ha chiesto espressamentedi lavorare a un opera di mediazione del Catechismo della Chiesa Cattolica utilizzando immagini diopere artistiche, in gran parte che fossero presenti nei Musei Vaticani. Ne è nato un libro che ha richiestoun grande studio, destinato a molti, a partire dai giovani adolescenti, alle giovani coppie, per le famiglieper spiegare il catechismo ai figli, ai catechisti, agli insegnati di religione, a chi si pone domande. Unostrumento che adatta il linguaggio del Catechismo, difficile e non di facile accesso a tutti, al contesto dioggi, senza per questo che vengano cambiati i contenuti, o resi semplicisti da un linguaggio compren-sibile che comunque ha conservato alcune terminologie specifiche. Questo perché, ha ben spiegato laprofessoressa, oggi non si può fare catechesi, ma neanche antropologia, teologia “contro” ma “per”. Eoggi si impara per immagini. Quindi la scelta dell’uso delle immagini artistiche che possono riuscire adire e comunicare più delle parole. Anche perché noi abbiamo un enorme patrimonio culturale artistico,tutto da riscoprire e valorizzare anche per rispondere alle domande di fede di tanti. Una grande domandadi religioso da intercettare e a cui dobbiamo saper rispondere, perché è ampia anche la differenziazionedelle tipologie di risposte che vengono date, a volte anche non in buona fede. Questo libro quindi si pre-senta come necessario in questo momento per avvicinarsi e comprendere il Catechismo della Chiesa,dato che forte è la non conoscenza di molti delle basi stesse del cristianesimo, come spesso si evincedalle semplici domande su temi religiosi, errate ai vari quiz. Il catechismo nasce prima di tutto per adulti,non per bambini, perché il cristianesimo nasce innanzitutto come fede per adulti. Il richiamo su questodella professoressa Poggio non ha voluto escludere i bambini dalla fede, ma richiamare al contestoodierno dove molti sono “cristiani da allevamento”, che come i polli in batteria, sono stati battezzatihanno fatto un po’ di catechismo e tutto è finito lì, per cui ignorano i contenuti di fede anche se poi ladomanda di tipo religioso invece è ampia. Quindi la catechesi è qualcosa di progressivo, continuo, nonpuò essere assolta solo dalle lodevoli e volenterose mamme che si rendono disponibili per il preziososervizio della catechesi ai piccoli nelle nostre parrocchie, ma chi educa e insegna partecipa dell’operacontinua creativa di Dio, per cui per i catechisti ci vuole la vita ma anche il contenuto. E il libro sipresenta come ottimo strumento formativo per accedere ai contenuti. Tutta la presentazione della pro-fessoressa Poggio è stata intervallata da immagini che dall’Annunciata di Messina fino alla Resurrezione,hanno visualizzato questi contenuti e dispiegato il mistero e l’esperienza di Dio e della Chiesa, mostrandoconcretamente il ruolo delle immagini che aiutano a meditare ciò che si sta ascoltando.L’evento è stato in collaborazione con la libreria La Bibliofila nella quale il testo è disponibile.

Monica Vallorani

Una rete di sostegno

Ascolto e assistenza per la persona

Il Centro Famiglia, grazie al finanziamento del Centro Serviziper il Volontariato Marche, avvia una moderna iniziativa a ser-vizio della persona. Da febbraio a settembre 2014 si potenzia ilservizio di assistenza psicologica e lo sportello di ascolto, rispet-tivamente ogni giovedì (dal 13 febbraio) e venerdì (dal 7 feb-braio) dalle 16.30 alle 18.30 con la collaborazione del dottor Lorenzo Lanciotti e della dottoressaManuela Leonetti. Il progetto, che gode della collaborazione di altre associazioni del tessuto sam-benedettese e delle parrocchie Sant’Antonio, San Filippo Neri e San Niccolò, prevede la realiz-zazione di azione integrate e sostegno diquanti si trovano in una situazione di bisognoattraverso consulenza e informazione, favo-rendo l’accesso ai servizi assistenziali checaratterizzano l’associazione di volontariato.In questi ultimi anni è stata registrata unacrescente situazione di disagio e con “Unarete di sostegno” si vuole offrire l’aiuto ne-cessario per affrontare al meglio le difficoltàdella famiglia. Per informazioni e appunta-menti è necessario contattare il Centro Fami-glia al numero 0735.595.093 o all’[email protected]; l’associazionedispone anche di un sito web costantementeaggiornato dove è possibile reperire informazioni sui corsi, gli incontri e i servizi offerti all’utenza.è possibile, inoltre, recarsi personalmente presso l’ufficio sito in via Pizzi, 25 nel centro cittadinodove, dal lunedì al venerdì dalle ore 16.30 alle 18.30, un membro dello staff sarà pronto ad acco-gliere gli utenti nel rispetto della privacy e in riservatezza. Centro Famiglia- Dina Maria Laurenzi

Io, Di Monte Egilda, in qualità di presidente diun piccolo gruppo di anziani e diversamenteabili colonnellesi, che sono assidui frequentatori,contenti e gioiosi di partecipare ai nostri incontrisettimanali, con la benevolenza di Padre Renato,che ci da disponibilità dell’ oratorio. Animiamoquesti incontri con giochi, canti, e perché no !… anche con “succulenti pranzetti” semprecon amore, solidarietà e amicizia. Domenica26 corrente mese, abbiamo festeggiato colgruppo allargato e con la presenza del nostroprimo cittadino, il Sindaco Pollastrelli Leandro,il nostro presidente diocesano Sabatini Sabatinoe con la corale parrocchiale, che ci hanno datoprestigio e onore con la loro presenza. Dopoaver pranzato, abbiamo completato questogiorno di festa, con delle poesie dialettali e la

compagnia “Di li scarp’ sciodd’” ha interpretatouna piccola recita dialettale inedita, scritta danoi con attori improvvisati (Luigi, Teresa,Gianna, Gabriella, Maria, Marisa e Antonella)così bravi da mettersi in gioco con amore, pa-zienza, impegno e volontà. Hanno recitato almeglio, il merito è  loro per la riuscita. Dalchiacchiericcio popolare, penso esserci riusciti;io, personalmente, ringrazio di cuore tutti i par-tecipanti; sono molto contenta e soddisfatta delnostro gruppo amalgamato; anche se tra cultureed età diverse, c’è comprensione, tolleranza,amore e amicizia; con la speranza, sempre aDio piacendo, di durare nel tempo così affiatatie sempre più numerosi, poiché Colonnella è unpaese di brava gente.

Da Colonnella

Una giornata trascorsa all’oratorio

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Per la36° Giornata per la Vita, il Centro Accoglienzaalla Vita e il Centro Famiglia hanno organiz-zato il musical di riflessione ispirato al titolonazionale “Generare Futuro”. Sabato primofebbraio presso il Teatro San Filippo Neri aSan Benedetto del Tronto è stato l’occasioneper riflettere sul messaggio di papa Francescotratto dall’apertura della 28° Giornata Mon-diale della Gioventù: “I figli sono la pupilladei nostri occhi. Che ne sarà di noi se non ciprendiamo cura dei nostriocchi? Come potremo andareavanti?”. Alla presenza del vescovo CarloBresciani, dell’assessore allePolitiche Sociali MargheritaSorge e di un teatro pieno di en-tusiasmo, il presidente del Cen-tro Famiglia Nicola Farinelli ela responsabile del C.A.V. Mi-lena Crescenzi hanno presentatola serata ricordando che gene-rare la vita ha in sé il germe delfuturo. Un invito a tenere benferma e alta la relazione traamore e sostegno - verso lanuova vita, gli ammalati e gli anziani - indi-spensabili per prospettare una comunità umanaancora unita e in crescita, nella consapevo-lezza che un popolo che non sa prendersi curadell’altro non ha futuro, perché maltratta lamemoria e la promessa.Oggi, più che mai, nel tempo della crisi e deilegami liquidi è sempre più importante metterei genitori nelle condizioni di realizzare le loroscelte e i loro progetti di vita familiare; i datiche emergono dalle recenti inchieste indicanoancora un grande desiderio di generare cheresta mortificato per la carenza di adeguate po-litiche familiari, per la pressione fiscale e unacultura diffidente verso la vita. L’attualità dellatematica, confermata da un teatro gremito dipersone, ha mosso le associazioni e la comu-nità diocesane che si sono interrogate sul mo-dello di civiltà e cultura da promuovere acominciare dalle nuove generazioni; e proprioi giovani sono saliti sul palco, dai bambini

della scuola primaria a una giovane coppia cheha portato la sua testimonianza di vita. La nostra società, infatti, ha bisogno di solida-rietà rinnovata, di uomini e donne che la abi-tino con responsabilità e siano messi incondizione di svolgere il loro compito di padrie madri. Celebrare la Giornata per la Vita èstato anche il modo per informare sull’attivitàdel C.A.V. – Insieme per la Vita, vicino a tuttequelle situazioni di maternità difficili, perchéinizialmente non accettate o gravate da pro-

blemi economici, sociali, familiari, sanitari olegali. Mossa dalla convinzione che le diffi-coltà non si superano sopprimendole, ma su-perando insieme gli ostacoli, l’associazioneguidata dalla presidente Paola Postiglioneoffre aiuto, sostegno concreto e accompagna-mento alla gravidanza in ogni sua fase perchéogni donna possa sperimentare la bellezza e ilmiracolo della maternità e ogni figlio vengaaccolto come dono unico e irripetibile. A concludere la celebrazione della giornata na-zionale domenica 2 febbraio si è tenuta la so-lenne liturgia eucaristica presieduta dalvescovo Bresciani presso la cattedrale SantaMaria della Marina. Oltre al Centro Famigliae al Centro Accoglienza alla Vita hanno parte-cipato il Centro Pastorale Familiare, religiosie laici consacrati - Usmi, Cism e Ciis – data lacoincidenza con la 18° Giornata Mondialedella Vita Consacata.

Centro Famiglia- Dina Maria Laurenzi

Generare la vita ha in sé il germe del futuro

Un popolo che non sa prendersi cura dell’altro

maltratta la memoria e la promessa

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Alta percentuale di adesionial Palio dei Bambini 2014

L’Associazione Palio del Duca dopo aver ini-ziato le Serate Culinarie è già al lavoro per orga-nizzare il Palio dei Bambini “Vivere la Storia daProtagonisti” inserito nel programma dei POFdell’Istituto Scolastico Comprensivo di Acqua-viva Picena e Monsampolo del Tronto,che hacome finalità: favorire attraverso il contatto con la

storia la riscoperta delle identità culturali. Nella riu-nione del Consiglio Direttivo del Palio dei Bam-bini e Palio del Duca Sponsalia, del 27 /01/2014

la Maestra Rita Bartolomei responsabile del pro-getto Palio dei Bambini per la scuola ha comu-nicato con evidente soddisfazione i nomi deibambini partecipanti XI edizione della Rievoca-zione Storica in programma Sabato 31 Maggio2014 ore 9,00. Partecipazione che supera il 92per cento, un forte incremento rispetto alle pas-sate edizioni. Questa alta percentuale di adesioneci riempie di orgoglio e premia il nostro impegno,dichiara il Presidente Nello Gaetani, che ringra-zia per la fattiva partecipazione e collaborazionela Maestra Rita Bartolomei, i Genitori, gli alunni,i docenti dell’Istituto Scolastico Comprensivo, ilsindaco avv. Pierpaolo Rosetti e l’amministra-zione comunale di Acquaviva Picena e il Sin-daco Nazzareno Tacconi e l’amministrazionecomunale di Monsampolo del Tronto. Il Palio deiBambini è l’unico strumento per coinvolgere igiovani a riscoprire il nostro passato e program-mare il loro futuro riscoprendo le tradizioni e lacultura del nostro territorio per “vivere la storiada protagonista”.

L’Azione Cattolicadiocesana si è in-contrata Sabato 1Febbraio pressola palestra del-l’istituto I.I.S.Fazzini-Mercan-tini di Grottam-mare per vivereinsieme il Mee-ting della Pace,

organizzato in collaborazione con il CSI, checon la sua partecipazione ha contribuito a raf-forzare la dimensione del gioco e dello sportessenziali nell’iniziativa annuale di AC “nonc’è gioco senza te”.  Dopo i saluti del presidente del CSI AntonioBenigni, della preside del-l’Istituto Geometri e del sin-daco di Grottammare, ancheil nostro Vescovo Carlo Bre-sciani ha voluto rivolgereun saluto agli oltre 600 ra-gazzi presenti, ricordandoloro che la pace è una que-stione che ci riguarda ognigiorno, che è “costruire ami-cizia con tutti” nel rispettodelle diversità dell’altro enell’unità in Gesù, come cidice la Lettera ai Galati:

“Non c’è Giudeo né Greco; non c’è schiavo nélibero; non c’è maschio e femmina, perché tuttivoi siete uno in Cristo Gesù“ (Gal 3,28). è se-guito un momento di preghiera insieme, ac-compagnata dal brano del Vangelo di Giovanniin cui Gesù ci consegna il cosiddetto “coman-damento nuovo”, ossia quello dell’amore (Gv13, 34-35). Nella sua riflessione, il Vescovo hasuggerito modi concreti per vivere la pace nellaquotidianità, perché essa dipende anche da cia-scuno di noi. Pur essendo praticamente impotentinel complesso panorama internazionale, possiamoinfatti essere costruttori di pace ogni giorno seimpariamo ad andare d’accordo, a riconoscerei nostri errori di fronte agli altri e a Dio. “Se viaccorgete che un vostro compagno viene messoda parte o che viene preso in giro”, ha continuato

il Vescovo Car-lo scendendoancor più nellaconcretezza divita “costruirela pace è andareda lui, rivolger-gli la parola, in-vitarlo a gioca-re.” Una situa-zione familiareai bambini, mache di certo, fat-te le opportunemodifiche, haqualcosa da in-segnare anche agli adulti. Solo assumendoquesta prospettiva nuova, solo imparando aguardare all’altro con sincero desiderio di pace,si potrà poi cambiare il mondo, facendo inmodo che diventi sempre più vero lo slogandella festa, “la pace soffia forte”. Simbolo delMeeting è stato l’aquilone, presente nelle deco-razioni realizzate dalle parrocchie ma anchecome gadget in vendita, il cui ricavato sarà de-voluto alla popolazione di Haiti. Il pomeriggioè trascorso nel gioco, attraverso vari standdisposti nella palestra e animati da Azione Cat-tolica e CSI, per concludere con un momentodi animazione e ballo insieme seguito dallamerenda. Simone Caffarini

Azione Cattolica e CSI insieme per il Meeting della pace

DIOCESI DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO - RIPATRANSONE - MONTALTO

U N A F E D E M A T U R ANELLA CONSAPEVOLEZZADI CIÒ CHE CI CIRCONDA!

E TU CHE FAI?

"L’arte come finestra per arrivare a Dio"Presentazione del libro “Symbolum” di Maria Rosa Poggio

"Si può amare la vita oltre il ragionevole?" Incontro con i coniugi Luigi e Laura Gasparre

"Pace e sviluppo insieme ai paesi arabi?" Incontro con Valentina Colombo, Docente dell’Università Europea di Roma

"Ho conosciuto un Santo!"Presentazione del libro di Wlodzimierz Redzioch

"L’amore può vincere anche la morte"Incontro con Andreana Bassanetti, fondatrice dell’associazione “Figli in cielo”

Per gli studenti delle scuole superiori che ne faranno richiesta, sarà rilasciato un attestato di partecipazione

Tutti gli incontri si terranno presso l’Auditorium Comunale "Giovanni Tebaldini"Viale Alcide De Gasperi, 120 - San Benedetto del Tronto